Gusto Locale La Piazza 806

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MAGGIO

N° 005 ANNO I

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A MAGGIO IN TAVOLA

e e n a t n o p s Edri Pbreimavera Vino oal Vin Vino e Pizza

un felice matrimonio

Pizza

Protagonista della tavola di Maggio

La p olenta vicentina

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si fa conoscere in tutta Italia

interviste Vinusiane Barbara Pancaldi Food & travel blogger


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Selezioni musicali, ottimo vino e piatti squisiti per la tua serata perfetta!

In questo numero di Gustolocale...

%"- BM ."((*0 ...ci addentreremo nel vasto mondo delle erbe spontanee che nella stagione primaverile troviamo in quantitĂ . Che siano selvatiche o coltivate, donano freschezza ed aromaticitĂ alle nostre ricette, gusto e profumo ai piatti e, in molti casi, fanno anche bene alla salute. Nella gastronomia veneta, tradizionale e popolare, sono presenti sia nei menu dei ristoranti che nelle tavole di famiglia. Non è raro, infatti, in questo periodo, durante una passeggiata tra i campi o lungo gli argini di un corso d’acqua, incontrare persone intente a raccogliere “pisacĂ nâ€?, “bruscandoliâ€? o asparagi selvatici. Prodotti straordinari che la natura ancora ci regala, bisogna solo avere occhi attenti e saperli riconoscere per evitare di raccogliere ciò che non è buono o addirittura tossico. Ăˆ anche importante informarsi sulla legislazione locale che spesso protegge alcune specie a rischio di scomparsa. Oltre alle erbe spontanee, ci occuperemo anche di pizza, dalle origini agli impasti, agli abbinamenti piĂš adatti con birra o vino. E poi, ospiti, rubriche e curiositĂ che siamo certi che faranno anche di questo quinto numero di Gustolocale, un inserto che vi appassionerĂ . Da staccare e conservare! La redazione

Inserto al numero odierno de

68° MAGGIO BREGANZESE 17-05: apertura dello stand enogastronomico, Street Food, birra e vini doc Breganze. Serata con la tribute band dei Modà 18-05: apertura dello stand enogastronomico e serata con la Band Beat Generation 19-05: 1° FESTA DELLO SPIEDO con spiedo gigante di torresani e carne (anche da asporto). Serata con intrattenimento musicale Dj K Bose Piazza Mazzini a Breganze (VI)

%0.&/*$" VIENI IN VILLA AD ISOLA VICENTINA Festa dedicata al vino e ai vignaioli. Dietro ogni azienda che partecipa c’è una lunga selezione. Lo scopo è far conoscere al pubblico realtĂ e territori nuovi, prodotti irripetibili, produttivitĂ sostenibile. Il tutto spiegato da chi il vino lo fa, vive la vigna e prende le decisioni per ottenere il prodotto vino. Orario: dalle 10 alle 19 VILLA CERCHIARI Via Cerchiari - 36033 Isola Vicentina

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CIACOLANDO 2019 Camminata enogastronomica tra le colline di Breganze per promuovere una cultura GL{VORZ IRRG{D FRQWDWWR FRQ OD natura

FESTA DEA SIARESA A CASTEGNERO Apertura stand, vendita ciliegie, menu con le ciliegie De.Co. di Castegnero, DQLPD]LRQH VKRZ H VHUDWH musicali

Sabato e domenica aperto anche a pranzo

Aut. Tribunale Vicenza n. 497 del 05.04.1985

EDITRICE | Pubblistudio PubblicitĂ s.r.l. Via Lago di Lugano, 15 - 36015 Schio (VI) DIRETTORE RESPONSABILE | Paolo Zami REDAZIONE | Tatiana Branchi, Stefano Bertuol redazionepubblistudio@gmail.com PROGETTO GRAFICO | Studio Pasquariello STAMPA E LEGATORIA | /LWRWLSRJUDĆŹD $OFLRQH

Questo inserto è stato creato in collaborazione con la rivista Gustolocale. Tutte le immagini, articoli, contenuti, elaborati ed estratti dalla rivista Gustolocale sono ad uso esclusivo di Pierregi di Paolo Gasparin - Schio (VI). Eventuali utilizzi impropri senza previa autorizzazione scritta da parte nostra saranno perseguiti a norma di legge. Le collaborazioni in testi o foto sono gratuite e sono di completa proprietĂ della Pierregi. Ăˆ vietata la riproduzione, anche parziale, di redazionali e di avvisi pubblicitari senza autorizzazione scritta dell’editore.

Partenza dal parco di Villa Laverda a Breganze (VI)

Piazza Mercato a Castegnero (VI)

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4° STREET FOOD ALLA CORTE DEI “MOROSINIâ€? Street Food, ma non solo, ricca enoteca, punti bar birra, DUHD JRQĆŹDELOL SHU EDPELQL musica dj e dal vivo, e altre attrazioni.

TOP FREEDOM GIRL & DISCOTEQUE Serata musicale con Roby Dj alla consolle

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BRUSCĂ€NDOLI a noi piace chiamarli cosĂŹ Il luppolo, ingrediente fondamentale della birra, cresce spontaneamente nei nostri boschi. I suoi germogli, deliziosi nel risotto, ottimi in insalata, sono meglio conosciuti come bruscĂ ndoli

Insieme al pissacan, il bruscĂ ndolo è l’erba primaverile piĂš conosciuta e raccolta. I bruscĂ ndoli altro non sono che i germogli primaverili del luppolo (nome VFLHQWLĆŹFR +XPXOXV OXSXOXV FKH FUHsce spontaneo nei luoghi incolti e nei boschi in posizioni soleggiate, sia in pianura che in collina.

Cresce spontaneo nei luoghi incolti e nei boschi in posizioni soleggiate, sia in pianura che in collina

Il nome popolare deriva proprio dal fatto che si tratta di un germoglio di una pianta cespitosa e rampicante (in dialetto brusco), che con il suo fusto sottile per reggersi si avvolge a sostegni occasionali, quali alberi e siepi. Son lontani i tempi in cui, con l’arrivo dei primi tepori, le nostre nonne li racco-

glievano per ravvivare ed arricchire le tavole dopo i rigidi inverni, realizzando deliziose minestre e risotti; ora sono sempre piĂš apprezzati anche in cittĂ . I bruscĂ ndoli sono ottimi anche in insalata: lessati e poi conditi con olio, aceto, pepe e sale si dice che abbiano anche HĆŞHWWL FXUDWLYL FRPH GHSXUDWLYR GHO VDQJXH H FDOPDQWH GHOOH LQĆŹDPPD]LRQL Il luppolo è universalmente noto per i suoi DPDUL ĆŹRUL IHPPLQLOL ĆŹQL H SURfumati, adottati come amaricante e conservante nella fabbricazione della birra. La necessitĂ di conservare la birra per lunghi periodi indusse i birrai dell’epoca a cercare un prodotto che, aggiunto al mosto in ebollizione, permettesse una maggiore conservazione. Fu dal IX secolo che acquistò popolaritĂ sostituendosi ad altre erbe amare come la myrica, l’alloro e il rosmarino, donando alla birra un aroma particolare e il tipico amaro, piĂš o meno accentuato, a seconda della varietĂ impiegata e della quantitĂ aggiunta. Verso il XV secolo VL YLHWĂ? GHĆŹQLWLYDPHQWH QHOOD IDEEULFDzione della birra l’uso di qualsiasi altro

ingrediente che non fossero i cereali, il luppolo e l’acqua, consuetudine rimasta ĆŹQR DL JLRUQL QRVWUL A conferire alla birra il caratteristico gusto amaro è la luppolina, sostanza contenuta nel luppolo e composta da alfa-acidi (umuloni) e beta-acidi (lupuloni). I primi sono presenti in concentrazione circa dieci volte superiore ai secondi e sono quindi i maggiori responsabili del potere amaricante dell’erba.

il LUPPOLO nella BIRRA a cosa serve?

(ĆŞHWWL VSHFLDOL Può stupire apprendere che il luppolo appartenga alla stessa famiglia della &DQQDELV LQ HĆŞHWWL TXHVWD SLDQWD Ăƒ FRQRVFLXWD VLQ GDL WHPSL SLĂ” UHPRWL SHU L VXRL HĆŞHWWL VRSRULIHUL H FDOPDQWL , ODYRUDWRUL GHOOH YHFFKLH IDEEULFKH GL ELUUD trattando il luppolo, dopo lungo tempo accusavano sonnolenza e dovevano interrompere il lavoro periodicamente per evitare di cadere addormentati.

DĂ un sapore amaro inconfondibile Genera un profumo ricco, particolare ed unico Le sue resine aiutano la coagulazione delle proteine indesiderate Gli olii e resine agiscono da battericidi Stabilizza le caratteristiche della birra Aiuta la riproduzione delle cellule del lievito


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, *HPHOOL VRQR UDSLGL YHORFL SLHQL GL EULR H GL YLWDOLWÂť +DQQR molte energie e tante altre ne consumano: per questo hanno bisogno di fare pasti numerosi, ma leggeri, da consumare piĂš volte al giorno. Amano le bollicine dello champagne, con tartine gustose e dolci leggeri ma saporiti. Come tutte le persone abituate a vivere in fretta, necessitano di moltissime energie D WLWROR GL{FDUEXUDQWH PD GHYRQR VHQWLUVL{OLEHUL{GL{SRWHUVL PXRYHUH{LPPHGLDWDPHQWH GRSR I Gemelli sono molto attivi ma tendono ad annoiarsi con facilitĂ , anche quando si parla di alimentazione. Vanno continuamente alla ricerca di sapori diversi, ed è per questo che amano la cucina esotica e creativa. L’importante è che sia gustosa.

Forse non tutti sanno che‌ LO *HPHOOL Ăƒ XQ VHJQR WDQWR DĆŞDVFLQDQWH TXDQWR LQDĆŞHUUDELOH; è eclettico per eccellenza: s’interessa di qualsiasi cosa e ha una voglia di conoscere inarrestabile. Al contempo, però, non gli è facile essere costante in una singola attivitĂ . Appartengono a questo segno personaggi famosi come: Paul Gauguin{ JLXJQR Eduardo De Filippo{ PDJJLR -RKQ ) .HQQHG\{(29 maggio 1917), Alberto Sordi{ JLXJQR Margherita Hack{ JLXJQR Mike Bongiorno (26 maggio 1924), George H. W. Bush{ JLXJQR Marilyn Monroe{ giugno 1926), Che Guevara (14 giugno 1928), Clint Eastwood{ maggio 1930), 3DROR %RQROLV{(14 giugno 1961), Johnny Depp (9 giugno 1963), Nicole Kidman{ JLXJQR Naomi Campbell{ maggio 1970), Angelina Jolie (4 giugno 1975), Natalie Portman (9 giugno 1981), Emma Marrone{ PDJJLR Rafael Nadal{ giugno 1986), Novak Djokovic{ PDJJLR

Il cibo preferito dei GEMELLI? Come detto, il Gemelli non sta mai fermo, ha sempre mille cose da fare e, se fosse per lui, vivrebbe di spuntini. Però rigorosamente UDƯQDWL, come un buonissimo (e modaiolo) avocado toast!

