Filiera
Grano duro news Periodico di informazione tecnico-economica a sostegno del Progetto Pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia Romagna
Sommario La riscoperta dell’agricoltura pag. 1 Sicurezza alimentare e controllo Fusarium
pag. 2
La Fusariosi della spiga: un problema sempre attuale per il grano duro
pag. 3
Andamento meteo: febbraio - marzo 2008
pag. 5
Concimazione azotata tardiva: influenza sul contenuto proteico
pag. 6
Grano duro: a che prezzo?
pag. 7
Simposio internazionale sulla filiera del Grano duro - Pasta
pag. 8
Serra PSB
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Periodico di informazione tecnico - economica n. 6 - APRILE 2008
Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - info@prosementi.com Direttore responsabile: Dott. Marco Bon
La riscoperta dell’agricoltura Daniele Govi, Roberta Chiarini – Regione Emilia Romagna Le impennate dei prezzi all’origine dei cereali, al di là delle ripercussioni all’interno della filiera, hanno interessato l’opinione pubblica non solo per i conseguenti aumenti sui prezzi dei prodotti finali, ma hanno risvegliato l’attenzione sui prodotti agricoli di base e sull’agricoltura più in generale. Le difficoltà a soddisfare la crescente domanda, la riduzione delle scorte, l’interesse per i cereali da parte di investitori tradizionalmente distanti dal settore (con le perplessità per le possibili implicazioni speculative estranee alle normali vicende del mercato agricolo), l’eliminazione del set-aside e dei dazi all’importazione da parte di moltissimi paesi, sono tutti segnali di cresciuta attenzione. Le previsioni sull’incremento demografico mondiale sono preoccupanti, in particolare perché, migliorando le condizioni socio-economiche di vaste aree del pianeta, la domanda di alimenti, e di cereali in particolare, cresce e numerosi studi economici evidenziano come le disponibilità alimentari non crescono con la stessa intensità. Emblematico il tema conduttore dell’Expo internazionale recentemente aggiudicata a Milano: “Alimentare il mondo”. Altri elementi non vanno trascurati, ad esempio la sottrazione quotidiana di superficie a destinazione agricola (che è un bene a disponibilità limitata) in particolare per destinazioni industriali, artigianali e commerciali. Anche la destinazione agroenergetica dei cereali, che negli ultimi anni ha conosciuto in alcuni paesi (Usa innanzitutto) uno sviluppo importantissimo, ha ridotto sensibilmente la disponibilità per il tradizionale mercato alimentare e zootecnico. Le modifiche climatiche già registrate, e ancor più quelle attese nel prossimo futuro, tendono ad acuire la variabilità della produttività agricola, già di per se fortemente influenzata dall’andamento climatico di ciascuna campagna produttiva. Come tutte le risorse naturali, prime fra tutte l’acqua e l’aria, anche la terra merita un’attenzione particolare e l’agricoltura, come strumento per il suo utilizzo. Occorre sicuramente un grande recupero di attenzione per l’agricoltura, non solo come strumento di salvaguardia ambientale, ma soprattutto nel suo ruolo fondamentale di strumento di sviluppo econo-
mico e sociale, attraverso maggior consapevolezza da parte degli stessi agricoltori e della filiera agroalimentare nel suo insieme. Non è quindi solo per un ragionamento economico soggettivo, ma anche per una responsabilità sociale che ciascun imprenditore deve sentire, che è importante dare attenzione, ai percorsi di organizzazione e programmazione delle produzioni su ampia scala, unici strumenti reali per tentare di prevenire difficoltà di approvvigionamento e disponibilità alimentare, nonché crisi di mercato e squilibri protratti tra domanda e offerta di cereali, possibili fonti di speculazioni estranee al mondo agricolo. In questa chiave devono essere favoriti anche dagli Enti pubblici, gli accordi tra produttori e trasformatori, in una logica contrattuale anche su elementi di determinazione del prezzo, ma soprattutto una crescita interprofessionale Il progetto Grano duro alta qualità risponde a pieno titolo ad una parte delle questioni poste. Esso può rappresentare un esempio da seguire nello sviluppo di progetti di filiera e di accordi interprofessionali che aiutino ad effettuare una corretta programmazione delle produzioni, orientate alle esigenze del mercato più premiante, e volte ad una elevata qualità. L’avere puntato nel progetto al settore grano duro è stata sicuramente una scelta indovinata per l’Emilia-Romagna, che sta raggiungendo i vertici di produzione in ambito nazionale. Nel 2008 si prevede divenga la seconda regione italiana per produzione di grano duro, collocandosi davanti alle regioni tradizionalmente produttrici quali Sicilia, Marche, Toscana e Basilicata. La superficie investita, pari a circa 130 mila ettari, abbinata alle alte rese produttive, caratterizzate da una maggiore stabilità rispetto a quelle degli altri areali produttivi nazionali, fanno ipotizzare al momento una produzione prossima alle 800 mila tonnellate. Di queste, oltre 100 mila riguarderanno il progetto in “Grano duro alta qualità”. L’impegno e l’auspicio è che il progetto contribuisca sempre di più a dare basi stabili e durature ad una produzione regionale importante in termini quantitativi e di eccellente qualità, in grado di rispondere pienamente alle richieste dell’industria pastaria, e di garantire quindi una equa, stabile e soddisfacente remunerazione lungo tutta la filiera.
Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO) Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006 Periodico realizzato con il contributo della Regione EmiliaRomagna ai sensi della L. R. 28/1998.
società PRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA
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n. 6 - Aprile 2008
Sicurezza Alimentare
Sicurezza alimentare della filiera grano duro in Emilia-Romagna e controllo Fusarium Marco Silvestri, Maroun Atallah - Ricerca Agronomica e Molitoria - Barilla G. e R. Fratelli Negli ultimi decenni, con l’aumento della ricchezza e il superamento della condizione di “soddisfazione dei bisogni primari”, si è sviluppata una sempre maggiore sensibilità verso la qualità della vita. In ambito agroalimentare, questo si esprime con una sempre maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica alla salubrità dei prodotti, come fattore intrinseco e imprescindibile di un prodotto alimentare. La Sicurezza Alimentare è quindi uno dei temi dominanti di inizio secolo in ambito agroalimentare, sancito anche dallo sviluppo, da parte dell’Unione Europea, di un quadro normativo estremamente avanzato ed articolato. Se la normativa europea è divenuta la più avanzata a livello mondiale, sono soprattutto le industrie di marca che hanno il dovere e la responsabilità di capire intimamente le eventuali criticità lungo tutti i passaggi del ciclo produttivo. Per questo motivo Barilla, che da sempre dedica una grande attenzione a questi temi, ha sviluppato e continua a implementare una presenza attiva e diretta su tutta la filiera del grano duro e della pasta, anche attraverso i contratti di coltivazione e la realizzazione di “progetti di filiera”. La conoscenza delle diverse fasi e delle relative problematiche consente di andare oltre le richieste della normativa, sviluppando progetti di ricerca, come il progetto “Sicurezza alimentare della filiera del frumento duro” con il CNR_ISPA di Bari, di cui nel giugno 2007 sono stati pubblicati i risultati, e strumenti specifici, come il “Disciplinare Barilla di coltivazione e conservazione del grano duro”. Dalla sintesi ed integrazione tra il disciplinare Barilla e quello di coltivazione integrata del grano duro della Regione Emilia nasce il “Disciplinare di Coltivazione e Conservazione del progetto Grano Duro di Alta Qualità della Regione Emilia-
Romagna”. Particolare attenzione viene dedicata alla conservazione del cereale nell’ottica di ridurre quanto più possibile il rischio di residui nella granella e alle problematiche di campo più specifiche della nostra regione. A differenza delle regioni meridionali, come la Puglia, l’Emilia Romagna è più soggetta allo sviluppo di attacchi fungini, tra cui la fusariosi della spiga. Particolare attenzione deve essere dedicata a questa patologia che oltre a provocare perdite di produzione, può avere un impatto negativo sulla salubrità della granella. I funghi del genere Fusarium (in particolare il F. graminarum e il F. culmorum) che ne sono la causa, infatti, sono responsabili anche della sintesi di Deossinivalenolo (DON): una micotossina recentemente normata dalla Commissione Europea nel regolamento CE 1881/2006. Lo sviluppo di questi funghi è piuttosto complesso e favorito sia dalla presenza di inoculo (ascospore, conidi) persistente sui residui culturali, sia da condizioni ambientali favorevoli come la presenza di piogge, di elevate temperature e umidità e di vento, nel periodo tra spigatura e maturazione latteocerosa. Essendo le condizioni climatiche della nostra regione generalmente favorevoli allo sviluppo di questa patologia, il suo controllo deve essere realizzato attraverso l’applicazione di un insieme coordinato di pratiche agronomiche: una rotazione (evitare la successione a mais) e la lavorazione del terreno con l’interramento dei residui colturali che riduce notevolmente la vitalità di questi funghi, sono tecniche efficaci per ridurre l’inoculo potenziale. Il trattamento fungicida in fioritura rappresenta poi uno strumento essenziale per cercare di prevenire lo sviluppo ultimo della malattia, soprattutto nelle condizioni climatiche tipiche della nostra regione. La difficoltà di controllare la presenza di DON, e la conseguente necessità di mettere in atto tutte le misure possibili per prevenire la presenza della patologia, è dimostrata dai risultati ottenuti sulla produzione del primo anno del progetto (vedi Filiera Grano duro news, n. 4 settembre 2007). Dall’analisi dei campioni rappresentativi dell’intera produzione, infatti, a fronte di modesti attacchi di fusariosi della spiga in cam-
po, in numerosi casi è stata riscontrata la presenza di DON, pur se con valori contenuti e sempre entro i limiti di legge. Quindi, per poter garantire questo aspetto della sicurezza alimentare è necessario dedicare una particolare attenzione alla fusariosi. Trattandosi di una patologia complessa e influenzata da diversi fattori talvolta difficilmente controllabili, solo operando su più fronti e adottando tutte le pratiche agronomiche necessarie ed efficaci, è possibile prevenire e contenere il rischio potenziale e garantire la sicurezza alimentare a partire dalla produzione in campo.
Campi dimostrativi Anche per l’anno 2007/2008 sono stati allestiti 7 campi dimostrativi con le varietà di grano duro previste dal “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna”: Normanno, Levante, Saragolla e Svevo. I campi di confronto varietale sono distribuiti nelle principali aree produttive della Regione Emilia-Romagna, in particolare nella Provincia di Piacenza (Gariga di Podenzano e Pontenure), Parma (Langhirano), Modena (Castelfranco Emilia), Bologna (Argelato e Ozzano dell’Emilia) e Ravenna (Alfonsine). In alcune località sono state organizzate anche prove di verifica di diverse linee di concimazione, difesa e diserbo al fine di verificare e perfezionare le indicazioni tecniche ed agronomiche da inserire nel disciplinare. Chiunque fosse interessato a visitare i campi dimostrativi, può contattare: Dott. Franco Lipparini Società Produttori Sementi Bologna cell. 340.1818094 - tel. 051.8904211 f.lipparini@prosementi.com
Filiera Grano duronews DIFESA FITOSANITARIA
La Fusariosi della spiga: un problema sempre attuale per il grano duro Vittorio Rossi - Istituto di Entomologia e Patologa vegetale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Piacenza) dell’Emilia-Romagna. Le condizioni meteorologiche non molto favorevoli ai Fusaria, unite ad una maggiore sensibilizzazione ed attenzione dei coltivatori nel mettere in pratica le misure di controllo, hanno contribuito a questo risultato. Questa situazione non deve però indurre ad “abbassare la guardia”. E’ verosimile che si presentino nuovamente annate favorevoli alla malattia, come quelle del 2000 e del 2002. Inoltre, è bene ricordare che l’assenza di sintomi evidenti e diffusi di malattia sulle spighe in campo, oppure sulle cariossidi dopo la trebbiatura, non esclude la presenza di contaminazione da micotossine della granella.
um m%
Fig. 1 - Fattori che influenzano in modo significativo il contenuto di Don nelle cariossidi di grano in Emilia-Romagna e loro peso relativo. In giallo i fattori che non possono essere controllati, in verde 40 70 quelli che dipendono dalle scelte colturali. 60
ƔVarietà A Varietà B V i tà C Varietà
30
La avora azion ne
Prreces ssion ne
Variettà V
Don n (ppb)
20
10
ffarino osa
latttea
acquo a osa
piena a antesi
inizio o antesi
10 0
Fig.2
20 0
sp pigatu ura
La avora azion ne
Prreces ssion ne
Variettà V
Specie S
Zon na
0
Clim ma
5
30
30
ffarino osa
10
40
40
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15
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acquo a osa
20
60
piena a antesi
25
inizio o antesi
% pe eso re elativ vo
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in preparazione della semina per le restanti parti (Fig. 1). Esistono quindi fattori che non dipendono dalle scelte operate dal coltivatore e non possono essere controllati. Fra questi le condizioni ambientali che si verificano fra la spigatura e la maturazione farinosa, e più in particolare nel periodo di presenza delle antere che è quello di massima sensibilità della pianta all’infezione (Fig. 2). In questo periodo di tempo, l’elemento chiave è la presenza di piogge ripetute capaci di
ƔVarietà A Varietà B V i tà C Varietà
sp pigatu ura
Inc cidenzza F. culm morum m%
70
Zon na
Clim ma
35
Fig.1
La Fusariosi causa il disseccamento delle spighette. Spesso i sintomi non sono molto evidenti e possono essere confusi con il disseccamento fisiologico.
Specie S
Cosa è importante fare La Fusariosi è una malattia influen35 zata da molteplici fattori ambientali e colturali, che interagiscono30fra loro in modo complesso. E’ pertanto 25 necessario focalizzare l’attenzione20sui fattori di maggior rilievo pratico.15 Un’ampia ricerca condotta in Emilia-Romagna 10 (coordinata dal CRPV e finanziata dalla 5 Regione) ha permesso di determinare il 0 peso relativo deiFig.1 fattori di rischio per il contenuto di Don nella granella dei vari cerali autunno-vernini. Clima ed areale di coltivazione pesano per quasi il 50%. Le scelte di specie e varietà per circa il 33%, quelle relative a precessione colturale e tipo di lavorazione del suolo % pe eso re elativ vo
Negli ultimi dieci anni molto è stato detto e scritto sulla problematica della Fusariosi della spiga nei cereali autunno-vernini, ed in particolare nel grano duro che, come noto, è la specie più sensibile. Di fronte a quella che è stata considerata una vera e propria “emergenza” per le nostre produzioni cerealicole, molti sforzi sono stati profusi a livello di ricerca e sperimentazione, nonché di divulgazione dei risultati, allo scopo di migliorare le conoscenze sui diversi aspetti di questa malattia e di rendere più efficaci le misure di controllo e gestione lungo l’intera filiera. E’ ormai noto che la malattia è molto complessa, in quanto causata da varie specie fungine (appartenenti al genere Fusarium ed affini) che, a fronte della capacità di indurre sintomi del tutto simili, hanno caratteristiche morfologiche, esigenze ecologiche, capacità patogenetiche e micotossigene molto differenti. La prevalenza delle diverse specie, l’entità delle infezioni, dei sintomi, delle perdite di produzione e degli scadimenti qualitativi della granella, nonché il livello di contaminazione da micotossine (ed in particolare deossinivalenolo, don, e zearalenone, zea) variano quindi negli anni, da zona a zona e anche da un campo all’altro in rapporto alle scelte colturali. In questi ultimi anni, peraltro, la Fusariosi non si è presentata in forma grave e diffusa negli areali di coltivazione
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Fig. 2 - Incidenza della Fusariosi e contenuto di Don in tre varietà di grano duro inoculate con F. culmorum in diverse fasi fenologiche, nel 2004. Il periodo critico è quello dell’antesi ed è pertanto in questa fase che la pianta deve essere protetta con fungicidi.
