plurima路palermo movescape 02
Movescape
Marco Scarpinato
grafton architects [DUBLIN
Skyscape 谋 Groundscape
plurima路palermo
Questo volume è stato concepito in occasione della lettura Progetti d’Architettura per costruire urbanità tenuta da Yvonne Farrell e Shelley Mc Namara, fondatrici di Grafton Architects, durante il primo incontro Immagina Palermo. Trasforma la città tenuto a Palermo il 31 maggio 2007 presso il Kursaal Kalhesa e prodotto da AutonomeForme. L’incontro è stato ideato e organizzato da Marco Scarpinato e moderato da Lucia Pierro, la traduzione è stata curata da Fanny Bouquerel. Al dibattito seguito alla lettura hanno partecipato tra gli altri: Roberto Collovà, Antonietta Lima, Teresa La Rocca, Marcello Panzarella, Alessandra Siragusa e Fausto Spagna.
I materiali grafici e fotografici pubblicati sono stati gentilmente forniti da Grafton Architects e per essi si ringraziano Yvonne Farrell, Shelley Mc Namara e la preziosa collaborazione di Simona Castelli dello studio Grafton Architects. Senza il lavoro e la collaborazione di Fanny Bouquerel sia l’incontro che il successivo lavoro progettuale non sarebbero mai potuti avvenire. I materiali grafici del progetto che ha partecipato al Concorso Internazionale Scuola e Parco di Prato Smeraldo a Roma [pagine 14-17] sono una selezione del progetto Join the dots, elaborato da Grafton Architects e Lucia Pierro/AutonomeForme per la partecipazione al Concorso Internazionale di Progettazione in due fasi Meno è più 1 - Servizi e Spazi Pubblici in Roma, bandito dal Comune di Roma [Concorso in due fasi- I° Premio nel 2007].
Plurima•Palermo. Movescape è ideata da: Marco Scarpinato Concept: Marco Scarpinato Progetto grafico: AutonomeForme|Marco Scarpinato+Carmelo Vitrano| Produzione: Plurima•Palermo info@plurimapalermo.eu www.plurimapalermo.eu / www.plurimapalermo.it
© 2007-20009, AutonomeForme[Marco Scarpinato © 2009, Plurima•Palermo. Movescape © Copyright delle illustrazioni, Grafton Architects © Copyright delle illustrazioni pagine 14-17, Grafton Architects e AutonomeForme[Lucia Pierro
Plurima•Palermo Palazzo Greco | Kalsa, al Halisah | Mandamento Tribunali Via Alloro, 43 90133 Palermo Italia in corso di registrazione presso il Tribunale di Palermo
01 I Reflecting-City images: 01 I 01 I Innesti d’architettura: la definizione del margine urbano I 01 I 01.01-01 I Dipartimenti al Trinity College I-II fase I 01 I 01.02-02 I Dipartimenti al Trinity College I-II fase I 01 I 01.03-03 I Uffici per il Ministero dei Lavori Pubblici I 01 I 02 I Il paesaggio e la scuola: gli spazi dell’apprendimento I 01 I 02.01-04 I Scuola e Parco di Prato Smeraldo I 01 I 02.02-05 I Scuola primaria North Kildare I 01 I 02.03-06 I Scuola secondaria Ard Scoil Mhuire I 01 I 02.04-07 I Scuola della comunità di Loreto I 01 I 03 I Urban-between: paesaggi, movimento e dimensione I 01 I 03.01-08 I Nuova Università Luigi Bocconi I 01 I 03.02-09 I Prototypcal Hospital I 01 I 03.03-10 I Dunshanglin Civic Offices I 01 I 03.04-11 I Housing and Office Accomodation I 01 I 03.05-12 I Teatro e Centro d’Arte ı Navan I 01 I 03.06-13 I Trim I 01 I 03.07-14 I Masterplan King’s Inns I 01 I 03.08-15 I Magasin Generaux I 02 I Reflecting-City texts:
Marco Scarpinato
02 I 01 I 42 I Innesti d’architettura: la definizione del margine urbano I 02 I 02 I 45 I Il paesaggio e la scuola: gli spazi dell’apprendimento I 02 I 03 I 46 I Urban-between: paesaggi, movimento e dimensione I
Lucia Pierro
02 I 02 I 43 I Scuola e Parco di Prato Smeraldo I
03 I Reflecting-City colophon
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01 I Reflecting-City I 01 - 03 I 00 -12 I 44 I 01 I Innesti d’architettura: la definizione del margine urbano
01 : 01.01-01 I Dipartimenti al Trinity College I-II fase I DUBLINO
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01 : 01.02-02 I Dipartimenti al Trinity College I-II fase I DUBLINO
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01.03-03 I Uffici per il Ministero dei Lavori Pubblici I DUBLINO
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01 I Reflecting-City I 01 - 04 I 03 -12 I 45-47 I 02 I Il paesaggio e la scuola: gli spazi dell’apprendimento
01 : 02.01-04 I Scuola e Parco di Prato Smeraldo I ROMA
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01 : 02.02-05 I Scuola primaria North Kildare I COUNTY KILDARE
