Punto Effe 9 - 28 maggio 2013

Page 1

puntoeffe a n n o X I V, n . 9 - 2 8 m a g g i o 2 0 1 3

Direttore responsabile: Laura Benfenati - Contiene I.P.

www.puntoeffe.it

Carlo Verdone Ipocondriaco? Ora non pi첫 4

27

Parliamone Cosmesi Il modello La cosmeceutical distributivo vincente care

46

Iniziative La farmacia social

EDITORE


PG-AC Mobile3wave_HCP_210x280 06/05/13 13.45 Pagina 1

• Report integrati visualizzabili su PC, tramite collegamento USB • Nuovo design: discreto, pratico ed elegante • Maggiore capacità della memoria: 2000 valori con data e ora • Pungidito integrato Accu-Chek FastClix, con pulsante 1-Click

Accu-Chek Mobile. L’autocontrollo non è mai stato così semplice. Il nuovo sistema senza strisce Accu-Chek Mobile, con 50 test su nastro continuo e il pungidito integrato, consente un monitoraggio della glicemia più facile, soprattutto per i pazienti in terapia insulinica. È dimostrato che con i sistemi integrati occorrono meno passaggi per effettuare il test. Ne consegue una maggiore facilità d’uso e una riduzione di potenziali errori, con possibile aumento dell’aderenza.* Accu-Chek Mobile: tutto quello che serve in un solo strumento, con un nuovo design. * Freckmann, G et al. “Integrated Self-Monitoring of Blood Glucose System: Handling Step Analysis”. Journal of Diabetes Science and Technology Volume 6, Issue 4, July 2012

Experience what’s possible.

Numero Verde per avere assistenza tecnica sull’utilizzo dei prodotti della linea Accu-Chek e per richiedere la sostituzione gratuita degli strumenti in garanzia.

Destinato esclusivamente ai Professionisti Sanitari

Senza strisce. Semplice. Elegante.


4

puntoeffe punto è un quindicinale edito da Punto Effe S.r.l. Direzione, Redazione, Marketing

via Boscovich, 61 - 20124 Milano Tel.: 02.2022941 Fax: 02.29513121 www.puntoeffe.it info@puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 6655 (Registro operatori comunicazione)

Editore

Ismaele Passoni

Direttore responsabile

Laura Benfenati

Redazione

Giuseppe Tandoi

Segretaria di redazione Collaboratori

Immagini

Francesca Bonaldo Mariasandra Aicardi, Emanuela Ambreck, Paolo Bertozzi, Liam Ceccarini, Stefania Cifani, Stefano De Carli, Laura Giordani, Giuliano Guandalini, Sergio Meda, Bruno Riccardo Nicoloso, Elisa Speroni, Marcello Tarabusi, Giovanni Trombetta, Silvia Valigi Fotolia, Archivio Punto Effe. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori

Foto di copertina

Infophoto

Progetto grafico

Gardel&Gardel

Grafica e Immagine Web e area informatica Produzione

3 Editoriale P A R L I A M O N E

4 Parliamone tra noi La bella addormentata 8 Le vostre lettere Il contratto nelle comunali P R I M O

P I A N O

12 Incontri Carlo Verdone 16 Attualità Il Servizio sanitario nel 2030 20 Gestione Attenzione allo scaffale 22 Convegni Una farmacia etica

Stampa

20

24 Medicina In tema di parkinsonismi 27 Cosmesi La cosmeceutical care 33 Diritto Sulla natura del servizio

Emanuela Contieri Matteo Malvicini

38 Fisco Il decreto sugli appalti

Giancarlo Confalonieri R U B R I C H E

Marketing e pubblicità

16

Ilaria Tandoi Modulimpianti S.n.c. - Capriate S.G. (Bg)

Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. I dati relativi agli abbonati sono trattati elettronicamente e utilizzati dall’editore per la spedizione della presente pubblicazione e di altro materiale medico-scientifico. Ai sensi dell’articolo 7 del D.lgs del 30 giugno 2003 n.196, in qualsiasi momento è possibile consultare, modificare e cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo scrivendo a: Punto Effe S.r.l., Responsabile dati, Via Boscovich n. 61 - 20124 Milano.

42 Spigolature 46 Iniziative 49 Farmanews 50 Dalle aziende 53 Consigli per le vendite

Testata associata a

60 Farmacisti di carta

38


L

ta na s o p s i ar

turale per il benessere e la le

ggerezza delle gambe

UNA SOLUZIONE IN DUE FORMATI: CAPSULE E GEL La linea Vitalven 5 è costituita da un integratore alimentare utile per favorire la funzionalità del microcircolo a base di Vitamina C ed estratti vegetali di Centella, Meliloto, Mirtillo nero, Pycnogenol® e un gel a base di estratti vegetali di Ippocastano, Centella, Rusco, Amamelide e Giglio bianco per il sollievo di gambe stanche e pesanti.

< Per il sollievo

>

vorire à a f r Pe nzionalit u la f icrocircolo m del

di gambe stanche e pesanti

con PYCNOGENOL®

con GIGLIO BIANCO

www.specchiasol.it - seguici su IN FARMACIA, PARAFARMACIA ED ERBORISTERIA

Rivista Punto Effe 210x280 + rifilo 5 mm 300dpi


E D I T O R I A L E

La buona notizia Sindaci arbitri e gestori: un conflitto di interesse ben evidente agli addetti ai lavori ma non al Governo dei tecnici, che aveva dato ai Comuni il compito di individuare le zone in cui collocare le nuove farmacie. Ora il Tar Veneto, su ricorso di un titolare trevigiano assistito dall’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, ha rinviato la questione alla Consulta, per rilevanti e non manifestatamente infondate questioni di legittimità costituzionale

BARRICATE? NO, GRAZIE

M

entre constatiamo con tristezza che i farmacisti non sono stati inclusi tra gli opinion leader che hanno espresso il loro parere sugli scenari futuri del Servizio sanitario (vedi articolo a pagina 16), la categoria si è data alla zuffa. In un momento in cui il rischio di rimanere ai margini, di cui avevamo parlato qualche numero fa, è più concreto che mai, invece di fare fronte comune a difesa della professione, le diverse anime che la compongono remano sempre di più l’una contro l’altra. Leggete la bella lettera di Assofarm a pagina 8: si è sempre saputo che gli stipendi dei collaboratori di farmacia comunali erano superiori a quelli dei dipendenti delle farmacie private, ora però lo mette nero su bianco il presidente Venanzio Gizzi, raccontando che la situazione non è più sostenibile. «Se la posta in gioco è il diritto dei lavoratori delle farmacie comunali alla sicurezza del proprio posto di lavoro», scrive Gizzi, «nulla è più determinante della solidità economica delle aziende che mantengono tali posti». Una solidità oggi messa a serio repentaglio. Sia delle comunali sia delle private. E siccome le farmacie sul territorio sono in un momento di grave crisi, non bastano le associazioni di titolari di parafarmacia che continuano a reclamare la fascia C e si augurano che la sentenza della Corte di giustizia sull’argomento, attesa per fine anno, dia loro ragione. Ci mancavano pure gli ospedalieri a mettere il dito nella piaga, con uno studio svolto in Piemonte e presentato di recente in cui si racconta che «l’ospedale risparmia con la distribuzione diretta dei farmaci». Lo studio, promosso dalla Sifo, è stato condotto all’interno dell’Ospedale ex Molinette di Torino da Claudio Jommi, responsabile dell’Osservatorio farmaci del Cergas Bocconi, e si è basato sulla raccolta di dati aziendali strutturati. Ne è emerso che il costo organizzativo della distribuzione diretta per confezione ha un valore di poco superiore ai 2 euro. «I dati dello studio rilevano come la distribuzione diretta abbia avuto nel 2012 costi organizzativi piuttosto contenuti: qualora gli stessi farmaci fossero stati distribuiti per conto o in regime convenzionale, questo avrebbe generato un aumento della spesa pubblica», ha spiegato Jommi. Il docente ha però sottolineato che se cambiasse la remunerazione delle farmacie aperte al pubblico la convenienza della diretta potrebbe venir meno e che devono essere presi in considerazione anche altri fattori: accesso, appropriatezza, costi non sostenuti dal Ssn, giudizi di convenienza relativa rispetto alle più generali relazioni con i portatori di interesse (dalle imprese alle farmacie aperte al pubblico, ai pazienti). Costi sociali, dunque, spesso molto più importanti dei costi reali. Farmacie ospedaliere e sul territorio: stiamo parlando di strutture diverse, organizzazioni diverse, professionalità diverse. Giusto paragonare i costi - lo si faccia di più e su più ampia scala, con studi non di parte - ma si trovi un punto di incontro tra due anime così diverse della professione, indispensabili nei loro rispettivi campi d’azione. Si lascino perdere le barricate. Del Mors tua vita mea oggi la farmacia italiana non ha proprio bisogno. Laura Benfenati puntoeffe 3


P A R L I A M O N E

T R A

N O I

La bella addormentata C’ era una volta... Così potrebbe iniziare la storia della trasformazione della farmacia e di tutto il canale. La farmacia è stata, infatti, considerata per anni la “bella addormentata” dei format commerciali. Una principessa viziata dal “relegislatore” che le ha concesso, in virtù del contributo professionale e finanziario alla gestione della salute pubblica e della delicatezza dei prodotti trattati, privilegi negati ad altri: la pianta organica, la titolarità del farmacista, il rispetto delle distanze, il divieto della concorrenza su prezzi e promozioni. Sebbene il processo di cambiamento sia iniziato già dieci anni fa con l’intro-

4 puntoeffe

duzione del libero servizio e con il decreto Storace del 2005, si può dire che il vero risveglio le farmacie l’abbiano subìto solo recentemente e, come spesso accade quando un’intera categoria professionale e tutto un settore hanno vissuto in condizioni protette, molte di esse si sono trovate impreparate al nuovo scenario fatto di: riduzione della spesa pubblica per la sanità, riduzione dei margini sui farmaci etici, persistenti lentezze nei rimborsi dalla Pubblica amministrazione, modifiche nel sistema di remunerazione, modifiche nella classificazione dei prodotti, eliminazione (potenziale) della pianta organica, spinta alla somministrazione di farmaci generi-

ci, concorrenza multicanale.Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante per quanto si dirà in merito all’effetto a catena che si sta producendo su tutta la filiera a monte. La riduzione di fatturato e margini sul comparto del farmaco etico spingono le farmacie a cercare di recuperare redditività sulla parte commerciale dell’offerta dove, però, sono in competizione non solo con le parafarmacie e i corner della Gdo, ma con molti altri canali: dalle profumerie, agli stessi format della Gdo, agli specialisti come “Acqua e Sapone”. Format e imprese da lungo tempo abituati a competere per ottenere le preferenze dei consumatori.


