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L’EDITORIALE di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar
Creatività, fantasia e ottimismo
L UTIFAR STA METTENDO IN CAMPO IMPORTANTI PROGETTI FORMATIVI CHE SARANNO ALLA BASE DI UN NUOVO RUOLO E DI NUOVE POSSIBILI MANSIONI PROFESSIONALI PER I FARMACISTI
’ultimo numero del 2023 di Nuovo Collegamento si presenta con una copertina particolare, inusuale per la nostra rivista. Nata nel 1957, Utifar ha festeggiato il 66esimo anno dalla sua fondazione. Di solito, si celebrano gli anni quando sono numericamente “tondi” e, in effetti, dedicare la copertina al numero 66 avrebbe poco senso e parrebbe una scelta bizzarra. Quando la redazione mi ha proposto questa copertina, devo ammetterlo, ho avuto qualche perplessità. Perché 66? Sì, certo, sono tanti gli anni che Utifar ha alle sue spalle e, in questo tempo, ha portato avanti iniziative sempre lungimiranti, innovative e anticipatorie per lo sviluppo della professione. Ricordarle è sempre utile, specie per chi, come il sottoscritto, non perde occasione per manifestare quanto mi onori rappresentare questa associazione che, forte della sua storia, continua nella sua missione di immaginare il miglior futuro per la nostra professione. Tuttavia, a mio avviso, celebrare il passato è sempre un atteggiamento che lascia il tempo che trova. Non sarebbe meglio, mi sono detto,
Nuovo COLLEGAMENTO
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guardare avanti, pensare alle prossime iniziative, lavorare nell’ottica del cambiamento della farmacia che tutti auspichiamo che ha dei contorni non ancora del tutto delineati? Ponendomi questa domanda mi sono dato la risposta: in effetti, quando si guarda avanti, il numero da celebrare non deve essere necessariamente tondo, anzi. Il futuro della nostra professione lo si gioca adesso, nei prossimi mesi, nelle prossime scelte legate al cambiamento epocale che vedrà coinvolti non solo la farmacia, ma l’intero Ssn, arrivato ad un punto di inevitabile evoluzione, legata non solo al Pnrr, ma ai tempi che cambiano. Nell’ultimo editoriale avevo sottolineato come Utifar sta lavorando ad un progetto di riordino della normativa da presentare alle nostre rappresentanze e sta confrontandosi con esperti per elaborare delle proposte valide e applicabili rispetto ad una migliore organizzazione interna delle farmacie e alla possibilità di valorizzare le professionalità dei collaboratori. Non solo, Utifar sta mettendo in campo importanti progetti formativi che saranno alla base di un nuovo ruolo e di nuove possibili mansioni professionali.
Il prossimo anno sarà quindi cruciale e poco importa che sia tondo: sarà l’anno della svolta e Utifar vuole essere un attore in questa direzione. Io non credo alla cabala. Non conosco il significato dei numeri, nemmeno di quelli della tombola. Tuttavia, una curiosità mi ha pervaso rispetto al 66 e sono andato a cercare il significato di questo numero, scoprendo con stupore che il 66 è legato alla creatività, alla fantasia e all’ottimismo. I siti del settore mi hanno rivelato che “il numero 66 è un numero estremamente luminoso, positivo e significa felicità e ottimismo. È il numero solare per eccellenza, della luce brillante e della creatività. Si ritiene che abbia un’influenza sul lato creativo della nostra mente e permetta di vedere tutto con maggiore fiducia nel prossimo e nel futuro”. Avevo già dato l’ok per la copertina, ma ora sono più convinto di prima, consapevole che nessun numero si sposa meglio alle caratteristiche di questa associazione. Sempre nell’ottica di guardare al futuro, più che al passato. Auguro a tutti i colleghi un Santo Natale e un felice e sereno 2024. 1
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RIEPILOGO Articoli
4 La vulnerabilità
N. 6 | 2023 Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Marco Cavarocchi Giancarlo Esperti - Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti Luigi Pizzini - Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione Scientifica senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono www.utifar.it - utifar@utifar.it Immagini Adobestock, freepik
del Servizio sanitario nazionale
e servizi sanitari
12 Dolore cronico
e sofferenza psicologica
Paolo Levantino Farmacista clinico e giornalista scientifico. Presidente Agifar Palermo e Consigliere nazionale Fenagifar
20 L’atleta anziano 24 La dieta Fodmap 27 Premio Italia Diritti Umani
Alessio Zanghirati Osteopata
Paola Zaira Sciutto psicologa
29 Farmacista e medico:
insieme contro l’uso inappropriato delle benzodiazepine
33 A gonfie vele!
Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXIV n.6 - 2023 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)
36 Dalle aziende
UTIFAR
Alessandro Fornaro, Giornalista e Farmacista. Docente di corsi universitari ed Ecm
10 Intelligenza artificiale
Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE
Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate
Gli autori di questo numero:
Intervista a Barbara e Luca Spagnolo
36 Veterinaria
Enio di Pizio Specialista Medicina dello Sport Federazione Medico Sportiva Italiana AMS Teramo
Serena Pironi Tecnologo alimentare
Oli essenziali per il benessere dei pet
42 CONSULENZE UTIFAR 3
LLa vulnerabilità del Servizio Sanitario Nazionale
Un profondo ripensamento del Ssn è ormai inderogabile. Mancano posti letto e personale, mentre liste d’attesa infinite portano le persone ad allontanarsi sempre più dalle cure e dalla prevenzione. Siamo nel mezzo di una situazione emergenziale che richiede risposte rapide e strutturali, con una farmacia che si candida ad essere parte attiva di nuovo modello assistenziale che dovrà essere incentrato attorno ad una differente interazione tra pubblico e privato. 4
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l 2023 è stato caratterizzato da un gran numero di dibattiti pubblici attorno al tema della “crisi di sistema” che interessa il Ssn. Dopo l’emergenza Covid, infatti, molti tra i nodi strutturali che prima venivano spesso ignorati sono venuti al pettine. Oggi, non ci si può più nascondere rispetto alla necessità di porre rimedio, e in tempi rapidi, ad una serie di situazioni che, nel loro insieme, concorrono ad un ormai evidente fallimento delle prerogative che il Ssn, fin dalle sue origini, si è posto e ha saputo rispettare: prima tra tutte l’accesso universalistico alle cure e alla prevenzione. Le liste d’attesa e i ritardi diagnostici sono forse il sintomo più evidente di questa crisi, con le persone costrette, quando possono farlo, a ricorrere al
privato per non aspettare tempi biblici. Chi non se lo può permettere, duole dirlo, è costretto a rinunciare ai percorsi diagnostici e tarapeutici necessari. Ma cosa è accaduto? Quali sono i problemi da superare? Un’analisi del perché, oggi, ci si trovi in questa situazione richiederebbe spazi ben più ampi. Per adesso, osserviamo la fotografia dello status quo e analizziamo alcuni tra i dati che abbiamo a disposizione. Per esempio, nello scorso mese di maggio, il Forum delle 30 società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari (Fossc) ha evidenziato come in Italia manchino 30 mila medici ospedalieri, 70 mila infermieri e 100 mila posti letto. Questi dati, da soli, spiegano gran parte del problema. Risulta evidente che un sistema Nuovo COLLEGAMENTO
ATTUALITÀ di Alessandro Fornaro
sanitario in sofferenza rispetto al numero dei medici e degli operatori sanitari difficilmente può offrire risposte adeguate. Come risulta chiaro che, in assenza di letti per i ricoveri post operatori, le operazioni devono essere rimandate. Ma è vero che in Italia non operano abbastanza medici ed infermieri? Oppure i camici bianchi ci sono, ma rifuggono sempre più dai pronto soccorso e dagli ospedali pubblici in generale? Secondo i dati presentati dal Fossc, gli specialisti in Italia sono 60 mila in meno rispetto alla Germania e 43 mila in meno rispetto alla Francia, mentre nei pronto soccorso ne mancherebbero 4200 con un tasso di dimissioni che nel 2022 ha toccato le 100 unità mensili porNuovo COLLEGAMENTO
LE FARMACIE POTREBBERO DIVENTARE IL RIFERIMENTO PER ALCUNE PRATICHE COME LA CURA DI PICCOLE FERITE O LA GESTIONE, ANCHE AVVALENDOSI DELLA TELEMEDICINA, DI MOLTE ALTRE SITUAZIONI AMBULATORIALI O DI DIAGNOSTICA SEMPLICE
tando alla necessità di assumere medici a gettone provenienti, spesso, da Paesi extraeuropei. Molti esperti, tuttavia, sostengono che in Italia non ci sia una carenza di medici a livello assoluto, ma siano pochi e in costante riduzione solo coloro che operano in ambito pubblico. Alcune fonti, infatti, evidenziano come nel nostro Paese ci siano più di 4 medici ogni mille abitanti, contro una media europea di 3,6. Diverso il discorso relativo al personale infermieristico, con una media italiana di 6,2 per mille abitanti contro gli oltre 12 di Francia e Germania. La vera carenza, dunque, non risiederebbe nel numero totale dei medici, ma nel numero di medici e di infermieri impiegati nel Ssn. Come fermare, dunque, la migrazione dei medici verso il privato o, peggio, verso l’estero? Anzitutto, va detto che questa tendenza rischia di autoalimentarsi: maggiore è la carenza di medici nei pronto soccorso e negli ospedali, maggiore diventa il carico di lavoro per chi resta, con turni talvolta insostenibili e con situazioni grottesche e paradossali come quelle di medici che, per avere coperto turni e garantito un servizio, sono poi stati multati per “avere lavorato troppo”. Basta sentire gli specialisti della medicina d’urgenza per rendersi conto della situazione: “per noi il Covid non è mai finito: ora stiamo lavorando addirittura peggio di
quando eravamo in emergenza” ha affermato un rappresentante di categoria in una nota trasmissione radiofonica di qualche settimana fa. Se aggiungiamo a questi disagi organizzativi una retribuzione non sempre gratificante, specie per i medici dei pronto soccorso, ci rendiamo conto di essere al centro di una sorta di tempesta perfetta e non ci possiamo meravigliare se molti camici bianchi se ne vanno dal pubblico e si rivolgono al privato. Nel 2023, quasi il 70% dei posti disponibili per la medicina d’urgenza non è stato coperto, con gli specializzandi che, pur attratti dagli stimoli professionali offerti da questa branca della professione, rifuggono le condizioni di lavoro che si prospetterebbero se facessero questa scelta. Una situazione, questa, che deve essere affrontata con politiche adeguate per incentivare i medici e, dall’altro lato, con soluzioni innovative finalizzate a non intasare i pronto soccorsi. Per esempio, le farmacie e la medicina territoriale potrebbero diventare il riferimento per alcune pratiche come la cura di piccole ferite o la gestione, anche avvalendosi della telemedicina, di molte altre situazioni ambulatoriali o di diagnostica semplice. Altra soluzione nel breve e medio termine potrebbe essere rappresentata da una maggiore integrazione delle migliaia di medici specializzandi che potrebbero coprire in parte le attuali carenze di organico.
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Attualità La Vulnerabilità del Ssn
Altri propongono il superamento del numero chiuso alle università di medicina. Insomma, le soluzioni per affrontare la carenza di medici possono essere individuate, ma, richiedendo tempo per andare a regime, occorrerebbe avviarle al più presto avanzando proposte concrete al legislatore in luogo dei soliti dibattiti che talvolta assumono una connotazione piuttosto retorica e poco pratica. Rispetto alla carenza di posti letto, il problema è forse ancora più complesso. In 10 anni, tra il 2011 e il 2021, sono stati chiusi 125 ospedali, ovvero il 12% di tutti gli ospedali italiani. Da 1120 si è passati a 995 strutture ospedaliere, con ben 84 ospedali pubblici in meno. Secondo le visioni più ottimistiche, la soluzione a questo problema arriverà dalle novità contenute nel Pnrr, prima tra tutte la maggiore territorializzazione dell’assistenza sanitaria, con la nascita di circa 1350 Case di Comunità. Tuttavia, viene da chiedersi, dove si troverà il personale medico e infermieristico una volta costruiti i muri di queste nuove Case, vista anche la progressiva riduzione dei medici di medicina generale alla quale stiamo, purtroppo, assistendo? In definitiva, la crisi che il nostro Ssn sta attraversando è talmente complessa che non basteranno né le generiche dichiarazioni di intenti riferite ad una nuovo modello di collaborazione tra pubblico e privato né basteranno le novità che saranno introdotte da Pnrr. Prima di tutto questo serve un vero e proprio ripensamento 6
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ALLA FINE DEGLI ANNI ‘70 È STATO INDIVIDUATO UN MODELLO SOCIALE CHE, PER MILLE RAGIONI, OGGI NON È PIÙ SOSTENIBILE. DIFENDERLO A PAROLE NON BASTA. OCCORRE AVANZARE PROPOSTE CONCRETE, MA SOLO DOPO AVERE INDIVIDUATO UN MODELLO CULTURALE E POLITICO BEN PRECISO
strutturale e ideologico dell’in- ragionieristico e sempre meno tero sistema. universalistico, se vogliamo conIl Ssn che abbiamo conosciutinuare ad usare questa parola, to nei decenni passati e che o sempre meno umanizzato, se oggi difendiamo, elogiando nei vogliamo vedere le cose con dibattiti pubblici la sua vocazio- gli occhi del cittadino e non del ne universalistica, è nato da una contabile. visione culturale e politica di È vero: per delineare un nuoampio respiro ed è stato il frutto vo modello sanitario, occorre, migliore di quel dialogo costrut- inevitabilmente, rimettere ordine tivo che ha visto in esponenti tra pubblico e privato, delinepolitici come Moro e Berlinguer ando le rispettive competenze, i suoi più illuminati rappresenripensando i rapporti e sviluptanti. pando nuove e sane forme di Alla fine degli anni ‘70 è stato collaborazione. individuato un modello sociale Tuttavia, per farlo serve una che, per mille ragioni, oggi non visione politica e un modello è più sostenibile. Difenderlo a ideologico condiviso che, ad parole non basta, continuare ad oggi, non si intravede nemmeno. elogiare un approccio univerLe risorse messe sul piatto dal salistico che, nei fatti, non c’è Governo per fare fronte al propiù non serve a nulla. Occorre blema delle liste d’attesa sono di avanzare proposte concrete, ma certo importanti. solo dopo avere individuato un Molto probabilmente verranno modello culturale e politico ben utilizzate per acquistare prepreciso. stazioni e, proprio per questo, E un primo, fondamentale, non basteranno ad invertire una passaggio culturale potrebbe tendenza in atto da diversi anni essere quello di smettere di e che ha portato il Ssn alla crisi: considerare la sanità come considerare le prestazioni come un’industria e la cura come un fine a sé stesse, caratterizzate bene di consumo al pari di molti da un costo di mercato e quindi altri. accomunate ad ogni altra tipoÈ questa stortura ideologica logia di bene o servizio. che ha portato, negli anni, a La domanda che la nostra considerare la salute un cocategoria ha oggi l’occasione sto e l’assistito un soggetto di porsi non è semplicemente da catalogare in prestazioni e relativa a quali servizi possiamo in Drg. Nati per uniformare i erogare al cittadino per conto costi dei ricoveri ospedalieri e del Ssn. Prima ancora, dovremgarantire un utilizzo di risorse mo chiederci se la nostra storia, univoco, alla fine dei conti i Drg la nostra esperienza di contatto rappresentano nulla più che con il pubblico, la nostra prela quantificazione di un costo parazione e la nostra abitudine pubblico e di un possibile gua- ad entrare in una vera relazione dagno privato. Questo è solo un con il cittadino possano rapesempio di come la sanità abbia presentare un terreno dal quale assunto, nel corso degli anni partire per contribuire a rendere e senza che ce ne rendessimo migliore la salute degli assistiti, conto, un approccio sempre più ovvero di noi tutti. Nuovo COLLEGAMENTO
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Intelligenza artificiale e servizi sanitari Tra i tanti interrogativi derivanti dalla rapida diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale, quello relativo al rapporto tra l’IA e la privacy è forse uno dei più delicati. Fa quindi piacere che il Garante si sia espresso in maniera così solerte, con l’intento di regolarmente un campo che sempre più interessa la farmacia: i servizi sanitari.
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o scorso 10 ottobre, il Garante della Privacy ha pubblicato un “decalogo” riferito alla “realizzazione di servizi sanitari a livello nazionale attraverso sistemi di intelligenza artificiale (IA)”. Il decalogo consiste in una serie di principi e prescrizioni volte a garantire un’appropriata gestione dei dati sanitari trattati tramite sistemi di intelligenza artificiale. Queste linee guida sono pensate per tutelare la privacy dei pazienti e garantire una gestione etica dei dati nel contesto sanitario. Analizzando il documento, si possono individuare tre principi cardine sui quali si fonda l’intero “decalogo”, ovvero: - Trasparenza dei processi decisionali. - Decisioni automatizzate supervisionate dall’uomo.
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- Non discriminazione algoritmica. Ma cosa si intende con queste definizioni e quali specifici ambiti d’azione interessano questi tre punti? Per meglio comprendere la questione ed entrare più nel dettaglio del decalogo, possiamo così sintetizzare: 1. Il principio di “Trasparenza dei processi decisionali” implica che i pazienti devono essere informati se le decisioni relative alla loro salute sono prese tramite processi automatizzati basati sull’IA. Devono inoltre avere accesso alle informazioni sulla logica utilizzata per giungere a tali decisioni. 2. Per “Decisioni automatizzate supervisionate dall’uomo” si intende che tutte le decisioni prese in modo automatizzato
devono essere soggette a supervisione umana da parte del personale sanitario. Questo controllo umano dovrebbe essere in grado di validare o rifiutare le decisioni prese dagli strumenti di intelligenza artificiale. 3. In merito alla “Non discriminazione algoritmica” si intende mettere in chiaro che i sistemi di IA devono essere progettati e utilizzati in modo da evitare discriminazioni, anche involontarie, nei confronti di singoli individui o gruppi. Nell’ottica del rispetto di questi tre principi cardine, il “decalogo” detta una serie di prescrizioni: - Informazione dei pazienti: Il responsabile del trattamento dei dati deve informare i pazienti sull’uso di trattamenti Nuovo COLLEGAMENTO
ATTUALITÀ di Alessandro Fornaro
automatizzati basati sull’IA per le decisioni sanitarie. Queste informazioni devono essere chiare, comprensibili e includere la logica alla base delle decisioni. - Supervisione umana: è richiesto che il personale sanitario supervisioni i processi decisionali automatizzati e sia adeguatamente formato per questo compito. - Affidabilità dei sistemi di IA: deve essere garantito l’uso di sistemi di IA affidabili per ridurre gli errori sia tecnologici che umani, e devono essere implementate misure per verificare periodicamente l’efficacia di tali sistemi. - Non discriminazione: devono essere adottate misure per evitare discriminazioni da parte dei sistemi di IA e per mitigare eventuali effetti discriminatori. Nuovo COLLEGAMENTO
- Base giuridica: il trattamento dei dati sanitari tramite IA per motivi di interesse pubblico deve essere regolato da una specifica normativa che tuteli i diritti e le libertà degli interessati. - Valutazione d’impatto: prima di utilizzare sistemi nazionali di IA per trattare dati sanitari, è necessario svolgere una valutazione d’impatto per verificare l’adeguatezza e l’omogeneità delle misure adottate. - Descrizione dei trattamenti: le descrizioni dei trattamenti devono includere informazioni sulle logiche algoritmiche, sulle metriche di addestramento del modello, sui controlli per eventuali distorsioni dei fatti e sulla possibilità di correzione di tali bias. Le indicazioni del decalogo mirano dunque a garantire
un utilizzo etico e trasparente dell’IA nel settore sanitario, proteggendo la privacy dei pazienti e riducendo al minimo il rischio di discriminazione o errori nei processi decisionali automatizzati. In definitiva, il “decalogo” del Garante della Privacy fornisce indicazioni ben precise su come implementare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario nel rispetto dei principi di trasparenza, supervisione umana e non discriminazione e rappresenta un riferimento ben preciso del quale si avvertiva il bisogno. Di certo, il rapido sviluppo della tecnologia richiederà ulteriori interventi in ambito regolatorio, ma una buona partenza è di certo un passo fondamentale per un percorso virtuoso. 11
Dolore cronico D e sofferenza psicologica
Il dolore cronico si correla alla salute mentale e alla disabilità percepita. Per migliorare la qualità di vita del paziente, è spesso necessario non solo trattare il dolore e ciò che lo causa, ma anche affrontare direttamente il “comportamento” della persona in relazione ad esso.
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er poter comprendere il collegamento tra il dolore cronico e la salute mentale di chi ne soffre, è, in prima istanza, fondamentale andare a definire che cosa s’intenda per dolore cronico e quali siano le sue caratteristiche. Si tratta, stando alla definizione ufficiale, di una tipologia di dolore che persiste o recidiva per un periodo superiore a tre mesi, che persiste più di un mese senza soluzione di continuità, dopo la risoluzione di un danno tissutale acuto, o che si associa ad una lesione tissutale che non guarisce. Le cause alla base di questa presentazione possono essere malattie croniche, lesioni acute che poi cronicizzano poiché non
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risolte correttamente e un buon numero di disturbi caratterizzati da dolore primario. Il dolore cronico va, a sua volta, suddiviso in due “sottocategorie”: dolore cronico primario e dolore cronico secondario; all’interno della prima categoria si possono ascrivere tutte quelle presentazioni in cui il dolore è causato da un danno tissutale acuto, che, pur risolto (andrebbe sempre indagato come e che tipo di tessuto cicatriziale abbia lasciato alle spalle) porta ancora alla percezione di dolore (queste presentazioni verranno descritte meglio in seguito parlando di sensibilizzazione centrale e periferica). All’interno della seconda categoria possiamo ascrivere,
invece, tutte le presentazioni dolorifiche correlate alla presenza di patologie croniche che quindi portano al continuo invio di informazioni nocicettive dalla periferia ai centri superiori (il meccanismo alla base del mantenimento del dolore cronico verrà spiegato meglio, di seguito, parlando di sensibilizzazione centrale). LE VIE NOCICETTIVE E I MECCANISMI DI TRASMISSIONE DEL DOLORE Definito il dolore cronico e le sue “nomenclature” è necessario, per capire ad esempio come ci possano essere casi in cui un individuo soffra di dolore cronico in assenza di noxa patogena, Nuovo COLLEGAMENTO
CORPO E MENTE di Alessio Zanghirati
fare una piccola digressione su quali siano e come funzionino le vie nocicettive e i meccanismi di trasmissione del dolore. Nello specifico, le informazioni nocicettive vengono percepite a livello periferico, ad esempio a livello del ginocchio, da diversi tipi di recettori che si trovano nei tessuti: nocicettori (popolazione recettoriale specializzata per questo compito), chemocettori e propriocettori. Le informazioni nocicettive raccolte da questi, vengono poi trasmesse attraverso fibre afferenti mieliniche (nello stimolo dolorifico iniziale, trasmissione più rapida) e fibre afferenti amieliniche (stimolo del dolore cronico prolungato, trasmissione più lenta, meno dispendiosa e Nuovo COLLEGAMENTO
che diventa costante nelle cronicità), attraverso queste fibre le informazioni nocicettive arrivano al corno posteriore del midollo spinale e attraverso la via spino-tronco-encefalica arrivano al troncoencefalo e al talamo. A questi ultimi, vengono comunicate informazioni riguardanti lo stato del tessuto, le medesime informazioni, invece, attraverso la via spino-talamica, arrivano direttamente al sistema sovra-talamico cortico-limbico, dove all’interno delle cortecce cerebrali avviene l’elaborazione della nocicezione da stimolo chimico-fisico (sensazione dolorifica) a stimolo chimico fisico unito alla componente somatico emozionale (percezione dolorifica).
