One life one chance enaipmilano2016

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Alessandro Devid Giorgia Karyna Marco

Alina Giulia Morgan

Allan Ilaria Roberto

Andrea Raffaele Susanna


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Vivere tante ore che diventano giornate, settimane e mesi, con i ragazzi di questo angolo di mondo scolasticamente inconsueto, riserva spesso sorprese e stupori. Molte volte sono problemi strabilianti o accadimenti preoccupanti, altre volte, come in questo caso, sono l’irruzione inaspettata di emozioni particolari. Leggendo le parole, guardando le immagini e osservando i disegni riusciamo a credere nel futuro di queste personcine carine che diventeranno adulti degni di questo nome, troviamo il modo di accantonare l’amarezza per quelli che non ce la fanno, possiamo lasciarci andare alla contentezza di condividere un pezzo di vita con i nostri ragazzi e, finalmente, riusciamo a mostrare quello che valgono. Immagino i volti di alcuni che, leggendo le righe precedenti, si saranno alterati in ammassi di rugose trasfigurazioni e smorfie inumane di perplessità: vero, i suddetti pregiati e talentuosi giovani più spesso mettono alla prova le migliori qualità umane, cercando di estrarre dall’anima i peggiori istinti distruttivi: questa volta no, possiamo riattivare l’impianto di accensione dell’ottimismo.

Andrea Merati formatore

P.S. Non è che tutta questa gioiosa espressione di vitalità e umanità giovanile viene completamente da sé, si può esternare grazie a UBS che ci ha creduto. P.P.S. Non per dovere ma per la pratica realtà delle cose, non si può dimenticare il sostegno straordinariamente ordinario (anche nella formazione professionale si possono usare gli ossimori) delle persone che fanno funzionare l’angolo citato nella prima riga: segretarie e addetti alla tenuta della struttura, tutor e formatori, coordinatori e direttori, tutti belli stipati in via dei Giacinti 31.

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Un ringraziamento particolare alle tre aziende che lavorano ormai da otto anni con la nostra scuola attraverso il volontariato sociale, all’interno del progetto Engage di Sodalitas Parliamo di KPMG, Linklaters e UBS Italia. Grazie al loro supporto e alle borse di studio, che finanziano per i nostri studenti, è stato possibile lavorare a questo progetto che ci piacerebbe avesse una sua continuità negli anni scolastici. Un benvenuto anche a Samsung, la quarta azienda che ha aderito al nostro progetto in quest’anno formativo. I disegni sono di Alina Muntyan e Giorgia Greco. Le fotografie di Morgan Ciotta, Ilaria Ghitti e Giulia Rossi. Questa volta la redazione è stata un brulicare di ragazzi finemente riordinati da Cristiano Ricevuti e Andrea Merati. La stampa è stata pazientemente curata da Eduardo Mayer.

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Raffaele D’Alessio La vera amicizia non è solo 4 chiacchiere, non è solo amore, desiderio o dolore; la vera amicizia è una cosa speciale, che ti consola anche quando stai male, è un sentimento bellissimo da provare, da mantenere e da non far scappare. I veri amici sono come il sole, ti scaldano e ti riempiono d’ amore; i veri amici non ti lasciano mai, anche quando sei nei guai, ti stanno accanto, ti consolano, ti ascoltano e non ti abbandonano.