P A R L I A M O N E

INNOVAZIONE DI PRODOTTO E D’IMPRESA Le farmacie devono perciò trovare con urgenza, dopo anni di relativa tranquillità, soluzioni innovative per non perdere fatturato e redditività, ma come? Per le farmacie, come per gli altri settori distributivi, l’innovazione commerciale e la ricerca della redditività si sviluppano seguendo due direttrici: quella dell’innovazione di prodotto (il format commerciale), vale a dire in questo caso il “modello di farmacia”, e quello della forma d’impresa. I due aspetti sono in realtà intimamente legati perché la capacità di innovare in modo pianificato e non solo sulla base dell’intuizione imprenditoriale e, soprattutto, la capacità di gestire l’offerta con strumenti di marketing competitivi, richiede dimensioni che la singola farmacia difficilmente - per non dire mai riesce a raggiungere. Si potrebbe obiettare che in Italia le farmacie sono già in larga parte aggregate in varie forme d’impresa, dalle cooperative alle catene in franchising. La questione di fondo che si vuole dibattere è se e quanto questi modelli distributivi sono in grado di dare alle farmacie i supporti necessari a competere nel nuovo scenario, o meglio, se e come debbano trasformarsi. In tutti i settori, l’associazionismo -ma più in generale le aggregazioni commerciali, comprese le reti proprietarie segue uno stesso percorso evolutivo (figura 1) caratterizzato dalle funzioni che vengono via via centralizzate. Lo stesso percorso sta seguendo il mondo della farmacia. La prima funzione nella quale vengono ricercate economie di scala è naturalmente quella d’acquisto. I gruppi d’acquisto, organizzati in consorzi, cooperative o anche società per azioni dei dettaglianti, nascono con l’obiettivo di negoziare con l’industria condizioni migliori. Ciò è sufficiente quando la domanda è data, la concorrenza in vendita è modesta e i costi operativi sono sotto controllo. Quando tutto ciò non basta più, o si intuisce la possibilità di incrementare ulteriormente l’efficienza e quindi la redditività, vengono centralizzate le funzio-

T R A

N O I

Così è stata per anni considerata, tra i format commerciali, la farmacia. Oggi però, per affrontare la competizione, la rete diventa ineludibile. Tra affiliazioni, franchising, catene più o meno virtuali, alla ricerca del modello distributivo vincente DI PAOLO BERTOZZI TRADELAB

meno per le categorie commerciali), la stessa negoziazione con l’industria si estende dal prezzo di cessione e dalla scontistica di base come i canvass (finalizzati al cosiddetto “sell in”), alla gestione delle attività di marketing sul punto vendita per favorire il “sell out” ovvero la vendita al cliente finale. Il percorso evolutivo richiede alle aggregazioni commerciali di sviluppare in modo centralizzato e quindi, si suppone, efficace ed efficiente, anche la funzione di marketing e, parzialmente, quella di vendita. Il passaggio dalla centralizzazione delle sole funzioni di back office a quelle anche di front office rappresenta per le reti una sorta di banco di prova della loro tenuta ed è proprio quello che caratterizza l’attuale scenario del settore farmaceutico italiano. Esso comporta, infatti, che il farmacista deleghi alla propria centrale diverse scelte gestio-

ni operative interne: logistica, information technology. La centralizzazione e quindi la condivisione di tali funzioni, se pur tecnicamente complessa e nel caso della logistica e dell’It necessiti di investimenti rilevanti, non comporta problemi di competizione interna al gruppo, perché si lavora sul back office e non sulla domanda finale. Ma, come detto, al crescere della competizione e della multicanalità, oltre alla capacità negoziale d’acquisto e all’efficienza logistica è necessario aggiungere competenze che aiutino i punti vendita a definire in modo più mirato la propria offerta (layout, assortimento, prezzi e promozioni, comunicazione, servizio) per attrarre e fidelizzare i consumatori. Inoltre, proprio perché la domanda non è più scontata e omogeneamente distribuita tra le farmacie (al-

>

UN MODELLO EVOLUTIVO DEL NETWORKING • Complessità • Efficacia • Esigenze e opportunità di governo e controllo della rete

Acquisti

Vendite (Assortimento, promo, pricing) +

Marketing Concept, fidelizzazione + Vendite (Assortimento, promo, pricing) +

Operations Logistica - IT

Operations Logistica - IT

Operations Logistica - IT

+

+

+

Acquisti

Acquisti

Acquisti

Area dell’efficacia

Area dell’efficienza

Tempo

FIGURA 1

Fonte: TradeLab

puntoeffe 5


P A R L I A M O N E

T R A

N O I

nali: assortimento, modelli espositivi, prezzi e iniziative promozionali, proprie della rete o in partnership con l’industria. Il farmacista, oltre a coordinare l’implementazione in loco delle politiche commerciali definite centralmente, rimane peraltro il gestore dei due principali asset aziendali della propria farmacia: i clienti e i collaboratori. IL TRADE OFF TRA CRESCITA E CONTROLLO Allo stesso tempo le centrali devono dotarsi degli strumenti e delle competenze necessari a erogare i servizi di marketing ma, soprattutto, devono attivare strumenti di governo e controllo della rete al fine di rendere effettivamente performanti le proprie politiche commerciali ed essere credibili nei confronti dei partner industriali che investono risorse di trade marketing su di esse. È questa la sfida più complessa in tutti i settori e probabilmente anche per le reti di farmacie. Esiste infatti un trade off tra crescita e controllo. Il desiderio di assumere dimensioni sempre maggiori per potere esibire potere negoziale ai fornitori e per massimizzare la redditività della gestione logistica attraverso lo sfruttamento dei magazzini e l’ottimizzazione dei servizi di consegna porta infatti ad aumentare in modo indiscriminato il numero di farmacie aggregate, intendendo con ciò il fatto che vengono

aggregate farmacie molto diverse tra loro, non solo dal punto di vista delle performance, ma soprattutto da quello degli atteggiamenti e dei bisogni di servizi nei confronti della centrale. Se oggi molti farmacisti non pensano più di potersela cavare da soli, non è altrettanto scontato che condividano le soluzioni proposte, soprattutto se queste finiscono per essere soluzioni “medie”, uguali per tutti, che non tengono conto delle caratteristiche delle singole farmacie (e della visione professionale e commerciale che hanno di se stessi e della propria farmacia i titolari). La mediazione può essere trovata attraverso una segmentazione interna della rete da parte del network e una conseguente gestione differenziata, ma ciò naturalmente comporta, da un lato, che ogni segmento abbia una numerosità di farmacie che renda la produzione dei servizi economicamente sostenibile, dall’altro, che la differenziazione sia ben compresa da tutti i partecipanti e non venga ritenuta (vecchio vizio delle aggregazioni commerciali) una forma di discriminazione a favore di qualcuno di essi. LO SCENARIO ATTUALE Se dunque l’evoluzione porta verso la creazione di network a forte connotazione di marketing diversi sono i modelli e gli attori che si propongono per rappresentare la migliore soluzione per l’organizzazione del canale: le cooperative

IL CICLO DI VITA DEL NETWORK Obiettivi e aree critiche di una rete Lancio

Reclutamento Promozione

Sviluppo

+

Maturità

Gestione Controllo

+

Declino

Retention (nomadi) Selezione

Marketing Vendite Acquisti

Logistica - IT Tempo

FIGURA 2

6 puntoeffe

Fonte: TradeLab

che stanno sviluppando al loro interno programmi di affiliazione, le catene di franchising distributivo, i grandi grossisti che stanno a loro volta integrando a valle attraverso programmi di affiliazione. Con l’esclusione delle catene che presentano il modello maggiormente integrato, negli altri due casi è evidente la convivenza di due nature, una logistica e d’acquisto (che richiede innanzitutto grandi volumi e che perciò apre a tutti i possibili clienti, soci e non, affiliati e non) e una di marketing che, viceversa, richiede di selezionare solo le farmacie che sono disposte a condividere le scelte centrali. Il modello più articolato e complesso è quello delle cooperative. Come accade nella Gdo, anche nel settore delle farmacie è possibile separare i due momenti attraverso la costituzione di centrali di secondo livello o “supercentrali” d’acquisto che si occupino della negoziazione (ed eventualmente di una parte della logistica), mentre le centrali regionali gestiscono i servizi di marketing per il proprio network e la negoziazione delle operazioni di comarketing con l’industria. Si tratta di una strada percorribile ma non priva di insidie, che richiede costi (e tempi) di coordinamento e condivisione tra le centrali, modalità di gestione della concorrenza tra centrali (per la copertura del territorio), il chiarimento delle regole di mutualità interna alle centrali e tra le centrali. Se per quanto riguarda i primi due temi i processi di concentrazione attraverso operazioni di fusione e acquisizione in atto tende a ridurre i problemi, resta invece fondamentale quello delle regole di “mutuo soccorso” in particolare in questo periodo di forte tensione finanziaria, per le farmacie e di conseguenza per i loro fornitori (grossisti, cooperative e aziende industriali). In conclusione: oggi le farmacie (con poche eccezioni) devono trovare una rete scegliendo il modello più performante rispetto alle proprie esigenze e le aggregazioni devono trasformarsi in veri e propri network, scegliendo le farmacie non solo di maggiori dimensioni, ma soprattutto più disposte a seguire le operazioni centralizzate e quindi più “governabili”.



P A R L I A M O N E

P E R

L E T T E R A

Un contratto oneroso “Oggi un farmacista dipendente di una farmacia comunale comporta un costo aziendale di circa il 20 per cento più alto rispetto al costo sopportato da una farmacia privata, pur riferendosi a professionisti con medesime formazione e mansioni” ROMA, 9 MAGGIO Gentile sindaco di Pontedera, il fatto che un amministratore locale come lei abbia appoggiato lo sciopero del 22 aprile scorso indetto dai sindacati contro le nostre proposte di riforma del Ccnl delle farmacie comunali è di notevole singolarità: quella di un rappresentante delle proprietà aziendali (le amministrazioni comunali) che si schiera a favore dei lavoratori e quindi in contrasto con le aziende stesse. In questione non ci sono i contenuti delle sue posizioni, ovviamente legittime, ma il fatto che le sue esternazioni denotano una mancanza di coesione tra tutti i protagonisti della farmacia comunale italiana che ci deve far riflettere. Ricordiamo brevemente le sue posizioni, riprese dalla stampa locale. Il giorno dello sciopero si è dichiarato disponibile ad aiutare i dipendenti delle farmacie comunali a vedere garantiti “i loro diritti”, schierandosi al loro fianco «contro la decisione da parte dell’Assofarm di eliminare diritti conquistati con anni di contrattazione e di introdurre modifiche fortemente peggiorative delle condizioni di lavoro». La stupirà, signor Millozzi, scoprire che Assofarm condivide in pieno i suoi obiettivi, pur avendo ricette assai differenti sul come realizzarli. Se infatti la posta in gioco è il diritto dei lavoratori delle farmacie comunali alla sicurezza del proprio posto di lavoro, nulla è più determinante della solidità economica delle aziende che mantengono tali posti. Una solidità oggi messa a re-

