Dolomiti Open

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BRENTA BRENTA OPEN OPEN LA STORIA DI POCHI DIVENTA CONQUISTA DI MOLTI THE STORY OF A FEW BECOMES THE ACHIEVEMENT OF MANY

Brenta Open è realizzato in collaborazione con:


Il libro di vetta di sua Maestà il Campanile Basso 2883 m.

UN SOGNO PER TUTTI Da luogo misterioso, impenetrabile, riservato a pochi coraggiosi, la montagna nel corso della storia dell’uomo è diventata sempre più un territorio d’irresistibile fascino, trasformandosi nell’immaginario collettivo in un mondo d’avventura e di scoperta di se stessi. L’aspetto forse più bello è che chiunque può vivere queste esperienze della montagna, perché (ed è forse questa una circostanza spesso dimenticata) ognuno di noi è un organismo vivente e, come tale, fa parte della natura, essendo un suo elemento. Camminare in un bosco, percorrere un sentiero in quota, affondare gli scarponi in un ghiaione ai piedi di una parete rocciosa, scalare una cresta dolomitica o più semplicemente ammirare la linea dell’orizzonte dentellata dalle cime dei monti, sono gesti, momenti, in cui ognuno di noi si riconnette alla natura, ritornando, sotto certi aspetti, a “casa”. In questo senso la montagna diventa uno straordinario luogo inclusivo, aperto a tutti, dove ognuno può sperimentare e coltivare le proprie potenzialità, concependo le barriere naturali non più come un limite davanti al quale fermarsi, ma come un elemento fisico che suggerisce come rapportarsi con la natura, facendo scoprire in noi stessi capacità nascoste o ancora inespresse. Così come è stato per persone ammirevoli che anche in presenza di una disabilità hanno raggiunto in montagna traguardi impensabili per molti, dimostrando come il confine tra “normalità” e “disabilità” sia più tenue di quanto si pensi e che, a contare veramente, sia soprattutto il tipo di rapporto che si riesce a instaurare con la natura. In questo libro si racconta, attraverso le immagini e i ricordi delle iniziative organizzate dall’associazione Dolomiti Open, questo intenso rapporto con la natura, dove le barriere fisiche, apparentemente insormontabili, diventano una straordinaria occasione d’incontro e di condivisione: una via verso l’alto per raggiungere un sogno che, da personale, diventa di tutti.

La storia di pochi diventa così conquista di molti! Ogni cima raggiunta durante le manifestazioni Brenta Open promosse dall’associazione, dalla prima del 2015 ad oggi, rappresenta quindi non un punto di arrivo, ma l’inizio di un nuovo percorso dal quale ognuno, indipendentemente dalle abilità fisiche e dallo stato psicofisico, getta lo sguardo oltre i propri confini, proiettandosi verso conquiste dove contano più di tutte la forza morale, il carattere e le qualità umane. E in questo senso l’esperienza di Brenta Open ha dimostrato che in montagna sono soprattutto le persone con disabilità che fanno da “capicordata”, riuscendo a trovare strade, soluzioni tecniche non convenzionali e soprattutto modi di rapportarsi con la vita e quindi con la natura che costituiscono un esempio per tutti. Sono queste idee che alimentano ogni giorno la passione di quanti collaborano con l’associazione Dolomiti Open. Una passione intesa a richiamare l’attenzione delle persone sul fatto che la montagna, e in particolare le Dolomiti, possono e devono essere inclusive, cioè patrimonio di tutti, anche e soprattutto dei giovani che hanno delle disabilità. Un bene comunitario come le Dolomiti, riconosciute tali dall’UNESCO nel 2009, appartiene realmente all’Umanità solo se diventa fruibile da tutti: è questo il messaggio sociale trasversale alla base dell’iniziativa. Esaltare il concetto stesso di ambiente naturale “open” supera l’idea di accessibilità o meno e rende le montagne, le Dolomiti, un terreno naturale dove ognuno può provare a perseguire i propri sogni. Ecco, la montagna raccontata in questo libro costituisce quel mondo unico e sorprendente dove potere raggiungere i sogni in cui crediamo. Dove tutto diventa inclusivo e dove non si parla più di disabilità, ma di abilità diverse, unendo tutti in una cordata vincente.

