Pianeta Quattro Zampe Luglio 2015

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Editoriale Trascorrere un’estate serena con i nostri animali domestici è possibile. Questa è la buona notizia, alla quale seguono tante preziose indicazioni che la nostra redazione questo mese ha radunato per voi, mettendo a disposizione dei lettori i consigli contenuti nell’opuscolo ”Il caldo e la salute degli animali domestici”, realizzato dal Ministero della Salute italiano. Non è tutto: a proposito di estate, scopriremo un’eccellenza tutta italiana, la Scuola Italiana Cani Salvataggio, associazione di volontariato nata per istruire i quattrozampe utilizzati nel

salvataggio nautico. Prosegue poi il viaggio nel mondo delle razze canine e feline. Scopriremo il gatto Certosino e quello Abissino, per esplorare poi il mondo dei Labrador e dei Golden Retriever. Spazio poi all’oca Ozzie, protagonista di un’esperienza straordinaria, ovvero l’impianto di una zampa stampata in 3D. Queste e altre storie all’interno del nostro magazine, con la certezza che i nostri consigli per un’estate al top saranno apprezzati da tutti coloro che hanno a cuore il benessere dei nostri compagni di vita a quattro zampe.


ANCHE QUANDO LA REALTÀ FA PAURA, C’È UNA FORZA CHE PUÒ TRASFORMARLA. E RENDERLA MAGICA COME UNA FIABA. LA STORIA DELL’OCA CORAGGIOSA CHE HA COMMOSSO L’ITALIA SUPERANDO IL PEGGIORE DEGLI INCIDENTI. www.beccodirame.com

PIANETA QUATTRO ZAMPE

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Rubrica Appuntamenti

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Le 32 strutture certificate dal Comune di Milano alle quali affidare i nostri amici

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Sei zampe per salvare una vita in mare

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Ozzie, l’oca con la zampa 3d

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Look selvaggio e modi affettuosi

Manuale di sopravvivenza per quattrozampe che sfidano il caldo

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Golden retriever, il cane dal carattere d’oro

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Labrador retriever: bello, buono e lavoratore

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Certosino, il micio grigio che vi aspetta per rallegrare le vostre giornate

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Gatto, universo da scoprire

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Dall’Australia con furore PIANETA QUATTRO ZAMPE

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INFO

info@enci.it

sede@anfitalia.it

Ente Nazionale della Cinofilia Italiana

Associazione Nazionale Felina Italiana

ESPOSIZIONI CANINE Esposizioni Nazionali

Esposizioni Internazionali

01.08

Laveno Mombello (Va) - Gruppo Cinofilo Desiano - Tel. 0248 020407

09.08

Taranto - Gruppo Cinofilo Jonico Tel. 099 375277

02.08

Jesi (An) - Gruppo Cinofilo della Vallesina Tel. 0731 207720

13.08

Udine - Gruppo Cinofilo Friulano Tel. 0432 548928

02.08

Laveno Mombello (Va) - Gruppo Cinofilo del Verbano Cusio - Tel. 0324 241954

14.08

Gorizia - Gruppo Cinofilo Isontino Tel. 0481 532102

23.08

Sacile (PN) - Gruppo Cinofilo Pordenonese Tel. 0434 366726

30.08

Palermo - Kennel Club Palermo Tel. 091 300612

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SPAZIO DISPONIBILE

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Le 32 strutture certificate dal Comune di Milano alle quali è possibile affidare i vostri amici a quattro zampe mentre visitate Expo 2015 4

Asili per cani Asilo Nido Via dei Missaglia,59

Ass.ne sport.Dilett. Caninmente Via F.Palizzi

Bau Club snc Via G.B.Piranesi,35

Doggy Club sas Via Savona.127

Happy Bau –Urban Dog Resort Via Argelati,35

Happy school di S.Borri Via Mosè Bianchi, 11

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strutture certificate dal Comune di Milano

Attenti al gatto s.a.s. Agrituristica Via G.B. Grassi, 69

Az.Agric.Agritur.di Campi Carlo Via F.lli Rizzardi, 15

Bubi e Pupe di Paola Restani C.so San Gottardo, 28

Carbonai Giuseppe Via Lessona,2

Ciao Cucciolo Via Palmanova,67

Ciao Cucciolo di Milani Alberto Via Lippi,10

Il Cinofilo Via Carpi, 5

I Sogni di Pluto s.a.s. C.so di Porta Romana,19

L’Arca di Mariani Daniele Via Martinengo,2

L’Isola verde s.a.s Via Maro Aurelio,49

Magic cat’s hotel I dog you snc

Via Della Valle,20

Via Capecelatro,41

Medivet di Tesse Francesco

Veronica Villa

Via Marco Bruto,24

Via Perugino,8

Strutture anche per altri animali

Miciolandia Viale Umbria, 36

Mirtillo Via Fraschini, 8

Amicio mio

Mondo Gatto di Ghirardi Lorella

Via Esiodo, 7

Via Schievano,15

Animal One

Nicoli’s Zoo

Via Lazzaretto, 16

Via Mosca,153

Animal One s.n.c. di Bachis Silvia

Nuovo Zoo Bergognone

C.so di Porta Nuova, 52

Via Bergognone,27

Animal City

Rettilandia

Via Binda,45

Via Melloni,19

A.r.c.a. di Ragazzi Fernando

Tropical Blu di Signorini U.

Via Teodosio, 67

Via Gianella,26

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Manuale di sopravvivenza per quattrozampe che sfidano il caldo Il vademecum del Ministero della Salute per proteggere gli animali domestici dalla calura estiva. Sara Chessa

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Esiste da giugno 2013, ma è sempre valido. È l’opuscolo “Il caldo e la salute degli animali domestici”, messo a disposizione sul sito del Ministero della Salute dalla Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari. Finalità del prezioso manuale, quella garantire ai quattrozampe che rallegrano le nostre case un’estate serena. Sì, perché i rischi legati al caldo sono parecchi e pare che, a volte, il buon senso non basti per difendersi. Occorre conoscere più a fondo i nostri amici e tenere a mente alcune loro caratteristiche che comportano necessità differenti rispetto all’essere umano. Un esempio? La termoregolazione. Cani, gatti e uccelli non sudano. Non sudano neppure molti altri piccoli animali d’affezione. Come riescono dunque a regolare la propria temperatura? Lo fanno attraverso un sistema di “raffreddamento ad aria” PIANETA QUATTRO ZAMPE


che si basa su piccoli e frequenti atti respiratori, che permettono di disperdere il calore grazie al passaggio veloce dell’aria nelle superfici umide del cavo orale. Essenziale, dunque, tenere sempre presente questa caratteristica al fine di evitare due tra i maggiori rischi: il colpo di calore e il colpo di sole.

Colpo di calore e colpo di sole L’opuscolo del ministero lo spiega chiaramente, ogni specie animale presenta una propria temperatura fisiologica. Quella del cane si aggira per esempio tra i 38,5 e i 39°, mentre quella del gatto oscilla tra i 38,5 e i 39,5° C. Altri animali domestici presentano valori differenti, che potete trovare riassunti nella tabella qui accanto. Se il sistema di termorePIANETA QUATTRO ZAMPE

golazione del nostro amico a quattro zampe non è più in grado di mantenere la temperatura corporea entro i propri limiti fisiologici, siamo di fronte al colpo di calore, definito come una condizione patologica grave, a causa della quale il termometro può arrivare a toccare 41-43° C. Essenziale è tenere presenti le cause che possono conducono a una simile condizione. Il colpo di calore non si ricollega infatti solamente a temperatura e umidità elevate, ma anche a condizioni di scarsa ventilazione, a sforzi eccessivi o alla permanenza in spazi angusti che possono essere fonte di stress. Si parla invece di colpo di sole quando si è di fronte ad una condizione patologica innescata dal fatto che l’animale è esposto all’irradiazione solare diretta senza potersi sottrarre a quest’ultima. 7


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Manuale di sopravvivenza per quattrozampe che sfidano il caldo

Le regole di base per un’estate serena Le raccomandazioni del Ministero della Salute possono essere sintetizzate da alcune semplici regole. Seguirle con costanza permetterà a voi e ai vostri animali domestici di non incorrere in brutte sorprese dovute al caldo. Eccole qua. 1. Acqua fresca a volontà: deve essere sempre a disposizione del vostro quattrozampe, in particolare dopo l’attività fisica. 2. Per le passeggiate, evitare sempre le ore più calde della giornata. 3. Mai lasciare l’animale solo in macchina, neppure coi finestrini aperti: l’abitacolo raggiunge comunque temperature molto elevate in breve tempo. Non fidatevi neppure del fatto di aver lasciato l’auto all’ombra: i rischi sono analoghi. Bisogna poi ricordare che l’animale stesso, attraverso l’iperventilazione, irradia calore nell’ambiente circostante, aggravando ulteriormente la situazione. 4. Mai lasciare il vostro cane legato esposto alla luce diretta del sole. 5. Cani in spiaggia? Si può fare, ma solo a condizione che la giornata sia ventilata e che vi sia un posto all’ombra per il vostro quattrozampe.

Cosa fare se si sospetta un colpo di calore Se i sintomi manifestati dall’animale vi fanno pensare ad un possibile colpo di calore, è necessario anzitutto PIANETA QUATTRO ZAMPE

condurre l’animale in un luogo più fresco e ventilato. In secondo luogo, evitando di usare ghiaccio o acqua ghiacciata, occorre iniziare a raffreddare il corpo utilizzando acqua di rubinetto, attraverso docce o panni bagnati disposti nella zona del collo, della testa, dell’inguine, delle ascelle e delle orecchie. Molto importante è evitare di forzare l’animale a bere. Operate queste prime mosse essenziali, rivolgetevi al più presto ad un veterinario e tenete in ogni caso sotto osservazione le condizioni dell’animale per le successive 24-48 ore.

In viaggio con Fido e Felix Se vi apprestate a compiere un tragitto in auto, non dimenticate la ciotola dell’acqua e qualche asciugamano da inumidire per rinfrescare il vostro beniamino. Importante è, inoltre, che la temperatura all’interno del veicolo non sia troppo calda né troppo fredda. Altre indicazioni importanti del vademecum ministeriale riguardano la guida, che deve essere dolce. La cosiddetta cinetosi, nota più comunemente come “mal d’auto”, è più diffusa di quanto si creda e colpisce soprattutto i cuccioli. Possibili sintomi sono agitazione, affanno, salivazione eccessiva, eruttazione e vomito. Per prevenire tutto ciò, se sapete che Fido o Felix soffrono il mal d’auto, potete fare ricorso a specifici farmaci senza effetti collaterali che il veterinario potrà prescrivervi prima della partenza. C’è poi un’altra precauzione essenziale che può consentire ai vostri animali di effettuare un viaggio tranquillo: le soste. Soprattutto durante i lunghi viaggi, effettuare a intervalli regolari delle fermate permette ai nostri quattrozampe di sgranchirsi i muscoli e di effettuare eventuali bisognini. 9


Manuale di sopravvivenza per quattrozampe che sfidano il caldo

Caldo e parassiti Il “prontuario dell’estate serena” affronta anche il problema parassiti, consigliando l’accurata ispezione del mantello del vostro cane e del vostro gatto dopo una passeggiata o dopo il gioco all’aperto. E, anche se l’opuscolo ministeriale non lo fa, ci prendiamo la responsabilità di rimandarvi all’intervista al dottor Alberto Briganti pubblicata nel numero di giugno della nostra rivista e dedicata agli efficaci rimedi 100% naturali che possiamo utilizzare per salvaguardare i nostri quattrozampe.

Appena prima di partire Se siete in procinto di recarvi all’estero, ricordate che esistono alcune profilassi sanitarie da effettuare, oltre, naturalmente, ai necessari documenti. Al di là di queste ultime, il vademecum del Ministero suggerisce una tappa dal veterinario prima di partire. Questo vi permetterà di verificare lo stato di salute del vostro piccolo amico prima del viaggio ed essere certi che i richiami delle vaccinazioni siano stati effettuati. A questo punto, potete rilassarvi. Che la vacanza a sei zampe abbia inizio!

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Manuale di sopravvivenza per quattrozampe che sfidano il caldo

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Animale

Temperature

Cane

38,5 – 39°C

Gatto

38,5– 39,5°C

Cavia

38,5– 39,5°C

Criceto

36 – 37,5°C

Coniglio

38 – 39,5°C

Cincillà

36 – 37,5°C

Furetto

38 – 40°C

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SPAZIO DISPONIBILE


Golden retriever, il cane dal carattere d’oro

Golden retriever, il cane dal carattere d’oro Vanna Chessa

Dolce, amichevole e mai violento, non per niente è il primo classificato nella scala della non aggressività. Ma anche maestoso, attivo e intelligente, del resto è arrivato al quarto posto nella classifica di intelligenza. Chi conosce il Golden Retriever sa perfettamente che è un cane talmente buono da essere quasi remissivo, capace di vivere per donare affetto incondizionato al proprio padrone senza mai diventare pericoloso. Certo, anche questo super-cucciolo ha la necessità di avere una valvola di sfogo e di impiegare le sue energie nel gioco o nelle altre attività che predilige, come il nuoto e il riporto. Anche se, è giusto sottolinearlo ancora, per il Golden Retriever la vera priorità sarà sempre il proprio umano, poiché la sua indole epimeletica lo spinge a donare costantemente affetto alle persone che ha intorno: una manna dal cielo per l’uomo, la cui indole et-epimeletica lo induce, invece, a vivere per ricevere affetto. E le uniche cose che il Golden chiederà in cambio con i sui occhioni dolci capaci di intenerire chiunque saranno una carezza e un sorriso. Stiamo parlando non solo di un cane che è in grado di andare d’accordo con persone di ogni età, ma anche di un esemplare capace di comprendere eventuali 14

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debolezze o handicap degli individui con cui entra in contatto. Ne riconosce i bisogni e si comporta di conseguenza, offrendo loro le sue attenzioni con estrema delicatezza. Non per niente è una razza che viene impiegata con ottimi risultati nella pet teraphy, ma anche come guida per i disabili, oltre che, ovviamente, come animale da compagnia. Tra le altre specialità della casa troviamo il salvataggio in mare e il lavoro a sostegno delle forze dell’ordine: grazie al loro fiuto, riescono a offrire un contributo imprescindibile nella ricerca delle persone, anche in caso di valanghe e terremoti, nonché nelle azioni volte al ritrovamento di esplosivi o di sostanze stupefacenti. Per conoscere meglio la straordinaria realtà dei favolosi Golden Retriever abbiamo chiesto a Filippo 16

Zanotti, titolare dell’allevamento “Cani Golden” di Ferrara, azienda leader nel settore per qualità e quantità, di svelarci qualche segreto. E lui ha iniziato il suo racconto confessandoci come i cani abbiano influenzato positivamente la sua vita: “Io ho iniziato a undici anni, con mio nonno. Allevavamo i setter, poi sono passato ai Golden e ai Labrador. Ormai ho trent’anni di esperienza ed è grazie ai Golden Retriever se ho conosciuto mia moglie, perché anche lei alleva cani. Non è facile trovare la persona giusta quando si hanno trenta cani, noi invece ci siamo sposati e abbiamo unito tutto, le nostre vite e i nostri allevamenti!”. I cani non sono un hobby qualsiasi, vanno seguiti ogni giorno e inoltre, quando si lavora con razze come i Golden Retriever e Labrador, PIANETA QUATTRO ZAMPE


occorre conviverci, perché se non sono socializzati possono manifestare dei problemi. Certo, loro hanno bisogno del proprio ambiente. È facile intuire che se si possiede un solo cane, questo non può rimanere isolato e, di conseguenza, il proprietario deve tenerlo vicino. Ma quando, invece, i cani sono almeno due e possono stare in compagnia, riescono a vivere con serenità l’ambiente domestico e soprattutto il giardino. “Odiano stare rinchiusi, perciò in giardino stanno benissimo. Per loro l’importante è riuscire a trascorrere del tempo insieme al padrone durante la giornata. In Italia chi è molto fortunato lavora e ha un cane, quindi evidentemente le due cose funzionano”, spiega l’allevatore. Il Golden Retriever è un cane rustico e ha bisogno di PIANETA QUATTRO ZAMPE

una “manutenzione” bassissima rispetto ad altri cani, sia dal punto di vista fisico ed estetico, sia da quello caratteriale. “Non ha bisogno, come il Rottweiler, cane molto intelligente e interattivo, di veicolare le sue energie per non diventare pericoloso”. Come abbiamo già anticipato, il suo bisogno primario è far contento il padrone, di cui copia le abitudini: “Se il padrone corre, lui corre – aggiunge l’esperto – se invece il padrone va a caccia, il cane lo segue ed esegue il riporto alla perfezione, senza alcuna tentazione di assaggiare la preda”. Se prestiamo attenzione, ci rendiamo conto che il nome stesso della razza dice tutto. Il termine “golden”, infatti, non fa riferimento al colore del manto, ma bensì al carattere e al cuore d’oro di un cane da caccia dal carattere spettacolare. 17


Golden retriever, il cane dal carattere d’oro

Standard e salute Se abbiamo la fortuna di vedere un Golden Retriever, il merito è anche di Sir Dudle Coutts Mariojoribanks, meglio noto come Lord Tweedmouth. Il nome probabilmente non vi dirà nulla, ma sappiate che fu proprio questo signorotto inglese, nel lontano 1868, a far accoppiare un Retriever giallo dal pelo ondulato con una Tweed Water Spaniel, una razza ormai scomparsa, ma paragonabile a un Retriever di dimensioni ridotte e dal mantello ondulato color cioccolato. Nel biennio successivo, Lord Tweedmouth, intenzionato a ottenere un cane dotato di eccellenti doti da riporto, necessario per la caccia ai volatili, sperimentò altri incroci tra la nuova linea e due Retriever neri, un Tweed Water Spaniel, un Setter Irlandese ed un Bloodhound color sabbia. Ed è dai soggetti riproduttori frutto degli studi di Lord Tweedmouth che vennero avviati gli allevamenti che, nei primi del Novecento, hanno generato poi i Golden Retriever che tutti noi conosciamo. Ma adesso vediamo quali sono le caratteristiche essenziali dello standard. Innanzitutto il Golden rientra nel gruppo numero otto, cani da riporto di taglia grande. I maschi raggiungono un’altezza al garrese di 61 cm, contro i 56 cm della femmina. Potente, compatto e armonioso, appare ben proporzionato. Il cranio è largo, mentre il muso è lungo e dotato di mascelle potenti e forti. Lo stop è marcato e il tartufo è sempre di colore nero. Gli occhi, castani e ben distanziati, hanno un’espressione dolce. L’attaccatura delle orecchie, di media lunghezza, è all’incirca all’altezza degli occhi. Gli arti hanno una buona ossatura 18

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e una muscolatura sviluppata, mentre la coda, con attaccatura a livello del dorso, è dritta e non deve mai essere arricciata. Infine, il manto può essere liscio o ondulato, con una discreta frangiatura. Il sottopelo, inoltre, è fitto e impermeabile. I colori accettati vanno dall’oro alla crema; il rosso e il marrone non rientrano nello standard. Un cane di queste dimensioni può incorrere nelle patologie tipiche della taglia grande. Le malattie prevalenti sono di tipo osteoarticolare, come la displasia dell’anca. In realtà quelle di natura genetica sono state eliminate attraverso la selezione, “ma ci sono ancora molte speculazioni su questa patologia – commenta Filippo Zanotti – spesso i padroni si fanno condizionare da discutibili consigli. Nessun essere umano farebbe una radiografia preventiva ai propri figli per vedere se hanno la scoliosi, chiediamoci 20

perché il padrone dovrebbe sottoporre un cane che non sta zoppicando a una radiografia in anestesia generale per verificare statisticamente se sarà o non sarà displasico”. Si fanno anche i test per le oculopatie e, anche in questo caso, grazie alla selezione, il numero dei cani con tali problematiche è sceso sotto lo 0,3%, si può dire che si tratta solo di sfortuna. Secondo il nostro esperto, l’alimentazione ideale per i cani come i Golden Retriever è il cibo secco. Non tanto perché sia migliore di una buona dieta domestica, per motivi di costo o per questioni di di tempo e praticità, ma soprattutto per la salute del cane, perché non c’è padrone in grado di dosare alla perfezione il fabbisogno di Fido. Ci si rivolge dunque ad alcune ditte specializzate che hanno prodotti di alta qualità. Durante la crescita, quindi nel primo anno di vita, viene nutrito con cibi super premium, PIANETA QUATTRO ZAMPE


Golden retriever, il cane dal carattere d’oro

Per saperne di più.. Nome: Origine: Peso: Altezza: Carattere: Testa: Orecchie: Occhi: Collo: Colore:

Golden Retriever Gran Bretagna maschi 29/34 Kg - femmine 25/32 Kg maschi 56/61 cm - femmine 51/56 cm obbediente, intelligente, con innata disponibilità al lavoro proporzionata e ben cesellata di medie dimensioni di colore marrone scuro - ben distanziati di buona lunghezza, pulito e muscoloso qualsiasi tonalità del dorato o crema

poiché altrimenti avrebbe delle tare che non potrebbero mai essere recuperate. E l’allevatore prosegue: “Se diamo al cane un piano di pasta pensiamo di star facendo una cosa buona, ma il cane ha un’alimentazione proteica, non mangia i carboidrati e di fatto gli stiamo devastando il sistema endocrino, il pelo e l’apparato digestivo. Ed ecco che il cane ingrassa anziché mettere su ossa”. Abbiamo ormai imparato che il costo di un esemplare di razza, testato e con pedigree si aggira intorno al migliaio di euro. Un prezzo che non viene formulato a caso. Se si riflette un attimo, ci si rende conto che il cucciolo in sé non ha un costo, ma ciò che influisce realmente è la spesa di gestione degli animali da riproduzione presenti negli allevamenti. Non tutti sanno che una fattrice, nel corso della sua carriera, può effettuare al massimo sette cucciolate. Ma i PIANETA QUATTRO ZAMPE

proprietari devono ospitarla, nutrirla e curarla per una vita intera, anche quando sarà anziana e avrà bisogno di maggiori attenzioni. E lo stesso vale per gli esemplari maschi e per i cuccioli. Inoltre ci sono ulteriori costi, per esempio quelli per la toilettatura o per la partecipazione alle mostre, che sono eventi imperdibili poiché consentono agli addetti ai lavori di ottenere un giudizio obiettivo sul proprio lavoro. “Per me i miei cani sono tutti belli. Da vent’anni ci impegniamo per avere i massimi livelli estetici ed è indispensabile avere il feed-back di giudici cinofili nazionali e internazionali, altrimenti la mia valutazione sarebbe opinabilissima. Inoltre, tante persone che comprano i cani da noi si impongono nelle competizioni e ce lo comunicano. Lo stesso discorso vale coloro che acquistano i cani per le attività di lavoro. E noi ne siamo felici.”, conclude Filippo Zanotti. 21


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Labrador retriever: bello, buono e lavoratore

Labrador retriever: bello, buono e lavoratore Vanna Chessa

Amato per la sua bellezza e per il carattere giocoso, reso celebre dalla partecipazione a innumerevoli pellicole cinematografiche, film tv e pubblicità, il Labrador Retriever è uno dei cuccioloni più desiderati dell’intero panorama canino. Ma non tutti sanno che, oltre alla carta patinata, alle cineprese e ai riflettori, il pelosetto in questione ha saputo guadagnarsi da vivere con attività dure e rischiose. In origine, infatti, altro non era che un cane da lavoro, impiegato nientemeno che dai pescatori dei freddi mari del nord. Il suo compito? Cane da riporto. All’inizio della selezione, avvenuta spontaneamente da progenitori originari di Terranova, isola canadese situata nell’Oceano Atlantico, era impiegato per tirare le reti, riportare i remi o altri oggetti caduti in mare. Viene da sé intuire che da un simile stile di vita siano derivati dei cani solidi e forti, molto resistenti al freddo, con una muscolatura da nuotatori e una notevole resistenza alla fatica. Inoltre, essendo utilizzato nelle barche dei pescatori, l’animale non aveva un unico punto di riferimento, ma bensì era in grado di eseguire gli ordini impartiti da tutto il personale di bordo. Non certo un dettaglio di poco conto, visto che, al giorno d’oggi, questi trascorsi PIANETA QUATTRO ZAMPE

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consentono al Labrador di vantare una predisposizione ad ubbidire a più persone. Insomma, stiamo parlando di una delle qualità salienti della razza: la capacità di interagire al meglio con tutto il nucleo familiare, senza fare differenza tra adulti e piccini. È chiaro che, come tutti i cani, ha bisogno di essere indirizzato e di assimilare determinate regole, però, se la famiglia che lo accoglie mantiene un’unicità di comportamento, il cane saprà fare la sua parte. È una caratteristica che viene espressamente rimarcata anche nello standard della razza. Nella sezione relativa al comportamento, viene indicata la dicitura “will to please”, desiderio di compiacere: se lui capisce che una cosa fa piacere al proprio padrone, la ripete volentieri. Quindi un umano in grado di interpretare l’indole del proprio amico a quattro zampe saprà istruirlo senza alcuna difficoltà. Non pensiate che, ai giorni nostri, il Labrador viva di 26

rendita, perché come ha dimostrato fin da subito è un animale molto duttile. Il suo istinto da nuotatore fa di lui un eccellente alleato per il salvataggio in mare. Il suo fiuto sviluppato, dotato di una straordinaria capacità di discriminazione olfattiva, lo rende invece un ausilio indispensabile nella ricerca di persone scomparse, droga e materiale esplosivo. Qualcuno potrebbe credere che un cane così grande e attivo abbia la necessità di trascorrere le sue giornate in uno spazio aperto, magari in un bel giardino. Per approfondire questa ed altre tematiche, ci siamo rivolti a Emanuela Castaldo Ruggiero, titolare, insieme a Irene Teppa, dell’allevamento Acque Lucenti, con sede a Roma e a Torino. La Ruggiero, che gestisce la struttura della Capitale, è anche autrice di alcune pubblicazioni su caratteristiche, gestione e cura dei cani di razza Labrador. A una domanda precisa sulla questione casa o giardino, la nostra esperta non ha avuto dubbi: “Il cane non PIANETA QUATTRO ZAMPE


è una pianta da tenere in giardino. È un animale sociale, come noi, e vive in branco, come noi. Deve godersi la casa e la famiglia. Inoltre, sapendo che nel nucleo familiare ci sono dei leader, capisce di avere un punto di riferimento e, di conseguenza, si rilassa e diventa ubbidiente”. Certo, esistono dei compromessi. Nei primi quattro mesi di vita, il Labrador ha necessità di una certa presenza, soprattutto per garantire la pulizia e l’educazione. Ma quando, dopo questa fase, il cane ha assimilato le regole e si è abituato a ritmi più allungati, nonché a vivere la casa senza temere l’abbandono, è in grado di stare da solo all’interno dell’abitazione anche per quattro o cinque ore. “Se, però, si sta fuori casa per otto ore – spiega Emanuela Ruggiero – è meglio non avere un cane, perché sia il proprietario sia il cane avrebbero dei problemi. Certi cuccioli che abbaiano dai balconi non fanno la guardia, stanno semplicemente manifestando PIANETA QUATTRO ZAMPE

un forte disagio causato dalla solitudine”. Il Labrador ama gli umani e, come è già stato detto, era abituato a eseguire i comandi impartiti da tutti i lavoratori con cui era a contatto. Spesso, proprio a causa dell’intenso sentimento che lo lega al genere umano, sentiamo dire che il Labrador non fa la guardia. In realtà sa rivelarsi un compagno molto attento: anche se agli ospiti sa riservare una calorosa accoglienza, è sempre in grado di percepire i rumori insoliti e, di conseguenza, è pronto a mettere in allerta il proprietario. “Quelle razze canine definite dai più “cani da guardia” sono, in realtà, comunque a rischio, poiché un malintenzionato potrebbe metterli fuori gioco utilizzando diversi espedienti. Un cane che, invece, vive a contatto col nucleo familiare, sa captare eventuali pericoli e, abbaiando, avvisa i suoi umani e mette in fuga gli estranei, difendendo così la propria tana”, sottolinea l’allevatrice. 27


Labrador retriever: bello, buono e lavoratore

Un’altra peculiarità del Labrador è l’abitudine di abbaiare poco, solo quando è necessario. La motivazione è semplice: trattandosi di un cane da riporto, tende istintivamente a non farlo, memore del fatto che qualsiasi rumore improvviso o inopportuno avrebbe disturbato le operazioni in corso nella riserva di caccia. Ma un cucciolo così avrà qualche difetto? Vediamo! Oltre a un temperamento amabile, affettuoso e accondiscendente, il tutto abbinato a una spiccata intelligenza, il Labrador sa essere un tantino testardo. Un aspetto che non deve essere considerato una pecca, “poiché se non fosse un animale testardo, di certo non andrebbe con decisione a recuperare la cacciagione o altri oggetti finiti in luoghi impervi e inaccessibili. La testardaggine può rivelarsi un problema per il padrone se non è in grado di guidare il proprio cane e di essere nei suoi confronti molto disponibile e comprensivo”, fa notare Emanuela Ruggiero.

Salute e alimentazione Per quanto concerne la salute del cane, tra le patologie ricorrenti troviamo problemi di natura oculistica, come la cataratta congenita e la progressiva atrofia della retina (PRA), individuabile mediante un semplice esame del DNA o tramite visite preventive da effettuare sui potenziali genitori prima di un accoppiamento. Infatti, essendo tutte malattie recessive, grazie alle selezioni sono state ormai quasi del tutto debellate e possono essere considerate solo un brutto ricordo, visto che i riproduttori por28

tatori non vengono più impiegati negli allevamenti. Trattandosi di una patologia che si manifesta solo intorno agli otto anni di vita, la diagnosi precoce era pressoché impossibile. La svolta è arrivata soltanto grazie all’introduzione di un test mirato, che consente di identificare i soggetti portatori, esenti e affetti e, pertanto, di evitare fin da subito che eventuali esemplari malati si riproducano. La displasia dell’anca, anch’essa una problematica ricorrente, è in realtà la meno inficiante nel Labrador poiché, essendo molto muscoloso nel posteriore, pur evidenziando il problema attraverso gli esami diagnostici, non sempre manifesta fastidi o limiti di alcun genere nella vita quotidiana. La displasia del gomito, invece, oltre che essere ereditaria, può essere provocata anche da comportamenti errati tenuti nel corso del primo anno di vita, come salti da altezze eccessive o altri giochi potenzialmente pericolosi per l’articolazione. Esattamente come avviene per l’uomo, l’alimentazione corretta e bilanciata diventa sinonimo di una vita lunga e sana. Quella naturale è molto gettonata in questo periodo, però non sempre, e non tutti, riescono ad a reperire ogni giorno i prodotti freschi ogni giorno e, soprattutto, a dosarli in modo corretto. La dieta Barf, inoltre, va personalizzata a seconda dei bisogni del soggetto e non sempre la gente, pur mettendoci tutto l’impegno necessario, riesce nell’intento. Per questo molti allevatori consigliano l’impiego di mangime di facile reperibilità e che, pur non essendo tra quelli maggiormente pubblicizzati, si rivelano un nutrimento di ottima qualità. È evidente che anche in questo caso le PIANETA QUATTRO ZAMPE


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porzioni vanno studiate in base alle necessità dei singoli, ma il lavoro viene facilitato dalla consapevolezza che l’alimento scelto fornirà tutte le componenti necessarie sia nel periodo della crescita, sia a maturità raggiunta.

Competizioni, costi e consigli finali “Qualsiasi allevatore di animali di razza ha bisogno di un riscontro del proprio lavoro da parte dei giudici”, ammette l’esperta, ed è per questo che partecipa con i propri esemplari sia in esposizione, sia in gare di caccia o in prove attitudinali, per non perdere le qualità morfologiche e mentali del cane. Come per tutti i cani di razza, il prezzo di un cucciolo nato in un allevamento e dotato di pedigree si aggira intorno ai 1000-1200 euro, ma in questo caso ci sono garanzie non ottenibili da un venditore qualsiasi. Prima di tutto vengono consegnati analisi cliniche e certificati dettagliati sui genitori del pe30

losetto; inoltre, al momento dell’uscita, il cucciolo è già vaccinato e dotato di un microchip, il cui numero di serie viene riportato sul pedigree. Sono sempre di più gli allevatori onesti che evidenziano l’abitudine di molti “colleghi” meno accorti di puntare tutto sul pedigree: in realtà, il costo di tale certificazione è di circa venti euro ed è facilmente ottenibile con una richiesta scritta all’associazione canina italiana. A fare la differenza sono le caratteristiche reali dell’animale, come il carattere e la fedeltà alo standard. Senza trascurare l’importanza di avere notizie certe sui genitori del cagnolino che si sta acquistando. Un consiglio per chi sta pensando di prendere un cucciolo? “Di certo direi di documentarsi bene sulla razza, magari parlando con allevatori diversi, ma capaci di fornire indicazioni e dritte utili per un’ottimale crescita del cane. Poi di ragionarci e di non prendere il primo cagnolino di cui ci si invaghisce”. Concordiamo. Perché gli animali sono una cosa seria. PIANETA QUATTRO ZAMPE


Per saperne di piĂš.. Nome: Origine: Peso: Altezza: Carattere: Testa: Orecchie: Occhi: Collo: Colore: Coda: Pelo:

Labrador Retriever Gran Bretagna maschi 29/36 Kg - femmine 25/32 Kg maschi 57/62 cm - femmine 55/60 cm intelligente, socievole, dolce, tranquillo eccellente nuotatore larga, solida ed appuntita con tartufo ampio triangolari con attaccatura arretrata - devono pendere di colore marrone o nocciola scuro di media grandezza vigoroso - di media lunghezza nero, giallo o marrone (chocolate) di media lunghezza, grossa alla base e sottile in punta duro, liscio, molto spesso e lanoso

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Sei zampe per salvare una vita in mare

Sei zampe per salvare una vita in mare Conversazione con Ferruccio Pilenga, fondatore della SICS, la Scuola Italiana Cani Salvataggio. Sara Chessa

Salvare vite umane in mare contando sulle forze e sulla generosità del migliore amico dell’uomo. Trent’anni fa, questo era il sogno di Ferruccio Pilenga Oggi? Una realtà. Con circa trecento unità disponibili un po’ in tutto il territorio nazionale, la scuola per cani da salvataggio fondata da Pilenga svolge un servizio di protezione civile unico al mondo. A testimoniarlo, l’accordo quadro esistente con la Guardia Costiera nazionale. Chi esce in mare la notte a salvare delle vite, insomma, si rivolge alla Scuola Italiana Cani Salvataggio. Che, negli anni, ha riconosciuto tredici strutture formative distribuite in vari punti della penisola, pronte ad agire in caso di necessità. I volontari? Persone normalissime, che hanno un cane e dedicano un periodo di dodici/diciotto mesi al percorso necessario per poterlo certificare come cane da salvataggio e diventare a tutti gli effetti “unità cinofile”. Amici a quattro e a due zampe che presteranno poi servizio “ovunque ci sia uno specPIANETA QUATTRO ZAMPE

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chio d’acqua”, per usare le parole del sito Internet nazionale della SICS, canisalvataggio.it. Tutto questo mentre, magari, sono in vacanza. “Cito per esempio il cane Chank, che l’anno scorso all’isola d’Elba ha salvato una bambina proprio durante il periodo delle ferie”, afferma Pilenga. Sia l’addestramento che l’opera benefica portata avanti dai cani già certificati – e dai loro proprietari – avvengono senza scopo di lucro. Sì, perché si tratta di un’attività che i volontari compiono nel tempo libero, non retribuita. Di sicuro, però, una missione così importante non può che dare a chi vi è impegnato una grande soddisfazione.

Feeling tra conduttore e cane Lo dice l’espressione stessa: “unità cinofila”. C’è bisogno delle competenze dell’uomo e della disponibilità dell’amico a quattro zampe a farsi guidare. La sintonia deve essere completa. E, una volta conquistata, sostituire la “parte umana” è difficilissimo. Il conduttore umano esce in mare con un cane allenato, istruito da una scuola che l’ha messo in grado di dare un enorme aiuto a un soccorritore. Grazie alle tecniche apprese, il cane riesce a “rimorchiare” l’umano per diverse centinaia di metri, consentendogli di arrivare fino alla persona da portare in salvo senza avere esaurito le energie. Aspetto essenziale, dal momento che arrivare da chi rischia di annegare senza più fiato può voler dire non essere in grado di portare l’aiuto che si sperava di dare. “Avere con sé il cane significa non essere soli: stai uscendo con un compagno che può rimorchiarti fino a trecento/quattrocento metri dalla riva, in alcuni casi anche fino a un chilometro”, PIANETA QUATTRO ZAMPE

afferma Ferruccio. Un’impresa normale per il cane? No: come Ferruccio spiega, stiamo parlando di cani allenati, che hanno seguito un percorso ben preciso per poter arrivare a questi risultati. Un cane non specificamente istruito nuoterebbe, al massimo, per una decina di metri.

Gli “aspiranti allievi” ideali Le imprese per cui la SICS prepara non sono da tutti. Ci sono cani ai quali è riconosciuto un maggiore “istinto” verso il salvataggio e sono questi a rappresentare le “razze d’elezione” per il percorso di addestramento. Si tratta dei Terranova, dei Labrador e dei Golden Retriever. In particolare, il Terranova è un cane selezionato dall’uomo proprio con la finalità del salvataggio, che contiene dunque da lungo tempo nel propri geni un istinto in questa direzione. “Se si fa una ricerca su Internet sul Terranova, lo si vedrà comparire sulle stampe d’epoca del Settecento e dell’Ottocento, ritratto sui velieri: il suo compito era salvare i marinai dall’annegamento”, spiega Ferruccio. Tuttavia, la SICS è riuscita negli anni a trasmettere l’inclinazione verso il salvataggio anche a Labrador e Golden Retriever, in cui questa propensione non era “storia antica” come accadeva per i Terranova. “Siamo partiti, trenta anni fa, con cani che avevano già nel loro DNA quell’istinto che a noi interessava, poi, andando a vedere la geografia, abbiamo visto che i Labrador provengono da una penisola vicina all’isola di Terranova. Le terre d’origine di queste due razze sono le stesse”, spiega il nostro intervistato. A quel punto, la SICS inizia a lavorare anche con i vicini 36


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di casa. Come è andata? Bene, a quanto pare, se si considera che oggi, all’interno della scuola, il numero di Labrador ha superato quello dei Terranova.

Pensionamenti e nuove leve “Non tutti i cani che iniziano il corso puntano alla certificazione. È necessaria una grossa passione”, rivela Ferruccio. E prosegue, “Molti aspirano semplicemente a far sì che il cane sia in grado di nuotare a qualche metro dalla barca”. Quando invece l’obiettivo è essere certificati per il salvataggio in acqua, è tutta un’altra questione. “Chi prosegue fino in fondo”, conPIANETA QUATTRO ZAMPE

tinua il nostro intervistato, “diventerà volontario di protezione civile e dedicherà il proprio tempo libero al servizio verso gli altri”. Si tratta, però di mantenere costante il numero dei cani in organico, che sono trecento. Impresa non facile: dopo quattro-cinque anni di servizio il cane va generalmente “in pensione”, è dunque necessario calcolare bene quanti nuovi volontari a quattro zampe saranno necessari e dirigere gli sforzi verso il loro addestramento, che richiede almeno dodici mesi, se non diciotto, in alcuni casi. L’impegno, insomma, è notevole. I risultati, però non mancano. Se si pensa che la maggior parte dei cani ottiene la certificazione e che ogni unità cinofila 38


presta servizio per almeno cinque giorni l’anno, il monte ore complessivo, dedicato a questo servizio prestato gratuitamente, non è mai inferiore a 1.500 ore annue.