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Sulle spighe disseccate si possono formare, con clima umido, cuscinetti di spore di colore rosa salmone.
veicolare le spore fungine dalle fonti di inoculo presenti a livello del suolo (su residui colturali infetti e organi basali colpiti da mal del piede) alle spighe (Fig. 3). La temperatura dell’aria ed il perdurare dell’umettamento della spiga hanno una importanza secondaria: con clima fresco e umido sarà favorito F. graminearum, con clima più caldo ed asciutto F. culmorum. Come detto, circa il 50% del rischio totale non può essere controllato; è quindi indispensabile agire sui fattori che possono essere tenuti sotto controllo. Il “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del grano duro di alta qualità” prevede scelte varietali mirate. Normanno, Levante, Saragolla e Svevo sono varietà dotate di ottimi livelli di resistenza nei confronti delle più note malattie fungine e migliori di varietà molto suscettibili quali Simeto
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per quanto concerne le Fusariosi. Esse possono essere considerate di media suscettibilità, in linea con quelle normalmente coltivate in Pianura Padana. Avvicendamenti colturali e lavorazioni del suolo pre-semina influenzano direttamente la disponibilità di inoculo fungino per lo sviluppo della malattia. La prima e principale fonte di inoculo è costituita dai residui colturali infetti della stagione precedente. E’ pertanto evidente che la monosuccessione con cereali è pratica da evitare. Ciò riguarda tanto i cereali autunno-vernini (grano e orzo) quanto quelli estivi (mais e sorgo) in quanto alcuni agenti della Fusariosi possono colonizzare tanto gli uni quanto gli altri. Per lo stesso motivo sono da evitare quelle lavorazioni presemina che lasciano i residui colturali in superficie e da preferire quelle che portano gli stessi in profondità. Un semplice metodo per calcolare il rischio legato alle scelte colturali è illustrato in Tab.1. Usando la tabella è possibile attribuire ad ogni coltura un punteggio che varia da 0 (nessun rischio) a 100 (massimo rischio, escluso ovviamente quello climatico), sommando i punteggi parziali dovuti alla precessione colturale, al tipo di lavorazione del suolo adottata, alla specie e varietà coltivata. Ad esempio, un appezzamento seminato con una varietà di frumento tenero (0 punti) mediamente suscettibile alla Fusariosi (12 punti), sottoposto ad aratura dopo una coltura di pomodoro (9 punti), ha un rischio complessivo di 21. Uno seminato a grano duro (22 punti), varietà suscettibile (24 punti), seminato su sodo dopo mais (42) ha un punteggio totale di 88. Va comunque sottolineato come l’ado-
zione di tutte le buone pratiche di coltivazione, incluse un’epoca di semina non troppo anticipata, una corretta densità di semina, una concimazione bilanciata e dilazionata per quanto concerne l’azoto, contribuiscono a ridurre il rischio. E’ infatti importante ottenere una coltura dallo sviluppo equilibrato, con buona penetrazione della luce e circolazione dell’aria, in modo da evitare il ristagno dell’umidità a livello della vegetazione ed in particolare delle spighe. I trattamenti fungicidi Il “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del grano duro di alta qualità” vincola i coltivatori alla esecuzione di un trattamento fungicida preventivo ad inizio antesi, con prodotti a base di Procloraz, Tebuconazolo o Tetraconazolo. Premesso che lo stesso Disciplinare impone la concia del seme con una miscela di guazatina e triticonazolo (prodotto che garantisce una prolungata protezione nei confronti del mal del piede e delle più comuni malattie fogliari), il vincolo relativo ai trattamenti contro la Fusariosi trova motivazioni tecniche nella necessità di ottenere un prodotto con caratteri qualitativi elevati e costanti, nella suscettibilità del grano duro alla malattia, nella difficoltà di calibrare caso per caso la reale necessità ed i tempi di intervento. In linea generale, negli altri cereali autunno-vernini (frumento tenero e orzo) bisogna però ricordare che il ricorso a trattamenti fungicidi contro la Fusariosi della spiga non sempre ha una giustificazione tecnica ed economica. Facendo riferimento allo schema di Tab. 1, quando le condizioni ambientali sono
Lavorazione del suolo Precessione colturale
Aratura/ scasso
Lavorazione senza rivoltamento della zolla
Semina su sodo/ minimum tillage
ortaggi
0
12
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rinnovo/prato/ frutteto
9
21
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cereali
19
30
42
Per grano tenero + 0 duro +22
Per varietà poco suscettibile + 0 mediamente suscettibile +12 suscettibile + 24 molto suscettibile + 36
Tab. 1 - Schema semplificato per il calcolo del rischio da Fusariumtossine nel grano (dalle Linee guida controllo micotossine cereali autunno-vernini, RER, CRPV, UCSC).
Fig. 4 - Contenuto di Don nelle cariossidi raccolte da parcelle sottoposte a differenti itinerari colturali (media di 3 località dell’Emilia-Romagna). I valori % esprimono la riduzione rispetto al valore più alto. E’ possibile ottenere il miglior risultato solo integrando i diversi metodi di controllo.
Filiera Grano duronews Fig 3 Fig.3
Agrometeorologia E Evasione i Tossinogenesi Invasione
Infezione delle spighe
…
Micotossine Spighe fusariate Cariossidi i f infette
Dispersione delle spore
Produzione di spore Residui vegetali infetti
Fig. 3 - Rappresentazione schematica del ciclo della Fusariosi. L’inoculo è rappresentato dalle spore che si formano ripetutamente sui residui infetti delle colture precedenti e sugli organi basali delle piante colpite da Mal del piede. In presenza di piogge ripetute le spore sono veicolate fino alle spighe dagli schizzi d’acqua attraverso balzi successivi sulla vegetazione. Soprattutto in presenza delle antere le spore germinano ed invadono progressivamente i tessuti della spiga e le cariossidi causando i sintomi tipici della malattia ed accumulando micotossine. In condizioni di clima umido sulle parti disseccate possono comparire cuscinetti di spore di color rosa salmone.