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02.03-06 I Scuola secondaria Ard Scoil Mhuire I BALLINASLOE
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01 : 02.04-07 I Scuola della comunitĂ di Loreto I MILFORD
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02 I Reflecting-City I Texts I
02 I 01.01 - 03 I 08 - 13 I [Marco Scarpinato] I progetti di Grafton Architects sono caratterizzati da una lettura dell’identità dei luoghi che costruisce una sintesi dei caratteri preesistenti definendo un’immagine architettonica contemporanea; si tratta di progetti che, innestando negli interstizi del costruito elementi architettonici contemporanei, tessono un rapporto dialettico e non mimetico con le preesistenze generando nuovi significati e forme di urbanità. Nel 1991, con il Concorso internazionale bandito da Temple Bar Properties Ltd., ha inizio la riqualificazione del quartiere industriale, il bando richiede interventi di pedonalizzazione, la realizzazione di spazi pubblici, parcheggi, residenze sociali e urbanscape, previsioni per le preesistenze e strategie per incoraggiare il movimento e le attività. La vittoria va al masterplan Temple Bar Lives!, elaborato da 91 Group, consorzio di studi irlandesi di cui fa parte Grafton Architects. Il piano ha l’obiettivo di rigenerare il quartiere, consolidarne i caratteri e integrarne le parti con nuovi interventi architettonici ed è condotto con una campagna di marketing che sottolinea che Temple Bar è un luogo unico, alternativo, una comunità e un’area economica con un ruolo creativo all’interno della città. Grafton Architects cura il progetto della Piazza di Temple Bar e di un Edificio per Abitazioni e Servizi che reintegra un vuoto nel tessuto urbano rileggendo i caratteri industriali del sito. Un altro edificio che definisce un margine nella città consolidata è quello degli Uffici Governativi OPW su Merrion Row che, reinterpretando allineamenti e partizioni esistenti, dialoga con il giardino del Cimitero degli Ugonotti, la stecca degli Alloggi Militari e il Dipartimento delle Finanze. I Dipartimenti di Meccanica e Ingegneria delle Costruzioni [Fase I e II] del Trinity College di Dublino si confrontano con il Parson Building, un edificio del XIX secolo, costituendo un nuovo, vivace spazio pubblico sul bordo del Campus. L’orientamento è ortogonale al Parson Building, le aule e i laboratori sono poste nel basamento rivestito in granito Wicklow che disegna un suolo abitato e costituisce la nuova piazza universitaria; sul podio è sospeso un cubo rivestito di basalto che ospita i laboratori di Ingegneria dei Fluidi ed Acustica ed il book-end rifinito con stucco pigmentato. L’intervento genera uno spazio in cui dialogano elementi contemporanei e preesistenze costruite e naturali, come i grandi alberi di lime che sono mantenuti formando una parte essenziale del nuovo paesaggio. La Facoltà di Urbanistica a Dublino si confronta con il frammentario insieme di edifici del XIX secolo della Masonic School e, attraverso la tensione tra stratificazione e ricucitura dei livelli, crea una vivace complessità spaziale che estende la presenza naturale nel sistema costruito e definisce un nuovo margine del campus. L’edificio è composto da due piani che sono combinati formando una griglia spaziale e stratificati stabilendo differenti livelli di apertura e relazione con gli elementi circostanti. 68 ı Movescape 02
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02 I 02.01 - 04 [Lucia Pierro] L’intervento di Prato Smeraldo prevede la realizzazione di un complesso composto da una Scuola dell’Infanzia di tre sezioni e da una Scuola Primaria di 10 aule in un lotto di circa 13.000 mq e di due aree destinate a parco attrezzato per un totale di circa 3.700 mq. Il sito è caratterizzato da un uliveto impiantato in filari secondo una griglia di dieci metri e da un’altimetria variabile che sarà modificata per realizzare la viabilità a servizio del Programma di sviluppo urbano. Il lotto della scuola è definito ad ovest dall’area destinata a parcheggio pubblico che lambisce il principale asse viario del nuovo quartiere e a nord e sud da due strade carrabili di sezione minore. Delle due aree destinate a parco attrezzato, la prima lambisce il lotto della scuola