1 minute read

Lo spreco alimentare al tempo del lockdown

Next Article
TORINOSCIENZA

TORINOSCIENZA

Il Covid-19 ha influenzato anche le nostre abitudini alimentari e il modo in cui eravamo abituati a fare la spesa. Lo dimostrano le immagini di scaffali vuoti nei supermercati con la diminuzione della disponibilità di alcuni beni di largo consumo, primo fra tutti la farina. Nell’ultima settimana di febbraio era stato registrato un incremento delle vendite nella grande distribuzione del 12% rispetto alla stessa settimana dell’anno precedente, il che dimostra la tendenza delle famiglie nel fare scorte. Le notizie di questi giorni sono contrastanti: secondo alcune fonti il lockdown avrebbe ridotto lo spreco, per altre l’eccesso di acquisti ed il mancato consumo avrebbe invece aumentato la quota di cibo gettato. E tutto questo in presenza dell’acuirsi delle situazioni di sofferenza alimentare vissute da molte persone con fragilità sociale. Un tema complesso che non deve essere trascurato in queste settimane ma, al contrario, analizzato in ogni suo aspetto. c.pr.

La ormai diffusa predisposizione nella preparazione casalinga dei pasti, se da un lato può portare ad un miglioramento delle abitudini alimentari (eccessi a parte), dall’altro può essere causa di un incremento nello spreco alimentare, dovuto soprattutto al rischio di non consumare il cibo in tempo. Uno spreco provoca inevitabilmente danni all’ambiente come ad esempio l’emissione di enormi quantità di CO 2 .

Advertisement

This article is from: