8 minute read

ZMS

ZAMBELLO Monitoring System

Mario Maggiani, oggi direttore di Amaplast, vanta un’esperienza quasi trentennale nell’associazione italiana dei costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma.

Tanti, e tutti attuali e interessanti, i temi trattati dal direttore responsabile della nostra rivista, qui intervistato nella sua veste di direttore di Amaplast, l’associazione dei costruttori italiani di macchine e stampi per plastica e gomma. Al giro di boa di un anno importante per la sua attività su ogni fronte.

Direttore responsabile della nostra rivista, Mario Maggiani è anche direttore di Amaplast, l’associazione che raggruppa i costruttori italiani di macchine e stampi per la lavorazione di materie plastiche e gomma, e, da circa tre anni, anche di Acimac e Ucima, le associazioni che rappresentano i costruttori di macchine per ceramica, la prima, e per imballaggio, la seconda. Un insieme di cariche, questo, che gli permette di avere uno sguardo a tutto tondo e il polso della situazione di un’ampia fetta del comparto della meccanica strumentale, oggi uno dei principali traini dell’economia italiana. Giunti al giro di boa di un anno importante come il 2023, in cui i soci Amaplast eleggeranno un nuovo presidente, per la scadenza naturale del mandato di quello in carica, e in cui, dopo cinque anni dall’ultima edizione a causa del rinvio imposto dalla pandemia, tornerà la fiera Plast, organizzata da Promaplast, la società di gestione di Amaplast stessa, ci è parso interessante ascoltare la sua voce, su, ci venga concessa l’espressione, tutta questa e molta altra ancora carne al fuoco, come sostenibilità, economia, vita associativa. Ne è emerso un quadro colorato dai temi più diversi, i cui variegati spunti di interesse, espressi in maniera approfondita e dettagliata, crediamo possano soddisfare molti palati.

Iniziamo dalla fine, per così dire. Il consuntivo 2022 dei costruttori italiani di macchine e stampi per materie plastiche e gomma ha dato esiti ben oltre le aspettative. Qual è lo stato di salute del settore rappresentato da Amaplast?

“Il 2022 è stato un ottimo anno per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma, come raccontano anche i numeri: il fatturato del settore ha raggiunto 4.670 milioni di euro, con un incremento del 4,9% rispetto al 2021. Un risultato assolutamente positivo e secondo migliore di sempre, rispetto al massimo fatturato raggiunto pari a 4.750 milioni di euro. Fra l’altro, se esaminiamo i dati relativi ai soli soci Amaplast e non all’intero settore, il fatturato 2022 è cresciuto del 9,4%, un risultato veramente eccezionale, anche a fronte delle difficolta affrontate dal comparto lo scorso anno: archiviata la pandemia, c’è stato il blocco delle esportazioni in Russia dovuto alla guerra con l’Ucraina, con un danno rilevante per il nostro Paese, nella fattispecie per i costruttori italiani di macchine. Inoltre, non dobbiamo dimenticare la carenza di materie prime e di componentistica elettronica, nonché l’incremento dei costi energetici: pur non essendo le nostre aziende particolarmente energivore, anche quelle che non lo avevano già fatto, si sono dotate di pannelli solari. Anche l’export ha registrato una crescita significativa nel 2022 rispetto al 2021, pari all’8,7%. In questo quadro bene l’Europa (+8%), il continente americano (+12%), trainato soprattutto dal Sud America, e l’Asia (+9%). Contrastanti invece i segnali dal continente africano, dove, se i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno registrato un rallentamento a doppia cifra, quelli dell’area subsahariana hanno aumentato le proprie importazio- ni dello stesso ordine di grandezza. In sintesi, era impossibile immaginare risultati migliori di questi”.

“Il 2022 è stato un ottimo anno per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma, come raccontano anche i numeri: il fatturato del settore ha raggiunto 4.670 milioni di euro, con un incremento del 4,9% rispetto al 2021. Un risultato assolutamente positivo e secondo migliore di sempre”, ha riferito con soddisfazione Mario Maggiani.

Sulla scia della fine del 2022 come è iniziato il 2023 e che risultati si possono prevedere da qui alla fine dell’anno, sempre che di questi tempi le previsioni abbiano ancora senso?