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Alessandro Marchese Io vorrei essere un uomo di polso, un uomo con un carattere forte, ma nello stesso tempo dolce: un gentiluomo. Vorrei essere forte nel mio lavoro con una catena di officina, vorrei essere un uomo con le idee chiare e con la consapevolezza di riuscire a passarmi tutti i piaceri della vita: belle macchine, una bella moglie, figli belli come il sole. Ma per essere un uomo consapevole della realtà della vita secondo me devi crescere in mezzo alla strada e devi avere belle e brutte conoscenze, però sempre mantenendo il binario giusto. Io studio per diventare un meccanico. Nella mia vita sogno di avere una sezione corse nella mia officina, perché quelle portano tanti soldi; nel mondo corse ci arriverò, spero, ma nel frattempo, come si suol dire, farò la gavetta come mi ha sempre insegnato mio padre. Io ho preso una strada completamente diversa da lui, lui si sporca sempre di bianco per colpa della farina, io invece sempre il contrario sempre sporco di nero per colpa del grasso e dell’olio delle macchine. La mia passione più grande sono le moto. Pregherei il Dio di potere averle sempre sotto le moto, perché se dovessi morire su una di essa sono sicuro che morirei felice, perché non c’è cosa più bella di finire con la tua passione.

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Allan Mata

Adesso che sono un po’ cresciuto, voglio ringraziarti di tutto quello che hai fatto di me. Mi hai curato quando avevo bisogno Mi hai trattato male, quando ho sbagliato Adesso ho capito che lo hai fatto perché mi vuoi bene Pensi al mio futuro Vuoi che prenda un bel carattere Che non faccia male agli altri adesso lo so: cosa è giusto cosa è sbagliato. Oggi voglio che mi tratti non come un bambino che non sa niente, voglio che mi aiuti, ma che mi tratti come un figlio grande. Adesso che sono cresciuto grazie a te se avrai paura voglio farti sapere che sarò vicino a te Voglio farti felice, sicura. Grazie di tutto mamma. Ti voglio tanto bene. 7


Mi infondono forza e calore

Ilaria Ghitti Questa foto (che raffigura il sole che illumina il mare) l’ho scattata in Spagna nel mese di aprile dell’anno scorso, ho voluto immortalare il preciso momento in cui il sole toccava il mare, le sensazioni che ho provato erano di pura gioia perché i due elementi naturali che adoro si sono toccati. Il sole mi ha sempre dato forza e calore; forza nell’ affrontare la giornata e il calore che mi avvolge mi aiuta a vedere la vita in modo positivo. Il mare (il mio infinito amore) mi ha sempre dato un senso di libertà che mi porta a sognare; sognare di andare lontano per conoscere e imparare a comprendere le bellezze della vita. Il mondo che mi circonda non lo voglio vedere in negativo, ci sono giorni in cui sei triste e non sai il perché e giorni in cui ridi senza motivo, ma vedere la bellezza della natura come in questa foto, mi fa sperare che il mondo non è poi così non è poi così male, c’è solo bisogno di credere che tutto andrà per il meglio, basta solo avere un po’ di entusiasmo e voglia di vivere. 8


Giulia Rossi Tra i vari linguaggi ho scelto la fotografia. Quest’ inverno sono stata a Caldonazzo, un paesino vicino a dove passo le mie vacanze estive. Aveva appena nevicato e insieme alla mia famiglia abbiamo deciso di fare una passeggiata sul lago. Proprio in quest’occasione ho scattato, con il mio cellulare questa bellissima foto. Il lago che frequento d’estate è caotico, rumoroso, troppo frequentato e non sempre l’acqua si presenta pulita. L’attimo che ho immortalato è proprio il contrario; per questo mi ha riempito di emozione: la calma, l’acqua quasi immobile, il silenzio attorno a noi, mi ha molto colpita. Anche i colori, il bianco della neve, l’acqua limpida e gelata, il sole sulla cima delle montagne che circondano il lago e soprattutto il verso delle gallinelle d’acqua e delle papere, mi hanno fatto riflettere a come i luoghi famigliari cambiano a seconda della stagione e della temperatura. 9