Rai iSscoiotpettiovegano 4

INGREDIENTI ‡ 200 g di sciopeti ‡ 1 cipolla bianca ‡ 1 mazzetto di erba cipollina fresca ‡ 1 bicchiere di vino bianco ‡ 2 bicchieri di riso vialone nano

porzioni

‡ olio evo ‡ sale ‡ burro di soia ‡ semi vari (lino, sesamo, canapa, girasole) ‡ lievito alimentare a scaglie

Lavare e taglizzare i “sciopetiâ€?. In una casseruola scaldare l’olio, aggiungere la FLSROOD QRYHOOD WULWDWD ĆŹQHPHQWH Appena si appassisce e prende poco colore, versare il riso e tostare, bagnare con il vino, far cuocere secondo i tempi del riso scelto aggiungendo brodo vegetale q.b. A cottura quasi ultimata aggiungere i “sciopetiâ€? e concludere la cottura mantecando con poco burro di soia regolando di sale. Impiattare spolverando con il trito di semi il lievito alimentare e l’erba cipollina tritata.

,O QRPH VFLHQWLĆŹFR Ăƒ 6LOHQH 5LJRQĆŹD o Vulgaris è un’erba spontenea primaverile dal nome diverso a seconda della regione: carletti in Veneto sclopit in Friuli, ma anche Strigoli, Schioppetti, Schioppettine, Bubbolini, Crepaterra, Verzuli, Erba del cucco, ecc ecc. 6RQR GLĆŞXVL LQ WXWWR OR VWLYDOH DO QRUG VL XVD VEROOHQWDUOL H VHUYLUOL come contorni, oppure si usano nei minestroni e nelle zuppe, in Veneto e Lombardia anche nei risotti. In centro Italia, specialmente in Emilia Romagna, sono usati per impreziosire la salsa di pomodoro in un perfetto matrimonio con la pasta, ma anche crudi o appena sbollentati in insalata e per la preparazione di sughi bianchi. In Toscana sono un ingrediente elettivo delle torte salate, mentre al sud vengono usati per condire la pasta di grano duro o nelle frittate.


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2001 VARIAZIONI L’ODISSEA DELLA PIZZA

I puristi della tradizione dicono la loro sul piatto nazionale per eccellenza, contestando l’omologazione delle grandi catene e l’eccessivo estro di alcuni produttori nostrani.

Le vere origini La vera pizza è quella napoletana. Ben lievitata, bordo alto (altrimenti detto “cornicioneâ€?), farcitura classica. PiĂš rigorosa di un disciplinare europeo la descrizione del nostro ex presidente Napolitano, espressa in un suo incontro con Gualtiero Marchesi e Stefano Bonilli, fondatore del Gambero Rosso. Il Presidente aveva lanciato un suo personale “grido di doloreâ€?, chiedendo che non si cambiasse la pizza che è “quella che si fa a Napoli, non certo quella che si mangia a Roma, sottile e friabileâ€?. E la pizza, quella vera, ha ora il marchio “STGâ€? (SpecialitĂ Tradizionale Garantita). Marchio riservato solo a Margherita e Marinara, con tanto di logo registrato DOOoXĆŻFLR PDUFKL H EUHYHWWL GL 5RPD H GL disciplinare stilato dai docenti dell’UniversitĂ partenopea.

Le regole Questi gli ingredienti per la pasta: solo farina doppio zero, lievito di birra fresco, acqua e sale marino. Meticolosissima la preparazione: l’olio extravergine di oliva va messo al centro dell’impasto, i pomodori, possibilmente San Marzano, devono essere tagliati a pezzi di otto millimetri, solo mozzarella di bufala DOP. Assolutamente vietato l’uso del mattarello, dato che la pizza va stesa a mano, mentre è accettato il “lancio acrobaticoâ€? della pasta. Tralasciando la storia della pizza (che non è comunque molto datata, trovandosi solo nel ‘600 citazioni della preparazione cosĂŹ come la conosciamo oggi), il binomio pasta-pomodoro si sviluppa attorno a metĂ Ottocento. In questo periodo viene citato il pomodoro come uno dei possibili condimenti da aggiungere al triplice modo di preparare la pizza: alla mustinicola, cioè bianca, alla marinara, con aglio, origano e alici, e secondo la ricetta piĂš celebre, con pomodoro e mozzarella, che arricchita da qualche foglia di basilico fresco contribuirĂ a formare il vessillo tricolore simbolo dell’italianitĂ . Era questa la preferita della regina Margherita, moglie di Umberto I, e due SL]]DLROL 5DĆŞDele Esposito e Rosina Brandi, chiamati nel 1889 a preparare una pizza ai Savoia in visita a Napoli, dettero proprio il nome della Regina a

questa semplicissima ma geniale ricetta. Prima di essere servita in locali di ristorazione la pizza era totale appannaggio dei venditori ambulanti ed era condita da sugna, lardo, formaggio e pesciolini (cecenielli). Ancor oggi nel capoluogo partenopeo viene mangiata “a librettoâ€?: piegata velocemente e addentata, spesso stando in piedi o in strada, mentre si combatte perchĂŠ l’olio ed il sugo non gocciolino schizzandoci i vestiti, ma che godimento in quei bocconi!

'LĆŞXVLRQH PRQGLDOH La pizza è poi uscita da Napoli (qui nasce il suo DNA) per girare il mondo, partita insieme agli emigranti, che l’hanno fatta conoscere di lĂ del mare. Del resto la parola “pizzaâ€? è quella piĂš conosciuta della lingua italiana all’estero, ancor piĂš di “cappuccinoâ€? e di “spaghettiâ€?, anche se ora ha perso la sua caratteristica di semplicitĂ per divenire un business di portata planetaria: negli USA vi sono catene, come 3L]]D +XW DG HVHPSLR FKH SURGXFRQR SL]ze industriali, il piĂš delle volte orripilanti. Ed anche locali semplici, come Giorgio’s, XQR GHL PLOLRQL GL 3L]]DoV +RXVHV VSDUVL nel mondo, arrivano a mettere ogni tipo di verdure, di carni (pollo, manzo, pesce), SHUĆŹQR IUXWWL FRPH OoDQDQDV LO SRPSHOmo, l’avocado nei componenti, snaturandone totalmente i sapori primari. La pizza diviene cosĂŹ una specie di “piatto mangiabileâ€?, un contenitore sopra il quale si può mettere di tutto, secondo i gusti locali o la fantasia del pizzaiolo. Ăˆ quello che sta succedendo anche da noi: un locale di San Bonifacio (ed uno di Brendola) utilizzano la pizza per escursioni in piatti che nulla hanno a che fare con la tradizione. Qui l’originalità è una deviazione, pur gastronomicamente valida,


La pizza ha ora il marchio “STGâ€? (SpecialitĂ tradizionale Garantita) con tanto di logo registrato all’ufďŹ cio marchi e brevetti

verso secondi piatti che vengono serviti su questa base di stupenda pasta fatta con lievito madre invece che in bianchi piatti di porcellana. GiĂ l’aspetto è diverso dalla pizza partenopea in quanto è rigorosamente piatta, senza il “cornicioneâ€? e gli strati di pomodoro, con abbinamenti che spesso appaiono provocanti come la “Battuta di manzo, insalatina, salsa all’uovo, senape e formaggio frescoâ€?, “FegaWR JUDVVR ODUGR FUHVFLRQH ĆŹFKL H IUXWWD seccaâ€?, o “Noce di cappasanta gratinata FRQ VSXJQROH ĆŹQRFFKLR H SLQ]LPRQLR DO basilico rossoâ€?. Sono pizze chiamate “da degustazioneâ€?, vengono servite una alla volta, suddivise in otto tranci, e sono di gran moda. In Italia ci sono ben 25.000 pizzerie, che danno lavoro a circa 120.000 persone per un fatturato di ben cinque miliardi di euro, in costante crescita. Sono oltre cinque milioni le pizze mangiate ogni giorno dagli italiani e, secondo l’istituto di ricerca Doxa, ben il 26% dei lavoratori nella pausa pranzo predi-

OLJH OD SL]]D $OOD VHUD LQYHFH QRQ Ăƒ GLĆŻcile vedere un giovane sul motorino che sfreccia per portare le pizze direttamente a domicilio, o clienti che la comprano inscatolata da portare via.

Difendere tradizione e genuinitĂ Oggi si sta combattendo una grossa battaglia per mantenere la pizza su livelli di qualitĂ importanti. La Coldiretti ha di recente segnalato gli inganni che si trovano in questo piatto famosissimo: la metĂ dell’olio extravergine, delle mozzarelle e della farina utilizzata per la pizza viene dall’estero e il concentrato di pomodoro cinese copre il 20% dell’utilizzato. Di piĂš, una mozzarella su quattro impiegate non viene fatta direttamente dal latte ma da cagliate importate dall’Est Europa. Anche la forma si sta snaturando: è divenuta quadrata e la si vende a rettangoli, QRQ SLĂ” D GLVFKL SHUĆŹQR VXOOH DXWRVWUDGH 6L SHQVL FKH VXOOD &RVWLHUD DPDOĆŹWDQD HVLste un locale che si chiama “Pizza a metroâ€?, che ha vinto una personale battaglia contro la concorrenza sleale del locale di fronte, chiamatosi “Pizza a Kilometroâ€?!

Si fanno campionati mondiali per pizzaioli con prove acrobatiche da giocolieri del FLUFR HVLVWRQR ULYLVWH VSHFLĆŹFKH SHU TXHsto mondo della pizza, un mondo vasto di macchine, attrezzature, legnami, scatole per questo prodotto universalmente conosciuto ed amato.

“Ma tu vuliv’a pizza, ‘a pizza, ‘a pizza, ca’ pummarola ‘ncoppa ‘a pizza e niente cchiĂš!â€? Era una famosa canzone degli anni ’60 e oltre al napoletano Aurelio Fierro la cantava Giorgio Gaber, milanese di origini slovene, che di napoletano non aveva proprio nulla! Ne ha fatta di strada la pizza, non è vero? Alfredo Pelle


LE ORTĂŒGHE Piante strane e pungenti

Chi non conosce l’ortĂŹga? Volenti o nolenti tutti abbiamo fatto a nostre spese la conoscenza piĂš o meno “brucianteâ€? con le sue foglie cuoriformi, aguzze e seghettate‌ Ma questa erbacea si può deĆŹQLUH pEXUEHUR EHQHĆŹFDâ€?. Infatti, se da un lato è aggressiva nel difendersi da nemici voraci, per il resto è una pianta che potrebbe essere utile all’uomo in molti modi. Potrebbe, perchĂŠ, nonostante sia comunissima e quindi facilmente reperibile, l’ortica è spesso utilizzata meno di quanto meriti.