DISTINZIONE FRA SENSAZIONE DOLORIFICA E PERCEZIONE DOLORIFICA Questa distinzione è fondamentale in quanto sottolinea come la componente somatico-emozionale, fatta di emozioni, ricordi e sensazioni correlate al dolore, influenzi in larga parte il dolore che viene, in ultimo, percepito ed espresso dal paziente. Risulta quindi evidente come la trasmissione nocicettiva rappresenti solamente una piccola parte dell’informazione dolorifica che viene percepita in ultimo dal paziente e per questo motivo, soprattutto nei casi di cronicità e quindi di sensibilizzazione centrale o periferica risulti molto importante prendere in considerazione un numero ben superiore di fattori rispetto al semplice stimolo nocicettivo. Quando siamo in presenza di una noxa patogena o di un danno tissutale prolungato nel tempo, infatti, il nostro corpo per rendere meno dispendiosa da un punto di vista energetico e più dettagliata la comunicazione nocicettiva, procederà ad attuare alcuni cambiamenti a livello di espressione recettoriale periferica e di espressione dei neurotrasmettitori (che portano il messaggio dalla periferia al centro). Questo processo prende il nome di “sensibilizzazione periferica”, utilizzando come esempio una distorsione alla caviglia che ha comportato l’elongazione di legamenti e tendini del comparto laterale di questa articolazione (e di conseguenza una reazione infiammatoria): fino a quando il danno tissutale non sarà del tutto ripristinato, il nostro corpo attuerà delle modificazioni a livello recettoriale (nocicettori, chemocettori e propriocettori) ab-
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Corpo e mente Dolore cronico e sofferenza psicologica
bassando la loro soglia di scarica e rendendo quindi questi ultimi più sensibili a tutti gli stimoli nocicettivi, anche a quelli che potenzialmente non dovrebbero esserlo. La stessa cosa, unita ad un aumento di neurotrasmettitori eccitatori e ad una diminuzione di quelli inibitori accadrà a livello del corno posteriore del midollo spinale, comportando, in ultima analisi, un trasporto di segnali nocicettivi per stimoli fisici e chimici che in fisiologia non dovrebbero essere processati come stimoli algici. Questa costante trasmissione di segnali nocicettivi comporterà un continuo sostegno all’infiammazione tissutale già presente, risultando in iperalgesia e minori probabilità di restitutio ad integrum del tessuto leso (fattore predisponente per dolore cronico e sensibilizzazione centrale). Qualora, infatti, la sensibilizzazione periferica sia mantenuta nel tempo oltremodo è possibile che si instauri, in seguito ad altri cambiamenti nella trasmissione nocicettiva, un quadro di sensibilizzazione centrale. Essa tende ad instaurarsi per rendere ancor meno dispendiosa e ancora più precisa la trasmissione del dolore, infatti, “l’ambiente infiammatorio” presente nella nostra caviglia di cui sopra, verrà replicato a livello delle corna posteriori del midollo spinale, dove avverrà una maggior espressione di neurotrasmettitori infiammatori e contestualmente la loro soglia di scarica sarà abbassata. Inoltre, la popolazione di neurotrasmettitori inibitori, che quindi dovrebbero mitigare e compensare quella eccitatoria, andrà incontro ad una riduzione di produzione e di funzionalità e per di più, diminuirà anche il 14
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controllo inibitorio della sostanza grigia di Rolando. Tutto ciò comporterà, in assenza di un stimolo atto ad interrompere il costante stimolo nocicettivo derivante dal tessuto, ad una modificazione sostanziale ed irreparabile delle vie afferenti di trasmissione del dolore: provocando allodinia, ipersensibilità ai tessuti circostanti (anche in assenza di processi infiammatori) e dolore anche in assenza di noxa patogena (dolore primario); lo stimolo nocicettivo, infatti, sarà sostenuto dalla ormai costante presenza di stimolo e sostanze pro-infiammatorie nel tessuto. Ci troveremo quindi di fronte, in questi casi, ad una continua infiammazioni tissutale, in assenza di uno stimolo esogeno che la possa scatenare e mantenere ma sostenuta in maniera endogena. Per di più, la modificazione delle vie afferenti del dolore, andra anche a modificare il processo di elaborazione dello stimolo nocicettivo in dolore, coinvolgendo maggiormente le componenti corticali ed emozionali, associando allo stimolo nocicettivo una crescente componente psicosomatica. LA DISABILITÀ PERCEPITA Dopo aver definito la fisiopatoloPOSSIAMO gia e come si mantiene il dolore DEFINIRE LA cronico, è necessario andare a DISABILITÀ COME definire quale sia il suo prodotto UNA LIMITAZIONE finale e come incida sulla quotiNON dianità del paziente stesso. Per NECESSARIAMENTE farlo è necessario introdurre il STRUTTURALE concetto di “disabilità percepita”. DELL’INDIVIDUO, A tal proposito possiamo CHE PERÒ definire la disabilità come una SFOCIA SEMPRE limitazione non necessariaIN UNA mente strutturale dell’individuo, LIMITAZIONE che però sfocia sempre in una NELLA SUA limitazione nella sua funzione e FUNZIONE
che, di conseguenza, va a minare come quest’ultimo si relaziona con l’ambiente che lo circonda e questo esso sia poi costretto ad adattarsi all’ambiente stesso. La percezione è invece descrivibile come una “definizione personale”, che per quanto riguarda il dolore, ad esempio, copre un ampio spettro di caratteristiche ed è influenzata sia dall’intensità di quest’ultomo che dalla capacità di esprimere a parole quanto si stia provando. Inoltre, è imprescindibile sottolineare come la cronicità vada di pari passo con la disabilità percepita e come sia proprio la percezione di quest’ultima ad influenzare maggiormente la quotidianità del paziente e, di conseguenza, la sua qualità di vita. GESTIONE DEL DOLORE In questo scenario risulta fondamentale sin dai primi giorni, settimane dopo l’inizio di dolore acuto non soffermarsi su cure “palliative” e solamente sintomatiche ma su trattamenti che possano andare a influenzare positivamente la prognosi andando ad affrontare direttamente le cause alla base del dolore e non solo i sintomi risultanti. Nella cronicità, invece, la gestione risulta più complessa essendo in esso coinvolta una maggior componente corticale ed emozionale, risultando quindi fondamentale non solo sottoporsi a trattamenti che propongano di “fronteggiare” direttamente le cause fondanti il dolore, ma sarà necessario andare anche ad affrontare la sfera biopsicosociale del paziente con approcci che possano modificare i suoi comportamenti e “pensieri” nei confronti del dolore stesso e che quindi influenzino positivamente la disabilità percepita dal paziente.
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SE IN TUTTE LE MALATTIE È FONDAMENTALE UNA GRADUALE ACCETTAZIONE, FORSE IN QUELLE CRONICHE QUESTO È ANCOR PIÙ VERO. SI TRATTA, INFATTI, DI UNA SITUAZIONE CON CUI LA PERSONA DOVRÀ CONVIVERE PER IL RESTO DELLA SUA VITA
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l dolore cronico influenza inevitabilmente la qualità di vita di chi ne soffre. Le sfere lavorativa, relazionale e di coppia risentono tutte delle limitazioni funzionali cui sono sottoposti questi pazienti. Il dolore ha anche una forte componente soggettiva che influenza il modo in cui ci relazioniamo a esso. Se in tutte le malattie è fondamentale una graduale accettazione, forse in quelle croniche questo è ancor più vero. Si tratta, infatti, di una situazione con cui la persona dovrà convivere per il resto della sua vita. Pensieri come “ma perché proprio a me”, “cosa ho fatto di male per meritarmi questo” o “la mia vita è rovinata” non fanno altro che raddoppiare la sofferenza della persona. È la cosiddetta seconda freccia. Di che si tratta? Immaginiamo di venire colpiti da una freccia: questo provocherà un intenso dolore fisico. Ma se a questo aggiungiamo pensieri di autocommiserazione e rabbia per quello che ci è accaduto, allora
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è come se fossimo colpiti da una seconda freccia. La buona notizia è che questa seconda freccia si può evitare. Come? Essere in balia di questo dolore e non poter fare nulla ci fa sentire come se stessimo annegando travolti da un mare di angoscia e stress. Ma per citare il grande Jon Kabat-Zinn, considerato il padre della mindfulness, “se non puoi arginare le onde, impara a fare surf”. Praticare la mindfulness può essere un ottimo modo per proteggersi dal vento che agita la nostra mente; col tempo le turbolenze potrebbero placarsi per mancanza di un’alimentazione costante. Ma indipendentemente da quanto si possa fare, i venti della vita torneranno a soffiare. Meditare significa diventare consapevoli di questa realtà e tenerne conto. Acquisire consapevolezza di ciò che ci sta intorno produce quella che viene chiamata una disidentificazione. Ci rendiamo conto che siamo
molto di più dei nostri pensieri, che anche se proviamo dolore noi non siamo il nostro dolore. I benefici di ciò sono evidenti e supportati ampiamente dalla letteratura in merito. Le moderne tecniche di neuroimaging hanno dimostrato che grazie alla pratica il cervello si modifica nella sua struttura. Altre ricerche hanno evidenziato i benefici della mindfulness: • Diminuzione dello stress. • Diminuzione del dolore. • Migliore conoscenza e gestione delle proprie emozioni. • Aumento della flessibilità mentale e coraggio nell’uscire dalla nostra zona di comfort . • Maggiore resilienza nei confronti degli eventi difficili. • Aiutare a evitare le ricadute depressive. • Migliora il sistema immunitario. Per concludere, la mindfulness non è di certo la panacea per tutti i mali. Tuttavia, potrebbe aiutare nella diminuzione del dolore e nel coltivare la compassione verso noi stessi. Vale la pena provare. Nuovo COLLEGAMENTO
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Altre piattaforme, in particolare Whatsapp, possono colmaredella la grande promessa motoria negli anziani, evidenziando l’aumento mancata da Facebook: “connettere il mondo” o, almeno, le persone accomunate da partecipazione agli sport agonistici. esperienze di vita e interessi condivisi.
Tuttavia, sottolinea la necessità di una valutazione medica Se ne è parlato di Ugento nell’ambito di Utifar Estate nel corso dal titolo accurata pera Marina mitigare i rischi cardiaci. “Dagli algoritmi all’intelligenza artificiale, come cambiano i social media e le nuove Nonostante ciò, l’attività fisica continua a dimostrare opportunità per la farmacia”. significativi adattamenti positivi, confermando il suo ruolo nella prevenzione e terapia delle malattie croniche negli anziani.
È
ormai noto che l’attività motoria apporti comprovati benefici sia a livello fisico che a livello psicologico nelle persone anziane, e l’incremento del numero di anziani praticanti regolare attività motoria e sportiva specifica è in continua crescita. Troviamo ultrasettantenni che si preparano e si impegnano in competizioni agonistiche al pari dei loro colleghi atleti più giovani. Lo sport nella popolazione anziana ha effetti primari a livello psicologico, tra i quali l’aumento delle capacità di socializzazione e l’incremento del senso
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di autostima ed autoefficacia taboliche tipiche dell’età adulnelle persone praticanti. ta-anziana che per gli aspetti Rappresenta un ottimo strutipici della competizione. mento di prevenzione per i (fig, 1 pag. 12) disturbi depressivi, abbastanza La maggiore richiesta di pratifrequenti nella terza età, oltre care sport, anche di tipo agoad avere altri effetti positivi nistico, in questa fascia di età che l’attività sportiva esercita può essere giustificata anche indirettamente sulla psiche da ragioni demografiche che umana, nel soddisfacimento evidenziano un incremento del desiderio di migliorare se nella percentuale delle persostessi. ne anziane. L’attuale atteggiamento cultu- L’Italia è oggi il paese con rale è favorevole alla pratica di indice di vecchiaia più alto al attività fisica a tutte le età ed mondo, e gli individui con più in particolare nell’età matura di 65 anni sono oltre il 20% dove è incoraggiata più come della popolazione. mezzo di prevenzione della Al di là dei possibili scenari malattie cardiovascolari e me- previsti per il futuro, emerge Nuovo COLLEGAMENTO
TERZA ETÀ di Enio Di Pizio
chiara la necessità di relaziotarsi nelle competizioni. narsi con la presenza sempre Una regolare attività fisica può più massiccia di anziani, e con ridurre il rischio di incidenza un numero sempre maggiore di cardiopatie, disabilità e mordi persone in età adulto-matu- talità, ma può anche essere ra ed avanzata che si rivolgono causa di eventi clinici avversi, ai Centri di Medicina dello quali infarti del miocardio o la Sport, per chiedere una visita morte improvvisa. L’ITALIA È di idoneità alla pratica dell’atti- L’attività sportiva, infatti, pur non rappresentando di per OGGI IL PAESE vità sportiva agonistica. Insieme a soggetti che hansé una causa diretta di morte CON INDICE improvvisa, può fungere da DI VECCHIAIA no sempre praticato sport e trigger in presenza di cardioPIÙ ALTO AL continuano ad allenarsi con MONDO, E GLI assiduità troviamo ex atleti che patia sottostante conosciuta o non, con incidenza che INDIVIDUI CON riprendono l’attività sportiva PIÙ DI 65 ANNI dopo averla sospesa anche da aumenta con l’età, per cui il SONO OLTRE molto tempo e ancora seden- medico dello sport è chiamato IL 20% DELLA tari che improvvisamente in ad una attenta valutazione del POPOLAZIONE età matura decidono di cimen- soggetto che intende praticare Nuovo COLLEGAMENTO
