N.2 – Febbraio 2018
Sogni: premonizioni o desideri? di Paolo Salvatore Polizzi
Qual è la funzione del sogno? Ad oggi non sembra emergere una risposta esauriente dall'insieme delle ipotesi esistenti. L’informazione contenuta nei sogni ha ricevuto nel corso del tempo spiegazioni quanto mai diverse. Per alcuni il contenuto veicolato dai sogni sembra provenire da una dimensione immateriale e a volte come un lampo di consapevolezza anticipa eventi futuri, per altri viceversa rappresenta solo una speculare rielaborazione dei vissuti e delle esperienze quotidiane reali o intime. Tra i tanti studiosi che hanno affrontato l’argomento in epoca classica Artemidoro di Daldi occupa di sicuro un posto di rilievo grazie al suo testo sui sogni dal titolo Oneirokritikon, un campione significativo delle convinzioni e credenze del suo periodo storico. Questo libro è stato pubblicato in Italia dalla Adelphi nel 1975 con il titolo “Il libro dei sogni” a cura di Dario Del Corno. Artemidoro, letterato itinerante vissuto nel II sec. d.C. esperto nell’arte della divinazione, ha collezionato del materiale prezioso sull’oniromanzia nel corso dei frequenti viaggi compiuti in Asia, Grecia e Italia.
Nella sua opera più importante il sogno viene definito come “un movimento o un’invenzione multiforme dell’anima, che segnala i beni o i mali futuri” e viene abbozzato uno schema che aiuta a distinguere i sogni profetici (oneiroi) diretti o allegorici indicatori di eventi che stanno per accadere, rispetto ai comuni sogni non profetici (enypnia) che rispecchiano le passioni della vita quotidiana. L’autore utilizza una tecnica di associazioni libere tra immagini oniriche e pensieri suscitati piuttosto simile a quella che verrà usata secoli dopo da Freud ma per evitare equivoci va sottolineata subito una differenza fondamentale: il padre della psicoanalisi ricava gli specifici significati dei sogni sulla base degli elementi riportati dallo stesso paziente che ne rappresenta quindi la vera fonte, in epoca antica invece è l’intuito dell’oniromànte e la sua conoscenza delle regole generali dell’oniromanzia a stabilire quale sia il significato da attribuire al sogno riportato dal credente. Cosa sognavano, dunque, gli uomini e le donne di duemila anni fa ? Il contenuto dei sogni in molti casi riflette la quotidianità, le persone e gli oggetti comuni ma in altri casi può essere compreso solo se lo si collega al mondo di duemila anni fa, alle incertezze, alle paure e ai desideri dell’epoca. Nella raccolta di Artemidoro si fa riferimento a sogni in cui si subiscono violenze o si osservano scene cruente con percosse, ferite fisiche, crocifissioni e decapitazioni, si cade in condizione di schiavitù, avvengono delle metamorfosi in cui il corpo diventa d’oro o altro elemento, si praticano attività sportive come il pentathlon, il pancrazio e la corsa in armi, si indossano corone di fronde vegetali o tipici abiti e ornamenti dell’epoca, si combattono animali selvatici o mitologici e si incontrano dèi in carne e ossa o loro statue a cui vengono offerti dei sacrifici. Risulta evidente il collegamento tra il materiale onirico e il sistema culturale in cui si sviluppa la propria esistenza, l’universo interiore, le convinzioni personali e le scene reali a cui ci si espone. L’autore afferma che “la gente comune vede in sogno quelle stesse cose che desidera oppure teme” e per ognuna di esse ne fornisce una chiave interpretativa.