N.3 – Marzo 2017
Persino il mare non è blu come lo ricordava ma inquietante e minaccioso. Il sole ha lasciato il posto alla pioggia e camminare significa perdersi per strade in cui il pantano rallenta i movimenti. Nei suoi pensieri: il timore che presto i suoi figli apparterranno al mondo e insieme non saranno più, come adesso, una famiglia.
In riva al mare di Maria Luisa Polizzi
“Con i nostri borsoni da ginnastica … riempiti di abiti caldi per i piccoli. Volevo metterci tutto, sapevo che era inutile”. Una madre si allontana con i propri figli, troppo piccoli per difendersi dal pericolo che li attende e ci racconta in prima persona, attraverso il suo sguardo di donna depressa, la storia che precede un fatto di cronaca. Un racconto doloroso e coinvolgente. Sai già come andrà a finire ma confidi nel colpo di scena, speri che qualcuno, in grado di riconoscere i sintomi, possa evitare la tragedia. La storia però non ha coprotagonisti, solo comparse indifferenti e distanti. Anche nell’albergo vicino al mare, in cui alloggiano la madre e i suoi bambini, di cinque e nove anni, sembra non ci siano altri ospiti oltre loro. Soprattutto in quell’ ultimo piano, così difficile da raggiungere con le sue scale buie in cui tutto sembra avere un unico opprimente colore. Un racconto che aiuta a comprendere la depressione, i cui effetti sono descritti soprattutto attraverso il modo in cui la protagonista percepisce l’ambiente circostante e le persone con le quali interagisce appena. La donna sa di vivere fuori dal mondo e dalla sua routine. Gli altri sanno dove andare, ogni giorno, lei invece non riesce neanche ad alzarsi dal letto al mattino, perché la notte non dorme e durante il giorno confida in un sonno senza sogni. I luoghi intorno a lei sono bui ed angusti. Tutto in quell’albergo è claustrofobico; lo è la stanza, dove il letto domina lo spazio e la finestra dà su un muro, così come il corridoio e le scale.
In riva al mare è il primo romanzo di Véronique Olmi, attrice e autrice di teatro. Pubblicato nel 2001 e premiato in Francia con il Prix Alain-Fournier, è stato tradotto in diverse lingue e portato in scena con successo come altri suoi successivi romanzi.