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SPECIALE SIEE NAPOLI 2012 ITALIA - CINA: INVESTIMENTI E OPPORTUNITA’ DI LAVORO
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Numero 1 - Anno I - Abbonamento gratuito
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2013 - COME AFFRONTARE IL DOPO CONTO ENERGIA luci a led la nuova frontiera del risparmio energetico PRODOTTI E LISTINI DELL’ULTIMA ORA
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in questo numero SE 6 EDITORIALE 7 CINA CHIAMA ITALIA - ITALIA CHIAMA CINA 10 COME UN PICCOLO PROGETTO PUà DIVERNATRE IMMENSO - IL CAASO URUMQI 11 AGENZIA DELLE ENTRATE - L’IPOTETICO VALORE DELLA PRODUZIONE 12 QUALI STRATEGIE DOPO IL V CONTO ENERGIA 14 CONTO ENERGIA TERMICO - DA 2 A 5 ANNI DI INCENTIVI 19 DALLA SVIZZERA NUOVA FIDUCIA AL FOTOVOLTAICO 23 SUD AFRICA - FOTOVOLTAICO ALLA GRANDE 25 GIAPPONE - CONTO ENERGIA AL TOP 26 L’EUROPA SPOSA IL LEGNO 27 IMPIANTI INNOVATIVI - COME ACCEDERE ALLE TARIFFE INCENTIVANTI 30 FOTOVOLTAICO E POMPE DI CALORE 32 LE POMPE DI CALORE: QUESTE SCONOSCIUTE 40 LUCI A LED - LA NUOVA FRONTIERA DEL RISPARMIO ENERGETICO 43 IL CASO DI UN CENTRO COMMERCIALE 44 COMUNI SMART GRAZIE AI LED 46 TORINO SMART CITy 46 SPECIALE ASIA - FROM ASIA 51 I LISTINI DI SE - SE PRICES
Altre fonti redazionali: Web - Casa Clima - Qualenergia Vikipedia - Padova Oggi Eurostat
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E L A I R E D I TO Carissimi operatori, professionisti, aziende, enti pubblici nel mese di novembre appena trascorso abbiamo pubblicato online il numero zero di SE, nome allora provvisorio CE, il cui battesimo è dovuto alla necessità, individuata negli ultimi anni di lavoro nei vari settori delle nuove tecnologie, di espandere i propri mercati oltre i confini dell’Italia, individuando le migliori opportunità offerte dai governi di Paesi terzi, così come dalla necessità di aprire le porte del nostro Paese a collaborazioni con esperienze ed aziende straniere, interessate ad aprirsi un varco in Europa e sul Mediterraneo, approfittando delle capacità ricettive italiane e della posizione geografica della nostra Penisola, particolarmente strategica e sensibile alle novità che provengono dall’estero. Tra novembre e questo primo numero di dicembre abbiamo incontrato, confrontandoci, imprenditori del nord America, dell’America Latina, del Giappone, degli Emirati, della Germania e della Cina, oltre ovviamente agli imprenditori italiani. Ovunque è emersa la necessità di comunicazione, rapida, insistente e a basso costo, tale che raggiunga gli operatori e le aziende straniere, prospettando nuovi investimenti in Italia e, anche, tale che raggiunga le imprese e le professionalità italiane, offrendo motivi di riflessione e di stimolo per lo sviluppo e la realizzazione di progetti fuori dai nostri confini. SE ha dunque scelto il web, sia per la rapidità della comunicazione, sia per la capacità che la rete ha di raggiungere con immediatezza ogni parte del mondo, sia per il ridotto costo editoriale dovuto a tutto ciò che concerne il supporto cartaceo e la sua distribuzione in edicola. Dovendo raggiungere diverse regioni del mondo, pur partendo dall’Italia, SE si pone così in una doppia versione, italiana e inglese. Italiana, perché il benessere delle nostre aziende passa necessariamente dal nostro territorio e dall’interscambio tra provincia e provincia, tra città e città. In inglese, perchè la comunicazione verso gli altri Paesi, ma anche dagli altri Paesi verso l’Italia, deve assumere un carattere di comprensione tale che sia fruibile da tutti. All’interno di questo giornale alcuni articoli, invece,
saranno solo in lingua inglese laddove si tratta di materiale proveniente dall’estero, che implica la conoscenza di una lingua mediante la quale sia successivamente possibile avviare transazioni e partnership di reciproco interesse. Chi sono i lettori di SE ? Il nostro giornale, di cui la testata è regolarmente registrata presso il competente Tribunale, come appare in gerenza, è consultabile online e il suo indirizzo di pubblicazione viene inviato ogni quindici giorni a tutti coloro che ne hanno fatto esplicita richiesta. In particolare si tratta di aziende nel settore delle tecnologie più avanzate per l’edilizia, l’energia, l’ambiente, la progettazione e la manutenzione relativa ai precedenti rami operativi. Oltre a questi SE viene progressivamente inviato alle eccellenze universitarie e del settore della ricerca tecnologica, nonché aglii uffici tecnici degli enti pubblici, in primis i comuni. Partendo da circa 16.000 operatori, pensiamo di raddoppiare il numero entro i primi cinque mesi di pubblicazione. Peraltro, l’iscrizione a SE è completamente gratuita e chiunque può segnalare a SE un nuovo operatore interessato a ricevere il nostro giornale. Online resteranno pubblicati anche tutti i precedenti numeri di SE, oltre l’ultimo numero in uscita. SE si compone di parti redazionali a pagamento e di parti di informazione pura. Le due cose non sono antitetiche e possono anche riguardare la medesima azienda, senza alcun conflitto di oggettività. Ovviamente, per deontologia professionale e per rispetto del lettore, le parti redazionali a pagamento verranno evidenziate come tali. La comunicazione, spesso, ha necessità di passare anche attraverso veicoli pubblicitari, siano essi standard o sotto forma di articoli giornalistici. A tutti chiediamo di favorire la diffusione di SE, affinché il nostro progetto nazionale e internazionale accolga sempre maggiori indicazioni e possibilità di interscambio, diventando uno strumento di lavoro prima ancora che uno strumento di comunicazione. Il Direttore
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ITALIA CHIAMA CINA CINA CHIAMA ITALIA A NAPOLI SI È SVOLTO IL SESTO SIEE ALLA PRESENZA DEL MINISTRO PROFUMO, DEL SINDACO DE MAGISTRIS. E DI ALTE AUTORITA’ GOVERNATIVE DELLA REPUBBLICA POPOLARE - ECCO COME AVVIARE COOPERAZIONI TRA LE AZIENDE E LE MUNICIPALITA’ DEI DUE PAESI Alla fine dello scorso mese di novembre si è svolto a Napoli il sesto Siee, Sino Italia Exchange Event, cui hanno partecipato folte delegazioni della politica e aziendali dei due Paesi. Inaugurata alla presenza del Ministro Francesco Profumo e dell’Ambasciatore Cinese Ding Weng, si sono registrate autorevoli presenze tra le quali il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il ViceSindaco di Pechino Chen Gang e personalità delle imprese e della ricerca dei due Paesi. Oltre 600 tra imprenditori, ricercatori e scienziati si sono iscritti all’evento e tra questi circa 200 rappresentanti imprenditoriali e delle istituzioni cinesi. Quattro le province cinesi che hanno inviato delegazioni imprenditoriali, tra cui la municipalità di Pechino, il Sichuan, l’Henan e Tianjin. Per l’Italia, oltre al MIUR e al Ministero degli Esteri, erano presenti i sistemi innovativi di tre regioni: Campania, Toscana e Piemonte. Tra i promotori italiani, oltre alla Fondazione Idis–Città della Scienza, erano presenti i
maggiori centri di ricerca italiani: CNR ed ENEA, ICE, Invitalia, GSE e la rete. Nel corso del workshop, durato due giorni, sono stati fissati oltre 300 incontri b2b tra le aziende italiane e e gli espositori di opportunità di investimento in Cina. In particolare, Antonino Laspina, responsabile dell’Ufficio italiano dell’Istituto per il Commercio Estero a Pechino, ha sottolineato come le tecnologie italiane siano ai primi posti di gradimento in Cina, ove un recente sondaggio ha rivelato che tra i dieci brand più graditi in quel Paese, sei siano provenienti dall’Italia. La Cina offre, oggi più che ieri, una miriade di opportunità di lavoro per le nostre aziende. Non siamo affatto in ritardo, anzi questo è il momento di cavalcare queste opportunità, perché la parte più difficile è già stata affrontata da chi ci ha preceduto, mentre ora si aprono nuove possibilità di aggregazione su progetti già esistenti ed in via di rapido sviluppo. A Pechino, con la collaborazione dell’ICE, che fa capo al Ministero degli Esteri italiano, e dell’International Business Incubator, promosso dal Governo cinese, esistono già centinaia di progetti in atto, cui è possibile aderire in una prospettiva di crescita aziendale, anche grazie al singolo progetto o alla presentazione di nuove idee di programmazione. Gli accordi sino italiani e la fiducia instauratasi negli anni tra le autorità economiche e politiche dei rispettivi Paese, mettono le nostre
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SE 8 SE aziende nelle condizioni di trovare nuovi sbocchi sui mercati orientali, compresi Hong Kong, Macao e Taiwan. Dal canto loro i cinesi valutano l’applicabilità delle proposte, sia in merito alle possibilità di realizzazione, sia in merito alla destinazione provinciale di maggior convenienza. Il caso di Urumqi, di cui parleremo in altre parti di SE, è particolarmente emblematico, laddove si consideri che il centro torinese Europa-Cina sull’energia pulita si era presentato alle autorità di Pechino con un progetto dedicato ad un quartiere di quella città
