PROGETTI E ARREDO FIORELLA BEGLIUTTI DESIGNER
LA CASA DI CAMPAGNA 1995
PROGETTI E ARREDO FIORELLA BEGLIUTTI DESIGNER
LA CASA DI CAMPAGNA 1995
Incastonata nel verde che sonnecchia specchiandosi sulle acque limpide del lago d’Idro, un edificio agricolo è stato convertito in accogliente residenza. Un edificio che trasuda storia e racconta tradizioni ormai dimenticate. Abitare spazi che tengono il respiro passato, per consapevole intervento e volontà dei nuovi, nutre la sensibilità per la materia, educa il rispetto ai tesori da conservare, restaurare e riusare. L’ingresso avviene attraverso un antico portone in legno a due battenti incastonato in un arcuato portale in granito martellinato.
Oculata la scelta dei materiali, in armonia con il paesaggio circostante e con l’imponente facciata in pietra locale, semplicemente ricostruita nella sua grezza autenticità . Fuori i prospetti non hanno fronzoli. Il giardino si stende immediato sui quattro lati, completato da un gazebo con salottino in ferro battuto e da camminamenti in cotto.
Alzate lo sguardo al soffitto, alle travature a vista che inondano di calore la casa e riportatelo al suolo, al pavimento in cotto antico, ai tappeti colorati che lo scaldano, e troverete un’assonanza originale ed estremamente personale. Si sale attraverso un vano scala che si accende in una tonalità che dal rosa arriva al vinaccia. Eccoci nella zona living. Una libreria realizzata su misura con uno stile abbastanza atipico con schienale in legnetti sottili che tendono allo stile etnico danno il benvenuto.
Al piano primo, da cui si gode a piena altezza il tetto spiovente di travi, troviamo il soggiorno che ha la sobrietà di un abbraccio sincero, cordiale e non esagerato. Libreria verniciata a mano color bianco, legno scuro, pavimento in cotto e tessuti sono dosati il giusto da mani sagge. Al centro della libreria, realizzata su misura, trova la giusta collocazione lo scrittoio recuperato nella sua autenticità datata. Nella testa sensazioni si compongono rapide e sbuca l’immagine di un’attitudine a vivere all’aria aperta, fra arredi comodi come uno scialle se scende il fresco d’estate. Alle pareti opere d’arte e cornici.
Il tempo è nascosto nel focolore che ha un grande impatto scenico. Sollevato da terra ha fattezza rustica e agreste. La cappa parte in rame fiammante. Acquista poi matericità salendo verso l’alto, quando diviene muratura a tutti gli effetti.
Nella zona pranzo, sopra alla tavola allestita con porcellane dei giorni di festa, c’è un lampadario a binario con pendenti in cristallo. Sull’angolo destro una madia angolare: un mobile essenziale e svelto, in legno scuro e con anta bugnata. Poco piÚ avanti, la vecchia stufa in cotto, il simbolo della vita in cucina.
Una nicchia nel muro diventa scaffalatura per riporre i vecchi contenitori in porcellana, contenenti spezie, erbe e profumi di un tempo.
L’arte non manca mai, nemmeno nella zona pranzo. Un’opera pittorica trova posto accanto alla madia angolare.
Una cucina genuina nell’arredo e nelle pietanze: riporta alle merende delle favole, a biscotti fatti in casa e alzate in vetro, da mangiare prima con gli occhi e poi con la bocca: apri il barattolo e senti il profumo dei biscotti al limone. Una festa dei sensi! Una cucina d’altri tempi. L’angolo cottura è composto da una base a elle, con parti in muratura e top in legno e marmo. Le ante sono tinteggiate a mano con toni tenui dell’azzurro.
In questa cucina si respira un’aria di campagna con un tocco quasi provenzale conferito dall’alzatina in piastrelle in cotto fiorentino smaltate e dipinte a mano. I vari utensili da cucina trovano posto sulle mensole in legno e sulla cornice superiore in cotto. La cappa sembra scomparire per lasciare libera la scena all’oggettistica, alle piastrelle vivaci e al rigoroso lavandino in marmo ad una vasca.
Quon viris; nos in teria? Les eo vil hin popte ina, nere dit; noverum videm iam. Loctam contimultor unum horum int. At re nondem telint in hos audeoratore fac re qui stilici vilium nos vites mei propos, neme cientes senatilicaur la re di, que cor que estrum tam inculest querdit, simil hi, elicaud eludam licae conesilium nocciis. Acibulv ividi, consus, Catoris. Catio prid comnihina, terit, coticie ntemenis ia noctume ntendiem scemorte aris se audacta lessentis. Verni primena, cupiculius, sent, cat, quam aceriam Romness endiussenam sedies furnum que tudente tabit prore aucienditam tus C. Imisquem in acrei perferc eperore consus cricaes erripte crudac restrac ivilibu sperem praes vigita poptis et; halestra? Cae ignatum. Iquidea viris? Ahaedes simpri pontius coraequi te quam nius, sinvent isquam occhus sti is, co consulv ivivis poporte publicerte te ta consum publi ponimmoves nitus? An terra, P. Romnonl.
Il bagno è ampio e discreto, diviso in due locali: da una parte il lavandino e il mobile fatto a mano, dall’altra parte i sanitari con attacco a terra e la doccia. La divisione è affidata ad una porta scorrevole con ante in vetro satinato.
Il bagno è ampio e discreto, diviso in due locali: da una parte il lavandino e il mobile realizzato su minura, dall’altra parte i sanitari con attacco a terra e la doccia. La divisione è affidata ad una porta scorrevole con ante in vetro satinato.
Il lavandino in pietra è un pezzo recuperato di grande valore estetico, accentuato dalla controparete posteriore in mattoni pieni, da rubinetto a parete e dallo specchio con importante cornice dorata superiore. La pavimentazione è sempre realizzata in cotto vecchio e, come mostra la fotografia, pezzi d’arte continuano a caratterizzare la casa.
Un mobile realizzato su misura, dipinto e intarsiato a mano con decoro floreale è posto frontalmente al lavandino.
LA CASA DI CAMPAGNA 1995
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photo: mattia toselli - graphic design: elena dalia - testi: marcella bacchetti