Thiene MesePlus
Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 26 - marzo 2025
Thiene longeva conta 7 centenari - p.6 ◆ Un laureato thienese tra i “Top 100” d’Italia - p.12

Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 26 - marzo 2025
Thiene longeva conta 7 centenari - p.6 ◆ Un laureato thienese tra i “Top 100” d’Italia - p.12
Sulle colline di Fara dal 2005 opera il centro diurno Casa Enrico rivolto a persone con gradi diversi di disabilità fisica, psichica e sensoriale. Avviato dall’ imprenditore Osvaldo Tonello assieme alla moglie Luisa Chemello in memoria del figlio scomparso, questo grande progetto sociale sarà ampliato da una residenza per il “Dopo di noi” e avrà a disposizione una piscina attrezzata.
Sono passati 20 anni da quando l’imprenditore Osvaldo Tonello e la moglie Luisa Chemello fondarono, in memoria del figlio scomparso, il centro diurno per persone con disabilità Casa Enrico a Fara vicentino. A breve il grande progetto per la formazione e l’educazione di persone con disabilità sarà ampliato da una residenza per il “Dopo di noi” e avrà a disposizione una piscina attrezzata.
NAnna Bianchini
ata nel febbraio del 2005 e inaugurata nell’aprile del 2006, Casa Enrico è un progetto realizzato e sempre in divenire, che dà formazione alle persone con disabilità e supporto alle loro famiglie. Un fiore all’occhiello nel territorio dell’Alto Vicentino, sulle colline di Fara che agli inizi contava sei iscritti e oggi accoglie 23 persone, il massimo consentito dalle dimensioni della struttura.
Acquistato per farne il centro direzionale della propria attività imprenditoriale nel settore delle energie rinnovabili, Osval -
do Tonello, a sua volta padre di Giovanni, un ragazzo disabile, decise di cambiare la destinazione dell’immobile assolato e immerso nel verde, per condividerlo con la comunità e metterlo a disposizione per il benessere di persone affette da disabilità.
“Ha deciso di dedicarlo al territorio”, spiega Maria Cecilia Zannoni, responsabile educativa a Casa Enrico e co-ideatrice del centro diurno.
“La struttura è molto bella e non è un caso perché la bellezza è terapeutica – sottolinea Salvatore Auteri, responsabile amministrativo – Lavorare nel bello porta a fare meglio il proprio lavoro e a stare meglio. Quando arrivo qui mi si apre il cuore e lo stesso succede ai nostri ragazzi, che vorrebbero venire anche quando sono ammalati”. Obiettivo di Casa Enrico è sviluppare le abilità e le potenzialità delle persone con disabilità per aiutarli ad acquisire maggiore autonomia e stimolare l’integrazione sociale.
Se chi conosce il centro diurno ne parla bene, un motivo ci sarà. “Il nostro segreto è credere in quello che facciamo e nelle potenzialità dei ragazzi – continua Maria Cecilia Zannoni – Il nostro obiettivo, con ogni ragazzo, è cercare le competenze insite in ognuno visto che loro non sono in grado
di manifestarle e quindi noi dobbiamo aiutarli a scoprirle, dobbiamo stimolarli. Questo lo possiamo fare grazie a personale qualificato e scelto, che conta anche diversi uomini, cosa abbastanza rara per un centro diurno. Chiediamo ai nostri ragazzi ciò che chiederemmo a chiunque e loro rispondono, ognuno in base alle sue possibilità”. La gestione di un centro diurno non è semplice e i vincoli, sanitari e burocratici, sono strettissimi. “Siamo monitorati sotto tutti i punti di vista, dalla mensa ai vari aspetti della struttura – sottolinea Salvatore Auteri – I controlli sono puntualissimi e non si può sbagliare. Ma siamo sempre attivi e pronti a rinnovare e a proporre nuovi servizi, ci piace lo stimolo. C’è collaborazione anche con i genitori, che spesso propongono iniziative e sono a stretto contatto con noi, facendo anche raccolte fondi per aiutarci a sostenere qualche progetto più costoso. Come nel caso della nuova piscina che andremo a realizzare a Sandrigo, dove il comune ha messo a disposizione una sua vasca, che stiamo attrezzando anche per gravi disabilità”.
A Casa Enrico i progetti sono chiari. “Si parte dalle persone che sono ospiti del centro diurno e dalle loro necessità e da queste si costruisce un cammino di crescita il più soddisfacente e dignitoso possibile – continua Auteri – La qualità della vita di un individuo è determinata in grossa parte dall’equilibrio che si instaura tra le risorse personali che ognuno porta dentro di sé e il contesto ambientale in cui è inserito”. Laboratori mirati consentono di sviluppare le singole potenzialità: “Il percorso di crescita dei nostri ragazzi è incredibile
– raccontano insieme Auteri e Zannoni –Crescono, maturano, diventano più adulti. E questo è sicuramente positivo, anche se a volte a casa cambiano atteggiamento e sono molto più coinvolgenti, stupendo in primis i loro genitori. Se prima di venire a Casa Enrico alcuni mantenevano un atteggiamento, diciamo così “amorfo”, magari un po’ apatico, quando cominciano il percorso qui imparano ad interagire manifestando le proprie idee, le proprie esigenze e i genitori e familiari non sempre se lo aspettano. È un percorso di crescita anche per loro”.
Nessun problema nemmeno con il rispetto delle regole, che a Casa Enrico sono chiare e devono essere rispettate senza capricci. “Non è un problema per i nostri ragazzi, che hanno bisogno di regole come tutti e quando le comprendono le rispettano senza tante storie. È capitato che di fronte a qualche caso all’apparenza più impegnativo i familiari stessi ci facessero presente le difficoltà che avremmo avuto. Ci siamo posti degli obiettivi, abbiamo cominciato il nostro percorso e dopo qualche settimana o mese la persona è cambiata, si è rasserenata ed inserita nel contesto senza troppi scossoni”.
“Il nostro obiettivo è rendere i nostri ragazzi capaci di raggiungere un risultato – spiega Maria Cecilia Zannoni – Si stabilisce un punto d’arrivo e si lavora per arrivarci. La capacità di un operatore è proprio trovare le strategie giuste per arrivare al risultato”. In tempi in cui la sanità locale si trova bersaglio di aspre critiche da parte di molti utenti, che lamentano carenza e lungaggini nei servizi, e con i centri diurni pubblici che per questioni di budget non possono offrire servizi fuori dall’ordinario, Casa Enrico si distingue per servizi di alto livello, come il “cavallo per tutti”.
“Questo è possibile grazie ai finanziamenti privati perché le rette coprono solamente i costi – spiega Salvatore Auteri – Casa Enrico opera in convenzione con l’ASL. Il pubblico da anni si sta orientando verso la collaborazione con i privati, perché i costi di gestione sono molto alti e bisogna essere in grado di fornire servizi adeguati”.
La più grande soddisfazione per Auteri è molto personale: “Quando torno a casa ac-
compagno a casa loro alcuni ragazzi e godo della loro compagnia durante il tragitto – racconta – In questo frangente ho imparato a conoscerli, ad interpretare la loro comicità o ironia e ad interagire con loro sul loro piano. Mi diverto moltissimo ed è stata una scoperta anche per me. Ridiamo e scherziamo insieme e quando li lascio a casa loro con il sorriso sulle labbra e vedo anche i loro familiari felici e rasserenati, per me è una fonte di gioia. Tra l’altro, spesso i genitori mi dicono che i ragazzi non vogliono perdersi neanche un giorno a Casa Enrico e vorrebbero venire anche quando hanno l’influenza”.
“La gioia più grande che ho dal mio lavoro è vedere la soddisfazione e l’orgoglio negli occhi dei nostri ragazzi quando raggiungono uno degli obiettivi che si sono prefissati – spiega Zannoni – I ragazzi capiscono benissimo qual è il target che devono raggiungere e ci lavorano sodo. Si impegnano moltissimo, ognuno in base al suo obiettivo e alle sue possibilità e quando lo raggiungono si legge nei loro occhi la soddisfazione che provano. Per me è impagabile riuscire a scorgere quel momento, viverlo attraverso la loro consapevolezza. Nel nostro lavoro infatti viene posta particolare attenzione alla formazione di un’identità personale positiva, al raggiungimento di un migliore controllo emotivo e di benes-
sere psichico e al superamento della dipendenza assoluta dall’adulto”.
Al momento Casa Enrico è un centro diurno, nelle verdi colline di Fara Vicentino, e serve il territorio. Il centro effettua servizio di trasporto a domicilio per gli assistiti e gli operatori strutturano il loro lavoro in aree di tipo assistenziale, educativo, abilitativo e riabilitativo. Gli obiettivi sono orientati all’acquisizione di competenze nei rapporti interpersonali, alla promozione di abilità sociali, all’acquisizione di competenze di tipo manuale e occupazionale, all’apprendimento di regole per una serena convivenza con sé stessi e con gli altri e al superamento di alcuni comportamenti che possono essere visti come un problema e che spesso minano la possibilità di costruire un adeguato tessuto sociale intorno alla persona disabile.
Ma a breve Casa Enrico avrà anche un centro residenziale, per dare serenità alle famiglie preoccupate per quello che succederà al proprio figlio un domani, quando loro non ci saranno più. “È quello che realizza il progetto del ‘Dopo di noi’, tanto caro ai famigliari di persone disabili – sottolinea Salvatore Autieri – Il centro residenziale è in fase di costruzione in quanto è già stato inserito nel piano di zona. Ospiterà 10 utenti e anche in quel caso garantiremo servizi di altissimo livello”. ◆
Il complesso religioso di Thiene, lo scorso 24 dicembre ha dato avvio al Giubileo della Speranza richiamando migliaia di pellegrini e fedeli. Il Santuario della Madonna dell’Olmo è infatti uno dei 32 luoghi di fede e di culto, indicati dalla Diocesi di Padova come mete di pellegrinaggio spirituale per l’Anno Santo. Sono previste altre 9 tappe di preghiera e riflessione, una al mese fino a novembre.
TOmar Dal Maso
re nuovi confessionali in arrivo, incontri di preghiera comunitaria a cadenza mensile pensati per l’anno giubilare, e le porte della “casa” dei frati minori cappuccini di Thiene sempre aperte. Il Giubileo della Speranza, che si celebra nel 2025 rispettando la cadenza di ogni quarto di secolo, pervade dal 24 dicembre scorso gli ambienti del Santuario della Madonna dell’Olmo. Uno dei 32 luoghi di fede e di culto, indicati dalla Diocesi di Padova come mete di pellegrinaggio spirituale per l’Anno Santo, che invita a “rigenerarsi” attraverso momenti di rinnovamento spirituale, di conversione e di riconciliazione, occasione per i fedeli di riscoprire la propria fede. Da vivere da cristiani come “Pellegrini di speranza”, chiamati a percorrere il proprio cammino con fiducia nel futuro. Ed è così che i frati “thienesi” si sono adeguatamente preparati all’evento, rimboccandosi le maniche delle tuniche se possibile ancor più rispetto alla laboriosità che già per antonomasia contraddistingue gli insegnamenti francescani.
La comunità dei frati Cappucini
Nel quartiere che proprio dalla presenza dei “Cappuccini” ha preso il nome, vivo -
no oggi in 10: il più giovane di 44 anni, tre sono invece ultraottantenni. Una piccola (per numeri) ma grande (per bacino per così dire d’utenza) comunità che costituisce punto di riferimento per chi è affezionato a un ordine che contava tre poli nella fascia pedemontana. Vale a dire Schio, Bassano (chiuso un anno fa, così come Rovigo e Trento) e appunto Thiene, situato alle porte ovest della città. “È un’età medio alta certo – ci confida padre Flaviano -, ma grazie a Dio non siamo un’infermeria: siamo autosufficienti e in grado di offrire un servizio apprezzato per le sante messe, le confessioni, gli incontri di preghiera e le altre attività parrocchiali”.
Sei le messe nei giorni di festa, dalle 7 alle 18.30, a cui si aggiunge la prefestiva del sabato, tre quelle dei giorni feriali (alle 7, 9 e 17), con poi il mese di maggio dedicato dalla Città di Thiene alla Madonna ad anticipare all’alba la prima celebrazione, alle 6. Padre Flaviano Gusella è l’ultimo arrivato a Thiene a fine settembre 2024. Aveva lasciato l’Altovicentino 37 anni prima da direttore del seminario. Nato nei dintorni di Este, proviene da un’esperienza di 22 anni a Padova, rettore del Santuario dedicato a San Leopoldo Mandic, Patrono dei malati di tumore.
“Anni intensi e straordinari”, citando la precedenza missione. Santo croato per origini che vestì gli abiti francescani da novizio a Bassano e fu proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II nel 1983. Tocca al rettore fare da “Cicerone” nell’illustrare l’accoglienza dei frati. “Tutti i santuari mariani per decreto sono considerati chiese giubilari – spiega -. Il vescovo diocesano ha proclamato 32 luoghi, compreso il Santuario della Madonna dell’Olmo e una volta preso atto della designazione ci siamo chiesti cosa potevamo offrire. Prima idea? Fare bene quello che già facciamo, poi abbiamo pensato di offrire la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria non solo attraverso la visita personale dei pellegrini, secondo le indicazioni della Chiesa, in più proponendo inoltre dei punti di riferimento mensili. Sono inviti per “categorie” o argomenti, incontri comunitari al sabato dedicati alla famiglia, ai nonni, alla speranza, a Maria, ai sofferenti, ai giovanissimi, alla pace e al tema della riconciliazione”.
Il rito della confessione
Guardando al 2025, in tempi di carenza di vocazioni, sorprende e lascia ben sperare il cartello affisso di fronte alla chiesa, che recita: confessioni tutti i giorni.
“Confessiamo anche persone che arrivano da Bassano dopo la chiusura del convento, affezionati evidentemente a noi, e da altre località. Ma in realtà è sempre stato così, da Valdagno, Schio e fino alla periferia di Vicenza, è una caratteristica dei nostri luoghi: il ministero dell’ascolto e del sacramento della confessione è una missione importante nostra che si affianca alle
attività pastorali parrocchiali. Questo grazie a frati disponibili e capaci. Pur essendo in pochi siamo grazie sempre in grado di assicurare gli orari fissi quotidiani e accogliere chiunque richieda il nostro servizio”. Accoglienza da intendersi non solo in termini spirituali e di umanità, ma anche di esigenze di privacy, ad esempio, o del benessere e salute del fedele, per quanto “peccatore” alle prese con assoluzioni e penitenze.
“Fornire maggior funzionalità e un servizio migliore dal punto di vista logistico è nostro dovere. Oggi la confessione si tiene in due salette adattate in portineria, in luogo dei vecchi confessionali della chiesa, da tempo vetusti e inutilizzabili. In vista del Giubileo e della crescente richiesta si è ottenuto di provvedere a breve a nuovi confessionali con criteri moderni, dotati di insonorizzazione interna e impianto di riscaldamento e aria condizionata da attivare in base alle stagioni. Il tutto è in fase di progettazione, non ci resta che contare sulla Provvidenza e sulla bontà di gente di cuore: se tutto andrà come spero, entro l’estate contiamo di avere i tre confessionali”. Due più ampi e un terzo “di riserva”. Saranno installati sulla parte destra all’ingresso della chiesa.
Dunque per le confessioni l’affluenza rimane considerevole, mentre la partecipazione alle celebrazioni eucaristiche ha subito flessioni di recente?
“Devo dire che permane buona, in particolare alle 18.30 del sabato ma anche nelle messe del mattino, poi ricordiamo quanti vengono a pregare nel Santuario da soli in raccoglimento”.
Un luogo di pace e silenzio per i fedeli
È stata dura riavvicinare i fedeli agli ambienti sacri dopo e durante la pandemia?
“La ripresa dal Covid è stata molto difficile. Il compito di noi servi di Dio consiste nel contribuire a riallacciare i rapporti con le persone, nel ricucire il tessuto sociale, in molti si erano rifugiati nella pratica della fede a livello personale, la messa in tv era più comoda e più sicura ad esempio. Si tratta di riprendere il filo della nostra proposta con quel ‘fascino’ che la comunità cristiana dei Cappuccini di Thiene porta con sé da tanti anni”.
Tornando agli eventi giubilari “speciali”, come sono andate le prime due tappe di preghiera e riflessione? “
Abbiamo gettato la rete al largo per così dire, per diffondere la proposta in più vicaria-
ti, e la riposta si tocca con mano. A gennaio il primo incontro presenti in chiesa 70/80 persone, a febbraio già circa 200, segno che la strada intrapresa con molta semplicità è quella giusta: chi si avvicina poi dimostra di apprezzarla”. ◆
Anna Bianchini
Thiene sono sette, un uomo e sei donne, che fanno parte di quei 22.522 centenari registrati da Istat in Italia a fine 2024 e rispecchiano un trend in crescita, aumentato del 30% negli ultimi 10 anni. E a Thiene, come nel resto del Paese, la maggior parte è di genere femminile. La persona più longeva di Thiene è Tranquilla Lorenzato, che compirà 105 anni ad aprile e la si può trovare il lunedì mattina al mercato mentre passeggia tra le bancarelle, dispensando saluti e sorrisi. Nata a Laghi, ha lavorato sodo nei campi per tutta la vita, coltivando la passione per i viaggi. Risiede in Casa Albergo, dive si prepara da mangiare.
“Mi sono sposata una volta, e una volta di troppo” è la frase che ama ripetere ironizzando sul matrimonio. “È una signora deliziosa, intelligente e sensibile, che fa ridere e dona argomenti sui quali riflettere – spiega Anna Maria Savio, vice sindaca e assessora al sociale, che spesso incontra Tranquilla Lorenzato e ama stare in sua compagnia –Per le feste indossa il suo abito da sposa, va a camminare ogni giorno, è attenta e si fida solo di sé stessa, anche in fatto di soldi”. La quasi 105enne vive in Casa Albergo a Thiene, con anziani autosufficienti e chiunque la incontri la definisce “super arzilla”. Il suo segreto è la gratitudine per la sua vita e la consapevolezza di avere avuto molto, di essere una donna fortunata e capace di godere delle cose semplici della quotidianità.
Nella rsa di Schio dove risiede, il 17 gennaio ha compiuto 100 anni Orazio Marzaro. Festeggiato da tutti gli ospiti e dall’amministrazione comunale thienese, il neo centenario ha una memoria d’acciaio. Tanto da fornire costantemente materiale allo storico Domenico Zamboni, che spesso lo visi-
In un’Italia che invecchia sempre più e dove il calo delle nascite è un problema, c’è il lato positivo della medaglia. È quello di poter festeggiare i centenari, nonnini e nonnine, in alcuni casi arzilli e con un memoria d’acciaio, che hanno visto nascere radio, televisione e telefono e hanno un sacco si storie da raccontare.
ta e si intrattiene in lunghe chiacchierate. “Sono cresciuto in Conca, il quartiere più povero di Thiene – racconta Orazio Marzaro mettendosi a sedere e chiedendo di fare in fretta perché non vuole perdere la messa nella chiesa della rsa – Ero parte di una famiglia molto povera e mio padre Attilio era un bravo calzolaio, un uomo con valori e di sani principi che ha rispettato fino alla fine, anche a costo di prendere le botte. La mia famiglia non aveva aiuti, perché non eravamo fascisti. Mio padre lavorava anche di notte in corte, al freddo”. Orazio Marzaro ricorda con lucidità e con un po’ di rabbia i suoi inizi nel mondo del lavoro alla fine della quinta elementare: “Ero un ragazzino e sono stato sfruttato. Andavo in bicicletta a Zugliano a fare l’imbianchino, avevo 13 anni e un giorno, che ero caduto dalla bicicletta e non ero riuscito a portare il pranzo al capo come facevo di solito, mi ha versato in faccia della calce. Io l’ho ripagato rovesciandogli un secchio sulla testa dall’alto di una scala e me ne sono andato via. Mio padre mi ha dato ragione e lo ha svergognato in pubblico. Ricordo poi di avere mandato in m… un noto ingegnere thienese, che mi doveva 3,80 lire di stipendio e per fare il furbo mi ha dato 3,78 lire. Due centesimi allora erano soldi”.
Nella mente di Orazio Marzaro la maggior parte di ricordi sono belli e quelli meno belli sono ingentiliti da una dolce malinconia: “Ero piccolo quando assistevo mio padre in ospedale finchè è morto e c’era una suora che mi aiutava – racconta –Per guadagnare qualche soldo da ragazzo cantavo le serenate alle ragazze su commissione. Cantare faceva passare la fame, non è un caso il detto ‘canta che ti passa’. Non avevamo radio o tv all’epoca e ricordo che c’era una radio posata sul davanzale del negozio di alimentari in Conca davanti alla quale ci riunivamo per sentire le notizie”. Orazio Marzaro canta ancora, canta bene e non sbaglia una parola delle sue canzoni. È un uomo serio, parla in tono deciso nonostante l’età a volte lo faccia incespicare. Su una cosa non ha dubbi: “Il mio ricordo più bello è di essere stato scelto da mia moglie come moroso prima e come marito poi – spiega con gli occhi lucidi, velati dalla cecità dei suoi 100 anni compiuti – Passava davanti al bar dove andavo con gli amici e ci ha invitati a fare una passeggiate con le sue amiche una domenica pomeriggio. Abbiamo avuto due figli e festeggiato 71 anni insieme, litigando anche, ma sempre con amore e siamo sempre stati felici”. ◆
Attualità
Novità nella medicina territoriale a Thiene dove a inizio febbraio, in una sede messa a disposizione dal Comune in centro storico, sono stati inaugurati i nuovi ambulatori di medicina generale, sede del raggruppamento di sette professionisti che potranno rispondere a 10.500 pazienti assistiti.
“Un altro tassello nel mosaico dei servizi ai cittadini – sottolinea il sindaco Giampi Michelusi – Il raggruppamento di più professionisti opera in un’unica sede e permette di rispondere in maniera migliore ai bisogni degli utenti proseguendo in quell’unitarietà d’approccio ai servizi in linea con quanto già presente sul territorio”.
Il nuovo polo di medicina generale “Thiene Centro” valorizza un immobile comunale del centro storico cittadino e permette di usufruire di una struttura rinnovata, servita e comodamente accessibile.
“È uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati a inizio mandato e che abbiamo raggiunto” sottolinea entusiasta il primo cittadino.
La struttura è stata inaugurata il 31 gennaio alla presenza delle autorità locali e regionali e si trova in via Carlo del Prete 30 a ridosso di un ampio parcheggio.
Con una superficie di circa 470 metri quadri, il centro ospita undici locali utilizzabili come ambulatori, infermeria, una sala riunioni, due sale d’attesa, quattro servizi igienici di cui due per il personale e due per l’utenza e alcuni locali di servizio, con corridoi e un locale ripostiglio. La porzione di edificio che ospita i nuovi ambulatori è priva di barriere architettoniche e completamente accessibile dal parcheggio di via San Francesco. Nel nuovo poliambulatorio hanno trovato collocazione dal 2 gennaio scorso gli ambulatori di sette medici di medicina generale, suddivisi in due realtà associative, per un totale di oltre 10.500 pazienti assistiti.
Con un investimento di poco più di 300mila euro, il nuovo polo che si chiama “Thiene Centro” punta a rispondere in modo puntuale ai bisogni dei cittadini in un edificio accessibile e funzionale, riqualificato per l’occasione.
Si tratta della medicina di gruppo Integrata Ippocrate, trasferita nella nuova sede e che vede riuniti i medici Barbara Laverda, Desy Saccardo, Jacopo Sambo e Riccardo Santoro. Nello stesso stabile si è trasferita anche la Medicina di Gruppo Integrata Igea, composta dai medici Federica Bianchi, Giuseppe Stefano Lain e Giampiero Martini.
Nella nuova collocazione le due medicine di gruppo manterranno comunque la propria identità, con spazi, segreterie e infermerie distinte. Comuni saranno invece i vantaggi del trasferimento, sotto forma di ambienti spaziosi e completamente rinnovati e con ampia disponibilità di parcheggi per i pazienti in prossimità della struttura medica. Soddisfatto Carlo Bramezza, direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, che sottolinea: “Confermiamo ulteriormente la nostra attenzione e il nostro impegno per la medicina territoriale, così come la stretta collaborazione con le amministrazioni comunali. Questo poliambulatorio nasce proprio da questa sinergia virtuosa. Attraverso un importante progetto di riqualificazione urbana mettiamo a disposizione di medici e pazienti ambienti nuovi, più spaziosi e accoglienti, in una posizione centrale e dunque più facilmente raggiungibile,
migliorando così la qualità complessiva dell’esperienza assistenziale”.
Nel futuro della struttura sono previsti un accesso direttamente da via Carlo del Prete e l’installazione di un ascensore a servizio dell’edificio. La struttura, nel suo complesso, oltre ad ospitare il polo medico, ospita anche una palestra a servizio delle scuole e della comunità e, al piano primo, alcune aule dell’Itet Ceccato.
L’area è collegata alla viabilità ed è servita da un ampio parcheggio sterrato antistante con accesso da via San Francesco e da via Carlo del Prete oltre che dal parcheggio nell’area ex Titanus con accesso da via IV Novembre.
Il nuovo polo per la medicina generale era stato ideato dall’amministrazione guidata dall’e sindaco Giovanni Casarotto, che nel 2021 aveva siglato un protocollo d’intesa con l’Ulss 7.