“Partiamo dall’ultimo quesito. A mio giudizio, quantomeno nel breve termine, si possono fare previsioni sull’andamento del mercato. Detto questo, siamo ormai abituati ad affrontare inaspettati cigni neri, come si chiamano oggi, in grado di sconvolgere completamente il mercato e qualsiasi previsione. Fatta questa premessa, i costruttori di macchine sul finire del 2022 erano particolarmente preoccupati per il 2023. I primi tre mesi dell’anno però sono stati positivi e hanno di fatto consentito di chiudere il programma produttivo per tutto il 2023. A partire da aprile si è registrata una serie di contrazioni, anche significative, degli ordini. Per vero questo era già accaduto in Germania, dove i costruttori di macchine già nel primo trimestre avevano registrato un decremento degli ordini nell’ordine del 40%, valore decisamente significativo. In sintesi, direi che il 2023 si chiuderà positivamente, in linea con il 2022. Il problema dell’andamento del mercato e di possibili contrazioni anche rilevanti è rimandato al 2024.

Ritengo che occorra aspettare ancora qualche mese per avere idee più chiare. Certo è che il conflitto russo-ucraino resterà un’incognita temo ancora per molti mesi. Gli approvvigionamenti di componentistica, soprattutto elettronica, invece, sembra stiano migliorando ed entro la fine dell’anno dovrebbero tornare a livelli ragionevoli. In merito agli approvvigionamenti di componentistica, la nostra associazione tiene rapporti a cadenza trimestrale con tutti i principali fornitori, per monitorare la situazione e tenere informati tutti gli associati”.

Amaplast

“Ritengo che i temi di natura ambientale nei prossimi anni siano destinati a condizionare il nostro mercato e quello dei prodotti realizzati con le nostre macchine, a partire dal packaging. In periodo di Covid, quando qualcuno pensava che l’attacco alla plastica sarebbe cessato, grazie al suo largo utilizzo per garantire prodotti igienici non contaminati, io ho sempre ritenuto che fosse una considerazione sbagliata. Il tema ambientale non può passare così semplicemente, ma, soprattutto, è un tema su cui i giovani pongono molta attenzione. In questi ultimi mesi, mi è capitato di vedere vari studi basati su interviste ai giovani in cui appare del tutto chiaro come essi abbiano una grande sensibilità sul tema ambientale. A titolo esemplificativo, se le passate generazioni non leggevano le etichette dei prodotti, oggi i giovani tendono a informarsi con puntualità e precisione per comprendere se il prodotto è realizzato con materiale riciclato o polimeri biodegradabili e compostabili e se è riciclabile. Dirò di più, da diversi di tali studi emerge che le nuove generazioni sono disposte a pagare anche qualche cosa in più pur di acquistare un prodotto sostenibile a partire dal suo imballaggio. Questa premessa per dire che è doveroso per un’associazione come Amaplast aiutare le proprie aziende ad affrontare il tema della sostenibilità a partire da bilancio di sostenibilità e calcolo dell’impronta di carbonio. Ma questi sono solo due degli ambiti che la nostra area ambiente è in grado di supportare. Ve ne sono e ve ne saranno altri in prospettiva futura. Ci tengo a sottolineare che la tecnologia e, quindi, i costruttori di macchine giocano un ruolo fondamentale in questa fase di forte cambiamento. Già in passato abbiamo dimostrato come grazie alle nostre tecnologie sia possibile, a parità di prodotto con le stesse caratteristiche, utilizzare meno materie plastiche: pensiamo, per esempio, agli spessori dei tappi o delle bottiglie in PET. Le nostre macchine sono ormai preparate a utilizzare miscele di materiale vergine e riciclato così come polimeri biodegradabili e compostabili. Credo che il futuro sia baserà su un modello sempre più sostenibile. Ciò detto, ritengo però che le decisioni inerenti alla plastica e agli imballaggi non dovrebbero essere prese in base alla pancia della gente, ma essere sostenute da studi scientifici definiti, per una corretta impostazione delle normative. Da questo punto di vista l’approccio LCA (Life Cycle Assessment) diventa fondamentale per comprendere che tipo di impatto abbia un prodotto. La sostenibilità non va intesa solo come ambientale, bensì anche come economica e sociale. Il tema è ovviamente vastissimo e richiederebbe di essere approfondito, ma vorrei sottolineare ancora una volta come il settore dei costruttori di macchine per plastica e gomma sia assolutamente favorevole a un miglioramento delle condizioni ambientali e, quindi, dei prodotti realizzati con le proprie tecnologie e intende giocare un ruolo fondamentale per raggiungere questo obiettivo”.

Il 2023 segna il ritorno di Plast nel panorama fieristico internazionale, dopo cinque anni di assenza dovuti alla pandemia. L’appuntamento è a Fiera Milano dal 5 all’8 settembre.

Amaplast da tre anni circa opera in sinergia con Acimac e Ucima, le associazioni dei costruttori di macchine per ceramica e per imballaggio, integrando le rispettive competenze e offrendo ai rispettivi associati un catalogo di servizi migliore e più ampio: tra i più recenti rientra la redazione del bilancio di sostenibilità e il calcolo dell’impronta del carbonio delle aziende.

