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SETTIMANALE
PICCOLO www.ilpiccologiornale.it
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Anno III • n. 15 • SABATO 16 APRILE 2016
Edizione chiusa alle ore 21
Periodico • € 0,02 copia omaggio
Non riceve alcun finanziamento pubblico
Sicurezza: fioccano gli appelli
CA’ DEL FERRO GLI SPRECHI DEL CARCERE FINISCONO SU SKY TG 24
a pagina 9
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Bordo: perché votare sì
LUTTO
di Vanni
E così anche stavolta il Consiglio di Stato ha bocciato un decreto del Governo Renzi. Dopo il conteggio dell’indennità di accompagnamento ai disabili conteggiata come reddito, stavolta è toccato al canone Rai nella bolletta elettrica: manca la definizione di apparecchio tv. In precedenza la Corte dei Conti aveva bocciato la spending review, la Corte Costituzionale aveva bocciato lo Sblocca Italia e prima ancora il blocco dell’indicizzazione delle pensioni elevate. E pensare che questi vogliono ribaltare la Costituzione. Forse il Governo potrebbe accantonare per il momento i grandi temi e iniziare dalle piccole cose. Così, tanto per imparare. In attesa di fare i decreti, inizino col fare i decretini.
CASALMAGGIORE
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Tangenziale a misura a pagina 11 di bambino
La trasgressione
Q
di Daniele Tamburini
uando ero ragazzino, trasgredire era, oltre che disubbidire alla mamma, riuscire a comprare in un bar un “boero”: il cioccolatino con dentro la ciliegia e ripieno di liquore. Lo si prelevava dall’espositore posto sul bancone del bar. Ricordo che furtivamente scartavo quella carta rossa e, finalmente, potevo gustare quel liquore, altrimenti severamente proibito per un ragazzino di dieci anni. Le prime volte soffrivo di quel piccolo senso di colpa che risiedeva non tanto nel gesto in sé, ma nella volontà di volerlo compiere. Poi, preso atto che non c’erano conseguenze, il senso di colpa svaniva. Se poi trovavo nella confezione la scritta: “hai vinto un boero”, altro che senso di colpa! ero pieno di soddisfazione. Per me, sospeso tra l’esser bambino e adolescente, l'atto ribelle e trasgressivo era forse il primo passo verso la conquista di una personalità propria, della capacità di discernere tra bene e male. Divieto e trasgressione, infatti, fanno parte da sempre di complessi apparati filosofici e morali, per non parlare dei sistemi di fede. La trasgressione, diceva il filosofo Bataille, “sospende il divieto senza eliminarlo. Qui si cela la molla dell’erotismo, e qui ugualmente si cela la molla di ogni religione”. Il divieto permane: alcuni tabù sono costitutivi della civiltà per
VOLLEY
alle pagine 13-18
Pomì sul trono europeo: un intero territorio in festa
BASKET SERIE A
come la conosciamo; l’apparato della legge mosaica, che il cristianesimo ha sussunto e sviluppato, consta di molti divieti, ripetuti ossessivamente (non uccidere, non desiderare la roba d’altri, non rubare …). Il divieto a comportarsi male deriva, anche se non si è religiosi, dalla propria legge morale, dall’osservanza delle leggi, dal senso civico. Il divieto comporta, se lo si trasgredisce, una sanzione, un’ammenda, una punizione: è così. Quando però vengono a mancare legge morale e senso civico, e si è convinti dell’impunità, ecco che dalla trasgressione si giunge al comportamento truffaldino. E il senso di impunità deve essere tale, che non ci si cura neppure del fatto che la magistratura e le forze dell'ordine colpiscano duro, con tutti i limiti, temporali e in termini di efficienza, del “sistema giustizia”. Non è mia intenzione condannare nessuno: ognuno se la veda con la propria coscienza. Ma, a questo proposito, poiché il senso civico, nella nostra repubblica, ha come fari la Costituzione ed il sistema democratico, io vi dico che, domenica, andrò a votare al referendum. E invito anche i miei lettori a farlo. Andate, esercitate il diritto di voto: che votiate “sì” o “no” non importa, ma siate cittadini consapevoli.
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CALCIO LEGA PRO
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STORIA
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Si è spento l’ex politico Dolci
«Su Regeni si faccia chiarezza»
Fatemi capire...
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REFERENDUM
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RIZZA (AMNESTY)
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IL GIUDICE AYALA RICOSTRUISCE LA LOTTA ALLA MAFIA COL POOL a pagina 7
IN CITTA’
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REDDITI GIU’, MA MENO CHE ALTROVE
L’analisi del presidente della Camera di Commercio di Cremona Giandomenico Auricchio. Cresce l’export
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HOCKEY SU PISTA A1
Guareschi antileghista ante litteram a pagina 25
Vanoli incerottata Cremo, è un’altra La Pieve si gioca stasera con Varese stagione dalle tante la salvezza stasera Manca anche Cusin occasioni mancate in una sfida thriller
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CREMONA In Sala Mercanti
Assemblea delle Botteghe
Le “Invasioni Botaniche” ormai bussano alle porte e i “Giovedì d’Estate” non sono troppo distanti. Per condividere i programmi degli eventi di animazione del centro le Botteghe organizzano, marte-
dì 19 aprile, in Sala Mercanti, una assemblea pubblica aperta a tutte le imprese. “Crediamo negli eventi come occasione di promozione della città”, conferma il presidente Eugenio Marchesi.
Auricchio: «Cremona ha risposto meglio alla crisi»
I redditi nella nostra provincia sono calati negli ultimi 4 anni ma molto meno che nel resto d’Italia. Il presdente di CamCom ci spega perché
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di Vanni Raineri
ecentemente sono stati pubblicati interessanti dati relativi ai redditi e agli stipendi suddivisi nelle varie province italiane. A partire da quella dei redditi complessivi fatta dall’Istat, alla rielaborazione dell’Osservatorio Job pricing fatto per Repubblica.it e infine la ricerca del Sole 24 Ore fatta sulla base dei dati recentemente pubblicati dal Ministero dell’Economia. Complessivamente, la Provincia di Cremona ha stipendi medi di 28.493 euro (34° posto), a una certa distanza dalla top 10 ma anche ben sopra la media italiana. Il reddito medio netto secondo il quotidiano di Confindustria è invece di 24.261 euro. Ma il dato che pesa di più è quello dinamico, ovvero quello che considera la variazione dei redditi complessivi dal 2010 al 2014. Secondo questa graduatoria, pubblicata lunedì dal Sole, le uniche due province italiane che registrano un incremento, sia pur lieve, sono Mantova e Bergamo (entrambe confinanti con Cremona), mentre la provincia del Torrazzo si colloca in un’ottima 8ª posizione (su 110 province), con un decremento dell’1,3% dei redditi (ovviamente valore reale, tenuto conto della pur bassa inflazione). Non solo, la classifica che analizza la percentuale di contribuenti che dichiarano fino a 15mila euro vede Cremona vicino al vertice, con il 37,2% (vale a dire che quasi i due terzi dei cremone-
«Le nostre esportazioni cresciute del 53%» si hanno un reddito superiore a quella cifra). Sull’argomento abbiamo chiesto il parere di Giandomenico Auricchio, presidente della Camera di Commercio di Cremona. Complessivamente, come giudica questi dati? Come mai Cremona, e con lei il territorio circostante, sembra abbia saputo reagire meglio alla crisi degli ultimi anni? «La buona tenuta della provincia di Cremona durante gli anni della crisi rispetto al resto d’Italia è dovuta alla tipicità del proprio sistema economico, basato sull’economia reale, in cui il comparto agroalimentare, caratterizzato da un andamento tipicamente anticiclico, rappresenta uno dei pilastri dell’economia cremonese. Ciò permette, ferma restando l’ormai assodata integrazione globale delle economie locali, di “soffrire” meno durante i momenti più difficili che colpiscono il comparto manifatturiero, fungendo dunque da ammortizzatore». «Sappiamo bene - prosegue il presidente - che l’internazionalizzazione rappresenta, oggi più che mai, una via obbligata per la crescita. In questi anni di crisi l’export ha rappresentato per le imprese cremonesi, di tutti i settori, un indubbio punto di forza. Dal 2009 al 2015 le esportazioni totali cremonesi hanno registrato un incremento del 53% (contro il +35% della Lombardia e il +42% dell’Italia) confermando, nel 2015, con oltre 3,6 miliardi di euro, un valore molto vicino al loro massi-
mo storico. Anche le esportazioni pro capite vedono Cremona, con oltre 7,5mila euro, al di sopra della media italiana (5,1mila euro), mentre il valore percentuale dell’export sul valore aggiunto pari al 30,1%, è al di sopra sia della media lombarda (25,4%), che nazionale (21,1%)». Quali sono a suo avviso le potenzialità che Cremona può valorizzare per migliorare ulteriormente la situazione? «Sempre con la necessaria premessa che, nell’economia globale, nessuna realtà può da sola fare molto per sganciarsi dalla congiuntura complessiva dominata dalle componenti esogene, tuttavia è evidente che la valorizzazione delle eccellenze presenti sul territorio può giocare un importante ruolo per assecondare o contrastare, a seconda dei casi, il trend economico generale. L’agroalimentare e la liuteria sono i due biglietti da visita del territorio cremonese nel mondo. Per competere è necessario che il sistema agro-alimentare cremonese mantenga e incrementi il proprio già altissimo livello di tecnologia applicata, anche attraverso i centri di ricerca settoriali situati nella cosiddetta “Cremona Food Valley”. Un altro aspetto fondamentale per consentire al sistema economico provinciale di distinguersi, è quello legato all’innovazione tecnologica, ben rappresentata dal “Cremona Technology Hub”, dal Politecnico di Milano a Cremona e dall’Università Statale di Milano a Crema, e dalla pre-
senza sul territorio degli “incubatori d’imprese”. Un altro importante e cruciale contributo alla crescita deve essere fornito dall’alto livello della ricerca e dei centri di formazione cremonesi. Sul territorio sono infatti presenti importanti centri di ricerca pubblici e privati e università, specializzati nei settori dell’agricoltura, della zootecnia, della biomedicina, dell’alimentare, delle scienze biotecnologiche e dell’ingegneria. Penso in particolare ad Avantea,
al Centro di ricerche biotecnologiche dell’Università Cattolica, al Centro per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura di Porcellasco, al centro per lo studio e l’applicazione delle tecnologie agro energetiche Fabbrica della bioenergia ed all’Istituto sperimentale italiano “Lazzaro Spallanzani”. Anche il patrimonio culturale, liutario e musicale cremonese, se sapientemente valorizzato, può contribuire in buona misura allo sviluppo economico
del territorio. Le masterclass che ogni anno si svolgono sul territorio cremonese - una tradizione e un’esperienza che si è ampliata e arricchita negli anni - rappresentano un punto di forza da sfruttare in un’ottica di marketing territoriale, con un impatto economico sulle attività locali e in particolare della filiera ricettiva e turistica, dei musei e del settore culturale in genere, dell’artigianato liutario, dei negozi di vicinato e dei prodotti alimentari».
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Cronaca
Sabato 16 Aprile 2016
Carcere di Ca’ del Ferro, 9 milioni di dubbi
Sky Tg 24 ha trasmesso un servizio da Cremona sugli sprechi. Cancelli che non si attivano, infiltrazioni d’acqua, videosorveglianza offline, crolli per la neve
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di Federico Pani
i recente, si è parlato di sprechi a Sky Tg 24 e, nel mirino dell’inchiesta, è finita anche la Casa circondariale di Ca’ del Ferro, il carcere di Cremona. Comprese le tasse, il nuovo padiglione del carcere è costato alle casse dello Stato nove milioni di euro. Il risultato – così come lo presenta il servizio di Sky TG – è pressoché disastroso: cancelli che non si attivano, infissi che devono essere movimentati manualmente, infiltrazioni d’acqua da ogni parte, la videosorveglianza che non funziona, una pensilina quasi crollata a causa della neve e rimessa in piedi con cavi di acciaio da agenti e detenuti. Il servizio ha avuto inspiegabilmente una scarsissima eco all’interno del circuito mediatico cremonese. Sbaglieremmo però a dire che la situazione non fosse conosciuta. In un precedente articolo pubblicato dal Fatto quoti-
L’ingresso del carcere di Ca’ del Ferro a Cremona
diano, il delegato provinciale Cgil penitenziaria Salvatore Castelli si scagliava contro lo «spreco di denaro» rappresentato dalla struttura: «una situazione da terzo mondo», affermava senza mezzi termini. «Poteva diventare il fiore all’oc-
chiello del sistema carcerario lombardo» dice Gaia Mombelli, la giornalista realizzatrice del servizio, parlando proprio del carcere di Cremona. Sì, perché il sistema di videosorveglianza dinamico avrebbe permesso di rispettare i richiami fatti dalla Corte di Stra-
sburgo, garantendo una maggiore libertà di movimento dei carcerati all’interno della struttura, cioè più ore in cui le porte delle celle sarebbero rimaste tranquillamente aperte. Oltre a ciò, ci sarebbe stato l’evidente vantaggio di poter ri-
durre il personale. Al contrario, il malfunzionamento della videosorveglianza in alcuni piani e un motore eccessivamente potente, che scardinava le porte al loro aprirsi, ha portato a un ritorno di metodi tradizionali: chiavi per aprire e chiudere le porte e un sistema di sorveglianza che fa a meno del supporto elettronico. Certo, in questo quadro piuttosto desolante, non manca qualche nota positiva. La direzione ha ricordato che molta attenzione è stata fatta in merito agli spazi verdi: tre progetti che prevedono il coinvolgimento di quindici detenuti e il rifacimento del campo sportivo e la riqualificazione delle aree verdi. Ma a questo punto torna a parlare Castelli, il quale afferma – nelle dichiarazioni rilasciate al “Fatto” – che certo, bisogna ammetterlo, le celle rispettano i criteri di comfort: quel che manca, però, è una riqualificazione delle aree comuni, necessarie per garantire un
tranquillo svolgimento della vita carceraria al di fuori delle quattro pareti di ogni stanza. Cita anche il caso della cappella, inutilmente arredata – compresa di contro soffittatura e di impianto di climatizzazione – , in quanto dichiarata inagibile per l’altezza del soffitto. Il nuovo padiglione del carcere di Cremona, attivo dal 2014, ospita duecento detenuti e la sua realizzazione ha significato quasi il raddoppiamento del numero dei carcerati: nel padiglione vecchio, le persone ospitate sono duecentocinquanta. In totale, si diceva, è costato nove milioni di euro. «Per una cifra come quella – sostiene ancora Gaia Mombelli – un edificio come quello dovrebbe essere stato perfetto, una struttura modello». C’è chi dice che, nel giro delle prossime settimane, i lavori della struttura ricominceranno. Speriamo che, se non proprio modello, il carcere della città possa diventare perlomeno, presto, del tutto funzionante.
Drive in Grill, nuovi spazi nel locale di via Mantova «Abbiamo aperto il 21 luglio 2014, ma dal 1° marzo di quest’anno abbiamo rinnovato il locale. Questa scelta è andata incontro ad una esigenza tecnica, dal momento che abbiamo sostituito l’impianto elettrico datato con uno nuovo e abbiamo introdotto l’uso delle tecnologie a led per migliorare i consumi energetici complessivi. Allo stesso tempo abbiamo migliorato l’estetica del locale e la funzionalità introducendo nuove sedie e tavoli più comodi per offrire un servizio sempre migliore ai nostri clienti e permettere allo staff che lavora di muoversi più liberamente negli spazi. Anche se da noi vengono persone di tutte le età, per un target più giovane abbiamo pensato di far inserire nell’ambiente delle prese della corrente, in più punti, in modo tale
che chi volesse può ricaricare il cellulare o il computer. Dal punto di vista tecnologico non ci siamo fermati qui: da sempre abbiamo avuto il wi-fi gratuito in tutto il locale, ma da giovedì 7 aprile, grazie ad un lavoro svolto apposta per noi da Linea Com, è disponibile la fibra ottica che permette di offrire un servizio ancora più veloce ai nostri clienti. Abbiamo predisposto inoltre una saletta privata con un tavolo da dodici persone e un televisore utilizzabile per riunioni ed eventi. Proprio parlando di quest’ultimo punto sono diversi gli eventi che organizziamo: dalle degustazioni ai compleanni. Con il rinnovo abbiamo creato un angolo “showcooking” dove i nostri clienti possono vedere direttamente come pre-
pariamo i piatti e la qualità degli ingredienti da noi utilizzati e questo è di notevole importanza perché sin dall’apertura abbiamo usato prodotti eccellenti, sani e provenienti da fornitori locali. La carne, per esempio, proviene dalla macelleria Cazzamali. Tutto questo mantenendo competitività sui prezzi. Le novità non si fermano qui: a causa della grande richiesta di prenotazioni per la cena anche alla sera durante il fine settimana, abbiamo deciso di rivedere i nostri orari e, da questa settimana, tenere aperta la cucina anche il venerdì e il sabato sera. I nuovi orari sono: da lunedì a giovedì dalle 4 alle 20.30, venerdì e sabato dalle 5 alle 24. Offriamo un grande servizio per i clienti aprendo così presto al mattino e la nostra posizione
prima dell’imbocco dell’autostrada fa sì che il locale sia diventato un punto di ritrovo grazie anche all’ampio parcheggio antistante. La domenica restiamo chiusi.
Abbiamo inoltre introdotto nuovi piatti nel menù, che è già internazionale, per andare incontro ai clienti con intolleranze alimentari, vegetariani e vegani».
Cronaca
Sabato 16 Aprile 2016
Sicurezza, la politica chiede interventi Spicca la richiesta di dotare di presidi la Polizia Locale P Lunedì il Consiglio comunale discuterà un odg del M5S. Si muove anche Obiettivo Cremona. Malvezzi illustra i fondi regionali
di Giulia Sapelli
iù sicurezza per Cremona. La richiesta arriva da diversi fronti: non solo la politica, ma anche i cittadini stanno chiedendo a gran voce che ci sia una stretta decisa contro i numerosi episodi di piccola delinquenza, che si verificano ormai quasi quotidianamente. Ma soprattutto, si chiede che la Polizia Locale diventi protagonista dei controlli, concentrandosi meno sulle sanzioni e più sul presidio del territorio, ovviamenta adeguatamente equipaggiata. Una richiesta molto specifica arriva dal Movimento 5 Stelle di Cremona, la cui consigliera Lucia Lanfredi ha depositato un ordine del giorno che verrà discusso lunedì durante il consiglio comunale dedicato al Bilancio. «La Polizia Locale è sempre più spesso chiamata ad intervenire in presenza di reati ascrivibili alla microcriminalità, che hanno anche portato a far pensare ad un aumento delle casistiche e del panorama della delinquenza locale», si legge nel documento. Sempre più spesso i vigili vengono utilizzati «per presidiare situazioni di estrema criticità come ad esempio nei casi di interventi per trattamenti sanitari obbligatori». Tutto questo, evidenzia il M5S, senza che gli operatori del comando di Polizia Locale siano dotati «di presidi che ne possano salvaguardare la sicurezza, in occasione di interventi più rischiosi». A questo proposito, il movimento chiede al sindaco e alla Giunta di «valutare l’opportunità di destinare parte dei Fondi ricavati dalle elevazioni di sanzioni stradali per acquisto di presidi per la sicurezza della Polizia Locale, come da art. 208 comma 4 lettera b) e comma 5 bis». Il tutto, «per un importo pari a 7/8mila euro, per l’acquisto di caschi e corsetti anti taglio di buona qualità, specialmente per chi si occupa dei Tso di
competenza esclusiva della Polizia Locale nel capoluogo». Secondo il Movimento, si tratta di interventi necessari «alla luce di quanto accaduto nelle vie e nei giardini della città nelle ultime settimane, ovvero risse e atti di disturbo del sereno vivere che hanno chiamato in causa l’intervento degli agenti di polizia locale». Che secondo Lanfredi attualmente non sono equipaggiati per affrontare ogni emergenza. Di un tenore simile anche le richieste mosse dal gruppo consiliare Obiettivo Cremona, che nei giorni scorsi ha presentato una interrogazione ad hoc in cui vengono elencati gli episodi di criminalità delle ultime settimane. Sulla base di questo elenco il capogruppo Maria Vittoria Ceraso e consiglieri Luigi Amore e Andrea Sozzi fanno pressing sulla Giunta Galimberti affinché si prendano iniziative per arginare il fenomeno. Si chiede al sindaco e agli assessori «quali azioni e strategie questa amministrazione intenda mettere in atto per far fronte a questa vera e propria emergenza sicurezza e sociale». Ma si chiedono an-
che «se a fronte della suddetta emergenza non si ritenga opportuno impiegare più agenti possibili a ruoli attivi di presidio del territorio piuttosto che integrare l’Ufficio tributi provvedendo eventualmente a rafforzare lo stesso con personale amministrativo di altri settori del Comune». Intanto sul tema della sicurezza qualcosa si muove sul fronte regionale. Grazie alla legge 6/2015, Regione Lombardia partecipa alla realizzazione di progetti per “contenere fenomeni di disagio sociale, degrado urbano e inciviltà”, in concorso con gli enti locali. «Su 8 milioni e mezzo di euro di finanziamento complessivo – annuncia Carlo Malvezzi, consigliere di Ncd – i Comuni della provincia di Cremona se ne aggiudicano un milione, distribuiti fra territorio Cremonese, Cremasco e Casalasco. In tutto sono 41 i Comuni del nostro territorio che, in forma singola o associata, percepiscono il finanziamento regionale». Il bando regionale dava la possibilità di un cofinanziamento su due lotti; il primo (lotto A), relativo alla compartecipazione per spese
di installazione ex novo, implementazione o sostituzione di impianti di videosorveglianza collegati con le sale operative di almeno una delle forze dell’ordine; il secondo (lotto B), relativo alla compartecipazione per spese di acquisto di dotazioni strumentali, specifiche per la polizia locale oppure per il rinnovo e l’incremento del parco autoveicoli sempre della polizia locale. «Si tratta di interventi mirati – ha spiegato Malvezzi – che mettono nelle condizioni chi è preposto alla tutela della sicurezza di operare con maggior efficacia ed efficienza. Chi governa un territorio è alla prese con fenomeni di grande e piccola criminalità, degrado urbano e disagio sociale che spesso si trasforma in violenza ai danni della comunità. In moltissime occasioni gli amministratori si trovano nelle condizioni di non avere strumenti e risorse per intervenire in modo adeguato». Per quanto riguarda la città di Cremona, nello specifico, sono stati finanziati dalla Regione Lombardia due progetti per un totale di 61.471 euro. Grazie agli stan-
ziamenti ottenuti sarà possibile innanzitutto rendere ancora più efficiente il servizio di controllo del territorio da parte della Polizia Locale. Tale servizio sarà infatti migliorato grazie al potenziamento del sistema di videosorveglianza presso la centrale operativa del Comando (collegata con le sale operative delle altre Forze dell’Ordine) integrato con quattro nuovi punti di controllo. La realizzazione degli impianti, grazie ad un cofinanziamento di 29.292 euro, sarà avviata dopo il necessario confronto con la Prefettura di Cremona. In questo modo la Polizia Locale e le Forze dell’Ordine potranno meglio vigilare su alcuni quartieri periferici, offrendo così una risposta in termini di maggiore sicurezza e prevenzione laddove, negli ultimi tempi, è particolarmente alto il livello di preoccupazione dei cittadini a causa di furti in appartamento e truffe. Attraverso il primo progetto si intende attuare un progressivo decentramento dei punti di sorveglianza attraverso un maggiore controllo delle periferie proprio nelle zone in cui sono operativi i vigili di quartiere. L’intenzione è di introdurre, per il momento, altri quattro punti di videosorveglianza nei quartieri Cascinetto, Boschetto, S. Felice e Giordano in quanto già serviti dalla fibra ottica, indispensabile per il funzionamento delle telecamere. Il secondo cofinanziamento, pari a 32.179 euro, riguarda dotazioni tecniche operative, tra cui due autoveicoli, due etilometri precursori ed un videoproiettore portatile, risorse che permetteranno maggiore efficienza nello svolgimento delle attività degli agenti della Polizia Locale nell’ambito dei controlli finalizzati al contrasto delle violazioni al Codice della strada, alla funzione di polizia tributaria, ambientale ed edilizia, al contrasto della guida in stato di ebbrezza e, infine, per l’attività di educazione stradale nelle scuole.
