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L’EDITORIALE di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar

Dalla critica alla proposta

el leggere l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia pubblicato sul Corriere della Sera di domenica primo ottobre, mi hanno colpito due frasi che, da un lato, contengono un pizzico di demagogia e di presunzione, ma dall’altro lato rispecchiano in larga parte la realtà, chiaramente con le dovute eccezioni. Ragionando in merito alle annose questioni irrisolte del nostro Paese (evasione fiscale, giustizia, migranti, liste di attesa, burocrazia) Galli della Loggia afferma che “nessun esponente politico si sente in dovere di parlare di qualunque cosa con reale cognizione di causa, di conoscere realmente i termini delle questioni”. E concludeva sostenendo che a queste discussioni, intavolate con l’unico obiettivo di criticare “non fatica a partecipare anche il più sprovveduto, anche il più impreparato, anche chi in realtà non ha nulla da dire, perché non sa nulla”. Ho riportato queste frasi, perché mi hanno fatto riflettere sul mio ultimo editoriale, dove accennavo ad alcune incongruenze della professione: una legislazione datata, una organizzazione interna delle farmacie spesso non in linea con i tempi, e la quasi impossibilità per i collaboratori di pensare ad una carriera inter-

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na all’azienda farmacia. Nel mio editoriale, dicevo, mi sono avventurato in alcune critiche rivolte a specifici aspetti che interessano la nostra professione. Non vorrei, tuttavia, essere considerato come quei politici, citati da Galli della Loggia, che parlano solo per criticare. Mi sono allora messo a pensare e, non senza una certa dose di spirito autocrico, ho provato a mettere in fila le diverse iniziative messe in campo dall’associazione che ho l’onore di presiedere. Per dirla con altre parole, ho voluto sincerarmi che le critiche da me avanzate nel precedente editoriale avessero davvero una funzione costruttiva e non solo “critica”. In effetti, Utifar sta lavorando ad un progetto di riordino della normativa da presentare alle nostre rappresentanze e sta confrontandosi con esperti per elaborare delle proposte valide e applicabili rispetto ad una migliore organizzazione interna delle farmacie e alla possibilità di valorizzare le professionalità dei collaboratori. Non si tratta di argomenti semplici da affrontare, lo sappiamo bene, ma il nostro ruolo di Società Scientifica è proprio questo: studiare e proporre soluzioni anche in merito alle questioni più difficili, scottanti e,

anche nel nostro caso, annose. Un ulteriore aspetto sul quale Utifar sta mettendo in campo iniziative concrete riguarda l’offerta dei servizi. Rispetto a questo tema, stiamo attraversando una fase di transizione cruciale sotto molti punti vista, non ultimo le differenti interpretazioni che ne danno le diverse Regioni e che portano ad una difformità territoriale difficile da accettare. Anche in questo ambito, essendo Utifar Società Scientifica, il nostro compito è studiare soluzioni concrete. La telemedicina, per esempio, apre nuovi orizzonti che sarebbe un peccato non cogliere in tutte le loro potenzialità. Portare la diagnostica più avanzata nelle farmacie del territorio tramite accordi e collaborazioni con le più importanti realtà di questo settore è senza dubbio un obiettivo al quale stiamo lavorando. Nei prossimi numeri di Nuovo Collegamento tratteremo, di volta in volta, un tema specifico in ambito di nuove applicazioni della telemedicina, per rendere concreta, intanto, la consapevolezza dei colleghi rispetto a questo nuovo e interessante orizzonte. Non tarderanno, anche in questo campo, proposte concrete da parte di Utifar.

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RIEPILOGO Articoli

4 La crisi in farmacia:

N. 5 | 2023 Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Marco Cavarocchi Giancarlo Esperti - Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti Luigi Pizzini - Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione Scientifica senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono

gli strumenti per non navigare a vista

Gli autori di questo numero:

Alessandro Fornaro, Giornalista e Farmacista. Docente di corsi universitari ed Ecm

10 Social network

serve un cambio di passo

Mancanza di medicinali l’appello di Utifar

Paolo Levantino Farmacista clinico e giornalista scientifico. Presidente Agifar Palermo e Consigliere nazionale Fenagifar

18 Muscoli con la C maiuscola 22 Gestione del dolore oncologico: team farmacista-medico

26 Correlazione parodontite

Rosalba Lombardo Product Specialist R&D Formulation Compounding presso ACEF Galenica

e patologie aterocardiovascolari

www.utifar.it - utifar@utifar.it Immagini Adobestock Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXIV n.5 - 2023 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione) Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate

UTIFAR

33 Pillole di galenica

Marzio Todisco Odontoiatra Esperto di chirurgia estetica dentale

34 Realtà galenica

di un farmacista rurale Intervista a Stefania Musenga

Beatrice Siciliano Laureanda in Triennale scienze Politiche alla LUISS

41 Il reagentario del 1800 42 CONSULENZE UTIFAR

Pietro Siciliano Docente Scuola di Galenica Utifar

FORMAZIONE

UTIFAR

LLa crisi in farmacia: gli strumenti per non navigare a vista

Si è svolto a Saturnia il corso Utifar dal titolo “Nuovi strumenti per contrastare la crisi di impresa in farmacia”, un focus sui diversi percorsi di pianificazione societaria, finanziaria e fiscale necessari per evitare situazioni di criticità. Il tutto con un occhio teso anche a fotografare lo scenario normativo attuale. Abbiamo intervistato Arturo Saggese, docente del corso.

empre più di frequente, anche la Farmacia incappa in episodi riconducibili a fattispecie di criticità che conducono a stati di crisi. Quali sono i fattori che portano a situazioni di crisi conclamata? Possono essere i più disparati. A mio parere, tuttavia, la superficialità (o la vera e propria assenza) di una qualunque forma di pianificazione (societaria, finanziaria e fiscale) resta un comune denominatore di tutte le fattispecie di crisi aziendale. 4

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Per il titolare di farmacia, diventa quindi fondamentale pianificare ogni aspetto della gestione d’impresa? Pianificare una azione, che si tratti di ambiti societari o finanziari, valutando scenari possibili e conseguenze è ormai un’azione irrinunciabile anche per al farmacia. È corretto partire da una analisi di quelli che sono gli strumenti che, anche di concerto con il proprio professionista di fiducia, bisogna utilizzare per affrontare un investimento (scenario circoscritto e a breve termine) o per pianificare il

futuro aziendale (scenario ampio e rimodulabile più volte nel tempo, all’occorrenza). A quali strumenti può fare ricorso il farmacista per pianificare un’azione? Restando agli strumenti di base, il primo da prendere in esame per na corretta pianificazione è il bilancio aziendale. Questo, come ben si sa, consta di più documenti, ciascuno dei quali utile ad una specifica analisi. Lo stato patrimoniale è una fotografia dinamica, muta di periodo in periodo ed esprime la patrimonializzazione della mia farmacia. Il conto economico esprime uno scenario a una certa data, in termini di risultato aziendale (utile o perdita) e mostra quali ricavi si conseguono e quali costi si sostengono in un determinato periodo. Nuovo COLLEGAMENTO

Intervista di Alessandro Fornaro

Il relatore del corso Utifar “Nuovi strumenti per contrastare la crisi d’impresa in farmacia” Arturo Saggese, commercialista e revisore contabile.

“datata” e non sempre utile a una valutazione, soprattutto quando va deciso un investimento in tempi rapidi. Basarsi su una informazione incerta, carente o troppo vecchia può causare delle difficoltà poi nel sostenimento di un certo investimento, soprattutto quando devo coinvolgere un istituto di credito. Il rendiconto finanziario mostra NELL’AMBITO DI UN l’andamento dei flussi di cassa PROCESSO DI in entrate e in uscita della mia PIANIFICAZIONE farmacia. OCCORRE Si potrebbe pensare: gioco fatAVERE to, ho tutto quanto mi occorre. TEMPISTICHE In realtà, la situazione è un po’ CERTE più complessa. Nell’ambito di un processo di pianificazione, infatti, occorre anche avere tempistiche certe e alle volte anche piuttosto ravvicinate. In questo senso, il bilancio tende ad arrivare sempre “dopo”. Ci sono da considerare infatti i tempi di consegna delle informazioni contabili al nostro consulente di fiducia e le tempistiche con cui lo stesso evade la contabilizzazione, portando poi alla redazione di un bilancio di esercizio. Questa discrepanza temporale, alle volte, porta al farmacista una informazione troppo Nuovo COLLEGAMENTO

E oltre ad un’attenta analisi del bilancio in ogni sua parte, quali altri strumenti ci sono? Un ulteriore strumento che dovrebbe andare in aiuto del farmacista (magari condividendo le informazioni con il proprio consulente) è il software gestionale della farmacia: questo, infatti, se correttamente utilizzato, fornisce informazioni di dettaglio, sia nel comparto vendite che in quello acquisti, evidenziando anche scontistiche e marginalità, con riferimento temporale fino al giorno di analisi. Inoltre, lo stesso ci dà informazioni utilissime, per esempio, per assumere decisioni in ordine alle politiche di acquisto di merci a magazzino, valutando dunque la rotazione delle merci, il tutto con un livello di analisi di dettaglio

che può spingersi alla singola referenza. Altro strumento utile alla valutazione di un investimento è poi il Business Plan. Questo, tante volte, viene richiesto dagli istituti di credito, al fine di valutare nel dettaglio la sostenibilità di un piano finanziario, quando si affronta un investimento. Provvede alla redazione dello stesso il professionista, di concerto con il titolare di farmacia e contiene informazioni contabili ed extracontabili: nello specifico si tende a costruire lo scenario numerico futuro della propria azienda, partendo di fatto da un conto economico prospettico. In tal modo si cerca di prevedere quello che potrà produrre in termini di redditività la propria farmacia, al fine di capire se porta o meno a sostenere l’investimento. Questo documento, che normalmente prende in esame i successivi 3-5 esercizi aziendali, va periodicamente revisionato, laddove dovessero intervenire variabili endogene o esogene alla realtà aziendale, che dovessero condizionarne la redditività. Il passaggio successivo è quello di capire, nell’ambito 5

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UTIFAR di questa disamina, il ruolo di terzi finanziatori, rispetto alla nostra realtà aziendale. E’ giusto approfondire i concetti di debito finanziario e commerciale, evidenziando quando la sovraesposizione al debito (soprattutto nel breve tempo) possa causare danni e cercando di capire come uscirne per tempo, con danni trascurabili o comunque accettabili. Quanto incide l’eventuale forma societaria assunta dalla farmacia nel prevenire o contrastare una crisi? Una corretta pianificazione passa, inevitabilmente, da una corretta scelta della forma di titolarità. Pianificare il futuro della farmacia (anche rispetto a un possibile passaggio di mano della titolarità) deve spingere il farmacista a costruire “su misura” la propria farmacia, valutando attentamente la forma giuridica più corretta rispetto anche, ad esempio, alla propria condizione familiare. La prima e più elementare forma di titolarità resta la ditta individuale; quindi titolare unico. Ricordiamo che in questa forma, la più tradizionale, permane un pizzico di innovazione: abbinando lo strumento della impresa familiare ex 230-bis, di fatto, si permette al familiare “non farmacista” di gestire (quasi) in forma associata l’azienda. Attenzione però: il collaboratore dell’impresa familiare non acquisisce alcuna forma di contitolarità; egli infatti può lavorare in azienda, a fronte del riconoscimento di 6

