Scuola Primaria di Borgo Valsugana Borgo Valsugana Primary School
“Rita Levi Montalcini”La scuola è inserita in un vasto territorio cittadino ad est del centro storico, confinando con il fiume Brenta e la pista ciclabile. L’edificio presenta una struttura architettonica di nuova costruzione a “semicerchio”, organizzata su due livelli, con due blocchi ad est ed a ovest, dove sono collocate le classi che guardano a sud, mentre i laboratori sono a nord. La parte centrale della scuola è adibita ad atrio sia al piano terra che al piano superiore, dove si trovano anche una biblioteca per bambini e dieci classi.
Il modello organizzativo prevede 28 ore di attività obbligatorie con la possibilità di aggiungere 2 o 4 ore di attività opzionali facoltative, l’iscrizione a queste rende obbligatoria la frequenza e dà diritto ad usufruire del servizio mensa, interna alla scuola.
The school occupies a large urban site to the east of the historic centre, bordered by the Brenta river and the cycleway. The newly-constructed building is semicircular in design and split over two levels, with two blocks - east and west - containing the southfacing classrooms, and workshops to the north. The central section of the school consists of an atrium on the ground floor, with a children’s library and ten classrooms upstairs.
The school week is organised with 28 hours’ obligatory lessons and a further optional 2-4 hours of activities; registration for these is a commitment to attend and gives access to the school’s meals service.
Oltre 80 film co-prodotti o sostenuti, con sponsorship o product-placement. Opere che hanno partecipato a festival, che in parte sono ora presenti su piattaforme o sul sito aziendale. E decine di altri film, serie e programmi tv sostenuti con fornitura di prodotti.
Più di 100 libri editi come Montura Editing o sostenuti da Montura, con oltre 250 mila copie distribuite gratuitamente in 20 anni, sempre in cambio di una donazione “libera e responsabile” a favore di progetti di solidarietà.
More than 80 films co-produced or funded through sponsorships or product placement. Films that have been featured at festivals, some of which are now available on the company website and various platforms. And dozens more films, series and TV programmes supported by the supply of products.
More than 100 books published by Montura Editing or backed by Montura, with over 250,000 copies distributed free of charge over 20 years, always in exchange for “free and responsible” donations to charity projects.
montura.it
MonturaEditing è il laboratorio creativo e la “casa editrice” di Montura, il brand italiano leader nell’abbigliamento e nelle calzature per la montagna e per l’outdoor. Nel corso degli anni l’azienda ha sviluppato un percorso di comunicazione originale, in linea con il motto “Searching for a new way”: sostegno alla produzione cinematografica e letteraria; edizione diretta di alcune opere; supporto di festival culturali, mostre d’arte, rassegne musicali. Di particolare significato è il sostegno allo sviluppo di alcuni luoghi di valore artistico ed ambientale. L’attività di Montura Editing si completa con alcuni interventi di solidarietà, a livello nazionale ed internazionale.
Montura Editing is the creative workshop and “publishing house” for Montura, the Italian brand that is a dealer in the mountain and outdoor clothing and footwear industry. Over the years, the company has developed an innovative approach to advertising in line with its motto “Searching a new way” aimed at supporting film production and the publication of literary works, directing the editing of several works and supporting cultural events, art exhibits and music festivals. One of its most significant initiatives is its support of the development of the artistic and environmental relevance of several specific areas. Montura Editing is also active in projects of solidarity on a national and international level.
Il dottor Paletto The doctor
Nadia Dalmaso - Gianfranco TomioIndice / Table Of Contents
Ringraziamenti / Thanks
A Ludovica, che il tuo sguardo puro possa nutrirsi della Bellezza del Bosco Paradiso e dei suoi animali.
Questo libro è frutto di tante e preziose collaborazioni.
Ringrazio la Scuola Primaria di Borgo Valsugana, il Dirigente, la maestra Barbara che hanno creduto in me e le colleghe Alessia, Giulia per il loro costante supporto. Grazie al maestro Marco che, con la sua competenza tecnica, la sua preparazione e disponibilità, ha dato vita a questo libro.
Alle amiche della Sat, sezione di Borgo, in particolar modo Nadia e tutti coloro che mi hanno aiutato a rivedere e correggere il testo: Elena, Milisa, Sara, Jennifer, Lorella, Enrico, Roberta, Wilma, Suor Maria Grazia; senza di lei non avrei scritto questo libro.
Grazie a Gianfranco Tomio che, con eccellente bravura ha realizzato le illustrazioni creando delle vere e proprie opere d’arte. Sono lusingata che abbia impreziosito il racconto dando un valore aggiunto alla storia. Ringrazio per il supporto e l’incoraggiamento Laura, Ildebrando e Luca.
Un pensiero è riservato alla mia famiglia, mio marito Giovanni, grande esperto di animali e di boschi della Valle di Sella. I miei figli Maddalena e Alberto, con Luca e Beatrice che mi hanno ascoltato con pazienza durante tutto il lavoro di scrittura.
For Ludovica, may your pure gaze be nourished by the beauty of Paradise Wood and its animals.
This book is the result of many valuable contributions.
I thank the primary school in Borgo Valsugana, the head teacher and teacher Barbara, who believed in me and the colleagues Alessia and Giulia for their constant support. Thanks to teacher Marco whose technical expertise, know-how and openness made this book possible.
Thanks to my girlfriends at the Borgo section of SAT, especially Nadia and to everyone who helped me edit andcorrectthetext:Elena,Milisa,Sara,Jennifer,Lorella,Enrico,Roberta,WilmaandmydearfriendSister Maria Grazia. Thanks to Gianfranco Tomio whose excellent illustrations are genuine works of art. I’m delighted that they’ve embellished the book, giving the story extra weight.
A special mention for my family, and my husband Giovanni, an expert on the woods and animals of the SellaValley.MychildrenMaddalenaandAlberto,alsoLucaandBeatrice,wholistenedpatientlythroughout the writing process.
Prefazione / Foreword
La magia esiste, è qualcosa che andrebbe insegnata ovunque e ricordata a tutti. Ma come insegni una cosa se non la sai più riconoscere? Ti rivolgi a chi se ne intende, a chi vede ancora bene tutti i nessi e non fa differenza fra una nuvola e un albero. Mi considero straordinariamente fortunato per aver conosciuto Nadia e aver potuto scrivere la prefazione di questo avvincente racconto. Ogni capitolo è scritto in modo meraviglioso e contiene impareggiabili tesori di saggezza che nutriranno l’anima. Sedetevi tranquilli e meditate sul significato di ogni storia, riflettete sulle sue applicazioni nella vita di tutti i giorni, cercate di sintonizzare mente, corpo e spirito con il profondo significato pedagogico nascosto dietro le parole del libro. Scoprirete che ogni messaggio aprirà la coscienza e vi farà assumere una diversa prospettiva mentale. Pensieri migliori condurranno ad azioni migliori, e quest’ultime vi porteranno una gioia duratura. Quando ti espandi, anche il mondo si espande. Quando generi più amore, anche il mondo diventa più amorevole. Il mio umile augurio è che da queste storie possiate raccogliere almeno un gioiello, che trasformerà per sempre la Vostra vita.
Magic is real; it’s something that everyone, everywhere should be taught and reminded of. But how to teach something if you no longer recognise it? You talk to someone who understands, someone who still sees all the connections and doesn’t differentiate between a cloud and a tree. I count myself extraordinarily fortunate to have met Nadia and had the opportunity to write the foreword to this wonderful story. Every chapter is beautifully written and contains unparalleled nuggets of wisdom to sustain the soul. Sit back, relax and meditate on the meaning of each story, reflect on its applications in everyday life, try and align body, mind and spirit with the profound teachings concealed in the words. You’ll find that each message expandsyourawarenessandrenewsyouroutlook.Betterthoughtswillleadtobetteractions,andthesewill bring lasting joy. When you grow, the world grows with you. When you give more love, the world becomes more loving. It’s my humble wish that you’ll take away at least one jewel from these stories, to change your life forever. Tutte le favole hanno luogo nei boschi. / All the best stories happen in the woods.
Marco Stradi1. Il Bosco Paradiso / Paradise Wood
“La preghiera è stare in silenzio in bosco”.
Mario Rigoni Stern
Il Bosco Paradiso era un posto incantevole. Gli alberi alti e frondosi offrivano riparo a molti animali. Uno scoiattolo con la coda a pennacchio si riposava sul lungo ramo di un abete rosso. Un picchio bianco, nero e rosso si era posato sul tronco di un albero e picchiettava col suo becco facendo un rumore assordante. Una simpatica ghiandaia stava appollaiata su un ramo di un pino. Ai piedi degli alberi funghi rossi facevano capolino tra l’erba verde e incolta. Le laboriose formiche correvano sopra le foglie secche alla ricerca di cibo. Graziose margherite rallegravano il tappeto erboso e offrivano nettare gustoso alle api. Era un bosco silenzioso e ricco di pace e serenità.
“Prayer is being in the woods, in silence”.
Mario Rigoni Stern
Paradise Wood was a delightful place. The tall, leafy trees sheltered many animals.
A squirrel with a fluffy tail rested on the long bough of a spruce tree. A black, white and red woodpecker had landed on a branch, where its busy beak was making a deafening sound.
A handsome jay perched on the branch of a pine. At the base of the trees, red toadstools peeped out among the untrimmed green grass. Industrious ants ran over the dry leaves in search of food. Pretty daisies brightened the grassy ground and offered their delicious nectar to the bees. The wood was quiet, a place of peace and calm.
Il dottor Paletto era un gufo molto noto nel Bosco Paradiso. Tutti gli animali lo stimavano perché sapeva ascoltare attentamente e trovava sempre una cura miracolosa per tutti. Suo zio gli aveva lasciato in eredità un paio di occhiali molto particolari. Quando li indossava, riusciva a leggere nel cuore dei suoi pazienti e a capire la causa del loro malessere. Come sempre Il dottor Paletto stava in attesa sotto il grande faggio, ma quel giorno non si presentò nessuno.
“Bene, oggi mi riposerò, dopo tanto lavoro. Quasi quasi farò una passeggiatina rigenerante. Mi piace tanto il mio lavoro, ma a forza di sentire’- male qua, male là-’, mi sembra di essere ammalato anche io! Sento dolori dappertutto!
Mi sistemerò all’ombra tra i rami più bassi del faggio così schiaccio un pisolino.”
Non fece neppure in tempo a terminare la frase, che una salamandra gli si presentò davanti. Virna piangeva disperata.
“Sono stanca dottor Paletto! Voglio diventare monocolore! Queste macchie mi fanno impazzire, tutti mi prendono in giro. Non può darmi un aiuto, una medicina che mi faccia diventare tutta gialla?”
Il dottor Paletto, come era solito fare, ascoltò con attenzione le parole della povera Virna. Poi con tranquillità disse: “Cara Virna, davvero vuoi cambiare per far piacere agli altri?”
“Sì dottore, non ne posso davvero più di stare male.
Mi fanno sempre piangere!”
Il dottor Paletto mise mano al suo taccuino. Ormai la sua bella passeggiata sarebbe stata rimandata, ma essere d’aiuto agli altri lo faceva stare bene!
“Cara Virna, ora ti prescrivo una cura miracolosa, cerca di seguire le mie istruzioni, mi raccomando.”
La povera salamandra fiduciosa, seguì il consiglio.
Quando tornò a casa, lesse le indicazioni che le erano state fornite e rimase esterrefatta. Sul foglio c’era scritto: ripetere tutti i giorni davanti allo specchio la seguente frase: “sono bella, sono praticamente perfetta, ho tutti i difetti al posto giusto!”
La salamandra da quel momento imparò ad accettarsi. Quando incontrava qualcuno che non apprezzava il suo aspetto, ripeteva a voce alta la frase del dottor Paletto.
Nessuno osava più criticarla o quantomeno lei non badava più ai giudizi semplicemente perché aveva imparato che quello che dicevano gli altri non era un suo problema. Iniziò invece ad accettarsi così come era.
Dr Paletto the owl was a well-known figure in Paradise Wood.
He was respected by all the animals, because he knew how to listen carefully and always found an ingenious solution to every problem.
From an uncle he had inherited a very special pair of glasses.
When he wore them, he could see into his patients’ hearts and understand what was causing their problems. As always, Dr Paletto was waiting under the great beech tree, but on that day nobody came.
“Well, today I’ll rest, after all my hard work. I might even go for an invigorating stroll. I love my job, but all I hear is ‘it hurts here, it hurts there’—I’m starting to feel ill too! I’m hurting all over! I’ll lie down in the shade among the lower branches of my beech tree and take a little nap.”
No sooner had he finished his sentence, when a salamander appeared. Virna was weeping inconsolably.
“I’m so tired, Doctor Paletto! I want to be just one colour! These patches are driving me crazy, everyone teases me. Can’t you help me, give me some medicine to make me yellow all over?”
Dr Paletto listened carefully to poor Virna’s words, as he always did. Then he said calmly: “My dear Virna, do you really want to change to please the other animals?”
“Yes, Doctor, I’m really fed up with feeling this way. They always make me cry!”
Dr Paletto reached for his notebook. His pleasant stroll would have to be postponed, but helping others made him feel good!
“Dear Virna, I’m going to prescribe a miraculous cure. Make sure you follow my instructions.” The trusting salamander did as she was told.
When she got home, she read the doctor’s instructions and was astounded. The note read: Repeat the following statement every day in front of the mirror:
“I am beautiful, I’m practically perfect, all my defects are in the right places!”
Fromthatmomenton,thesalamanderlearnedtoacceptherself.Whenevershemetanyonewhodidn’tlike the way she looked, she would repeat Dr Paletto’s words aloud.
No one dared to criticise her, or at least she no longer cared about their opinions, simply because she had learned that what others say was not her problem. She started to accept herself just as she was.
2. Il ragnetto Ugo / Ugo the Spider
Il ragnetto Ugo era un bravissimo professore di storia. Nel Bosco Paradiso i suoi allievi lo adoravano, in tanti si riunivano sotto l’abete rosso per seguire le sue lezioni. Stavano ore ad ascoltare i suoi racconti sulla preistoria, sulle antiche civiltà. Da qualche tempo però il professore Ugo accusava uno strano malessere. Aveva provato da solo a trovare una soluzione, ma senza successo. Era davvero abbattuto.
Decise così di rivolgersi al famoso dottor Paletto. “Sicuramente avrà una cura anche per me! Tutti dicono che sia così bravo!”
Ugo the spider was a wonderful history teacher. He was adored by his students in Paradise Wood, and many came to his lessons under the Norway spruce tree. They stayed for hours, listening to his stories of prehistoric times and ancient civilisations. But for some time, Professor Ugo had been suffering from a strange complaint. He had tried to find a solution for himself, but without success.
He felt really despondent. So he decided to consult the celebrated Dr Paletto. “He’s bound to have a cure for me! Everyone says how clever he is!”
Mentre il ragnetto Ugo stava avviandosi verso il grande faggio, Paletto era alla ricerca dei suoi occhiali.
Sarà stato pure un grande medico, ma la sua sbadataggine era alquanto famosa. Ogni giorno infatti perdeva i suoi mitici occhiali.
“Dove li avrò cacciati!”
Cerca di qui, cerca di là, alla fine specchiandosi in una goccia di rugiada si rese conto di averli in testa. “Caspiterina che sbadato che sono! Vabbè” disse “Succede! Sarò maldestro, ma ho anche tante qualità! Me ne farò una ragione!”
Il dottore indossò gli occhiali, mise a fuoco e vide Ugo disperato che sfogandosi esordì:
“Ogni volta che tento di pronunciare le parole, mi blocco, scambio le lettere, balbetto, non riesco proprio ad andare avanti con le mie lezioni.
I miei studenti mi vogliono così tanto bene che non mi prendono in giro e non mi fanno pesare questa difficoltà, ma io voglio tornare ad esprimermi bene, in modo chiaro.”
Paletto come suo solito, prestava molta attenzione alle sue parole. Sapeva benissimo quanto era importante capire a fondo il problema, comprenderlo e vedere le cose da un altro punto di vista prima di trarre una conclusione.
“I problemi vanno smontati come si fa con il gioco delle costruzioni. In questo modo si riesce a risolverli un passo alla volta” diceva fra sé. Infatti anche per lo sfortunato professore adottò questa metodologia.
“Caro Ugo, quando ti blocchi, cerca di fare dei bei respiri e ripeti la frase: Ce la posso fare, ce la posso fare, ce la posso fare”.
Il giorno dopo Ugo come suo solito, stava spiegando ai suoi alunni una lezione sugli Antichi Romani. Improvvisamente si bloccò. Sudava freddo, si sentiva perso. Lo sguardo degli altri lo avvolgeva e lo faceva stare male. I suoi allievi non sapevano come aiutarlo. Gli volevano bene, ma sapevano che il problema era suo e solo lui avrebbe dovuto trovare la soluzione.
Ugo ne era consapevole, infatti si era rivolto alla persona più indicata. Decise di seguire le indicazioni del dottor Paletto. Ripeté tante volte la frase indicata e miracolosamente incominciò a parlare in modo sciolto e spedito. La cura del dottor Paletto stava funzionando e da quel giorno il professore Ugo riprese a tenere le sue lezioni in modo ineccepibile, amato e stimato da tutti i suoi allievi.
AsUgomadehiswaytothegreatbeechtree,Palettowassearchingforhisglasses.Hemayhavebeenagreat doctor, but he was equally famous for his absent-mindedness.
In fact, he lost his legendary glasses almost every day.
“Where on earth did I put them?”
Helookedeverywhereuntil,catchingsightofhisreflectioninadropofdew,herealisedtheywereonhishead.
“Goodness me, what a scatterbrain I am! Oh well”, he said, “these things happen! I might be forgetful, but I have other qualities too! I’ll just have to put up with it!”
The doctor put his glasses on and focused on the unhappy Ugo, who burst out:
“Every time I try and pronounce words, I get stuck, mix up the letters, stammer; I just can’t get on with my lessons.
Mystudentsaresofondofmethattheydon’tteaseandmakemattersworse,butIwanttobeabletoexpress myself clearly again.”
As always, Dr Paletto paid close attention to his patient’s words. He was well aware of the importance of understanding the problem properly and seeing things from another angle before coming to a conclusion.
“Problems build up, just like a construction game. So they have to be solved one step at a time”, he would say to himself. And with the unfortunate spider he used the same approach.
“My dear Ugo, when you get stuck, try taking some deep breaths and repeating the phrase: I can do it, I can do it, I can do it”.
The next day, Ugo was in his usual place, giving a lesson on the Ancient Romans. Suddenly he got stuck. He broke out in a cold sweat; he felt lost. His students’ faces surrounded him, making him even more uncomfortable. His students had no idea how to help him. They loved him, but they knew the problem was his, and only he could solve it.
Ugo knew this, and he’d gone to the right person for help. He decided to follow Dr Paletto’s advice. He repeated the sentence many times and, miraculously, began speaking quickly and fluently. Dr Paletto’s cure was working, and from that day on, Professor Ugo’s lessons were once again exemplary, and he was loved and respected by all his pupils.
3. La talpa Lucilla / Lucilla the Mole
Lì vicino al grande faggio la talpa Lucilla continuava a lamentarsi.
“Uffa, uffa! Che stufa sono! Non so cosa fare, mi sto proprio annoiando! Ho scavato tante buche, ma adesso sono proprio stufa, non so più che cosa fare! Che noia, che barba, stare senza fare niente.”
Stava cercando di passare il tempo scavando un’altra buca, quando vide una formichina che incuriosita, le chiese:
“Ma tu non sai fare altro che buche? Non ti stai annoiando?” -
“Certo!” rispose Lucilla. “Ti dirò che mi sto annoiando a fare sempre le stesse cose. Ho bisogno di cambiare, altrimenti finirò con lo stare male e deprimermi. Quasi quasi chiedo un parere al dottor Paletto. Sicuramente troverà una cura anche per me! Dicono che sia così bravo.”
Near the great beech tree Lucilla the mole was complaining.
“Ugh, I’m so bored! I don’t know what to do with myself, I’m really fed up! I’ve dug plenty of holes, but now I’m so bored, I don’t know what to do! What a pain, what a bore, nothing to do.”
She was trying to kill time by digging yet another hole, when she saw a little ant, who asked curiously: “Don’t you do anything except dig holes? Don’t you get bored?”
“Of course I do!” Lucilla replied.
“I can’t tell you how fed up I am of always doing the same thing. I need a change, otherwise I’ll end up ill and depressed. I might even ask Dr Paletto’s opinion. He’d definitely find a cure for me!
They say he’s really good.”
Nel Bosco Paradiso intanto regnava una pace indescrivibile. Era l’ora del tramonto. Il cielo assumeva una colorazione che incantava: dal rosso all’arancio con pennellate di giallo oro. Un artista di acquerelli avrebbe trovato sicuramente delle ispirazioni per il suo dipinto. Il gufo stava appollaiato su un ramo stupito da tanta meraviglia. Osservare la natura nel silenzio più assoluto lo faceva stare bene.
“La solitudine” pensava fra sé “a volte è necessaria.
Ti permette di riordinare le idee, ti ripulisce dai pensieri e dalle parole.”
Così Paletto riusciva a rigenerarsi e a tornare ad essere d’aiuto agli altri.
“Dottor Paletto, scusi se la disturbo ma è da un bel po’ che mi sto annoiando! Io sono un tipo dinamico, mi piace essere sempre in movimento. Fare sempre qualcosa. Non so più che cosa fare! Credo che mi ammalerò a forza di stancarmi a non far niente.”
Il dottor Paletto osservò attentamente la talpa.
I suoi occhiali cominciarono a emettere una strana luce azzurra. Lucilla stava immobile in attesa che il gufo trovasse un rimedio al suo malessere.
Invece il dottor Paletto disse: “Bene Lucilla direi che ho trovato la cura anche per te!”
La talpa al momento rimase sbalordita, il dottore aveva trovato un rimedio in così poco tempo. Estrasse il taccuino e cominciò a scrivere.
Di lì a poco la talpa Lucilla lesse la terapia che il gufo le aveva prescritto.
“Annoiati pure, la noia è importante! Intanto cerca di pensare ad un progetto da realizzare e ad un obiettivo da raggiungere”.