Le cariossidi infette possono essere striminzite e, talvolta, con colorazioni rosate o rossastre. L’assenza di questi sintomi non esclude però che le cariossidi siano contaminate da micotossine.
Periodo febbraio - marzo 2008 William Pratizzoli – ARPA Emilia-Romagna Temperature superiori alla norma ma con gelate intense nel periodo 21-26 marzo, precipitazioni generalmente inferiori ai valori attesi, superiori alla norma in Romagna. Le temperature Nei due mesi considerati i valori medi delle temperature sono stati compresi, in pianura, tra 6 e 7 °C, circa 1 grado oltre le medie del periodo, l’area pedecollinare e quella di collina sono risultate in generale più calde con temperature medie tra 7 e 8 °C (da 1 a 2 °C più calde della norma). Da segnalare le intense gelate tardive dell’ultima decade di marzo, precisamente dal 21 al 26; su vaste aree di pianura le temperature sono scese di 2, 3 °C al di sotto dello zero con punte sino a -5 °C nella pianura occidentale.
Organi basali infetti
poco favorevoli alla malattia, i trattamenti fungicidi sono giustificati solo con punteggi di rischio molto alti (superiori a 75). Se le condizioni ambientali sono mediamente o molto favorevoli Fig.4 alla malattia, il trattamento fungicida deve essere eseguito nelle condizioni colturali con punteggi superiori a 40 e 10 rispettivamente. E’ però necessario sottolineare il fatto che i trattamenti fungicidi non sono risolutivi. L’ampia casistica ormai disponibile ha dimostrato che questi
Andamento meteo
interventi consentono di ridurre mediamente fra il 50 ed il 60% l’incidenza della malattia e la contaminazione da micotossine rispetto ai campi non trattati. I trattamenti eseguiti nei 3-4 giorni precedenti l’infezione possono raggiungere efficacie superiori (70-80%), mentre quelli post-infezionali hanno efficacia decisamente inferiore (25-30%). Il successo del controllo della Fusariosi della spiga nel grano duro deriva pertanto dalla integrazione dei diversi metodi di controllo disponibili. I dati riportati in Fig. 4 esemplificano questo concetto. Nella media di 3 prove condotte in Emilia-Romagna, la situazione colturale più favorevole alla malattia (varietà A, con precessione cereale, semina su sodo, senza protezione fungicida) ha fatto registrare un contenuto medio di Don pari a 430 ppb; il ricorso all’aratura ha ridotto del 68% il Don e dell’72% quando la coltura è stata anche preceduta da un rinnovo. L’uso di una varietà meno sensibile, varietà B, ha comportato una riduzione dell’87% del Don, riduzione salita al 91% quando è stato effettuato anche un trattamento con fungicida attivo contro Fusarium in corrispondenza dell’antesi.
Temperatura media (valore medio) dal 1° febbraio al 31 marzo 2008 (°C) -1
0
1
2
3
4
5
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8
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Le precipitazioni Nel periodo le piogge sono risultate più elevate nell’area della Romagna, più scarse nella pianura settentrionale particolarmente nelle zone a ridosso del corso più occidentale del Po. In pianura le piogge risultano quasi ovunque inferiori alla norma con scostamenti più elevati (-20, -40 mm) dal piacentino al modenese. Precipitazioni superiori rispetto al clima sono presenti solo in Romagna.
Precipitazione cumulata 1° febbraio - 31 marzo 2008 (mm) 0
25
50
75
100
125
150
Il contenuto idrico del suolo I valori di acqua disponibile alla fine di marzo risultano in generale molto bassi, i minimi assoluti sono localizzati nella bassa pianura del settore centro-occidentale (dal piacentino al modenese) ed in alcune aree del bolognese e del ferrarese; in queste zone il percentile dell’acqua disponibile indica già situazioni di siccità grave o gravissima.
Acqua dis ponibile (U-PA) Conduzione Colturale: prato di graminacee 31/03/2008 0
(mm) 50
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175
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CONSIGLI COLTURALI
Concimazione azotata tardiva per il grano duro di alta qualità: influenza sul contenuto proteico Lorenzo Barbanti - DiSTA Università di Bologna Pierluigi Meriggi - Agronomica R&S Terremerse
Produzione e proteine L’equilibrio tra produzione e qualità (proteine), nel grano duro non sembra comportare il sacrificio dell’una o dell’altra componente. L’ambiente, inteso come località, terreno, clima e relative interazioni, gioca sempre un ruolo di primo piano, ma questo non deve fare dimenticare una serie di fattori controllabili, in grado di mitigare eventuali squilibri. La genetica è il principale di tali fattori e il più costante negli effetti tra annate e località. In passato il miglioramento genetico del grano duro si è indirizzato più verso la quantità che la qualità: in Italia l’incremento produttivo medio dovuto al ricambio varietale nel corso del XX secolo è stato di quasi 20 kg di granella per ettaro per anno; solamente negli ultimi anni si è assistito ad un miglioramento anche della qualità (De Vita et al., 2007), i cui frutti si iniziano solo ora a cogliere. A prescindere dagli aspetti genetici, dal punto di vista della potenzialità ambientale non sembra che vi siano vincoli al raggiungimento di un buon livello proteico anche in condizioni di elevata produttività: nel Nord della Spagna, la correlazione inversa che lega i due fattori è risultata tale per cui un incremento di 1 t/ha di granella tra 6 e 7 t/ha ha comportato un calo di solo 0,15% di proteine (Rharrabti et al., 2001).