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una parte dell’utile (inferiore al pazione, trasferisce la titolarità 50 %), ma con obblighi previ- della propria farmacia in capo denziali a cui sottostare. al soggetto societario. La prima forma societaria (an- L’operazione in questione, fiche molto utilizzata al giorno scalmente, non produce effetti d’oggi) è quella rappresentata di sorta, trattasi infatti di una dalla società di persone (SS, operazione eseguita in neutraSNC, SAS). lità di imposta. Qui si esprime invece un Possono conseguire effetconcetto di titolarità in capo ti fiscali favorevoli in capo a un soggetto giuridico terzo al soggetto beneficiario del (seppur con determinate conferimento (la società) in caratteristiche in tema di quanto la normativa consente responsabilità), che attribuisce l’iscrizione del valore di avviadiritti e doveri a soci farmacisti mento della farmacia (pari al e non. La forma della SRL, più valore della “autorizzazione”) recente nella gestione della e al suo ammortamento di titolarità della farmacia priva- legge; pagando una imposta ta (dal 2017), differisce per le sostitutiva sul valore di avresponsabilità dei soci e per viamento pari al 12 %, si può la differente fiscalità e previaccedere anche all’ammortadenza. Anche nella scelta della mento fiscale e non solo civile. forma di titolarità, oltre che Tale beneficio può trarsi anche della strada che va percorcon l’operazione di fusione e di sa per arrivare a una forma scissione. societaria, occorre pianificare In sintesi, dunque, l’operadeterminati step e valutare zione di scissione prevede conseguenze che, necessaria- la divisione di una società in mente, condizioneranno anche due soggetti giuridici distinti, i risultati economico-finanziari l’operazione di fusione prevedella nostra farmacia. de la concentrazione in unico Detto ciò, la titolarità in capo a soggetto di più società titolari. una società passa il più delle Gli obiettivi delle due operavolte (salvo che non venga zioni possono essere, rispettiattribuita ab origine) per una vamente, il conseguimento di operazione societaria straoreconomie di scala mediante dinaria. la condivisione del personale su più sedi operative o la E quanto influisce la forma di separazione di sedi distinte titolarità nella fiscalità della destinate a soggetti diversi (ad farmacia? esempio due figli che vogliono L’operazione attraverso cui un seguire strade diverse) oppure si possa trasferire in capo a la separazione della attività un nuovo soggetto giuridico in di farmacia dalle altre attività forma societaria è l’operazione collaterali (esempio tipico lo di conferimento, ovvero l’ope- scorporo del ramo di azienda razione per la quale il titolare immobiliare). unico, in cambio della sottoLa trasformazione invece non scrizione di quote di parteciprevede il trasferimento di Nuovo COLLEGAMENTO

“I SINTOMI DEL RAFFREDDORE PEGGIORANO DI NOTTE?” VALUTA DI

AI PAZIENTI CON IL RAFFREDDORE . Gli unici prodotti medicinali che NON possono essere usati con VICKS VAPORUB sono quelli 1 contenenti derivati terpenici **. SOLLIEVO CONTRO I 1 SINTOMI DEL RAFFREDDORE 2 CHE PEGGIORANO DI NOTTE .

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UTIFAR titolarità ma solo il cambio di L’OBIETTIVO DELLA veste giuridica da società di PIANIFICAZIONE persone a società di capitali RIMANE (per inciso non cambia il codiL’OBIETTIVO ce fiscale). PRIMARIO Anche mediante la pianificaDELL’ zione della corretta operazioIMPRENDITORE ne straordinaria si possono CHE DOVRÀ adottare contromisure utili a CAMBIARE contenere la crisi, laddove, ad APPROCCIO: esempio, nella società titolare SMETTERE DI in stato di difficoltà dovesse NAVIGARE A entrare un nuovo socio che si VISTA! vuole non coinvolgere nella gestione del patrimonio immobiliare. Ulteriore strumento di pianificazione societaria è la holding di partecipazione che, a parere di chi scrive, garantisce una migliore fiscalità in sede di cessione, laddove un imprenditore sia orientato a operazioni di acquisto e vendita di quote di partecipazione.

Inoltre, può costituire un validissimo strumento agevolativo del passaggio generazionale della farmacia, anche in presenza di immobili strumentali a bilancio e di eredi non farmacisti. Cosa ci dice rispetto all’attuale quadro normativo e alle più recenti evoluzioni? Il nuovo Codice della Crisi di Impresa ha sostituito nel 2022 la vecchia Legge fallimentare. L’intento del legislatore è stato principalmente quello di semplificare la norma, garantendo certezza del diritto. Il perno su cui si basa la norma, a mio parere, resta l’adozione di adeguati sistemi di controllo interni alla azienda di carattere organizzativo, contabile e amministrativo.

Attenzione al fatto che questi dovranno essere adottati da tutti gli imprenditori (anche individuali): quindi anche dalla farmacia. Calandoci nelle nostre realtà, il titolare o l’amministratore di società titolare dovrà, di concerto con il commercialista (che avrà una nuova veste di consulente in questo senso), garantire l’adozione di questi nuovi assetti di controllo, con il fine unico di verificare e monitorare la sostenibilità del debito aziendale tenendo a mente un orizzonte temporale di almeno 12 mesi. Pertanto, l’obiettivo della pianificazione rimane l’obiettivo primario dell’imprenditore che dovrà cambiare approccio: il mantra deve essere; “Smettiamo di navigare a vista!”

Weekend formativo alle Terme di Saturnia, entusiasmo e tutto esaurito per la nuova proposta di Utifar Si è svolto al Grand Hotel Saturnia dal 21 al 24 settembre il corso Utifar dal titolo “Nuovi strumenti per contrastare la crisi in farmacia” tenuto dai docenti Arturo Saggese e Lorenzo Smerieri. Molti anche i giovani farmacisti che hanno partecipato all’evento, comprendendo l’importanza di una formazione mirata in materia di gestione della farmacia nei differenti ambiti di scelta imprenditoriale ai quali i titolari sono chiamati: societaria, finanziaria e fiscale. Il corso si è focalizzato anche sull’analisi della più recenti previsioni normative in materia. Nei momenti di relax gli ospiti hanno avuto modo di condividere questa esperienza, di accedere al parco termale e ai campi da golf, lasciandosi alle spalle un po’ di vita frenetica, dedicandosi al proprio benessere, momenti di rigenerazione utili per riprendere le attività lavorative con un nuovo slancio. Utifar ringrazia di cuore tutti i partecipanti per aver creduto in questa nuova proposta! 8

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Social network: serve un cambio di passo Dopo essere divenuti lo strumento indispensabile per le relazioni interpersonali e per la comunicazione aziendale, ora i social tradizionali sono nel caos. Altre piattaforme, in particolare Whatsapp, possono colmare la grande promessa mancata da Facebook: “connettere il mondo” o, almeno, le persone accomunate da esperienze di vita e interessi condivisi. Se ne è parlato a Marina di Ugento nell’ambito di Utifar Estate nel corso dal titolo “Dagli algoritmi all’intelligenza artificiale, come cambiano i social media e le nuove opportunità per la farmacia”.

a sbronza che - noi tutti - ci siamo presi, enfatizzando le potenzialità dei social network, sta forse per finire. Dopo essere divenuti, nell’arco di una quindicina di anni, lo strumento ritenuto indispensabile per le relazioni interpersonali e per la comunicazione aziendale, ora i social tradizionali sono nel caos, destinati forse a scomparire o, quantomeno, ad essere rimpiazzati. Twitter, il social più serioso, quello utilizzato quotidianamente da intellettuali, politici di grido e giornalisti per diffondere al mondo intero, in pochi stringati caratteri, il proprio pensiero illuminato, è nel caos. Dopo che Elon Musk ha comprato, strapagandola, la piattaforma, gli inserzionisti hanno 10

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ritirato gli investimenti e molti utenti influenti hanno lasciato il social o hanno dichiarato di volerlo fare. Donald Trump è invece tornato a twittare, dopo due anni di interdizione forzata e di vera e propria censura adottata dal social nei suoi confronti mentre era ancora il Presidente degli Stati Uniti, ma i suoi cigolii cadono sempre più nel vuoto. Facebook non se la passa meglio: il valore dell’impero di Mark Zuckerberg è diminuito di centinaia di miliardi di dollari e l’azienda ha di recente licenziato più di diecimila dipendenti. Anche la raccolta pubblicitaria è in difficoltà, mentre il progetto del metaverso sembra essere in stallo e la diffidenza nei confronti degli algoritmi, cuore e

cervello della piattaforma social network più famosa, cresce di giorno in giorno tra i suoi utilizzatori. Ma cosa è accaduto a questi due social, un tempo capaci di innescare le primavere arabe, di rovesciare consolidate dittature e ora divenuti spauracchio di molti e censori di idee ritenute scomode? Dove è finita la promessa di connettere il mondo intero, di garantire libertà di pensiero e opportunità comunicative illimitate ai privati cittadini, che si vedono sempre più oppressi da algoritmi che decidono per loro conto, e alle aziende costrette a pagare, pagare e pagare per dare una possibilità ai propri contenuti di essere visti dagli utenti? Nuovo COLLEGAMENTO

Ecm Utifar di Alessandro Fornaro Nato come strumento per fare crescere i propri contatti personali, ricollegandosi agli amici della scuola, a nuove persone con le quali condividere interessi o agli amici degli amici, in poco tempo è trasformato da strumento di contatto interpersonale a mezzo di comunicazione, utilizzato da privati ed aziende per diffondere informazioni, pensieri e notizie. Da rete di contatti, Facebook è via via mutato in uno strumento facile e gratuito per lo scambio di pensieri e informazioni di qualsiasi genere. La corsa al numero di contatti si è trasformata, poco a poco, in una corsa tesa a produrre contenuti che siano ascoltati, commentati e condivisi. Ci siamo abituati ad utilizzare i termini social network e social media come se fossero sinonimi, ma non lo sono o, almeno, non lo dovrebbero essere. Serve fare anche un poco di autocritica, a volte. Noi farmacisti abbiamo voluto cavalcare l’onda e abbiamo iniziato ad utilizzare Facebook per comunicare al pubblico le nostre specializzazioni, valorizzare le nostre competenze, offrire contenuti professionali informativi ed educativi. Nulla di sbagliato, anzi. Abbiamo cercato di infilarci tra gli amici degli amici per aumentare i contatti, sperando che la pagina Forse, la crisi dei social nasce della farmacia fosse visitata da da una loro contraddizione di fondo. Senza che ce ne rendes- persone interessate agli argosimo conto, abbiamo cambiato menti che abbiamo proposto. il modo di utilizzare queste piat- Abbiamo cercato di fidelizzare taforme, innescando una strana facendo informazione e cultura. Io stesso ho spinto affinché ciò mutazione, talmente sottile e avvenisse, nei numerosi corsi di graduale da non essere performazione proposti su questi cepita fino in fondo. Pensiamo argomenti. Insomma lo abbiaa Facebook, il social network mo utilizzato in maniera “sana”, che le persone nate nel secolo tra le mille difficoltà e delusioni scorso conoscono meglio.