Il nome deriva dal latino urere (bruciare) e nel nostro territorio ne esistono due specie: la Urtica dioica DOWD ƏQR D XQ PHtro e mezzo e la Urtica urens, alta poco piÚ di mezzo metro. Le ortÏghe crescono spontanee nei luoghi incolti: lungo le strade, i fossi, le siepi, vicino alle case e QHL ERVFKL GDO PDUH ƏQR DG XQoDOWLWXGLQH di 2.500 metri. Le foglie sono a forma di cuore, con margine seghettato a grandi denti triangolari, ricoperte di peli urticanti, il cui apice a capocchia si spezza al tocco piÚ lieve emettendo un liquido irritante, con conseguenze che ben conosciamo‌

ProprietĂ conosciute Le innumerevoli proprietĂ dell’ortica VL FRQRVFRQR ĆŹQ GDOOoDQWLFKLWÂť &DVWRUH Durante, rinomato medico, botanico e poeta del XVI secolo, nel suo “Herbario Nuovoâ€? (1585), scrive: â€œĂˆ cosĂŹ notissima pianta l’ortica, che si conosce da ciascuno

ĆŹQR QHOOD QRWWH RVFXUDq per passare poi ad elencare una tale quantitĂ di “virtĂš di dentroâ€? e di “virtĂš di fuoriâ€? da far venire il capogiro; molte di queste virtĂš sono state confermate da recenti riFHUFKH VFLHQWLĆŹFKH

Un’ottima pianta alimentare

Usi di un tempo Gli inconvenienti Attorno a questa strache presenta sono na pianta che punge e cresce in mezzo ai rusolo apparenti: deri sono nate anche basta tener molte leggende, crepresente che i peli denze popolari antiurticanti delle foglie che, che le attribuisi neutralizzano con vano virtĂš magiche. Una tra tutte, quella una lavata di trasmettere mol-

Ma il lato piĂš trascurato dell’ortiga è forse quello che c’interessa maggiormente. In cucina questa pianta infestante si trasforma in una delizia dal sapore delicato ed aromatico, dall’elevato valore nutrizionale, degna protagonista di succulente portate. Gli inconvenienti che presenta sono solo apparenti: basta tener presente che i peli urticanti delle foglie si neutralizzano sia con una lavata che con una cottura, anche brevissima, e che per cogliere e maneggiare tranquillamenWH OoRUWLFD Ăƒ VXĆŻFLHQWH PXnirsi di un paio di guanti.

to coraggio a chi la teneva in mano. 1RQ Ăƒ GLĆŻFLOH LPPDJLQDUH XQD FHUWD dose d’aggressivitĂ in chi stringe un mazzo di ortiche a mani nude‌ In tempi in cui i medicinali erano sconosciuti, le ortĂŹghe erano preziosi rimedi naturali contro la caduta dei capelli e il mal di gola, utili come antiemorragico, diuretico e depurativo; proprietĂ riconosciute e adottate ancora oggi nel campo medico e cosmetico. Le donne le adoperavano per lavare e far risplendere le bottiglie e i vetri: bastava mettere dei germogli o dei gambi d’ortĂŹghe dentro una bottiglia con dell’acqua, e poi si sbatteva, oppure si passavano l’acqua e le ortĂŹghe sul vetro. Erano utilizzate anche dai ragazzi, ma non per fare brutti scherzi. Questi, con l’arrivo della primavera, andavano a raccoglierne i rami secchi, insostituibili per la loro leggerezza, per costruire il telaio degli aquiloni. Una pianta conosciuta per i suoi “difettiâ€?, di cui spesso però s’ignorano gli innumerevoli pregi.


o n V i l a o iV nstorie terre e sapori VINO E PIZZA un felice matrimonio Oggi la pizza è probabilmente una delle SLHWDQ]H SLĂ” GLĆŞXVH DO PRQGR, PD TXDOH GLĆŞHUHQ]D GL JXVWR H TXDOLWÂť IUD OH QRVWUH SL]]H FDOGH H IUDJUDQWL e quei prodotti industriali consumati in quasi tutto il resto del mondo, nei quali il sapore dominante è una via di mezzo fra l’aroma di lievito chimico e la plastica? Non che qui da noi, purtroppo, non si trovino prodotti ignobili spacciati per pizza, ma la frequenza, rispetto al resto del mondo, è sicuramente inferiore. Inoltre in Italia vi è un altro elemento che pochi altri Paesi possono vantare: oltre ad avere la possibilitĂ di mangiare una pizza di qualitĂ , è possibile anche accompagnarla anzichĂŠ con birra o bevande gasate, con dell’ottimo vino. 1HJOL XOWLPL DQQL LQIDWWL DOOD FRQVROLGDWD DELWXGLQH GL EHUH ELUUD FRQ OD SL]]D VL Ăƒ DĆŻDQFDWD OD sperimentazione degli abbinamenti enologici, che spesso sorprendono per armonia e riuscita.

Le regole sono, in linea di massima, le stesse che accompagnano i classici abbinamenti di vino e cibo: il vino non deve predominare sulla pizza, e viceversa. Inoltre occorre ricordarsi che spesso le pizze hanno una base di salsa di pomodoro e non sempre questa lega con i vini bianchi, per cui, anche d’estate, è spesso da preferire un vino rosso leggero, magari servito fresco, soprattutto se stiamo gustando una pizza saporita. Ecco, quindi, che se la vostra scelta è caduta su una pizza con formaggio asiago e salciccia, quale miglior abbinamento di un bel Tai Rosso? Continuando sul tema abbinamenti, con la piĂš classica delle pizze, la Margherita, data la sua delicatezza e nonostante il pomodoro, serviremo un bianco, magari di discreta struttura e buona freschezza, cosĂŹ da contrastarne l’aciditĂ : un bel Pinot Grigio o un Friulano. La Capricciosa, altro classico delle pizze, chiama un vino che presenti maggior corpo e supporti la spiccata aromaticitĂ . In questo caso rivalutiamo un bel rosato come un Cerasuolo d’Abruzzo, un Rosato del Salento o un Bardolino Chiaretto: si abbineranno in modo fantastico alle verdure della pizza! Se non avete timore del gusto intensamente aromatico dell’aglio e volete avventurarvi in una semplice ma fantastica Marinara, ricordate che questa pizza, forte e decisa, richiede un vino che lo sia altrettanto. Quale miglior scelta di un bel Gragnano, vino rosso frizzante della penisola sorrentina? Se proprio non avete una bottiglia di Gragnano, potete sempre ripiegare su un bel Lambrusco di Grasparossa, o una Bonarda dell’Oltrepò Pavese. Per continuare, affrontiamo un abbinamento che vede protagonista una pizza dolce che, ad onor del vero,

stenta ancora a farsi strada, nella quale fanno bella mostra di sÊ frutti a polpa gialla e bianca (pesche, ananas, pere, mele), magari con una abbondante spolverata di zucchero: con questo piatto proporremo un bel Moscato d’Asti, la cui dolcezza si sposa felicemente con la frutta H FKH SHUPHWWH JUD]LH DOOH EROOLFLQH GL SXOLUH LQ PRGR HƯFDFH la bocca che, altrimenti, rimarrebbe troppo dolce. In conclusione, qualunque sia la pizza che amate, troverete sempre all’interno dello splendido panorama enologico italiano il vino piÚ adatto, quello che piÚ felicemente si sposa con la pizza che avete davanti, ma, soprattutto, quello che maggiormente sposa i vostri gusti.

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PIZZA E BIRRA A ogni pizza la sua birra. Questa la regola aurea che dovrebbe essere rispettata. Con un po’ di criterio e l’aiuto dell’esperto

Sull’abbinamento pizza e birra si è detto un po’ di tutto: c’è chi lo odia e chi lo ama. C’è anche chi dice che induca una cattiva digestione per il protrarsi della fermentazione nello stomaco. $OWUL DQFRUD DĆŞHUPDQR FKH QRQ VLD VWRULFDmente congruo, per il fatto che, nel 1830, quando a Napoli venne realizzata la prima pizza in onore della Regina Margherita, sicuramente in terra irpina si beveva solo vino.

In realtà l’abbinamento, con un po’ di poesia, ha piÚ di 6000 anni di storia in quanto risale all’antico Egitto e nella quasi totalità dei casi i problemi che si possono originare a livello digestivo sono dovuti a cattiva lievitazione della pizza o a un inadeguato servizio della birra da parte del personale. Molto ci sarebbe da dire sul tipo di birra utilizzato nelle pizzerie, sulla temperatura di servizio polare e sulla spinatura ina-

deguata, ma ci vogliamo concentrare sul corretto abbinamento fra la pizza e la birra. Innanzitutto: non esiste un abbinamento universale. La pils o la weizen che normalmente potete trovare nelle pizzerie non vanno bene con tutte le pizze proposte. &LĂ? FKH ID OD GLĆŞHUHQ]D sono gli ingredienti utilizzati. I criteri su cui basarsi per la scelta sono molto simili a quelli utilizzati per il vino. Anche se serve fare una piccola distinzione: normalmente la birra non “cancellaâ€? il gusto della pietanza

La birra gioca con il gusto della pietanza, senza sovrastarlo, ma esaltandolo e mettendo in evidenza le sue sfaccettature

ripulendo completamente il palato. 3LĂ” FRUUHWWR Ăƒ DĆŞHUPDUH FKH OD ELUUD gioca con il gusto della pietanza, senza sovrastarlo, ma esaltandolo e mettendo in evidenza le sue sfaccettature. A prescindere comunque da quello che verrĂ trattato in questo articolo l’abbinamento cibo-bevanda (e includo anche il vino, il te, i superalcolici) resta sempre e comunque una questione profondamente personale LQĆŽXHQ]DWD GD diversi fattori esogeni quali l’ambiente, la compagnia e lo stato d’animo.


QUALCHE UTILE CONSIGLIO

In generale il problema grosso dell’abbinamento con la pizza è il pomodoro, che è una materia prima acida. L’acido va contrastato con il dolce, quindi dobbiamo stare attenti a quello che scegliamo. Di sicuro bisogna tenere conto degli ingredienti utilizzati e scegliere di volta in volta la birra piĂš adatta. Ăˆ un po’ lo stesso criterio che si usa nel vino. All’aumentare dei sapori vanno utilizzate birre piĂš intense e colorate. Questa è comunque una regola generale, che va soppesata di caso in caso. Per esempio se ci sono dei funghi l’abbinamento perfetto è con birre non ĆŹOWUDWH FKH DO QDVR HVSULPRQR XQD EHOOD VHQVD]LRQH GL FURVWD GL SDQH H GL lievito.

E allora che cosa si può bere con la classica margherita? Una Helles o una birra d’alta fermentazione ma bassa gradazione, con una bella tendenza morbida e un amaro poco accentuato. Sono birre che possono stare bene anche con le variazioni sul tema, come ad esempio la napoli o la romana.

