P I E T R O PECO V ELA curriculum vitae
PORTFOLIO 2 0 1 3 - 1 7
Curriculum Vitae
nome PIETRO PECOVELA nascita 19 - 06 - 1992 nazionalità Italiana mail pietro.pecovela@gmail.com formazione AAA Aarhus school of Architecture, 2015 Università degli studi di Ferrara, DA Dipartimento di Architettura, 2011-2017 Fondazione Collegio San Carlo, cicli magistrali, 2008-2010 Conservatorio Orazio Vecchi, Modena, 2006-2009 Liceo scientifico statale A.Tassoni, Modena, 2006-2011
Volontario presso Libera ass. nomi e numeri contro le mafie, Volontario presso Assistenza pubblica-sanitaria Croce Blu, Volontario presso Agesci associazione guide e scout italiani 2007-2012 lingue Italiano, Inglese (C1) sito web https://issuu.com/pietropecovela http://pietropecovela-labsf.tumblr.com/ http://constructinganarchive-pietro.tumblr.com/ https://vimeo.com/pietropecovela esperienze lavorative ASarchitectes, grafico e progettista, 2016-2017 esposizioni Congestion, 20x20, presso DA Dipartimento di Architettura Ferrara 2013 A Cabinet, progetto di design con AAA, Triennale di Milano 2015 Affect-Place, Pop-Actual, presso la Fondazione Fotografia di Modena 2015 Programmi utilizzati Autocad, Rhinoceros, V-ray, Adobe Suite, QGIS, Cinema4d
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”
AFFECT PLACE INTERNO SARDO DESERTED ATLAS GEOGRAPHIC-R PLAYS SCENARIOS ACABINET TEMPORARY PUBLIC NAOp G-SIDE FRAMED CURATING ARCHIPELAGOS
A F F E C T P L A C E Affect-Place è un progetto fotografico del 2015 sviluppato nello studio Constructing an Archive all’interno della Architecture School of Aarhus, ed esposto nel museo della Fondazione Fotografia di Modena. Sigillati in tre tubi cilindrici di cartone si trovano tre affect-place. AFFECT-PLACE I Topological enevelope, “Contiene 120m di corda polietilinica bianca” AFFECT-PLACE II Intesiveness-Extensiveness, “Contiene 100 stringhe di ferro non galvanizzato da 0,5m” AFFECT-PLACE III Morphogenesis Consistency, “contiene 250g di fumo di segnalazione arancione”
Topologia e capacità sono i due tratti, grafici e concettuali, che conducono attraverso questa investigazione. Laeso è un isola sedimentaria nel Kattegat, in Danimarca. L’orogenesi dell’isola è legata a depositi sabbiosi lasciati da correnti marine; l’intera isola è un incrostazione per strati successivi. Questa condizione implica l’estrema piattezza del paesaggio, i cui lembi sono perennemente coinvolti dall’estendersi e ritrarsi della marea. Su questi lembi perimetrali e liminari ha luogo affect-place. Ogni tubo viene aperto in momenti differenti; ogni installazione attiva ed attualizza capacità e reagisce al paesaggio. La corda viene stesa sul terreno acquitrinoso, sul quale si adatta e si appoggia. Stringhe di ferro sono piegate per imprimersi della forma delle superfici e poi abbandonate per tre giorni, così da ossidarsi. Successivamente saranno ricomposte in studio su un supporto di polistirolo. Il fumo di segnalazione viene lasciato espandere all’interno di una zona delimitata da una corda bianca. Dissolverà e si muoverà con la densità dell’aria e la pressione del vento. Da de-territorializzato e concettuale, il discorso che riguarda variazioni e capacità, modulazioni temporali e continui sviluppi della materia e della forma, reazioni e resistenze, è ri-territorializzato ed attualizzato. Accade qualcosa, un evento, un luogo, un corpo. 7
o
https://issuu.com/pietropecovela/docs/affect-place_web
o
9
o
11
INTERNO S A R D O Interno Sardo è un progetto fotografico del 2017 che indaga il paesaggio di Olbia e della Gallura nella sua realtà più delicata e critica: il movimento dell’acqua lungo paesaggi naturali ed artificiali. Il 18 novembre 2013 la provincia di Olbia è devastata da un alluvione lampo della portata di 420mm di acqua in poco più di un ora che provoca sette vittime. L’inadeguatezza infrastrutturale di canali, smistamento e dirottamento delle acque dovute ad un incontrollato ed incurato sviluppo urbano, genera un situazione critica sia per la città che per il paesaggio. Non solo il controllo delle acque e dei canali rappresenta una situazione complessa, ma lo stesso approvigionamento di acqua potabile della provincia è in forte crisi. L’acqua pubblica di Olbia viene raccolta e fornita principalemente al lago del Liscia, un bacino artificiale nell’interno della Gallura. La scarsità di piogge frequenti porta, però, il lago a sostenere forti fluttuazioni di capienza e portata. Queste oscillazioni innescano il movimento del fondale del lago ricco di alluminio e manganese, altamente tossici e nocivi. La conseguenza è che in diversi periodi dell’anno non si può assolutamente entrare in contatto con l’acqua pubblica. Interno sardo è un progetto che vuole documentare da un lato le parti di contesto urbano che per morfologia, tipologia e localizzazione sono maggiormente colpite da alluvioni, dall’altro mostra la forte variazione e contaminazione del paesaggio.