sul brano Cielo grigio, torno a casa, depressione e nostalgia Tra le urla che c’ho in testa, unite a rum ed apatia Soffro di schizofrenia, vieni qua portami via E inutile che parli cazzo sai tu della vita mia Guardami dentro e non scappare che sembra che fate a gara Trovarmi un emozione e come fiore nel Sahara La gente che mi guarda e dice tanto se la cava Ma io vivo per lei, lei manco mi caga Mille progetti in testa ma frate non so che farmene E che fuori e troppo freddo lacrime diventan grandine Ed il fatto è che ci penso, ma più ci penso e più sto sotto Non gettarmi in pasto ai lupi che sta volta non ritorno Non è che non c’ho forza se poi i drammi non lì affronto È che comunque vada noi restiamo qua sul fondo E non parlo di stronzate né di un gioco, né d’amore, Io parlo per chi ha gli occhi di chi sa cos’è il dolore Ritornello - Skin Se il cielo avesse il colore del mio umore penso Che per quel che ho dentro adesso sarebbe grigio cemento C'è vento, l'acqua scroscia io vorrei avverti accanto 10


Ma la pioggia cela le mie lacrime se piango Non ci rimango se star bene è chiedere tanto Perché sono stanco di perdere e parto Un luogo vale l'altro non conta tanto il viaggio Per andare dove voglio mi serve un nodo sul cappio Ma non scappo da sconfitto al contrario di ciò che pensi Attacco la corda al soffitto poi ci impicco i sentimenti Ti metti nei miei panni e di certi eventi ti penti Ma non ho risentimenti son lì sopra pure quelli Prima che mi svegli ho sempre una fitta al petto Ma se dormo non ci penso è la vita che fa sto effetto Nulla mi aspetto mi affido solo alla sorte Da un po' sono vuoto dentro ma nessuno se ne accorge

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Andrea Luisa Alevi

All’età di sei anni, cioè in prima elementare, ho scoperto di essere Dislessica, per chi non sapesse che cos’è, è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA, ovvero: leggere male, scrivere in maniera sbagliata, difficoltà nella memorizzazione e difficoltà a studiare le lingue. Da quel giorno iniziai un percorso con una psicologa, molto brava e attenta a tutto. La dislessia la reputavo e la reputo tutt’ora una diversità, sono sempre stata a un livello inferiore agli altri, un po’ perché fai veramente molta fatica e secondo, non l’accetto. Feci un percorso di tre volte alla settimana fino alla fine della terza media e poi due volte alla settimana quando iniziai il liceo. Quattro anni fa ho iniziato il liceo scientifico ad indirizzo sportivo. All’inizio sembrava splendido, tutti me ne avevano parlato bene e io ero serena, ma le cose sono cambiate quando nel primo quadrimestre della prima liceo, ho mandato dal preside la prof di italiano. Il quattordici Settembre 2011, ci dà una poesia, metà in latino e metà in italiano. Il problema era che io non avevo mai fatto latino, le dissi solo il primo pezzo in italiano e poi mi fermai, lei subito prese il libretto e mi scrisse due in grande su tre righe. Doveva essere sempre al centro dell’attenzione e voleva far capire chi comandava, quel modo che usava di scrivere i voti, era per farti sentire stupida, e per abbassarti l’autostima in te stessa. Mi interrogò sei volte, un giorno dopo l’altro e come ogni volta il voto era sempre due. Così un pomeriggio, stufa dei suoi modi di fare, parlai coi miei genitori, chiamarono scuola per avere un colloquio con il rappresentante della dislessia. Arrivarono a scuola e la bidella sapeva che i miei genitori dovevano arrivare, le disse di andare su dal preside che li stava aspettando, i miei si chiesero 12