Un binomio classico... ...ma spesso mal gestito. Una birra va servita prestando grande attenzione ai particolari, partendo dalla temperatura di servizio, passando per il bicchiere e arrivando alla tecnica di spillatura.La spillatura ha infatti il compito di eliminare tutta l’anidride carbonica in eccesVR FKH Ăƒ OD YHUD FDXVD GHOOH GLĆŻFROWÂť GL digestione che molti lamentano quando abbinano la pizza con la birra. E le temperature di servizio? Troppo spesso ci troviamo di fronte a birre servite gelate. Questo non va bene. La temperatura minima di servizio è di 4-5°, destinata a birre chiare a bassa fermentazione e gradazione alcolica. PiĂš saliamo di grado di colore, di complessitĂ e di corpo, piĂš deve essere alta la temperatura di servizio, che può arrivare anche a 14° per alcune tipologie di birra come ad esempio le trappiste.

8Q PRQGR LQĆŹQLWR LQVRPPDf Pensate che solo in Belgio, considerato il paradiso delle birre, esistono piĂš di 20 stili di questa bevanda. Un universo DĆŞDVFLQDQWH WXWWR GD HVSORUDUH

Altre due classiche: la capricciosae la quattro stagioni Ma anche un calzone, vuole una birra ambrata, morbida, tipo una Bock, oppure a una alta fermentazione belga ma a bassa gradazione, diciamo sotto i 7°.

In questa categoria troviamo anche la tradizionale prosciutto e funghi Vuole una birra ambrata a bassa fermentazione, con una struttura media, amabile e con un bel fruttato.

Passiamo a dei sapori un po’ piĂš decisi Se consideriamo la tonno e cipolla è bene abbinare una birra chiara GRSSLR PDOWR QRQ ĆŹOWUDWD FRPH OH FODVVLFKH tripel belghe. La diavola, per la sua elevata piccantezza, si sposa bene con birre chiare e morbide, a birre d’abbazia belghe, di nuovo alle tripel o a doppelbock tedesche, ma dotate di una certa morbidezza. Con la quattro formaggi, pizza dalla tendenza decisamente grassa, si può osare una birra d’abbazia, anche una trappista, ambrata e con gradazioni importanti. Basta che non sia amara, ma abbia una tendenza dolce.


e t t e c i Ra fuoco lento

NIDO DI ROSOLE le rosole con l’uovo fritto sono una vera prelibatezza

Ma tu lo sapevi che le Rosole sono la pianta del papavero? Al ròsli (al plurale) è il rosolaccio (Papaver rhoeas) detto anche papavero rosso. Questa pianta, ben nota per il bel rosso vivo dei suoi fiori che in estate colorano i prati nelle nostre campagne, offre un’ottima erba che, cotta entra d’autoritĂ nella buona cucina.

1

Separate i tuorli dagli albumi e deponete i rossi nel pangrattato avendo cura di coprire completamente e lasciateli cosĂŹ coperti in frigorifero per 1 h. Lavate accuratamente le rosole, tritate la cipolla ĆŹQHPHQWH H URVRODWHOD GROFHPHQWH FRQ ROLR H EXUUR unite le rosole e cuocere qualche minuto, regolate di sale e pepe.

2

3

In una padellina antiaderente cuocete a stracciatella il bianco d’uovo regolando di sale e qualche goccia di succo di limone.

Friggete i rossi d’uovo in olio di semi a 165° e asciugarli su carta assorbente.

5

4

Impiattate le rosole e deponete sopra i rossi d’uovo, a parte la stracciatella di bianco d’uovo, decorate con margheritine eduli e gocce d’aceto balsamico.

INGREDIENTI ‡ 300 g rosole ‡ 4 uova freschissime ‡ 20 g burro ‡ 20 g olio evo ‡ 1 piccola cipolla Marzaiola

‡ pangrattato ‡ olio di semi di arachidi ‡ succo di limone ‡ aceto balsamico

Buon ! Appetit o


Lo chef consiglia

IO, OPERA TERZA e i piaceri della tavola

TASCHE DI PASTA INTEGRALE CON ERBETTE SPONTANEE, UVETTA, FONDUTA DI FORMAGGIO ASIAGO E FIORI D CAMPO

di Chef Francesco Dal Santo

Meio stretti a magnare che larghi a sapare Adesso a zappare la terra ci va sempre meno gente, ed è cambiato anche il modo di stare seduti a tavola: si sta in maniera piÚ ordinata e comoda e il servizio al ristorante è di maggiore importanza e qualità . I tavoli son ben preparati e sistemati, si cercano posti piÚ tranquilli in modo tale da non essere troppo vicini ad altra gente, per avere intimità e privacy. Il mio ristorante ideale è un posto dove star bene, seduto su comode sedie,

Preparare la pasta con la farina, 2 uova, del sale e far riposare per 1 ora in frigo coperta con pellicola.

...ricordo che diceva mio nonno. (meglio stretti a mangiare che larghi a zappare)

dove il piacere dell’accoglienza viene confermato dal personale, il quale deve essere sempre cordiale e sorridente. Il personale di sala e cucina, deve saper svolgere discretamente il proprio lavoro, evitando situazioni spiacevoli e inconvenienti che potrebbero addirittura far cambiare l’umore al cliente. Bisogna certo dire, però, che anche il cliente deve fare la sua parte, nonostante ciò, si sa... ha sempre ragione!

Se deve disdire telefona per tempo. Se per cause di forza maggiore è costretto a disdire all’ultimo minuto si scusa e, naturalmente, io rispondo cortesemente. Se aumenta o diminuisce il numero degli ospiti telefona per avvisare in modo da preparare il tavolo come si deve

Tagliare il formaggio Asiago a cubetti e metterlo in ammollo nel latte per circa 40 minuti. Sciogliere a bagno maria frullando con il mixer, aggiungere poi 1 tuorlo e tirare a crema. Tirare la pasta molto sottile con l’apposita macchinetta, ricavare dei quadrati, spennellare i bordi, riempire con la farcia e chiudere a metà . Cucinare in acqua salata per 3 minuti, scolare e saltare in padella con burro spumeggiate Servire su piatti piani con delle gocce di IRQGXWD H TXDOFKH ƏRUH GL FDPSR

Il mio cliente ideale... Telefona sempre per prenotare.

Lavare accuratamente le erbette, sbollentare per qualche minuto, scolare, passare al tritacarne, rosolare in padella FRQ GHOOoHUED FLSROOLQD LQĆŹQH VDODUH aggiungendo 1 uovo e del parmigiano.

Se qualcuno ha delle esigenze particolari, delle intolleranze, delle antipatie per qualche alimento, avvisa per tempo. Fa in modo che eventuali bambini si comportino bene, senza correre tra i tavoli e giocare tra le gambe dei camerieri. Richiede il menu senza prezzi al momento della prenotazione se desidera RĆŞULUH OD FHQD DL SURSUL RVSLWL

All’arrivo segnala al cameriere il nome con cui ha prenotato e saluta chi lo accoglie. Se desidera DĆŻGDUVL DOOR FKHI VHJQDOD al cameriere le proprie preferenze alimentari. Se si è trovato bene, manifesta la propria soddisfazione con un volto sorridente, in caso contrario spiega le sue ragioni.

INGREDIENTI ‡ 200 g di farina integrale ‡ 3 uova intere ‡ mix di erbette spontanee (tarassaco-silenebruscandoli-rosoleortiche ecc) ‡ 50 g di uvetta gigante ‡ 100 g di formaggio Asiago fresco

100 ml di latte 1 tuorlo d’uovo olio d’oliva parmigiano fiori di campo per decorazione r 750 g filetto di maiale r 1 mazzetto di bruscandoli r burro, sale, pepe ‡ ‡ r r r

Rispetto agli anni ‘80 c’è forse piĂš rispetto e molta attenzione alla cortesia e all’estetica, grazie anche alla preparazione tecnica del personale che arriva per la maggior parte, da una scuola Alberghiera; ora il cliente arriva giĂ preparato, sa cosa vuole, pone molta attenzione al servizio e osserva tutto con occhio critico. Tutto sommato, meglio oggi!

Personalmente, sarò a vostra disposizione nel mio locale per soddisfare al meglio le vostre esigenze e in caso, se costruttive, ascoltare le vostre critiche.

via Monte Grappa, 70 - Zanè (VI) tel 0445315510 - info@operaterza.it

www.operaterza.it


CUCINA en plein air In Primavera le erbe spontanee spuntano numerose e rallegrano le nostre tavole. Patrimonio prezioso della cultura contadina, ma non solo

“No’ ghe xe erba che varda in su che no’ gabia la so virtù”. È la testimonianza di un’intima comunione fra l’uomo e le piante e ciò che appare strano è che, con il passare dei millenni, per quanto noi si sia uomini diversi, dove scienza e tecnica prevalgono incontrastate, sentiamo fortissimo il richiamo del nostro passato, in particolare modo quello del mondo contadino.

Proprietà delle erbe L’interesse per il mondo vegetale, con il quale i nostri avi vivevano in ben più stretto contatto, resta ancora in ciascuno di noi. Si riscopre, attraverso piatti di grande semplicità, quel ritorno alla natura che è sostanzialmente testimonianza del meglio ottenibile, del più semplice, del più buono, proprio perché frutto di quanto la natura ci fornisce. E che le erbe abbiano rappresentato un punto centrale nella vita dell’uomo appare evidente se si pensa che tutta la farmacopea, tutto il mondo delle medicine per la cura delle malattie è sempre derivato dalle erbe, dalle radici, dalle foglie, insomma dal mondo vegetale. Finché non è intervenuta la chimica per la produzione di medicine, altro non vi era se non l’uso delle erbe per curare le

malattie e riottenere la salute. Una continua pratica di sperimentazione, d’osservazione, ha permesso l’uso intelligente di proprietà curative di molti vegetali (ed anche d’erronee credenze per altri), con il perpetuarsi di una tradizione orale che si è poi estrinsecata anche in trattati di centri di sapere che hanno tramandato la loro cultura. Dalla medioevale Scuola Medica Salernitana al primo orto botanico d’Italia, costituito nel 1545 per volontà della Serenissima all’Università di Padova, tutto lascia ben vedere l’interesse primario verso la Natura.

Rinnovo in cucina Ciò avviene anche in cucina, con un rito che non lascia deroghe: con l’arrivo della primavera, i campi, le “masiere”, i fossi divengono terreno di ricerca

In primavera Abbiamo bisogno di freschezza, di semplicità, di gusti consolidati

per quelle erbe spontanee che donano il sapore del risveglio della natura e del ULWRUQR DOOD FXFLQD VHPSOLFH &oà LQ HƪHWWL una specie di “orologio biologico” che ci porta a sentire il bisogno di avere, all’inizio della primavera, una cucina che è valida alternativa ai sapori pieni dell’inverno. Abbiamo bisogno di freschezza, di semplicità, di gusti consolidati. Le erbe spontanee sono testimonianza del ricordo, cucina della memoria, da tutti conosciuta, che rimanda a tempi lontani, alla nostra storia, a piaceri mai dimenticati. Dai pissacàn ai bruscandoli, dalle ortighe alle sparasèle, dai tanoni agli invernali rampusoli, dalle rosole ai crencani, dalle galinele ai carleti è tutto un risveglio della natura. Come in autunno i boschi sono setacciati dai boscaioli, così in pri-


Conoscenze antiche

mavera è tutto un raccattare erbe e “buttiâ€?. In realtĂ i vegetali mangerecci d’inizio primavera sono molti, ma quelli noti e selezionati nel tempo dalla tradizione locale sono poco meno di venti. E non guarderemo solo per terra: tra poco guarderemo anche sulle piante e VH WURYHUHPR ĆŹRUL GoDFDFLD JOLFLQL R VDPbuco li utilizzeremo in cucina, fritti ed addolciti dallo zucchero. Avremo anche fatto frittelle con l’erba maresina o avremo messo la ruta nella grappa per darle nuovo sapore. CosĂŹ una terra benigna ci permette di aver erbe spontanee che hanno, oltre alle rinomate virtĂš terapeutiche, anche virtĂš alimentari.

Di piĂš. Ăˆ arricchimento dei piatti della no'LĆŻFLOH WURYDUH JOL LQYHQWRUL GL TXHVWD stra storia e la nostra cucina ne ha fatto cucina. Si possono però fare alcune con- tesoro. Provate un risotto ai carletti o un siderazioni che aiutano a conoscere il piccione al forno ripieno di rosole e poi mi percorso delle erbe spontanee in cucina. saprete dire! Sappiamo, per certo, che i Longobardi, nelle loro invasioni che avevano la ca“Prendi il cibo con misura ratteristica di migrazioni, in quanto veniDai due regni di Naturaâ€? vano in Italia con le famiglie al seguito, accrebbero, presso di noi, la conoscenza Il tutto, in fondo, è fedele al proverbio dei funghi e delle erbe spontanee. TutpGL FXFLQDq JLÂť PHVVR LQ HYLGHQ]D ĆŹQ to derivava dalla necessitĂ di trovare dal 1892 dal “grandeâ€? Pellegrino Artusi. nutrimento per queste popolazioni che migravano: il prato, il bosco, la macchia, erano altrettanti tesori che davano alimenti. Ed è anche vero che popolazioni che si sono stabilizzate da noi, come gli insediamenti Cimbri sull’Altipiano d’Asiago, sui monti della Lessinia e nelle foreste del Cansilio hanno portato usanze e loro peculiari consuetudini, anche nella ricerca del buono in cucina, con l’uso d’erbe spontanee. La cucina delle erbe coVWLWXLVFH LQ GHĆŹQLWLYD una valida alternativa ai sapori di sempre, ha la freschezza della immediatezza, della riscoperta della semplicitĂ che, spesso, è lontana dai piatti.



al PODERE c’è voglia d’estate Tutto è pronto al Podere La Torre per l’apertura della nuova stagione.

,Q XQD ORFDWLRQ DOWDPHQWH UDĆŻQDWD HG HVFOXVLYD PD FRPXQTXH DOOD SRUWDWD GL WXWWL OoHVWDWH VDUÂť SLĂ” ULODVVDQWH H GLYHUWHQWH JUD]LH DL PROWHSOLFL VHUYL]L RĆŞHUWL

Immerso nel verde, in una posizione strategica a due passi da Schio, il Podere La Torre è un ambiente accogliente e sicuro. Per accedere alle tre piscine i clienti vengono dotati di un asciugamano marchiato e di un braccialetto elettronico che “caricaâ€? tutti gli acquisti che vengoQR HĆŞHWWXDWL FRQVHQWHQGR DOOoXWHQWH GL lasciare portafoglio e documenti in un armadietto al sicuro e procedere al pagamento solo all’uscita. A disposizione anche uno spazio dedicato ai bambini in un’area attrezzata con alcuni giochi, mentre, per i piĂš grandi, divertimento assicurato nel nuovo campo di beach volley!

Per rilassarsi, poi, sono presenti oltre 22 ettari di terreno sui quali si diramano sentieri natura che si possono percorrere attraversando anche un ruscello in stile zen. Splendido anche il laghetto naturale nel quale si specchia l’azzurro del cielo. ( FRPH GLPHQWLFDUH OoRĆŞHUWD JDVWURnomica del Podere La Torre? Due bar, uno a bordo piscina e l’altro rialzato con vista sulla struttura, oltre all’elegante agriturismo RĆŞURQR DL FOLHQWL XQoRWWLPD YDULHWÂť GL PHQX GDL SLĂ” UDĆŻQDWL DL “mordi e fuggiâ€?. Tutto, sempre e comunque, con un’attenzione particolare alla qualitĂ dei prodotti selezionati. In una location cosĂŹ esclusiva, non possono mancare gli eventi musicali, uno degli elementi di richiamo delle feste al Podere La Torre e dei suggestivi aperitivi a bordo piscina. Ogni mercoledĂŹ, venerdĂŹ, sabato e domenica, intrattenimento assicurato con la migliore musica per creare a tutto tondo l’atmosfera piĂš adatta alla tua serata perfetta.

Agretti scottati, focaccia nera dello chef e burratina di Andria Ricetta semplice, che unisce i sapori del Veneto con quelli della Puglia.

Mettete tutti gli elementi in una piccola impastatrice o planetaria e fate girare per PLQXWL DƯQFKÄ LO OLHYLWR VL DWWLYL EHQH Stendete l’impasto in teglia e lasciatelo riposare per un ora. Infornate a 190 gradi per 20 minuti. Sbollentate gli agretti in acqua bollente e salata per 4/5 minuti Passateli su di una pentola ben calda con olio ed uno spicchio di l’aglio e saltateli per 2/3 minuti. Componete il piatto, focaccia, agretti H EXUUDWLQD IUHVFD XQ ƏOR GoROLR HYR ed un pizzico di sale.

INGREDIENTI per la focaccia ‡ 500 g di farina nera a carbone vegetale ‡ 12 g di lievito di birra ‡ pomodorini datterini ‡ origano

‡ 400 ml di acqua gasata ‡ olio ‡ sale r peperoncino in polvere

INGREDIENTI per gli agretti r DJUHWWL r XQR VSLFFKLR G’aglio

r ROLR r EXUUDWLQD

Via Lungo Gogna, 59 - Schio (VI) tel 0445.522459 info@poderelatorre.com /poderelatorreschio




Il carrello della spesa

di

Maggio &RQ LO PHVH GL{PDJJLR{H OD VXD HVSORVLRQH GL FRORUL {OD 1DWXUD VHPEUD ULQDVFHUH H{ DUULYDQR WDQWH QXRYH YDULHW» GL IUXWWD H YHUGXUD 6LDPR QHO SLHQR GHOOD{ VWDJLRQH SULPDYHULOH 1RQ c’è ancora il boom della grande varietà di frutta estiva, ma i fruttivendoli iniziano ad avere sui loro banchi dei bei colori, come quelli delle fragole e delle ciliegie, anche se ancora insistono anche quelli invernali. /H JLRUQDWH ƬQDOPHQWH SLÔ FDOGH VL DOOXQJDQR H IDFHQGR OD VSHVD DO PHUFDWR L EDQFKL GHOOD IUXWWD H GHOOD YHUGXUD VL{ ULHPSLRQR di alimenti succosi, nutrienti, ma allo stesso tempo freschi e VWUDERUGDQWL GoDFTXD JUD]LH DL TXDOL SRVVLDPR{ GLVLQWRVVLFDUFL GDOOH WRVVLQH DFFXPXODWH GXUDQWH OoLQYHUQR { FRPEDWWHUH OD ULWHQ]LRQH LGULFD{H IDUH XQD EHOOD VFRUSDFFLDWD GL{YLWDPLQD &

Ecco allora i consigli di cosa mettere nel carrello della spesa di maggio. FRUTTA ALBICOCCHE ARANCE CILIEGIE FRAGOLE

KIWI MELE NESPOLE VERDURA

ASPARAGI BIETOLE CARCIOFI CARDI CAROTE CAVOLFIORI CAVOLI CICORIA

CIPOLLE FAGIOLINI FAVE FINOCCHI INSALATA PATATE PISELLI POMODORI

RADICCHIO RAVANELLI RUCOLA SEDANO SPINACI ZUCCHINE



e n a i e s t u s i n v i r inte V Barbara Pancaldi Food & Travel blogger

Barbara Pancaldi

*XVWR /RFDOH KD FRPH VRWWRWLWROR 9,$**, 6$325, 7(55,725,2 {9LDJJLDQGRLQFXFLQD FRP KD FRPH VRWWRWLWROR &XFLQD YLDJJL H 3DVVLRQH {{&RPH VL SRWHYDQR QRQ FRJOLHUH TXHVWH GXH pPLOOLPHWULFKHq DVVRQDQ]H" ,QIDWWL 1RQ VL SRWHYD HG HFFR SHUFKĂ„ LQ TXHVWR QXPHUR GHOOH p,QWHUYLVWH 9LQXVLDQHq DQGUHPR D FRQRVFHUH XQD SHUVRQD VSHFLDOH {/D IRRG WUDYHO EORJJHU %DUEDUD 3DQFDOGL

classe 1977 Nata nel 1977, da mamma bresciaQD H SDS ERORJQHVH { Cresce e vive tutt’ora nella provincia bolognese. Laureata in giurisprudenza in diritto ambientale. Dopo la pratica in uno studio legale, ha fatto la rappresentante e consulente nel settore dei ULƏXWL SHU PROWL DQQL )LQR D GLYHQWDUH XQoDƪHUPDWD IRRG EORJJHU H Maestra di Cucina.

&KL Ăƒ %DUEDUD 3DQFDOGL"{ ÂŤDomanda sicuramente di non semplice risposta. Posso dire di essere, ancora oggi, la bambina che ha avuto il privilegio di crescere in campagna con genitori e nonni. La bambina che da piccolissima ha imparato a cucinare arrampicata sulla sedia della nonna Floriana, la stessa che andava a zappare in campagna col nonno Consaldo con una zappa mini, creata tutta per me e che ancora oggi conservo. Questo e molto altro, ma le mie radici sono oggi qualcosa di fondamentale nella mia vita e d’imprescindibile da ciò che sono diventataÂť. - PerchĂŠ il blog e la decisione di trasformare una passione in una professione? ÂŤSoprattutto perchĂŠ la mia strada sarebbe dovuta essere tutt’altra. Dopo molti anni passati a fare la consulente QHOOoDPELWR GHL ULĆŹXWL VRQR ULPDVWD senza lavoro. A quel punto, supportata da mio marito, ho deciso di prendere la via della passione che mi accompagna da tutta la vita: la cucina. Il blog nasce pochi anni prima, nel 2012, sotto fortissima spinta dei miei amiciÂť. - La passione per la cucina però QRQ Ăƒ VWDWD ĆŹQH D VH VWHVVD /D YR-

glia di condividere ti ha portata ad organizzare i primi corsi di cucina amatoriale‌ ÂŤCerto. Sia col blog che con i corsi, la base è il desiderio di condividere con gli altri, ma soprattutto di trasmettere ciò che per me è importante: buona alimentazione, scelta di prodotti di qualitĂ e rispetto delle tradizioni. Da queste basi nasce la Scuola dei Buongustai. Tutto ciò ha però alle spalle una formazione pratica e studi. La base e lo studio sono per me fondamentali in ogni cosa, perchĂŠ detesto profondamente l’approssimazioneÂť. - Dopo le prime partecipazioni a concorsi culinari, sei arrivata ad approdare a “La Prova del Cuocoâ€? nel gennaio del 2017‌ ÂŤBellissimi ricordi tra l’altro. Per due anni sono arrivata terza al concorso “Una ricetta per l’Asparago Verde di Altedo I.G.P.â€? e, nel GRSR DYHU WHQWDWR SHU WUH DQQL GL ĆŹOD senza esito, sono arrivata alla “Prova del Cuocoâ€?. Ricordo la grande euforia, mia e di tutta la mia famiglia, soprattutto di mia nonna che seguiva tutti i giorni il programma. Aveva tanto sperato potessi partecipare. In quell’avventura, durata una settimana, mi accompagnò mia madre. Ricordo che il priPR JLRUQR VRQR VWDWD DJLWDWD ĆŹQR D TXDQGR si sono accese le luci in studio e ho preso in mano il mattarello‌ da lĂŹ è stato tutto semplice e naturaleÂť.

