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SKATEBOARDINg N.2 PURE SKATEBOARDING. SKATE ONLY - WWW.PURESKATEBOARDING.IT - NUMERO 02




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EDITORIAL Txt. Papik Rossi Ogni giorno splende il sole, è estate (dentro di me), le giornate durano una vita e la natura affiora tra il cemento...è pieno di spot!!! Bisogna solo uscire di casa e skateare. Se poi ci si mette il rompicoglioni a guastare il tutto, dico che siamo solo noi a far sì che il rompicoglioni diventi più importante della nostra session. E’ per questo che non capisco quando si intraprendono le discussioni velenose con quelli che non vogliono che si skatei sotto casa loro, quando in giro è pieno di spot...e di spot non ne conosco che non siano tali, tranne lì dove non ce ne siano proprio. So che il concetto apparirà confuso, ma in fondo, questo è solo un modo per spronarsi a dirsi “YEAH!!” da soli, a perseverare e ambire solo le cose belle che sono dove vogliamo che siano. Ormai l’unica soluzione per combinare qualcosa, ad oggi, è praticamente solo questa, perchè la vita dello skater è sempre stata così e adesso che veramente siamo nella merda, come al solito ci si dovrà ingegnare per starne il più lontano possibile. Quella puzza quando la senti una volta non te la scordi più... The sun shines every day and I feel summertime inside. Days last an eternity and nature surfaces through the cement...I see spots all over the place!!! All you gotta do is leave the house and skate. If an asshole shows up and manages to fuck up your session, it’s your fault for giving the asshole more importance than your skate session. Arguing with these people is totally useless, there’s a million other spots around...and I know of no spots that aren’t as such, except places where there aren’t any whatsoever. I know it seems confusing, but it’s just my way of pushing myself, yelling “YEAH!”, and striving for the things I love which are where I want them to be. This is probably the only way to go about it, ‘cause that’s how a skateboarder’s routine has always been. Now that we’re in deep shit it’s gonna take some guts to rise above. Once you smell that stench it stays with you forever...

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Ale Ciattoni

Ollie Up To Slashy Back Lip Grottammare Ph. Mirai Pulvirenti

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Ale Bonacci

Back Smith Bs Flip Out Ancona Ph. Mirai Pulvirenti

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Mirko Obkircher

Back Lip to Fs Switch K, Fs Tailslide Ancona Ph. Mirai Pulvirenti

“Basta!”, con questo fare dell’ironia sull’accento teutonico del ragazzo; “Basta!”, con questo sarcasmo spicciolo sul suo cognome impronunciabile; “Basta!”, con questo cameratismo di bassa lega che ci rende branco contro il poveretto di turno; Io invece, ringrazio il cielo che il crucco sia così sfigato da avere il passaporto italiano!

“Stop it!” making fun of this guy’s german accent; “Stop it!” making all these petty sarcastic comments on his unpronouncable last name. “Stop it!” ganging up on the poor dude like a pack of wolves;. On my part, I thank god this craut’s so fucking unlucky to actually have an Italian passport!

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Enrico Carta Bluntslide Olbia Ph. Luca Carta

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Killian Heuberger Sw Bs Kickflip Civitavecchia Ph. Mirai Pulvirenti

Il ragazzo è un po’ una presa per il culo. Provo a spiegarmi. Quando si arriva ad uno spot e soprattutto quando non si conosce bene il rider con cui stai andando a fare foto, una volta che si è concordato il trick da riprendere, dici cose del tipo: “Intanto che lo provi un attimo, io guardo bene l’inquadratura e sistemo le luci, ok?!” Cioè, camuffi la tua pigrizia e impreparazione, la tua totale improvvisazione, con una frase che fa invece molto “professionale”. Solitamente funziona (e fai anche la tua porca figura)...ma non con Killi. Il ragazzo, come dicevo, ti prende per il culo. Lui chiude alla prima.