DA SOCIAL NETWORK A SOCIAL MEDIA: UNA DIFFERENZA CHE NON ABBIAMO SAPUTO COGLIERE

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L’USO CHE SI FA DI FACEBOOK È CAMBIATO, PASSANDO DA ESSERE UN SOCIAL NETWORK IN GRADO DI CONNETTERE PERSONE, A DIVENIRE UN SOCIAL MEDIA, OVVERO UN MEZZO PER LA DIFFUSIONE DI IDEE E NOTIZIE

per trovare spazio in un vero e proprio social network. Ma guardiamoci ora. Colleghi con tanto di camice e caduceo che inventano siparietti comici in Instagram. Video sempre più mirati a richiamare l’attenzione e i like piuttosto che a trasmettere cultura e informazioni pertinenti alla nostra professione. Storie inviate dalla spiaggia per fare vedere che le creme solari protettive che vendiamo in farmacia funzionano davvero, sulla nostra pelle giovane. Ho visto di tutto, in questi ultimi anni, e me ne sono vergognato oltre che sentirmi, almeno in parte, responsabile per non avere saputo cogliere e denunciare per tempo la deriva. Mi si dirà: “I social sono cambiati, e abbiamo dovuto adeguarci ai nuovi linguaggi e alle nuove esigenze”. E’ vero! Se si vuole fare una comunicazione efficace, occorre presenziare i canali social media più alla moda, senza escludere Tik-Tok, ovviamente. Tuttavia, si era partiti non per fare social media, ma per fare social network. Ma la differenza è sottile, lo ammetto. E la tentazione di diventare influencer ha preso il posto della naturale propensione del farmacista ad accrescere il numero dei propri contatti e migliorare la qualità della comunicazione con le singole persone, pazienti o clienti che li si voglia chiamare.

I PASSAGGI DELLA TRANSIZIONE

Tornando all’evoluzione dei social, va detto che Twitter, nel 2006, fu il primo vero e proprio social media, sdoganando il concetto che il fulcro della comunicazione social non sono tanto i contatti interpersonali

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sparsi in tutto il mondo. Nel giro di pochi giorni sono nati - e continuano a nascere - nuovi canali di quotidiani, amministrazioni comunali, squadre di calcio, e via dicendo. Come trovarli? Al momento ma quando leggerete sarà con ogni probabilità diverso - potete trovare i canali offerti dalla piattaforma nella sezione Stato scrollando con il dito verso il basso. Avevamo appena terDue momenti durante il corso Ecm che si è svolto al Vivosa Apulia Resort di Marina di minato il corso “Dagli algoritmi Ugento in Puglia a fine agosto. all’intelligenza artificiale, come cambiano i social media e le che si possono costruire, ma le Ma se comprendo, e in parte nuove opportunità per la farmavolte che un proprio contenuto condivido, vista la deriva di cui cia” nell’ambito della settimana viene condiviso, nell’ottica di esabbiamo parlato, la necessità di di fine agosto di Utifar Estate in sere letto o visto da più persone abbandonare gli attuali social, Puglia, che è esplosa la corsa ai possibili. Instagram, nel 2010, e resto legato all’idea romantica di canali. Noi avevamo focalizzato la diffusione degli smartphones uno strumento che consenta di l’attenzione sull’utilizzo di Whathanno poi reso concreta questa rafforzare i legami tra le persone sapp Business, dei gruppi e delle definitiva trasformazione. Da e di crearne di nuovi. Per quanto liste broadcast per comunicare facilitatori delle connessioni riguarda la farmacia, resta con i propri clienti, riprendendo esistenti, i social sono definitiinalterata la naturale esigenza di e valorizzando quella funzione vamente divenuti a potenziali comunicare con le singole perdi network che avevamo colto strumenti di comunicazione, sone, al banco e al di fuori dal agli albori di Facebook. In effetti, trasformando gli obiettivi di chi banco, per consolidare il rapWhatsapp rappresenta una li usa. Se prima servivano per porto di fiducia e per trasmette- grandissima opportunità per la organizzare una festa di complere professionalità e informazioni comunicazione della farmacia. anno invitando i propri contatti, mirate. Ma come fare? Anzitutto, per la sua diffusione e gli amici che si erano persi di per il grande utilizzo che gli utenvista e creando nuove amicizie, ti ne fanno. Ma anche per il fatto ora servono per diffondere ai che, finalmente, possiamo essere quattro venti le proprie invettive indipendenti dagli algoritmi che su questo o quell’argomento di ci stanno tanto penalizzando discussione. Allo stesso modo, se su Facebook. Con Whatsapp prima servivano per organizzare possiamo tornare ad una coun evento in farmacia, invitanmunicazione mirata, tematica, do i propri clienti e cercando di interpersonale, non strillata. Non raggiungere nuovi contatti sulla In realtà, accanto alla lenta abbiamo bisogno di diventare base di interessi condivisi, ora agonia di alcuni social, stiamo virali, di fare i piccoli influencer, di servono a fare dire “Oh, ma hai assistendo ad un rapidissimo ricercare like e consensi. Comuvisto il dottore quante visuasviluppo di altri. Mi riferisco, in nichiamo con in nostri clienti, lizzazioni ha?”. E allora, se così particolare a Whatsapp, ormai punto. Possiamo, utilizzando stanno le cose, che fare? Per presente in ogni smartphone. l’applicazione Business, creare dirla con Ian Bogot, professoImitando gli sviluppi messi in cataloghi con listini e spiegaziore di Interactive Computing al campo negli anni da Telegram, ni di prodotti e servizi offerti in Georgia Insitute of Tecnology, UTILIZZANDO l’applicazione si sta trasforman- farmacia. Possiamo valorizzare “Per avvicinarci all’essenza della WHATSAPP do da mera chat per il dialogo le nostre specializzazioni e le vita social, dobbiamo imparare BUSINESS, interpersonale, a vero e proprio nostre competenze rivolgendodi nuovo a contenerla. Parlare POSSIAMO social network e social media. ci ad un pubblico selezionato. di meno, con meno gente e CREARE E’ solo da poche settimane che Una sorta di ritorno al passato, meno spesso. Non possiamo CATALOGHI sono nati i “canali” dove per insomma. Fintanto che durerà e rendere buoni i social. Possiamo E SPIEGARE prima la Rai, con Rai News 24, che le trasformazioni non modisperare che appassiscano e PRODOTTI E si è inserita per dare notizie in ficheranno l’attuale spirito della fare la nostra piccola parte nel SERVIZI OFFERTI tempo reale ai propri ascoltatori, piattaforma. Pronti per gestire i contribuire ad abbandonarli”. IN FARMACIA anzi, scusate, ai propri utenti postumi di un’altra sbornia.

LE ATTUALI POTENZIALITÀ DELLA COMUNICAZIONE ATTRAVERSO WHATSAPP

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n previsione dell’avvicinarsi della stagione invernale e di conseguenza di un probabile aumento delle patologie, soprattutto delle vie respiratorie, l’Unione tecnica italiana farmacisti (Utifar) richiama l’attenzione sulle prolungate assenze di medicinali essenziali che si verificano a livello nazionale nei consueti canali distributivi del farmaco e rivolge un accorato appello alle istituzioni di riferimento affinché si ponga rimedio ad una situazione diventata insostenibile e si faccia chiarezza su un fenomeno che ormai si è dimostrato essere non più transitorio ma, purtroppo, strutturale. La mancanza di farmaci di grande importanza terapeutica per il controllo di malattie croniche e di medicinali sintomatici di largo utilizzo, con particolare riferimento alle for-

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mulazioni pediatriche di antibiotici e antidolorifici, rendono non più rinviabile la necessità di affrontare in maniera decisa e concreta la situazione. “Bene ha fatto - commenta Eugenio Leopardi, Presidente Utifar - il Sottosegretario della Salute, On. Marcello Gemmato, ad istituire un tavolo con tutti i protagonisti della filiera, ma chiediamo di avere le giuste informazioni.” Infatti, le sempre più insistenti NON È PIÙ richieste di chiarimento che SOPPORTABILE il pubblico rivolge al proprio RIMANERE farmacista di riferimento meALL’OSCURO ritano risposte il più esaustive DELLE REALI possibile, sia in riferimento alle MOTIVAZIONI motivazioni di tali carenze, sia DELLE in relazione ai tempi necessari MANCANZE DI per ritornare alla normalità. MEDICINALI CHE Il farmacista è la figura profesSI RIPETONO sionale alla quale il cittadino ORMAI DA ANNI si rivolge per ottenere inforED IN MISURA mazioni e risposte concrete e SEMPRE attendibili circa ogni aspetto MAGGIORE

Professione a cura della Redazione che riguarda l’utilizzo e la disponibilità dei medicinali in commercio. Eugenio Leopardi dichiara che “Non è più sopportabile, per i farmacisti che l’Unione tecnica rappresenta e, più in generale, per tutti i colleghi che operano nelle farmacie territoriali, rimanere all’oscuro delle reali motivazioni delle mancanze di medicinali che si ripetono ormai da anni ed in misura sempre maggiore e dovere rimanere in silenzio davanti alle legittime richieste di chiarimenti da parte del pubblico”. “Anche per questo motivo - aggiunge Leopardi - ma primariamente per stimolare le istituzioni di riferimento a porre rimedio alle carenze in atto, Utifar si rivolge al Ministero della Salute, all’Aifa e a Farmindustria per chiedere chiarimenti sulle cause del problema e sui tempi previsti per la sua soluzione, in modo che i farmacisti possano relazionarsi in maniera univoca e credibile con i cittadini, i quali si trovano spaesati ed impotenti, avendo da una parte una prescrizione del medico e dall’altra l’impossibilità di attuare la terapia” “La situazione - conclude Leopardi - diventa ancora più difficile quando queste “non risposte” dobbiamo darle ad una mamma che cerca l’antibiotico, prescritto dal medico, per il proprio figlio”. Utifar si rende disponibile per offrire la massima collaborazione in merito ad ogni eventuale iniziativa di informazione e di formazione che le Istituzioni ritenessero necessario divulgare. 17

Muscoli con la C maiuscola Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista “The Journal of Nutrition”, ha valutato gli effetti della vitamina C sui muscoli, evidenziando che livelli più alti di questa importante vitamina corrispondono ad una maggiore massa muscolare scheletrica.