8 puntoeffe

pentaglio non tanto dalla crisi, quanto piuttosto da una serie di provvedimenti legislativi a nostro sfavore. Il calo di redditività che le nostre aziende, al pari delle farmacie private, devono fronteggiare è in buona parte determinato dalla progressiva riduzione dei nostri margini sui farmaci distribuiti per conto del Sistema sanitario nazionale. Il tutto per di più aggravato da una crisi economica che deprime anche la spesa privata. Di fronte a tale calo delle entrate, le farmacie comunali devono sostenere costi del personale che sono più alti del settore privato. Oggi un farmacista dipendente di una farmacia comunale comporta un costo aziendale di circa il 20 per cento più alto rispetto al costo sopportato da una farmacia privata, pur riferendosi a professionisti con medesime formazione e mansioni. Si tratta di una situazione non più sostenibile non solo dal punto di vista delle nostre economie aziendali, ma nemmeno da quello della più banale equità sociale. Situazione nata in periodi storici in cui i bilanci aziendali lasciavano spazio, talvolta con difetto di lungimiranza, a rapporti sindacali maggiormente accomodanti. Una disparità che tenta di sopravvivere in un paese che sta vivendo una crisi mai conosciuta dalle generazioni oggi in vita. Livelli di vera e propria povertà altissimi per un Paese occidentale, una disoccupazione che colpisce un giovane sue tre e che rischia di eliminare definitivamente dal mondo del lavoro quei cinquantenni che hanno perso

il posto. E una instabilità politica e istituzionale che non permette di formulare risposte di sistema a questi problemi. Il nostro settore riflette questa condizione generale del Paese con elementi assai inquietanti: i primi fallimenti di farmacie private, vendite andate deserte di farmacie comunali, ricerche nazionali che denunciano il calo di fabbisogno di professionisti della salute, facoltà di Farmacia che propongono il numero chiuso di studenti quando, fino a pochi anni fa, quella in farmacia era una delle lauree più competitive nel mercato del lavoro. Un contesto a dir poco drammatico quindi, nel quale Assofarm si è mossa con grande senso di responsabilità. Nessuna delle nostre associate ha licenziato alcun lavoratore, e la nostra Federazione, pur comprendendo le quotidiane difficoltà dei Comuni italiani, si è sempre opposta alla vendita di farmacie comunali, ricordando ai sindaci come un patrimonio pubblico (quasi sempre gestito con oculatezza e in grado di generare risorse a vantaggio di tutta la collettività) non possa essere svenduto con il solo scopo di rimpinguare le casse comunali in difficoltà. La considerazione per i farmacisti dipendenti di farmacie pubbliche è soprattutto dimostrata dalle nostre battaglie riguardo la promozione della pharmaceutical care, il registro farmaceutico del paziente, e di altre riforme che mettano al centro del sistema la specifica professionalità e il ruolo consulenziale del farmacista. Infine, il nostro impegno al mantenimento di due livelli di contrattazione sindacale (oggi non presente nel contratto nazionale del settore privato) testimonia della nostra sensibilità per le peculiarità di ogni realtà aziendale. È per tutto questo che ci risulta davvero inaccettabile leggere che i sindacati ci accusano di creare una situazione “da Far West” dei diritti dei lavoratori. Ed è forse sempre per tutto questo che, a dati ancora non definitivi, a oggi ci risulta che non oltre il 30 per cento dei dipendenti delle farmacie comunali abbia partecipato allo sciopero del 22 aprile. Se questo dato verrà confermato, si dimostrerà che la maggioranza dei lavoratori condivide con noi una visione responsabile verso le aziende di cui loro sono dipendenti e noi amministratori. Eppure non basterebbe. Perché, come dicevamo all’inizio, le sfide che dovremo af-


P A R L I A M O N E

frontare per sopravvivere sono di una complessità tale da necessitare maggiore coesione tra tutti i protagonisti della distribuzione pubblica del farmaco. Se la farmacia del futuro sarà sempre più incentrata sul ruolo consulenziale del farmacista, avremo bisogno della massima collaborazione dei dipendenti delle nostre associate. D’altronde se buona parte dei problemi delle nostre aziende non vengono solo dal mercato, ma soprattutto da governo e Regioni, che considerano pervicacemente la farmacia come una sorta di bancomat per le loro difficoltà, avremo sempre più bisogno del sostegno della nostra proprietà politica e territoriale, cioè di voi sindaci. Sfruttiamo allora questa occasione, queste differenze di vedute tra lei e Assofarm, signor sindaco, per avviare un dibattito sul futuro della farmacia comunale in Italia. Apriamo questa discussione a tutti i suoi colleghi in giro per il Paese, confrontiamoci su cosa è giusto chiedere alla farmacia comunale e cosa è lecito che essa chieda per soddisfare i bisogni delle comunità locali. Se riusciremo a fare tutto ciò, sarà anche il più vero e duraturo aiuto che offriremo a quei lavoratori che il 22 aprile hanno scioperato. Venanzio Gizzi - Presidente di Assofarm

Riflessioni post fiera BOLOGNA, 14 MAGGIO Leggo sul numero 7 di Punto Effe la cronaca di Cosmofarma, dove non sono andato (ero al sole di Londra). Finzi non dice cose nuove, sono quelle dei suoi documentati allarmi di dieci anni fa di cui noi non abbiamo tenuto il minimo conto. Così come Racca ci raccomanda di svegliarci mentre dimentica il sonno endemico - cioè i concreti risultati - che attanaglia Federfarma. Infatti Martini, sveglio com’è, ci rinfaccia l’autoreferenzialità quale risposta che caratterizza la nostra politica sindacale a fronte del cambiamento del mercato. Conosco Martini da molto tempo, il suo valore e le sue immeritate vicissitudini, e non dimentico l’apprezzamento, suo e di Bozzini, per un intervento “fuori dal coro” che tenni a Bari molti anni fa. Però egli aggiunge

qualcosa che non condivido, e che riguarda l’approccio ai farmaci innovativi distribuiti in Pht. Intanto, va detto - e tante prove lo dimostrano - che il risparmio non c’è. Poi occorre aggiungere che tagliar fuori tali farmaci dal circuito sul territorio significa smentire gli sbandierati proclami della pharmaceutical care. È vero che manca “un rinnovamento strutturale della formazione” di cui la nostra rappresentanza ordinistica dovrebbe prendersi cura insieme all’università; ma questo è un argomento che va trattato subito insieme alle strutture pubbliche. Un lavoro di squadra che, purtroppo, discute di sconti e non vede fuori dalla porta. Però, tutto questo soffre di una grave impasse: guardo le foto dei convegni e ci trovo le facce di venti, trenta anni fa. Ce lo spiegano le pagine di Punto Effe n. 7: ci trastulliamo con le “vittorie di Pirro” del collega Testi invece di inseguire la progettualità del collega Liebl. Franco Tugnoli

Sulla vittoria di Pirro MIRABELLA (CT), 15 MAGGIO Sono sconcertato dalla risposta di Annarosa Racca al collega Paolo Testi che, a ragione, lamentava il momento critico della farmacia in questi ultimi anni. Rispondere “di che cosa ti lamenti” è un’offesa alla nostra professione, e soprattutto, a tutti i sacrifici dei nostri colleghi che vedono andare in fumo il lavoro di una vita al servizio dei cittadino. Come si possono dare certe risposte in un momento così critico per la farmacia? Come è possibile che non si riescano a considerare, per esempio, tutte quelle farmacie indebitate con le banche, le quali non erogano più finanziamenti, mentre prime andavano a casa dei farmacisti per accaparrarseli come clienti. È mai possibile che non si veda neanche il grave calo del fatturato e della sempre più esausta burocrazia? Io sono titolare di una piccola farmacia di un paese all’interno della Sicilia, che ormai patisce questa crisi da diversi anni. Clienti che non possono pagare perché non arrivano più a fine mese, grossisti che non

P E R

L E T T E R A

Dite la vostra Se volete esprimere le vostre opinioni inviate una lettera a Punto Effe, via Boscovich 61, 20124 Milano, trasmettete un fax allo 02.29513121, mandate una e-mail a info@puntoeffe.it o intervenite sul forum di www.puntoeffe.it. Per permetterci di ospitare più interventi, scrivete lettere brevi. Quelle non pubblicate sono sul forum di www.puntoeffe.it

praticano più dilazioni sui pagamenti e ditte che vogliono essere pagate in contanti alla consegna. Credetemi, spesso è diventato difficile anche pagare gli impiegati. Forse Annarosa Racca dovrebbe frequentare un po’ di più le farmacie per accorgersi che le sue risposte sono prive di fondamento ma offendono chi invece sta lottando non solo per sopravvivere ma per salvare la propria farmacia. Allora, mi chiedo, che cosa hanno fatto i nostri rappresentanti di categoria in questi ultimi anni per impedire tutto questo? Che cosa hanno fatto per dare più potere contrattuale e per poterci difendere dagli attacchi di una politica che ha reso più fragile la nostra professione? lo, purtroppo, non sono ottimista e non vedo possibilità alcuna di un futuro migliore per la farmacia. Mia figlia, che è cresciuta in farmacia, non me la sento di incoraggiarla, come, aveva fatto mio padre con me, ma la lascerò libera di scegliare, se lei lo vorrà, un’altra strada. Ecco, carissima Annarosa, dove stiamo andando a finire. lo mi auguro che un giorno questo brutto sogno finisca e che le cose possano cambiare e che la nostra farmacia continui a essere quel punto di riferimento sanitario che l’ha sempre contraddistinta. Gaspare Cosentino

puntoeffe 9


ADV_PUNTOEFFE.indd 1

08/05/13 18:55


ADV_PUNTOEFFE.indd 2

08/05/13 18:55


P R I M O P I A N O

I N T E R V I S T A

Il cinema? Un percorso obbligato Un papà, Mario, celebre storico del cinema, docente universitario, a lungo dirigente del Centro sperimentale di cinematografia. Un fratello, Luca, a sua volta regista. Una sorella, Silvia, moglie di Christian De Sica. Molto difficile sarebbe stato distogliere Carlo Verdone dal cinema, visto che - limitando gli esempi Pasolini, Antonioni, Rossellini e Vittorio De Sica li ha frequentati sin da bambino, perché erano ospiti abituali dei suoi. Romano, classe 1950, a 19 anni debutta con un cortometraggio (Poesia solare) girato con una videocamera vendutagli da Isabella Rossellini. Nel 1971 gira un altro cortometraggio (Allegoria di primavera) seguito nel ’73 da Elegia notturna. I tre cortometraggi girati in super-8 oggi non esistono più: Rai 3 li ha smarriti. Nel 1972 si iscrive al Centro sperimentale di cinematografia, due anni dopo ne uscirà con il diploma in regia. Nel frattempo inizia un’esperienza di burattinaio presso la scuola di Maria Signorelli. Emergono le sue doti vocali e le sue capacità imitative, sin lì note ai familiari e ai compagni del Nazareno di Roma, il liceo che ha frequentato. La svolta arriva con lo spettacolo Tali e quali, che va in scena al teatro Alberichino di Roma dove Carlo interpreta dodici personaggi, poi protagonisti dei suoi film e prima ancora

nella fortunata serie televisiva Non stop del 1979. Poi l’incontro fondamentale con il grande Sergio Leone da cui scaturisce, oltre al film Un sacco bello, l’inizio della collaborazione con gli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, poi sempre al suo fianco. Scrive, dirige e interpreta i suoi film che gli valgono riconoscimenti prestigiosi, il David di Donatello come miglior attore e migliore sceneggiatura per Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1991) o come miglior regista per Perdiamoci di vista (1993). Viene spesso considerato l’erede di Alberto Sordi che nel 1982 lo vuole per interpretare suo figlio in In viaggio con papà. Come gran parte dei comici nasconde una vena di malinconia che può arrivare a commuovere. Predilige la commedia e fa centro al botteghino: Ma che colpa abbiamo noi (2002), L’amore è eterno finché dura (2003) e Manuale d’amore (2005), per la regia di Giovanni Veronesi. Nel 2006 è al cinema Il mio miglior nemico, dove è affiancato da Silvio Muccino. Poi Italians (2009) di Giovanni Veronesi. Attualmente è nelle sale, coprotagonista di La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Separato da Gianna Scarpelli, Carlo Verdone ha due figli: Giulia e Paolo, di 27 e 25 anni. Nel 2012 ha pubblicato per Bompiani La casa sotto i portici, ricordi di vita e di carriera partendo dalla casa natìa.


