MARZO
N° 003 ANNO I
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IN PRIMO PIANO
i g a r a A sp Protagonisti della tavola di
Marzo
Vino al Vino cosa bere con gli asparagi
Ra ifcueoctotelento
Gelato di asparagi bianchi di Bassano
a Tav ola con Sara Pinna
by
interviste Vinusiane Armido Marana
Amministratore delegato ECOZEMA
k n D i r Food c i s u M d an
Selezioni musicali, ottimo vino e piatti squisiti per la tua serata perfetta!
FATTI CONOSCERE Hai un’attività? Fai parte di una Pro Loco o di un’associazione? Vorresti far conoscere le tue iniziative enogastronomiche nel territorio?
Gusto Locale promuove i tuoi eventi Inviaci il calendario degli eventi in programma. Saremo lieti di pubblicare date, notizie ed immagini degli avvenimenti, in questo inserto dedicato al Food&Drink. La redazione di Gusto Locale potrà curare, inoltre, interviste ai protagonisti con un focus sui prodotti di spicco delle manifestazioni. Non perdere questa fantastica occasione! Contattaci: 0445.575688 - redazionepubblistudio@gmail.com
SABATO 23-03-2019
IS GOOD FOR YOU Una notte per ballare e divertirsi con i djs ArMinds e il Voice Matteo
Mercoledì 27 marzo
Appuntamento con EL COCINERO DE LA SALSA. Si balla latino americano Con Luciana Fox e Stephen Dal Maso dj, per una notte carica di energia!
MADA CAFÉ & CLUB Via Europa, 45 - Isola Vicentina (VI) - Tel. 366 8738663
VENERDì 29-03-2019 SERATA FUNKY REMEMBER con Gaggia&Visonà e Italian Woman Show Guest live: SPAGNA, FIORDALISO E LU COLOMBO, tre icone musicali che vi faranno ballare la migliore musica italiana degli anni ’80! NORDEST Via Pomaroli, 67 - Caldogno (VI) Disponibile un grande parcheggio per tutti i clienti
VENERDÌ 12-04-2019 DYNAMITE - Tribute Band Scorpions Proseguono le serate dal vivo “Musica da Leoni”. I Dynamite sono l’unica cover band degli Scorpions del centro Italia. La band è composta da Patrizio Izzo alla voce, Alberto Sorrentino alla chitarra, Omar Hariri alla chitarra, Dan al basso e Gianluigi “piggy” Correnti alla batteria. LÖWENGRUBE VICENZA - Original Müncher Bierstube
Inserto al numero odierno de
Via E. Jacchia, 20 - dietro C.C. Palladio - VICENZA grande parcheggio - Tel. 0444 1787328 www.lowengrube.it
Aut. Tribunale Vicenza n. 497 del 05.04.1985
EDITRICE | Pubblistudio Pubblicità s.r.l. Via Lago di Lugano, 15 - 36015 Schio (VI) DIRETTORE RESPONSABILE | Paolo Zami REDAZIONE | Tatiana Branchi, Stefano Bertuol redazionepubblistudio@gmail.com PROGETTO GRAFICO | Studio Pasquariello STAMPA E LEGATORIA | Litotipografia Alcione
GIOVEDì 25-04-2019 Secondo RADUNO FIAT 500 in collaborazione con Tim 500 Alto Vicentino. Partenza, iscrizioni e ritorno presso ristorante La Fazenda, consegna gadget ai piloti, caffè di benvenuto e punto ristoro al ristorante Casa Brasileira a Bolzano Vicentino con prodotti tipici brasiliani, acqua e vino. Nel pomeriggio, lotteria con fantastici premi. LA FAZENDA Via Capiterlina, 92 - Isola Vicentina (VI) Tel. 0444 978350 - ristorante@lafazenda.info
OGNI WEEKEND Questo inserto è stato creato in collaborazione con la rivista Gustolocale. Tutte le immagini, articoli, contenuti, elaborati ed estratti dalla rivista Gustolocale sono ad uso esclusivo di Pierregi di Paolo Gasparin - Schio (VI). Eventuali utilizzi impropri senza previa autorizzazione scritta da parte nostra saranno perseguiti a norma di legge. Le collaborazioni in testi o foto sono gratuite e sono di completa proprietà della Pierregi. È vietata la riproduzione, anche parziale, di redazionali e di avvisi pubblicitari senza autorizzazione scritta dell’editore.
Una notte STRAordinaria con ROBY DJ! Aperitivo, cena e dopocena con i più grandi successi musicali degli ultimi 40 anni! Promo cena € 15. Prenotazione gradita e consigliata. STRA VIVERE DI GUSTO Strada Marosticana, 229 - Dueville (VI) Tel. 0444 592517
L’origine celeste degli asparagi Si narra che fu Sant’Antonio a portarli dall’Africa. Il bianco germoglio di Bassano tra realtà e leggenda “Quando vien la primavera, a Bassan se verze casa e sparesera” I vecchi proverbi sono sempre attuali. Ancor oggi, infatti, aprile e maggio sono i mesi degli asparagi e quindi a Bassano del Grappa, dove gli asparagi sono una specialità, l’agricoltore apre la casa per arieggiarla e provvedere alle pulizie di primavera e, contemporaneamente, scopre l’asparagiaia, se l’ha riparata con una copertura di nylon dai rigori dell’inverno e con lo sgorbio inizia a raccogliere i primi turioni.
L’asparago
si consumano asparagi verdi, ma questo non significa che l’asparago bianco sia una esclusiva di Bassano. Ce ne sono infatti anche in altre località ed in altri Paesi, ma l’asparago bianco di Bassano è certo il più noto ed il più rinomato. A farlo conoscere ha contribuito la propaganda e gli studi locali, nonché uno scrittore di fama internazionale del calibro di Ernest Hemingway, che l’ha menzionato nel suo romanzo “Di là dal fiume e tra gli alberi”. E’ stato poi esaltato in prosa ed in poesia da vari autori tanto che sono nate anche delle leggende. Di una di queste parlerò nel proseguo, avendo esaurito la realtà già ampiamente e più dottamente trattata da altri.
sementi che aveva raccolto quando si era recato in Africa e, volendo ringraziare i Bassanesi per le accoglienze riservategli, le disperse sulle loro terre. Naturalmente in primavera le sementi germogliarono, ma nel frattempo Ezzelino, pentito di aver ceduto alle preghiere di Sant’Antonio e dei Bassanesi, stava mettendo a ferro e fuoco il territorio, sicché i germogli, spaventati, misero in mostra solo le loro punte. La fame, che era tanta, e la miseria, che non era meno, spinsero i Bassanesi a tranciare sottoterra quei germogli ed a mangiarli. Accorgendosi che si trattava di una prelibatezza, continuarono a coltivarli: era nato l’asparago bianco di Bassano.
Il mito
Ora torniamo alla realtà
Il periodo ottimale per assaggiare gli asparagi di Bassano, va dal primo di aprile al 13 giugno giorno di Sant’Antonio da Padova. Non poteva quindi mancare una leggenda che collegasse Sant’Antonio all’asparago di Bassano. Si narra allora che Sant’Antonio, di ritorno dall’Africa, dove si era recato per svolgere opera missionaria, rientrato a Padova, venisse pregato di intervenire presso il tiranno Ezzelino da Romano per persuaderlo a liberare alcuni prigionieri politici condannati a morte. Fu così che il Santo, chiesto a fratel Matteo di accompagnarlo, partì per Bassano, al fine di condurre a buon fine questa nuova missione. Il Santo venne accolto con grandi manifestazioni di simpatia e di affetto da parte dei cittadini di Bassano, i quali collaborarono con Lui nel chiedere la grazia ad Ezzelino, tanto che il tiranno venne convinto e concedette la libertà ai prigionieri. Ritornando a Padova, Sant’Antonio si accorse di avere in saccoccia delle
La leggenda potrebbe anche contenere delle verità perché Sant’Antonio da Padova, nato nel 1195 e morto nel 1231, era contemporaneo di Ezzelino da Romano, nato nel 1194 e morto nel 1259, ma non risulta da nessun documento storico che il Santo si sia recato a Bassano.
L’ asparago bianco di Bassano è certo il più noto ed il più rinomato.
Botanicamente l’asparago è una pianta appartenente alla famiglia delle liliacee, provvista di un rizoma sotterraneo, detto zampa, dal quale spuntano dei germogli, detti turioni, che per noi sono gli asparagi. Se il germoglio si lascia crescere fuori terra ha luogo il fenomeno noto come fotosintesi clorofilliana, per cui il turione assume il color verde. Se, al contrario, si trancia il turione sotto terra, con un arnese particolare detto sgorbio, avremo l’asparago bianco. È questo il caso del sparaso de Bassan. In genere nel mondo
Comunque è bello pensare che gli asparagi di Bassano abbiano una origine celeste perché, quando si gustano intinti nella loro salsina all’uovo, accompagnati da un boccone di buon pane, possibilmente casareccio, e da un buon bicchiere di vino, sono veramente un cibo celestiale.
o n V i l a o n iV storie terre e sapori Cosa bere con gli asparagi? La primavera porta in tavola uno degli abbinamenti più discussi e criticati.
La caratteristica principale dell’asparago è la presenza di sostanze astringenti ed acerbose come i solfati e dell’asparagina. Tali sentori aumentano le sensazioni amare che portano ad abbinare vini atti ad esaltarne sapori e profumi. Gli asparagi crudi presentano note amare e legnose, quindi abbiniamo un vino con una percentuale di tannini impercettibile e note fruttate in contrapposizione a quelle acerbose degli asparagi. Il Veneto, terra d’asparago, offre una buona varietà di vini che si abbinano egregiamente.
Nella sua variante spumante, il Perlena Vespaioio Spumante Extra Dry, vinificato secondo il metodo Charmat, è un’ottima bollicina, dall’aperitivo a tutto pasto. In bocca presenta un armonioso equilibrio tra acidità e morbidezza, con un finale lungo e minerale. Pronto ad inizio primavera, periodo di primizie, il Perlena è l’abbinamento ideale per il risotto all’asparago di Bassano D.O.P.Rimanendo sul territorio, la cantina Col Dovigo propone anche un Rivole, vino dall’uvaggio bianco, tipico delle Doc Breganze, che esprime un’aromaticità e una mineralità portati all’estremo. Straordinaria la potenza di aromi, che si aprono con frutta matura rinfrescata da note agrumate, per finire con i sentori erbacei del Sauvignon. Dal sapore ampio e fresco, ben equilibrato, si accompagna ad antipasti e preparazioni a base di pesce e uova e a risotti alle verdure. Ottimo anche un Vespaiolo Col Dovigo, un vino fermo dal profumo fresco, con piacevoli note di pompelmo e mandorla. Al palato, la freschezza è travolgente, ben bilanciata dalla morbidezza e dalla sapidità. Buono come aperitivo, si presta bene anche a tutto pasto in abbinamento con piatti a base di pesce, Bacalà alla vicentina e, appunto, asparagi con uova. Vino e asparagi è anche Prosecco che, con la sua bolla, comunque sostiene e pulisce il palato. Consigliatissimo il Prosecco Bolle di Faresin, vino territoriale e autentico, 100% uve Glera per tutta la linea che comprende il Bolla Extra Dry, avvolgente e fruttato, per abbinamenti delicati o per rinfrescare; Il Bolla Brut, più complesso e verticale, dove l’acidità gioca ad un equilibrio armonico con una piacevole mineralità e il più ricercato Bolla Millesimato Dry.
Puoi trovare questi vini presso:
viale Europa, 71 - Thiene (VI) tel 0445367145 - info@vino-quotidiano.it Seguici su Facebook: Vino Quotidiano
www.vino-quotidiano.it
K-FARM il resort di lusso dove sentirsi a casa “Ci sono luoghi semplici, ma ricercati che aspettano solo di essere scoperti, ci sono luoghi dove tutti i cinque sensi possono essere esplorati, perché sono i sensi a dare vita alle emozioni e non c’è vita senza emozione.” Marta Tra larghe arcate, ai margini della collina del Tirondolo a San Tomio di Malo, in via Marchiori, sorge Villa Castellani Manni, un edificio del primo Rinascimento acquistato nel 2016 dalla società capitanata da Nikita Renato Canè, con alle spalle tre generazioni di ristorazione, sapientemente ristrutturato per dare vita ad un ristorante, un hotel, un lounge bar. A condurre l’attività, dallo scorso maggio, è Michael Canè, 21 anni, al quale il padre Nikita ha fatto un gran bel regalo; insomma, come si dice in questi casi, “giovani imprenditori crescono”.
La nostra filosofia è di essere in sintonia con il cliente: il miglior complimento che ci possano fare i clienti è: “Qui mi sono sentito come a casa”
- Michael, partiamo proprio dal nome, “K-Farm”. Che significato ha? «“Farm” sta per Fattoria didattica, agriturismo, quello che inizialmente era l’idea realizzativa di questa struttura; “K” invece sta per King, Re, significa “grandezza”, nel senso di “stare bene”, un posto dove ritrovare se stessi. - Voi di K Farm vi definite dei “sarti”, sia per ciò che riguarda la cucina, che per l’accoglienza. Cosa intendete? «Significa che ogni cliente viene accompagnato in un percorso che tiene conto
essenzialmente delle sue necessità, delle sue esigenze, come dire… tagliato su misura. “Cuciamo i sogni con la realtà”, cercando di mettere a proprio agio il cliente, sia come ospite nelle nostre 16 camere, sia che si rivolga a noi per festeggiare un evento privato: dal matrimonio, al battesimo, al compleanno. La nostra filosofia è di essere in sintonia con il cliente: il miglior complimento che ci possano fare i clienti è: “Qui mi sono sentito come a casa”». - Che tipo di cucina proponete ai vostri clienti? «Piatti tradizionali ma anche innovativi. Presentiamo ricette che fanno parte della storia culinaria di questi posti ma anche qualche tocco di modernità che rende i nostri menu sempre attuali, curiosi, originali. Siamo specializzati nella preparazione della carne. Carni bianche e rosse sono il fiore all’occhiello della nostra cucina e vengono preparate con attenzione e maestria dai nostri chef. Tutte le nostre preparazioni seguono la stagionalità dei prodotti e i nostri fornitori sono principalmente aziende del territorio circostante. Il menu viene cambiato più o meno ogni due mesi per mettere a disposizione del cliente un’offerta sempre fresca e mai noiosa». - Il team è giovane e pieno di entusiasmo. Non vi preoccupa la responsabilità di gestire una struttura così importante? «La bellezza di questo posto è che ci si sente come in famiglia. Io ho 21 anni, come Diego, il pasticcere che prepara sia dolci sempre nuovi e diversi sia il gelato, con materie prime di qualità e non derivati; anche Alice, la ragazza che si occupa della sala ne ha appena 23. Siamo in piena sintonia e lavoriamo con coscienza ed entusiasmo. Ovviamente, il faro che
illumina il percorso è mio padre, Nikita, il vero artefice di questo grande progetto che è anche il più “visionario” di tutti. Questo progetto è principalmente opera sua; per me è stato un regalo immenso che mi ha catapultato giovanissimo nel mondo dell’imprenditoria». - La location è particolarmente prestigiosa poiché si tratta di una villa risalente al 1400. Vi siete occupati anche del progetto di recupero? «Certo – afferma la geometra Marta Meneguzzo -. È stata compiuta una completa ristrutturazione per adeguare una villa “di campagna”, ad un Resort, con albergo tre stelle superior. Sono state mantenute solo la facciata originale, le bifore, la scala e i solai. L’ingegnere Lorenzo Righele, ha seguito tutto il progetto, dalla parte direzionale e burocratica; io ho seguito tutta la direzione artistica, interna ed esterna: dalla disposizione delle stanze, alla scelta dei materiali, fino alle luci, ai tessuti sia di camere che ristorante, oltre agli arredi e all’oggettistica ». - La vostra offerta va oltre la ristorazione. Quali sono gli altri servizi che offrite al cliente? «Disponiamo di un servizio hotel con 16 camere, di cui due suite con entrata indipendente e idromassaggio e tre stanze per coloro che portano con sé il proprio animale domestico, complete di cuccia. Per un drink a bordo piscina, invece, c’è la Limonaia, un posto esclusivo e divertente dove consumare d’estate un buon aperitivo. Ai più sportivi forniamo anche biciclette elettriche per poter esplorare i magnifici paesaggi circostanti, attraverso i numerosi percorsi naturalistici presenti nel territorio».
lo Lo chef consiglia CREMA DI ASPARAGI CON TARTINE AI GAMBERONI Tagliare gli asparagi e i gamberoni a tartare al coltello. Sbollentare le sole punte degli asparagi in acqua salata e tenerle a parte. Fate un soffritto con scalogno e olio, e unite asparagi e patate. Utilizzate l’acqua della sbollentatura per cuocere gli asparagi e le patate. Frullate con un mixer il tutto. Aromatizzate i gamberoni con olio, maggiorana e timo. Componete il piatto posizionando la tartare di gamberoni con un coppapasta e versate la vellutata intorno. Aggiungete le punte di asparagi come decorazioni.
INGREDIENTI • 200 g asparagi verdi • 200 g asparagi bianchi • 3 patate • 2 scalogni
• 8 gamberoni • maggiorana • timo • olio, sale e pepe
- Progetti per il futuro? «L’intenzione è quella di ampliare i servizi con una terrazza estiva per offrire una location suggestiva all’aperto dove poter mangiare. Il progetto che sicuramente porteremo a termine entro l’anno, comunque, è la realizzazione di una Spa, un centro benessere a disposizione sia dei clienti dell’hotel che esterni in giornata».
o o c t t a a i i p d l e o n Z
Ariete dal 21 marzo al 20 aprile I nati sotto il segno dell’Ariete, grazie alla loro grande energia fornita dall’elemento fuoco e alla carica proveniente dal pianeta Marte, hanno un grande appetito e la necessità di mangiare molto per colmare il loro forte dispendio energetico. Di solito sono persone che amano le cose semplici, genuine e naturali ma, a volte, l’irruenza aretina li porta a mangiare a “testa bassa”, a divorare il cibo senza una corretta masticazione o ad orientarsi verso cibi troppo proteici (soprattutto carne rossa) o comunque a non rispettare quelle basilari regole dietetiche che invitano ad un’alimentazione varia. Capita, allora, che di fronte alle sue pietanze preferite l’Ariete non si tiri indietro, ma si tuffi sul piatto con appetito vorace. Sa alternare lunghi periodi di digiuno, ad altri in cui fa incetta di tutto quel che c’è a tavola. Un altro errore alimentare che rischia l’Ariete è quello di mangiare in modo disordinato, tendenza che però viene tenuta più o meno sotto controllo. Infatti, il naturale amore che l’Ariete prova per la vita sana e per la cura del corpo, tende a guidarlo verso un’alimentazione non troppo “fuori dai ranghi”. Gradisce la frutta, sempre di stagione, ama i prodotti freschi e spesso è attratto dal biologico.
Forse non tutti sanno che… l’Ariete è considerato il segno dei visionari. Tra i personaggi più celebri, scopriamo scrittori mistici e grandi compositori. Appartengono a questo segno Leonardo Da Vinci (15 aprile 1452), Raffaello Sanzio (27 marzo 1483), Cartesio (31 marzo 1596), Vincent van Gogh (30 marzo 1853), Charlie Chaplin (16 aprile 1889), Dario Fo (24 marzo 1926), Steve McQueen (24 marzo 1930), Robert Downey Jr. (4 aprile 1965), Mariah Carey (27 marzo 1970), Ronaldinho (21 marzo 1980), Lady Gaga (28 marzo 1986), Maria Sharapova (19 aprile 1987).
Il cibo preferito dell’ ARIETE? via Marchiori, 16 - Malo (VI) tel 0445.618748 - info@k-farmresort.it
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Il suo pasto perfetto è a base di carne: salvo un ascendente particolare, magari in un segno d’Acqua, l’Ariete va matto per salsicce, costate, salumi, costine. Se volete conquistarlo, proponetegli una grigliata con gli amici: adora pasteggiare in compagnia.
STRA la formula ideale per la tua giornata… stra-ordinaria Tantissime specialità, un ambiente accogliente ed uno staff gentile e dinamico.
Tutto questo si percepisce entrando da STRA, a Dueville, locale molto noto per la sua ricca pasticceria ma che, di fatto, offre molto di più e dove vige il concetto di trasmettere al cliente la “straordinaria” formula per farlo sentire bene in ogni pausa, lavorativa o personale, della sua giornata. Il titolare, Claudio Liotto, ci racconta come si riesce ogni giorno a realizzare questa piccola, grande impresa.
la giustificazione stessa della nostra esistenza è quella di offrire al cliente quello che noi definiamo “un momento STRAordinario” - Non tutti sanno che “STRA” oltre a pasticceria è molto di più. Quali altri servizi offrite? «Il nostro è un tipo di servizio a 360 gradi, volto a far sì che il cliente ci riconosca come punto vendita in tutti i vari orari della giornata. Si comincia con le colazioni, per poi passare ai prodotti salati di metà mattinata, pranzi veloci dalle 12 alle 14.30, apericena e osteria la sera! Inoltre, stiamo lavorando moltissimo con compleanni, feste di laurea, feste di pensionamento, meeting aziendali. La nostra struttura dispone infatti di due sale esterne che possono essere riservate per qualsiasi tipo di evento. La nostra mission, quindi, è quella di fare in modo di attuare una metamorfosi in ogni momento della giornata,
cercando di dare sempre il massimo, perché la giustificazione stessa della nostra esistenza è quella di offrire al cliente quello che noi definiamo “un momento STRAordinario.” In aggiunta, portiamo i nostri prodotti anche fuori da STRA, fornendo alcuni punti vendita di tutta la provincia di Vicenza e lavorando come servizio catering o buffet aziendali». - Come cambiano i menu a seconda dell’occasione o degli eventi? «Il nostro settore, come d’altronde molti altri, ha subito in questi anni dei grandi cambiamenti, ed è in continua evoluzione. Il cliente di oggi vuole trovare scelte varie, fresche, di qualità, coerenti con il prezzo ed il servizio che vengono offerti. Per fare questo, abbiamo studiato un menù a pranzo che cambia giornalmente e in base alle stagioni. Stesso discorso vale per il nostro menù osteria della sera, che viene modificato mensilmente in quanto la tipologia di servizio e di clientela, tra il giorno e la sera, cambia per ovvie ragioni legate soprattutto al tempo a disposizione dei clienti. In quello che andremo a presentare ora, per esempio, ci saranno sicuramente gli asparagi!». - L’abbinamento tra cucina e musica è un altro pezzo forte del Ristorante STRA. Che musica proponete durante le vostre serate “Stra-ordinarie”? «Claudio Liotto, il titolare di STRA, è sempre stato un “uomo di musica”! Da quando era bambino, infatti, ha sempre coltivato una grande passione per la musica, iniziando col conservatorio, per poi arrivare a far
parte di un gruppo musicale, i “Tunnel” che, negli anni passati, avevano tentato la carriera musicale. Questo per sottolineare come la componente musicale sia una parte molto importante di STRA! Dal karaoke presente ogni primo del mese, al live in acustico, dalla presenza di un famoso dj di discoteche storiche del vicentino, come “Il Torrino” e il “Ciao Ciao”, a cover di grandi artisti della musica italiana come i Pooh, Vasco Rossi, Claudio Baglioni e altri. Da qui fino a luglio, le serate STRAordinarie sono assicurate e assolutamente da non perdere. Seguendoci nelle nostre pagine di Facebook e Instagram “STRA vivere di gusto”, si può rimanere continuamente aggiornati su tutti gli eventi musicali che organizziamo».
PROVERBI & AFORISMI
in
Cucina
le serate STRAordinarie sono assicurate e assolutamente da non perdere
- Quest’anno festeggiate i 10 anni di attività. Avete in serbo un evento speciale per l’occasione? «Certamente sì! Come passa veloce il tempo, è incredibile. Per l’occasione stiamo organizzando una “Giornata STRA” che letteralmente, significa un’intera giornata di festa in cui ci saranno eventi, ospiti vari, promozioni e tante sorprese che vi sveleremo! Con questa giornata vogliamo riunire tutti i nostri clienti, quelli passati, presenti e futuri, per poterli ringraziare, poiché il nostro successo dipende soprattutto da loro, e festeggiare insieme in una giornata di festa e felicità».
La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella. Anthelme Brillat-Savarin
Il modo in cui si taglia la carne riflette il modo di vivere. Confucio
Il cibo trova sempre coloro che amano cucinare! Dal film “Ratatouille”
Cucinare suppone una testa leggera, uno spirito generoso e un cuore largo. Paul Gauguin
La cucina è di per sé scienza, sta al cuoco farla diventare arte. Gualtiero Marchesi Cucinare non significa solo leggere una ricetta: è una questione di sensibilità, di rispetto degli ingredienti e dei tempi di preparazione. Antonino Cannavacciuolo A me piace che la gente sappia gustare non solo con la bocca e non subito: prima ci sono gli odori, prima c’è l’aspetto di un piatto. A volte serve anche il tatto: mica per niente, mangiare con le mani dà soddisfazione Carlo Cracco
via Marosticana, 229 Passo di Riva, Dueville (VI) tel 0444.592517 - info@pasticceriastra.com
www.pasticceriastra.com
La salsa sta all’arte della cucina, coma la grammatica alla lingua. Proverbio olandese
Sposa qualcuno che sappia cucinare. L’amore passa, la fame no. Anonimo La fame esprime un bisogno: quello di essere saziati. La cucina, invece, eccede la sazietà, va oltre il necessario, ambisce a soddisfare il piacere. Heinz Beck È una storia d’amore la cucina. Bisogna innamorarsi dei prodotti e poi delle persone che li cucinano. Alain Ducasse Cucina non è mangiare. È molto, molto di più. Cucina è poesia. Heinz Beck
e n a i e s t u s i n v i r inte V Armido Marana Amministratore delegato ECOZEMA
ECOZEMA® Nata nel 2005, è una linea di stoviglie biodegradabili e compostabili realizzate con materiali che derivano da fonti vegetali rinnovabili come la polpa e la fibra di cellulosa, e le bioplastiche (biopolimeri compostabili come Materbi®,IngeoTM P.L.A. e Bioplast). La mission dell’azienda è creare prodotti di qualità, rispettosi dell’ambiente e socialmente sostenibili. È la prima azienda al mondo ad ottenere la certificazione di compostabilità, secondo la norma EN13432, per le posate di propria produzione realizzate in Mater-bi®. Ecozema è sempre a fianco di molte strutture, pubbliche e private, per incrementare il processo virtuoso di un utilizzo consapevole delle stoviglie compostabili.
Nel 2050 in mare ci sarà più plastica che pesce. Questo è il drammatico scenario che gli esperti immaginano per il pianeta, ogni anno sempre più sommerso dai rifiuti che, sistematicamente, finiscono in mare inquinandolo e arrivando, indirettamente fino alla nostra tavola. Questo è l’incipit con il quale si apre questo nostro terzo incontro de Le Interviste Vinusiane. Siamo con Armido Marana che, con la famiglia Munarini con la quale era socio in Fabbrica Pinze Schio Srl, ha dato vita al progetto ECOZEMA, di cui oggi è socio e amministratore delegato. - Quale molla ha fatto scattare il progetto ECOZEMA? «Alla fine degli anni ’90 uno dei grossi problemi che il Veneto e l’Italia stavano affrontando era lo smaltimento dei rifiuti, avviando processi virtuosi di Raccolta Differenziata. Noi abbiamo avuto l’idea di creare, con le bioplastiche, dei prodotti che potevano essere smaltiti con il rifiuto organico e agevolare, così, il ciclo di recupero dei rifiuti. Il grosso problema di tutte le raccolte differenziate è la separazione della frazione organica dalla parte secca. I nostri prodotti (stoviglie monouso) possono essere smaltiti con la frazione umida perché diventano compost in 90 giorni».
Con il loro prodotto abbiamo realizzato le prime posate che hanno ricevuto la certificazione EN 13432».
- Il fatto di conoscere la filiera del rici riciclo dei rifiuti vi ha aiutato? «È stato fondamentale. Nelle mie espe espeoccu rienze precedenti ho avuto modo di occuparmi della cosa e comprendere che esisteva un grosso problema che chiedeva delle soluzioni. Da qui la scelta di lavorare con un’azienda Italiana produttrice del Mater-Bi®., NOVAMONT Spa, che oggi è leader mondiale nella produzione di bioplastiche.
- L’essere stati fornitori delle Olimpiadi di Londra, uno dei Partner più importanti di EXPO MILANO, e in trattativa per l’Expo di Dubai, oltre che un orgoglio, certifica sicuramente la vostra scelta di qualità totale… «Lavoriamo in un settore dove il rispetto delle norme che regolamentano il prodotto è fondamentale. Abbiamo modificato la nostra organizzazione e la politica produttiva nel rispetto delle norme e delle buone pratiche di
- I vostri piatti e posate sono presenti in moltissime mense scolastiche italiane. Quali sono le garanzie che offrite per la sicurezza della salute dei ragazzi che le frequentano? «Tutti i nostri prodotti sono sottoposti alla dichiarazione di conformità che viene emessa nel rispetto di rigide norme Europee. Tali disposizioni prevedono che i prodotti siano sottoposti ad analisi che comprovano la loro idoneità al contatto con alimenti. Duecentomila ragazzi in Italia mangiano sulle nostre stoviglie».
Vinus Eventi & Gusto Locale Quando l’amico Paolo Dal Cucco, editore de La Piazza, mi ha informato del progetto “GUSTO LOCALE” e mi ha chiesto se volessi farne parte, la mia risposta è stata viscerale e istantanea: «Sì!». Il mio ruolo sarà quello di intrattenervi mensilmente con interviste, racconti e storie di personaggi che ho avuto l’opportunità e la fortuna di conoscere, attraverso l’attività di Vinus Eventi, e di conoscere insieme a voi, nuove persone che abbiano da raccontare tutto ciò che concerne il “Gusto”. Nella sua accezione più ampia. In questo terzo numero ho avuto il piacere di intervistare Armido Marana, amministratore di Ecozema.
a cura di
Stefano Bertuol
Chi sono
produzione. Questo dovrebbe essere scontato. Penso che certi risultati li abbiamo raggiunti per un bel gioco di squadra con altre aziende Italiane e soprattutto per la qualità dei nostri prodotti». - Cosa mi dice del nuovo quadro normativo europeo? «La direttiva SUP (single Use Plastic) modificherà molto il settore. L’obiettivo è di ridurre l’uso dei prodotti usa e getta in plastica. Ad una prima lettura sembra che ci siano delle aperture per l’uso di prodotti in bioplastica e compostabili. Lo spirito è quello di privilegiare i prodotti lavabili e riutilizzabili, ma in occasioni in cui ciò non sia possibile, sembra si potrà usare prodotti monouso purché compostabili secondo la norma EN 13432».
- Posso dire che la vostra idea contribuisce a darci delle chance da offrire al nostro povero pianeta così bistrattato? «Certe scelte devono e dovranno essere scontate in futuro. Quando si parla di Ecodesign s’intende proprio ciò che noi facciamo, ovvero creare prodotti funzionali prevedendo già il loro fine vita corretto e sostenibile. Ormai si tratta di scelte a cui tutti siamo chiamati e i consumatori, ultimi arbitri della filiera di consumo, dovranno essere vigili e attenti, orientando le loro scelte verso prodotti e materiali che siano compatibili con il nostro ecosistema. Ma nessuno può essere sollevato dalle responsabilità. Il fatto di realizzare prodotti sostenibili non esonera tutti noi dall’adottare stili di vita e di consumo che siano maggiormente rispettosi dell’ambiente».
Di professione faccio qualcosa che è molto legato al “buon gusto e alla bellezza”. Forse questo, seppur indiretto legame, mi ha portato a ricercare il buono e il bello in ogni cosa. Questa ricerca mi ha spinto a sviluppare anche dei percorsi sui temi del cibo e del vino, a me cari. Ma non solo. L’amore che ho nello stare con la gente e le mie attività precedenti, mi hanno permesso di conoscere molte persone e di sviluppare molti interessi. E, da curioso quale sono, scoprire cose e fare esperienze nuove. Nonché approfondire argomenti dei quali avevo solamente i rudimenti e di condividerli con voi. Condivisione che ha preso corpo con la fondazione nel novembre del 2015 di Vinus – Un Gruppo per Bene. Un gruppo di organizzazione e promozione di eventi nell’ambito dell’enogastronomia, ma non solo, con il fine ultimo della sensibilizzazione dell’opera di Maria Teresa Nardello, a Lakka in Sierra Leone.
foto di Dante Fiori
PODERE LA TORRE Un lusso alla portata di tutti
PASQUA 2019 Menù Carne
35,00€
• Entrée dello Chef e calice di Bollicine • Torretta di manzo scottato all’albese, • • • • •
asparago bianco di Bassano e fonduta al gorgonzola Orecchiette al ragù d’anatra, gocce di fave e polvere di agrumi Sorbetto pesca e amaretto Maialino iberico, spinacino fresco scottato e patate sabbiose al rosmarino Semifreddo al cioccolato ripieno di crema gianduia e mandorla croccante Acqua, Caffè e Coperto compresi (Vino escluso)
Menù Pesce
40,00€
• Entrée dello Chef e calice di Bollicine • Parmigiana di melanzane on carpaccio di • • • • •
pesce spada Risotto Gran Riserva Carnaroli al tartufo nero e gelato di bufala e gamberi rossi di Sicilia Sorbetto pesca e amaretto Polpo croccante, cremoso di patate al profumo di basilico e pomodorini confit Semifreddo al cioccolato ripieno di crema gianduia e mandorla croccante Acqua, Caffè e Coperto compresi (Vino escluso)
PER INFO E PRENOTAZIONI 0445.522459 - info@poderelatorre.com www.poderelatorre.com
Chi non conosce il Podere La Torre? Una location raffinata ed esclusiva ma, al tempo stesso, accessibile anche alle famiglie. Un luogo immerso nel verde dove rilassarsi, godere in estate della freschezza e della riservatezza delle piscine, sorseggiare un ottimo aperitivo o gustare gli eccellenti piatti del ristorante.