o continuare la propria attività agonistica specifica. Gli sport praticati dai Master sono i più vari (maratona, ciclismo, nuoto, calcio ecc.) e richiedono una preparazione atletica regolare e sistematica per il raggiungimento di buoni livelli di prestazione. La partecipazione alle competizioni spinge gli atleti ad impegnarsi in allenamenti regolari di intensità e quantità elevati, a volte addirittura poco compatibili con la condizione fisica e la tipologia del soggetto. Conseguentemente all’allenamento, l’atleta anziano, può presentare modificazioni del cuore e dei vasi sanguigni, più significative negli atleti praticanti sport di resistenza aerobica (endurance) come bradicardia sinusale marcata, aumento della volumetria delle cavità cardiache, degli spessori parietali e della massa ventricolare sinistra, che vanno monitorate. Nella prescrizione agonistica occorre agire con cautela, cercando di differenziare le modificazioni cardiache indotte dall’allenamento, da quelle tipiche dell’invecchiamento e da quelle patologiche, spesso, in un contesto psicologico improntato alla spiccata competitività, autostima ingravescente ed elevato tono endorfinico, che spingono l’atleta a compiere imprese sportive non consone alla propria performance fisica. Non dimenticando però, gli effetti favorevoli e benefici dell’attività fisica di tipo aerobico, in particolare nel soggetto iperteso e nel diabetico. 21
Terza età L’atleta anziano
Attesa di vita
Infarto
Fitness cardiorespiratoria
Diabete tipo II
Fitness muscolare
Sindrome metabolica
Controllo del peso corporeo
Cancro al colon
Mantenimento di una posizione corporea sana
Cancro al seno
necessità di ulteriori indagini privilegiando dapprima quelle Salute delle ossa Depressione non invasive (ecocardiogramNei più anziani Qualità del sonno ma, holter, scintigrafia miocardica, RMN e TAC cardiache Qualità della vita in relazione alla salute Rischio di cadute ecc.) e poi quelle invasive Malattie alle coronarie Salute funzionale/indipendenza (coronarografia, studio elettro Ipertensione Funzioni cognitive fisiologico). Esistono specifici protocolli per il giudizio di ido Evidenza forte neità allo sport negli atleti con Fig. 1 - Gli effetti dell’attività fisica sulla salute degli adulti Evidenza media anomalie cardiovascolari. Il medico dello sport dovrà Il principio del connubio tra atto si basa sulla conoscenza permettere l’agonismo soltanto tività sportiva pura (indirizzata dell’epidemiologia, dell’eziopa- dopo aver scrupolosamenalla competizione) e aspetto togenesi della MI nello sport te seguito le tappe previste terapeutico (finalizzato alla e comprende lo screening dai protocolli, e dovrà anche prevenzione) è più che mai cardiologico preventivo e la essere in grado di proporre attuale. defibrillazione precoce nei un’attività fisica congeniale ai Gli anziani non possono campi di gara. gusti, alle possibilità, alle esiessere considerati come una Lo screening preventivo idea- genze dell’atleta, in modo che categoria omogenea e statile, da applicare alla popolazio- possa essere praticata, proseca, ma variegata e dinamica ne sportiva dovrebbe essere guita nel tempo, ottenendo il per tanti aspetti, per cui non semplice, non invasivo, econo- massimo dei benefici a fronte sarebbe scientificamente cormico, facilmente disponibile e di rischi marginali. retto progettare una forma di con un conveniente rapporto Gli adattamenti cardiovascoattività rigida espressamente costo/efficacia. lari, metabolici e muscolari rivolta a loro. L’anamnesi e l’esame obiettivo, indotti dall’esercizio fisico, veLO SCREENING essenziali, ma non sempre suf- rificabili strumentalmente, con A fronte degli effetti positivi PREVENTIVO ficienti ad individuare soggetti l’acquisizione di un maggior dell’esercizio fisico nella preIDEALE, DA a rischio di MI; l’aggiunta di venzione e nel trattamento di senso di benessere psicofisico, APPLICARE ALLA ECG, migliora significativanumerose affezioni cardiovastrettamente correlato ad un POPOLAZIONE mente il potere diagnostico, scolari, esso comporta anche miglioramento significativo SPORTIVA senza elevarne eccessivamenalcuni rischi a carico del cuore, della qualità della vita e della DOVREBBE in quanto l’esercizio fisico te il costo. Considerando la capacità funzionale globaESSERE intenso può scatenare eventi popolazione adulta-anziana, le, e la riduzione del rischio SEMPLICE, acuti, tra i quali i più temibili con più elevata probabilità di cardio-vascolare, convalidaNON INVASIVO, sono l’infarto miocardico e somalattia coronarica, bisogna no lo sport, come strumento ECONOMICO, prattutto la morte improvvisa effettuare un test ergometrico efficace di prevenzione e FACILMENTE (MI), in presenza di lesioni ed massimale, con i limiti legati terapia delle malattie croniche DISPONIBILE anomalie clinicamente silenti, alla specificità e sensibilità. stabilizzate, diventate oggiE CON UN il più delle volte misconosciuSe nel corso della valutaziogiorno un problema sanitario CONVENIENTE te. ne emerge la presenza o il e sociale, causa di importanti RAPPORTO La strategia volta a ridurre il COSTO/ sospetto di anomalie cardiova- ripercussioni sul piano assirischio di tale infausto evenEFFICACIA scolari, deve essere valutata la stenziale ed economico. 22
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SALUTE E BENESSERE
La dieta Low Fodmap Da studi australiani è nato un progetto totalmente made in Italy basato sulla dieta mediterranea contro i disturbi gastrointestinali.
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e odierne statistiche sostengono che una persona su sette soffre di sintomi gastrointestinali, quali gonfiore addominale, prevalenza di stipsi o di diarrea, disbiosi (alterazione della microflora intestinale chiamata anche “microbiota”), SIBO (sovracrescita batterica intestinale), MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) ed il famigerato colon irritabile (IBS), la cui definizione corretta in realtà è “intestino irritabile”. Questi sintomi condizionano la vita ed influenzano enormemente la psiche della persona che ne soffre: irritabilità, difficoltà di concentrazione, “terrore” nel consumo del cibo fuori casa sono tra i disagi più comuni. È oramai riconosciuto scientificamente che l’asse “intestino-cervello-microbioma” è alla base degli studi degli specialisti che focalizzano la ricerca su
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fattori genetici, epigenetici e psicologici, incluso lo stress (ma è lo stress a causare la sindrome dell’intestino irritabile? O è quest’ultima che incide sullo stato psicologico giornaliero dell’individuo?), analizzano il tipo di alimentazione, verificano l’alterazione del microbioma (che a sua volta è conseguenza di altri fattori). Si può quindi riuscire a stare meglio e conviverci? La risposta è sì. Riconosciamo tutti gli effetti benefici di attività fisica e meditativa, al fine di contrastare lo stress, grande protagonista dei nostri tempi e mantenersi in forma fisicamente. Così come l’assunzione di alcuni probiotici o integratori possono dare un sollievo ai disagi intestinali nel breve periodo. Ma non sono questi a fare la reale differenza. Il ruolo primario è detenuto dalla
dieta intesa come alimentazione quotidiana; la dieta mediterranea è riconosciuta a livello internazionale come equilibrata ed indicata per la prevenzione ed il benessere. Anche chi soffre della sindrome dell’intestino irritabile può seguirla, con alcuni accorgimenti. Ovvero unendola al protocollo Low FODMAP. Con questo acronimo inglese vengono chiamati alcuni zuccheri (fruttosio,l attosio), polioli (mannitolo, sorbitolo) ed alcune fibre (fruttani/FOS e GOS/ galattoligosaccaridi) naturalmente presenti in determinati alimenti, ma che contribuiscono ai sintomi di chi soffre di disturbi intestinali. Sono presenti in buona parte dei cereali contenenti glutine, frutta, verdura, legumi, dolcificanti, bevande e, nel caso del lattosio, nei prodotti lattiero caseari. Nuovo COLLEGAMENTO
ALIMENTAZIONE di Serena Pironi
Gli studi sulla dieta Low FODMAP sono stati sviluppati in Australia dai professori in gastroenterologia della Monash University Shepherd e Gibson nel 2005. La dieta a basso contenuto di FODMAP (Fermentable Oligo-, Di-, Mono-saccharides, And Polyols) è un approccio alimentare sviluppato per alleviare i sintomi di disturbi gastrointestinali e si basa sulla riduzione dell’assunzione di specifici carboidrati a catena corta e polioli, che possono essere fermentati dai batteri intestinali, causando, come sappiamo, sintomi come gonfiore, dolore addominale, flatulenza e alterazioni del transito intestinale. Questo approccio è conosciuto ampiamente nel mondo anglosassone (Australia, Nuova Zelanda, USA, Canada, Gran Bretagna), ma esistono pubblicazioni anche di paesi asiatici ed in misura minore europei. Nel 75% dei casi si evidenzia Nuovo COLLEGAMENTO
un concreto miglioramento dei sintomi dell’IBS grazie alla dieta a basso contenuto di Fodmap. Ma come funziona questa dieta? Occorre dapprima una fase di eliminazione, che ha una durata variabile dalle 2 alle 6 settimane, e un successivo reintegro ponderato e ragionato per comprendere quali FODMAP si LA DIETA tollerano e in che quantità. LOW FODMAP Dopodichè è necessario proÈ UN cedere con la costruzione ed il APPROCCIO mantenimento di uno specifico ALIMENTARE piano alimentare da seguire. SVILUPPATO PER In Italia solo da qualche anno ALLEVIARE è preso in considerazione, ma I SINTOMI DI ancora non è sufficientemente DISTURBI compreso ed applicato, nonoGASTRO stante le grandi potenzialità. INTESTINALI E Myrea (www.myrea.it) è una SI BASA SULLA start up innovativa che ha adotRIDUZIONE tato il metodo Low Fodmap e DELL’ASSUNZIONE che ha fatto del cibo per chi sofDI SPECIFICI fre di colon irritabile e di disturbi CARBOIDRATI A gastrointestinali la sua missione, CATENA CORTA E la stessa amministratrice ne POLIOLI soffre in prima persona.
L’azienda, ispirandosi alle richerche della Monash University che ha sviluppato il progetto in base al tipo di alimentazione tradizionale australiano, ha indirizzato le proprie ricerche in relazione alle abitudini alimentari italiane ed utilizzando quindi ingredienti di uso quotidiano creando una linea di alimenti dall’ottimo profilo sensoriale, con glutine, (ricordiamo che il glutine non è un problema per chi soffre di problemi intestinali se non in soggetti celiachi o soggetti alla gluten sensitivity) ma low FODMAP grazie ad un fermento brevettato dall’azienda stessa, ad una meticolosa lievitazione e ad una attenta selezione delle materie prime. Il partner scientifico che ha collaborato in questo progetto sostenendo la parte analitica, eseguita come alla Monash University, è il dipartimento di chimica dell’Università di Parma. Non si tratta di cibi puntivi da un punto di vista compositivo o degli ennesimi prodotti alimentari dal gusto sgradevole: sono alimenti “normali”. Sono fonte di fibre tollerate, a contenuto limitato di nichel, con materie prime prevalentemente italiane e privi di additivi. Ripartiamo dalle fondamenta: esiste il cibo corretto per tutti, anche per chi soffre di intestino irritabile. Ed oggi si può grazie alla tenacia ed all’impegno continui di ricercatori che si impegnano nel trovare una soluzione al disagio proprio ed altrui.
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Premio Italia Diritti Umani:
l’Impegno per la Giustizia Sociale passa dal laboratorio galenico
Monica Lentini, farmacista, formulatore galenico, docente universitario e collaboratore di Utifar si è aggiudicata l’edizione 2023 del “Premio Italia Diritti Umani”. Si tratta di un premio che rappresenta un simbolo tangibile di speranza per coloro che lottano per la parità, la libertà e il rispetto dei diritti fondamentali. La sua essenza riflette un impegno costante verso una società più inclusiva e giusta. Indetto dalla Freelance International Press in collaborazione con diverse organizzazioni non governative e istituzioni come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il Premio Italia Diritti Umani nasce dall’esigenza di voler dare un giusto Nuovo COLLEGAMENTO
riconoscimento a coloro che, per I VINCITORI DEL la loro attività, si sono distinti nel PREMIO ITALIA campo dei diritti umani. DIRITTI In un mondo in cui il profitto semUMANI NON bra essere lo scopo ultimo di ogni SONO SOLTANTO intento, bisogna sostenere chi lotta INDIVIDUI O veramente, sacrificando spesso GRUPPI gran parte (o del tutto) la propria INSIGNITI DI UN esistenza per aiutare il prossimo. RICONOSCIMENTO; I Mass Media spesso non prestano SONO VOCI DI la dovuta attenzione al tema dei TRASFORMAZIONE diritti umani, se non in maniera CHE ROMPONO superficiale. È giunto quindi il IL SILENZIO momento, non solo di dare un DELL’ giusto riconoscimento a chi lotta INGIUSTIZIA per la difesa dei più deboli, ma anche di parlare su come possano essere tutelati meglio questi diritti che, anche in paesi come l’Italia oltre che all’estero, sono sistematicamente violati, soprattutto nei confronti dei più deboli.
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SOLIDARIETÀ
Il Premio Italia Diritti Umani si concentra su diversi aspetti della società italiana, dai diritti civili a quelli economici, sociali e culturali. La sua struttura riflette l’ampia gamma di sfide e progressi che caratterizzano il panorama italiano in termini di diritti umani. Nel conferire il premio a Monica Lentini, la Giuria ha temuto conto, come si legge nell’attestato, “dei corsi gratuiti avviati dal 2016 di Operatore tecnico di laboratorio galenico farmaceutico rivolti sia a migranti, rifugiati e richiedenti asilo che forniscono le competenze necessarie ad orientarsi nel laboratorio della farmacia”. Ma non solo, nelle motivazioni del premio si fa riferimento anche “all’inserimento come operatori in collaborazione con le maggiori Asl locali - di persone con disagio sociale, ragazzi con disturbi dello spettro autistico e Sindrome di Asperger”. Tali attività, ricordano le motivazioni del premio, corrispondono al filone “Imprese e diritti umani”. In un mondo in costante cambiamento, il Premio Italia Diritti Umani si adatta alle sfide emergenti. Si evolve, abbracciando nuove tematiche, sensibilizzando l’opinione pubblica su questioni urgenti e incoraggiando una partecipazione attiva per costruire una società più equa per tutti. I vincitori del Premio Italia Diritti Umani non sono quindi soltanto individui o gruppi insigniti di un riconoscimento; sono voci di trasformazione che rompono il silenzio dell’ingiustizia. Ogni storia di vincitore racconta una lotta, una battaglia o un contributo significativo alla promozione dei diritti umani in Italia. E nella storia di Monica Lentini la farmacia e il laboratorio galenico hanno sempre rappresentato un faro per la collettività.
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SOCI UTIFAR ISCRIZIONI 2024
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Amiamo la nostra professione ...siamo farmacisti!
e cresci nella Professione! Iscriversi a Utifar significa essere parte di un'associazione scientifica impegnata a diffondere la cultura del cambiamento e la crescita della Professione. Insieme possiamo fare molto, le nostre idee e la nostra determinazione faranno la differenza!
Quote associative 2024 • Titolari di farmacia € 250 • Non titolari di farmacia € 80 • Titolare di esercizio commerciale per la vendita di prodotti farmaceutici che non richiedono prescrizione medica con la presenza del farmacista € 250
• Neolaureati (entro 6 mesi dalla laurea) € 20
Servizi riservati ai soci • Assistenza Legale GRATUITA in caso di procedimenti penali COLPOSI contestati nell'ambito dell’esercizio professionale* • Consulenze gratuite e personalizzate in ambito professionale, fiscale e legislativo • Partecipazione gratuita o agevolata ai nostri convegni • Formazione a distanza gratuita per coprire interamente i 50 crediti ECM per il 2024 • Agevolazioni per la partecipazione alla Scuola di Galenica Utifar e ad altri percorsi formativi sul territorio • Adesione gratuita ad Upfarm (Unione professionale farmacisti per i farmaci orfani) e supporto per la predisposizione di farmaci orfani e off-label • Spedizione a domicilio di Nuovo Collegamento per i farmacisti collaboratori *il richiedente deve necessariamente essere socio da almeno un anno e deve aver rinnovato l'iscrizione da almeno 30 giorni dalla scadenza annuale del 28 febbraio.
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PROFESSIONE DALLA RICERCA di Paolo Levantino
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Farmacista e medico: insieme contro l’uso inappropriato delle benzodiazepine
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egli ultimi anni, in Italia, il consumo di benzodiazepine (BZD) per combattere ansia, nevrosi, attacchi di panico e insonnia, è aumentato di quasi l’8%. Sebbene siano efficaci per l’uso a breve termine, le benzodiazepine non hanno indicazioni chiare o benefici basati sull’evidenza scientifica per l’uso a lungo termine, mentre i rischi, anche gravi, sono ben noti. Tali rischi includono la sedazione, sonnolenza e letargia che contribuiscono alle cadute, compromissione delle capacità psicomotorie, della coordinazione, aumento del rischio di incidenti, dipendenza fisiologica, assuefazione e potenziale abuso. I farmacisti, insieme con i medici, possono ridurre l’uso inappropriato delle benzodiazepine, attraverso una pianificazione efficace, che comprende una riduzione graduale, il monitoraggio e il follow-up dei pazienti dopo l’intervento.
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FONDAMENTALE UN APPROCCIO PERSONALIZZATO E UN INTERVENTO DI SUPPORTO La riduzione graduale delle BZD richiede una certa attenzione, con un adeguamento della velocità di riduzione in base alla risposta e all’esperienza del singolo paziente, una frequente educazione e rassicurazione, un follow-up regolare per monitorare l’astinenza e apportare opportune modifiche. Interventi di supporto come fornire indicazioni sui potenziali sintomi di astinenza, incoraggiare e rafforzare strategie alternative per la gestione dello stress e del sonno, sono fondamentali sia prima che durante la riduzione graduale del farmaco.
LA COLLABORAZIONE FARMACISTA-MEDICO MIGLIORA GLI ESITI DI SALUTE DEI PAZIENTI Uno studio, pubblicato nell’International Journal of Clinical Pharmacy, mostra che i medici che hanno seguito il 72% delle raccomandazioni formulate dai farmacisti per i sedativi, seguendo le linee guida sottoposte a revisione paritaria, hanno ridotto sostanzialmente il numero di BZD prescritte. Di conseguenza, i risultati di salute, come umore, cadute, fragilità, nonché la diminuzione del rischio di reazione avverse ai farmaci (ADR), sono migliorati in modo significativo.
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Dalla ricerca
LE SESSIONI DI CONSULENZA RICEVUTE DA FARMACISTI E MEDICI ERANO L’INTERVENTO PIÙ EFFICACE NEL PROMUOVERE L’INCORAGGIAMENTO, L’EDUCAZIONE E IL PROCESSO DECISIONALE CONDIVISO 30
LA CONSULENZA DI FARMACISTI E MEDICI PROMUOVE IL PROCESSO DECISIONALE CONDIVISO NEI PAZIENTI È stato riportato che la collaborazione farmacista-medico ha portato all’interruzione delle BZP in 6 pazienti su 11 ospedalizzati (55%) e alla riduzione del 50% della dose nei cinque pazienti rimanenti, grazie alla revisione dei farmaci, al materiale informativo e alla consulenza diretta con il paziente. I soggetti hanno riferito che le sessioni di consulenza ricevute da farmacisti e medici erano l’intervento più efficace nel promuovere l’incoraggiamento, l’educazione e il processo decisionale condiviso. Il follow-up si è poi rilevato efficace nel mantenimento della sospensione. Il successo dell’educazione diretta del paziente nel promuovere il processo decisionale condiviso è stato supportato, anche, da un altro studio che ha riportato un tasso più alto di interruzione delle BZP (27%) nel gruppo intervento rispetto al gruppo di cura abituale (6%).
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IN SPAGNA, UN PROGRAMMA DI SENSIBILIZZAZIONE IN FARMACIA RIDUCE L’USO DELLE BENZODIAZEPINE “BenzoStopJuntos: Vivere senza tranquillanti è possibile” è un progetto di educazione e sensibilizzazione iniziato negli anni 2018-2019 nel contesto di uno studio di ricerca, promosso in cinque centri sanitari e farmacie comunitarie di Siviglia. Lì, grazie al supporto congiunto di medici, psicologici e farmacisti, è stato evitato l’uso cronico di benzodiazepine in 1 paziente su 3, dopo 6 mesi, migliorando anche la qualità della vita e la conoscenza di questi farmaci. “ Dopo questi risultati incoraggianti, abbiamo iniziato a considerare la sua applicazione in Andalusia, ma la pandemia ci ha costretto ad affrontare altre questioni più urgenti. Nel 2022, l’iniziativa è così stata ripresa e sperimentata in 15 centri” afferma Ingrid Ferrer López, farmacista clinico, durante il 26° Congresso della Società Spagnola dei Farmacisti di Cure Primarie (SEFAP). La campagna BenzoStopJuntos è rivolta a tutti gli utenti che fanno un uso cronico di benzodiazepine per curare l’ansia e/o l’insonnia e che non hanno un disturbo mentale grave o che si trovano in una situazione palliativa. In farmacia, i professionisti della salute offrono ai pazienti materiale informativo ed educativo e somministrano un questionario di 4 domande su ciò che i pazienti ritengono essere vero o falso riguardo alle BZP. Le risposte consentono ai pazienti di scoprire che l’uso a lungo termine comporta un rischio cinque volte maggiore di problemi di memoria, il doppio del rischio di cadute e fratture e un rischio di avere un incidente durante la guida, essendo farmaci che diminuiscono i riflessi.
SENSIBILIZZARE, INFORMARE E LAVORARE IN SQUADRA I professionisti forniscono alternative all’uso delle BZP (tecniche di rilassamento, respirazione e autocontrollo, cambio di abitudini, esercizi) e come procedere per liberarsi dall’abitudine con l’aiuto dei professionisti, medici e psicologi, nonché un elenco di guide di auto-aiuto per la depressione e i disturbi d’ansia del Servizio Sanitario Andaluso e un suggerimento per un modello di cessazione. Il programma, grazie alla collaborazione del team multidisciplinare, ha permesso di ridurre il consumo di benzodiazepine del 2,8% rispetto a quello registrato l’anno precedente. “Incorporare questo breve intervento nella pratica clinica regolare, sensibilizzare la popolazione al problema informando i pazienti sui vantaggi, gli svantaggi e le alternative alle benzodiazepine e lavorare in squadra è parte della soluzione per sensibilizzare la popolazione. Il fatto che i professionisti si preoccupino dell’uso cronico di questi farmaci è il primo passo per promuovere il cambiamento senza demonizzare le benzodiazepine, poiché in alcuni casi sono utili”. Ingrid Ferrer López. Fonti: • Ashkanani FZ, Rathbone AP, Lindsey L. The role of pharmacists in deprescribing benzodiazepines: A scoping review. Explor Res Clin Soc Pharm. 2023 Sep 2;12:100328. doi: 10.1016/j.rcsop.2023.100328. PMID: 37743854; PMCID: PMC10511800 • Ailabouni N., Mangin D., Nishtala P.S. DEFEAT-polypharmacy: deprescribing anticholinergic and sedative medicines feasibility trial in residential aged care facilities. Int J Clin Pharm. 2019;41(1):167–178. • Carr F., Tian P., Chow J., et al. Deprescribing benzodiazepines among hospitalised older adults: quality improvement initiative. BMJ Open Qual. 2019;8(3) • Aharaz A., Rasmussen J.H., McNulty H.B.O., et al. A collaborative deprescribing intervention in a subacute medical outpatient clinic: A pilot randomized controlled trial. Metabolites. 2021;11(4) • https://www.immedicohospitalario.es/noticia/39352/ un-programa-liderado-por-farmaceuticos-de-ap-consigue-reducir-el-cons.html
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A gonfie vele!
Intervista a Luca e Barbara Spagnolo, due giovani farmacisti galenisti
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ome ricorderete nei precedenti articoli, ho avuto l’onore di intervistare due colleghi e amici Luca e Barbara Spagnolo, due giovani farmacisti con la passione per la galenica che hanno avviato nel 2019 l’azienda Officina Speziale, dedita alla ricerca, sviluppo e produzione di integratori alimentari. Torno ad intervistarli nuovamente per farci raccontare le ultime novità e i diversi premi e attesti che hanno premiato il loro lavoro e la loro passione. Questo è stato un anno veramente irripetibile per gli attestati di stima ed i premi ricevuti. Abbiamo iniziato con il premio giovane farmaci-
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sta dell’anno in occasione di Cosmofarma per continuare poi con il premio “Osvaldo Moltedo” alle giovani promesse del campo farmaceutico. Tali premi sono stati ottenuti grazie al lavoro scientifico svolto in collaborazione con un ASL territoriale sul progetto ReQupero, uno studio che ha portato alla commercializzazione dell’integratore, utile per la stanchezza cronica e non solo e questo ha dato valore ulteriore alla nostra professione nell’ottica di collaborazione tra sanità pubblica e farmacista territoriale. La nostra bacheca dei premi si è poi arricchita ulteriormente con il premio “Farmaffari” durante PharmaExpo per una delle quattro pubblicità più
INTERVISTA di Paolo Levantino
influenti in Italia nel mondo integratori alimentari, un ulteriore traguardo e conferma dell’ eticità del nostro lavoro. Non ultimo siamo stati convocati per una premiazione locale, e riceveremo il premio “Fiducia Adoc (associazione nazionale difesa e orientamento consumatori) della città di Taranto” come riconoscimento per esserci distinti per l’impegno a favore della comunità. Realizzerete altri studi sull’integratore ReQupero? Si certamente!! ReQupero non si limita solo alla stanchezza cronica, abbiamo deciso di proseguire nello sviluppo, con ASL territoriali ed Università, di ulteriori studi clinici volti soprattutto al 33
Intervista A gonfie vele!
recupero funzionale e cognitivo del paziente fibromialgico e/o con deficit cognitivo assimilabile ad una fase di demenza senile precoce o ancora non conclamata ma che inizia a presentare le prime avvisaglie sintomatologiche e cliniche. Questa scelta è stata effettuata dopo aver visto i risultati, non misurati ma riportati direttamente sui nostri pazienti del territorio, che presentavano una sintomatologia simile a quella descritta in precedenza e che dopo l’utilizzo di ReQupero hanno avuto dei benefici clinici riportati da loro e dalle famiglie. Quali corsi di galenica consigliate ai giovani farmacisti che si vogliono apprestare a questo mondo? Reputiamo che la formazione costante sia l’elemento caGRAZIE ALLA ratterizzante del farmacista, FORMAZIONE ED che come noto è tra i sanitari ALLA VOGLIA DI più apprezzati e consultati dai SPECIALIZZARSI, pazienti in Italia. NOI SIAMO Grazie alla formazione ed alla RIUSCITI voglia di specializzarsi, noi siaAD AVVIARE mo riusciti ad avviare la nostra LA NOSTRA attività come laboratorio di ATTIVITÀ COME ricerca, sviluppo e produzione LABORATORIO di integratori alimentari, per DI RICERCA, questo credo che per i colleSVILUPPO E ghi che abbiano la curiosità e PRODUZIONE DI la voglia di specializzarsi sia INTEGRATORI fondamentale partecipare ad ALIMENTARI 34
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Luca Spagnolo con i premi ricevuti in occasione dell’evento promosso da Farmaffari (Pharmexpò di Napoli) e di Farmacistapiù ad ottobre, due dei vari riconoscimenti ottenuti quest’anno da Luca e Barbara.
un corso di formazione come quello organizzato da Utifar o da Sifap. In questi corsi si ha modo di imparare non solo le tecniche di preparazione, ma anche di conoscere personalmente dei colleghi esperti che a seconda della loro disponibilità possono diventare dei veri e propri punti di riferimento nel momento del bisogno! La vostra start up è in via di espansione e questo mostra come l’impegno, lo studio, la passione portino sempre a dei bei risultati. Che messaggio volete lasciare ai colleghi? Abbiamo iniziato in un momento difficilissimo perché coinciso con l’inizio della pandemia, ma nonostante questo abbiamo perseverato nel nostro progetto e siamo andati avanti con dedizione e impegno costante. I consigli che vogliamo trasmettere sono due, il primo è quello di individuare una nicchia precisa su
cui lavorare e specializzarsi in quello. Dare valore, identificare e creare una propria brand identity da portare avanti nella propria formazione e nella farmacia dove si lavora sia essa a conduzione familiare o meno. Il secondo consiglio che ci sentiamo di dare ai colleghi è il seguente: non importa il grado di preparazione iniziale o le capacità personali, per riuscire nelle cose, ciò che importa veramente è crederci e perseverare e questo ce lo ripetiamo costantemente, soprattutto nei tanti giorni difficili che un giovane imprenditore deve affrontare. “Sulle parole di Steve Jobs vi auguriamo di pensare diversamente e di perseverare nella condivisione delle vostre idee, nel brain storming collettivo. Il farmacista e la sua vision sono sempre il valore aggiunto ad ogni punto vendita che lo circonda ed alla comunità che si fida di lui”. Nuovo COLLEGAMENTO
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imparare divertendosi La Farmacia al centro della salute attraverso un gioco divertente ed educativo
Innovazione nel mondo dei giochi educativi per i bambini ma anche per tutta la famiglia Il GiocadellaSalute in commercio dal 2010 e proposto da Uniservices srl - CalendariodellaSalute, in collaborazione con Liscianigiochi (importante azienda produttrice di giochi educativi e didattici) si aggiorna con una seconda edizione. Il messaggio contenuto in questo gioco educativo è quello di porre la Farmacia al centro della domanda di salute da parte del cittadino. Ma come funziona? Il Giocadellasalute è un interessante ed istruttivo gioco sull'argomento salute, basato sullo stile del classico "gioco dell'oca" nel quale è più avvantaggiato chi è più attento alla prevenzione. I giocatori devono fronteggiare influenze ed attacchi stagionali che aggrediscono la loro salute, rispondendo a varie e mirate domande di educazione sanitaria. Tramite i principi attivi, consigliati da medico e farmacia, essi devono combattere virus e batteri per arrivare primi all'arrivo battendo gli avversari.
Da novembre il GiocadellaSalute verrà promosso dai canali televisivi di Mediaset attraverso un simpatico spot pubblicitario che lo farà conoscere a tutte le famiglie italiane! Il GiocadellaSalute può essere richiesto presso i distributori o direttamente ad Uniservices srl (tel. 0861 59061 - e.mail info@calendariodellasalute.it) Nuova edizione 2021, codice 981554761 (l’edizione precedente è in esaurimento)
DALLE AZIENDE
Miocane e Miogatto Sensitive: le nuove ricette di Morando per cani e gatti con cute e intestino sensibili Morando ha ampliato la linea barriera cutanea ed è quindi superpremium Miocane e particolarmente indicato per Miogatto, dedicata al canale cani e gatti con cute sensibile specializzato e alle farmacie, e la zeolite, di origine mineracon le nuove ricette Miocane le, che influenza positivamente Sensitive e Miogatto Sensiti- la composizione della flora ve, studiate dai veterinari nutri- batterica intestinale (microbiozionisti dell’azienda in risposta ta), essenziale per mantenere i alle esigenze specifiche di cani regolari processi digestivi. Gli e gatti con cute e intestino alimenti umidi Sensitive sono sensibili. privi di cereali. Per i pets, come per noi uma- I nuovi prodotti contengono ni, il benessere e l’attenzione un’elevata percentuale di verso potenziali sensibilità, proteine animali altamente come quella cutanea e intesti- selezionate e dall’elevato nale, passano anche attraver- valore biologico che provenso un’alimentazione sana ed gono da una singola fonte equilibrata. proteica. Per questo motivo, le nuove ricette Miocane e Miogatto La nuova formulazione comSensitive sono arricchite da pleta il catalogo Miocane e ingredienti naturali che rispon- Miogatto che già si distingue dono alle esigenze nutrizionali per ingredienti innovativi di dei nostri amici più sensibili. alta qualità. Alcune ricette Gli alimenti secchi contengo- includono Krill, gamberetto no le alghe Schizochytrium, antartico, molto ricco di Omefonte di DHA (un acido gras- ga 3 ad alta biodisponibilità. so Omega 3) che supporta il L’integrazione della Vitamina corretto funzionamento della D3, insieme ad un bilanciato Nuovo COLLEGAMENTO
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LE NUOVE RICETTE MIOCANE E MIOGATTO SENSITIVE SONO ARRICCHITE DA INGREDIENTI NATURALI CHE RISPONDONO ALLE ESIGENZE NUTRIZIONALI DEI NOSTRI AMICI PIÙ SENSIBILI
apporto di Calcio e Fosforo, consente una crescita sana e armoniosa dell’apparato scheletrico. Le Vitamine del gruppo B, oltre a regolare e stimolare il metabolismo cellulare, servono a mantenere efficiente e funzionale il sistema nervoso e le molecole Glucosamina e Condroitin solfato, normalmente presenti nelle articolazioni sane e la cui concentrazione può diminuire nell’animale anziano, sono utili per mantenere la mobilità articolare nel corso degli anni. Tutti i prodotti Miocane e Miogatto contengono infine la formula My Nat-Pro, una combinazione esclusiva di sostanze naturali di grandissima efficacia con un elevato potere antiossidante e di protezione dai radicali liberi (tre volte superiore alla vitamina E) e migliorano la stabilità e biodisponibilità degli Omega 3 assunti con il cibo. 37
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Oli essenziali
a supporto della salute e del benessere psico-fisico degli animali
Negli ultimi anni gli oli essenziali hanno acquisito notevole popolarità e molte persone hanno iniziato a farne uso nella loro quotidianità, per sé e per la propria famiglia, traendone molteplici benefici. Ma poiché, secondo le ultime indagini statistiche, 4 italiani su 10 possiedono animali, ci si sta chiedendo sempre di più se e come queste sostanze di origine naturale possano essere utili per il sostegno del benessere e della salute degli animali, oltre che delle persone. 38
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CHE COSA SONO GLI OLI ESSENZIALI?
Gli oli essenziali sono prodotti aromatici vegetali ottenuti da diverse parti di piante (fiori, foglie, radici, semi ecc.) con particolari tecniche di estrazione (principalmente la distillazione in corrente di vapore e la spremitura a freddo). Si tratta, dunque, di composti completamente naturali, di origine vegetale. Oltre a contribuire alla particolare profumazione della pianta da cui sono estratti, gli oli essenziali svolgono numerose funzioni biologiche fondamentali per la sua sopravvivenza nell’habitat in cui essa vive (ad es. protezione contro micror-
ganismi patogeni e parassiti, attrazione degli insetti impollinatori, inattivazione di tossine provenienti da terreni contaminati ecc.). Gli oli essenziali si presentano liquidi a temperatura ambiente e visivamente hanno l’aspetto di un olio, ma sono ben diversi da quest’ultimo perchè sono estremamente volatili, cioè tendono ad evaporare se lasciati a contatto con l’aria. Questa caratteristica li differenza dagli oli vegetali (ad es. quelli di oliva, girasole, mandorle dolci ecc.) che sono invece miscele di sostanze grasse untuose al tatto. Gli oli essenziali sono prodotti altamente concentrati e Nuovo COLLEGAMENTO
VETERINARIA a cura della divisione scientifica di Teknofarma
QUALI EFFETTI HANNO SULL’ORGANISMO?
potenti perchè sono costituiti da una miscela di componenti chimiche aromatiche definita fitocomplesso (o aromacomplesso). Ogni olio essenziale può essere costituito da decine fino a centinaia di componenti aromatiche che lavorano in sinergia tra loro, producendo effetti biologici nell’organismo umano e animale. Oggi la disciplina medica che studia l’utilizzo degli oli essenziali e degli altri prodotti aromatici vegetali per il mantenimento della salute e del benessere psico-fisico (umano e animale) è l’Aromaterapia o Medicina aromatica, una branca della Fitoterapia. Nuovo COLLEGAMENTO
MOLTI OLI ESSENZIALI, ASSUNTI PER VIA OLFATTIVA (OVVERO PER INALAZIONE), SONO PIUTTOSTO EFFICACI NEL PRODURRE CON RELATIVA RAPIDITÀ DEGLI EFFETTI PSICOEMOZIONALI
In virtù della loro complessa composizione chimica gli OE (Oli Essenziali) possono interagire in molti modi con l’organismo umano e animale. Alcuni hanno azioni molto specifiche, ma in generale quasi tutti gli OE contribuiscono a: • contrastare le infezioni microbiche (da batteri, virus, miceti...) • supportare la respirazione, spesso svolgendo un’azione balsamica, mucolitica ed espettorante • contrastare il dolore e l’infiammazione • sostenere l’apparato gastro-enterico e la funzione digestiva • supportare l’integrità della barriera cutanea • calmare o stimolare il Sistema Nervoso Centrale. Proprio in merito a quest’ultimo punto, si può dire che molti oli essenziali, assunti per via olfattiva (ovvero per inalazione), sono piuttosto efficaci nel produrre con relativa rapidità degli effetti psico-emozionali (rilassanti o stimolanti). Questo perchè le molecole aromatiche degli oli essenziali, una volta inalate con la respirazione, vengono immediatamente captate a livello dei recettori olfattivi presenti nella mucosa respiratoria delle cavità nasali. Questi recettori non sono altro che dei neuroni con lunghi assoni direttamente collegati tramite il bulbo olfattivo all’encefalo e, in particolare, al sistema limbico ovvero quella parte coinvolta nelle reazioni emotive, nel comportamento ecc.