Rosario Fichera


A DREAM FOR EVERYONE promoted by the association, from the first one in 2015 to this day, represents not an arrival point, but the beginning of a new itinerary from which each one of us, independently from our physical abilities and psychophysical state, throws our glance beyond one’s limits, projecting oneself towards conquests which give priority to moral strength, character and human qualities. And in this sense the experience of Brenta Open has proved that in the mountains it is people with disabilities who act as “leaders”, finding the route, non conventional technical solutions and above all the way of relating to life and then to nature being an example to us all. It is these ideas that day in and day out feed the passion of everyone who collaborates with the Dolomiti Open association. A passion which is meant to attract people’s attention to the fact that mountains and especially the Dolomites, can and have to be inclusive, and that they are everyone’s heritage, also and above all of the youngsters who have disabilities. The Dolomites, a shared resource, known as UNESCO heritage site since 2009, truly belongs to humanity only if it becomes available to everyone: this is the social message which needs to be spread across the board which lies at the base of this initiative. To glorify the concept itself of a natural environment which is “open” goes beyond the idea of accessibility or not and makes the mountains, the Dolomites, the natural terrain where each one of us can try to follow one’s dreams. There it is, the mountain narrated in this book makes up a unique and surprising world where it is possible to reach the dreams in which we believe in. Where everything becomes inclusive and where we no longer talk about disability, but of different abilities, joining everyone in one single and successful roped party.

From a mysterious place, impenetrable, reserved to very few brave, the mountains throughout history have increasingly become a territory of irresistible charm, becoming in the collective imaginary a world of adventure and of self discovery. Probably the most beautiful aspect is that anyone can live this mountain experience, because (and this circumstance is probably often forgotten) each one of us is a living organism, and as such, is part of nature, being one of its elements. Walking through the woods, along a path at altitude, sinking your boots into a scree at the foot of a rock face, climbing a ridge in the Dolomites or simply admiring the horizon indented by the mountain’s peaks, these are gestures, moments, during which each one of us reconnects with nature, returning, in certain ways, back “home”. In this sense mountains become an extraordinary inclusive area, open to everyone, where everyone can experiment and cultivate one’s potential, conceiving the natural barriers, no longer as a limit which forces you to stop, but as a physical element which suggests how to relate to nature, finding hidden or unspoken abilities. This is exactly what happened to admirable people who even if in presence of a disability, reached their goal in the mountains which was unimaginable for many, proving how the line between “normality” and “disability” is finer than one might believe and that, what really counts, above all, is the type of relationship that can be established with nature. This book narrates, thanks to the images and memories of the initiatives organized by the Dolomiti Open association, this intense relationship with nature, where physical barriers, apparently impossible to surpass, become an extraordinary chance of encounter and sharing, a way to the top to reach a dream which, from being personal, becomes everyone’s dream. The story of a few people thus becomes the achievement of many! Every peak reached during the Brenta Open events

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Rosario Fichera

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Con il prezioso contribuito di:

Idea & progetto grafico: Dolomiti Open ASD Foto: Filippo Frizzera Traduzioni: Alexandra Ercolani Stampa: Saturnia - Trento Finito di stampare nel mese di maggio 2020

Comune di Molveno


BRENTA OPEN 2019 Le Dolomiti Patrimonio di Tutti

Sulle verticali pareti della Torre d’Ambiez e del Crozzet del Rifugio con la Guida Alpina Michele Maggioni

The Dolomites everybody’s Heritage

Up the vertical rock faces of Torre d’Ambiez and Crozzet del Rifugio with the Mountain Guide Michele Maggioni