anche oltre i nostri confini. In questa direzione SE intende fare la sua parte, sia a livello informativo, sia come sprone per il raggiungimento di nuovi obiettivi di sviluppo. Ovviamente l’asse Italia-Cina è pluridirezionale, perché le medesime difficoltà incontrano anche le aziende cinesi che vogliono proporsi sul mercato italiano. Fin dai tempi dei primi commerci via mare, l’Italia è stata un crocevia per interscambi tra i popoli. Le repubbliche marinare prima e la pianura padana, poi, nella fattispecie Milano, sono state centro di attenzione di co-
ed è stato invece dirottato su una provincia a nord del Paese, per la realizzazione di una smart city in una “piccola” città di trenta milioni di abitanti, Urumgi appunto, che da zona agricola si è rapidamente trasformata in un centro residenziale e industriale. La difficoltà che le aziende italiane incontrano, però, è quella di essere informate su un mondo ancora in evoluzione a loro disposizione, anche se la concorrenza in Cina è molto selettiva. A nostro modo di vedere, però, ci sono professionalità italiane che non temono concorrenza di alcunché e che devono soltanto temere, semmai, una qual certa timidezza nei rapporti internazionali, soprattutto quando si parla di piccole e medie aziende, peraltro molto considerate
loro che hanno dato la scalata ai mercati mediterranei, ai mercati balcanici e ai mercati mittel europei. Affermarsi in Italia, significa anche gettare un ponte su potenziali 800 milioni di fruitori e di nuovi clienti. I cinesi hanno bisogno di farsi conoscere nel nostro Paese, soprattutto quelle aziende che ancor oggi vogliono presentarsi con le proprie alte professionalità (non è vero che il prodotto cinese, essendo a miglior costo sia necessariamente a peggior qualità), ma non hanno strumenti per farlo. I cinesi hanno anche bisogno di implementare le loro risorse di conoscenza tecnica, poggiandosi anche sulle esperienze di altri Paesi. In questo senso, indico due esempi, anche questi particolarmente emblematici: il Bei-
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jing Beizhong Steam Turbine Generator Co., Ltd e il Nceprz. Il primo riguarda una azienda di Pechino che costruisce turbine industriali per la generazione di elettricità, il secondo riguarda invece una società statale che costruisce grandi centrali elettriche. Nel primo caso risulta difficile raggiungere il nostro mercato ed avviare collaborazioni con aziende del nostro Paese, anche in grado di commercializzare il prodotto su altri mercati. Nel secondo caso vi è una ricerca di nuove tecnologie per migliorare e ottimizzare la progettazione e la costruzione delle grandi centrali elettriche presenti in Cina o in fase di progettazione. Chi è interessato si faccia avanti. SE è a diposizione per facilitare incontri e sviluppi. Pensare di essere in ritardo, pertanto, è un errore che non tiene conto che, in questo caso, il tempo trascorso ha reso ancor più fertile il terreno su cui muoversi e su cui cercare nuovi sbocchi commerciali. E’ un concetto già espresso in precedenza, ma che vale la pena di ripetere, perchè è nella corde di SE creare questo trait d’union, quasi un ponte su cui transitare con facilità, in un momento in cui l’economia ristagna e c’è necessità di nuovi dinamismi e di nuove frontiere. Quanto avvenuto al SIEE appare quanto mai indicativo: oltre 300 meeting
(B2B e tavoli di lavoro) organizzati con l’obiettivo di individuare interlocutori con cui stipulare accordi di collaborazione tecnologica e commerciale. I temi al centro della manifestazione sono stati le smart cities, la chimica verde, il remote sensing, l’e-health, l’energia e il biotech. Puntare sulla cooperazione e l’internazionalizzazione delle imprese sembra dunque una strada obbligatoria per l’Italia, così come ha evidenziato il ministro Profuno, soprattutto in una nuova era in cui è impositivo dovere tornare all’economia reale. Nel concludere l’evento inaugurale, il
Ministro Profumo ha dato appuntamento ai partner italiani e cinesi nel prossimo autunno a Pechino. SE intende seguire questo percorso offrendo agli operatori italiani e cinesi informazioni di prima mano, laddove si evidenzino nuoveopportunità di interscambio. La Cina, fortemente dipendente dall’estero per quanto riguarda l’alimentazione, chiede esperienza e progetti, ma chiede anche di potere aprire alle sue aziende le porte del nostro mercato, non surclassando la concorrenza italiana, ma affiancandosi ai nostri imprenditori, a volte anche supportandoli con nuovi investimenti ed iniziative.
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SE 10 SE IL CASO URUMQI
COME UN PICCOLO PROGETTO PUO’ DIVENTARE IMMENSO Grazie ad un incubatore cinese, un’idea di smart city per un quartiere di Pechino viene trasferita in una città di trenta milioni di abitanti Protagonisti un gruppo di ingegneri della città di Torino Sembra una favola ed invece è la pura realtà. Il Politecnico di Torino, unitamente ai partner del Europa-Cina Clean Energy Centre (EC2), aveva prospettato alle autorità di Pechino un progetto di Smart City da applicare ad quartiere della Capitale, come esempio e sperimentazione di Smart City. Nella fantasie dei proponenti vi era che, una volta accettato il progetto e verificatane la fattibilità, la cosa potesse estendersi gradatamente anche ad altri quartieri pechinesi. E invece, no. I nostri cervelloni vengono chiamati in Cina e gli viene chiesto di accettare il loro inserimento in un incubatore, una sorta organismo tecnico interno, che partendo dal progetto iniziale fosse in grado di sviluppare l’idea originaria, affiancandola con altre organizzazioni e partners, per svilupparla e renderla concretamente attiva sul territorio. E’ così che entrano in scena la Tsinghua University, la Commissione per lo sviluppo di Urumqi (si pronuncia Urumgi) e loXinjiang Xin Zi Consulting Enegineer per lanciare una iniziativa su larga scala, rivolta alla città di Urumqi, appunto, un centro abitativo in estremo nord capace di trenta milioni di abitanti ed in via di rapida trasformazione, come sanno fare i cinesi, da centro prettamente agricolo in polo tecnologico e industriale. Insomma, una cooperazione tra Europa e Cina avviatasi felicemente e che è ancora alla ricerca di partners nel settore del risparmio energetico e della riduzione dei gas serra. Le parole chiave di quanto sta avvenendo ad Urumqi sono la eco stostenibilità delle nuove costruzioni edili (sia in termine classe energetica, sia in termine di fruibilità dei servizi energetici urbani), i sistemi di cogenerazione di cui la Cina è ghiotta, la conservazione ed il riciclo delle acque, il riscaldamento a bassa temperatura, il risparmio energetico in generale e le fonti rinnovabili. Su ognuno di questi temi vi sono ruoli già assegnati ed altri che devono ancora essere assegnati,
tant’è che la strada è aperta a chi si vuole proporre per entrare a pieno merito nel progetto. Si parla infatti di nuovi ricercatori, progettisti, pianificatori, sperimentatori, oltre che di coloro che sono deputati a svolgere un ruolo prettamente politico. Questo ultimo punto riguarda anche la ripartizione dei finanziamenti provenienti direttamente dal governo della Repubblica Popolare, che dovranno essere erogati alle imprese secondo le attuali procedure in vigore nella amministrazione locale. Urumqi è la capitale della Regione autonoma dello Xinjiang, nel nord-ovest del paese. E' il centro politico, economico e culturale di questa provincia, punto di convergenza tra l'Asia e l'Europa e importante punto d'accesso alla Cina occidentale.E’ il principale snodo per il settore manifatturiero nella provincia dello Xinjiang, con particolare attenzione al petrolchimico, alla innovazione energetica, alla produzione di macchinari, alla produzione di mobili, al settore alimentare, alla farmacologia moderna, alla edilizia, al tessile e alla metallurgia. Nel 2011, il PIL ha raggiunto 170 miliardi di CNy, con un incremento del 17,1%, pari al 25,7% del PIL dell’intera provincia dello Xinjiang. Nel primo trimestre del 2012 il PIL ha raggiunto i 36 miliardi di CNy, con un incremento del 11,2% per lo stesso periodo. A causa di questa sua rapida crescita, Urumqi ha adottato uno standard di risparmio energetico per edifici estesi su un’area di 54 milioni di metri quadrati, mentre sono in previsione ulteriori costruzioni e per un’ area di circa dieci milioni di metri quadrati. Insomma la porta è aperta anche alle aziende italiane in grado di portare il loro contriPer scrivere a SE: buto di invia una mail a esperienza e lase@progemaenergia.it voro.
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SE 11 SE FV E AGENZIA DELLE ENTRATE:
cessione del credito e impianti in leasing
L’IPOTETICO VALORE DELLA PRODUZIONE un altro modo “sano” per ulteriori contenziosi in mancanza di regole certe
Con la risoluzione n. 95/E del 17 ottobre 2012, l’Agenzia delle Entrate ha fornito i chiarimenti in merito a un quesito posto da una società di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, circa l’applicazione dell’imposta di registro all’atto di cessione in garanzia dei crediti Gse non ancora determinati al momento della registrazione dell’atto. La società istante ha realizzato un campo fotovoltaico “a terra” e ha stipulato con il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) una convenzione per il riconoscimento delle tariffe incentivanti, spettanti per la produzione di energia elettrica derivante dal medesimo impianto. La stessa società, inoltre, ha ceduto l’impianto fotovoltaico a una società di leasing, stipulando, nel contempo, un contratto di locazione finanziaria per la durata di diciotto anni. A garanzia del pagamento dei canoni derivanti dal contratto di locazione finanziaria, la società istante si è impegnata a cedere alla società di leasing, mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata, i crediti costituiti dalle tariffe incentivanti erogate dal Gse. L’ammontare di tali crediti – calcolato moltiplicando la
quantità mensile di energia prodotta per la tariffa riconosciuta dal gestore – non risulta determinato al momento della registrazione dell’atto. Inoltre, la quantità di energia prodotta varia in ragione della produttività dell’impianto fotovoltaico. Dovendo procedere alla stipula del contratto, la società istante chiede di conoscere quale sia il trattamento fiscale, ai fini dell'imposta di registro, da riservare al
contratto di cessione in garanzia dei crediti vantati nei confronti del Gse. Nella risposta al quesito, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che il contratto di cessione dei crediti vantati nei confronti del Gestore dei servizi energetici (Gse spa), stipulato con atto pubblico o scrittura privata autenticata a garanzia del pagamento dei canoni derivanti da un contratto di leasing, è soggetto a imposta proporzionale di registro, con aliquota dello 0,50%, da calcolarsi sulla base del “valore dei crediti dichiarato” dalla parte in via presuntiva, salvo conguaglio o rimborso dopo la determinazione definitiva dell’ammontare degli stessi. Il commento di SE a questa vicenda, che vi riportiamo su fonte di Casa Clima, è che sostanzialmente la responsabilità della correttezza dei comportamenti corre ancora una volta in capo al Soggetto Responsabile, il quale deve valutare, secondo proprie cognizioni, quanto potrebbe essere la produzione del suo im-
pianto, al fine di una corretta corresponsione dell’Imposta di Registro. A nostro avviso, è il solito pasticcio creato da Leggi non chiare e ben definitie, che possono dare adito a contenziosi da parte della Agenzia delle Entrate e a successivi ricorsi da parte dei Soggetti Responsabili. Sottolineamo che la mancanza di regole certe è una delle ragioni principali per scoraggiare gli investimenti esteri nel nostro Paese, benchè per un effetto speculativo (stiamo parlando di campi fotovoltaici) i fondi di investimento tedeschi, inglesi e francesi l’abbiano fatta da padrone negli anni appena trascorsi. Ma questa è un’altra storia, che riguarda la stesura dei precedenti conti energia, che hanno fatto defluire all’estero milioni di incentivi, addebitati sulle bollette degli italiani.
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SE 12 SE il mercato si interrroga
quali strategie dopo il conto energia - UTILIZZARE TUTTI I SISTEMI DI RISPARMIO ENERGETICO - CAMBIARE LE ABITUDINI PER L’UTILIZZO DELL’ENERGIA - VERIFICARE LA
FARE CULTURA PRESSO IL CLIENTE
CONVENIENZA DELLE DETRAZIONI FISCALI
Lo si sente nell’aria, ma anche in ogni incontro tra aziende del settore, nelle fiere: tra gli operatori del settore c’è uno scoramento generale, un po’ come in tutti i settori. Nel campo delle rinnovabili, in primis il fotovoltaico, lo scoramento è però maggiore per diversi motivi, che si sommano al momento critico dell’economia italiana. E non soltanto italiana. Il Quinto Conto Energia, difatti, ha considerevolmente tagliato gli incentivi ed i tempi di utilizzo degli stessi. Le previsioni più pessimistiche indicano in circa sei mesi la possibilità di realizzare nuovi impianti. Sinceramente SE non è dello stesso avviso, perchè c’è ancora molto da fare, sia nel settore degli impianti ad
VPSOLAR, da cui è emersa una puntuale analisi del mercato e le conseguenti strategie che, ad avviso di SE, è necessario seguire per una cultura comune, che sia il fondamento dello sviluppo futuro di questo settore. In attesa che i nuovi decreti per rilanciare l’economia nazionale siano varati dal Parlamento, le riflessioni sono innanzi tutto dedicate a: - opportunità di retrofitting (adeguamento) degli impianti già esistenti, - possibilità di creare nuovi sistemi di storage (accumulo) dell’energia prodotta, - concorrere alle detrazioni fiscali del 50% che già ora sono possibili, rinunciando al Conto Energia.
accesso diretto, sia per gli impianti realizzati con tecnologie inovative, sia per gli impianti a concentrazione. Ciononostante vogliamo per un momento allinearci a coloro che vedono il futuro più nero di noi e, per questo, ragionare sulle nuove strategie di vendita nel settore del fotovoltaico e sulleopportunità che il mercato ci offre per continuare la nostra attività, sia pure non con gli stessi ritorni di qualche anno fa. A tale proposito riportiamo alcune indicazioni che sono emerse da un recente seminario, organizzato da
Nel caso del retroffiting la strada più opportuna sembra quella di proporre al cliente un sistema termico che sappia sfruttare la massimo la capacità produttiva dei pannelli solari. L’inserimento delle pompe di calore, di cui oggi esiste una vasta gamma di prodotti, è una strada da molti già praticata con risultati positivi, soprattutto dopo i recenti aumenti del metano e i conseguenti crescenti costi per il riscaldamento. E’ infatti strategicamente necessario informare il cliente di tutte le possibilità con le quali il fotovoltaico
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ESEMPI DI STORAGE TERMICO può garantire un forte risparmio sui costi dell’energia. A volte è necessario anche modificare i costumi dei consumi, concentrandoli nelle ore in cui l’energia viene prodotta, anche a mezzo di temporizzatori che facciano partire lavatrici, asciugatrici ed elettrodomestici vari (finanche le ricariche di aspiratori elettrici, cellulari e quant’altro) negli orari di pieno giorno, contrariamente a quanto è sempre stato consiugliato finora, per “schivare” la vituperata fascia uno della bolletta elettrica.
Nel caso dei nuovi sistemi di storage, considerati gli alti costi delle batterie per l’accumulo di energia, una buona strategia è quella di immagazzinare energia per uso termico, come acqua sanitaria e riscaldamento. E’ una delle basi della domotica, di cui evidenziamo, qui sotto, uno schema base. Oggi esistono vasche di accumulo che perdono solo un 5% del calore iniziale nelle 24 ore. I costi non sono elevati come per lo storage chimico (batterie) e prevedono la possibilità di modificare l’impianto idraulico, qualora fosse necessario. La simbiosi tra questi sistemi e le pompe di calore offre una marea di possibilità di vendita e di prodotti che agevolano l’opera dei professionisti del settore. Nel caso delle detrazioni fiscali, infine, un recente studio di Qualenergia.it ha dimostrato come per impianti superiori ai 20 kwp la detrazione sia molto più conveniente del Conto Energia stesso, rinunciando al quale, peraltro, è possibile continuare ad utilizzare il sistema di scambio sul posto, come avveniva nel Quarto Conto. Difatti, da giugno 2012 e fino al 30 giugno 2013 le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie (da non confondersi con quelle del 55% per l'efficientamento energetico) sono state portate dal 36 al 50%. Per un ventaglio piuttosto esteso di lavori edilizi e a beneficio delle sole persone fisiche spetta una detrazione Irpef del 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare, spalmata su 10 anni in rate omogenee. I vantaggi della detrazione fiscale sono molteplici: vi è la certezza del beneficio economico essendo il cliente stesso che detrae la quota parte ogni anno; vi è la possibilità di includere nell’importo altri lavori (es. sugli impianti e l’ illuminazione LED; l’utilizzo è libero dei da vincoli di certificazione; non è necessario l’accesso ad alcun registro per impianti di potenza > 12 kWp; si risparmia sui costi della pratica GSE; si allegerisce la responsabilità per il raggiungimento dell’incentivo. Insomma rinunciare al conto energia in favore delle detrazioni sembra essere un'ottima idea: su 25 anni si parla di quasi 30mila euro di guadagno in più. Dobbiamo cominciare a parlarne al cliente.
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SE 14 SE DAL 2013 NUOVO CONTO ENERGIA PER IL TERMICO
da due a cinque anni di incentivi IL PROVVEDIMENTO DESTINATO A PRIVATI, AZIENDE ED ENTI PUBBLICI
E' imminente la attivazione del Conto Energia termico, il nuovo Decreto sulle rinnovabili termiche, appunto, che potrebbe già partire con l'inizio del nuovo anno. Tante le novità, in particolare per il settore pubblico il quale, finora escluso dal 55%, potrà ora accedere agli incentivi del nuovo Conto, intervenendo su tutta una serie di edifici vetusti sparsi sul territorio. Anche i privati, tuttavia, vedranno cambiarsi le carte in tavola, potendo per la prima volta scegliere se usufruire della detrazione del 55% o invece rivolgersi ai nuovi aiuti previsti dal Conto Energia termico. Il decreto prevede l'incentivazione di piccoli interventi di efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili (pompe di calore, scaldacqua, solare termico e generatori di calore a biomassa). L'accesso agli incentivi per le rinnovabili termiche verrà consentito ai soggetti pubblici, inclusi per la prima volta l'IACP (Istituto Autonomo Case Popolari), e privati, mentre – nell'attuale versione del decreto– quelli per l'efficienza energetica sono riservati ai soli soggetti pubblici. Fino ad oggi, infatti, i privati beneficiano dello sgravio fiscale di cui sopra: la composizione delle due misure in un disegno organico rappresenta uno dei principali nodi che si sta sciogliendo.