13
o
https://issuu.com/pietropecovela/docs/interno_sardo_f
o
15
o
17
D E S E R T E D “Che cos’è successo allo spazio architettonico? E’ possibile immaginare una architettura senza luogo e programma?” Deserted è un illustrazione di un performer che vagando per un deserto si trova nella condizione di dover stare. In quel momento è pura relazione tra parti variabili e parametri: la topologia e morfologia del luogo, la scala e la posizione dell’insediamento, una griglia segnata sul terreno, le proporzioni, gli oggetti, gli strati, il sistema costruttivo, le funzioni. Sperimentando ogni possibilità, una sedia perde la propria condizione, perde la propria funzionalità: avviene una reazione. In quel momento si raggiunge un punto di an-originalità e muscolarità. Si va per tentativi, si cerca di linguare sull’oggetto perduto, sulla funzionalità annullata: questo è il perturbante della dis-funzionalità, che porta con sè la reazione di un corpo in movimento muscolare. Descrivendo l’oggetto come funzionalità pura ed aperta, deserted riprende questa narrazione partendo però dall’annullamento della funzionalità, dalla sospensione dell’oggetto. Rimane la superfice, il tratto superficiale di un deserto e un corpo. L’illustrazione intende indicare l’instabilità, il perturbante della funzione, per poi concentrarsi su un corpo che diventa espressione, che diventa architettura, che assorbe e condensa, che diventa un modo ed un movimento. Un deserto, un luogo dove qualsiasi funzione è appiattita e annullata, dove si vaga per movimenti nomadici, dove accade a giace una gravidanza, grumo di possibilità e capacità in uno stato ancora dis-funzionale ed aperto. Una gravidanza per adattare, per occupare, per appropriarsi, per resistere. La reale questione di una non- o dis- funzione è in relazione a condizioni locali ed ambientali, ad appropriazioni nomadiche. E’ la condizione in cui si hanno solo possibili serie di variazioni e variabilità su cui ancora nessun parametro è stato inserito. Un movimento o un pensiero nomadico è ciò che per se stesso si trova senza funzione, che si trova in una condizione fluttuante di intensa capacità. https://issuu.com/pietropecovela/docs/saggio_-_piani_in_gravidanza_-_fina o
19
Deserted
Tatami ; a multiple measure
Pregnancy: unprogrammed, an-original
Resistency
Map: morphogenerative anarchic process
Directionality - Occupation
A skin ; strata consistency
Corpse, objects, ambients - haptic
team 3059
Deserted - A vast desert is a pre-narrative and pre-languaged consistent ock. Who,where? Deserted. ere are passages. A nomad grasps autonomous surfaces’ plane.
Directionality What remains of a cave, a nest? Directions, tendencies,topologies. Re-production of an envelope in volves generative, u n - pro g r a m m e d f u n c t i o n s .
Resistency - Scale is subjective. A scaled place resists to a corpse; an invidivual resists to a structured ambient. is relation provoces muscular movements.
A skin - e covering of a plane aims to a baroque envelope. Overlapped strata generates intersticial opennes
MAP - Fundamental rules for a morphogenerative process: density and intensity’s variations. ose ar relational and an-archic qualit i e s .
CAOh - An envelope expands to an intense-autonomic reactions of politic bodies. It unfolds actual and over-language modes. team 3059
21
o
Tatami - An individual stands. A ground is the essential part to which a nomad relates; a sequenced and scaled texture. A scale variation is an a-direc tional a-rhythmia. Measures condense.
