N.11 – Novembre 2017
neppure con la segreteria del docente.Come, dunque, è stato possibile travisare così i fatti travolgendo tutto e tutti ?
Mass Media e Fango di Paolo Salvatore Polizzi
Schettino e la lezione alla Sapienza : “Anche il rettore è indagato come me” (titolo del giornale Roma dell’8 agosto 2014). A La Sapienza lezione di Schettino sulla “gestione del controllo del panico” (Il Secolo XIX del 6 agosto 2014). Schettino “professore”, seminario alla Sapienza su come gestire il panico. Il ministro : “Sconcertante” (La Stampa del 6 agosto 2014). Questi sono solo alcuni degli esempi dei titoli presenti nei quotidiani usciti nelle calde giornate estive del 2014. Lo “scandalo” sta nel fatto che l’ex-comandante della nave da crociera Costa Concordia naufragata appena due anni prima, il 13 gennaio 2012, e in cui persero la vita 32 persone, sarebbe stato presente a inizio luglio 2014 all’Università romana per una lectio magistralis sulla gestione del panico durante un Master organizzato da un noto e stimato docente come il professore Mastronardi. L’ondata di indignazione centrata sul nome di Schettino e la sua presunta lezione all’università gonfiarono a dismisura la notizia e in tempi brevissimi. Nei giorni e nei mesi successivi a fatica vennero fatte delle concessioni alle verifiche ed ai chiarimenti in un graduale processo di recupero della verità oggettiva : nell’ambito di un Master con ottanta partecipanti che ha avuto luogo in una sede non universitaria si è inserito un commento di Schettino della durata di circa dieci minuti su una ricostruzione dell’incidente alla nave da crociera; peraltro gli avvocati di Schettino qualche mese dopo (inizio ottobre) chiesero scusa per l’accaduto al docente dato che la loro richiesta di partecipazione nasceva dall’esigenza di vigilare sulla esatta ricostruzione del naufragio e la presenza dell’ex-comandante non era stata in alcun modo concordata né con Mastronardi e
Questo è solo uno dei numerosi esempi di cattivo giornalismo riportati nel libro scritto nel 2015 proprio dallo psichiatra e criminologo Vincenzo Mastronardi , eloquente già nel titolo “Mass media e fango”, pubblicato dalla Armando Editore, in cui vengono esposti i meccanismi e gli equivoci alla base di vicende come quella che lo hanno visto protagonista suo malgrado. Il saggio contiene anche un contributo del generale (in ausiliaria) dei carabinieri Luciano Garofalo, anch’egli vittima a sua volta della gogna mediatica nel 2009 secondo lo stesso schema riportato per lo psichiatra, ovvero accuse infamanti di truffa e peculato come in un’improvvisa fiammata scandalistica, seguita poi da una lunga e sofferta risalita fino all’archiviazione avvenuta nel febbraio 2013. Nel saggio di Mastronardi si osservano con maggiore dettaglio alcune delle più clamorose notizie pubblicate negli ultimi decenni come il delitto di Cogne, il caso Moro o la presunta esecuzione dei calciatori nordcoreani, adoperate dall’autore come utili modelli generali per comprendere le ragioni, gli interessi e i meccanismi che stanno dietro le scelte che i giornalisti fanno quotidianamente sui temi ed il loro modo di presentarli. Lo psichiatra non tralascia neppure le conseguenze sull’individuo che subisce l’attenzione mediatica sgradita e l’effetto che queste esercitano sulla collettività.