Un’eccellenza internazionale Non solo un grande investimento di impegno, ma un’attività che possiamo considerare unica al mondo, almeno a questi livelli di specializzazione. Basta solamente ai cani che si tuffano dall’elicottero per effettuare i salvataggi e alle tecniche utilizzate per arrivare a questi risultati: come ci spiega Ferruccio, PIANETA QUATTRO ZAMPE

difficile trovare qualcun altro che lo faccia. “Chi dovesse partire oggi, per arrivare al nostro livello, dovrebbe fare una gavetta di anni e anni”, spiega. Un’eccellenza di fama internazionale, insomma, confermata dai documentari che la SICS ha girato per diverse emittenti con bacino d’utenza mondiale, come i canali della National Geographic. Al momento dell’intervista, Ferruccio Pilenga non può ancora rivelarci su quale televisione potremo vedere l’ultimo documentario girato. Se però volete indagare, ci ha lasciato un’indicazione: è un’emittente che può raggiungere due miliardi di spettatori in più di centocinquanta paesi. 39


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Ozzie, l’oca con la zampa 3d

Ozzie, l’oca con la zampa 3d Vanna Chessa

Nella sfortuna è stata fortunata. Così dicono i saggi quando il protagonista di una brutta avventura riesce comunque a limitare i danni. E lo stesso si può dire di Ozzie, un’oca selvatica la cui esistenza pareva ormai segnata dopo che i veterinari avevano dovuto amputarle una delle due zampe. Ma il destino aveva per lei altri progetti, perché adesso Ozzie è diventata famosa in tutto il mondo dopo aver ricevuto in dono una zampa personalizzata, stampata in 3D appositamente per lei da un’azienda specializzata. Scopriamo insieme la sua storia. A salvare Ozzie e ad affidarla alle cure dei sanitari è stata Sue Burger, una donna speciale, che spinta dal suo grande amore per gli animali non si è mai tirata indietro di fronte all’impegnativo compito di badare alla povera oca invalida. Sue non solo ha accolto l’inferma nella propria abitazione, ma ha pensato bene di chiedere aiuto a tutti, nella speranza di trovare una soluzione per restituire un po’ di serenità al povero volatile, costretto perennemente a reggersi in equilibrio sull’unica zampa rimasta. E così, nel bel mezzo della campagna pro Ozzie, Sue ha avuto la brillante idea di lanciare un appello in diretta dai microfoni della RSG, nota emittente radio del Sud Africa. In breve tempo è arrivata una risposta, tanto attesa quanto insperata. In Sud Africa mai nessuno aveva 42

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Ozzie, l’oca con la zampa 3d

prodotto delle protesi per volatili con la stampante 3D e, a dire il vero, in tutto il pianeta erano stati registrati solo alcuni rarissimi casi. Nel caso di Ozzie, però, sono accorse in suo aiuto una serie di aziende, coalizzate per l’occasione al fine di sponsorizzare un’impresa che, visti i potenziali sviluppi e le future applicazioni, non è errato definire di portata storica. Se la 3D Printing Systems ha offerto i materiali, la BunnyCorp si è messa a disposizione per occuparsi del design e della progettazione su CAD, mentre al Centre for Rapid Prototyping and Manufacturing (CRPM) della Central University of Technology (CUT) di Bloemfontein sono state effettuate le stampe definitive. Dopo alcuni giorni, è arrivato il turno della Phoenix Foundation, compagnia no profit che si occupa, tra le altre cose, di ricerca medico-scientifica e di ingegneria: anch’essa ha messo a disposizione i propri esperti per offrire un valido contributo allo sviluppo della protesi per Ozzie. In tempi ristretti è arrivata a casa di Sue la prima protesi, una sorta di prototipo, per valutare la reazione dell’oca davanti alla possibilità di avere, come in passato, due zampe per muoversi e, allo stesso tempo, la chance di recuperare un equilibrio stabile. Dopo aver misurato e analizzato in maniera dettagliata sia la zampa sana, sia le modalità di impiego della protesi, i tecnici hanno disegnato e prodotto delle evoluzioni. E sono bastati davvero pochi giorni per vedere Ozzie recuperare a vista d’occhio la mobilità di un tempo, sia sulla terraferma, sia in acqua, dove, senza una zampa, non riusciva più a seguire una determinata traiettoria durante la fase natatoria. 44

Adesso, nel moncone della zampa che fu amputata, spicca una protesi avvenieristica, combinazione di parti rigide e flessibili al fine di riprodurre esattamente la forma e le caratteristiche del piede palmato, dell’arto e dell’articolazione. Palpabile è la gioia di Sue Burger, che con la propria tenacia è riuscita a superare lo scetticismo iniziale della gente e a dare il “la” a un’impresa che segnerà una svolta nel settore. E infatti la sua gioia può essere equiparabile solo a quella dei membri delle aziende che, ad ogni livello, hanno offerto il proprio contributo per rendere possibile questo progetto. “Dopo aver trascorso cinque mesi con una zampa sola, Ozzie era un po’ confusa, ma adesso ha ripreso a camminare. Certo, la terremo sotto controllo, ma sta bene – ha dichiarato Philip Vander Walt, designer e digital sculptor della BunnyCorp – le stampanti 3D saranno sicuramente molto utili in futuro, soprattutto alle persone con disabilità”.

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Look selvaggio e modi affettuosi Con Eleonora Ruggiero e Maria Grazia Bregani, alla scoperta del gatto abissino. Sara Chessa

Veloci, scattanti, giocherelloni anche in età adulta e molto, molto legati agli umani. Questo è l’accattivante mix di caratteristiche che ha fatto innamorare del gatto abissino le nostre intervistate, portandole a scegliere di allevare questo felino dal fascino selvatico. Sembra, tuttavia, che l’aggettivo “selvatico” non sia il termine esatto per definirli. “In realtà, si tratta di una tra le più antiche razze selezionate dall’uomo, per cui il lato “selvatico” è pressocché inesistente”, spiega Maria Grazia Bregani, titolare dell’allevamento amatoriale Quodlibet Abyssinians. E prosegue: “Potremmo dire, piuttosto, che sono gatti molto “naturali”, che mantengono alcuni comportamenti riscontrabili anche nei gatti randagi”. Un esempio? Le madri assai possessive. Per proteggere i cuccioli, possono diventare aggressive nei confronti di altri gatti, aspetto che alcune altre razze hanno perso del tutto. Tuttavia, Maria Grazia lo ribadisce: di “seelvatico”, questi gatti hanno tutt’al più l’aspetto . “Manifestano un grande attaccamento verso le persone. Cosa che, di sicuro, un gatto randagio non ha”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Eleonora Ruggiero, titolare dell’allevamento TirnanOg e giudice all breed WCF e Club Indipendenti. “Hanno mantenuto una parte “selvatica” che li rende molto 46 attenti alle prede, ma, d’altro canto, sono gatti che

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Look selvaggio e modi affettuosi

si affezionano fortemente agli umani”, spiega Eleonora. E aggiunge: “Non è certo un gatto che quando arrivano le persone in casa scappa: arriva subito, si fa coccolare, fa le fusa”.

Carattere Se da un lato potete star certi che un gatto abissino, per la sua propensione alle coccole, non vi lascerà tanti momenti di solitudine in casa e cercherà la vostra presenza, dall’altro lato dovete tener presente che è il gatto vivace per eccellenza: se avete deciso di adottarne uno, scordatevi di potergli insegnare a non saltare sui mobili. “Questo non vuol dire che spacchi tutto. Anzi, l’abissino non fa danni, è sveglio, muscoloso, agile, si sa muovere bene”, spiega Eleonora. E sottolinea: “Se uno non vuole avere un gatto che salta, si muove e gira per la casa, non deve puntare su questa razza”. L’esperienza di Maria Grazia è analoga. “Sono gatti curiosi, agili e con una velocità di reazione maggiore rispetto a quella di altri gatti”, spiega. Sapendo che alcune altre razze soffrono la solitudine se lasciati a lungo in casa, domandiamo alle nostre interlocutrici se sia il caso anche dei mici da loro allevati. Risposta negativa: l’abissino si fa una ragione dei nostri impegni, magari schiacciando un pisolino in nostra assenza. “Semmai”, spiega la titolare di TirnanOg, “soffrono se al nostro ritorno a casa li ignoriamo. Hanno bisogno del contatto, dell’attenzione”. Se, insomma, alla sera, avete intenzione di sedervi sul divano a guardare la tv, siate pronti a prevedere che vi salteranno in braccio o, addirittura, sulle spalle. 48

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Look selvaggio e modi affettuosi

Con gli altri gatti Se state pensando di trovare un compagno di giochi per il vostro gatto abissino, occhio a un particolare: è un gatto dominante. Ciò significa che, ad affiancargli un altro gatto con la stessa caratteristica, come ad esempio un Bengal, si rischiano futuri tafferugli legati al controllo del territorio. “È un gatto che non si fa mettere i piedi in testa da altri gatti, neanche se sono più grossi”, spiega la titolare di Quodlibet Abyssinians. E ci racconta di una cucciola di questa razza, recentemente adottata da una famiglia che disponeva di un giardino frequentato spesso da gatti randagi e uccellini. Tempo qualche mese e la piccola micia ha dissuaso tutti gli altri felini dal varcare il confine del cortile, diventandone unica signora. “Mediamente parlando, in uno scontro con gatti di altre razze sono gli abissini a uscire vincitori. Anche di fronte ad un gatto fisicamente più potente, come il Maine coon. L’abissino maschio adulto pesa un terzo rispetto a quest’ultimo, ma è velocissimo: fa cose che altri gatti non riescono a fare”, spiega ancora Maria Grazia. E aggiunge: “Si deve stare molto attenti al tipo di gatti sono presenti nell’altra casa, devono essere gatti molto dolci, molto remissivi, altrimenti c’è il rischio che succeda un patatrac”. La descrizione di Maria Grazia trova conferma completa in quella di Eleonora. “Il gatto abissino”, spiega quest’ultima, “presenta un forte senso del territorio. Chi ha in casa un maschio persiano e un maschio abissino, probabilmente non avrà problemi, i persiani di solito sono paciocconi. In linea generale, insomma, se 50

l’abissino si trova a convivere con un gatto molto tranquillo, le cose andranno tendenzialmente bene, altrimenti sconsiglierei di tenere due maschi nello stesso ambiente”.

Caratteristiche fisiche La morfologia del gatto abissino aiuta a comprendere molte delle sue caratteristiche. L’agilità che gli permette di saltare da un mobile all’altro di casa senza produrre cataclismi si deve al corpo snello e slanciato di questo micio, provvisto di arti sottili ma molto muscolosi. Il peso del gatto adulto può andare dai 4 ai 7,5 kg. In genere, le femmine adulte non superano i 3,7 kg. Colpiscono, alla vista, la grazia e l’eleganza del portamento. Sull’ampia testa a cuneo, sono poste orecchie larghe alla base, ben distanziate e prive di pelo all’interno. Gli occhi, ovali e vivaci, sono disposti obliquamente. Il mantello si caratterizza per un’alternanza di bande chiare e scure su ogni singolo pelo, conosciuta come “ticking”. Il pelo, corto e fitto, può assumere differenti colorazioni: • lepre, con base del pelo color albicocca e punta nera; • sorrel, con base ramata e punta marrone; • blu, con base avana (bruno-nocciola) rosato e ticking grigio acciaio; • fawn, con base crema chiaro e punta avana scuro; • silver, con base grigio argento e punta colorata (lepre, sorrel, blu o fawn). PIANETA QUATTRO ZAMPE


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Look selvaggio e modi affettuosi

Per saperne di più.. Nome: Origine: Peso: Carattere: Corporatura: Testa: Occhi: Orecchie: Pelo: Coda:

Gatto Abissino Etiopia/Gran Bretagna maschi fino a 4,7 Kg. - femmine fino a 3,7 Kg attivi e vivaci con spiccata curiosità, equilibrati media, muscolosa e snella ampia e moderatamente allungata a mandorla, vivaci relativamente grandi e larghe alla base, distanti e prive di peli all’interno corto e fitto piuttosto lunga, larga alla base e appuntita

La salute Tendenzialmente sano e vitale, il gatto abissino può soffrire di tre patologie, la Pyruvate Kinase Deficiency (PK-def.), l’atrofia progressiva della retina e l’Amiloidosi Renale. Le prime due possono essere rilevate per il tramite di un test. Per l’ultima, invece, non esistono test. Tuttavia, un’accurata selezione può diminuire il rischio di contrarla. “Bisogna puntare su linee per le quali sia noto che il problema Amiloidosi non è presente”, chiarisce Eleonora. Nei soggetti portatori, si ha la deposizione in sede extracellulare di materiale proteico insolubile, detto amiloide. Questo costante deposito, nel tempo, conduce ad un’insufficienza renale che può essere fatale. “Riguardo alla Pyruvate Kinase Deficiency”, spiega Maria Grazia, “si tratta di un’anemia di tipo elettro52

litico, a causa della quale la membrana cellulare dei globuli rossi è molto fragile, per cui questi ultimi si spezzano facilmente”, spiega Maria Grazia. E precisa: “Si presenta in maniera ondulatoria, vi sono dei picchi dopo i quali il gatto si riprende, ma a lungo andare può essere letale”.

Precauzioni importanti “Una cosa su cui insistiamo molto è che, se la casa presenta terrazze o finestre aperte alle quali sia impossibile precludere l’accesso al gatto, queste devono essere assolutamente messe in sicurezza con le apposite reti”, raccomanda Eleonora. Se è vero infatti che gli abissini non sono degli aspiranti suicidi, è però allo stesso modo vero che si avventurano facilmente su balconi e ringhiere, che PIANETA QUATTRO ZAMPE


potrebbero, per esempio, essere umide e dunque scivolose. L’attrazione dell’abissino per eventuali “prede volanti”, può condurlo a frequentare davanzali e punti poco protetti dei balconi. Da questi, il micio può osare mosse che, per la sua agilità, può verosimilmente compiere, ma che lo espongono tuttavia al rischio di cadute.

Cure e alimentazione Per mantenere curato il pelo del gatto abissino è sufficiente una spazzolata settimanale.”Non ritroveremo in casa batuffoli e fiocchi tipici dei gatti a pelo lungo, ma consigliamo di pettinarli regolarmente per eliminare il pelo morto ed evitare che venga ingerito”, suggerisce Eleonora. Riguardo all’alimentazione, i due allevamenti da noi visitati PIANETA QUATTRO ZAMPE

seguono due stili differenti. Eleonora ci rivela che il suo TirnanOg punta principalmente su crocchette di elevata qualità, ma ritiene possibile nutrire adeguatamente l’abissino anche attraverso una dieta basata sul crudo. Proprio il tipo di alimentazione scelto per i propri gatti da Maria Grazia, che, assieme a suo marito Riccardo Camuffo, contitolare dell’allevamento, ha deciso di adottare presso Quodlibet Abyssinians la dieta BARF, il cosiddetto crudo “biologicamente appropriato”, integrando poi quando necessario con scatolette monoproteiche (solo carne di uno specifico animale) e crocchette a disposizione. Due stili differenti. E noi che, tra le nostre pagine, siamo sempre favorevoli al confronto di una pluralità di punti di vista, non possiamo che essere fieri di riportare un variopinto panorama di testimonianze sulle scelte nutrizionali. 53


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Certosino, il micio grigio che vi aspetta per rallegrare le vostre giornate

Certosino, il micio grigio che vi aspetta per rallegrare le vostre giornate Vanna Chessa

Perché una persona che desidera un gatto dovrebbe scegliere un Certosino? Abbiamo fatto questa domanda ad Alessandro Leccese, titolare dell’allevamento Holy Templars Chartraux di Orbassano (Torino). Senza pensarci due volte lui ci ha raccontato quali sono le qualità di questo micio a pelo corto che lo hanno conquistato. “Oltre alla sua bellezza, che colpisce al primo sguardo, mi è piaciuto il fatto che fosse una razza naturale e non il frutto di incroci studiati a tavolino dall’uomo. In secondo luogo ha un carattere fantastico, è affettuoso e si adatta alla vita in famiglia, ma ama molto anche stare da solo. Per questo a volte lo chiamano il gatto dei single!”, spiega l’esperto. Insomma, è un felino capace di accettare e comprendere anche gli impegni lavorativi dei padroni, poiché approfitta dell’assenza dei suoi umani per ritagliarsi dei momenti esclusivi, da vivere in completa solitudine. Un tratto caratteriale molto particolare, e che è bene conoscere, anche perché potrebbe tornare utile a tutti quegli amanti degli animali che, dovendo trascorre diverse ore fuori casa ogni giorno, rinunciano a un cucciolo da compagnia 56

per timore che soffra eccessivamente la solitudine. Certo, occorre sottolineare che non si può abusare di questa attitudine: quando si sta a casa il gatto deve ricevere tutte le attenzioni necessarie e ha bisogno che gli si dedichi il giusto tempo. In caso contrario, il piccolo felino potrebbe risentirne da un punto di vista psicologico. Gli ambienti domestici sono l’ideale per un certosino, che può crescere e vivere in appartamento senza problemi e senza sentire la necessità di uscire a tutti i costi. Qualora, però, dovesse avere la possibilità di accedere a degli spazi aperti, il proprietario dovrebbe utilizzare le dovute cautele: in appartamento, la prima cosa da fare sarebbe mettere in sicurezza i balconi perché, anche se normalmente non viene tentato dal desiderio di saltare, potrebbe sempre essere attirato in maniera repentina da qualcosa e rischiare, così, di incorrere in una caduta o in guai ben peggiori. Lo stesso discorso vale per il giardino: assicurarsi che non vi siano varchi aperti è indispensabile non solo per evitare che il gatto scappi, ma anche perché potrebbe entrare in contatto con gatti randagi, che potrebbero ferirlo o contagiargli patologie pericolose come la Fiv e la Felv.

Lo standard e rischi legati alla consanguineità Il certosino è agile, muscoloso, grande e raffinato: non ne vedrete mai uno dall’aspetto tozzo o grossolano. Gli esemplari di sesso maschile sono di proporzioni maggiori rispetto alle femmine e, a differenza di queste ultime, hanno una cassa toracica più larga e un PIANETA QUATTRO ZAMPE


Foto di Andrea Gilardi

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Foto di Andrea Gilardi

viso con le guance più sviluppate. Nella testa, larga e rotonda, spiccano degli espressivi occhi rotondi, che devono tassativamente essere color arancio o cuoio. Le orecchie, di formato medio-piccolo sono alte e hanno la punta arrotondata. Le zampe, dritte e corte, culminano in piedini rotondi, caratterizzati da polpastrelli che devono essere sempre color grigio. La coda, di lunghezza media, appare più grossa alla base e arrotondata in punta. Il mantello è uno degli elementi più caratteristici. Il pelo, morbido e folto, può essere anche più lungo rispetto a quello di altri gatti a pelo corto. Sul colore blu, invece, non si discute: può essere più chiaro o più scuro, ma non sono accettati altre varianti cromatiche. Inoltre, nell’adulto, non devono essere presenti striature, che vengono invece accettate nei cuccioli. Il pelo e il colore, infatti, vengono influenzati dall’età e dal sesso dell’animale. 58

Per rimanere all’interno dei limiti previsti dallo standard, vanno sempre evitati gli accoppiamenti con altre razze. A un profano, a prima vista, il certosino potrebbe apparire un gatto piuttosto semplice da gestire, visto che, come è stato detto, si tratta di una razza naturale e dal colore uniforme. Purtroppo non è così. Gli esemplari fedeli ai canoni previsti non sono tantissimi e, a maggior ragione, occorre evitare accoppiamenti errati e improvvisati che potrebbero anche generare spiacevoli inconvenienti. Vista la delicatezza di questo tema, ne abbiamo discusso in compagnia del nostro esperto, poiché dietro a ogni cucciolata si cela il lavoro dell’allevatore, che ha l’obiettivo di far accoppiare particolari soggetti al fine di ottenere un certosino di alta qualità. Il tutto deve svolgersi sapientemente e nel rispetto di una serie di fattori ai quali occorre prestare la massima attenzione: tra questi, a richiedere il più alto livello PIANETA QUATTRO ZAMPE


di competenza è senza dubbio la consanguineità. “Essendo gatti di razza risulta quasi impossibile evitare la consanguineità perché le linee di sangue sono sempre quelle – chiarisce Leccese – però gli allevatori professionisti, tramite un database, possono effettuare delle simulazioni per verificare quale sarebbe la percentuale nel caso in cui si effettuasse un abbinamento tra due soggetti ben precisi”. Servono una notevole dimestichezza e una grande esperienza nel settore per effettuare un inbreeding, ovvero un accoppiamento ad alta consanguineità, senza incorrere in problemi seri come danni di natura scheletrica o all’apparato riproduttivo, nonché eventuali patologie che, di norma, non sono proprie della razza. Il certosino, essendo una razza naturale, non ha malattie congenite o ricorrenti, anche se, di rado, si registrano casi di HCM, che scaturiscono da accoppiamenti scellerati con gatti di altre razze. PIANETA QUATTRO ZAMPE

A seconda della linea di sangue di appartenenza, anche la morfologia può subire variazioni, in particolare rispetto alla taglia dell’animale, di norma classificata come media. Inoltre, come è noto, i gatti che subiscono un intervento di sterilizzazione tendono ad appesantirsi parecchio e, pertanto, occorre tenerli sotto controllo. A questo proposito, è bene concentrarsi sulla dieta ideale, che dovrebbe prevedere la somministrazione di carne cruda (dieta Barf). Il condizionale è d’obbligo, poiché si verificano spesso alcuni inconvenienti: in primo luogo, non tutti gli animali la trovano appetibile e, inoltre, non tutti gli umani riescono a proporla in maniera corretta ai propri pelosetti. Ne consegue che molti veterinari e addetti ai lavori, compreso il nostro esperto, propongono alternative con prodotti di qualità elevata: crocchette di tipo naturale e grain free, da integrare con l’umido, che è un valido e apprezzato alimento complementare. 59


Certosino, il micio grigio che vi aspetta per rallegrare le vostre giornate

Per saperne di più.. Nome: Origine: Carattere: Corporatura: Testa: Occhi: Orecchie: Coda:

Gatto Certosino Francia socievole, di buon carattere, equilibrato e pacifico da media a grande, muscolosa e robusta ampia alla base, cranio ben sviluppato grandi e aperti medie, poco aperte alla base, con punte un po’ arrotondate di media lunghezza, larga alla base, affusolata e con punta arrotondata

Prezzi e consigli utili Se questi micini grigi hanno fatto breccia nei vostri cuori, sappiate che il costo è analogo a quello di altri gatti di razza: l’esborso necessario per aggiudicarsene uno è compreso tra gli 800 e i 1500 euro, a seconda delle linee di sangue di appartenenza. “Prima di essere affidato, il cucciolo deve effettuare una serie di test sanitari: Fiv e Felv le fanno ormai tutti, mentre ai piccoli nati nel mio allevamento ho scelto di fare anche i test per la Policistosi renale e per l’Hcm”, specifica Alessandro Leccese. Inoltre, al momento dell’acquisto, insieme al pedigree il nuovo proprietario riceverà anche i documenti relativi al test del DNA e a quello di parentela che, 60

attraverso un test genetico, certifica quali sono i genitori dell’esemplare e fuga ogni dubbio sulla linea di sangue di appartenenza. Chi sta valutando la possibilità di comprare un gatto di razza, dovrebbe seguire alcune semplici ma importantissime regole. La prima è quella di ritirare sempre il pedigree e di non accontentarsi di un semplice certificato offerto in “sostituzione” dal sedicente allevatore. La seconda indicazione è di non avere fretta di ritirare il cucciolo. Qualcuno potrebbe sempre provare ad affidarvi un micio di appena quarantacinque giorni, però, di norma, il gattino deve trascorrere un periodo formativo di ottantaquattro giorni in compagnia della madre. Quando ciò non avviene, l’animale ne risente PIANETA QUATTRO ZAMPE


Foto di Andrea Gilardi

a livello psicologico e, non sempre, riesce a superare il trauma. Le conseguenza più comuni, in questi casi, sono comportamenti aggressivi, il mancato rispetto delle regole o un atteggiamento eccessivamente pauroso. L’ultimo consiglio, ma non per questo meno importante, è di visitare gli allevamenti prima di fare un acquisto. Osservare con i propri occhi in che modo i gatti vengono accuditi e come trascorrono le loro giornate aiuta a comprendere se un allevatore è affidabile o meno. Un professionista integerrimo non avrà alcun problema a mostrarvi come vivono i suoi gatti e tantomeno a mettere a vostra disposizione i pedigree e la documentazione sanitaria. Diffidate da chi si dimostra troppo restio. PIANETA QUATTRO ZAMPE

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Gatto, universo da scoprire Con Giovanna Guardini, medico veterinario comportamentalista, proviamo a decifrare i messaggi del nostro amato felino domestico. Astrid Blake

Sono in molti, tra gli appassionati del mondo animale, ad avere l’impressione che il comportamento del gatto sia ancora meno studiato rispetto a quello del cane. Ci sono meno esperti sull’argomento. È così? In realtà, esistono figure professionali differenti. Una di queste è il veterinario specializzato in comportamento animale, detto anche medico veterinario comportamentalista. Quest’ultimo ottiene il titolo attraverso un master post laurea e in genere è da considerarsi esperto quanto meno con riferimento al cane e al gatto. Il fatto che le richieste di consulenze comportamentali siano legate in maniera preponderante al cane rappresenta qualcosa di vero, perché esiste al momento meno sensibilità verso i problemi 64

comportamentali del gatto. C’è poi da dire che, al di là del veterinario comportamentalista, esistono molte figure professionali “settorializzate” per lo più sul cane e che, spesso, poco conoscono invece del comportamento del gatto. Quindi l’etologia felina, in realtà, è qualcosa di cui si viene a conoscenza più che altro perché fa parte di un background di studi, mi riferisco in questo caso all’indirizzo che io stessa ho seguito, che prevede nel piano di studi entrambe le specie animali, cane e gatto.

Stiamo parlando dell’indirizzo del medico veterinario comportamentalista? Sì. Il medico veterinario, uno volta terminato il percorso della laurea quinquennale, può accedere a dei PIANETA QUATTRO ZAMPE


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master universitari di secondo livello sul comportamento animale.

Le università italiane offrono questo tipo di percorsi? Sì. Io stessa ho conseguito il master di secondo livello in Medicina Comportamentale degli animali d’affezione presso l’Università di Pisa, dove per altro sono impegnata in un dottorato di ricerca, sempre nell’area della medicina comportamentale. Ci sono percorsi simili in altre università, per esempio a Parma, Padova e Milano.

Quali sono i problemi più comuni di cui soffre il gatto? Quelli per cui vengo più frequentemente contattata sono i problemi di eliminazione inappropriata e di marcatura urinaria, ossia quando il gatto non urina più nella sua cassetta igienica, ma fuori, per esempio su letti e divani. Questo comporta frustrazione e stress da parte dei proprietari. Un altro motivo frequente di ricorso al comportamentalista è quello connesso ai conflitti sociali. Mi riferisco alla situazione in cui più gatti conviventi, che fanno parte di gruppi sociali diversi, sono costretti a vivere sotto lo stesso tetto e non vanno d’accordo. In una simile condizione il gatto manifesta comportamenti di stress e anche sintomi organici, dovuti alla cronicizzazione dello stress stesso. Tra questi sintomi, troviamo per esempio infezioni alle vie urinarie, cistiti ricorrenti, problemi dermatologici, casi di gatti che si strappano il pelo 66

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o si leccano in maniera incessante fino a produrre anche delle lesioni.

Nei casi di eliminazioni e marcature fuori dalla cassetta, com’è possibile individuare il problema nascosto sotto questo comportamento e agire per risolverlo? Questo è un discorso veramente ampio. Basta pensare che, nell’ambito del sopracitato master presso l’Università di Pisa – all’interno del quale sono attualmente docente per quanto concerne il modulo relativo al gatto – le lezioni sui problemi comportamentali richiedono venti ore, per cui risulta complesso sintetizzare tutto in un’intervista. Sicuramente, una distinzione che un comportamentalista deve fare è quella tra eliminazione inappropriata e marcatura urinaria. La prima si può risolvere anche abbastanza rapidamente, spesso è dovuta ad un’avversione sviluppata dal gatto nei confronti della lettiera o del luogo nel quale è posizionata la lettiera. Nella marcatura urinaria, invece, c’è spesso una situazione di ansia sottostante dovuta a svariate cause, per esempio a conflitti sociali in casa o all’esterno. Entrambe le problematiche possono avere una buona probabilità di risoluzione se si interviene tempestivamente e se c’è collaborazione da parte del proprietario. È possibile, insomma, agire mettendo in atto delle modifiche ambientali.

Marcature urinarie ed eliminazioni inappropriate sono sintomi involonPIANETA QUATTRO ZAMPE

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tari di disagio o tentativi di comunicare al proprietario il disagio stesso? Entrambe le spiegazioni sono valide. In genere, il gatto lo fa perché esprime un disagio, questo in particolar modo nel caso dell’eliminazione inappropriata. Può accadere anche solo perché viene cambiata improvvisamente la lettiera. La nuova profumazione può non essere gradita al gatto, che cercherà un luogo alternativo alla cassettina, esprimendo così il disagio non poter più accedere alla propria lettiera. Nella marcatura urinaria, invece, viene espressa una situazione d’ansia, ma si tratta anche di una questione comunicativa. Con la particolarità che, spesso, il gatto, più che con l’essere umano, comunica con se stesso. Sembra infatti che la marcatura consenta al gatto di “ricordare a se stesso” precise necessità. Marca un certo luogo per ricordare, per esempio, di essere stato attaccato da un altro gatto e di avere, dunque, la necessità di rimanere vigile. È 68

però possibile che la comunicazione sia diretta verso altri gatti, specie in condizioni di sovraffollamento. In questo caso, le marcature possono avere la funzione di “suddividere” il territorio.

E per quanto riguarda l’aggressività? È un altro dei problemi per cui sono spesso contattata, sia intesa tra gatti conviventi, sia verso il proprietario.

È un problema molto frequente? Una delle forme di aggressività più frequenti è quella correlata al gioco e all’interazione. Nel primo caso, un esempio è rappresentato dal proprietario che “allena” inconsciamente il gattino a giocare con le proprie parti del corpo, per esempio agitando le mani sotto un lenzuolo o lasciando che si abitui a giocare con le proprie caviglie. In questo modo il gatto tende PIANETA QUATTRO ZAMPE


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a diventare “predatorio” nei confronti del proprietario stesso. Nel secondo caso, quello dell’aggressività correlata all’interazione, il comportamento del gatto è dovuto al fatto che il proprietario non rispetta l’iniziativa dell’interazione, ossia insiste nel cercare un’interazione quando quest’ultimo manifesta di non averne l’intenzione. Lo stesso può avvenire in caso di interazione troppo prolungata. Cosa a cui assistiamo quando per esempio il gatto inizia a mordere il proprietario ponendo fine ad una sessione di carezze. È segno che il gatto è arrivato ad averne abbastanza, ma il proprietario non se ne è reso conto.

In un caso come questo sembra si tratti di educare il proprietario, più che il gatto. Esatto. Questa è una chiave per un’ottima relazione col proprio gatto, una relazione basata sul rispetto. Sicuramente, per convivere bene con un gatto e garantire benessere a quest’ultimo è importante aiutarei proprietari a comprendere bene la comunicazione del proprio animale, essere consapevoli del fatto che parliamo due linguaggi completamente diversi. La comprensione può derivare solamente dall’osservazione e dalla conoscenza.

Ogni tanto si sente dire che il gatto si affeziona al territorio e non alla persona. Lei cosa ne pensa? È un grande luogo comune. Ci sono parecchi studi che mettono in evidenza che non è proprio così. Il 70

gatto è un animale territoriale, quindi ha un forte legame col proprio territorio, ma è anche un animale relazionale, ossia un animale in grado di stabilire delle relazioni con ciascun individuo con cui si trova ad entrare in contatto. Alcune di queste relazioni sono “preferenziali”. Il gatto manifesta alcuni comportamenti, come lo “strofinarsi” sulle gambe del proprietario. Questo comportamento è di tipo amichevole, serve anche come collante sociale e, tra l’altro, con questi gesti, rilascia delle marcature. Si può dunque dire che l’attaccamento territoriale è forte, ma c’è sicuramente anche un attaccamento sociale reale, tanto che, negli ultimi anni, è stato evidenziato che anche i gatti possono soffrire di problemi da separazione. Alcuni di loro, quando il proprietario parte , per esempio per delle vacanze, ne risentono in modo particolare.