PET REMEDY®: LA MISCELA DI OLI ESSENZIALI DALLE PROPRIETÀ RILASSANTI DA TEKNOFARMA
Pet Remedy® è una miscela naturale, di origine vegetale, clinicamente testata, a base di oli essenziali estratti da Valeriana officinalis, Vetiveria zizanioides e altre piante officinali dalle spiccate proprietà rilassanti, in grado di calmare gli animali senza però indurre sedazione. I prodotti della linea Pet Remedy® si sono dimostrati degli efficaci anti-stress naturali per cani, gatti e altri pets non mammiferi: gli studi scientifici condotti ne hanno infatti documentato l’efficacia nel tranquillizzare gli animali in modo del tutto naturale e privo di effetti collaterali. I prodotti della linea sono utilizzabili su tutti i mammiferi (cani, gatti, conigli, furetti, roditori, cavalli) e anche sugli uccelli. La miscela Pet Remedy®, una volta inalata con la respirazione, è in grado di tranquillizzare gli animali senza sedarli poiché agisce a livello del Sistema Nervoso Centrale, stimolando la produzione endogena di neurotrasmettitori ad azione rilassante (GABA pathway). Inoltre lavora anche sul sistema limbico, un complesso di strutture encefaliche avente un ruolo chiave nelle reazioni emotive, nelle risposte comportamentali, nei processi di memorizzazione e nell’olfatto. 39
Veterinaria Oli essenziali a supporto dei Pet
Grazie a questo meccanismo d’azione, non solo Pet Remedy® rilassa e tranquillizza l’animale rapidamente in una situazione acuta di stress, ma con l’utilizzo continuativo facilita e rafforza l’apprendimento dell’animale a “sentirsi sicuro” in ambienti e situazioni stressanti. Pet Remedy® agisce, dunque, in maniera del tutto naturale inducendo nell’animale uno stato di auto rilassamento senza causare sedazione nè assuefazione. I PRODOTTI DELLA LINEA PET REMEDY®
Pet Remedy® è disponibile in tre formati: spray, salviettine e diffusore ambientale. Pet Remedy® spray (flaconi da 15ml e 200ml) è ideale per l’utilizzo sia in casa sia fuori casa, quando si desidera ottenere una pronta azione rilassante. 40
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L’EFFETTO RILASSANTE SI MANIFESTA DOPO POCHI MINUTI DALL’ APPLICAZIONE E PERDURA PER QUALCHE ORA, A SECONDA DEL MATERIALE SU CUI VIENE SPRUZZATO
Non macchia e non unge pertanto può essere spruzzato dappertutto: sulla cuccia, nella gabbia (o voliera, per gli uccelli), all’interno del trasportino prima di far entrare l’animale, sui sedili dell’auto, su eventuali oggetti familiari all’animale. L’effetto rilassante si manifesta dopo pochi minuti dall’applicazione e perdura per qualche ora, a seconda del materiale su cui viene spruzzato. Le salviette Pet Remedy® (confezione da 12 bustine singole) possono essere utilizzate sia in casa sia fuori, secondo necessità e, in particolare, risultano comode e utili con gli animali che patiscono il rumore dello spray. Possono essere utilizzate a livello ambientale (come nel caso dello spray) oppure passate direttamente sul corpo e sul muso dell’animale. Le salviette, 100% biodegradabili, non macchiano, non ungono
e rispettano la cute e il pelo dell’animale. Pet Remedy® diffusore ambientale (diffusore + flacone da 40 ml) è ideale per ottenere un effetto rilassante continuativo; la confezione ricarica contiene 2 flaconi da 40 ml. Tutti i prodotti della linea Pet Remedy® sono liberamente acquistabili presso farmacie, parafarmacie, petshop e grossisti veterinari.
Per maggiori informazioni visualizza il QRcode oppure consulta la pagina: https://www.teknofarma.com /prodotti/pet-remedy/ Nuovo COLLEGAMENTO
I festeggiamenti di Natale e Capodanno possono essere fonte di stress e malessere per i nostri animali INTEGRATORI Fuochi d’artificio e botti di Capodanno
Cambiamenti di ambiente e routine
Via vai di gente in casa
Situazioni insolite
Non rovinargli le feste...
...usa Miscela di oli essenziali di Valeriana e Vetiveria per un’azione naturalmente rilassante
SPRAY: flacone da 15 e 200 ml SALVIETTE: confezione da 12 bustine Pronta azione Per lʼutilizzo in casa e fuori casa
Nuovo COLLEGAMENTO
CONSULENZE UTIFAR
Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 20124 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it
I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna
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TRASFORMAZIONE IN SRL Sono socia accomandataria al 99% di due farmacie Sas con mia figlia non farmacista socia accomandante all’1% in entrambe. Nella prima farmacia, sono anche direttrice. Prossimamente vorrei trasformare la seconda farmacia Sas in una Srl mantenendo sempre la stessa distribuzione delle quote della farmacia che deve essere trasformata. Il mio quesito è il seguente: posso essere socia al 99% di una farmacia Srl e contemporaneamente essere socia accomandataria al 99% di una farmacia Sas della quale sono anche direttrice? A quanto comprendo i suoi intenti sono semplicemente quelli di trasformare la farmacia società in accomandita semplice in una società a responsabilità limitata. Codesta operazione non comporta alcuna modifica allo stato quo ante, atteso che la trasformazione non comporta un cambio di titolarità. Indi, seguendo codesto schema confidando di non avere sbagliato ad interpretare, lei sarà socio accomandatario di una farmacia e direttore dell’altra, la Srl, socio amministratore unico senza averne la direzione. Nel nostro ordinamento vige un principio di pluri partecipazione ma di uni direzione, indi è palese che ella non possa essere direttore in entrambe le farmacie per i cogniti motivi. Il problema che lei mi sottopone legato alle incompatibilità ex art. 8 Legge 362/1991 lett. b (tra socio di una farmacia e collaboratore, direttore di altra farmacia) non si pone nel caso di specie in quanto l’incompa-
tibilità de quo riguarda il solo socio-persona fisica, e concerne l’ipotesi di farmacisti che operino in farmacie diverse da quelle di cui sono titolari società da loro partecipate: partecipando ella ad entrambe il problema non sussiste. Dott. Marino Mascheroni I SERVIZI IN FARMACIA Vorrei sapere se la misurazione della pressione oculare (tonometria) fatta da personale della farmacia e la teledermatologia (con spedizione del referto da parte di un dermatologo) sono servizi effettuabili in farmacia e rientranti nella farmacia dei servizi. I servizi erogabili in farmacia a seguito dell’evoluzione del D. Lgs. 156/2009 sono quelli evidenziati sul sito del Ministero Salute che per comodità si riporta in calce. Altre attività di collaborazione con operatori sanitari sono possibili in farmacia: estetista, ottico, etc ma non rientrano nella “Farmacia dei Servizi”. Di certo, il farmacista non può svolgere le attività di interesse del richiedente. Il volto della farmacia è cambiato con i tre Decreti ministeriali del 16 dicembre 2010 e dell’8 luglio sulla “farmacia dei servizi”, che hanno previsto l’erogazione di servizi e prestazioni professionali ai cittadini anche da parte delle famacie. Già il 18 novembre 2010 il ministro Fazio aveva raccolto il parere favorevole della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome riguardo la possibilità di introdurre nuove prestazioni Nuovo COLLEGAMENTO
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erogabili dalle farmacie territoriali. Tre i Decreti attuativi dell’Accordo pubblicati in Gazzetta Ufficiale: • Disciplina dei limiti e delle condizioni delle prestazioni analitiche di prima istanza, rientranti nell’ambito dell’autocontrollo ... e per le indicazioni tecniche relative ai dispositivi strumentali ... Decreto 16 dicembre 2010 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 57 del 10 marzo 2011 • Erogazione da parte delle farmacie di specifiche prestazioni professionali Decreto 16 dicembre 2010 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 90 del 19 aprile 2011 • Erogazione da parte delle farmacie, di attività di prenotazione delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, pagamento delle relative quote di partecipazione alla spesa a carico del cittadino e ritiro dei referti relativi a prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale Decreto 8 luglio 2011 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 229 del 1 ottobre 2011 - Prestazioni analitiche di prima istanza Il Decreto del 16 dicembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 57 del 10 marzo 2011, fa riferimento ai test “autodiagnostici”, test gestibili direttamente dai pazienti in funzione di autocontrollo a domicilio, o che possono, in caso di condizioni di fragilità di non completa autosufficienza, essere utilizzati mediante il supporto di un operatore sanitario, presso le farmacie territoriali pubbliche e private. Nuovo COLLEGAMENTO
Le prestazioni analitiche di prima istanza effettuabili in farmacia sono: • test per glicemia, colesterolo e trigliceridi; • test per misurazione in tempo reale di emoglobina, emoglobina glicata, creatinina, transaminasi, ematocrito; • test per la misurazione di componenti delle urine quali acido ascorbico, chetoni, urobilinogeno e bilirubina, leucociti, nitriti, ph, sangue, proteine ed esterasi leucocitaria; • test ovulazione, test gravidanza, e test menopausa per la misura dei livelli dell’ormone FSA nelle urine; • test colon-retto per la rilevazione di sangue occulto nelle feci. - Servizi di secondo livello erogabili con dispositivi strumentali Il medesimo Decreto fornisce indicazioni tecniche relative all’uso in farmacia di dispositivi strumentali. In particolare determina che per l’erogazione dei servizi di secondo livello in farmacia sono utilizzabili i seguenti dispositivi strumentali: • dispositivi per la misurazione con modalità non invasiva della pressione arteriosa; • dispositivi per la misurazione della capacità polmonare tramite auto - spirometria; • dispositivi per la misurazione con modalità non invasiva della saturazione percentuale dell’ossigeno; • dispositivi per il monitoraggio con modalità non invasive della pressione arteriosa e dell’attività cardiaca in collegamento funzionale con i centri di cardiologia accreditati dalle Regioni sulla base di specifici
requisiti tecnici, professionali e strutturali; • dispositivi per consentire l’effettuazione di elettrocardiogrammi con modalità di tele cardiologia da effettuarsi in collegamento con centri di cardiologia accreditati dalle Regioni sulla base di specifici requisiti tecnici, professionali e strutturali. Le farmacie pubbliche e private, per l’effettuazione delle prestazioni e l’assistenza ai pazienti, devono utilizzare spazi dedicati e separati dagli altri ambienti, che consentano l’uso, la manutenzione e la conservazione delle apparecchiature dedicate in condizioni di sicurezza. Il farmacista ha inoltre l’obbligo di esporre nei locali della farmacia, in modo chiaro e leggibile, l’indicazione delle tipologie di prestazioni analitiche disponibili agli utenti. - Prestazioni professionali Il Decreto del 16 dicembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 90 del 19 aprile 2011, regolamenta invece l’attività degli operatori sanitari in farmacia. Le attività erogate presso le farmacie e a domicilio del paziente, previste dal Decreto, devono essere effettuate esclusivamente da infermieri e da fisioterapisti, in possesso di titolo abilitante ed iscritti al relativo Collegio professionale laddove esistente. Il farmacista titolare o direttore è tenuto ad accertare, sotto la propria responsabilità, il possesso di tali requisiti. Infermiere L’infermiere in farmacia può, anche eventualmente con l’ausilio di altri operatori socio-sanitari che lavorino in farmacia:
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• provvedere alla corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche; • offrire supporto alle determinazioni analitiche di prima istanza, rientranti nell’ambito dell’autocontrollo; • effettuare medicazioni e di cicli iniettivi intramuscolo; • svolgere attività concernenti l’educazione sanitaria e la partecipazione a programmi di consulting, anche personalizzato; • partecipare ad iniziative finalizzate a favorire l’aderenza dei malati alle terapie. L’infermiere può inoltre, su prescrizione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, erogare sia all’interno della farmacia, sia a domicilio del paziente, ulteriori prestazioni rientranti fra quelle effettuabili in autonomia secondo il proprio profilo professionale. Fisioterapista Su prescrizione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, il fisioterapista può erogare all’interno della farmacia e a domicilio del paziente le seguenti prestazioni professionali: • definizione del programma prestazionale per gli aspetti di propria competenza, volto alla prevenzione, all’individuazione ed al superamento del bisogno riabilitativo; • attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilita’ motorie, psico motorie e cognitive e viscerali utilizzando terapie manuali, massoterapiche ed occupazionali; • verifica delle rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale. 44
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I locali devono rispondere ai requisiti minimi che le vigenti disposizioni di legge stabiliscono per lo svolgimento di attività infermieristiche e fisioterapiche. - Prenotazione delle prestazioni specialistiche Con il Decreto dell’8 luglio 2011 le farmacie, attraverso una postazione dedicata, possono operare anche come canali di accesso al Sistema CUP per prenotare prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale presso le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, provvedere al pagamento dei ticket a carico del cittadino e ritirare i relativi referti. Avv. Paolo Leopardi LO SPAZIO PER I SERVIZI Come farmacia vorremmo collaborare con liberi professionisti come fisioterapisti, e psicologi, ma non abbiamo spazi interni alla farmacia da destinare a tali visite. Abbiamo solo una piccola cabina che non può essere utilizzata a tale scopo. In situazioni normali: il paziente che effettua la visita con il fisioterapista, paga la farmacia che poi provvederà a pagare il libero professionista in base agli accordi fatti in precedenza. In questo caso, la farmacia può pubblicizzare il servizio, e fissare gli appuntamenti. Un’altra società di cui sono socio e amministratore unico, detiene un locale, nel palazzo accanto la farmacia, che dista 50 metri. Questo locale è concepito come studio medico in co-working, sono 6 stanze,