in direzione nord-sud congiungendo l’ulteriore parcheggio pubblico a sud con il Parco urbano di circa 181.000 mq che sarà realizzato a nord, mentre la seconda si sviluppa in direzione est-ovest al di là della strada carrabile dando accesso al Parco urbano. Il progetto è come un nuovo strato che si sovrappone al paesaggio agrario dialogando con le sue differenti gradazioni e diluendo il rapporto tra elementi naturali e costruiti. Come un innesto nel sistema naturale, l’edificio connette i differenti paesaggi che lo circondano ed è adagiato sull’altimetria esistente rimuovendo il minor numero possibile di alberi. Il disegno degli spazi pubblici è concepito come un sistema continuo caratterizzato attraverso la disposizione delle essenze arboree e la piantumazione di arbusti e di fiori, alternando le superfici diversamente pavimentate e permeabili. L’area posta a nord del complesso scolastico è uno spazio d’attraversamento che, con l’organizzazione del verde e delle alberature, individua il sistema d’accesso al Parco urbano. L’impianto di un doppio filare di alberi lungo la strada carrabile a nord connette visivamente il parco attrezzato agli spazi aperti del complesso scolastico. La sequenza dei viali è punteggiata da siepi e essenze arboree: gli Acer Campester della strada carrabile si confrontano con il filare di Cupressus Italicus che delimita la pista ciclabile mescolandosi agli Ulivi intervallati da siepi di Spartium Junceum (ginestre). In prossimità dell’ingresso al Parco urbano le siepi s’intensificano alternando Salvia Nemonosa alla Lavandola Angustifolia e al Sambucus Nigra che solca la pavimentazione e si combina con il sistema dell’illuminazione. Gli spazi all’aperto della scuola sono caratterizzati dall’uliveto, il cui impianto traccia una sequenza di solchi nel suolo definendo un sistema vegetale che, con le grandi chiome che ombreggiano il suolo, rimanda allo spazio coperto. In prossimità della scuola i solchi nel suolo si distendono delineando un sistema di piazze piantumate con essenze dalla spiccata cromaticità che definiscono le aree attrezzate per la didattica ed il gioco all’aperto. Ad est, il bordo del costruito si diluisce nel sistema dei giardini scolastici
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privati: spazi parzialmente coperti che ciascuno potrà personalizzare impiantando alberi da frutta, fiori e piccoli orti didattici. I giardini scolastici dialogano con lo spazio pubblico che si sviluppa in direzione nord-sud, un luogo di attraversamento disegnato dall’intersezione tra aree pavimentate ed aree permeabili piantumate con alberi, arbusti e fiori e definito da un filare di ulivi che definisce il bordo del lotto schermando il costruito retrostante. L’architettura della scuola è piena di luce e di aria e l’impianto esalta la continuità degli spazi e delle esperienze che si svolgono all’interno e all’esterno. La griglia dell’uliveto è riportata nell’edificio definendo il ritmo delle pareti in mattoni; la copertura a falde variabili è modellata come un tessuto tridimensionale in cui s’intrecciano le travi di collegamento, le finestre aperte sul paesaggio del cielo rimandano alla luce filtrata dalle chiome degli alberi. Le due scuole hanno ingressi rispettivamente a sud e a nord e la continuità è garantita dall’ampia strada interna orientata est-ovest: una corte illuminata dall’alto e articolata da rampe e gradini, che congiunge visivamente e, se occorre, fisicamente lo Spazio interciclo della Scuola Primaria con la Piazza della Scuola dell’Infanzia, rivolta verso l’uliveto. Le classi e gli spazi didattici sono slittati e spostati lungo la griglia definendo un bordo variabile tra l’interno e l’esterno. I percorsi est-ovest che attraversano l’edificio distribuiscono le aule della Scuola Primaria collegando il paesaggio dell’uliveto con i giardini ad est e, ancora, collegando lo spazio centrale agli spazi esterni. La Scuola dell’Infanzia è caratterizzata dal collegamento fisico e visivo tra le sezioni e la Piazza, tra i giardini delle sezioni e il giardino comune disegnato dagli spazi per il gioco e dal labirinto verde posto in corrispondenza dell’area archeologica: un giardino temporaneo di siepi fiorite ed arbusti che potrà essere diversamente modificato dalla creatività dei bambini.