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“IDENTITA’ AL LAVORO” ALLA CAMCOM
Sala gremita per il progetto, giunto alla sua terza edizione, “Identità al lavoro” presentato presso la Camera di Commercio di Cremona. L’iniziativa nasce dalla Provincia di Cremona, in collaborazione con la CamCom, i Comuni di Cremona e Crema e l’Ufficio Scolastico Territoriale. Nell’avviare i lavori del seminario “Identità al lavoro, quali competenze per la formazione e il lavoro”, il Segretario Generale della Camera di Commercio, Maria Grazia Cappelli, ha confermato l’importanza del progetto, volto a dare ai giovani significative opportunità di crescita culturale, di conoscenza, di acquisizione di competenze direttamente spendibili sul mercato del lavoro, ricordando il forte impegno della Camera di Commercio. «Quello di oggi è il seminario conclusivo che presenta gli esiti di un intervento che la Provincia, ormai da 3 anni, dedica agli studenti e ai docenti delle Scuole Superiori e degli Enti di Formazione del territorio. Complessivamente, nelle 3 edizioni del progetto, la Provincia ha incontrato ben 980 studenti e circa 50 insegnanti», ha precisato il presidente della Provincia di Cremona, Carlo Vezzini. Sono intervenuti poi Maura Ruggeri, Elena Bugini in rappresentanza di Francesca Bianchessi, Dario Rech. Si è entrati, poi, nello specifico del progetto grazie a Carlo Catania formatore esperto del progetto.
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Cronaca
Sabato 16 Aprile 2016
cordoglio per la morte dell’ex politico franco dolci Grande cordoglio ha suscitato la notizia della morte, sopravvenuta ieri mattina, del noto personaggio politico cremonese Franco Dolci. Ex Pci, classe 1925, ha ricoperto, oltre al ruolo di segretario cittadino del partito, quello di presidente della Provincia di Cremona, dal 1975 al 1980, e di presidente di Aem. E' il padre del sindacalista Mimmo Dolci. Gli amministratori cremonesi hanno espresso “il cordoglio di tutta la Giunta comunale e della Presidenza del Consiglio per la morte di Franco Dolci, grande uomo, politico e amministratore che ha tanto fatto per il nostro territorio ricoprendo ruoli diversi e strategici. Ci stringiamo attorno a tutta la famiglia, agli amici e a coloro che hanno fatto un pezzo di strada con lui e che lo hanno stimato per il suo operato sempre a favore del bene comune”. Così il presidente della Provincia Carlo Vezzini: “E’ venuto a mancare un grande uomo, un paladino della giustizia sociale, della libertà e dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Franco era un testimone della guerra di Liberazione, un amministratore lungimirante ed innovativo”.
Bordo: «Il quorum è a portata di mano» Il deputato cremasco di Sinistra Italiana invita a votare Sì al referendum sulle trivelle in mare, e denuncia l’ambiguità del governo
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di Vanni Raineri
i siamo: domenica 17 aprile è la data del referendum che chiama i cittadini italiani a esprimersi in materia di trivellazioni»: così Franco Bordo, Deputato di Sinistra Italiana. «Il vero nemico è l’astensionismo: le società petrolifere e Governo vogliono che il popolo non si esprima, ma il quorum è a portata di mano, nonostante la disinformazione. Gli ultimi sondaggi ci indicano una partecipazione intorno al 47% degli aventi diritto: il mio appello è quindi di andare a votare già nelle prime ore del mattino, per dare fiducia agli indecisi e raggiungere rapidamente il quorum». Da Renzi vengono inviti all’astensione. «Il Governo continua con la linea dell’ambiguità», prosegue il parlamentare. «Promuove leggi che incentivano ancora il petrolio, ha negato l’accorpamento del referendum con le elezioni amministrative (che ci avrebbe fatto risparmiare oltre 300 milioni di euro) e non garantisce l’informazione televisiva. Nel frattempo, continuano le concessioni per la ricerca di idrocarburi e dalle cronache di questi giorni apprendiamo anche di procedure inaccettabili, che parlano di conflitti di interesse e di comportamenti lontani
dalla legalità e dalla trasparenza». «Il problema sta nel modello di sviluppo che questo Governo ha in mente per il nostro Paese: un modello ottocentesco, tra petrolio, carbone, dominio degli affari e delle lobby sulla politica e soprattutto sui diritti dei cittadini», aggiunge Bordo. «Altri Paesi si sono dati degli obiettivi: in Germania, per esempio, la produzione di un milione di auto elettriche entro il 2020, la decarbonizzazione totale entro il 2025, il raggiungimento del 100% di energie rinnovabili entro il 2030. In Italia, invece, nel 2015 – mi rifaccio ai
dati di Legambiente – si sono contati circa 14,7 miliardi di euro di sussidi alle fonti fossili tra diretti e indiretti, in forme diverse (esoneri dall’accisa, sconti, finanziamenti per opere, ecc.) distribuiti ad autotrasportatori, centrali per fonti fossili e imprese energivore, sconti e regali per le trivellazioni. Tutte attività che inquinano l’aria, danneggiano la salute e che sono la principale causa dei cambiamenti climatici». «Noi invece - prosegue il deputato di Sinistra Italiana - puntiamo sui nuovi sistemi che la scienza e la ricerca ci mettono a disposizione: energia puli-
ta, rinnovabile, molto più economica, sotto il controllo democratico, nel rispetto dell’ambiente e delle persone che vi lavorano e vivono. Un programma che preveda sviluppo delle fonti di energia pulite, contenimento dell’uso delle risorse e incentivi al trasporto pubblico e ferroviario è in grado di dare ottimi risultati nella riduzione dell’uso di petrolio, come si è già visto in altri Paesi europei. Tutto ciò insieme alla tutela e allo sviluppo della filiera agroalimentare, punto di forza della nostra economia, che invece sarebbe irrimediabilmente compromessa da interventi rischiosi e invasivi, tra cui trivellazioni petrolifere e impianti di stoccaggio gas». «Il referendum del 17 aprile ha un chiaro valore di indirizzo politico: non si potrà non tener conto del suo risultato. Per questo apprezzo e sostengo le mobilitazioni di Associazioni e cittadini che si sono attuate, anche a livello locale, durante questa bella campagna referendaria, e invito tutte e tutti a fare la cosa giusta, votando SÌ per fermare le trivelle all’imminente referendum del 17 aprile. Anche dal nostro territorio devono emergere una forte contrarietà alle trivellazioni e un convinto sostegno a un modello di sviluppo che rispetti l’ambiente e che dia occupazione», conclude Bordo.
I giorni della dolcezza da Divani & Divani by Natuzzi La Divani&Divani by Natuzzi di Cremona, in Via Mantova 54/c, informa che oggi e domani si terrà in negozio un evento basato sulla degustazione di confetti dell’azienda Giovanni Mucci. Si tratta di una azienda dolciaria artigiana presente nel mercato dal XIX secolo e rinomata a livello nazionale per la variegata produzione dolciaria di confetti al cioccolato, dragées, tenerelli, delizie ecc… L’eco delle prelibatezze Mucci sin da subito varca i confini provinciali, poi regionali ed infine nazionali per la vasta produzione di eccellenza. Siamo oggi alla quarta generazione di “maestri
confettieri” che si sono tramandati la passione per questo dolce lavoro. Nel negozio Divani&Divani di Via Mantova sarà allestito un corner Mucci. A chi intendesse partecipare all’evento, saranno consegnate in omaggio mini confezioni da 50 grammi di confetti. L’evento in co-marketing con l’azienda Mucci, denominato “I Giorni della Dolcezza”, sarà unico e irripetibile per Divani & Divani by Natuzzi, che, ricordiamo, è la prima catena italiana di negozi in franchising specializzata in divani, poltrone e complementi d'arredo. Creata nel 1990 dal Gruppo Natuzzi, il leader mondiale nel settore dei divani in
pelle quotato a Wall Street, rappresenta la prima esperienza in Italia di franchising nel settore del mobile imbottito. Dapprima specializzati nella vendita di divani in pelle, i negozi hanno nel corso degli anni arricchito la loro offerta, offrendo anche una selezione di complementi d'arredo (pareti attrezzate, tavoli, lampade, tappeti), accessori, mobili per la sala da pranzo (tavoli, sedie, pareti attrezzate) per proporre soluzioni d'arredamento complete. Attualmente Divani & Divani by Natuzzi conta circa 100 negozi attivi in Italia e dispone di una collezione che si rinnova costantemente.
Cronaca
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Sabato 16 Aprile 2016
Ayala racconta la guerra alla mafia
Ospite dei Rotary casalaschi, l’ex magistrato e parlamentare ha ripercorso gli anni del pool di Falcone e Borsellino e della faida voluta da Riina
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di Vanni Raineri
iuseppe Ayala: un pezzo di storia italiana”. Mai come nella bella serata rotariana alla Clochette di Solarolo Rainerio il titolo ha rispecchiato il contenuto della relazione. L’ex magistrato e parlamentare siciliano ha ripercorso gli anni cruciali della lotta alla mafia condotta dal pool di Palermo, dagli anni Ottanta ai Novanta, il periodo più sanguinoso. La chiarezza espositiva e la conoscenza diretta di fatti che sono entrati nella nostra storia spiegano la grande attenzione con cui i soci dei due Rotary Club Casalmaggiore Oglio Po e Piadena Oglio Chiese (che hanno organizzato congiuntamente la conviviale) hanno seguito la sua relazione. Tra i tanti ospiti si segnalava la presenza dei sindaci di Bozzolo Giuseppe Torchio e di Colorno Michela Canova, oltre che del consigliere regionale Carlo Malvezzi e dell’ex sindaco di San Giovanni in Croce Libero Monteverdi. Ayala ha ricordato come ricorra il 30° anniversario del primo maxiprocesso contro la mafia, che lo vide nelle vesti di pubblico ministero. I protagonisti di quella grande pagina di giustizia furono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che furono assassinati quando Ayala sedeva in Parlamento, eletto nel Pri. Ayala si è mosso con mente lucida nella strategia violenta contro le istituzioni che la mafia decise di instaurare in quel periodo, a partire dall’uccisione del presidente della Regione Piers a n t i M a t t a re l l a ( f r a t e l l o dell’odierno presidente della Repubblica Sergio), e di quella del procuratore di Palermo Gaetano Costa entrambi nel 1980. Un periodo difficile, quando «si sosteneva che i giudici di Palermo non potessero giudicare con la necessaria lucidità, cercando di spostare i processi a Bari». Bari, dove già nel 1969 si tenne il processo che vide gli imputati tutti assolti: si trattava della cosca di Corleone, e a rappresentare l’accusa fu il giudice Cesare Terranova, poi assassinato nel ’79. Come fu assassinato (nell’88) il giudice Rocco Chinnici, colui che chiamò nella sua squadra Falcone e Borsellino. «Falcone ebbe subito felici intuizioni, legando tutti i delitti da un fil rouge, come lui lo chiamava, cioé la realizzazione criminale di logica associativa. Conseguenza di ciò – ha proseguito Ayala - bisognava riunire i reati di mafia. Chinnici condivise questa logica, e da qui partì la novità organizzativa: nessun giudice istruttore può agire da solo, il che portò alla creazione del pool antimafia. Anche noi della Procura dovemmo adeguarci: organizzammo un gruppo per lavorare a questa realtà processuale, che riuniva tutti i processi di mafia. Tutti noi ci abbiamo creduto. La cosa non fece felice Totò Riina, il quale decise che i corleonesi dovessero impossessarsi del vertice di cosa nostra». Da qui si scatenò la guerra di mafia, iniziata con l’omicidio di Stefano Bontate, che era espressione di quella mafia coinvolta con la borghesia e con la politica. Seguì pochi giorni dopo (aprile 1981), l’uccisione di Salvatore Inzerillo, legato alla mafia americana. In questo sovvertimento di equilibri lo Stato non fu certo risparmiato, come insegnano l’anno successivo gli omicidi di Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa.
«Il maxiprocesso dimostrò che quando lo Stato decide di esserci, c’è. Come quando decide di non esserci»
Sopra la terribile scena della strage di Capaci, in cui morì Giovanni Falcone. Sotto Giuseppe Ayala nel suo intervento a Solarolo e al fianco dei presidenti dei Rotary Club Meneghetti e Mori
L’arrivo nel pool di Falcone cambiò le cose: «Iniziò una grande collaborazione che prima di lui non c’era. L’effetto è che, grazie ai collaboratori di giustizia, si ruppe il muro dell’omertà». Li chiama collaboratori di giustizia, che furono utilissimi, e non pentiti, «che sono altra cosa», chiarisce Ayala. «Era gente arrestata e viva per miracolo, furono utili anche perché cercavano di vendicarsi. Come Totuccio Contorno, che fu vittima di un attentato. Il caso più clamoroso è quello di Tommaso Buscetta. Non ebbe grandi incarichi, ma godeva di un enorme prestigio. Viveva in Brasile, e fu arrestato su mandato internazionale. I Provenzano uccisero gran parte della sua famiglia. Fatto sta che Falcone parte per il Brasile». E gli fa la domanda su cosa sia la mafia su cui tutti i mafiosi glissano. Buscetta no, lui risponde: “Tutta la notte non basterebbe”. Falcone comprende che può essere la svolta. «Non era pensabile – aggiunge Ayala - che si pentisse uno come lui». Fatto sta che accade. Rientra in Italia, nemmeno si pensa di metterlo in carcere (posto poco sicuro...), e quindi viene chiuso in un appartamento di Roma. Nessuno ancora sospetta che Buscetta collabori davvero, e si cercano i riscontri. «Buscetta ci dà la chiave di lettura. Grazie soprattutto al lavoro della polizia giudiziaria avevamo le tessere del mosaico, ma ci mancava il disegno per inserirle. Lui ce lo diede». «Fummo accusati di creare il maxiprocesso per un atto di arroganza, ma era solo la volontà di portare quel mosaico davanti ai giudici. In quella sentenza sostenni l’accusa, tanto che il primo ergastolo a Riina e Provenzano l’ho richiesto io». Fatto è che nel giro di pochi anni su un fenomeno avvolto da grande ignoranza si alza il velo: «Arrivammo a non dover più scoprire niente, e da allora nulla è stato più come prima. Grande merito va a Falcone, Borsellino e Caponnetto, ma non perché loro non ci sono più. Il bagaglio di conoscenza che abbiamo si deve a loro». Ayala ricorda quel maxipro-
Non li chiamo pentiti ma collaboratori di giustizia. Buscetta risultò decisivo
cesso: «Si costruì in soli 6 mesi un’aula apposita, attaccata al carcere dell’Ucciardone, a dimostrare che quando lo Stato decide di esserci, non fa fatica». Come vale anche il contrario: «La disgregazione del pool fu voluta dal Consiglio Superiore della Magistratura, almeno dalla sua parte vincente. Un mese dopo c’è da sostituire il giudice Caponnetto (che rilevò Chinnici dopo la sua morte, ndr). Falcone aveva tutti i requisiti, ma gli si preferisce uno, Antonino Meli, che aveva 16 anni in più e mai si era occupato di mafia. Nulla da dire sulla sua integrità, ma era contrario all’idea del pool e questa sua convinzione ottenne il risultato di disgregarlo». I delitti che insanguinarono i 15 anni dal 1978 al 1993 terminarono. «La mafia capì che la strategia era sbagliata. Dal ’93 non uccide ma non illudiamoci, è solo tornata alla strategia tradizionale dopo il lungo intervallo. Assieme al pool, uno che fece danni enormi alla mafia fu proprio Totò Riina». Il discorso non poteva non toccare la contestata intervista di Bruno Vespa al figlio Salvo a Porta a porta: «Riina non conta più, ma l’intervista contiene dei segnali: Vespa è stato un portavoce inconsapevole di cosa nostra. Trovo inconcepibile che sia il servizio pubblico ad offrire un tale spettacolo: Renzi ci ha assicurato una nuova Rai e credo che non possa tacere». Nonostante l’ora tarda, sono partite alcune domande. Interessante la prima: Falcone e Borsellino sono stati uccisi per vendetta o per fermarli? «La mia opinione – ha risposto Ayala – è che Falcone non
La mafia uccide per vendetta solo al suo interno. Fuori lo fa per fermare i nemici
abbia pagato il lavoro fatto a Palermo: la mafia uccide per vendetta al suo interno, mentre al di fuori lo fa per fermare chi può dare problemi. Ad esempio Dalla Chiesa non poté combattere la mafia ma solo perché non gli diedero i poteri per farlo (fu “solo” prefetto): la sua uccisione fu un segnale intimidatorio allo Stato. Quanto a Falcone, ricordiamo che la sentenza del maxiprocesso arrivò in Cassazione e confermò definitivamente gli ergastoli. Un noto esponente siciliano, Salvo Lima, tranquillizzò gli ambienti mafiosi dicendo di stare buoni e attendere le sentenze di Cassazione. Ci avrebbe pensato Carnevale». Già, Corrado Carnevale detto “l’ammazzasentenze” il presidente di Cassazione che era solito annullare sentenze di condanna. Senonché... «Falcone, una volta a Roma, decise di fare un monitoraggio delle sentenze della prima sezione di Cassazione (quella di Carnevale, appunto, ndr). Il presidente Brancaccio coglie il segnale e si inventa la rotazione dei presidenti di sezione, cosicché quella sentenza non toccò a Carnevale». E le condanne furono tutte confer-
mate. «Lima venne ucciso per il mancato rispetto di quell’impegno, e Falcone pagò per la rotazione». Falcone che anche da Roma aveva trovato il giusto grimaldello per creare sconquassi in cosa nostra. E altri ne aveva in serbo, da qui la sua condanna di morte: «Falcone inventò anche il 41 bis, temuto dalla mafia. Non perché quel tipo di detenzione fosse duro, ma rendeva difficile comunicare con l’esterno». Cosa che i carcerati mafiosi non avevano problemi a fare. «Falcone poi immagina la procura nazionale antimafia». Quanto a Borsellino... « La mia opinione è che venne ucciso perché dopo la morte di Falcone due ufficiali dei Carabinieri contattano Ciancimino (il riferimento è alla deposizione dei figli di Ciancimino sul famigerato accordo Stato-mafia ndr). L’uccisione di Borsellino fu la seconda botta allo Stato per mollare la presa sul 41 bis. Io fatico a collegarla con la sua attività a Palermo, dove era da poco rientrato dopo averla lasciata nell’86». Fatto sta che si arriva a Tangentopoli: «Qui si avverte l’indebolimento della classe politica, il cui ridotto potere contrattuale gioca a favore di cosa nostra. Le tre stragi del 1993, a Roma, Firenze e Milano, sono tremende perché si esce dai confini palermitani. Col governo tecnico di Ciampi la politica è debole. Fatto è che non vengono rinnovati 300 decreti del 41 bis, anche se quelli che riguardano i mafiosi sono 25-30, e nemmeno rilevanti. In quel ’93 la strage più terribile era programmata all’Olimpico di Ro-
ma, dove dovevano morire almeno cento carabinieri: non si verificò solo perché non funzionò il telecomando perché disturbato dalle antenne di Monte Mario. Dobbiamo chiederci: come mai da allora ad oggi quegli episodi si sono interrotti? Che accadde nel ’94?». Facile collegare la domanda all’ascesa politica di Berlusconi. Con una domanda si chiede ad Ayala di approfondire i segnali lanciati da Riina junior a Porta a porta: «Non è stata un’intervista di Vespa, Salvo Riina si è voluto accreditare come continuatore della tradizione. In fondo in Sicilia la famiglia è l’unica istituzione riconosciuta. Vespa era inconsapevole, il giovane Riina sa bene che suo padre non conta più, ma lui si chiama Riina e ha mandato messaggi chiari. Non si capisce se il vertice di cosa nostra si sia ricostituito, certo personalmente non credo che, come si dice, Messina Denaro sia il capo, se non altro perché è trapanese. Non credo che il vertice si sia costituito, credo piuttosto che siamo in una fese transitoria. Quale effetto possano avere i segnali inviati da Salvo Riina non so. Al momento credo che cosa nostra non sia in rianimazione, ma almeno in corsia penso di sì». Ultima domanda, quando quasi scocca mezzanotte, sulla strage di Capaci che blocca la nomina di Andreotti a presidente della Repubblica e sulle dichiarazioni di Mino Pecorelli sull’uccisione di Dalla Chiesa: «Dei rapporti di Pecorelli con Dalla Chiesa non so nulla. Quanto alla vicenda del 23 maggio 1992, ho già scritto nei miei libri che non è una casualità. Io ero in Parlamento, e non si riusciva ad eleggere il capo dello Stato. Erano stati bruciati i nomi di Valiani e Vassalli, personalità di rilievo. Si fa largo il nome di Forlani, ma io e il Pri non lo votiamo (il loro voto fu per Spadolini, ndr). La Dc ritira Forlani e a quel punto si scatenano gli andreottiani. La posizione presa dal Pds (che ritirò la candidatura di Nilde Jotti, ndr) fa sì che per Andreotti sia ormai fatta. Ma subito dopo muore Falcone, tutti sono sconvolti, passa un’ora e dal Pds arriva lo stop ad Andreotti. Ricordo che lo stesso Andreotti non partecipò ai funerali di Falcone».
La morte di Falcone negò il Colle ad Andreotti. Che non andò al suo funerale
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Rubrica
Sabato 16 Aprile 2016
Guareschi e il fenomeno delle leghe regionali “A Venezia il ‘Movimento dei Liberi Veneti’ ha lanciato un proclama che finisce ‘Venezia è e sarà soltanto dei veneziani!’. Il movimento dei Liberi Veneti si propone di ottenere la massima autonomia politica e amministrativa della città di San Marco per arrivare probabilmente alla indipendenza assoluta (Repubblica Veneta).
Come vedete l’appetito cresce tra gli autonomisti italiani e ne vedremo delle carine”. In questo articolo (numero 12 di “Candido” del 20-3-1948) di Giovannino Guareschi troviamo la descrizione delle prime apparizioni di “leghismo” nella Valle del Po e del sentimento “autonomista” (come lo definisce “Il Forbiciastro”, lo pseudonimo dello stesso Guareschi) nordista. Già sul numero 27 del 6-7-1946 nella rubrica “Corrierino Milanese” “Il Forbiciastro” scrive:
“Arresto del trentasettenne Pasquale De Maria, sorpreso l’altra notte in corso S. Gottardo, in completa divisa tedesca, intento a regolare il traffico (invio celere al Manicomio). All’Idroscalo, mentre si reca in bicicletta a veder pescare il suo compagno di lavoro Carletto Manzoni, il trentottenne Guareschi Giovannino da Parma viene chiamato ‘Terrone!’ da un gruppo di giovani milanesi”. (continua sotto)
Guareschi, antileghista prima della Lega Giovanni Guareschi il “Candido” e il Cremonese . 6ª e ultima puntata
di Paolo A. Dossena
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u “Candido” numero 6 del 8-2-1948, nella lettera aperta “A S. E. Alcide De Gasperi”, Guareschi attacca violentemente lo stesso De Gasperi, citando l’auto definizione del presidente del Consiglio: “un trentino prestato all’Italia per servizi d’ordine generale”. Quindi, con la consueta irruenza, “Il Forbiciastro” si scaglia contro le Regioni a Statuto speciale, in particolare contro il Trentino-Alto Adige, attaccando anche qualsiasi ipotesi nordista, liquidata come cosa da “povero diavolo”, cosa da “categoria di gente squallida del Nord”. Scrive Guareschi: “Guardiamo lo statuto per la regione Trento-Bolzano: questa non è autonomia, è separatismo. Sicilia, Sardegna, Alto Adige-Trentino: già quattro repubblichette nella repubblica. E la storia è appena cominciata. Ho qui davanti un opuscolo edito dal ‘Movimento Bergamasco per le Autonomie Locali’ che alla fine esalta ‘l’opera magnifica svolta principalmente dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Repubblicano per la realizzazione delle autonomie’. E in esso opuscolo un certo dottor G. Calderoli lancia ‘questo grido di dolore a cui non è possibile chiudere gli orecchi’. Grido di dolore de ‘la Bergamasca invasa’. Ecco il punto centrale: ‘Noi bergamaschi con oltre duemila intellettuali giovani disoccupati vediamo il centralismo burocratico di Roma che, valendosi di norme sorpassate e in parte truffaldine, lascia talora a spasso i nostri giovani per mandare nei posti di insegnante, segretario, medico, notaio e impiegati in genere, degli estranei per lo più dell’Italia meridionale. Il centralismo burocratico tira in ballo la graduatoria dei concorsi nazionali come se per un voto in più si possa passare sopra al diritto naturale di essere del luogo… La Bergamasca va diventando colonia e terra di conquista… La realtà dolorosa è che migliaia, anzi decine di migliaia di giovani intellettuali nella provincia di Bergamo e in Alta Italia restano a spasso per fare posto ai giovani di altre regioni, specie del Meridione”. Più oltre Guareschi riporta un altro passaggio del dottor Calderoli, che vuole l’autonomia perché nella bergamasca il governo di Roma manda “dei segretari comunali e dei medici condotti meridionali”.
Fu ostile alle autonomie regionali, ma non ai dialetti: “Se Mussolini avesse parlato in romagnolo, le folle non si sarebbero ubriacate”
Sopra a sinistra Guareschi con Fernandel e Gino Cervi. A destra e in alto due vignette degli anni Quaranta secondo cui i soldi del Nord destinati al Sud si fermavano a Roma, antesignane delle vignette leghiste di 40 anni dopo. Sotto Guareschi con Giovanni Faraboli, il capo dei “rossi” ai tempi della sua infanzia ma sempre stimato
Nel dicembre del 1989, quasi quarantadue anni dopo questo articolo di Guareschi, la Lega Nord nasce dalla fusione di varie leghe regionali del nord (a loro volta nate tra il 1978 e il 1987). E nasce proprio a Bergamo, e tra i fondatori c’è un altro bergamasco di nome Calderoli. (Antenati dell’attuale leghismo sono movimenti padani dell’epoca di Guareschi: il Movimento Bergamasco per le Autonomie Locali; il MARP, Movimento Autonomista Regionale Padano di Torino e il Movimento Autonomista Libera Padania di Milano).
Il commento di Guareschi su questo “proto-leghismo” del 1948 è lapidario: “non entriamo in discussione con quella categoria di gente squallida del Nord che afferma convinta che ‘se si potesse fare un canale che divida l’Italia da Firenze in giù, dopo si organizzerebbe nel Nord una repubblica tipo Svizzera che sarebbe una pacchia perché il Nord produce tutto”. Però, più avanti, Guareschi ammette che i suoi nemici – i comunisti – “sono per l’unità e per l’accentramento dei poteri”, cosa che favorisce elettoral-
mente gli anticomunisti. Quindi “eviterò con estrema cura di votare per Togliatti anche se Togliatti è contrario alle autonomie regionali”. Il famoso glottologo americano Noam Chomsky così definisce i “dialetti”: “lingue senza un esercito e un passaporto”. Il corso della storia ha trasformato un dialetto sassone (nel quale Martin Lutero tradusse la Bibbia) nella lingua tedesca, e un dialetto di Firenze (con il quale Dante scrisse la Divina Commedia) nella lingua italiana. In uno degli articoli più famosi di “Candido” Giovannino Guareschi scende in campo e difende il dialetto di Parma, e per farlo difende il comunista Ilariuzzi, che durante un comizio si è rivolto alla folla usando questa lingua. Sul numero 28 del 13-7-1947 della rivista, Guareschi scrive: “Da più parti ci segnalano che a Parma, durante un comizio in piazza, il segretario della CdL compagno Ilariuzzi ha tenuto un discorso per buona parte in dialetto e, impuntandosi sulla parola ‘Anticrittogamici’, ha risolto la questione dicendo: ‘Be’, avete capito cosa voglio dire’. Ebbene, grazie della informazione, ma il fatto in sé non ci offre lo spunto per nessuna critica. Evidentemente non ci siamo capiti. A noi interessa QUEL che dice una persona, non lo stile COL QUALE lo dice. Noi troveremmo da ridire sul fatto soltanto se il compagno Ilariuzzi preten-
desse di presiedere il comitato per la riforma della lingua italiana. Ma stando così le cose, pur non avendo dimestichezza con gli anticrittogamici, il compagno Ilariuzzi può benissimo aver detto in parmigiano le cose più intelligenti dell’universo: a costo di far inorridire i benpensanti, noi preferiamo mille volte chi parla alla folla in dialetto all’oratore che ‘parla divinamente bene’ e incanta la gente con quella sudicia retorica che ci ha portato in questi bei pasticci. Perché il dialetto è la negazione della retorica e non ammette le parole grosse che incantano e fanno venire i brividi di commozione senza dire niente. Il dialetto è onesto, e usa solo le parole piccole, e la verità è nelle parole piccole. Se Mussolini avesse parlato in dialetto, le folle oceaniche non si sarebbero ubriacate di sonanti bugie. E quando era sincero Mussolini parlava in romagnolo. Infatti amava e bestemmiava in romagnolo”. In questa storia del comunista Ilariuzzi riappare un aspetto qui già segnalato di Giovannino Guareschi: la sua satira anticomunista è feroce ma colpisce l’avversario, non il nemico. Infatti, Guareschi si offrirà di interpretare il rosso Peppone (l’immaginario sindaco comunista del “mondo piccolo”) nella versione cinematografica dei suoi racconti. La proposta sarà respinta, ma resta indicativa del fatto che per Guareschi ci sono avversari e non nemici. Infatti Peppone è in realtà la trasposizione di un personaggio realmente esistito: Giovanni Faraboli, un marxista che aveva creato le Cooperative socialiste e che la famiglia Guareschi considerava “un galantuomo con le idee diverse dalle nostre”. Come già raccontato nella prima puntata, la casa natale del bambino Giovannino Guareschi era anche la sede della Cooperativa Socialista, che, in occasione della Festa del Lavoro, aveva organizzato un comizio. Di questa situazione Guareschi ricorderà: “Il capo di quei rossi, Giovanni Faraboli, un omaccio alto e massiccio come una quercia... fattosi alla finestra di cucina, mi mostra agli altri rossi... spiegando loro che, essendo io nato il primo maggio, ciò significa che sarei diventato un campione dei rossi socialisti!... E anni e anni passeranno carichi di travaglio da questo primo maggio, ma intatto mi rimarrà nella carne il tepore delle mani forti di Giovanni Faraboli.” (Fine della sesta e ultima puntata)
Cronaca
Sabato 16 Aprile 2016
Intervista al responsabile lombardo Rizza: «L’Italia attivi tutti gli strumenti per far luce anche su altri casi simili»
Amnesty: la verità su Regeni
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di Daniele Tamburini
ell’incredibile, immensa tragedia che hanno vissuto Giulio Regeni e la sua famiglia resteranno nella memoria, inquadrati da uno sfondo di violenza e di dolore indicibili, alcuni particolari: il sorriso aperto del ragazzo, i tentativi, da parte egiziana ma non solo, di insudiciare o, comunque, di sminuire il suo operato, il suo stare nel mondo, e il fermo, dignitoso dolore dei suoi genitori, della madre che dice: ho potuto riconoscere solo la punta del suo naso. È emersa la natura di un regime di polizia violento, dittatoriale, un regime che massacra e fa sparire gli oppositori. Giulio era italiano: per questo, il caso ha avuto risonanza. Un regime violento e menzognero. Eppure, le reazioni italiane sono state, almeno fino al richiamo dell’ambasciatore, caute. Perche? Ne parliamo con il responsabile Amnesty International Lombardia, Simone Samuele Rizza. Che cosa sappiamo di certo, ad oggi, di cosa sia successo a Giulio Regeni? «Ancora molto poco, purtroppo. Sappiamo solo che Giulio è stato fermato, quella notte del 25 gennaio, e che è stato privato della vita; oltretutto subendo tortura, una pratica che purtroppo è regolarmente applicata nell’Egitto di al-Sisi come strumento di repressione politica. Da quel momento sono state innumerevoli (e inaccettabili) le versioni di comodo fornite dalle autorità egiziane, nessuna delle quali ha realmente consentito di appurare la realtà dei fatti. Non sono infatti emerse prove dirimenti di quanto accaduto, né di chi siano i reali colpevoli, né ancora di quali siano le responsabilità del Governo in tutto questo. Non sono emersi nomi, riferimenti, fatti concreti, e il materiale probatorio non è stato reso chiaramente disponibile agli inquirenti italiani». Un regime che usa la tortura come prassi comune: come è possibile? «Già dalla presidenza di Mohamed Morsi la tortura è stata praticata dal governo egiziano. Dopo il luglio del 2013, con la sua deposizione, l’Egitto è
Il responsabile di Amnesty International Lombardia Simone Samuele Rizza
precipitato in un regime di polizia ancor più brutale, di totale repressione del dissenso politico. Sono state emanate delle leggi (a novembre 2013 la “Legge sulle proteste” e ad agosto 2015 la “Legge sul terrorismo”) che consentono di fatto alle forze di sicurezza egiziane di arrestare, processare e torturare in totale discrezionalità ed impunità chiunque venga ritenuto opporsi al regime, per quanto pacificamente possa farlo, o che sia genericamente sospettato di terrorismo. Di fatto sono state imprigionate 41.000 persone, per lo più afferenti al movimento dei Fratelli Musulmani, ma anche ad aree di semplice dissenso pacifico nei confronti del sistema di repressione egiziano. In Egitto è possibile di fatto arrestare e far sparire qualcuno per il semplice fatto che sia sceso in strada senza previa autorizzazione. Da inizio 2016 sono almeno 88 le persone scomparse in Egitto, 8 delle quali ritrovate morte con inequivocabili segni di tortura». Qual è l'atteggiamento europeo nei confronti dell’Egitto di al Sisi? Gli Stati europei hanno fino a qui adottato un atteggiamento piuttosto timido nei confronti del regime. A colloquio privato con al-Sisi dopo la sua salita al potere, i governi di Francia,
Germania, Gran Bretagna e Italia non ci risulta abbiano mai posto la questione delle violazioni dei diritti umani sul tavolo negoziale. L’Egitto risulta un partner strategico dell’Arabia Saudita, impegnata nella guerra in Yemen e importante acquirente di armi da diversi Paesi europei, Italia compresa; la quale, tra l’altro, è stato l’unico Paese dell’UE a effettuare trasferimenti di armi all’Egitto di al-Sisi nel 2014 e 2015. I rapporti commerciali tra imprese europee ed Egitto sono fiorenti. Ma, appunto, non ci risulta che sul tavolo negoziale sia mai stata affrontata la questione riguardante le violazioni dei diritti umani, benché le varie Costituzioni democratiche europee stabiliscano precisi impegni in tal senso». Come sono finiti quei movimenti chiamati, qualche anno fa, “la primavera araba”? La “primavera araba” è una definizione che raggruppa in sé diverse esperienze, spesso eterogenee, di protesta nei confronti dei regimi dell’area mediorientale sviluppatasi a cavallo del 2010 e 2011. Le sorti sono state varie, così come le interpolazioni politiche e religiose che hanno spesso minato o condotto gli eventi in una direzione catastrofica. Si pensi a quanto accaduto
in Siria con l’inizio della Guerra Civile; in Libia con la divisione del Paese in diverse aree di influenza; nello stesso Egitto dove si sono alternati prima il governo di Morsi, poi quello di al-Sisi. In generale, questi movimenti hanno trovato una sponda debole, o maldestra, nell’intervento dei Paesi europei ed occidentali; in ogni caso interventi non risolutivi. Questa è la ragione per cui ancora oggi sono poche (se non nulle) le aree nelle quali si possa parlare di una transizione conclusa». Qual è il comportamento che dovrebbe tenere il governo italiano, a seguito dei depistaggi e delle reticenze egiziane sulla morte di Regeni? «L’Italia è il terzo Paese fornitore dell’Egitto, da un punto di vista commerciale, dopo Cina e Stati Uniti. I rapporti commerciali tra i due Paesi sono rilevanti. Ma è soprattutto sul fronte delle importazioni che l’Italia gioca un peso importante nei confronti dell’Egitto. Entrambi i Paesi hanno tra l’altro firmato la Convenzione della Nazioni Unite contro la tortura (entrata in vigore nel 1987, mai entrata in vigore come norma di ordinamento interno in Italia), che dovrebbe vincolare entrambi ad investigare, processare ed eventualmente estradare i colpevoli di atti di tortura. Amnesty chiede al governo italiano che attivi tutti gli strumenti possibili, diplomatici e non, di cui dispone per fare luce sulle responsabilità nella sparizione, tortura ed omicidio di Giulio Regeni; che richieda l’estradizione e l’incriminazione anche in Italia dei colpevoli; e che soprattutto richieda a gran forza che venga fatta verità su Giulio e sulle decine di altri casi simili in Egitto, di cui non è dato altrettanto rilievo. Riteniamo che lo Stato italiano abbia la forza e il dovere di farlo, e che non rinunci alla sua dignità. Non siamo soli in questo: con noi sono moltissimi gli enti territoriali, le associazioni, le scuole, università, biblioteche, media e privati a richiedere che venga fatta verità per Giulio, e che si aggiungono ogni giorno all’appello pubblicato su http:// www.amnesty.it/egito-Verita-per-Giulio-Regeni».
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POLITICHE EDUCATIVE
Il comune di Forlì studia l’esperienza fatta a Cremona
Servizi ed interventi di avvicinamento tra scuola e mondo del lavoro e di accompagnamento dei giovani al lavoro, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, le imprese e le associazioni del territorio. Questo il tema del confronto avvenuto giovedì mattina, a Palazzo Comunale, tra una delegazione del Comune di Forlì, guidata da Lubiano Montaguti, assessore alle Politiche Educative e Formative, Istruzione e Lavoro, accompagnato, tra gli altri, da Rita Silimbani, responsabile dell’Unità Supporto all’Innovazione Educativa del Comune di Forlì, e la vice sindaco con delega all’Istruzione e alle Politiche Educative Maura Ruggeri. Sono intervenute per il Comune di Cremona Silvia Toninelli, dirigente del Settore Politiche Educative, Maria Carmen Russo, responsabile del Servizio Informagiovani, e Stefania Reali, funzionaria del Settore Politiche Educative. Uno scambio di esperienze e di buone pratiche tra le due realtà richiesto dal Comune romagnolo che ha apprezzato quanto l’Amministrazione cremonese sta facendo attraverso alcuni specifici progetti mirati all’orientamento e a favorire il dialogo tra scuola e mondo produttivo. L’assessore Malaguti ha illustrato le linee di massima delle progettualità che la sua Amministrazione intende mettere in campo su tale versante e ha pertanto chiesto di conoscere da vicino le attività avviate dal Settore Politiche Educative e dal Servizio Informagiovani del Comune di Cremona. La vice sindaco Maura Ruggeri ha così tracciato una sintesi delle iniziative di orientamento, progettate e realizzate dal suo Assessorato. Alla dirigente del Settore Politiche Educative Silvia Toninelli e alla responsabile del Servizio Informagiovani Maria Carmen Russo il compito di entrare nel dettaglio del lavoro svolto.
casalmaggiore@ilpiccologiornale.it
CASALMAGGIORE
VICOBELLIGNANO SALUTA RINALDO MINOSSI A 81 anni di età, si è spento in settimana a Vicobellignano Rinaldo Minossi, noto per essere stato in passato sindacalista della Cgil e vicepresidente della Fondazione Genovesi, sempre nella frazione di Casalmaggiore. I suoi funerali si sono celebrati giovedì a Vicobellignano. Lascia la moglie Agnese, i figli Gabriele e Mirella, la sorella Marisa e cinque nipoti. Tra i tanti che lo ricordano, anche il compaesano e coscritto (classe 1935) Raul Tentolini. «Giampaolo Pansa – scrive Tentolini -, noto giornalista e scrittore, ha titolato la sua recente ultima fatica letteraria “Il Rompiscatole - L'Italia raccontata da un ragazzo del '35”. Dunque un Coscritto di Minossi, anche lui un po' rompiscatole, come tutti del resto. E meno male! I Coscritti 1935 di Casalmaggiore e Vicobellignano amano ricordare l’amico che li ha preceduti con il piglio degli anni verdi, con il tradizionale carro adobbato, fazzoletti tricolore con la scritta “abile” ed alcune rime ingenue. Coscrito Minossi, presente! I tuoi amici del ’35».
“STORIA DI PIERO” AL CENTRO PRIMAVERA
Oggi alle ore 18, presso il Centro Sociale Primavera di Casalmaggiore, in via Formis 14, si terrà la presentazione del volume “Storia di Pietro” di Roberto Occhi. L’evento, organizzato dal Circolo Arcibassa e dall’Anpi di Casalmaggiore, vedrà la presenza dell’autore che nell’occasione colloquierà con Giancarlo Roseghini e Stefano Prandini spiegando la genesi e il significato della sua opera. “Storia di Pietro” nasce dalla ricerca che lo scrittore parmigiano fa, a partire dalle testimonianze dei propri familiari, per riportare alla luce la tragica vicenda di un proprio zio, Pietro Occhi, deportato nel 1944 a Mauthausen e mai più tornato, essendo morto alcuni giorni dopo la liberazione del lager nell’infermeria del sottocampo di Ebensee per le malattie contratte durante la detenzione. A proposito, dal 23 al 25 aprile ArciBassa in collaborazione con Anpi organizza una gita a Monaco, Mauthausen e Dachau. Per eventuali posti ancora liberi contattare i numeri 0375/350201 o 0375/260259.
SABATO AL MUSEO, IL PICCIO PROTAGONISTA
Secondo appuntamento con gli incontri al Museo Diotti “Sabato al museo”. Oggi alle ore 16,30 si terrà l’incontro “Un pittore geniale, allievo di Giuseppe Diotti”. Sarà presentato il volume sulla figura di Giovanni Carnovali detto Il Piccio: “Piccio. Tutta la pittura e un’antologia grafica”. Sarà presente l’autore Renzo Mangili, l’ingresso è libero.
DIOTTI, 100 ANNI DI GRAFICA PUBBLICITARIA
Alle ore 18 di oggi al Museo Diotti sarà inaugurata la mostra “Colpire nel segno. Un secolo di grafica pubblicitaria nella Bassa, che rimarrà aperta fino al 19 giugno. L’ideazione e selezione dei materiali storici è a cura di Valter Rosa, selezione materiali contemporanei di Armando Chitolina e Antonella Pizzamiglio, organizzazione di Armando Chitolina e Roberta Ronda, apparati di Lucia Miodini. La mostra intende offrire una panoramica – sintetica, ma efficace – di un genere, quale la grafica pubblicitaria, che ha avuto nel corso dell’ultimo secolo una crescita esponenziale, legata alle trasformazioni della società, dell’economia, della comunicazione e dei suoi strumenti. In questo ambito il territorio della Bassa è stato ed è caratterizzato dalla presenza di personalità di sicuro interesse: si pensi ad Aldo Mario Aroldi, Tino Aroldi, Goliardo Padova, Marcello Nizzoli, Vando Tapparini e Gino Pelizzola.
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La tangenziale che non fa paura Tutto pronto per “La città dei bambini” di Slow Town. Entro l’anno anche una mappa per i disabili
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di Vanni Raineri
a città dei bambini è un progetto decisamente ambizioso, che avrà nell’evento del 6-7-8 maggio solo una prima vetrina di quel che il Comitato Slow Town intende fare per offrire un modello alternativo di mobilità sostenibile. Non è dunque un evento a sé, ma presenta novità importanti che saranno mantenute. In primis tre progetti: uno è la tangenziale dei bambini, che coincide con l’argine maestro da tempo off limits per le auto, che ha 9 uscite (tutte indicate dall’1 al 9 con diversi colori). L’obiettivo principale è il collegamento con l’Istituto Scolastico Marconi, frequentato da centinaia di studenti, sia con le abitazioni sia con il centro storico. Non solo si potrà raggiungere in modalità sicura la scuola da casa, ma si potrà andare a Teatro, al Museo Diotti o del Bijou, senza correre rischi. Questo grazie anche ai lavori appena conclusi. Proprio per collegare la scuola con l’argine maestro è stato realizzato uno stradello: alcune aziende hanno prima livellato il terreno, poi posato ghiaia e una staccionata, con l’assistenza tecnica dello Studio Pirotti di
Casalmaggiore. Il tutto, si badi bene, gratuitamente. Questo era un punto decisivo della tangenziale, che è praticamente completa. Dalla tangenziale, e veniamo al secondo progetto, interviene il metrominuto (nella foto), che indica con appositi cartelli le uscite. Infine l’ultimo progetto, il metrobottega, che consiste nell’indicazione, attraverso dei totem,
dei vari esercizi commerciali che hanno aderito all’iniziativa. E sono davvero tanti: ben 105 alla chiusura delle iscrizioni. Per il progetto metrobottega la città è stata suddivisa in 10 linee, ognuna delle quali, segnalate da un numero e un colore, indica come trovare i vari negozi e ristoranti. In questo caso si tratta di un’iniziativa che non ha precedenti, e che certamente presto verrà
“rubata” a Casalmaggiore. «La tangenziale dei bambini resterà – affermano gli organizzatori -. Il fatto che non sia un evento è dimostrato dal fatto che nessun evento ha mai aperto strade che poi rimangono. In due mesi si è creata poi una rete che unisce oltre 200 botteghe, che rimarrà attiva e potrà a sua volta organizzare eventi. Certamente lasciamo in eredità a Casalmaggiore un collegamento diretto tra scuola e argine». Un collegamento che risulterà prezioso anche per il percorso del piedibus, e anche per il bicibus. Ci sarebbe inoltre un quarto progetto che al momento è stato rinviato, ma data la determinazione mostrata da Slow Town si può scommettere che presto vedrà la luce: si tratta del metrabile, una mappa con percorsi sicuri destinata ai diversamente abili che consentirà loro di muoversi in sicurezza, grazie a strutture e all’abbattimento delle barriere architettoniche. Un progetto ambizioso, che nelle intenzioni vedrà la luce entro fine anno, e per il quale è stato chiesto il supporto di aziende specializzate. Intanto godiamoci questa “Città del bambini”, che si terrà dal 6 all’8 maggio prossimi.