I musicisti / The musicians Michele Selva (Sax) Michele Pavesi (Tromba) Le Guide Alpine / The Mountain Guides Manuel Zambanini Davide Ortolani Giovanni Zaccaria Simone Elmi Mauro Girardi Con il contributo di / With the contribution of Alberto Benchimol, Marcello Palmieri, Filippo Frizzera, Marcello Frizzera, Marco Villotti

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MONTAGNA MAESTRA di Brenta, offrono una gamma straordinaria di possibilità in quanto consentono, ad ogni livello di abilità fisica, di confrontarsi con i limiti oggettivi e di rimuovere i limiti soggettivi, molto mutevoli in rapporto alla forza di autoconvincimento di ognuno di noi. La montagna si rivela essere una grande maestra di vita nel rafforzare le capacità di adattamento psico-fisico a un ambiente difficile e fragile al tempo stesso. Nella loro dimensione materiale gli ambienti montani rafforzano la volontà di “andare oltre” in senso fisico mentre, sul piano immateriale, ci consentono di spingerci oltre noi stessi. Anche la bellezza, grazie alla quale le Dolomiti costituiscono un palcoscenico mondiale unico ed eccezionale, contribuisce ad assecondare quella forma di “ethos del trascendimento” verso un ipotetico “oltre-uomo” che, tuttavia, non deve essere confuso con il mito di un “superuomo” chiuso nella sua assolutezza narcisistica, egocentrica, lontana dai limiti ineludibili dell’umano. Parafrasando Dostoevskij, la bellezza del paesaggio dolomitico potrà salvarci da quel senso di impotenza che frustra sovente le nostre potenzialità psico-fisiche. Se un ambiente è mentalmente accessibile lo diventa anche fisicamente. La montagna viene perciò ad acquistare un valore terapeutico inestimabile, soprattutto per gli uomini del nostro tempo, sempre più spaesati e sradicati nei confronti del territorio. Essa ci riporta alla nostra natura primigenia fatta di rapporti concreti e diretti nei confronti di un’alterità costituita dai nostri simili e verso un altrove rappresentato dai luoghi. È proprio questo il nobile messaggio del progetto Brenta Open.

Montagna maestra del limite? Montagna che cura? Interrogativi ai quali non possiamo che rispondere affermativamente. Ma che cosa è il limite in rapporto ad un oggetto che limita? Anzitutto dovremmo scomporre il concetto di limite nei due sotto-concetti di “limite oggettivo” e di “limite soggettivo”. Il primo ci insegna che ogni elemento materiale impone delle restrizioni alla sua completa padronanza e dominio. Nonostante l’onnipotenza della tecnica e il suo potere moltiplicatore delle possibilità umane, il limite oggettivo è un dato incontrovertibile al quale non possiamo sottrarci. Ciò vale sia per chi si trova nel pieno possesso delle capacità fisiche e mentali, sia per le persone con disabilità. In tempi di prevaricazione umana nei confronti dell’ambiente l’incorporazione del limite e il suo rispetto diventano imperativo morale, antidoto alla spregiudicata società del “no limits”. Ma è sul limite soggettivo che dobbiamo fermare l’attenzione. Da quello dipendono le nostre disposizioni mentali che guidano e condizionano le risposte del corpo. Ecco allora che possiamo legittimamente parlare di uomini “diversamente abili” in quanto, in molti di loro, la forza delle mente si traduce nella forza del corpo nel superare le carenze di quest’ultimo. Il limite soggettivo può essere ripensato a prescindere dai limiti oggettivi del corpo facendo appello alle grandi potenzialità della mente. Se muoviamo da queste premesse comprendiamo meglio come le vecchie discriminazioni fra “abili” e “disabili” non abbiano più alcuna ragione di sussistere, se non a livello di pregiudizi. Il tema dell’inclusione acquista, pertanto, una rilevanza del tutto nuova fino a ieri inimmaginabile. La montagna è uno dei terreni privilegiati per sperimentare queste ritrovate risorse umane. Gli ambienti montani, nel nostro caso le Dolomiti