’è un momento, nella vita, nel quale il metabolismo rallenta, la produzione di testosterone diminuisce e i muscoli iniziano a perdere massa e forza. Per fortuna, tutto ciò non si manifesta da un giorno all’altro, lasciandoci l’illusione di essere ancora giovani e prestanti. È un processo lento quanto inevitabile che inizia dopo i 30 anni di età e che si È BENE manifesta, in tutta la sua cru- RICORDARE CHE, deltà, solo molti anni dopo. CON L’ETÀ, È dopo i 50 anni, infatti, che LE diventa sempre più complicato ARTICOLAZIONI mantenere un tono muscolaDIVENTANO re soddisfacente e adeguato. MENO Questo fenomeno, noto come FLESSIBILI E PIÙ sarcopenia, può portare a una VULNERABILI AGLI INFORTUNI serie di problemi, tra cui una

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maggiore fragilità, un rischio maggiore di cadute e fratture, e un declino delle prestazioni fisiche. Il fattore che più contribuisce alla sarcopenia è principalmente il declino del testosterone. Ma giocano un ruolo chiave anche alcuni aspetti legati allo stile di vita, come la la diminuzione dell’appetito, l’utilizzo di alcuni farmaci e la ridotta attività fisica. Ecco perché, già dopo i cinquanta anni sarebbe importante intraprendere un programma di allenamento dedicato alla prevenzione, mirato e completo, che permetta di stimolare la crescita muscolare e contrastare l’atrofia. Oltre all’allenamento, è importante anche seguire una dieta

sana e bilanciata, che fornisca al corpo tutti i nutrienti necessari per la crescita muscolare. Anzitutto, non vanno dimenticate le proteine ed eventualmente un’integrazione con aminoacidi appropriati: sono i mattoni dei muscoli, e sono necessarie per la loro riparazione e crescita. Inoltre, è bene ricordare al pubblico l’importanza di bere molta acqua per mantenere i muscoli idratati. È bene anche ricordare che, con l’età, le articolazioni diventano meno flessibili e più vulnerabili agli infortuni. Questo può rendere l’allenamento più difficile e rischioso ed è anche per questo motivo che sarebbe opportuno seguire programmi di allenamento mirati ed evitare il fai da te. Nuovo COLLEGAMENTO

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valutato gli effetti della vitamiIL RUOLO na C sulla massa muscolare e DELLA VITAMINA sulla forza muscolare in persone di età superiore ai 65 anni. C La prevenzione della sarcopenia è quindi fondamentale per mantenere un buono stato di salute e benessere. Accanto ad una attività fisica regolare e ad una dieta sana e ricca di proteine (agli utracinquantenni sono consigliati 1,2 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo al giorno) si sta facendo sempre più spazio l’utilizzo di integratori specifici. Tra questi, sembra ritagliarsi unruolo sempre più interessante la vitamina C. I risultati di una recente ricerca della University of East Anglia pubblicata sulla rivista “The Journal of Nutrition” ha infatti Nuovo COLLEGAMENTO

I ricercatori hanno scoperto che le persone con i livelli più alti di vitamina C nella dieta o nel sangue avevano una maggiore massa muscolare scheletrica stimata rispetto a quelle con i livelli più bassi. Inoltre, le persone con i livelli più alti di vitamina C avevano una maggiore forza muscolare delle gambe e delle braccia. È importante notare che si tratta di una ricerca di tipo osservazionale, il che significa che non può stabilire una relazione causale tra la vitamina C e la massa muscolare e la forza muscolare. Sono necessari ulteriori studi per confermare

I RICERCATORI HANNO SCOPERTO CHE LE PERSONE CON I LIVELLI PIÙ ALTI DI VITAMINA C NELLA DIETA O NEL SANGUE AVEVANO UNA MAGGIORE MASSA MUSCOLARE SCHELETRICA STIMATA RISPETTO A QUELLE CON I LIVELLI PIÙ BASSI

questi risultati e per determinare la quantità di vitamina C necessaria per ottenere questi benefici. Vale tuttavia la pena entrare più nel dettaglio dei risultati emersi. Lo studio ha coinvolto oltre 13.000 persone che hanno partecipato al British Regional Heart Study. I partecipanti hanno compilato un questionario sulla loro dieta e hanno avuto misurato i livelli di vitamina C nel sangue. La massa muscolare e la forza muscolare sono state misurate utilizzando tecniche di diagnostica per immagini. I ricercatori hanno scoperto che le persone con i livelli più alti di vitamina C nella dieta o nel sangue avevano una maggiore massa muscolare 19

Vitamine Muscoli con la C maiuscola

scheletrica stimata rispetto a quelle con i livelli più bassi. Inoltre, le persone con i livelli più alti di vitamina C avevano una maggiore forza muscolare delle gambe e delle braccia. In particolare, le persone con i livelli più alti di vitamina C nella dieta avevano una massa muscolare scheletrica stimata superiore del 4% rispetto a quelle con i livelli più bassi. Inoltre, le persone con i livelli più alti di vitamina C nel sangue avevano una maggiore forza muscolare delle gambe superiore del 5% e una maggiore forza muscolare delle braccia superiore del 3% rispetto a quelle con i livelli più bassi. Pur non trattandosi di differenze elevate, i ricercatori hanno concluso che la vitamina C può svolgere un ruolo importante nel mantenimento della massa muscolare e della forza muscolare nelle persone anziane. Negli ultimi anni, altre ricerche avevano iniziato a esplorare il potenziale ruolo della vitamina C nella salute muscolare. Alcuni studi avevano già suggerito che la vitamina C può aiutare a proteggere i muscoli dallo stress ossidativo e dal declino muscolare associato all’età. In effetti, la vitamina C è un antiossidante che aiuta 20

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a proteggere le cellule dallo stress ossidativo. Lo stress ossidativo è un processo che può danneggiare le cellule e contribuire al declino muscolare. La vitamina C è anche necessaria per la produzione di collagene, una proteina che fornisce struttura e sostegno ai muscoli. Il declino della produzione di collagene è un fattore che contribuisce al declino muscolare associato all’età. Inoltre, la vitamina C è coinvolta nella regolazione di alcuni geni che sono importanti per la crescita e la riparazione muscolare. Forse, potrebbe apparire eccessivo consigliare un integratore alimentare a base di questa vitamina con l’unico obiettivo di contrastare la sarcopenia e aiutare le persone ultracinquantenni a mantenere un adeguato tono muscolare. Tuttavia, se consideriamo che essa svolge un ruolo importante in una varietà di funzioni corporee, tra cui la produzione di collagene, la funzione immunitaria e la protezione dai radicali liberi, possiamo considerare le evidenze emerse nel recente studio osservazionale che abbiamo analizzato come un motivo in più per valutarne il suo utilizzo anche in questo ambito.

I consigli che il farmacista può fornire ai propri clienti ultracinquantenni che vogliono mantenere un tono muscolare: • Seguire un programma di allenamento regolare, che includa esercizi di forza, resistenza e cardiovascolare. • Fare almeno 2-3 allenamenti a settimana, se possibile rivolgendosi a personale competente. • Seguire una dieta sana e bilanciata, ricca di proteine. • Bere molta acqua. • Valutare un’integrazione alimentare personalizzata.

Riferimenti • Khan, M. A., Patel, S., Khatri, P., & Patel, S. (2023). Vitamin C intake and muscle mass and strength in older adults: a prospective cohort study. The Journal of Nutrition, 153(7), 20392046.

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Gestione del dolore oncologico da parte di un team farmacista-medico Il prezioso contributo dei farmacisti nel miglioramento degli esiti del dolore

a disponibilità di una gamma più ampia di opzioni terapeutiche per il cancro ha portato a una migliore efficacia del trattamento. In particolare, il tasso di sopravvivenza a 5 anni tra i pazienti con tumore avanzato è aumentato in modo significativo, determinando un notevole aumento dei pazienti che convivono con il tumore per periodi prolungati. Nonostante questi progressi, i pazienti affetti da cancro in stadio avanzato sperimentano spesso dolore che richiede analgesici oppioidi. Sulla base di una revisione completa della letteratura negli ultimi 40 anni, il 64% dei pazienti con cancro avanzato o metastatico sperimenta dolore, percentuale che sale al 59% tra quelli sottoposti a trattamento antitumorale. 22

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Inoltre, un terzo dei pazienti avverte dolore dopo aver ottenuto la guarigione del tumore stesso. COMPROMISSIONE DI COMFORT E QUALITÀ DI VITA DEL PAZIENTE ONCOLOGICO Il dolore oncologico compromette il comfort del paziente e ha un impatto profondo sulle sue attività quotidiane, sui rapporti con la famiglia e gli amici e sulla qualità generale della vita. Prove emergenti suggeriscono che le cure palliative precoci ed efficaci, inclusa la gestione completa del dolore, sono strettamente associate a un miglioramento della qualità della vita e dei risultati di sopravvivenza per i pazienti affetti da cancro.