Vinus Eventi & Gusto Locale Il 2019 è per Vinus Eventi un anno di transizione. Dopo tre anni di successi, com’è giusto che sia, anche il gruppo ha sentito la necessitĂ di XQD HYROX]LRQH ,O ĆŹQH Ăƒ VHPSUH OR VWHVVR PD il raggio d’azione si espande e tocca piĂš da vicino temi come le Arti, l’Architettura, la Musica e tutto quanto faccia Cultura. Siamo inoltre testimoni della nascita della MTN Charity Foundation, di Maria Teresa Nardello. Che andrĂ a farsi carico direttamente, quindi senza piĂš intermediari, del sostegno alla St. Catherine Catholic Pre Primary School e non solo. Nasce il progetto *DVWRQ 0HPRULDO +LJK 6FKRRO 0D FH OR GLUÂť 0DULD 7HUHVD LQ XQD SURVVLPD LQWHUYLVWD al ritorno in Italia dalla Sierra Leone.


a cura di

Stefano Bertuol

Chi sono - Ma per sentirsi completa hai voluto anche assumere delle competenze nell’ambito enologiFRf{ ÂŤNon ho mai bevuto alcolici in vita mia, ma negli ultimi tempi mi sono resa conto che forse era GRYXWR D XQD PRWLYD]LRQH +R FDSLWR FKH OoDQHOOR mancante fra me e il vino era il capire veramente cos’avevo nel bicchiere. Per mia indole devo approfondire e studiare ciò che mi appassiona, TXDOXQTXH FRVD VLD +R TXLQGL GHFLVR GL IDUH XQ piccolo corso di degustazione con mio marito. Illuminante. Una svolta vera sancita dall’apertura recentissima di una sezione dedicata su viaggiandoincucina.comÂť.

ho conosciuto mio marito ho scoperto la moto, ed è stato amore a prima vista, per cosĂŹ dire. E’ la libertĂ , l’essere completamente nel viaggio, con gli odori, le temperature che cambiano nella giornata, la visuale senza limitazioniÂť.

- Quindi “il viaggioâ€? fa parte integrante della tua vita‌ un piccolo viaggio dalla Tua Malalbergo a Thiene per uno showcooking sulle aroPDWLFKH SHQVL FKH SRWUHEEH UHDOL]]DUVL"{ ÂŤSicuramente sarò volentieri a disposizione per un evento sulle aromatiche, o su altro. La cucina è il mio mondo, e soprattutto amo far FRQRVFHUH LO EXRQ PDQJLDUH FKH VLJQLĆŹFD FUHare piatti dal gusto ec 0D YHQLDPR RUD DOOoDOWUR SUHĆŹVVR FKH SUHFHGH cezionale con materie OD SDUROD EORJJHU pWUDYHOq H TXLQGL{{OoDPRUH H prime semplici, ma di la passione per i viaggi, in moto. In compagnia assoluta qualitĂ Âť. del marito. ÂŤViaggiare mi è sempre piaciuto sin da piccola, anche solo scoprendo luoghi inaspettati e vicini a casa con i miei genitori, soprattutto per merito di mio papĂ che li scovava sui libri. Poi, quando

Di professione faccio qualcosa che è molto legato al “buon gusto e alla bellezzaâ€?. Forse questo, seppur indiretto legame, mi ha portato a ricercare il buono e il bello in ogni cosa. Questa ricerca mi ha portato a sviluppare anche dei percorsi sui temi del cibo e del vino. A me cari. Il mio ruolo sarĂ quello di intrattenervi mensilmente con interviste, racconti e storie di personaggi che ho avuto l’opportunitĂ e la fortuna di conoscere, attraverso l’attivitĂ di Vinus Eventi, e di conoscere insieme a voi, nuove persone che abbiano da raccontare cose intorno al “Gustoâ€?. Nella sua accezione piĂš ampia.


Al via la FIERA DEGLI UCCELLI Tra mostre, esibizioni e prodotti locali

Tutto pronto per la quinta edizione della “Fiera degli uccelli e della natura”, che si terrà domenica 2 giugno nella splendida cornice del Parco della Solidarietà di Marano Vicentino. Anche quest’anno si prevede un programma molto ricco, con novità entusiasmanti dedicate sia ai più appassionati, sia alle famiglie.

Programma Si comincia già di primo mattino, alle ore 7.00, con l’apertura della mostra mercato di animali da cortile e uccelli ornamentali da gabbia e da voliera, provenienti

da tutta la regione, che concorreranno alla gara valida per il prestigioso trofeo veneto AORFU-FIMOV. Saranno presenti bancarelle di prodotti locali e artigianali. Alle ore 9.30 ci sarà l’esibizione di obbedienza dei cani: ”I cani del tribolo”. Alle ore 10, tutti i ragazzi sono invitati al laboratorio “casaro per un’ora”, un’esperienza unica che permetterà loro d’imparare a fare il formaggio. A seguire, alle ore 10.30 sarà la volta della prova di lavoro dei cani da pastore sulle anatre mentre, alle ore 11.30 si potrà assistere all’emozionante esibizione del volo dei rapaci. Tra le novità di quest’anno, la presenza del club micologico di Thiene che presenterà una mostra di funghi freschi. La “Fiera degli uccelli e della natura” sarà arricchita, durante tutto il corso della giornata, dalla presenza di pony, caprette, asinelli e lama. Inoltre, come nella passata edizione, Alberto e Anna torneranno alla ƬHUD PDUDQHVH FRQ L ORUR VLPSDWLFLVVLPL alpaca. Grazie al successo degli scorsi anni, a grande richiesta, tornerà anche “Mia, una FDJQROLQD VWUDRUGLQDULDq FKH DƪDVFLQHU» L presenti con le sue incredibili acrobazie. Per tutto il pomeriggio il mago Lucas intratterrà il pubblico con i suoi trucchi di micromagia. Dalle ore 15, tutti i bambini con i loro amici a quattro zampe sono

DWWHVL SHU OD VƬODWD “Io e il mio cagnolino”; l’iscrizione alla VƬODWD è gratuita e, al termine, verranno consegnati simpatici gadget per tutti i partecipanti. La festa della cultura rurale proporrà i tradizionali “zughi de na volta” che ci faUDQQR IDUH XQ WXƪR QHO SDVVDWR DOOD VFRperta dei giochi dei nostri nonni. Inotre, si potranno fare dei giri nelle carrozze trainate dai pony. La mostra sarà accompagnata da un ricco stand gastronomico con un menù molto vasto, dall’arrosto de osei scapà, alla trippa, al baccalà, ai bigoli con arna e tanto altro che si potrà consumare direttamente al parco.

Per tenersi aggiornati e per ulteriori informazioni ƬHUDXFFHOOLPDUDQR



n o c a l o v a T a Vladimiro Riva Promotore del territorio vicentino

Cultura, turismo, cibo e cinema il paladino nostrano è un vicentino DOC!

Ospite della nostra rubrica è Valdimiro Riva, consigliere delegato del “Consorzio Vicenza Ăˆâ€? e, a cascata, direttore del Consorzio Turistico Vicenza è, direttore della Vicenza Film Commission, da decenni impegnato in prima linea nella promozione turistica del territorio vicentino, ideatore di moltissime attivitĂ fra le quali, ad HVHPSLR OD GLĆŞXVLRQH GHOOH 'HQRPLQDzioni Comunali (De.Co.), l’impegno per il riconoscimento dei siti Unesco a Vicenza e provincia e della Basilica Palladiana e del Ponte vecchio di Bassano come moQXPHQWL QD]LRQDOL +D XQD VROLGD IHGH calcistica nei confronti dei colori biancorossi ed è anche scrittore di libri di cucina. Insomma, una persona decisamente eclettica ed appassionata! Della sua terUD LQQDQ]LWXWWR 3RWUHPPR GHĆŹQLUOR XQ vicentino doc! - Quale, di tutte questa attivitĂ , è quella che ti entusiasma maggiormente? ÂŤDevo dire che, negli ultimi anni ciò che mi ha piĂš impegnato è stata la ULTXDOLĆŹcazione{H valorizzazione GHO{VLVWHPD{WXristico-culturale{ GHOOD QRVWUD SURYLQFLD Il territorio vicentino è un forziere di risorse, sia dal punto naturalistico che culturale, che non siamo ancora riusciti D VIUXWWDUH ĆŹQR LQ IRQGR $EELDPR TXLQdi cominciato utilizzando il meccanismo dell’Unesco. Purtroppo, in Italia non esiste ancora una legge sui monumenti nazionali e dobbiamo pensare a far conoscere i nostri tesori in modo autonomo. Gli aspetti naturalistici abbinati alla cultura sono la via ideale per attirare turismo e, di conseguenza, riuscire a mantenere il patrimonio nostranoÂť.