come mai dal preside visto che avevano chiesto il responsabile. Entrarono nell’ufficio del preside, era molto stile antico, pieno di libri e con due piante verdi vicino alla finestra. Arrivò, si presento e subito iniziarono a parlare, il preside disse che la prof era una persona molto volgare, nel modo di vestirsi e nel modo di porsi con le persone. Venne chiamata nell’ ufficio, entrò spalancando la porta e disse urlando: “Chi è che mi vuole? Io avrei molte cose da fare!!”. Il Preside si innervosì e la mise a sedere. La conversazione durò due ore, la prof si girò verso i miei genitori e disse che me l’avrebbe fatta pagare per questa storia. L’anno è continuato in maniera pessima. Mi avevano preso di mira tutti i professori e i compagni; l‘unica persona che mi aiutava era il mio ex ragazzo. Quell’ anno per me era finito bene, avevo solo una materia sotto, ed era matematica, ma non fu così, mi ritrovai quattro materie sotto: chimica che avevo sette e mi avevano messo quattro, fisica che avevo sette e mezzo e inglese che avevo sei e mezzo. Mi feci tutte la vacanze sui libri e quando siamo partiti per il mare, ogni spiaggia che giravamo ero l’unica che portava i compiti se no non riuscivo a finirli. Feci l’esame e mi bocciarono, il problema e che loro lo sapevano già da giugno che sarei stata bocciata, volevano farmela pagare. Rifeci la prima, era andato tutto bene mi avevano promosso. Andai in seconda e in quel periodo c’era mamma che non stava bene… aveva mal di schiena. Tutti pensavano un semplice dolore, ma lei era da giugno che aveva questo problema. Un pomeriggio ritornai a casa da scuola e la vidi diversa dal solito, non si muoveva dal divano, era completamente bloccata, la toccavi e iniziava a urlare. Chiamai immediatamente la dottoressa e mi disse di chiamare subito l’ambulanza. Ci misero cinque minuti e io in quel momento feci due telefonate, una alla nonna che doveva tenere da lei mia sorella di dodici anni e una a mio padre per avvisarlo. Arrivarono e cercarono di metterla sul lettino dell’ambulanza ma ogni momento era dolore allucinante, dopo dieci minuti riuscirono a metterla sul lettino e portarla al pronto soccorso. Mio padre andò con lei, mi fece sapere dagli esami non risultava niente a livello tumorale, ma io ero sicura fosse quello. 13


La misero nel reparto tumori, dagli esami del sangue infatti non risultava niente ma facendo la puntura al midollo osseo, era risultato fosse un tumore alle ossa.

Mi crollò il mondo addosso, iniziai a piangere ogni notte perché non c’è la facevo. Qualche mese dopo le fecero il primo autotrapianto di cellule, praticamente prendono con una siringa le cellule dalla spina dorsale le pulivano e te le rimettevano. Passò un anno intenso e bruttissimo, con la scuola avevo avuto qualche problema e tutti ogni volta che chiedevo un aiuto, ti chiudevano la porta in faccia. A fine maggio, dopo il mio compleanno, decisi di parlare con il tutor che volevo cambiare scuola, non volevo più avere nulla a che fare sia coi prof 14


che coi compagni. Trovai una scuola splendida, ma non sapevo se potevo entrare, chiamai per chiedere informazioni e mi fecero fare un colloquio con la responsabile e il prof Ricevuti. Restai colpita da quante cose facevano e da come, nel loro piccolo, i professori e tutti i responsabili di questa scuola, mandavano avanti un posto splendido e lo facevano diventare una seconda casa. Nell’altra scuola non accettarono che io avevo deciso di andarmene e mi bocciarono. Riuscii ad entrare nel centro Enaip in Inganni, fu il momento più bello. Nel mentre mia mamma dovette rifare un altro autotrapianto perché il primo non era bastato. Li, mi crollò di nuovo tutto addosso, non volevo passare tutto quello che avevo passato in un anno per la seconda volta. In quello stesso periodo e stata licenziata dal lavoro che faceva da trent’anni. Per lei fu un momento bruttissimo perché aveva un famiglia da portare avanti. Fece tutti gli esami che doveva fare e dopo due anni tra dentro e fuori dagli ospedali, la portammo a casa e ora e qui con noi. La scuola sta andando benissimo, voti molto alti, mia mamma sta bene ora, il tumore ovviamente non passerà mai, ma ogni tre mesi fa tutti i controlli per vedere se tutto va bene e se non è ritornato. In questi anni ho capito che nella vita incontriamo sia momenti belli che momenti di difficoltà e dobbiamo affrontarli. A volte mi fermo un po’ a pensare e mi faccio sempre una domanda…. PERCHE’ A ME? E soprattutto perché ci sono queste malattie? Quando vado con mamma vedo moltissime persone che hanno un tumore, alcuni maligno altri benigno. Qualche mese fa c’era una ragazza in ospedale con mamma, che aveva vent’anni, era una ragazza molto dolce che se la guardavi non sembrava che avesse un tumore… ma poi ti guardavi intorno e capivi. Purtroppo un po’ di tempo fa, l’hanno mandata a casa perché non c’era più niente da fare. È morta qualche settimana dopo. Non auguro a nessuno di vivere un’esperienza come la mia. Avere la madre che ha un tumore e sapere che non andrà mai via e la cosa più brutta. Fortunatamente ho tantissime persone accanto a me che mi stanno vicino e mi aiutano e poi ho accanto lei….. MIA MAMMA. 15