UNA METANALISI HA DIMOSTRATO CHE IL COINVOLGIMENTO DEL FARMACISTA NELLA GESTIONE DEL DOLORE DA CANCRO HA RIDOTTO IN MODO SIGNIFICATIVO L’INTENSITÀ DEL DOLORE, MINIMIZZATO GLI EFFETTI AVVERSI

I FARMACISTI CLINICI ATTRAVERSO L’EDUCAZIONE DEL PAZIENTE E UNA MIGLIORE COMUNICAZIONE RIDUCONO IL DOLORE ONCOLOGICO Gli studi clinici hanno evidenziato il prezioso contributo dei farmacisti nel miglioramento degli esiti del dolore attraverso una migliore comunicazione, valutazione del dolore ed educazione del paziente. In particolare, una metanalisi, condotta da Shrestha et al., ha dimostrato che il coinvolgimento del farmacista nella gestione del dolore da cancro, che include la revisione dei farmaci, l’educazione del paziente, il monitoraggio e la gestione delle reazioni avverse ai farmaci (ADR), la fornitura Nuovo COLLEGAMENTO

SALUTE E BENESSERE di Paolo Levantino

di raccomandazioni farmacologiche e la valutazione del dolore, ha ridotto significativamente l’intensità del dolore, minimizzato gli effetti avversi e migliorando la qualità di vita del paziente. ANALISI COSTO-EFFICACIA DELL’IMPLEMENTAZIONE DEL FARMACISTA NEL TEAM MULTIDISCIPLINARE DEL DOLORE Tuttavia, va notato che la partecipazione dei farmacisti alla gestione del dolore da cancro può aumentare il costo dei servizi di visita dei pazienti, aumentando così il peso complessivo della malattia per i pazienti. È stato così condotto uno studio clinico che permettesse di Nuovo COLLEGAMENTO

valutare il rapporto costo-efficacia dell’integrazione dei farmacisti nel team responsabile della gestione del dolore da cancro. Da febbraio 2018 a marzo 2020, sono stati inclusi 100 pazienti che hanno visitato la clinica per il dolore articolare da cancro presso l’ospedale Xiangya della Central South University. Questi pazienti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo di controllo o di intervento. Il gruppo di controllo ha ricevuto servizi ambulatoriali regolari da un medico, mentre il gruppo di intervento ha ricevuto servizi ambulatoriali regolari da un medico e una formazione sui farmaci fornita da un farmacista. Lo studio ha considerato vari costi diretti, tra cui le spese per i farmaci, i servizi

ambulatoriali medico-farmacisti, la gestione degli eventi avversi, le consultazioni, gli esami e le riammissioni. Gli indicatori di risultato considerati erano il tasso di controllo del dolore da cancro e la riduzione dei punteggi del dolore. TEAM MEDICO-FARMACISTA PORTA A UN MIGLIOR CONTROLLO DEL DOLORE Nell’analisi di base, il gruppo medico-farmacista ha dimostrato una maggiore aderenza del paziente e un migliore controllo del dolore da cancro. L’analisi del modello dell’albero decisionale ha supportato in modo schiacciante il gruppo medico-farmacista come opzione superiore per la gestione del dolore da cancro. 23

SALUTE E BENESSERE Gestione del dolore oncologico

RIDUZIONE DEI COSTI PER IL PAZIENTE Il costo per persona nel gruppo di intervento è stato di 165,39 dollari, mentre nel gruppo di controllo è stato di 191,1 dollari per persona. Durante l’analisi di sensibilità, i costi associati alla riammissione in ospedale dei pazienti del gruppo di controllo sono emersi come il fattore più influente, seguiti dai costi sostenuti dai pazienti nell’autogestione.

NEL GRUPPO DI INTERVENTO, I FARMACISTI HANNO EDUCATO ATTIVAMENTE I PAZIENTI SULL’USO DEI FARMACI RENDENDOLI CONSAPEVOLI DELLE POSSIBILI ADR CHE POTREBBERO VERIFICARSI DURANTE IL TRATTAMENTO 24

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MIGLIOR CONTROLLO DELLE ADR In questo studio, l’incidenza delle ADR è stata maggiore nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo. Questa differenza potrebbe essere attribuita all’approccio proattivo del gruppo di intervento, che ha utilizzato WeChat per segnalare immediatamente le ADR ogni 3 giorni. Questo reporting regolare ha contribuito a mitigare i pregiudizi causati dalla dimenticanza. Al contrario, i pazienti del gruppo di controllo venivano visitati solo una volta ogni 2 settimane e spesso dimenticavano di segnalare le ADR in assenza di promemoria, con conseguente potenziale perdita di dati. La consapevolezza dei pazienti riguardo alle ADR è generalmente bassa. Nel gruppo di intervento, i farmacisti hanno educato attivamente i pazienti sull’uso dei farmaci, rendendoli consapevoli delle possibili ADR che potrebbero verificarsi durante il trattamento.

VARIABILE

GRUPPO INTERVENTO

GRUPPO CONTROLLO

Aderenza

Costo ($)

165,39

191,1

Controllo del dolore da cancro

Gli autori concludono che “la collaborazione medico-farmacista può contribuire a migliorare i risultati dei pazienti e a un migliore utilizzo delle risorse sanitarie, rendendola un’opzione favorevole in termini di rapporto costo-efficacia”. Fonti: • Swarm R. A., Paice J. A., Anghelescu D. L., Are M., Bruce J. Y., Buga S., et al. (2019). Adult cancer pain, version 3.2019, NCCN clinical practice guidelines in oncology. J. Natl. Compr. Canc Netw. 17 (8), 977–1007. 10.6004/jnccn.2019.0038 • van den Beuken-van Everdingen M., de Rijke J. M., Kessels A. G., Schouten H. C., van Kleef M., Patijn J. (2007). Prevalence of pain in patients with cancer: A systematic review of the past 40 years. Ann. Oncol. 18 (9), 1437–1449. 10.1093/annonc/ mdm056 • Adam R., Bond C., Murchie P. (2015). Educational interventions for cancer

pain. A systematic review of systematic reviews with nested narrative review of randomized controlled trials. Patient Educ. Couns. 98 (3), 269–282. 10.1016/j. pec.2014.11.003 • Shrestha S., Blebil A. Q., Teoh S. L., Sapkota S., Kc B., Paudyal V., et al. (2023). Clinical pharmacists’ intervention on pain management in cancer patients (PharmaCAP trial): Study protocol for a randomized controlled trial. J. Pharm. Policy Pract. 16 (1), 14. 10.1186/ s40545-022-00505-0 •N Shrestha S., Kc B., Blebil A. Q., Teoh S. L. (2022). Pharmacist involvement in cancer pain management: A systematic review and meta-analysis. J. pain 23 (7), 1123–1142. 10.1016/j.jpain.2022.02.002 • Lu X, Zhang L, Huang H, Wu X, Wang Z, Huang L, Li J, Yu H, Zhang H, Xiao J. Therapy by physician-pharmacist combination and economic returns for cancer pain management in China: a cost-effectiveness analysis. Front Pharmacol. 2023 Aug 4;14:1073939. doi: 10.3389/fphar.2023.1073939. PMID: 37601047; PMCID: PMC10436594.

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CCorrelazione

parodontite e patologie aterocardiovascolari Evidenze, prevenzione e consiglio in farmacia

Sono ormai molte le evidenze che associano in modo bidirezionale malattia parodontale e patologie cardiovascolari. Come si evince dalla letteratura, i pazienti con parodontite arrivano ad avere anche il doppio di probabilità di sviluppare un evento acuto, soprattutto infarto del miocardio o ictus ischemico.

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a questione non è certo nuova. Già nel 1989, infatti, Syrjänen et al. esplorarono la relazione tra salute orale e ictus. I risultati mostrarono un’associazione importante tra ictus ischemici e infezioni orodentali, soprattutto nella popolazione maschile. Questo studio aprì le porte ad una serie di report e, negli ultimi vent’anni, un crescente numero di studi clinici, di revisioni sistematiche con metanalisi, di studi caso controllo, di coorte ed epidemiologici hanno messo in risalto Nuovo COLLEGAMENTO

Ricerca scientifica di Marzio Todisco

VA RICORDATO CHE SIA LA PARODONTITE SIA LE PATOLOGIE CARDIO VASCOLARI PROGREDISCONO ANCHE IN TOTALE ASSENZA DI SINTOMI

l’associazione tra le infezioni croniche orali (in particolare la Parodontite) e le patologie cardiovascolari. Un significativo lavoro è stato pubblicato nel 2003 dalla Harvard University dopo uno studio di coorte su una popolazione di oltre 40.000 pazienti seguiti per 12 anni i cui risultati hanno portato ad una associazione positiva tra parodontite/ridotto numero di denti e Ictus ischemico. Successivamente, Holmlund et al., dopo uno studio su oltre 7.600 soggetti, hanno messo in evidenza un maggior

Nuovo COLLEGAMENTO

tasso di mortalità per malattie caridovascolari tra coloro che avevano meno 10 denti rispetto a coloro che ne avevano più di 25.

Il controllo della parodontite come pilastro della prevenzione Ma qual è il nesso tra queste due condizioni, una estremamente debilitante e l’altra potenzialmente letale? Anzitutto va ricordato che, come ben sappiamo, sia la

parodontite, sia le patologie cardiovascolari, essendo patologie croniche infiammatorie, progrediscono anche in totale assenza di sintomi sino al possibile evento acuto. Detto questo, il rapporto di causalità tra le due condizioni sembra derivare dal ruolo svolto dall’infiammazione sistemica nella patogenesi dell’aterosclerosi e delle patologie cardiovasolari in generale. La risposta infiammatoria nei tessuti parodontali si caratterizza per la produzione di mediatori infiammatori ed enzimi come la proteina C-reattiva 27

Ricerca scientifica Correlazione parodontite patologie aterocardiovascolari

Evidenze Epidemiologiche

(CRP), interleuchine (IL-6, IL-8, IL-1ß), TNF-ą, fibrinogeno, metalloproteinasi e via diecendo. L’aumento delle citochine infiammatorie sembra avere un’influenza determinante sull’infiammazione sistemica, ritenuta, quest’ultima, tra i protagonisti nella patogenesi dell’aterosclerosi. Molti studi hanno mostrato che la parodontite drena batteri nel circolo sanguigno procurando batteriemie. È acquisito il fatto che batteri parodontopatogeni siano presenti nelle lesioni ateromatose. Inoltre, il DNA dei patogeni parodontali è stato identificato nei tessuti aterotrombotici inducendo il forte sospetto che i batteri parodontali e il loro fattore di virulenza svolgano un ruolo nella patofisiologia dell’aterosclerosi. 28

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La flora batterica orale rappresenta, nel corpo umano, un microbiota complesso secondo solo a quello del sistema gastro-intestinale. A fronte di queste evidenze, viene dunque da chiedersi se e come e come, con il controllo della malattia parodontale, si possa ridurre. Gli studi, in effetti, hanno evidenziato come dopo terapia parodontale i markers tipici dell’infiammazione e delle malattie cardiovascolari si riducono drasticamente rispetto a soggetti non trattati. Occorre tuttavia sottolineare che la riduzione dei markers, sebbene certa, è dimostrata avvenire a distanza di qualche mese dalla terapia parodontale per questioni legate ad una reattività flogistica post-intervento.

I pazienti ammalati di parodontite manifestano: • patologia cardio-vascolare subclinica: disfunzione endoteliale misurata con il test di dilatazione flusso-mediata (FMD), rigidità delle pareti arteriose e aumento dello spessore dell’intima carotidea con elevato score di calcificazione; • aumentato rischio coronarico e quindi di infarto ed eventi cerebrovascolari; • rischio di frequenti batteriemie causate dall’entrata in circolo di specie batteriche orali; • elevati livelli di fibrinogeno con aumento del rischio trombotico; • dislipidemia con particolare riferimento ai livelli di colesterolo LDL, VLDL, trigliceridi; • tendenza all’iper-glicemia cronica e sviluppo diabete tipo 2; • condivisione di fattori genetici con le malattie cardiocircolatorie; Un Consensus Report internazionale pubblicato nel 2020 indica che, indipendentemente dagli altri fattori di rischio, la terapia parodontale riduce la progressione delle malattie cardiovascolari.

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Ricerca scientifica Correlazione parodontite patologie aterocardiovascolari

I consigli che possono aiutare la prevenzione Ai pazienti con malattie cardiovascolari dovrebbe essere chiesto se sono presenti segni e/o sintomi di parodontite, come: 1. sanguinamento gengivale durante le manovre di igiene orale o anche spontaneo; 2. alitosi; 3. mobilità dentaria;4. apertura di spazi tra i denti; 5. gonfiori associati a sensibilità gengivale e/o dentale; 6. perdita di denti o ridotto numero di denti. I pazienti con parodontite dovrebbero essere informati che: 1. la condizione può avere un impatto negativo sul decorso delle malattie cardiovascolari e aumentare il rischio di eventi acuti come l’infarto del miocardio e l’ictus; 2. la terapia parodontale, riducendo i livelli di infiammazione sistemica, aiuta a mantenere in salute il sistema cardio-vascolare; 3. lo screening di parodontite svolto da un odontoiatre permette di intraprendere precocemente un’opportuna terapia.

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Il consiglio in farmacia

Per approcciarsi ad un corretto consiglio in farmacia, occorre sempre tenere presente che l’associazione tra queste due condizioni è bidirezionale. Parodontite e malattie cardiovascolari condividono molti fattori di rischio alcuni non modificabili, come il genere maschile, l’età e la capacità di reazione individuale del sistema immunitario; altri invece modificabili rispetto ai quali il consiglio del farmacista può tornare utile. Tra questi, l’ipertensione, le dislipidemie, l’alterazione del metabolismo glucidico, il diabete tipo 2 e la disfunzione endoteliale. Ma si può agire anche a livello dello stile di vita, dove il consiglio torna più facile e può avere un ruolo centrale nel correggere comportamenti errati come l’eccessivo aumento del peso corporeo, il fumo, il consumo di alcol e la sedentarietà. Il controllo dei fattori di rischio modificabili è di fondamentale importanza per evitare diagnosi tardive e prognosi infauste o negative in termini di qualità della vita.

Il ruolo dei batteri La parodontite è una malattia cronica infiammatoria primariamente indotta in risposta ad un gruppo di batteri ben conosciuti con una predominanza di Gram-negativi anaerobi come Porphyromonas gingivalis, Aggregatibacter actinomycetemcomitans, Tannerella forsythia, Treponema denticola, tutti presenti in un biofilm sottogengivale. L’alterazione qualitativa e quantitativa della composizione batterica del biofilm si traduce in una risposta immunoinfiammatoria distruttiva per i tessuti di sostegno dei denti (il cosiddetto Periodontal Breakdown).

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nella gestione dell’atrofia vulvovaginale

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’atrofia vulvovaginale è un disturbo genito-urinario che compare con maggiore frequenza dopo la menopausa e include sintomi come secchezza, irritazione, prurito, bruciore e dispareunia. In post-menopausa, la carenza di estrogeni determina una riduzione del flusso sanguigno e un assottigliamento del tessuto vaginale che perde così elasticità e resistenza. Inoltre, il basso livello di estrogeni può causare una diminuzione del numero di lattobacilli con conseguente aumento del pH vaginale. L’ossitocina è un ormone di natura proteica che agisce anche come neurotrasmettitore; il suo ruolo principale è quello di stimolare la contrazione uterina e il flusso del latte dal seno. Nel trattamento dell’atrofia vulvovaginale, l’applicazione locale di ossitocina è stata esaminata con risultati molto promettenti per quanto riguarda la riduzione dei principali sintomi legati alla patologia. Nuovo COLLEGAMENTO

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MODUS OPERANDI Portare a fusione WITEPSOL H 15 e TEGO SMO (S. 80) a bagnomaria, continuando ad agitare lentamente. A parte solubilizzare METIMAZOLO nella minima quantità di ACQUA DEPURATA. Levigare con la minima quantità di base lipofila fusa, aggiungere la restante quantità secondo il metodo delle diluizioni progressive e misce-

lare fino ad ottenere composto omogeneo. Mescolare, lasciar raffreddare (fino ad una viscosità ottimale) e versare negli stampi. Lasciare raffreddare e rimuovere eventuali eccessi. Confezionare ed etichettare. PACKAGING STAMPI IN STRISCE PER 10 SUPPOSTE DA g 1 ACEF.

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Rubrica Interviste ai farmacisti rurali Terza puntata

Realtà galenica di una farmacista rurale Intervista a Stefania Musenga

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Il nostro viaggio alla scoperta di colleghi che operano in realtà rurali continua. Le farmacie di cui ci occupiamo sono delle realtà farmaceutiche situate in piccoli centri e che rappresentano, anche con la loro attività galenica, un punto di riferimento per il tessuto sociale territoriale. La galenica rappresenta l’ultimo baluardo professionale di nostra esclusiva competenza. Cerchiamo di custodirla con le dovute attenzioni. Valorizziamo i colleghi che magari con un metro di neve nelle strade salgono su un trattore per consegnare una necessaria bombola d’ossigeno o un farmaco urgente a qualche chilometro di distanza. Ritornando allegoricamente alle parole di una famosa canzone “col trattore in tangenziale andiamo a comandare” ovvero a farci apprezzare per quelle competenze, quali professionalità, prossimità e sostegno al paziente, che ancora fanno parte del nostro bagaglio. In questa breve intervista conosciamo da vicino la dottoressa Stefania Musenga, la sua farmacia, il suo impegno instancabile verso gli abitanti del territorio e la passione insaziabile per la galenica. Nuovo COLLEGAMENTO

PROFESSIONE FARMACISTA di Beatrice e Pietro Siciliano

nel piccolo comune molisano di Campochiaro che si trova la Farmacia Musenga di Stefania Musenga. Riusciamo a scambiarci una piacevole chiacchierata, scoprendo i dettagli della sua professione, dei suoi interessi e della sua instancabile e appassionata attività.

Così sono salita su un trattore e ho portato una bombola d’ossigeno presa a Campobasso fino a Campochiaro. È in queste occasioni che si comprende come la farmacia rurale abbia un’importanza straordinaria soprattutto nelle situazioni estreme.

Raccontaci di te: come sei diventata titolare della farmacia? Ho acquistato la farmacia nel 2011, divenendone titolare e attualmente lavoro in compagnia di una collega, che mi affianca con un orario part-time. Prima di acquistare la farmacia, ho lavorato per alcuni anni come dipendente, sia in farmacie urbane, sia in farmacie rurali. In questo modo, sono riuscita a conoscere da vicino molte situazioni che somigliano alla mia attuale realtà. Mi sono adattata in modo continuativo e ho affrontato con spirito costruttivo le circostanze che mi si sono poste di fronte. Il tempo dedicato alla mia professione mi ha fatto capire quanto la realtà delle farmacie rurali sia formativa, sia a livello sia professionale, sia a livello umano. È un’esperienza di vita, perché ci sono circostanze impreviste che necessitano di una risposta rapida ed efficace e che invece in città faticano a realizzarsi, dato il passaggio veloce dei clienti. La particolarità dell’esperienza nelle farmacie rurali ne fa un punto di riferimento imprescindibile.

Parlaci della tua formazione, anche in riferimento alla galenica. Mi sono laureata nel 1990, all’età di ventiquattro anni. Non provengo da una famiglia di farmacisti, ma prima di me si era laureata in Farmacia anche mia sorella. Così ho potuto interfacciarmi con la realtà della sua farmacia rurale, facendovi la mia prima esperienza. La mia passione per la galenica risale già ai tempi dell’università, anche se una volta laureatami la mia formazione non era completa. Ho avuto l’opportunità di affinarla partecipando al Master di Galenica presso l’Università La Sapienza di Roma e ne sono rimasta piacevolemente affascinata. Non solo è stata un’esperienza fondamentale per la mia formazione, ma lo è stata anche a livello personale: dopo trent’anni di professione ho deciso di mettermi in gioco e di perfezionare un aspetto del mio lavoro che mi gratificava, ma di cui conoscevo anche i limiti pratici. Tutto ciò ha avuto riscontro nella mia attività lavorativa: in Molise sono pochi i farmacisti che si occupano in maniera consapevole e professionale

Nuovo COLLEGAMENTO

Per le persone del luogo, la farmacia è l’unico approdo sanitario certo, dal momento che le visite del medico di famiglia avvengono in modo periodico ma non continuativo, e i presidi sanitari più vicini si trovano ad almeno venti chilometri di distanza. Per questa ragione la farmacia assume un valore aggiunto per la popolazione e ciò stimola a garantire un servizio sempre più efficiente.

IN MOLISE SONO POCHI I FARMACISTI CHE SI OCCUPANO IN MANIERA CONSAPEVOLE E PROFESSIONALE DELLA GALENICA. A VOLTE FINISCE PER ESSERE PIÙ QUALCOSA DI IMPROVVISATO.

In che modo il carattere rurale della farmacia impatta sulla tua realtà quotidiana e lavorativa? La mia farmacia si trova nel comune di Campochiaro, un paese a ridosso dell’Appennino e all’incirca sui 700 metri di altitudine. Le forti e copiose nevicate che si verificano durante l’inverno rendono le esigenze della popolazione e le conseguenti risposte ancora più impellenti. Ad esempio, ricordo l’incredibile nevicata del 2012: per un mese ha nevicato ininerrottamente e non si riusciva neanche ad arrivare in paese con la macchina.

Rubrica Interviste ai farmacisti rurali

lo con ulteriori attrezzature, passando da quelle rudimentali a quelle più importanti. È un laboratorio piccolo ma funzionale, che ospita, oltre alle macchine obbligatorie, un emulsionatore e un’etichettatrice automatica. Che tipo di preparazioni galeniche allestisci? Mi dedico soprattutto alle richieste di preparazioni magistrali. In più lavoro in collaborazione continua con dermatologi, ginecologi e veterinari. Tra questi c’è a mio marito, con cui cerco sempre di mettere in comune le nostre conoscenze teoriche e pratiche per affrontare le urgenze che ci arrivano.

della galenica. A volte finisce per essere più qualcosa di improvvisato. Una volta affinate tutte le tecniche necessarie, sono però riuscita a farmi conoscere tramite il passaparola di pazienti e medici. Naturalmente la mia formazione galenica non si è mai arrestata, perché ogni nuova preparazione richiede continui studi, ricerche e utili consigli esterni. Com’è il tuo laboratorio? Inizialmente il laboratorio non rappresentava altro che un angoletto della mia farmacia, in quanto era nato solo per l’obbligo di averlo. La mia percezione di quello spazio è iniziata a cambiare quando sono entrata più a contatto con la galenica. Così ho chiuso e isolato completamente il laboratorio e poi ho incominciato ad arricchir36

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IL MIO È UN LABORATORIO PICCOLO MA FUNZIONALE, CHE OSPITA, OLTRE ALLE MACCHINE OBBLIGATORIE, UN EMULSIONATORE E UN’ ETICHETTATRICE AUTOMATICA

Ti è mai capitato di allestire preparazioni di farmaci introvabili in commercio e di conseguenza di essere stata di aiuto con la galenica? Nell’ultimo periodo in cui si è sperimentata carenza di farmaci in commercio come ibuprofene e paracetamolo, non ho contribuito in maniera determinante con la galenica, perché sono sempre riuscita a procurarmeli. Invece precedentemente ho preparato per anni uno sciroppo di budesoniee, allestito appositamente per un bambino con una patologia rara. Era una situazione critica: la mamma non riusciva a procurarsi lo sciroppo in zona e si doveva spostare fino a Roma per reperirlo.