Nel primo biennio di applicazione è previsto un costo complessivo massimo di 900 ml/Euro che sarà coperto a valere sulle tariffe del gas naturale. Per tutte le tecnologie ammesse a incentivo, il nuovo decreto stabilisce una serie di valori prestazionali minimi. In particolare, l'incentivo risulta commisurato all'energia rinnovabile prodotta e al risparmio energetico conseguito e sarà differenziato per taglie e zone climatiche. Per gli impianti a biomassa fino a 35 kWt e solari termici fino a 50 mq, l'ammontare annuo dell'incentivo è costante, calcolato a forfait ed erogato per un biennio. Per quanto riguarda, invece, gli impianti di taglia maggiore, l'ammontare annuo dell'incentivo è costante, conteggiato a forfait ed erogato per un quinquennio. L'incentivo, erogato in rate annuali costanti, è pari ad una percentuale della spesa sostenuta per l'intervento. Gli interventi potranno essere richiesti per edifici esistenti o unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale, nuovi edifici ultraefficienti (classe A), impianti termici per il condizionamento invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria, elettrodomestici, motori e inverter. Per quanto riguarda le tipologie di tecnologie ammesse a incentivo, esse saranno suddivise per categoria, a partire dagli “impianti di piccole dimensioni”, tra cui figurano pompe di calore e scaldacqua a pompa di calore, con potenza nominale inferiore a 500 kW, e solare termico e solar cooling per una superficie solare lorda inferiore ai 700 mq. Soggetti pubblici e privati potranno richiedere i nuovi incentivi per l’installazione di pompe di calore (elettriche, a gas ed anche geotermiche), solare termico e solar cooling e generatori di calore a biomassa, questi ultimi soltanto in caso di sostituzione di altri impianti a biomassa, gasolio o carbone. Tra le principali novità introdotte dal nuovo Conto, l'accordo di incentivi a soggetti pubblici per procedere a piccoli interventi di efficienza energetica sovrapponibili a quelli del 55%. Tra questi l'isolamento termico di pareti, coperture, pavimenti, la sostituzione di finestre ed anche l'installazione di generatori di calore a condensazione. (fonte Casa Clima)
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CLEVER l’Energy Manager per impianti fotovoltaici monofase di piccola taglia da 1 a 6 kWp. Un sistema di supervisione e gestione di impianto completo, facile da installare e facile da usare. Un apparato semplice e potente supportato dal ”CLEVER WEB”, un efficace servizio di supervisione e monitoraggio offerto dal Connet Control Center per avere sotto controllo la produttività dell’impianto fotovoltaico e la gestione delle utenze domestiche. Il CLEVER si installa in pochi minuti sul quadro elettrico dell’abitazione dove, con i sensori amperometrici di grande precisione (0,2% fondo scala) in dotazione, effettua le misurazioni della energia prodotta e scambiata verso la rete ed analizza l’energia consumata dalle utenze elettriche fornendo un quadro completo: - Potenza prodotta e consumata (kW) - Energia prodotta (kWh) per fascia oraria - Energia acquistata (kWh) per fascia oraria - Energia venduta (kWh) per fascia oraria - Energia consumata (kWh) per fascia oraria - Energia autoconsumata (kWh) per fascia oraria - Indicatore di ottimizzazione dei consumi (indica quando l’utente è in autoconsumo o in scambio) - Incentivo (Euro) - Datalog illimitato delle misure - Analisi dello storico misure - Relè per pilotare utenze da remoto - Monitoraggio produttività dell’impianto rispetto al valore di riferimento sul territorio in tempo reale(servizio dal CONNET CONTROL CENTER) - Gestione allarmi performance dell’impianto (servizio dal CONNET CONTROL CENTER) - Controllo di stringa (Opzionale con il controllo di stringa) - Allarme antifurto (Opzionale con il controllo di stringa)
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DALLA SVIZZERA NUOVA FIDUCIA AL FOTOVOLTAICO Nel corso degli ultimi 16 mesi è stato realizzato il nuovo quartier generale di SolarMax nella attuale sede di Biel, in Svizzera. Questo nuovo edificio riunisce sotto il medesimo tetto le tre precedenti sedi svizzere e, di conseguenza, le attività relative a sviluppo, produzione, logistica e amministrazione. Secondo Solarmax, la prossimità di tutti i dipartimenti consente di incoraggiare la comunicazione interpersonale, abilitando maggiore rapidità nel processo decisionale e ulteriore ottimizzazione dei processi e confronti diretti. Compatibilità ambientale ed efficienza energetica sono state alla base della costruzione del nuovo edificio di SolarMax, come si conviene ad una azienda che intende essere leader nel settore delle rinnovabili. Per l’occasione sono stati utilizzati 3.370m³ di legname non trattato proveniente dalle Alpi e Prealpi svizzere, austriache e tedesche. Il legno utilizzato consente di risparmiare 2.440 tonnellate di CO2. Inoltre, gli inverter sono prodotti in maniera totalmente CO2 neutral. L’edificio si è dotato di un impiato fotovoltaico di 220 kwp per una produzione di energia pari a 200.000 kWh all’anno. Il nuovo quartier generale di Solarmax costituisce una ulteriore tappa per lo sviluppo aziendale, negli oltre 20 venti anni di attività. Il settore del fotovoltaico resta dunque di primario interesse, nonostante gli incentivi di molti Paesi, Italia compresa, vengano via via abbandonati per dare posto ad una maggiore attenzione verso il risparmio energetico ed ai meccanismi di defiscalizzazione.
Una nuova sede per Solarmax per favorire lo sviluppo nel settore delle rinnovabili. Il nuovo edificio ultimato nello scorso mese di settembre
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SE 23 SE nuove opportunità di sviluppo per le rinnovabili nel Continente Nero
Sud Africa: fotovoltaico alla grande Dal 6 al 8 di novembre è stata presentata la Renewable Energy World Africa cui hanno partecipato numerose delegazioni internazionali, presso il Sandton Convention Centre,di Johannesburg. Si tratta di una conferenza dedicata con relazioni e dibattito sulle principali sfide strategiche e sulle soluzioni tecniche per espandere la produzione di energia rinnovabile di energia in tutta l'Africa subsahariana. Gli espositori avranno un apposito padiglione, che sarà un centro di competenza globale e di eccellenza tecnologica nel settore dell'energia verde. I Paesi dell'Africa sub-sahariana denunciano oggi un deficit energetico collettivo con la prospettiva di una rapida crescita della domanda futura. La produzione di energia rinnovabile offre un potenziale enorme per contribuire a colmare questa lacuna in un continente
con abbondanti risorse rinnovabili e con grandi spazi a disposizione. Nel corso degli incontri è stato evidenziato che la tecnologia avanza rapidamente, così come la riduzione dei costi di produzione. Per questo motivo la produzione di energia rinnovabile giocherà un ruolo importante nelle infrastrutture della nuova Africa, offrendo solu-
zioni sia nelle applicazioni rurali, sia nei grandi progetti come l'energia idroelettrica, eolica e biomassa. L’Africa partecipa alla crescita del mercato emergente, qual è quello delle energie rinnovabili, con investimenti in progressiva crescita, dai 750 milioni di dollari nel 2004 ai 3,6 miliardi nel 2011. Il Sud Africa ha recentemente annunciato le sue regole in materia di energia rinnovabile e prevede di installare 8.400 MW di impianti fotovoltaici per i prossimi 20
anni, che insieme ad altri 1000 MW di concentrazione solare, teoricamente, fornirà oltre 60.000 posti di lavoro. Il Sud Africa presenterà cinque gare d'appalto per assegnare nei prossimi due anni 3.725 MW, valutati circa 12 miliardi di euro. Entro il 2030, il paese mira a fare lievitare le fonti rinnovabili al 8% del mix energetico. Attualmente siamo a meno dell'1%.
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Nata in Giappone come la più grande mostra internazionale B2B nel settore fotovoltaico, PV EXPO ha ampliato la sua reputazion, al punto che oggi è considerata la migliore porta d'ingresso per entrare nel crescente mercato giapponese e asiatico, nell’area del Pacifico. La Fiera si svolge contemporaneamente al PV SySTEM EXPO, ove viene proposta una vasta gamma di tecnologie e di materiali all'avanguardia, fra cui attrezzature per la produzione produzione di celle solari e moduli fotovoltaici. La Fiera si svolge a Tokyo dal 27 febbraio al 1° marzo 2013.
GIAPPONE - FIERA MONDIALE DEL FOTOVOLTAICO
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DAL SOL LEVANTE UN CONTO ENERGIA AL TOP DEGLI INCENTIVI Mentre in tutta Europa si sta andando d'accetta sugli incentivi, per il fotovoltaico mondiale si è aperta dal luglio scorso una nuova speranza: il Paese del Sol Levante. In Giappone sono entrate in vigore le nuove tariffe incentivanti per le rinnovabili e per il fotovoltaico i valori sono circa il doppio degli incentivi tedeschi, il triplo di quelli cinesi e ben più remunerativi anche di quelli che in Italia sono regolati dal Quinto Conto Energia. Il Giappone, come sappiamo, ha un grosso vuoto energetico da colmare: dopo aver fermato tutte le centrali nucleari nei mesi precedenti, Tokyo ha preso la controversa decisione di far ripartire due soli reattori per il timore che non si riesca a far fronte al picco di domanda invernale. Fin da subito dopo il disastro di Fukushima, comunque, era stato chiaro che il Paese avrebbe puntato sulle rinnovabili per colmare la lacuna energetica e mitigare la dipendenza dall'estero. Così il Paese asiatico spalanca ufficialmente le braccia all'industria mondiale del fotovoltaico. Il Governo nipponico stima che la potenza da rinnovabili passi dai 19,5 GW attuali a 22 GW in meno di un anno, entro marzo 2013, con 2 GW di nuova potenza fotovoltaica. Ma i volumi potrebbero essere decisamente più alti: secondo il Bloomberg New Energy Finance, nel 2013 il Giappone installerà da 3,2 a 4,7 GW di fotovoltaico, almeno il triplo degli oltre 1,3 GW del 2011, che hanno portato il totale a fine 2011 a circa 5 GW installati. L'incentivo infatti, come detto, è generoso: per il FV si parla di 42 yen a kWh, ossia circa 0,42 euro al cambio attuale. Gli incentivi in questione per il FV sono divisi in due taglie di impianti: potenze inferiore ai 10 kW o superiori ai 10 kW, entrambe hanno diritto alla stessa remunerazione ma i primi solo per 10 anni mentre i secondi per 20 anni. Insomma, un regime decisamente appetibile anche tenendo conto che in Giappone gli impianti al momento costano più cari che nei mercati europei: oltre il doppio che in Germania. D'altra parte c’è chi ritiene probabile che con l'allargarsi del mercato il prezzo degli
impianti calerà nettamente, anche grazie allo sbarco massiccio di moduli a prezzi stracciati provenienti dai produttori cinesi, che potrebbero vedere nel Paese vicino un'alternativa interessante per rifarsi delle quote di mercato che probabilmente perderanno negli Usa e in Europa a causa delle nuove barriere doganali americane e della crisi del vecchio Continente. A nostro modo di vedere, però, conoscendo la difficoltà di accedere in modo concorrenziale al mercato giapponese, che privilegia il prodotto interno anche a prezzi nettamente superiori, si verificherà una diminuzione della offerta giapponese al di fuori dei confini nipponici e sarà piuttosto difficile organizzare nuove forme di business per gli operatori fotovoltaici italiani ed europei. Sappiamo, però, che l’Istituto per il Commercio
Estero, mediante l’Ambasciata italiana di Tokyo, ed in collaborazione con il GSE, mette a disposizione incontri B2B per le aziende italiane che abbiano in fieri progetti ed idee da sviluppare anche su quel territorio. La fantasia nostrana potrebbe essere vincente in un Paese che già ha avviato applicazioni fotovoltaiche un ppo’ ovunque, come nel caso della stazione ferroviaria di Miyakonojo (nell’isola sud-occidentale di Kyushu), illuminata con due megawatt di pannelli solari.
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Secondo una recente statistica di Eurostat, il legno è una risorsa naturale che viene utilizzata per diversi scopi, tra cui (e spesso in primo luogo) come fonte rinnovabile di energia. Nel 2010 il legno e i rifiuti del legno hanno contribuito al 5% sul totale lordo di energia prodotta nell'UE-27, ed è stato la principale fonte di energia rinnovabile. Tra gli Stati membri, le quote più elevate di legno e di rifiuti del legno utilizzati per produrre energia hanno toccato la loro punta massima in Estonia (96%), seguito dalla Polonia (81%), Lettonia (78%), Finlandia (76%), Ungheria (66%), mentre il minor consumo è
stato registrato a Cipro (13%), così come in Lussemburgo e nel Regno Unito. L’Italia si pone molto vicino alla coda con un 24%. Come è noto Eurostat è l'ufficio statistico dell'Unione europea e la statistica appena pubblicata vuole essere uno stimolo per il 2012, anno dedicato alla sensibilizzazione sull’utilizzo di una energia sostenibile. Nel 2011, in Europa sono stati prodotti circa 429 milioni di metri cubi di legno grezzo, di cui circa un
UNA “NUOVA” FONTE DI ENERGIA L’EUROPA SPOSA IL LEGNO
quinto era fuelwood, cioè dedicato alla produzione di energia. Per il 2013 si ritiene che l’asticella del legno da ardere si sposti ancora più verso un utilizzo sostenibile di questa materia prima, anche se una adeguata ripiantumazione deve essere correttamente pianificata secondo rigide normative. Resta invece molto importante l’utilizzo degli scarti del legno e del cippato, il cui smaltimento rappresenta una fonte straordinaria nella cogenerazione.
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Il Conto Energia si sta esaurendo, ma non per tutti i generi di impianti. Si ricorda, infatti, che il DM del 5 luglio 2012 riserva 50 milioni di euro agli impianti con caratteristiche innovative ed altri 50 milioni di Euro per gli impianti a concentrazione solare. Di questi ultimi parleremo su altre pagine, mentre qui vogliamo riservare attenzione agli impianti cosiddetti innovativi. Spesso si sono verificate inconprensioni tra clienti ed installatori, perchè non è stato chiaro il termine “innovativo” e i suoi limiti, ben definiti dai chiarimenti esprfessi nel merito dal GSE. Per buon uso degli uni e degli altri riassumiamo quali sono i parametri per rientrare nella incentivazione degli impianti con caratteristiche innovative, mediante moduli non convenzionali, che è un modulo fotovoltaico il cui impiego è possibile ed efficace solo per applicazioni di tipo architettonico, risultando esso stesso un elemento edilizio. Il modulo fotovoltaico non convenzionale consiste in un prodotto edilizio, unico e inscindibile, commercialmente identificato e certificato ai sensi della normativa tecnica richiamata nell’Allegato 1-A al Decreto. A questa categoria appartengono: 1) moduli fotovoltaici flessibili; 2) moduli fotovoltaici rigidi quali: - nastri in film sottile su supporto rigido; - tegole fotovoltaiche; - moduli fotovoltaici trasparenti per facciate, finestre e coperture (opportunamente realizzati e installati per consentire il passaggio della luce all’interno dell’involucro edilizio). Il sistema di montaggio deve essere progettato per l’integrazione architettonica del fotovoltaico e deve garantire, unitamente alla superficie fotovoltaica dei moduli e senza l’utilizzo di ulteriori elementi, le funzioni previste dal Decreto, tra cui la tenuta all’acqua. Il GSE precisa infine che non si riconoscono come innovative le caratteristiche di un impianto per il solo
fatto che nel sistema di montaggio, utilizzato per la realizzazione di detto impianto, sia incluso un elemento parte integrante di una differente invenzione industriale per la quale sia stato ottenuto un brevetto europeo. L’integrazione architettonica del fotovoltaico è da considerarsi tale se, a seguito di una eventuale rimozione dei moduli fotovoltaici, viene compromessa la funzionalità dell’involucro edilizio, rendendo la costruzione non più idonea all’uso. Gli impianti con caratteristiche innovative, ottengono l’accesso alla particolare tariffa incentivante solo se vengono installati su edifici. Dunque, vediamo cosa si intende per “edificio”. Il DPR 26 agosto 1993 n.412 definisce “edificio” un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti, dispositivi tecnologici ed arredi che si trovano al suo interno. La superficie esterna che delimita un edificio può confinare con tutti o alcuni dei seguenti elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici. In particolare, i moduli non convenzionali e i componenti speciali, come precedentemente definiti, devono essere sviluppati specificatamente per integrarsi e sostituire elementi architettonici di edifici energeticamente certificabili. Nella fattispecie, i moduli e i componenti devono garantire il mantenimento dei livelli di fabbisogno energetico dell’edificio e devono essere caratterizzati da una trasmittanza termica comparabile con quella del componente architettonico sostituito. Deve pertanto esistere, all’interno dell’edificio interessato dall’applicazione, un fabbisogno energetico certificabile ai sensi della specifica normativa nazionale vigente; tale fabbisogno può essere garantito soltanto in virtù di un volume chiuso che permetta di regolare gli scambi termici tra l’interno e l’esterno.
IMPIANTI INNOVATIVI COME ACCEDERE ALLA TARIFFA
INCENTIVANTE
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un mix energetico per ottimizzare energia elettrica e termica
Fotovoltaico e Pompe di Calore In altre pagine di SE abbiamo evidenziato come sia utile, in vendita, associare l’utilizzo di impianti fotovoltaici alla presenza di pompe di calore. La combinazione fotovoltaico con la pompa di calore produce due effetti. Il primo quello della pompa di calore nella quale da 1KW di energia elettrica prodotta si ricavano 4 KW termici. L’altro quello di poter accumulare l’energia prodotta. In questo modo è possibile utilizzare l’energia in altri momenti diversi dalla produzione. Il sistema si autoregola a seconda della produzione di energia solare ed il consumo interno in modo da massimizzare la sua efficienza, riducendo notevolmente il consumo di energia dall’esterno. Gli effetti sono quelli di migliorare la quota di autoconsumo e di diminuire l’immissione in rete della energia prodotta. In questo modo è facile comprendere come sia possibile aumentare il rendimento economico dell’impianto e il coefficiente energetico della casa. Normalmente la percentuale di autoconsumo per il
proprio fabbisogno è di circa il 40% dell’energia prodotta con la pompa di calore si può portare l’autoconsumo fino all’ 80%. Un investimento che comprenda moduli fotovoltaici e pompe di calore è dunque una rendita sicura, un passo verso il futuro nella concezione dello sfruttamento dell’energia prodotta, un notevole risparmio sulla bolletta elettrica ed una valorizzazione del proprio immobile, senza contare il beneficio degli sgravi fiscali, previsti dalla normativa vigente. Illustriamo sinteticamente con 3 esempi, forniti dalla Waris s.r.l. di Condino, in provincia di Trento, azienda italiana che produce prodotti italiani, quale possa essere la rendita di un impianto fotovoltaico combinato con la pompa di calore ai costi energetici attuali. Non ci è difficile pensare a quali risparmi si potrebbe beneficiare per gli anni futuri con l’aumento impetuoso dei costi energetici: gas, combustibili, energia elettrica. L’utilizzo dei moduli Waris WWK 300 PV risulta vantaggioso. Infatti, per la produzione di acqua calda si
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utilizza non solo il calore dell’aria ambiente, ma si può sfruttare anche la corrente generata autonomamente, prodotta dall’impianto fotovoltaico combinato. Aumentando la percentuale di corrente in utilizzo autonomo, aumenta anche l’incentivo GSE. Questo effetto è ulteriormente rafforzato dalla funzione di riscaldamento dell’acqua che viene attivata esattamente nel momento in cui l’impianto solare dovrebbe attingere corrente dalla rete.
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LE POMPE DI CALORE QUESTE SCONOSCIUTE ...ma convertire i consumi del gas in consumi elettrici conviene, soprattutto in simbiosi con un impianto fotovoltaico In Italia vengono installate più di ventimila pompe di calore all'anno. Eppure tra le soluzioni per l'efficienza energetica le pompe di calore sono forse quelle meno conosciute. Utilizzano l’energia elettrica per trasferire il calore da un ambiente a temperatura più bassa ad una altro con temperatura più alta. Le pompe di calore possono essere quindi utilizzate, sia per il riscaldamento nella stagione invernale, sia per il raffrescamento durante la stagione estiva. Quali i vantaggi? Le pompe di calore forniscono più calore rispetto all’energia elettrica che consumano, non sono soggette alla variabilità dei costi per il combustibile e si risparmia circa il 40% in bolletta. Sono infine disponibili incentivi statali, anche sotto forma di defiscalizzazione. Una pompa di calore può produrre calore per il riscaldamento di un edificio o per l'acqua calda per uso sanitario, utilizzando energia presente nell'ambiente per il 75% e prendendone solo il restante 25% da fonti tradizionali. La tecnologia che utilizza la pompa di calore si basa su una fonte di calore esterna di tipo ambientale: l'aria, l'acqua o il suolo.