Il Covid, come spiega Mario Maggiani, ha cambiato il paradigma fieristico a livello internazionale, imponendo agli operatori di tutti i comparti una riprogrammazione e un ripensamento di manifestazioni ed eventi.

Da circa tre anni è stata avviata la collaborazione con le associazioni Acimac e Ucima. Come sta procedendo questa sinergia e quali sono gli effetti che ne sono scaturiti finora?

“Sono passati tre anni da luglio 2020 quando è iniziata la collaborazione con le associazioni Acimac, che rappresenta i costruttori di macchine per ceramica, e Ucima, che rappresenta i costruttori di macchine per imballaggio e confezionamento.

Il primo anno è trascorso molto rapidamente ed è servito per conoscerci e prendere le misure. Oggi, pur nella indipendenza delle tre associazioni, abbiamo portato avanti un’integrazione operativa che consente a esse e ai loro associati di usufruire dei medesimi servizi.

Le sinergie hanno in primis consentito di innalzare il livello qualitativo dei servizi offerti. Il percorso non è ancora terminato sebbene siamo a buon punto, anche perché non si tratta di raggiungere un obiettivo, ma di migliorare costantemente quanto offriamo e ampliarlo con nuovi servizi. Con una battuta e in sintesi, direi che come per anni le nostre associazioni hanno spinto le proprie imprese a creare sinergie fra loro allo stesso modo mi è sembrato naturale fare la stessa cosa a livello associativo, altrimenti avremmo predicato bene ma razzolato male.

Oggi in un mercato globalizzato c’è bisogno di fare massa critica a livello associativo, soprattutto per i servizi trasversali a tutte le associazioni della meccanica strumentale. Poi ovviamente ciascuna associazione cura le aree tipicamente settoriali, anzitutto quella promozionale e le fiere. Mi auguro che anche altre associazioni possano aderire a questo progetto, creando così un modello virtuoso che anche nel sistema confindustriale è guardato con grande attenzione”.

Organizzato da Promaplast, la società di gestione di Amaplast, a settembre tornerà Plast, a distanza di cinque anni, anziché i tradizionali tre, dall’ultima edizione, dopo lo stop imposto dalla pandemia. Con che spirito e aspettative si ripresenta la più importante fiera italiana e una delle più rinomate a livello mondiale per l’industria delle materie plastiche e della gomma?

“Cinque anni sono molti, ma il marchio Plast è forte in Italia e nel mondo. Non dimentichiamo che Plast è la seconda fiera in Europa dopo il K di Düsseldorf e sarà la prima in tutta Europa nel 2023. Apro una parentesi: Greenplast 2022 è stata sicuramente una fiera che, pur essendo appena nata, è andata al di là delle più rosee aspettative e sono certo che nel 2025, grazie anche alla sinergia con The Innovation Alliance, crescerà ulteriormente. Idealmente Greenplast è servita da ponte per arrivare al Plast di quest’anno, edizione che si preannuncia positiva. Nonostante il Covid abbia cambiato le abitudini di molti espositori, l’edizione 2023 di Plast avrà all’incirca lo stesso numero di espositori di quella del 2018, di cui una significativa quota saranno nuovi. In termini di metri quadri, in questo momento (fine maggio, ndr) le iscrizioni non sono ancora chiuse e probabilmente si avrà una riduzione degli spazi poco significativa. Questo, d’altronde, è un trend di quasi tutte le fiere della meccanica strumentale in generale. A livello organizzativo gli sforzi in comunicazione, pubblicità e marketing sono stati enormi rispetto al passato: ci attendiamo un’ottima affluenza di visitatori, che ovviamente, ne siamo consci, non potrà essere quella del 2018, quando Plast si è svolto in contemporanea con Ipack-Ima, Print4All e Intralogistica, concomitanza fieristica saltata non per volontà nostra o degli organizzatori delle altre manifestazioni, ma perché i calendari fieristici con la pandemia sono stati sconvolti e fiere importanti come, per esempio, Interpack, hanno cambiato annualità. The Innovation Alliance continua, seppure con una serie di iniziative congiunte anziché con la concomitanza in presenza fisica. Il convegno di apertura di Plast si svolgerà infatti sotto l’ombrello di The Innovation Alliance proprio per dare un chiaro segnale di continuità con il passato. Oggi serve ripensare le manifestazioni fieristiche e stringere alleanze con quelle dei comparti complementari così come appunto avevamo fatto nel 2018. Il Covid ha in parte sconvolto i paradigmi fieristici che erano consolidati da anni e la sfida per il futuro è proprio quella di riuscire a interpretare e adattare le fiere alle necessità degli espositori non solo italiani ma anche internazionali”.

Accordo tra UniCredit e Amaplast-Acimac-Ucima

This article is from: