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L’EDITORIALE

Il ruolo del farmacista

nell’ottica

One Health

Il concetto di One Health, che può essere tradotto in italiano come “Salute Globale”, nasce dalla consapevolezza che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ambiente sono profondamente interconnesse.

Questo approccio, proposto già nei primi anni 2000 e poi formalizzato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, si propone di garantire ai cittadini una vita sana, il benessere in tutte le età e la prevenzione delle malattie. Tali obiettivi, secondo il modello, vanno raggiunti attraverso l’accesso a sistemi sanitari rinnovati, e resilienti. Inoltre, questo approccio è stato pensato anche per promuovere la lotta contro il cambiamento climatico che, come dice l’Oms, influenza direttamente anche la diffusione delle malattie.

L’approccio One Health prevede il coinvolgimento attivo non solo dei differenti legislatori nazionali e delle varie istituzioni politiche, ma anche dei professionisti della salute umana e animale. Interessa, quindi, anche noi farmacisti.

Va poi ricordato che, in Italia, le tematiche One Health sono state integrate net Piano nazionale di ripresa e resilienza che, in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea, si propone di implementare un sistema sanitario innovativo e capace di rispondere alle emergenze future. In questo panorama, il farmacista può assumere un ruolo strategico cruciale. Nel prossimo futuro, infatti, saremo chiamati ad affiancare le strategie One Heath in vari modi.

di Eugenio Leopardi Presidente Utifar

Anzitutto, assumendo un ruolo maggiore nell’educazione e nella sensibilizzazione della popolazione sui temi della salute e sulle migliori pratiche igieniche per prevenire le malattie e limitare la diffusione di patogeni. Un ulteriore ruolo che ci viene riconosciuto a livello globale è poi quello di diffondere informazioni sui rischi legati all’antibiotico-resistenza e di promuovere l’uso responsabile di questi farmaci preziosi. Sembrano cose scontate e, per un certo verso, ai nostri occhi, lo sono. Tuttavia, i temi globali per la sostenibilità e per la tutela della salute passano anche da questi concetti che, in realtà, noi farmacisti promuoviamo da sempre.

Dove sta, allora, la novità rappresentata da questo nuovo approccio?

A mio avviso, le vere innovazioni culturali introdotte da One Health si possono trovare nella presa di coscienza da parte delle istituzioni mondiali rispetto a temi fondamentali per la salute e nel riconoscimento del ruolo degli operatori sanitari sul territorio.

A livello nazionale, questi sono aspetti che si aggiungono al cambiamento che in questi anni sta interessando la farmacia.

Con One Health, infatti, la nostra funzione si espande ulteriormente e al farmacista verrà chiesto di diventare sempre più un promotore attivo della salute pubblica, della prevenzione e della sostenibilità ambientale.

Nel concreto, ciò che il modello One Health ci propone va quindi ben oltre alla sola implementazione della farmacia dei servizi.

Se da un lato è vero che la presenza capillare delle farmacie sul territorio permette già oggi di avere un punto di osservazione privilegiato per monitorare la diffusione di determinate patologie, è sempre più concreta la consapevolezza da parte delle istituzioni del fatto che il farmacista può contribuire alla sorveglianza epidemiologica raccogliendo e condividendo dati rilevanti con le autorità sanitarie locali.

Dal punto di vista ambientale, sarà sempre più importante il ruolo del farmacista nella gestione sostenibile dei farmaci, anche attraverso un corretto smaltimento dei medicinali scaduti o inutilizzati al fine di ridurre l’inquinamento ambientale e contribuire alla salute dell’ecosistema.

Gli esempi di come il modello One Health non è solo un concetto astratto potrebbero essere infiniti.

Ciò che è importante tenere a mente in questo particolare momento di cambiamento per la farmacia è la diffusa consapevolezza che investire nel potenziamento del ruolo del farmacista non solo rafforza il sistema sanitario, ma promuove una cultura della prevenzione e della responsabilità collettiva che sono elementi essenziali per affrontare le sfide sanitarie future.

Proprio per questo, nei prossimi mesi Utifar sarà impegnata nella realizzazione di percorsi formativi rivolti ai farmacisti sensibili a questi temi, offrendo loro gli strumenti necessari per poter trasmettere ai cittadini i giusti comportamenti da seguire nella direzione auspicata dal modello One Health.

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N. 7 | 2024

Direttore responsabile

Eugenio Leopardi

Responsabile editoriale

Alessandro Fornaro

Comitato di redazione

Floriano Bellavia - Alessandro Maria Caccia

Marco Cavarocchi - Antonio Di Stefano - Eugenio Leopardi

Giuseppe Monti - Luigi Pizzini - Giulio Cesare Porretta

Roberto Tobia - Paolo Levantino - Vincenzo Scaccianoce

Elena Maria Meazzi

Progetto grafico e impaginazione

Emanuela Esquilli

Proprietà editoriale Utifar

Associazione Scientifica senza fini di lucro

PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO

Pubblicità

Emanuela Esquilli tel. 338 2847513

email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it

Direzione e Redazione

PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297

La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono www.utifar.it - utifar@utifar.it

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Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE

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Rivista ufficiale di UTIFAR

Anno XXV n. 7 - 2024

Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000

ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)

Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate

Colite microscopica di Alessandro Fornaro

Conosciamo la Scuola di Galenica Utifar intervista ad Adalberto Fabbriconi

SALUTE E BENESSERE

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Negli ultimi anni, l’approccio delle persone all’alimentazione ha subito un’evoluzione significativa, con una crescente attenzione verso la scelta di specifici alimenti e l’adozione di diete personalizzate. Questa diversificazione delle abitudini alimentari riflette anche un cambiamento nel campo della ricerca scientifica, che si concentra sempre più sulla correlazione tra alimenti singoli, salute generale e rafforzamento del sistema immunitario.

Un vero e proprio cambio di paradigma che evidenzia come la dieta possa influire in modo profondo sul benessere individuale e sulla prevenzione delle malattie.

La nutrizione personalizzata

Nel nostro vissuto quotidiano in farmacia, ci rapportiamo sempre più di frequente con clienti che raccontano di come le scelte alimentari da loro intraprese abbiano portato benefici alla propria salute. Da chi ha eliminato o ridotto l’assunzione di alimenti ricchi di glutine pur non essendo celiaco; a chi decanta i benefici di una cosiddetta dieta chetonica, magari tratta da qualche libro di ultima pubblicazione; a chi ci spiega in cosa consiste il suo essere vegano, ma aperto, per esempio, al consumo di pesce o selvaggina.

Poi, ci sono coloro che hanno eliminato i latticini pur non essendo particolarmente intolleranti al lattosio; o chi non assume più vegetali appartenenti al gruppo delle solanacee perché ha letto che potrebbero peggiorare l’infiammazione cronica dell’intestino e favorire la permeabilità della barriera intestinale. Esempi di queste scelte personali possono essere innumerevoli e dimostrano come si stia passando dal concetto i mangiare un po’ di tutto ma senza eccedere, a quello di eliminare questo o quell’alimento considerato, per qualche motivo, dannoso.

Allo stesso modo, altri alimenti sono riconosciuti benefici: c’è chi, per esempio, aggiunge la curcuma ai suoi piatti; chi non dimentica di inserire broccoli o altre crucifere almeno due volte la settimana; o chi seleziona alimenti ricchi di omega 3 ben consapevole degli effetti di questi acidi grassi. Insomma, si elaborano pietanze in linea con le proprie convinzioni alimentari e si identificano diete sempre più personalizzate e molto spesso legate ad una sorta di fai da te salutistico in cucina. In realtà, l’attenzione alla dieta e la consapevolezza che il regime alimentare condiziona, in bene o in male, la propria salute, non è certo una novità. Ciò che è cambiato negli ultimi anni è riscontrabile in una sorta di nuovo paradigma, dove alla consapevolezza che attraverso l’alimentazione si possono controllare parametri come il sovrappeso e il colesterolo, entrambi strettamente legati alla salute dei vasi, è subentrata una nuova convinzione,

ovvero che l’alimentazione influenza il microbiota, responsabile del buon funzionamento del sistema immunitario che, se alterato, può scatenare molteplici condizioni patologiche. Queste nuove e diffuse consapevolezze seguono a stretto giro un più profondo e radicato mutamento a livello di ricerca scientifica. Mentre, infatti, un tempo i ricercatori studiavano gli effetti a lungo temine di diete generiche come quelle “mediterranea” o “occidentale”, oggi gli studiosi hanno accesso a strumenti e tecnologie che consentono loro di approfondire gli effetti, anche a breve termine, di alimenti specifici, dimostrando altresì i meccanismi molecolari alla base della loro azione sul buon funzionamento del sistema immunitario.

LA DIETA MODULA IL SISTEMA IMMUNITARIO

Il nostro sistema immunitario, in effetti, è una rete complessa di cellule e molecole che lavorano

insieme per difendere il corpo dalle infezioni. Per comprendere come l’alimentazione, o meglio, i singoli alimenti, possano agire su di esso, è opportuno richiamare alcuni concettI, come la differenza tra i due tipi principali di risposte immunitarie, chiamate immunità di tipo 1 e immunità di tipo 2.

Quella di tipo 1 è una risposta immunitaria cellulare, orchestrata principalmente dai linfociti T helper di tipo 1 (Th1).

Questa risposta è fondamentale per la protezione contro virus, batteri intracellulari e cellule tumorali. Le citochine chiave rilasciate dai Th1, come l’interferone-gamma (IFN-γ), promuovono l’attivazione dei macrofagi, che fagocitano e distruggono gli agenti patogeni.

L’immunità di tipo 2, invece, è principalmente attivata dai linfociti T helper di tipo 2 (Th2) ed è orientata alla protezione contro parassiti extracellulari, ma è anche responsabile di molte risposte allergiche. Le citochine coinvolte, come IL-4, IL-5 e IL-13, stimolano la produzione di IgE, che si legano ai mastociti e innescano il rilascio di istamina e altre sostanze infiammatorie. Questo tipo di risposta, progettata per “espellere” l’agente patogeno o l’allergene, aumenta la produzione di muco e promuove l’infiammazione locale.

Ora, cosa c’entra la dieta in tutto questo? Più di quanto si possa immaginare.

Ciò che mangiamo influenza il microbiota intestinale che può modulare la nostra risposta immunitaria e influire sul bilanciamento tra l’immunità di tipo 1 e 2.

Per fare qualche esempio, una dieta ricca di fibre alimentari favorisce la crescita di batteri benefici che producono acidi grassi a catena corta (SCFA), come il butirrato. Questi metaboliti hanno proprietà antinfiammatorie e possono aiutare a bilanciare le risposte di tipo 1 e 2, riducendo l’infiamma-

SALUTE E BENESSERE

La scienza ci mostra sempre più chiaramente che l’alimentazione è un potente alleato nella regolazione del nostro sistema immunitario e non solo nella prevenzione delle malattie metaboliche e cardiovascolari

zione eccessiva e mantenendo un sistema immunitario in salute. Al contrario, una dieta povera di fibre e ricca di grassi saturi e zuccheri può alterare il microbiota, favorendo uno stato infiammatorio cronico e aumentando la probabilità di una risposta immunitaria squilibrata, come un’eccessiva attivazione dell’immunità di tipo 2. Concetti come questi sono, ormai, ampiamente noti ai nostri clienti. Poi, c’è il lato delle nuove evidenze scientifiche che, in questo campo, non mancano mai. Per esempio, una recente ricerca è stata condotta nutrendo i topi con una dieta a basso contenuto di fibre e ricca di grassi per tre giorni, poi con una dieta normale per i tre giorni successivi, prima di ripetere il ciclo. Il passaggio alla dieta ricca di grassi ha soppresso il sistema immunitario e ha reso i topi più suscettibili alle infezioni batteriche, riducendo il numero degli anticorpi di tipo T che aiutano l’organismo a rilevare e memorizzare gli agenti patogeni. Parallelamente a queste evidenze, ulteriori test hanno dimostrato che la mancanza di fibre danneggia il microbiota intestinale che, quando è in salute, supporta proprio gli anticorpi di tipo T. Si tratta di studi parziali che richiedono, per essere presi in seria considerazione, di essere condotti sull’uomo e confermati da altre ricerche. Tuttavia, il fatto che la scienza offra un costante supporto a convinzioni già ampiamente diffuse, alimenta la consapevolezza di quanto sia importante ciò che mangiamo.

IL RUOLO DELL’OBESITÀ

Un’altra area in cui dieta e immunità si intrecciano è l’obesità. Questa condizione è associata a un’infiammazione cronica di basso grado, che può esacerbare l’attività dell’immunità di tipo 2, aumentando la predisposizione a malattie allergiche e respiratorie. A tale proposito, diversi studi rafforzano l’idea che l’interazione tra dieta, immunità e metabolismo può avere ripercussioni dirette su malattie autoimmuni e infiammatorie. Studiando queste correlazioni, gli scienziati stanno ipotizzando nuove opzioni terapeutiche per la cura o la prevenzione di alcune importanti malattie metaboliche come il diabete. Proprio un recente esperimento condotto su topi ha evidenziato un legame intrigante tra dieta e immunità di tipo 2. In questo studio, i topi alimentati con una dieta contenente chitina (un polisaccaride presente nelle pareti cellulari di funghi, crostacei e insetti) mostravano un notevole aumento della distensione dello stomaco rispetto ai topi alimentati con una dieta normale. Questo allungamento dello stomaco attivava l’immunità di tipo 2, che a sua volta stimolava la produzione di un enzima capace di digerire la chitina. Curiosamente, quando questo enzima veniva bloccato geneticamente, i topi mostravano dei benefici significativi: guadagnavano meno peso, accumulavano meno grasso corporeo e miglioravano la sensibilità all’insulina rispetto ai topi normali. Ma non è tutto. La chitina non si limita a interagire con l’immunità; essa provoca anche un aumento dei livelli di glucagone-like peptide-1 (GLP-1), un ormone che sopprime l’appetito e che viene imitato da farmaci per la perdita di peso come l’Ozempic (semaglutide). Questo suggerisce che modulare

il rapporto tra chitina, immunità e salute, per esempio riducendo l’attività dell’enzima che digerisce la chitina, potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie per il controllo dell’appetito e delle malattie metaboliche.

I collegamenti tra obesità, immunità e salute non finiscono qui. Per esempio, condizioni autoimmuni come la psoriasi sono da due a tre volte più comuni nelle persone obese rispetto a quelle di peso normale. I ricercatori dell’Emory University School of Medicine hanno studiato come l’obesità influenzi il sistema immunitario della pelle. Utilizzando tecniche di sequenziamento dell’RNA, hanno scoperto nei topi magri una certa popolazione di cellule T che di solito controllano l’infiammazione associata alla psoriasi. Tuttavia, nei topi obesi alimentati con una dieta ricca di grassi, questi livelli cellulari risultavano drasticamente ridotti, accompagnati da un aumento dell’infiammazione psoriasica. È chiaro che quando risultati di ricerche come queste arrivano alle orecchie di un pubblico particolarmente attento alla propria alimentazione, si possono scatenare delle prese di posizione talvolta esagerate. Si tratta, in effetti, di evidenze difficili da interpretare, spesso frutto di ricerche complesse e non univoche ma che, tuttavia, generano reazioni nel pubblico e si possono ripercuotere sulle scelte alimentari individuali.

Per noi farmacisti, che spesso siamo una delle prime linee di contatto con i pazienti per quanto riguarda anche le loro personali scelte alimentari, gestire le convinzioni dei singoli clienti non è facile. Da un lato possiamo tranquillamente rassicurare il nostro interlocutore quando ci rappresenta convinzioni errate o comportamenti esagerati del tipo: “dottore, non mangio più

i funghi né i crostacei perché ho scoperto che contengono chinina che mi altera il sistema immunitario”. Chiaramente, questa presa di posizione è del tutto sommaria. Tuttavia, a livello generale, non possiamo negare che l’alimentazione non è solo una questione di prevenzione delle malattie metaboliche o cardiovascolari, ma gioca un ruolo fondamentale anche nel modulare le risposte immunitarie. Per chi gode di buona salute, continuare a mangiare un po’ di tutto ma senza esagerare rimane, ancora oggi, la regola migliore da seguire, alla quale si può abbinare il consiglio di seguire una dieta equilibrata, ricca di fibre, antiossidanti e acidi grassi omega-3. Questi consigli possono aiutare i pazienti a mantenere un sistema immunitario bilanciato, riducendo il rischio di infiammazione cronica e malattie legate all’eccesso di immunità di tipo 2, come le allergie.

LA MODA DEL DIGIUNO

Fino a qui, abbiamo esaminato la crescente attitudine ad eliminare dalla propria dieta determinati alimenti o di favorire l’introito di altri considerati benefici. Esiste un’altra tendenza che merita di essere presa in considerazione: il digiuno, intermittente o meno che esso sia. In effetti, bersagliate da notizie che questo o quell’alimento possono fare male, ma anche dalle crescenti evidenze che il sovrappeso e l’obesità sono condizioni correlate non solo ai rischi cardiovascolari, ma anche a molteplici situazioni di tipo immunitario, in molti potrebbero essere tentati di seguire un ragionamento tanto semplice quanto sbagliato: “visto che molti alimenti, per un motivo o per l’altro, creano problemi, di conseguenza il digiuno deve fare bene alla mia salute”. Anche a sostegno di questa tesi bislacca, le evidenze scienti-

fiche possono venire travisate o analizzate sommariamente. È vero, in effetti, che alcune ricerche evidenziano come il digiuno riduca il rischio legato ad una serie di condizioni come l’ipertensione, lo sviluppo di diabete o di asma, anche intervenendo attraverso una minore stimolazione del sistema immunitario.

Come possiamo contrastare, in farmacia, queste convinzioni sempre più diffuse, e frutto di una cattiva interpretazione di alcune evidenze scientifiche?

Di certo, contraddire in modo perentorio il cliente potrebbe non rivelarsi un efficace risultato comunicativo. Una buona risposta potrebbe basarsi proprio sulla ricerca scientifica, mettendo, per esempio, in evidenza come sebbene le evidenze a supporto del digiuno come terapia siano cresciute nell’ultimo decennio, dalle ricerche è emerso anche che la riduzione delle calorie potrebbe avere effetti negativi indebolendo le risposte immunitarie. In uno studio pubblicato l’anno scorso, e condotto dall’Icahn School of Medicine del Mount Sinai di New York, i ricercatori hanno registrato una riduzione del 90% dei monociti circolanti nel sangue di topi a digiuno, e un aumento di queste cellule nel midollo osseo, dove vengono prodotte.

A chi sostiene i benefici del digiuno, si potrebbe altresì ricordare che, sebbene in effetti ci sono molte prove che il digiuno può essere benefico, è comunque necessario trovare un equilibrio e non spingere il proprio organismo agli estremi. Potremmo portare infiniti esempi di come il cambio di paradigma al quale stiamo assistendo, ovvero la diffusa presa di coscienza di come singoli alimenti o il cibo nel suo complesso possano influenzare il

Alcuni nutrienti giocano un ruolo critico nella modulazione delle risposte immunitarie:

• Vitamina D: La vitamina D è un potente modulatore del sistema immunitario. È noto che una carenza di vitamina D può favorire una risposta di tipo 2 e aumentare il rischio di sviluppare malattie allergiche, come l’asma e la dermatite atopica. La vitamina D, infatti, aiuta a mantenere l’equilibrio tra Th1 e Th2, riducendo l’eccessiva produzione di citochine di tipo 2.

• Acidi grassi Omega-3: Gli acidi grassi omega-3, presenti in abbondanza nel pesce e nelle noci, hanno dimostrato di ridurre l’infiammazione e modulare le risposte immunitarie, inclusa quella di tipo 2. Sono in grado di ridurre la produzione di citochine proinfiammatorie e di promuovere la risoluzione dell’infiammazione, proteggendo contro le malattie allergiche.

• Antiossidanti: Vitamine e minerali come la vitamina C, la vitamina E e il selenio, presenti in frutta e verdura, hanno effetti antinfiammatori e possono ridurre il rischio di una risposta immunitaria eccessiva. Gli antiossidanti neutralizzano i radicali liberi e prevengono il danno cellulare, limitando l’infiammazione cronica e promuovendo un sano equilibrio tra le risposte immunitarie.

nostro microbiota e, di conseguenza, le risposte immunitarie individuali. E potremmo elencare innumerevoli scelte alimentari estreme ed errate delle quali veniamo a conoscenza quotidianamente. Rimane il fatto che la questione non è liquidabile facilmente, proprio perché la ricerca ci mostra sempre più chiaramente come l’alimentazione sia un potente alleato nella regolazione del nostro sistema immunitario e, quindi, del nostro benessere. Comprendere questi meccanismi permette ai farmacisti di consigliare in modo più efficace i propri clienti, promuovendo non solo la cura delle malattie, ma anche la prevenzione attraverso scelte alimentari consapevoli.

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Insulina intelligente

una nuova frontiera per la gestione del diabete

La principale sfida legata alle attuali terapie insuliniche è rappresenta dalla difficoltà di adeguare i farmaci alle fluttuazioni del glucosio: anche un leggero sovradosaggio può causare ipoglicemia, con conseguenze che vanno dal semplice disagio fino a situazioni potenzialmente pericolose per la vita.

Per ovviare a questi rischi, da tempo la ricerca sta cercando di progettare un’insulina in grado di autoregolare la propria attività in modo reversibile, adattandosi ai livelli di glucosio presenti, così da garantire un miglior controllo glicemico e ridurre il rischio di ipoglicemia.

Finalmente, uno studio, pubblicato lo scorso ottobre sulla rivista Nature, presenta alla comunità scientifica una nuova insulina “glucosio-sensibile” che potrebbe prevenire episodi di ipoglicemia pericolosi per le persone con diabete, offrendo un’alternativa promettente nella gestione della malattia.

L’insulina è da decenni uno strumento indispensabile per milioni di persone con diabete, ma porta con sé una sfida cruciale: il rischio di ipoglicemia. Troppo o troppo poco glucosio nel sangue possono trasformare la gestione quotidiana di questa condizione in una costante attenzione a non fare impennare l’ago della bilancia glicemica. E se esistesse un’insulina “intelligente” capace di adattarsi da sola ai livelli di glucosio del paziente? Questo scenario, che fino a poco tempo fa sembrava solo un’idea utopica, oggi è sempre più vicino alla realtà grazie a un recente studio pubblicato su Nature. I ricercatori hanno presentato NNC2215, una nuova insulina “glucosio-sensibile” capace di riconoscere i livelli di glucosio e agire di conseguenza, riducendo l’attività quando i livelli di zucchero sono bassi. L’innovazione di questa insulina sta tutta nella sua struttura molecolare avanzata, in grado di rilevare in tempo reale le fluttuazioni del glucosio nel sangue. La chiave è una particolare macrostruttura molecolare (macrocycle), legata all’insulina stessa, che le consente di funzionare come un interruttore intelligente: quando il glucosio aumenta, l’insulina si attiva, supportando il paziente nel mantenere la glicemia sotto controllo. Quando i livelli di glucosio si abbassano, invece, l’insulina torna in una forma meno attiva, quasi come se capisse quando è il momento di prendersi una pausa.

Questa scoperta non è solo un traguardo tecnologico, ma rappresenta un passo avanti dopo anni di tentativi, fallimenti e miglioramenti. Fin dagli anni ‘70, infatti, i ricercatori sognavano di creare un’insulina capace di adattarsi al glucosio, ma i meccanismi precedenti erano

La struttura di NNC2215 prevede un macrocycle che funge da rilevatore di glucosio. Quando i livelli di glucosio aumentano, l’affinità dell’insulina per il recettore insulinico migliora, stimolando una risposta ipoglicemizzante. In condizioni di ipoglicemia, invece, l’insulina adotta una conformazione che limita il legame con il recettore, riducendo l’azione sulla glicemia.

troppo lenti, poco precisi, o richiedevano dosi insostenibili. Con questa nuova insulina, per il momento identificata con la sigla NNC2215, questo sogno sembra finalmente aver trovato una soluzione praticabile e potente. Lo studio ha mostrato come NNC2215 aumenti la sua affinità con il recettore insulinico di ben 3,2 volte quando i livelli di glucosio passano da 3 mM a 20 mM: un cambiamento drastico che rende l’insulina reattiva e precisa, limitando il rischio di ipoglicemia e migliorando il controllo glicemico complessivo.

I test effettuati su modelli animali hanno dato risultati promettenti e affascinanti: NNC2215 è riuscita a ridurre i picchi glicemici post-pasto e, al contempo, a “proteggere” i pazienti dall’ipoglicemia. In uno scenario simulato su maiali, l’insulina ha mantenuto il glucosio intorno a 4,5 mM, fermandosi quindi prima di provocare un episodio ipoglicemico, mentre le insuline convenzionali facevano scendere il livello glicemico fino a valori più pericolosi, intorno ai 3 mM. È come avere un sistema di sicurezza interno che si attiva solo quando necessario, dosando la potenza e il momento dell’intervento.

GLI SVILUPPI FUTURI

Ma quali sono le vere potenzialità di un’insulina di questo tipo? Innanzitutto, NNC2215 promette di ridurre la necessità di regolazioni costanti delle dosi, grazie alla sua capacità di adattarsi automaticamente ai bisogni del corpo.

Questo potrebbe significare una minore frequenza di somministrazioni e una migliore qualità della vita per i pazienti, che non dovrebbero più temere una brusca caduta della glicemia in momenti critici, come durante il sonno o dopo l’attività fisica. Un altro aspetto affascinante è il potenziale impatto sulla qualità complessiva della terapia insulinica. La possibilità di avere un’insulina che risponde autonomamente ai livelli di glucosio apre prospettive senza precedenti: pensiamo a un paziente che può permettersi una maggiore flessibilità nella dieta, sapendo che l’insulina agirà solo quando necessario, senza obbligarlo a restrizioni estreme per evitare ipoglicemie. NNC2215 potrebbe anche ridurre il carico psicologico legato alla gestione del diabete, permettendo ai pazienti di vivere con meno ansia e più libertà. Questa insulina glucosio-sensibile, descritta in dettaglio nello studio, sembra incarnare l’essenza della medicina personalizzata con risultati davvero incoraggianti: nei test condotti sui ratti diabetici, NNC2215 ha dimostrato di abbattere i picchi glicemici del 20% rispetto all’insulina tradizionale, senza provocare episodi ipoglicemici successivi. È un cambiamento radicale di prospettiva, che trasforma l’insulina da semplice sostituto ormonale a vera e propria alleata del paziente. Ovviamente, il cammino verso l’applicazione clinica è ancora lungo, e serviranno ulteriori studi clinici sugli esseri umani per confermare questi risultati. Tuttavia, la promessa di NNC2215 è quella di una terapia che finalmente risponde ai bisogni del paziente in modo naturale e armonioso, riducendo le complicazioni a lungo termine e abbattendo il rischio di episodi ipoglicemici.

I test di laboratorio e su modelli animali hanno dimostrato l’efficacia di questa nuova insulina in condizioni variabili di glucosio:

• Incremento dell’affinità con il recettore insulinico in presenza di glucosio: NNC2215 ha mostrato un aumento dell’affinità per il recettore insulinico fino a 3,2 volte quando il glucosio passava da 3 mM a 20 mM, una variazione significativa che conferma l’attività adattiva dell’insulina rispetto alla glicemia. Questo comportamento “intelligente” consente di ridurre il rischio di ipoglicemia e risulta particolarmente utile nelle fasi post-prandiali e notturne .

• Controllo glicemico più stabile: nei test effettuati su animali diabetici, NNC2215 ha permesso un controllo glicemico più stabile durante i picchi glicemici indotti dai pasti, con una riduzione delle escursioni glicemiche senza effetti collaterali di ipoglicemia durante i periodi di glicemia bassa. In particolare, nei test su ratti diabetici, NNC2215 ha dimostrato di rispondere rapidamente agli aumenti di glucosio, riducendo il picco glicemico del 20% rispetto all’insulina tradizionale.

L’idea che la gestione del diabete possa un giorno passare da una serie di calcoli e aggiustamenti complessi a un processo naturale e intuitivo, grazie a un’insulina che “pensa” e risponde al corpo del paziente, è un traguardo che lascia sperare e che proietta la ricerca verso nuove frontiere.

In quest’ottica, NNC2215 rappresenta non solo un’innovazione tecnologica, ma un nuovo capitolo per la medicina e per la qualità di vita di milioni di pazienti. E anche se l’applicazione clinica potrà richiedere ancora qualche anno, questo studio ci porta un passo più vicino a un mondo in cui il diabete è una condizione sempre meno limitante e sempre più gestibile.

Prospettive per lo sviluppo di nuovi farmaci

Le evidenze raccolte in questo studio aprono la strada alla possibilità di sviluppare insuline sempre più personalizzabili e reattive ai bisogni fisiologici del paziente. La prospettiva è quella di nuovi farmaci che potrebbero: • Ridurre le dosi giornaliere: una minore necessità di regolazione continua delle dosi grazie alla capacità auto-adattativa.

• Incrementare la sicurezza della terapia insulinica: con un’efficacia misurata e personalizzabile in risposta ai livelli di glucosio del paziente, il rischio di ipoglicemia verrebbe significativamente ridotto.

• Migliorare la qualità della vita dei pazienti: semplificando la gestione del diabete e offrendo una maggiore libertà nella routine quotidiana senza il timore di ipoglicemia improvvisa.

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Colite microscopica

una patologia ancora poco nota

Si tratta di una patologia poco riconosciuta, ma piuttosto diffusa. Viene chiamata “microscopica” perché le alterazioni patologiche sono rilevabili solo tramite l’esame istologico del tessuto intestinale, mentre l’aspetto del colon risulta normale durante l’osservazione colonscopica.

Di conseguenza, senza una biopsia mirata del tessuto intestinale, la sintomatologia rischia di essere sottovalutata e la patologia non diagnosticata.

Il ruolo del farmacista nel supporto ai clienti affetti da diarrea cronica passa anche dalla conoscenza di questa particolare forma di colite.

Èmolto frequente che il farmacista si trovi a fornire consigli a clienti che riportano problemi gastrointestinali, tra i quali episodi ricorrenti di diarrea. Questo sintomo, comune e spesso trascurato dai pazienti, può avere cause diverse che vanno indagate con attenzione. Prima di suggerire una soluzione rapida o un farmaco antidiarroico, il farmacista dovrebbe valutare diversi fattori, tra i quali la durata della fase acuta, la frequenza con la quale la diarrea si manifesta e la tipologia di sintomi riferiti dal paziente. Quando la diarrea persiste o si ripresenta con una certa frequenza, sarebbe opportuno indagare le cause attraverso i più opportuni esami suggeriti dal medico. Quando non si tratta di episodi occasionali, che possono essere gestiti con i medicinali da banco e gli altri utili prodotti cha abbiamo a disposizione, identificare la causa del disturbo diventa un aspetto cruciale per una gestione efficace del disturbo. Ma non sempre gli esami più comuni danno risultati definitivi. Per esempio, potrebbe capitare che la colonscopia non riconosca al-

cuna anomalia, ma che il paziente continui ad essere soggetto a diaree ricorrenti e persistenti. Una situazione di questo tipo potrebbe essere compatibile con la colite microscopica, una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che si manifesta con diarrea cronica acquosa non sanguinolenta, spesso sottovalutata proprio a causa delle sue caratteristiche invisibili all’endoscopia tradizionale.

La diagnosi differenziale, come detto, si basa su biopsie del colon, in cui le alterazioni infiammatorie sono visibili solo a livello istologico. Nonostante sia spesso confusa con altre condizioni, come la sindrome dell’intestino irritabile, è una patologia da tenere in considerazione quando la diarrea persiste per diverse settimane e non migliora con i trattamenti standard.

CARATTERISTICHE CLINICHE E FATTORI DI RISCHIO

La colite microscopica si manifesta con diarrea cronica che può presentarsi con sintomi addominali associati, come crampi o dolore, ma senza sangue nelle feci.

Colpisce principalmente le persone sopra i 50 anni, anche se può verificarsi in soggetti più giovani, soprattutto in presenza di patologie autoimmuni come la celiachia o la tiroidite di Hashimoto.

Tra i fattori di rischio rilevanti, oltre all’età, troviamo l’uso di farmaci come inibitori della pompa protonica (PPI), FANS e antidepressivi. Anche il fumo è noto per esacerbare i sintomi della malattia.

Una delle sfide principali nella diagnosi della colite microscopica è che durante la colonscopia il colon appare normale a livello macroscopico, rendendo indispensabili le biopsie del tessuto intestinale che, in caso di colite microscopica, evidenzieranno quelle che sono le caratteristiche specifiche della malattia, come l’ispessimento dello strato di collagene o l’aumento dei linfociti intraepiteliali.

Esistono, infatti due tipologie differenti di colite microscopica: la colite collagenosa e la colite linfocitica.

Sebbene entrambe le forme condividano sintomi simili, tra cui la diarrea cronica acquosa non sanguinolenta, presentano differenze significative a livello istologico.

1. Colite collagenosa: è caratterizzata dall’ispessimento di uno strato di collagene sotto l’epitelio del colon, visibile solo al microscopio.

Questo strato ispessito può interferire con l’assorbimento di acqua, contribuendo alla diarrea.

SALUTE E BENESSERE

2. Colite linfocitica: si distingue per l’aumento del numero di linfociti intraepiteliali nella mucosa del colon.

Non vi è l’ispessimento di collagene, ma l’infiammazione linfocitaria è significativa.

Entrambe le forme sono simili nei sintomi clinici, ma la differenza istologica guida le decisioni terapeutiche e diagnostiche.

Da tenere presente anche un altro fattore che spesso viene sottovalutato: la celiachia è una comorbilità comune, specialmente nei pazienti più giovani.

Questa associazione può aggravare i sintomi, in particolare a livello di atrofia della mucosa intestinale, e complicare la gestione del paziente.

Sebbene il legame tra queste due condizioni sia noto, i meccanismi che lo regolano sono ancora oggetto di studio.

APPROCCIO TERAPEUTICO

Come per le altre tipologie di coliti, l’obiettivo principale del trattamento è ottenere la remissione clinica.

Dobbiamo, tuttavia, tenere presente un fattore determinante anche in termini di approccio comunicativo quando ci rapportiamo con dei clienti che hanno ricevuto la diagnosi di questo disturbo.

Va, infatti, preso in considerazione che, quasi sempre, i pazienti, prima di ricevere la diagnosi

corretta, hanno già attraversato un lungo percorso diagnostico in cui vengono trattati per altre condizioni, come, per esempio, la sindrome dell’intestino irritabile. Questi soggetti arriveranno perciò alla terapia con un carico emotivo condizionato da una serie di fallimenti terapeutici e di insuccessi dovuti, per l’appunto alle precedenti diagnosi non corrette.

Il ruolo del farmacista nel comunicare fiducia e nello spiegare con precisione ed empatia la nuova condizione terapeutica risulta fondamentale per trasferire ai clienti gli stimoli corretti per affrontare la terapia.

Il primo passo è individuare i fattori esacerbanti, che possono essere, per esempio l’assunzione di alcuni medicinali. Nel caso il cliente fumi, va di certo perseguito l’obiettivo di incoraggiarlo a smettere di fumare per quanto, lo sappiamo bene, questo aspetto possa essere molto difficile da raggiungere. Tornando al trattamento farmacologico, la terapia di prima linea prevede l’uso di budesonide (9 mg/die per 8 settimane). Se i sintomi migliorano, il trattamento può essere interrotto; in caso contrario o se la malattia recidiva, si può continuare a una dose più bassa (6 mg/die o meno) per un periodo di 6-12 mesi.

Quando la budesonide non è efficace o non tollerata, si pos-

sono considerare altre opzioni terapeutiche come colestiramina, loperamide o salicilato di bismuto. Nei casi più gravi o resistenti il medico potrebbe optare per l’impiego di immunosoppressori (azatioprina, mercaptopurina) o terapie biologiche (infliximab, adalimumab, vedolizumab).

Anche se il trattamento può migliorare significativamente la qualità della vita del paziente, è necessario un monitoraggio a lungo termine per gestire le recidive.

Noi farmacisti sappiamo bene che spesso il paziente che manifesta episodi ricorrenti di diarrea tende a gestire autonomamente la situazione, considerandola un problema transitorio.

Dal punto di vista professionale, è importante che il nostro ruolo non si limiti alla gestione dei sintomi, ma si estenda all’educazione del paziente e all’orientamento verso una diagnosi corretta. Con una gestione tempestiva e adeguata, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita del paziente, prevenendo recidive e complicazioni a lungo termine.

Tuttavia, anche l’investigazione diagnostica, quando si limita alla colonscopia, potrebbe non dare le risposte corrette e dimenticarsi della colite microscopica: una patologia ancora poco riconosciuta, ma che rappresenta una causa significativa di diarrea cronica, soprattutto nelle persone anziane e nei pazienti con patologie autoimmuni.

INDICAZIONI CLINICHE CHE

GIUSTIFICANO

UN’INDAGINE PER COLITE MICROSCOPICA

1. Diarrea cronica non spiegata:

• La diarrea è il sintomo predominante, caratterizzata da feci liquide non sanguinolente che persistono per un periodo prolungato (spesso più di 4 settimane).

• In alcuni casi, può essere intermittente o associata a periodi di remissione, ma la sua persistenza è un segnale chiave.

2. Colonscopia con esito negativo:

• Se il paziente ha già eseguito una colonscopia con risultati normali (assenza di segni evidenti di colite ulcerosa, morbo di Crohn o altre patologie evidenti del colon) ma i sintomi persistono, è importante effettuare biopsie durante la colonscopia. Questo è cruciale poiché, nella colite microscopica, l’aspetto del colon a occhio nudo risulta normale.

3. Sintomi associati:

• Oltre alla diarrea, i pazienti possono presentare sintomi di dolore addominale o crampi, e in alcuni casi gonfiore o perdita di peso. Anche se questi sintomi non sono specifici, quando sono presenti insieme alla diarrea cronica potrebbero aumentare il sospetto diagnostico.

4. Presenza di malattie autoimmuni:

• Se il paziente ha una storia di malattie autoimmuni come celiachia, artrite reumatoide, tiroidite autoimmune o altre malattie infiammatorie, la colite microscopica diventa un sospetto rilevante. Molti pazienti con colite microscopica presentano queste comorbidità.

5. Uso di farmaci associati:

• Alcuni farmaci sono noti per essere associati alla colite microscopica, quindi è importante verificare l’anamnesi farmacologica. I farmaci sospetti includono:

• Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).

• Inibitori di pompa protonica (PPI) usati per ridurre l’acidità gastrica.

• Antidepressivi come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).

• Beta-bloccanti.

• Statine.

6. Pazienti anziani:

• La colite microscopica tende a colpire più frequentemente le persone sopra i 50 anni. Se un paziente in questa fascia d’età presenta diarrea cronica inspiegata, è opportuno considerare questa patologia nella diagnosi differenziale.

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Il nostro calendario è appeso da 38 anni nelle case di tante famiglie italiane. Siamo stati i primi ad avere... in calendario, un viaggio lungo 13.870 giorni all’insegna della prevenzione e dell’educazione sanitaria, per sensibilizzare gli utenti delle farmacie alla conoscenza e al rispetto di tutte le regole fondamentali per condurre uno stile di vita sano ed equilibrato. Il nostro vademecum è anche il più diffuso a

Il nostro calendario è appeso da 38 anni nelle case di tante famiglie italiane. Siamo stati i primi ad avere... in calendario, un viaggio lungo 13.870 giorni all’insegna della prevenzione e dell’educazione sanitaria, per sensibilizzare gli utenti delle farmacie alla conoscenza e al rispetto di tutte le regole fondamentali per condurre uno stile di vita sano ed equilibrato. Il nostro vademecum è anche il più diffuso a

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In farmacia utili consigli per le emergenze

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Farmacisti Volontari per la Protezione Civile

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Partecipano alla 1° estrazione

• Tutte le farmacie che effettueranno l’ordine del calendario a Cosmofarma 2024

• Le farmacie già clienti* che incrementeranno l’ultimo ordine del calendario di almeno 50 copie entro il 30 settembre 2024

• Le farmacie non clienti che effettueranno un ordine del calendario di minimo 50 copie entro il 30 settembre 2024

Chi può partecipare?

Partecipano alla 2° estrazione

• Tutte le farmacie che effettueranno l’ordine del calendario a Cosmofarma 2024

• Le farmacie non clienti che effettueranno un ordine del calendario di minimo 50 copie entro il 23 dicembre 2024

Chi può partecipare? Per ogni estrazione potrai scegliere un premio, tra i tre proposti, del valore nominale di 7.600 E

Partecipano alla 3° estrazione

• Le farmacie già clienti* che incrementeranno l’ultimo ordine di calendari di almeno 50 copie entro il 23 dicembre 2024

Per ogni estrazione potrai scegliere un premio, tra i tre proposti, del valore nominale di 7.600 E

* Si intendono “già clienti” le farmacie che abbiano effettuato almeno un ordine del calendario da maggio 2020. Nel caso in cui la farmacia rientri in più parametri richiesti per singola estrazione, ne verrà considerato solo uno. REGOLAMENTO COMPLETO SU www.calendariodellasalute.it

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INTERVISTA

a cura della Redazione di Nuovo Collegamento

LLa Scuola di Galenica Utifar rappresenta un’eccellenza nella formazione dei farmacisti italiani, un punto di riferimento per chi desidera approfondire l’arte della preparazione galenica e mantenere viva una tradizione tanto antica quanto attuale. Nata con l’obiettivo di fornire ai professionisti del settore strumenti concreti per ampliare le loro competenze e rispondere alle esigenze del mercato, la scuola continua a evolversi, adattandosi alle nuove sfide della professione.