In posizione strategica, a due passi da Schio ma con una vista impagabile, il Podere La Torre è sapientemente gestito dal capo chef Giuseppe Zurlo, al quale la proprietà ha affidato anche la direzione esecutiva. Giovane e già con importanti esperienze lavorative alle spalle, come la cucina dello Juventus Football Club e il lavoro in un ristorante due stelle Michelin a Parigi, Zurlo dirige Il Podere La Torre con passione ma anche con fermezza, cercando di trasmettere a dipendenti e clienti lo stesso concetto: “no stress”. - Giuseppe, è questa la vostra filosofia? «Certo. La mission è quella di creare un ambiente bello, accurato, se vogliamo anche un po’ di lusso, che tutti possono permettersi. Un locale che non distingue la clientela in base alle condizioni economiche ma che apre la possibilità di fare un’esperienza di livello a tutti, anche a famiglie con bambini. Il tutto in un ambiente che offre mille spunti per rilassarsi o divertirsi. Anche per quanto riguarda il personale, sono dell’opinione che lavorare con intensità 6-7 ore al giorno offra più vantaggi, sia al locale che ai clienti. Dipendenti non stressati, non affaticati e gratificati dal fatto di poter anche avere una vita fuori dall’ambiente lavorativo, possono solo migliorare la nostra offerta». - Il Podere La Torre è classificato come “agriturismo”, con una splendida sala per cene ed occasioni importanti. E per la pausa pranzo? «La sala principale offre un menu agrituristico, ma non per questo necessariamente semplice, banale. Gli alimenti che utilizziamo in cucina provengono da nostre produzioni, come le carni di manzo, la frutta, le verdure, i succhi di frutta, l’olio e il vino. Per i volatili ed altri animali, invece, ci forniamo da produttori locali. Il menu è radicato nel territorio e propone ricette tradizionali che arrivano però nel piatto in chiave moderna e rivisitata. La nostra cucina, poi, è sempre pronta ad affrontare qualsiasi richiesta del cliente, sia che tratti problemi di salute (come la celiachia o altre intolleranze ed allergie), sia che riguardi scelte di vita,
Asparagi come per i vegani. Per la pausa pranzo, invece, utilizziamo un’altra sala non classificata come agrituristica, dove possiamo presentare un menu ancora più ampio che comprende anche il pesce fresco. Il menu è alla carta, cambia settimanalmente e in base alla stagionalità. In questo periodo sono protagonisti gli asparagi, dei quali vi suggerisco a lato una ricetta. Ci tengo a precisare che i prezzi sono assolutamente accessibili e in linea con molti locali che offrono questo servizio». - La location è indubbiamente spettacolare, tra il verde delle colline, l’azzurro delle piscine e il laghetto naturale. Quali sono gli altri servizi che offrite e qual è il vostro cliente tipo? «Il cliente “tipo” è colui che cerca relax, divertimento e buona cucina. Ma chiunque venga al Podere La Torre trova un ambiente accogliente e sicuro. Per l’ingresso alle tre piscine dotiamo i clienti di un asciugamano marchiato e di un braccialetto elettronico che “carica” tutti gli acquisti che vengono effettuati, consentendo all’utente di lasciare portafoglio e documenti in un armadietto al sicuro e procedere al pagamento solo all’uscita. Per i bambini abbiamo attrezzato un’area specifica con alcuni giochi, mentre negli oltre 22 ettari di terreno sono presenti sentieri natura che si possono percorrere attraversando anche un ruscello in stile zen. Prossimamente, sarà realizzato un campo di
al rosso di sera Prendete due asparagi bianchi di Bassano, pelateli e sbollentateli in acqua leggermente salata
beach volley. Grazie alle idee originali e innovative del proprietario, è stato inoltre concepito in cima alla collina, in uno splendido scenario, un altare civile per la celebrazione di matrimoni». - In un luogo così esclusivo, non possono certo mancare gli eventi… «Direi che la location è assolutamente adatta all’organizzazione di eventi, sia su richiesta del cliente che organizzati da noi. L’intrattenimento musicale è uno degli elementi di richiamo delle nostre feste e, d’estate, anche dei suggestivi aperitivi a bordo piscina»
PODERE LA TORRE Via Lungo Gogna, 59 SCHIO (VI) 0445.522459 info@poderelatorre.com /poderelatorreschio
Poi avvolgete una fetta di pancetta di suino affumicata, un pizzico di parmigiano grattugiato, sale, pepe e olio, e passateli in forno 10 minuti a 180 gradi. Fate un pure di patate e mantecatelo con paprika dolce, una noce di burro e un pizzico di origano, finché non prende un bel colore rosso acceso. Cuocete le uova per 8 minuti in acqua già calda e sminuzzateli. Sciogliete l’asiago in un po’ di latte a fuoco bassissimo. Ora potete impiattare, usando tutta la fantasia che avete, lasciate che siano gli elementi a dirvi come voglio stare sul piatto.
Il carrello della spesa
di
Marzo
Marzo è il mese di transizione dall’inverno alla primavera e questo passaggio riguarda anche la tavola che comincia, lentamente, a colorarsi e profumarsi dei frutti e delle verdure di questa nuova stagione. È, tuttavia, ancora un buon periodo per approfittare delle qualità nutritive dei prodotti tipicamente invernali. Lasciato finalmente il freddo alle spalle, è giunto il momento di accogliere a braccia aperte la stagione primaverile che, con i suoi primi caldi tiepidi, farà germogliare anche i semi piantati con tanta cura nel nostro piccolo orto sul balcone.
Ecco allora i consigli di cosa mettere nel carrello della spesa di marzo. FRUTTA •ARANCE •AVOCADO •BANANE •CEDRI •KIWI
•LIMONI •MANDARINI •MELE •PERE •POMPELMI VERDURA
•ASPARAGI •BIETOLE •BROCCOLI •CARCIOFI •CARDI •CAROTE •CAVOLFIORI •CAVOLI •CICORIA •CIPOLLE •CIPOLLOTTI
•FINOCCHI •INSALATA •PATATE •PISELLI •PORRI •RADICCHIO •RAPE •SEDANO •SEDANO RAPA •SONGINO •SPINACI
IO, OPERA TERZA
e le tradizioni della gente di Chef Francesco Dal Santo
Metti una sera a cena...
diceva l’Avvocato Aldo Dall’Igna che, assieme al gruppo Ristoratori Scledensi, ha condiviso numerose serate dal gusto conviviale e amichevole.
Questa volta vi racconto... come organizzare al meglio delle serate a tema anche a casa vostra con tanti o pochi amici. Innanzitutto cominciamo dal dire che la festa deve essere desiderata, studiata e preparata, altrimenti è meglio lasciar perdere. Tranquilli, lo sforzo richiesto è più mentale che muscolare. Dimenticatevi piatti troppo sofisticati e complessi. Optate per la semplicità e per l’eccellenza delle materie prime.
Di seguito vi suggerisco SETTE REGOLE per organizzare la festa perfetta dove non ho inserito alcune ovvietà ...come avvisare i vicini di casa. 1 Non pensate
È fondamentale che gli di casalinghi dove potete ospiti possano riempirsi di essere Gualtiero Marchesi. trovare dei set base a il bicchiere senza sforzo. Non tentate di copiare a tutti un prezzo molto basso. Lasciate le bevande a Scegliete un piatto medio i costi le prestazioni di un loro disposizione. catering o di preparare piatti e una ciotolina. Se il numero supera i 40 invitati di grandi chef ma traetene 6 Calcolare le dosi. vi conviene noleggiarle, ispirazione. Usate semplicità Questo sì che è una in questo caso non ci sarà e fantasia, utilizzando bisogno di lavare le stoviglie. cosa molto difficile! sempre materie prime di Ricordatevi solo che, se Comodo no? qualità. un piatto è delizioso ma 2 Ragionate come un 4 Oltre i 25 invitati non ce n’è abbastanza, gli invitati si ricorderanno fatevi aiutare. arredatore d’interni. solo di aver patito la Se volete partecipare ponderate con cura la scelta fame, anche se è una cosa alla vostra festa, è del luogo in cui allestire indispensabile. Molto spesso, terribilmente ingiusta. il buffet, evitando che gli con l’ausilio di un grembiule invitati aspettino il loro 7 Servire cose semplici e di ottime istruzioni, turno tutti in fila. Evitate da mangiare. potete reclutare alcuni la musica a tutto volume, Finger food o fork food? amici o parenti. bicchieri sempre pieni e, se Per una festa in piedi, siete più di 20 commensali, 5 L’appetito vien mangiando. bandite tutto ciò che preparate dei tavoli sgocciola, si sbriciola Studiate l’ordine delle d’appoggio. in mano o che necessita pietanze, dopo aver servito 3 Stoviglie e posate con di una forchetta o di un solo gli stuzzichini, sarà coltello e di un supporto necessario proseguire pezzi base tutti uguali. solido. con una zuppa prima di Se non ne avete andate a proporre il piatto principale. noleggio o cercate i negozi Ecco quindi i miei consigli per quanto riguarda l’organizzazione di una festa. Tutto ciò che ho suggerito fa parte, tuttavia, solo della scenografia dello “spettacolo”. La cosa più importante di una festa sono gli attori, ovvero voi stessi e i vostri invitati. Siete voi che dovete creare l’atmosfera, la scintilla che farà decollare la vostra festa di cui si parlerà per anni. Questa magia è una cosa rara e fantastica per la quale, sfortunatamente, non posso aiutarvi.
Adesso preparati e... metti una sera a cena con...
Lo chef consiglia ASPARAGI IN TEMPURA con UOVA DI QUAGLIA, INSALATINA AL SESAMO e BACON CROCCANTE Pulire, pelare e lavare gli asparagi. Sbollentarli in acqua salata per 4 min e raffreddare, tagliarli a 4 cm di lunghezza. Cucinare le uova di quaglia sode per 2 minuti, raffreddare rapidamente per poi pelarle. Preparare la pastella unendo le tre farine e con una frusta versare l’acqua molto fredda formando una pastella densa e coprente. Scaldare l’olio di frittura, immergere gli asparagi nella pastella e friggere ben croccante e asciutto, lo stesso per le uova di quaglia. Condire l’ insalatina aggiungendo i semi di sesamo, arrostire il bacon croccante in padella e asciugarlo con una panno carta. Presentare su un piatto l’ insalatina condita, il bacon, gli asparagi e le uova tagliate a metà.
INGREDIENTI • 7-8 asparagi bianchi • 150 g di farina bianca • 50 g amido di mais • 50 g farina di riso • insalatina mista di stagione
• 6 fette di bacon sottili • semi di sesamo • uova di quaglia • olio per friggere • vinaigrette • sale
via Monte Grappa, 70 - Zanè (VI) tel 0445315510 - info@operaterza.it
www.operaterza.it
e t t e c i Ra fuoco lento Facili ricette della nostra cucina per assaporare il gusto della tradizione senza rinunciare alla genuinità tipica dei prodotti locali.
GELATO
DI ASPARAGI BIANCHI DI BASSANO con tuorlo d’uovo candito al limone e basilico 1
Pelare gli asparagi, e cuocere a vapore. Frullare e passare al colino cinese.
2 Unire alla polpa di asparagi tutti gli ingredienti e frullare con il mini pimer. Pastorizzare portando a 85° il composto e mantenendolo a una temperatura di 64° per 20 minuti. 3
Una volta raggiunta la pastorizzazione, abbattere a 0+4 e mantenere in conservatore per 12 ore per far maturare il composto, avendo cura di frullare di tanto in tanto con il mini pimer. Trascorso il tempo di maturazione, frullare un’ultima volta e mantecare in gelatiera. Servire con guarnizione di tuorlo d’uovo candito e foglioline di basilico.
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Il tuorlo d’uovo candito È preparato in uno sciroppo di zucchero, il cui calore aiuterà nella salubrità dei tuorli. Lo sciroppo è composto semplicemente da zucchero e acqua, in rapporto di circa 4:1 e le zeste della buccia di un limone. Quando lo zucchero si sarà completamente disciolto e il composto avrà acquistato una consistenza più densa sarà arrivato il momento di toglierlo dal fuoco. A questo punto, una volta filtrato, vanno aggiunti i tuorli, con molta delicatezza, per poi lasciare il tutto a raffreddare e riposare per almeno 6 ore in conservatore 0+4. Sgocciolare e frullare i tuorli rendendoli a giusta fluidità di topping, regolando con lo sciroppo di zucchero.
INGREDIENTI • 500 g polpa di asparagi bianchi • 500 g latte intero • 100 g latte in polvere magro • 150 g panna fresca • 50 g miele acacia
• 200g zucchero semolato • 50 g glucosio • 5 g farina di carrube • tuorlo d’uovo candito • basilico nano
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IL SEMIFREDDO
Delizia dolciaria... all’italiana Tra i prodotti da pasticceria troviamo una preparazione fresca e golosa, consumata in ogni momento dell’anno ma particolarmente ricercata durante le stagioni più calde: il semifreddo.
Il semifreddo può essere considerato una via di mezzo tra una torta e un gelato
È un composto cremoso il cui agente stabilizzante è il freddo che, proprio come spiega il termine, è meno fredda del gelato. Ci svela tutti segreti di questo delizioso dessert un artigiano del mestiere, Marco Marcante, titolare di “Semifreddo all’Italiana”, a Zané.
subito in abbattitore e successivamente in freezer. Per gustarlo, va quindi lasciato a temperatura ambiente per circa un quarto d’ora».
- Che tipo di dolce è il semifreddo? È, come suggerisce il nome del tuo locale, una preparazione tipica italiana? «Proprio così. Si tratta di un dolce tipico del nostro Paese, preparato con una base di meringa all’italiana. Non è un semifreddo se l’elemento base non è la meringa. La meringa all’italiana (nota anche come meringa cotta) è un composto semplicissimo fatto di soli albumi e zucchero. Viene preparata aggiungendo a filo, agli albumi già parzialmente montati, uno sciroppo di zucchero cotto la cui temperatura può arrivare anche superare i 120°C. È difficile preparare la meringa italiana a casa se non si possiede una planetaria o un apparecchio che permetta di colare a filo lo sciroppo bollente mentre si sta montando l’albume. Per questo motivo questa meringa è quasi prevalentemente preparata a livello professionale. Lo sciroppo bollente fa parzialmente coagulare le proteine dell’albume, cuocendo parzialmente e stabilizzando così la meringa. Si ottiene un prodotto leggerissimo e friabile, spumoso e digeribile, che viene poi farcito con panna montata e altri ingredienti che determinano il gusto del semifreddo. È un dolce che non presenta controindicazioni anche per i celiaci, mentre non può essere consumato (per la presenza della panna) dagli intolleranti al latte».
- Quali sono i semifreddi più richiesti nel tuo locale? «Vanno sicuramente per la maggiore il semifreddo al croccantino, preparato con un mix di mandorle, nocciole e zucchero, e il semifreddo al Rocher, che richiama chiaramente al sapore del famoso cioccolatino. Man mano che ci avviciniamo all’estate, tuttavia, i gusti cambiano. Sono più richieste le farciture a base di frutta, in particolar modo fragole, e yogurt. Ricordo, tuttavia, che produciamo anche altre preparazione dolciarie come mousse, Sacher, torte alla ricotta, alle mandorle e tanto altro».
- Quali sono le caratteristiche e gli ingredienti che differenziano un semifreddo da una torta o da un gelato? «Il semifreddo può essere considerato una via di mezzo tra una torta e un gelato poiché presenta una parte del composto che va cotta (la meringa) e una farcitura che invece richiede un raffreddamento veloce. Una volta preparato, infatti, va messo
C’è un prodotto del quale sei particolarmente fiero? Un semifreddo con il tuo marchio personale? «Certo, il semifreddo all’amaretto. È una preparazione un po’ più elaborata, poiché ricorda lo zuccotto, con la solita base di meringa, arricchita però con Pan di Spagna e con un cuore di cioccolato morbido. Una vera delizia!».
via A. Ferrarin, 44 - Zanè (VI) cell 347 2410377 marcantemarco@gmail.com
/Semifreddo-allITALIANA
IL POSTO DELLE FRAGOLE Amate da tutti per il profumo inebriante e il gusto stuzzicante. Un concentrato di virtù.
Nel regno della frutta primaverile, tenera e golosa, la fragola è la regina incontrastata. Decorativa se utilizzata in insalate o macedonie; si sposa a torte e crostate lasciandosi coprire da profumate gelatine; cerca la panna per allearsi in invitanti fine pasto coprendosi talvolta di tiepido cioccolato. Non senza audacia, si asseconda a divenire guarnizione o contorno ad arrosti, spesso selvaggina, dopo aver ceduto alle lusinghe del fuoco tentatore.
Già nota nel passato Originaria delle Alpi, dove cresceva allo stato selvatico, in principio vi era solamente la fragolina di bosco (Fragaria vesca), chiamata fragrans dai Romani in omaggio al suo intenso profumo di ambra e di rosa. E se notizie storiche asseriscono che già l’uomo preistorico era ghiotto di questo frutto selvatico, ai tempi di Plinio il Vecchio gli veniva attribuito un forte potere afrodisiaco e compariva regolarmente sulle tavole dell’antica Roma in coincidenza con le feste in onore di Adone. Narra infatti la leggenda che alla sua morte Venere pianse copiose lacrime, le quali, giunte a terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole. Di lei troviamo citazioni nella Bibbia,
nei poemi, nelle favole mitologiche e nei più antichi trattati di medicina e botanica. Viene elogiata da molte fonti: Plinio la descrive come un prezioso frutto del bosco da amare ed apprezzare, Virgilio avverte i golosi di raccoglierla guardandosi dai serpenti. Al tempo dei Romani, il piccolo achenio dal bel colore rosso era sempre presente sulle tavole dei patrizi. Golosità prediletta di Shakespeare e del re Sole, le prime rudimentali coltivazioni furono sperimentate proprio dai giardinieri di Luigi XIV, estirpando le varietà selvatiche per coltivarle nei giardini di Versailles. Questa operazione durò fino a quando, con le importazioni di sconosciute varietà dal Nuovo Mondo, s’inizio la coltivazione vera e propria. Così, dalle piccole fragole europee, nel corso di trecento anni e attraverso una lunga serie di ibridazioni, si è giunti alle grosse fragole che ancora oggi deliziano la nostra tavola.
Belle, buone e salutari Le fragole, oltre ad essere buone, hanno anche un contenuto in vitamina C superiore a quello degli agrumi, tanto che ne bastano cinque per sostituire un’arancia. Un primato nutrizionale che è alla base
La fragola, ricca di potassio, fa aumentare la riserva alcalina e gode di azione dissetante, rinfrescante, antiurica e depurativa.
delle molte proprietà antitumorali che vengono attribuite ad un frutto al quale già i romani attribuivano funzioni medicinali, tanto da credere che potesse servire a prolungare la vita! E in un certo senso è vero: in una recente indagine, medici americani hanno rilevato che chi consuma regolarmente fragole ha minori probabilità di essere colpito da tumori. Inoltre, è particolarmente indicata per chi soffre di reumatismi, di ipertensione e nella cura della gotta.
Per sfruttarne appieno le qualità è però consigliabile consumarla matura, stadio in cui si riduce anche la possibilità di produrre fenomeni allergici.
Un falso frutto Fin qui abbiamo parlato della fragola come di un frutto, ma va detto che botanicamente non è corretto: si tratta in effetti di un falso frutto, in quanto è solo il ricettacolo del fiore ad ingrossarsi, e non l’ovario. I veri frutti, infatti, sono gli acheni gialli della superficie, quelli che solitamente vengono erroneamente considerati i semi!
BRUSAMÀRSO Una festa per risvegliare la primavera Con Marzo ritorna la primavera e germoglia la vita. Ma quanti sanno che per secoli questo è stato il primo mese dell’anno?
Per i greci l’anno iniziava nella seconda metà di luglio; per il calendario lunare dei cinesi, invece, si festeggia fra il 21 gennaio e il 19 di febbraio mentre, in Mesopotamia, iniziava con il plenilunio di primavera. Qui invece l’inizio del nuovo anno cascava il 1° Marzo. Questa data ha origini antichissime e segnava l’inizio dell’anno religioso nella Roma antica, che lo abbandono nel 153 a.C. Intorno all’anno 1000 questa tradizione fu ripresa dal Ducato Veneto e per otto secoli il 1° Marzo è stato il capodanno dei veneti, fino all’arrivo di Napoleone nel 1797. Per la secolare vita della Serenissima Repubblica, gennaio e febbraio sono sempre stati gli ultimi mesi dell’anno e non i primi.
L’ordine dei mesi Può sembrare strano, ma a pensarci bene è il calendario ufficiale ad essere strano. Vi pare concepibile che l’anno nuovo cominci con l’inverno, la stagione della morte rituale? Settembre, ottobre, novembre e dicembre, letteralmente appaiono come il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese dell’anno, e se si parte
da marzo, quei mesi “coincidono” con il loro nome. Nelle regioni temperato-fredde, e così anche nel Veneto, era naturale associare la ruota della vita a quella delle stagioni, ed ecco che l’anno nuovo sorge all’alba della Primavera, insieme alla vita che si risveglia.
La rinascita della natura Il periodo invernale era un tempo di attesa, rintanati nelle casupole o possibilmente nelle stalle, a far filò. La vegetazione sembrava morta e induceva una profonda malinconia negli animi, particolarmente in novembre, segnato dal “giorno di morti”, ma alla fine di dicembre si era nell’attesa della rinascita e nei giorni che seguivano il solstizio d’inverno si percepiva l’aumento progressivo della luce. La natura stava per risvegliarsi e, per aiutarla a far esplodere la primavera nei suoi accesi colori, si scatena il batimàrso, una tradizionale manifestazione di piazza in cui trattori e carri sfilavano per le vie del paese accompagnati da un corteo di persone. Una festa segnata dal baccano prodotto dalla percussione di lamiere, bidoni, pignatte, ràcole e ogni genere di oggetti metallici, ritmato con filastrocche su
marzo, usuali di ogni luogo, da parte dei giovanotti del paese. Tutto andava bene per fare un forte baccano di suoni e grida festose e, più forte era il chiasso, più veloce sarebbe stato il risveglio della natura, e più i campi e gli alberi avrebbero prodotto abbondantemente i loro preziosi frutti. Partecipavano tutti spontaneamente alla festa del brusamàrso che durava un intero giorno, dato che si viveva aderendo pienamente al ritmo delle stagioni. La festa era insieme rito, danza, canto e scherzo che si concludeva allorché scendeva la sera, con l’accendersi del falò.
Negli ultimi due giorni di febbraio e nel primo di marzo è trepidante l’attesa della buona stagione.
Il fuoco che rischiarava le tenebre simboleggiava la vittoria della luce sulle lunghe notti invernali, e del caldo sul freddo. Per salutare la fine dell’inverno e l’arrivo della buona stagione.
GIARDINERIA
DRAGO
Le nostre piante hanno un cuore Drago oggi può considerarsi la più grande Giardineria dell’alto vicentino con oltre 5 ettari e mezzo tra produzione e vendita e più di 40 anni di esperienza e di costante aggiornamento. Le loro piante “arredano” la Fiera dell’oro di Vicenza, la Biennale di Venezia, il Danieli e la mostra del Cinema di Venezia. La passione per l’orto, però, “primo amore” di Mario e mamma Regina, prosegue ancora oggi nella produzione di piantine che, prima di essere messe in vendita, vengono accuratamente “testate” in campo.
- Mario, a cosa porta questo tipo di sperimentazione? «Questa cura varietale ci permette di avere piante più forti e resistenti e, soprattutto, adatte al nostro clima. Ogni anno sperimentiamo qualcosa di nuovo e questo, in 40 anni, ci ha permesso di riuscire ad offrire tutto ciò che oggi si possa piantare in un orto nel nostro territorio. Per intenderci, solo del pomodoro abbiamo quasi 25 varietà, tra cui alcune antiche: il pantano, il romanesco, il canestrino di Lucca, ecc… È un lavoro lungo, di prove ed errori, ma l’unico che permette di mettere in commercio delle piante e dei fiori che non appassiscano appena varcano l’uscita della Giardineria. Mi piace pensare che le nostre piante abbiano un cuore…».
- Come si fa a testare e proporre piante più resistenti? «Con anni di prove di coltura direttamente in campo aperto. Adottiamo inoltre la tecnica della “lotta integrata” che prevede una perfetta sinergia tra i sistemi di trattamento convenzionali, biologici (come ad esempio funghi e batteri antagonisti, insetti predatori), attenzioni ed esperienze agronomiche (le piante hanno a disposizione molto spazio, molta luce e aria e diventano “naturalmente” più resistenti) e con cicli colturali non forzati. Si tratta di un approccio pratico che previene anziché curare. Proponiamo le nostre varietà sia da seme sia da innesto, ancora più robuste e resistenti».
Le piante da orto rappresentano il germe che ha dato vita a tutto!
- Quanto è importante la terra in una coltivazione? «La terra è fondamentale, importantissima. Una terra di qualità è un elemento imprescindibile! Non ci limitiamo a seminare su una terra qualsiasi, ma utilizziamo esclusivamente torba bionda che lavoriamo noi stessi in base alle singoli esigenze colturali. Lavoriamo inoltre con funghi e batteri antagonisti che colonizzano naturalmente la pianta e migliorano l’apparato radicale necessitando di un minor fabbisogno idrico. In sintesi, la terra la facciamo noi! »
- A dimostrazione che è la passione che muove tutto, quest’anno commercializzerete la piantina dello spinacio selvatico (o di montagna) detto anche “Erba del buon Enrico”. «Sono anni che testo questa pianta per riuscire a mettere in commercio una varietà che, seppur selvatica, riesca a dare il meglio di sé. Originariamente quest’erba si trova vicino alle malghe. Io coltivo le piante madri, in montagna, e ho sviluppato le competenze per riuscire a coltivarla anche in vivaio».
- Dacci un consiglio, come dev’essere l’orto? »L’orto dev’essere piccolo, perché sia un divertimento e non un impegno stressante. Poche piante, di varietà testate, piantate larghe e con l’attenzione alla rotazione delle colture. La Giardineria oltre alla vendita delle piante da orto, promuove un ciclo di corsi annuali, anche sull’orto, direttamente in campo con coltivatori diretti. È una delle soddisfazioni più grandi coltivare assieme una passione e un rapporto umano».
da 40 anni
passione e competenze L’azienda Drago nasce nel 1978 dalla caparbietà di Mario Drago che, con l’aiuto di mamma Regina, avvia una vera e propria produzione di ortaggi. Produzione che va avanti fino al 1980 quando alle competenze e alla passione si applicano anche alla produzione di fiori e piante. La Giardineria, come la si conosce oggi, nasce con l’apertura del garden verso il 1985 con l’arrivo in azienda dei fratelli Stefano ed Enrico e, più tardi, di Rossana. Si può dire dunque che le piante da orto rappresentino il germe che ha dato vita a tutto! Oggi la produzione è affidata a Mario Drago, affiancato dal suo braccio destro Matteo, da Aliseo (che fin da piccolo frequentava la Giardineria e sognava di lavorarci), e da alcuni giovani ed entusiasti collaboratori stagionali.
Via Maranese, Schio (VI) tel 0445.673250 info@giardineriadrago.com
www.giardineriadrago.com
Rubrica a cura di Luciano Gaggia la musica, la cucina, la filmografia....i vini!
MIXERCHEF - GOURMET SONORO E NON SOLO!
Chi come me, è nato negli anni 60 ricorderà sicuramente con nostalgia una delle epoche più belle del 20° secolo, gli anni ’90. Il loro arrivo era atteso come una chimera. Gli anni ’90 sono stati gli anni della svolta, dalla moda alla tecnologia. I nostri erano gli anni del Walkman, delle Spice Girls, di Roberto Baggio, gli anni in cui la domenica pomeriggio si ascoltava la partita alla radiolina e si segnavano i punti sulla mitica schedina del Totocalcio con la speranza che il “13” ci avrebbe migliorato la vita, e che per veder i gol aspettava 90° minuto alle 18:00 su Raiuno. Chi è stato adolescente in quegli anni ha vissuto un'adolescenza diversa per modi e mezzi. I ragazzi degli anni 90 hanno vissuto, per primi, l'opportunità di studiare all'estero, di viaggiare in un'Europa unita non più divisa da un muro. Nati analogici hanno conosciuto il web, lo hanno visto crescere, hanno via via abbandonato le enciclopedie per i motori di ricerca, le discoteche per le chat, le sale giochi per i giochi on-line. Internet ha aperto le finestre che i genitori tenevano chiuse. I pomeriggi si passavano a fare merenda, si leggeva Cioè e si dava il numero di casa. Sarebbero arrivate le carte telefoniche, prima, e i cellulari, dopo. Squilli (per dirti che ti penso o
richiamami a seconda del destinatario) e messaggini a regolare ed alimentare i rapporti sociali. Perché che diventa xchè e ti voglio bene, tvb. È arrivata Omnitel e con lei Megan Gale a turbare le fantasie degli italiani con uno spot televisivo, la Christmas card a Natale per scrivere messaggi senza limiti, il tamagochi e il Game Boy sempre nello zaino. Gli anni cominciati con le notti magiche del mondiale di calcio in casa, gli anni del walkman, degli 883, del primo rudimentale esperimento di reality, il Karaoke di Fiorello con l'immancabile codino. Gli anni di Beverly Hills 90210, Dylan o Brandon, Kelly e Brenda. Dei Nirvana, degli Oasis, di Britney Spears e delle Spice Girls. Delle super top, delle mode: zaino Invicta, le Gazelle dell'Adidas, i Dr. Martens, i jeans della Levi's. L'eskimo per chi faceva autogestione e il bomber per chi andava in disco. Il colletto della polo alzato per imitare Eric Cantona, centravanti del Manchester United ed iscriversi al club dei fighetti. Gli anni degli scooter che rottamano i ciclomotori, di Non è la Rai, del diario della Smemoranda da riempire di frasi, colori, adesivi, insomma l' elenco telefonico dei ricordi delle superiori. Gli anni del Milan di Capello, di Weah, della Juve di
Lippi e di Del Piero. Di Usa 94 e quei rigori maledetti, di Valentino Rossi e Max Biaggi, di Indurain e Pantani. Gli anni di Senna (trionfali e drammatici) e di Michael Schumacher, delle Tartarughe Ninja, di Sailor Moon, di Bim Bum Bam e Piccoli problemi di cuore. Gli anni di Lady D, di Ghost, di Julia Roberts e di Mamma ho perso l'aereo. Di Hugh Grant a rendere immortale un quartiere di Londra, Notting Hill, di Titanic e Brad Pitt. Di Leonardo Pieraccioni che sbanca i botteghini col suo Ciclone, di Mai Dire Gol, delle videocassette che lasceranno spazio ai dvd, dei floppy disk, di Michael Jordan e di tante, tantissime altre cose. Ce lo ricorda in una giornata d'inverno Dolores O'Riordan che ci tocca salutare troppo presto. La sua voce scoperta grazie ad un meraviglioso album "No need to argue" grazie al quale i Cranberries diventarono la seconda band irlandese più popolare del mondo, al primo posto nemmeno a dirlo gli U2, è stata il simbolo di un decennio: gli anni 90 appunto. Canzoni come Zombie, Ode to My Family, I Can't Be with You e Ridiculous Thought diventarono la colonna sonora assoluta di quei mesi a cavallo tra la fine del 1994 e l'estate del 1995. Che dire di più...W GLI ANNI ‘90
MIGLIORI FORMAGGI VENETI
TOP DANCE ANNI ‘90
Asiago DOP fresco Latteria sociale di Bolzano Vicentino
15) Snap! – Rhythm is a dancer (1992)
Asiago DOP stagionato 10-15 mesi Latterie Vicentine
14) 2 Unlimited – No limit (1993)
Asiago DOP stagionato oltre 15 mesi Latteria Sociale Villa
13) Robert Miles – Children (1995) 12) ATB – 9PM (1998)
Grana padano DOP Caseificio Pennar Asiago
11) Corona – The rhythm of the night (1993)
Provolone Valpadana DOP dolce Caseificio Albiero
10) Alice DeeJay – Better off alone (1999)
Provolone Valpadana DOP piccante Brazzale spa Dogal Società agricola
9) Mo-Do – Eins Zwei Polizei (1994)
Caciotta - Malga Gasparini Latteria Pasta molle con crosta Caseificio Castellan Urbano Asiago DOP Fiordimaso naturalmente privo di lattosio Produttore Ca.Form srl Latterie Venete Formaggio di Capra, Pasta semidura La capreria Soc.agricola
8) Aqua – Barbie girl (1997) 7) The Prodigy – No good (1994) 6) Twenty 4 Seven – I can’t stand it (1990) 5) Daft Punk – Around the world (1997) 4) Ice MC – Think about the way (1994) 3) Eiffel 65 – Blue (1999) 2) Gigi D’Agostino toujours (1999)
–
L’amour
1) Scatman John – Scatman (1994)
rubinatognazzi.it
MILLENOVECENTO90
IL NOSTRO TONNO, UOVO E ASPARAGI ideato dallo Chef Flavio Andriolo
PREPARAZIONE Frullare con acqua di cottura gli asparagi, metterli in un pentolino e ridurre a crema; aggiungere qualche goccia di olio, un pizzico di sale e pepe. Prendere il tonno e batterlo al coltello fino ad ottenere una tartare, condire con un po’ di erba cipollina, sale, pepe, un goccio di olio EVO e qualche goccia di limone. Cuocere separatamente le 4 uova disponendole ognuna in una coppetta (cottura a vapore a 100 gradi per 5 minuti). Disporre la crema di asparagi sul piatto, impiattare la tartare sopra e adagiare delicatamente l’uovo. Decorare, infine, con un filo di erba cipollina e un goccio di olio EVO.
Via Roma 95/97 Grumolo delle Abbadesse (VI) Tel 0444/881291 info@alchimistadelgusto.it
INGREDIENTI • 500g Asparagi bianchi bolliti • 300g di tonno rosso cotto a bassa temperatura
• 4 Uova biologiche • Erba Cipollina • 1 Limone • Q.B. olio E.V.O., sale, pepe
L’Alchimista del Gusto
C’è panino e panino
“Dai Tosi” si gusta il burger gourmet Il panino è forse il piatto più semplice, veloce, nutriente e sfizioso che tutti noi conosciamo. A renderlo sempre più intrigante nella sua preparazione ci hanno pensato gli chef che hanno ideato il “panino gourmet”, una prelibatezza che rappresenta oggi l’evoluzione del sandwich. Specialisti di questo golosissimo “piatto” sono Nicola e Mattia, titolari dei locali “Dai Tosi”, a Thiene e Trissino.
I “tosi”
- In cosa si differenzia un semplice panino da uno gourmet? «Un panino gourmet può essere paragonato ad un piatto da ristorante poiché viene assemblato seguendo tutti i crismi della costruzione di un piatto. Si parte da ciò che si vuole scatenare nella mente dell’ospite con i gusti che il panino stesso offre. Sicuramente deve anche sfamare, ma il suffisso “gourmet” gli dà quel valore aggiunto che significa selezione degli ingredienti e degli abbinamenti. C’è il panino per chi ama i gusti leggeri; per chi ama i gusti e gli abbinamenti complessi e inusuali; per chi, anche se vuole essere stupito, non vuole allontanarsi troppo dalla tradizione. E poi c’è il panino per chi vuole essere sorpreso, che ama osare e sperimentare».
Nicola e Mattia hanno aperto ormai da due anni e mezzo “Dai Tosi” a Thiene. In cucina sono coadiuvati da Beatrice e Alberto . Oltre al menù salato producono “in casa” anche dolci e gelati con materie prime di prima qualità, giocando con consistenze e abbinamenti; biscotti e piccola pasticceria e, durante le festività, panettoni con lievito naturale. Per Pasqua, in produzione ci saranno anche uova al cioccolato. In accompagnamento al burger gourmet, non può mancare anche un bere degno di nota. “Dai Tosi” offre infatti un’attenta selezione di birre artigianale di provenienza locale e dei migliori micro birrifici esteri. Per tutto questo, in sala ci sono Anna, Arianna e Nicola A. Nel nuovo locale, aperto di recente a Trissino, vengono servite anche pizze con impasti per lievitati di propria produzione.
- Come vengono selezionati gli ingredienti? «Non lasciando nulla al caso. Anzi, ne vengono provati molteplici in modo da selezionare quello che meglio si lega con i restanti. Noi preferiamo ingredienti certificati che possano dare garanzia di qualità anche al cliente, scegliendo e collaborando con aziende e produttori del territorio. Nel caso che qualche ingrediente non sia di provenienza nostrana, ci assicuriamo sempre che rispecchi i nostri standard etici e di qualità. Anche il pane che si sceglie influisce molto sul risultato finale, essendo esso stesso uno degli ingredienti di maggior peso insieme alla carne del burger gourmet. Per questo il pane ce lo prepariamo noi, scegliendo e selezionando farine e altri nutrienti».
- Anche il panino gourmet segue una stagionalità degli ingredienti? Sicuramente è una delle prerogative in quanto, solo scegliendo ciò che di meglio la stagione può offrire, si può giocare su gusti più intensi e migliori consistenze. Ma soprattutto, utilizzando prodotti provenienti da piccole aziende, non coltivati con sistemi “industriali”, fa sì che si possa avere solo ciò che la natura e la stagione in quel momento offre» - Quali sono i panini più amati dai clienti, quelli che non possono mai mancare vostro nel menu? «Il nostro menu cambia spesso in base a quello che troviamo al mercato; tuttavia ci sono dei burger che non mancano mai ma che, comunque, possono subire delle piccole modifiche in base alla stagione. Per noi sono un po’ gli entry level come il classico burger, italianizzato con carne selezionata di provenienza dall’agriturismo La Giassara di Castelgomberto e servito nel nostro pane con della salsa rubra(il ketchup italiano; sempre presente sulle tavole dei nostri nonni) fatto in casa, una composta di cheddar inglese,
cipolla stufata, bacon croccante e insalata. Un altro burger che per noi non può mai mancare è il modernist burger, la nostra visione moderna dell’hamburger che viene accompagnato da un ketchup fatto esclusivamente con funghi, un blend di formaggi che creano una fonduta molto morbida, dei kiwi cotti che sembrano pomodori e dell’insalata affumicata».
viale Bassani, 87/M - Thiene (VI) tel 0445.1750684 - info@dai-tosi.it
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NUOVE TENDENZE
ACQUA e CIBO IERI normale presenza sulle nostre tavole OGGI scelta consapevole per abbinamenti di valore
i consigli di
Giancarlo Andretta Idrosommelier - Gastronomo Assaggiatore Divulgatore
Per un perfetto
Un tempo, in tavola si serviva semplicemente “acqua gassata” o “acqua naturale”.
abbinamento con gli asparagi Scelta non facile... anche perché dipende dalla tipologia di asparago e dalla struttura complessiva del piatto, se è ingrediente principale o d’accompagnamento. E poi, sono variazioni sensibili le cotture, i condimenti e gli abbinamenti ad altri ingredienti presenti nella portata.