Quando ha saputo che io avrei potuto prepararglielo, mi ha subito mostrato la sua immensa gratitudine. È dalle sue parole e da quelle dei clienti che mi ringraziano per il lavoro che svolgo, che sono giorno dopo giorno più sicura che questa sia la mia strada. Spesso preparo anche l’eritromicina, in un dosaggio particolare perché utilizzato in un protocollo terapeutico per i malati di fibrosi cistica. Non si può poi non menzionare il grande valore aggiunto che ha assunto la farmacia rurale e l’attività galenica durante la pandemia di Covid-19. La farmacia era sempre all’opera: quando i medici chiudevano i battenti, eravamo noi farmacisti ad aprirli. Ci adoperavamo nel portare le bombole d’ossigeno a case delle persone malate e non ci tiravamo mai indietro, né io né i colleghi che conosco. Mi è capitato anche di allestire estemporaneamente il gel disinfettante mani, che ho addirittura distribuito alla prefettura di Campobasso, in modo che venisse inviato ai presidi sanitari. È stato un momento drammatico ma gratificante: mi ha raggiunto in farmacia anche il direttore del Molise dell’INAIL. Raccontaci della collaborazione con la Onlus con cui sei entrata in contatto. La mia attività professionale non si limita al lavoro in farmacia, ma cerca di spaziare il più possibile. Nuovo COLLEGAMENTO

Rivista, blog e newsletter INTEGRATORI maggio-giugno

L’INFORMAZIONE DI UTIFAR PER I FARMACISTI

RESTA COLLEGATO CON NOI

SEGUICOLLEGATO IL BLOG DI UTIFAR RESTA CON NOI! Il comune molisano di Campochiaro, in provincia di Campobasso, ospita una popolazione di 594 abitanti e sorge alle falde del massicio del Matese. Il territorio comunale è parte dell’Oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro.

Mi gratifica collaborare e impegnarmi in continui progetti di solidarietà: ad esempio, mi occupo di raccogliere continuamente fondi per l’AIL. Tra questi progetti c’è anche l’Onlus Lollo 10, nata da due genitori che, a seguito della perdita del figlio di dieci anni per leucemia, hanno deciso di metterla su dandogli il suo nome. L’Onlus si occupa di assistenza sia per i piccoli pazienti, sia per i genitori del reparto di oncologia pediatrica e di neuropsichiatria infantile del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. Cerco di collaborare in tutti i modi possibili: ad esempio, durante la pandemia, abbiamo distribuito nei reparti infantili, sotto approvazione della direzione, il gel disinfettante con la mia etichetta, in modo che giocandoci i bambini potessero imparare ad utilizzarlo costantemente. Nuovo COLLEGAMENTO

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Un sogno futuro che coltivo con speranza e ardore è quello di poter portare fin nel reparto pediatrico dell’ospedale maggio-giugno l’attività galenica, mostrando ai bambini cosa possono creare manualità e professionalità. Pensare che il farmacista non possa dare alcun apporto a livello di solidarietà è una falsa convinzione, ma forse è soltanto un aspetto che non è mai riuscito a venir fuori completamente. Qui termina la nostra piacevole scoperta della tua attività professionale. Ringraziandoti per il tempo che ci hai dedicato, ti facciamo i complimenti per il tuo impegno ammirevole e per la tua volontà di estendere le competenze della tua farmacia anche a progetti sociali di grande valore.

Il nuovo Blog di Utifar e la newsletter periodica affiancano la nostra rivista per essere uno strumento di aggiornamento costante sul mondo della Farmacia. Notizie di attualità, evidenze scientifiche, novità sui farmaci, galenica e molto altro saranno il fulcro per supportare il farmacista nella sua professione!

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ome ben sapete una cassetta reagentario farmaceutico è un contenitore per la conservazione e il trasporto di reagenti farmaceutici. È progettata per proteggere i reagenti da contaminazioni e per mantenere la loro stabilità. I reagenti farmaceutici sono sensibili all’aria, all’umidità e alla luce. Le cassette reagentario farmaceutiche aiutano a proteggere i reagenti da queste contaminazioni, mantenendone la stabilità e la qualità.

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Ormai cadute in disuso, consentivano svariati tipi di analisi chimiche elementari da condursi sul posto. Contenevano sostanze chimiche, reagenti titolati, indicatori di pH, provette e flaconcini per campionature, raccolta di precipitati, in genere per reazioni chimiche di tipo qualitativo, ma anche quantitativo.

Il reagentario nelle foto pubblicate in questa inserzione viene ceduto dal proprietario, per informazioni potete contattare l’avv. Francesco Vecchioni al nr. 338 3311358

CONSULENZE UTIFAR

Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 20124 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it

I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner, Dr. Marino Mascheroni LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna

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SOCIETÀ E CONCORSI Sono direttore di una società di farmacie di cui sono anche socio. Avendo già compiuto il settantesimo anno di età, vi pongo i seguenti quesiti: 1) posso partecipare ad un concorso per l’assegnazione di una nuova farmacia? 2) ci sono limiti di età per poter partecipare? 3) devo comunque uscire dalla società ed anche dalla posizione di direttore 4) quanto tempo prima del concorso? Sino a pochi giorni fa la risposta avrebbe permesso senza dubbi la possibilità di cedere la quota sociale per permettere la partecipazione al concorso per l’assegnazione di una farmacia. In tal caso il concorrente avrebbe dovuto “liberarsi” della quota prima della partecipazione al concorso stesso ma avrebbe potuto mantenere il ruolo di direttore tecnico sino al momento dell’assegnazione della farmacia ed anzi sino al momento della richiesta all’Autorità competente del rilascio dell’autorizzazione all’esercizio farmaceutico. Tuttavia la recente sentenza del Consiglio di Stato n. 6016/2023 che conferma la sentenza del TAR Campania - Napoli n.1341/2023 pone seri dubbi su detta possibilità avendo equiparato la cessione di quote alla cessione di azienda nel periodo antecedente di 10 anni l’indizione del concorso. Detta sentenza peraltro distingue la cessione di quota di una società di capitali (srl, spa) dalla cessione di quota di una società di persone (snc, sas) rendendo possibile la partecipazione al concorso a chi avesse cedu-

to, nel decennio, quote di una società di capitali. Pertanto sarà opportuno vedere gli sviluppi della questione e, nel caso di specie, se i futuri bandi recepiranno le citate decisioni. Da ultimo, non esiste alcun limite di età per l’esercizio della professione e nemmeno per la titolarità o la direzione di farmacia ergo alla partecipazione dei concorsi. La previsione contenuta nel comma 17 dell’art. 11 del Cresci Italia è stata abrogata. Avv. Paolo Leopardi IVA E ANALISI IN FARMACIA Per quanto riguarda le autoanalisi (o analisi come vengono definite dalla nuova normativa) sono da considerarsi IVA esenti o va sempre applicata l’IVA? Vorrei inoltre sapere se resta l’obbligo del pagamento tracciato. Il servizio reso da una farmacia al cliente finale nell’ambito di un programma di autonalisi, tramite l’elaborazione di un referto analitico accompagnato da un protocollo di consigli nutrizionali personalizzati, e svolto in partnership con un laboratorio, non rientra nell’esenzione IVA disposta dall’articolo 10, primo comma, n. 18) del Decreto IVA per mancanza del requisito oggettivo. Di conseguenza, lo stesso va regolarmente assoggettato ad Iva, con applicazione dell’aliquota ordinaria. Le medesime considerazioni valgono anche nei rapporti tra il laboratorio e la farmacia, non essendo stato dimostrato l’aspetto terapeutico delle analisi svolte. Nuovo COLLEGAMENTO

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Lo ha chiarito l’Agenzia Entrate nella Risposta n. 466 del 21 settembre. Avv. Paolo Leopardi LOCALI ANNESSI ALLA FARMACIA Avremmo necessità di alcune delucidazioni in riferimento alla regolamentazione riguardante i locali annessi alla farmacia, ma esterni ad essa. Abbiamo allestito dei locali a 200 metri dalla nostra farmacia per dedicarli alla farmacia dei servizi e vorremmo sapere se è possibile anche ospitare medici specialisti, infermieri, naturopati, counselor e altre figure professionali. La farmacia dei servizi cui fa riferimento la circolare deve limitarsi alle attività permesse dal DLGS 153/2009 e da tutte le successive normative nazionali e locali che hanno esteso i servizi erogabili in farmacia (facilmente evincibili dal sito del Ministero della Salute). Nulla è stato mai previsto per i medici che non possono collaborare in alcun modo con la farmacia se non dalla Giurisprudenza amministrativa per giornate di prevenzione ed informazione nei momenti di chiusura della farmacia. Avv. Paolo Leopardi ADDITIVI ENOLOGICI Vorrei informazioni in merito all’attuale normativa di dispensazione e vendita da parte della Farmacia e relativo impiego come conservante alimentare per il vino del bisolfito di potassio. La Tabella per titolari di farmacie contempla, tra i prodotti Nuovo COLLEGAMENTO

vendibili nelle farmacie, anche i prodotti chimici in genere non di uso farmaceutico. Il potassio metabisolfito è usato anche come additivo alimentare per uso enologico e, come tale, è vendibile al pubblico solamente in confezioni predosate appositamente predisposte da industria autorizzata. Il metabisolfito potassico per uso enologico professionale si ritiene possa essere venduto sfuso dalle farmacie solamente se sulla confezione predisposta dal farmacista sono riportate le informazioni previste dalla Circolare Federfarma/Fofi n. 6489 del 15.7.2004 facilmente recuperabile presso la sede nazionale del Sindacato che riporta in calce la seguente frase: “La cessione al pubblico di sostanze preconfezionate dal produttore e/o fornitore avviene sulla base delle disposizioni in materia di Commercio (tabelle merceologiche delle farmacie). Al fine di evitare il rischio di vendere prodotti con etichetta non conforme alle previsioni di legge si ritiene necessario consigliare di cedere al pubblico tali prodotti in confezioni originali integre”. Avv. Paolo Leopardi IMMOBILI STRUMENTALI Ho acquistato come Snc una sede farmaceutica in altra regione. Sarebbe possibile acquistare una abitazione e intestarla alla società ai fini della gestione della nuova sede da parte di uno o più soci? Quando si parla di una società, sia essa di capitali o di persone, si tratta di una persona giuridica che esercita attività di impresa. Per questo, la società acquiren-

te potrebbe dichiarare tale bene come strumentale alla propria attività di impresa. Per immobili strumentali, si intendono gli immobili che siano funzionali allo svolgimento dell’attività di impresa e, quindi l’abitazione del titolare e/o dei collaboratori non dovrebbe rientrare, appunto, tra le attività strumentali all’impresa. Peraltro, per le società titolari di farmacia vige il principio dell’esclusività dell’oggetto sociale, imposta – a qualunque società titolare di farmacia, almeno finora – dal primo periodo del comma 2 dell’art. 7 della l. 362/91, non modificato dalla legge sulla concorrenza, Riterrei, comunque, opportuno confrontarsi con il proprio consulente fiscale. Avv. Paolo Leopardi PENSIONE E SOCIETÀ Sono attualmente legale rappresentante amministratore della società che gestisce la Farmacia. Premesso che, a tutt’oggi, stò pagando la quota intera per l’Enpaf. sono a chiederle alcuni chiarimenti, prima di inoltrare la richiesta per la pensione . a) Riscuotendo la pensione, posso continuare nella mia attività di legale rappresentate/ amministratore della società stessa, e continuare a percepire lo stipendio ? Se sì, devo continuare a pagare l’Enpaf? E in che misura? b) Posso acquisire la titolarietà di una eventuale seconda farmacia? In caso affermativo, devo farlo a titolo personale o devo

CONSULENZE UTIFAR

mantenere l’attuale struttura societaria? In altri termini, da un punto di vista lavorativo, ci sono delle limitazioni che mi si impongono per l’ effetto della pensione stessa? Per quanto riguarda il primo quesito, le confermo che lei può andare in pensione e continuare a svolgere il suo ruolo di farmacista. Quando sarà in pensione può chiedere di versare una quota ridotta. Le preciso che ove lei fosse amministratore della società e percepisse dei compensi a tale titolo, sarebbe necessario fare qualche ulteriore considerazione in relazione alla iscrizione alla gestione separata INPS. Per quanto riguarda il secondo quesito invece le confermo che l’acquisizione di una seconda farmacia può avvenire alternativamente con la sua attuale società, o mediante una nuova società ma non, come lei dice, a titolo personale. Per Studio Brunello STP Srl dr. Nicola Brunello LIDOCAINA IN CREMA Avremmo bisogno di un aiuto per allestire la seguente preparazione magistrale in crema ad uso topico: Lidocaina 10 gr Prilocaina cloridrato 2,5 gr Tetracaina cloridrato 2,5 gr In idoneo veicolo ad arrivare a 50 gr La Lidocaina base si scioglie esclusivamente in veicoli lipofili (es. anche vaselina) mentre i due cloridrati si sciolgono in veicoli idrofili. In teoria si potrebbe formulare da zero una crema idrofila e sciogliere nelle 2 fasi i rispettivi prodotti e 44

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poi emulsionare il tutto. Talvolta però il medico fa allestire la preparazione in Unguento lipofilo tipo pionier unguento (gel base lipofilo) a base di vaselina e polietilene. All’interno dell’unguento per sempèlice riscaldamento si scioglie la Lidocaina base, mentre Prilocaina e Tetracaina (cloridrati) vengono dispersi finemente (mediante turbo emulsore) e mescolati finemente all’unguento ancora caldo tenendo in agitazione fino a raffreddamento. I 2 prodotti rimangono così indisciolti ma dispersi uniformemente e finemente all’interno dell’unguento. Bisogna altresì ricordare che esiste una formula di frequente prescrizione simile alla formula presentata dove però la Prilocaina è presente non come cloridrato ma come Prilocaina base. Alla luce di tutto ciò conviene contattare il medico per avere maggiori notizie. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano IDROCORTISONE PER USO CUTANEO È possibile preparare idrocortisone acetato 1% ad uso cutaneo? In particolare, è possibile preparare una formulazione in gel? Inoltre, qual è il regime di prescrizione? Per quanto riguarda l’idrocortisone acetato sono presenti le seguenti monografie: Idrocortisone (acetato) preparazione semisolida per applicazione cutanea FU XII, F.N.E., BP, FTM. Si stempera il principio attivo in una idonea quantità di Propilenglicole e poi si incorpora in crema base Cetomacrogol o unguento base Cetomacrogol.

Si può allestire con concentrazione massima 1% e quantità max 20 grammi esitandolo senza necessità di presentazione di ricetta medica. Per quantità maggiori o percentuali maggiori sarà necessaria la presentazione di ricetta medica. Non sono previste formulazioni in gel nelle Farmacopee o formulari ufficiali della Comunità Europea. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano ACIDO BORICO SOLUZIONE ALCOLICA Un cliente ci richiede Acido Borico soluzione satura in alcol 70°. E’ richiesta la prescrizione del medico? Tra le formule presenti in monografie di Farmacopea Europea ovvero in Farmacopee ufficiali o Formulari ufficiali di paesi della Unione Europea sono presenti esclusivamente 2 formulazioni di acido borico al 2% e al 3%. Pertanto, per allestire la preparazione in oggetto è necessaria la presentazione di ricetta medica. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano PREPARAZIONE CON IDROCHINONE Ci hanno richiesto una preparazione a base di idrochinone 3%, tretinoina 0,012%, triamcinolone acetonide 0,1% in nourivan antiox. Vorremmo porre le seguenti domande: ci sono precauzioni particolari da assumere durante la preparazione? Che regime di prescrizione richiede? Nuovo COLLEGAMENTO

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• Neolaureati (entro 6 mesi dalla laurea) € 20 (iscrizioni neolaureati sul sito Utifar nell'apposita sezione)

Perchè iscriversi a Utifar? Servizi riservati ai soci: • Assistenza Legale GRATUITA in caso di procedimenti penali COLPOSI contestati nell'ambito dell’esercizio professionale* • Consulenze gratuite e personalizzate in ambito professionale, fiscale e legislativo • Partecipazione gratuita o agevolata ai nostri convegni • Formazione a distanza gratuita per coprire interamente i 50 crediti ECM per il 2023 • Agevolazioni per la partecipazione alla Scuola di Galenica Utifar e ad altri percorsi formativi sul territorio • Adesione gratuita ad Upfarm (Unione professionale farmacisti per i farmaci orfani) e supporto per la predisposizione di farmaci orfani e off-label • Spedizione a domicilio di Nuovo Collegamento per i farmacisti collaboratori *il richiedente deve necessariamente essere socio da almeno un anno e deve aver rinnovato l'iscrizione da almeno 30 giorni dalla scadenza annuale del 28 febbraio.

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Il periodo di validità della preparazione è 30 giorni in quanto c’è l’idrochinone? Dobbiamo mettere indicazioni particolari nell’etichetta? Rispetto alle precauzioni particolari da assumere durante la preparazione, si rimanda al sito Utifar.it dove in diverse risposte ad altrettanti quesiti si sono affrontate domande varie sulle creme a base di idrochinone. Ecco come procedere per la ricerca: nella pagina home del sito scegliere SERVIZI ON LINE poi Cliccare su CONSULENZE e a questo punto digitare su “testo da cercare” la parola IDROCHINONE, cliccare su CERCA e si apriranno 5 risposte inerenti il suo quesito. La sua formula non necessita di antiossidanti e conservanti in quanto già presenti all’interno della crema base prescritta. Oltre a quanto riportato sul sito si raccomanda la scrupolosa osservanza di quanto previsto dalle Schede di Sicurezza di ogni sostanza utilizzata fornite obbligatoriamente dal fornitore. Fare particolare attenzione alle sezioni che affrontano i dispositivi di protezione individuale e collettivi e alle prescrizioni in termini di ambiente lavorativo in cui manipolare le sostanze. La tretinoina ad esempio è una sostanza teratogena e non deve essere maneggiata da donne in gravidanza o allattamento (e comunque da donne fertili n.d.a.). Per quanto riguarda il regime di prescrizione richiesto, si tratta di ricetta medica ripetibile. Il periodo di validità della preparazione è 30 giorni, conservando il preparato tra 2 e 8 °C. 46

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Le indicazioni particolari nell’etichetta fanno riferimento all’uso esterno e alla temperatura di conservazione. Per l’idrochinone si può riportare la possibilità di un effetto infiammatorio legato al meccanismo d’azione dello stesso (tipo: in caso di irritazione sospendere il trattamento ed informare il medico). Vanno poi indicate le avvertenze per la presenza della tretinoina in quanto teratogeno. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano DIAZEPAN PER USO VAGINALE Sto cercando letteratura circa l’allestimento di diazepam crema vaginale. Per quanto riguarda la preparazione della crema vaginale di Diazepam, possiamo attenerci al seguente schema operativo per punti: 1. Diazepam 0,1 grammi 2. Sorbitan monostearato 2 grammi 3. Polisorbato 60 1,5 grammi 4. Spermaceti sintetici 3 grammi 5. Alcool cetilstearilico 10 grammi 6. 2- Ottildodecanolo 13,5 grammi 7. Etanolo 96° 4 grammi 8. Glicole propilenico 17 grammi 9. Alcool benzilico 1 grammo 10. Carbomer 940 0,1 grammi 11. Acqua depurata q.b. a 100 grammi Allestimento: A)Sciogliere 1 in 7 e 8. B) Fondere 2,3,4,5, e 6. C) A parte sciogliere 10 in 11 e scaldare fino a temperatura di fusione di B. Unre B e C e agitare con cautela

fino a raffreddamento quasi completo. Aggiungere a questo punto A. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano SUPPOSTE DI CBD E DIAZEPAM Chiedo informazioni su correttezza prescrittiva, normativa e procedura operativa rispetto ad una preparazione galenica di cbd+diazepam in somministrazione rettale. La ricetta deve essere compilata secondo i dettami della Legge 94/98 (sembra che i due principi attivi non siano prescritti secondo quanto previsto dalle indicazioni rilasciate in sede di AIC per i rispettivi farmaci industriali ) e dalla foto inviata mancano in calce alla stessa i motivi per cui il medico decide di ricorrere alla prescrizione galenica. Per quanto riguarda la formulazione si può (sempre avendo conferma dal medico prescrittore) utilizzare una base composta da PEG 400 e PEG 4000 (sia il Diazepam che il CBD sono solubili nei PEG) in rapporto 4:6. E’ sempre consigliato fare delle prove in bianco per saggiare la consistenza finale delle supposte in funzione della temperatura ambientale del momento. La validità della prescrizione redatta secondo i dettami della Legge 94/98 (ricetta non ripetibile) è di soli 30 giorni ed è previsto l’obbligo di inviare mensilmente copia alla ASL di competenza. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano Nuovo COLLEGAMENTO

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