- Sei sicuramente un amante del buon FLER ROWUH FKH GLIHQVRUH H GLĆŞXVRUH GHL prodotti De.Co. del territorio nostrano. Quali sono quelli che inducono anche ad un “turismo enogastronomicoâ€?? ÂŤDe.Co. (Denominazione Comunale) è la nuova frontiera sulla quale possono opeUDUH L VLQGDFL SHU{VDOYDJXDUGDUH OoLGHQWLWÂť di un territorio legato ad una produzione VSHFLĆŹFD /D 'H &R Ăƒ JLÂť VWDWD DGRWWDWD GD ROWUH &RPXQL LWDOLDQL{SHU tutelare e valorizzare in primis la produzione tipica del mondo agricolo, ma anche i piatti della tradizione e alcuni prodotti artigianali di eccellenza. Per quanto riguarda la nostra provincia, sicuramente, spiccano piatti come il baccalĂ alla vicentina e i bigoli co’ l’arna di Zanè, ma non possiamo QRQ ULFRUGDUH LO EURFFROR ĆŹRODUR GL &UHD]zo, i piselli di Lumignano, gli asparagi di Bassano, il mais Marano, solo per citarne alcuni. ÂŤ... Le De.Co. rappresentano un costo zero per i Comuni ma sono prodotti che attirano un certo tipo di turismo e, di conseguenza, migliorano le produzioniÂť - In passato hai anche collaborato nella stesura di alcuni libri sulla cucina vicentina, assieme al giornalista Antonio Di Lorenzo. Sei piĂš a favore della tradizione o dell’innovazione nei piatti? ÂŤLa tradizione è importante e basilare ma sono convinto che bisogna riuscire a coniugarla con l’innovazione. Certo, alcune cose non si possono cambiare. Il baccalĂ alla vicentina resta una ricetta tradizionale e non esiste, come fece un tempo chef Vissani, di proporlo con una cottura veloce direttamente sul fuoco. In altri casi, invece, è possibile superare certe abitudini

del passato, sganciarsi dagli stereotipi ed aprire alla sperimentazione. Sono anche un fervido convinto dell’utilizzo di prodotti a km zero, delle coltivazioni biologiche e biodinamicheÂť. - Non nascondi la tua passione sfrenata per il vino clinto, la cui produzione è proibita (è consentita solo quella ad uso familiare). Qual è il tuo pensiero al riguardo? ÂŤCredo che alla base ci siano solo interessi da parte dei grandi produttori di vini nazionali. La Commissione Agricoltura Europea ha concesso deroghe a molti Paesi, tra cui l’Italia, che tuttavia il nostro Ministero non ha accolto per l’opposizione dei grandi produttori di vino. PeccatoÂť. - Per concludere, cosa non deve mai mancare sulla tua tavola? ÂŤTi dico innanzitutto ciò che deve mancare: sale, zucchero e farina 00. Uso pochissimo questi ingredienti. Penso invece sia indispensabile un buon pezzo di pane. Sono sicuramente una buona forchetta ma tra i miei piatti preferiti metto al primo posto un buon risotto al dente. Amo poi le tagliatelle fatte in casa, la cacciagione e quasi tutta la verdura. Ad accompagnare il tutto, sempre e solo vino, possibilmente locale. Un Tai rosso Piovene o Thovara, un Gruajo di Firmino Miotti o un Vespaiolo di Maculan sono perfetti sulla mia tavola. Sono anche un amante delle grappe delle distillerie Poli, Schiavo, Brunello e Capovilla e, tra i dolci, sono un appassionato delle produzioni di Dario LoisonÂť.



LE VIGNE DI ROBERTO Esperienza di vino e non solo

In posizione invidiabile, sulle pendici dei colli di San Giorgio di Perlena, sorge “Le Vigne di Robertoâ€?, podere di oltre tre ettari e mezzo nel cuore dell’area DOC Breganze. Siamo nella zona vitivinicola tra le piĂš rinomate d’Italia, riconosciuta quale DenominazioQH GL 2ULJLQH &RQWUROODWD JLÂť QHO FKH VL HVWHQGH GDO ĆŹXPH $VWLFR DO %UHQWD DL SLHGL dell’Altipiano di Asiago.

Ăˆ proprio qui che, nel 2009, l’allora manager di un’azienda GL VRIWZDUH H PHQWH LUUHIUHQDELOH Roberto Benazzoli, ha deciso di mettere radici. I nonni paterni coltivavano la vite e gestivano un’osteria nella piana di Rovereto da dove il padre è partito alla volta del Veneto. Roberto, nativo di Sandrigo, soprannominato da giovane dagli amici “conejoâ€? (ecco il perche’ del logo) per essere una persona agile e sempre in movimento come il simpatico roditore, ha deciso di “tornare alla terraâ€? e di coltivare la vite in un terreno particolarmente fertile, caratterizzato da suoli vulcanici nelle fasce collinari e strati alluvionali nelle parti pianeggianti. Espressione inedita, ma assolutamente autentica del territorio e di un’agricoltura minuziosa, condotta manualmente, è frutto della passione, ma anche del coraggio di Roberto, che si è proposto come il protagonista di una grande scommessa. E’ stato uno dei primi produttori del territorio a credere nel metodo classico, il processo di produzione dello champagne e del vino spumante. ÂŤIl vino è incontro. Ăˆ il piacere di un bicchiere tra amici e la magia di un EULQGLVL LQ GXH s DĆŞHUPD 5REHUWR %HQD]]ROL Il vino è gioia dell’anima {/D WHUUD Ăƒ TXDOFRVD FKH KDL GHQWUR ÂŁ OD IDWLFD GHL QRQQL H GHL SDGUL 8QD YRFH FKH JULGD H FKH QRQ SXRL LJQRUDUH {'RSR XQD YLWD GD LPSUHQditore, ho deciso di dare ascolto a questa voce: tornare al mestiere dei PLHL DQWHQDWL +R GHFLVR GL SLDQWDUH XQD YLJQD FKH SRUWL LO PLR QRPH H produrre un vino che mi assomigli. Un vino schietto e spensierato, ma OHJDWR D TXHVWD WHUUD (VDWWDPHQWH FRPH PH {4XHVWR Ăƒ LO PLR YLQR ( FL PHWWR OD ĆŹUPD– 8QD VFRPPHVVD YLQWD FKH RJJL KD UHVR GL “Le Vigne di Robertoâ€? una delle aziende vitivinicole piĂš prestigiose nella


valorizzazione del terroir da bollicine e nella produzione di vini intensi e di personalitĂ . In una sola parola “uniciâ€?, ma comunque vicini alla gente e all’evoluzione dei gusti. Le varietĂ presenti sono: Vespaiola, Chardonnay, Pinot Nero, Cabernet Franc. Oltre ad essi, si coltivano anche 200 ceppi di olivo, di varietĂ Leccino e Frantoio per ottenere un prelibato Olio extravergine d’oliva. Guardare il territorio passando per i prodotti tipici è il modo che preferisce 5REHUWR /XL FKH{DPD SDVVDUH OH VHUDWD in compagnia degli amici, un bicchiere di vino, cucinando per tutti. Proprio la passione per la cucina, lo ha indotto a mettersi in regola con la normativa vigente e trasformare la sua cantina in agriturismo, dove è possibile gustare piatti della tradizione quali le lasagne al forno di Mamma Lia e specialitĂ al forno come ossobuco di vitello, stinco di vitello, guancette di maiale e spalla di maialino con contorno di stagione. Il menĂš di Roberto comprende le specialitĂ del territorio e della tradizione veneta, con piatti che assecondano le stagioni e primizie della terra e del mare, per una cucina sempre gustosa e genuina. Tra i vigneti e il profumo della campagna, nel nuovo agriturismo c’è tutto ciò che serve per rendere un evento indimenticabile. La struttura è aperta al pubblico per

aperitivi e degustazioni e disponibile per compagnie ed aziende. Il portico esterno e la grande sala da sessanta coperti sono il luogo perfetto per ogni tipo di evento. Che si tratti di una festa privata come un compleanno, una laurea, un anniversario o piĂš semplicemente un evento familiare, RoberWR OD ĆŹJOLD 6LPRQD H LO ORUR VWDĆŞ VDSUDQQR sempre creare la giusta atmosfera, mettendosi a disposizione con o senza un menu degustazione. Nella cantina è inoltre possibile effettuare anche meeting aziendali in quanto si dispone di tutto il materiale WHFQLFR SHU HĆŞHWWXDUH LQFRQWUL come proiettori e microfoni. Eccellenza delle materie prime, tradizione e sperimentazione negli accostamenti sono alcuni degli ingredienti chiave delle proposte del menĂš degustazioni. Un’esperienza enogastronomica speciale, in cui è possibile assaggiare alcuni gustosi stuzzichini che vengono preparati giornalmente per accompagnare al meglio i vini della cantina: crudo di Montagnana con grissini stirati a mano, in abbina-

mento a Prime Bollicine, baccalĂ mantecato su cracker di polenta di mais Marano, in abbinamento a vino Chardonnay in purezza, o gorgonzola con miele di acacia e crostino di pane, in abbinamento al Torcolato, solo per citarne alcuni. La favolosa location esterna, immersa nel verde delle colline, dove la vista si SHUGH WUD L ĆŹODUL GL YLJQD H OoRUL]]RQWH restituendo una sensazione di piacere e di benessere, fa il resto! Grazie all’attenzione di Roberto per la cultura alle sue “Vigneâ€? non mancano eventi legati all’arte e alla musica. La cantina di Fara Vicentino sarĂ anche la prima ad ospitare la rassegna “Mandolino diVinoâ€?, domenica 19 maggio alle ore 17,30, con il “Duo Misericordiaâ€? composto da Maria Clofe Miotti al mandolino e Daria Bolcati all’arpa.

LE VIGNE DI ROBERTO V. Perlena, 127 - 36030 FARA VICENTINO Ç“9,Ç” 0445 1670127 | 345 7982799 | 335 7500914

info@levignediroberto.it /LeVigneDiRoberto Le Vigne Di Roberto


MANDOLINO diVINO Al via la prima edizione a Breganze

Musica e vino. Un connubio che risale alla notte dei tempi e che rivivrĂ , tra maggio e giugno, in una rassegna nelle cantine del Torcolato di Breganze. “Mandolino diVinoâ€? porterĂ infatti le delicate note di uno strumento come il mandolino nelle cantine piĂš rinomate, dove poter degustare al termine dei mini concerti vini e prodotti locali.