Susanna Naldi Che cos’è la felicità? Partiamo dal presupposto che è un argomento abbastanza difficile, soprattutto per una ragazza come me. Molte persone pensano che la felicità sia semplicemente una pausa tra una tristezza e l’altra, e se devo essere sincera, lo penso anch’io. Ritengo che la felicità sia uno stato d’animo molto particolare, che tutti desideriamo. Si può trovare con poco, anche se in realtà l’uomo non arriverà mai alla vera felicità, perché anche se la raggiungesse, vorrà sempre di più. Penso che sia dannatamente umano. Io sono felice? Non saprei che dire. Le condizioni della vita mi hanno portato ad avere dei momenti “No”. Alle medie ho sofferto per un bel po’ atti di bullismo psicologico; i miei compagni mi insultavano, usando parole non poco leggere che mi hanno danneggiata. Devo dire che non ero una ragazza così timida, anzi ero molto socievole, ma ho incontrato persone sbagliate che mi hanno fatto chiudere in me stessa, rendendomi anche molto insicura. Purtroppo me la prendevo davvero tanto, ci stavo male e mi sentivo inferiore agli altri. Mi avevano trasformata in una “me” che in realtà non ero. Ma poi capii “più dai e meno ricevi”. Avevo cercato di cambiare per piacere agli altri, ma effettivamente loro mi insultavano comunque. Ho fatto la cosa più ovvia…fregarmene, ho superato così il muro di insulti e ho ricominciato a star bene con me stessa. Riprendendo la domanda, sono felice? Ovviamente non del tutto, ma penso che questo sia normale. Però ora mi sento più forte e più carica, le persone e che mi hanno giudicato e mi hanno fatto soffrire non esistono più. Ora la mia vita è un po’ più leggera di prima. La vita ci mette davanti queste situazioni, quindi ho mandato tutto a quel paese e sono andata avanti, come è giusto fare. 16


Roberto Ferrara e Alessandro Bucci Ah ah Ho il cuore che è a pezzi, il corpo che ormai sembra un tavolo di scacchi, potrei fare una partita a dama, tanto ormai sono senza nessuno che mi ama, come a scacchi stanno bene la regnante e il re, io a casa sul divano senza di te, io la torre ma senza la mia principessa, a casa sul letto che non mi accarezza, pensa, ragazze e ragazzi che non sanno l’amore più cosa sia, oramai solamente….. una botta e via, non so più cosa sia l’amore, pensare a tutti i baci, sentire il nostro odore lasciarci non siamo capaci, noi vorremmo solamente un futuro migliore, in queste povere mani…. Si sente solo delusione…. Noi, pensiamo che l’amore sia troppo semplice, delusioni, passioni, dolori tutti nel cuore; noi, che pensiamo che sia troppo facile, avere te è come avere oro tra le maniche, 17


essere un noi, mano nella mano, così stretti, ti porto via con me, lontano…. Pensiamo di essere fenomenali, ma sbagliamo in pieno, noi con l’amore troppo superficiali, come un buco nero, nascondere ogni cosa, perché ci fa troppo male, volere una sposa dolore infernale…. Avere te, avere te sai a volte mi provoca danni, ogni ragazza conosciuta …… troppi sbagli, depressione, depressione ….. troppi tagli, vieni via con me che ti porto fuori da sto mondo, essere a letto e assieme prendere sonno….. Noi, pensiamo che l’amore sia troppo semplice, delusioni, passioni, dolori, tutti nel cuore, noi, che pensiamo che sia troppo facile, avere te è come avere oro tra le maniche, essere un noi mano nella mano, così stretti, ti porto via con me, lontano…..

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Marco Vincenzi Tutto partì quel giorno Che sembrava ritorno

senza

Nacqui a Milano in un giorno di gennaio, ero un neonato ed ero spensierato il mondo mi sembrava fine ma il mio gusto era sopraffine e dopo un po’ d’anni arrivai all’adolescenza e con la mia incoscienza mi concedevo troppo e allora partii col botto fumavo spesso il lotto questo era il motto I pomeriggi passati a fumare canne grosse, e a drogarmi come un cannocchiale ma la vita procedendo ti mangia senza ritegno e a furia di starci male iniziai a pipare sentivo corpo e mentre in subbuglio e vivevo ormai nel buio all’ombra di chi mi voleva bene 19


a cui facevo passar tante pene e divenni un vero drogato senza un domani tanto sperato E arrivato a quarant’ anni partirono i drammi centro di tossicodipendenza non era una coincidenza passavo giorni duri in astinenza e il ricordo degli anni passati mi dava conforto sapendo che ero sempre storto dopo molto sforzo riuscii a smettere senza compromettere tutta la mia esistenza, “vivrò in astinenza da qualsiasi sostanzaâ€? mi dicevo dentro era come un peso ma non mi sono mai arreso e infine col fiato sospeso dico a tutti voi che la vita da me fatta, anche se ero sempre fatto, è sempre stata distratta dal fatto che le mie idee erano da pazzo e non ripeterei lo stesso errore passerei la vita con una donna vera, il vero amore.

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Vi voglio raccontare di una sera, nella mia vita. Era meravigliosa, nonostante la pioggia. La melodia della quale non dimenticherò mai.

La prima volta quando ho sentito di te avevo 13 anni. 13 anni. 4745 giorni. 113880 ore. 6832800 minuti. 4099968000 secondi. Secondo me avevi abbastanza tempo per trovarmi. Cercarmi? Amarmi? Ricordarmi? Vedermi? No. Non hai fatto niente. E questo non riuscirò mai a perdonarti. Sai da quel momento quando ho sentito che esisti, la mia vita ha avuto un crollo… hai presente come crolla un grattacielo quando (c’è il terremoto) , piano , piano e poi a un certo punto succede un Big Bang, così forte che distrugge tutto che ha intorno a se. La stessa cosa ho subito anch’io. Cosi hai distrutto la mia famiglia. Hai distrutto i miei sogni. Hai distrutto la bambina che ero… in quel momento ho dimenticato come si respira, il mio cuore ha smesso di battere, il corpo non reagiva. Sai per un secondo non sentivo niente. Ma poi il dolore, la paura, la disperazione, la rabbia, la delusione hanno preso il sopravvento. Hanno preso il controllo su di me, e io ho perso la voglia di vivere. Ho perso tutto. Ho perso me stessa. Ho visto le lacrime della persona che amavo più di me stessa. Erano le lacrime della verità. Il dolore nei suoi occhi, che ha portato con se il segreto spaventoso della mia famiglia… erano gli occhi di mia madre. 21


