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N.4 – Aprile 2018

Breve storia del linguaggio di Paolo Salvatore Polizzi

Le informazioni sotto forma di avvisi, esibizioni, annunci e minacce vengono sprigionate e condivise da tutti gli esseri viventi. La comparsa degli esseri umani dotati della possibilità di articolare i suoni di una lingua rappresenta un'eccezione rispetto alle altre forme comunicative esistenti in natura o un semplice scatto delle potenzialità comunicative? Quale direzione ha preso il linguaggio umano in questa fase della storia? A queste domande e ad altre simili tentano di rispondere numerosi studi e pubblicazioni in campo linguistico tra i quali spicca il saggio dell’americano Steven Roger Fischer, “Breve storia del linguaggio” pubblicato da UTET Libreria nel 2003, che si caratterizza come introduttivo all'argomento, sintetico, scorrevole e chiaro. Fischer dirige l’Istituto di lingua e letteratura polinesiane di Auckland (Nuova Zelanda) ed oltre ad avere all’attivo numerose pubblicazioni e libri, tra cui “Storia della scrittura” e “Storia della lettura”, ha fornito una possibile chiave di decifrazione del disco di Phaistos (ritrovato a Creta) e di alcune incisioni nella lingua rongorongo dell’Isola di Pasqua. Secondo l'autore i segnali sonori costituiscono un mezzo di comunicazione presente tra gli esseri viventi di ogni livello evolutivo ed epoca che non sarebbe stato preceduto da altre forme come quelle olfattive o visive ma semmai deve aver convissuto con queste fin dalle origini della vita. In questo senso egli afferma che l'utilizzo dei suoni articolati “non è cominciato” ma piuttosto “si è evoluto nel corso di centinaia di milioni di anni”.

A sostegno della propria tesi Fischer riporta alcuni esempi di modalità comunicative presenti tra gli insetti, gli uccelli, i mammiferi marini e i primati. Nel caso delle formiche che vivono in comunità complesse si utilizzano di sicuro la chimica dei feromoni ed alcuni gesti del corpo per trasmettere forse una cinquantina di messaggi in tutto. L'autore ritiene però che un'organizzazione complessa come quella del formicaio richieda un sistema di comunicazione più elaborato e le ricerche recenti sembrano confermare l'esistenza di un ulteriore livello comunicativo basato sulla stridulazione da sfregamento di parti corporee che aggiunge la produzione di suoni e ultrasuoni nella coordinazione tra le singole formiche. Per Fischer gli esseri umani hanno semplicemente sviluppato una forma più elaborata di comunicazione sonora rispetto a quella esistente ad ogni livello del regno animale, ottenendo in tal modo un immenso vantaggio ma anche la convinzione antropocentrica di detenere l'unica forma di linguaggio esistente in natura. Gli studi condotti sugli altri organismi viventi risentono spesso di quest'ultima convinzione di fondo, ovvero vi è la errata tendenza a ricercare negli animali una forma comunicativa molto simile al linguaggio umano. Per l'autore gli animali hanno come finalità comunicativa l'induzione all'obbedienza necessaria per il singolo, il gruppo e la specie e vengono perciò definiti “controllori-valutatori”, nell'uomo la comunicazione vocale raggiunge la massima efficienza come veicolo della trasmissione del pensiero.


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