“Sarà”, fece Lucilla. “Credo che il dottor Paletto abbia proprio ragione. Ogni tanto annoiarsi fa proprio bene e stare nel dolce far niente permette a ciascuno di noi di inventarsi un nuovo progetto.”
Sembrava che tutti gli animaletti che si rivolgevano al famoso dottore trovassero veramente una nuova vita. Diventavano più sereni, imparavano a vivere meglio.
In fondo si rendevano conto che il saggio gufo non diceva loro niente di nuovo. Con i suoi occhiali magici leggeva semplicemente le richieste più profonde del loro animo.
Meanwhile,aheavenlypeacereignedinParadiseWood.Itwasthesunsethour.Theskywasfilledwithmagical colours: red and orange with streaks of golden yellow. It was beautiful enough to inspire any painter. The owl was sitting on his branch, awestruck at such beauty. Observing nature in perfect silence made him feel good.
“Solitude”, he thought to himself, “is sometimes necessary. It allows you to order your thoughts, sort out your ideas and words.”
This was how Paletto recharged his batteries and could once again be helpful to others.
“Dr Paletto, excuse the interruption, but I’ve been bored for a while now! I’m an energetic type of creature, I like to be always on the move. Always doing something. I don’t know what to do any more! I think I’m going to get ill, I’m so tired of doing nothing.”
Dr Paletto observed the mole attentively. Hisglassesbegantoemitastrangebluishlight.Lucillawasmotionless,waitingfortheowltocomeupwith a cure for her problem.
And Dr Paletto said: “Well, Lucilla, I think I have the answer for you!”
The mole was amazed that the doctor had found a solution so quickly. He took out his notebook and began to write.
Afterwards, Lucilla the mole read the instructions the doctor had written for her.
“Bored as well, boredom is important! Meanwhile, try to think of a project to be realized and a goal to be achieved”
“I’ll do it”, said Lucilla. “I think Dr Paletto’s right. Sometimes it’s good to be bored, and doing nothing allows each of us to come up with ideas.”
It seemed that all the animals who consulted the famous doctor really did find a new life. They became calmer, and learned to live better.
In their hearts they realised that the wise old owl wasn’t telling them anything new. With his magic glasses, he simply read their deepest desires.
4. Lino il camoscio / Lino the Chamois
Alla fine del Bosco Paradiso si ergevano le pareti rocciose che dominavano tutta la vallata. Lì abitava un gruppo di camosci. Si spostavano di corsa, uno dietro l’altro, tagliando di netto la montagna. Non tutti erano sicuri e veloci. Lino era timido. Cercava in tutti i modi di nascondere il suo timore e le sue insicurezze all’interno del gruppo. Purtroppo non era sempre facile, tutti i camosci per natura si spostavano con grande abilità in situazioni di estrema rapidità esposti a canaloni e dirupi. Lino non sopportava più l’arroganza e la spavalderia dei suoi pari.
“Forza, búttati” gli dicevano gli altri camosci. “Sei fatto per arrampicarti! Per correre tra i dirupi!” Per tanto tempo il povero camoscio aveva cercato di emulare i suoi simili. Si era sforzato di migliorare le sue prestazioni e qualche volta ci era pure riuscito a raggiungere le vette più elevate. Però la cosa non lo soddisfaceva. Lui sarebbe stato più tranquillo a brucare le erbette nel Bosco Paradiso.
At the edge of Paradise Wood stood the rocky cliffs that overlooked the valley. They were home to a group of chamois. They moved fast, following each other straight across the mountain. But not all of them were fast and sure-footed. Lino was timid.
He did everything he could to hide his fear and insecurity from the group. Unfortunately it wasn’t always easy; chamois by their very nature move nimbly and very quickly among the steep and rocky canyons and cliffs. Lino had had enough of the arrogance and boasting of his peers.
“Come on, go for it”, the other chamois said. “You’re made for climbing! For leaping over the cliffs!” For a long time, poor Lino had tried to keep up with his companions. He made an effort to improve his skills, and sometimes even made it to the highest peaks. But it didn’t make him happy. He would have been more content to graze on the grass in Paradise Wood.
“In fondo” pensava fra sé “non dobbiamo essere tutti uguali! Quasi quasi chiederò un consiglio anche io al dottor Paletto.
Questo problema non mi permette di vivere serenamente e di godere appieno delle cose belle. In fondo io mi accontenterei di scalare cime più basse. Ogni tanto mi piace fermarmi a bere l’acqua fresca dei ruscelli o distendermi al sole nei pressi di qualche bel laghetto.”
Il camoscio scese dalle rupi e si recò nel Bosco Paradiso verso la postazione del famoso dottore.
Paletto stava come sempre appollaiato sul ramo del suo faggio, in ascolto del povero Lino. Rimase per un po’ ad ascoltare il camoscio. Comprendeva il suo disagio.
“A volte, bisogna avere il coraggio di cambiare caro Lino” esordì Paletto.
Taccuino alla mano cominciò a scrivere la sua cura miracolosa. Ad alta voce lessero insieme le parole scritte sul foglio.
“Cambiamento,
“Quando non si sta bene e non si è sereni, si deve avere il coraggio di cambiare. Rivedere le nostre abitudini, cambiare ambiente e compagni se necessario. Questo può avvenire in qualsiasi momento caro Lino, ma prima decidi di cambiare e più tempo ed energie risparmi.
L’importante comunque è fare il primo passo. Poi non ti fermerà più nessuno e sarà un percorso in salita. Arriverai sempre in cima alla felicità!” Lino non credeva alle sue orecchie.
Il saggio gufo gli aveva dato la cura giusta, così il povero camoscio aveva preso l’abitudine di fermarsi a quote più basse, godendo delle temperature miti.
cambiamento, cambiamento!”
“After all”, he thought, “we don’t all have to be the same! I might just ask Dr Paletto for advice. This problem is preventing me from living peacefully and fully enjoying beautiful things. Ultimately, I’d be happier climbing smaller mountains. Sometimes I like to stop and drink cool water from a stream or lie in the sun next to a pretty lake.”
The chamois came down from the cliffs and headed into Paradise Wood in search of the famous doctor.
Paletto, as usual, was perched on a branch of his beech tree when poor Lino arrived. He took his time listening to the chamois. The owl understood his distress.
“Sometimes, dear Lino, you need to have the courage to change”, Paletto began.
In his notebook, he started writing his miraculous cure. Together, they read the words aloud.
“Change, change, change!”
“When we’re not feeling calm and happy, we need to find the courage to change. To review our habits, change our surroundings and our companions if necessary. You can do this at any time, dear Lino, but the sooner you decide to make the change, the more time and energy you’ll save.
But the most important thing is to take the first step. After that, no one can stop you, and you’ll be on the way up. You’ll always reach the peak of happiness!”
Lino could hardly believe his ears.
The wise owl had hit on the right solution, and the chamois got into the habit of stopping lower down the mountain and enjoying the milder weather.
5. Tullia la formichina / Tullia the Ant
Nella vallata Paradiso il sottobosco era ricco di piccole creaturine: formiche, ragnetti, vermetti, insetti di vari tipi. Sotto gli abeti e le radici profonde si nascondeva un mondo da esplorare. Tullia era una formica che da anni viveva all’interno della corteccia del grande faggio.
Con le altre formiche aveva creato un vero e proprio laboratorio, ognuna di loro aveva il proprio compito e ruolo; la colonna portante della società di questi laboriosi insetti erano le operaie che difendevano il territorio, allevavano i piccoli, cercavano e immagazzinavano il cibo. Inoltre costruivano il formicaio e lo mantenevano pulito e in ordine.