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I 01 - 03 I 00 -12 I 44 I I Dep. of Mech. Engineering Trinity College Dublin I Progetto 1994 (I Fase), 2001 (II Fase) Esecuzione 1996 (I Fase), 2005 (II Fase) Committente Trinity College. Dublino Superfice 1.500 mq (I Fase), 2.125 mq (II Fase) Il progetto del Dipartimento di Ingegneria Meccanica all’interno del Trinity College prevede l’ampliamento del Parson Building, una costruzione del XIX secolo, caratterizzata da una facciata in granito. La geometria principale del nuovo edificio didattico è ortogonale all’impianto del Campus e l’edificio storico preesistente rimane isolato ed elevato nell’angolo. Le grandi Aule per i workshop ed i Laboratori d’ingegneria sono ospitati all’interno del pesante basamento di pietra rivestito in granito Wicklow, la leggera copertura di questi spazi definisce un podio ed una piazza per il Parson Building. Sul podio è posto un cubo sospeso in cui sono ospitati i Laboratori di Ingegneria dei fluidi ed i Laboratori di Ingegneria acustica. Il cubo sospeso è allineato alla geometria formale del Campus Universitario ed è rivestito di pietra basaltica scura e riflettente. Un elemento straordinario all’interno della griglia ortogonale che caratterizza il sistema insediativo è il ‘book-end’, un volume rifinito con un ampio e luminoso pannello di stucco pigmentato, all’interno del quale sono ospitate le Sale per i Seminari e la didattica, tutte caratterizzate dalla presenza di alte porte scorrevoli in metallo che permettono l’illuminazione dei sottostanti laboratori. Il nuovo edificio universitario si inserisce nel Campus dialogando con le preesistenze costruite e naturali, e, per questo, anche i due grandi alberi di lime preesistenti nel lotto vengono mantenuti ed inglobati all’interno del nuovo basamento. Il cubo sospeso, il Parson’s Building e gli alberi di lime adesso fanno parte del nuovo recinto e definiscono il carattere essenziale e distintivo del progetto. I tre elementi: il nuovo, l’antico e l’organico, costituiscono uno spazio nuovo all’interno dei muri che definiscono il recinto dell’Università.
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01 I 01.03-03 I 44 I I Uffici per il Ministero dei Lavori Pubblici Dublino I Progetto 2001 Esecuzione 2008 Committente Office of Publics Works Superfice 6.500 mq L’Office of Publics Works, il principale organismo tecnico pubblico d’Irlanda, ha commissionato questo edificio per ospitarvi gli Uffici del Dipartimento delle Finanze collegandoli all’adiacente Complesso degli Edifici del Governo. L’intervento ha riguardato anche il restauro dell’edificio The Billets, una costruzione vincolata del 1912. Nell’edificio che ha la forma di una lunga striscia a due livelli sono stati inseriti dei nuovi alloggi rispettando il carattere storico della struttura, inoltre è stato realizzato un collegamento con il nuovo edificio attraverso un collegamento sotterraneo. L’idea centrale del progetto è radicata nelle relazioni tra l’edificio ed il contesto urbano costituito dal giardino di St. Stephen’s Green, dal Cimitero degli Ugonotti (datato 1693) e dal profilo georgiano della strada del 18° secolo, una delle principali vie di Dublino caratterizzata dal contrasto cromatico tra il grigio della pietra ed il rosso dei mattoni delle cortine degli edifici. La strada è separata da una ringhiera in bronzo lavorata a motivi geometrici che si aggancia alla testata del grande e spesso muro color lavagna in pietra Kilkenny che separa il lato longitudinale del nuovo edificio dal Cimitero degli Ugonotti. Quest’arretramento permette di definire uno spazio che lascia filtrare la luce al livello più basso del suolo e delinea l’area di ingresso. La facciata è caratterizzata dal rivestimento in pietra grigio chiara proveniente dalla costa Galway ed appare come un grande monolite inciso dalle finestre a tutta altezza sfalsate con un ritmo regolare ed arretrate di 45 cm dal filo del rivestimento. La scala principale, posizionata nella parte anteriore dell’edificio, agisce come uno schermo per il sole a sud e come un filtro acustico che ripara gli uffici dal rumore del traffico cittadino. Lo spazio interno è caratterizzato da una spina centrale in cui sono inseriti sei camini che captano l’aria esterna, successivamente distribuita negli uffici. Questi camini reinterpretano la tradizione del profilo dei tetti tipico di Dublino e costituiscono il fulcro del sistema di ventilazione naturale all’interno dell’edificio. Il sistema di circolazione è posizionato lungo il perimetro dell’edificio, con gli uffici collocati fuori dalle facciate.
