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Thiene MesePlus

Periodico di informazione dell’Alto Vicentino n. 27 - aprile 2025

Anna racconta lo sport premiata dal Coni - p.6 ◆ L’Arca di Sant’Antonio: svelata la preziosa reliquia - p.8

In volo da Thiene al Giappone sulle orme di Arturo Ferrarin

L’imprenditore Giorgio Bonato, presidente del “RM Hangar Museum” dell’aeroporto cittadino, è al lavoro per realizzare la copia funzionante del biplano Sva 9 Ansaldo usato dall’aviatore thienese nell’impresa del 1920 Roma – Tokyio. “Voglio chiudere un cerchio, facendo il suo volo al contrario”. Nel frattempo la riproduzione del velivolo da esposizione verrà esibita al padiglione Italia all’Expo di Osaka.

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In volo da Thiene al Giappone sulle orme di Arturo Ferrarin

L’imprenditore Giorgio Bonato, presidente del “RM Hangar Museum” dell’aeroporto cittadino, è al lavoro per realizzare la copia del biplano Sva 9 Ansaldo usato dall’aviatore thienese nell’impresa del 1920 Roma –Tokyio. Il suo sogno è rifare il volo di Ferrarin, partendo però dall’Italia. Nel frattempo la sua riproduzione da esposizione verrà esibita al padiglione Italia all’Expo di Osaka.

partito tutto dal sogno di Giorgio Bonato di fare il volo di Arturo Ferrarin al contrario, da Tokyo a Roma, e mentre il presidente del Roma-Tokyo-Hangar-Museum dell’aeroporto di Thiene sta lavorando alla ricostruzione fedele e funzionante del famosissimo Sva 9, la sua riproduzione da esposizione a grandezza naturale è partita per il Giappone per essere focus del padiglione Italia all’Expo di Osaka.

Una soddisfazione che commuove l’imprenditore originario di Bassano del Grappa che entusiasta, commenta sorridendo: “All’inizio qualcuno mi dava del pazzo e ora mi ritrovo con il mio aereo in esposizione all’Expo e con un aereo funzionante

in cantiere”. È più di quanto lui stesso sperasse, ma per lui è solo il punto di partenza, perché il vero sogno di Bonato infatti è un altro: “Sono un pilota di aerei e un costruttore e sto riproducendo un modello funzionante dello Sva 9 di Arturo Ferrarin, perché voglio chiudere un cerchio, facendo il suo volo al contrario: lui ha volato da Roma a Tokyo, io voglio fare Tokyo-Roma”. Da dove comincia la realizzazione dello Sva9 che sarà esposto all’Expo Osaka? Con l’associazione culturale Roma-Tokyo-Hangar-Museum (RTHM) stiamo valorizzando il passato di Thiene. Arturo (lo chiama per nome come si fa tra amici) è un personaggio eccellente di Thiene. Il suo volo da Roma a Tokyo nel 1920 ha segnato la storia del volo, infatti è inserito in tutti i libri di aviazione. A Thiene non

gli viene reso il merito che ha, in Giappone è un’icona. Sono appassionato di volo, volo dal 1988 e sono un imprenditore che realizza per lavoro pezzi unici con materiali innovativi. Ho deciso di realizzare una riproduzione funzionante dell’aereo per fare il volo da Tokyo a Roma, ma prima ne ho realizzato un modello statico, da esposizione e questo è stato scelto per l’Expo di quest’anno a Osaka.

La riproduzione dell’aereo poteva essere realizzata ovunque, invece parte proprio dalla città di Arturo Ferrarin, fatto da una persona che lo stima. Non è poco.

In effetti ne sono orgoglioso, qualcuno mi diceva che ero pazzo ma passo dopo passo il mio sogno si sta realizzando. Il padiglione Italia è realizzato dall’architetto Mario Cucinella, che propone la Città Ideale. Riproduce un hangar in legno, quindi per lo Sva9 è la location ideale. L’obiettivo del Padiglione Italia è quello di ampliare l’immagine dell’Italia nel mondo attraverso la presentazione delle sue eccellenze, la sua tecnologia d’avanguardia, la ricerca scientifica, le opere d’arte classiche e contemporanee, il design e l’artigianato, la musica e le performance quotidiane dal vivo, tutte espressioni del talento umano e del modo italiano di creare dialoghi interculturali. Racconterà al mondo anche il nostro territorio e la volontà di guardare al futuro. Se penso a tutto questo diciamo che sono arrivato oltre le mie aspettative.

Qual è stato il suo primo approccio con Arturo Ferrarin?

Lo conoscevo di fama e, da appassionato di volo, studiando la storia dell’aviazione ho compreso il suo valore. Nella sua epoca, nel ventennio, l’Italia primeggiava nel settore

Spedizione per l’Expo

dell’aviazione con l’Inghilterra e gli Stati Uniti d’America. Arturo Ferrarin battè vari primati. Era un pilota ma era soprattutto un collaudatore, per cui rappresentava in tutto gli aerei che pilotava. All’epoca un collaudatore seguiva tutte le fasi di costruzione e il progetto dell’aereo. Arturo morì proprio collaudando un aereo. Che aereo è lo Sva 9?

Il suo nome è Savoia-Verduzzo-Ansaldo, dai nomi dei progettisti ed è nato nel 1917 da commesse militari. Subito però si sono resi conto che l’aereo era troppo prestante per quell’uso, era molto superiore, quindi fu deciso di usarlo non per il combattimento ma per la ricognizione. Quindi scelsero di non armarlo ma di sfruttare la sua velocità. Il progetto era estremamente valido dal punto di vista aerodinamico. Lo Sva 9 è un aereo sinuoso, le sue curve ricordano quelle di una donna. È un biplano con quattro ali, chiamate semi-ali, due destre e due sinistre.

Dalla passione per il volo alla costruzione di un aereo però il salto non è così scontato. Come ci è arrivato?

La passione per gli aerei ce l’ho da quando ero bambino. Da ragazzino facevo aeromodellismo, poi questo hobby mi è diventato stretto. Sono diventato pilota e pur essendo il classico pilota della domenica mi è stata riconosciuta qualche qualità. Ho fatto il primo volo da solo molto presto e ho sempre studiato tantissimo nel campo dell’aviazione. Ho cominciato a costruire modellini in casa, un po’ per gioco, ma mi sono sempre preso sul serio e ci ho messo grande impegno. Ho la certificazione Enac, che mi permette di costruire aeroplani sperimentali.