Le pompe di calore più comuni sono quelle elettriche e tra queste esistono vari modelli: aria-aria, aria-acqua, acqua-aria e acqua-acqua, dove il primo termine sta per la fonte di approvigionamento del calore e il secondo per la forma con cui viene distribuita all'interno dell'edificio. Il risparmio è notevole e per rendere l'idea della convenienza, un chilowattora con normale elettricità costa 0,25 euro, mentre un kWh termico con la pompa di calore costa 0,063 €. Attualmente sono in vigore le detrazioni fiscali del 55% delle spese per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza; detrazioni che si possono spalmare in dieci anni. Con il decreto sulle rinnovabili termiche e sull'efficienza energetica, atteso per la fine dell’anno, ci attendiamo la riconferma della detrazione o nuovi incentivi a partire dal 2013. Per intuire meglio come funzioni una pompa di calore, si immaginino 100 unità di energia termica all'interno di un pallone; questo viene compresso fino a raggiungere le dimensioni di una pallina da ping pong: questa
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pallina contiene le stesse unità di energia, ma l'energia termica per unità di volume è maggiore e la temperatura dell'aria all'interno della palla è aumentata. Le pareti della pallina si riscaldano e quindi il calore inizia a trasferirsi all'esterno. Per portare questo calore in un altro luogo, si può immaginare di muovere la pallina in una zona fredda, dove essa gradualmente aggiusterà la sua temperatura fino a uguagliare la temperatura dell'ambiente. Dopo che la pallina si è raffreddata, la si può riportare nella zona iniziale e lasciarla espandere. Dato che ha perso calore, nel momento in cui torna alle dimensioni di un pallone la sua temperatura è troppo bassa e quindi inizia ad assorbire energia termica, raffreddando l'aria circostante. Il compressore di una pompa di calore crea proprio la differenza di pressione che permette il ciclo (similmente alla palla che si espande e si contrae): esso aspira il fluido refrigerante attraverso l'evaporatore, dove il fluido stesso evapora, a bassa pressione, assorbendo calore, lo comprime e lo spinge all'interno del condensatore, dove il fluido condensa ad alta pressione, rilasciando il calore assorbito. Il fluido refrigerante cambia di stato all'interno dei due scambiatori: passa nell'evaporatore da liquido a gassoso, nel condensatore da gassoso a liquido. Quando si confrontano le prestazioni di pompe di calore, è meglio evitare il termine "rendimento", in quanto esso ha differenti significati, ma conviene parlare di resa. La resa è espressa dal coefficiente di prestazione, COP, rapporto tra energia resa (alla sorgente di interesse) ed energia consumata (di solito elettrica). Un valore del COP pari a 3 indica che per ogni kWh di energia elettrica consumato, la pompa di calore fornisce calore pari a 3 kWh. Si fa notare che quando c'è una notevole differenza di temperatura, per esempio quando si vuole riscaldare una casa in una rigida giornata invernale, è necessario più lavoro per muovere il calore. Se la pompa di calore è all'esterno e l'evaporatore non è riparato, è possibile
che il COP scenda e sia inferiore a 1 e che l'umidità dell'aria tenda a ghiacciarsi sulle alette del dispositivo (con obbligo di periodico scongelamento). In altre parole, quando fuori fa molto freddo, conviene produrre calore all'interno con una stufetta piuttosto che prenderlo dall'esterno. Le pompe di calore commerciali sono in rapido sviluppo: il COP è cresciuto negli ultimi 5 anni da 3 a 4 e, in alcuni casi, a 5. Di conseguenza stanno diventando una valida scelta per il riscaldamento domestico. Le pompe di calore sono sempre più utilizzate anche per riscaldare le piscine e l'acqua per usi domestici. Come detto, ci sono due tipi di pompe di calore ad aria; la più comune è quella aria-aria, che estrae calore
dall'aria e lo riversa all'interno o all'esterno di un edificio, a seconda della stagione; segue poi quella ariaacqua, che è utilizzata in ambienti con la distribuzione idronica del calore (questa seconda soluzione è comunque più rara). Le pompe di calore ad aria possono essere progettate per lavorare in unione con una fonte supplementare di riscaldamento, come una caldaia elettrica, a gas, a gasolio. Esaminiamo le varie fasi di funzionamento, cominciando dalla fase di riscaldamento, ove il calore è prelecontinua a pag. 34
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SE 34 SE CONTINUA POMPE DI CALORE
vato dall'aria esterna e portato all'interno dell'edificio. Il fluido refrigerante attraversa la valvola di laminazione e diventa una miscela liquido-vapore a bassa pressione. Quindi entra nell'evaporatore, posto all'esterno, dove assorbe calore fino a diventare vapore a bassa temperatura. Il vapore attraversa l'accumulatore, dove è raccolto anche ogni rimanente liquido. Quindi viene compresso, con conseguente innalzamento della temperatura. Il vapore caldo giunge nel condensatore, che è il radiatore posto all'interno dell'edificio (vicino all'eventuale caldaia), e cambia di fase rilasciando il ca-
lore di liquefazione. Il liquido ottenuto ritorna alla valvola di laminazione e il ciclo si ripete. La fase di raffreddamento, invece, inverte il ciclo appena descritto in modo da cambiare direzione al flusso di calore: il liquido refrigerante evapora nel radiatore interno e condensa nel radiatore esterno. L'aria interna viene inoltre deumidificata. Quando il radiatore esterno opera come evaporatore, la sua superficie risulta a bassa temperatura quando anche l'aria esterna è fredda (fase di riscaldamento nella stagione invernale). Questo comporta la formazione di ghiaccio su di esso, dovuta alla presenza di umidità nel-
l'aria esterna, e di conseguenza una riduzione del rendimento dello scambio termico (il ghiaccio è isolante). Per disciogliere lo strato di ghiaccio la valvola reversibile inverte il ciclo e la ventola dell'evaporatore esterno si ferma, in modo da ridurre l'energia termica necessaria per lo sbrinamento. Ovviamente, mentre la macchina è in questa fase, il radiatore interno raffredda l'aria dell'edificio e quindi vi è la necessità di riscaldarla prima di immetterla in circolo. Vi sono due metodi per stabilire quando effettuare lo sbrinamento: con un sensore di temperatura esterno e un timer che inverte il ciclo ogni tot minuti, oppure con un sistema di controllo più raffinato, che monitora il flusso d'aria, la pressione del refrigerante, la temperatura dell'aria. Il secondo metodo, seppur più caro, è preferibile in quanto evita sbrinamenti non necessari e quindi migliora il rendimento della macchina. Anche se la pompa di calore può fornire tutto il calore
necessario ad un edificio, non è conveniente quando i carichi per il riscaldamento sono molto maggiori di quelli per il raffreddamento: la pompa, dimensionata per la stagione invernale, d'estate opererebbe in maniera intermittente, con minore rendimento e minore capacità di deumidificazione. Il costo di installazione può essere fino a 2 volte maggiore di quello di una caldaia tradizionale e dovrebbe essere recuperato, grazie ai risparmi energetici, in un tempo attorno ai 5 anni per essere economicamente attraente. (fonte Qualenergia - Vikipedia)
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OBIETTIVI DEL CORSO Fornire informazioni su come: effettuare un sopralluogo tecnico, verificare la fattibilita' tecnica, redigere un progetto esecutivo, seguire l'iter autorizzativo con gli Enti locali, gestire il rapporto con Enel per l'ottenimento della connessione alla rete e condurre la direzione lavori in cantiere.
DESTINATARI Rivolto a Geometri, Architetti, Periti Industriali, Ingegneri che vogliono lavorare con professionalita' ed aggiornamento continuo nel settore fotovoltaico.
METODOLOGIA DIDATTICA Il corso ha un taglio pratico. La didattica sara' attiva e tesa al coinvolgimento dei partecipanti al fine di facilitarne l'apprendimento. Avranno luogo esercitazioni d'aula, presentazioni video, presa visione di planimetrie, lavori progettuali e discussione di casi pratici.
ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE A fine corso, verrà rilasciato un attestato di partecipazione dal titolo "ENERGIA RINNOVABILE DA FONTE SOLARE FOTOVOLTAICA"
PROGRAMMA Prima Giornata (Durata 8 ore) - Dalle 9.00 alle 18.30 con pausa pranzo dalle 13.00 alle 14.30 Presentazione Energia Italia.-Conto energia e GSE-Conduzione di un sopralluogo e analisi di fattibilita' tecnica. Analisi di data sheet di moduli, inverter e protezioni di interfaccia.-Criteri di progettazione elettrica degli impianti nelle configurazioni varie-Iter autorizzativo e connessione alla rete elettrica-Tipologie d'impianti: fissi, ad inseguimento-La manutenzione degli impianti: ordinaria e straordinaria-Caratteristiche dei componenti, prestazioni e garanzie-Effetto degli ombreggiamenti parziali.-Protezione degli impianti FV dalle sovracorrenti lato DC e dalle scariche atmosferiche.-Modalita' di allacciamento alla rete elettrica Enel e cabine di trasformazione. Seconda Giornata (8 ore) - Dalle 9.00 alle 18.30 Strumenti di misurazione e verifiche tecnico-funzionali-Attivita' di Collaudo impianti-Il sistema di monitoraggio e controllo a distanza-Direzione lavori-Sicurezza in cantiere: DPI, POS e Piano di coordinamento ect.-Come collaborare con Energia Italia, iter autorizzativi e attivita' progettuali Terza Giornata (4 ore) - Dalle 9.00 alle 13.00 Visita presso un impianto fotovoltaico in esercizio.