In questa intervista esclusiva, incontriamo Adalberto Fabbriconi, uno degli autorevoli docenti della Scuola di Galenica Utifar, che ci racconta la storia, la mission e le prospettive future di questo importante istituto. Scopriremo come i corsi della Scuola possano arricchire la pratica quotidiana del farmacista, fornendo una formazione che unisce teoria, legislazione e pratica con un approccio altamente specializzato. Un’ottima opportunità per tutti i farmacisti che desiderano distinguersi nel mondo delle preparazioni galeniche e fare un passo avanti nella propria carriera.

Attraverso questa intervista vogliamo invitarvi a conoscere da vicino questa realtà e a considerare l’iscrizione ai prossimi corsi, per scoprire come la galenica possa diventare una risorsa fondamentale per la vostra farmacia.

Utifar di Leggi

SCUOLA Galenica

La Galenica che fa la differenza scopriamo

la scuola di Utifar

Saperi antichi e formazione moderna per un farmacista protagonista: parla chi guida i corsi della Scuola di Galenica Utifar. Intervistiamo il dottor Adalberto Fabbriconi.

Professor Fabbriconi, raccontiamo un po’ la storia della Scuola di Galenica Utifar.

La nostra Scuola rappresenta un pilastro fondamentale nella proposta formativa di Utifar ormai da quasi due decenni e quindi possiamo vantare un’esperienza, una struttura e un’organizzazione rodata, performante e perfettamente funzionante. Il primo docente è stato l’inarrivabile Mario Marcucci che, insieme a Peter Jager, fondarono la Scuola con l’intento di dare una visione approfondita della materia. Poi arrivammo io, Piero Lussignoli e Pietro Siciliano ad affiancare i docenti e ancor oggi ci occupiamo della direzione scientifica della Scuola.

La scuola continuò la sua evoluzione, trasferendosi a Roma, città bellissima ma soprattutto centrale per poter permettere ai colleghi di tutta Italia di raggiungerci facilmente e in poche ore.

La Scuola di Galenica di Utifar rimane un punto di riferimento nel panorama galenico italiano, risultando spesso anche un’istituzione utile al confronto con altre società scientifiche nel campo della galenica.

Ci descriva la vostra mission e gli obbiettivi della Scuola di Galenica Utifar.

Il nostro obiettivo è formare professionisti che possano affrontare la realizzazione di una preparazione

galenica con il giusto spirito critico ma al contempo che possano avere le competenze tecniche e teoriche per centrare l’obiettivo e per risolvere eventuali problematiche. Per raggiungere tale risultato, accompagniamo i colleghi in un vero e proprio percorso formativo fornendo gli strumenti legislativi e tecnici per iniziare a conoscere l’arte galenica. Infatti, le prime lezioni sono propedeutiche ad una conoscenza a 360° della legislazione, di tutte forme farmaceutiche e del modus operandi per realizzarle. Il percorso si sviluppa poi con lezioni per approfondire argomenti tematici più specifici. Nelle nostre lezioni il dialogo tra i partecipanti e i docenti è alla base di una reciproca crescita! Lo scambio di informazioni, di esperienze, di errori e di successi è una delle nostre armi vincenti.

Perchè un farmacista dovrebbe specializzarsi in ambito galenico? La risposta a questa domanda è semplice! La professionalità di un farmacista si caratterizza soprattutto attraverso la conoscenza dell’ambito galenico, anima antica ma soprattutto moderna della professione. Per una farmacia, il laboratorio galenico è un valore aggiunto che può risolvere e tamponare le mancanze e le carenze terapeutiche dell’industria e quindi il suo valore sociale è incalcolabile. Inoltre, attraverso la realizzazione

di formule officinali e preparazioni fitoterapiche si può ampliare il paniere di prodotti con il brand della farmacia con cui far conoscere la professionalità dell’intero staff. Il percorso della Scuola di Galenica di Utifar sarà in grado di fornire le competenze teoriche e pratiche per sviluppare il laboratorio della farmacia ma soprattutto di creare una rete tra professionisti sempre pronti a confrontarsi e consigliarsi.

Dove si svolgono i vari corsi programmati della scuola di Galenica Utifar?

La Scuola di Galenica Utifar ha scelto il Laboratorio Lentini di Roma per offrire ai suoi corsisti un ambiente che unisce tradizione e innovazione. Riconosciuto per la sua competenza nel campo galenico, il Laboratorio è dotato di attrezzature all’avanguardia, permettendo ai partecipanti di apprendere attraverso strumenti e metodologie moderne.

Situato in una posizione facilmente accessibile da tutta Italia, il Laboratorio facilita la partecipazione e arricchisce la formazione con un ambiente stimolante, ideale per crescere professionalmente e personalmente. La scelta della location rispecchia appieno l’impegno di Utifar nella qualità formativa e nella preparazione pratica dei farmacisti di oggi ed è pensata per un farmacista che vuole distinguersi.

E per il prossimo anno...cosa bolle in pentola?

L’anno prossimo la Scuola inizierà con i primi 3 corsi base che garantiranno la conoscenza legislativa, tecnica e pratica per approcciare il mondo della galenica e per chi già ha esperienza, questi saranno 3 incontri fondamentali per approfondire e correggere la propria tecnica, provare per credere!

Dopo i primi 3 incontri la Scuola di Galenica di Utifar prevede lezioni di approfondimento su altre forme farmaceutiche più particolari, al fine di ampliare il bagaglio professionale del farmacista preparatore per poter intercettare e soddisfare le esigenze del mondo farmaceutico.

Un occhio di riguardo sarà dedicato al mondo delle preparazioni galeniche veterinarie, preparazioni di cui io, insieme ai dottori Marcucci, Lussignoli e Siciliano possiamo vantare di essere stati veri e propri pionieri. Il mondo della galenica è una realtà in continua evoluzione e questa peculiarità porta il preparatore ad un aggiornamento continuo che la nostra Scuola sa garantire. Invito i farmacisti preparatori ad iscriversi ai nostri corsi anche per il clima di confronto e di crescita che nasce e si evolve tra i partecipanti e tra i docenti: un momento costruttivo per tutti!

PROSSIMO CORSO

SCUOLA DI GALENICA UTIFAR:

23-24 NOVEMBRE

• Le 50 e più formule officinali di libera vendita per rilanciare o far ripartire alla grande il tuo laboratorio galenico.

Info e iscrizioni sul sito www.utifar.it

IL
DELLA
Un’immagine del gruppo di lavoro durante un corso della Scuola di Galenica Utifar

SCUOLA Galenica Utifar di

Crescere nella Professione

A settembre il prossimo corso della Scuola di Galenica Utifar!

IL PROGRAMMA 2024

9-10 MARZO

•le norme di buona preparazione e tutti gli aspetti legislativi per poter gestire al meglio il tuo laboratorio: discussione e confronto;

• le soluzioni e le sospensioni ad uso orale: dalla teoria alla loro realizzazione in laboratorio.

6- 7 APRILE

• le capsule in ogni loro aspetto: teoria, problematiche, soluzioni da adottare e particolarità.

11-12 MAGGIO

• le preparazioni galeniche dermatologiche: emulsioni, gel, paste e unguenti. le basi pronte: vantaggi e criticità.

• il mondo della tricologia e i suoi mille risvolti: il Minoxidil e le lozioni più richieste.

28-29 SETTEMBRE

• le preparazioni fitoterapiche ad uso orale e ad uso dermatologico: una grande opportunità per il tuo laboratorio e per la tua farmacia.

26-27 OTTOBRE

• la galenica veterinaria e tutto quello che devi conoscere per poter dialogare con il medico veterinario: gli aggiornamenti legislativi, la rev e le forma farmaceutiche piu’ richieste.

23-24 NOVEMBRE

• le 50 e più formule officinali di libera vendita per rilanciare o far ripartire alla grande il tuo laboratorio galenico.

La Scuola di Galenica Utifar ha l’obiettivo di diffondere la cultura galenica in modo critico e di fornire al farmacista le conoscenze più innovative in materia di preparazioni.

Le lezioni si svolgeranno sia in aula sia in un laboratorio attrezzato con macchinari e utensili di ultima generazione.

I partecipanti saranno seguiti dalla guida esperta dei docenti dr. Adalberto Fabbriconi, dr. Piero Lussignoli e dr. Pietro Siciliano con la partecipazione della dott.ssa Alessandra Cellupica che proporranno diverse formulazioni supportate da una ricca documentazione scientifica.

QUANTO COSTA

OGNI SINGOLO CORSO:

€ 390,00 per i soci

€ 490,00 per i non soci

Sede dei corsi: Roma

Le giornate di sabato si svolgeranno c/o Hotel

Globus Viale Ippocrate, 119 Roma

Le giornate di domenica si svolgeranno c/o Lentini Pharma, Via di Boccea, 1286 Roma

Sono previste convenzioni con due hotel, info sul sito www.utifar.it, sezione Scuola di Galenica.

I CORSI PREVEDONO UN MINIMO DI 15

E UN MASSIMO DI 25 PARTECIPANTI

I corsi possono essere frequentati anche solo singolarmente.

LLeggi l’articolo dal sito

PILLOLE DI GALENICA

di Rosalba Lombardo

Product Specialist R&D

Formulation

Compounding presso ACEF Galenica

L’urea, nota chimicamente come carbammide (CH₄N₂O), è una materia prima utilizzata nelle preparazioni galeniche dermatologiche grazie alla sua funzione di umettante e agente cheratolitico. La sua capacità di legare grandi quantità di acqua la rende ideale per trattare pelli xerotiche o soggette a disturbi della barriera cutanea, come nella dermatite atopica e negli eczemi. In concentrazioni dal 5% al 10%, l’urea agisce come fattore idratante naturale (NMF), mentre a concentrazioni superiori al 40% esercita un effetto cheratolitico, utile in preparazioni come paste per il trattamento di onicomicosi.

Un altro ruolo fondamentale dell’urea nelle preparazioni topiche è quello di enhancer, facilitando la penetrazione di principi attivi come glucocorticoidi e antifungini come per esempio clotrimazolo, particolarmente in emulsioni olio in acqua. Tuttavia, la stabilità chimica dell’urea, soprattutto nelle formulazioni acquose, è un parametro critico da dover monitorare per garantire la qualità della formulazione.

Urea nelle formulazioni galeniche topiche: come garantire la stabilità?

In soluzione acquosa, l’urea può idrolizzarsi, decomponendosi in ammoniaca (NH₃) e anidride carbonica (CO₂), provocando un innalzamento del pH. Questo processo è accelerato in condizioni di pH alcalino e temperature elevate, rendendo cruciale il monitoraggio del pH durante la preparazione e la conservazione. In formulazioni non tamponate, l’aumento del pH innesca un ciclo auto-catalitico di degradazione, compromettendo la stabilità del prodotto. Per garantire la stabilità delle preparazioni contenenti urea, il pH ideale deve essere mantenuto tra 4 e 8, prevenendo così alterazioni significative nella formula.

Durante la preparazione, è importante non accelerare la solubilizzazione dell’urea tramite riscaldamento, in quanto ciò aumenta il rischio di degradazione. Nelle formulazioni contenenti principi attivi sensibili al pH, come i glucocorticoidi idrolizzabili (es. idrocortisone o betametasone), è cruciale stabilizzare il pH per prevenire la degradazione del principio attivo.

Un sistema tampone efficace è costituito da una miscela di lattato di sodio e acido lattico, che mantiene il pH in un intervallo debolmente acido, anche in caso di parziale decomposizione dell’urea. Ad esempio, nelle preparazioni della crema idrofila all’urea al 5% o 10%, l’aggiunta di circa 5 g di tampone lattato garantisce una maggiore stabilità e prolungata conservabilità.

La soluzione Intimo Softcare è un detergente intimo speciale, senza profumazione, assolutamente innovativo e primogenito di una nuova famiglia di detergenti «filmogeni» basati sui derivati del glucosio (caprylyl/ capryl glucoside, hydroxyethylcellulose), in grado di svolgere una delicata azione detergente e protettiva su cute e mucose.

Vi è un solo tensioattivo, il caprylyl/capryl glucoside, assolutamente non aggressivo e impiegato alla minima dose, caratterizzato da un equilibrato potere detergente anche in acque dure; la camomilla (chamomilla recutita water) svolge un’azione decongestionante e deodorante, l’elastina marina (hydrolyzed elastin) è protettiva ed eutrofica. La cellulosa (hydroxyethylcellulose) è un derivato del glucosio che, dopo evaporazione dell’acqua, si deposita sulla pelle e sulle mucose, proteggendole con un sottile strato filmogeno.

Pertanto è indicato per la detersione della mucosa ano-genitale sia in soggetti che non tollerano i comuni detergenti intimi, sia per l’igiene intima di neonati, lattanti e bambini.

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CONVEGNI

di Paolo Levantino

Farmacista clinico e giornalista scientifico.

Presidente Agifar Palermo e Segretario Nazionale Fenagifar

Cosmetologia in farmacia: scienza, salute e prevenzione

Nel corso dell’evento PharmEvolution, il tema della cosmetologia in farmacia è stato esplorato in profondità durante il convegno e la tavola rotonda Beauty and the Best. In questa occasione, farmacisti ed esperti hanno discusso il ruolo sempre più rilevante della cosmetologia, non solo come cura della bellezza, ma come ponte tra prevenzione e salute pubblica.

“Sono entusiasta di aver visto come farmacisti ed esperti abbiano sottolineato il ruolo cruciale della cosmetologia nella promozione della salute della pelle. È fondamentale che i farmacisti siano in grado di fornire alle persone consigli personalizzati e scientificamente validati per la cura della cute. Questo evento, inoltre, ha dimostrato quanto sia importante la collaborazione tra farmacisti, dermatologi e altri esperti per promuovere una cultura della cura dermocosmetica basata sull’evidenza scientifica. La dermocosmesi, rappresenta un’opportunità unica per prevenire molte patologie cutanee e migliorare la qualità di vita delle persone. Sono convinta che questo evento rappresenti un punto di svolta verso una nuova era della farmacia, sempre più orientata al benessere e alla prevenzione” afferma la dott.ssa Myriam Mazza, farmacista cosmetologa, Spa Manager e Presidente Associazione Ricomicio da Me.

L’EDUCAZIONE SANITARIA COME STRUMENTO DI PREVENZIONE

La ricerca scientifica dimostra chiaramente l’impatto significativo che un’educazione mirata può avere sulla salute pubblica. Un esempio rilevante è lo studio Skin Cancer Awareness Now (SCAN!), il quale evidenzia come sia possibile influenzare positivamente i comportamenti di prevenzione del cancro della pelle. I risultati hanno mostrato un incremento del 66% nella conoscenza sull’uso corretto della protezione solare e un aumento del 39% nella capacità di riconoscere i nei sospetti tra i partecipanti. Nel contesto italiano, dove il sole è parte integrante della cultura e dello stile di vita, il farmacista può guidare i pazienti verso scelte consapevoli, spiegando non solo il “come” ma anche il “perché” dell’utilizzo di creme solari. Non si tratta solo di raccomandare un prodotto, ma di offrire un servizio educativo che supporta il paziente, integrando la bellezza con la salute e garantendo che i pazienti facciano scelte consapevoli per la loro pelle e per la loro salute a lungo termine.

SCREENING ATTRAVERSO

LA TELEDERMATOLOGIA

Oltre a fornire educazione al paziente, il farmacista può svolgere un ruolo determinante nello screening e nel monitoraggio delle lesioni cutanee grazie a servizi come la teledermatologia. Uno studio spagnolo condotto su 218 pazienti ha dimostrato che il servizio di teledermatologia offerto nelle farmacie di comunità ha facilitato l’individuazione del 30% di lesioni cutanee non benigne, consentendo così un rapido invio dei pazienti agli specialisti. Grazie alla teledermatologia, è stato possibile diagnosticare in anticipo numerose lesioni non benigne, tra cui 52 casi di cheratosi attinica, 13 di carcinoma e 2 melanomi. Questo modello di assistenza sanitaria comporta significativi vantaggi per il paziente, sia in termini di accessibilità che di costi, ridotti a un terzo rispetto a una visita dermatologica tradizionale. Il risultato è un aumento dello screening precoce di melanoma e, di conseguenza, prognosi migliorate.

MEET THE EXPERT

MEET THE EXPERT

J.L. Dominguez Rodriguez

J. L. Dominguez Rodriguez

21.11.2024 - 16.00 - 16.30

21.11.2024 - 16.00/16.30

Sala Polissena B

Sala Polissena B

20-23 Novembre

Palazzo dei Congressi Riccione Via Virgilio,17 - 47838 Riccione (RN)

SUPPORTO

NELL’AUTOGESTIONE

DELLE PATOLOGIE

DERMATOLOGICHE

E NELL’ADERENZA

TERAPEUTICA

È essenziale riconoscere come il supporto continuo e personalizzato che il farmacista offre ai pazienti con patologie croniche possa influire positivamente e in modo duraturo sulla loro qualità della vita. La non aderenza terapeutica rappresenta una delle principali sfide nella gestione di queste condizioni, con un impatto diretto non solo sui risultati clinici ma anche sui costi complessivi del sistema sanitario. Patologie come la psoriasi, l’acne e la dermatite atopica necessitano di un trattamento costante e regolare per garantire miglioramenti clinici tangibili, ma le statistiche mostrano che oltre il 50% dei pazienti interrompe le terapie topiche entro il primo anno. In questo contesto, uno studio sperimentale condotto nelle farmacie di comunità ha messo in evidenza il potenziale dell’intervento educativo da parte dei farmacisti nel migliorare l’autogestione della psoriasi da parte dei pazienti, contribuendo in modo significativo all’aderenza terapeutica.

Lo studio ha coinvolto pazienti con psoriasi di grado lieve e moderato, reclutati in sette farmacie di comunità situate in diverse aree urbane e rurali, e ha utilizzato un disegno pre- e post-intervento per valutare l’efficacia delle consulenze fornite. I farmacisti partecipanti hanno ricevuto una formazione specifica e mirata sulla gestione della psoriasi e sugli strumenti per la valutazione della conoscenza e della qualità della vita dei pazienti, come il Person-centred Dermatology Self-Care Index (PEDESI), lo

Self-Assessed Psoriasis Area Severity Index (SAPASI) e il Dermatology Life Quality Index (DLQI). Il protocollo di intervento ha previsto due consultazioni face-to-face, distanziate di circa sei settimane, durante le quali i farmacisti hanno fornito informazioni dettagliate sui trattamenti, istruzioni sull’uso corretto delle terapie topiche e un supporto personalizzato basato sulle esigenze individuali di ciascun paziente. I risultati dello studio sono stati significativi: il punteggio medio del PEDESI è aumentato in modo significativo, passando da 17.78 a 25.15, a indicare una maggiore capacità dei pazienti di comprendere e gestire autonomamente la propria condizione. Anche i punteggi SAPASI e DLQI hanno mostrato un miglioramento sostanziale, rispettivamente da 11.60 a 7.74 e da 7.21 a 4.14, segnalando una riduzione della gravità della malattia e un impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti. Attraverso consulenze personalizzate, i farmacisti hanno così aiutato i pazienti a comprendere meglio la loro condizione e a gestire in modo più efficace i trattamenti prescritti, migliorando l’aderenza alla terapia e riducendo la necessità di interventi specialistici.

L’ESPERIENZA DEI GIOVANI FARMACISTI

In un contesto in cui la farmacia si evolve verso una dimensione sempre più centrata sulla prevenzione e il benessere, i giovani farmacisti stanno apportando un contributo significativo, con approcci innovativi e una visione orientata alla salute della pelle basata su solide evidenze scientifiche. Tra queste nuove generazioni, emerge l’esperienza di una giovane farmacista, la dott.ssa Federica Faccitondo,

CONVEGNI

tesoriera Fenagifar, che ha avviato una start-up dedicata alla dermocosmesi personalizzata.

“Come farmacista cosmetologa, ho voluto sviluppare una linea di prodotti che unisse scienza e natura, utilizzando un estratto di vinacce di Nero di Troia, un ingrediente che abbiamo brevettato per le sue proprietà antiossidanti dimostrate.

Diversi studi in vitro e in vivo hanno confermato l’efficacia di questo estratto, e ciò testimonia non solo la validità della mia intuizione, ma anche l’importanza del know-how scientifico nell’offrire soluzioni di qualità per la cura della pelle.

La cosmetologia in farmacia è ormai un ponte essenziale tra salute, prevenzione e benessere: oggi siamo in grado di fornire ai pazienti prodotti scientificamente validati e un supporto personalizzato che non solo migliora la bellezza della pelle, ma contribuisce anche alla prevenzione e al trattamento di patologie cutanee.”

CONCLUSIONI

In conclusione, la formazione e la specializzazione del farmacista in cosmetologia rappresentano un valore aggiunto fondamentale, soprattutto nel promuovere salute e benessere della pelle. In ambito dermatologico, il farmacista specializzato è un punto di riferimento per guidare i pazienti verso una corretta gestione della propria routine di cura, unendo competenze scientifiche e attenzione personalizzata.

Attraverso un approccio educativo, il farmacista non solo favorisce la prevenzione e il miglioramento della qualità di vita, ma integra bellezza e salute, rendendo la cosmetologia una risorsa cruciale per un benessere più completo e consapevole.

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OpuntiaHydra

Dalla ricerca avanzata dei Laboratori

Kalè Italia nasce OpuntiaHydra, la nuova linea di bellezza che dona l’efficacia idratante e il potere lenitivo dell’Opuntia Ficus Indica alla tua pelle.

Ricavato dal Fico d’India Siciliano, questo elisir naturale regala una sensazione di idratazione profonda e duratura, perfetta per ogni tipo di pelle, dalle più delicate alle più secche. Attivi 100% naturali per formulazioni delicate ed efficaci, che trasformano il rituale di bellezza in un’esperienza di puro benessere.

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Kalè Italia
Gel-Reidratante
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Crema-Gel Leggera

Appartenente alla famiglia delle cactacee, l’Opuntia ficus-indica, arriva nell’area mediterranea e in particolare in Sicilia, esportata dal Messico nel XVI secolo subito dopo la scoperta dell’America. È una pianta succulenta arborescente che può raggiungere i 4-5 metri di altezza. Il fusto è composto da cladodi, comunemente chiamati pale, di forma appiattita e ovaliforme, con la funzione di foglie che assicurano la fotosintesi clorofilliana.

L’Opuntia, in Sicilia, si diffuse e naturalizzò rapidamente tanto da divenire un elemento caratteristico del paesaggio. Ancora oggi ricorre nelle rappresentazioni letterarie e iconografiche dell’isola, diventandone il simbolo.

L’Opuntia Indica ha una grande resistenza alla siccità, questo è dovuto ai cladodi, ricoperti di una spessa cuticola cerosa e al parenchima, costituito da strati di cellule che fungono da riserva d’acqua. La sua risorsa alimentare più pregiata è rappresentata dai frutti, chiamati fichi d’India, che oltre ad essere consumati freschi, sono usati per la produzione di succhi, liquori e una gelatina che nel territorio dove nasce Kalè prende il nome di mostarda.

Anche le pale risultano commestibili e si consumano fresche o sotto forma di confettura o canditi.

di Flavio Fagone Farmacista Cosmetologo

Le straordinarie proprietà dell’Opuntia Ficus Indica

Nella medicina popolare i frutti sono stati utilizzati come astringenti e per la loro ricchezza in vitamina C usati dai naviganti per la prevenzione dallo scorbuto. I giovani cladodi, riscaldati al forno venivano utilizzati come emollienti, applicati come cataplasmi. L’applicazione diretta del gel dei cladodi su ferite e piaghe costituisce un ottimo rimedio antiflogistico, epitelizzante e cicatrizzante su ferite e ulcere cutanee, si tratta di un vecchio rimedio della tradizione siciliana utilizzato nella cultura contadina dell’isola anche per lenire ed idratare la pelle dei lavoratori sottoposta per molte ore al sole cocente, inoltre il suo decotto di fiori ha proprietà diuretiche.

L’OPUNTIA FAVORISCE LA

SALUTE DELLA PELLE

I recenti studi dimostrano: la proprietà antiossidante attribuita ai frutti; la capacità di legare zuccheri e grassi della frazione polisaccaridica dei cladodi, costituita in gran parte da uno zucchero denominato opuntiamannano con risultati positivi sul metabolismo e nella sindrome metabolica; effetto gastroprotettivo delle mucillagini dei cladodi. In cosmetica, della pianta di Opuntia ficus-indica non si butta via niente e risulta utile nella preparazione di prodotti skincare,

bodycare, haircare e suncare, ecc, infatti, l’estratto di cladodio è utilizzato in diverse formulazioni grazie alle ormai convalidate proprietà idratanti, epitelizzanti e cicatrizzanti senza nulla da invidiare a quelle dell’aloe o dell’acido ialuronico. Del preziosissimo olio estratto dai semi del frutto se ne utilizzano le proprietà rigeneranti, tonificanti, rassodanti, ristrutturanti e antiossidanti dovuti alla particolare vitamina E presente; inoltre ha potere linfodrenante e infine idrata in profondità il cuoio capelluto danneggiato, secco e sfibrato. I fiori di fico d’India sono conosciuti nella medicina tradizionale e di recente gli antiossidanti e i polisaccaridi in essi contenuti hanno dimostrato avere proprietà protettive su vene e capillari nei confronti degli stress ossidativi. Sono inoltre in grado di ridurre i danni ai micro-capillari mantenendone l’integrità stabilizzando le pareti, particolarmente utile per formulazioni adatte a pelli sensibili e a tendenza couperosica.

Un ingrediente straordinario che cresce spontaneo in una terra altrettanto straordinaria, in grado di essere sempre generosa con la sua gente, la quale non riesce e non vuole spezzare mai il legame profondo con la natura che in ogni angolo regala bellezza.

SALUTE

di Elisa Giubileo, farmacista Clinico e specialista in Scienze dell’Alimentazione www.botanicals.it

QUARTA PUNTATA

LLeggi l’articolo dal sito

L’importanza dei “claims“ attribuiti alla piante medicinali dal decreto ministeriale nel prodotto salutistico allestito in farmacia, negli integratori alimentari e nel consiglio al paziente.

(documentazione scientifica tratta dalla pubblicazione “Botanicals”, di Elisa Giubileo, Edizioni Tecniche Nuove)

L’argomento di oggi riguarda nuovamente le piante medicinali, i cui principi attivi possono apportare sostegno alla crescita e riparazione dei tessuti biologici a rapido ricambio cellulare, con particolare attenzione all’APPARATO CUTANEO

La cute è l’organo più esteso del nostro corpo, formato da epidermide (cellule epiteliali), derma (tessuto connettivo) e strato sottocutaneo (tessuto adiposo). Una pelle sana e luminosa non solo contribuisce al benessere fisico ma anche a quello mentale. Preservare questa condizione è un obiettivo ricercato da donne e uomini, non sempre facile da ottenere, poichè la salute della pelle risente dello stile di vita scorretto, di diete squilibrate, dei danni da fumo e stress, da eccessiva esposizione solare, eccetera. Il farmacista è spesso il primo professionista cui si rivolge il paziente per la richiesta di prodotti utili a migliorare problematiche cutanee tra cui le più frequenti sono: xerosi, imperfezioni di origine acneica o semplici segni di invecchiamento (aging).

Botanicals Macroarea relativa alla Funzione Plastica

Parte seconda: Claim ministeriale ”benessere della pelle”

La xerosi cutanea o “pelle secca”, è strettamente legata all’idratazione dei tessuti. L’acqua è uno dei fattori più importanti per la naturale plasticità ed elasticità.. Perchè l’acqua sia adeguatamente in equilibrio con i componenti dello strato corneo, e del film idrolipidico occorre agire con prodotti topici occlusivi i che preservino quella già presente (vaselina lanolina ceramidi eccetera) e/o, umettanti che diano un ulteriore supporto (urea, glicerolo,acido ialuronico). Per una buona idratazione della pelle è fondamentale bere in modo adeguato: l’assunzione di acqua consigliata è di circa 2 lt/die. Un suggerimento in tema di piante medicinali ci è dato dall’utilizzo di ALOE gel liquido, opportunamente preparato, da diluire in acqua ed assumere al mattino (l’azione depurativa, contribuisce infatti ad eliminare tossine, dannose per la pelle).

Acne ed impurità cutanee, sono problematiche frequenti nel periodo dell’adolescenza che si possono manifestare anche in età avanzata soprattutto nelle donne. Le zone più colpite sono viso e schiena. Le cause vanno da una predisposizione genetica , all’aumento di produzione di sebo legata a squilibri ormonali,e alla presenza di batteri (Propionibacterius Acne).

Oltre ai prodotti topici, l’approccio sistemico sia in prevenzione che durante il manifestarsi dei primi sintomi dell’acne prevede composti a base di piante medicinali come la BARDANA, la VIOLA TRICOLOR, BORRAGINE, EQUISETO, TARASSACO ecc. I principi attivi in esse contenuti agiscono in modo sinergico sia con azione depurativa e disintossicante che come antibatterici ed antinfiammatori. L’invecchiamento cutaneo che comporta perdita di elasticità cutanea, collasso dei tessuti connettivi con formazione di rughe è un processo inevitabile che inizia dai 30-35 anni di età.

Si ha una diminuzione del turnover cellulare, una rallentata produzione di collagene ed elastina mentre scorie e tossine restano più a lungo nei tessuti.

Al fine di contrastare tali processi, un’attenzione specifica è volta sempre più all’integrazione sistemica. Si tratta di estratti standardizzati di piante ricche di principi attivi antinfiammatori ed antiossidanti che sono oggetto di studi non solo nel campo estetico ma anche in quello clinico in supporto alle terapie di patologie quali lupus eritematosus, psoriasi, vitiligine, (come nel caso di un tipo di Felce, il Polypodium leucotomos).

La funzione “antiossidante” propria di molte piante sarà oggetto di un approfondimento nelle pubblicazioni successive perchè coinvolge non solo la funzione plastica ma l’intero organismo umano.

QUALI CLAIMS E QUALI

PIANTE PER IL BENESSERE

DELLA CUTE

Nel termine generico “benessere della cute”, abbiamo ricompreso i claims specifici, cui fanno riferimento le numerosissime piante alle quali il ministero attribuisce vere e proprie attività salutistiche. Il formulatore (sia esso parte di Azienda di produzione, che Farmacista di laboratorio di farmacia Territoriale) potrà attingere per la composizione del prodotto finale tra le piante medicinali che identificano il Claims scelto, da riportare in etichetta tale e quale. Inoltre , a secondo dell’esigenza salutistica desiderata, potrà optare per l’aggiunta di piante con claims diversi ma con azione sinergica al fine di migliorare il risultato finale atteso (un esempio è il caso del tarassaco, la cui azione depurativa, completa quella del “benessere della pelle” propria della Bardana). Come detto prima, sono tantissime le piante cui il Decreto attribuisce i claims che abbiamo raggruppato con “funzione plastica” e che qui elenchiamo:

BENESSERE DELLA PELLE

ACERO SACCARINO

BARDANA

ONOSMA ECHIOIDES

SALSAPARIGLIA

SALSAPARIGLIA NOSTRANA

SMILACE CINESE

SMILAX UTI

VIOLETTA del PENSIERO

TROFISMO DELLA CUTE

ALBERO DEL PANE BANIANO

BUGOLA

CETRIOLO

CISSUS ALATA

CORRIGIOLA PERENNE

GERANIO DEI PRATI

HIEROCHLOE ODORATA

MANDORLO

MELONE

NOCE DI COCCO

OMBELICO DI VENERE

OMBELICO DI VENERE GIALLO

OMBELICO ORIZZONTALE

ONOSMA ECHIOIDES

TROFISMO DEL CONNETTIVO

EQUISETO

EQUISETO INVERNALE

EQUISETO MASSIMO

EQUISETUM FLUVIATILE

GALEOPSIS

FISIOLOGICA FUNZIONALITÀ

CUTANEA

TRIFOGLIO DEI PRATI

TRIFOGLIO ROSSO

INTEGRITÀ E FUNZIONALITÀ

DELLE MEMBRANE CELLULARI

BORRAGINE

CANNABIS

ECHIUM PLANTAGINEO

ENAGRA COMUNE

LINO

NOCE

RIBES NERO

VITE ROSSA

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OBBLIGO DI RICETTA MEDICA:

1. BENESSERE DELLA PELLE

Forma farmaceutica : Capsule

Quantità per confezione: 50 cps

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Bardana E.S. (2%inulina) 300 mg

Violetta del Pensiero E.S. 100 mg

Tarassaco E.S. 100 mg

Dicitura in etichetta: Bardana radice,Violetta del Pensiero parti aeree fiorite, BENESSERE della PELLE,Tarassaco radice, funzioni depurative dell’organismo.

2 cps al dì per os,preferibilmente al mattino con abbondante acqua

Note per il farmacista: cps 00 (il Tarassaco ,ha funzione depurativa e migliora l’effetto desiderato)

2. Trofismo del connettivo

Forma farmaceutica : Liquida

Quantità per confezione: 100 ml

Tariffazione Multiplo prezzo libero.

Componenti

Bardana T.M. 40 ml

Equiseto T.M. 40 ml

Perilla T.M. 20 ml

Dicitura in etichetta: Bardana radice , BENESSERE della PELLE, Equiseto parte aerea,TROFISMO del CONNETTIVO . 30 gocce 2/3 volte al di’

Note per il farmacista: la Perilla, è utile per stabilizzare le membrane cellulari.

L

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La SEO

SUL NUMERO 6 DI NUOVO

COLLEGAMENTO ABBIAMO APERTO QUESTA RUBRICA ILLUSTRANDO I PRINCIPALI VANTAGGI DI UNA

SCHEDA GMB OTTIMIZZATA, PROSEGUIAMO IL NOSTRO VIAGGIO

NEL MONDO TECNICO DEL WEB E SCOPRIAMO CHE COSA È LA SEO

Che cosa è e come può essere utile alle Farmacie

In un mondo sempre più digitale, avere un sito web è fondamentale per ogni farmacia. Come assicurarsi però che i potenziali clienti trovino il tuo sito quando cercano prodotti o servizi online? Qui entra in gioco l’ottimizzazione per i motori di ricerca, nota anche come SEO.

Vediamo cos’è e perché è così importante.

La SEO, acronimo di SearchEngine Optimization (ottimizzazione per motori di ricerca), è un insieme di tecniche per far apparire un sito tra i primi risultati di ricerca. Immaginatela come una serie di “trucchetti” o miglioramenti strutturali per aiutare un sito a guadagnare visibilità su Google e altri motori di ricerca. Le radici della SEO risalgono agli anni ‘90, un’epoca pre-motori di ricerca come li

conosciamo oggi, dove gli utenti trovavano siti su liste o directory, l’equivalente di un enorme elenco telefonico online. Con l’avvento dei motori di ricerca, Google in primis, è emersa una necessità: come aiutare gli utenti a trovare ciò che cercano, senza dover navigare fra centinaia di pagine web? Qui entra in gioco la SEO, una disciplina che ha lo scopo di assicurarsi che il proprio sito sia visibile per le ricerche più importanti.

PERCHÉ È FONDAMENTALE

PER IL BUSINESS DI UNA FARMACIA

Apparire nelle prime posizioni dei risultati di ricerca ha un impatto diretto e significativo sul business di una farmacia. Pensiamo al comportamento degli utenti: quando qualcuno ha un bisogno urgente, come l’acquisto di un farmaco o l’accesso a un servizio medico, di solito effettua una ricerca immediata e tende a scegliere i risultati più visibili e vicini. Ottimizzare la SEO permette alla vostra farmacia di comparire tra i primi risultati di ricerca, attirando così un numero maggiore di potenziali clienti.

L’importanza della SEO non si limita però alla sola visibilità. Ottimizzare il sito migliora anche l’esperienza dell’utente: parte della SEO, infatti, implica migliorare la struttura e la navigabilità del sito. Un sito ben organizzato e intuitivo offre un’esperienza utente positiva, favorendo il ritorno dei visitatori e, di conseguenza, la loro fidelizzazione.

Inoltre la SEO locale è uno strumento fondamentale per attrarre clienti nella zona. Molti utenti effettuano ricerche geolocalizzate per trovare farmacie nelle vicinanze; ottimizzare la SEO locale permette alla vostra attività di emergere in queste ricerche, portando nuovi clienti direttamente alla vostra porta e aumentando il flusso di visitatori in farmacia. La SEO quindi contribuisce a costruire credibilità. I siti che appaiono nelle prime posizioni dei risultati di ricerca sono percepiti come più affidabili e autorevoli. Per una farmacia, apparire in cima ai risultati non solo aumenta il numero di clienti, ma anche la percezione di essere un punto di riferimento sicuro e professionale per la comunità. Oggi, infatti, le farmacie non sono solo luoghi dove acquistare farmaci, ma centri di consulenza, di test rapidi, di

integratori personalizzati e di molti altri servizi. Una SEO efficace aiuta i clienti a scoprire tutte queste opportunità e a costruire relazioni durature con la vostra farmacia.

COME CURARE LA SEO

La SEO è complessa e in continua evoluzione. I motori di ricerca aggiornano regolarmente i propri algoritmi, cioè le “regole” che determinano quali siti appaiono nei primi risultati, e i cambiamenti possono avere un impatto significativo sul posizionamento. Non basta quindi solo conoscere qualche parola chiave o inserire del testo sul sito: bisogna saper applicare strategie diversificate e specifiche.

Affidarsi a professionisti competenti fa una grande differenza. Un esperto può analizzare il mercato, comprendere quali parole chiave attraggono più clienti, e implementare tecniche avanzate che aumentano le visite sul sito. Un approccio poco professionale può non solo essere inefficace ma anche controproducente: alcune pratiche “scorrette” (come l’uso eccessivo di parole chiave) possono far penalizzare il sito dai motori di ricerca, facendolo apparire addirittura in posizioni più basse.

In breve, un professionista sa creare una strategia SEO che rende visibile la farmacia nel modo giusto e nei momenti giusti.

FAI UN TEST SEO SUL TUO SITO E VERIFICA IL POSIZIONAMENTO

Vuoi avere un’idea di come appare il sito della tua farmacia su Google? Questo test ti dà una prima impressione sulla visibilità del tuo sito e ti aiuta a comprendere se è ben posizionato per le ricerche locali. Prova questo semplice test

SEO:

Apri Google e scrivi nella barra di ricerca farmacia insieme a parole chiave che descrivono il servizio o prodotto che stai cercando. Ad esempio, prova farmacia analisi del sangue (o un altro servizio che fornisce la tua farmacia) seguiti dal nome della tua località, per vedere se il tuo sito compare nei risultati principali.

Se il sito della tua farmacia non compare tra i primi 5-10 risultati, significa che la sua visibilità è migliorabile. Cerca anche con diverse parole chiave, provando a immaginare quello un cliente potrebbe digitare per cercare i tuoi prodotti e servizi. Dopo il test, chiediti: il sito appare nelle posizioni migliori? Se non è così, potresti avere bisogno di ottimizzare la SEO per migliorare il posizionamento e attrarre più clienti.

Nell’esempio che proponiamo qui sotto la farmacia (ne abbiamo oscurato il nome) che appare come primo risultato ha senza dubbio una SEO ben strutturata.

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CONOSCIAMO LE AZIENDE

Laboratorio della Farmacia

20 anni di eccellenza e innovazione al servizio delle farmacie indipendenti

Nel panorama delle farmacie indipendenti, Laboratorio della Farmacia (LDF) rappresenta una storia di successo e crescita. Nata nel 2004 dall’intuizione del dott. Marzio Salvagnin, titolare della Farmacia alla Madonna di Mestre, LDF ha saputo trasformare le sfide normative degli anni 2000 in un’opportunità, dando vita a un laboratorio produttivo condiviso tra farmacisti per la realizzazione di prodotti galenici personalizzati. L’idea alla base del progetto era ambiziosa: creare un laboratorio industriale che garantisse alle farmacie socie una produzione esclusiva di integratori e cosmetici di alta qualità, a marchio privato della farmacia. Il progetto si è sviluppato rapidamente, partendo dal primo stabilimento del dietetico e del cosmetico a Scorzè, in Veneto, fino ad arrivare all’attuale sede produttiva di Quarto D’Altino (VE), un

impianto all’avanguardia su 11.000 metri quadri.

EVOLUZIONE E CRESCITA:

DAI PRIMI SUCCESSI ALLA

SOLIDA ESPANSIONE

Grazie alla qualità delle formulazioni, basate su studi clinici e sulle migliori materie prime offerte dal mercato, e all’efficacia comprovata dai clienti, i prodotti LDF hanno rapidamente guadagnato fiducia. Questo ha spinto l’azienda ad espandersi, dapprima tramite il passaparola e, successivamente, su scala nazionale.

Oggi, con oltre 500 referenze tra integratori alimentari e cosmetici, LDF produce più di 13 milioni di pezzi all’anno.

Un aspetto fondamentale che rende Laboratorio della Farmacia unico è la sua struttura proprietaria. LDF è una società di proprietà esclusiva di farmacisti. Non ci sono fondi di investimento, capitali esteri o interferenze esterne.

Messaggio pubbliredazionale

Laboratorio della Farmacia festeggia il suo ventennale, un percorso che ha visto l’azienda crescere e affermarsi come realtà di riferimento per i farmacisti. Fondata da un gruppo di professionisti con l’obiettivo di offrire prodotti di alta qualità, esclusivi e personalizzati, LDF si distingue per essere una società interamente di proprietà dei farmacisti stessi, senza ingerenze esterne. Nell’articolo, esploreremo la storia dell’azienda, i benefici per chi decide di aderire al Consorzio e le opportunità che offre in termini di servizi e supporto, sempre nell’ottica della crescita e dell’indipendenza della farmacia.

Questo significa che gli interessi della proprietà coincidono perfettamente con quelli dei farmacisti che scelgono di far parte del progetto, personalizzando i prodotti con il nome della propria farmacia. Questa autonomia garantisce che le decisioni aziendali siano sempre a favore dei soci e dei clienti finali.

L’espansione continua: l’azienda prevede di chiudere il 2024 con un fatturato di 34 milioni di euro, sono già in corso i lavori di ampliamento del secondo stabilimento, che porterà la superficie complessiva a 20.000 metri quadri.

I

VANTAGGI DI ADERIRE AL CONSORZIO FARMACIA

LABORATORIO (CFL)

Nel 2008, dai fondatori di LDF è nato anche il Consorzio Farmacia Laboratorio (CFL), un’iniziativa volta a supportare le farmacie indipendenti in ogni aspetto della loro gestione.

CONOSCIAMO LE AZIENDE

Oggi, il consorzio CFL conta 700 farmacie consorziate in tutta Italia, e offre numerosi vantaggi esclusivi:

• Qualità garantita: grazie a formulazioni di alto livello e controlli rigorosi, i prodotti LDF si distinguono per sicurezza ed efficacia.

• Esclusività territoriale: i farmacisti del consorzio godono dell’esclusiva di zona e canale, senza concorrenza da parte di parafarmacie, erboristerie o catene della grande distribuzione.

• Prezzi competitivi e alta marginalità: i prodotti LDF offrono un ottimo rapporto costo/terapia per i clienti, garantendo allo stesso tempo la massima redditività per le farmacie.

• Supporto gestionale: il CFL offre servizi che spaziano dagli accordi commerciali vantaggiosi alla gestione dei fornitori e delle utenze, formazione continua, marketing e comunicazione.

• Formazione continua di titolari e collaboratori sia per temi gestionali che per argomenti professionali

• Ampio spazio ai servizi al cittadino, grazie alla scelta di strumentazioni di tipo ospedaliero

• Fidelizzazione del cliente: con un assortimento vasto e diversificato, le farmacie del consorzio possono soddisfare tutte le esigenze dei loro clienti, costruendo un rapporto di fiducia duraturo.

L’adesione a Consorzio Farmacia

Laboratorio ha un costo estremamente accessibile. Oltre ad una quota una tantum di 300 euro, necessaria per l’iscrizione alla Camera di Commercio, l’abbonamento annuale è di soli 100 euro. Questo importo include una serie di servizi gratuiti, come la creazione di un sito internet personalizzato, la gestione dei social media (Facebook e Instagram), la fornitura di video per schermi a led, e un contributo di 2000 euro per l’installazione di un’insegna a marchio della farmacia.

Inoltre, le farmacie che aderiscono al progetto possono scegliere se intraprendere una ristrutturazione per avere un layout più moderno e facilmente riconoscibile.

Lo staff di Consorzio Farmacia

Laboratorio mette a disposizione specialisti del category management, che aiutano a differenziare il punto vendita rispetto alla concorrenza, architetti e imprese dedicate, capaci di rinnovare gli arredi e gestire ristrutturazioni più complesse. Ogni farmacia può seguire un percorso a tappe per adottare gradualmente le soluzioni proposte, o optare direttamente per il pacchetto completo, che include anche strumenti multimediali e una nuova insegna personalizzata.

I VANTAGGI PER GLI UTENTI DELLE FARMACIE

L’utente finale troverà quindi nelle farmacie CFL spazi funzionali con esposizione chiara e leggibile che li aiuterà ad individuare con facilità

ciò che cercano, una selezione etica dei prodotti trattati, con particolare attenzione alle aziende che rispettano l’ambiente, spazi dedicati alla telemedicina con le strumentazioni più evolute, spazi dedicati al consiglio personalizzato, farmacisti che hanno tempo da dedicare al cliente sempre aggiornati sui temi relativi alla salute, e il miglior rapporto costo/terapia.

CONDIVISIONE E

CRESCITA ATTRAVERSO LE CONVENTION

Uno degli appuntamenti più attesi per gli associati è la convention nazionale del CFL, un evento annuale che dal 2021 permette ai farmacisti di incontrarsi, confrontarsi e partecipare a sessioni di team building e crescita culturale. Dopo gli eventi in Sardegna, Venezia e Dubai, nel 2024 la convention si è svolta in Puglia, con oltre 550 partecipanti.

Sono stati affrontati temi come la carenza di personale, il significato profondo di collaborazione all’interno dello staff della farmacia, l’approccio alla generazione Z.

Si è discusso inoltre delle nuove sfide del settore e pianificato insieme il futuro della rete.

UNA RETE INDIPENDENTE

Aderire a Laboratorio della Farmacia e al Consorzio Farmacia Laboratorio significa entrare a far parte di una rete di farmacisti indipendenti che condividono un progetto comune: garantire prodotti di alta qualità e migliorare la sostenibilità economica della propria farmacia. Vent’anni di storia confermano la solidità di un’iniziativa nata per supportare il ruolo del farmacista come punto di riferimento per il benessere della comunità.

Per informazioni e contatti:. commerciale@laboratoriodellafarmacia.it segreteria@farmacialaboratorio.it

In foto: a sinistra la sede di Quarto D’Altino e a destra il dottor Marzio Salvagnin, fondatore di LdF

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Perché aderire al Consorzio

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La nuova linea di integratori

soluzioni naturali per un benessere quotidiano mirato

Farfarma, azienda di riferimento nel settore della salute e degli integratori, ha recentemente presentato una linea di integratori innovativi, studiati per rispondere a specifiche esigenze di benessere.

I nuovi prodotti, Condrofar, Immunofar, Alivis Mg K C e Oxavit, forniscono soluzioni mirate per la salute articolare, il sistema immunitario e la protezione antiossidante, grazie a formulazioni avanzate, ideali per chi desidera un supporto naturale nella propria routine quotidiana.

Di seguito, un approfondimento su ciascun integratore.

ALIVIS MG K C: EQUILIBRIO

ELETTROLITICO E SUPPORTO

CONTRO LA STANCHEZZA

NEUROMUSCOLARE

Alivis Mg K C risponde alla necessità di mantenere un equilibrio elettrolitico ottimale, fondamentale per il benessere generale. Contiene magnesio, potassio e vitamina C, contribuendo alla regolazione dei minerali essenziali per ridurre affaticamento e crampi. Alivis Mg K C è ideale per chi è fisicamente attivo, per il recupero post-allenamento o per un sostegno quotidiano alla salute neuromuscolare.

CONDROFAR: SALUTE DELLE ARTICOLAZIONI

Condrofar è formulato per favorire il benessere articolare, risultando utile per chi soffre di dolori articolari, osteoartrite o pratica attività fisica intensa. Include ingredienti efficaci nella rigenerazione della cartilagine e nella riduzione dell’infiammazione, come glucosamina, condroitina e acido ialuronico. Arricchito con vitamina C per la sintesi del collagene e antiossidanti contro lo stress ossidativo, Condrofar è adatto a persone di tutte le età, specialmente a chi desidera preservare la mobilità e contrastare i segni dell’invecchiamento articolare.

OXAVIT: PROTEZIONE

ANTIOSSIDANTE COMPLETA

Oxavit è pensato per contrastare lo stress ossidativo, collegato all’invecchiamento cellulare e all’insorgenza di patologie croniche. Con una formulazione di vitamina C e vitamina E, Oxavit offre una protezione contro i danni dei radicali liberi. Ideale per chi desidera contrastare l’invecchiamento precoce o per chi, esposto a smog e radiazioni, vuole preservare la salute cellulare, Oxavit è particolarmente utile per chi conduce una vita attiva.

IMMUNOFAR: DIFESE IMMUNITARIE RINFORZATE

Immunofar è pensato per supportare il sistema immunitario, particolarmente importante nei periodi più critici dell’anno. Con una formulazione a base di vitamina C, zinco, echinacea e betaglucani, aiuta a modulare le difese immunitarie e rinforzare la resistenza dell’organismo contro virus e batteri. È consigliato a chi vive o lavora in ambienti molto esposti o cerca un sostegno per affrontare i cambi di stagione.

FARFARMA: L’INNOVAZIONE AL SERVIZIO DEL BENESSERE

Con il lancio di Condrofar, Immunofar, Alivis Mg K C e Oxavit, Farfarma si conferma un punto di riferimento nel settore della salute, proponendo integratori con ingredienti naturali e scientificamente testati.

Ogni prodotto è stato sviluppato per esigenze specifiche, offrendo un supporto sicuro e ben tollerato per il benessere quotidiano.

Questa gamma è pensata per chi desidera un approccio preventivo e naturale alla salute, affidandosi a Farfarma per prodotti di alta qualità, formulati nel rispetto dei più alti standard di sicurezza ed efficacia.

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® Ansia da separazione nel cane un disturbo

da non sottovalutare

ANSIA DA SEPARAZIONE: PATOGENESI E SINTOMI

L’ansia da separazione è una patologia comportamentale molto frequente nel cane. Si stima che circa il 20-40% dei soggetti ne sia colpito. Il disturbo coinvolge l’animale quando una barriera fisica si frappone tra lui e il suo proprietario, sia che questo lasci il luogo dove risiede il cane sia che vi rimanga , ma senza essere visto (ad es. mentre è nella doccia, mentre dorme in un’altra stanza).

I sintomi dell’ansia da separazione, dunque, compaiono quando il cane è separato dalla persona a cui è affettivamente legato e verso la quale manifesta segni di iperattaccamento (es. la segue dappertutto, si angoscia quando questa va via, la accoglie con eccessivo entusiasmo quando ritorna).

I principali sintomi dell’ansia da

separazione sono rappresentati da:

• vocalizzazioni (abbaiare, ululare, uggiolare, ecc.)

• comportamenti distruttivi (masticare, scavare, ecc.)

• disturbi eliminatori (defecazione e minzione in luoghi inappropriati).

Inoltre possono essere presenti anche anoressia, vomito e/o diarrea, toelettatura eccessiva, tachipnea, ipersalivazione.

Solitamente tutti questi sintomi compaiono entro pochi minuti dalla partenza della persona a cui il cane è iperattaccato e ricorrono ogni qualvolta l’animale viene lasciato solo.

L’ansia da separazione può essere spesso diagnosticata sulla base dell’anamnesi del paziente e la conferma della diagnosi si ha quando è possibile verificare che la comparsa dei sintomi avviene dopo la partenza del proprietario.

VETERINARIA

a cura della Divisione Scientifica di Teknofarma

IL RUOLO DEL MEDICO VETERINARIO

L’unica figura in grado di fare diagnosi escludendo eventuali problematiche organiche sottostanti e proporre una terapia mirata è il Medico Veterinario, meglio se Esperto in Comportamento animale, al quale bisognerebbe rivolgersi subito ai primi segnali del problema, prima che questo peggiori.

Il Medico Veterinario prescriverà una terapia, che non necessariamente sarà costituita da farmaci, ma potrà prevedere anche un approccio naturale, sempre associato ad un percorso rieducativo in collaborazione con altre figure professionali come istruttori cinofili.

TRATTAMENTO TERAPEUTICO DELL’ANSIA DA SEPARAZIONE

Il trattamento dell’ansia da separazione consiste in un approccio clinico integrato.

L’educazione del proprietario e la modificazione del comportamento dello stesso sono i fattori chiave nel successo del trattamento terapeutico di questo disturbo comportamentale.

L’errore più frequente che spesso il proprietario commette rientrando a casa è quello di punire o sgridare il cane per i danni che ha fatto. La punizione provoca esclusivamente un peggioramento del problema.

Infatti, quello che spesso viene scambiato per un “dispetto” in verità non è che l’espressione di un profondissimo disagio che il cane vive travolto da emozioni negative. Inoltre è ormai assodato che i cani abbiano una innata capacità di riconoscere i segnali non verbali dell’uomo e, dunque, riescano ad intuire quando il proprietario si sta preparando ad andare via.

È proprio questa straordinaria abilità che “penalizza” il cane che soffre di ansia da separazio -

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ne e contribuisce al suo disagio emotivo. Infatti, quando l’animale capisce che il suo migliore amico umano se ne sta andando inizia a manifestare segnali di stress, cerca di dissuaderlo oppure tenta di seguirlo. Alla luce di ciò può essere utile che il proprietario cambi il “rituale” della partenza e del ritorno, magari evitando un eccessivo contatto fisico con il cane quando va via e quando ritorna. Naturalmente questo tipo di condizionamento richiede tempo e pazienza.

Le tecniche di modificazione del comportamento da sole possono richiedere molte settimane prima che si possa osservare un sufficiente miglioramento.

Talvolta può essere di supporto l’utilizzo di prodotti a base di feromoni oppure oli essenziali dalle proprietà rilassanti oppure mangimi complementari a base di estratti vegetali dalle proprietà ansiolitiche. In taluni casi può rendersi necessario anche un trattamento farmacologico.

PET REMEDY®:

UN AIUTO NATURALE

CONTRO ANSIA E STRESS

Pet Remedy® è una miscela naturale, di origine vegetale, clinicamente testata, a base di oli essenziali estratti da Valeriana officinalis, Vetiveria zizanioides e altre piante officinali dalle spiccate proprietà rilassanti e ansiolitiche, in grado di calmare gli animali senza però indurre sedazione.

I prodotti della linea Pet Remedy®

si sono dimostrati degli efficaci anti-stress naturali per cani, gatti e altri pets non mammiferi: gli studi scientifici condotti ne hanno infatti documentato l’efficacia nel tranquillizzare gli animali in modo del tutto naturale e privo di effetti collaterali. I prodotti della linea sono utilizzabili su tutti i mammiferi (cani, gatti, conigli, furetti, roditori, cavalli) e anche sugli uccelli.