La concimazione tardiva Con il grano in levata, molti input sono già stati spesi per il conseguimento della produzione. Resta da programmare la concimazione azotata tardiva, in botticella - spigatura. Questo intervento, che costituisce di norma l’ultimo apporto di concimazione azotata, influenza modestamente l’architettura della pianta e la produzione, mentre è utile ai fini del contenuto proteico. L’importanza di una concimazione azotata “frazionata” è suffragata da prove recenti (Meriggi e Bucci, 2007; Fig. 1), in cui dosi crescenti da 0 a 250 kg/ha di N ripartite in tre epoche (25% accestimento, 50% levata e 25% botticella) si sono tradotte in aumenti della produzione solo fino a un certo punto, mentre l’aumento delle proteine è stato lineare lungo tutto l’arco delle dosi; in base alla pendenza delle rette di Fig. 1, una dose aggiuntiva di 50 kg/ha di azoto (distribuita nel complesso delle tre epoche) si è tradotta in +1,02% di proteine nelle condizioni del 2006 e in +0,42% in quelle del 2007. La maggior saturazione nutritiva della coltura nelle particolari condizioni ambientali del 2007 si evince anche dalla bassa risposta produttiva all’azoto. Sperimentazioni più specificamente ideate per far emergere il contributo della concimazione tardiva mostrano, del resto, come tale contributo sia spesso tangibile e di entità analoga ai valori della sopraccitata esperienza (Abad et al., 2004; Garrido-Lestache et al., 2005). Aumenti di proteine superiori a +2% sono stati ottenuti quando la concimazione in spigatura (67 kg/ha di N) è stata abbinata all’irrigazione nella successiva fase di riempimento della granella (Ottman et al., 2000). In base a queste considerazioni, esistono le condizioni affinché i produttori valutino attentamente lo stato nutritivo del grano duro, attraverso un giudizio visivo o
Diversa biomassa e contenuto in clorofilla in parcelle con differente disponibilità di azoto.
N DPI: 185 Granella (t/ha)
Il grano duro esprime il massimo del potenziale quanti-qualitativo solo in condizioni ottimali di nutrizione azotata. Stati di carenza si ripercuotono sulla produzione ed ancor più sulla qualità, poiché la pianta provvede prima a soddisfare un fabbisogno minimo e solo dopo ad arricchire la granella. Viceversa, eccessi azotati inducono all’allettamento e ad una maggior sensibilità alle malattie, in particolare se legati a eccessiva fittezza e turgore vegetativo.
N DPI: 131
Proteine (% ss)
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2006 2007
Dose N (kg/ha)
Fig. 1 - Andamento della produzione e del contenuto di proteine in funzione della dose di azoto, nella media di quattro varietà di frumento duro. Sperimentazione Agronomica R&S Terremerse.
con l’ausilio di strumenti ottici (SPAD, Ntester, ecc.), e considerino la possibilità di distribuire un’ulteriore dose di azoto, che sia stata inizialmente prevista o meno, in tutti i casi in cui la pianta non sia già a livello nutritivo ottimale; il contributo al raggiungimento di un adeguato livello proteico e dei relativi benefici economici sarà analogo e complementare a quello derivante da altri interventi (es. difesa fitosanitaria). Dal punto di vista operativo, si potrà distribuire azoto ureico o nitroammoniacale in botticella a dosi congrue rispetto agli effetti desiderati (30 - 50 kg/ ha di N); l’impiego in epoca più tardiva (fioritura) di concimi fluidi in abbinamento ai trattamenti di difesa è un’opzione utile nei casi di colture in evidente stato di carenza ma che richiede ancora diverse verifiche sperimentali prima di poter essere diffusa su larga scala. Bibliografia: Abad A. et al., 2004. Field Crops Research 87, 257-269. De Vita P. et al., 2007. European Journal of Agronomy 26, 39-53. Garrido-Lestache E. et al., 2005. European Journal of Agronomy 23, 265-278. Meriggi P., Bucci V., 2007. Agronomica 6, 4-6. Ottman M.J. et al., 2000. Agronomy Journal 92, 1035-1041. Rharrabti Y. et al., 2001. Plant Breeding 120, 381-388.
Filiera Grano duronews I MERCATI
Grano duro: a che prezzo? Filippo Bertuzzi e Roberto Ranieri - Barilla G. e R. Fratelli L’andamento dei prezzi mondiali dei cereali ha segnato un’impennata imprevista con il raccolto 2007. In particolare ciò che ha colto di sorpresa il mercato è stata l’intensità e la rapidità dell’incremento dei prezzi che, ad esempio nel caso del grano tenero e duro, sono rispettivamente più che raddoppiati e triplicati rispetto ad un anno fa. Esperti ed analisti hanno individuato molteplici cause a spiegazione di questa situazione di cui alcune comuni a tutti i cereali ed altre più specifiche dei singoli mercati. Valgono ad esempio in modo sostanzialmente indifferenziato le ragioni legate alla riduzione delle scorte per il secondo - terzo anno consecutivo, sia per problemi di produzione che per incrementi sul versante della domanda. Con questo breve intervento vorremmo analizzare le ragioni che hanno portato il prezzo del grano duro ad aumentare con una differenza così ampia rispetto al grano tenero (vedi Fig. 1). Le peculiarità della coltivazione del grano duro, in relazione a questa tematica possono così riassumersi: • il grano duro è un cereale minore rappresentando solo il 6% della produzione del grano totale; è di fatto un prodotto di nicchia (vedi Tab. 1); • la produzione e i consumi sono estremamente localizzati. La produzione avviene soprattutto nelle aree siccitose del bacino del Mediterraneo e in quelle semi-aride delle grandi pianure del Nord america (Nord Dakota negli USA e Saskatchewan in Canada). Queste ultime sono le maggiori aree esportatrici (vedi Fig. 2) mentre i
Totale Cereali Mais Tutti i grani Grano Duro % su tutti i cereali % su tutti i grani
2004 1.649 713 628 41 2 6
2005 1.602 695 620 37 2 6
2006 1.570 698 592 35 2 6
2007 1.657 765 603 34 2 6
Tab. 1 - Produzioni mondiali di cereali espresse in milioni di tonnellate secondo l’International Grain Council.
consumi sono soprattutto concentrati nel bacino del Mediterraneo: Pasta in Europa (Italia soprattutto), Cous cous nel Nord Africa, Bulgur in Turchia. Il bacino del Mediterraneo è deficitario; • il grano duro è un cereale destinato quasi totalmente all’alimentazione umana. Nel caso del grano tenero, ad esempio, sono invece più diffusi l’utilizzo per alimentazione animale ed altre produzioni industriali. In caso di deficit produttivo alcuni di questi utilizzi possono essere soddisfatti da altri cereali (orzo, mais) per far fronte alla richiesta per cibo. • la domanda mondiale di grano duro è rigida: il grano duro non ha sostituti la produzione della maggior parte dei prodotti finiti la cui domanda rimane pressoché costante che lo rende estremamente sensibile ad ogni fluttuazione produttiva, sia in termini di quantità che di qualità; • la forte concentrazione dell’offerta: gli scambi totali a livello globale rappresentano il 20% di tutta la produzione di cui il 70% è esportato dal Canada attraverso un Board che detiene il monopolio e da pochi operatori dagli Stati Uniti.
Fig. 1 - Andamento dei prezzi (euro/tonnellate) in Italia negli ultimi 2 anni.
Cosa fare per invertire questa tendenza che, se sarà confermata nel medio periodo, penalizzerà in particolare le tasche dei cittadini? L’associazione dei semolieri europei proporrà alla Commissione Europea le seguenti misure: • politica specifica per il grano duro in quanto specie strategica per l’alimentazione umana e costituzione ci un Comitato Operativo Europeo del Grano Duro; • mantenimento dell’accoppiamento dell’aiuto alla produzione in paesi come la Francia e la Spagna; • congelamento del set-aside almeno fino alla ricostituzione degli stock strategici; • abolizione degli aiuti comunitari destinati al settore delle bioenergie. Intervenire rapidamente e in modo specifico sul grano duro nella politica agricola comunitaria è pertanto necessario. Questo può essere considerato un passo importante, ma non unico per riuscire a calmierare il prezzo della materia prima grano duro e per rendere competitiva la nostra “industry” a livello internazionale. Non dimentichiamo infatti che il 50% della pasta prodotta in Italia viene esportata all’estero.
Fig. 2 - Principali aree di import ed export del grano duro nel mondo. Le frecce indicano le dimensioni e il verso delle esportazioni.
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Filiera Grano duronews
n. 6 - Aprile 2008
EVENTI
Simposio internazionale sulla filiera del Grano duro - Pasta Sarà Bologna, nel giugno-luglio prossimi, ad essere al centro della scena mondiale della filiera Grano duro-Pasta. La Società Produttori Sementi in collaborazione con CIMMYT (International Maize and Wheat Improvement Center in Messico), uno dei più importanti centri di ricerca internazionale nel breeding del frumento duro, e con il centro internazionale per la ricerca agricola nelle zone aride ICARDA (International Center for Agricultural Research in the Dry Areas in Siria), sta organizzando, infatti, per il prossimo 30 giugno - 3 luglio 2008, il Simposio internazionale “From Seed to Pasta: the Durum Wheat Chain. Multidisciplinary approaches for a more sustainable and highquality durum production”. Il Simposio, che si terrà a Bologna, riunirà tutti i maggiori esperti mondiali della filiera della pasta e permetterà di fare il punto sullo stato dell’arte delle ricerche sulla filiera Programma del simposio 30 June 08 Opening session - E. Borasio, G. T. Scarascia Mugnozza Welcome from Minister of Agriculture, Regione Emilia Romagna Representative and Organizers M. Montanari - The history of pasta. C. Cannella - Nutritional characteristics of pasta. R. Rizzo - What future for pasta? E. Porceddu, L. Rossi and A. Blanco – Evolution of durum wheat breeding in Italy. T. Hall – Title to be announced D. Habash - EU projects to unravel drought resistance in durum wheat. C. Feuillet and K. Eversole – A glimpse into the impossible. Perspectives in wheat genomics research. Session 1: Genomics - M. Morgante, J. Dvorak B. S. Gill - Integrated physical and genetic map of chromosome 3A short arm of wheat and its applications in marker-assisted breeding and gene discovery. J. Dvorak - The wheat genetic diversity map. J. Dolezel - Development of chromosome genomics in wheat. M. Parry - TILLING in durum wheat. Session 2: QTLs and Marker-Assisted Selection - R. Tuberosa, P. Langridge P. Langridge – Genomics assisted breeding of wheat. R. Tuberosa - Searching for broad-spectrum QTLs for tolerance to abiotic and biotic stress in durum wheat. H. Salvo-Garrido - Marker-assisted selection and graphical genotyping. A strategy to introgress imidazolinone resistance genes into elite cultivars. P. Galeffi, A. Latini, M. Sperandei, C. Cantale, M. Iannetta and K. Ammar - TdRF1, a DREB homologue in durum wheat, as a possible marker for response to water stress. 02 July 08 - 21.00 Gala Dinner 03 July 08 - Excursion to visit: “Barilla” pasta factory in Parma “Società Produttori Sementi” research station and seed processing plant in Argelato (Bologna). 04 July 08 - Leisure excursion to Venice
BolognA
June 30 - July 3
Italy
2008
del grano duro e della pasta sia in chiave scientifica che tecnologica. Nel corso dei 3 giorni di studio, suddivisi in 10 sessioni tematiche, verranno presentati i più recenti risultati raggiunti nella genomica del grano duro e verranno approfondite tematiche quali la selezione assistita tramite marcatori molecolari, il miglioramento genetico, l’agronomia, gli stress biotici e abiotici, gli aspetti qualitatitivi, nutrizionali e della produzione della pasta, oltre agli aspetti socioeconomici della filiera di produzione grano duro-pasta. Sostenitori dell’evento internazionale sono la Regione Emilia-Romagna, con l’Assessorato all’Agricoltura, la Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna e la Società Barilla G. e R. Fratelli Spa, a cui si è recentemente aggiunta anche la FAO, organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura; un riconoscimento
quest’ultimo che sottolinea l’importanza che sta assumendo questo evento a livello internazionale, che si va ad aggiungere ai patrocini precedentemente ottenuti dal Ministero italiano delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) e dall’Accademia Nazionale di Agricoltura.