Oggi il consumatore è sempre più attento ed evoluto: grazie alle maggiori informazioni e alle molte possibilità offerte dal mercato, ha iniziato a distinguere le caratteristiche e il sapore delle diverse acque, maturando preferenze e simpatie tali da rendere l’acqua, anzi le acque, degne dello stesso interesse che viene riservato ai vini. Sensibili a questa nuova tendenza, si propone un modo nuovo di bere acqua a tavola; suggerimenti finalizzati ad un felice abbinamento “acqua-cibo” e mirati alla valorizzazione della nostra gastronomia.
10
Disseta e fa bene alla salute, può essere abbinata in modo corretto a qualsiasi piatto.
BUONI CONSIGLI...
se prevalgono gli
abbiniamo
ASPARAGI CRUDI
ACQUA LISCIA
con gli
abbiniamo
ASPARAGI ALLA BASSANESE
ACQUA OLIGOMINERALE
con
abbiniamo
PIATTI GRASSI
ACQUA FRIZZANTE
preparazioni con asparagi e pancetta oppure fritti
Giancarlo Andreatta
L’acqua minerale naturale •1
ACQUISTARE le acque pensando ad un corretto abbinamento ai propri piatti.
•2
CUSTODIRE le confezioni al riparo dalla viva luce e da fonti di calore, in locali idonei per la perfetta conservazione del prodotto.
•3
MANEGGIARE le confezioni con cura al fine di evitare danni alle etichette, al tappo, al contenitore stesso, scartando le confezioni non integre o prive di etichette.
4•
PRESENTARE ai clienti la bottiglia nella sua confezione originale, illustrandone le caratteristiche.
5•
STAPPARE al tavolo avendo cura di non danneggiare il collo della bottiglia.
6•
SERVIRE ad una temperatura sui 10° per le effervescenti e sui 12° le piatte.
7•
BICCHIERI: preferire quelli di cristallo sottile, liscio, incolore e trasparente. Per le effervescenti con gambo e base, per evitare un contatto con le mani che potrebbe riscaldare l’acqua.
è
poco mineralizzata
poco frizzante
bolla grossa, con residuo fisso intorno ai 400 mg Il Gourmet Curioso
• Gastronomo Sommelier • Maestro Assaggiatore di Formaggi - O.N.A.F. • Maestro Assaggiatore di Salumi - O.N.A.S. • Assaggiatore di Grappe e Distillati - A.N.A.G. • Idro Sommelier - A.D.A.M. • Assaggiatore di Caffè - I.I.A.C.
8•
EVITARE l’impiego di ghiaccio nel bicchiere poiché altera il gusto e crea una miscela con acqua di altra e diversa natura.
9•
NON IMMERGERE la bottiglia nel secchiello del ghiaccio, per evitare un antiestetico distacco dell’etichetta.
• 10
GLACETTE: utilizzarla ove richiesto o secondo le condizioni climatiche.
Amico bicarbonato in cucina Bicarbonato di sodio, un unico prodotto da utilizzare efficacemente in cucina insieme a sale, limone e aceto...
PULIZIA DELLE MANI Per neutralizzare sporco e cattivi odori, sfregate sulle mani il composto ottenuto mescolando tre parti di bicarbonato con una parte d’acqua. Potete aggiungere un cucchiaino di bicarbonato alla quantità di sapone liquido che utilizzate abitualmente per ottenere un’azione antiodore ancora più efficace.
ACCIAIO INOX Preparate una saponata con due litri d’acqua, un cucchiaio di bicarbonato e ½ bicchiere di aceto. Con una spugna sgrassate piani e mobili d’acciaio, risciacquate con acqua e lucidate con carta inumidita con poco aceto bianco.
PENTOLE E PIATTI Aggiungete un cucchiaio di bicarbonato all’acqua per l’ammollo di piatti e pentole per facilitare la rimozione di macchie e unto. Aggiungete un cucchiaino di bicarbonato alla quantità di detersivo che utilizzate abitualmente per potenziarne l’effetto detergente.
SPUGNE Per disinfettare ed eliminare i cattivi odori dalle spugne, immergetele in una bacinella d’acqua calda con l’aggiunta di quattro cucchiai di bicarbonato.
FORNO A MICROONDE Per la pulizia del microonde immergete un panno in una soluzione di acqua e bicarbonato. Potete utilizzare questo rimedio sia per l’interno che per l’esterno del forno. Strofinate e poi risciacquate bene con sola acqua.
ARGENTERIA Per la pulizia dell’argenteria formate una pasta pulente con tre parti di bicarbonato ed una parte d’acqua. Strofinatela sugli oggetti delicatamente utilizzando un panno umido. Risciacquate con acqua tiepida ed asciugate per bene. La vostra argenteria sarà più brillante che mai.
CAFFETTIERE E TEIERE Per eliminare macchie e cattivi odori da teiere e caffettiere, immergetele in una soluzione di acqua calda e bicarbonato. Per le macchie più difficili, provate a strofinarle utilizzando la pasta pulente di cui sopra.
PULIZIA DEL FORNO Cospargete l’interno del vostro forno con del bicarbonato, spruzzatevi sopra dell’acqua calda e lasciate agire per tutta la notte. Al mattino sfregate utilizzando una spugna umida per eliminare unto e macchie. Risciacquate ed asciugate.
DISINCROSTANTE Preparare una soluzione con acqua, sale e bicarbonato e lasciate in ammollo le parti incrostate (pentole,barbecue, forni, piastre ecc. ecc.) per qualche ora, strofinate con paglietta d’acciaio e risciacquate.
PAVIMENTI Per la pulizia dei pavimenti, potete sostituire i comuni detergenti in commercio facendo sciogliere un bicchiere di bicarbonato in un secchio d’acqua calda. Poi procedete con la normale pulizia. Per le macchie più difficili, cospargete un po’di bicarbonato su di una spugna umida e strofinate le zone interessate.
FRIGORIFERO Riponete un recipiente contenente del bicarbonato su di uno dei ripiani del frigorifero. Il bicarbonato assorbirà e neutralizzerà i cattivi odori.
TAGLIERI Per eliminare i cattivi odori dai taglieri, cospargeteli di bicarbonato e lasciate agire per alcuni minuti prima di procedere al consueto lavaggio.
BIDONI DELLA SPAZZATURA Cospargete di bicarbonato il fondo dei bidoni della spazzatura in modo da tenere lontani i cattivi odori.
RACCOLTA DIFFERENZIATA Pulite spesso i contenitori destinati alla raccolta differenziata utilizzando una spugna umida sulla cui superficie avrete cosparso del bicarbonato. Risciacquate ed asciugate. Cospargete del bicarbonato sul fondo del contenitore per prevenire la formazione di cattivi odori.
TUBATURE E SCARICHI Per eliminare i cattivi odori di scarichi e tubature ed impedire che si riformino, versate mezzo bicchiere di bicarbonato in lavelli, docce o vasche e fate scorrere l’acqua. Da ripetere una volta ogni dieci giorni.
LAVASTOVIGLIE Utilizzate acqua e bicarbonato per ripulire e deodorare la lavastoviglie. Il bicarbonato può essere utilizzato in aggiunta al detersivo per lavastoviglie al fine di potenziarne l’effetto e per eliminare gli odori. Per evitarne la formazione, cospargete il fondo della lavastoviglie con del bicarbonato prima di ogni lavaggio.
CESTINI IN VIMINI Per una pulizia delle ceste e cestini, unite due cucchiai di bicarbonato al succo di un limone per litro d’acqua, mettete in ammollo i cestini e strofinate con spazzola risciacquate con acqua e lasciate asciugare.
LIEVITAZIONE Potete aggiungere un cucchiaino di bicarbonato al lievito utilizzato per l’impasto di dolci e torte. Ricordate che il bicarbonato è un coadiuvante della lievitazione, ma non può sostituire il lievito.
PER CARNI PIÙ TENERE CONTENITORI IN PLASTICA Per deodorare i contenitori in plastica, cospargetene l’interno con del bicarbonato tra un utilizzo e l’altro, oppure inseritevi un piccolo contenitore colmo di bicarbonato. Lasciate agire a lungo in modo che il bicarbonato possa assorbire gli odori e poi procedete al normale lavaggio.
nelle marinature un cucchiaino di bicarbonato per mezzo kg di carne e risciacquare prima di cuocere.
ANTIACIDO PER ALIMENTI Per regolare l’acidità di alcuni alimenti quali pomodoro, minestre, passate di verdure ecc. ecc. aggiungere una punta di bicarbonato in cottura e far bollire qualche minuto.
MIGLIORARE L’AMMOLLO dei legumi in acqua particolarmente dura Una punta di bicarbonato nell’acqua d’ammollo.
LAVAGGIO DELLE VERDURE Lavare le verdure in acqua e bicarbonato per facilitare lo stacco di residui terrosi o eliminazione d’infestanti. Risciacquare in abbondante acqua corrente.
INSETTICIDA NATURALE Se malauguratamente vi doveste trovare a fronteggiare la presenza di insetti in casa, un modo molto semplice e del tutto naturale (quindi anche a prova di bambino) per sbarazzarsi delle formiche, ma anche di forbicine, millepiedi e altri insetti, è quello di mettere in un contenitore con le pareti interne completamente lisce, un cucchiaio da tavola di bicarbonato e uno di zucchero a velo. Posizionatelo nella zona d’entrata degli insetti. Questi, attirati dall’aroma dolce, entreranno nella ciotola e mangeranno la miscela, per loro nociva.
...utile da tenere sempre a portata di mano.
Il rame in cucina lusso o esigenza? Un tempo tutte le cucine, anche le più misere, avevano in dotazione utensili di rame. Le donne appendevano i secchi di rame al bigòlo e andavano alla fontana, cuocevano torte e arrostivano carni delicate in testi sempre di rame e non facevano la polenta se non possedevano il caliéro di questo metallo. Oggi, le pentole, le casseruole e gli stampi di rame sembrano un lusso, tant’è che si usano per abbellire pareti o per arricchire mensole e ripiani della sala da pranzo, quando non finiscono per diventare fioriere. Ma i recipienti in rame sono davvero un lusso per la cucina?
Le proprietà La cosa non è così certa, perché il rame è un ottimo conduttore del calore: ogni eccesso di calore si propaga rapidamente verso il resto dell’utensile. Una casseruola in rame reagisce dunque in maniera assai rapida alle variazioni di temperatura, cosa che assicura una cottura uniforme sull’intera superficie del recipiente, fondo e bordi, senza “punti caldi” o punti di surriscaldamento che intrappolerebbero le molecole, le carbonizzerebbero, finendo col dare un gusto di bruciato a tutto il piatto. Il caliéro appeso alla catena del camino e tenuto fermo col sóco nel momento del rimestamento, riceveva fiamma diretta solo sul fondo, ma la polenta all’interno “borbottava a pieni polmoni” in ogni sua parte e, alla fine, sapeva da brustolìn, ma non da bruciato. Con il rame infatti, sembra che ci sia un miglior controllo sulla temperatura, con la possibilità di farla variare
a volontà senza troppa inerzia, cosa assolutamente indispensabile per le salse più delicate, per la cottura dello zucchero e per i piatti che vanno fatti sobbollire a lungo. In quest’ultimo caso, per evitare il contatto tossico con il verderame, si usa rivestire l‘interno degli utensili di rame con uno strato di stagno puro (rame stagnato), ottenuto oggi per elettrolisi. Questa “stagnatura” deve essere rinnovata con una certa regolarità. Non si stagnano pero le “bastardelle” per montare i bianchi a neve e nemmeno i “polsonetti” utilizzati per lo zabaione, per il semplice motivo che la fusta gratterebbe e righerebbe il fondo di stagno che, come il piombo, è un materiale assai tenero. E si deve evitare di scaldare troppo una casseruola di rame stagnato, per non correre il rischio di far fondere lo stagno.
indubbio che un rame poroso sarebbe innegabilmente un disastro. Rimane comunque il fatto che il rame è bello, soprattutto quando è lucido. Caro, anche: lo si può sostituire benissimo con un altro metallo conduttore, come l’alluminio, ma in questo caso bisogna assolutamente ricordare di acquistare recipienti di un certo spessore, piuttosto pesanti, al fine di evitare i “colpi di fuoco”.
