hotel-a-zero-stelle

Page 1

N.3 – Marzo 2017

deserta di notte, l’unico luogo accogliente e illuminato è un bar nel quale non sai come entrare, perché nella parete di vetro non trovi la porta.

Hotel a Zero Stelle di Maria Luisa Polizzi

Nessuno viene risparmiato nell’Hotel a Zero Stelle di Tommaso Pincio: da Caravaggio a George Orwell, da David Foster Wallace a Georges Simenon, da Jack Kerouac a Andy Warhol. Il mito del loro genio, pittorico o narrativo, è rivisitato ed esaminato alla luce del rapporto che hanno avuto con la loro arte, con la politica, con la madre, con le droghe e con la vita stessa. Il quadro delineato da Pincio è impietoso, ma autorevole, colto, ragionato e mai tracciato con sufficienza o distacco. Duro con quelli che l’autore ritiene si siano concentrati più sul “come” che sul “cosa” delle loro opere, intenti a riprodurre la stessa tecnica, sempre identica, per raggiungere quell’automatismo che può far tacere ogni attività mentale. L’autore ne indaga le motivazioni psicologiche che ne hanno determinato la scelta di vita o che hanno influito sul modo di lavorare, e ne emergono disturbi della personalità, tendenze alla depressione e carenze affettive. Le riflessioni sugli ospiti dell’Hotel a Zero Stelle si alternano e si intrecciano con il racconto di vicende personali, narrate con lo stesso spirito critico e con identica volontà di non guardare dal di fuori, come attraverso un vetro, una realtà che appare bella e perfetta solo finché non l’hai vissuta. Un’immagine, quest’ultima, che troviamo nel racconto biografico dell’autore che - da bambino - ama guardare le stanze esposte nelle vetrine dei negozi di arredamento, belle e perfette perché non vissute. E che ritroviamo nella bellissima descrizione del suo quadro ideale, “I nottambuli” di Edward Hopper, dove, nel buio di una città

Il luogo oltre il vetro, per Tommaso Pincio, è rappresentato dalla pittura prima e dalla scrittura poi, e per raggiungerlo si ritrova ad essere un “viaggiatore dell’anima”, in un albergo che non merita neanche una stella. Nel racconto si sofferma ad osservare gli ospiti delle singole stanze e ne risale i piani, come in un percorso di crescita e di accettazione, fino ad un’ultima riflessione , quella sulla menzogna e su come menzogna e verità si intreccino e coesistano, senza che si possa più distinguerle. Come accade nella scelta di uno pseudonimo, compreso il suo, Tommaso Pincio, con la verità/menzogna/mezza verità del suo significato.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.