“Desidero esprimere la mia soddisfazione per la grande condivisione e collaborazione intercorsa tra l’amministrazione comunale e l’Ulss anche alla luce del nuovo scenario normativo regionale sopravvenuto durante l’iter – conclude Michelusi – Grazie a questo dialogo, siamo riusciti a trovare soluzioni concrete e a garantire continuità a quanto progettato”. ◆ [A.B.]
Omar Dal Maso
n mezzo a giovani che a Thiene e dintorni tendono a far parlar di loro per “marachelle” e, purtroppo, a volte per episodi di cronaca, risulta utile piuttosto dare luce a storie che spesso sfuggono al “far notizia”. E che, grazie ad un mix di talento e spirito di sacrificio messi in campo nella vita di ogni giorno, raccolgono consensi. È senza timori di smentita il caso di Nicholas Alexandru Petroiu, studente di Giurisprudenza a Padova che ha già completato un primo triennio di studi universitari, un 22enne di belle speranze. Già riconosciute a Roma, dove è stato premiato tra i mille neolaureati di talento in Italia secondo la graduatoria stilata dalla Fondazione Italia Usa. Riavvolgendo il nastro di vita di Nicholas, si viene a sapere che è nato a Timisoara in Romania. Da bambino si trasferisce in Veneto con la famiglia. Primo giorno di scuola alle primarie Collodi, istituto dove apprende la lingua italiana. Poi le Bassani sempre in città, e ancora a “km zero” il ciclo di studi all’ex Itt Chilesotti.
Maturità conseguita con un rotondo 100 e lode – diploma in informatica e telecomunicazioni -; poi arriva il tempo della scelta cruciale, per ogni ventenne o giù di lì che si appresta a prendere in mano il timone del suo futuro, scegliendo la rotta.
Un automatismo, per lui, proseguire gli studi, più “tribolata” la direzione specifica da intraprendere.
“I miei compagni da dicembre avevano quasi tutti già scelto - racconta il 22enne -. Io solo a maggio della quinta, in tempi di pandemia Covid, ho capito che mi interessava approfondire l’aspetto giuridico che sta dietro a tanti temi studiati e ho trovato un corso di nuova istituzione che faceva per me, diritto e tecnologia”.
Matematica e informatica come “calamite” in termini di passione e predisposizione sin da adolescente, ma “a me piaceva studiare un po’ di tutto, in funzione di una formazione multidisciplinare a 360 gradi”. Tanto da partecipare perfino al simposio dei poeti, tanto per fornire una “prova”. E non manca l’esperienza del viaggio studio all’estero, nel suo caso a Cardiff . E ancora di rappresentante di classe e tutor per le “matricole”, giusto per non annoiarsi mai. Perché anche le skills da comunicatore vanno per così dire allenate per arricchire la crescita personale. Attenzione che non sono mancati il judo come pratica sportiva e gli scacchi come passione extra, nelle sue giornate da... 48 ore ciascuna!
Nicholas Petroiu, 22 anni, è nato in Romania ma a Thiene ha iniziato gli studi sin dalla prima elementare. Laureato in Giurisprudenza a Padova, è stato premiato tra i mille neolaureati di talento secondo la graduatoria stilata dalla Fondazione Italia Usa.
Dopo la laurea ottenuta la scorsa estate, altre porte si sono aperte per il thienese. Due, se le è andate a cercare, una terza è giunta inaspettata. L’iscrizione a Giurisprudenza e il Servizio Civile come volontario, per un anno. Dove? Nella sua città, in Municipio. “Penso che chi studia diritto, pubblico e costituzionale, maturi un po’ di ispirazione al senso civico e del dovere. A questo aggiungo che il bando parlava di servizio civile digitale e, vista la preparazione informatica, ho pensato che potesse rappresentare una sorta di utile tirocinio post laurea adatto a me”. Nicholas Petroiu si può incontrare ogni mattina in Municipio, mentre offre consulenza sull’attivazione Spid, alfabetizzazione digitale e creazione di password sicure, svolgendo un ruolo sociale, nello sportello Urp. Per tutto il 2025. “In questi primi mesi il bilancio è già positivo – dice – sto confrontando nella pratica temi che ho trattato nella mia tesi di laurea, un modo per dare concretezza ai tre anni di studio universitario”.
E il viaggio a Roma tra i “top 1000” neolaureati?
“Tutto è nato da una mail che ho ricevuto da Almalaurea, a dicembre. Non ne sapevo nulla, non è contemplata l’autocandidatura: attraverso un algoritmo la Fondazione mette insieme voti, punteggio di laurea, esperienze all’estero, età, curriculum e altri elementi comparativi”.
Il Premio America Giovani si è celebrato in una sede istituzionale come la Camera dei Deputati. E il master offerto sotto forma di borsa di studio, che tratta di “Leadership per le relazioni internazionali e made in Italy”. Un altro ingrediente utile, indubbiamente. In funzione di? “Mi sono costruito nel tempo un percorso che mi possa offrire un ampio spettro di opportunità. Non un mestiere univoco come può essere l’avvocato, ad esempio. Chi lo sa – conclude -, magari mi verrà in mente una professione del tutto nuova, a cui non ha pensato nessuno, pensarla così è ancora più stimolante!”. ◆
LAnna Bianchini
avorare su progetti mirati, rinforzarsi psicologicamente, promuovere il benessere e costruire i propri sogni. Destinati ai giovanissimi, sono tanti e tutti positivi gli obiettivi del progetto ‘Dreamcatcher – Ciascuno cresce solo se sognato. Educare è un progetto comune’, per il quale sono stati aperti due sportelli nell’Alto Vicentino, uno a Thiene e uno a Schio, con l’obiettivo di fornire consulenza e sostegno psicologico ai ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di secondo grado.
Lo sportello ‘Piume’, che dà il nome all’iniziativa, organizza attività di consulenza e prevede colloqui individuali dove, attraverso l’ascolto, la definizione del problema, la valutazione e l’empowerment, si promuove il benessere lavorando su obiettivi specifici e mirati. Promosso dall’Ats dell’Alto Vicentino, di cui Thiene è ente capofila, ‘Piume’ vuole dare forza e risposte a giovani che hanno bisogno di analizzare situazioni complesse, trovare risposte a delle fragilità e alleviare eventuali stati di crisi.
“Siamo in un momento storico in cui sempre più spesso i giovani necessitano di attenzione e di aiuto concreto – spiega Anna Maria Savio, assessora alle politiche sociali – L’obiettivo dell’iniziativa Piume è la promozione del benessere, attraverso consulenze psicologiche specifiche e mirate, per il miglioramento della qualità di vita dei ragazzi. Il sostegno psicologico è un intervento il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita dell’individuo e degli equilibri adattivi in particolare rivolto a situazioni di vulnerabilità, disabilità, mar-
Il nuovo servizio offre consulenza e sostegno psicologico per i ragazzi e ragazze delle scuole superiori di Thiene e Schio.