Pregnancy - Nomadic wanderers are spacing ( to space) ambients. A place, topologic and local , is a relational and emer gent singularity. A settlement ( adaptation) is a plane en movemenn
A T L A S C O N S T R U C T I N G A N A R C H I V E
Atlas è un libro progettato dallo studio Constructing an Archive, presso la Aarhus School of Architecture. Il libro raccoglie una serie di capitoli che riguardano Laeso, isola sedimentaria al centro del Kattegat. La parte che ho curato personalmente è la sezione Systems. L’idea dell’intero capitolo è quella di strutturare un processo descrittivo che parta da un sistema complesso, come può essere quello del clima, da qualcosa di naturale come la temperatura, la densità, la pressione, e descriverlo con una sintassi complessa. Introducendo una sintassi, e quindi un linguaggio che decodifica e decostruisce, da qualcosa di naturale si arriva a qualcosa di artificiale. In questa fase artificiale si dispone di vaste quantità di dati, informazioni, punti, infinite nuvole di punti, ma che non sono ancora legati tra loro. Ecco che, andando oltre, dal campo artificiale esiste la possibilità di ritornare al naturale, almeno concettualmente, usando algoritmi generativi. Un algoritmo generativo da un linguaggio può generare espressione, creando un net-work, una rete di relazioni e inter-azioni nell’intera nuvola di punti. L’espressione generativa diventa infine la relazione ed il rapporto tra punti sciolti. Il capitolo Climate Systems descrive la massima e minima temperatura del 2011, 2012, 2013 in Laeso usando immagini elaborate da un programma. Queste immagini sono state prodotte accumulando e costruendo un archivio di dati, che è stato poi analizzato, decodificato e ogni informazione è stata trasportata in punti; successivamente usando algoritmi generativi per produrre immagini da nuvole di punti. 23
o
https://issuu.com/saichawalitanont/docs/the_atlas
o
25
GEOGRAPHIC-R Geographic-R(ome) non è tanto un progetto ma un indagine della geografia e della topologia della città metropolitana di roma e la sua comunicazione. Ogni immagine è prodotta utilizzando dati GIS, geographic information system. Questi dati sono essenzialmente pacchetti di informazioni vettoriali riguardo le altimetrie, i sistemi idrici e idrografici, la morfologia e litologia del terreno, gli usi del suolo, la demografia, i sistemi di flora e fauna, le infrastrutture e le ortofotografie storiche e contemporanee. Le immagini geografiche che risultano da questa indagine sono la sovrapposizione di differenti tra i layer appena elencati. Dunque le immagini non sono semplici immagini geografiche, ma topologie geografiche descrittive. Ogni immagine è così densa di informazini puntuali e generali che ad uno sguardo totale rappresentano la complessità della stratificazione del territorio e delle città. http://pietropecovela-labsf.tumblr.com/topology o
27
o
29
o
31
o
33
P
L
A
Y
S
C O M P R E S S E D F U N C T I O N A L I S M Plays (playgrounds), ispirato ai playground in Amsterdam di Aldo Van Eyeck, consiste in una serie di oggetti che generano tipologie di spazialità comprimendo l’architettura e la funzione specifica di un oggetto. Il progetto si concentra sulle relazioni ed interazioni che accadono tra soggetti ed attori in un ambiente in cui l’azione architettonica sia minima. Lo scopo è produrre meno architettura, meno separazioni e limiti, in modo da creare più progett-abilità, più possibilità di funzionalità per chi usa lo spazio: lo spazio si apre ai soggetti e alla possibilità, l’oggetto diventa un attrattore, una singolarità. Non si vuole intervenire quindi accompagnando un’azione, ma causarla, crearla, mettere in relazione le possibilità per l’accadere di qualcosa. Questo spazio esiste in termini di dinamicità e flessibilità di utilizzo. Ho condensato diverse funzioni in movimenti minimi e radicali, dis-assemblando per rilasciare, producendo funzionalità aperte. La serie è la specificità di questa linea di design progettuale, e quindi la ripetizione, la variazione e la differenza. L’idea è produrre serie di giochi e playgrounds che comprendono totem, sedute, rifugi, nascondigli. La tecnica costruttiva ed i materiali sono altrettanto minimi ed essenziali, così da porre l’accento sulla qualità e la durabilità dell’oggetto. o
35
o
37
SCENARIOS F
R
A
M
E
-
W
O
R
K
Frame-work è il progetto per una scenografia per l’Aarhus Theater festival. Il progetto nasce dalla collaborazione con una compagnia teatrale, che ha prodotto una performance ispirata dalla scenografia, quindi dall’architettura. Frame-work è un indagine riguardo le relazioni che accadono tra differenti elementi disposti nello spazio. Come in “Investigation in collective form” 1964 di Fumihiko Maki non esiste una sola soluzione di sviluppo spaziale, ma differenti. Una molteplicità di possibilità che possono accadere in uno scenario unico, coinvolgendo diverse condizioni. I frame sono progettati per creare spazialità e per ingaggiare spettatori, attori ed ogni altra cosa possa essere capace di intromettersi in questa relazione. L’interazione tra frames ed attori genera direzionalità ed interferenze, e quindi la scena, le sedute, le quinte. Il design è pensato per essere semplice e diretto, in modo da avere la possibilità di essere qualsiasi cosa o nulla ( una porta, una finestra, un muro, o solo un telaio come oggetto astratto). Il telaio è una struttura aperta composta da quattro piani fissati tra loro. Si prevedono quindi due tipologie di struttura. La tipologia in legno è pensata per essere una struttura temporanea, mentre quella in metallo è progettata per essere durabile nel tempo, e quindi ha l’ambizione di diventare un oggetto permanente nel paesaggio. Frame-work è stato progettato per funzionare in cluster da 3, 5 o 15 elementi. Le diverse situazioni non possiedono solo differenti relazioni e inter-connessioni spaziali in quanto oggetti architettonici in sè, ma anche in relazione agli attori e gli spettatori. Il progetto propone tre tipologie aggregative; lo scopo dell’indagine è la ricerca di una scena determinata dal cluster di frame. Specifiche azioni aggregative definiscono il rapporto di limite tra la scena e la platea. Il cluster-frame si sviluppa attraverso sequenze, serie, direzioni, densità, punti di fuga, pause, in modo da tradurre questi oggetti di scena in azioni, movimenti, atti. https://issuu.com/pietropecovela/docs/a_frame_work_high_res__1_ o