P R I M O P I A N O

I N T E R V I S T A

Ipocondriaco? Ora non più Carlo Verdone lo è stato per quaranta e passa anni, poi ne è uscito trasformando le sue ossessioni in studi accurati di medicina che danno luogo a diagnosi opportune, come “suggeritore per gli amici”. Esilaranti i suoi racconti, sostando di nascosto in farmacia DI SERGIO MEDA

P

er una quarantina d’anni, quasi una vita, è stato il più divertente interprete - per gli altri del malato immaginario, senza mai atteggiarsi a vittima di non so quale sortilegio. Un interprete autentico dell’ipocondria, ben attento a precisare che non era un vezzo sentirsi addosso tutti i mali del mondo non appena riscontrato un sintomo che li giustificasse. Ora non più, Carlo Verdone è decisamente guarito, in forza delle prove, allora durissime, cui l’ha sottoposto il dottor Bellanova, un grande psicanalista. Questi gli prescrisse una cura risolutiva per i suoi attacchi di panico. Gli ingiunse che prima di raggiungere Gianna, allora sua fidanzata, avrebbe dovuto da Roma recarsi a Ostia, transitando per la rotonda del lido della Capita-

le. E lo stesso percorso gli prescrisse, come un farmaco, al ritorno. Il problema erano i parossismi che lo coglievano in auto, con tachicardie «del tutto infrequentabili» di cui oggi ride, ma allora, ovviamente, ne era atterrito. Il primo test non lo superò, chiamò con un gettone Gianna, dicendole «vienimi a prendere». Poi affrontò e vinse la paura, dopo aver percorso non una ma per quattro volte di seguito, come ipnotizzato, la famosa rotonda di Ostia. Un incubo risolto. Come racconta, ha esorcizzato anche il timore delle malattie ma si è dato molte spiegazioni alle ossessioni di un tempo: «Difficile, da ragazzino, non annotare mia madre al telefono per ore con l’amica del cuore, Pia Borromeo, e i loro dialoghi a base di tragedie appena accadute

o annunciate. “Sai chi sta tanto male? La sorella di Antonio. L’hanno aperta e richiusa”. “Senti, ma Angela con la glicemia come sta? Ah, ho capito. Quella aveva anche l’azotemia alta...”. “Sai chi ha il diabete? La figlia di Augusto”». IN PRINCIPIO FU LA MADRE Quei trascorsi l’hanno segnato e non poteva essere altrimenti: ipocondriaci non si nasce, si diventa. Poi tutto torna utile, si riflette anche nei personaggi che Verdone ha caricato con le sue manie di un tempo, a partire da Furio di Bianco rosso e Verdone, il soggetto che assilla Magda con il tormentone “Hai preso le medicine?”. Vengono buone le apprensioni «sempre di mamma» quando gli indicava i lipomi del braccio, chiamandoli «i bozzet-

>

puntoeffe 13


P R I M O P I A N O

I N T E R V I S TA

ti che potrebbero essere chissà cosa». Lui temeva il peggio, nella sua testa erano tumori maligni che l’avrebbero portato velocemente alla tomba. C’era ben di più, la madre nutriva una passione incontrollata per la medicina, frequentava anche un grande oncologo, il professor Gerardo D’Agostino, un amico di famiglia. «Un grande diagnosta», precisa Carlo, «ti faceva quattro domande e poi riempiva il foglio di prescrizioni. E non sbagliava mai. Un fenomeno». Incontri di questo tipo segnano, non a caso D’Agostino divenne l’eroe di Verdone. Da lì, inevitabile, lo studio dell’enciclopedia medica della Curcio, «a partire dalla A, in rigorosa sequenza alfabetica». Arrivato alle malattie degli occhi, Verdone fu preso da un improvviso attacco di panico: soffriva di congiuntiviti continue, ogni sintomo corrispondeva a un disturbo che si era già impadronito di lui. Decise di non applicarsi più alla medicina, soprattutto di non diventare medico. Divenne invece un grande consumatore di ansiolitici: «Non mi vergogno a dirlo, nel 1978 quando ci fu il successo televisivo di No stop, la gente mi riconosceva e mi rincorreva per toccarmi, per chiedermi l’autografo. Io, da timido, capivo che sarei stato per sempre riconoscibile e ne uscii molto impaurito». Gli attacchi di panico s’infittirono da quel momento. E aumentò il consumo di pillole, in particolare di benzodiazepine, e di ogni genere di antidepressivo. LA SVOLTA La guarigione, non suoni paradossale, venne per lui dal cinema. Maledetto il giorno che ti ho incontrato segna la svolta, una specie di autoanalisi. Allora Verdone si liberò davanti al pubblico, si confessò dicendo «Signori, io sono una persona fragile con delle debolezze. Ma questo sono io, non altri». Una rinascita progressiva, che ha avuto inizio nel 1990. La data la rammenta benissimo, anche se non si lega a un episodio in particolare: «La paura se n’è andata e si è trasformata in ricerca del benessere. Ora uso giusto qualche pillola la sera, perché dormo poco, come tutti in famiglia. Sei ore mi bastano, spero di non ridurmi alle tre di zio Corrado e zio Gustavo. Ma ho dimenticato che cosa siano gli ansiolitici, le benzodiazepine». E così, prepotente, è tornato il bisogno di occuparsi di medicina, ma stavolta a favore

14 puntoeffe

degli altri. Con un pretesto che sembra, anch’esso, una sceneggiatura: «Mia moglie lavorava all’epoca per il manuale della Merck, un’enciclopedia medica fantastica. E più leggevo e più volevo approfondire. Ho intuito, grazie agli studi, che mia madre aveva una strana malattia degenerativa. Ho capito che avrei potuto davvero ricalcare le orme del professore D’Agostino, avrei potuto essere un ottimo medico di famiglia». Non pensiate a questo punto all’esercizio abusivo della professione medica, ma un dato è comunque certo: da allora, e sono vent’anni, Carlo Verdone è diventato un punto di riferimento per attori e registi, ai quali dispensa diagnosi non senza «raccomandare loro di andare dal medico». La competenza acquisita ha avuto un momento molto divertente, quando alla napoletana Università Federico II gli hanno conferito la laurea Doloris causa. Doloris, non honoris: «Nell’occasione mi hanno fatto quattro domande su altrettanti sintomi. Ho indicato le medicine ed enunciato la composizione molecolare di ciascun farmaco. Tremilacinquecento studenti sono partiti con un applauso meraviglioso. Un momento che non scorderò». Convive ormai da tempo, non ci fa più caso, con la bradicardia eccessiva, che considera «una magagna fisica». Ha ancora a disposizione un solo farmaco, il Serpax 15, ma è una specie di antidoto. Detesta da sempre «i colleghi intellettuali che se la tirano, le persone invadenti, i logorroici, gli ottimisti a oltranza, il 70 per cento dei politici attuali, i qualunquisti, le persone senza passioni, senza ideali profondi, senza memoria storica». Gli altri, in generale, gli vanno a genio perché sanno vivere, non si rappresentano.

UN OSSERVATORIO PRIVILEGIATO La voglia di osservare il prossimo, i suoi tic, non necessariamente per poi farne delle macchiette, lo ha spinto - e come poteva essere altrimenti - a usare la farmacia come luogo prediletto per le sue investigazioni sui comportamenti della gente che la frequenta: «Il problema è non farmi riconoscere, e allora ci sono piccoli trucchi, con la complicità dell’amico farmacista, per seguire il mondo di chi vi sosta. Ci sono strane coppie mal assortite, genere anziano con procace badante dell’est, che entrano con fare circospetto per poi chiedere, a farmacia semivuota, coadiuvanti per i loro innocenti trastulli, ma può capitare che il nonno sia intercettato da una nipote che gli chiede se non si vergogni. La farmacia è uno spaccato meraviglioso perché mostra ogni genere di timidezza e la pazienza, infinita, di chi con il camice fornisce ogni genere di supporto, in primo luogo tranquillizzando gli ansiosi che vi si presentano». Per il resto molto del suo tempo - la giornata è lunga, si inizia alle 6.30, quando si alza - lo trascorre in mezzo alla gente del quartiere dove abita: chiacchiera con l’edicolante, il benzinaio, «la gente vera che lavora». A seguire un po’ addominali per aumentare la muscolatura della colonna vertebrale e mezzora di cyclette: «Il tutto per tenere sotto controllo una vecchia ernia espulsa». Poi un po’ di giardinaggio, un salto in libreria o nel negozio di cd dove si intrattiene a lungo, perché è un patito di musica. Alle 22.30 crolla e va a dormire. Quando proprio non può farne a meno, fa anche tardi, «ma mai due sere di fila». Come ha raccontato a Fabio Fazio, di recente, a Che tempo che fa, «non lavoro mai di notte perché casco dal sonno».