L’attività prevede colloqui individuali dove, attraverso l’ascolto, la definizione del problema, la valutazione e l’empowerment, si promuove il benessere lavorando su obiettivi specifici e mirati.
ginalità sociale, condizioni transitorie di particolare criticità. Si tratta, dunque, di un importante servizio rivolto ai giovani del territorio”.
La consulenza prevista per ogni singolo caso va da una a un massimo di dieci sedute, mettendo al centro dell’attenzione l’analisi di una situazione problematica specifica, che può essere di natura affettiva, sociale, o familiare facilitandone la gestione e soluzione da parte del ragazzo o della ragazza coinvolti.
Lo scopo è quello di sostenere, motivare, abilitare i ragazzi all’interno della propria rete affettiva, relazionale e valoriale, al fine anche di esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi anche legati ai cicli di vita, rinforzando capacità di scelta, di problem solving o di cambiamento.
L’attività di sostegno psicologico si struttura in colloqui individuali a supporto dei ragazzi.
Il progetto è gestito da professionisti e per la sua realizzazione il Comune di Thiene, mediante apposita procedura selettiva, ha individuato due psicologhe professioniste che svolgeranno per gli sportelli di Schio e di Thiene attività di consulenza e supporto psicologico.
Il primo ambito di intervento del progetto ‘Dreamcatcher’ è quello del Ben-essere, cioè mira a favorire la crescita individuale dei ragazzi attraverso il miglioramento dell’ambiente psico-sociale e delle relazioni interpersonali che lo compongono. ‘Piume’ rientra in questo ambito, oltre ad altre iniziative che lavorano su vari strati per far acquisire ai giovanissimi maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e nuovi modi per gestirle, per evitare la dispersione scolastica, per aiutarli a diventare adulti rispettosi e rispettati. Un ambito importante del progetto riguarda la comunicazione, con un progetto specifico volto a promuove strategie per aumentare la consapevolezza della comunità educante riguardo le dinamiche comunicative dei nuovi media.
I due sportelli hanno sede a Thiene, presso Engim Veneto del SFP patronato San Gaetano, aperto tutti i mercoledì, esclusi i festivi, dalle 12 alle 19 (email prenotazioni: thienepiume@gmail.com) e a Schio, al Faber Box, stanza “Digibox” al terzo piano, aperto tutti i mercoledì (esclusi i festivi) dalle 8.00 alle 19.00 e il sabato mattina dalle 8 alle 13, previa disponibilità della sede e del professionista (email prenotazioni: schiopiume@ gmail.com). L’accesso è gratuito. ◆
Attualità
Noto al grande pubblico per il suo ruolo iconico in “CSI: Scena del crimine”, dove è stato Warrick Brown, l’attore Gary Dourdan, che è anche un musicista affermato, ha voluto MatthewS per il singolo “Seedless Grapes”, una fusione straordinaria di elettronica sofisticata e vibrazioni soul, un’esperienza sonora avvolgente e intensa.
Le melodie elettroniche di MatthewS si intrecciano con la voce calda, profonda e graffiante di Dourdan, le cui radici affondano nel jazz, nel blues e nel soul: nel brano la sua voce diventa uno strumento potente, capace di accompagnare ed elevare le sonorità elettroniche.
“Collaborare con Gary è stato incredibile –ha dichiarato MatthewS. - La sua voce ha un’energia unica e la sua esperienza musicale ha portato una dimensione completamente nuova alla traccia. Non si tratta solo di una canzone, ma di un’espressione artistica pura”. Le influenze musicali sono diverse e vanno dai battiti elettronici avvolgenti alla sensualità del soul, con una linea vocale che rimanda a una modernità intrisa di blues.
A completamento di questo progetto innovativo, è stato realizzato un videoclip diretto dall’artista newyorkese Delphine Diallo, che ha utilizzato l’intelligenza artificiale per creare una fusione sorprendente tra musica e arte visiva. Il video offre un’e-
MatthewS, nome d’arte del musicista e produttore Matteo Scapin, ha da poco all’attivo il nuovo singolo “Seedless Grapes” realizzato in collaborazione con l’attore e americano Gary Dourdan.
sperienza immersiva che amplifica le emozioni del brano.
Dopo la prestigiosa collaborazione con Dourdan, MatthewS sta lavorando a progetti musicali con aziende estere per la
creazione di librerie sonore, un’attività che dimostra ancora una volta la sua capacità di spaziare in ambiti musicali diversi e di innovare, con un approccio visionario.
◆ [M.D.Z.]
I dieci Comuni appartenenti all’Unione montana Pasubio Piccole Dolomiti propongono ai cittadini dell’Alto vicentino un test per raccogliere informazioni sulle abitudini di spostamento e sulle esigenze dei residenti.
Come si spostano i cittadini dell’Alto vicentino? Al via il test.
L’Unione montana Pasubio Piccole Dolomiti propone un questionario per raccogliere idee e proposte da cui partire per progettare la mobilità del futuro.
L’iniziativa coinvolge tutti e 10 i comuni dell’Unione, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle abitudini di spostamento e sulle esigenze dei residenti. Il questionario si inserisce nell’ambito della redazione del Pums - Piano della mobilità sostenibile, un documento strategico che guiderà le decisioni future in materia di
trasporti e viabilità. Per costruire un piano efficace, secondo i dirigenti dell’Unione montana, è importante per chi progetta, comprendere la situazione attuale, analizzare i problemi e raccogliere suggerimenti direttamente dai cittadini, coinvolgendo quindi i Comuni di Marano Vicentino, Monte di Malo, Piovene Rocchette, Posina, Torrebelvicino, Santorso, Schio, San Vito di Leguzzano, Valdagno e Valli del Pasubio. Grazie a questo strumento, sarà possibile sviluppare soluzioni concrete per migliorare il sistema di trasporto pubblico e privato, ridurre l’impatto ambientale e incentivare una mobilità più sostenibile. Il questionario è anonimo, richiede pochi minuti per essere compilato e sarà disponibile fino al 31 marzo sui siti ufficiali dei Comuni aderenti all’Unione. ◆
COmar Dal Maso
ome scaldarsi il cuore con intorno 15 o 20 gradi sottozero? Lo fa intuire tra immagini postate sui social e racconti di viaggio Lisa Bonato, la musher vicentina di rientro da una “spedizione” in Scandinavia.