39
o
41
A C A B I N E T A Cabinet è una installazione, esposta alla triennale di Milano e nella biblioteca della Aarhus School of Architecture, che contiene i progetti finali dello studio Constructing an Archive. A Cabinet è composto da quattro elementi differenti, che sono stati condensati in un unica piattaforma di legno. Il progetto dell’installazione si concentra su una critica ed essenziale dicotomia: il digitale e l’analogico. La nostra proposta è stata una struttura in legno ad elementi incastrati che potesse ospitare oggetti appesi, incollati o posizionati. La struttura è indipendente dagli oggetti, ma questi erano le imposizioni e regole che abbiamo dovuto seguire e configurare durante l’intero processo. Coesistevano due processi differenti nel progettare questa struttura. Il primo era quello di progettare la forma e lo sviluppo dell’oggetto attraverso un programma, in modo da gestire differenti possibilità contemporaneamente ed avere un controllo parametrico su ogni singola parte dell’oggetto; all’interno di questo processo abbiamo anche stampato i differenti modelli. Il secondo è stato quello di adattare la struttura in modo specifico e puntuale durante il processo di costruzione, e cambiarla in relazione a necessità espositive, dimensionali ed economiche. Questo era precisamente lo scopo del processo in generale: disporre di un struttura parametrica flessibile ed adattativa che consentisse di realizzare cambiamenti e variazioni durante la fase costruttiva, così da ottenere immediatamente ed in ogni un condizione un oggetto completo. o
43
kshop
ne side
mester,
Team: Karin Hedquist Pietro Pecovela
Panwaad Chawa
Helene Bredgaa
[works included Materials:
ash, walnut, lind
Team: Irina Solop Angus James Hardwick Nella Maria Konnerup Qvist [works included: Irina Solop, Sarah Yates] Materials: concrete, birch plywood, steel, acetate, acrylic
Team:
Naima Callenbe
Gonzalo Rojas E
Claire Wanjiru B
Camilla Busk Wi
[works included Materials:
acrylic, aluminiu
Team: Pietro Pecovela Panwaad Chawalitanont Helene Bredgaard Garde Lind [works included: Karin Hedquist, Cabinet Process] Materials: ash, walnut, linden, thick tracing paper, �floats�, 3d printed models
Team:
Edvard Lindblom
Johan Ahl Eliass Cecilia Alvarez
[works to be inc Materials:
mdf treated wit
45
o
Karin Hedquist
o
47
TEMPORARY P U B L I C Temporary Public è un progetto del 2014 sviluppato all’interno del laboratorio di tecnologia architettonica del dipartimento di architettura di Ferrara. Il lotto è localizzato all’interno di un tessuto storico terremotato di una città padana, e deve contenere un edificio di programma misto pubblico e privato ( studentato, abitazioni temporanee, dormitorio, etc). La relazione con la pre-esistenza è un dialogo che non può raggiungere altro che una negazione; il progetto è un atto di separazione e di autonomia. La disposizione e la forma del progetto liberano lo spazio interno e le connessioni con l’esterno, così da aprire l’interno dell’edificio al moviento e alle attività. L’edificio sviluppa struttura e funzioni in modo aperto. Il piano terra non è definito da un uso specifico, ma si apre alla possibilità di usi pubblici e privati; è connesso alla strada attraverso una piega della facciata che conduce ad un primo spazio interno-esterno, oltre questo si accede al piano terra comune e dopo attravaerso una seduta continua si esce verso il giardino. In questo modo il piano terra è progettato per includere flussi e permanenze: la socialità e la funzionalità sono il punto focale. Nei piani superiori spazi intimi sono separati da un ambiente comune centrale. Il sistema strutturale dell’edificio è misto. Il progetto utilizza pannelli massivi in X-lam (pannelli di legno strutturali composti da diversi strati) verso le preesistenze, e una maglia strutturale composta da travi e pilastri per l’interno dell’edificio. La griglia strutturale interna permette al programma ed alle superfici di diventare flessibili orizzontalmente e verticalmente. Il sistema di facciata in rame riveste completamente l’edificio verso l’esterno e funziona come filtro luminoso e opaco. o
49
Sistema strutturale - composto da setti laterali in x-lam e una struttura interna puntiforme
piano terra
primo-secondo primo-secondo piano piano
Struttura scS 51 ra ed appogr o
ano terra
Sistema strutturale - composto da setti laterali in x-lam e una struttura interna puntiforme
piano terra
Pacchetti tecnologici principali - pareti port
Struttura scala - sospesa nella parte intenra ed appoggiataai lati
53
o
primo-secondo piano
N A O p NOMADIC
ABANDONING
OCCUPATION
PROJECT