This kid literally takes the piss out of you. Let me explain. When you go to a spot with a skater you don’t know well, and after agreeing on a trick, you’ll usually say things like, “hey, while you’re warming up, let me try out a few angles and set up the flashes, ok?” In other words you’re improvising and trying to hide the fact you’re lazy and totally unprepared, with very professional sounding words. It usually works and leaves you lookin’ good... but not with Killi. As I was saying, he takes the piss out of you. He lands shit first try.

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Marco Lambertucci

Fs Boardslide Taller Than You Think Riccione Ph. Giuliano Berarducci

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Marco Lambertucci

Double Set Fs Flip Pesaro Ph. Giuliano Berarducci

Il Lambi mi porta a questo double set gigante, prova per una decina di minuti il suo trickone, dopodichè arriva un tipo e ci dice che sta per scendere la direttrice (non ricordo se fosse il palazzo della regione o qualcosa di simile), e che poi rimarrà solo lui e ci lascerà skateare tutto il giorno (pare sia pure un ex skater)... ma a quel punto al bauli sale la botta... e fa: “No Dio bo', lo faccio subito, ora, alla prima!”. Il tipo insiste sul fatto che aspettando 10 minuti avremmo poi lo spot libero per tutto il pomeriggio, lui lancia l'ipod per terra si ficca la tavola sotto i piedi e lo chiude perfetto prima che il tipo possa fiatare! Dopodichè scende la direttrice, ci dice che ci chiama la polizia, ma tanto lui il trick l'ha già chiuso... e in più sputtana il tipo dicendole che lui era venuto ad avvertirci (ovviamente pensando di far del bene)... ma Dio bo', he's a father now!

Lambi brought me to this huge double set and tried the stunt for ten minutes straight. A guy shows up telling us that if we waited just ten minutes for his boss to leave (I think it was some government building or something like that), he would be the only one left in the office and we could then skate all afternoon (apparently he’s an ex-skateboarder). At that point Marco gets psyched and says: “No way man, I’m doin’ it right now, first try!” The guy insists we should wait ten minutes, but Lambi throws his Ipod on the ground jumps on his board and nails the trick before the guy can even blink his eyes! The director then walks out of the building and she threatens to call the cops, but it was too late, the trick was already done. Marco then tells on the guy saying he had come to warn us, but anyways...god damn, he’s a father now!

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Gianmarco Pala

BacK Tail Cagliari Ph. Luca Carta

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They Came Out To Skate Pic & Txt. Alan Maag

Warriors non è una cosa ben definibile. Qualsiasi frase, qualsiasi parola sarebbe riduttiva a confronto del vero significato che i Warriors hanno per me. Qualsiasi spiegazione sarebbe classica e già vista, qualsiasi aggettivo inutile e qualsiasi storia sarebbe troppo corta e troppo poco dettagliata. Essere un warrior è qualcosa di personale. Non è neanche qualcosa di cui ci si sente parte. Si è. Warriors si è. Non si può descrivere degnamente su un pezzo di carta, su una lettera o in un e-mail l’amicizia profonda tra un vasto gruppo di persone molto diverse tra loro che dura da quasi 15 anni. Non si può descrivere profondamente la passione viscerale di un’arte. lo skateboarding, così giovane e particolare, che prende il tuo mondo e lo stravolge in maniera irreversibile. Non si può descrivere intimamente le emozioni che può dare un trick chiuso, un viaggio, una foto, un filmato, una creazione, una risata, un bacio, un pugno, una spinta, una frattura, una malattia, un’amicizia, un amore. Non si può descrivere in modo adeguato l’emozione di creare qualcosa, come è warriors skateboards, per cercare di vivere e magari far vivere chi sta intorno a te grazie e con la propria passione. Ci hanno provato illustri scrittori, poeti ed artisti a descrivere l’amore, e nessuno ce l’hai mai fatta veramente. L’amore è skateboarding. L’amore è Warriors. E chi sono io per avere la pretesa di spiegare cosa è l’amore?

It’s not an easy task to explain the importance of the “Warriors” to me. No word or definition could really do them justice. It’s just something you can’t really explain with words. Being a Warrior is something personal, it’s not something you are a part of, it’s something you ARE. I mean, how can you worthly decribe in writing the profound friendship between a tight group of people for nearly fifteen years? How can you describe the visceral passion for skateboarding, a young art so characteristic and unique it literally flips your world upside-down irreversibly? How can you describe the feeling you get from landing a trick, going on trips, photos, videos, laughter, kissing, fighting, getting hurt, being sick, friendship, or love? The answer is you just can’t! You can’t describe the feeling of creating something like Warriors Skateboards in order to make a living with the people you hang out and share a common passion with. Famous writers, poets and artists have all tried describing Love. Nobody has ever been successful. Love is skateboarding. Love is Warriors. Who am I anyway to try to explain Love?

Yari Copt

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Yari Copt

Fs Rock n Roll

Mi ricordo di una volta in un bar in Germania con Marie, la ragazza di Yari, che mi chiedevo cos’è che lo rendesse così speciale. Lui era a pochi metri di distanza e parlava con dei tipi, facendo il coglione e facendoli ridere. Credo avessimo tutti e due quel sorriso sapiente sul viso, perché entrambi sapevamo quanto può essere divertente uno come Yari. Solo non riuscivamo a capire perché ha questo effetto sulle persone. Il suo spirito è così robusto che altri possono giovarne. Stargli intorno ti fa sentire bene, come una pasticca della felicità che ti fa dimenticare le tue proccupazioni e apprezzare i valori veri della vita. La sua presenza è cosi forte che quasi mi spaventa. Non oso pensare come sarebbe andata a finire se avesse deciso di intraprendere la vita politica o da banchiere invece di andare in skateboard. Probabilmente ora sarebbe il c apo del mondo...D’altro canto potrebbe anche essere questa cosa dello skateboarding che gli dà l’energia di fare ciò che fa. Yari è sicuramente la colonna portante di tutta la scena Ticinese. Lui è una grossa influenza in ampie zone della Svizzera e da ciò che ho sentito anche d’ Italia. Gente proveniente da un po’ ovunque guarda i Warriors e vede come lo skateboarding dovrebbe essere, un po’ sporco, molto divertente, pieno d’amicizia e soprattutto: onesto.

I remember standing in some bar in Germany with Marie, Yari’s girlfriend, wondering what it was that made him so special. He was a couple of meters away, talking to some guys, goofing around and making them laugh. I guess we both had this knowing smile on, cause we knew how entertaining Yari can be. Yet we didn’t know exactly why he has such en effect on people. His spirit is so strong that others can live off it. Being around him just makes you feel good. It’s like a happy-pill which makes you forget your worries and appreciate the true values of life. He has such a strong presence that it’s almost frightful. I don’t want to imagine what could happen if he had decided to pick up politics or a bank job instead of a skateboard. He’d most likely be ruling the world by now… On the other hand it could also be that it is this skateboarding thing which gives him the energy to do what he does. Yari is undoubtedly the driving force behind the Ticinesi Scene. His influence actually affects large parts of Switzerland and of what I hear also Italy. People from all over look at the Warriors and see what Skateboarding actually should be like; a bit dirty, lots of fun, friendship and especially: honest.

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Kevin Blaser

Wallride Melon

Non so perché, ma ho sempre avuto l’impressione che Kevin non avesse un look tipico dei Warriors, coi suoi capelli biondi, pelle pulita, e la schiena dritta. Forse dovrebbe essere in spiaggia ad aspettare le onde. Sembra che il mare faccia per lui, ma sfortunatamente quì in Svizzera non c’è nulla che gli assomigli lontanamente, quindi ha dovuto soddisfare il suo bisogno di adrenalina sul cemento della bowl di Lugano. E forse non poteva andare meglio di così per i Warriors, lui è infatti l’eccezione di cui avrebbe bisogno ogni crew, è il pelo nell’uovo, l’anello mancante che non manca. E intanto è un bastardo perverso proprio come tutti gli altri. E come se Kevin completasse i Warriors! E poi a parte questo, ha un tweak fico in culo quando grabba in sad...

I don’t know why, but to me it always seemed like Kevin didn’t fit into the image I had of the Warriors. Blond hair, nice skin, straight back, no, he should be at a beach waiting for the waves. The ocean seems to be the place to be for him. Unfortunately we don’t have something like that in Switzerland, so he had to learn how to get his kick off the concrete of the Lugano bowl. And that couldn’t be better like that. Kevin is the exception which every crew needs. He’s the shining spot on the dirty hankerchief, the clean corner in the club, he’s the link which isn’t missing. But he’s as much a perverted bastard as all the others are. Kevin makes the Warriors complete! And besides that; he has a DAMN nice tweak in his sad grabs...

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Igor Fardin

Footplant

Igor Fardin. Che nome... Non so come suona a voi italiani, ma a noi svizzeri ci suona monumentale. Se fosse uno scrittore i suoi libri bisbiglierebbero urlando. Se fosse uno scultore i suoi lavori striscerebbero saltando. No, no...dovremmo accontentarci del fatto che Igor è uno skater. Igor è uno di quelli con cui ho scattato di più e posso assicurarvi che è una macchina. Non conosco nessuno che produca di più. Può skatearsi di tutto e in qualsiasi condizione. Dovete sapere che io ho un’ immaginazione malata quando si tratta di foto di skate. Guardo uno spot e penso si potrebbe fare questo o quel trick non curandomi per niente della rincorsa di merda o dell’ inquadratura assurda. M’importa solo dello scatto, quindi spesso quando arriviamo ad uno spot che avevo in mente mi rendo conto che è più difficile di quello che pensavo. Ma non per Igor. A parte un paio di volte dove stavo fuori di testa e proprio non mi ero reso conto, per il resto Igor s’è skateato TUTTI gli spot dove l’ho portato. Pavimenti del cazzo o traffico, ci ha sempre fatto dei trick e a volte s’è proprio superato!

Igor. Fardin. What a Name... I don’t know how it sounds to you Italians, but to us Swissies it sounds monumental. If he were an author his books would whisper and scream. If he was a sculptor his work could creep and jump. But no... Igor is a skater. We’ll have to put up with that. Well, with Igor I’ve been shooting the most and I can tell you: Igor is a machine. I have never met anybody more productive. He can skate everything under any conditions. You must know that I have a pretty wicked imagination when it comes to skate pictures. I look at spots and think that this or that would look good without considering the shitty roll up or the impossible angle. All that matters to me is the picture, so it often happens that we arrive at a spot I had in mind and only then realize that it’s harder to skate then expected. That’s not the case with Igor. Except for a couple of cases where I was completely out of my mind, Igor skated EVERY spot I showed him. No matter how shitty the ground was or how much traffic there was. He did the tricks and sometimes even topped them!

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Wallie to Bluntslide 27


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Geri Hugo Kickflip

Una sera a Barcellona, abbiamo cenato in una gran bella pizzeria consigliataci da Sven Kilchenmann. Il cibo era buonissimo, i prezzi giusti ed avevamo intenzione di tornarci. Appena usciti da lì, ho sentito qualcuno dire, “Sbrighiamoci, Geri s’è rubato qualcosa...” Mi sono voltato e ho visto Geri skatearci incontro a gambe levate con in mano una bottiglia di vino. Ho pensato, “Geri, eddài! Era un posto da paura e adesso per una bottiglia di vino rosso non possiamo più tornarci?!”. POI ho visto che nell’altra mano reggeva un calice da vino, quindi si era inculato sia la bottiglia che il bicchiere. A quel punto ho pensato; “Cazzo, che stile! Rubare la bottiglia E il bicchiere? Geri ha classe...” Ho cambiato idea da un momento all’ altro... Curiosamente questo è esattamente il modo in cui vedo il suo skating. Spesso penso che potrebbe dare molto di piu invece di cazzarare. Poi magari fa UN trick così stiloso che non riesco a contenermi... Un cazzo di trick così stiloso che non vorrei vederne nessun altro.