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Annibale Salsa

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MASTER MOUNTAIN Mountains master of our limits? Mountains which heal? Questions we cannot answer but affirmatively. What is a limit compared to a limiting object? First and foremost we should dismantle the concept of limit in the two sub concepts of an “objective limit” and of a “subjective limit”. The first teaches us that each material element imposes restrictions to its mastery and control. In spite of the omnipotence of technique and the multiplying power of human possibilities, the objective limit is an unquestionable figure from which we cannot escape. This is true both for who has physical and mental abilities, and for a person with disabilities. In times where humans dominate nature the integration of limits and its respect become a moral imperative, an antidote against the unscrupulous “no limits” society. But our attention has to go towards subjective limits. That is what our mental dispositions depend on, the ones that steer and condition our body’s responses. That is how we can legitimately talk about “differently able” humans, in that, in many of them, the strength of mind results in the power of the body when overcoming the shortage of this latter. The subjective limit can be thought out again regardless of the body’s objective limit turning to the mind’s great potential. If we move from these premises we understand better how old discriminatory remarks between “able” and “disabled” have no reason to exist, if not only in terms of prejudice. The theme of acquired inclusion, therefore, has a relevance which is brand new and unimaginable in the past. Mountains remain one of the privileged terrains

on which to experiment these human resources. The mountain environment, in our case the Brenta Dolomites, offer a range of extraordinary possibilities in that they allow, at every level of physical ability, to confront oneself with objective limits and to remove subjective limits, which are uncertain in terms of the strength of self-persuasion within each one of us. Mountains prove to be great masters of life in strengthening the pyschophysical ability of adaptation in a difficult and fragile environment. In their material dimension mountain environments strengthen the will to “go beyond” in a physical sense, while on an intangible level, they allow us to push ourselves beyond our limit. Even beauty, and the Dolomites make up a world wide and exceptional stage, contributes to humor that form of the “ethos of transcending” towards a hypothetical “beyond-man” which, however, must not be confused with the legend of a “superman” shut up in his narcissistic, egocentric certainty, far from the unavoidable limits of man. Paraphrasing Dostoevskij, the beauty of the Dolomites can save us from that sense of helplessness which often frustrates our pyschophysical potential. If mentally an environment is accessible it becomes so even physically. Mountains therefore acquire a priceless therapeutic value, especially for men of our time, increasingly disoriented and uprooted in terms of the territory. This brings us back to our primigenial nature made of concrete and direct relationships in terms of an alterity consisting of our akin, towards elsewhere. This is the noble message of the Brenta Open project.

Annibale Salsa

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BRENTA OPEN 2018 Echi tra le cime

Scalando la Torre Prati 2680 m. e i Gemelli 2691 m. con Gianluigi e Kevin

Echoes among the peaks

Climbing Torre Prati 2680 m. and Gemelli 2691 m. with Gianluigi and Kevin

I musicisti / The musicians Michele Selva (Sax) Michele Pavesi (Tromba) Fabrizio Biordi (Trombone) Le Guide Alpine / The Mountain Guides Manuel Zambanini Davide Ortolani Giovanni Ghezzi Paolo Viviani Simone Elmi Con il contributo di / With the contribution of Andrea Sammarchi, Alice Lazzaro, Giovanni Zaccaria, Alberto Benchimol, Marcello Palmieri, Filippo Frizzera, Marcello Frizzera, Michele Maggioni

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BRENTA OPEN: DOVE OSANO LE IDEE

BRENTA OPEN: WHERE IDEAS DARE

Mi ricordo molto bene il momento in cui Simone, nel 2015, mi presentò la sua idea di organizzare un evento del tutto nuovo, del tutto particolare, unico nel suo genere. Ero arrivato da poco alla direzione dell’Azienda per il Turismo Dolomiti Paganella, non conoscevo bene Simone ed i suoi colleghi, ma quell’idea mi colpì subito. La trovai ardita, un po’ folle ma assolutamente meritevole di un supporto da parte del nostro ente che ha tra i propri obiettivi la promozione del territorio, ma soprattutto la valorizzazione della sua comunità e delle progettualità che la stessa sa esprimere. Unire i temi come Alpinismo, Trekking, Rispetto, Inclusività con il grande palcoscenico delle Dolomiti di Brenta – Patrimonio Unesco è un’idea di una potenza incredibile. Ed è per questo che come APT Dolomiti Paganella continuiamo a credere in questo progetto, ora forse più che mai. Oggi abbiamo bisogno di idee che immaginino un futuro diverso, di osare con l’inesplorato e di (ri)mettere in equilibrio l’uomo, senza differenze di abilità, con la Natura che ci circonda. Vediamo in Brenta Open uno straordinario esempio in questa direzione, dove l’impossibile diventa possibile, dove la Montagna abbraccia chi vuole viverla secondo i suoi ritmi, dove le differenze diventano un patrimonio con il quale costruire esperienze, umane e turistiche, degne di essere vissute.

I remember very well the moment in which Simone, in 2015, introduced me to his idea of organizing an event which was brand new, unusual, unique of its kind. I had recently stepped into the role of manager of the Dolomiti Paganella Tourist Board, I didn’t know Simone and his colleagues, but that idea struck me right from the start. I found it bold, a bit crazy but absolutely deserving to have our support since among its objectives there was the promotion of the territory, but above all the enhancement of its community and projects. To join together themes such as Alpinism, Trekking, Respect, Inclusivity on the large stage of the Brenta Dolomites – Unesco Heritage is an idea which carries with it incredible power. And it is for this reason that representing the ‘APT Dolomiti Paganella’ we continue to believe in this project, now more than ever. Nowadays we need ideas which imagine a different future, which dare with what is still unexplored and to (re)place man in balance, without differences in ability, with Nature which surrounds us. In Brenta Open we see an extraordinary example moving in this direction, where the impossible becomes possible, where the Mountain embraces whoever wishes to experience it according to his/ her own rhythm, where the differences become heritage with which to build experiences, both human and touristic, worth living.

Luca D’Angelo

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BRENTA OPEN 2017 La sfida di Gianluigi La scalata del Campanile Basso 2883 m.

Gianluigi’s challenge

Climbing Campanile Basso 2883 m.

I musicisti / The musicians Michele Selva (Sax) Fabrizio Biordi (Trombone) Le Guide Alpine / The Mountain Guides Manuel Zambanini Davide Ortolani Giovanni Ghezzi Giorgio Paoli Silvestro Franchini Simone Elmi Gli Accompagnatori di media Montagna / Medium Mountain Guides Marco Villotti Chiara Villotti Con il contributo di / With the contribution of Andrea Sammarchi, Alberto Benchimol, Marcello Palmieri, Filippo Frizzera, Marcello Frizzera, Cesare Pietro e Martina Baldrighi, Gabriele Carletti, Rosario Fichera

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INDIMENTICABILE Questa indimenticabile esperienza mi ha insegnato che con una grande forza volontà, allenamento e un bel gruppo di amici che ti supportano tutto è possibile. Che la parola disabile non ha più alcun significato. In un ambiente come quello delle Dolomiti di Brenta contano le proprie capacità, la voglia di mettersi alla prova e le persone che ti accompagnano. Davanti alla fatica, a un’animata e cordiale discussione in rifugio e alla soddisfazione del traguardo raggiunto ogni differenza, che prima mi sembrava palese, semplicemente scompare. Quando un gruppo di persone decide di dedicare il proprio tempo e le proprie competenze per dare la possibilità di vivere nuove esperienze a persone che queste possibilità non le avevano, il risultato che si ottiene è qualcosa che va oltre la soddisfazione. Si comincia pensando a quello che è possibile donare ad una o più persone. Al termine di un’esperienza come questa capisci che quello che hai ricevuto è di gran lunga maggiore di ciò che hai offerto.

Marcello Frizzera

UNFORGETTABLE This unforgettable experience has taught me that with great will power, training and a nice group of friends supporting you everything is possible. That there is no meaning in the word disabled. In an environment like the one of the Brenta Dolomites it is your abilities that count, the wish to test yourself and the people who accompany you. Face to face with exertion, an animated and friendly discussion in the mountain hut and the satisfaction of reaching the objective, any difference, which at first seemed obvious to me, simply disappears. When a group of people decides to dedicate their time and expertise to offer new experiences to people who never had these possibilities, well, the result is something that goes beyond satisfaction. You start off by thinking what you can give to one or more people. At the end of such an experience you understand that what you have received is by far a lot more than what you offered.

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BRENTA OPEN 2016 Sulla nuova Regina del Brenta La scalata di Cima Brenta 3150 m. con Augusto

On the new Regina del Brenta

Climbing the summit of Brenta 3150 m. with Augusto

I musicisti / The musicians Gustavo Gennari (Trombone) Fabrizio Biordi (Trombone) Le Guide Alpine / The Mountain Guides Alessandro Beltrami Davide Ortolani Giovanni Ghezzi Giorgio Paoli Thomas Franchini Francesco Maffei Paolo Viviani Simone Elmi Con il contributo di / With the contribution of Federico Comini, Alberto Benchimol, Marcello Palmieri, Filippo Frizzera, Marcello Frizzera, Giulia Voltolini, Stefano Zucchini, Rosario Fichera Un ringraziamento particolare a / Special thanks go to Tamara Lunger

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LE BARRIERE NATURALI CHE INCLUDONO Non è possibile stabilire a priori da chi sia accessibile o meno un percorso di montagna. Le barriere naturali in ambiente outdoor non possono essere abbattute né addomesticate. In tale contesto è la persona che fa la differenza, ed è per questo che non vogliamo più parlare di persone disabili ma di persone con “abilità diverse”. L’ambiente naturale è uguale per tutti. Ciò che fa la differenza per la sua fruizione non è tanto la disabilità o meno, ma la capacità dei vari attori sul territorio di fungere da “facilitatori” per dare la possibilità a chiunque, indipendentemente dal livello di abilità e stato psicofisico, di affrontare le proprie sfide. L’obiettivo di Brenta Open, la sfida di ragazzi con una forte motivazione, è di contribuire ad abbattere barriere che sono soprattutto mentali. Vuole anche essere la testimonianza vivace e diretta di come è possibile esaltare il nostro territorio con l’aiuto di tutti gli attori che vi operano come luogo di “vero vissuto” e sperimentazione sociale per migliorare le relazioni fra le persone e il proprio benessere.

Simone Elmi

NATURAL BARRIERS WHICH ARE INCLUSIVE From the start it is not possible to establish who can or cannot access a mountain itinerary. Natural barriers in outdoor environments can neither be knocked down nor tamed. In this context it is the person who makes the difference, and it is for this reason that we no longer want to speak about disabled people but of people with “different abilities”. The natural environment is the same for everyone. What makes the difference for its fruition is not the disability, but the ability of the various actors on the territory to act as “facilitators” giving anyone the opportunity, independently from their ability and psychophysical state, to tackle their personal challenges. The objective of Brenta Open, the challenge of people with a strong motivation, is to contribute in breaking down barriers which above all are mental. It also wants to be lively and direct evidence of how it is possible to glorify our territory thanks to all the actors involved and who operate in it as an area of “real life” and social experimentation to improve relations between people and their wellbeing.

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BRENTA OPEN 2015 Accedere al Sublime

Sulla Cima Tosa 3136 m. con Hogy, a 150 anni dalla conquista

Accessing the Sublime

On Cima Tosa 3136 m. with Hogy, 150 years from the first ascent

I musicisti / The musicians Franco Puliafito (Corno) Le Guide Alpine / The Mountain Guides Claudio Kerschbaumer Andrea Cozzini Simone Elmi Paolo Viviani Con il contributo di / With the contribution of Alberto Benchimol, Marcello Palmieri, Filippo Frizzera, Marcello Frizzera, Mariachiara Pavesi, Rosario Fichera, Cesare Micheletti

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NUOVI LUOGHI INCLUSIVI Inclusione è una delle parole che più caratterizzano questo rapido inizio di secolo. Anni dinamici in cui si sperimentano nuovi modi di stare assieme, condividendo i sensi che ognuno dà alla propria vita. Il progetto Brenta Open è inscritto in un’ampia visione che aspira a rendere le persone con disabilità protagoniste delle proprie scelte e costruttori del proprio futuro. In questi processi l’attività sportiva non è affatto marginale. Al contrario, le frontiere dello sport sono ancora tutte da tracciare e, soprattutto, sono da rivedere al rialzo i grandi benefici dell’attività fisica per le persone disabili. Nella nostra esperienza l’ambiente dolomitico, che nell’immaginario collettivo può sembrare ostile e accessibile solo a una minoranza, si rivela essere uno dei più inclusivi e accoglienti. In primo luogo per la sua stessa natura, in cui operano con forza i valori che ancorano alla vita reale: quella in cui si condividono la fatica, le aspirazioni e le sconfitte e si sperimentano diverse e originali strategie funzionali. A dieci anni dal riconoscimento Unesco conferito alle Dolomiti nel 2009, è l’alpinismo in sé ad essere stato riconosciuto come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. E proprio l’alpinismo e i suoi luoghi stanno dando un entusiasmante contributo per rispondere al desiderio delle persone con disabilità di scoprire, o ritrovare, spazi per la vita attiva. In montagna le barriere possono diventare opportunità mettendo in gioco abilità legate alla forza morale, al carattere e alle qualità umane che spesso sono direttamente connesse alle difficoltà affrontate nella vita. La definizione di disabilità è in rapida trasformazione e reca con sé una rilevante difficoltà lessicale, non fosse altro perché comprende un universo di persone, per definizione tutte diverse. Perché non immaginare, a partire dalle parole, un nuovo modo di accogliere l’Altro? Possiamo pensarci tutti disabili o tutti “atipici” in virtù dell’uso originale e unico del corpo e della mente, oppure potremmo definirci universalmente “supertipici” riconoscendo la diversità che ci rende unici e irripetibili. Nel cercare un nome per la disabilità potremmo muovere da un piano che, nei limiti dell’umano (“Troppo umano”?) tenga conto dell’impegno personale, delle condizioni di partenza o semplicemente di una fortuna favorevole o avversa. Brenta Open desidera dare un piccolo contributo a questa visione dell’uomo.

Alberto Benchimol

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NEW INCLUSIVE PLACES Inclusion is one of the words that best characterises this fast start of the century. Dynamic years in which we experiment new ways of spending time together, sharing the senses which each person brings to one’s life. The Brenta Open project is inscribed in a wide vision which aspires to make people who have a disability the main characters of their own choices, building their own future. In these processes sporting activities are not at all marginal. On the contrary, the frontiers of sport are yet to be marked, and above all, the great benefits that physical activity brings disabled people must be regarded as extremely positive. In our experience the Dolomites, which collectively can be considered as hostile and accessible only to a minority, instead prove to be an inclusive and welcoming environment. First of all for its nature, in which its values strongly grasp onto real life: the ones in which you share effort, aspirations and defeat and you experiment different and original functional strategies. Eleven years since the Dolomites were recognised as UNESCO World Heritage site in 2009, it is alpinism in itself to have been recognised as the intangible and Cultural Heritage of humanity. And it is alpinism and its places which are bringing an enthusiastic contribution by responding to the desire that people with disabilities have, to discover or to find space for an active life. In the mountains barriers can become an opportunity putting in play the ability connected to moral strength, to character and to the human qualities which are often directly connected to difficulties tackled in life. The definition of disability is quickly changing and brings with it a relevant lexical complexity, mainly because it includes a universe of people, who are all different per definition. Why not imagine, starting off by using words, a new way of welcoming others? We could all consider ourselves disabled or “odd” in virtue of the original and unique use of one’s body and mind, or else we could universally be defined as “supertypical” recognising the diversity which makes us unique. In looking for a name for “disability” we could move from a point, which within human limits (“All too human”?) takes into consideration the personal effort, of the starting off conditions or simply of luck being on our side or not on our side. Brenta Open wishes to give a small contribution to this vision of mankind.

Alberto Benchimol

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RICORDI

MEMORIES

Le circostanze della vita a volte ti chiudono la porta di casa, ma ti spalancano quella dell’immaginazione. E se per una volta l’immaginazione è superata dai ricordi, allora capisci che questi ricordi devi fissarli. Indelebili. Nel cuore, ma anche sulla carta.

Life’s circumstances sometimes close the door of your home, but open wide the ones of your imagination. And if for once imagination is overtaken by memories, you understand that these memories must be carved out. Lasting. In your heart, but also on paper.

Cinque anni fa. La Tosa, la “regina del Brenta”, è a un passo dal 150° anniversario di quando accolse la prima cordata. Me l’hanno indicata fin da bambino, i miei genitori: “Vedi? Sembra più bassa del Crozzon lì accanto, ma in verità è più alta”. Nella maturità dei trentaquattro anni sentivo che era giunto il momento di osare: perché non andare a salutarla, e in pompa magna, in occasione di un compleanno così speciale? A tirare simbolicamente le orecchie alla Tosa, per un compleanno così speciale, sarà proprio uno di loro. Una delle persone comunemente chiamate “disabili” o, nella migliore delle ipotesi, “diversamente abili”. Niente di più lontano da ciò che immaginavo: un’ascensione a suon di trombe e grancasse, scandita dalla declamazione delle memorie di quel Bepi Loss che il 20 luglio 1865 calpestò le nevi perenni della grande vetta. Un ragazzo affetto dall’autismo, il 19 luglio del 2015 lascia le sue impronte su quello stesso mare di neve. C’è chi, accanto a lui, immortala il momento intonando al corno l’Inno di Mameli. E chi, poco più in là, lo suggella declamando il diario di colui che per primo ci precedette sulla cima. Riposano su quella vetta i semi di Brenta Open. Il vento li ha sparsi, li ha fatti germinare su Cima Brenta, sul Campanil Basso, sui Gemelli, su Cima Prati: su tutte le vette calpestate da tante persone che a furia di sentirsi chiamare “disabili”, quasi si erano convinte di esserlo davvero.

Five years ago. La Tosa, the “Queen of Brenta”, was close to the 150th anniversary of its first ascent. They pointed it out ever since I was a kid, my parents: “See? It looks lower than Crozzon nearby, but it is higher”. With the maturity I had gained in my thirty four years I felt ready to dare: why not go and greet her, and in grand style, in occasion of such a special birthday? A symbolic celebration of Tosa, for such a special birthday, it will be one of them. One of those people commonly named “disabled” or in the best of hypothesis, “differently able”. Nothing further than what I could have ever imagined: an ascent with trumpets and blaring, articulated by the declamation of the memoirs of Bepi Loss who on the 20th July 1865 stepped on the perennial snow of the great peak. A youngster with autism, on the 19th July of 2015 left his footsteps on that same sea of snow. And with him, there was somebody who immortalized the moment by playing the horn and the national anthem. And who, further on, sealed this moment by reciting the diary of who preceded us on the summit. The seeds of Brenta Open rest on that summit. The wind has scattered them, it has made them germinate on Cima Brenta, on Campanil Basso, on Gemelli, on Cima Prati: on all the peaks which have been stepped on by many people who have heard themselves being called “disabled” so many times, so many, that they have almost started to truly believe it.

Marcello Palmieri

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Sostengono i progetti di Dolomiti Open:

Comune di San Lorenzo Dorsino

Comune di Stenico

Sosteniamo:


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