Pianeta Quattro Zampe Dicembre Gennaio 16

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PIANETA QUATTRO ZAMPE

06 MAGGIO 2015


ANCHE QUANDO LA REALTÀ FA PAURA, C’È UNA FORZA CHE PUÒ TRASFORMARLA. E RENDERLA MAGICA COME UNA FIABA. LA STORIA DELL’OCA CORAGGIOSA CHE HA COMMOSSO L’ITALIA SUPERANDO IL PEGGIORE DEGLI INCIDENTI. www.beccodirame.com

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Editoriale Esplorare il mondo degli animali, con lo sguardo sempre attento all’attualità e ai fenomeni sociali, soprattutto a quelli che possono toccare più da vicino i nostri quattrozampe. Apriamo il numero di questo mese con un articolo dedicato ad un tema che lega i nostri piccoli amici ad Expo 2015. Lo facciamo con l’intento di unirci a quelle voci della società civile che si sono espresse a favore della modifica di una regola che sta facendo discutere, ovvero quella in base alla quale gli spazi dell’esposizione universale sono preclusi agli animali domestici, senza neppure la previsione di un luogo in cui poterli lasciare in custodia, nel caso in cui siate dei turisti arrivati ad Expo senza nulla sapere della norma che chiude le porte al vostro cane. Con la promessa di aggiornarvi sui futuri sviluppi, proseguiamo il nostro viaggio di questo mese raccontandovi l’impresa creativa di Giorgia Monni, l’artista che trasforma cani e gatti domestici in protagonisti delle più famose opere d’arte figurativa. Continua anche l’esplorazione del suggestivo universo delle razze feline e canine. In questo numero fanno capolino dalle nostre pagine gli eleganti

Borzoi (meglio noti come levrieri russi), i tenerissimi Beagle, il giocoso gatto Cornish Rex e lo Snowshoe, tutto fascino e dolcezza. Spazio poi ai temi d’avanguardia che ogni mese tocchiamo grazie al veterinario Alberto Briganti, che stavolta, oltre a regalarci i suoi prezioso consigli sulla socializzazione di un nuovo cucciolo, ci illustra uno dei fiori all’occhiello della Fondazione Becco di Rame Education: i laboratori di formazione per insegnanti che desiderano introdurre nelle scuole la cultura del rispetto dei diritti degli animali e una conoscenza più profonda del loro mondo. Perché, come Briganti stesso ci insegna, il futuro è nelle mani dei bambini. Anche quello dei nostri amici a quattro zampe.


SPAZIO DISPONIBILE

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Rubrica Appuntamenti

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Animali passati alla storia (dell’arte)

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Fammi entrare, per favore

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Borzoi, l’aristocratico e veloce levriero “made in Russia”

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Il gatto snowshoe, un amico dalle zampine bianche

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Se l’imperativo è giocare

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Non proprio “quattro gatti”

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Il primo giorno a casa con fido

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Il beagle: fascino, simpatia e fiuto in un colpo solo

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Se l’amore per gli animali comincia a scuola PIANETA QUATTRO ZAMPE

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INFO

info@enci.it

sede@anfitalia.it

Ente Nazionale della Cinofilia Italiana

Associazione Nazionale Felina Italiana

ESPOSIZIONI CANINE Esposizioni Nazionali

02.05

03.05

09.05

10.05

10.05

2

Albenga (SV) - Gruppo cinofilo Ingauno Tel. 019862597 Asti - Gruppo cinofilo Astigiano Tel. 0141436412 Firenze - Gruppo cinofilo Poggibonsi Tel. 0577934858

20.06

Villalago (AQ) - Gruppo Cinofilo Marsicano

21.06

Jesi (AN) - Gruppo Cinofilo della Vallesina Tel. 0731207720

21.06

21.06

28.05

Novara - Gruppo Cinofilo Novarese e del Sesia - Tel. 032135183 Villalago (AQ) - Gruppo Cinofilo Sagittario Sangro - Tel. 031780333 Vicenza - Gruppo Cinofilo Vicentino Tel. 0444291142

Rovigo - Gruppo cinofilo Polesano Tel. 042525427

Esposizioni Internazionali

Seveso (MB) - Gruppo cinofilo delle Groane Tel. 031780333

01.05

Alessandria - Gruppo cinofilo Alessandrino Tel. 0131772837

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SPAZIO DISPONIBILE 02.05

03.05 09.05

10.05

21.06

27.06 28.06

Ercolano (NA) - Gruppo cinofilo Casertano Tel. 0823323879

ESPOSIZIONI FELINE

Ercolano (NA) - Gruppo cinofilo Partenopeo Tel. 0813445101 Bari - Kennel Club Bari Tel. 0805046733

02/03.05 Caorle (VE) - FelixCoon D.I.

Firenze - Gruppo cinofilo Fiorentino Tel. 055211255

Rende (CS) - Gruppo Cinofilo Rendese Tel. 0984846482

16/17.05 Perugia - Zampalesta - Anfi

di Polin Corinna - Anfi www.felixcatshow.it

09/10.05 Follonica (GR) - Federazione italiana

associazione feline - Fiaf www.fiafonline.it www.zampalesta.net

Narni (TR) - Gruppo cinofilo Ternano Tel. 0744432271 Porano (TR) - Gruppo cinofilo Orvietano Tel. 0763340606

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Animali passati alla storia (dell’arte)

Animali passati alla storia (dell’arte) Incontriamo Giorgia Monni, autrice della pagina Facebook “Chi fa da sé”. E di ritratti che permettono a tutti di vedere il proprio amico a quattro zampe rubare la scena ai soggetti più celebri della pittura.

parte di priprietari di cani e gatti che desidererebbero vedere il loro animale domestico “rubare la scena” ai personaggi di famose opere d’arte. E, attraverso la pagina Facebook “Chi fa da sé”, riesce ad offrire un servizio che forse potremmo dire “su misura”. Sempre manetenendo però il contatto con la propria ispirazione artistica. Che, all’inizio, si era diretta in realtà verso i personaggi famosi. David Bowie, Anna Magnani, Lucio Battisti: sono solo alcuni dei volti che Giorgia Monni ha voluto sostituire a quelli dei personaggi della pittura classica. Complice un’epoca che ha visto decrescere la disponibilità di lavoro per figure professionali come

Sara Chessa

Una professionista del mondo della grafica, la passione per l’arte e l’amore per gli animali. Create un mix di questi ingredienti, agitate per bene e vi ritroverete nel suggestivo mondo di Giorgia Monni, acclamata autrice di singolari ritratti in cui cani, gatti e altri animali domestici fanno capolino dai più famosi quadri della storia dell’arte, sostituendo il loro faccino al volto dei soggetti immortalati dai pittori più celebri. L’ultimo esempio? I due cani Bloodhound che Giorgia ha saputo “immergere” nelle atmosfere de “La buona ventura” di Caravaggio. Nel vostro quadro preferito, però, la prossima volta potrebbero esserci i vostri beniamini. Sì, perché visto il successo riscosso delle sue creazioni artistiche, Giorgia riceve ormai molte richieste da 4

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Animali passati alla storia (dell’arte)

quella del grafico editoriale, Giorgia si è ritrovata più tempo libero di quanto ne avrebbe voluto. Così, ha investito quello in esubero in questa nuova attività, capace di coniugare la sua conoscenza dell’arte e il suo interesse per gli animali. “Per una serie di combinazioni, ho deciso di farne il mio secondo lavoro ed ho iniziato a fare qualcosa che mi divertiva di più”, spiega. Se la pagina Facebook ha attratto un buon numero di persone, gli articoli su di lei pubblicati da Repubblica e dal Corriere le hanno portato una maggiore visibilità, a cui Giorgia aggiunge la partecipazione ai mercatini. “Ormai la gente non legge più”, scherza riferendosi alla possibilità che nuovi clienti arrivino a lei grazie agli articoli che giornali e riviste pubblicano sulla sua attività. E prosegue: “Metterci la faccia e presentarmi in pubblico è un modo per farmi conoscere, per adesso solo nei mercatini di Roma e dintorni,poi si vedrà, le idee son tante e ho iniziato quest’avventura solamente da pochi mesi”. I quadri, però non sono tutto: Giorgia si è dedicata anche alla realizzazione di altri oggetti legati alla sua attività artistica: segnalibri, biglietti d’auguri, oggettistica. Negli ultimi tempi, si appoggia anche a dei negozi. L’auspicio? Trovare sempre più punti vendita interessati a ospitare le sue produzioni. E i familiari di Giorgia come avranno preso la notizia di questa nuova attività? “Mi appoggiano moltissimo”, spiega quando glielo domandiamo. “Ogni volta che mi arriva una nuova commissione ho il circoletto dei figli intorno che mi da anche suggerimenti su quale quadro usare”, racconta. La parte più divertente del lavoro? Lo studio sull’espressione del cane, elemento fondamentale per la scelta del quadro in cui inserirlo. Giorgia cerca di intuire il carattere del cane o del gatto 6

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Animali passati alla storia (dell’arte)

dalle foto che le vengono inviate in digitale, unendo poi le sue osservazioni all’estro dell’ispirazione artistica. Di solito, propone ai suoi clienti due possibili quadri all’interno dei quali “calare” il simpatico volto canino o felino del momento. Spesso, però, le persone si dirigono verso ritratti che hanno già visto, chiedendo a Giorgia di replicare lo stesso con le fotografie dei propri animali domestici. “In linea di massima, tuttavia, riesco a lavorare abbastanza liberamente e nessuno si è mai lamentato”, dice sorridendo la nostra intervistata. Ormai, insomma, il ritratto a quattro zampe va di moda. E non avete scuse: se volete solleticare l’ego dei vostri gatti e cani, sapete cosa regalar loro per il compleanno. PIANETA QUATTRO ZAMPE

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Fammi entrare, per favore

Fammi entrare, per favore Animali domestici esclusi dalla possibilità di visitare Expo 2015. Polemiche e chance di cambiare le regole a gioco iniziato. Astrid Blake

Programmare una visita all’esposizione universale appena inaugurata a Milano, partire con la famiglia e con Fido al seguito, salire in macchina, fare i chilometri, arrivare, parcheggiare e… Scoprire che il vostro cane non può entrare. È probabile che questo succeda a molti turisti. Alla data di oggi, infatti, risulta ancora invariata la regola che vieta l’ingresso col proprio amico a quattro zampe. Per verificarlo, collegatevi al sito web di Expo e scorrete le FAQ, la sezione dedicata alle domande e risposte più frequenti. A un certo punto, troverete proprio il quesito di cui parliamo. Gli animali domestici possono visitare Expo 2015 assieme ai loro “umani” in tour? Risposta: “No, ad eccezione dei cani guida per le persone non vedenti o altri cani da compagnia per specifiche ragioni mediche”. Con un po’ di logica, starete forse pensando che sia presente uno spazio 10

dove lasciare in custodia i vostri beniamini, uno spazio esterno ad Expo, s’intende. Niente di tutto questo. Anzi, la stessa FAQ recita: “Si prega di notare che all’esterno del sito non sono previste aree o servizi in cui lasciare gli animali durante la visita ad Expo”. Nessuna chance, dunque: per gli animali domestici la porta è chiusa. Accanto ad alcune voci del panorama animalista, PIANETA QUATTRO ZAMPE


troviamo la voce critica dell’ANMVI, L’Associazione nazionale medici veterinari italiani. Con un post su Facebook del 12 marzo, l’ANMVI condivide sulla propria pagina la famigerata FAQ che nega ai quattrozampe l’ingresso, mostrando tutta la propria perplessità su questo provvedimento . “Sono disposti a rinunciare a un bel po’ di visitatori”, si legge nello status che accompagna il post pubblicato. Difficile dar torto a PIANETA QUATTRO ZAMPE

questa intuizione, eppure, per il momento, la situazione è ancora ferma. Attraverso il nostro sito web ed il profilo Facebook , cercheremo di aggiornarvi su eventuali novità, soprattutto su possibili azioni più dirette dell’Anmvi. Sperando, già sul numero di giugno di Pianeta Quattro Zampe, di poter raccontare le vostre visite a Expo 2015 in compagnia del vostro amico a quattro zampe. 11


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Borzoi, l’aristocratico e veloce levriero “made in Russia”

Borzoi, l’aristocratico e veloce levriero “made in Russia” Vanna Chessa

Il Borzoi, elegante e pregiato cane di grossa taglia, è un levriero originario della Russia. Non per niente la sua storia è legata a doppio filo a quella degli Zar, in particolar modo allo Zar Nikolaj Nikolaevič, che da amante della specie pare ne possedesse a centinaia. Per giunta, all’epoca, il valore economico e sentimentale del cane era tale che nessuno poteva vendere o acquistare tali soggetti: l’unica possibilità di averne uno era riceverlo in dono dalla famiglia regnante. A giudicare dalle caratteristiche principali, il Borzoi, il cui nome originario è Russkaja Psovaja Borzaja, traducibile in “cane veloce a pelo lungo”, deriva dagli antichi levrieri orientali, di cui conserva velocità e agilità, e dai cani da pastore russi, dotati di un soffice e ondulato mantello a pelo lungo. Insomma, si tratta di una razza molto speciale e chi, più di Stefano Corvi, veterinario, allevatore e giudice Enci, avrebbe potuto darci qualche informazione utile a conoscerla meglio. Il dottor Corvi, titolare dell’Allevamento Antica Carsulae Borzoi di Terni, rimase colpito dal fascino del levriero russo quando lo vide per la prima volta nel giardino della Facoltà di Medicina Veterinaria e, PIANETA QUATTRO ZAMPE

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Borzoi, l’aristocratico e veloce levriero “made in Russia”

immediatamente, decise che ne avrebbe acquistato uno appena terminati gli studi per dedicarsi all’allevamento di questa straordinaria razza. “È stato amore a prima vista, al di là di ogni cosa ragionata”, ammette candidamente Corvi. La prima cucciolata arrivò nel 1998 e, negli anni, ha poi cercato di migliorare la specie con gli accoppiamenti e le selezioni giuste, ottenendo risultati di rilievo e vincendo, con i suoi esemplari, numerose competizioni nazionali e internazionali.

Le caratteristiche fisiche “Del suo aspetto colpiscono senza dubbio l’eleganza e la distinzione, mentre, come morfologia, la caratteristica principale è la testa, che deve essere il massimo della tipicità, deve essere perfetta – spiega l’esperto – così come la linea dorsale, che è tipica della razza e ha una funzionalità particolare per la corsa. Nei Borzoi la curvatura è particolarmente accentuata. Infine anche l’eleganza e la lucentezza del mantello sono qualità importanti”. Lo standard prevede una corporatura magra e al contempo robusta, un risultato reso possibile dalla presenza di una muscolatura ben sviluppata, ma non segnata. L’altezza, misurata al garrese, deve essere leggermente inferiore rispetto alla lunghezza del corpo: le misure ideali vanno dai 68 ai 75 cm per le femmine, a un massimo di 85 cm per i maschi. Di solito, però, le femmine sono più lunghe degli esemplari maschi. La testa è lunga, stretta e magra; il muso, invece, ha una leggera inclinazione verso il 16

basso, all’altezza del naso. Le labbra sono sottili e nere, come il tartufo e i bordi delle palpebre. Il Borzoi, dotato di una vista molto acuta, ha grandi occhi scuri a mandorla e lievemente obliqui. Le orecchie, piccole e mobili, sono rivolte all’indietro, verso il collo lungo, muscoloso e appena inarcato. Anche la schiena è muscolosa, oltre che larga, e forma una curva insieme ai lombi e alla groppa. Quest’ultima, di norma, deve misurare almeno otto centimetri tra le due creste iliaPIANETA QUATTRO ZAMPE


che. Il torace, profondo e ben sviluppato in lunghezza verso il basso, quasi a raggiungere il ginocchio, dà luogo a uno stacco netto con la pancia, che invece è raccolta verso l’addome. La coda è sottile e a forma di sciabola. Gli arti, lunghi e forti, consentono al levriero russo di avere un’andatura sciolta e di raggiungere grandi velocità nella corsa. Il manto è setoso e sono accettate tutte le varianti cromatiche, ad eccezione delle combinazioni di blu, marron e derivati. PIANETA QUATTRO ZAMPE