Ho visto un altro sguardo vuoto, che mi guardava in nuovo modo, di quale non mi ero mai accorta. Sguardo freddo. Odio. Ecco cosa ho visto nello sguardo di mio padre. Hai tolto tutto a me. Hai rovinato la mia vita. Mi hai uccisa. E fino adesso mi sento morta. Volevo chiederti un sacco di cose. Perché mi hai lasciata? Perché non mi hai voluta? Che nome mi volevi dare? Se è stata la tua scelta ad abbandonarmi? Hai visto i miei occhi? Hai sentito il mio primo pianto? Se sentivi dolore quando mi hai dato ad altri mani? Forse avevi cambiato idea ma non ti hanno più permesso di vedermi? O forse non mi volevi solo tu? Queste domande me le faccio ogni sera prima di andare a dormire. E al mattino quando i primi raggi di sole mi accarezzano il viso. Non riuscivo a dormire. A mangiare. Non uscivo di casa. Mi sono chiusa dentro di me. Per sempre. Non sarò mai più quella bambina con sorriso felice, con gli occhi senza tristezza. Bambina libera, sicura di se e senza paure. Adesso ho paura. Ho paura un giorno di vederti e non riconoscerti. Ho paura di te. Sei il mio incubo. Ho paura di crederti. Ho paura che mi rubi quel poco che ho. Dentro di me c’è il vuoto. Aggressione. Esaurimento nervoso. Attacchi di panico. Le ore passate a guardare nel nulla. I ricordi… volevo strapparmi i vestiti di dosso, per avvicinarmi alla mia anima, per tirarla fuori e buttarla via. Per non aver più possibilità di sentire niente, ma era impossibile. Puoi scappare in qualsiasi paese del mondo ma non puoi scappare da te stessa. Sonnifero. Un po’ più della dose dovuta, e ancora gli incubi del passato, senza possibilità di risvegliarmi. Sono rimasta bloccata dentro i miei ricordi, così anche nella vita reale. Con me era rimasto solo il silenzio, ma credetemi anche il silenzio può essere intenso. 22


Provavo cercare aiuto alla mia famiglia, ma la risposta era solo una. Non pensare. Dimentica. Chiedevo a persone che entravano nella mia vita un consiglio, in cambio ricevevo invece i sguardi indifferenti e le parole inutili. Tradita. Colpevole. Inutile. Delusa. Tutto questo ha lasciato le cicatrici dentro di me, dove non gli poteva vedere nessuno, ma contemporaneamente anche sul mio corpo. Il dolore fisico per qualche momento soffocava il dolore nell’anima. Quando lo sentivo ancora, le mie mani facevano i tagli ancora più profondi, e più intensi. Come faccio andare avanti? Riuscirò a trovare la strada giusta? Mi sto facendo queste domande già da tanti anni, nel passare con i quali cominciai a perdere la fede. Era difficile stare da sola contro tutto il mondo. Non ero sicura di niente. Solo di me stessa. A 13 anni ho perso famiglia, amici. Appena qualcuno provava avvicinarsi, mi allontanavo da loro. Avevo paura, perché qualcuno di loro poteva regalarmi la speranza, amore, dopo di che abbandonarmi. Ma non solo. Ero sicura che non me lo meritavo. Non meritavo amore. Non meritavo niente, perché non sapevo più come ci si sente, amati. Dare tutto e in cambio non ricevere niente. Ecco a cosa mi ero abituata. Ho fato la mia scelta, ma ho sbagliato. Potete dire che ero debole, e non sbagliate dicendo questo. Si debole, finché non mi sono stancata. Finché un giorno guardando nello specchio ho visto la ragazza sconosciuta. La pelle pallida, gli occhi rossi dalle lacrime, le mani che tremavano dal nervoso, le spalle appese, pronta di scappare appena sente un rumore. Mi sono avvicinata e ho guardato bene nei occhi, dentro i quali ho visto una piccola 23