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I 01 - 03 I 00 -12 I 44 I I North Kildare Educate Together School, Celbridge, Co. Kildare I Progetto 2000 Esecuzione 2003 Committente Department of Education and Science, Ireland Superfice 1.800 mq Il complesso scolastico di North Kildare ospita 250 bambini, la costruzione è ad un solo livello ed è rivolta verso le montagne di Dublino, vicino al Villaggio di Celbridge, nella Contea di Kildare. Le dieci aule includono anche due aule didattiche speciali dedicate all’insegnamento per i bambini autistici e rappresentano il primo esempio di Scuola primaria integrata realizzato in Irlanda. Il programma ruota attorno al nucleo della corte principale, le dieci aule rappresentano dei satelliti indipendenti, ciascuno con il suo mondo dedicato allo studio ed un piccolo spazio protratto sul proprio giardino privato riparato dai muri in mattoni. Le pareti in mattoni, i basamenti e le finestre rivestite di terracotta ed i controsoffitti sono utilizzati per generare spazi ricchi di colore e differente matericità, caratterizzando gli spazi pubblici principali dei corridoi, della biblioteca e del giardino. Ogni aula è illuminata dalla luce naturale ed è collegata agli spazi comuni attraverso inserti trasparenti posti nelle murature. La sala comune, posta vicino all’entrata principale, rappresenta il più grande spazio della scuola e lascia entrare il sole del sud nell’edificio anche attraverso il grande lucernario del tetto. Il Dipartimento Irlandese di Formazione e Scienza impone che le scuole siano costruite in cemento armato ad un solo livello, per questo, nella definizione dell’edificio, si è scelto di sviluppare il potenziale costruttivo ed espressivo offerto dall’uso delle coperture realizzate in calcestruzzo prefabbricato. Così, mentre l’approccio costruttivo è preciso e razionale, i volumi leggeri, costituiti da coperture con elementi pesanti, sembrano formare delle scatole leggere che modificano ed animano il rigore e l’economia planimetrica. L’ambiente creato è ricco di luce e garantisce una ventilazione incrociata per ogni classe. La scuola, ancorata alla terra, ha un tetto ondulato rivestito di rame con dei camini che si protraggono verso il cielo. Gli spazi interni ed esterni sono intimi e protetti, misurati sia per l’uso individuale sia per i piccoli gruppi, le classi sono direttamente collegate con il giardino ed i bambini possono costruirsi il proprio mondo ed il proprio spazio.
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I 01 - 03 I 00 -12 I 44 I I Ardscoil Mhuire, Ballinasloe I Progetto 1999 Esecuzione 2003 Committente Board of Management Ardscoil Mhuire Superfice 4.200 mq La Ardscoil Mhuire a Ballinasloe è una Scuola Secondaria che ospita 800 ragazze ed è costruita lungo il dolce pendio della collina che guarda la città di Ballinasloe nella Contea di Galway. Il Dipartimento Irlandese di Formazione e Scienza richiede che le scuole siano costruite in cemento armato ad un solo livello, all’interno di questo vincolo e rispettando i rigidi limiti di costo, nell’edificio si è sviluppato il potenziale espressivo dell’uso di coperture realizzate in calcestruzzo prefabbricato. La razionalizzazione del metodo costruttivo e l’utilizzo del massimo passo strutturale ammesso dal calcestruzzo prefabbricato ha permesso di realizzare un disegno libero, definendo una costruzione che appare priva di peso. Il tetto è come una coperta che si distende sui differenti spazi dell’edificio. Una griglia di 7,2 x 1,2 definisce la posizione dei muri delle aule e quella dei lucernari e dei camini di ventilazione. La piastra del pavimento della scuola è come innestata nella collina e la modellazione del tetto si dispiega parallelamente al pendio definendo un nuovo profilo. Il tetto nella parte posteriore del sito si salda al terreno ed appare come la continuazione del suolo. La “linea di frattura” formata dal muro di sostegno che separa le aule poste su due differenti quote del terreno si riflette nel disegno del tetto e determina la posizione dei lucernari. Il metodo di costruzione è preciso e razionale ed i volumi leggeri sono coperti dal pesante tetto disegnato dai lucernari-camino che attraggono luce ed aria negli spazi interni modificando ed animando lo spazio interno. L’ambiente generato è pieno di luce e garantisce una efficace ventilazione trasversale a ciascuna aula permettendo di ridurre l’isolamento delle pareti. Gli spazi interni sono connessi tra loro attraverso inserti trasparenti posti nelle pareti. La scuola esplora le possibilità architettoniche della costruzione a corte. Le finestre si aprono con viste verso il “paesaggio del suolo” ed il “paesaggio del cielo” ed il programma dell’edificio è come intagliato e scolpito attorno alle corti, stanze coperte da un tetto di cielo.
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I 01 - 03 I 00 -12 I 44 I I Loreto Community School, Milford, Co. Donegal I Progetto 2003 Esecuzione 2008 Committente Meath County Council Superfice 2.000 mq
La città di Milford si distende su un paesaggio ripidamente inclinato, nel nord della Contea di Donegal. La Scuola della Loreto Community è simile, nella dimensione dell’impianto, alla città di appartenenza, con le sue strade principali e i suoi spazi riservati. Questa scuola si distende su un paesaggio digradante, riparandosi cinque metri più sotto della strada pubblica e nascondendo i tre campi da gioco posizionati dieci metri più sotto. Vicino alla baia di Mulroy ed esposto verso l’Atlantico del nord, l’ondeggiante tetto di zinco amplifica i dislivelli generati dalla modificazione del suolo e risponde alla articolata topografia del sito; la luce e l’aria filtrano attraverso le pieghe dell’ondulazione del tetto. La scuola è organizzata attraverso quattro elementi principali: un’ala ad un piano dedicata ai laboratori di tecnologia, un blocco di aule a due livelli, una zona pubblica per le assemblee e la mensa che rappresenta il cuore della scuola e la palestra. Ogni elemento ruota attorno al perno dello spazio per le assemblee e la mensa definendo delle stanze riparate dall’esterno, ciascuna con un proprio orientamento ed un differente carattere. L’organizzazione tiene conto dei differenti tempi di utilizzo nell’arco della giornata fornendo il necessario riparo dai forti venti locali. Gli allievi giungono da varie parti della Penisola di Inishowen e raggiungono la scuola in bus raccogliendosi nella corte principale. Il parcheggio per il personale scolastico è vicino alla nuova strada che giunge ai sottostanti campi da gioco e la palestra ha anche un accesso indipendente verso la strada che può essere utilizzato quando necessario. Tutti gli spazi dedicati alla didattica sono caratterizzati da soffitti rivestiti in legno e sagomati con forme e volumi diffversi che creano differenti disegni di luce. Il livello superiore del blocco delle aule è collegato alla galleria della palestra attraverso un ponte sospeso sullo spazio per le assemblee e sulla mensa. Il rivestimento ad intonaco delle pareti riflette la luce del sole e le parti più significative della scuola sono individuate attraverso l’uso di intonaci colorati.
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I 01 - 03 I 00 -12 I 44 I I Università Luigi Bocconi, Milano I Progetto 2001 Esecuzione 2008 Committente Università Luigi Bocconi Superfice 45.000 mq Concorso di Progettazione a Procedura ristretta - Primo Premio La realizzazione di 45.000 metri quadrati di uffici, di spazi per la ricerca e di un teatro per 1000 spettatori è stata l’occasione per l’Università Luigi Bocconi di costruire uno spazio alla scala della città. Il lotto misura 50 x 150 metri e, all’interno, l’edificio è pensato come un grande market hall che agisce come filtro tra la città e l’Università. Il lato nord del sito è posto di fronte l’arteria di viale Bligny, laddove il rumore dei tram, le fermate degli autobus, il traffico ed il movimento delle persone mette in scena la pulsante vita urbana di Milano che si muove nelle maglie della città. Questo fronte rappresenta un’opportunità per aprire una finestra su Milano, un’immagine memorabile che conferma il grande prestigio culturale che l’Università Bocconi gode nella città. Per questa ragione lo spazio pubblico dell’Aula Magna occupa questo fronte ed afferma una presenza simbolica testimoniando il prestigio dell’Università. Questo edificio è collocato fra viale Bligny e via Rontgen ed individua uno spazio pubblico di 18 m x 90 m che trae ispirazione dallo spazio antistante l’Ospedale Maggiore. Esso ha un fronte molto più grande, di circa 200 metri, e genera uno spazio sociale e vibrante sul bordo di una costruzione fatta di cortili segreti e passerelle. L’ampliamento della pavimentazione e il nuovo spazio urbano agiscono come un ponte, il ‘Social Lebensraum’ e mantengono la città ad una rispettosa distanza; questa nuova e profonda striscia di spazio si protende verso la città ed attrae i visitatori negli spazi interni, lo spazio pubblico continua così nella costruzione portando con se la pavimentazione in pietra della città. Per definire questo nuovo grande luogo dello scambio, gli uffici per la ricerca sono stati concepiti come delle fasce di spazio, sospese a formare un grande baldacchino attraverso cui filtra la luce a tutti livelli. Gli uffici formano un tetto abitato di 3-4 livelli. Questo baldacchino sospeso permette allo spazio della città di sovrapporsi alla vita dell’università, fondendo gli spazi pubblici interni ed esterni. Il progetto è attualmente in costruzione e sarà concluso nel 2007.
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Grafton Architects è uno studio di architettura fondato a Dublino da Shelley Mc Namara e Yvonne Farrell. Grafton Architects è tra i fondatori del Group 91 Architects che ha dato vita alla qualificazione di Temple Bar. La loro ricerca spaziale tende a naturalizzare la geometria lavorando sulla luce e sui fenomeni naturali come strumenti del progetto; la sezione è lo strumento di intersezione tra natura e costruito. L’attenzione ai paesaggi, naturali e artificiali, è una costante che trova nell’idea del labirinto uno dei principi sul quale si sviluppano gli edifici. Shelley Mc Namara e Yvonne Farrell sono Visiting-professor in diverse facoltà d’architettura in Europa e negli Stati Uniti. Nel 2001 hanno vinto il concorso di progettazione per la Nuova Università Luigi Bocconi a Milano. Lucia Pierro [1972] dopo la laurea con il massimo dei voti ha conseguito il Master in Riqualificazione Urbana presso la Facoltà di Architettura Roma Tre. Nel 2007 con Grafton Architects ha vinto il Concorso di Progettazione Architettonica Meno è più 1 - Servizi e Spazi Pubblici in Roma, area di Prato Smeraldo. Fondatrice di AutonomeForme Marco Scarpinato [1965] architetto, dopo la laurea ha conseguito il diploma di specializzazione in Architettura dei Giardini e Progetto del Paeasggio. Fondatore e team leader di AutonomeForme AutonomeForme è un’associazione di architetti con base a Palermo. La sua ricerca progettuale affronta il rapporto tra architettura e paesaggio inteso come strumento creativo di progetto della città contemporanea. I progetti elaborati partecipando a concorsi internazionali di progettazione affrontano la dinamica tra strategie urbane e architettura. La collaborazione è una strategia culturale individuata come parte di espressione della creatività contemporanea.
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Stampato presso Plurima•Palermo nel mese di settembre 2009 Carta Fedrigoni Group 120 g/mq I colore E black T0611 I Rilegato a mano Printed in Italy