Aspetti caratteriali e vita quotidiana Come gli altri levrieri, è un cane molto riservato e non dà grandissima confidenza agli estranei. Però si relaziona in modo abbastanza esclusivo con una persona, cioè il proprietario: sceglie di instaurare un rapporto particolare con un solo individuo, anche se in casa ci sono tre o quattro persone. Inoltre, racconta l’allevatore, “Essendo un cane elegante e 17


Borzoi, l’aristocratico e veloce levriero “made in Russia”

signorile, non è invadente nemmeno in casa e le sue manifestazioni d’affetto sono sempre molto pacate: non è un animale che salta addosso, è un rapporto molto mentale più che fisico”. Per quanto riguarda il rapporto con i cuccioli, le cagne sono molto affettuose, la loro maternità dura abbastanza poco, ma anche dopo lo svezzamento alcune tendono a giocare con i piccoli, a fare scene di lotta e persino di caccia, assecondando il proprio istinto di cacciatori. In genere, come abbiamo visto, si ha a che fare con animali molto mansueti, poiché da sempre si è lavorato in maniera dura anche su questo aspetto, scartando eventuali esemplari aggressivi, soprattutto di genere maschile. Per quanto riguarda la compagnia, il cane adulto, benché preferisca seguire il padrone, grazie all’indole tranquilla si abitua senza troppe difficoltà ad aspettarlo in casa per diverse ore. Con i cuccioli occorre fare maggiore attenzione, poiché per natura, da piccoli, gli animali tendono a fare qualche danno negli ambienti chiusi, però anche essi riescono ad accettare, in maniera graduale, questa condizione. Un altro aspetto di rilievo è che il levriero russo si adatta perfettamente alla vita in appartamento: “malgrado la mole imponente, non dà un ingombro fisico – specifica il dottor Corvi – poiché sceglie un posto preferito e lì dorme la maggior parte del tempo”. È un animale a cui piace molto la vita tranquilla ed essendo molto discreto talvolta fa dimenticare la propria presenza in casa. Nonostante ciò, nell’arco della giornata ha anche bisogno di giocare, di fare 18

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Per saperne di più.. Nome: Origine: Altezza : Peso : Carattere : Testa e muso: Orecchie: Occhi: Muscolatura: Pelo: Coda: Tartufo:

Borzoi Russia maschi da 70 a 82 cm femmine da 65 a 73 cm dai 35 a 45 kg molto calmo lunga, stretta, asciutta inserite alte e indietro grandi a forma di mandorla,espressione dolce ma sveglia molto ben sviluppata - più sviluppata negli arti posteriori che in tutte le altre parti del corpo lungo, segoso, ondulato o a grandi boccoli portata a forma di scimitarra o di falce relativamente grosso

una corsetta o una passeggiata. L’unico momento “critico” viene registrato quando ci sono le mute primaverili e autunnali, perché perde parecchio pelo. Di norma, invece, ha bisogno almeno di una spazzolata approfondita a settimana, per eliminare il pelo morto e i nodi che possono formare, e di un lavaggio almeno ogni quindici giorni, poiché tenerlo puliti facilita il ricambio e la crescita. Il Borzoi richiede un’alimentazione che sia molto energetica, ma allo stesso tempo ricca di proteine e di grassi. Un piano alimentare che Stefano Corvi illustra così: “Per via del pelo lungo il cane ha bisogno di un’alimentazione equilibrata, sia per le indispensabili quote proteiche e grasse, sia per le vitamine, poiché 20

l’assenza di determinati nutrienti potrebbe ripercuotersi sulla qualità del pelo. Oltre alle crocchette, va bene anche l’alimentazione fresca, ma va bilanciata anche questa, perché essendo un cane di grossa taglia tende a dimagrire facilmente e il rischio è di perdere il peso forma”. Per quanto riguarda la salute del levriero russo, occorre evidenziare che sono presenti alcune patologie ricorrenti. Le più diffuse sono quelle cardiache, e purtroppo alcune malformazioni di natura congenita causano morte improvvisa: un evento che può sopraggiungere nel sonno o in momenti in cui il cucciolo sta giocando o è nel pieno delle attività quotidiane. “Esistono anche altre patologie come la PIANETA QUATTRO ZAMPE


miocardiopatia dilatativa, – specifica il veterinario – malattia che si sviluppa in età avanzata, causando uno sfiancamento del cuore”. Inoltre, nella prima fase di vita possono comparire le patologie dell’accrescimento, di tipo articolare e osseo (come tutte le razze di grossa taglia), ed alcune patologie oculari, come l’atrofia progressiva della retina. Quest’ultima porta alla cecità, ma per fortuna è una malattia recessiva, quindi non ha una grossa incidenza. Infine può verificarsi la torsione dello stomaco, peculiare di tutte le razze grandi col torace profondo, dunque non solo il Barzoi, ma anche il Doberman; in questo caso si tratta di un problema chirurgico da operare al più presto. Anche nel pianeta del Borzoi, seppur in misura limitata, possono verificarsi casi di abbandoPIANETA QUATTRO ZAMPE

ni, come per tutte le altre razze. In questi rari casi, le cause sono da attribuire più che altro alla presenza di allevatori improvvisati e non altezza della situazione, che magari fanno troppe cucciolate e poi si trovano a dover gestire una trentina di cuccioli invenduti: un’operazione dispendiosa, che cercano di fronteggiare con l’azione più stigmatizzabile, l’abbandono. L’ultimo suggerimento che il dottor Corvi vuole dare alle persone interessare ad adottare un Borzoi è di stare attenti: “una volta che se ne possiede uno non se ne può più fare a meno! Lo consiglio a qualsiasi tipo di persona, è un cane capace di adattarsi in ogni situazione e ha un sesto senso che lo rende un ottimo compagno di vita”. 21


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Il beagle: fascino, simpatia e fiuto in un colpo solo Vanna Chessa

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Nato come cane da muta, il beagle, grazie a un’indiscutibile bellezza e a un temperamento vivace, è riuscito a ritagliarsi senza troppe difficoltà il ruolo di cucciolo da compagnia. Infatti, il carattere allegro e gioioso rende questo esemplare di taglia media l’inquilino ideale per una casa vissuta, dove gli viene offerta la possibilità di interagire con adulti, ragazzi e bambini di ogni età. Ma non solo, poiché riesce a 25