Come ci si chiedeva? Intanto tenendosi in movimento con tra le mani le “redini” della sua slitta da sleddog trainata da 8 siberian husky al galoppo. E, poi, quando arriva il momento del meritato riposo, coccolandoseli ad ogni pausa, strofinando la calda pelliccia di ciascuno dei suoi pelosi compagni di vita - a casa -, e di avventura, tra foreste fredde e incontaminate e distese di neve.
Partita (in compagnia di altre due gambe e ben 44 zampe in totale) con l’idea di affrontare due diverse competizioni ravvicinate, Lisa e i suoi amiconi si sono dovuti accontentare di percorrere “solo” 200 km, nella competizione più ambita, la Femundløpet. Poi un imprevisto logistico l’ha costretta ad anticipare il rientro, ma poco importa, visto il bagaglio già pieno di ricordi e soddisfazioni riportato in Veneto dopo la trasfertona in Nord Europa.
Otto i cani “titolari” della muta, altri tre al seguito, compresa una piccolina in viaggio come mascotte. Praticamente una squadra di calcio al fischio d’inizio. “Mi è dispiaciuto più per i cani, per la verità, non li ho visti minimamente provati quando siamo arrivati al traguardo. Già il giorno dopo l’arrivo scalpitavano: ci avevano preso gusto ed erano pronti a ripartire, erano in formissima”.
La 33enne vicentina Lisa Bonato, campionessa di sleddog, è volata in Scandinavia per affrontare una delle corse su slitta da neve più impegnative al mondo con la sua “cucciolata” di siberian husky. Due i piazzamenti di prestigio: 20° posto in termini assoluti e prima nella classifica per razza nordica pura.
Ma questo è l’unico coriandolo di rammarico, giusto visto il periodo di Carnevale trovato al suo rientro in patria a metà febbraio. Dopo un’esperienza sognata e voluta. “Il ricordo più bello? La tappa notturna di 50 km, è stata stupenda sia per me che per i cani, ma anche i giorni trascorsi a Lillådalen, in Svezia, un posto magnifico”. Tre “tirate” da 80, 50 e 70 km inframezzate dai checkpoint con riposo obbligatorio da 6 ore per conducenti (musher) e cani. Un “tuffo” nel bianco e nel gelo tra paesaggi d’incanto per chi ama queste latitudini. E altitudini. Per un totale come detto di 200 km “tondi” ma in realtà assai spigolosi, visti i 3.500 metri di dislivello. “Come ho vissuto la gara? Con tristezza assoluta – racconta Lisa – nella prima metà della prima tappa, tra problemi al freno della slitta, un infortunio al ginocchio per me e per due cani alle prese con disturbi intestinali passeggeri. Poi abbiamo carburato e recuperato parecchie posizioni: alla fine è andata bene perché quando sono iniziati i tratti di montagna ci siamo fatti valere”. Ed ecco i piazzamenti di prestigio: 20° posto in termini assoluti e prima nella classifica per razza nordica pura. “Nel 2024 in una corsa analoga in Svezia l’obiettivo consisteva davvero solo nell’arrivare al traguardo, stavolta invece mi sono impegnata di più, anche perché i cani andavano da Dio. Ma la vittoria più bella è stato ricevere i complimenti dei veterinari per come sono tenuti”. Un’avventura durata dal 1 al 17 febbraio, tra l’altro documentata da un film
maker padovano (Andrea Azzetti) che sta riprendendo da vicino le scorribande della 33enne cresciuta a Zanè e dei suoi allenatissimi amici husky. Quasi due giorni di viaggio alla guida di un furgone, dall’Altopiano di Asiago (dove vive e lavora) a Rostock in Germania, poi il traghetto e l’approdo in Svezia. Un periodo di “vacanze sportive” che tutta la comitiva a due e quattro... zampe ricorderà per sempre. Raggiunta Lillådalen, per la fase ambientamento, e poi sconfinamento in Norvegia verso Røros, sede di partenza della Femundløpet, patria dello sleddog. La cui prima edizione risale a 30 anni fa e che attira di anno in anno sempre più specialisti. Anche dall’Italia, ovviamente.
Tutti al via per rivedere e poi sfidare amici di passione provenienti da più angoli remoti del pianeta, lanciando “il guanto” verso padroni di casa. Quasi sempre loro ad accaparrarsi i podi attraversando lande di neve tra, boschi laghi e torrenti ghiacciati: ben 18 equipaggi sui primi 20 sono norvegesi. Uniche eccezioni un francese e la prima tra gli italiani in gara, proprio lei. “È decisamente dura competere con i musher scandinavi e i loro cani – spiega Lisa Bonato prima di rimettersi a correre -. Hanno la possibilità di allenarsi per lunghi periodi dell’anno e su percorsi naturali dalle distanze quasi infinite, condizioni ambientali che per noi sull’Altopiano non esistono. In ogni caso di esperienza in esperienza si cresce sempre di più. E ci si diverte allo stesso modo, che è quello che conta”. ◆
Attualità
Un raggio di luce abbinato a un sospiro di sollievo. È nato in una clinica di Kigali il 17 febbraio, in Ruanda, Gaetano Rigoldi, figlio di Marco e Arielle Angelique, la coppia di giovani missionari laici costretti a fuggire dal Congo attraversando il confine in condizioni di alto rischio. Una via d’uscita pericolosa ma l’unica praticabile per lasciare Goma, città di 750 mila abitanti dove il 29enne di Villaverla 5 anni fa ha fondato un centro di accoglienza per bambini di strada. Ora chiuso per causa di forza maggiore, a causa della guerriglia che si è scatenata nella zona
Il bebè è figlio del missionario laico Marco Rigoldi, 29enne di Villaverla fondatore in Congo di Casa Goma, città dove con la moglie prossima al parto era fuggito per l’assedio dei ribelli.
dopo l’arrivo dei ribelli e una situazione di instabilità politica che perdura. Una vicenda delicata quella legate alla sorte di marito e moglie che ha tenuto in tanti, parenti e amici di Rigoldi in apprensione a Thiene e dintorni. A fine gennaio l’arrivo a Kigali e l’appello lanciato verso l’Italia per sostenere le spese ingenti e imminenti, avendo dovuto lasciare tutto quanto a Goma. La risposta della solidarietà dei vicentini non si è fatta attendere, favorendo la permanenza di Arielle Angelique nella capitale ruandese in vista del parto, avvenuto con taglio cesareo, attraverso delle donazioni.