fiamma imminente a spegnersi. E alla vista di quella fiamma fragile, mi sono resa conto di quello che sta veramente accadendo e ho deciso di farla diventare più grande. Grande fino al punto da non spegnersi mai. Forza di diventare un’altra persona. Più forte. Più attenta. Più coraggiosa. Aperta al mondo che mi circondava. Ero pronta per affrontare il mio destino. E fino d’ora penso la stessa cosa. La vita è difficile e ognuno di noi fa degli errori. Ma il tuo non è stato un errore. Era la tua scelta. E sai cosa ti dico? La accetto. Con tutti problemi che ha portato nella mia vita. Con tutto il dolore che ho provato. Con tutte le conseguenze che aveva. La accetto. Adesso scelgo io. E scelgo di dimenticarti. Perché per me non esisti. E non sei mai esistita. Sei nessuno. Non meriti di essere chiamarti donna. Non lo meriti. Perché ogni donna prima o poi diventa madre. E tu non sei una madre. Perché una madre non può abbandonare il suo sangue. Non può partorire senza guardare neanche il suo bimbo, allontanarlo da se. Questa è la verità della mia vita di quale avevo sempre paura. Non c’era un giorno che mi dimenticavo di quella sera. Ma ormai non penso più. Sono contenta della vita che ho adesso. Me lo merito. Quella sera ha segnato la mia vita dividendola in due. E non potrà mai più essere la stessa. Sarà migliore di prima e ne sono sicura.

Fenaxy 24


Roberto Ferrara e Alessandro Bucci Oggi l’argomento è il lavoro, se lo trovi è come avere l’oro, compra oro. Avere lavoro oggi lavoro oggi giorno è un miracolo A malapena riesci a fare l’idraulico, ormai è un paese di merda, credimi, troppe persone a terra a chiedere 10 centesimi, troppa gente in metro che suona, li vedi tutti con il bicchierino del Mc Donald, e non ho parole, tutte le persone più vere sempre più povere saremo il futuro dello stato, beh a questo punto, meglio cambiare lato. Senza lavoro lo sono in molti, 100% crisi , 0% soldi, i lavori sono cambiati neanche un lavoro per i laureati, non so questo paese come finirà, paese povero troppo povero, tanto si sa come finirà …. Non ho casa , ma un ripostiglio, vorrei un futuro per me e per mio figlio, io che ho studiato devo vivere in 20 metri quadrati, quelli che non fanno niente in villetta , ricchi sfondati. 25


Non trovo giusto che io mi spacco il culo tutto il giorno, è un politico , seduto con la casa 20 volte il mio soggiorno, persone senza soldi , qui siamo pieni, mica come in Germania e altri paesi, devi fare quello che vuoi, quello che ti senti, speriamo che la situazione sia diversa nel 2020 gente che con i soldi sta andando in fondo addirittura che sperano nella fine del mondo, una bambina che vuole un gioco piange e non parla, mentre i genitori fanno di tutto per accontentarla, siamo lontani dalla realtà , noi che speriamo in un'altra possibilità. Senza lavoro lo sono in molti , 100 % crisi , 0% soldi, i lavori sono cambiati , neanche un lavoro per i laureati, non so questo paese come finirà , paese povero , troppo povero, tanto si sa già come finirà …… Ormai in questo mondo, non ci sono soldi per un po’ di cibo, come dice Fedez, ormai a fare la scarpetta con il dito, e tutto questo in tre parole : “un vero delirio“ Gente senza mangiare “troppo scim” Noi vorremmo la vita come in un film; e poi questi cantanti che pensano solo ai loro fans, mentre gente povera alla caritas , noi sopportiamo questa vita da veri eroi, qua ci vorrebbe una magia da drago Malfoy…. 26


Allan Mata

Alessandro Bucci

Alina Muntyan

Andrea Luisa Alevi

Giorgia Greco

Giulia Rossi

Ilaria Ghitti

Karyna Zhukova

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Marco Vincenzi

Morgan Ciotta

Raffaele D’Alessio

Roberto Ferrara

Susanna Naldi

La redazione 28


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