Tutte operose si muovevano avanti e indietro, di qua e di là senza tregua. Sembravano una squadra di nuoto sincronizzato.
Tullia per sua natura era un po’ lenta e nonostante la giovane età non aveva i movimenti fluidi e repentini delle sue amiche.
“In fondo, non dobbiamo essere tutti uguali!” pensava fra sé.
In Paradise Walley, the undergrowth was teeming with tiny creatures: ants, spiders, worms, all kinds of insects. Beneath the fir trees and among the roots, there was a whole world to be explored. Tullia was an ant who had lived for years inside the bark of the great beech tree.
Sheandtheotherantshadcreatedaveritablefactory,whereeveryonehadtheirownjobandrole;thefoundationofthishardworkinginsectsocietywastheworkerants,whodefendedtheirterritory,broughtupthe babies, gathered and stored the food. They also built the nest and kept it clean and tidy.
The industrious creatures moved to and fro, here and there, never resting. They resembled a synchronised swimming team.
Tullia was naturally slightly slow and, despite her youth, she didn’t have the same fluid, quick movement as her friends.
“Anyway,wedon’tallhavetobethesame!”,shethoughttoherself.
Il formicaio però aveva deciso di indire una riunione durante la quale era stato dato un nuovo regolamento: la lentezza era bandita, tutte le formiche dovevano mantenere lo stesso ritmo nel lavoro e soprattutto nessuno doveva mettere in discussione gli ordini impartiti. Tullia era stanca di queste disposizioni.
Nella sua lentezza aveva sempre svolto in modo ineccepibile il suo operato e desiderava che tutte le sue colleghe operaie riconoscessero il suo valore all’interno del gruppo.
“Io sono alleata del tempo. Con calma riesco a portare a termine il mio lavoro. Nessuno però riconosce il mio valore. Tutte a criticarmi perché sono troppo lenta. Quasi quasi chiedo consiglio al dottor Paletto!”.
Il saggio gufo intanto era riuscito a ritagliarsi un attimo di tranquillità dopo tanto lavoro. Appisolato sotto un abete rosso, godeva dei raggi di sole che penetravano fra i rami. Il tepore gli donava un tale beneficio che per un po’ dimenticò tutti i suoi problemi. Quando si risvegliò, era come rigenerato, pronto per accogliere altri animali ed aiutarli nell’affrontare le difficoltà.
“Se vogliamo aiutare gli altri” diceva fra sé “dobbiamo prima riposare e ricaricarci.”
Di lì a poco si presentò la piccola Tullia.
Affranta raccontò al dottor Paletto le sue vicissitudini. “Come posso fare?” disse. “Tutti vogliono che diventi celere e dinamica come le altre formiche operaie! Perché non posso lavorare con lentezza e precisione allo stesso modo?”
Il dottor Paletto ascoltò con molta attenzione lo sfogo della povera Tullia.
Trovava molto triste il fatto che tutte le formichine dovessero lavorare con il medesimo ritmo.
Fece per estrarre dalla tasca il suo famoso taccuino, ma non lo trovò.
“Chissà dove sarà finito?”
“Vuoi vedere che l’ho lasciato sotto l’abete rosso dove mi sono addormentato?”
Come sempre il dottor Paletto non mancava di far presente la sua sbadataggine. In effetti dopo aver controllato sul suo giaciglio di fortuna, ritornò con il suo quadernetto.
“Mi riprometto sempre di essere più attento! Succederà prima o poi! Intanto procediamo con la cura!” e si mise a scrivere. Come era solito, consegnò il foglietto alla formichina, raccomandando di ripetere tutti i giorni la frase scritta.
But one day the ants’ nest held a meeting, in which a new rule was given: slowness was banned, all the ants had to work at the same speed and, above all, nobody could question orders. Tullia was fed up with these rules. Although she was slow, she had always done her work faultlessly, and she wished her colleagues would acknowledge her value as part of the group. “I work with time. I complete my work calmly. But no one appreciates me. They all criticise me for being too slow. I think I’ll ask Dr Paletto’s opinion!”
Meanwhile, the wise old owl had managed to find a bit of peace and quiet after all his work. He was snoozing under a spruce tree, enjoying the sunshine that filtered through the branches. The warmth was so delightful that for a while he forgot all his troubles. Whenheawoke,hefeltlikeanewowl,readytogreetotheranimalsandhelpthemdealwiththeirproblems. “If we want to help others”, he said to himself, “first we need to rest and look after ourselves.” Just then, little Tullia appeared. Heartbroken, she told the doctor about her problems. “What can I do?” she asked. “Everyone wants me to become speedy and dynamic like the other worker ants! Why can’t I work slowly and carefully as I always have?”
Dr Paletto listened very carefully as poor Tullia told her story.
He found it very sad that all the ants were expected to work at the same pace. He looked in his pocket for his famous notepad, but it wasn’t there.
“Where could it be?
Maybe I left it under the spruce tree where I fell asleep?”
As ever, Dr Paletto didn’t hesitate to mention his own absent-mindedness. And just as he thought, he checked the place and returned with the notepad.
“I promise myself I’ll be more careful! It’ll happen sooner or later! Meanwhile, let’s get on with the cure!” and he started to write. As usual, he gave the note to his patient, advising her to repeat the words written on it every day.
Tullia lesse subito le indicazioni date.
La cura prevedeva di ripetere tutti i giorni la seguente frase: “Pensa con la tua testa, pensa con la tua testa”.
E fu così che seguendo le indicazioni del dottor Paletto, la formichina riprese il suo lavoro all’interno del gruppo. Tutte le operaie non osarono più criticarla.
In fondo lei portava a termine il suo operato e dimostrò sempre capacità e determinazione seppur mantenendo ritmi più lenti rispetto ad altre formichine.
Tullia aveva imparato a pensare con la propria testa, senza farsi influenzare dalle altre formiche e soprattutto era riuscita a convincersi che la sua lentezza era un valore aggiunto all’interno del gruppo. Da quel giorno altre formiche operaie lavorarono come lei seguendo il suo ritmo più lento. All’interno del formicaio il regolamento cambiò: da quel momento le formiche potevano lavorare rispettando il proprio tempo.
Tullia immediately read the instructions. Her cure was to repeat the following phrase every day: “Use your head, use your head.”
And so it was that, by following Dr Paletto’s orders, the ant returned to her work in the group, and the others no longer dared to criticise her.
After all, she got her work done and always showed ability and determination, even though her pace was slower than the other ants.
Tullia had learned to use her head, to think things through without being influenced by others, and most of all she’d realised that her slowness was a valuable asset to the group. From that day on, some of the other ants began following her example and working more slowly.
The rules in the ants’ nest changed: from then on, the ants could work at their own pace.
6. Il muflone Giorgio / Giorgio the Mouflon
Arrivò l’inverno, e la prima neve cominciò ad imbiancare il bosco. Un mantello bianco coprì tutti i rami degli abeti rendendo il paesaggio incantato.
Sul terreno si notavano orme di animali, cerbiatti, caprioli, camosci. All’improvviso nella valle Paradiso apparve un gruppo di mufloni . Con cadenzare lento e muovendosi sempre in fila insieme al maschio più anziano. Quelli più forti e possenti vegliavano sulla sicurezza delle femmine e dei piccoli. Attraversarono lentamente la valle per recarsi sul versante opposto al Bosco Paradiso in cerca di germogli, cortecce o ghiande.