Quando è nato il progetto?

15 anni fa ho cominciato la ricerca storica, la ricerca dei progetti originali. È stato un lavoro lungo, anche perché tra alti e bassi, tra entusiasmi e delusioni, non ci ho mai potuto lavorare a tempo pieno. Ho cominciato nel mio sottoscala. Piano piano l’aereo occupava spazio e mi sono dovuto spostare in un posto più ampio. Ora siamo all’interno della mia azienda, ho dedicato uno spazio tutto allo Sva9 statico e devo studiare lo spazio anche per i prossimi. Cosa farà dopo questo Sva 9, che è già arrivato a Osaka?

Sto già costruendo tre Sva 9 funzionanti, le ali sono già pronte. Uno me lo terrò io per realizzare il mio grande sogno, fare il volo Tokyo-Roma, l’inverso di quello fatto da Arturo. Volerà tra un anno e mezzo. Io non devo battere record, la mia passione è personale ed è rivolta alla storia. Non esistono Sva volanti, sono solo nei musei. Diciamo che realizzare il modello statico mi è servito per superare le difficoltà e procedere

più velocemente con la realizzazione dei tre esemplari funzionanti.

Il modello che è andato a Osaka è in legno, senza rivestimento. Perché?

In Giappone vogliono esporlo “nudo”, vogliono che si veda l’arte del saper fare, l’artigianalità. Vogliono che abbia un forte impatto visivo. Andrà appeso al centro della Città Ideale, che è il tema del padiglione Italia.

Come sta vivendo questa avventura dell’Expo?

A me lei sembra troppo umile, quasi non si rendesse conto dell’importanza del suo aereo e di dove sarà collocato.

(Giorgio Bonato si ferma e gli occhi si arrossano, si commuove, finge di tossire per nascondere l’emozione. Poi riprende il controllo).

L’avventura dell’Expo sta portando tanto entusiasmo. È una missione che concepisco anche per dare valore al nostro territorio, che avrà una visibilità mondiale. A Osaka si aspettano 30 milioni di persone. È partito tutto da qui, da questa stanza, con tutti i miei weekend dedicati al mio Sva9. Andrò a montarlo io ad Osaka, poi tornerò per l’inaugurazione.

Cosa si aspetta dal Giappone?

Ho un rapporto profondo con i giapponesi, quando il gruppo di Tokorosawa è ve -

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nuto a Thiene c’ero. L’associazione RTHM è promotrice del rapporto di amicizia tra Thiene e la città gemellata. A Tokorosawa c’è il museo dell’aviazione di Tokyo dove è dedicato ampi spazio ad Arturo Ferrarin. Il nostro pilota è più famoso là che qua, noi dovremmo valorizzarlo di più. In Giappone c’è il progetto di ampliare del museo e dedicare ancora più spazio all’impresa di Ferrarin.

Che cosa ne pensa dell’aeroporto di Thiene? Quest’anno ricorre il 50esimo, è una data importante. Oggi l’aeroporto gode di una fama importante, è il più attivo e vigoroso in Italia per quanto riguarda il volo sportivo. Thiene è in una posizione favorevole, al centro della Pedemontana e ha tutti i servizi che servono ad un aeroporto. Ha la scuola di volo, il carburante, tutti i servizi, è un vero aeroporto. A mio avviso dovrebbe diventare un riferimento per tutta la Pedemontana, anche perché grazie ad una gestione corretta gode di ottima salute finanziaria. Oltre ad essere un centro perfetto per le attività aeroportuali è anche un bel posto, dove si possono sviluppare numerose attività, perché è pieno di verde e c’è cielo tutto intorno. È un orgoglio per Thiene. Molti aeroporti sono in deficit, Thiene no. ◆

Giorgio Bonato al lavoro sul velivolo

Attualità

La Pedemontana spinge il mondo dell’artigianato

La Superstrada Pedemontana ha portato buone novità per il mondo dell’artigianato dell’Alto Vicentino, aprendo nuovi mercati nell’area trevigiana e verso ovest. Il presidente di Confartigianato Thiene Christian Malinverni: “La velocità nel movimento ed il risparmio nei costi consente di fornire preventivi più bassi, di accettare lavori con importi più contenuti e di garantire una migliore concorrenza”.

uone notizie per le imprese artigiane: sono aumentate le richieste di preventivi e l’affidamento di lavori da fuori zona. A confermarlo è Christian Malinverni, presidente del mandamento di Thiene, che da sempre si definisce “un fan” dell’infrastruttura. Spiega la tenuta del settore ed i suoi buoni numeri con ottimismo e fiducia per il futuro: quando l’utilizzo dell’arteria sarà a regime, le prospettive per il comparto lavorativo miglioreranno ancora di più.

“Il settore dell’artigianato tiene, i numeri nel nostro mondo sono ottimi – spiega Malinverni – Non ci sono problemi di lavoro, ci sono invece problemi di carenza di personale”.

Secondo una valutazione fatta dagli addetti ai lavori nel mondo dell’artigianato dell’Alto Vicentino i numeri sono destinati a migliorare, poiché dopo l’apertura della superstrada Pedemontana un mercato che era circoscritto al territorio ha dimostrato notevoli segni di apertura.

Aumento delle commesse

“Da quando è stata aperta c’è stata un’impennata di richieste di preventivi arrivate dall’ovest vicentino e dal trevigiano – sottolinea Malinverni – Richieste e affidamenti di lavori perché ora muoversi è molto più conveniente. Io sono un fan della Pedemontana, lo sono sempre stato e in effetti la mia aspettativa si è realizzata. La velocità nel movimento ed il risparmio nei costi consente di fornire preventivi più bassi, di accettare lavori con importi più contenuti e di garantire ai richiedenti una migliore concorrenza. Si sentono lamentele sul costo della Pedemontana, ma non si fanno i conti nel modo giusto, perché i soldi del pedaggio si recuperano, e bene, nel risparmio di tempo, nell’usura dei mezzi, nella spesa di benzina e gasolio e se vogliamo dirla tutta è utile anche in termini di ecologia, sicurezza e qualità di vita”.