P R I M O P I A N O

AT T U A L I T À

Il Servizio sanitario

nel 2030

Q

uali saranno gli scenari della sanità europea e italiana nel medio-lungo periodo? Hanno provato a dare una risposta a questa domanda, partendo da uno studio realizzato da The Economist intelligence unit, il Centre for economic and international studies dell’Università Tor Vergata di Roma, il Sole 24 ore e Janssen Italia con la seconda pubblicazione del progetto “Sanità: scenari e prospettive”, dal titolo “Il futuro del Servizio sanitario nazionale: protagonisti a confronto”. «Abbiamo più medici, farmacisti, operatori sanitari di un tempo e sono sicuramente formati meglio, abbiamo più

16 puntoeffe

ospedali e più organizzati, abbiamo medicine più sicure e sempre più persone hanno accesso ai nostri farmaci, le vite salvate sono migliaia, si vive più a lungo ma questo comporta patologie croniche e pressioni sui bilanci», ha esordito, alla conferenza stampa di presentazione del progetto, Stefan Gijssels, vice president communication & public affairs di Janssen Emea. «Se si parla di sanità si parla di soldi, di margini troppo elevati, di inefficienze nel sistema ospedaliero. Dobbiamo avere un quadro più ampio della questione, non concentrarci sugli ostacoli. Cosa possiamo offrire tra 20 anni? Come Janssen vogliamo aprire un dibattito aperto e costruttivo, sulla base di ana-

lisi fondate sui fatti». Si è quindi chiesto all’Economist di armonizzare i dati statistici disponibili con le tendenze e gli scenari possibili, per far nascere discussioni e confronti che potrebbero a loro volta generare future scelte politiche. IL RAPPORTO DELL’ECONOMIST Aviva Freudmann, research director di Europa, Medio Oriente e Africa presso The Economist intelligence unit, ha illustrato lo studio Eiu “The future of healthcare in Europe”, in cui sono state analizzate le sfide che i Sistemi sanitari sono chiamati ad affrontare oggi e che saranno determinanti fino al 2030. È stata fatta una valutazione globale del-


P R I M O P I A N O

Uno studio dell’Economist in cui si identificano in Europa cinque scenari e uno dell’Università Tor Vergata in cui opinion leader del nostro Paese li commentano. Assenti, purtroppo, i farmacisti DI LAURA BENFENATI

l’Ssn di tutti i Paesi, prendendo in esame la letteratura e i dati disponibili e non focalizzando l’attenzione sulle singole realtà. Sono state condotte 28 interviste approfondite a persone esperte del settore sanitario e leader nei rispettivi ruoli professionali, chiedendo loro di esprimere i propri auspici e timori e le loro previsioni fino al 2030. Sono quindi stati delineati quattro principali driver di costo e sette trend interconnessi (vedi box a pagina 18), che potranno avere un impatto sulla direzione che prenderanno i Servizi sanitari nei prossimi venti anni. Sono quindi stati identificati cinque possibili scenari: «Poiché l’esigua disponibilità di risorse pubbliche è lontana dall’incontrare la crescente do-

manda di salute in Europa», ha spiegato Freudmann, «la presa in carico del modello di salute universale richiederà una razionalizzazione dei servizi di assistenza sanitaria e il consolidamento delle strutture sanitarie stesse». Si dovranno per esempio fornire i giusti incentivi per migliorare le tecnologie, le risorse saranno razionalizzate con un sistema sanitario europeo federale e un percorso di salute elettronica integrato a livello europeo, per garantire maggiore uguaglianza e assistenza. E poi, ha spiegato Freudmann, dovrà cambiare l’atteggiamento nei confronti della salute, con campagne di vaccinazione, maggiore prevenzione, programmi nutrizionali, per ridurre l’incidenza delle patologie croniche e aumentare la produttività del lavoro. Concentrare l’attenzione sui membri più vulnerabili della società sarà ineluttabile, così come in uno scenario si ipotizza la privatizzazione dell’Ssn, l’intervento di assicurazioni private obbligatorie, l’esistenza di reti integrate paneuropee, che opereranno tagli e promuoveranno regimi molto stretti per favorire stili di vita sani. I prezzi dei farmaci saranno calmierati e i fondi pubblici saranno destinati solo agli indigenti. Ci sarà, inoltre, un’ineluttabile diminuzione dei livelli di assistenza farmaceutica, le aziende farmaceutiche genereranno gran parte del loro reddito dai farmaci per migliorare le performance (memoria, antinvecchiamento) e si ridurrà il livello di innovazione medico scientifica.

AT T U A L I T À

I CINQUE SCENARI I cinque scenari sono sicuramente versioni estreme della realtà futura ma mettono in evidenza potenziali conseguenze, rischi e benefici delle scelte politiche di oggi. Si tratta di scenari contrastanti tra loro ma che non si escludono a vicenda e possono essere considerati piattaforme politicamente neutre per il dibattito sulla futura politica sanitaria in Europa. I cinque scenari prospettati nello studio dell’Economist sono: Il trionfo della tecnologia nelle cure delle malattie croniche grazie all’E-health. La necessità di un’Europa unita e di un unico servizio sanitario paneuropeo. La medicina preventiva che avrà la meglio sul concetto di “cura della malattia”. Maggiore attenzione verso i soggetti più vulnerabili. Privatizzazione dell’intero sistema sanitario. Vediamoli nel dettaglio. Trionfo della tecnologia. Circa il 20 per cento del Pil totale sarà investito nel progresso tecnologico, la sanità rappresenterà più un investimento che un costo, l’economia favorirà l’imprenditorialità e i Sistemi sanitari nazionali potranno innovare il loro modelli per assicurare un migliore rapporto costo-efficacia. La maggior parte delle malattie croniche potrà essere curata e le industrie farmaceutiche diventeranno il volano per la crescita. Questo primo scenario sicuramente riflette una visione ottimistica, con alcuni fattori critici: le patologie continueranno ad aumentare e come potranno i governi fornire incentivi per l’innovazione tecnologica? Necessità di un’Europa unita e di un unico servizio sanitario paneuropeo. Un sistema sanitario paneuropeo comporterà la razionalizzazione dei costi e standard e modelli di finanziamento uniformati. Chiuderanno molte strutture ospedaliere e sarà necessario riqualificare la forza lavoro disoccupata e favorire il ricovero dei pazienti in centri di eccellenza. A infermieri e pazienti saranno affidate maggiori responsabilità e competenze. Le difficoltà saranno legate al fatto che i pazienti potrebbero essere riluttanti a sostenere trasferimenti lunghi e ad approfondire le conoscenze sull’e-health.

>

puntoeffe 17


P R I M O P I A N O

AT T U A L I T À

Prima di tutto il benessere (“wellness”). I Paesi dell’Unione europea concentreranno la loro attenzione sulla prevenzione e la promozione di stili di vita salutari. Ci sarà una riduzione dei costi associati a patologie legate a comportamenti scorretti, cambieranno prospettive per i medici di medicina generale e in generale per il settore pubblico. C’è il rischio di un aumento dell’incidenza di malattie non correlate agli stili di vita, e di uno stigma che colpirà i pazienti cronici. I risparmi potranno essere conseguiti solo nel lungo periodo. Attenzione alla vulnerabilità. Si formerà un sistema sanitario non più universale ma mirato alla tutela degli anziani e di specifici segmenti della popolazione. Un “universalismo selettivo”, difficilmente accettabile da parte dei medici, abituati a non fare distinzioni sociali. Laissez-faire. Il Sistema sanitario sarà finanziato dalle assicurazioni private, si formeranno reti integrate paneuropee e

gli assicuratori proporranno bonus per incoraggiare stili di vita salutari. Un metodo simile al Medicaid statunitense. Si rischia però di ridurre il livello dell’innovazione scientifica e di non essere in grado di affrontare eventuali emergenze e pandemie. L’assicurazione dovrebbe essere obbligatoria ed estesa a tutti e l’uso dei fondi pubblici riservato alla cura degli indigenti. I cittadini europei potranno accedere a Sistemi sanitari integrati e coordinati, con prestazioni erogate nei centri di eccellenza. E IN ITALIA? Sulla base dei cinque scenari riportati dall’Economist è stata condotta un’indagine, coordinata da Federico Spandonaro dell’Università Tor Vergata, intervistando alcuni stakeholder: «Il principio che ha animato la realizzazione del volume “Il futuro del Servizio sanitario nazionale: protagonisti a confronto”, spiega il docente, « è stato quello di di-

I driver di costo e i trend interconnessi I 4 principali driver di costo nei prossimi anni saranno rappresentati da: invecchiamento della popolazione, con conseguente cronicizzazione di molte patologie; costo del progresso tecnologico; crescente domanda di servizi da parte di pazienti sempre più informati ma che hanno stili di vita sempre meno salutari; inadeguatezza delle strutture di finanziamento e delle priorità esistenti rispetto alle necessità e alle richieste attuali. I 7 trend interconnessi sono rappresentati da: crescita della spesa sanitaria; razionalizzazione dell’assistenza sanitaria; maggiore importanza dei Medici di medicina generale e delle politiche di prevenzione attraverso la promozione di stili di vita più salutari; maggiori e più trasparenti informazioni sanitarie; pazienti sempre più consapevoli e protagonisti; meno burocrazia e maggiore liberalizzazione delle professioni sanitarie. progressiva

Fonte: Economist

18 puntoeffe

menticare provvisoriamente la spending review e dall’egregio lavoro fatto dall’Economist, immaginare una prospettiva di medio-lungo periodo». Dove si colloca, nel contesto delineato, il nostro Paese? Per trovare una risposta a questa domanda si è voluto promuovere un dibattito tra decisori politici, esponenti dell’industria farmaceutica, ricercatori, operatori sanitari e pazienti, ai quali si è chiesto quali potrebbero essere gli scenari percorribili e cosa si può fare già oggi per realizzarli. Grandi assenti tra gli interpellati, purtroppo, i farmacisti. «Abbiamo qualcosa da insegnare agli altri Paesi, in Italia rispetto ai Paesi dell’Europa originaria c’è un terzo di spesa sanitaria in meno», ha spiegato Spandonaro. «Non sono in crisi i sistemi sanitari ma con il diffondersi dell’invecchiamento, il sistema economico e sociale non riesce a governare il cambiamento. Ci sono molti sprechi, viviamo la cultura dell’emergenza e dobbiamo uscire da questa logica perché senza stabilità il sistema non funziona: c’è bisogno di prospettiva. È difficile pensare a un sistema non universalistico, dobbiamo confrontarci con modelli socialmente desiderabili e modelli possibili. Più che dalla sanità, molto dipende dal Pil del Paese: se diminuirà ancora si andrà necessariamente verso un universalismo selettivo». I COMMENTI DEGLI STAKEHOLDER Per quel che riguarda il primo scenario, il trionfo della tecnologia, Silvestro Scotti, vicesegretario nazionale Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) sostiene che non solo è auspicabile ma necessario, per il progetto di investimento e valorizzazione del territorio. Per il momento però appare abbastanza improbabile sia per problemi di tipo tecnico e infrastrutturale - livello di copertura e velocità della rete propri del nostro Paese rispetto ad altri in Europa - sia per la contraddizione che caratterizza la declinazione dell’Agenda Digitale in ambito sanitario: «Se da un lato, infatti, l’implementazione tecnologica dovrebbe attingere a finanziamenti esterni al Fondo sanitario, di fatto per quanto di competenza all’area conven-


P R I M O P I A N O

zionata del territorio, tutta la sua realizzazione ricade direttamente sul professionista e di conseguenza proprio sul Fondo sanitario stesso». Per Francesco Moccia, vice segretario generale di Cittadinanzattiva Onlus, lo scenario numero due, quello del sistema sanitario paneuropeo, non solo può essere auspicabile, ma anche plausibile: «In un momento storico in cui si parla di Europa in termini prevalentemente negativi e buona parte della popolazione la ritiene una presenza “ingombrante”, più finalizzata a “togliere” che a “dare”, Cittadinanzattiva lavora per favorirne il rafforzamento affinché tutti i cittadini possano godere appieno dei potenziali benefici e vantaggi. La questione cruciale è il rapporto tra universalità dei diritti e sostenibilità del sistema. Ma per Cittadinanzattiva deve essere mantenuto il dovuto ordine di priorità: l’universalità prima della sostenibilità. Continuare ad avere un servizio sanitario universale dovrebbe voler dire dare tre priorità alle politiche sanitarie: cronicità e non autosufficienza, ridefinizione dell’assistenza ospedaliera e dei servizi di emergenza del territorio, aggiornamento costante e periodico dei Lea. Per quanto riguarda la sostenibilità, è necessaria una chiamata alla responsabilità da parte di tutti, al fine di individuare le priorità, allocando qui, di conseguenza le risorse».

Per Ignazio Marino, senatore del Pd, la driving force del nostro secolo è in realtà l’aumento della speranza di vita, che ha radicalmente cambiato la nostra società: «L’unico modo per governare questi nuovi processi è intervenire sugli stili di vita. Tre sono le cose che andrebbero realizzate: prevedere l’introduzione nelle scuole elementari di un modulo didattico dedicato agli “stili di vita”; premiare chi tra la popolazione adulta persegue stili di vita salutari e allo stesso tempo sanzionare gli stili di vita non sani». Marino sostiene che sia necessario avviare una seria politica di responsabilizzazione dei cittadini, che se vogliono continuare a godere di un Servizio sanitario universale, devono impegnarsi a cambiare le proprie abitudini scorrette, prevedendo, qualora ciò non avvenga, che paghino di tasca propria i danni che provocheranno a se stessi ed eventualmente agli altri, a causa di uno stile di vita non responsabile. Anche Stefano Vella, dirigente di Ricerca dell’Istituto superiore di sanità, ritiene che occorra fare comprendere ai cittadini che il costo per la collettività legato alla cura di patologie correlate con stili di vita sbagliati ricade sulla disponibilità di altri servizi. Ma secondo Vella molto dipenderà da quanto impegno sarà posto nella prevenzione primaria e nell’efficacia degli strumenti di prevenzione secondaria: «Bisogna cercare di mantenere le caratteristiche di universalità del nostro Sistema sanitario. I costi per la salute sono in realtà degli investimenti; occorrerà mettere in atto valutazioni corrette sul costo-beneficio dei diversi interventi e stabilire delle priorità. Il nostro Sistema Sanitario è tuttora un esempio per moltissimi altri Paesi; il punto di criticità riguarda soprattutto l’esistenza di grandi diseguaglianze regionali, un fenomeno che non può più essere tollerato e che va combattuto, dando reale potere di coordinamento e indirizzo a livello centrale, ovviamente condividendo i percorsi con le Regioni». La tutela delle vulnerabilità rappresenta, secondo Paola Binetti, deputata di Scelta Civica, il principio costitutivo del “Sistema Sanità”, dal momento che è ciò che dà struttura e sostanza al lavoro in

AT T U A L I T À

questo ambito: il Sistema sanitario nazionale nasce per prendersi cura dei più deboli, degli indigenti, degli ammalati. Quando si parla di vulnerabilità, per la Binetti, ci si riferisce sostanzialmente a politiche selettive, di priorità e decisioni che, se da una parte includono, dall’altra necessariamente escludono: «Per questo motivo, c’è necessità più che mai di scelte nitide e della chiarezza necessaria per definire quanto e dove investire: nella prevenzione, nell’intervento clinico, nell’assistenza e nella riabilitazione. Questo è lo schema che va perseguito, non si può pensare a un modello che punti solo alla prevenzione a scapito dell’assistenza per i pazienti acuti o per quelli che richiedono interventi di alta tecnologia». Per Aldo Ancona, dirigente responsabile della delegazione di Roma della Regione Toscana l’ultimo scenario, che prevede una completa privatizzazione del Servizio Sanitario, è uno tra i più probabili, nonostante lo ritenga il meno auspicabile: «È indubbio che la Sanità pubblica italiana sia stata in grado nel corso della propria storia di superare molteplici sfide, ma il sistema è destinato ad andare in crisi per la continua riduzione e contrazione delle risorse oggi disponibili». Naturalmente gli opinion leader intervistati sono molti di più e tutti i loro interventi sono consultabili nella pubblicazione curata da Il Sole 24 ore Sanità. «Possiamo definirci soddisfatti della risposta che tutti gli stakeholder hanno dato al progetto», ha spiegato Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia e presidente di Farmindustria, «esiste nel nostro Paese un profondo bisogno di un dibattito a livello politico-istituzionale su come sarà la sanità nel medio e lungo termine, per contribuire al cambiamento in corso, orientandolo per quanto possibile. Serve una riforma seria e strutturata del Servizio sanitario, si deve lavorare sugli sprechi, se il Pil è in queste condizioni non possiamo garantire assistenza a tutti. Vogliamo continuare a proporre momenti di riflessione e dare vita a un think tank permanente che a breve estenderemo alla realtà del web, dove continueremo a elaborare scenari e a stimolare il dibattito e il confronto».

puntoeffe 19


P R I M O P I A N O

G E S T I O N E

Caccia allo zerorotante

V

ivono tra noi, approfittano di spazi nostri, occupano territori rendendoli improduttivi e vi si stanziano sino a che non vengono scacciati con la forza: sono gli zerorotanti. Il povero farmacista che, ignaro, ospita questi parassiti sui propri scaffali si trova poi ad affrontare una realtà complessa ben conosciuta, fatta di marginalità decadute, magazzini ipertrofici, conti economici che languono. Al di là di ciò che riguarda il farmaco da ricetta, oggi, addentrarsi nella giungla dei prodotti a libero servizio implica la necessità immediata di avere una stella polare che funga da guida per raggiungere i territori dell’efficienza e della redditività.

20 puntoeffe

Come far rendere al meglio quel dipendente pigro, lo scaffale, di cui già abbiamo discusso tra le pagine di Punto Effe qualche mese fa (numero 2 del 2013)? In effetti una delle prime attività da mettere in atto può essere la caccia indiscriminata a quelle referenze che, di fatto, non contribuiscono per mesi e mesi allo sviluppo del fatturato della farmacia e che pure vengono esposte con pari dignità e troppo spesso con maggior numero di facing rispetto a referenze che invece ruotano e lavorano alacremente per il farmacista. Si tratta in poche parole di introdurre un concetto di fondamentale importanza per la futura gestione della farmacia:

la dignità di presenza sullo scaffale. Nello scrivere dignità di presenza sullo scaffale intendiamo la valutazione di ogni singolo prodotto soprattutto in funzione delle sue performance in modo da abilitarlo all’esposizione o meno: non solo l’ammontare del fatturato associabile a un determinato codice Ean o MinSan, quanto la gestione del ripiano espositivo come limite entro il quale effettuare scelte on/off. Nei fatti, la risorsa meno flessibile per il farmacista, anche in tempi di scarsa liquidità e di stretta creditizia, rimane lo spazio. I centimetri espositivi presenti in farmacia sono modificabili oggi in soli tre modi: cambiando immobile;


P R I M O P I A N O

La ricerca di una nuova redditività in farmacia passa anche da prassi espositive e di controllo non complesse, che possano apportare numeri e valore alla gestione quotidiana. E da un concetto nuovo: la “dignità di presenza sullo scaffale” DI LIAM CECCARINI, MARKETING CONSULTANT VMIX

ristrutturando

la farmacia; ridefinendo le modalità espositive dei prodotti.

SPACE ALLOCATION Va da sé che le prime due sono opzioni piuttosto dispendiose anche se, quando supportate da adeguata visione commerciale, certamente foriere di risultati importanti. La terza opzione invece è in buona sostanza space allocation, ovverosia, la riallocazione dei prodotti sullo spazio espositivo secondo l’integrazione con dati di benchmark o quantomeno con i dati provenienti dal gestionale. Quest’attività, seppur lontana dalle prassi lavorative della farmacia, genera in sostanza una maggiore flessibilità dell’infrastruttura espositiva, la quale sembra da un lato aumentare di dimensioni perché in grado di contenere più referenze e dall’altro spingere le vendite perché foriera di risultati di vendita più solidi e di performance migliorate sotto plurimi aspetti. Tuttavia se la space allocation pura y dura può rappresentare un salto a volte troppo impegnativo per il singolo farmacista, nulla vieta di cominciare con la ricerca e l’eliminazione degli zerorotanti, i parassiti di cui parlavamo inizialmente. Questi prodotti e, a volte, intere linee di prodotto, occupano nell’area a libero servizio una quantità di spazio - per definizione scarso - ben definita, spesso pari a un decimo dello spazio disponibile a fronte di una contribuzione alla costruzione del fatturato pari a zero per periodi di tempo superiori a 3-6 mesi e in alcuni casi oltre l’anno. In aggiunta questi stessi items rappresentano un costo finanziario notevole e costante per la farmacia giacché immobilizzano in magazzino risorse importanti che potrebbero essere utilizzate in modalità ben più proficue. Lo zerorotante è oggigiorno facilmente identificabile mediante gli strumenti informativi presenti sui ge-

stionali più comuni. Eppure si fatica a immaginare la quantità di prodotti a rotazione zero sui sei mesi che quotidianamente è possibile rilevare all’interno delle farmacie italiane. In molti casi gli zerorotanti esposti equivalgono all’8-10 per cento delle referenze presenti a scaffale per categoria. Allora che fare? Eliminare tout court quei prodotti così tanto innamorati di quello scaffale da non volersene andar via? Un momento, per favore. Torniamo al concetto di dignità di presenza sulla scaffale. Il prodotto ha cittadinanza sullo scaffale allorquando la sua presenza apporta valore alla farmacia, sia in termini di fatturato e di marginalità sia qualora la sua presenza in esposizione rappresenti l’esito di un percorso negoziale con l’industria. Poste negoziali relative alla completezza di gamma, extrasconti, accordi farmacistacooperativa-industria possono generare diritto di presenza sullo scaffale anche per quei prodotti che, pur passando con difficoltà alla cassa e poi nella borsa del consumatore, nondimeno apportano valore alla farmacia in funzione di accordi definiti e quantificabili a fine periodo. L’IMPORTANZA DELLA DELEGA Si tratta, in sostanza, di proporre prassi di costruzione dell’assortimento nuove, che impattino non solo sugli aspetti meramente estetici della farmacia quanto su quelli economici. Si tratta, senza dubbio, di verificare continuativamente la rispondenza delle scelte assortimentali fatte in fase negoziale con le richieste del consumatore. Si tratta, in definitiva, di rinnovare “il servizio” che la farmacia presta al cittadino che, certo, è spesso paziente, e, nonostante tutto, in alcuni casi resta anche cliente e consumatore. Quando si parla di razionalizzazione degli assortimenti, quando si parla di category management, quando si parla di libero