Per sua natura il muflone non è un animale di alta montagna. Non ama né il freddo né la neve che gli impediscono di trovare il cibo. Fu così che il capo decise di guidare il numeroso gruppo verso le quote più basse.
Le sue corna erano bellissime, data la sua età erano diventate ricurve e più grandi. Stava attraversando una stradina che portava ad una piccola baita abbandonata, quando improvvisamente sentì degli strani rumori.
Winter came, and the first snow fell in the woods. A white blanket covered the branches, giving the landscape a magical look.
On the ground animal prints could be seen: deer, chamois and ibex. Soon a group of mouflons appeared in Paradise Valley. They moved slowly, always in a line behind the senior male. The strongest and most powerful guarded the females and their young. Slowly they crossed the valley to the other side of Paradise Wood, in search of shoots, bark and acorns. The mouflon is not naturally an animal of the high mountains. It doesn’t like the cold, or the snow, which hampers its search for food. So the leader decided to guide his flock towards the lower slopes. He had wonderful horns, which had grown larger and curved with age. He was crossing a track that led to a small abandoned mountain cabin when he suddenly heard strange noises.
Non sembravano di animali a lui noti, quindi decise di fermarsi. Con lui tutto il branco si bloccò. Nel gruppo c’era il piccolo muflone Giorgio.
Era un cucciolo di circa un anno, spensierato e sempre pronto ad imparare e a fare da solo. La sua mamma però non aveva piacere che si staccasse da lei neanche un minuto. Non lo perdeva mai di vista e cercava sempre di fare tutto al suo posto.
“Sei troppo piccolo, caro Giorgio, devi starmi sempre vicino altrimenti ti perderai e sarai un ottimo pranzetto per qualche animale selvatico.”
Il piccolo muflone obbediva alla sua mamma pur soffrendo perché vedeva gli altri cuccioli liberi e in grado di fare da soli. Anche il capo branco aveva cercato di spiegare alla mamma muflone che così Giorgio non sarebbe mai diventato autonomo, ma non c’era niente da fare.
“Stai fermo, non ti muovere, ti fai male, sei stanco!” Queste erano le frasi che Giorgio si sentiva sempre dire.
Quel giorno però il piccolo muflone non resistette alla tentazione di allontanarsi dalla madre e a porsi vicino al muflone anziano.
“Aiutami, ti prego, io sono ormai grande e voglio fare da solo. So che ne sono capace, ma la mia mamma non mi lascia fare nulla. Cosa posso fare?”
Il capo branco ascoltò il piccolo Giorgio e rispose: “Secondo me caro Giorgio, puoi chiedere un consiglio al dottor Paletto.
Ha aiutato tanti animali del Bosco Paradiso, grandi e piccoli. Sicuramente avrà una soluzione anche per il tuo problema. Credo sia nei pressi di un grande faggio qui vicino. Se vuoi ti accompagno volentieri. Magari chiediamo anche alla tua mamma di venire con noi che ne dici?”
“Sarebbe magnifico! Chiamo subito la mamma e andiamo!”
Il capo muflone comunicò al gruppo che nei pressi della baita ci sarebbe stata una sosta. In questo modo avrebbe potuto accompagnare Giorgio e la sua mamma dal dottor Paletto.
A fatica riuscirono a superare il ripido prato innevato. L’anziano muflone apriva la strada con il suo peso e la sua esperienza nell’orientarsi nella zona da lui battuta per tanti anni.
Finalmente arrivarono dal saggio gufo che stava appollaiato su un ramo in attesa di un paziente da aiutare.
“Ora vi lascio” disse il muflone alla mamma e al piccolo Giorgio.
“Siete in buone mani!”
“Dimmi caro cucciolo, cosa ti turba?”
“Sono qui con la mia mamma perché ti chiedo di aiutarmi a farle capire che ormai sono grande, posso
It didn’t sound like any animal he knew, so he decided to stop. The whole flock stopped with him. In the group was little Giorgio the mouflon.
He was a lamb about a year old, carefree and always ready to learn and do things for himself. But his mother didn’t like him leaving her side, not even for a minute. She never let him out of her sight, and wanted to do everything for him.
“You’re too little, my darling Giorgio, you must always stay close, otherwise you’ll get lost and end up as a tasty lunch for some wild animal.”
The little mouflon obeyed his mother, although he suffered when he saw the other lambs running free and coping by themselves. The leader of the flock had also tried to explain to the mother mouflon that Giorgio would never become independent this way, but his words were in vain. “Keep still, don’t move, you’ll hurt yourself, you’re tired!” This was what Giorgio heard all the time.
But that day the little mouflon couldn’t resist the temptation to leave his mother’s side and approach the leader of the flock.
“Please help me, I’m big now and I want to take care of myself. I know I can, but my mum won’t let me do anything. What can I do?”
The senior mouflon listened to little Giorgio and replied: “If you ask me, dear Giorgio, you should ask Dr Paletto for advice.
He’s helped a lot of animals in Paradise Wood, large and small. He’ll definitely have a solution to your problem. I think he’s in a great beech tree around here somewhere. If you like, I’ll be happy to go with you. Perhaps we should ask your mum to come with us, what do you say?”
“That would be wonderful! I’ll call mum now, and let’s go!”
The leader of the mouflons told the group they should wait near the cabin. This meant he could go with Giorgio and his mother to see Dr Paletto. They struggled up the snowy slope.
The old mouflon led the way, strong and experienced, having travelled the area for many years. At last they arrived at the wise owl’s tree, where he was sitting on a branch waiting for patients.
“I’ll leave you here”, said the leader to Giorgio and his mother.
“You’re in safe hands!”
“So, my dear young fellow, what’s up?”
“I’ve come with my mother to ask you for help in making her see that I’m big now, and I can look after
fare da solo. Se non mi permette di essere indipendente e autonomo, non crescerò mai e rimarrò sempre accanto a lei.”
“Ho capito” disse il dottor Paletto; “comprendo benissimo il tuo problema. Credo che scriverò una cura per la tua mamma.”
Come suo solito, prese il taccuino che aveva rigorosamente riposto nella tasca e cominciò a scrivere. Alla fine consegnò il biglietto alla mamma muflone. Questa lesse:
“Se continuo a fare io al posto di Giorgio gli recherò danno e non crescerà più!”
La mamma muflone lesse più volte la frase scritta e come per incanto capì il messaggio che per tanto tempo Giorgio aveva tentato di comunicarle.
Tornarono insieme al branco e da quel momento Giorgio poté imparare a fare da solo, qualche volta sbagliando, ma fiducioso che in questo modo sarebbe diventato grande. La sua mamma così lo aveva lasciato andare. Il suo compito si era esaurito.
myself. If she doesn’t allow me to be independent and fend for myself, I’ll never grow up and I’ll always be attached to her.”
“I see”, said Dr Paletto; “I understand your problem very well. I think I’ll write a prescription for your mum.”
As usual, he took out his notebook (which he had carefully stored in his pocket) and began to write. When he finished, he gave the note to the mother mouflon. It read:
“If I carry on doing everything instead of letting Giorgio act, he’ll be damaged and he’ll never grow up!”
Themummymouflonreadthisseveraltimesand,asifbymagic,understoodthemessageGiorgiohadtried to tell her so many times.
Together they returned to the flock, and from that moment on, Giorgio could learn to do his own thing; getting it wrong sometimes, but confident he would become an adult. And that’s how his mother let go. Her work was done.
7. Ilda la raganella / Ilda the Frog
Al limitare della valle Paradiso si trovava uno stagno nascosto tra fitti pini che rendevano impenetrabile l’accesso. L’acquitrino pullulava di piccoli esserini: libellule, moscerini, zanzare, rane, rospi. Tra le canne che crescevano intorno alla palude vi era un gruppo di raganelle.
La loro presenza era caratterizzata da un continuo gracidare che rendeva il luogo rumoroso e fastidioso. Tutti gli animali che abitavano in quella zona continuavano a lamentarsi ma senza nessun risultato. Le raganelle emettevano il loro verso, spesso senza curarsi minimamente degli altri. All’interno del gruppo c’era Ilda, la più chiacchierona di tutte, a lei piaceva proprio gracidare con le sue amiche, lo riteneva terapeutico, quasi liberatorio.
“Care amiche, oggi ci troviamo a fare due chiacchiere insieme?”
“Si certo Ilda! Noi ci siamo!” rispondevano in coro.
At the edge of Paradise Valley there was a pond, hidden among thick pine woods and almost inaccessible. The watery place teemed with small creatures: dragonflies, midges, mosquitoes, frogs and toads. Among the reeds growing around the water’s edge lived a group of tree frogs. They made their presence known by their constant croaking, which made the place very noisy and somewhat annoying. All the animals living nearby complained repeatedly, but to no avail. The frogs made their noise, often without the slightest consideration for others. One of the group was Ilda, the noisiest of all: she loved croaking with her friends, she found it therapeutic, almost liberating.
“Dear friends, shall we meet up today and have a croak?”
“Of course, Ilda! We’re in!” they replied in chorus.
Non vi dico i poveri animaletti che popolavano lo stagno paradiso!
“Non ce la facciamo più” dicevano tutti.
“Possibile che non riescano a stare zitte un attimo!” esordì la libellula.
“Anche di notte, non basta di giorno!” ribatté il moscerino.
“Dobbiamo assolutamente fare qualcosa. Gracidano tutte insieme, ognuna vuole dire la sua e nessuno capisce nulla!” disse la zanzara.
Ilda era talmente presa ad emettere il suo verso che non ascoltava più le sue compagne. Si rese conto che non sentiva quello che dicevano le altre raganelle e ben presto fu consapevole che in questo modo non c’era più nessuno che voleva comunicare con lei. Aveva perso il gusto dello stare insieme per parlare tranquillamente, confrontarsi c’era solo confusione che alla fine infastidiva pure lei. Così decise di abbandonare lo stagno paradiso e di recarsi dal dottor Paletto per avere una soluzione al suo problema. Quando il saggio gufo la vide arrivare nei pressi della grande quercia, si preoccupò subito.
“Cosa vorrà Ilda?” pensò fra sé: “sicuramente griderà senza tregua e alla fine non capirò nulla!”
La raganella infatti cominciò a gracidare e, presa dall’agitazione, urlò talmente forte che il dottor Paletto dovette sistemarsi lo stetoscopio per impedire che quel verso lo assordasse. Fu così che il saggio gufo le disse:
“Bene Ilda, adesso fai un bel respiro e prova a mantenere il silenzio per qualche minuto. Sentirai che beneficio otterrai da questa pratica. A volte è necessario stare zitti e pensare.
Quando sei a casa prova a ripetere più volte questa frase:
“Il silenzio è oro, lo faccio brillare, il silenzio è oro, lo faccio brillare”.
Ilda fece un bel respiro, come il dottor Paletto le aveva consigliato. “Cosa vorrà dire questa frase?” pensò fra sé. Nonostante non fosse convinta della cura che il gufo le aveva prescritto, si indirizzò verso lo stagno. Ad attenderla c’erano le altre raganelle che con il loro vociare continuavano a disturbare e inquinare la pace della palude. Finalmente, vedendo Ilda, si zittirono tutte.
“Il silenzio è oro, lo facciamo brillare!” disse loro Ilda. Tutte insieme ripeterono la frase e improvvisamente regnò un silenzio tombale. Mai lo stagno paradiso aveva goduto di quella pace.
Le raganelle sorridevano beate, sguazzavano nell’acqua divertendosi. Avevano capito che a volte è necessario concentrarsi in silenzio su quello che viene fatto. Le parole non servono, anzi possono essere sostituite da gesti, abbracci. Scese la sera e Ilda in silenzio si dedicò alla caccia di insetti, ragni, millepiedi.
The poor creatures living in the neighbourhood!
“We can’t take it any more”, they said.
“Why can’t they just shut up for a while!” said the dragonfly.
“At night too, as if all day wasn’t enough!” replied the midge.
“We have to do something. They all croak at the same time, each of them wants to have her say and no one understands anything!” said the mosquito.
Ilda was so busy making her noise that she no longer listened to her friends. She realised that she could no longer hear what the other frogs were saying, and soon understood that there was no one who wanted to talk to her. She’d lost the habit of getting together and chatting calmly; when everyone shouted at once there was only confusion, which ultimately bothered her too. So she decided to leave Paradise Pond and visit Dr Paletto, in search of a solution to her problem. When the wise old owl saw Ilda approaching his great beech tree, he was worried.
“What could Ilda want?”hethoughttohimself;“she’llprobablyshoutnon-stopandIwon’tunderstandathing!”
He was right: the little frog began croaking and, in her agitation, she shouted so loudly that Dr Paletto had to put his stethoscope in his ears to block out the noise. Then the owl said:
“Alright Ilda, now take a deep breath and try staying quiet for a few minutes. You’ll soon find out how good it feels. Sometimes you have to stop talking and think. When you get home, try repeating this phrase:
“Silence is golden, I let it shine; silence is golden, I let it shine.”
Ilda took a deep breath, as the doctor had instructed. “What does it mean?” she wondered. Although she wasn’t convinced by the owl’s remedy, she returned to her pond. There she found the other frogs, whose cacophony continued to disturb and pollute the peace and quiet of the place. When they saw Ilda, they all fell silent.
“Silence is golden, let’s let it shine!” Hilda told them. They repeated the phrase in chorus, and suddenly complete silence descended. Paradise Pond had never enjoyed such peace and quiet. The frogs smiled happily and splashed merrily in the water. They had realised that sometimes it’s necessary to be quiet and concentrate on what you’re doing. Words are not needed, they can be replaced by gestures and hugs. Evening came, and in silence Ilda began her hunt of insects, spiders and millipedes.
8. Beppina l’aquila / Beppina the Eagle
Il giorno stava nascendo, il chiarore dell’alba accarezzava dolcemente alberi, boschi e vallate facendoli riaffiorare dall’oscura luce della notte. Sulla vetta paradiso stava appollaiata sulla roccia un’aquila.
Beppina aveva un portamento fiero, lo sguardo selvaggio, le sue piume dorate sul capo le facevano da corona, era la regina degli animali. Re e imperatori ne avevano fatto il loro stemma, simbolo di coraggio e saggezza. Di solito volava a lungo, planando ad alta quota sulle vette del Bosco Paradiso, controllando il suo immenso territorio.
Spiccava un volo spettacolare, caratterizzato da ascensioni e picchiate spericolate. Quel giorno però si abbassò fino a toccare le cime degli abeti bianchi della vallata. La giornata era soleggiata, ma un forte vento le impediva di aprire le sue ali e di compiere le sue straordinarie abilità di volo: virate improvvise e persino capriole.
Day was breaking, the light of dawn gently caressed the trees in the woods and valleys, bringing new life after the night-time darkness. An eagle was perched on the rocky top of Paradise Mountain.
Beppina had a proud bearing and a wild expression; the golden feathers on her head formed a crown: she was queen of all the animals. Human kings and emperors had made her their emblem, a symbol of courage and wisdom.