There was this moment in Barcelona where we had dinner at a really nice pizzeria that Sven (Kilchenmann) showed us. The food was great, the prices moderate and we planned on coming back. Right after we left somebody was like ‘Hurry, Geri stole something...’ I looked back and saw Geri rolling towards us with his long legs pushing strong. A bottle of red wine was in his hand... I thought; ‘Common, Geri! A bottle of red wine??? That was such a nice place and you keep us from going there for a cheap buzz???’ THEN I saw that he was holding a wine glass in his other hand.... So he had stolen the bottle AND the wine glass. At that moment I just had to think; ‘Damn, that has style! Stealing a bottle of wine and grabbing a glass at the same moment? Geri got class...’ From one moment to the next my opinion had changed... Curiously it’s exactly how I witness Geri’s skating: Often I think that he could do a lot better and that he shouldn’t just fool around. Then he does ONE trick with so much style that I just can’t help myself... One trick that’s just so fucking stylish I wouldn’t want to see any other.

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Pero Jurkic

Back Tail

Pero è uno che ti fa ridere. Ogni volta che lo incontro mi accoglie con un mega sorriso, e spesso quel sorriso sfocia in una risatina, che diventa una sana risata, e prima che te ne rendi conto, stai sganasciato per terra che ti fa male la pancia. Direi che la presenza di Pero è una buona cosa. Ogni tanto quando skatea ha bisogno di essere un po’ incoraggiato. Ha sempre voglia di skateare ma sembra non conosca bene le sue potenzialità. Mi ricordo quando ha fatto backside tailslide sul quel jersey. Era uno spot super grezzo e in pochi riuscivano a skatearselo. Pero è un Warrior e pensavo ci avrebbe sicuramente fatto qualcosa, ma lui non ne era tanto sicuro...l’ho pregato di provarlo almeno una volta e gli ho pure mentito dicendogli che un ragazzino l’aveva quasi chiuso. Così l’ha provato e chiuso in un paio di tentativi, e pure con facilità! Allora gli ho chiesto, quasi per gioco, se lo poteva chiudere to fakie. Improvvisamente era diventato sicuro di sè, mi disse di sì e così l’ha fatto. Guardate il jersey e provate ad immaginare un backtail to fakie chiuso dentro la transizione...e la prossima volta che incontrate Pero fatevi una risata e ditegli che ce la può fare!

Pero? He’ll just make you laugh. Every time I see him he greets me with a wide smile. And more often than not it will happen that the smile turns into a giggling, the giggling into laughter and before you know it you’re on the ground, holding your stomach because it hurts, roaring with laughter. So it’s definitely good to have Pero around. When it comes to skating I must say that he sometimes needs a little pushing. He’s always motivated to skate but it seems like he’s not quite aware of his abilities. I remember the session where he did the backside tailslide on the New Jersey Barrier. They were really rough and not many could skate them. But I figured Pero was a Warrior, so he’d surely be able to do something. But he didn’t think so at all... I begged him to try just once and told him that I knew he could do it. I think I even lied and told him that some kid had almost done it... So he had to try. It only took him a couple of attempts to do it. And it looked easy... So I asked, without being serious, if he could do them to fakie? Suddenly believing in himself he said sure and did them. Look at the Barrier and imagine a back tail fakie, pulled INTO the tranny... So next time you see Pero, have a laugh and tell him that he can do it!

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Martino Cattaneo

Bs 360 Nose Grab Rock Bash Revert

C’è stato un momento quando mi resi conto quanto Martino fosse motivato nello skateboarding. Eravamo a quel contest della Vans a Lugano e mi disse che non poteva skateare perché aveva calpestato un vetro qualche giorno prima. Caratteristico di Martino, perché dovete sapere che talentuoso com’è sopra lo skate, allo stesso modo risulta impacciato senza. Vabbè comunque...il contest si fece e lui skateò ugualmente. Pensavo stesse esagerando che gli faceva male il piede, perché raidò la bowl come fa sempre e arrivò addirittura 2° dietro Andy Scott, di cui non c’è da vergognarsi affatto! Finita la gara andai da lui convinto avesse solo un taglietto. Gli feci, “Hey piccolo, ma quel taglio che mi dicevi non dev’essere tanto grave, eh!?” Alzò il sopracciglio e sedendosi, si levò scarpa e calzino facendomi vedere un taglio con cinque punti sotto la pianta del piede... lì ho capito che Martino è fatto per andare in skate e nient’altro.

