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LA CRESCITA DI COSTANZA

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DONNE VINCENTI

DONNE VINCENTI

COVER STORY - DI FRANCESCO VELLUZZI

LA PLAYMAKER DEL GEAS È UNO DEI VOLTI NUOVI DELLA NOSTRA PALLACANESTRO.GIÀ NEL GIRO DELLA NAZIONALE MAGGIORE GRAZIE A PRESTAZIONI SOLIDE CON IL CLUB, VERONA NON SI PONE LIMITI E VUOLE PROSEGUIRE NEL SUO MIGLIORAMENTO PER ARRIVARE AL MASSIMO LIVELLO POSSIBILE

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E ora chiamatela Professoressa Costanza Verona. Perché se il presente è già scritto, il futuro lo sta scrivendo. A giugno la playmaker dell’Allianz Geas Sesto San Giovanni si laurea in Scienze Motorie. Perché nella sua famiglia il basket è una fede, ma lo studio non viene trascurato da nessuno. La mamma, Simona Chines, ha speso una vita per il basket, è stata giocatrice, playmaker, allenatrice, dirigente, ma non ha mai lasciato il lavoro per l’Unione Europea. Il papà, Antonio (che aveva giocato a calcio e volley), pur sostando fuori dai palazzetti da quando era ragazzo, prima da fidanzato poi da papà, continua con passione e impegno a fare il commercialista a Palermo.

E la sorella di Costanza, Marta, che è nata nel 1994, ha chiuso le porte al professionismo perché ha scelto gli studi in Giurisprudenza e un futuro da avvocato. Farà il concorso a dicembre 2021. Così, sparita Palermo, che aveva ritrovato la A-1 con l’impegno di Simona Chines, le stregonerie tattiche di Santino Coppa e qualche sponsor generoso, Marta continua a giocare a Patti, in A-2 perché il futuro professionale che la attende è a Palermo, dove vive pure il suo fidanzato. Per ora Palermo continua col settore giovanile, dove mamma Simona butta sempre l’occhio, ma da giugno potrebbe risorgere, con l’ingresso di sponsor che ci credono, e ripresentarsi nell’Olimpo del basket donne. La Lega, lo ha dimostrato con Sassari, apre le porte a chi ha facoltà e possibilità di restare bene a galla.

VAI COSTANZA - Ma, raccontata la famiglia Verona, ora bisogna concentrarsi sul talento di Costanza. Playmaker d’azione, d’attacco, una che osa sempre e si butta con convinzione in mezzo a gambe e braccia lunghissime, nonostante il suo metro e settanta. Costanza è nata a Palermo il 6 agosto del 1999. Il pallone da pallacanestro lo ha preso in mano per la prima volta a quattro anni. Un percorso quasi obbligato, vista la vita e la passione di mamma Simona e i cinque anni in più della sorella Marta con la quale il legame è strettissimo. “Fino ai 16 anni mi ha allenata mia mamma. Facevo parte del settore giovanile a Palermo, ma ho giocato anche in A-3 e in A-2. Con Piero Musumeci”, racconta la play del “futuro”. Giocare a basket ad alto livello non poteva che essere il sogno di questa adolescente che tutto il tempo extra liceo classico lo trascorreva in palestra.

“E così a 17 anni mi sono trasferita a Battipaglia. È stata la mia prima esperienza lontana da casa. Mi ha voluta Massimo Riga. Che poi, l’anno successivo, ho deciso di seguire a Torino”. Dove Costanza ha cominciato a dimostrare, giovanissima, diciottenne, di poter valere con pieno merito il grande palcoscenico della A-1. Poi a Torino è finita come è finita e il grande basket femminile se n’è andato. Per i problemi economici che affliggono tantissimi club. Ma, nel frattempo, Stefano Luigini, procuratore di Costanza, e la sua assistita stavano per fortuna programmando un bel futuro. Che è l’attualità della playmaker palermitana. “E’ il mio terzo anno al Geas. E devo ammettere che non avrei potuto fare scelta migliore. Sono all’ultimo anno di contratto. Ma in questi tre anni mi sono trovata benissimo. Devo ammettere che si sta meglio a Milano che a Torino. Io vivo a Sesto San Giovanni e ho la metropolitana sotto casa, quindi in 10-15 minuti sono in centro a Milano dove vive pure mia cugina Simona Fiorelli che fa l’università. Ci troviamo spesso ed è una bellissima cosa, abbiamo un bel rapporto. Ormai mi sono abituata a vivere fuori di casa e questo percorso lo rifarei 100 volte, riesco ad essere indipendente. Milano mi affascina, certo non ha il mare che è l’unica cosa che manca, ma è una città che ha davvero tutto”.

BASKET E OBIETTIVI - In poco tempo Costanza Verona è diventata playmaker titolare dell’Allianz Geas. Deve solo imparare a gestire meglio il suo talento, a essere più equilibrata nella distribuzione del gioco, partendo meno in quarta all’assalto. Ma il talento c’è e lo dimostrano anche le prime convocazioni nella nazionale maggiore da parte del CT Lino Lardo. Con Cinzia Zanotti, Verona è cresciuta, maturata, esplosa, tanto che a novembre era tra le convocate di Lardo e solo il Covid-19 (“sono stata l’ultima a prenderlo in squadra, dove siamo state colpite praticamente tutte”) le ha precluso di vivere quella bellissima esperienza nella bolla di Riga dove le azzurre hanno quasi totalmente recuperato dopo la batosta di Cagliari con la Repubblica Ceca.

“Con Cinzia Zanotti sono migliorata sicuramente. Lei è importante per me, mi dà tanta fiducia, ha creduto subito nei miei mezzi. Mi dà serenità e giocare in una squadra del genere è stimolante. In uno sport come il nostro in cui la passione è la parte fondamentale vivere in un bel gruppo è, forse, l’aspetto più importante. Non si gioca per diventare ricche, si gioca perché siamo innamorate della pallacanestro. Quindi la coesione del gruppo è l’aspetto dominante. Anche le tre nostre straniere sono ben integrate. Poi ci sono giovani di qualità, come Panzera e Gilli, un settore giovanile che da sempre va alla grande. Insomma tutto funziona alla perfezione”.

Pure la convivenza con Giulia Arturi, 33 anni, capitana e leader, playmaker di spessore e di alto livello. L’equilibrio in persona. Una che difficilmente butta via un pallone. Giulia e Costanza si dividono sostanzialmente il minutaggio anche se i minuti che scottano spettano più alla ventunenne palermitana. Le due non si pestano i piedi, non c’è antipatia, anzi, semplicemente una sana competizione che alza anche il livello degli allenamenti. “Come è giusto che sia. Giulia mi aiuta tantissimo. È una persona super che ho la fortuna di conoscere e vivere ogni giorno. Non c’è assolutamente antagonismo. Mi ha accolto nella famiglia Geas nel migliore dei modi, facendomi diventare parte di questo gruppo e di questo ambiente. Confrontandomi con lei, miglioro pure io, giorno dopo giorno. E, soprattutto, lavoriamo in tutti gli allenamenti e in tutte le partite per il bene comune cercando di portare la squadra più in alto possibile. Siamo consapevoli di poter riuscire a centrare il quarto posto alla fine della stagione regolare e di andare alle finali di Coppa Italia. Siamo incappate in qualche scivolone (l’ultimo in casa prima di Natale contro l’Empoli che ha azzeccato tutto nei tiri da tre punti) di troppo.

Non voglio cercare alibi, ma la pandemia ci ha bersagliate e gli infortuni di Sara Crudo (operata alla caviglia in seguito all’infortunio riportato nella sfida persa con il Banco di Sardegna Sassari, quando l’Allianz scese in campo con sole sei giocatrici - ndr) e Ilaria Panzera (che ha saltato le prime 6 partite - ndr) non sono cose di poco conto. Sono due giocatrici importantissime per noi. Nel mese di dicembre abbiamo dovuto giocare nove partite in 23 giorni per recuperare quelle che avevamo dovuto saltare causa Covid-19. Era chiaro, con due assenze pesanti, qualcosa era logico che andasse storto. Ma io credo si possa riprendere il giusto cammino”.

OBIETTIVI - Costanza lavora pure per se stessa. “Il mio desiderio è far parte del gruppo della Nazionale che a febbraio tornerà in campo per le qualificazioni all’Europeo. Voglio essere tra le 12. Ho fatto tutte le nazionali giovanili e vinto tre medaglie, un bronzo all’Europeo Under 16 e un argento al Mondiale Under 17 con Giovanni Lucchesi e l’oro all’Europeo Under 20 con Sandro Orlando. Lì entrai anche nel miglior quintetto. Poi Capobianco mi chiamò per la prima volta ai raduni della Nazionale maggiore. Lavoro per entrarci stabilmente. Il mio modello è sempre stata Francesca Dotto.

A me piace giocare come lei, buttandomi senza paura e attaccando il canestro. Anche se pure l’assist mi esalta. Mi impegno per arrivare all’obiettivo di giocare in Eurolega, il desiderio massimo. So che c’è molta più fisicità e il livello è decisamente alto, ma voglio abituarmi al livello internazionale”. Se chiedi a Costanza se tornerebbe a Palermo in A-1 la risposta è “No. Perché ho le idee chiare e so dove voglio arrivare”. Capito la ragazzina? L’ambizione è quella di arrivare nei club che lottano per lo scudetto e fanno le coppe. “Quest’anno credo che lo scudetto se lo giocheranno Venezia e Schio che, come al solito, allestisce uno squadrone. Ma l’Umana ha trovato la quadra giusta, ha buone straniere, italiane che giocavano già insieme e ha aggiunto un elemento importante come Pan. Può essere l’anno buono per loro”.

Mi impegno per arrivare all’obiettivo di giocare in Eurolega, il desiderio massimo. So che c’è molta più fisicità e il livello è decisamente alto, ma voglio abituarmi al livello internazionale.

VITA Intanto Costanza si gode questa stagione al Geas. Divide l’appartamento con Sara Crudo. “Alla quale quando si è fatta male ho fatto un po’ anche da infermiera... Ben volentieri. Ci troviamo benissimo. Ognuna cucina le sue cose, ma a volte facciamo insieme perché siamo entrambe molto sane... pollo, verdura, riso. Lo scorso anno stavo con Arianna Zampieri. Ma una certezza vale per tutte le compagne: quando torno da Palermo devo sempre arrivare carica di cannoli (che preferisco decisamente alla cassata) e pistacchio. Tutte impazziscono, soprattutto la slovacca Oroszova che è ghiotta. Lo faccio volentieri. L’unica cosa che non posso portare sono gli anelletti al forno di mamma che sono proprio la fine del mondo”. E con questo particolare goloso, Costanza ci dà appuntamento al 2021. Senza dimenticare un saluto a Valeria Trucco. “La mia migliore amica del basket, ci conosciamo dall’Under 14... Non è poco”.

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