SEDE DEL CORSO Sicilia - Punto Commerciale Energia Italia - Via Caracci 1, angolo Via Pausania, Castelvetrano (TP)
Per qualsiasi ulteriore informazione gli uffici di Energia Italia sono a vostra disposizione tramite tel. 0924.45066, mail amministrazione@energiaitalia.info o fax 0924.072007
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LE LUCI A LED NUOVA FRONTIERA DEL RISPARMIO ENERGETICO Il costo della bolletta elettrica, in Italia, rappresenta uno dei capitoli di spesa più importanti per le famiglie e le aziende. In questo Paese è difficile formulare delle previsioni sui costi futuri dell’energia elettrica, perché vi sono stati anni in cui l’aumento ha sfiorato il 15% ed altri anni in cui è rimasto contenuto intorno al 5%. Un dato è comunque certo: in Italia l’energia elettrica costa molto più che nella maggior parte degli altri Paesi europei. Per questo motivo è urgente affrontare il problema in tempi rapidi, riducendo i consumi e facendo un maggiore ricorso alle energie rinnovabili. COSA SONO I LED Il Led è un componente elettronico che, al passaggio di una minima corrente, emette una luce priva di infrarossi ed ultravioletti, accendendosi immediatamente. La tecnologia LED (Light-Emitting Diodes) rappresenta l'evoluzione dell' illuminazione allo stato solido, in cui la generazione della luce è ottenuta mediante semiconduttori anziché utilizzando un filamento o un gas. L'illuminazione LED è più efficiente dal punto di vista energetico, ha una durata maggiore ed è più sostenibile. Inoltre consente innovative e creative soluzioni di utilizzo che integrano la luce nelle nostre case, nelle automobili, nei negozi e nelle città. I LED sono destinati, nel tempo, a sostituire le lampade tradizionali ad
incandescenza e le lampade a fluorescenza. RISPARMIO ENERGETICO Grazie all'elevato illuminamento caratteristico delle lampade e lampadine a led, è possibile sostituire con esse anche le lampade fluorescenti (compatte o al neon) con equivalenti a led che consumano molta meno energia, cioè di potenza (in watt) decisamente inferiore, conseguendo un rilevante risparmio economico. Ad esempio, è possibile sostituire una normale lampada al neon da 40 W (del tipo T8 da 26 mm di diametro e 120 cm di lunghezza) con un "tubo a led" (composto da quasi 300 piccoli led) che consuma non più di 17 W. In tal caso, ipotizzando un costo dell'energia elettrica di 0,25 €/kWh e un uso medio di 8 ore al giorno, il consumo annuo con le due diverse lampade sarebbe, rispettivamente, di 116,80 kWh e di 49,64 kWh. Pertanto, il risparmio annuo nell'usare la lampada a led al posto di quella fluorescente al neon
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SE 41 SE BOLLETTA FELICE sarebbe di 67,16 kWh, e dunque di € 16,79 per ciascuna lampada del tipo indicato. DURATA I LED mantengono il 70% dell’emissione luminosa iniziale ancora dopo 50.000 ore, secondo gli standard EN50107. Con ciò non è detto che bisogna necessariamente sostituirli dopo tale periodo, se tale riduzione non crea eccessivi fastidi si possono tranquillamente utilizzare fino alla completa perdita di luminosità, stimata in 100.000 ore. Confrontando la durata dei led rispetto alle lampade tradizionali e ipotizzando un funzionamento medio di 6 ore al giorno, notiamo che: - la vita media di una lampadina a incandescenza è di circa 1000/1500 ore (250 giorni) - la vita media di una lampada a scarica (neon) è di 4.000 ore circa (666 giorni) - la vita media di una lampada fluorescente (basso consumo) è di 6.000 ore (1.000 giorni) - la vita media di una lampada a led è di 50.000 ore (8.333 giorni) ALTA EFFICIENZA LUMINOSA L'efficienza luminosa di una sorgente di luce è il rapporto tra il flusso luminoso e la potenza in ingresso. La dimensione è espressa in lumen/watt. Il flusso luminoso è definito in base alla percezione soggettiva dell'occhio umano medio e corrisponde ad una particolare curva all'interno dello spettro della luce visibile. Una lampadina emette radiazioni anche al di fuori della banda visibile, in genere nell'infrarosso e nell'ultravioletto, che non contribuiscono alla sensazione di luminosità, semmai recano danni alla vista. Una lampada ha una maggiore efficienza luminosa quanto più è in grado di emettere uno spettro adatto alla percezione umana. Attualmente i led hanno un efficienza luminosa fino a 120 lm/W, rispetto ai: - 13 lm/W per le lampade ad incandescenza - 16 lm/W per le alogene - 50 lm/W per le fluorescenti. NON CONTIENE SOSTANZE PERICOLOSE Il led contiene polvere di silicio, non contiene gas nocivi alla salute e non ha sostanze tossiche, a differenza delle fluorescenti e delle lampade a scarica (alogenuri metallici e vapori di sodio). Totale assenza di inquinamento luminoso; il led brilla, ma non satura l'ambiente. Zero sono le emissioni di raggi U.V. che in via generale sono dannosi per l’uomo dopo lunghe esposizioni nel tempo. Zero sono anche le emissioni di raggi I.R., dannosi per gli occhi per esposizioni dirette. Tali
emissioni sono molto dannose anche per il commercio del tessile e del pellame, materiali questi molto sensibili ai raggi U.V. Perdita di brillantezza dei colori e sclerotizzazione dei materiali, in particolare quelli naturali e quindi più pregiati, sono spesso l'inevitabile conseguenza di una lunga esposizione alla luce artificiale: un motivo in più per utilizzare i Led nell'illuminazione dei locali commerciali. NON EMETTONO LUCE CALDA I LED generano calore, ma lo trattengono al loro interno, difatti l' involucro è in grado di controllare il calore generato e di smaltirlo verso dissipatori esterni. La potenza usata viene così impiegata al meglio per l'illuminazione, ottimizzando l'efficienza. La temperatura media raramente è superiore a 50°. I led possono quindi essere installati a contatto con legno, plastica, e tutti quei materiali che temono l'eccessivo calore. Notevole può rivelarsi il risparmio nel climatizzare un ambiente molto illuminato: infatti una lampada ad incandescenza o alogena produce una notevole quantità di calore disperso nell' ambiente e normalmente, quando si eseguono dei calcoli per la progettazione di un impianto di climatizzazione, viene considerata come una fonte di calore da abbattere di circa 75 W. L'equivalente fonte di luce, ma a LED, viene valutata con margine ridondante a circa 15 W.
ASSENZA DI MANUTENZIONE I costi di manutenzione degli apparati di illuminazione a LED sono stimati nell’ordine di un centesimo rispetto agli impianti al sodio attualmente in uso, quindi praticamente nulli. COMPATIBILITA' CON TUTTI GLI ATTACCHI Le tipologie di led in commercio sono compatibili con dimensioni / attacchi / tensioni di alimentazione esistenti: basta svitare ed avvitare, sfilare ed infilare al posto delle altre lampade. Salvo che per le plafoniere al neon, ove è necessario disattivare lo starter.
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alcuni esempi di applicazioni con luci a led
In alto a sinistra, una plafoniera per uďŹƒcio super piatta. A destra, in alto una plafoniera industriale e in basso giochi di illuminazione stradale. Qui sotto, un campo di calcetto.
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IL CASO DI UN CENTRO COMMERCIALE
L’ipotesi è quella di convertire in luci a led le parti comuni e il garage sotterraneo di un noto centro commerciale in Lombardia.
SUDDIVISIONE DEI SITI Il sopralluogo è stato effettuato sulle seguenti porzioni di fabbricato: 1. Garage – Piani da 01 a 03 2. Rampe di salita e discesa 3. Scale di accesso e di emergenza interne ed esterne. 4. Vani tecnici 5. Scarico merci 6. Zone di filtro 7. Vani ascensori 8. Corridoi di passaggio 9. Parti comuni al piano terra e primo piano 10. Ristorante 11. Terrazzo
LAMPADE DA SOSTITUIRE A. N. 1.964 tubi da 58 watt con altrettanti tubi led da 24 watt
B. N. 928 tubi da 36 watt con altrettanti tubi led da 12 watt C. N. 884 lampade da 26 watt altrettante lampade da 12 watt D. N. 300 tubi da 58 watt con ml. 850 di nastro led (72 watt/5 ml) Qui sotto riportiamo un business plan che ha dimostrato al cliente il reale risparmio dell’operazione e l’utilità dell’investimento preventivato. C’è da tenere presente che le luci in esame restano accese 24 ore su 24. Nella prima colonna trovate i dati relativi alla attuale illuminazione e ai led, ove si evince immediatamente la differenza di potenza impegnata e la lunga durata della nuova illuminazione, considerando che si tratta di un calcolo effettuato su un lavoro di 22 ore giornaliere su 365 giorni annui. Nella seconda colonna sono evidenziati sia i costi dell’intervento di sostituzione, sia i costi attualmente sostenuti per la manutenzione annua delle luci tradizionali. Nella terza colonna è evidenziato l’impegno del finanziamento bancario. Nella quarta colonna sono riportati gli utili di esercizio, differenziati in risparmio annuo sul costo della bolletta, in liquidità netta restante nei primi tre anni (durata del finanziamento bancario) pagata la rata, e in utile netto al termine della garanzia di durata dei led (50.000 ore), anche se invero i led possono durare molto di più, quasi il doppio. Nell’ultima casella è infine riportato il risparmio per la mancata manutenzione, valore che va aggiunto al “totale utile durata led”.
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luci di strada
COMUNI SMART GRAZIE AI LED L’esempio virtuoso di San Martino Lupari Il comune di San Martino di Lupari, provincia di Padova, ha ultimato i lavori di attivazione dell'illuminazione pubblica al Led a Borghetto. Un'opera importante per la cittadinanza che ben risponde alle esigenze del risparmio energetico e della sicurezza ciclo-pedonale e pubblica, riqualificando il centro della frazione. Una quarantina di nuovi dispositivi sono stati installati e sono già entrati in funzione. L'intervento si pone a completamento della pista ciclabile che collega Borghetto a Santa Giustina in Colle, le lampade al Led (acronimo di Light Emitting Diode ovvero Diodo a emissione luminosa) hanno così soppiantato e sostituito le dispendiose lampade a mercurio della vecchia linea, con notevole risparmio. Tra le novità di maggior rilievo anche un sistema di dimerazione che si attiva automaticamente con un regolatore elettronico e che, dopo una cert'ora, riduce di un ulteriore 30% il consumo energetico già basso dell'intero impianto. Il rinnovamento dell'illuminazione pubblica ha poi permesso di rifare i quadri su 3 linee
preesistenti. Inoltre i nuovi corpi illuminanti sono stati forniti dei dispositivi supplementari per l'installazione delle luminarie natalizie con linea separata. Come spiega il sindaco, Gerry Boratto: “Ora anche la frazione di Borghetto gode di un'illuminazione adeguata ed efficiente che indubbiamente migliora la sicurezza stradale e agevola il traffico degli utenti deboli (pedoni, ciclisti, ecc...); inoltre insieme alla parrocchia stiamo ragionando per fare un intervento che migliori la viabilità ciclo-pedonale nei pressi della chiesa. Ottimizzare i consumi attraverso tecnologie innovative e di ultima generazione quale il Led, con un notevole risparmio per le casse comunali e per le tasche dei cittadini, è uno degli obiettivi dell'Amministrazione Comunale. Procederemo infatti a breve con il rifacimento di tutta la linea dell'illuminazione pubblica su altre 4 arterie stradali”. (fonte Padova Oggi)
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per raggiungere il suo prestigioso obiettivo entro il 2020, la città della Mole invita progettisti e imprese
La sostenibilità è il motore dello sviluppo della Torino di domani. Innovazione, reti, comunicazione, mobilità come strumenti del cambiamento e, insieme, un nuovo modo di fare economia, cultura e benessere diffuso. Dopo l’approvazione, nel settembre 2010, del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile previsto dal Patto dei Sindaci (TAPE - Turin Action Plan for Energy), Torino affronta ora una nuova sfida europea: esseere a pieno titolo una Smart City. Con l’iniziativa Smart Cities, la Commissione Europea sostiene le città che si impegnano a incrementare l’efficienza energetica dei propri edifici, delle reti ener-
getiche e dei sistemi di trasporto in modo tale da ridurre, entro il 2020, del 40% le proprie emissioni di gas serra. Secondo l’accezione della Commissione Europea “Smart City” significa Smart economy, Smart people, Smart governance, Smart mobility, Smart environment, Smart living. In questo contesto Torino deve pertanto muoversi, lavorando in stretta sinergia con i soggetti pubblici e privati che operano sul territorio, su una piattaforma progettuale, un insieme di azioni che mirino a rendere Torino “città intelligente” in grado di produrre alta tecnologia, ridurre i consumi energetici degli edifici, promuovere trasporti puliti e migliorare in generale la qualità della vita dei suoi abitanti all'insegna delle basse emissioni di anidride carbonica. Il percorso che porterà Torino a diventare una città intelligente si inserisce nel più generale programma di Europa 2020, disegnando una città che possa crescere e ri-organizzarsi attorno agli obiettivi strategici dell’amministrazione. Ben 51 sono le azioni da attuare, ed in parte già attivate, volte a favorire il risparmio energetico, incrementare l’efficienza energetica ed il ricorso a fonti energetiche rinnovabili: ma per Torino il TAPE significherà anche minore spesa, stimata al 2020 in un
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Torino intende divenire una “città intelligente” e si sta preparando per affrontare la sfida dell’iniziativa comunitaria “Smart City” anche attraverso la ridefinizione della propria struttura amministrativa con la costituzione della “Fondazione Torino Smart City per lo Sviluppo Sostenibile”, un modello integrato e flessibile di finanziamento e gestione delle progettualità che accompagneranno il percorso strategico della Città. Si è inoltre completata la costruzione di una vera e propria Piattaforma per Torino Smart City che, partendo dalle esperienze e dalle indicazioni che emergono dal TAPE, intende potenziare, collegare, implementare, sviluppare le linee di intervento del un nuovo piano strategico. La piattaforma progettuale è in primo luogo una MARIO SECHI collezione di temi di scala metropolitana da affrontare. In secondo luogo costituirà l’ambiente della co-progettazione di soluzioni e di idee per arrivare assieme agli operatori economici, sociali, culturali a definire un nuovo modello. Un modello inclusivo che riscriva le regole di ingaggio tra sistema pubblico e privato, che preveda una nuova strumentazione finanziaria, che introduca l’innovazione nella pub-
blica amministrazione, che veda nuove procedure di procurement, azioni di semplificazione e trasparenza, di regolamentazione, su cui la pubblica amministrazione sappia formulare promesse credibili nel medio periodo. La stessa piattaforma è anche lo strumento di integrazione che deve garantire natura sistemica al progetto, una grande architrave informativa finalizzata ad integrare e gestire dati, sia al fine di innovare i servizi pubblici e abilitarne di nuovi, sia al fine di rendere gli stessi dati disponibili, in modalità aperta, ad una nuova imprenditorialità brillante. Ad oggi oltre 60 soggetti (aziende partecipate, aziende private, poli di formazione, atenei torinesi, associazioni di categoria, sistema bancario, fondazioni) hanno sottoscritto la Dichiarazione di Interesse e presentato idee progettuali. Il campo è aperto ad ulteriori esprienze e proposte. Dice mario Sechi, responsabile della pianficazione
strategica della Fondazione Torino Smart City: “Vogliamo che la nostra città faccia il gran balzo verso una tecnologia moderna e intelligente, soprattutto in prospettiva degli obiettivi che vogliamo raggiungere entro il 2020. Purtroppo i tempi non ci consentono di avventurarci in bandi per i quali non esiste una congrua copertura economica. Per questo motivo siamo ad accogliere proposte di coloro che vogliono aiutarci nel progetto di Smart City, individuando - non vi è dubbio - le loro convenienze imprenditoriali, in modo che coincidano con gli interessi della città”.
Per maggiori informazioni Comune di Torino Settore Tutela Ambiente via Padova, 29 – 10152 Torino tel. 011-4426225/0114420195/011- 4426566/0114426023
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Date di uscita per l’anno 2013 Release dates for the year 2013 10/12/12 10/01/13 11/03/13 11/05/13 11/09/13 11/11/13
25/01/13 26/03/13 26/05/13 26/09/13 26/11/13
11/02/13 11/04/13 11/06/13 11/10/13 11/12/13
26/02/13 26/04/13 26/06/13 26/10/13
LISTINO PER PAGINA Listino 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Euro
uscite uscite uscite uscite uscite uscite uscite uscite uscite uscite
450,00 900,00 1.350,00 1.800,00 2.250,00 2.700,00 3.150,00 3.600,00 4.050,00 4.500,00
Sconto 15% 20% 25% 30% 35% 39% 42% 45% 48% 50%
Detrazione Imponibile 67,50 180,00 337,50 540,00 787,50 1.053,00 1.323,00 1.620,00 1.944,00 2.250,00
382,50 720,00 1.012,50 1.260,00 1.462,50 1.647,00 1.827,00 1.980,00 2.106,00 2.250,00
IVA 21% 21% 21% 21% 21% 21% 21% 21% 21% 21%
FATTURA 462,83 871,20 1.225,13 1.524,60 1.769,63 1.992,87 2.210,67 2.395,80 2.548,26 2.722,50
PRICE PER PAGES Prices 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
editions editions editions editions editions editions editions editions editions editions
Dollars 587,70 1.175,40 1.763,10 2.350,80 2.938,50 3.526,20 4.113,90 4.701,60 5.289,30 5.877,00
Discount Abatement 15% 20% 25% 30% 35% 39% 42% 45% 48% 50%
88,16 235,08 440,78 705,24 1.028,48 1.375,22 1.727,84 2.115,72 2.538,86 2.938,50
Invoice 499,55 940,32 1.322,33 1.645,56 1.910,03 2.150,98 2.386,06 2.585,88 2.750,44 2.938,50
PROGEMA S.R.L. Via De Amicis 2-21020 Varano Borghi VA (Italy) Cell. +39 331 8118840-Segreteria - Tel. +39 02 9374175-Uff. Operativo - Tel. +39 0332 948.948 Fax +39 02 700537124-Skype Name: lorenzolovecchio www.impiantipannellisolari.eu - www.progemaled.it - www.progemaenergia.it info@progemaled.it - progema@impiantipannellisolari.eu - se@progemaenergia.it
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Project management: pv plants led lights energy saving ________________________________________ PROGEMA Srl – Via De Amicis 2 – 21020 Varano Borghi VA (Italy) Tel.: +39 02 9374175 – +39 0332 948.948 – Fax: +39 02 700537124 – Cell.: +39 331 8118840 internet sites: www.impiantipannellisolari.eu - www.progemaled.it email: progema@impiantipannellisolari.eu - info@progemaled.it ________________________________________
Progema Ltd., although recently established, has been on the market for over ten years in the project management. Back in the 90s dealt with the current team core of renewable energy and energy conservation in the project called Blue Line. On 2005, in collaboration with professional firms specializing in engineering, has developed the brand Ecoplanet for the construction of photovoltaic projects advanced public and private business. The technical expertise and financial capacity taken at that time have since given birth to Progema Ltd. The increasing business and complexity of the projects were invited to go on a road of new investment and capacity certified by ENEA (National Agency for Energy and the Environment). Progema, which maintains partnerships with academics and leading European companies in the production of solar panels, inverters and industrial systems, also with reference to the integrated energy-saving solutions, like led lights. Progema recently collaborated with the Italian Institute for Foreign Trade in China, Japan and Arab Emirates missions.