There was a point where I realized how determined Martino was about skateboarding. We were at that Vans Contest in Lugano and he told me that he couldn’t really skate because he had stepped in a piece of glass two days before. That’s typically Martino, because you must know that as gifted as he is on a skateboard, as clumsy he is off it. However... The contest took place and he skated anyway. I thought he was a bit exaggerating about his foot cause he was riding the bowl like any other day. And he eventually placed 2nd, right after Andy Scott, which is no shame. So at the end of the Contest I was convinced that he had no big cut. I walked up to him and was like; ‘Hey Pony.. That cut of yours, it can’t be that bad, eh?...’. He just raised an eyebrow, sat down and took of his shoe and sock. There was a cut with five stitches right across the bottom of his foot... THAT was when I knew that Martino is meant to be skating, and do nothing else.

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Gilles Gallicchio Five O

Gilles is made of stone. His blood is cold spring water and his limbs are as strong as old oaks. When he takes a hold of something he will never let go, even if muscles tear and flesh bursts. He can actually chew stones to sand. Seriously, sometimes I look at him and see this war-dwarf, fully armored in silver and grey. With a massive axe and a helmet right down to the eyes, an impressive moustache making up most of his face. Only his eyes are sparkling with fire. An avalanche of rocks couldn’t take him down. He’d just bow his head and walk against it, splitting the larger boulders in two with his battle axe. And that’s pretty much how he skates... He’s not the most technical skater and neither is he a big trany lover. His physics don’t seem to be made for that kind of skating... He prefers to attack the big stuff. And he attacks furiously. No mercy, no pity, no hostages. As kind and humble he is off the board, as pumped and wild he is on it. With his incredible willpower he takes down every Rail and Ledge that gets in his way.

There was a point where I realised how determined Martino was about skateboarding. We were at that Vans Contest in Lugano and he told me that he couldn’t really skate because he had stepped in a piece of glass two days before. That’s typically Martino, because you must know that as gifted he is on a skateboard, as clumsy he is off it. However... The contest took place and he skated anyway. I thought he was a bit exaggerating about his foot cause he was riding the bowl like any other day. And he eventually placed 2nd, right after Andy Scott, which is no shame. So at the end of the Contest I was convinced that he had no big cut. I walked up to him and was like; ‘Hey Pony.. That cut of yours, it can’t be that bad, eh?...’. He just raised an eyebrow, sat down and took of his shoe and sock. There was a cut with five stitches right across the bottom of his foot... THAT was when I knew that Martino is meant to be skating, and do nothing else.

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Matteo Storelli

Madonna Tailbash His Own Private Idaho Ph. Luca Carta

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Neverton Socado

Fs Halfcab Flip Barรงa Ph. Filip Zuan

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Alessandro Magnani Lipslide 270 Out Barรงa Ph. Filip Zuan

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Ale Morandi

Fs Tailslide Grumello Ph. Fede Tognoli

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Lo Zingaro

Fs Five O Cinecittà Ph. Paolo Cenciarelli

Ora che finalmente lo skatepark l'abbiamo, noi, da bravi romani, gli diamo fuoco. Sì perché ai romani non sta bene quasi nulla, tranne forse er vinello e la porchetta. Vabbé... cazzate a parte, era una bella giornata, e la cosa è stata divertente. La benzina prende fuoco e fa la fiamma in un attimo, e tende a spegnersi in brevissimo tempo. Il difficile è stato proprio sincronizzare il drop con l'accensione del fuoco. Da un apposito addetto, ovviamente. Il Collina poggia la mano sul fuoco spavaldo e incurante delle conseguenze, ma si avvolge i suoi capelli, che porta lunghi, dentro la t-shirt perché: "...se me brucio 'a mano alla fine 'sti cazzi, ma se me brucio i capelli, rosico!" E certo, sicuramente anche io avrei pensato la stessa cosa mentre droppavo per fare un trick a due metri e passa d'altezza, su un coping in fiamme. 40


Stefano Collina

Layback Fs Boardslide Cinecittà Ph. Paolo Cenciarelli

Now that we’ve finally got a skatepark in Rome, we do as the Romans do, we burn it down! Cause you’ve gotta understand that romans like to complain about everything except maybe wine and porchetta meat. Bullshit aside it was a beautiful day and shit was getting funny. Gasoline burns and goes out in an instant, so the difficult part was sinchronising the drop-in and the lighting. Er Collina(ìMr.Hillî) as he’s called, leans on the flames with his hand but is careful about wrapping his hair in a t-shirt ‘cause in his own words: ìI don’t give a fuck about my hand but if my hair burns I’ll be damn pissed! Of course, that’s probably the exact same thing I would’ve thought while dropping in to do a trick over two meters high up on a burning coping, don’t you think?

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MY LAST FEW DAYS WITH A GHOST

Pics & Txt. Mirai Non penso di stare affrontando la morte di Marcin, come dovrei. Non penso di aver ancora digerito il dramma che è accaduto. Anzi se devo dire la verità, mi viene così difficile per

non dire impossibile, solo il realizzare che lui non ci sia più fisicamente. Ed è una cosa che mi sta facendo imbestialire, mi sembra che non ne stia rispettando a dovere la sua

memoria. Mi sembra che il mio vizio di procrastinare le cose importanti, gli ostacoli che la vita quotidianamente ci para innanzi, stia prendendo il sopravvento ancora una volta, e

questa volta coinvolgendo non solo me, ma anche una persona che avevo sinceramente a cuore, e che sicuramente non si merita nessun atto procrastinatorio.

Ne sono il giusto esempio queste stesse righe che sto cercando di scrivere da più di due settimane, da quando ho ricevuto la tragica notizia, e che rimando sistematicamente al giorno dopo. Così come ancora non sia riuscito a farmi il giusto pianto liberatorio, se non la sera stessa al telefono con Monika, la sorella. Ma lì lo confesso, ciò che mi aveva

commosso fino alle lacrime era che fosse stata lei per prima a chiamarmi perché aveva

trovato il mio numero sul telefono di Marcin, e aveva pensato che dovesse avvertirmi, perché magari si ricordava del mio nome dai racconti del fratello.

Finalmente dopo qualche giorno dalla sua morte, Marcin mi fa visita in sogno. Io sono

uno di quelli che da molta importanza ai sogni, e a volte arrivo addirittura a pensare che i sogni siano la stessa “realtà” delle cose. Marcin era vivo, ed eravamo in tour più o meno

con la stessa cricca con cui eravamo andati a Bangkok appena qualche settimana prima.

Era vivo, ma in un certo senso, noi tutti sapevamo che avesse già preso la decisione di

morire, e lui stesso era il primo a mostrarsi rassegnato. Mi ricordo nettamente che avevo il desiderio di avvicinarlo, magari per dirgli qualche cosa che lo potesse un attimo sollevare

dal peso di quel manto nero che si portava addosso, o magari solo per dargli un abbraccio

come si deve, come solo chi ti vuole veramente bene sa fare. Ma non lo feci. Non lo feci perché aleggiava tra tutti noi una sorta di imbarazzo strano, un qualcosa che non riusciva

ad essere più forte della rassegnazione stessa di Marcin, del suo silenzio fiero e testardo, e del suo sorriso poco convinto. Un sorriso che non riusciva ad essere nulla più che un atto di gentilezza verso le persone che gli stavano attorno. Invece, l’unica cosa che riuscii

a fare fu quella di scattargli una foto mentre era dentro una macchina. Una macchina che non aveva sedili dentro, ma un pavimento di mattonelle e uno sgabelletto in legno

chiaro su cui era seduto. Fuori dai finestrini, dietro di lui, delle montagne grandi, impervie,

minacciose, grigi di nebbia, bellissime. La frase che vedete come titolo di questo scritto,

mi venne in mente proprio mentre lo stavo guardando negli occhi attraverso l’obiettivo della macchinetta. Poi mi sono svegliato.

E mi son ricordato quasi subito, di una frase che avevo sentito in un film horror che avevo

visto solo poco tempo addietro: “Che cos’è un fantasma? Un evento terribile condannato a ripetersi all’infinito. Forse, solo un istante di dolore. Qualcosa di morto che sembra ancora

vivo. Un sentimento sospeso nel tempo. Come una fotografia sfocata, come un insetto intrappolato nell’ambra.”

Marcin, sono così tante le cose che vorrei ancora dire e così poche le parole che possono esprimerle, perdonami. Ti amo dal profondo del mio cuore.

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SWITCH FLIP

I don’t think I’m coping with Marcin’s death the way I should. I still haven’t

digested this dramatic event. If I have to be honest, it’s hard if not impossible for me to actually realize he’s physically not here anymore. It’s making me go

nuts. It feels like I’m not respecting his memory properly. It seems like my habit of procrastinating the important things and the obstacles that life puts in front of

me daily, is slowly taking over once again. This time it concerns not only me, but a person I held sincerely at heart who doesn’t deserve my procrastination.

The proof of what I’m saying are these lines I’ve been trying to write ever since I acknowledged the tragic news two weeks ago and have been systematically postponing to the day after. I haven’t been able to mourn his departure, if not that same evening on the phone with his sister Monika. The truth is, what really touched me and caused me to cry was the fact that she had called me because

she found my number on Marcin’s mobile phone and wanted to inform me

of what had happened because she probably remembered my name from her brother’s accounts.

Finally, a few days after his death, Marcin decided to visit me in a dream. I tend

to give a lot of importance to dreams, and often consider them the “reality” of things. Marcin was alive, and we were on tour more or less with the same group of people we had gone to Bangkok with just a few weeks earlier.

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NOLLIE BS HEEL

He was alive, but in a sense we all knew he had made the decision to leave us, and he himself was the first to show signs of resignation. I vividly remember

that I had the desire to approach him, to maybe tell him something that might have even momentarily relieved him of the weight of the black cloak he was wearing, or maybe just give him a nice hug like only the people who really love

you know how. But I didn’t, because there was something in the air among us, like a strange embarassment. Something unable to overcome Marcin’s resignation, proud and stubborn silence, and his unconvinced smile. A smile that was

none other than an act of kindness towards the people around him. Instead, the only thing I was able to do was shoot a photo of him while we were in a car that

had no seats inside, but a tile floor and a wooden stool which he was sitting on.

Outside, behind him were these huge impervious mountains surrounded by a

grey mist that looked menacing and beautiful. The title of this piece of writing came to mind as I was looking him right in the eyes through the lens of my camera. Then I woke up.

I immediately remembered an expression I had heard in a horror film I had seen not too long ago: “What is a ghost? A terrible event doomed to repeat itself to

infinity. Perhaps, only an instant of pain. Something dead that still seems alive. An emotion suspended in time. Like a blurred photograph, or an insect trapped in amber.”

Marcin, there are still so many things I would like to say but so few words to express them, forgive me. I love you from the bottom of my heart.

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SWITCH FS BIGSPIN

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Marcin Solecki

25-12-1985, 14-05-2010

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Editor

Presso srl www.presso.it

Supervisor

Mirai Pulvirenti mirai.p@pureskateboarding.it

Ph. Editor

Luca Carta luca.c@pureskateboarding.it

Layout

Francesco Console ermit.uk@gmail.com

Translation

Jonathan Levin

Photographers

Giuliano Berarducci, Luca Carta, Paolo Cenciarelli, Alan Maag, Mirai Pulvirenti, Ale Simonetti, Federico Tognoli, Filip Zuan

Cover

Marcin, bello come il sole ph. Mirai 50


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