La rassegna è organizzata dall’Orchestra a plettro di Breganze ed è solo alla prima edizione, ma le premesse sono veramente ottime. Ăˆ nata quasi per gioco, sentendo la necessitĂ di riunire in una sorta di percorso almeno un paio di certezze che Breganze condivide con il resto del mondo: il mandolino, presente senz’altro da piĂš di un secolo, e il famoso Vino, di ben piĂš antiche origini. La fortuna di vivere in un luogo cosĂŹ ospitale, con caratteristiche oroJUDĆŹFKH FKH KDQQR GD VHPSUH favorito la coltivazione della vigna e dunque la presenza di cantine gestite per generazioni da famiglie saldamente legate al territorio, ha suggerito di studiare una serie di eventi che diano la possibilitĂ agli spettatori di godere della musica, accompagnata, al termine, da un momento di convivialitĂ con una VĆŹ]LRVD degustazione dei vini della cantina che li ospita. Non | un semplice concerto, quindi, ma un momento di riscoperta del territorio, una situazione nuova dove la musica che si ascolta deve fare da cornice a questa occasione di ritrovarsi tutti nei luoghi della DOC di Breganze e servirse-

Domenica 26 maggio, alle ore 17.30, “Gli archi incontrano i Plettriâ€?, concerti barocchi dedicati al mandolino solista (solisti al mandolino: Andrea Miotti, Anna Bozzetto, Giulio Sensolo, Emiliano Tutti gli appuntamenti Tutti gli appuntamenti di “Mandolino diVi- Scettri; Maestro concertatore: Martina noâ€? sono ad ingresso libero e sono progra- Pettenon) presso il Fruttaio della Cantina Sociale di Breganze. mamti come segue: Domenica 19 maggio, alle ore 17.30, con- VenerdĂŹ 31 maggio, alle ore 20.30, I mancerto del “Duo Misericordiaâ€? (Maria Clofe dolinisti del Conservatorio di Padova Miotti al mandolino e Daria Bolcati all’arpa) e OPB, guidati da Andrea Bazzoni in colpresso la Cantina “Le Vigne di Robertoâ€? a laborazione con la Maestra Maria Cleofe Miotti, si esibiranno alla Cantina MacuFara Vicentino. lan a Breganze. Domenica 9 giugno, alle ore 21.00, il “Quintetto Giudiciâ€?, composto da Davide Salvi, Pietro Ragni con il patrocinio del comune di Breganze (mandolini), Redi Lamçja (mandola), Antonio Marinoni (chitarra) e Marco Roggeri (contrabbasso) intretterrano i presenti alla Cantina IoMazzucato di Breganze. VenerdĂŹ 14 giugno, alle ore 20.30, “Cena con il mandolinoâ€?, momento conviviale tra piatti di stagione, buon vino della Cantina Firmino Miotti e sottofondo musicale a cura dell’Orchestra a Plettro presso la Trattoria Grappolo d’Oro di Breganze (evento a posti limitati su prenotazione). Sabato 15 giugno, alle ore LQĆŹQH HVLEL]LRQH GHO Duo Palumbo-Guarnieri I^ EDIZIONE con il loro vasto repertorio BREGANZE | | 19 20 O GN IU -G O originale per mandolino e MAGGI chitarra, al Parco di Villa La-m7oŃ´bmo l -Ń´ া b1;7 7 mা ˆ; b ; verda di Breganze. !-vv;]m- 7 ne per socializzare, per sviluppare i rapporti interpersonali, per appagare le proprie curiositĂ e, magari, condividere le emozioni appena provate con i musicisti presenti.

Mandolino diVino

ph Enrico de Simone

Una rassegna da non perdere per godere dei piaceri del vino e della buona musica!


Menù Contadino Gnocchi di patate con salsiccia e peperoni

Grigliata mista con polenta e patate al forno

Gelato K-Farm

Acqua, vino e caffè

OGNI GIOVEDÌ su prenotazione

€ 25,00 Frittura di pesce con patatine e un calice di prosecco

OGNI MARTEDÌ SERA su prenotazione

€ 15,00

Lo chef consiglia CONIGLIO CON ERBETTE, CIPOLLINE E CAROTE CARAMELLATE Picchiettare uno scalogno con cannella e chiodi di garofano. Rosolare con olio e burro, lo scalogno, le carote, il sedano e la pancetta macinata. Aggiungere il coniglio infarinato a pezzi Bagnare con marsala e vino bianco e lasciar evaporare Lasciar cuocere per circa un’ora e poi aggiunJHUH WXWWH OH HUEHWWH WULWDWH ƬQHPHQWH FRQ la buccia di limone) e lasciar cuocere per altri 30/45 minuti Servire con polenta calda

INGREDIENTI r Coniglio a pezzi infarinato su farina bianca r pancetta r 1 scalogno r buccia di mezzo limone grattugiato r 7-8 cipolline novelle r 3 carote tagliate a listarelle grosse

r 1 gambo di sedano tagliato a pezzi grossi r 1 bicchierino di Marsala r ½ bicchiere di vino bianco secco r olio, burro, sale, pepe, salvia, rosmarino, timo, maggiorana, origano, erba cipollina, aglio, chiodi di garofano, cannella q.b.

Per prenotazioni: 0445-618748

via Marchiori, 16 - Malo (VI) tel 0445.618748 - info@k-farmresort.it

www.k-farmresort.com




SPUGNOLE tesori di primavera “Giunge Primavera! , JKLDFFL VRQR VFLROWL L ĆŹRUL VRQ JLÂť PROWL JOL DOEHUL WRUQDQR IROWL Tutti gli uccelli con gioiosi trilli di maggio son segno!â€? (anonimo)

Anticamente si credeva che i funghi fossero escrescenze del suolo, perchĂŠ si vedevano spuntare dal nulla e dopo TXDOFKH JLRUQR VL DĆ°RVFLDYDQR SHU scomparire nel nulla.

Le spugnole crescono erette e ben al di fuori del manto erboso eppure ci vuole esperienza per trovarle, bisogna farsi l’occhio.

Per millenni sono stati considerati frutti di magia, da venerare come divinitĂ beQHĆŹFKH oppure da temere come causa di allucinazioni e morte, a seconda delle circostanze. Nell’antica Grecia, come in Cina, i funghi erano considerati simbolo di vita, magico e divino, legato all’immortalitĂ . Per i Maya e gli Aztechi invece i funghi, per le loro proprietĂ allucinogene erano “carne divinaâ€?. Nella Roma antica il fungo, sebbene apprezzatissimo per le qualitĂ culinarie, diventò simbolo di morte. ,QIDWWL LO WHUPLQH IXQJXV VLJQLĆŹFKHUHEEH “portatore di morteâ€?.

Le spugnole: le primizie piĂš ricercate Si pensa ai funghi come ai sovrani del bosco autunnale, ma è proprio vero che l’autunno sia la stagione tipica dei funghi?

Tradizionalmente è considerata tale per la varietĂ e la gran quantitĂ reperibile in questo periodo. In realtĂ i funghi nascono in ogni periodo dell’anno e ogni specie ha il suo periodo. Con la primavera spuntano le prelibate spugnole, veri tesori della natura. Nessun fungo piĂš delle spugnole può HVHPSOLĆŹFDUH LO PLVWHUR GHO PLPHWLVPR LQ natura. Il piĂš delle volte crescono erette e ben al di fuori del tappeto di foglie o del manto erboso, eppure capita spesso di passare oltre e non scorgerle, quasi fossero invisibili e giocassero a nascondino. Ci vuole esperienza per trovarle, bisogna farsi l’occhio; poi però non si sbaglia perchĂŠ non esiste altro fungo fatto cosĂŹ: un gambo cavo sovrastato da un cappello (la mitra) formato da tante cavitĂ , gli alveoli, un odoUH FDUDWWHULVWLFR GHĆŹQLWR DQFKH VSHUPDWLco) e una particolare consistenza ceracea.

VarietĂ Si dividono in due grandi gruppi: ci sono le spugnole gialle (Morchella esculenta e le sue varietĂ ) e le spugnole coniche (Morchella conicae alcune specie molto simili). Le prime hanno il cappello di forma da conica (ma con base ampia) a globosa e gli alveoli sono profondi e posti in modo disordinato. Il colore va dal giallo-ocra, al giallocrema, al grigiognolo, raramente al grigionero. Questo tipo di spugnola cresce di preferenza sotto frassino, olmo o pioppo, raramente nelle vigne o nei frutteti. Preferisce le ripe dei ruscelli, i pendii dei canaloni umidi, le zone con terreno sabbioso

OXQJR LO PDUH R L JUDQGL ĆŹXPL Le spugnole gialle grazie al loro delizioso sapore sono le piĂš ricercate e apprezzate dai gourmet. Le spugnole coniche hanno invece generalmente una forma piĂš slanciata, con cappello conico o quasi cilindrico, sono piĂš SLFFROH KDQQR JOL DOYHROL DOOLQHDWL LQ ĆŹOH YHUticali. Il loro colore è grigio scuro (a volte FRQ ULĆŽHVVL YHUGL R EUXQL LO EUXQR LO JULJLR FKLDUR FRQ ULĆŽHVVL URVD &UHVFRQR SUHYDlentemente in montagna nei giardini delle case o nelle radure dei boschi di conifere, ma si possono trovare anche nelle vigne e VXL WHUUHQL VDEELRVL OXQJR L ĆŹXPL Tutte le varietĂ sono commestibili, ma devono essere consumate solamente dopo una buona cottura, altrimenti potrebbero fare brutti scherzi. Una cottura completa difatti è l’unico metodo per renderle commestibili, eliminando cosĂŹ le sostanze tossiche termolabili presenti.



Il mais Marano “sconfina� Grazie alla Proloco e ai polentari d’Italia

Il binomio Mais Marano e la sua polenta, non è solo un nome ma anche un paese intero che del mais, o meglio, di una specie particolare di mais e della sua polenta, ha impregnato la sua storia.

Appena si raggiunge questo paese dell’alto vicentino, accanto all’indicazione “Marano Vicentinoâ€?, si è accolti dalla scritta: “Zona tipica di produzione del Mais Maranoâ€?. Ed ancora, nella rotatoria Marano-Malo-Schio, all’ingresso del paese, in zona ovest, si possono notare due grandi “calieriâ€? in rame, pronti simbolicamente a versare su un enorme “panaroâ€? la polenta fumante, formando un disco dorato. Quella tra il Mais Marano e la sua polenta è una simbiosi radicatasi nel tempo e divenuta inseparabile. Una storia di paziente studio e di lunga sperimentazione, per ottenere una pannocchia che colpisce subito all’impatto visivo SHU L FKLFFKL FRQ ULĆŽHVVL GL SHUOD XQD WRnalitĂ che si orienta verso il rosso piĂš di ogni altra specie di mais.

La Proloco di Marano Vicentino si occupa, tra le altre cose, della promozione e della YDORUL]]D]LRQH DQFKH IXRUL GDL FRQĆŹQL GHO paese, di questo particolare quanto unico prodotto locale tanto che dal 2017 è entrata a far parte dell’Associazione Culturale Polentari d’Italia, un circuito nato nel 1993 ed attualmente costituito da diciannove delegazioni sparse sul territorio italiano. Attraverso i raduni nazionali che vengono organizzati con cadenza biennale, ogni gruppo polentaro partecipante propone la propria ricetta tipica a base di polenta.

CREMA DI MAIS Quando l’acqua bolle aggiungere il sale, poi far cadere a pioggia la farina e mescolare bene con un frustino. Lasciar cuocere per una quarantina di minuti a fuoco lento.

Un modo per assaporare un prodotto base come la “farina di granoturcoâ€? con condimenti diversi ed ottenere piatti dal gusto straordinariamente diverso quando li si assaggia. Un confronto QRQ XQD VĆŹGD WUD OH SRlente; una vera scuola di cucina regionale espressa dalle capacitĂ culturali e gastronomiche dei polentari.

In attesa del raduno nazionale, la Proloco di Marano, il cui direttivo è stato recentemente rinnovato e alla cui presidenza è stato nominato Adriano Schiavon, ha organizzato una gustosa anticipazione con la prima edizione della “Festa della polentaâ€?, appuntamento imperdibile sabato 25 e domenica 26 maggio al Parco della SolidarietĂ di Marano Vicentino.




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