N.8 – Agosto 2017
Il caso non esiste di Paolo Salvatore Polizzi
Il quotidiano inglese The Telegraph del 21 settembre 2001 riporta un’intervista all’avvocato John Wood, appena scampato al crollo delle Torri Gemelle perché nella mattinata dell’11 settembre è dovuto uscire poco prima dell’attentato dal proprio ufficio situato nella seconda Torre. Nell’intervista viene precisato che l’avvocato è sopravvissuto ad altri due attentati terroristici, l’esplosione dell’autobomba avvenuta alla base dello stesso edificio il 26 febbraio 1993 e l’attentato al volo Pan Am 103 esploso il 21 dicembre 1988 mentre volava sopra la città di Lockerbie, in quest’ultimo caso l’avvocato aveva cancellato all’ultimo istante la prenotazione del viaggio. Quello delle coincidenze è un argomento difficile da comprendere e da spiegare e sono relativamente pochi i ricercatori che, avendo adeguate competenze, scelgono di affrontarlo esponendo conclusioni stimolanti e davvero originali. David J. Hand appartiene a questa categoria e nel suo libro “Il caso non esiste”, pubblicato nel 2015 dalla BUR a cura di Marco Malvaldi riporta una raccolta di eventi che non avrebbero dovuto verificarsi, secondo le opinioni più diffuse, e invece contrariamente ad ogni pronostico sono realmente accaduti. L’autore usa questi eventi come appiglio per spiegare le leggi che sembrano governare la successione degli eventi. Il matematico britannico e docente di statistica in tal modo fornisce al lettore elementi utili per una riflessione sulla natura del mondo in
cui viviamo e per decifrare gli episodi inspiegabili che potrebbero casualmente irrompere nel corso dell’esistenza di chiunque. Ribaltando i luoghi comuni, Hand ricorda che tutti gli eventi estremamente improbabili possano comunque verificarsi ed è esattamente questo che accade ad ogni istante a dispetto delle convinzioni umane e delle stime fatte dagli individui sulla probabilità e frequenza degli avvenimenti. Il sentimento di stupore e sorpresa che la maggioranza degli esseri umani prova di fronte a certe coincidenze deriverebbe secondo l’autore da una limitata capacità di valutazione delle probabilità. Dopo aver ripercorso brevemente le differenti interpretazioni che l’uomo ha dato nel corso dei secoli agli accadimenti, Hand espone la propria teoria che definisce col termine “principio di improbabilità” e chiama in causa diverse leggi della statistica per spiegarne il funzionamento. Tra queste ultime viene richiamata la “legge dell’inevitabilità” secondo la quale se un evento è compreso tra tutti quelli possibili allora prima o poi dovrà necessariamente verificarsi (anche se non possiamo conoscere con certezza il momento esatto in cui ciò accadrà); l’autore elenca le principali lotterie presenti nel mondo per estrarne le conseguenze pratiche, ricordando come in ognuna di esse si siano verificate nel tempo delle vincite anche nei casi di possibilità infinitamente ridotte. Tra le altre leggi collegate al principio di improbabilità vi è quella “dei numeri davvero grandi”per la quale anche coincidenze quasi impossibili potranno verificarsi se esistono sufficienti occasioni ed esiste una sua amplificazione, definita “legge delle combinazioni”, che spiega la crescita esponenziale delle combinazioni degli elementi che interagiscono, quando questi ultimi aumentano. Hand per spiegare quest’ultima legge fa riferimento a diverse combinazioni tra le quali l’episodio della estrazione di una identica sequenza di sei numeri nella lotteria nazionale bulgara che si è verificata per due volte di seguito a distanza di appena quattro giorni (precisamente il 6 ed il 10 settembre 2009) tanto da far sorgere nelle autorità il sospetto di una truffa avviando un’inchiesta giudiziaria. Qualcuno ricorderà che anche in Italia si sono verificati episodi analoghi negli anni scorsi, con le combinazioni