L’ottimismo del presidente degli artigiani del mandamento di Thiene si basa su buoni numeri già esistenti nel settore, ma anche su una rosea previsione per il prossimo futuro, quando cioè l’utilizzo della Pedemontana aumenterà. Al momento è usata ancora poco, perché aperta da poco, ma come ha spiegato Davide Fasan, ingegnere civile con specializzazione in infrastrutture e trasporti durante un incontro nella sede della Provincia di Vicenza per la presentazione dello studio sulla viabilità nell’Alto Vicentino, affinchè l’utilizzo di una autostrada o di una superstrada entri a regime servono almeno quattro o cinque anni. “Nel mondo del lavoro locale la Pedemontana ha fatto oltrepassare le Colonne d’Ercole – sottolinea Malinverni – Mercati che prima parevano lontanissimi ora sono raggiungibili velocemente. Basti pensare a Montebelluna, Castelfranco o Conegliano. Per arrivarci servivano un’ora e mezzo, con il traffico anche dure ore. Con relativo consumo di carburante e costi che si ripercuotevano nel valore del preventivo. Per cui non ci si avventurava proprio oltre una certa distanza. Ora quel mercato è a portata di mano e questo porta ad un vantaggio sia per l’artigiano che per il consumatore, i prezzi sono più bassi e la qualità è più alta”.

La carenza di personale

Il reale problema del mondo artigiano è la carenza di personale.

“Molti rinunciano a commesse importanti perché non hanno il personale per realizzarle – continua Malinverni – Il nostro è un settore dove si offrono contratti sicuri e buoni, eppure anche qui questa proble-

matica, che ricorre anche in altri settori, è sempre più presente. Molti artigiani lavorano fino a tarda età e non riescono ad andare in pensione perché non hanno addetti che lavorino al posto loro”.

Per il settore dell’artigianato, soprattutto per il segmento della ristorazione, una notevole fonte di preoccupazione è data dalla politica americana e dai tagli alle caserme statunitensi in territorio italiano, con gli occhi puntati sulla Caserma Ederle di Vicenza.

Dopo l’intervento di Elon Musk, capo del Doge (Dipartimento per l’efficienza governativa), anche a Vicenza come ad Aviano o Sigonella, sono scoppiati malumori e preoccupazioni non solo all’interno, ma in tutto il territorio sul quale gravita l’indotto economico.

“I problemi nel settore economico non sono generati dalle guerre e il blocco imposto alla Russia ha causato qualche flessione nel nostro mercato, ma non troppo – sottolinea Christian Malinverni – Preoccupa molto di più la politica americana e alcune scelte che a mio avviso avranno ripercussioni enormi nel nostro mondo del lavoro. Preoccupa il fatto che Elon Musk ha tagliato i fondi alla Caserma Ederle, che è di fatto un’azienda e che fattura moltissimo”.

La questione Ederle

Il presidente degli artigiani del mandamento di Thiene si riferisce in particolare all’indotto che la Caserma Ederle crea nel settore della ristorazione, grazie ai suoi numerosi ed imponenti eventi. Da qualche giorno il DOGE ha sospeso le carte di credito governative dei dipendenti civili statunitensi e italiani che lavorano nell’ufficio acquisti delle basi militari e sempre questa settimana i dipendenti civili avrebbero ricevuto l’e-mail cui si chiedeva loro di documentare le attività dell’ultima settimana. “I tagli imposti da Musk potrebbero creare un danno molto pesante nell’economia vicentina perché la Caserma Ederle ha un indotto mostruoso”, spiega Malinverni. Dopo il blocco delle carte di credito è infatti arrivato anche lo stop alle assunzioni di lavoratori italiani, anche per semplici sostituzioni temporanee, con la decisione dell’amministrazione U.S.A. di tagliare le spese federali che minaccia un impatto importante sull’economia del territorio.

“C’è preoccupazione tra lavoratori e addetti ai lavori anche se al momento non sono stati annunciati tagli al personale – spiegano dalla Cisl di Vicenza – La sospensione delle assunzioni dovrebbe essere solo temporanea, per dare il tempo all’amministra-

Attualità

zione a stelle e strisce di rivedere le spese e le modalità di gestione.

“Con la Caserma Ederle noi facciamo moltissimi eventi e se dovessero subire dei tagli il risvolto potrebbe essere davvero pesante – conclude Malinverni – Sono eventi che garantiscono il pagamento, con orari e regole imposti dal mondo militare, per cui c’è sicurezza, ordine, rispetto ed educazione. Sono eventi per noi semplici da organizzare, quei lavori che prendi con piacere ed il fatto che rischino di subire una contrazione desta notevole preoccupazione”.

Christian Malinverni

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Omar Dal Maso

n giorno speciale, vissuto da una ragazzina speciale. Il suo nome è Anna, la data da conservare tra i ricordi è quella di venerdì 14 marzo 2025. Quella di un viaggio con punto di partenza casa Gasparella, a Sarcedo, e destinazione la Capitale, Roma. E, più precisamente, la sede del Coni, il Comitato Olimpico, dove la 14enne vicentina è stata ricevuta (e premiata) nella Sala d’Onore del cuore dello sport italiano. Una soddisfazione per chiunque a qualunque età, figuriamoci per Anna, speciale anche perché è una sportiva a tutto tondo – pratica l’atletica leggera – e sa anche raccontarlo. È questo il motivo del premio nazionale che si è meritata, dopo aver fuso insieme queste due passioni – e abilità, importanti – lei che vive quotidianamente uno stato di disabilità di origine neurologica, causato da una patologia denominata disprassia e che la costringe ad esprimersi con la lingua dei segni. Ma che, con l’aiuto qualificato e attento di chi ne sta seguendo il percorso di crescita, non le impedisce di mettere “nero su bianco” quello che prova e sogna, in questo caso applicato alla sua passione sportiva. La giovanissima vicentina è stata tra i ragazzi italiani meritevoli di lode nell’ambito del concorso nazionale “Raccontare lo Sport”, promosso dall’ente di promozione sportiva Aics con egida del Coni. Per lei, tesserata dell’associazione sportiva Atletica Breganze, è venuto perfino naturale descrivere in maniera genuina e originale le emozioni che prova quando corre, salta, lancia e si diverte insieme ai suoi compagni/atleti. Emozionando chi le sta intorno e la sostiene, primi fra tutti mamma Sabrina e papà Massimo che la seguono tra gare e allenamenti, oltre che in occasioni dense di significato e gioia, da occhi lucidi e cuore gonfio, come quella di Roma. “Siamo davvero molto contenti di questo premio – hanno commentato insieme mamma e papà di Anna –

Anna racconta lo sport Premiata dal Coni

Viaggio da Sarcedo a Roma per la 14enne studentessa di terza media che pratica atletica leggera e baskin, capace di emozionare raccontando di sport nonostante le difficoltà neuro-linguistiche.

che è merito anche dei professori della sua scuola, che l’hanno accompagnata nel racconto di quello che sente quando fa sport”. Correre e saltare in autonomia ma anche giocare in un gruppo, si accennava prima, perché a scuola Anna è punto di forza della squadra di baskin, lo sport di squadra inclusivo per eccellenza sempre più diffuso che sa sapientemente mettere insieme le abilità di tutti, normodotati e non, rendendoli ciascuno nel proprio ruolo elementi fondamentali nella dinamica del gioco. Titolo dello scritto è “Anna e lo sport”, che si è aggiudicato il primo premio in una delle tre categoria proposte, la sezione “Giovani”. La studentessa di Sarcedo è stata invitata insieme ad altri due giovani in Italia: un tris in rosa premiato all’evento di apertura del 19° Congresso nazionale di Aics: si tratta di Irene Banchi (9-14 anni), Anna Gasparella appunto per la fascia d’età intermedia e Paola Carinato per gli over 18 anni. Tra gli ospiti dell’evento anche Giovanni Malagò, presidente del Comitato Olimpico, e Luca Pancalli, alla guida del Comitato Paralimpico Italiano. A presentarlo la giornalista sportiva Rai Simona Rolandi. Ricevuta la menzione d’onore, Anna è poi tornata alle sue attività di sempre. Fre -

quenta la classe terza dell’istituto comprensivo “Vecellio” a Sarcedo, il suo paese, e si allena a Breganze smaniosa con la bella stagione di correre e giocare all’aperto. E poi arriverà l’estate, prima con gli esami di terza e poi con il 15° compleanno da festeggiare a luglio insieme ad amici e parenti. E magari sarà anche questa una nuova storia, per lei, da raccontare. Comunicare attraverso segni, immagini, lettere e cifre consente di aprire ogni finestra sul mondo e interagire, trovando per così dire una “normalità speciale”.

“Sento il cuore che batte forte, quando corro mi sento libera”. Questo è uno dei passaggi del racconto che ha convinto – e chi lo sa, magari un pizzico anche commosso – la giuria del concorso. “Quando corro o gioco so chi sono”, un altro. Nel suo genuino descrivere ciò che prova quando si allaccia le scarpe e si presenta al via, ma anche dopo aver concluso ad esempio una corsa campestre, non ci sono solo emozioni da condividere, ma anche degli insegnamenti che valgono per tutti. Basti questo passaggio dallo stesso testo di Anna: “Non importa se gli altri vanno più veloce, io corro per sentire il vento sulla faccia, per sentire che posso farcela. Arrivo al traguardo e sorrido”. ◆

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Omar Dal Maso

na tradizione sacra che si rinnova dalla metà del ‘600, da quando un segno della vita di Sant’Antonio da Padova sotto la forma di reliquia fu donato a credenti di Zugliano. Si tratta di un frammento osseo del radio del Santo, concesso alla comunità dal canonico Francesco Dondi dall’Orologio. Era il 1656, come testimoniano i documenti tramandati nei secoli, da allora è custodita in un’arca in muratura che, in corrispondenza di occasioni speciali, di volta in volta viene demolita da un mastro muratore (come vuole la tradizione, il più anziano del paese) per estrarre il contenitore ultracentenario che conserva la scheggia ossea. Il manufatto racchiude lo scrigno dove è riposta la reliquia oggetto di devozione, ornato da un nastro rosso vivo, che è tornato per così dire alla luce ad un quarto di secolo di distanza. Nel 2025, anno giubilare, per venerarla si è pronti ad accogliere pellegrini e fedeli in visita, nelle cerimonie e altri eventi spirituali – ma non solo - collegati al Santo padovano, inaugurati domenica 16 marzo. Questa è la data in cui è avvenuta l’apertura dell’arca, come atto solenne dopo la santa messa nella chiesa dedicata a Santa Maria e San Zenone. A presiederla è stato l’Arcivescovo di Genova Mons. Marco Tasca, dando il “via libera” atteso a chi renderà omaggio e si raccoglierà in preghiera per tre mesi circa, fino al 13 giugno, giorno in cui la “culla” che custodisce la reliquia ritroverà posto nell’arco sarà “murata”. Per il momento di chiusura è prevista la presenza del cardinale vicentino Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede. A fare

L’Arca di Sant’Antonio Svelata la preziosa reliquia

In occasione del Giubileo è stato aperto il manufatto che custodisce il dono sacro risalente al 1656, e che rimarrà visibile ai fedeli per tre mesi. Inaugurate anche le iniziative spirituali e culturali che porteranno all’annuale sagra dedicata al Santo padovano.

da custode in questi tre mesi di adorazione sarà primo tra tutti don Mauro Ferraretto, parroco della Collaborazione Pastorale di Centrale, Grumolo e Zugliano. Una cronistoria recente non proprio lineare quella legata all’Arca di Sant’Antonio, a partire dal secolo scorso, con cadenza “disordinata” di esposizione ai fedeli. Si assiste oggi alla quinta edizione negli ultimi 100 anni. L’Arca fu aperta, infatti, nel 1907, per la consacrazione della nuova chiesa, nel 1921 come tributo di preghiera per ringraziare il Signore della fine della Grande Guerra, nel 1932 per l’anniversario della canonizzazione di Sant’Antonio e nel 1946 per la sua proclamazione a dottore evangelico. Poi la pausa più prolungata, di 35 anni, fino al 1981 per l’anniversario della morte, prima dell’avvento dei giubilei proclamati dalla Santa Sede, nel 2000 prima e nel 2025 adesso.

Ad affiancarsi alla sfera per così dire sacra costellata di ritrovi di preghiera, ecco le iniziative di carattere culturale che coinvolgono numerosi enti ed associazioni del territorio dell’Alto vicentino, a partire dal Comune e dalla Provincia di Vicenza coinvolgendo Pro Loco, circolo Noi e Compagnia Teatro Insieme. Alcuni tra gli appuntamenti proposti spaziano dalla musica al teatro passando per le arti figurative: sabato 24 maggio alle 20.30 la chiesa locale ospiterà un concerto diretto dal maestro Walter Testolin, intitolato “La vertigine del Cantico”; mostre fotografiche (da 1 al 15 giugno) con immagini originali che raccolgono testimonianze del passato, comprese quelle dell’apertura dell’arca. Per l’inaugurazione sarà presente il vescovo della Diocesi di Padova Claudio Cipolla. S’inserisce in questo contesto speciale la tradizionale sagra paesana, sempre affollatissima a Zugliano, con la Festa di Sant’Antonio dal 7 al 16 giugno, con la parrocchia locale e il Circolo Noi a proporre stand gastronomico, torneo di calcio a 5 nel campetto di recente ristrutturazione, musica dal vivo e dj set, giochi per bambini, da tavolo e giochi in legno ‘de na volta’. E ancora la passeggiata di Sant’Antonio visitando i capitelli della zona e la tombola in piazza. Due le serate (6 e 7 giugno) riservate per la rappresentazione teatrale della donazione avvenuta nel 1656, nella cornice dell’antica pieve di Santa Maria di Zugliano che fu testimone, con il sagrato e i campi che un tempo l’attorniavano, dell’arrivo delle reliquia ancor oggi celebrata e festeggiata dalla popolazione locale quasi 4 secoli dopo. Un centinaio i figuranti coinvolti indossando i costumi d’epoca. ◆

L’arcivescovo Tasca
L’Arca di Sant’Antonio

Attualità

La morte di Nerio Brian lascia un vuoto palpabile a Breganze, che a metà marzo ha dovuto dire addio al suo inossidabile e versatile punto di riferimento nella cultura locale. Socio onorario dell’Accademia del Toresan, sempre in prima linea con le Acli e fondatore della rassegna “Senza orario senza bandiera” si è spento a marzo all’età di 68 anni dopo una grave malattia.

“Per me è stato un maestro eccezionale, una persona sempre in grado di dire cosa fare e di dare gli spunti giusti per gestire ogni problema- sottolinea commosso Gianni Salin, governatore dell’Accademia del Toresan – Ringrazierò sempre l’amico Nerio per quanto fatto per me e con me in tutti questi anni”.

Brian è stato per anni l’anima e il motore di numerose iniziative culturali non solo a Breganze ma in tutto il territorio dell’Alto Vicentino, dove era molto apprezzato e conosciuto anche per il suo ruolo nel mondo del sindacato e ella politica locale.

“Un vulcano di idee” lo ha definito il sindaco di Breganze Alessandro Crivellaro, che ha invitato l’intera comunità a non disperdere la sua grande eredità.

“Nerio Brian è stato il primo obiettore di coscienza, un sindacalista, ha sempre combattuto per la pace e per la libertà – spiega l’amico Gianni Salin – Era una persona gentilissima, che viveva le sue relazioni in piazza, incontrando le persone e parlandoci direttamente. Se qualcuno non condivideva le sue idee non negava l’amicizia perché pensava che il contraddittorio fa crescere ed è necessario per il confronto”. Salin sottolinea che “L’Accademia del Toresan è nata proprio per volontà di Brian, che quando aveva un’idea e trovava gente che lo seguiva non si fermava più. Era il 2006, io allora ero presidente della Pro Loco. Con una ventina di firmatari abbiamo fatto nascere la libera Associazione per la difesa e promozione dell’arte dello spiedo nella cucina. Briano è stato sempre al nostro fianco, era un punto di riferimento anche per

Breganze piange Brian una vita dedicata alla cultura

Se n’è andato all’età di 68 anni Nerio Brian, fondatore della rassegna “Senza orario senza bandiera”, socio onorario dell’Accademia del Torresan e presidente provinciale delle Acli e del patronato “Don Bosco” a Breganze nei primi anni ‘90.

quanto riguarda la promozione del territorio e l’enogastronomia. Dopo un cammino insieme l’Accademia ha proseguito da sola. La specialità del mio amico Nerio forse era proprio quella di avere bellissime idee, condividerle, dar loro forma insieme a persone in grado poi di portarle avanti in modo autonomo”.

Nerio Brian è stato un punto di riferimento anche nel mondo delle Acli. In quel contesto infatti ha promosso a livello provinciale l’informatizzazione degli uffici e ha costituito le Acli Service Vicenza Srl. A Breganze si è occupato della ristrutturazione della sede Acli e ha dato vita al Circolo

Enars Acli.

“La sua passione era organizzare eventi –continua Salin – Lanciava messaggi continuamente e dalle sue idee è nata grande partecipazione, basti pensare alla rassegna “Senza orario senza bandiera” che è diventata un punto di riferimento per l’intero territorio. Nerio Brian trainava Breganze. Spingeva le persone a fare progetti e sviluppare attività. Era un vero esperto di Breganze, conosceva tutto, si è fatto carico di fare una ricerca storica che poi è diventato un libro, fatto in collaborazione con l’accademia. Ma la sua cultura guardava a 360

gradi, era anche un grande appassionato di montagna ed è stato lui ad insegnare a proporre serate musicali. Musicalmente il suo gusto era legato ai grandi cantautori italiani e alle battaglie ideologiche e sociali degli anni 70-80”.

Appassionato e assetato di sapere, Brian si documentava tantissimo e condivideva le sue conoscenze con chiunque fosse interessato ad usarle per sviluppare delle attività.

“Caro Nerio – conclude Salin condividendo un pensiero per l’amico – È difficile spiegare, per chi non ti ha conosciuto, quanto tu abbia rappresentato non solo per la nostra associazione, ma per il nostro paese, per la nostra regione, la nostra terra; sei riuscito a valorizzare ogni aspetto che andavi ad approfondire, e come sappiamo la tua cultura si è estesa oltre i confini della cucina, spaziando dalla musica, al cinema, al teatro, alla fotografia. Breganze ha perso un grande protagonista, ma allo stesso tempo ci piace pensare che tu abbia ben seminato in questi anni, e noi da parte nostra non possiamo che far tesoro dei tuoi insegnamenti e metterli a frutto, portando avanti nel miglior modo tutte le iniziative che hai acceso in questi anni”. ◆ [A.B.]

Attualità

Oltre 200 volontari lungo il tracciato, circa 135 corridori Juniores al via da piazza Chilesotti, 1.331 metri di dislivello complessivo, 196 incroci da presidiare, 119,5 i km di gara e di fatica. Queste le cifre della terza edizione della “Piccola Liegi delle Bregonze-Casa Enrico”, manifestazione entrata nel calendario nazionale di categoria, e che domenica 16 marzo ha “portato il sole” sull’Altovicentino e sui colli a cui la corsa è dedicata. Ricordando e omaggiando la Classica in Belgio del ciclismo internazionale. Quello che non si può misurare con i numeri è l’impegno portato in campo e in strada dagli organizzatori per realizzare una manifestazione sì prima di tutto sportiva, intrecciata sapientemente e con spirito genuino a temi del sociale e della promozione turistica del territorio, coinvolgendo più enti locali. A muovere il “motore” sui pedali è sempre la passione, a monte, pur se le ruote lenticolari si muovono su pianura e collina. Passione profonda come quella che fa “pedalare” imprenditori come Martino Dal Santo e Osvaldo Tonello, “anime” dell’evento, affidando al club Sandrigo Bike la cura puntuale della corsa. Con il sostegno prezioso di partner istituzionali e sponsor commerciali e, non ultimo, il riscontro del pubblico a tifare e curiosare lungo il tracciato.

Presente in massa sul muro finale della salita di via Maso a Zugliano, con ospitalità offerta da “La Costa Fattoria Sociale”. La

La terza Piccola Liegi incorona un baby tricolore

Un giovane altoatesino – Brandon Fedrizzi - trionfa tra gli Juniores su una platea di 135 partenti. Edizione da record e pure baciata dal sole al traguardo dopo lo start in centro storico a Thiene.

presentazione dell’evento si è svolta a Thiene in sala consiliare, uno degli 11 Comuni coinvolti per il buon esito della gara che ha portato oltre 1.000 persone tra atleti, meccanici, direttori delle 35 squadre invitate e familiari/tifosi al seguito.

Le biciclette degli aspiranti campioni del futuro hanno completato un circuito in piano per 5 tornate da Zanè (qui il km zero), per carburare tra Schio, Santorso e Pio-

vene Rocchette. Poi il passaggio tra le case di Carrè, Centrale e Zugliano entrando nel cuore delle Bregonze; ancora Sarcedo, Breganze, Fara, Lugo e il centro diurno Casa Enrico. Su e giù per le colline tra Ca’ Vecchia e il “muro” dei Tavani fino al rush finale. Ad alzare le braccia al cielo uno dei più attesi: il bolzanino Brandon Fedrizzi, campione tricolore tra gli Allievi e alla prima affermazione da Juniores. ◆ [O.D.M.]

Lavoro in Comune: 15 posti per chi ha perso il lavoro

Le assunzioni sono a tempo determinato per sei mesi e a part time per 20 ore settimanali, nel periodo indicativo da luglio/settembre a dicembre/ febbraio. I lavoratori dovranno già essere disponibili dalla fine del mese di aprile per le attività formative preliminari.

Nell’ambito del progetto finanziato dal Fondo sociale europeo, il Comune di Thiene prevede l’assunzione a tempo determinato di 15 lavoratori per una

spesa di 160.377,00 euro, di cui 30.825,00 messi a disposizione dal bilancio comunale. La scadenza del bando, visibile sul sito istituzionale, è quella del prossimo 11 aprile: entro tale data chi fosse interessato può fare domanda recapitandola al protocollo del Comune, reperendo il relativo modulo nel sito internet del Comune di Thiene o in municipio presso l’ufficio servizi sociali. È possibile l’invio anche mediante la pec personale. Tra i requisiti richiesti figurano quello del compimento dei 30 anni di età, la residenza o il domicilio temporaneo nel Comune di Thiene comprovato da apposita attestazione e il possesso di una delle

seguenti condizioni: l’essere disoccupato, privo della copertura degli ammortizzatori sociali, regolarmente iscritto al Centro per l’impiego, alla ricerca di nuova occupazione da più di 12 mesi, avere disabilità o essere in situazione di svantaggio, vittime di violenza o grave sfruttamento e a rischio di discriminazione, beneficiari di protezione internazionale, sussidiaria ed umanitaria, essere in carico dai servizi sociali a prescindere dalla durata della disoccupazione. I servizi dove svolgeranno l’attività sono la biblioteca, altri uffici per riordino di archivi e recupero di lavori arretrati di tipo tecnico e amministrativo, servizi culturali, oggetti ed attrezzature del territorio nonché di riordino, recupero e valorizzazione di testi e documenti di interesse storico o culturale; attività di servizi tecnici per abbellimento urbano e rurale, servizi ambientali e di sviluppo del verde, custodia e vigilanza di impianti e attrezzature sportive. ◆

on tutte le... rotelle a posto. Ovazione meritata quella che squadra e staff dell’Hockey Thiene si sono goduti al PalaDante, nella recente festa nazionale dell’hockeypista coincisa con l’assegnazione dei trofei di Coppa Italia di tutte le categorie di gioco: dalla B all’A1, fino al torneo al femminile. Il plotone armato di stecche gialloblu ha conquistato il titolo per la serie A2, al termine di una finalissima tirata e conclusa sul 2-0 a spese della Rotellistica Camaiore.

Grazie anche alla spinta motrice offerta da un “pezzo” di Thiene (e dintorni) che ha portato i supporter abituali e tante famiglie e ragazzi del vivaio in esodo verso Trissino, coronando una giornata formidabile e... incoronando i loro beniamini sulla pista “epicentro” dell’hockey italiano per un week end.

