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GALBIATI LA SCORER

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STAGIONE COVID

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PRIMO PIANO - DI CHIARA BORZI'

LA MATRICOLA TERRIBILE ALMA PATTI, CHE HA REALIZZATO IL SOGNO DELLAQUALIFICAZIONE AI PLAYOFF, È UNA DELLE SQUADRE MAGGIORMENTE CRESCIUTE NEL CORSO DELLA STAGIONE. GRAZIE ANCHE ALLE GRANDI PRESTAZIONI OFFENSIVE DELLA SUA LEADER, VIRGINIA GALBIATI

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Talento, costanza, solidità. Tre qualità che identificano spesso un grande giocatore o una grande giocatrice, in questo caso. Un’atleta capace di mantenere anche standard eccellenti in termini realizzativi, nel corso di tutta la stagione. Virginia Galbiati risponde a questo identikit: con la canotta dell’Alma Patti la guardia brianzola è riuscita sempre a piazzarsi tra le prime dieci migliori realizzatrici del Girone Sud. Ha chiuso in doppia cifra 21 gare su 23 giocate, confezionato sette “ventelli” e scollinato quota 30 in due occasioni (31 punti contro Selargius e 35 contro Firenze). Una stagione straordinaria con una squadra, Patti, oggi saldamente in zona playoff dopo mesi di lavoro in campo e costruzione di equilibri di un gruppo che è compatto anche all’esterno del parquet.

Alma Patti, dalle “montagne russe” ai playoff. Virginia, come sono trascorsi questi mesi?

“Sono trascorsi abbastanza velocemente, sicuramente pieni di lavoro che abbiamo fatto in palestra. Ma alla fine, quando si sta bene, il tempo passa veloce e questi mesi non sono pesati. Il nostro inizio è stato sicuramente complicato, però, era ipotizzabile che una squadra completamente nuova, mix di giocatrici di esperienza e giovani alla prima esperienza in A2, avesse bisogno di tempo per prendere le giuste misure, creare corretti equilibri, esprimere un bel basket. Cosa che adesso stiamo facendo”.

In carriera hai giocato sia nel Girone Nord che nel Girone Sud della Serie A2. Ogni anno la geografia della composizione è cambiata, ma a tua opinione cosa differenzia i due gironi oggi?

“Oggi dire girone Nord e girone Sud è relativo. Giocare a Brescia, a Bolzano, a La Spezia implica essere nel Girone Sud, ma sono città del Nord. Quello che posso dire del mio girone è che quest’anno le prime otto squadre in classifica giocano partite il cui risultato non è mai scontato. Il torneo è molto equilibrato, non c’è una squadra che potrebbe nettamente vincere contro chiunque. Quindi è sicuramente un girone dove i dettagli fanno la differenza. Non so se il girone Nord sia sullo stesso livello, sicuramente ci sono roster super attrezzati, ma forse non così tanti come nel Girone Sud”.

Hai giocato sia in Serie A1 che in Serie A2 in quasi dieci anni di attività. Come sono cambiati i due campionati? Se credi siano cambiati.

“Ad oggi c’è un basket molto più atletico, molto più fisico mentre un tempo predominava la tecnica. Vedo un pochino il livello generale abbassato. Non so bene dove tirar fuori le motivazioni di questo cambiamento, probabilmente sarebbe un discorso lunghissimo da fare a riguardo, ma credo che adesso il basket sia più basato sull’atletismo della singola giocatrice, mentre qualche anno fa credo fosse predominante il gesto tecnico”.

Grazie a questa intervista vi sveleremo quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata “la ricetta” per ricreare le opportunità per proliferare a referto! Virginia, quali condizioni permettono ad una giocatrice di rendere in campionato come te quest’anno?

“Indubbiamente i punti cruciali siano quattro: sentire la fiducia delle proprie compagne, avere un gioco che rispecchi le tue caratteristiche, stare bene fisicamente e stare bene mentalmente. Credo il segreto per fare una bella stagione sia tutto qui. Magari ci sono giocatrici fortissime messe fuori dal loro contesto ideale o fuori dalla loro comfort zone che non riescono a rendere. Ecco, quando hai una squadra che è disposta a lavorare per te, quando hai uno staff che ti mette nelle condizioni di fare le cose che ti piacciono di più, quando stai bene fisicamente e mentalmente, sicuramente l’atleta rende per il massimo per cui può rendere. Credo di star facendo una buona stagione quest’anno perché ci sono questi elementi e mi permettono di rendere sul campo”.

Aneddoti da trasferta. Raccontacene qualcuno carino che faccia capire che tipo di gruppo è l’Alma Patti dopo il suono della sirena finale.

“Sicuramente quello che siamo in campo lo dobbiamo anche all’essere un gruppo fuori. Non è scontato, quando si gioca a basket per lavoro più che per passione. Non è scontato far andare d’accordo dieci caratteri differenti, più lo staff. Nelle infinite trasferte su e giù per l’Italia, da 16,18, 20 ore, sicuramente dopo una bella vittoria ci alziamo tutte a ballare sul bus, comprese le allenatrici, e si crea un’atmosfera super. Un altro aneddoto, dato dal fatto che viviamo tutte in un residence, è legato ai gatti. Ci sono molti gatti nel residence e allora non è strano per noi, mentre siamo in hotel, che qualcuno inizi a miagolare e che qualcuna risponda alla stessa maniera dall’altra camera. Nei corridoi si miagola. Ecco, questo è il nostro modo di comunicare!”.

Non è scontato far andare d’accordo dieci caratteri differenti, più lo staff. Nelle infinite trasferte su e giù per l’Italia dopo una bella vittoria ci alziamo tutte a ballare sul bus, comprese le allenatrici. L’ambiente è super.

Dove vuoi arrivare con la maglia di Patti?

“Sicuramente il più in alto possibile. C’è un progetto ambizioso dietro l’Alma Patti, è uno dei motivi per cui ho fatto questa scelta in estate. Credo sarebbe sciocco a questo punto della stagione porsi dei limiti, quindi io faccio le corna, ma spero di arrivare il più lontano possibile”.

Virginia Galbiati non è solo una giocatrice di pallacanestro, ma una laureata in Fisioterapia all’Università Bicocca di Milano. Dai un consiglio alle tue colleghe che stanno giocando ed inseguendo contemporaneamente l’obiettivo della laurea.

“Oggi in Italia credo sia una cosa difficilissima studiare e praticare uno sport a livello professionistico. Credo non ci sia una minima tutela dell’atleta in questo senso, però, come lo sport ci insegna, se vuoi una cosa la ottieni. Ho fatto tanti sacrifici per riuscire ad ottenere la laurea che ho. Ho sicuramente dovuto in determinate annate mettere relativamente da parte la pallacanestro, però se vuoi una cosa la puoi ottenere, quindi il mio consiglio più grande è: sì, la pallacanestro è importante e bellissima, ma investite anche sul vostro futuro oltre il basket. Sarà difficile, sarà complicato e bisognerà fare dei sacrifici, ma costruirsi un futuro oltre la pallacanestro credo sia importantissimo per ogni atleta. Il mio consiglio è questo, non mollare e mettercela tutta”.

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