G E S T I O N E

servizio e space allocation paradossalmente si parla di consiglio. Un’attività in cui il farmacista è maestro, ne è orgoglioso e ne ha ben donde. Non possiamo dimenticare che se il farmacista risulta essere una delle categorie professionali che presentano il più alto indice di fiducia per il consumatore in Italia è anche e soprattutto per la grande capacità di produrre un consiglio efficace, professionale, etico. Vi sono però aree e categorie merceologiche che oggi non necessariamente devono vivere del consiglio tradizionale: sono, evidentemente quelle aree in cui il libero servizio dà i risultati migliori. Il consiglio, che comunque rimane irrinunciabile elemento distintivo del farmacista all’interno dell’area del libero servizio, può assumere sembianze diverse. Laddove si trovava un farmacista a identificare il prodotto più idoneo per le esigenze dell’interlocutore, oggi, in quella stessa area a libero servizio, è più plausibile ipotizzare una delega forte, non completa, di quest’attività allo scaffale. D’altronde, se è pur vero che le competenze del farmacista possono supportare la scelta del prodotto da parte del consumatore è vero altresì che il consumatore è il primo conoscitore delle proprie esigenze. Di più, su alcune categorie di prodotti sarebbe ormai ingenuo non considerare il fatto che il consumatore ha sviluppato competenze sul prodotto tali da rendere ridondante un consiglio pressante (...e costoso, non nascondiamocelo) da parte del farmacista. La delega allo scaffale consiste in tal caso nel riconoscere capacità e competenza di scelta nel cliente, che ha saputo scegliere tra le altre la nostra farmacia, e nell’identificare la parte nobile del consiglio in un momento precedente: la definizione del migliore assortimento possibile presente sul mercato. Si tratta quindi di cominciare a sviluppare competenze forti sul versante negoziale e della contrattazione. Il prodotto scelto per il nostro cliente deve essere la migliore opzione presente sul mercato dal punto di vista tecnico, qualitativo, economico. Un prodotto che risponde a tali caratteristiche integra insieme agli altri un assortimento di qualità, sostenibile, di valore. In fondo, non sono forse queste le caratteristiche da associare alla relazione con il cliente?

puntoeffe 21


P R I M O P I A N O

C O N V E G N I

Una farmacia etica Il farmacista deve diventare sempre di più portatore di valori: sposare il concetto di responsabilità sociale non deve tradursi in un evento spot. Se ne è discusso in un convegno organizzato dalla Fondazione Francesca Rava DI EMANUELA AMBRECK E SILVIA VALIGI, FONDAZIONE FRANCESCA RAVA NPH ONLUS

I

l convegno “Farmacia etica: cambiamento possibile o necessario?”, che si è tenuto a Bologna a Cosmofarma è stato promosso, con il patrocinio di Federfarma, dalla Fondazione Francesca Rava NPH Italia, onlus che da tredici anni aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo. L’iniziativa è nata dall’idea di promuovere e condividere con la categoria l’importante ruolo sociale che il farmacista svolge sul territorio, tra i cittadini. La farmacia, da sempre, non è solo luogo di dispensazione di farmaci e salute bensì anche importante centro di ascolto dove il cittadino incontra il sistema sanitario, si confronta e integra con esso. Le difficoltà che il settore sta affrontando in questo periodo hanno fatto pensare

22 puntoeffe

che, sempre più e con sempre maggiore determinazione, il farmacista debba diventare portatore di valori etici e di responsabilità sociale. Molti sono, infatti, i farmacisti che negli anni, spesso in silenzio, lontano dalla luce dei riflettori, hanno dato prova di coraggio e della loro consapevolezza sociale. Molte sono le iniziative prese da singoli, che si mettono in gioco per aiutare le fasce più deboli della popolazione. «Da tre anni», ha raccontato in apertura del convegno Elena Vecchioni, farmacista, membro di Federfarma Verona e volontaria della Fondazione Francesca Rava, «cerco di portare valori di solidarietà tra i miei collaboratori e i miei clienti attraverso iniziative concrete come mercatini solidali all’interno della mia farmacia e appog-


P R I M O P I A N O

giando le tante campagne promosse dalla Fondazione Francesca Rava a favore dell'Ospedale Pediatrico St Damien nel paese quarto mondo Haiti. I nostri clienti si sono sempre dimostrati molto felici di poter appoggiare un progetto solidale attraverso la propria farmacia di fiducia. È stata un’esperienza molto bella che mi ha permesso di lavorare in rete con altre farmacie e di consolidare il mio ruolo di farmacista e come persona, quale centro di ascolto del dolore e del silenzio degli altri». Vecchioni nel 2010 ha conosciuto la Fondazione Francesca Rava promuovendo la vendita di alcuni prodotti del marchio Vichy a favore del progetto di sviluppo di un laboratorio galenico presso l’Ospedale St Damien in Haiti, unico pediatrico gratuito sull’isola, ove vengono assistiti 80.000 bambini l’anno. PARTY PER HAITI Un gruppo di colleghi coordinati da Silvia Sorace Maresca, titolare a Castelmaggiore (Bo), ispiratrice del convegno, ha organizzato nell’ambito di Cosmofarma “Party per Haiti”, una bella festa benefica a sostegno dello stesso progetto, che ha coinvolto farmacisti e aziende del settore, uniti dal desiderio di divertirsi aiutando concretamente.

Fare bene infatti fa bene a chi lo fa e a chi lo riceve. «La farmacia pensata come azienda etica», ha spiegato al convegno Franco Falorni titolare dell’omonimo studio commercialista di Pisa, «segue quattro diverse direttrici: ambientale, sociale, economica e del capitale umano». Farsi promotori di campagne solidali rafforza il ruolo sociale del farmacista, intensifica il legame con i propri clienti e soddisfacendo il bisogno personale di apertura e aiuto agli altri, rende più felici e più "ricchi" nella relazione con i clienti, aumenta così il valore del capitale umano dell’azienda e con esso quello della farmacia stessa. Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava, ha invece spiegato che «La farmacia etica è un concept, una modalità di interpretare il ruolo della farmacia, già centrale nel servizio al cittadino, con una nuova apertura al sociale: in termini di solidarietà e crescente attenzione non solo all’aspetto strettamente sanitario del cliente ma anche al suo desiderio di contribuire insieme al farmacista, a progetti di interesse collettivo». Una nuova relazione con il cliente, quindi, tesa anche a posizionare la farmacia

C O N V E G N I

diversamente rispetto ai competitor, parafarmacie e grandi distributori, che rispecchia una realtà accertata dalle ricerche: a parità di prezzo e qualità, i consumatori preferiscono i prodotti o servizi legati a una causa sociale. Annarosa Racca, presidente di Federfarma durante il convegno ha dichiarato di essere molto felice di poter sostenere e promuovere attraverso il sindacato iniziative solidali che non possono che rafforzare l’importante ruolo sociale del farmacista: «Saremo vicini alla Fondazione Francesca Rava nello sviluppo di progetti che interessano il canale farmacia». Il convegno ha quindi fatto riflettere la categoria sul concetto di responsabilità sociale come nuovo stimolo in un momento critico della vita delle farmacie, che si può realizzare in tanti modi. Sposare il concetto di responsabilità sociale non deve tradursi in un evento o iniziativa spot, per di più senza feedback sui suoi risultati, ma in azioni che si sviluppino e ripetano nel tempo. A fine convegno è stato lanciato un contest per premiare il miglior progetto socialmente utile promosso da una farmacia durante l’anno 2013. Il premio verrà consegnato durante l’edizione 2014 di Cosmofarma.

Progetti solidali Per informazioni e per sviluppare un progetto solidale con la Fondazione Francesca Rava - NPH Italia Onlus www.nph-italia.org, info@nph-italia.org telefono 02/54122917 Per donare: con 15 euro doni una visita neonatale per un bambino assistito nella Neonatologia del Saint Damien; con 26 euro al mese (meno di un caffè al giorno) puoi adottare a distanza un bambino accolto in una delle case orfanotrofio NPH in Haiti (nella foto Emanuela Ambreck durante il suo ultimo viaggio a Haiti) o negli altri Paesi in America Latina in cui l’organizzazione è presente. IBAN: IT 39 G 03062 34210 000000760000 BIC: MEDBITMM. Con carta di credito sul sito www.nph-italia.org


P R I M O P I A N O

M E D I C I N A

Oltre il Parkinson L’Istituto superiore di sanità ha dato il suo benestare a una sperimentazione che prevede l’utilizzo di cellule staminali per curare i malati di paralisi sopranucleare progressiva DI ELISA SPERONI

longevità, si riscontra un suo costante incremento. Solo nel nostro Paese, i parkinsonismi affliggono circa 200.000 persone e, nella maggioranza dei casi, i primi sintomi si manifestano verso i sessant’ anni.

L

a malattia di Parkinson è un disturbo del sistema nervoso centrale caratterizzato dalla degenerazione di alcuni neuroni, le cellule nervose situate nella “sostanza nera”, una zona profonda del cervello. Queste cellule sono responsabili della produzione di dopamina, una sostanza che funge da neurotrasmettitore, e che svolge un ruolo fondamentale per il controllo dei movi-

24 puntoeffe

menti automatici in tutto il corpo. A causa del progredire della malattia - quando il numero di neuroni produttori di dopamina si riduce di oltre il 50 per cento - compaiono tremore a riposo, lentezza dei movimenti con rigidità muscolare, postura curva, andatura impacciata, riduzione dell’equilibrio con facilità di cadute. Sintomi del Parkinson. La malattia è diffusa in tutto il mondo e, con l’aumentare della

LA PATOLOGIA Tra le malattie afferenti al gruppo dei parkinsonismi troviamo la Paralisi sopranucleare progressiva (Psp). Si tratta di una patologia particolarmente aggressiva, dal momento che, in genere, a partire dal terzo-quarto anno dall’insorgenza, la qualità di vita del paziente si riduce molto per poi sfociare, nel giro di cinque anni dall’esordio, nella costrizione del paziente sulla sedia a rotelle. Dopo otto anni, i malati accumulano in modo progressivo una grave invalidità che conduce inevitabilmente alla morte, benché vi siano casi documentati che testimoniano una sopravvivenza superiore. È considerata, inoltre, una malattia neurodegenerativa rara, rappresentando, infatti, meno nel 3 per cento dei parkinsonismi. Questo gruppo di malattie è accomunato dalla degenerazione delle cellule nervose che fanno parte dei circuiti responsabili della regolazione dei movimenti automatici e provocano nei pazienti notevoli disturbi del movimento, lentezza, rigidità muscolare e compromissione dei riflessi che