La giovane, infatti, al momento della fuga si trovava già alla 36esima settimana di gravidanza: impossibile pensare al trasferimento aereo verso l’Italia in tempi rapidi, stanti anche le problematiche di visto per l’espatrio. “Cavilli” burocratici internazionali che, almeno nel breve periodo, impediscono alla famiglia ora composta da tre membri di far rientro nel Vicentino a stretto raggio. Tornando al giorno del lieto evento, tutto è andato per il meglio, come testimoniato dalle prime foto inviate via smartphone a chi era “in dolce attesa” di notizie, però, a Villaverla, neo nonni e neo zii in primis. ◆ [O.D.M.]
Attivato il corso di formazione per operatori socio sanitari al centro servizi Guido Negri di Thiene: 29 i partecipanti, italiani e stranieri per nazionalità. In maggioranza, ma non in esclusiva, sono donne.
Un primo “appello” estivo era andato a vuoto, ma alla seconda chiamata invernale hanno risposto in 29, oggi aspiranti operatori socio sanitari che si stanno formando a Thiene a partire dai primi giorni del 2025. Una proposta di formazione professionale per certi versi fuori dell’ordinario, vista l’ospitalità offerta agli allievi da una rsa come la struttura retta dalla Fondazione Opera Immacolata Concezione dove persone anziane e nell’hospice i pazienti malati terminali trovano assistenza e compagnia.
Ad avviarsi al diploma di operatore qualificato sono 6 uomini e 23 donne, per un’età media di 36 anni come ha reso noto il Comune di Thiene, uno degli enti locali coinvolti nella prima edizione del corso organizzata insieme anche alla Fondazione Enac Veneto e al Centro Formazione Canossiano di Schio. Tutti i corsisti sono domiciliati in provincia di Vicenza, due tra lo -
ro provenienti da fuori Veneto. Il 20% circa è originario di Paesi stranieri, la parte restante è costituita da cittadini/e italiani/e. Un’opportunità quella del corso per oss che è stata colta dunque da poco meno di 30 candidati disposti a prepararsi adeguatamente per svolgere una professione delicata, a stretto contatto con soggetti fragili e/o
affetti da patologie che necessitano di figure sanitaria a cui affidarsi, in affiancamento al personale medico e infermieristico. La coordinatrice della sede di Schio di Enac Veneto, Serena Sgrosso, in occasione della presentazione del bando aveva evidenziato la novità insita dell’iniziativa: “È la prima volta – ha dichiarato - che Enac Veneto propone il percorso formativo a Thiene e direttamente in una rsa. Auspichiamo di suscitare l’interesse di molti che vorranno cogliere questa opportunità di lavoro, oggi molto richiesta, in un settore delicato, ma anche umanamente arricchente”. ◆ [O.D.M.]
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Sono suoni del nostro tempo, forgiati nell’aria da alcuni tra i più interessanti talenti musicali di oggi, quelli proposti nei tre concerti domenicali di “Suoni del Presente”.
“Il Comune vuole dare spazio alle differenti forme d’arte nelle loro diverse declinazioni così da offrire opportunità di arricchimento per la città – commenta l’assessora Ludovica Sartore - La proposta, nuova per Thiene, va in questa direzione e senz’altro è l’occasione per poter apprezzare un’otti-
Dal 16 marzo al 27 aprile, in scena all’Auditorium Fonato tre appuntamenti musicali che rappresentano lo stato dell’arte della scena creativa italiana.
ma musica contemporanea interpretata da musicisti di qualità, mettendo allo stesso tempo in un dialogo fecondo musicisti e linguaggi, pubblico tradizionale e giovani generazioni”.
Il programma vedrà, in scena, domenica 16 marzo alle 18, il trio di tromboni Sliders, formazione unica nel suo genere nel panorama italiano con Filippo Vignato, Federico Pierantoni e Lorenzo Manfredini. Domenica 6 aprile alle 18 Spell/Hunger con Piero Bittolo Bon ai sassofoni ed elettronica e Andrea Grillini alla batteria ed elettronica, entrambi protagonisti dell’improvvisazione europea. La rassegna si chiude domenica 27 aprile alle 18 con Nic T, cantautore vicentino tra folk d’avanguardia e speri -
Saranno tre le serate attraverso cui il cinema Campana di Marano celebrerà l’importanza di Mazzacurati come autore, il suo straordinario contributo al cinema italiano e internazionale, e il profondo legame con il territorio veneto che ha saputo raccontare con sensibilità e autenticità. Film come Il prete è bello, Il Toro (Leone d’Argento a Venezia nel ’94), Vesna va veloce e La lingua del santo sono esempi di come Mazzacurati abbia saputo intrecciare storie locali con temi universali, rendendo i suoi lavori profondamente umani e toccanti. Il primo appuntamento è per mercoledì 19 marzo alle 20.30 con la proiezione del documentario “Carlo Mazzacurati – Una certa idea di cinema” di Mario Canale e Enzo Monteleone, presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia: non una analisi filmica del suo cinema, né una biografia, ma un percorso legato alle tematiche che lo hanno contraddistinto, ai sentimenti che lo hanno guidato, ai luoghi che ha abitato e raccontato.
Seguiranno poi due serate che permetteranno al pubblico di scoprire, o riscoprire, la sua filmografia e di apprezzare nuovamente il suo approccio che coniu-
mentazione, in tour a supporto del suo album-rivelazione ‘The Saint’. Una proposta che si inserisce a complemento dell’offerta culturale dell’alto vicentino e che, grazie alla partnership con le realtà di formazione musicale del territorio, è inclusiva verso le nuove generazioni, grazie all’ingresso gratuito su prenotazione previsto per tutti gli under 18 e per gli studenti delle scuole di musica della città. Suoni del Presente è un progetto di Metrotime Società Cooperativa con la collaborazione del Comune di Thiene, di Istituto Musicale Città di Thiene, ConcArmonica APS e di Associazione JUNIORchestra, realizzato con il sostegno di Nuovo Imaie e Associazione Nazionale Il Jazz Va A Scuola. ◆
A 11 anni di distanza dalla sua scomparsa, e in occasione dell’uscita del documentario a lui dedicato, la sala d’essai di Marano celebra il lavoro del regista Mazzacurati con una rassegna in programma dal 19 marzo al 14 maggio.
ga realismo e poesia, ironia e malinconia: mercoledì 16 aprile alle 20.30 si terrà la proiezione del film Il Toro mentre il 14
maggio toccherà alla pellicola La lingua del santo. Ingresso con biglietto o abbonamento. ◆