Ryla Junior, come crescere i leader Presentata la terza edizione: in Santa Chiara 34 studenti dell’Oglio Po
Il Ryla Junior è una ghiotta occasione fornita ai ragazzi dell’Oglio Po per immagazzinare concetti ed esperienze che avranno la possibilità di sfruttare nel corso della vita, soprattutto nelle difficoltà che inevitabilmente attraversa ognuno di noi. Quest’anno, alla terza esperienza, la bella iniziativa si allarga, sia per tempi che per partecipazione. Durerà 4 giorni, da venerdì 22 a lunedì 25 aprile, sfruttando il ponte, e sarà organizzata anche quest’anno dai 4 Rotary Club del territorio (Casalmaggiore Viadana Sabbioneta, Casalmaggiore Oglio Po, Piadena Oglio Chiese e l’e-club 2050) e dai 2 Rotaract (Casalmaggiore Viadana Sabbioneta e Piadena Casalmaggiore Asola). Si tratta di uno dei due Ryla Junior svolti nel Distretto (l’altro sarà a Mantova) ed è stato presentato giovedì in una conferenza stampa che si è tenuta in Santa Chiara, che ospiterà l’evento. Erano presenti i tre presidenti dei club Massimo Mori, Francesco Meneghetti e Antonio Morini (mancava solo quello dell’e-club Bruno Ghigi), il direttore organizzativo Marzio Somenzi e la direttrice di Santa Chiara Antonella Maccagni, entrambi rotariani. Meneghetti ha ringraziato l’Istituto Santa Chiara e il Comune per l’ospitalità ricevuta («Santa Chiara è l’ideale per la centralità territoriale e la struttura formativa e ricettiva»), Somenzi per l’impegno, e ha sottolineato l’importanza data all’aspetto della sicurezza dei ragazzi, in gran parte minorenni. Per questo soci rotariani e rotaractiani presidieranno la location anche nelle ore notturne. «Ho partecipato alle prime due edizioni – ha aggiunto la Maccagni – anche se non da direttore di Santa Chiara e nemmeno da rotariana. Ho notato che i ragazzi, dopo aver terminato il Ryla, hanno acquisito una consapevolezza che prima non avevano. Si sentivano leader positivi, dotati della forza necessaria per aiutare gli altri a prendere decisioni per risolvere i problemi. Ecco perché ho accettato, ci ho sempre creduto e oggi a maggior ragione».
Anche Somenzi ha ringraziato la Maccagni per la preziosa collaborazione, grazie alla quale i costi effettivi riguarderanno solo le stanze e il servizio mensa. Anche i relatori saranno presenti in modo completamente gratuito. A gestire il Ryla sarà ancora una volta lo psicologo mantovano Roberto Bondavalli. Quanto ai relatori, Somenzi ha detto che «sarà un mix tra giovani e meno giovani». Chiunque potrà partecipare alle relazioni, purché si presenti puntuale. Si parte venerdì 22 (ore 18) con due ragazzi reduci dal Ryla 2015: Federica Bazzani e Francesco Garaffa. Sabato 23 interverrà il capitano della squadra di tennis in carrozzina della Baldesio Giovanni Zeni (ore 10), quindi (alle 18) sarà la volta di Paolo Levoni, della omonima ditta storica mantovana che da oltre un secolo commercia salumi nel mondo. In serata (ore 21) sarà la volta di Enzo Orsi, ragazzo di Piadena laureato in Ingegneria che lavora a Londra per una grande società mondiale di consulenza, e che ha creato una startup. Domenica 24 alle 10 ci sarà fratel Francesco Zambotti, il fondatore delle Tende di Cristo che oggi si trovano in Italia, in Brasile e in Messico, alle 18 il maestro Giacomo Zani, noto musicista e direttore d’orchestra di Casalmaggiore dal grande curriculum. Infine alle 21 sarà la volta proprio di Francesco Meneghetti, che parlerà della propria esperienza quale ceo di Fabbricadigitale. Infine, lunedì 25 ci sarà una chiusura internazionale. Alle 9 ci sarà infatti Ian McKinley, capitano del Viadana Rugby 1970. L’atleta irlandese giocava nella Nazionale under 20 del suo paese ed era già impegnato con il grande rugby quando a causa di un incidente ha perso un occhio. Ha però saputo ricostruirsi una carriera grazie a speciali occhiali prodotti in Italia. Oggi può giocare nel nostro paese, e presto le regole gli consentiranno di farlo anche all’estero. Un uomo che nonostante il grave incidente ha saputo riproporsi ad alto livello, nell’ottica piena dello spirito del Ryla. Alle 10 infine interverrà Cristina Donini, ricercatrice e
direttore del centro Medicine for Malaria di Ginevra. «Lo scopo del Ryla – ha aggiunto Meneghetti – è proprio quello di confrontarsi con storie che fanno riflettere sulle capacità più o meno espresse, sui potenziali, per sviluppare nei ragazzi la leadership soprattutto verso se stessi». Sulla base di queste testimonianze, gli studenti faranno rielaborazioni in gruppi. Quest’anno saranno 34 i partecipanti, tra i 16 e i 18 anni. Provengono dalle scuole di Casalmaggiore, Viadana e Asola, e dalle società sportive Interflumina, Eridanea e Rugby Colorno. Per le loro famiglia l’esperienza sarà a costo zero. Non sarà una gita scolastica, ma un impegno vero di lavoro e studio. Addirittura le richieste di partecipazione hanno superato i posti disponibili. «Questi ragazzi – ha detto Antonella Maccagni – rinunceranno al weekend del 25 aprile chiudendosi in Santa Chiara, ed è lodevole la loro disponibilità. Significa che le precedenti edizioni hanno dato frutti. «Il gruppo organizzatore – ha aggiunto Morini – lavora da ottobre. I ragazzi si confronteranno con persone abituate a lottare contro le difficoltà. Non si può essere sempre primi della classe. Ringrazio il professor Delpari di Asola per il contributo dato». Infine Mori sulle finalità del Ryla Junior: «E’ una grande opportunità, anche se non è facile misurare subito quanto incida nei ragazzi. Il Ryla è una bussola che può aiutarli nelle difficoltà della vita, darà loro modo di affrontare le cose in maniera diversa, saranno leader anche inconsapevolmente, dei paletti che faranno sì che le piante possano crescere dritte, per migliorare la loro parte di mondo».
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Casalmaggiore
Sabato 16 Aprile 2016
Spettacolare incidente a Motta
Protagoniste due ragazze. Massiccio arrivo dei mezzi di corrorso, ma fortunatamente lievi conseguenze
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di Vanni Raineri
n incidente senza gravi conseguenze, ma altamente spettacolare quello accaduto giovedì sera attonro alle 20,30 a Motta Baluffi, all’incrocio tra la Bassa per Casalmaggiore e la strada che conduce a Cingia de’ Botti. Proprio in quest’ultima via stava dirigendosi una ragazza a bordo di una Opel Corsa. Proveniva da Casalmaggiore, come l’auto che, sembra, l’ha agganciata mentre era in fase di sorpasso, una
Mercedes classe A. Le due auto si sono aggrovigliate appoggiandoci ad una recinzione, una appoggiata a terra su un fianco e l’altra quasi sollevata. La foto a destra è emblematica. Scattato l’allarme, l’arrivo di mezzi di soccorso è stato ingente. Sul posto sono giunte tre ambulanze con auto medica, Carabinieri e Vigili del Fuoco. Le due ragazze che erano alla guida delle auto hanno 23 e 25 anni, e sono uscite entrambe dalla vettura attraverso la portiere aperta verso l’alto. Una risiede a Motta Baluffi, l’altra a Gussola, con un’attività a Torricella del Pizzo.
Terrae Fluminis, al via il percorso comune
Firmato l’atto dell’unione tra Gussola, Martignana e Torricella. Si dissocia la minoranza di Martignana Po
GUSSOLA – Alla presenza di una folta rappresentanza dei Consigli comunali, si è consumata l’alleanza tra i Comuni di Gussola, Martignana di Po e Torricella del Pizzo, i cui sindaci hanno sottoscritto l’atto costitutivo dell’Unione cui è stato dato il nome, in latino tanto per cambiare, Terrae Fluminis. Il sindaco di Gussola Stefano Belli Franzini ha fatto gli onori di casa (sarà lui il primo presidente dell’Unione) presentando per sommi capi i contenuti dell’accordo: «Saremo pienamente efficienti dal 1° gennaio 2017. Faremo il possibile affinché tutto proceda per il meglio». «Ringrazio anch’io tutti coloro che hanno lavorato al progetto – ha aggiunto il sindaco di Torricella Emanuel Sacchini – compresi i gruppi consiliari. Anche se lo statuto è standard, il confronto è nato da una serie di incontri, frutto di un lavoro congiunto. Questo è l’atto che segna l’inizio di una serie di sfide che affronteremo con determinazione. Non nego che siano già state riscontrate difficoltà, ma troveremo le soluzioni per dare un servizio migliore nell’ottica del territorio. Siamo tre comuni diversi, ma occupiamo uno spazio limitato». Sulla scelta del nome latino: «E’ la lingua madre dell’italiano, meglio questo di un nome tedesco o inglese». «Ringrazio anche la dottoressa Arcuri – ha detto il primo cittadino di Martignana Alessandro Gozzi – e tutti i presenti, sono convinto che questo processo farà molto bene alla nostra gente, a prescindere da chi sta amministrando oggi le comunità. Credo che l’unione di servizi sia più facile per noi più che per altri. Non siamo una piccola unione, con oltre 5000 abitanti siamo anzi la
A sinistra la firma dell’atto da parte dei tre sindaci. A destra i consiglieri presenti
più grande del Casalasco». In realtà la più popolosa è Foedus, ma unisce comuni casalaschi e mantovani. Per prima cosa – ha chiuso Belli Franzini – dobbiamo conoscere meglio i nostri territori. I tre enti avranno lo stesso peso all’interno dell’unione per la volontà di amministrare un territorio unico nel rispetto delle singole municipalità. La nostra unione è disposta a collaborare con quelle vicine, ma con regole chiare, guardando all’efficienza e all’efficacia dei servizi offerti. Partiamo coi nostri tre paesi, ben sapendo che nemmeno con 10mila abitanti si raggiungono certi tipi di efficienza per cui ne servirebbero almeno 40mila». Quindi la segretaria Anna Maria Bianca Arcuri ha letto il testo, non prima di essersi complimentata per la scelta fatta, nome compreso.
La durata dell’accordo è indeterminata, ma non inferiore ai 10 anni. Nei prossimi giorni si insedieranno gli organi, il Consiglio formato dai tre sindaci e la giunta dell’Unione, formata da 9 membri: due di maggioranza e uno di minoranza per ciascun Comune: oltre ai sindaci, per Gussola Pier Luigi Franchi e Nicolò Mangoni, per Martignana Gabriele Turini e Anna Pasquariello, per Torricella Alberto Scaroni e Cristina Fadani. Da segnalare che per Martignana la scelta di Anna Pasquariello è dettata dal maggior numero di preferenze: infatti la minoranza non ha indicato alcun nome, anzi non ha mai partecipato alle discussioni sull’unione. Si ricorderà che punto focale del programma elettorale fu la volontà di unirsi a Casalmaggiore, e non verso l’unione da poco formalizzata.
“Le bambole amiche” in mostra da oggi a Canneto CANNETO SULL’OGLIO - Si aprirà oggi, sabato 17 aprile, la mostra “Le bambole amiche” organizzata presso il Museo Civico dal Gruppo del Giocattolo Storico, associazione che coadiuva l’Amministrazione Comunale nell’attività museale. La mostra è dedicata alle “Bambole amiche” degli anni Sessanta del Novecento, quelle bambole cioè che le bambine potevano pettinare in mille modi, vestire con abiti alla moda giocando “a diventare grandi” ed immaginarsi così proiettate nel loro futuro adulto. Quando si parla di questo tipo di bambole la prima che può venire in mente è Barbie, tanto amata dalle bambine di tutto il mondo; ma a metà degli anni sessanta, in Italia, erano le quattro Susanna, Silvye (nella foto), Sheila e Simona - bam-
bole prodotte a partire dal 1965 dalla Furga, che aveva sede proprio a Canneto sull’Oglio - a ricoprire questo ruolo guida per milioni di adolescenti ed interpretare le trasformazioni estetiche e culturali di quegli anni. Il gioco delle quattro amiche trovava il suo assoluto compimento negli abiti: un guardaroba ricchissimo di vestiti all’ultima moda, calzature, borse, gioielli, mobili, tutti illustrati in piccoli cataloghi – che venivano inseriti nelle confezioni di vendita – e che diventavano un gioco nel gioco, una sorta di album delle figurine in chiave femminile: ce l’ho, manca, manca, ce l’ho… La rassegna cannetese, allestita dalla Collezione del giocattolo Giulio Superti Furga, racconta la grande avventura di queste quattro bambole e dei
loro abiti: in esposizione troviamo un centinaio di bambole, con il loro corredo provenienti dalla raccolta privata di Grazia Conti Terziani. La mostra è supportata anche da un ricco catalogo fotografico curato dall’Associazione Gruppo del giocattolo storico, nel quale sono raccolti, in un tutto organico, notizie, illustrazioni, documenti d’archivio sulla loro storia. Una guida indispensabile, dunque, per collezionisti ed appassionati. Il Museo Civico è aperto nei giorni di sabato, dalle ore 15 alle 19, domenica e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19 (chiuso nei mesi di luglio e agosto). Per visite infrasettimanali di gruppi e scolaresche è possibile contattare il Comune di Canneto al numero 0376/717005.
LE ATLETE DELLA POMÌ CON L’AIDO Le ragazze della Pomì, fresche campionesse d’Europa, sono campionesse anche di solidarietà. Nell’ambito delle iniziative programmate per l’anno 2016 del Comitato Comunale Aido di Casalmaggiore, San Giovanni in Croce e Solarolo Rainerio, se segnala infatti l’iniziativa “Un fiore per la vita” a cui la Società Sportiva Pomì-VBC Casalmaggiore ha acconsentito di fare da testimonial con le proprie atlete. I volontari dell’Aido offriranno un vaso di fiori in cambio di una piccola offerta a sostegno dell’Associazione che da oltre 40 anni è impegnata per la tutela della salute, della vita e per la cultura della donazione degli organi, tessuti e cellule. Una lunga storia dove tante vite si sono intrecciate, tante esistenze hanno permesso che la fine di una vita diventasse la rinascita di un’altra. La sezione Aido casalasca è stata presente negli ultimi due giorni all’ingresso dell’Ospedale Oglio Po, per l’intera giornata, mentre oggi sarà presente nel mercato in piazza Garibaldi a Casalmaggiore. Infine, domenica 17 aprile sarà nelle piazze di Casalmaggiore e delle sue frazioni.
GUSSOLA VIAGGIA SULLE FIAT 500 GUSSOLA – Tra oggi e domani Gussola ospita la terza edizione dell’iniziativa “La Ghisöla in 500”, organizzata dal coordinamento di Cremona-Fiat 500-Club Italia in collaborazione cn la locale Pro Loco e il patrocinio del Comune. Il raduno è aperto alle Fiat 500 fabbricate tra il 1957 e il 1977 e derivate. I partecipanti verso le 14,30 inizieranno un percorso turistico nel Casalasco, visitando la Cartiera di Gussola, il Museo del Bijou di Casalmaggiore e infine la sede del Moto Club Angelo Bergamonti. Cena alla pizzeria La Macina, e domani mattina altro tour che toccherà la golena di Torricella del Pizzo, la Vinicola Decordi di Motta Baluffi, Cingia de’ Botti e il Borgo di Castelponzone.
SABBIONETA CELEBRA GIULIA GONZAGA SABBIONETA – Come anticipato sabato scorso, oggi alle ore 17 l’Aula Magna di Palazzo Forti a Sabbioneta ospiterà la conferenza storica “Divina Julia”, imperniata sulla figura di Giulia Gonzaga nel 450° dalla scomparsa. Interverranno il sindaco di Sabbioneta Aldo Vincenzi, gli storici dell’arte Giovanni Sartori e Leandro Ventura e la ricercatrice Anna De Rossi. Intermezzi poetici a cura di Tersilla Federici, coordinamento di Alberto Sarzi Madidini. Nell’occasione l’Aula Magna sarà arricchità di un allestimento rinascimentale, con ricostruzione dell’abito nuziale di Giulia. L’ingresso è libero.
CONVEGNO ALL’INTERFLUMINA CST Con il convegno in programma oggi, sabato 17 aprile, si conclude la prima parte di stagione dedicata agli eventi formativi che l’Interflumina Cst ha aperto a tutto il Nord Italia. «Corsi con presenze numerose, qualificate e che hanno espresso viva soddisfazione per accoglienza e contenuti proposti» specifica Carlo Stassano. «Siamo soddisfatti perchè il motto che abbiamo voluto indicare “Lo Sviluppo delle Economie Locali attraverso lo Sport”, e il più specifico di “Coloriamo d’azzurro il cielo di Rio”, ha trovato riscontro nell’adesione di molti tecnici, dirigenti ed atleti che hanno riconosciuto in Casalmaggiore una cittadina ed un territorio accoglienti».
Speciale Champions League
a p o r u E ’ l a r p o s a s o r ’ e Il cielo
C’
di FABIO VARESI
è una frase che è entrata nella storia dello sport italiano, pronunciata subito dopo la conquista del titolo mondiale di calcio dalla Nazionale nel 2006: «Il cielo è azzurro sopra Berlino» (Marco Civoli). Parafrasando quel concetto, possiamo
dire che è rosa il cielo sopra l’Europa del volley. Già, perché l’exploit della squadra di Barbolini nella Final Four di Champions League a Montichiari, può essere paragonato al trionfo iridato degli azzurri di Lippi, che anche allora non godevano certo dei favori del pronostico. Quella della Vbc Casalmaggiore è sicuramente una bella favola da raccontare ai posteri, perché la prota-
gonista solo sei anni fa militava in B2! Dai piccoli palazzetti di provincia, è arrivata a grandi passi al tricolore e ad alzare la coppa più importante d’Europa, al cospetto di squadroni metropolitani, che dispongono di grandi mezzi economici, inarrivabili per la società casalasca. Ma quanto sta facendo il Leicester di Claudio Ranieri in Premier League, conferma che sempre più spesso
si può vincere con la programmazione oculata, che premia di più delle spese folli, prive però di un progetto sportivo. A Casalmaggiore, dopo questo nuovo trionfo, nessuno sembra però essersi montato la testa, perché tutti pensano ai playoff iniziati mercoledì. E questa voglia di continuare a stupire è uno dei tanti segreti della squadra rosa, campione d’Europa...
Tifosi e squadra hanno vinto insieme Speciale Champions League
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Sabato 16 Aprile 2016
VOLLEY La passione del pubblico che ha gremito il PalaGeorge ha dato la spinta per la grande impresa
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di Vanni Raineri
o abbiamo scritto una settimana fa: “Nella storia c’è già. Ora si tratta di fare un salto sul Monte Olimpo, la sede degli Dei”. E’ una Pomì che non si fa mancare niente, che l’occasione non se la lascia sfuggire e sulla vetta d’Europa ci è arrivata con un doppio 3-0 sensazionale. Per arrivare sull’Olimpo ha sconfitto in semifinale la Dinamo Kazan, che aveva surclassato Piacenza in casa e fuori. Qualche polemica è stata suscitata dall’assenza di due atlete russe (mossa per evitare i controlli antidoping?), ma chi giustificava con questo giallo il passaggio in finale delle rosa di Barbolini, è stato servito col match di domenica. La favorita VakifBank Istanbul è stata spazzata via da una voglia di vincere che ha fatto la differenza, in campo e sugli spalti. Già, perché a riempire il PalaGeorge di Montichiari hanno pensato migliaia di tifosi giunti soprattutto dal Casalasco, che hanno incitato le proprie beniamine senza una pausa. Il ringraziamento di fine gara delle atlete per il supporto ricevuto, era tutt’altro che di circostanza. D’altra parte, se per le ragazze resterà una medaglia da esporre con orgoglio a vita, a tutta Casalmaggiore resta un ricordo indelebile, frutto di un’impresa che ha proiettato una cittadina sui notiziari di mezzo mondo. Solo in Italia, Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera hanno riservato l’apertura della prima pagina alla grande impresa. Per non parlare di quasi un centinaio di tv collegate con Montichiari da tutto il pianeta. Difficile paragonare questo risultato ad altri. E’ un po’ come se il Chievo di Delneri avesse vinto la Champions League di calcio nell’unica partecipazione (uscì nei preliminari), ma in verità è arduo trovare analogie col passato. Tra le tante parole a commento della prova maiuscola, forse la verità sta in quel che ha detto Barbolini: «Abbiamo vinto non per caso». Dall’alto della sua esperienza, il tecnico ha voluto dire che quanto accaduto è frutto di programmazione. Una garanzia anche per i tifosi:
La felicità delle rosa (foto Giuseppe Storti)
dopo l’incredibile scudetto del 2015 e la rivoluzione tecnica, era facile pensare ad una squadra incapace di ripetere l’impresa. Invece la società ha dato prova di maturità e preparazione, scegliendo il tecnico ad hoc per affrontare un’Europa che ben conosce, una campionessa, la Piccinini, dalla grande voglia di ripresentarsi ai vertici del volley mondiale (i temuti screzi passati fra i due
non hanno lasciato traccia) e una squadra ben assortita per centrare i nuovi obiettivi. Una garanzia anche per il futuro: sarà difficile trattenere a Casalmaggiore alcune protagoniste del titolo europeo, ma possiamo confidare che la società saprà muoversi al meglio sul mercato. Vincere dunque non fu frutto di un’alchimia magica e irripetibile, ma di scelte azzeccate fatte da persone capa-
ci, serie, preparate e con intuizioni geniali. Francesca Piccinini ha poi conquistato il titolo di mvp della Final Four e altre tre rosa sono state premiate nei rispettivi ruoli: Stevanovic, Kozuch e Lloyd. Era dal 2004 che la società ospitante non vinceva la Champions: allora fu il Tenerife che batté in finale proprio Perugia di Barbolini, il che dimostra quanto sia difficile prevalere nonostante
il sostegno del pubblico di casa. “Chi non salta non ci crede” recitava lo slogan più in voga della torcida rosa e alla fine però era difficile crederci, tra chi sarà costretto a rispettare l’impegno di partecipare alla maratona di New York e chi si domandava se dopo l’Intercontinentale che si giocherà nelle Filippine, ci sarà un altro gradino e prenotava il viaggio per Marte.
Tra le favorite solo Conegliano ha convinto il campionato
Rosa deluse dopo il match di Bergamo
Col pensiero rivolto al buontempone che ha costretto la Pomì ad inaugurare i playoff scudetto a tre giorni dalla finale di Champions League, i tifosi rosa hanno assistito alla sconfitta annunciata di Bergamo. La squadra di Barbolini ha offerto il meglio e il peggio di sé a poche ore di distanza e non è un caso. Non che le ragazze abbiano festeggiato oltre il dovuto la vittoria di Champions, il fatto è che, a fronte di una squadra, la Foppapedretti, che si è preparata al meglio per l’impegno ed è in grande crescita di condizione, Casalmaggiore è stata costretta, dopo aver raschiato il fondo del barile delle motivazioni, a racimolarne qualche granellino nella trasferta orobica.
Mentre andiamo in stampa non conosciamo l’esito del match di gara 2 che si è giocato ieri sera. Sperando di poter vedere al PalaRadi la “bella” (lunedì alle 20.30), annotiamo che i playoff sono iniziati nel segno dell’equilibrio. Fatta eccezione per lo scontro tra la favorita Conegliano e Montichiari, coi veneti vincitori anche di gara 2 (ma di misura) e già in semifinale, negli altri tre casi ha prevalso la squadra di casa, la peggio classificata al termine della stagione regolare. Non solo Bergamo ha sconfitto Casalmaggiore, ma Modena ha battuto Novara sempre per 3-0 (Novara ha poi pareggiato la serie vincendo 3-1 gara 2), e Scandicci ha superato Piacenza per 3-1.
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Speciale Champions League
Sabato 16 Aprilr 2016
«Alzare la coppa fa tremare le gambe»
I PROTAGONISTI Il capitano Tirozzi racconta le emozioni della cerimonia di premiazione. Barbolini: «Ragazze eccezionali»
L
o scorso fine settimana è stata riscritta nuovamente la storia della Pomì e incoronato la squadra regina d’Europa. E’ stato un week end che ha regalato soddisfazioni enormi alle ragazze, allo staff, alla società e a tutti i tifosi. Abbiamo parlato con il capitano Valentina Tirozzi proprio della conquista della Champions League, di questo storico traguardo. Con che spirito siete scese in campo a Montichiari? «Molto molto cariche, con tantissima voglia di far bene e far divertire il nostro pubblico di casa e senza farci sopraffare dalla pressione dell’evento. C’era in noi tanto orgoglio e tanta voglia di stupire ancora». Quando il livello della competizione si è alzato, voi vi siete fatte trovare pronte. Quando avete capito che il sogno si stava avverando? «Già dai primi scambi della semifinale, abbiamo capito che eravamo all’altezza della situazione e che giocando unite e agguerrite avremmo potuto portare a casa la partita. Una volta vinta la semifinale, abbiamo affrontato la finale con ancora più grinta e fame. Ed è andata bene!». Che emozione è stata alzare il trofeo al cielo?