Usually she would fly for miles, soaring high above Paradise Wood, keeping an eye on her vast territory. Her flight was spectacular, with fearless ascents and dives. But on that day she flew so low she brushed the tops of the silver firs down in the valley. The sun was shining, but a strong wind prevented her opening her wings and displaying her marvellous flying abilities: sudden turns, even somersaults.
Beppina decise che quella non era la giornata adatta alle sue evoluzioni, così volò fino al Bosco Paradiso per andare a trovare Paletto. I due erano amici di vecchia data e più volte lei stessa gli era stata consigliera. Al dottor Paletto piaceva il suo lavoro, ma a volte si ritrovava talmente coinvolto da esaurire completamente le sue energie. Beppina era lungimirante e Paletto ammirava molto la sua capacità di osservare con spirito critico ed accorto le più disparate situazioni.
“Cara Beppina” esordì il saggio gufo. “Che piacere rivederti! Avevo proprio desiderio di scambiare due chiacchiere con te! Sai, da tanto tempo svolgo con dedizione il mio incarico di dottore.
Ho aiutato tanti animali del Bosco Paradiso, ma adesso sono proprio sfinito. Mi rendo conto che non sono più in grado di ascoltare e aiutare i miei amici animali.”
“Amico mio caro, hai ragione! Ti devi prendere una pausa! Non svolgi il tuo importante ruolo con capacità e impegno e rischi anche di danneggiare chi si rivolge a te. Prenditi una vacanza!” rispose con fermezza Beppina.
Il gufo rifletté un attimo. Come succedeva da anni, anche in quell’occasione doveva riconoscere che Beppina aveva ragione. Era proprio stanco e andare avanti voleva dire non ascoltare più con attenzione i problemi dei suoi pazienti. Avrebbe prescritto le sue miracolose cure, ma senza dedicare loro attenzione e comprensione. Il dottor Paletto ritornò alla sua quercia, fece le valigie e partì.
Sicuramente un po’ di sole e mare non gli avrebbe fatto male, soprattutto cambiare ambiente. Intanto il vento era cessato e Beppina era ritornata in alto nel cielo, facendo quello che le veniva bene: volare fino alle vette.
Beppina decided it wasn’t the right day for her acrobatics, so she flew over to Paradise Wood to visit Dr Paletto. The two of them were old friends, and she herself had given him advice on several occasions. Dr Paletto loved his work, but sometimes got so involved he became completely exhausted. Beppina could see the big picture, and Paletto admired her ability to see all kinds of situations with a rational and critical spirit.
“My dear Beppina” exclaimed the owl, “What a pleasure to see you! I’m really looking forward to chatting with you! You know, I’ve been a devoted doctor for a very long time. I’ve helped many animals in Paradise Wood, but right now I feel really exhausted. I realise that I can no longer listen to and help my animal friends.”
“Dear friend, you’re right! You need to take a break! You’re not in a fit state to carry out your important work, and what’s more, you risk harming your patients. Take a holiday!” Beppina replied firmly.
The owl thought for a moment.
As ever, once again he had to admit his friend was right. He really was tired, and if he continued, he wouldn’t be able to handle his patients’ problems with proper attention. He would be writing his miraculous cures, but without attention or understanding. Dr Paletto returned to his tree, packed his suitcase and set off.
A bit of sea and sun, and above all a change of air, would definitely do him good. Meanwhile, the wind had dropped and Beppina was back high in the sky, doing what she did best: flying to the mountaintops.
Nadia Dalmaso
Insegnante e bibliotecaria presso la Scuola Primaria “Rita Levi Montalcini” di Borgo Valsugana in Trentino, collabora con enti locali, quali la Libreria e la Biblioteca comunale. Vive a Borgo Valsugana con la famiglia, è nonna di due bambini piccoli a cui trasmette la passione per la lettura e per la montagna. Da più di 25 anni è iscritta alla SAT.
Nadia Dalmaso is a teacher and librarian at the “Rita Levi Montalcini” primary school in Borgo Valsugana, Trentino. She also works with local bodies including the village bookshop and library. She lives in Borgo Valsugana with her family, and is grandmother to two children to whom - as with her pupils - she transmits her love of reading and the mountains. She has been a member of SAT/CAI for over 25 years.
Gianfranco Tomio
Unisce da sempre la passione per l’arrampicata e la speleologia a una particolare vena artistica di pittore e musicista. Già autore di una guida di arrampicata dei gruppi di Cima d’Asta e Rava e di molti disegni pubblicati sulla Guida dei Monti d’Italia – Lagorai Cima d’Asta e su altre guide della zona. Collabora da anni con l’Oasi Valtrigona del WWF (l’unica Oasi Alpina d’Europa). È membro del GISM.
Gianfranco Tomio has always combined his passion for climbing and potholing with his creative talents as a painter and musician. He is the author of a guide to the Cima d’Asta and Rava massifs and has published numerous illustrations in the “Guida dei Monti d’Italia - Lagorai Cima d’Asta CAI/TCI” and other guidebooks to the area; he has also worked for many years with the WWF’s Valtrigona Oasis. He is a member of the GISM.
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MEMORIAL SCHOOL
Rarahil Memorial School
Nata nel 1998, Fondazione Senza Frontiere – ONLUS promuove progetti di aiuto e di evoluzione autogestita in paesi in via di sviluppo economico. Tra questi, il progetto “Rarahil” a Kirtipur, una cittadina non lontana da Kathmandu, la capitale del Nepal.
La scuola, ideata e sviluppata grazie all'iniziativa dell'alpinista e naturalista Fausto De Stefani, ospita oltre mille bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni.
Montura Editing sostiene il progetto Rarahil devolvendo l'intero ricavato della cessione di questo libro alla Fondazione Senza Frontiere. I versamenti a favore del progetto “Rarahil” potranno essere effettuati nei seguenti modi e con la specifica causale:
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Un bosco incantevole – idealmente in Val di Sella, in Trentino – un gufo stimato da tutti, il Dottor Paletto, ed un gruppo di animali interessanti e curiosi: sono gli ingredienti di una favola moderna, raccontata con le parole di Nadia Dalmaso, insegnante, e le illustrazioni di Gianfranco Tomio, artista eclettico. Un libro dedicato ai bambini delle scuole primarie, ma rivolto anche a genitori, educatori ed a chi si sente ancora bambino nonostante l’età, per diffondere conoscenza del territorio ed orientare verso la bellezza della natura. L’opera sostiene la Rarahil Memorial School di Kirtipur/Kathmandu in Nepal, ideata dall’alpinista e naturalista Fausto De Stefani insieme con la Fondazione Senza Frontiere Onlus ed avvia la collaborazione tra la scuola nepalese e la scuola primaria di Borgo Valsugana.
An enchanted wood, imagined in Val di Sella, Trentino, a highly-esteemed owl, Dr Paletto, and a group of fascinating and curious animals: these are the ingredients for a modern fable, told in the words of teacher Nadia Dalmaso and the illustrations of eclectic artist Gianfranco Tomio. The book is intended for primary school-aged children, but also parents, educators and anyone who is still a child regardless of age; the aim is to raise awareness of the land and guide us towards the wonders of nature.PublishedinsupportoftheRarahilMemorialSchoolinKirtipur/Kathmandu, Nepal, founded by climber and naturalist Fausto De Stefani and Fondazione Senza Frontiere Onlus, the book launches a programme of collaboration between the Nepalese school and the Borgo Valsugana primary school.
montura.it