Quintetto thienese celebrato da chi lo sostiene da sempre e dal di dentro, ma pure dagli addetti ai lavori di un movimento che nel Vicentino vanta radici profonde. Un successo che porta poi la firma in regia dell’allenatore Nicola Retis e del veteranissimo Nicola Comin tra i paletti, una sorta di supereroe mascherato da portiere, insieme a tutta la ciurma gialloblu che non ha mai imbarcato acqua dall’inizio della kermesse.

Vinta a sorpresa? Forse sì, vista da fuori, al Palaceccato nessuno ne parlava esplicitamente ma tutti ci speravano.

“Tra gli obiettivi prefissati della stagione il primo punto era proprio la Coppa Italia, ora possiamo dirlo – spiega il presidente Loris Dalla Vecchia - dopo che la stagione scorsa eravamo usciti di scena per un punto. Riuscire a vincerla lo viviamo come il classico ‘dulcis in fundo”: tutto merito dei ragazzi che ci hanno creduto, insieme al mister, e del pubblico che da Thiene ha riempito la tribuna del palasport. Il tutto all’interno della cornice di un grande evento. Ora – aggiunge il portavoce di un appas-

Hockey Thiene vince

la Coppa Italia A2 dopo 10 anni

La squadra dai colori gialloblu di serie A2, allenata da Nicola Retis, incamera il trofeo da outsider battendo i pronostici e squadre avversarie. Numeroso ed entusiasta il pubblico che da Thiene ha riempito la tribuna del palasport di Trissino. Ora si lavora alla rimonta in campionato.

sionato gruppo di dirigenti e collaboratori - speriamo che l’entusiasmo e la consapevolezza costituiscano lo spunto per tirarsi fuori da una situazione di classifica un po’ ingarbugliata: la squadra ha tutti i mezzi per risalire”.

Thiene che alla fine alza il trofeo non a caso da outsider, se si guarda al cammino in campionato (8° posto parziale nel girone A dopo 15 turni), contro un Camaiore, team della provincia di Lucca, che per qualità degli effettivi per più di qualcuno partiva da favorito alla vigilia. Ma, se si guarda al percorso in questa competizione, si nota il “galoppo” del quintetto gialloblu, capace di vincere 8 partite su 10 (con 24 punti) e primeggiare nel sestetto guadagnandosi così l’ingresso in semifinale. Davanti a Hockey Breganze (leader di campionato) e Dyadema Bassano, non certo le ultime arrivate per franchigia e valore dei roster, mettendo in fila le “cugine” vicentine. Il trio Poli, Ballardin e Luotti segna a raffica, ma tutti dispensano il proprio contributo nella kermesse iniziata a fine settembre 2024. I cui frutti, infine, si sono raccolti quasi allo sbocciare della primavera.

Dagli altri gruppi erano spuntate Modena, Camaiore e Roller Matera, con abbinamento di semifinale che offre il derby cromatico gialloblu. L’Hockey Thiene “doppia” 6-3 gli emiliani, si presenta ancora da non favorito all’ultimo atto e piazza un 2-0 perentorio, con la porta immacolata di Comin e il bis firmato da Poli e Luotti. Per poi esultare alla sirena e ricevere tutti gli applausi possibili, assorbiti tra lacrime e sorrisi di gioia pura. “È stato bello vedere gioire insieme gli atleti, chi li segue – continua il dirigente –, e i ragazzi del nostro vivaio venuti a tifare. In certi momenti è stato come giocare in 6 in pista, con uno in più. Questo è specchio del buon lavoro che tutti stanno facendo nel settore giovanile, con i genitori a metterci entusiasmo oltre ai figli”.

Per il club di Thiene è la quarta Coppa Italia da lucidare ed esporre con orgoglio – le prime due si chiamavano allora Coppa di Lega, ma equipollenti -, a distanza di 10 anni dalla cavalcata vittoriosa del 2015, in quella che fu la prima edizione con l’attuale denominazione. E, in questa stagione sofferta, il sapore di questa impresa è ancora più dolce di quello degli amarcord. ◆

baby tifosi

Attualità

GOmar Dal Maso

li assi dell’... assaggio nascono a Thiene. O meglio, si formano, e anche qui il rimando alle forme (di formaggio) arriva puntuale quando si parla del mondo caseario che da queste parti vanta una tradizione gastronomica ma anche didattica assai consolidata. Non a caso, proprio la città altovicentina si fregia ora del titolo di “Città del Formaggio”, una rete che conta altre 41 località in Italia finora riconosciute. Questo grazie ad Onaf, una “rete” pensata e strutturata per riunire esperti assaggiatori di una gustosa e variegata pietanza che racchiude in sé fascino e tipicità applicati al tema del gusto.

Thiene è entrata nel “club” da unica realtà comunale nel Vicentino insieme – e ci mancherebbe - ad Asiago, fattore che avvalora il riconoscimento conferito in tempi recenti. E che ha favorito l’attivazione di un qui inedito corso per assaggiatori “pro” vista l’indiscutibile vocazione alla buona tavola di questa zona. Fin dall’epoca medievale, non a caso, la città è stata riconosciuta come “capitale veneta del latte e del formaggio” e, assieme ai territori limitrofi, rappresenta un punto di riferimento per la produzione e il commercio dei prodotti lattiero-caseari e per lo sviluppo di impianti di lavorazione del latte.

Ospitata nell’Aula Magna dell’istituto Itet Ceccato, la proposta ha riscosso un successo pieno di interesse. Ben 47 i corsisti che dai primi di febbraio, ogni mercoledì sera e per 10 lezioni ciascuna teorica e pratica, ora si avviano alla conclusione del ciclo di incontri e all’esame finale con “in palio” il diploma di assaggiatori di primo livello. Al termine di questa esperienza, sarà proprio la delegazione di Vicenza di Onaf – Orga-

Il gusto prende forma(ggio) per quasi 50 assaggiatori

Sta riscuotendo un successo di adesioni, e soprattutto di interesse, il primo corso dedicato a riconoscere le qualità organolettiche dei prodotti dei caseifici italiani . E Thiene gode ora del titolo di “Città del Formaggio”.

nizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi – a certificare attraverso le qualità di chi sarà in grado a sua volta di riconoscere le... qualità stavolta dei formaggi “serviti” a tavola. Il sapore, il profumo, il colore, l’aroma e ancora la consistenza della pasta interna e via dicendo, le caratteristiche organolettiche insomma, tutto ciò che viene misurato dal “gusto” e dai sensi: in altre parole dove le analisi chimiche di laboratorio non possono arrivare.

“Ogni serata – spiega Paolo Dal Maso, docente e delegato provinciale - si compone di un’ora di teoria e una pratica, affrontando temi specifici che corrispondono ai capitoli del libro di testo. I partecipanti imparano a padroneggiare la scheda organolettica, strumento con cui l’assaggiatore analizza il formaggio, per descriverlo e va-

lutarlo sul piano della qualità, utilizzando i sensi”. Prima di Thiene, il corso annuale è stato ospitato ad Asiago, Bressanvido e Lonigo per citare le ultime tappe. Per i “diplomati”, arriverà l’investitura ufficiale con tanto di giuramento, una spilla in dono, la firma in un registro nazionale di assaggiatori qualificati. L’associazione vicentina Onaf, che ad oggi conta 150 soci, è impegnata in altre attività come fiere, concorsi o sagre dove l’assaggio di prodotti culinari è “di casa”. Doveroso evidenziare come l’attestato non comporti una professionalizzazione in senso stretto, ma l’acquisizione di competenze e capacità specifiche permette ad esempio di offrire consulenze a ristoratori, far parte di una giuria in concorsi enogastronomici, oltre che arricchire il bagaglio personale quando ci si siede a tavola o si fanno acquisti culinari.

“L’alto numero di adesioni – conclude Dal Maso - conferma che l’interesse verso il mondo della degustazione è in aumento, sia da parte degli addetti ai lavori che di semplici appassionati. È un pubblico misto. Tra gli iscritti troviamo dei casari, produttori che vogliono approfondire. D’altronde, diciamo sempre fare il formaggio è una cosa, assaggiarlo un’altra. Ci sono gli agronomi così come i sommelier, questi per ampliare il loro bacino di competenze, e pure i semplici appassionati di cucina. L’età è varia, contiamo pure un paio di studenti ventenni e la percentuale di donne è di poco sotto la metà: un riscontro importante che segna un cambio di mentalità e di cultura rispetto anche a solo 10 anni fa”. ◆

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Cultura e spettacoli

La criminologa Roberta Bruzzone sarà ospite del teatro comunale di Thiene. L’evento, promosso da Fondazione Lions Club Distretto Lions 108TA1, Lions Club Vicenza Palladio e Lions Club Altovicentino Kairos 3D, è in programma martedì 8 aprile alle 20.30.

Criminologa investigativa, psicologa forense, esperta di analisi della scena del crimine, Bruzzone è divenuta nota principalmente per il suo coinvolgimento durante il dibattimento sul delitto di Avetrana, quando le fu affidato il ruolo di consulente della difesa di Michele Misseri. È stata con-

La parità di genere vista con gli occhi di Roberta Bruzzone

Il teatro Comunale di Thiene ospiterà la nota criminologa in una serata promossa dai club Lions Distretto Lions 108TA1, Lions Vicenza Palladio e Lions Altovicentino Kairos 3D. Il ricavato dell’evento sarà interamente destinato ai progetti delle associazioni per il territorio.

sulente in altri casi di cronaca nera, fra cui la strage di Erba.

Oltre a presenziare come ospite in programmi televisivi, è stata autrice e conduttrice della trasmissione “La scena del crimine”, nonché conduttrice di “Donne mortali”. Tra il 2024 e il 2025 è conduttrice del programma in otto puntate Nella mente di narciso.

A Thiene Roberta Bruzzone affronterà il tema della parità di genere, intervistata da Ylenia D’Autilia, psicologa, docente e componente della società filosofica italiana. L’evento è inserito nell’ambito di “Pensare

Nuova mostra d’arte contemporanea in chiesetta

L’ex chiesa delle Dimesse di Thiene ospita, fino al 24 maggio, l’esposizione “Rendezvous” dell’artista georgiana Nino Kapanadz, e “3rd Light” del cinese, naturalizzato statunitense, Paul Chan.

La Fondazione Sandra e Giancarlo Bonollo per l’arte contemporanea ospita, fino al 24 maggio nell’ex chiesetta delle Dimesse di Thiene due nuove esposizioni: “Rendezvous” dell’artista georgiana Nino Kapanadze e “3rd Light” del cinese, naturalizzato statunitense, Paul Chan. “Rendezvous”, installazione inedita, prende avvio dalla visita alla Cappella degli Scrovegni di Padova, nota per il ciclo di affreschi di Giotto che include la scena “Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro”, quello che si ritiene essere il primo bacio in pittura nella storia dell’arte occidentale. In omaggio a quel gesto di affetto, l’esposizione celebra la dimensione della tenerezza e dell’amore

attraverso due grandi teli in chiffon installati sulle pareti laterali. Il percorso nelle stanze successive include 26 lavori monocromi su carta e 5 tele dipinte inedite dove l’artista gioca con gli elementi e li rende permeabili, evanescenti.”3rd Light” di Paul Chan, invece, è una proiezione sul pavimento, attraversata da ondate monocrome di colori caldi che progressivamente cedono il passo a sagome nere fluttuanti, animazioni che scorrono senza sosta raffigurando oggetti banali che da un lato evoca una versione allucinata del racconto biblico sulla Creazione, dall’altro richiama eventi tragici della storia moderna: gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, la guerra in Iraq e

la parità, pensare il futuro”, un’importante serie di eventi in programma tra Thiene e Schio: momenti di formazione, dibattito e riflessione sul tema della parità di genere, questione complessa che, purtroppo, sfocia in atti di violenza. L’ingresso è a erogazione liberale, con un’offerta minima di 20 euro, e il ricavato della serata sarà interamente destinato ai progetti Lions per il territorio. Dopo la tappa thienese, la criminologa sarà ospite, il 4 maggio alle 21, del teatro Astra di Schio dove presenterà “Delitti allo specchio - I grandi casi raccontati da Roberta Bruzzone”. ◆

le esplosioni di violenza in tutto il mondo. Incluso in “3rd Light” c’è un lungo tavolo di legno, riferimento diretto a “Il Cenacolo” di Leonardo da Vinci. ◆

Installazione di Paul Chan

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