L’esultanza di Tirozzi e compagne
«Alzare coppe in generale (e in questi due anni mi sta capitando spessissimo!) dà un’emozione fortissima, perché è un gesto liberatorio e simbolico che ripaga in un attimo tutto il lavoro fatto per arrivare fino a lì da parte di tutti. Alzare la Coppa dei campioni fa veramente tremare le gambe». Parlando della squadra, quest’anno ci sono stati dei cambiamenti rispetto al-
Barbolini (a destra) e Guidetti prima della finale
l’anno scorso, ma i risultati sono arrivati. Eccome se sono arrivati! Avete lavorato duro e l’alchimia è cresciuta nel tempo così come l’affiatamento tra di voi. Cosa senti di poter dire a riguardo? «Sento di poter dire che lo spirito di questa squadra è rimasto invariato rispetto a quello dello scorso anno, nonostante la squadra sia cambiata molto. Credo però che in questa Final Four la squadra di quest’anno abbia veramente giocato una pallavolo bellissima e molto emozionante, era come se aspettassimo da mesi quel momento per esplodere in un modo così eclatante». Cosa vuoi dire ai tifosi che vi hanno sostenuto in questo fantastico percorso? «Ai tifosi dico sicuramente un enorme grazie, perché non solo erano numerosissimi, ma hanno creato scenografie e cori stupendi per sostenerci dal primo all’ultimo minuto e farci sentire veramente a casa». IL TECNICO Vincere la Champions League è stata una vera e propria consacrazione per la Pomì, che ha saputo esprimere tutto il proprio talento e la grinta anche in Europa. Di questo straordinario traguardo abbiamo parlato anche con l’allenatore Massimo Barbolini. Come si potrebbe definire lo scorso week end di grande sport?
«Penso che i termini per definirlo meglio possano essere “fantastico ed indimenticabile”. E’ stato difficile arrivare ad un traguardo così importante e perciò questa impresa non dovrà essere mai dimenticata». Secondo lei quanto è stata importante la vittoria per 3-0 in poco meno di un’ora e mezza nella semifinale contro la Dinamo Kazan anche per evitare la stanchezza eccessiva? «La stanchezza passa. In questi casi non ci devi fare caso, ma è stato comunque molto importante portare a casa la vittoria in questo modo, perché abbiamo potuto avere più tempo per riposarci, recuperare, studiare le avversarie e prepararci per la finale». Che significato ha per lei questa storica vittoria? «E’ stato bellissimo. Come allenatore ciò che conta è avere dei risultati. Ho vinto tanto, ma era da un po’ che non succedeva. Spero di continuare. Vincere in questa maniera è stato davvero magnifico». Sarà molto orgoglioso della squadra e delle ragazze. Il vostro impegno è stato ripagato. Qual è stata la vostra qualità principale? «Ho un gruppo di ragazze eccezionali, che danno tutti i giorni il 101% durante gli allenamenti e che si impegnano al massimo anche durante le partite. Per arrivare alla vittoria sono state fondamentali le qualità tecniche delle giocatrici, perché senza quelle è impensabile arrivare ad ottenere dei risultati, ma è stato anche importantissimo giocare in maniera ordinata e determinata. Mantenere attenzione e ordine anche nelle piccole cose, che poi fanno davvero la differenza, è stato sicuramente un nostro pregio». Cosa si sente di dire ai tifosi che vi hanno sempre sostenuto e fatto festa con voi? «Come ho detto anche sul palco a Casalmaggiore al nostro ritorno, mi sento di ribadire che vincere la coppa è stato straordinario e bellissimo, ma il regalo più bello sono stati loro, i nostri tifosi, la gente che ci ha accolto in piazza e ha fatto festa con noi e per noi». Lorenzo Balestreri
ALBO D’ORO
1960-61 1961-62 1962-63 1963-64 1964-65 1965-66 1966-67 1967-68 1968-69 1969-70 1970-71 1971-72 1972-73 1973-74 1974-75 1975-76 1976-77 1977-78 1978-79 1979-80 1980-81 1981-82 1982-83 1983-84 1984-85 1985-86 1986-87 1987-88 1988-89 1989-90 1990-91 1991-92 1992-93 1993-94 1994-95 1995-96 1996-97 1997-98 1998-99 1999-00 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-15 2015-16
Dinamo Mosca Burevestnik Odessa Dinamo Mosca Levski Sofia Dinamo Mosca Cska Mosca Cska Mosca Dinamo Mosca Dinamo Mosca Dinamo Mosca Dinamo Mosca Dinamo Mosca Nim-Se Budapest Dinamo Mosca Dinamo Mosca Stella Rossa Praga Cska Mosca Schweriner Cska Sofia Stella Rossa Praga Uralocka Ntmk Uralocka Ntmk Uralocka Ntmk Cska Sofia Adk Alma Ata Cska Mosca Uralocka Ntmk Teodora Ravenna Uralocka Ntmk Uralocka Ntmk Mladost Zagabria Teodora Ravenna Pvf Matera Uralocka Ntmk Uralocka Ntmk Pvf Matera Volley Bergamo Ok Dubrovnik Volley Bergamo Volley Bergamo Volley Modena Rc de Cannes Rc de Cannes Volibol Tenerife Volley Bergamo Sirio Perugia Volley Bergamo Sirio Perugia Volley Bergamo Volley Bergamo VakifGünes Istanbul Fenerbahçe Sk VakifGünes Istanbul Dinamo Kazan Eczacibasi Istanbul Vbc Casalmaggiore
Speciale Champions League
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Sabato 16 Aprile 2016
«E’ la vittoria di un intero territorio»
I SINDACI Bongiovanni e Galimberti sottolineano l’importanza del trionfo europeo e fanno i complimenti alla squadra
I
l successo della Pomì in Champions League ha avuto una grande risonanza anche a livello nazionale. Abbiamo chiesto al primo cittadino di Casalmaggiore, Filippo Bongiovanni e al sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, cosa pensano della straordinaria prestazione delle ragazze guidate da Barbolini e che significato ha per il nostro territorio la conquista di un trofeo così prestigioso. «La vittoria della Champions League da parte della Pomì - ha detto Bongiovanni riempie di orgoglio l’intera città. Come primo cittadino sono davvero contento e mi unisco all’esultanza per questo storico risultato. Casalmaggiore è stata proiettata sui mass media a livelli nazionali mai visti prima. Questo trionfo ha dato lustro alla città ed è stata una grande vetrina per tutto il nostro territorio. Tutto questo è stato possibile grazie alle ragazze, che sono state eccezionali, alla società, ai volontari e agli sponsor, tutte aziende della nostra zona sane e formate da gente seria. La nostra città e il suo territorio tradizionalmente sono stati caratterizzati da lavoratori che si sono sempre rimboccati le maniche e che con il lavoro e i sacrifici hanno raggiunto gli obiettivi prefissati. La vittoria delle ragazze della Pomì rispecchia questa mentalità. La presenza della squadra, inoltre, ha fatto registrare indubbiamente un incremento delle persone che già passano da Casalmaggiore e ha avuto influssi positivi anche a livello di economia locale. Questa è una grande soddisfazione per tutti noi». «E’ la vittoria del nostro territorio - ha sottolineato Galimberti - di Casalmaggiore, grande zona di produzione, e di Cremona, che ha voluto fortemente la Pomì: l’amministrazione, l’assessore Platè e gli uffici del Comune hanno lavorato in sinergia anche con la Vanoli perché il palazzetto fosse utilizzato dalle ragazze. Uno striscione presente sugli spalti durante la partita penso sia emblematico: “Due città, un solo amore”. E’ inoltre la vittoria di una classe imprenditoriale che investe, dell’equipe, della squadra, del management, degli sponsor e dei supporter di Casalmaggiore e di Cremona. Non dimentichiamoci che dietro a questo grande supporto c’è tutto
Il sindaco Bongiovanni mentre premia Kimberly Hill (Vakifbank)
Il sindaco Galimberti mentre premia Kim Yeon-Koung (Fenerbahçe)
un mondo sportivo fatto anche di piccole società e di vivai giovanili importanti. Sono molto orgoglioso di questa vittoria che ha aperto ulteriormente il nostro territorio all’Europa e al mondo. E’ importante essere orgogliosi di quello che siamo. Sicuramente non è sempre facile avere e far convivere, due realtà così importanti come la Pomì e la Vanoli in città, ma con la loro presenza è l’intero sistema che si rafforza positivamente. Questo trionfo della Pomì può essere preso anche come spunto per un miglioramento complessivo delle realtà sportive presenti sul nostro territorio, come uno stimolo per unire gli eventi sportivi all’attrattività turistica e culturale delle nostre zone e come occasione per pensare seriamente a consolidare le nostre strutture sportive con il supporto di Regione, sistema fieristico, Coni, federazioni e società interessate. Solo lavorando insieme si può pensare di migliorare i servizi, il palazzetto e costruire nuove strutture». Lor.B.
La premiazione della Piccinini
Sabato 16 Aprile 2016
Speciale Champions League
Un selfie con i tifosi
17 La piazza di Casalmaggiore gremita
Giocatrici sul palco ubriache di felicità
LA FESTA La Champions appena conquistata è stata celebrata degnamente davanti a tanti tifosi in piazza a Casalmaggiore
S
e un anno fa, al ritorno da Novara, le fresche reduci dello scudetto si fermarono in piazza del Comune a Cremona per il primo bagno di folla nel pieno della notte, dopo il titolo europeo le ragazze della Pomì hanno raggiunto Casalmaggiore, dove ad attenderle sul Listone, poco prima delle 23, hanno trovato circa duemila persone. Quando il pullman targato Pomì ha raggiunto piazza Garibaldi, sono iniziati i cori e le scene di giubilo, poi dirigenti, tecnici e giocatrici sono salite sul palco montato a tempo di record per urlare la loro gioia ed esprimere le prime impressioni a caldo dopo la grande impresa. Hanno iniziato le giocatrici e riportiamo le frasi esatte pronunciate per dare l’idea dell’euforia dominante, a scapito di un italiano perfetto, non solo da parte delle straniere. Serve a dare l’idea della spontaneità delle protagoniste di Champions League. Lucia Bacchi: «E’ una figata vincere a casa mia. Ci siamo dette, “giochiamo col gruppo” ed è stato così. Loro magari individualmente erano più forti, ma noi eravamo più squadra». Carli Lloyd: «Siamo una città grandissima, la vittoria è per voi». Imma Sirressi: «Siamo tutte ubriacheeee. Dopo lo scudetto, stavolta
Il Palazzo comunale illuminato di rosa
voglio fare un discorso, ma che discorso devo fare? Siamo tutti vincenti, siamo belli e siamo ubriachi. Vi amo tutti». Giada Cecchetto: «Siete bellissimi, è uno spettacolo vedervi qui per noi». Marianna Ferrara: «Ancora non ci credo, aspetto di svegliarmi domattina per vedere se è tutto vero». Lauren Gibbemeyer: «Siamo campioni di Europaaaaaa».
Carlotta Cambi: «Grazie a tutti, siete fantastici». Francesca Piccinini: «Un grazie gigante alle mie dodici compagne, senza di loro non sarebbe successo. E senza questo pubblico speciale. Era tanto che non vincevo e averlo fatto qui è bellissimo». Rossella Olivotto: «Una grande
emozione». Margareta Kozuch: «Mamma mia! Solo un grande grazie per essere qui per noi. Senza di voi non sarebbe stato possibile». Jovana Stevanovic: «Una bellissima serata. Grazie per questa atmosfera e ai miei genitori che sono venuti fin qua. Siete il miglior pubblico del mondo. Grazie al mio ragazzo Nicolò Gorla, che
voleva venire a Montichiari, ma era con la squadra di basket e non ha potuto farlo». Valentina Tirozzi: «Tutte le mie prime volte più belle sono state qui a Casalmaggiore. Saltiamo: “chi non salta non ci crede”». L’allenatore Massimo Barbolini: «Ci sia-mo visti 5-6 mesi fa e ci ritroviamo con questo bellissimo regalo, ma per noi il più bello è vedere tutta questa gente che ci ha aspettato per salutarci. Grazie». Giorgio Bolzoni: «Grazie a tutti, un piccolo paese che vince in Europa è un sogno. Ora ci manca la Supercoppa Intercontinentale». Infine il presidente Massimo Boselli Botturi, accompagnato dai cori della folla: «Io, il capitano e l’allenatore siamo le tre anime che hanno fatto grandi cose. Abbiamo vinto tutto quello che c’era da vincere, ora dobbiamo trovare qualche altro obiettivo. Abbiamo scritto una bella pagina della pallavolo italiana. Grazie anche a voi, perché tornando in pullman Barbolini mi ha detto che il pubblico ci ha fatto vincere, è stato davvero il giocatore in più. Difficilmente vince la Champions chi la ospita, noi ci siamo riusciti per questo». Poi tutti a cena, altre sfide attendono.
Speciale Champions League
18 Schiacciatrice
1
Lucia Bacchi
Centrale
Lauren Gibbemeyer
8
Schiacciatrice
Margaretha Kozuch
14
Libero
Palleggiatrice
3
Carli Lloyd
Imma Sirressi
5
10 Centrale
Jovana Stevanovic
15
Libero
Giada Cecchetto
6
Schiacciatrice
Palleggiatrice
Carlotta Cambi
Sabato 16 Aprile 2016
Francesca Piccinini Schiacciatrice
Valentina Tirozzi
16
12
Schiacciatrice
Tereza Matuszkova
18
Sciacciatrice
Marianna Ferrara
7
Centrale
Rossella Olivotto
13 Tecnico
Massimo Barbolini
20
Salute
Sabato 16 Aprile 2016
GLI ORARI
PRESIDIO OSPEDALIERO DI CREMONA CUP Centro Unificato di Prenotazione Dove: padiglione n. 12, a fianco del Centro Prelievi, prospiciente Largo Priori Orari di apertura al pubblico: lunedì - venerdì dalle 7.30 alle18.00 orario continuato, il sabato dalle 8.00 alle 12.00; Prenotazioni telefoniche: è possibile telefonare al numero verde 800.638.638, da lunedì a sabato dalle 08.00 alle 20.00. PRENOTAZIONI CHE NON SI EFFETTUANO AL CUP Attraverso il CUP si prenotano tutte le prestazioni ad eccezione delle seguenti, che devono essere prenotate direttamente presso le singole unità operative o servizi come indicato di seguito: ANATOMIA PATOLOGICA secreti e agoaspirati (non Tac e non Ecoguidati) Dove: Poliambulatori, piano Terra. Orario: giovedì dalle 15 alle 16. Per prenotare contattare la segreteria dell’Anatomia Patologica dal lunedì al venerdì, dalle 10.30 alle 16.00. Telefono: 0372 405477, dalle 9.30 alle 16.00. Consegna campioni istologici e citologici La consegna dei campioni citologici urinari è prevista, presso il padiglione 5, da lunedì a venerdì, dalle 08.00 alle 09.30; per gli altri esami da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 16.00 (accesso diretto). RADIOLOGIA Dove: piano 1, corpo H (ala destra). TC, risonanza magnetica, ecografie urgenti e richiesta di prestazioni con bollino verde Le prenotazioni vanno effettuate di persona o via fax. Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 13.00, sabato dalle 08.00 alle 12.00. Tel: 0372 405760. Angiografia Le prenotazioni vanno effettuate di persona. Orario: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 15.30. Telefono: 0372 405367. SENOLOGIA: Screening mammografico preventivo biennale Asl Cremona (45-69 anni) Tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30, il mercoledì dalle 14 alle 16. La prenotazione va effettuata al CUP dell'Asl 800 318 999. Prestazioni con carattere di urgenza, risonanze alla mammella, agoaspirati, ecografie Dove: piano 1, corpo M. Ora: da lunedì a venerdì dalle 11.00 alle 13.00. Telefono: 0372 405614. Per ulteriori informazioni è stata inoltre attivata una nuova linea telefonica dotata di risponditore automatico in funzione 24 ore su 24: 0372 405612. RADIOTERAPIA E MEDICINA NUCLEARE Dove: piano Cantina, (utilizzare la scala o ascensore a sinistra vicino l'Ufficio Informazioni nell'atrio di ingresso) corpo M, monoblocco ospedaliero. Orario: da lunedì a venerdì dalle 07.30 alle 17.30. Telefono: 0372 405485. MEDICINA DEL LAVORO: Visite specialistiche di medicina del lavoro Tel: 0372 405777 da lunedì a venerdì, dalle 08.00 alle 15.30; oppure, personalmente presso l’Ambulatorio Specialistico di Medicina del Lavoro negli stessi orari. CENTRO DIABETOLOGICO Dove: piano 6, corpo H (lato destro), monoblocco ospedaliero. Orari: da lunedì a venerdì dalle 08.00 alle 13.30 (prima visita per inquadramento diagnostico-terapeutico e visita di controllo per monitoraggio metabolico e screening delle complicanze croniche). Per le prime visite è preferibile che la prenotazione avvenga di persona comunque possibile prenotare telefonicamente da lunedì a venerdì, dalle 11.00 alle 13.30. Telefono: 0372 405715. CENTRO PRELIEVI - LABORATORIO ANALISI accesso diretto da parte dei cittadini, con la richiesta del Medico di famiglia o dello specialista. Dove: Centro Prelievi all'ingresso dell'ospedale. Orario: da lunedì a venerdì dalle ore 07.30 alle 10.30. Telefono: 0372 405663 - 0372 405452 CENTRO EMOSTASI E TROMBOSI Monitoraggio delle terapie anticoagulanti. previsto accesso con prenotazione al numero 0372 405666 - 0372 405663. Dove: Presso la palazzina del Cup Orario: dalle 07.30 alle 12.00 da lunedì a venerdì. CENTRO AZIENDALE DI ALLERGOLOGIA Test di tolleranza al lattosio e patch test Accesso con impegnativa del medico curante. Le prenotazioni si effettuano telefonicamente al numero 0372/408178 da lunedì a venerdì, dalle 10.30 alle 12; oppure di persona presso l’Ambulatorio di Allergologia (Padiglione 10) da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00. IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE: Emotrasfusioni, salassi, autotrasfusioni, terapia marziale endovenosa, preparazione di nuovi emocomponenti ad utilizzo non trasfusionale: Gel Piastrinico, Concentrato Leucopiastrinico. Dove: Piano terra, corpo D, monoblocco ospedaliero.Tel: 0372 435887 - 0372 405461 dalle 10.00 alle 17.00 da lunedì a venerdì GENETICA Dove: piano 2 lato destro del monoblocco ospedaliero. Prenotazioni telefoniche: 0372 405783 da lunedì a venerdì dalle 13.00 alle 14.30. MEDICINA LEGALE Prenotazioni presso Direzione Medica di Presidio piano Rialzato monoblocco ospedaliero. Tel: 0372 405200. PSICOLOGIA Dove: settimo piano a sinistra. Prenotazioni da lunedì a venerdì dalle ore 09.00 alle ore 10.00 presso il servizio di Psicologia, oppure anche telefonicamente agli stessi orari al numero 0372 405409. ONCOLOGIA MEDICA Dove: Piano 4 ala Destra Prenotazione in reparto da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle ore 17.00. Tel: 0372 405248. TERAPIA DEL DOLORE Dove: palazzina n. 9 La prenotazione può essere effettuata telefonicamente al numero 0372 405330 dalle 11.00 alle 15.00, da lunedì a venerdì. Negli altri orari è possibile chiamare lo stesso numero lasciando un messaggio in segreteria telefonica con il nome e numero di telefono: al più presto sarete richiamati.
P
di Giulia Sapelli
untare su un parto naturale anche se la prima volta si è fatto un taglio cesareo? La pratica si chiama Vbac Vaginal birth after cesarea e sta prendendo sempre più piede, a discapito della vecchia convinzione secondo cui se si è fatto un cesareo la prima volta, si dovrà procedere allo stesso modo anche per il secondo figlio. Oggi infatti è chiaro che se anche le gravidanze precedenti si sono concluse con un taglio cesareo è ancora possibile, condizioni cliniche permettendo, partorire in modo ”naturale”. Ne parliamo con Aldo Riccardi, direttore dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Cremona e Direttore del Dipartimento materno infantile dell’Asst di Cremona.
Il dottor Aldo Riccardi: «I bambini nati da Vbac hanno memo problemi alla nascita»
Parto naturale dopo il cesareo? Finalmente non è più un tabù
Perché provare con un parto vaginale, quali sono i benefici? «I benefici sono gli stessi di un parto naturale, interessano sia la madre che il neonato. La mamma partecipa attivamente durante il parto e riacquisisce pressoché immediatamente la propria autonomia. La degenza in ospedale è più breve e diminuiscono i rischi di infezioni, tromboembolismo e complicanze anestesiologiche. Inoltre nelle successive gravidanze cala significativamente il rischio di placenta previa, placenta accreta (aderente) e di isterectomia. Per quando riguarda il neonato, è stato dimostrato che i bambini nati da parto spontaneo e quindi da Vbac, rispetto a quelli nati da taglio cesareo, hanno una minor necessità di rianimazione alla nascita, meno problemi respiratori e di adattamento al mondo esterno, meno probabilità di essere ricoverati in terapia intensiva neonatale e pertanto possono beneficiare immediatamente dell'allattamento al seno». E’ possibile per tutte le donne pre-cesarizzate? «No, esistono alcune condizioni che fanno desistere da tale opportunità. Come per tutte le gravidanze, travaglio e parto naturale sono sconsigliati in caso di placenta previa o di presentazione podalica o trasversa. Oltre a queste controindicazioni generali, però, ce ne sono alcune specifiche per il VBAC, sconsigliato se in passato ci sono stati tre o più tagli cesarei, se si sono già verificate delle rotture uterine e ci sono stati interventi sull'utero che hanno lascia-
to cicatrici longitudinali o a forma di T. Ogni situazione va valutata molto attentamente: ad esempio le condizioni cliniche della mamma, il peso e le dimensioni del bambino possono non favorire questo tipo di parto».
E’ un procedimento sicuro? Quali sono i rischi? «E' una modalità di parto che si può affrontare con serenità. Ovviamente a condizione che questo avvenga in un ambiente ospedaliero
in grado di garantire un’assistenza ottimale. Il nostro ospedale ha organizzazione, conoscenza ed équipe adeguate ad assistere queste pazienti. Non tutti i punti nascita hanno queste caratteristiche. Il rischio di rottura d’utero, che per lungo tempo è stato l’evento che faceva desistere dal tentativo di travaglio, è stato drasticamente ridimensionato, in quanto, in base alla più autorevole letteratura internazionale si è verificato che si tratta di percentuali trascurabili (0,2 – 0,8%) e del tutto sovrapponibili a quelle che possono verificarsi con utero che non ha mai subito interventi. Il Vbac è sempre un tentativo: non si può sapere a priori che un travaglio di prova terminerà con un parto per via vaginale. Secondo i dati disponibili, questo è possibile per circa 3/4 donne su 5. Per le altre, il travaglio di prova si concluderà invece con un nuovo cesareo».
Musica per il benessere di coppia e figli Inizia il corso gratuito a palazzo Fodri Prende il via il corso gratuito "Da coppia a genitori", dedicato alle coppie che stanno vivendo il passaggio da coppia a famiglia, con la nascita di un figlio. Gli incontri si svolgeranno a Palazzo Fodri (corso Mazzini 17) presso la sede della scuola di musica Costanzo Porta. E la musica sarà proprio una parte integrante delle lezioni, otto incontri settimanali che prenderanno il via in aprile. «Si tratta di un passaggio delicato, che regala momenti di assoluta meraviglia, ma anche grande fatica e vulnerabilità» spiega Tea Irene Galli, musicista ed educatrice, nonché docente del corso. «L'arrivo del primo figlio sconvolge gli equilibri della coppia: il tempo da dedicarsi l'uno all'altra si riduce drasticamente, la stanchezza inevitabilmente si accumula e si moltiplicano le occasioni per dover prendere insieme nuove decisioni senza avere il tempo di confrontarsi con calma. Ecco dunque che nasce l'esigenza di for-
tificare tutte le risorse che la coppia ha, ma che a volte in questa fase non vengono fatte fruttare appieno». Da qui nasce il percorso, rivolto sia alle coppie in attesa, che a quelle che hanno già un bimbo piccolo, come anche a quelle che stanno progettando in futuro di avere un figlio: anche questo infatti è certamente un momento propizio per rinforzare l'alleanza di coppia. «Durante gli incontri, vivremo momenti piacevoli, in cui dedicarsi l'uno all'altra attraverso attività mirate al benessere di coppia, ad approfondire la capacità di comunicare, di sostenersi e di affidarsi» conclude Tea Irene Galli. «La musica sarà lo strumento privilegiato che ci permetterà di raggiungere i nostri obiettivi». Per informazioni scrivete a dacoppiaagenitori@ gmail.com oppure contattate il numero di telefono 347 1769773
Cultura&Spettacoli
Appuntamento da non perdere al Museo Diotti di Oggi al Diotti Casalmaggiore. Oggi alle ore 16.30, si parlerà del più pittore romantico italiano, allievo di Giusi parlerà importante seppe Diotti, ovvero Francesco Carnovali, detto il Picde Il Piccio cio. L’occasione per farlo è la presentazione del cata-
logo generale del pittore, vera pietra miliare negli studi storico-critici sull’Ottocento, certamente il più aggiornato e completo strumento per studiare il Piccio, ricco di novità, alcune riguardanti Casalmaggiore e il Diotti. Ne parlerà lo storico dell’arte Renzo Mangili.
Oggi e domani a Piacenza Expo torna il festival che porta in Italia la magia di Paesi lontani
Danza e tanto altro con “Sogno d’Oriente”
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dalla redazione
opo il successo della prima edizione, torna nel week end a Piacenza “Sogno d’Oriente”, il festival di magia, danza e cultura orientale e mediorientale che porta in città tutte le suggestioni di Paesi come Giappone, Cina, Thailandia, Cambogia, India, Indonesia, Marocco, Egitto, Tibet e Turchia. Oggi e domani, infatti, i padiglioni di Piacenza Expo si trasformeranno in un grande palcoscenico per maestri danzatori e di arti marziali, astrologi e cartomanti, esperti del benessere, monaci e cosplayer. Poi ci saranno workshop, gare a premi, conferenze, performance live e non mancheranno stand con prodotti tipici e ristorazione a tema. La novità di quest’anno è che il festival attraverserà sette mondi e farà vivere un viaggio ideale ancora più suggestivo alla scoperta di colori, musiche e profumi di terre lontane, ma anche di oggetti, vestiti, gioielli, stoffe preziose e spezie. Come detto, danza, benessere, natura, magia, Oriente, arti marziali e cosplayer saranno le aree tematiche in cui si articolerà la manifestazione. Cuore pulsante degli eventi, continuerà ad essere perà il mondo della danza: spettacoli, stage e dimostrazioni di maestri di caratura internazionale come Sunny Singh, Samara,
Cremona Jazz ospita stasera Ravi Coltrane
La danza Tanoura
Patrizia Pin, Ayman Aly, Angela Jasmine, Lisa Pellegrini, Nuria Sala Grau e Sanatani Rombola, che si alterneranno sul palco e guideranno speciali lezioni aperte a tutti (in apposite sale, dopo l’iscrizione sul sito www.sognodoriente.it). La danza del ventre in molte delle sue varianti, incontrerà la Tribal Fusion (una sorta di danza del ventre moderna), l’arabo flamenca, la Sufi (danza religiosa turca riservata agli uomini), la Tanoura (con i suoi pittoreschi abiti colorati di origine egiziana), fino alla dan-
za Bollywood. Ma non finisce qui: ci saranno anche la danza Odissi (la più antica danza classica indiana), la Hula Hawaiiana, la danza polinesiana Ori Tahiti e il Bharatanatyam del sud dell’India. Non mancherà lo spazio riservato alla salute e al relax, con pratiche per il benessere fisico attraverso tecniche che hanno ormai conquistato il mondo occidentale: lo yoga, il massaggio ayurvedico, lo shiatsu, ma anche i trattamenti orientati alla cura dello spirito come il Reiki (utilizzato
Stasera alle 21.15 all’Auditorium Giovanni Arvedi appuntamento con il For Turiya Trio. Protagonista di questa prima assoluta, che avrà luogo al Cremona Jazz 2016, è il saxofonista Ravi Coltrane, figlio di una leggenda come John e della jazzista Alice. Ravi si esibirà con una formazione cameristica - oltre a lui al sax tenore e soprano, l’arpa di Brandee Younger e il contrabbasso di Dezron Douglas - in un concerto dedicato alla madre che, molto devota
Colonne sonore in un concerto
Il Complesso bandistico “Città di Cremona” ha deciso di anticipare ad aprile la sua prima uscita dell’anno. A differenza del passato, quando la stagione musicale si apriva con il tradizionale “Concerto in Pagoda”, quest’anno la formazione bandistica, diretta dal maestro Marco Regosa, si proporrà al pubblico in questo concerto primaverile che si tiene domani alle 17.30 nell’Auditorium della Camera di Commercio di Cremona, con il patrocinio e la collaborazione della stessa Camera di Commercio e del Comune di Cremona. Il repertorio, come già si intuisce dal titolo, accompagnerà il pubblico a ritroso nel tempo in un viaggio nel mondo della celluloide, dove la musica sarà la protagonista. Iniziando dal film del 1976 “Rocky” con il famoso brano “Gonna fly now”, si toccherà l’anno 1992 con “1492 The conquest of paradise”, colonna sonora di Vangelis dell’omonimo film realizzato in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America, per proseguire nel 1994 con “Circle of life” (“Il cerchio della vita”) composto da Elton John per il film di animazione “Il Re Leone”. E poi via via con altre colonne sonore famose tra cui “La vita è bella” che valse a Nicola Piovani il premio Oscar per la migliore colonna sonora, “La maschera di Zorro” dall’omonimo film e molte altre ancora. In tutto questo excursus di colonne sonore non poteva certo mancare un omaggio ad Ennio Morricone, deciso in “tempi non sospetti”, prima che conquistasse quest’anno l’Oscar per la colonna sonora del film “The hateful eight”. Questo il concerto, come detto, apre la stagione musicale 2016 del Complesso bandistico e faranno seguito altri: domenica 12 giugno con il tradizionale concerto pomeridiano alla Pagoda dei Giardini Pubblici di Piazza Roma e venerdì 24 giugno alle ore 21 in Cortile Federico II con il consueto concerto estivo che quest’anno renderà omaggio agli imminenti Giochi della XXXI Olimpiade che si svolgerà a Rio de Janeiro nel mese di agosto. Da non dimenticare, infine, sabato 21 maggio alle ore 16 nell’area esterna alla sala di Musica del Complesso bandistico in via Fabio Filzi 35/A l’esibizione degli allievi della “Scuola di banda” a conclusione del corrente anno didattico.
in Giappone come forma terapeutica alternativa per malanni fisici, emozionali e mentali), il massaggio Sonoro con le campane tibetane e il Pranic Healing (una disciplina spirituale di origine cinese che si basa sulla meditazione e sull’imposizione delle mani). Inoltre, sarà possibile farsi leggere le Carte degli angeli e partecipare alla seduta dello Sciamano. Alla manifestazione saranno presenti operatori ed esperti con la possibilità di ricevere i trattamenti in aree appositamente attrezzate. Non poteva mancare un’area dedicata alla natura (in particolare ci saranno un giardino zen, bonsai, orchidee, gelsi e piante di bambù, oltre a numerosi stand dove si potranno acquistare prodotti naturali) e alla magia con Tarocchi, Sibille, I Ching, lettura della mano e del pendolo, tema natale, oroscopo personalizzato. Passeggiando per i padiglioni, infine, Paesi esotici e lontani convergeranno in un’unica atmosfera avvicinando culture diverse eppure accomunate dallo stesso fascino ancestrale. Così nel giro di pochi passi si potrà respirare il profumo delle spezie marocchine, gustare il sapore di prelibatezze indiane, sentire la morbidezza delle stoffe thailandesi, lasciarsi ammaliare dai dragoni cinese e le spade samurai giapponesi, il tutto tra oggetti, abiti e accessori originali che ricreano ambienti e usanze di queste terre.
al guru Sai Baba, aveva preso il nome di Turiya, termine che nella filosofia induista indica uno stato di coscienza pura. Alice Coltrane è stata una jazzista polistrumentista ed ha esercitato da sempre un’influenza molto significativa sul figlio Ravi, tanto da incoraggiarlo e sostenerlo finché questi non tornò a esibirsi dopo un lungo periodo di assenza. For Turiya Trio vuole essere anche un modo per esprimere tutta la riconoscenza che ha legato Ravi a sua madre.
Al Teatro Comunale di Casalmaggiore
Un testo di Goldoni domani sera in scena
Domenica sera alle ore 21, il Teatro Comunale di Casalmaggiore porta in scena “Il bugiardo” di Carlo Goldoni, con l’adattamento di Valerio Binasco. Sul palco Maurizio Lastrico, la Popular Shakespeare Kompany, Maria Sofia Alleva, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Michele di Mauro, Elena Gigliotti, Maurizio Lastrico, Deniz Özdogan, Nicola Pannelli, Sergio Romano, Roberto Turchetta, Simone Luglio. Musiche originali di Arturo Annecchino, scene e costumi di Carlo de Marino, regia di Valerio Binasco. In questo spettacolo colpisce colpisce forza di tutti i personaggi e le loro caratterizzazioni e l’interpretazione di una magnifica compagnia d’attori. “Il bugiardo”, testo comicissimo, pure rivela il vuoto di una società finta, un mondo senza romanzo, senza fantasia, senza la sincera caparbietà di un Don Chisciotte. Uno spettacolo che fa ridere molto, in un crescendo che coniuga comicità e lirismo, ma allo stesso tempo presenta finestre aperte sulla tristezza sconfinata di esistere che sono poesia pura in un raffinato gioco di teatro nel teatro. Questo, forse, è un vero esempio di quel teatro popolare, cui il nome della compagnia rimanda, “d'arte e per tutti”. E la regia di Valerio Binasco è un luminoso esempio di trattazione di un classico tra rigore e leggerezza.
Le varie forme di colore illuminano una collettiva La mostra inaugurata nelle sale di “Immagini, Spazio, Arte” resterà aperta fino al 23 aprile “Giochi nell’acqua”, scultura di Maricò
“Colore” è il titolo della mostra d’arte contemporanea, inaugurata nelle sale di “Immagini, Spazio, Arte” di via Beltrami a Cremona, davanti al pubblico delle grandi occasioni. «E’ proprio il colore, nelle sue varie declinazioni, l’elemento che accomuna le opere in mostra», ha affermato il critico d’arte Gianluigi Guarneri, presentando la rassegna al pubblico cremonese. La mostra si apre con le due sculture in legno della tedesca Simone Carole Levy: testimoniano la sensibilità con la quale l’artista utilizza il mezzo tecnico per comunicare le sue sensazioni. Ecco poi i dipinti della parmense Valeria Iacone: l’artista emiliana si muove nell’alveo della valorizzazione del colore come forma espressiva essenziale per descrivere stati d’animo e realtà. Con la bresciana Loredana Boldini lo spettatore è invitato ad entrare in un universo spaziale dove le linee si fanno marcate per dare risalto all’energia che promana dal colore. La cremonese Vanessa Azzali, già apprezzata in altre occasioni, propone al pubblico due ritratti, uno a matita dedicato a John Lennon, l’altro a colori che si muove nell’alveo famigliare. Davvero originali sono le tre opere messe in mostra dal reggiano Pasquale Celano: raccontano della sua attenzione al mondo animale, rivestito dei panni dell’uomo quasi a coglierne l’intima essenza. Il romano Luigi Tosti ripropone, in questa occasione, la sua marina a sfondo completamente bianco nel quale spiccano i sog-
Il mistero e la spiritualita di Sperzaga in mostra
Mistero, spiritualità, rivelazione: queste le tematiche, non solo di questa mostra, ma di tutta l’arte di Lorenzo Sperzaga, che espone le sue opere nello spazio espositivo Pikidi in via Damiano Chiesa 1 a Cremona. “Arcana” (che è il titolo della mostra) diviene così il termine che racchiude e dà senso ad un intero percorso, un percorso di ricerca personale e meditazione di cui i simboli, gli archetipi, i miti, sono espressione visibile in una pittura figurativa, nel senso più classico e letterale del termine. Una pittura che intraprende una strada poco battuta nell’ambito dell'arte contemporanea, riconducendosi, in maniera esplicita e determinata, alla tradizione classica dell’Occidente fondata sul Realismo ed al suo repertorio tematico fatto di miti e
leggende. Santi, personaggi biblici, sfingi e tarocchi sono infatti i soggetti prescelti che, ritratti con impeccabile maestria, catturano per la loro vivida energia, padroneggiando prepotenti il campo spaziale sotto una suggestiva luce chiaroscurata di memoria caravaggesca. Il rischio di cadere nell’illustrazione è sventato dalla salda tenuta pittorica e dall’aura di contemporaneità che catapulta nell'oggi figure di ieri, reinventandole e rivisitandole in chiave contemporanea. Pur raccontando di miti, esoterismo e leggende, quella di Sperzaga non è una pittura visionaria - salvo forse quella sperimentata nelle storie di San Cristoforo - bensì una pittura piena e plastica, che cala il simbolo in una realtà drammatizzata in chiave teatrale.
getti descritti, in questo caso due gondolieri. Tre sono i quadri messi in mostra da Maria Matti, in arte Mathi: l’artista livornese si sofferma sui temi dell’attesa, della fede e del cosmo con i suoi colori vividi ed accattivanti. Si muove invece nelle tonalità del grigio, utilizzate in maniera sapiente, il barese Ezio Ranaldi che, al pubblico cremonese, propone un provocante nudo femminile. I tre dipinti della bolognese Anna Boschi descrivono una pittura fatta di geometrie essenziali nelle quali si ritagliano spazi di vita quotidiana. La bergamasca Nadia Bonometti utilizza invece la sovrapposizione dei materiali per trasfigurare l’immagine originaria dandole nuove prospettive. Il romagnolo Giacomo Lascala immerge le forme presenti nella realtà in composizione nelle quali il colore spicca per la sua forza comunicativa. La rassegna si chiude con le sculture di due artisti già apprezzati in precedenti collettive: il bresciano Luciano Vicentini colpisce il pubblico con le tre opere nelle quali spica la riscoperta dello spazio come ambito privilegiato dell’arte; la romana Maridelia Cocchiara, in arte Maricò, con le sue due opere “Giochi nell’acqua” e “Voglia di fusioni”, immerge lo spettatore nel suo cammino di riscoperta della dimensione unificante dell’amore fra uomo e donna. La collettiva allestita nelle sale di “Immagini, Spazio, Arte” di via Beltrami a Cremona resterà a disposizione del pubblico fino a sabato 23 aprile.
Un’opera di Sperzaga
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Lettere & Opinioni
Sabato 16 Aprile 2016
presa di posizione
i cittadini possono bocciare una legge che è un obbrobrio Egregio direttore, negli scorsi giorni il progetto di revisione costituzionale del Governo Renzi ha completato il suo iter parlamentare, facendo parlare il presidente del Consiglio di “giornata storica”. In realtà non c’è nulla di particolarmente “storico” in qualcosa di già visto esattamente dieci anni fa, quando una riforma analoga fu approvata a colpi di maggioranza per volere di un Governo delegittimato e travolto dalle inchieste giudiziarie, che aveva nel frattempo fatto approvare una legge elettorale su misura, per avvantaggiarsene alle successive elezioni. Di diverso c’è semmai un deciso peggioramento, derivante dal fatto che quel Governo, dieci anni fa, era nato da un voto popolare, espresso attraverso una legge elettorale legittima, mentre oggi la novella assemblea costituente è un’aula semivuota, i cui esponenti non hanno alcun mandato, provenendo da coalizioni elettorali antagoniste e si sono trovati lì solo grazie a un sistema di elezione che è stato riconosciuto e dichiarato antidemocratico. L’aula che ha visto il presidente del Consiglio autoincensarsi attraverso la sua riforma, è una plastica anticipazione degli effetti di questa legge di revisione costituzionale: un presidente del Consiglio che parla a un’aula abbandonata, in cui ci sono solo i suoi seguaci che eseguono solerti la sua volontà e lo applaudono, mentre l’opposizione, cioè i cittadini, resta fuori con gli altri cittadini. Perché è proprio questo il quadro che gli interventi del Governo nelle materie istituzionali disegnano: un Parlamento composto da una sola Camera politica, che sarà eletta in base a una legge che darà un enorme premio di maggioranza a un solo partito, i cui eletti saranno stati scelti in gran parte da un uomo solo, il “capo politico”, attraverso
Per dire la vostra, scrivete a: lettere@ilpiccologiornale.it • redazione@ilpiccologiornale.it i meccanismi dei capilista bloccati e delle pluricandidature. Un Parlamento la cui agenda sarà dettata interamente dal Governo attraverso il nuovo istituto del “voto a data certa” e in cui il Governo potrà estendere le sue competenze oltre quelle dello Stato, nelle materie di competenza regionale, attraverso il nuovo istituto della “clausola di supremazia”. Un sistema del tutto privo di contrappesi, sconosciuto e inimmaginabile nella totalità delle democrazie europee. Ma anche un sistema potenzialmente capace di rendere molto più complesso e difficile l’approvazione delle leggi, al contrario di quanto viene venduto dal presidente del Consiglio e dai suoi sodali, nonché pensato per garantire l’ingovernabilità agli avversari e la sua stessa irriformabilità, secondo lo schema già visto con il “porcellum”. Il perché è presto detto: chiunque, nel confrontare l’attuale articolo sul procedimento legislativo con quello previsto dalla revisione, può scoprire che quello nuovo è cinquanta volte più lungo: quello nuovo scompone il procedimento in una serie di procedimenti diversi secondo i casi, che oltre a importare rallentamenti e complicazioni, potranno far insorgere conflitti di competenza tra le due Camere. Così come dieci anni fa il “porcellum” fu una legge elettorale pensata quasi scientificamente per impedire agli avversari dei suoi artefici di vincere le elezioni, per via dei premi di maggioranza attribuite alle grandi Regioni del Nord a trazione leghista, oggi i membri del Senato sono sostituiti da membri dei consigli regionali, ovvero delle istituzioni coinvolte nel maggior numero di scandali, che sono in misura del tutto preponderante esponenti del Partito Democratico. I consiglieri regionali che andranno nel nuovo Senato, ottenendo in questo modo anche lo scudo dell’immunità parlamentare, indipendentemente dalle istanze dei territori rappresentati potranno ostacolare un Governo espressione di una forza politica diversa da quella che li ha eletti, ma non solo: potranno anche impedire una
qualsiasi nuova modifica costituzionale, eventualmente correttiva, dal momento che a questi senatori, consiglieri regionali e sindaci eletti da altri consiglieri regionali, verrà attribuita comunque la stessa competenza della Camera sulle modifiche costituzionali e sulle altre leggi essenziali come quelle elettorali, le leggi sui referendum, le leggi sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea [...] Questi sono solo alcuni dei principali motivi che dovrebbero indurre chiunque a votare contro questa legge di revisione, che in Parlamento non ho esitato a definire un obbrobrio, prima di abbandonare la maggioranza illegittima sola al suo voto finale. Mente, quindi, chi afferma che non ci sarebbe alcun motivo per opporsi alla riforma all’infuori della volontà di opporsi al presidente del Consiglio. La scelta del presidente del Consiglio di trasformare il futuro referendum su questa legge costituzionale, che i Costituenti avevano pensato come strumento a garanzia delle minoranze nelle aule parlamentari che fossero maggioranze nel Paese, in un plebiscito sul suo Governo e sulla sua persona è stata una scelta unicamente sua, che rappresenta soltanto l’ennesima storpiatura costituzionale di questo procedimento. Fortunatamente, però, adesso la parola passerà ai cittadini, che potranno dimostrare ancora una volta, come hanno già fatto nel recente passato, cosa pensano di chi utilizza la Costituzione come mezzo di propaganda e di battaglia politica finalizzata unicamente agli interessi propri e del proprio “quartierino”. danilo Toninelli Deputato del Movimento 5 Stelle ***
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caso regeni
perché non c’è stata la stessa fermezza con il governo indiano? Egregio direttore, perché il Governo italiano non usa e non ha usato la stessa fermezza con
l’India per il caso marò, di quanto non sta facendo nei confronti dell’Egitto per il caso Regeni? Perché non è stato convocato a suo tempo l’ambasciatore italiano in India per chiarimenti come è stato fatto per l’ambasciatore italiano in Egitto? Perché all’India non è stata paventata alcuna sanzione economica, mentre tutto questo è stato riservato all’Egitto? E’ forse che l’Egitto, economicamente, per l’Italia non conta nulla e non compra aerei, elicotteri, armi ed altro come, invece, avviene per l’India? Il turismo, per l’Egitto, è la principale risorsa economica e Gentiloni ne minaccia il blocco? Ma perché non blocchiamo il turismo verso l’India! Sono quattro anni e più che il nostro Governo si fa prendere per i fondelli dal Governo indiano, che continua a trattenere illegalmente i due militari italiani (anche se uno al momento è in Italia a curarsi), senza fornire un valido capo d’accusa. E non sono turisti per caso, ma militari alle dipendenze della Farnesina. Il povero Regeni, purtroppo, è morto in circostanze poco chiare e disumane. Questo è risaputo. Ma i due marò sono vivi, fortunatamente ed è disumano che continuino ad essere ostaggio nelle mani del Governo indiano. Li avevamo in Italia ma i nostri politici, con l’ipocrisia che li contraddistingue, hanno preferito rimandarli in India. E vi ricordate perché? L’ambasciatore italiano in India era stato preso in ostaggio: o i marò o l’ambasciatore! Come è il detto: “ambasciator non porta pena”. Ma, naturalmente per il quieto vivere e a fronte di interessi enormi, cosa fanno i nostri politici se non calare le brache. Dirò di più: in questi ultimi quattro anni hanno autorizzato le manifestazioni organizzate dai Sikh alle quali hanno pure partecipato, facendosi fotografare con i caratteristici turbanti arancioni. Questo è quanto di meglio sanno fare: credibilità zero! Massimo pelizzoni gussola
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saniTa’
e’ vergognoso che si lucri sulla salute della gente comune Signor direttore, il Decreto Lorenzin sulla giustezza delle prescrizioni mediche è andato in vigore da qualche settimana e già sta procurando infinite difficoltà ai cittadini italiani, che non posseggono sufficienti risorse per curarsi privatamente. La nuova legge del governo Renzi mette sotto osservazione più di 200 esami, compresi i cosidetti “salvavita”, che per essere prescritti devono possedere requisiti molto severi. Per la prima volta con stoltezza si minacciano misure vessatorie nei confronti di normali cittadini e del medico di base, creando sfiducia, confusione e sconcerto tra i medici, i farmacisti, i medici di laboratorio e i pazienti assistiti. Perché questo inutile clima da caccia alle streghe? Perché sparare nel mucchio? Perché fare la faccia feroce in televisione e sui giornali? Ci sono dubbi sulla fedeltà delle prescrizioni dei medici di base? Si vadano a colpire i professionisti non leali. Si organizzino verifiche mirate o a campione. Ci sono tanti strumenti per controllare la spesa, perché non si utilizzano? Perché penalizzare chi ha bisogno, lucrando sulla salute della gente comune? Perché caricare di inutili e stupide pratiche burocratiche i medici di base? E’ un’operazione davvero riprovevole, inutile e dannosa.Così pure con la reversibilità pensionistica alle vedove. Renzi sa solo straparlare. Il Governo toglie soldi a chi ne ha bisogno, per pagare i “furfanti” di Banca Etruria? A che servirebbero altrimenti gli aumenti dei ticket dei medicinali imposti non ai ricchi dalla ineffabile Lorenzin, per non dire del taglio della reversibilità pensionistica alle vedove? E’ la prima volta nella storia repubblicana che un governo impoverisce, minaccia giorno dopo giorno gli italiani, vessandoli in maniera ignobile... andrea delindati cremona
numeri utili Cremona
coMUne di creMona www.comune.cremona.it centralino: 0372-4071 Urp: 0372-407291 aMMinisTrazione proVinciaLe www.provincia.cremona.it centralino: 0372-4061 Urp: 0372-406233 -
Via esilde soldi Lavori stradali attuati per conto di A.E.M. S.p.A. Fine lavori: 13 Maggio
preFeTTUra centralino: 0372-4881 caraBinieri pronto intervento: 112 centralino: 0372-5581 coMando ForesTaLe deLLo sTaTo centralino: 0372-410307 gUardia di Finanza pronto intervento: 117 centralino: 0372-21576 nucleo di polizia tributaria: 0372-28968
Via Volturno Lavori stradali attuati per conto di A.E.M. S.p.A. Fine lavori: 30 Settembre
poLizia MUnicipaLe pronto intervento: 0372-454516 centrale operativa: 0372-407427 poLizia sTradaLe comando provinciale centralino: 0372-499511
Via Monteverdi Lavori stradali attuati per conto di A.E.M. S.p.A. Fine lavori: 29 Aprile
QUesTUra pronto intervento: 113 centralino: 0372-4881
Via cà del Vescovo Lavori stradali attuati per conto di A.E.M. S.p.A. Fine lavori: 30 Giugno
VigiLi deL FUoco pronto intervento: 115 centralino: 0372-4157511 procUra centralino: 0372-548233 ospedaLe di creMona www.ospedale.cremona.it centralino: 0372-4051 centro unificato di prenotazione: 800 638 638 emergenza sanitaria: 118 azienda saniTaria LocaLe di creMona www.aslcremona.it centralino: 0372-4971 Urp: 0372-497215
numeri utili Casalmaggiore
coMUne di casaLMaggiore www.comune.casalmaggiore.cr.it centralino: 0375 42668
• Via esilde soldi (tratto da Via Brescia a Via Persico) - Cantiere per la ristrutturazione della condotta del gas metano, della condotta dell'acqua potabile, della condotta della fognatura e della distribuzione di energia elettrica. (Fine lavori: 13/05/2015). • Via claudio Monteverdi - (tratto da via Ala Ponzone a C.so V.Emanuele) - Cantiere per la ristrutturazione della rete di distribuzione energia elettrica. (Fine lavori: 29/04/2016). • Via Volturno (tratto da Via Magenta a Via Garibotti) - Cantiere per la ristrutturazione della condotta dell'acqua potabile e della condotta della fognatura. (Fine lavori: 30/09/2016). • Via cà del Vescovo (tratto da via Aleni a via Postumia) - Cantiere per la ristrutturazione della condotta del gas metano, della condotta dell'acqua potabile (Fine lavori: 30/06/2016).
aMMinisTrazione proVinciaLe centralino: 0375-42233 cenTro per L’iMpiego centralino: 0375-42213 caraBinieri pronto intervento: 112
centralino: 0375-284500 poLizia MUnicipaLe centralino: 0375-40540 poLizia sTradaLe centralino: 0375-42288
giUdice di pace centralino: 0375-42273
ospedaLe centralino: 0375-2811 centro unico di prenotazioni: 800 638 638 emergenza sanitaria: 118
MUseo dioTTi www.museodiotti.it centralino: 0375-200416
TeaTro coMUnaLe www.teatrocasalmaggiore.it centralino: 0375-284434
MUseo deL BijoU www.museodelbijou.it centralino: 0375-284423
disTreTTo socio-saniTario direzione: 0375-284020 distretto Veterinario: 0375-284029
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Gentili e Rodini a Varese
SPORT
lo
CANOTTAGGIO
E’ iniziata ieri la tre giorni di Coppa del mondo a Varese, dove si decidono gli equipaggi che parteciperanno a Lucerna alle qualificazioni olimpiche (27-29 maggio). In gara Valentina Rodini nel doppio PL con Giulia Pollini (in semifinale dopo il 2º posto nei recuperi
Responsabile FABIO VARESI
dietro a Sancassani e Milani) e Giacomo Gentili impegnato nel quattro di coppia con Francesco Cardaioli, Alessio Sartori e Emanuele Fiume, costretto ai recuperi dopo il 2º posto in batteria. Appuntamento in diretta tv con le finali di domani su Rai Sport 1 dalle 10.45.
E’ una Vanoli sempre più incerottata Dopo l’inevitabile sconfitta di Avellino, i biancoblu cercano di tornare al successo stasera al PalaRadi contro Varese
BASKET SERIE A Oltre a Vitali (operato nei giorni scorsi) coach Pancotto deve rinunciare anche a Cusin
G
di Giovanni Zagni
li irpini di coach Sacripanti si sono confermati compagine quadrata e in un ottimo stato di forma, martellando il canestro Vanoli da ogni posizione, al contrario di quel che hanno fatto i biancoblu, imprecisi e talvolta in confusione. Peccato, perché la Vanoli ha avuto un grande “fatturato” da Deron Washington, mai così bene in stagione, ma la differenza l’hanno fatta la qualità e la precisione degli irpini, che si ripropongono come gli avversari di Milano nella lotta per il titolo (senza dimenticare Reggio Emilia). Insomma, la corsa al tricolore è aperta al massimo livello, soprattutto per le amnesie dell’Armani. Incredibile o quasi quel che è capitato, in attesa di quanto potrebbe succedere, poiché l’Armani Milano è una corazzata e può sbagliare qualche appuntamento, ma non il traguardo finale. O no? Almeno è quel che pensiamo noi e magari gradiremmo di essere smentiti. Torniamo a noi. Stasera arriva Varese, una squadra pericolosissima e gasata dall’acquisito diritto di prendere parte alle finali di Eurochallenge, con un quintetto tutto straniero con Davies, Wayns, Wright, Kangur e Kuksiks, con quest’ultimo come miglior tiratore da 3 nel girone di ritorno ed avendo in panchina atleti espertissimi come Cavalliero e l’ex Campani. Senza dimenticarci che mancherà Cusin, oltre al lungo degente Vitali, che è stato operato al piede, pare con successo, cui va il nostro augurio,
27ª GIORNATA
Milano 40 Reggio Emilia 40 Avellino 36 Cremona 36 Trento 28 Sassari 28 Pistoia 28 Venezia 26 28ª GIORNATA (17-04 h 18.15) Varese 24 Cantù-Bologna (16-04 h 20.30) Brindisi 24 Capo d'Orlando-Trentino Pesaro 22 Caserta-Avellino (h 12) Capo d’Orlando 22 Cremona-Varese Cantù 20 Milano-Pesaro Caserta 20 Reggio Emilia-Sassari (h 20.45) Bologna 20 Torino-Brindisi 18 Venezia-Pistoia (18-04 h 20.45) Torino
Avellino-Cremona 84-70 Brindisi-Milano 64-50 Caserta-Reggio Emilia 82-87 Pesaro-Capo d’Orlando 70-65 Pistoia-Bologna 88-76 Sassari-Torino 112-98 Trento-Cantù 79-75 Varese-Venezia 79-68
per cui ci sarà da lavorare il doppio per Biligha, nel tentativo di dare una mano a rimbalzo e nel pitturato. La Vanoli dei miracoli ha fatto bene sinora ed allora perché non crederci ancora? A proposi-
Playoff: le azzurre stasera contro Alpo SERIE A2
McGee nel match contro Cantù (foto Mario F. Rossi)
CLASSIFICA
Il Basket Team ha chiuso con un successo (63-57 al Castelnuovo Scrivia) un’ottima regular season, terminata con 22 successi e solo 4 sconfitte. E stasera partano i playoff contro Alpo. CLASSIFICA (26ª giornata) Broni 52; Crema 44; Vicenza, Milano 36; Marghera, Pordenone, Alpo 26; Albino 24; Costa Masnaga, Selargius 22; Carugate 18; Castelnuovo Scrivia 12; Virtus Cagliari, Bolzano 10. PLAYOFF (gara 1) Broni-Albino, Crema-Alpo (16-04 h 21), Milano-Marghera, Vicenza-Pordenone.
to di Cusin, il lungo azzurro si è fermato per curare la tendinosi del tendine rotuleo del ginocchio destro. Dopo una settimana di riposo, Cusin tornerà a disposizione di coach Cesare Pancotto, che
potrà così schierarlo a Milano. Intanto, si è aggregato alla squadra per gli allenamenti Ziga Fifolt, centro sloveno di 211 centimentri classe 1993, prodotto del vivaio del Krka Novo Mesto.
COSI’ ALL’ANDATA
SERIE B
Deron Washington
OPENJOBMETIS VARESE-VANOLI CREMONA 87-82 (23-9, 40-20; 55-42, 71-71) OPENJOBMETIS VARESE: Davies 15 (4/7, 0/2), Faye 5 (1/1, 0/2), Wayns 17 (5/12, 1/4), Varanauskas 6 (0/2 da due), Molinaro ne, Cavaliero 13 (2/2, 2/6), Campani 11 (4/7, 0/1), Kangur 7 (2/3 da due), Rossi ne, Ferrero 2 (0/3, 0/1), Pietrini ne, Kuksiks 11 (1/1, 3/7). Coach: Paolo Moretti. VANOLI CREMONA: Southerland (0/2 da tre), Luca Vitali 6 (2/5, 0/4), Mian 5 (0/2, 1/2), Gaspardo 2, Cusin 12 (3/9 da due), Cazzolato, Washington 8 (2/8, 0/2), Biligha 8 (3/7 da due), McGee 25 (5/11, 5/6), Elston Turner 16 (2/6, 4/8). Coach: Cesare Pancotto. ARBITRI: Saverio Lanzarini, Maurizio Biggi, Gianluca Calbucci.
Serie C: trasferta amara per Piadena
Piadena ha perso la partita e la vetta nella trasferta di Pavia (73-64). Stasera con il Robbio è atteso il pronto riscatto. Pizzighettone ha venduto cara la pelle con la capolista Iseo. Sansebasket, vittoria preziosa con Milano. CLASSIFICA (27ª giornata) Iseo 46; Piadena 44; Vigevano 38; Pizzighettone 34; Omnia Pavia, Milano 1958, Milanotre 32; Voghera 30; Manerbio, Lumezzane 28; Opera 26; Robbio 20; Sarezzo 18; Sansebasket Cremona 14; Ebro Milano 8, Viadana 2.
L’Erogasmet cerca l’impresa contro Bergamo
L’Erogasmet Crema ha ceduto in un nervoso finale a Firenze (80-74) ed ha gettato probabilmente la spugna in ottica quarta posizione. Contro la Fiorentina, decisivi sono stati i fischi arbitrali nell’ultimo giro di lancette, con due falli tecnici fischiati contro i leoni biancorossi, a fronte di uno degli avversari e l’espulsione di coach Baldiraghi, con i gigliati che prendevano il vantaggio decisivo dalla lunetta, al termine di un incontro funestato da un pubblico assai poco rispettoso verso gli ospiti. La contemporanea vittoria dell’Urania Milano al “Bione” di Lecco consente agli uomini di Ghizzinardi di mettere una seria ipoteca sulla quarta piazza dellaclassifica, l’ultima che dà diritto ad avere l’even-
Bozzetto contro la Fiorentina
tuale gara tre sul proprio terreno in caso di parità. Ora Bozzetto e compagni dovranno sfidare domani al PalaCremonesi la lanciatissima Bergamo, prima di chiudere la regular season al Palaambienti di Orzinuovi. Privi per squalifica del tecnico Baldiraghi, i biancorossi saranno ancora alle prese con qualche problema di infortuni, uno su tutti quello di Tardito, non ancora rientrato. Anche la presenza in campo di Bozzetto, dolorante alla caviglia, dovrà essere centellinata, contro la formazione terza in classifica che punta decisamente alla Final Four del campionato. Gli uomini di Ciocca sono una delle squadre più complete del torneo, praticamente priva di punti deboli. Gli effettivi più in vista del
roster sono il playmaker Panni, autore di quasi 14 punti a partita e l’ala argentina Ghersetti, ingaggiato proprio in occasione dell’incontro di andata, che ha ripagato la fiducia della società orobica sgilando 13 punti e catturando 6 rimbalzi ad ogni allacciata di scarpe. L’esperienza di Scanzi e Chiarello e l’atleticità di Mercante e Planezio garantiscono punti e spettacolo. Un incontro difficilissimo per l’Erogasmet, chiamata a compiere un’autentica impresa. CLASSIFICA (28ª giornata) Udine, Orzinuovi 48; Bergamo 46; Urania Milano 38; Crema 36; Lecco 34; Vicenza 32; Padova 26; Robur et Fides Varese, Desio 22; Firenze, Costa Volpino 20; Pavia 18; Sangiorgese 16; Moncalieri 12; Mortara 10.
Verena Steinhauser è salita sul podio in Coppa Europa La Bissolati ci prova con la 2ª in classifica
TRIATHLON
PALLANUOTO
Verena Steinhauser ancora protagonista. In Coppa Europa è, infatti, salita sul podio nella prova di Melilla in Spagna. Con il body azzurro della Nazionale, l’atleta tesserata Stradivari Triathlon Team è arrivata terza. Un grande risultato per la giovane brissinese, che conferma un avvio di
stagione davvero ottimo. Il team Stradivari è stato protagonista anche nel triathlon di Pinerolo: Giulia Sforza ha vinto la gara su distanza Sprint, mentre Jacopo Butturini si è piazzato terzo. L’atleta verdeblu ha imposto un ritmo elevato e ha trionfato con il tempo di 1h06’16”.
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Un punto prezioso, che dà morale. Reduce del buon pareggio (6-6) di Busto (anche se la vittoria è sfumata a pochi secondi dalla fine), la Bissolati ci prova oggi con la Locatelli (2ª). CLASSIFICA (14ª giornata) Varese 35;
Locatelli Genova 31; Canottieri Milano 30; Metanopoli San Donato 25; Aquatica Torino, Treviglio 24; Vigevano 18; Busto Nuoto 15; Bocconi Sport 12; Gam Team Brescia, Sport Time Osio 10; Bissolati 8; Milano 2 4.
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Sport
Sabato 16 Aprile 2016
SERIE A
SERIE B
Il Napoli rischia nella tana di Mancini Il Cagliari è in netto calo
Anche se lo scudetto è sempre più vicino, la Juventus continua a ripensare alla Champions, soprattutto dopo l’uscita di scena del Barcellona. Turno sulla carta favorevole ai bianconeri, che ospitano il Palermo, mentre il Napoli sfida l’Inter. 32ª GIORNATA Chievo-Carpi 1-0, Empoli-Fiorentina 2-0, Frosinone-Inter 0-1, Milan-Juventus 1-2, Napoli-Hellas Verona 3-0, Palermo-Lazio 0-3, Roma-Bologna 1-1, Sampdoria-Udinese 2-0, Sassuolo-Genoa 0-1, Torino-Atalanta 2-1. CLASSIFICA Juventus 76; Napoli 70; Roma 64; Inter 58; Fiorentina 56; Milan 49; Sassuolo 48; Lazio 45; Chievo 44; Genoa 40; Torino, Empoli 39; Bologna 37; Sampdoria, Atalan-
ta 36; Udinese 34; Carpi, Palermo 28; Frosinone 27; Verona 22. 33ª GIORNATA (17-04 h 15) Atalanta-Roma (h 12.30), Bologna-Torino, Carpi-Genoa (16-04 h 18), Fiorentina-Sassuolo, H. Verona-Frosinone, Inter-Napoli (16-04 h 20.45), Juve-Palermo, Lazio-Empoli (h 18), Samp-Milan (h 20.45), Udinese-Chievo. 34ª GIORNATA (20-04 h 20.45) Chievo-Frosinone, Empoli Verona, Genoa-Inter, Juventus-Lazio, Milan-Carpi (21-04 h 20.45), Napoli-Bologna (19-04 h 20.45), Palermo-Atalanta, Roma-Torino, Sassuolo-Sampdoria (h 18.30), Udinese-Fiorentina. CHAMPIONS Semifinali: Atletico Madrid-Bayern Monaco, Manchester City-Real Madrid.
Mentre il Crotone è ormai promosso, il Cagliari è in netto calo e inizia a preoccuparsi. 35ª GIORNATA Ascoli-Cagliari 2-1, Avellino-Pescara 1-3, Brescia-Perugia 2-2, ComoPro Vercelli 1-1, Cesena-Vicenza 1-1, Livorno-Bari 1-2, Modena-Trapani 1-4, SalernitanaLatina 3-2, Spezia-Novara 1-0, Ternana-Crotone 1-2, Virtus Lanciano-Virtus Entella. CLASSIFICA Crotone 73; Cagliari 68; Bari, Spezia 57; Trapani 56; Cesena, Pescara 55; Novara (-2), Virtus Entella 54; Brescia 51; Perugia 48; Avellino, Ternana 44; Ascoli 42; Latina, Virtus Lanciano (-2), Pro Vercelli 39; Vicenza 38; Modena 36; Salernitana 35; Livorno 33; Como 28. 36ª GIORNATA (16-04 h 15) Bari-Como, Cagliari-Brescia, Crotone-Spezia (15-04 h 19), Latina-Virtus Lanciano, Novara-Livorno, Perugia-Avellino, Pescara-Cesena (15-04 h 21), Pro Vercelli-Salernitana, Trapani-Ascoli, Vicenza-Ternana, Virtus Entella-Modena.
Per la Cremo è la stagione dei rimpianti Nelle partite che restano da giocare i grigiorossi di Rossitto vogliono continuare a vincere. A partire da stasera con la Giana
CALCIO LEGA PRO Il buon rendimento nelle ultime settimane è vanificato dalla prima parte del campionato
U
di Matteo Volpi
LEGA PRO GIRONE A
n’altra vittoria che rischia di aumentare i rimpianti. Ora non resta che gustarci al meglio una giusta dose di gorgonzola. I buongustai sostengono che una fettina sulla polenta calda non sia mai fuori stagione, nemmeno con l’arrivo del caldo. Stasera, infatti, la Cremonese sarà di scena allo Stadio Comunale “Città di Gorgonzola”, tana della Giana Erminio. La formazione guidata dal fedelissimo tecnico Cesare Albè si trova in piena corsa salvezza, ma vanta un curioso record negativo: l’ultima vittoria tra le mura amiche risale al settembre scorso, terza giornata di andata. Da allora solo pareggi e sconfitte dinnanzi allo scarso pubblico di casa. Nelle file della Giana troviamo giocatori noti come Sasa Bruno, Gasbarroni e l’ex Tiziano Polenghi. Per i grigiorossi, pertanto, non ci sono alibi. In virtù della vittoria contro il Süditol, mister Rossitto ha conquistato 21 punti in undici partite dirette e preparate sotto la sua gestione e il “miraggio” rappresentato da un possibile piazzamento playoff, rimane ancora matematicamente raggiungibile, anche se ragionevolmente improbabile. Con la Pro Patria già matematicamente retrocessa, il calendario lascia ancora un tenue lumicino di speranza. Il prossimo turno, ad esempio, propone alcuni scontri diretti nelle prime posizioni come Cittadella-Pordenone e Pavia-Reggiana, ma l’ottica dei grigiorossi deve
30ª GIORNATA
Bassano-Pro Piacenza Cremonese-Südtirol Giana Erminio-Alessandria Lumezzane-Cuneo Mantova-Pavia Padova-Pro Patria Pordenone-FeralpiSalò Renate-AlbinoLeffe Reggiana-Cittadella
1-3 2-1 0-3 1-0 1-0 3-1 3-2 2-0 2-2
CLASSIFICA
Cittadella 66 Pordenone 56 Bassano 55 Alessandria 55 FeralpiSalò 49 Padova 48 Cremonese 46 Reggiana 45 Pavia 45 31ª GIORNATA (16/18-04) Südtirol 40 Cuneo-FeralpiSalò Renate 35 Bassano-Lumezzane Giana Erminio 35 Alessandria-Mantova Lumezzane 35 Pro Piacenza-Renate Giana-Cremonese (16-04 h 20.30) Pro Piacenza 34 Cuneo 30 Pavia-Reggiana Mantova 26 Pro Patria-Südtirol AlbinoLeffe 19 AlbinoLeffe-Padova Pro Patria (-3) 7 Cittadella-Pordenone
rimanere quella di giocare e provare a vincere ogni partita, con il vantaggio emotivo di non avere ormai più nulla da perdere. Il futuro rimane comunque incerto. Da settimane in città si alternano voci su una possibile cessione della società da parte di Arvedi ad una cordata di imprendi-
Il gol di Maiorino al Südtirol (foto L. Dassi)
tori tedeschi, ma al momento l’unico argomento valido deve rimanere quello di chiudere al meglio questa stagione. Tornando alla gara di stasera, nell’undici iniziale, rispetto alla scorsa settimana, sicuro assente sarà Scarsella (appiedato per un turno dal giudice sportivo), che dovrebbe essere
sostituito in mediana da Pesce, rientrante dopo una problemino al ginocchio che lo ha estromesso dalla gara interna contro il Südtirol. PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Ravaglia; Gambaretti, Russo, Marconi, Crialese; Bianchi, Pesce, Suciu; Sansovini, Brighenti, Maiorino.
SERIE D Dopo la sconfitta di Seregno serve una prova d’orgoglio domani contro il modesto MapelloBonate di Tiziano Guerini La Pergolettese è tornata a casa da Seregno con ferite difficili da rimarginare: la sconfitta per 2-1 con rigore finale e due espulsioni (Lanzi e Scietti) che si tradurranno in altrettante squalifiche, ma anche con alcune certezze in meno quanto ad un finale di campionato di riscatto rispetto ai propri tifosi. Ma quello che preoccupa ancor di più è la condizione in cui sembra giocare la squadra, sempre al massimo della tensione, coi nervi scoperti, avendo in gran parte perso consapevolezza nei propri mezzi. Le quattro ammonizioni alla fine del primo tempo (Boschetti, Scietti, Riceputi e Conti) ne sono la prova. Questo è apparso sopratutto nel secondo tempo, quando la freddezza e la fiducia nelle proprie capacità sarebbe stata più necessaria. Ma lo sforzo di recuperare nel primo tempo il gol di svantaggio, subìto al 22’ da una bella girata in gol di Capogna, ha forse un po’ logorato la squadra gialloblu. Sta di fatto che il pareggio è
Un’altra bella vittoria di Luca Domaneschi
(M.M.) Concentrato, bello ed impossibile: stiamo parlando di Luca Domaneschi vincitore anche della seconda tappa del Top 10. Sulle corsie orobiche Domaneschi junior interpreta a meraviglia la gara: all’esordio supera Samuele Borin per 25-19, elimina Cristian Callegari (28-10) e Riccardo Previtali per 28-20, si sbarazza di Letizia Bellino (36-16) e in semifinale s’impone su Alessandro Campagna (2321). Match di finale contro Alessio Rovelli testa a testa: la spunta Luca per 22-20, vittoria che riempie d’orgoglio il boccismo cremonese ma soprattutto papà Beppe e mamma Michela, due genitori dai cuori forti. Tutti out nelle eliminatorie gli altri giovani cremonesi Alessandro Massarini, Andrea Stoian, Alessandro Minoia, ed Alessandro Ferri: per loro ci sarà tempo di rifarsi già dalla prossima tappa Top 10 domenica 24 aprile a Lecco.
I gialloblu provano a far pace con i tifosi Da troppo tempo i gialloblu non esultano con i propri tifosi al Voltini
stato raggiunto, sia pure in modo un po’ fortunoso, da Lanzi che al 40’ beffava sotto misura il portiere Bardano con un pallonetto (involontario?). Il Pergo pareva rinfrancato e al 43’ un bel colpo di testa di Cesca, usciva a lato di poco. Il primo tempo si chiudeva però con una spia rossa d’allarme: un brutto fallo di Conti portava a quattro gli ammoniti del Pergo. Si intuiva che la ripresa sareb-
be dura e infatti i gialloblu la affrontavano con qualche timore che rallentava la manovra. Dopo le prime scaramucce, era mister Tacchinardi a fare la prima mossa che pareva coraggiosa: fuori Conti e dentro Brunetti. Ma al 63’ calava il gelo sulle ambizioni dei cremaschi: espulsione di Lanzi per fallo da ultimo uomo. A quel punto il Seregno ha provato a vincere, ma difesa gialloblu
sembrava reggere. All’84’ però Scietti, già ammonito, cadendo toccava il pallone con la mano in area: rigore ed espulsione del capitano per doppia ammonizione. Bosio, un minuto dopo, trasformava la massima punizione. Non c'era il tempo nemmeno per recriminare, né tanto meno per reagire. Forse - direi doverosamente - una reazione d’orgoglio ci sarà domani pomeriggio contro il MapelloBonate penultimo in classifica. Dovrebbe essere l’occasione - forse l'ultima - per riconciliarsi con i propri tifosi. CLASSIFICA (34ª giornata) Piacenza 87; Lecco 70; Seregno, Ciliverghe 59; Pontisola, Inveruno 52; Olginatese 49; Ciserano 48; Pergolettese, Varesina 45; Folgore Caratese, Monza 41; Bustese 41; Pro Sesto 40; Grumellese, Virtus Bergamo 38; Fiorenzuola 31; Caravaggio 29; MapelloBonate 27; Sondrio 24.
Al Crema manca poco per i playoff ECCELLENZA
Malgrado una prova poco brillante, il Crema ha incamerato tre punti preziosi contro il Sancolombano (battuto 2-1), proseguendo la propria marcia verso i playoff. Di Pagano su rigore e di Piccolo a tempo scaduto le rete nerobianche. E domani a Gessate è in programma una trasferta alla portata dei cremaschi. CLASSIFICA (29ª giornata) Villa D’Alme Valbrembana 67; Scanzorosciate 65; Cavenago Fanfulla 62; Crema 58; Nibionno 57; Casateserogoredo 54; Luciano Manara 46; Caprino 44; Verdello 42; Cisanese 36; Gessate 35; Sancolombano, Sandonatese, Brugherio 27; Oggiono 23; Real Milano 19; Brembate 14.
L’Astra può sorridere nel Campionato italiano BOCCE
di Massimo Malfatto
Il bocciodromo comunale è un luna park di emozioni che premia la bocciofila Astra al termine di un match palpitante. La formazione ben guidata da Giovanni Rossi vince per 2-0, ribalta la sconfitta di Somma Lombardo e si qualifica per il terzo turno del campionato italiano per società di prima categoria, girone Lombardia. Inizio difficile per la formazione cremonese contrassegnato dalla pesante sconfitta (1-8) che subivano Biazzi-Ferrari-Clementi. Sulla corsia a fianco grande reazione di orgoglio di Filippo Celardo che s’impone su Barbara Guzzetti (8-7), dopo essersi trovato in svantaggio 2-7! Rimedia alla strapazzata del primo set la terna “astrale” infliggendo un “cap-
Da sinistra: Visconti, Celardo e Clementi della bocciofila Astra
potto” fuori stagione ai varesini mentre un sempre più determinato Celardo si aggiudica anche il secondo set (8-3) dando nuova linfa alla sua squadra. Tutto in parità il doppio incontro, nemmeno Hitchcock avreb-
be potuto disegnare una seconda fase decisiva per il passaggio del turno. La coppia Celardo-Clementi opposta a Trevisi-Macchi si esalta, sfodera una splendida prestazione e si aggiudica entrambi i set con un
doppio 8-4, così come è da applausi la performance di “Butta” Ferrari e Lodigiani che s’impongono nel primo round (8-4) ed a questo punto i varesini sono costretti ad alzare bandiera bianca. Può quindi esultare la bocciofila di Pozzaglio per una qualificazione meritata ma gonfia di pathos. Prossimo impegno per l’Astra, l’unica nostra formazione ancora in lizza in questo campionato, sarà la bocciofila “Codognese 88” con match di andata in programma sabato 23 al comunale, ritorno il giorno 30 a Codogno. TROFEO PAPA’ ANGELO Questa sera epilogo della Regionale individuale (separata al possibile) giunta alla sua tredicesima edizione. Tutta la fase finale si svolgerà sulle corsie del bocciodromo di Soresina con inizio alle ore 17.
Sport
Sabato 16 Aprile 2016
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Pieve 010, sabato ad alta tensione per conquistare la salvezza Dal Bianco e Bernocchi in evidenza a Mantova HOCKEY SU PISTA A1
CANOA
La speranza di salvarsi è ora appesa a un filo. Stasera alle 20.45, nell’ultima giornata di regular season, la Pieve 010 ha un solo imperativo per non retrocedere: vincere lo scontro diretto casalingo con il Sarzana e guadagnarsi la salvezza per differenza reti. La sconfitta dei ragazzi di Civa per 3-2 con il Monza e la concomitante vittoria per 8-5 del Sarzana su Thiene, infatti, non lascia altre alternative ai
rossoblu, visto che i sarzanesi si sono portati a +3 sui pievesi, che stasera devono vincere con almeno due gol di scarto per restare in A1. Difficile, ma non impossibile. CLASSIFICA (25ª giornata) Forte dei Marmi, Matera 54; Breganze 52; Lodi, Viareggio 49; Bassano 43; Follonica 40; Monza 36; Trissino 34; Valdagno 25; Sarzana, Giovinazzo 16; Pieve 010 13; Thiene 12.
Esordio stagionale positivo per i nostri canoisti nella gara internazionale di Mantova, classico appuntamento che anticipa la stagione mondiale ed europea delle rappresentative azzurre. In evidenza tra gli Junior, Simone Bernocchi (Baledesio), che ha vinto l’oro nel K1 maschile in 38”45, lasciando a polacco
Kamil Tomyslak l’argento e all’Israeliano Stav Mizrachi il bronzo. Tra i Senior, buone prestazioni di Andrea Dal Bianco (Bissolati), 6º nel K1 1000 e 5º K2 1000 con Ermes Bacci, mentre Matteo Miglioli è giunto in finale (9º) nel K1 200 pur essendo un Under 23. Bel successo, infine, del K4 Under 16 della Bissolati.
Bosini, exploit al fotofinish
CICLISMO Bella vittoria dell’allievo del CC Cremonese-Arvedi. Sesto posto per Baffi nella San Geo
P
di Fortunato Chiodo
rosegue il buon momento del Club Ciclistico Cremonese-Arvedi, che ha trionfato con Diego Bosini nel Trofeo Commercianti ed Artigiani di Caponago, riservato agli allievi e andato in scena sulle strade di Monza e Brianza. Allo sprint e solo grazie al fotofinish, ha superato Marco Vergani del Velo Club Sovico e Samuel Nova. Ordine d’arrivo 1) Diego Bosini (CC Cremonese-Arvedi) km 57 in 1h 23’, media/h 41.494, 2) Marco Vergani (Velo Club Sovico), 3 Samuel Nova (Us Pedale Arcorese), 4) Anselmo Francesconi (Uc Cremasca), 5) Jesus Torres (Pedale Senaghese Seven Italia). Ha scelto le strade di casa, quelle del Varesotto, Alessandro Covi (ex CC Cremonese-Arvedi) per festeggiare la sua prima vittoria della stagione e regalare la prima gioia al suo nuovo presidente Carlo Giorgi. L’atleta del Team Fratelli Giorgi ha vinto allo sprint la 37ª Coppa Piccola San Geo, davanti a Matteo Furlan e marco Casarini.
Lo sprint vincente di Bosini
Protaginista Stefano Baffi, giunto sesto. Ordine d’arrivo 1 Alessandro Covi (Team F.lli Giorgi) km 102 in 2h34’, media 39,470 km/h, 2) Matteo Furlan (Sc Capriolo), 3) Marco Casarini (CC Canturino 1902), 4) Mattia Noris (Team F.lli Giorgi), 5) Andrea Mantovani (Biringhello Infinity Bike Team), 6 Stefano Baffi (Gb Junior Team), 7) Francesco Sturini (Biringhello Infinity Bike Team), 8)
Davide Ferrari (Gb Junior Team), 9) Michele Bertaina (Vigor Cycling Team), 10) Luca Colnaghi (Biringhello Infinity Bike Team). CAMPIONATI ITALIANI In Lombardia è in programma una stagione davvero ricca di appuntamenti importanti. Romanengo si è guadagnata negli ultimi anni un’ottima reputazione nel settore delle cronometro individuali e in questo 2016 ospiterà (mer-
A Casalmaggiore brilla la Cremasca
Giovanissimi protagonisti lo scorso week end nel Trofeo Città di Casalmaggiore, vinto dal Club Guidizzolo 77, mentre la coppa per la società più numerosa è andata alla Sc Mincio Chiese. ORDINI D’ARRIVO G1: 1) Leonida Triboldi (Uc Cremasca), 2) Edorado Traina (Biking Noceto), 3) Umberto Vaselli (CC Cremonese-Arvedi). G2: 1) Alessandro Mazzocchi (Guidizzolo 77), 2) Paolo Ferraina (CC Cremonese-Arvedi), 3) Luca Cavatorta (Team Barba). G3: 1) Stefano Ganini
(Uc Cremasca), 2) Federico Saccani (Gioca in Bici Oglio Po), 3) Damiano Giarelli (Polisportiva Madignanese). G4: 1) Christian Fantini (Team Barba), 2) Kevin Lanzarotto (Guidizzolo 77), 3) Andrea Godizzi (Sc Mincio Chiese). G5: 1) Matteo Cattivelli (Polisportiva Madignanese), Riccardo Grazioli (Guidizzolo 77), 3) Mirko Coloberti (Imbalplast Soncino). G6: 1) Stefano Leali (Sc Mincio Chiese), 2) Marco Trentini (Reggiolese), 3) Elia Ori (Team Barba).
coledì 22 giugno) i Campionati italiani a cronometro Allievi, Juniores, Elite e Open (maschili e femminili). Sette titoli italiani in palio, a testimoniare l’interesse crescente. E come non bastasse, a stuzzicare l’appetito dei cultori delle due ruote il 25 e 26 giugno a Comonte di Seriate (Bg) si correranno i gli Italiani su strada Under 23 ed Elite, patrocinati dal Team Colpack, presieduto da Beppe Colleoni, squadra nella quale milita in questa stagione il “gigante” l’azzurro Filippo Ganna, oro nell’inseguimento ai recenti mondiali su pista di Londra. Dopo le positive esperienze delle passate stagioni con i campionati giovanili, Darfo Boario Terme torna a tingersi tricolore e lo farà con le prove in linea per professionisti (domenica 26 giugno), donne Junior e donne Elite (sabato 25 giugno), grazie a una macchina organizzativa già collaudata con la rassegna tricolore per Esordienti e Allievi. Nei prossimi giorni verrà organizzato un sopraluogo con il presidente della Commissione tecnica Bettini e i tecnici delle squadre nazionali, Cassani e Salvoldi, necessario a sciogliere gli ultimi dubbi sui percorsi.
Presentato a Cambiago il Giro Rosa
Presentata nella prestigiosa location di Ernesto Colnago a Cambiago (Mi) la 27ª edizione del Giro d’Italia Rosa 2016, firmato da patron Giuseppe Rivolta. Un prologo di 2 km a Gaiarine (Tv) il 1º luglio, nove tappe e conclusione al 10 luglio a Verebania. Presenti, tra gli altri, il presidente federale Renato Di Rocco, il ct Dino Salvoldi, gli ex professionisti Paolo Savoldelli e Claudio Chiappucci e in rappresentanza delle atlete, sono intervenute Rossella Ratto, Elisa Longo Borghini, Asjab e Soraya Paladin, Irene Bitto e Barbara Guarisci. Riguardo al tracciato, le tappe lombarde saranno tre: Costa Volpino-Lovere di 98 km, la Rescaldina-Legnano di 99,3 km e la 9ª e ultima tappa ancora una volta sulle rive del Lago Maggiore. L’ultima edizione è stata vinta dall’olandese Anna Van Der Breggen.
RUGBY
Il podio della G5
I neroverdi ora tremano
E’ iniziato male il girone di ritorno per il Crema Rugby, tornato da Schio con una sconfitta (25-12 il risultato) che complica maledettamente ala corsa alla salvezza. Ormai la lotta per non retrocedere sembra essere ristretta alle tre formazioni lombarde, racchiuse in due punti. E domani alle 15.30 i neroverdi non possono sbagliare lo scontro diretto casalingo con il Cus Brescia, che può valere la stagione. CLASSIFICA (6ª giornata) Vicenza 26; Altovicentino 20; Selvazzano 16; Cus Brescia 11; Ospitaletto 10; Crema 9.
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Sabato 16 Aprile 2016
Speciale Sposi
L’importanza degli addobbi floreali
Queste decorazioni devono essere scelte attentamente e rispettando alcuni criteri per rendere magica l’atmosfera durante le nozze
G
li addobbi floreali per il matrimonio devono rispecchiare lo stile, il tono e l’atmosfera che gli sposi hanno deciso di dare a tutto l’evento: le margherite, ad esempio, si adattano benissimo ad un matrimonio più casual, magari all'aperto, mentre delle rose sontuose conferiscono al tutto un tono più formale. Per quanto riguarda la scelta dei fiori per la cerimonia del matrimonio cattolico, per il ricevimento di matrimonio e per il bouquet, il primo consiglio è quello di rivolgersi ad esperti fioristi, che vi consiglieranno e guideranno all’interno dell’affascinante e complesso mondo botanico. ALCUNI CONSIGLI - E’ preferibile che chi curerà il vostro addobbo floreale faccia, prima di darvi delle proposte, un sopralluogo negli ambienti della cerimonia e del ricevimento. Ricordatevi che le decorazioni floreali vanno scelte almeno due mesi prima delle nozze e devono essere in sintonia tra loro: il bouquet dovrà armonizzarsi con i fiori della chiesa, del ricevimento e dell’auto per il matrimonio. Non dimenticatevi di fornire un fiore per la bottoniera dello sposo, dei testimoni uomini e dei padri degli sposi. Un gesto molto apprezzato è quello di donare a tutti gli ospiti uomini all'ingresso della chiesa un fiore da portare all’occhiello, mentre alle donne un mini-bouquet composto da qualche fiore presente nel bouquet della sposa
ERRE SPOSE: ELEGANZA E QUALITA’
(le damigelle non dovranno invece portare alcun bouquet). I fiori scelti non dovranno avere un odore molto forte per non dare fastidio agli invitati e per non coprire i profumi
delle pietanze del banchetto nuziale. E’ consigliabile che la scelta ricada su fiori di stagione: questo comporterà anche una riduzione del budget da dedicare all’addobbo. I fiori utilizzati per addobbare la Chiesa o il luogo per il matrimonio civile possono essere trasportati nella location per il ricevimento. Questo non solo comporterà un notevole risparmio economico ma vi permetterà anche di evitare un inutile spreco di fiori. Generalmente la base della decorazione floreale è il bianco, da sempre colore rappresentativo del matrimonio, a cui si può unire un altro colore come il giallo, il blu, l’azzurro, l’arancio, il rosa o il rosso. E’ fortemente sconsigliato creare una forte mescolanza di colori. Il blu e gli azzurri sono colori che, anche se freddi, invitano al raccoglimento e all’intimità. Il giallo, il rosso e l'arancione sono invece colori vivi, allegri anche se invitano poco al silenzio. Ai fiori si possono anche unire erbe e piante verdi. E’ possibile aggiungere dei frutti agli addobbi floreali del matrimonio come grappoli d'uva in autunno, agrumi o melograni per un matrimonio d'inverno, allegri limoni o mele verdi per le nozze estive.
Che si decida per un matrimonio classico o moderno oppure alternativo, la scelta dell’abito da sposa rimane un momento fondamentale. Se cercate eleganza, qualità e un vasto assortimento al giusto prezzo, l’atelier Erre Spose di via Massarotti 7/A è il posto che fa per voi. «Ho aperto l’atelier a metà ottobre dell’anno scorso - precisa la titolare Roberta Sganzerla - vendo abiti da sposa e, su richiesta, da cerimonia. Per il momento mi occupo solo della moda femminile, ma in futuro non è escluso che possano entrare a far parte delle collezioni anche gli abiti da uomo». «Offro anche un servizio di noleggio e ritiro dell’usato. Gli abiti all’interno dell’atelier sono assortiti (in seta, in pizzo, classici, moderni, romantici...) in modo da andare incontro a ogni tipo di gusto. Possono essere acquistati già pronti oppure essere confezionati su misura. I vestiti rientrano in diverse fasce di prezzo: all’interno dell’atelier ho infatti anche un piccolo angolo outlet dove si possono trovare vestiti molto belli a prezzi non elevati. Le spose possono inoltre acquistare scarpe, accessori per capelli e bijoux». «Quest’anno sono molto in voga gli abiti con effetto tattoo grazie all’utilizzo di un tulle trasparente con applicazioni di pizzo sulla schiena, sulle spalle o sul décolleté, così come è molto richiesto l’abito a sirena. A fianco delle novità, il classico è comunque intramontabile ed è sempre utilizzato».
Speciale Sposi Moltissime sono le tradizioni e le scaramanzie legate alla sposa, quei comportamenti, quei piccoli gesti da seguire nel giorno del matrimonio per assicurarsi che tutto vada per il meglio e la cattiva sorte rimanga fuori dalla porta del ricevimento.
Sabato 16 Aprile 2016
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Il gIorno del matrImonIo: le tradIzIonI e le credenze pIu’ dIffuse sato proprio per non dimenticarlo nel nuovo cammino che si va ad intraprendere; • una cosa nuova. Questa come simbolo della vita che si sta per cominciare e delle nuove sfide che questa porterà con sé; • una cosa prestata. Ovviamente sarà una persona cara a prestare un oggetto, a simboleggiare che le persone care restano vicine anche nel passaggio dal vecchio al nuovo; • una cosa regalata. Questa simboleggia l'affetto delle persone che si amano; • una cosa blu. Indica sincerità e purezza da parte della sposa. Da tradizione, di questo colore sarà
Attorno all’abbigliamento ruotano alcune tradizioni per la sposa, alle quali quasi tutte le ragazze, anche le più scettiche, provano ad attenersi. Per tradizione si vuole che il giorno delle nozze la sposa porti con sé cinque cose: • una cosa vecchia. Questa simboleggia il passato, tutta la vita antecedente al matrimonio e l'importanza che questa ricopre. Ogni sposa deve portare con sé un oggetto appartenente al pas-
la giarrettiera, indossata nel caso di gonne ampie e coprenti. Altra tradizione per la sposa, molto forte e viva tuttora, è quella che il futuro marito non può vedere l’abito da sposa se non al momento della cerimonia; vederlo prima porterebbe una sfortuna immensa. Sempre attorno al vestito da sposa, un’antica credenza vuole che la sposa non possa guardarsi allo specchio prima della cerimonia e se proprio non resiste alla tentazione lo deve fare togliendosi qualcosa, tipo una scarpa, il velo o i guanti. Poi c’è una tradizione circa le fedi nuziali: queste non possono
assolutamente cadere durante la cerimonia e se, malauguratamente lo fanno, allora a raccoglierle deve essere il prete o l’Ufficiale di Stato, gli unici in grado di eliminare la sfortuna. Infine ci sono due proverbi in tema di matrimonio molto usati: "Sposa bagnata sposa fortunata" e "Di Venere e di Marte non si sposa e non si parte" che regolano, per così dire, la buona sorte del matrimonio. Queste tradizioni, tanto vecchie quanto radicate in moltissime coppie, possono variare da regione a regione e abbracciano ogni gesto del rituale del matrimonio.
Abbinati ad abiti nuziali retrò, donano allo sposo un tocco di classe unico e raffinato a patto che li si usi secondo un certo stile
L
a moda vintage è sempre più di tendenza tra gli sposi. Gli abiti nuziali retrò sono un’abitudine sempre più diffusa sia tra le spose che tra i loro futuri mariti. Per quanto riguarda gli accessori, gli uomini hanno una vasta gamma tra cui scegliere. Tra i più usati, dopo il cilindro e il papillon sicuramente un oggetto immancabile è il classico orologio da tasca. IL CILINDRO - Di gran successo durante il XIX secolo, il cappello a cilindro è rimasto un simbolo di eleganza e di raffinatezza come lo era in origine. Visto che non passerete inosservati, assortitelo bene al vostro abito. Un completo troppo ordinario non si abbina, piuttosto scegliete una giacca di tipo redingote o coda di rondine. Attenzione agli altri accessori: boutonniere e fazzoletto sono obbligatori. Ottimo anche l’uso del gilet e del bastone per un look completo da vero dandy. IL PAPILLON - Il papillon dona un’immagine moderna, originale ed audace della persona che lo porta. Il papillon non è più un accessorio riservato solamente alle grandi occasioni,
La moda vintage degli accessori per l’uomo
ma al contrario un dettaglio chic e allo stesso tempo rilassato che farà parlare di sé anche nel giorno del matrimonio, a patto di essere portato con un certo stile. Il papillon, chiamato anche cravatta a farfalla, cravattino, farfallino o semplicemente farfalla, deriva dalla cravatta. Sembra che il nome noeud papillon, espressione che indica in francese il nostro “farfallino”, entri nel vocabolario nel 1904 in seguito al successo dell’opera Madame Butterfly ed in onore del suo compositore Giacomo Puccini. Nel tempo, numerosi personaggi emblematici hanno portato il farfallino, quasi sempre abbinato allo smoking nero. Il papillon è stato poi considerato per alcuni anni un oggetto kitsch e demodé, prima del suo ritorno nelle sfilate degli stilisti più famosi. Attenzione: se scegliete il frac, il bon ton vuole che portiate esclusivamente un papillon bianco su un colletto cassé. Se optate per il farfallino nel giorno delle nozze, attenzione a non mancare di gusto; se
il colore può dare un tocco di originalità, una fantasia o un colore troppo diverso dal vestito potrebbero farvi assomigliare ad un clown piuttosto che ad un dandy.
L’OROLOGIO DA TASCA - Molto popolare e diffuso all’inizio del XX secolo, l’orologio da tasca (detto anche “cipolla”) ha lasciato poco a poco spazio all’orologio attuale, da pol-
so. Eppure portare l’orologio nella tasca, lasciando penzolare la catenella dal gilet del vestito, dona un vero tocco di classe. Grazie al ritorno del vintage, lo stile retrò non è scomparso e ispira ancora numerosi futuri sposi. Questo orologio va inserito nella piccola tasca del gilet indossato dallo sposo e unito ad un bottone con una catenella. L’orologio da tasca va indossato con un completo piuttosto ampio, per facilitarne l’entrata e l’uscita. Al giorno d’oggi è abbastanza facile trovare questo tipo di accessorio anche a prezzi più che accessibili, ad esempio sui siti di bijoux artigianali. In generale questi modelli per uomo sono molto classici, perfetti per un look vintage d’altri tempi. Esistono allo stesso modo dei modelli più moderni e originali, come quelli a forma di civetta e altri animali. In questo caso sono più adatti alle donne e possono essere usati come collane.