NAOp è un’architettura senza programma e funzione, posizionato tra l’isola Hornfiskrøn e l’interno di Læsø, 57°1N 11°06E. Il progetto è stato sviluppato nel 2015 all’interno dello studio Costructing an Archive della Architecture School of Aarhus. La topologia dell’isola nell’isola è una texture frammentata e piatta di cespugli umidi, pozze di marea, sabbia, fango e formicai. Questa texture ripetitiva è impermanente a causa del costante aumentare e diminuire della marea. Il paesaggio è un orizzonte uniforme, vasto e rettilineo. All’interno di questa omogeneità lagunare si muove un terreno di molteplici arcipelaghi da cui emergono oggetti ed elementi. Immediatamente si è immersi in un luogo hyper-aptico. NAOp è una successione di cinque oggetti nel paesaggio lungo il percorso che conduce dal museo del sale al limite esterno dell’ Hornfiskrøn. Cosi come il paesaggio è una sequenza, così come il vagare e fluire di movimenti nomadici nel paesaggio è una sequenza, lo è anche l’architettura. In questa serie anche il singolo oggetto-installazione è una sequenza. Come è mostrato nelle sezioni l’installazione è una struttura aperta in cui l’aggregazione di pannelli e pilastri generano movimenti e direzionalità nello spazio. Questi provocano movimenti muscolari, in quanto il paesaggio, e così l’architettura, implicano l’uso del corpo per accedere e relazionarsi alla struttura. La relazione tra i pilastri a croce ed i pannelli (tatami) crea una griglia, una successione fluida di differenti celle e vuoti. Il programma per queste cinque installazioni-oggetti architettonici è un “non-programmed object-oriented-architecturing”. Un oggetto non programmato è definito, come il titolo del progetto illustra, da un processo di costante occupazione e abbandono. Questo significa che spetta ad ogni attore ( persona, animale, vegetale o elemento naturale) il come localizzare la sequenza di questi oggetti, il come occuparli, attivarli ed appropriarsene. Concettualmente il progetto non tende a definire “cosa c’è” attraverso un imposizione architettonica e programmatica, ma piuttosto “come è” un evento in quel luogo, in un punto.
https://issuu.com/pietropecovela/docs/pietro_pecovela_-_naop o
55
o
57
o
59
G - S I D E G-side è un progetto del 2016 sviluppato all’interno del laboratorio di restauro del dipartimento di architettura di Ferrara. Il progetto riguarda il rilievo e l’analisi del corpo di fabbrica di Palazzo Tassoni, e la proposta di un progetto di restauro architettonico. Palazzo Tassoni è un edificio del XIV secolo a Ferrara. E’ localizzato in Sant’Antonio in Polesine, un antica isola lungo il Po di Volano che durante il XV secolo è stata connessa alla città di Ferrara. Dopo che l’isola è stata annessa nelle vecchie mura sono iniziati una serie di progetti rinascimentali lungo tutta la città che hanno permesso all’attuale Palazzo Tassoni di svilupparsi. Come si può vedere dallo schema temporale sincronico, l’essenza di Palazzo Tassoni è una costante serie di addizioni di volumi, variazioni di forme, programmi, funzioni e orientamenti. La parte di edificio che è stata investigata in profondità è lo snodo tra la parte nobile e il blocco dei servizi, la sezione G. In questa parte si trova un passaggio molto importante chiamato la Galleria delle Muse, una sequenza di quattro camere voltate all’interno di un corpo di fabbrica di due piani. In questo passaggio si trovano diversi elementi architettonici importanti come le volte in arella, composte da una struttura in legno, arella, malte e gesso, ma anche elementi artistici come affreschi e sculture rinascimentali. Si è studiato in profondità le stratificazioni delle camere e la consistenza di ognuna delle parti della galleria, dai sistemi tecnologici delle volte, dei muri, dei solai alla composizione materica dei dipinti, degli affreschi e delle sculture. Successivamente si è dovuto definire in modo specifico tutte le cause del degrado che riguardavano la Galleria, quindi cedimenti strutturali, muffe, efflorescente, infiltrazioni, dilavamenti, umidità di risalita, così da comprendere come e dove operare per restaurare la Galleria e l’intero corpo di fabbrica. o
61
Spaccato assonometrico
Diagramma diacronico delle fasi costruttice Diagramma diacronico delle fasi costruttice
XVI
XVI
Seconda metà del XVI secolo
Seconda metà del XVI secolo
Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX secolo Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX secolo Dall’inizio del XIX secolovv alla metà del XIX
XVI secolo - La prima redazione del sopraelevamento di un piano dell’antica vinaia risale circa alla metà del XVI secolo. Le pareti dell’attuale prima stanza della XVI secolo - Lapresentano prima redazione del galleria delle Muse una buona sopraelevamento di un piano dell’antica vinaia (risale circa alla metà del XVI secolo. murarie rif 8, rif 9), che, trovando riscontro Le pareti stanza della nelle stanzedell’attuale successiveprima e nella parete galleria delle Musedipresentano una buona all’entrata permette formulare l’ipotesi di
PRIMA REDAZIONE VOLUMETRICA
PRIMA REDAZIONE VOLUMETRICA
PRIMA REDAZIONE PITTORICA
PRIMA REDAZIONE PITTORICA
un aula unica scandita da paraste decorate murarie ( rif 8, rif 9), che, trovando riscontro nelle stanze successive e nella parete sud è presente una anomalia nel passo all’entrata permette di formulare l’ipotesi di un aula unica scandita da paraste decorate dell’aula, suggerirebbe la posizione sudnella è presente una anomalia neltrova passo non seconda dove attualmente posto, non ci sono però tracce esterne che suggerirebbe posizione nedell’aula, confermano precisamente la la posizione la posizione. Esiste una tamponatura che non nella seconda dove attualmente trova ricondurrebbe ad una successione ritmica XVI posto, non ci sono però tracce esterne che delle apertura, ma questa non si trova nella ne confermano precisamente la posizione posizione precisa. la posizione. Esiste una tamponatura che ricondurrebbe ad una successione ritmica XVI delle apertura, ma questa non si trova nella Seconda metà del XVI secolo posizione precisa.
Dall’inizio del XIX secolovv alla metà del XIX
Seconda metà del XVI secolo
Dalla metà del XIX secolo al 1980
Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX secolo
Dalla metà del XIX secolo al 1980 Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX secolo Dall’inizio del XIX secolovv alla metà del XIX Dall’inizio del XIX secolovv alla metà del XIX Dalla metà del XIX secolo al 1980
QUARTA REDAZIONE PITTORICA QUARTA REDAZIONE PITTORICA
Dalla metà del XIX secolo al 1980
Rif 8
Rif 8
XVIII secolo aula viene ripartita in 4 stanze ( perizia del Guidetti) con due pareti in incannucciato (precedenti) e due in laterizio ( successive), tutte XVIIIterminate secolo con volte n incannucciato decorate, su centine lignee. Le decorazioni murarie vengono coperte con contropareti aula viene ripartita in 4 stanze ( perizia del Guidetti) con due dipareti laterizio in foglio ( e mezze teste edidue taglio che distanziano la in incannucciato (precedenti) in laterizio ( successive), nuova membrana dallavolte precedente). La necessità di indipendenza tutte terminate con n incannucciato decorate, su centine stabilitasi le nuove murarie funzionivengono ( nuclei abitativi, appartamenti) lignee. Lecon decorazioni coperte con contropareti genera l’addizione di (un corpo teste scala di chetaglio servache il piano primo,la di laterizio in foglio e mezze distanziano collegata da una porta sulla traccia di unadidelle quattro nuova membrana dallaaperta precedente). La necessità indipendenza stabilitasi con le nuove funzioni ( nuclei abitativi, appartamenti) adiacente (rif 10 ). Viene anche costruita illumina genera l’addizione di un corpo scala una che apertura serva il che piano primo, il disimpegno della galleria. collegata da all’imbocco una porta aperta sulla traccia di una delle quattro
adiacente (rif 10 ). Viene anche costruita una apertura che illumina il disimpegno all’imbocco della galleria.
SECONDA REDAZIONE VOLUMETRICA
Rif 9
XVI
SECONDA REDAZIONE VOLUMETRICA
Rif 9
XVIXVI XVI XVI Seconda metà del XVI secolo XVIXVI Seconda metà deldel XVI secolo Seconda metà XVI secolo Seconda metà deldel XVI secolo XVI metà XVI secolo XVISeconda Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX secolo Seconda metà deldel XVI secolo Seconda metà XVI secolo XVI Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX XVI Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX secolo secolo Seconda metà XVI secolo Seconda metà deldel XVI secolo Dall’inizio deldel XVIII all’inizio deldel XIX Dall’inizio XVIII all’inizio XIX Dall’inizio del XIX secolovv alla metà XVI secolo secolo del XIX Seconda metà del XVI secolodel XIX Dall’inizio deldel XVIII all’inizio Dall’inizio XVIII all’inizio del XIX Dall’inizio deldel XIX secolovv metà Seconda metà del XVI secolo alla Dall’inizio XIX secolovv alla metà secolo secolo deldel XIXXIX Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX Dall’inizio deldel XIX secolovv alla metà Dall’inizio XIX secolovv alla metà Seconda metà del XVI secolo secolo secolo Dalla metà deldel XIX XIX del XIX secolo al 1980 Dall’inizio XVIII all’inizio del XIX Dall’inizio deldel XIX secolovv alla metà Dall’inizio del XIX secolovv alla metà Dalla metà deldel XIX secolo aldel 1980 Dall’inizio del XVIII all’inizio XIX delsecolo XIX Dalla metà XIX secolo al 1980 del XIX secolo Dall’inizio del XIX secolovv alla metà Dall’inizio del XIX secolovv metà Dalla metà deldel XIX secolo alalla 1980 Dalla metà XIX secolo al 1980 del delDall’inizio XIXXIX del XVIII all’inizio del XIX secolo Dall’inizio metà Dalla metàdel delXIX XIXsecolovv secolo alalla 1980 del XIX
Rif 10
Rif 10
Solaio Varese Rif 11 Rif 11
Copertura naranzara arcarecci
pavimentazione
strato di allettamento
strato di allettamento
tavelle in laterizio
tavelle in laterizio
pendino centine
travetti in cemento armato precompresso
cannicciato Intonaco in gesso tavella in cotto muro di mattoni in folio
LAR B
Laboratorio di restauro dei monumenti A/A 2015/2016 Dipartimento di Architettura Università degli sudi di Ferrara
GRUPPO 07
Caterina Dallolio, Pietro Pecovela, France
Docenti: Marco Zuppiroli, Riccardo Dalla
murarie ( rif 8, rif 9), che, trovando riscontro nelle stanze successive e nella parete all’entrata permette di formulare l’ipotesi di un aula unica scandita da paraste decorate sud è presente una anomalia nel passo dell’aula,
suggerirebbe
la
posizione
non nella seconda dove attualmente trova posto, non ci sono però tracce esterne che ne confermano precisamente la posizione la posizione. Esiste una tamponatura che ricondurrebbe ad una successione ritmica PRIMA REDAZIONE VOLUMETRICA XVI XVI secolo - La prima redazione del delle apertura, ma questa non si trova nella sopraelevamento di un piano dell’antica posizione precisa. vinaia risale circa alla metà del XVI secolo. Le pareti dell’attuale prima stanza della galleria delle Muse presentano una buona Seconda metà del XVI secolo
PRIMA REDAZIONE PITTORICA
SECONDA REDAZIONE PITTORICA
murarie ( rif 8, rif 9), che, trovando riscontro nelle stanze successive e nella parete all’entrata permette di formulare l’ipotesi di un aula unica scandita da paraste decorate Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX sud è presente una anomaliasecolo nel passo dell’aula,
suggerirebbe
la
posizione
non nella seconda dove attualmente trova Dall’inizio del XIX secolovv alla metà posto, non ci sono però tracce del esterne XIX che ne confermano precisamente la posizione la posizione. Esiste una tamponatura che ricondurrebbe ad una successione ritmica XVI delle apertura, ma questa non si trova nella Dalla metà del XIX secolo al 1980 posizione precisa.
QUARTA REDAZIONE PITTORICA
Seconda metà del XVI secolo
XVIII secolo aula viene ripartita in 4 stanze ( perizia del Guidetti) con due pareti in incannucciato (precedenti) e due in laterizio ( successive), tutte terminate con volte n incannucciato decorate, su centine Dall’inizio del XVIII all’inizio del XIX lignee. Le decorazioni murarie vengono coperte con contropareti secolo di laterizio in foglio ( e mezze teste di taglio che distanziano la nuova membrana dalla precedente). La necessità di indipendenza stabilitasi con le nuove funzioni ( nuclei abitativi, appartamenti) genera l’addizione di un corpo scala che serva il piano primo, Dall’inizio del XIX secolovvda allauna metà collegata porta aperta sulla traccia di una delle quattro del XIX adiacente (rif 10 ). Viene anche costruita una apertura che illumina il disimpegno all’imbocco della galleria.
Rif 8
XX secolo - Nel 1856 iniziano i lavori di adattam a manicomio. Viene aperto un corridoio ( rif
e costruiti tramezzi in laterizio che costituiran La parete fondale viene demolita per l’accosta corpo di fabbrica collegato tramite una sca presenta la demolizione delle tramezzature, l’ della volta della prima stanza e parte della sec murario della prima stanza è stato ricondotto primitiva mentre nelle successive sono s esplorativi( rinvenendo le muse)
QUARTA REDAZIONE PITTORICA
Dalla metà del XIX secolo al 1980
Rif 9
Rif 8
SECONDA REDAZIONE VOLUMETRICA
TERZA REDAZIONE VOLUMETRICA
XVIII secolo aula viene ripartita in 4 stanze ( perizia del Guidetti) con due pareti in incannucciato (precedenti) e due in laterizio ( successive), tutte terminate con volte n incannucciato decorate, su centine lignee. Le decorazioni murarie vengono coperte con contropareti di laterizio in foglio ( e mezze teste di taglio che distanziano la nuova membrana dalla precedente). La necessità di indipendenza stabilitasi con le nuove funzioni ( nuclei abitativi, appartamenti) genera l’addizione di un corpo scala che serva il piano primo, collegata da una porta aperta sulla traccia di una delle quattro
XX secolo - Nel 1856 iniziano i lavori di adattam a manicomio. Viene aperto un corridoio ( rif
adiacente (rif 10 ). Viene anche costruita una apertura che illumina il disimpegno all’imbocco della galleria.
SECONDA REDAZIONE VOLUMETRICA
Rif 10
e costruiti tramezzi in laterizio che costituiran La parete fondale viene demolita per l’accosta corpo di fabbrica collegato tramite una sca presenta la demolizione delle tramezzature, l’ della volta della prima stanza e parte della sec murario della prima stanza è stato ricondotto primitiva mentre nelle successive sono s esplorativi( rinvenendo le muse)
TERZA REDAZIONE VOLUMETRICA
Rif 9
Rif 11
Rif 10
Solaionaranzara pavimentazione strato di allettamento tavolato in legno
Rifcantinelle 11 travetti in legno pannello di cartongesso trave composta (sei pezzi)
esco Tassinari
a Negra, Andrea Giannantoni
63
o
costruttice
galleria delle Muse presentano una buona
4
Spaccato assonometrico
FRAMED Framed è un progetto presentato per il concorso Castel Resort di YAC. Il contesto è definito da pochi specifici elementi: la topografia del sito, le rovine dell’antico castello Longobardo, Roccamandolfi, e il borgo, il sentiero che conduce ad esso e il paesaggio mediterraneo, con pini e prati che corrono sui monti vicini. . Il progetto si concentra su questo equilibrio artificiale e selvaggio, inquadrando e facendo emergere le sue componenti. Il progetto coinvolge il castello nelle parti che hanno mantenuto le funzioni dopo la sua distruzione; il borgo è ricostituito da un nuovo insediamento sospeso sulle poche rovine; il sentiero è esteso in modo da circondare il monte. La scelta di adottare un sistema costruttivo leggero in legno consente di stabilire un dialogo non competitivo con l’ambiente preesistente, interpretando in modo contemporaneo il dualismo tra un’architettura costruita per durare ed una invece effimera e temporanea. In questo modo l’impatto sul sito è minimo, consentendo l’assemblaggio delle parti direttamente nel luogo e la completa reversibilità dell’intervento. All’interno del castello vengono posizionati due padiglioni che evocano i volumi della antica chiesa di Santa Maria del Castello. All’interno della foresta il frame adatta la propria struttura alla morfologia del contesto, piegandosi per evitare le essenze arboree e creando una spazialità lineare aperta. I vuoti tra ognuno dei frame sono poi riempiti con volumi appoggiati e sospesi, che ospitano case sugli alberi (TH), spazi pubblici, una zona ristoro ed un centro benessere. Lo stesso processo è stato adottato per lo sviluppo del nuovo sentiero che corre lungo la parete di roccia proiettandosi verso la gola di Callora. Lungo la scarpata il sentiero si allarga creando una piccola piazza riparata sotto la quale è ospitato un rifugio-bivacco sempre aperto. 65
o
http://pietropecovela-labsf.tumblr.com/framed
o
67
o
69
o
71
C U R A T I N G ARCHIPELAGOS A R C H I V I N G XXIstCENTURY Curating Archipelagos - Archiving the XXIst Century è la ricerca e il progetto di tesi in museografia e allestimento sviluppata nel laboratorio di sintesi finale all’interno del dipartimento di architettura di Ferrara.
Che cos’è un museo contemporaneo? Non per quanto riguarda una pratica progettuale architettonica, ma rispetto alla critica, al programma e al ruolo che il contesto gli attribuisce. Il museo è un punto di espressione, riflessione, reazione urbana e sociale. Il tentativo di questa ricerca è delineare un’investigazione sul rapporto tra il museo contemporaneo e l’istituzione, tra il museo ed il potere, tra il museo e la propria autonomia. Se il nodo del museo moderno è stato il rendersi istituzione, la pratica del museo contemporaneo è invece la democratizzazione dell’intero sistema verso una critica radicale, alla ricerca di un luogo della performance per ogni rituale della cultura contemporanea. Il museo non è più il luogo dell’espressione della struttura del potere, non è il luogo della riappropriazione nostalgica del passato, non è il luogo dei manifesti: il museo contemporaneo è il luogo della conversazione e del conflitto. Questa tendenza implica un’espansione del significato e dell’interfaccia in relazione al contenuto, al programma ed alla sua autonomia para-museale. Il museo è un sistema di relazioni tra narrazione ed immersione, formazione ed allestimento, economia e socialità, legate in una forma passiva e neutrale. La ricerca si sposta dalla forma del museo al suo contenuto e gli elementi fondamentali dell’indagine diventano: l’arcipelago, l’attività curatoriale, e l’archivio. Il concetto di arcipelago esprime l’aumentare della variazione del programma all’interno del luogo del museo. L’attività del curare non è solo limitata ad un allestimento, ma si espande verso ogni parte che costituisce questo corpo – l’editoria, la formazione, la conversazione, l’immagine. Questo aspetto porta a mettere in discussione il luogo stesso del museo, come una sola delle possibilità curatoriali. Infine l’archivio è la forma, digitale e fisica, in cui il museo elabora la raccolta, l’accumulo, la pubblicità e l’accesso del proprio contenuto. L’istituto di storia e cultura dell’arma del genio in Roma è un museo che si sviluppa dalla prima metà del XX secolo, crescendo nella collezione e in volume. Il contenuto ed il programma del museo mostrano il limite della sola esposizione nel confrontarsi con il contesto urbano e culturale. Il progetto di questa ricerca è assemblare una modalità di riappropriazione dei contenuti, degli oggetti e degli spazi in un museo del XXI secolo. 73
o
http://pietropecovela-labsf.tumblr.com/curating-archipelagos-archiving-XXIst-century
o
75
o
77
o
79
o
81
o
83
P P
E
I
E C O
T V
E
R
L
O A
P O R T F O L I O 2 0 1 3 1 7 pietro.pecovela@gmail.com