01 July 08
02 July 08
Session 3: Genetic Resources and Use of Wild Relatives - F. Salamini, T. Fahima F. Salamini - Genetics and Geography of wild cereal domestication in the Near East. T. Fahima - From genetic diversity to map-based cloning in wild emmer wheat. T. Payne - Global aspects of conservation and utilization of durum/tetraploid wheat genetic resources.
Session 7: Nutritional quality - D. Lafiandra, W. Pfeiffer D. Lafiandra, F. Sestili, E. Botticella, G. Ferrazzano, M. Silvestri, R. Ranieri and E. DeAmbrogio - Approaches for the modification of starch composition in durum wheat. I. Cakmak - Role of wild wheats in improving micronutrient concentrations of cultivated durum wheat. W. Pfeiffer - Biofortification from a nutritional/health perspective.
Session 4: Breeding and Agronomy - E. DeAmbrogio, C. Royo K. Ammar and R. J. Peña - Advances in durum breeding at CIMMYT. E. DeAmbrogio - “Produttori Sementi” breeding for the durum-pasta production chain. J. M. Clarke - Durum breeding in North America. I. Ortiz-Monasterio - Changes in nitrogen use efficiency in CIMMYT’s durum wheat. Session 5: Abiotic stresses and yield physiology - E. Porceddu, M. Reynolds M. Reynolds - Drivers of yield under drought and successful breeding applications. C. Royo - Biomass partitioning and grain filling of durum wheat adapted to Mediterranean environments. M. Nachit - Durum breeding for drought tolerance using tools of stress physiology and molecular markers. R. A. Hare, R. A. James, S. Huang, C. S. Byrt, E. Lagudah, M. P. Lindsay, W. Spielmeyer, A. J. Rathjen and R. Munns - Breeding for salt tolerance in durum wheat. L. Cattivelli - Genetics of durum wheat adaptation to stressful environments. Session 6: Biotic stresses - E. Lagudah, R. Singh E. Lagudah - Reciprocal gains from disease resistance gene transfers between common and durum wheat. R. Singh - Characterization and mapping of major genes for Leaf Rust resistance and breeding for minor gene based resistance to Leaf Rust, in durum wheat. H. Buerstmayr - Resistance to Fusarium head blight in common and durum wheat. G. H. J. Kema - Specificity of septoria tritici blotch towards durum wheat. A. Yahyaoui, K. Ammar and M. Nachit - Breeding for global resistance to Stem Rust in durum wheat: Update on the Global Rust Initiative work in Ethiopia.
From Seed to Pasta: The Durum Wheat Chain International Durum Wheat Symposium
Session 8: End-Use Quality - M. G. D’Egidio, A.Visconti B. A. Marchylo and L. M. Schlichting - Durum wheat quality evaluation to meet customer requirements. C. J. Pozniak - Genetics of Endosperm colour in durum wheat. M. G. D’Egidio - Traditional aspects and new trends in durum wheat end products. A. Visconti - Fusarium mycotoxins in the durum wheat-pasta production chain. M. Carcea - Minerals and trace elements in Italian wheat and products. E. Guimaraes - An international partnership platform to promote plant breeding, including durum wheat. Session 9: Pasta production - J. Abecassis, F. Pantò J. Abecassis, C. Barron, M. Chaurand, V. Lullien-Pellerin, X. Rouau and MF. Samson - Opportunities and limits to better exploit the durum wheat grain potential. F. Pantò - Innovation and pasta-making technology. C. M. Pollini - Process innovations for high-quality durum wheat products. Session 10: Socio-economy of durum wheat production and processing - R. Ranieri, P. L. Pianu R. Ranieri - The pasta Barilla integrated production chain. V. Lombardi - Breakdown and recomposition of the value chain. J. E. Dexter - The continuing evolution of the Canadian durum wheat quality model and the Canadian quality assurance system in response to market requirements. A. Laamari - Durum wheat status in low rainfall areas of Morocco. Socio-economic considerations. P. L. Pianu - Development perspectives of durum wheat in the European Union Presentation of the Produttori Sementi Poster Awards. Concluding remarks.