Il beagle: fascino, simpatia e fiuto in un colpo solo

socializzare senza problemi anche con i suoi simili e persino con i gatti. Insomma, uno dei suoi bisogni primari è proprio quello di essere a contatto con altri esseri viventi e avere accanto un umano attivo, in grado di stimolarlo e di garantirgli passeggiate all’aria aperta, giochi e altre attività piacevoli per un amico a quattro zampe. Per approfondire meglio l’argomento, abbiamo pensato di chiedere aiuto a un esperto e ci siamo rivolti a Paolo Pieracci, che insieme alla moglie Sara gestisce l’Allevamento Etruria 2000 di Vetralla (Viterbo). Fin dalle sue prime parole è stato chiaro quanto sia facile innamorarsi dei cani di questa razza e pertanto vi invitiamo amichevolmente a fare attenzione! Sappiate che vi potrebbe capitare di visitare una esposizione canina per puro caso e, venendo colpiti dal fascino e dalla simpatia di un beagle, ritrovarvi poi, nel giro di qualche anno, ad avere un allevamento con una trentina di esemplari che, per le loro qualità, vi farebbero girare l’Europa, o magari anche andare oltreoceano, per prendere parte a prestigiose competizioni internazionali. “Difficilmente passiamo un week-end a casa, tra sfilate ed esposizioni. Spesso ci scelgono come testimonial, altre volte, invece, partecipiamo a esposizioni di bellezza: l’ultima volta siamo andati a Napoli, la prima domenica di maggio”, spiega Paolo Pieracci. “Una o due volte all’anno siamo in Europa per via delle competizioni mondiali ed europee, mondiale che abbiamo vinto nel 2013 con il beagle giovane più bello del mondo – prosegue l’allevatore – un’altra volta, all’europea, abbiamo vinto il premio per il maschio da lavoro più bello”. 26

Già, da lavoro, poiché questi graziosi cagnolini, dietro lo sguardo amorevole e il visino furbetto, nascondono doti da abili cacciatori, con una particolare predisposizione per la caccia di conigli, fagiani, volpi e lepri. Per l’addestramento, i beagle vengono condotti, fin da piccoli, in aperta campagna, soprattutto in zone di ripopolamento lepre. Nel terreno libero, i cani, sfruttando al meglio l’olfatto estremamente sviluppato, devono riuscire a prendere una traccia, seguirla fino a scoprire la tana della potenziale preda e, di conseguenza, raggiungere la lepre stessa. Quando si partecipa alle competizioni, il tempo a disposizione

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per portare a termine la prova è di quaranta minuti. A questo punto qualcuno si starà chiedendo se la vita in appartamento può rivelarsi un limite troppo grosso per i beagle, visto che se la cavano tanto bene nelle nostre campagne. Per fortuna, l’esperto ci ha rincuorato, spezzando una lancia a favore di chi, pur amando gli animali, non ha a disposizione ettari di praterie da offrire al proprio cucciolo: “Non è lo spazio che fa la differenza, ma quanto uno vive il cane. Noi preferiamo quando sta in appartamento, perché sappiamo che la gente interagisce con l’ani-

male per tutto il giorno. Quando invece ci dicono che Fido deve stare in giardino, sappiamo che spesso, una volta arrivato a casa, viene lasciato in cortile e quindi rimane quasi sempre da solo, se si escludono i momenti in cui una persona sta fuori o quando gli dà da mangiare. Il cane non solo ha bisogno di uscire, ma ha anche la necessità di stare con il proprio padrone per giocare insieme”. Sì, poiché il beagle è un eterno bambino: non si offende, non è mai aggressivo, ma non è nemmeno timido. Inoltre, si affeziona molto al proprio umano, tanto che alcuni lo definiscono un cane-ombra. Conversando con un addetto ai lavori, affiorano aspetti che le persone comuni tendono talvolta a sottovalutare. Con un’analisi superficiale, infatti, l’uomo della strada, osservando un beagle, vedrebbe con grande probabilità solo un cane dalle dimensioni contenute e dal comportamento adorabile. Di conseguenza, tenderebbe a ritenere superfluo un percorso volto all’educazione cinofila, un aspetto che invece considererebbe imprescindibile per animali di grossa taglia, come i Rottweiler e i Doberman. “Ma sebbene conservi un espressione da cucciolo anche in età matura” – chiarisce Pieracci – “pure il Beagle ha bisogno di avere un’educazione di base”, che consenta di rispettare le regole e godere di una buona e piacevole convivenza nell’ambiente domestico e negli spazi aperti. Per ottenere risultati eccellenti, anche il padrone deve fare la sua parte, soprattutto per gestire al meglio i momenti in cui il cucciolo sta a casa da solo, senza essere vigilato. “Il cane se sta da solo cerca di giocare e può farlo solo con i denti,

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Il beagle: fascino, simpatia e fiuto in un colpo solo

quindi se gli si lascia tutta la casa a disposizione e trova un filo o una tenda che lo possono attirare, lui chiaramente fa danni. Ma se questo accade, la colpa è del padrone, non del cane!”, sostiene l’esperto. Poiché sta alle persone organizzare un ambiente adatto in cui il cane possa soggiornare quando è da solo e intrattenersi senza danneggiare nulla. Tutte le soluzioni sono valide: una stanza intera, parte di un ambiente o persino un grosso trasportino, ciò che conta è che il nostro quattro zampe abbia i suoi spazi.

Le caratteristiche fisiche del beagle Lo standard del beagle prevede che sia compatto, armonioso, ben proporzionato e con delle dimensioni ridotte. Dovendo essere di bassa statura, i canoni europei ritengono accettabile una misura compresa tra un minimo di trentatré e un massimo di quaranta centimetri. Lo standard americano, invece, prevede due categorie per l’altezza: i 15 pollici, intorno ai 37 centimetri, come prescritto dalla standard europeo, e i 13 pollici, che rimangono al di sotto dei 33 centimetri. Il beagle deve essere corto, pertanto la lunghezza (misurata dalla punta della spalla a quella della natica) non deve mai superare l’altezza (misurata dal garrese al suolo), in maniera tale che l’animale sia inscrivibile in un quadrato immaginario. Per quanto riguarda il mantello, sono ammesse tutte le varianti cromatiche tricolori e bicolori, ad eccezione del color fegato. È importante che il pelo e il sottopelo siano di alta qualità, affinché proteggano il cane da rovi e sterpi che potrebbero ferirlo nel corso delle battute di caccia. Inoltre, il beagle può contare anche sull’ef28

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Il beagle: fascino, simpatia e fiuto in un colpo solo

fetto del sebo, che rende la pelle impermeabile. La prestanza fisica è evidente a prima vista. Petto e costole, essendo robusti e ben arcuati, favoriscono la respirazione e dunque le performance atletiche dell’animale. Gli arti anteriori hanno una buona ossatura e sono verticali e dritti. Per quanto concerne quelli posteriori, muscolosi e forti, è importante che siano paralleli tra loro. Particolare attenzione viene data alla coda, rigida e portata alta, senza mai pendere ai lati o in avanti. La testa del beagle ha una dimensione moderata, un cranio leggermente a cupola e uno stop definito, ma non troppo accentuato. Il muso non deve essere appuntito e le labbra devono pendere, ma senza eccessi. Le orecchie sono lunghe e con l’estremità inferiore arrotondata; di norma, piegate in avanti, dovrebbero raggiungere la punta del tartufo, rigorosamente nero e con ampie narici. Una delle peculiarità del beagle è lo sguardo, che trasme bontà e dolcezza, senza apparire spento o irato. In secondo luogo, gli occhi, rotondi e color marron scuro, non devono essere prominenti o infossati. Infine, palpebre, labbra e tartufo, di regola, non dovrebbero mai manifestare difetti di pigmentazione.

Il beagle nella sperimentazione scientifica I beagle, in particolare negli ultimi anni, sono tristemente balzati agli onori della cronaca per essere impiegati come animali da laboratorio in numerose ricerche scientifiche. Quello della ricerca è un tema molto delicato, non certo riducibile a una disputa 30

tra animalisti che vorrebbero tutelare gli animali e studiosi che, dal canto loro, vorrebbero invece averli a disposizione in laboratorio per scopi scientifici. Esistono diverse scuole di pensiero, con opinioni che non possiamo approfondire in questo frangente, anche se riteniamo sia indispensabile provare a capire quali siano le motivazioni che portano i ricercatori a optare proprio la razza beagle: vediamole. Le ragioni sono molteplici. Le dimensioni contenute, che rendono gli animali facilmente maneggiabili, sono senza ombra di dubbio una discriminante di grande rilievo, seguita a ruota dall’organismo resistente e dalla soglia del dolore molto alta che caratterizzano la specie. Si tratta di due aspetti che consentono all’animale di tollerare a sottostare a diverse prove. È impossibile citarle tutte, poiché le ricerche in cui sono impiegati spaziano in diversi settori: si passa dai trapianti di organi e tessuti alla sperimentazione di nuove cure odontoiatriche, dai test sui farmaci con le più svariate destinazioni d’uso alle cure per il cancro, senza dimenticare i test di tossicità, che comprendono stupefacenti, fumo di sigaretta, alcool e sostanze industriali. Infine, occorre sottolineare che le affinità tra il sistema cardiocircolatorio dei beagle e quello umano, li rendono i soggetti ideali per la sperimentazione di terapie cardiache specifiche. A tutto ciò si somma un ultimo aspetto, non meno significativo dei precedenti, in quanto è purtroppo l’ultimo tassello di un triste puzzle. La scelta degli studiosi ricade proprio sulla razza in questione perché l’indole buona e mai aggressiva o violenta dell’animale lo rende incapace di reagire, suo malgrado, a qualsiasi azione umana, rendendolo una vittima predestinata. PIANETA QUATTRO ZAMPE



“Categorie” e prezzi Fascino, dolcezza e gioia dei beagle giustificano ampiamente la scelta di adottare o acquistare uno di questi favolosi cuccioli. In Europa i beagle che vanno oltre i quaranta centimetri d’altezza sono molto diffusi, si aggirano intorno all’80% del totale. La gente, però, cerca anche quelli più piccoli, i tredici pollici. 32

Avendo a disposizione soggetti con caratteristiche differenti, ereditate da linee di sangue europee e americane, gli allevatori hanno la possibilità di optare per le migliori e provare a fonderle per ottenere cuccioli di una determinata tipologia. “Un anno abbiamo mandato una nostra beagle in America e, oltre a fare il campionato e a diventare campionessa americana – racconta Paolo Pieracci – l’abbiamo fatta incrociaPIANETA QUATTRO ZAMPE


Per saperne di più.. Nome: Origine: Altezza: Peso: Carattere: Orecchie: Occhi: Pelo: Coda:

Beagle Gran Bretagna 33 / 40 cm da 14 a 20 kg molto allegri, curioso , intelligente,mai aggressivo, dolce , affettuoso lunghe con estremità arrotondate abbastanza grandi, ben distanziati, di colore marrone scuro o nocciola corto, denso ed impermeabile robusta di media lunghezza

re con linee di nuove, diverse, al fine di portare un corredo genetico più vasto e vario”. Per quanto riguarda il costo, i cuccioli hanno tutti il pedigree da riproduzione, però all’interno di una cucciolata il prezzo può variare tantissimo. L’importo medio è di 800 euro, ma il range varia dai 600 ai 1500 euro, rispettivamente per un cane da compagnia e una prima scelta. Il soggetto identificato come prima PIANETA QUATTRO ZAMPE

scelta è un cucciolo che viene consegnato un po’ più tardi rispetto al solito, magari quando ha già cambiato i denti e iniziano a delinearsi i tratti di un cane da esposizione sopra la media, con le potenzialità per diventare campione. È scontato che tutti i membri di una cucciolata possono diventarlo, ,ma quelli di prima scelta hanno, a dire degli esperti, delle possibilità in più. 33


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Se l’amore per gli animali comincia a scuola

Se l’amore per gli animali comincia a scuola Con il nostro veterinario di fiducia Alberto Briganti, alla scoperta dei laboratori di benessere animale ideati da Becco di Rame Education per i docenti delle scuole. Astrid Blake

Formare gli insegnanti affinché sappiano trasmettere ai bambini tutto ciò che è necessario sapere sul benessere degli animali. Una nuova sfida per la Fondazione “Becco di Rame”. I bambini rappresentano la possibilità di un futuro migliore, quindi solamente investendo su di loro possiamo sperare di avere dei risultati che si rifelttano sull’evoluzione culturale della sociaetà. I laboratori tematici che abbiamo pensato per gli insegnanti puntano a dare maggiori strumenti nell’insegna36

mento dell’educazione civica, inserendo all’interno di quest’ultima anche tutto ciò che riguarda il rapporto tra esseri umani e animali, dimestici e selvatici.

Di che cosa trattano nello specifico i laboratori? La fondazione “Becco di Rame” si occupa da sempre di diritti degli animali e di crescita della consapevolezza sociale di questi ultimi. Per continuare a dare il nostro contributo in questa direzione, abbiamo ideato quattro laboratori destinati agli insegnanti delle scuole e incentrati su diversi temi: SAID (soccorso animali in difficoltà), benessere animale, cultura medica, identificazione e principi di etologia.

Due mesi fa, Pianeta Quattro Zampe ha raccontato ai suoi lettori le esperienze dei centri di soccorso per animali selvatici, testimoniando anche l’esperienza sul campo della fondazione Becco di Rame Education. Vogliamo ricordare di cosa si tratta? In quel caso parlammo di laboratori di soccorso dedicati ai bambini. I laboratori di cui parliamo oggi mettono gli insegnanti nelle condizioni di trasmettere ai loro alunni le modalità di primo soccorso dell’animale, adulto o cucciolo che sia, fino al trasporto in un centro specializzato. Il tutto attraverso l’utilizzo di kit specifici contenenti gli accessori necessari per le prime cure mediche. PIANETA QUATTRO ZAMPE



Se l’amore per gli animali comincia a scuola

Parliamo invece del laboratorio di benessere animale. È un corso che permette agli insegnati di acquisire tutte le informazioni relative ai diritti degli animali e alla legislazione che li tutela. Quest’ultima non è conosciuta e invece andrebbe portata tra i banchi di scuola. Oggi un bambino deve sapere che, se un automobilista investe un animale e non si ferma, è passibile di multa e si entra in ambito penale. È importante che questa e tante altre norme vengano apprese dai bambini in ambito scolastico, come parte dell’educazione civica.

Su cosa si può lavorare, nelle scuole, in materia di diritti degli animali? Essenziale è portare i bambini a conoscenza del trattato di Bruxelles del 1978, che contiene quattordici diritti essenziali. Quando Becco di Rame Education l’ha portato nelle scuole, gli insegnanti hanno avuto materiale didattico per due mesi.

Cultura medica. È possibile trasmettere quest’ultima fin dalla scuola primaria? Non solo è possibile, ma è il momento più adatto. La cultura medica non inizia quando decidi di iscriverti in Medicina o in Veterinaria. È qualcosa che inizia dalla curiosità del bambino, vuole conoscere il funzionamento del corpo, l’anatomia, le modalità con cui le malattie si possono affrontare. È qualcosa che 38

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Se l’amore per gli animali comincia a scuola

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può e deve far parte dell’educazione fin dall’infanzia. Si tratta di cognizioni di base, come comprendere dove si trova il cuore o dove si trovano i polmoni, capire le basi del funzionamento degli organi.

Uno dei laboratori unisce alla cultura medica i temi relativi all’igiene, all’identificazione degli animali e ai principi di etologia. Sì, perché le conoscenze di base di anatomia e fisiologia degli animali devono essere integrate da tutto ciò che riguarda le zoonosi, le malattie trasmissibili dall’animale all’uomo. Inoltre, per essere in grado di comprendere davvero gli animali, è necessario saperli identificare e saper comunicare meglio con loro, apprendendo dall’etologia a interpretare il loro “linguaggio”.

Agli insegnanti Becco di Rame Education offre degli strumenti, ma, nello stesso tempo, assegna loro anche una bella responsabilità. Il mondo è nelle mani degli insegnanti. Oggi un bravo insegnante può fare la differenza. 40

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Il gatto snowshoe, un amico dalle zampine bianche

Il gatto snowshoe, un amico dalle zampine bianche Vanna Chessa

A prima vista potrebbero sembrare dei gattini siamesi con le scarpette bianche, però gli Snowshoe sono dei cuccioli con qualcosa in più. Si tratta di una razza relativamente giovane e ancora poco conosciuta, ma con le carte in regola per avere successo. I primi Snowshoe nacquero nel 1960 a Filadelfia, frutto di un incrocio tra la gatta Siamese Seal Point dell’allevatrice Dorothy Hinds-Daugherty e un gatto American Shorthair. Certo, fissare i caratteri tipici della nuova razza non è stata un’impresa facile, poiché sono stati necessari diversi accoppiamenti per ottenere risultati impeccabili. A occuparsi della descrizione dello standard furono, negli anni Ottanta, Vikki Olander e i suoi collaboratori, ma il riconoscimento ufficiale di questa nuova famiglia felina è arrivato solo negli anni Novanta, prima dalla A.C.F.A. (American Cat Fanciers Association), poi dalla T.I.C.A. (The International Cat Association). Come è stato detto, nonostante un discreto successo negli Stati Uniti, il numero di esemplari è ancora piuttosto limitato. In Europa, si contano una quindicina di allevamenti: la metà ha sede in Inghilterra, mentre gli altri sono distribuiti tra Francia, Olanda, Germania, Belgio, Polonia e Croazia. E per quanto riguarda il 44

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Il gatto snowshoe, un amico dalle zampine bianche

Bel Paese, in questo settore, gli unici a tenere alta la bandiera italiana sono Alvise e Lilly Piccoli, proprietari dell’allevamento amatoriale Il Doge, a Breda di Piave (Treviso). Ed è con il signor Alvise che abbiamo parlato di questi piccoli amici con le zampine color latte. Oltre agli aspetti estetici, che analizzeremo più avanti, il punto forte degli Snowshoe è il carattere. Buoni e mansueti, sono pronti ad affezionarsi a tutta la famiglia, dagli anziani ai bambini. “Io apprezzo il fatto che siano molto dolci e affettuosi. Ma hanno anche altre qualità particolari. La prima è la voce melodiosa, più soave rispetto a quella dei gatti siamesi. Inoltre i gatti maschi non marcano il territorio, un fattore molto importante per un animale da appartamento”, precisa Piccoli. Sono cuccioli docili e sociali, predisposti anche alla convivenza con altri animali, come gatti e cani. Date le loro doti relazionali, “gli Snowshoe apprezzano la vita casalinga e non hanno il bisogno incontrollabile di stare all’aperto. In questo caso, inoltre, rischierebbero di entrare in contatto con gatti affetti da patologie potenzialmente pericolose e di essere contagiati”, chiarisce l’esperto. Quindi per la salute degli animali stessi, sarebbe preferibile non lasciarli circolare in aree aperte e accessibili ai più; del resto non hanno nemmeno un forte istinto da cacciatore, pertanto non sentono uno stimolo che li spinge a perlustrare le aree verdi alla ricerca di prede.

I progenitori dello Snowshoe Sappiamo che lo Snowshoe deriva dall’unione di due 46

razze diverse: da un lato il siamese, dall’altro l’American Shorthair. Passiamo in rassegna rapidamente le caratteristiche di queste due specie. Il siamese, taglia media di origine orientale, è caratterizzato da un fisico elegante, allungato e da una testa triangolare. Nel capo spiccano gli occhi blu, ovali e collocati in posizione obliqua rispetto al naso, e le orecchie, larghe alla base e lunghe. Le zampe sono PIANETA QUATTRO ZAMPE


lunghe e sottili, così come la coda. Il manto, corto e soffice, è privo di sottopelo ed è chiaro, color crema, con delle zone di colorazione più scura (maschera, orecchie, coda e parte delle zampe). L’intensità della colorazione è direttamente proporzionale alla temperatura alla quale il cucciolo ha trascorso la prima parte della propria vita. Infine, occorre sottolineare che il gatto siamese vanta un temperamento calmo, PIANETA QUATTRO ZAMPE

vivace e molto comunicativo, riesce infatti a modulare i propri miagolii come se potesse dialogare con i suoi padroni. L’Americano a pelo corto è uno dei felini più apprezzati negli Usa. Abbina una notevole intelligenza a un carattere docile e affettuoso, specialmente con i più piccoli. È molto fedele, ama la propria casa, ma non disdegna gli spazi aperti. Inoltre, grazie uno sviluppa47


Per saperne di più.. Nome: Origine: Peso: Carattere: Corporatura: Testa: Orecchie: Occhi: Pelo: Coda: Mantello:

Snowshoe Stati Uniti d’America maschi fino a 6 kg molto giocoso ed estroverso - affettuoso media leggermente cuneiforme, dalle linee arrotondate attaccatura frontale,larghe alla base con punte arrotondate ovali e distanziati corto non richiede cure particolari di lunghezza media morbido, corto privo di sottopelo

to istinto da cacciatore, è sempre pronto a catturare eventuali prede e “ospiti indesiderati”. Fisicamente, è un felino forte, agile e robusto, dotato di ossatura e muscolatura ben sviluppate. La testa, di grandi dimensioni, ospita brillanti occhi a mandorla, naso piccolo e orecchie di grandezza media. Lo standard prevede che il manto, corto e folto, possa avere oltre trenta diverse colorazioni.

Lo standard degli Snowshoe Ma vediamo ora quali sono le qualità che rendono lo Snowshoe un gatto unico nel suo genere. Elegante e possente micio di taglia media, conserva tratti propri di entrambe le razze da cui discende. Agile e ben bilanciato, è un perfetto connubio tra la potenza dell’Americano e la lunghezza del Siamese, 48

senza stonati eccessi. La testa è di dimensioni medie e ha la forma di un triangolo equilatero lievemente arrotondato; la fronte è piatta, gli zigomi alti e il muso di discreta lunghezza. Gli occhi sono molto espressivi e di un colore blu intenso. Il naso è di dimensioni medie, mentre le orecchie sono medio-grandi e con la punta arrotondata. Le zampe posteriori sono leggermente più lunghe di quelle anteriori, mentre la coda può essere media o lunga. Il mantello è liscio, corto e privo di sottopelo, con un colore base che deve essere, tassativamente, più chiaro dei point. Ma oltre alle zone scure tipiche della razza siamese, nello Snowshoe sono presenti il guantaggio bianco sulle zampe (il limite massimo è a metà zampa) e la caratteristica “V” rovesciata sul muso. Sono accettati anche un collare bianco e una colorazione candida all’altezza dello stomaco. PIANETA QUATTRO ZAMPE


Le più grandi difficoltà riscontrate dagli allevatori sono dovute proprio alla “V” rovesciata, tratto governato dal gene “pezzato chiazze bianche” (S). Si tratta di un gene dominante incompleto, quindi se un gatto eredita due copie del gene, avrà aree bianche più grandi rispetto a un gatto con una sola coppia del gene in questione. Inoltre, la situazione è complicata dalla possibilità che anche altri geni possano influenzare la dimensione delle aree bianche. Difficile anche la realizzazione del guantaggio, regolato a sua volta dal gene recessivo “guanto” (g), che ha una gestione piuttosto difficoltosa. Risulta essere indispensabile compiere gli accoppiamenti giusti per fissare i caratteri ideali. Per fortuna, la razza non soffre di malattie genetiche ricorrenti, quindi non è necessario evitare l’accostamento tra linee di sangue analoghe. Però, nonostante il nuPIANETA QUATTRO ZAMPE

mero ristretto di gatti Snowshoe presenti in Europa, nell’allevamento italiano ci sono animali con pedigree da riproduzione provenienti da quattro stati diversi, perciò il problema quasi non sussiste. D’altro canto, però, le evidenti difficoltà da fronteggiare per ottenere esemplari rispettosi dello standard causano una crescita dei prezzi negli animali da competizione e riproduzione. In una cucciolata, infatti, non tutti gli animali rispettano i canoni della razza, pertanto i prezzi varieranno in funzione della valutazione del singolo. Un soggetto da riproduzione viene pagato in media circa cinquecento euro, anche se può capitare di dover sborsare cifre ben più alte, che si aggirano intorno ai novecento euro. Gli altri cuccioli, ugualmente belli, ma non stilisticamente perfetti, vengono a costare meno e sono comunque ottimi mici da compagnia. 49


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Se l’imperativo è giocare

Se l’imperativo è giocare Il gatto Cornish Rex raccontato da Lorenzo Costantini, unico allevatore italiano di questa razza felina. Sara Chessa

“Gatti straordinari, intelligenti, adatti a qualsiasi tipo di famiglia, a qualsiasi tipo di ambiente”, esordisce il nostro intervistato descrivendo i suoi Cornish Rex. Eppure, nonostante l’entusiasmo che gli leggiamo negli occhi, in Italia è l’unico ad allevarli. Curioso, per una specie felina assai diffusa negli Stati Uniti e in Russia. Scopriamo, addirittura, che la prima adozione di un Cornish Rex da parte di Lorenzo avviene in maniera del tutto casuale. “Io vivo in campagna”, spiega, “il mio primo Cornish l’ho trovato per strada e non sapevo assolutamente che fosse un gatto di razza”. Di quest’ultima, a Lorenzo, importa poco: ciò che conta, per lui, è che il gatto appena trovato gli piace e vorrebbe tenerlo. Per Lorenzo era normale adottare di tanto in tanto qualche trovatello. In questo caso, però, presenta denuncia e si reca subito dal veterinario per verificare lo stato di salute del micio. Ed è qui che viene a conoscenza di trovarsi davanti un pre52

giato Cornish Rex. A quel punto, inizia un lungo giro di telefonate in tutta Europa. Lorenzo contatta decine di associazioni feline e allevamenti, ma non riesce a rintracciare la persona che ha perso o abbandonato il cucciolo nelle campagne vicino Roma. Ancora oggi, quando si reca alle esposizioni con i suoi gatti, gli allevatori si ricordano della sua storia. “Tu sei il ragazzo romano che ha trovato il Cornish Rex”, esclamano. E, a proposito di mostre, proprio durante una di queste, iscrive il suo gatto ad una gara. Risultato? Il micio viene riconosciuto e certificato come Cornish Rex, originario della Cornovaglia. A quel punto, Lorenzo si reca negli Stati Uniti. Obiettivo, trovare una compagna per il suo amico a quattro zampe, una femminuccia Cornish Rex di tutto rispetto.

Caratteristiche fisiche Vedendo un Cornish Rex per la prima volta, sarà difficile che non pensiate che è appena stato da parrucchiere. Singolare è infatti il suo pelo corto e riccio, per di più con un’ondulazione regolare. Le orecchie, larghe alla base e leggermente coperte di pelo, sono portate alte e presentano un arrotondamento a livello dela punta. La testa cuneiforme colpisce l’osservatore e così pure le vibrisse arricciate. Se si prende in considerazione il corpo del Cornish Rex, si vedrà che, se l’ossatura

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Per saperne di più.. Nome: Origine: Carattere: Corporatura: Testa: Orecchie: Occhi: Pelo: Coda: Mantello:

Cornish Rex Gran Bretagna molto affettuoso, tranquillo ed equilibrato da piccola a media, buona muscolatura ovale, più lunga che larga grandi, alte sul cranio, non troppo vicine ovali di medie dimensioni arricciato, non soggetto a muta, adatto a chi soffre di allergie lunga, sottile ed affusolata corto, sottile e morbido

è sottile, la muscolatura sembra invece quella di un atleta in costante alenamento. I colori più diffusi? Maculati, bianchi e grigi oppure grigi. Tuttavia, tutte le colorazioni sono ammesse.

Carattere Intelligenti, molto movimentati, giocherelloni. Secondo quanto ci racconta Lorenzo, i Cornish Rex giocano e corrono in continuazione, inventando ogni giorno un gioco nuovo rispetto al periodo precedente. Allo stesso tempo sono “appiccicosi”, quasi morbosi nel contatto “Vogliono sempre stare con noi e dormono 54

sopra il nostro letto cercano proprio il contatto fisico”, spiega Lorenzo. E racconta: “Mi ha chiamato da poco un allevatore di Persiani, mi ha detto di aver acquistato una coppia di Cornish Rex da un allevamento russo. Tuttavia, ha subito notato la distanza siderale tra la pacata vita del gatto Persiano e la perpetua vocazione alla scorribanda che caratterizza il Cornish Rex. Tanto che avrebbe voluto vendermeli”. L’allevamento di Lorenzo, però, al momento è al completo. “Io per fortuna ho un giardino, alla mattina li faccio uscire e loro giocano, si arrampicano, i Persiani sono invece gatti da casa”, osserva Lorenzo. Un’altra caratteristica dei Cornish Rex è quella di legarsi PIANETA QUATTRO ZAMPE


soprattutto ad un membro della famiglia. A casa di Lorenzo, però, questo non è un problema: i gatti si sono già equamente suddivisi tra lui e sua moglie. Ottimi i rapporti con i cani, il Cornish Rex non è fatto per scappare.

e ottobre avviene la muta del pelo. Quest’ultimo è però talmente corto che neppure viene percepito come disturbo dagli umani di casa.

Cure e patologie

Il Cornish Rex è una buona forchetta. “Mangiano tanto, hanno un continuo bisogno di croccantini, anche perché, col pelo così corto, specialmente nella stagione invernale, è bene accumulare le giuste calorie”. Non dobbiamo infatti dimenticare che la maggior parte degli allevamenti si trova in Finlandia e in altre fredde regioni del Nord Europa.

“Non soffrono di patologie particolari, li trovo estremamente forti fisicamente”, rivela Lorenzo. E aggiunge: “In 10 anni non ho avuto problemi di sorta. L’unico punto debole sono le orecchie, che sono molto grandi e vanno pulite spesso. Per il resto, tra marzo PIANETA QUATTRO ZAMPE

Alimentazione

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Non proprio “quattro gatti” Viaggio nelle due isole giapponesi colonizzate da un esercito di mici d’assalto. Astrid Blake

Fukuoka, Tashirojima, Aoshima: se siete veri amanti dei gatti, queste sono le isole che dovete assolutamente includere nell’itinerario delle vostre vacanze. Non sapete in quale angolo del globo localizzarle? Volgetevi verso est e dirigete il vostro sguardo verso il paese del Sol Levante. Se notate all’orizzonte un fibrillare di vibrisse, state puntando gli occhi nella giusta direzione: le isole di cui parliamo fanno parte del Giappone e si caratterizzano per essere patria di un immenso numero di gatti, superiori in proporzione anche alla popolazione umana. Come non rimanere incantati, quando si vive una passione per il mondo dei felini? “Da oltre due secoli esiste un legame profondo tra i pescatori dell’isola di Tashirojima e i gatti che la popolano”, spiega Simone Furcas, appassionato di cultura giapponese. E, rievocando i racconti di alcuni residenti, ricorda che, per i pescatori locali, nutrire i felini è un’azione portafortuna. “Si dice che tanto tempo, a Tashirojima, fa un gatto morì a causa di un sasso rotolato via mentre un pescatore cercava delle pietre per le sue reti. In sua memoria e in onore 56

dei felini suoi simili, il pescatore edificò un santuario, in seguito chiamato Neko-Jinja”, racconta Simone. Da quel momento, pare che i santuari si siano moltiplicati, accompagnati da case a forma di gatto e altri segni del legame di solidarietà tra uomo e micio. Intanto, nell’isola di Aoshima, la vita scorre tranquilla. Non per i residenti, però: amano i 120 gatti che li circondano, ma non i turisti che in massa affluiscono in barca verso le coste per vedere lo spettacolo felino. “L’assenza di strutture turistiche non sembra fermarli, né il deserto totale che contraddistingue l’isoletta quanto a bar e negozi: il pellegrinaggio si rinnova costantemente e così sarà finché, su un isoletta che si estende per poco più di un chilometro e mzzo, saranno presenti sei gatti per ogni umano”. Insomma, il numero di gatti per metro quadrato effettua il suo richiamo. Viene da domandarsi quale sia la ragione dell’alta densità di vibrisse su queste isolette. Almeno per quanto riguarda Tashirojima, la risposta pare sia da ricercarsi negli antichi allevamenti dei bachi da seta. “Nel periodo Edo – dunque tra il 1603 e il 1868 – furono introdotti in queste isole dei gatti che avevano la funzione di contrastare la presenza di topi”, rievoca Simone Furcas. E prosegue: “Quando gli abitanti smisero di allevare i bachi da seta, i gatti rimasero comunque nell’isola, ben voluti dai pescatori, che ne apprezzavano la capacità di prevedere gli eventi atmosferici rischiosi”. Si riteneva, inoltre, che i felini proteggessero durante le uscite in mare. Che siate di questo parere o meno, se siete gattofili, secondo il nostro intervistato non potrete resistere all’atmosfera di queste isole. Il consiglio è dunque quello di visitarle, ma facendo attenzione: le fusa danno dipendenza. PIANETA QUATTRO ZAMPE


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Il primo giorno a casa con Fido

Il primo giorno a casa con Fido I consigli del nostro veterinario Alberto Briganti per affrontare al meglio l’arrivo di un cucciolo in famiglia. Sara Chessa

Aprire le porte di casa ad un amico a quattro zampe. Da dove si parte per accoglierlo al meglio? È necessario uno studio iniziale, bisogna esaminare la razza e il tipo di cane che entrerà nella nostra vita quotidiana. Deve essere studiato in termini di tipologia e attitudini. Bisogna essere preparati e, comunque, è opportuno che già durante questa prima giornata si provveda alla visita dal veterinario, al fine di verificare un dato essenziale, ossia la buona salute del cucciolo.

Cosa è importante chiedere al veterinario? La prima visita o, se il cane lo abbiamo acquistato, la cosiddetta “visita di compravendita”. Dobbiamo 60

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Il primo giorno a casa con Fido

sapere se è sano. Questo, nella compravendita, completa la nostra scelta. Se il cane ha dei problemi, come ad esempio un vizio cardiaco o dei problemi alla vista, noi dobbiamo saperlo. Possiamo anche decidere di adottare un animale disabile, ma dobbiamo saperlo. Oggi ci sono persone che compiono questa scelta volontariamente, ma della condizione del cane si deve essere consapevoli da subito, non a distanza di mesi dall’acquisto.

E se la visita dal veterinario rivela che esistono che il cane problemi di salute cosa si può fare? Mettersi subito in contatto con la persona dalla quale si è acquistato il cane.

Quale importanza riveste la figura del comportamentalista? È una figura emergente, che va consultata immediatamente. È uno specialista che evita problemi comportamentali che poi condizionano anche la nostra vita.

Appurato che il cane è in buoni condizioni di salute, arriva il momento in cui lo si fa entrare a tutti gli effetti in famiglia. Cosa accade? L’entrata deve essere molto soft, la timidezza è il primo aspetto del cucciolo. Gli vanno dati degli spazi non molto ampi, deve ricevere molto calore, molta vicinanza e deve, inoltre, essere portato fuori spes62

so, ogni ora, in maniera tale che riesca a identificare l’esterno come il proprio bagnetto.

Uscire all’esterno significa anche incontrare altri cani. Questo è positivo, anche se è opportuno che il nuovo arrivato giochi con altri cuccioli, non con cani adulti. Il comportamentalista suggerisce il cosiddetto “puppy garden”: in genere una volta alla settimana, questo specialista organizza un meeting di un’ora tra cuccioli, durante il quale questi hanno modo di socializzare tra loro. PIANETA QUATTRO ZAMPE


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Parliamo di alimentazione. Il cucciolo si è appena spostato, ha cambiato clima, ha cambiato ambiente, aspettiamo dunque un attimo prima di effettuare modifiche anche sull’alimentazione a cui era abituato. Il consiglio, per il primo periodo, è quello di nutrire il cucciolo esattamente nel modo in cui veniva nutrito prima del suo arrivo a casa. In seguito, si potrà cambiare alimentazione secondo consigli del veterinario o secondo degli 64

schemi ben precisi. L’importante è non operare un cambio drastico e immediato, perché genererebbe ulteriore stress emotivo nell’animale.

L’alimentazione tradizionale – carne cruda o cotta preparata in casa – è praticabile col cucciolo di cane? Sì, ma è necessario un passaggio graduale dalle crocchette all’alimentazione a crudo. PersonalmenPIANETA QUATTRO ZAMPE


te, io consiglio l’alimentazione casalinga. Vengo dalla “vecchia scuola”, dalla Facoltà di Veterinaria di Perugia, sostenitrice dell’alimentazione tradizionale. Quindi dai 5 ai 25 grammi di carne al giorno per chilo, cruda o cotta, abbinata alla pasta, con razione doppia rispetto alla carne o, volendo, anche tripla. . Una dieta a due componenti, proteine e carboidrati. Poi ci sono i contorni: verdure, crude o cotte, olio d’oliva e un pizzico di sale. Una volta alla settimana, invece della carne si può dare un tuorlo d’uovo, senza la PIANETA QUATTRO ZAMPE

chiara perché il cane non la digerisce.

Il cucciolo e i parassiti. Come possiamo difenderlo? Il veterinario prescrive la sverminazione, questo per quanto riguarda i parassiti interni. I parassiti esterni possono invece essere tenuti sotto controllo con prodotti naturali a base di piretro, che oggi si stanno diffondendo nuovamente, anche in formato spray. Il 65


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consiglio è quello di avere sempre in casa lo spray a base di piretro, per usarlo in casa di necessità. È un prodotto naturale, quindi non tossico. Sui cuccioli, dunque, si può utilizzare senza timore di effetti collaterali.

Quali precauzioni è necessario adottare se il cucciolo arriva in casa in inverno? Il cucciolo invernale và tenuto in casa e portato fuori il meno possibile. È poi necessario, nell’uscita, proteggerlo con dei vestiti, con dei cappottini. Questo vale anche per il cane a pelo lungo. Col cucciolo estivo questo tipo di problemi non esiste. Il momento migliore per acquisire un cane è maggio/giugno. Da novembre in poi è necessario avere mille attenzioni.

Per chiudere, capitolo accessori. Cosa dobbiamo assolutamente avere in casa, all’arrivo del cucciolo? Di sicuro, collare e guinzaglio, coi quali deve familiarizzare subito. Il comportamentalista penserà poi a dare ai proprietari le giuste indicazioni a riguardo. Infine, una cosa che non deve mai mancare: i giochi per il cucciolo. A partire dal più classico, la palla da tennis da inseguire.

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