sala d’attesa e due bagni. Lo specialista che utilizza la stanza paga un canone fisso all inclusive. Tutte le spese come utenze, internet, pulizie e arredamento sono incluse nel canone. Ogni professionista è indipendente e fissa le sue visite in autonomia e fattura lui ai suoi pazienti. Per ovviare all’assenza di spazio in farmacia, abbiamo pensato che il professionista non prescrittore, come un fisioterapista, utilizzi una delle stanze del locale, paghi un fisso alla mia società, e inoltre viene pubblicizzata la collaborazione con lui in farmacia. Inoltre, sui clienti che il professionista ottiene tramite la farmacia, dovrebbe rilasciare una percentuale alla farmacia, (o alla mia società?). Per tenere i conti delle visite prenotate da noi, abbiamo pensato di utilizzare una agenda digitale in condivisione. Si può fare? È possibile inoltre organizzare degli eventi conoscitivi in farmacia in una piccola cabina dove il fisioterapista riceve i clienti facendo consulenze gratuite conoscitive di 20 minuti? L’evoluzione dei servizi in farmacia merita molta attenzione. In primo luogo occorre verificare se esistono provvedimenti locali in materia di servizi in farmacia. Per quanto a conoscenza dello scrivente non risulta che siano stati assunti, in Umbira, provvedimenti regionali in materia, salvo quelli riferiti alle attività sdoganate dalle leggi nazionali emanate in occasione della pandemia COVID 19. Nuovo COLLEGAMENTO
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Ergo nelle farmacie si possono erogare in convenzione le vaccinazioni mentre a pagamento si possono erogare tutti i servizi consentiti dal D. Lgs. 153/2009 e dai successivi Decreti ministeriali di attuazione. L’attività del fisioterapista è una di queste ma si deve svolgere all’interno dei locali della farmacia (oggi anche in locali separati ma sempre facenti parte dei locali autorizzati all’esercizio farmaceutico) e, quindi, non in locali separati adibiti ad altre attività sanitarie. Anche la consulenza dello psicologo è possibile, sebbene solo a livello di prima istanza e valutazione, ma sempre nei locali afferenti la farmacia. Se, viceversa, si intende svolgere le prestazioni a livello ambulatoriale queste devono essere autonome e non possono, a livello deontologico, essere pubblicizzate in farmacia. Da ultimo nulla vieta di organizzare eventi a livello conoscitivo in farmacia rientrando questi nel predetto D.Lgsv. sulla farmacia dei servizi. Ovviamente, come detto, la normativa nazionale e locale è in continua evoluzione e presto potrebbe essere assunta una delibera regionale in materia. Avv. Paolo Leopardi FORMAZIONE OBBLIGATORIA Il collega libero professionista oltre agli obblighi formativi ecm ha obblighi in merito a corsi inerenti sicurezza, antincendio, primo soccorso? Per quanto riguarda la figura del farmacista vaccinatore, il corso istituito dall’ISS teoNuovo COLLEGAMENTO
rico (dove già c’è una parte dedicata al primo soccorso) e poi la prova pratica vaccinale certificata, sono requisiti indispensabili e sufficienti per esercitare la vaccinazione o tornando ai corsi sopracitati è anche obbligatorio nello specifico l’ulteriore corso di primo soccorso? I corsi obbligatori ai sensi del D.Lgs 81/2008 sono: • Responsabile Servizio Prevenzione e protezione titolari farmacia (RSPP) e relativi aggiornamenti (Titolare e/o soggetto nominato); • Responsabile lavoratori per sicurezza e relativi aggiornamenti (addetto nominato titolare); • Addetto primo soccorso e relativi aggiornamenti (Titolare e addetto indicato); • Addetto prevenzione incendio rischio basso e relativi aggiornamenti (Titolare e addetto indicato). Il libero professionista, non facendo parte dell’organico della farmacia, non può essere addetto in nessuno dei suestesi casi e, quindi, sarà tenuto solo alla formazione obbligatoria prevista dalle leggi specifiche nel caso debba svolgere attività di vaccinazione. Avv. Paolo Leopardi MINOXIDIL IN SOLUZIONE Avrei bisogno di una consulenza relativa ad una preparazione di minoxidil 10%. Come solubilizzo il principio attivo per fare in modo che non solo si sciolga ma rimanga stabile? Come vario le percentuali di glicole e alcol ed eventuale altro cosolvente? Non ha molto senso aumentare
la percentuale di minoxidil oltre il 5% da un punto di vista terapeutico in quanto i risultati non sono proporzionali all’aumento di concentrazione del principio attivo a fronte di un molto probabile aumento degli effetti collaterali. Anche da un punto di vista formulativo per aumentare la solubilità dell’attivo si ricorre alla salificazione del minoxidil aggiungendo un acido alla formula. Si formerà però un sale del principio attivo (molto solubile) la cui attività è comunque tutta da dimostrare (il principio attivo mantiene la sua attività terapeutica quando presente in soluzione in forma base). Comunque a fronte di una ricetta medica non possiamo che allestire la preparazione dopo aver comunque esposto le nostre perplessità al medico prescrittore. La formula è la seguente: 1. Minoxidil fino al 12% 2. Etanolo 96° 42,7 grammi 3. Polisorbato 60 0,4 grammi 4. Olio di ricino etossilato 1 grammo 5. Alcool benzilico 10 grammi 6. Glicole propilenico 10 grammi 7. Acqua depurata q.b. a 100 ml 8. Acido acetico q.b. a pH 6 Allestimento: Si aggiungono i 12 grammi di minoxidil ai componenti dal numero 2 al 6. Portare a 85 ml con acqua depurata. Aggiungere goccia a goccia l’acido acetico fino a soluzione limpida controllando sempre il pH. A soluzione limpida portare a volume con l’acqua mancante. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano
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L’USO DEI BOTANICALS IN GALENICA Vorrei alcuni chiarimenti su come utilizzare estratti e preparati vegetali nell’allestimento di integratori alimentari. L’impiego di estratti e preparati vegetali (cosiddetti botanicals) negli integratori alimentari è attualmente disciplinato dal decreto ministeriale 10 agosto 2018. Attualmente è possibile allestire preparati a base di piante e derivati delle stesse per uso orale a patto che le piante facciano parte dell’elenco predisposto dal Ministero della Salute, consultabile al link: https://www.salute.gov.it/portale/temi/allegato_decreto_botanicals.pdf. Si ricorda altresì di consultare integralmente la lista che comprende la parte o le parti di pianta utilizzabili e le eventuali note o prescrizioni limitative ove previste. L’argomento tra l’altro sarà trattato in modo esaustivo nel prossimo corso della Scuola di Galenica Utifar previsto a Roma per il prossimo 30 Settembre. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano NADOLOLO GALENICO Vista la mancanza del farmaco Nadololo 80 mg vorrei allestire le capsule da 80 mg come galenico, ho trovato la materia prima da un fornitore e vorrei solo sapere se da un punto di vista legislativo 46
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posso fare tale preparazione tenendo conto che le farmacia ospedaliere sono autorizzate all’importazione (dal sito AIFA dei medicinali carenti). Nel caso sia possibile l’allestimento, oltre ai formalismi per sostanza dopante (ho controllato la tabella dal sito del ministero della salute e il nadololo è proibito in alcuni sport) sulla ricetta medica il medico deve apporre qualche dicitura particolare visto che il farmaco non è reperibile? È possibile procedere con l’allestimento della preparazione galenica. Come già riportato nella domanda la ricetta è NON ripetibile e la quantità di nadololo utilizzata va trasmessa al Ministero della Salute entro il 31 gennaio dell’anno successivo all’allestimento. In via precauzionale è consigliabile riportare il motivo della prescrizione. Ad esempio: “Medicinale industriale non reperibile nel ciclo distributivo”. In questo modo c’è un motivo giustificativo per il ricorso ad un preparato galenico pur in presenza di un farmaco industriale dotato di AIC regolarmente registrato allo stesso dosaggio. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano POMATA CON PROBIOTICI Vorrei preparare una pomata con probiotici per la terapia antimicotica, come potrei fare? Normalmente i probiotici/fer-
menti lattici sono solubili/miscibili in soluzioni acquose e quindi banalmente si mettono nella fase acqua di una emulsione, oppure si diluiscono con base pronta. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano PREPARAZIONE A BASE DI IDROCHINONE Vi chiedo qualche dritta per una preparazione che mi viene richiesta da un dermatologo: Idrochinone 4% Tretinoina 0,05% Fluocinolone Acetonide 0,01% in Nourivan (o in altro mezzo idoneo, eventualmente, da indicare al medico). Qual è il procedimento per allestirla? E quali sono scadenza e modalità di conservazione? Per la prima domanda si rimanda al sito Utifar.it dove in diverse risposte ad altrettanti quesiti si sono affrontate domande varie sulle creme a base di idrochinone: nella pagina home del sito scegliere SERVIZI ON LINE poi Cliccare su CONSULENZE e a questo punto digitare su “testo da cercare” la parola IDROCHINONE, cliccare su CERCA e si apriranno 5 risposte inerenti il suo quesito. La sua formula non necessita di antiossidanti e conservanti in quanto già presenti all’interno della crema base prescritta. Oltre a quanto riportato sul sito
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si raccomanda la scrupolosa osservanza di quanto previsto dalle Schede di Sicurezza di ogni sostanza utilizzata fornite obbligatoriamente dal fornitore. Fare particolare attenzione alle sezioni che affrontano i dispositivi di protezione individuale e collettivi e alle prescrizioni in termini di ambiente lavorativo in cui manipolare le sostanze. La tretinoina ad esempio è una sostanza teratogena e non deve essere maneggiata da donne in gravidanza o allattamento (e comunque da donne fertili n.d.a.). Come regime di prescrizione si richiede ricetta medica ripetibile. il periodo di validità della preparazione è 30 giorni conservando il preparato tra 2 e 8 °C. Quanto alle indicazioni particolari da inserire nell’etichetta, queste sono: Uso Esterno, Temperatura di conservazione, per l’idrochinone si può riportare la possibilità di un effetto infiammatorio legato al meccanismo d’azione dello stesso (tipo: in caso di irritazione sospendere il trattamento ed informare il medico) e avvertenze per la presenza della tretinoina in quanto teratogeno. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano SODIO BICARBONATO IN CAPSULE Come farmacia volevamo avere una indicazione in merito alla possibilità di preparare delle capsule di Sodio Bicarbonato da 500mg.
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È possibile, visto la mancanza dei prodotti commerciali, prepararli a partire dalla polvere (ancora disponibile)? Se si qual’è il modo corretto: allestire una certa quantità da suddividere in seguito o preparare le singole dosi? In Farmacopea Francese è presente la monografia : SODIO BICARBONATO 0,5 g capsule. (Gelùles de bicarbonate de sodium o,5 g FN Fr.2012-2017). Per cui è possibile allestire la preparazione officinale in capsule. Eventuale eccipiente da utilizzare è Cellulosa microcristallina. Esiste anche una monografia in F.U. XII : Sodio Bicarbonato compresse 500 mg. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano PREPARAZIONE ANESTETICA Dovremmo allestire una preparazione con questa composizione: Lidocaina hcl 2 grammi/50mL Tetracaina hcl 1 grammo/50 ml Epinefrina hcl 25mg/50ml In soluzione acquosa (non gel) per uso topico. Abbiamo a disposizione Epinefrina tartrato: basta fare i calcoli di conversione per poterla utilizzare in questa formulazione o ci sono altre problematiche visto che è un sale diverso? A livello operativo pensavamo di portare in soluzione lidocaina, tetracaina e adrenalina in acqua preservata con nipagi-
na (0,01% dell’acqua totale) e aggiungere poi acido ascorbico (1,5 grammi su 100 ml totali di soluzione). È una procedura corretta? Il Ph della soluzione finale garantisce l’attività di tutti i principi attivi visto che gli anestetici lavorano in modo ottimale a Ph alcalini? L’acido ascorbico può precipitare? La soluzione è stabile? Dalle ricerche effettuate in letteratura abbiamo trovato questa formula: Lidocaina HCl40mg/ml + Tetracaina 5mg/ml+epinefrina HCl 2,25mg/ml + sodio metabisolfito0,63mg/ml. Tale soluzione conservata in vetro scuro ha rivelato una stabilità in frigorifero di 26 settimane e a temperatura ambiente 4 settimane. La presenza del sodio metabisolfito è necessaria. E il Ph ideale della epinefrina è 3-4 circa,Ph a cui sono abbastanza stabili anche i due anestetici. Pertanto allestire la soluzione con i tre componenti aggiungendo anche il sodio metabisolfito. Controllare il Ph e se necessario aggiustarlo nel range 3,5 - 4. Il conservante va bene, così come fare conversione per il sale. Per modificare il pH utilizzare soluzioni diluite di acido cloridrico (sostanza utilizzata nelle fiale di adrenalina industriali). Il Ph è corretto in quanto a Ph superiori i due anestetici non sono stabili. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano
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Gli integratori non vanno intesi quali sostituti di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita. Non superare la dose giornaliera consigliata. Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni di età. Il prodotto non deve essere consumato dalle donne in gravidanza o in allattamento, dai bambini di età inferiore ai 18 anni e dagli adulti di età superiore ai 70 anni. Consultare un medico sul consumo di questo prodotto se si manifestano problemi di salute. Il prodotto non deve essere consumato se si assumono medicinali per abbassare il colesterolo. Il prodotto non deve essere consumato se già si consumano altri prodotti contenenti riso rosso fermentato. Non consumare un quantitativo giornaliero pari o superiore a 3 mg di monacoline da riso rosso fermentato.
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