Alternative
Gli strumenti adatti
È altresì giusto, per essere corretti fino in fondo, mantenere qualche esitazione nel fare l’elogio fisico del rame. Infatti, da un punto di vista strettamente chimico, può esservi il sospetto che lo stato della superficie del materiale delle casseruole intervenga più della natura del metallo in sé: è
Non si può parlare di rame e di alluminio senza fare un cenno sui mestoli più adatti per questi metalli, ottimi conduttori di calore. Questi mestoli sono i cucchiai di legno, presenti in tutte le cucine, nonché oggetto di bollenti diatribe fra igienisti e tradizionalisti.
Con il rame si ha un miglior controllo sulla temperatura, con la possibilità di farla variare a volontà senza troppa inerzia, cosa indispensabile per i piatti più delicati
Benedetti da coloro che fanno del “naturale” una ragione di vita, si impongono comunque in cucina rispetto a simili utensili metallici, perché non conducono calore (anche se, spesso, portano i “luttuosi” segni della fiamma troppo alta, figlia dell’incuria, ma anche della frenesia del servizio). Lasciati all’interno delle preparazioni che stanno cuocendo, si possono prendere in mano in qualsiasi momento, senza correre i rischio di bruciature. Certo, se usati per preparazioni diverse, devono
essere di volta in volta lavati e sciacquati con cura, magari dividendo fisicamente quelli utilizzati per preparazioni salate e dolci a, all’interno di quelle salate, i cucchiai usati generalmente per il pesce. Quale benedizione questi modesti utensili il cui materiale, il naturale e mite legno, non riga lo stagno che riveste l’interno delle casseruole di rame, ma, con le sue “rotondità” arriva anche al bordo del fondo dei recipienti d’alluminio, senza in alcun modo “ferirli”.
E poi, non esiste da che mondo è mondo, una polenta cotta rigorosamente nel caliéro di rame, che, una volta “sfarinata”, non venga rimescolata ritmicamente per 40 minuti con la mescola, naturalmente di legno, magari di “cornolaro”. Una volta girata d’un solo colpo sul panàro, sempre di legno, questo “sole” scalda la casa e la famiglia anche grazie a questo naturale materiale che, in cucina, sembra essere in molti casi la continuazione delle mani che lo impugnano, trasferendo alle stesse, quasi per magia, quelle sensazioni tattili che distinguono un cuoco da un gourmet.
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n o c a l o v a T a Sara Pinna Conduttrice
La quota rosa più eclettica della TV vicentina Volto noto per essere la conduttrice di molti programmi televisivi a TVA e presentatrice di importanti eventi che si sono svolti a Vicenza, si divide tra famiglia e professione con energia e col sorriso sulle labbra. - Giovanissima, già mamma di tre figli di ta di entrare in una taglia 40, dopo le pre10, 8 e 6 anni, e con una forma fisica permesse fatte, si chiama “Madre Natura”. A fetta. Qual è il tuo segreto, Sara? mio merito, però, questo sì, v’è la capacità «Penso che siano poche le donne che posd’ aver imparato a concentrarmi su quelli sano affermare di essere soddisfatte al che ritengo possano essere i punti migliori 100% del proprio aspetto fisico ed io per della mia fisicità, valorizzandoli attraverso certo non faccio eccezione! C’è sempre un abbigliamento più appropriato possibiuna parte del mio corpo che mi fa sbuffare le. Et voilà, il gioco è fatto!» o che guardo con minor piacere, ma questo per certo non ostacola la mia personale fe- Qual è il tuo rapporto con il cibo? licità e gratificazione. Sono semplicemen«Ho un ottimo rapporto con il cibo. Lo dico te donna, come detto, e maledettamente con particolare soddisfazione dopo un’aumorale. Durante le mie gravidanze ho dolescenza travagliata dal punto di vista mangiato tutto ciò che desideravo, arrialimentare. Oggi amo il buon cibo: adoro vando ad ognuno dei tre parti con un peso mangiare assieme alle persone a me care, maggiorato di 30 kg. Ebbene sì, lo ammetsedermi a tavola, vivere i sapori, gli alimento! Con calma, tra un allattamento e l’altro, ti e i profumi. Mi piace sperimentare nuoho cercato di rientrare nei ranghi. In aggiunta a questo, devo confessare che, purtroppo, aborrisco l’attività fisica: non mi piace e non mi è mai piaciuSara Pinna ta, ahimè. Quindi, il vero segreto per Arriva a TvA nel settembre del 2001 come valuna forma fisica che ti permetletta di alcune trasmissioni sportive. Dall’anno successivo diventa conduttrice. Rimane nel mondo dello sport, ma inizia a spaziare anche in altri settori. Le vengono affidate varie rubriche d’informazione e comincia una serie di attività parallele che la portano a presentare numerosissime iniziative, spettacoli, sfilate, concerti ed eventi. Attualmente conduce due trasmissioni sportive (Diretta Biancorossa e Rigorosamente Calcio), si occupa del notiziario di Confindustria Vicenza e presenta anche un programma di cucina. A TvA e Telechiara ricopre l’incarico di Responsabile degli affari generali, oltre ad essere l’assistente della direzione generale. Grazie ai 12 anni di studio in Conservatorio e alla sua grande passione per la musica classica e lirica, le viene sempre affidata la conduzione e tutta l’organizzazione di “Viva Verdi” a Vicenza.
vi piatti, pur rimanendo nella tradizione della cucina mediterranea. I primi ingolosiscono la mia fantasia, ma tassativa è la pasta corta, al top i paccheri. I secondi mi vedono spaziare dalla carne al pesce, uova e formaggio (mia grande passione), con estrema versatilità e nessuna particolare preferenza. Colazione rigorosamente con latte freddo e cereali super golosi; frutta e verdura in quantità abnormi, sicuramente più per le abitudini alimentari ricevute fin da bambina che per manie legate a calorie e diete. A riprova di questo, confesso che nella mia dispensa può mancare il pane, ma mai i dolci. Dipendente dalle caramelle, ho una vera e propria cultura su tutto ciò che contiene zuccheri. Bevo, però, solo acqua, nessun succo e nessun alcolico. Astemia da sempre. Allergica alle arance, arrivo ad odiarne persino l’odore. Detto questo, se mi s’invita a cena, si rimane soddisfatti della mia ottima forchetta». - Le tue origini mezze sarde e mezze vicentine, come influiscono sulla tua tavola? Quali sono i piatti che prediligi? «Non ho ricordi d’aver mai trascorso un Natale o una Pasqua senza che in tavola non fossero serviti, con grande rispetto per la tradizione, l’agnello e il porcetto. Questo è il primo pensiero culinario che mi lega all’isola battuta dal Maestrale, che tanto amo. Di retaggio contadino, mio padre mi ha sempre fatto apprezzare le erbe spontanee, il finocchietto selvatico in primis. Deinde, tutto ciò che la terra sarda ci regala con sapori decisamente più ricchi e profondi: i fichi d’India, le fave, i carciofi, i pomodori
varietà Camona, mandorle, pesche, fichi e angurie senza tregua e assolutamente nel loro periodo migliore. E ancora, forme di pecorino in tutte le stagionature. Bottarga solo in alcuni periodi e per deliziare palati più fini. Saltizza (salume tipico) con “su poddine” (un pane particolare), quando arriva a casa, portato da qualche parente, fa subito festa. E proprio gli gnocchetti sardi con il sugo di saltizza rimane il mio confort food per eccellenza. La cucina veneta è, invece, la cucina di tutti i giorni, quella che sono abituata a mangiare e a vivere e che viene golosamente contaminata dai sapori che, con estremo coinvolgimento, vi ho appena elencato». - Ti piace cucinare? «Adoro cucinare! Un piacere che devo tutto ai miei figli. Mangiano bene e vario; spaziano da alimenti più comuni e tipici della loro età, a prodotti che, per certo, sembra improbabile che dei bambini possano accettare. Il forno è sempre acceso per sfornare nuovi dolci... ma cosa ve lo scrivo a fare, era ovvio, no? Per certo, però, ciò che mi piace di più cucinare sono i primi piatti: il pasticcio di porri sono sicuramente al podio più alto».
- Dal mese scorso sei impegnata in un nuovo programma su TVA, proprio dedicato alla cucina e intitolato “Sapori e custodi del territorio: la sfida”. Di cosa si tratta? «Wow, come siete ben informati! Mi piace. Una nuova avventura, nell’era dei programmi tv dedicati proprio alla cucina. Prendendo come protagonista un prodotto tipico ed il suo territorio di riferimento, due concorrenti si sfideranno preparando ciascuno una propria ricetta, nel tentativo di esaltarne tutte le peculiarità. A sostegno dei due concorrenti, ci saranno Giovanna Simionato e Renato Pasqualato, coppia nella vita e nel lavoro, molto affermati nel panorama enogastronomico televisivo. Nello studio, strutturato come una grande cucina, con due postazioni cottura distinte, saranno presenti anche i produttori
Top Freedom Girl SABATO 04 MAGGIO 2019
del territorio che, tra una curiosità e l’altra, attenderanno il termine delle singole ricette per giudicare la migliore e decretare “Il custode d’oro” della puntata. Punto focale della trasmissione sono i racconti inerenti le tradizioni, i gusti, gli aneddoti, le feste e i sapori che caratterizzano il prodotto tipico e il suo territorio. Andrà in onda su TvA il sabato alle ore 12:55 con replica lunedì alle ore 17:00 e giovedì alle ore 13:55. Su Telechiara sabato alle ore 18:30 con repliche la domenica alle ore 13:00 e martedì alle ore 22:30».
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Lo sai che... Pane e pasta integrali non sono migliori di pane e pasta fatti con farina raffinata
Mangiare integrale sembra sia una “moda” e neppure troppo intelligente.
Leggevo un volume sui miti dell’alimentazione scritto da Cannella, professore di Scienza dell’alimentazione alla Sapienza di Roma e da Carrada, biologo, dove si dice che (riporto testualmente) “gli studiosi dell’alimentazione non sono ancora riusciti a trovare una buona ragione per preferire pane e pasta integrali ai prodotti fatti con farina raffinata.”
Frutta e verdura sono molto più ricche di fibre rispetto a pane e pasta integrali.
Le differenze La farina integrale è prodotta con grano ai cui chicchi è stata lasciata la cuticola esterna: la famosa crusca. La farina bianca è quella alla quale è stata tolta. La crusca è fatta di cellulosa, cioè di fibra, materiale che il nostro sistema digerente non assimila e non digerisce, ma che ha un’importante attività regolatrice dell’intestino e contiene vitamine e sali minerali. Ma di fibre, vitamine e sali minerali sono molto più ricche la frutta e la verdura che, in una sana alimentazione, devono essere sempre presenti e che presentano meno inconvenienti.
I “contro” dell’integrale La crusca comprende, infatti, i cosiddetti “antinutrienti” che addirittura ostacolano l’assorbimento da parte dell’intestino di alcuni nutrienti quali gli zuccheri e le proteine, inibendo l’azione di alcuni enzimi digestivi. Inoltre, togliere la cuticola esterna al grano vuol dire allontanare tutto ciò che vi si è depositato: inquinanti atmosferici portati dalle piogge, pesticidi e così via. Insomma, “integrale” non vuol dire “biologico” cioè coltivato con certe cautele…
Il pane integrale poteva, insomma, andar bene per i contadini di una volta che l’accompagnavano con poco companatico.
Noi oggi abbiamo a disposizione tante cose in più, frutta, verdura, latte in abbondanza, e non abbiamo più bisogno dei pochi nutrienti persi insieme alla crusca durante la raffinazione della farina.
formaggio Rassegna dei migliori formaggi italiani Prodotti gastronomici di tendenza Laboratori e Masterclass ORARI MOSTRA MERCATO dalle ore 10:00 alle 20:00
CHEESE BAR (fronte villa) dalle ore 10:00 alle 21:00
Ingresso euro 2,50 *bambini fino a 10 anni ngresso omaggio
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