Vogliono che i loro umani stiano “a portata di fusa”? A livello generale, una cosa sicuramente è vera: il gatto è un animale che ama avere interazioni ad elevata frequenza e bassa intensità. Questo significa che, spesso, il gatto tende a interagire col proprietario più volte nell’arco della giornata – gli va incontro, miagola, si avvicina per essere accarezzato – però a bassa intensità, ossia non ama essere contenuto forzatamente, non ama essere sollevato da terra spesso, né essere toccato per lunghi minuti. Apprezza il fatto di trovarsi nella stessa stanza del proprietario, ma, come regola generale, non gradisce un’interazione troppo prolungata. PIANETA QUATTRO ZAMPE


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Dobbiamo insomma ricordare che i loro “parametri” nell’interazione sono diversi da quelli che esistono fra esseri umani? Sì, il modo in cui i gatti intendono l’interazione è abbastanza lontano rispetto al modo in cui questa avviene tra gli esseri umani. Siamo abituati a un contatto più intenso, ci abbracciamo spesso. Bisogna tenere presente che il gatto vive la cosa in maniera differente.

Lei ha partecipato alle iniziative della Accademia del Gatto, un progetto nato da un’idea dell’educatore cinofilo Marcello Cotugno, volto a diffondere una conoscenza più profonda del gatto attraverso corsi e seminari “per umani”. Sì, abbiamo fondato questa scuola circa tre anni fa. I miei impegni accademici, legati comunque alla ricerca sul gatto, mi hanno poi tenuta lontana, negli ultimi anni, da questi momenti di formazione, che venivano organizzati soprattutto per i proprietari di gatti. Aspetto importante, credo che molto possa essere fatto ancora per conoscere meglio questo felino e per diffondere ciò che già si conosce del suo mondo. Io ne sono affascinata, per lavoro porto avanti una ricerca costante, eppure sono convinta che siano ancora tante le cose che non sappiamo su questa creatura. 72

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Chi non conosce il simpaticissimo pappagallino ondulato (Melopsittacus Undulatus)? La popolare cocorita dalla sgargiante livrea, nota per l’insistente stridulo cicaleccio e la grande vivacità di comportamenti, rallegra in Italia un gran numero di abitazioni. Tra gli uccellini d’affezione è infatti seconda per diffusione, superata solamente dal canarino.

Dall’australia con furore Pappagallino ondulato, mix di colori e simpatia. Francesco Chieppa

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Pappagallino ondulato, l’arrivo in Europa Di origini australiane, il pappagallino ondulato fu importato in Europa nei primi anni del 1800 come volatile da compagnia. Il pennuto si adattò rapidamente agli ambienti domestici, riproducendosi copiosamente e generando numerose mutazioni di colore e qualche variazione di piumaggio. In natura, PIANETA QUATTRO ZAMPE


infatti, il pappagallino ondulato è di colore ancestrale verde, mentre le cocorite domestiche sfoggiano ben trentadue colorazioni diverse del piumaggio, monocromatiche e pezzate. Esistono, inoltre, soggetti in cattività dotati di ciuffo sul capo, opportunamente selezionati dagli ornicoltori.

Ondulati di colore e cocorite inglesi Qualche annoo fa, su alcune riviste specializzate di ornitologia, sono comparse fotografie di pappagallini ondulati recanti un’aberrazione strutturale delle penne. Queste ultime risultavano modificate in guisa di spirali contorte e conferivano così all’uccellino un piumaggio irregolare, vagamente arricciato. Non ci risulta che questa mutazione sia stata ad oggi geneticamente selezionata e fissata. Esistono, invece, PIANETA QUATTRO ZAMPE

a seguito di paziente selezione praticata in origine dagli allevatori anglosassoni, pappagallini ondulati di dimensione corporea maggiorata, i cosiddetti Inglesi, che oggi vengono esposti e giudicati ai concorsi ornitologici di bellezza per la taglia e il portamento (forma e posizione), sulla scorta di rigorosi standard di razza predisposti dalle associazioni degli allevatori. I cosiddetti “Ondulati di colore”, più piccoli di taglia e meno maestosi nel portamento, sono giudicati ai concorsi soprattutto in relazione alla qualità e tonalità della cromia di penne e piume, sempre in attinenza a parametri di giudizio codificati da specifici standard di razza FOI-COM.

I prezzi Esaminiamo a grandi linee il borsino della specie, for77


Dall’Australia con furore

nendo dei prezzi di massima per coloro che volessero acquistare dei pappagallini ondulati. Tralasciando i soggetti di eccelsa selezione ed i campioni delle mostre ornitologiche, un ondulato di colore di qualità medio-bassa, si può trovare in vendita nei negozi specializzati ad un prezzo compreso tra dieci e venti euro. La cocorita di taglia inglese, invece, quota nelle rivendite da venticinque a cinquanta euro.

La riproduzione Il pappagallino ondulato è molto prolifico, soprattutto i soggetti di colore, e si riproduce nelle consuete gabbie a forma di parallelepipedo rettangolare della lunghezza minima di 65 cm. o in gruppi di conspecifici in voliera. La maturità sessuale è raggiunta dai giovani già a 6-7 mesi, ma è consigliabile attendere i 10-12 mesi d’età. La cova avviene nei mesi primaverili, ma in ambienti interni a clima invernale mite è possibile avviare la riproduzione già nel tardo autunno. Il nido ideale è la cassettina mono-scomparto, di legno o altro materiale idoneo, con foro ovale di accesso sul frontale e fondo recante un incavo destinato ad accogliere le uova, che verranno adagiate da mamma pappagallina su alcune piumette che è solita strapparsi da petto ed addome. La femmina in estro depone a giorni alterni 3-12 uova per covata, dal guscio bianco candido (mediamente 4-6) che cova per 18 giorni. I pulcini nascono a giorni alterni ciechi ed inetti, al compimento dei 18 giorni di cova per ciascun uovo. Ciò non costituisce un problema, anche per covate numerose, in quanto l’ondulato è perfettamente capace di nutrire in modo 78

differenziato i propri nidiacei in relazione all’età, rigurgitando nel becco dei più piccoli imbeccate molto liquide e riservando ai più grandicelli bocconcini di cibo più consistente. Anche il maschio concorre all’allevamento della prole. uhI pulcini aprono gli occhi a circa 1 settimana di vita, completano il piumaggio giovanile a 3 settimane ed escono dal nido a 4 settimane. Si svezzano a 6 settimane. In una stagione riproduttiva la pappagallina può portare avanti diverse covate di seguito, ma come abbiamo già puntualizzato scrivendo di canarini, meglio impedirle di superare le tre covate, rimuovendo il nido dalla gabbia. I pappagallini ondulati vivono mediamente 10-12 anni e risultano validi per la riproduzione nei primi 6-7 anni. In Australia l’uccellino è un riproduttore coloniale (nidifica cioè in gruppi di più coppie che vivono in colonie spesso molto numerose), pertanto se possedete una sola coppia di cocorite non sempre ne otterrete la riproduzione. E’ sempre conveniente disporre di almeno due coppie di adulti, disposte in due gabbie contigue così che gli uccellini possano vedersi.

L’alimentazione L’alimentazione del pappagallino ondulato è piuttosto semplice e spartana, verte su un buon misto di semi per pappagallini che può essere in parte sostituito da alimenti estrusi per ornitologia, spighe di panico, un pastone secco preconfezionato per psittacidi di piccola taglia, osso di seppia con integrazione di un multivitaminico ed un complesso minerale durante la delicata fase della riproduzione. PIANETA QUATTRO ZAMPE


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Un discorso a parte va fatto per frutta e verdure. Benché tutti gli alimenti vegetali freschi siano estremamente vantaggiosi nella dieta degli uccelli, il pappagallino ondulato disdegna di cibarsene se non viene adeguatamente abituato a farlo sin dallo svezzamento.

Pappagallino ondulato e igiene Una singolarità del nostro amico pennuto australiano è che rifiuta di fare il bagnetto nella vaschetta per uccellini, perché la specie in natura non è solita alle abluzioni. È invece solita igienizzare il proprio 80

piumaggio rotolando e strisciando sull’erba bagnata. Pertanto, in gabbia, dovranno essere utilizzate delle vaschette di colore verde dove disporre pochi centimetri di acqua. In alternativa, nelle ore più calde del giorno, potete appendere al contenitore uno straccetto verde intriso d’acqua, che il pappagallino utilizzerà per ripulirsi le penne.

Il rinnovo del mantello La muta del piumaggio non ha una sua spiccata stagionalità e non è totale e simultanea, come avviene per i fringillidi: nel pappagallino ondulato PIANETA QUATTRO ZAMPE


adulto, il rinnovo del mantello si realizza in tempi diversi, investendo ad ogni ciclo di ricambio solo una parte delle penne, mentre la restante parte è rinnovata al ciclo successivo, a distanza di qualche mese.

Pappagallino ondulato, canto e comunicazione Il pappagallino ondulato non ha un canto particolarmente melodioso e ricercato come quello del canarino e degli altri fringillidi esotici ed indigeni. In compenso, è un volatile intelligentissimo: è infatti PIANETA QUATTRO ZAMPE

in grado di riconoscere la persona che gli presta le proprie cure e di comunicare con l’uomo con tonalità diverse del proprio repertorio vocale (cicaleccio), associate a particolari movenze del corpo, del capo e della lunga coda. Qualora avessimo la pazienza e la costanza di ripeterle ostinatamente con cadenza quotidiana, il pappagallino ondulato potrebbe anche apprendere a pronunciare alcune frasi del nostro linguaggio, con dizione chiara e suadente. Nel prossimo numero di Pianeta Quattro Zampe tratteremo un altro uccellino molto popolare nelle nostre abitazioni: il Diamante mandarino (Taeniopygia guttata). 81


Contattaci Per contattare la redazione, scrivici a: redazione@pianeta4zampe.it. Per informazioni sugli spazi pubblicitari disponibili sulla rivista Pianeta Quattro Zampe e sul portale, scrivici a: sales@ukmedialtd.co.uk Per qualsiasi altro tipo di domande sulla rivista, scrivici a: info@ukmedialtd.co.uk


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