La miscela Pet Remedy®, una volta inalata con la respirazione, è in grado di tranquillizzare gli animali senza sedarli poiché agisce a livello del Sistema Nervoso Centrale, stimolando la produzione endogena di neurotrasmettitori ad azione rilassante (GABA pathway). Inoltre agisce anche sul sistema limbico, un complesso di strutture encefaliche avente un ruolo chiave nelle reazioni emotive, nelle risposte comportamentali, nei processi di memorizzazione e nell’olfatto. Grazie a questo meccanismo d’azione, non solo Pet Remedy® rilassa e tranquillizza l’animale rapidamente in una situazione acuta di stress, ansia e paura, ma con l’utilizzo continuativo facilita e rafforza l’apprendimento dell’animale a “sentirsi sicuro” in ambienti e situazioni stressanti.

Pet Remedy® agisce, dunque, in maniera del tutto naturale inducendo nell’animale uno stato di auto rilassamento senza causare sedazione nè assuefazione.

Pet Remedy® è disponibile in tre formati: spray, salviettine e diffusore ambientale.

• Pet Remedy® spray (flaconi da 15 e 200 ml) è ideale per l’utilizzo sia in casa sia fuori casa, quando si desidera ottenere una pronta azione rilassante.

Non contiene gas propellente, pertanto non è rumoroso e non spaventa gli animali. Non macchia e non unge, dunque può essere spruzzato dappertutto: sulla cuccia, nella gabbia (o voliera, per gli uccelli), all’interno del trasportino prima di far entrare l’animale, sui sedili dell’auto, su eventuali oggetti familiari all’animale. L’effetto rilassante si manifesta dopo pochi minuti dall’applicazione e perdura per qualche ora, a seconda del materiale su cui viene spruzzato il prodotto.

• Le salviette Pet Remedy® (confezione da 12 bustine singole) possono essere utilizzate sia in casa sia fuori, secondo necessità. Possono essere utilizzate a livello ambientale (come nel caso dello spray) oppure si possono passare direttamente sul corpo e sul muso dell’animale. Le salviette, 100% biodegradabili, non macchiano, non ungono e rispettano la cute e il pelo dell’animale.

• Pet Remedy® diffusore ambientale (diffusore + flacone da 40 ml) è ideale per ottenere un effetto rilassante continuativo; la confezione ricarica contiene 2 flaconi da 40 ml.

Tutti i prodotti della linea Pet Remedy® sono liberamente acquistabili presso farmacie, parafarmacie, petshop e grossisti veterinari.

I festeggiamenti di Natale e Capodanno possono essere fonte di stress e malessere per i nostri animali

Fuochi d’artificio e botti di Capodanno

Via vai di gente in casa

Cambiamenti di ambiente e routine

Non rovinargli le feste...

Miscela di oli essenziali di Valeriana e Vetiveria per un’azione naturalmente rilassante

SPRAY: flacone da 15 e 200 ml

SALVIETTE: confezione da 12 bustine

Pronta azione

Per lʼutilizzo in casa e fuori casa

Situazioni insolite

CONSULENZE

IL CONTRATTO DELL’INFERMIERE

Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a:

SEGRETERIA UTIFAR

PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14

20124 MILANO

TEL. 02 70608367

FAX 02 70600297

E-MAIL: utifar@utifar.it

I CONSULENTI UTIFAR

FISCALI:

Studio Brunello e Partner

LEGALI E LEGISLATIVE:

Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi

GALENICHE:

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

MEDICINE NON CONVENZIONALI:

Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto

ASSICURATIVE:

Mutua Tre Esse

ENPAF:

Dr. Paolo Giuliani

BANCARIE E FINANZIARIE:

Dr. Giampiero Bernardelle

PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE:

Arch. Luca Melchionna

Nella nostra farmacia stiamo valutando l’inserimento di nuove figure professionali come infermiere, fisioterapista e psicologo.

Desidereremmo sapere se per queste figure è previsto un tariffario da utilizzare in farmacia e se ci sono delle convenzioni con enti o associazioni di categoria. Inoltre, desidereremmo informazioni sul tipo di inquadramento consigliato.

Se si fa riferimento alle modalità di collaborazione di operatori sanitari in farmacia, si può dire che varie possono essere le forme contrattuali con le quali prevedere la collaborazione con altri operatori sanitari nell’ambito della “Farmacia dei servizi”.

La fattispecie contrattuale tipica, sebbene il Ccnl delle farmacie private non preveda ancora la figura dell’infermiere nella classificazione del personale, è quella del contratto di lavoro subordinato.

L’infermiere e gli altri operatori, il cui inquadramento potrebbe essere al Quarto livello, dovranno lavorare sotto la direzione e il controllo del titolare della farmacia e saranno soggetti al suo potere sia gerarchico, con inserimento all’interno dell’organizzazione, sia disciplinare (sanzioni per eventuali mancanze o violazioni). Potranno essere adottate forme contrattuali flessibili quali, per esempio, il contratto di lavoro a part time, oppure a tempo determinato.

Il contratto di lavoro subordinato prevede tutti gli obblighi connessi alla gestione di un ordinario rapporto di lavoro, ma la prestazione lavorativa potrà essere diretta e controllata dal titolare di farmacia.

Possono poi essere utilizzate altre forme di rapporto quali: Il Contratto di collaborazione coordinata e continuativa (cosiddetto co.co.co);

Il Contratto di lavoro autonomo e quello di lavoro autonomo occasionale, ricordando tuttavia che il lavoro autonomo (anche occasionale) se rappresenta la forma contrattuale con minori vincoli, presenta rischi in caso di contenzioso, laddove emergesse che la prestazione svolta non era autonoma, ma di lavoro subordinato.

Oltre alle forme contrattuali che intercorrono tra il titolare di farmacia e uno o più operatori sanitari possono essere stipulati contratti di natura commerciale tra la farmacia e organizzazioni imprenditoriali che, come anticipato non sono a conoscenza dello scrivente, quali il contratto di somministrazione e di appalto.

In conclusione, sono molteplici le tipologie contrattuali a cui il

UTIFAR CONSULENZE

titolare di farmacia può ricorrere per avvalersi di altri professionisti sanitari, nell’espletamento dei nuovi servizi. A ciascuna tipologia corrispondono vantaggi e svantaggi, che il titolare valuterà opportunamente a seconda delle proprie esigenze con il proprio consulente del lavoro.

Avv. Paolo Leopardi

GESTIONE SEPARATA PER L’AMMINISTRATORE

In una S.r.l. unipersonale che gestisce la farmacia, il direttore della farmacia coincide con il proprietario di tutte le quote della società ed è anche amministratore unico della stessa. Nel caso in cui venga deliberato un compenso per l’attività di amministratore, egli deve essere iscritto alla gestione separata Inps, anche se già versa i contributi Enpaf per intero? Per quanto concerne l’amministratore, l’Enpaf non ritiene, che stante la copertura Enpaf, ci sia l’obbligo di iscrizione alla gestione separata. Tuttavia, molti consulenti fiscali ritengono il contrario.

Avv. Paolo Leopardi

STUDI MEDICI DI PROPRIETÀ

Come farmacia, stiamo pensando di aprire uno studio medico da poter mettere a disposizione dei medici di base ed eventualmente di alcuni specialisti. Come persone fisiche, i due proprietari della farmacia acquisterebbero dei locali vicini alla farmacia, ma al di fuori della pianta organica. Su indicazione del commer-

cialista, l’dea potrebbe essere di redarre un contratto in cui la farmacia paga un affitto ai proprietari (per scaricare le spese di ristrutturazione) con la possibilità di subaffittare i locali, così da poter dare i singoli studi interni ai medici.

In un caso simile, sarebbe possibile all’interno dello studio fare pubblicità alla farmacia, magari attraverso uno schermo che mostri i servizi della farmacia? Sarebbe possibile usare uno degli studi da parte della farmacia per effettuare servizi (ECG, holter, vaccinazioni, etc) nonostante non sia nella nostra pianta organica? Eventualmente, servirebbero assicurazioni particolari?

Ogni forma di collaborazione tra farmacisti e medici è vietata se non per casi particolari quali la promozione di campagne di prevenzione da effettuarsi a battenti chiusi e fuori dagli orari di apertura della farmacia.

Di talchè, è assolutamente vietato pubblicizzare la farmacia nello studio medico.

I locali previsti per i servizi in farmacia non devono essere collegati a studi medici dovendo seguire le stesse regole previste per la farmacia e dovendo essere autorizzati dall’autorità sanitaria competente.

Peraltro, va posta attenzione alle delibere locali in quanto ogni Regione ha stabilito regole spesso diverse relativamente ai requisiti dei locali per servizi ed al tipo di servizi erogabili nei locali cd separati.

Avv. Paolo Leopardi

LA SOSTITUZIONE NELLA VETERINARIA

Ho un dubbio relativo alla spedizione delle ricette DEM veterinarie in cui sia prescritta una specialità medicinale per uso umano utilizzata in deroga. Qualora il farmacista non disponga del medicinale del brand indicato dal veterinario che dovrebbe ordinare al grossista ma disponga di un equivalente sempre per uso umano può operare la sostituzione?

In questo caso la sostituzione necessita dell’approvazione del veterinario?

Quale causale deve indicare il farmacista come giustificativo della sostituzione?

La sostituzione con altro farmaco industriale pur se con medesimo dosaggio e numero di unità posologiche o quantità uguale necessita sempre di approvazione preventiva da parte del veterinario prescrittore. Nell’applicazione della ricetta REV si può impostare la sostituzione e il veterinario riceverà la richiesta approvandola o meno. Si consiglia di mettersi in contatto preventivamente con il veterinario in modo da velocizzare la procedura. Non ci sembra sia necessaria una giustificazione. Dr.i Adalberto Fabbriconi, Pietro Siciliano, Piero Lussignoli

MINOXIDIL

“SECONDO ARTE”

Mi è stata presentata una prescrizione così scritta: minoxidil 5 % + finasteride 0,25 % in soluzione idroalcolica. Non specificando altro, posso allestire 100 ml di soluzione?

CONSULENZE UTIFAR

Per quanto riguarda la soluzione idroalcolica, utilizzo un alcol a 80°? Inoltre, secondo me, servirebbero almeno 3 gr di glicole propilenico che, tuttavia, non è indicato in ricetta. Posso aggiungerlo come uso tecnico?

Dal punto di vista legislativo, il medico prescrittore è tenuto ad indicare la quantità da dispensare, per cui è necessario far correggere la ricetta.

Dal punto di vista tecnico, per poter solubilizzare il 5% di Minoxidil con lo 0,25% di finasteride è necessaria la presenza di un cosolvente oltre all’etanolo. Si consiglia di utilizzare il 20% di glicole propilenico e q.b. a 100 ml di etanolo 96°. Con il solo etanolo la percentuale di minoxidil che si può portare in soluzione non supera il 2,5%. Altrimenti si potrebbe utilizzare come veicolo una soluzione acquosa con ciclodestrine che presenta all’interno anche dell’etanolo. In questo modo si riesce a solubilizzare efficacemente sia il minoxidil che la finasteride alle percentuali richieste. Sarebbe opportuno avvertire il medico delle problematiche di allestimento e magari dopo aver segnato in ricetta la quantità da allestire apponga anche la frase “fai secondo arte”.

Dr.i Adalberto Fabbriconi, Pietro Siciliano, Piero Lussignoli

TESTOSTERONE IN POMATA

Un medico ci chiede di allestire

Testosterone propionato 3% in vaselina. E’ possibile? Risulta stabile l’unguento?

La prescrizione è corretta e la formula fa parte di tradizionali prescrizioni magistrali utilizzate

da molto tempo. Fare attenzione al testosterone che rientra nella lista delle sostanze dopanti. Inoltre il regime di dispensazione è ricetta medica non ripetibile limitativa (prescrizione di centro ospedaliero o specialista in endocrinologia e urologia (uomo e donna), andrologia (uomo), ginecologia e oncologia (donna).

Dr.i Adalberto Fabbriconi, Pietro Siciliano, Piero Lussignoli

L’IVA

PER I PREPARATI MULTIPLI Vorrei alcune delucidazioni in merito allestimento di preparati multipli officinali in farmacia, ottenuti per lo più da stock più grandi (olii essenziali, tisane, TM e MG).

Si tratta di una questione commerciale in quanto dobbiamo codificare tali prodotti e per farlo dobbiamo fornire alla software house l’IVA a cui sono soggetti e la loro categoria merceologica.

Si tratta di olii essenziali 10 ml (es. Tea tree), TM singole o doppie (es. Olivo o Olivo e Biancospino assieme), MG, tisane (singole piante o miscele), sciroppi per difese immunitarie, preparati topici a base di minoxidil 5%, soluzioni contro le verruche. Potreste darmi qualche indicazione più precisa?

Per gli integratori alimentari (non le bevande classificate come tali) si applica IVA 10%, i galenici Officinali sono considerati farmaci e pertanto anche ad essi si applica iva 10%.

Dr.i Adalberto Fabbriconi, Pietro Siciliano, Piero Lussignoli

L’ANALOGO INDUSTRIALE IN GALENICA

Ho ricevuto una richiesta per una preparazione a base di citisina 1,5 mg 100 cps. Ho visto che ora è in commercio il farmaco industriale

DIFUCITAN 1,5 MG 100 cpr, di conseguenza, se non sbaglio, non è più possibile allestire la preparazione galenica come richiesta in ricetta.

Il medico dovrebbe indicare un’eventuale allergia agli eccipienti del farmaco?

L’allestimento di un preparato galenico anche quando sia disponibile, allo stesso identico dosaggio, un analogo medicinale industriale dotato di AIC deve essere giustificato da dati oggettivi che non devono però ricomprendere motivazioni economiche.

Pertanto il ricorso alla preparazione del galenico magistrale potrebbe essere dettata da motivazioni tipo allergia o sensibilizzazioni agli eccipienti o ancora difficoltà ad assumere la forma farmaceutica del prodotto industriale.

Per esempio potrebbe essere richiesto l’allestimento di capsule da aprire in un adatto veicolo al momento della somministrazione per quei pazienti che non riescono a deglutire facilmente delle compresse.

Sarebbe auspicabile che, in ricetta, il medico prescrittore esplicitasse le motivazioni del ricorso all’allestimento galenico in modo da evitare qualsiasi contestazione in sede ispettiva.

Dr.i Adalberto Fabbriconi, Pietro Siciliano, Piero Lussignoli

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