P R I M O P I A N O

permettono di mantenere l’equilibrio. In particolare, un problema molto importante è rappresentato dalle cadute, potenzialmente responsabili di gravi fratture, nonché il sopravvenire di difficoltà nella deglutizione e immobilità, sintomi che predispongono a infezioni gravi come la polmonite. TRATTI COMUNI E DIFFERENZE Nella Psp la compromissione dell’equilibrio si manifesta già nelle fasi iniziali della malattia, mentre nel Parkinson questo sintomo compare nelle fasi molto avanzate. Inoltre, caratteristica della Psp è anche l’incapacità di muovere gli occhi volontariamente, prima solo in senso verticale e poi anche in altre direzioni, a causa di una paralisi delle vie nervose al di sopra dei motoneuroni e dei nervi cranici. Inoltre, il coinvolgimento del sistema nervoso centrale risulta più ampio nella Psp che nel Parkinson: si riscontra, infatti, un interessamento del cervelletto, responsabile della coordinazione dei movimenti, e del tronco encefalico dove sono posti i centri nervosi responsabili della regolazione automatica delle funzioni vitali, come il cuore e la respirazione. Altra differenza tra le due patologie si riscontra nella diversa proteina che si accumula a livello cerebrale: si tratta della tau per la Psp, mentre nel Parkinson la proteina accumulata è chiamata alfa-sinucleina. LA DIAGNOSI Come per molte altre malattie neurodegenerative, le cause della Psp sono sconosciute e anche la diagnosi precoce risulta piuttosto difficile. Per quanto riguarda il Parkinson, infatti, la malattia viene diagnosticata quando, in una prima fase, si presenta unicamente in un lato del corpo e, successivamente, i sintomi si estendono anche all’altro lato. La diagnosi differenziale si basa principalmente sulla storia clinica del paziente e sull’esame neurologico eseguito durante la visita; su esami con strumenti che producono neuroimmagini, come la risonanza magnetica nucleare che permette di analizzare in dettaglio lo stato anatomico delle strutture coinvolte. Di norma, vengono ese-

guiti, inoltre, test farmacologici a base di sostanze dopaminergiche a rapido assorbimento per valutare la risposta recettoriale. Considerando la notevole similitudine dei sintomi, l’elemento distintivo su cui il medico si deve basare per confermare la diagnosi di Psp è da ricercarsi nell’andatura instabile, presente già in fase iniziale, nonché nella difficoltà a muovere gli occhi, sintomo particolare della malattia, che compare generalmente in modo evidente tre-quattro anni dopo l’esordio. Qualora vi sia un sospetto di Psp, un aiuto per confermare la diagnosi può venire dai reperti delle neuroimmagini ottenute con la risonanza magnetica nucleare cerebrale. TERAPIA SPERIMENTALE In occasione della Giornata mondiale della malattia di Parkinson, celebrata l’11 aprile, si è tenuto a Milano un incontro in cui si è discusso del trattamento di questa patologia e di nuovi progetti terapeutici. Gianni Pezzoli - direttore del centro Parkinson di Milano, nonché presidente dell’Associazione italiana parkinsoniani (Aip) e della Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson - ricorda che «il Parkinson ha sempre riscosso l’interesse dei ricercatori e, grazie a un continuo miglioramento dei trattamenti disponibili, è ormai gestibile con efficacia per cinque-dieci anni dall’esordio. Cominciamo oggi a percorrere la strada di nuove soluzioni terapeutiche legate all’utilizzo delle cellule staminali, che rappresentano un’importante speranza di guarigione per il paziente». Fino agli anni Settanta una terapia veramente efficace per il Parkinson non esisteva, mentre «negli ultimi quarant’anni si è verificato un miglioramento continuo dei trattamenti disponibili e l’attuale approccio farmacologico è abbastanza convincente, almeno per i primi anni della malattia. Successivamente insorgono fenomeni di fluttuazione, motori e non motori, talvolta anche un deterioramento cognitivo e compulsioni legate all’utilizzo prolungato dei farmaci dopaminergici. È perciò essenziale conoscere tutti questi fenomeni per una terapia ottimale». La Fondazione Grigioni è diventata la prima struttura al mondo ad avere av-

M E D I C I N A

viato uno studio sull’utilizzo di cellule staminali per il trattamento dei pazienti affetti da Psp. Questo studio clinico prevede l'utilizzo di cellule staminali mesenchimali autologhe, prelevate direttamente dal midollo osseo dei pazienti e immesse nuovamente nell’organismo tramite un catetere introdotto nell’arteria femorale e spinto fino alle arterie che portano il sangue al cervello. «La speranza», spiega Pezzoli, «è che l’introduzione di tali cellule in prossimità delle aree malate possa prolungare la sopravvivenza dei neuroni che vengono colpiti dalla malattia, rallentandone il decorso e riducendo i sintomi». Dopo aver ottenuto il benestare dall’Istituto superiore di sanità, lo studio ha recentemente preso il via con una prima fase che prevede il coinvolgimento di cinque pazienti. Essi riceveranno il trattamento e verranno monitorati per valutare eventuali effetti collaterali e assicurare, quindi, la sicurezza di questa tecnica. In seguito, verrà svolta una seconda fase in doppio cieco, in cui i pazienti reclutati verranno suddivisi in due gruppi e saranno trattati, alternativamente, per sei mesi con le staminali e per altri sei mesi con placebo. Questa sperimentazione clinica apre nuove prospettive da un punto di vista medico-scientifico in termini di possibilità di trattamento di tutte le malattie neurodegenerative. TRATTAMENTI SU MISURA La necessità di ricorrere a terapie sempre più “ritagliate” sul paziente ha le sue controindicazioni, secondo Pezzoli: «Le variabili della malattia di Parkinson sono così ampie che la terapia deve necessariamente essere personalizzata per ogni singolo paziente. I generici possono rappresentare un risparmio per il Servizio sanitario nazionale, ma solo quando la corsa al ribasso non coinvolge la qualità del farmaco. Nel Parkinson minime differenze nei livelli di farmaco nel sangue e poi nel cervello possono generare grandi differenze nel risultato clinico. Non bisogna poi sottovalutare il fatto che le persone colpite da Parkinson siano anziane e che la possibile sostituzione del trattamento in corso con il relativo generico possa rendere ancora più difficile seguire una terapia così complessa senza commettere errori».

puntoeffe 25


Gunamino-21x28.pdf

1

15/05/13

15.20

TÀ I V

NO

La composizione ideale e bilanciata di aminoacidi essenziali per la nutrizione umana Gunamino Formula è l’integratore alimentare degli 8 Aminoacidi essenziali, presenti in un rapporto qualiquantitativo unico e ideale, studiato specificatamente per la specie umana. C

M

L’UNICITÀ della miscela aminoacidica di Gunamino Formula consiste nel particolare rapporto proporzionale tra gli 8 aminoacidi essenziali, l’unico che consenta il loro ottimale assorbimento ed il loro massimo utilizzo attraverso la via anabolica.

Y

CM

CY

CMY

K

Prevalenza anabolica • Sintesi proteica ottimale • Minimo residuo azotato • No sovraccarico renale • Minimo apporto calorico Z

SEN U

A

GL

Gunamino Formula è specifico in:

E

MY

TIN

DIETOLOGIA poiché favorisce la riduzione della massa grassa e nel contempo “nutre” la massa magra apportando una minima quota calorica. NUTRIZIONE CLINICA principalmente nella prevenzione primaria e nel trattamento complementare di molte patologie, in particolare di tipo cronico-degenerativo (Anemia, Malattie infiammatorie intestinali, Malnutrizione, Sindrome Metabolica, ecc). Confezioni da 24 e 42 bustine da 6,5 g Confezioni da 50 e 150 compresse da 1,01 g

AZIENDA CON SISTEMA DI GESTIONE QUALITÀ UNI EN ISO 9001:2008 CERTIFICATO DA CERTIQUALITY


P R I M O P I A N O

C O S M E S I

Cosmeceutical care e stile manageriale

A

lcune categorie merceologiche negli ultimi anni si sono rivelate strategiche per migliorare i bilanci delle nostre farmacie. Una di queste è senza dubbio il settore cosmetico. «Lo confermano i dati economici anche su vasta scala», afferma Vincenzo Maglione, Presidente del Gruppo cosmetici in farmacia, aprendo il dibattito con Federfarma e Fofi durante la XVII edizione di Cosmofarma Exhibition. «Se il consumo dei prodotti per la bellezza in Europa è il doppio di quello degli Usa, e il trend è stabilmente positivo, il cosmetico ha un ruolo sempre più importante anche nell’economia nazionale: in Italia, come nel mondo, è un mercato che si sviluppa e cresce soprattutto in farmacia». Dai paesi emergenti lo skin care viene definito una “miniera”, una categoria chiave per la crescita del

Pil, e pure nel nostro Paese è uno dei pochi settori in cui si fa ancora tanta ricerca. Ecco perché le previsioni vedono l’Italia come un’area di sviluppo, con conseguenti enormi opportunità di creare valore. La sinergia tra l’industria e la distribuzione, la voglia di riscatto e rinnovamento, l’arricchimento della professionalità nel campo della cosmesi, il cross selling “bellezza esterna-interna” sono essenziali ancora di più oggi, con il calo di marginalità che sta influendo negativamente sui conti della farmacia italiana. «Crolla la vendita dei prodotti per capelli e per il corpo, anticellulite in testa, mentre cresce il fatturato dei prodotti “specifici”, per il contorno occhi, per le pelli alterate, per il trucco e i solari. Tra le marche, le selettive/alto prezzo e le dermatologiche/scientifiche sono quelle che hanno ottenuto le migliori performance»,

Nel settore cosmetico si registrano buone performance per le marche selettive e le dermatologiche: cresce il ruolo del farmacista nel processo di acquisto ma deve essere migliorata la gestione del reparto, che può essere considerato doping del cash

>

DI MARIASANDRA AICARDI FARMACISTA

puntoeffe 27


P R I M O P I A N O

C O S M E S I

afferma Lorenzo Brambilla, direttore di Ims Consumer Health, commentando i dati del 2012. «Ciò dimostra che cresce il ruolo del farmacista come influenzatore di rilievo lungo tutto il processo di acquisto e di cura, ma anche di riferimento per la prevenzione e il benessere: il “wellness” del consumatore. Da luogo di acquisto la farmacia diventa perciò un luogo di “cura” e presidio di “salute” di supporto e completamento di terapie avviate dal medico, luogo privilegiato per il consiglio sull’utilizzo del prodotto, grazie anche al facile accesso e alla grande flessibilità degli orari di apertura. La farmacia è anche un centro servizi, con la prenotazione visite ed esami, un punto di prevenzione (per screening specifici) nonché spesso centro specializzato in particolari mercati». Francesco Rastrelli, delegato Fofi nei rapporti con Unipro e presidente dell’Ordine di Brescia, introduce un nuovo modo di gestire l’area del dermocosmetico in farmacia quando parla della Cosmeceutical care, in cui i prodotti dermocosmetici sono complementari alla terapia farmacologica e hanno la funzione di ripristinare e normalizzare le fisiologiche condizioni della pelle, anche a seguito di varie patologie. E lo fa partendo da un’analisi attenta del mercato: «I cambiamenti che hanno interessato il cosmetico negli ultimi anni sono dipesi in gran parte da una trasformazione radicale del consumatore, che da spettatore freddo e razionale si è trasformato in attore centrale e passionale nel teatro convulso del mercato moderno», afferma Rastrelli. «Un’altra caratteristica peculiare del settore cosmetico del terzo millennio è la comparsa di nuovi gruppi di consumatori come la popolazione maschile e quella di età avanzata. Inoltre, la dimensione multietnica della nostra società ha favorito lo sviluppo della cosiddetta etnocosmesi, intesa da un lato come l’utilizzo di sostanze funzionali o di prodotti caratteristici di Paesi diversi, dall’altro come ricerca scientifica finalizzata allo sviluppo di nuovi prodotti dedicati a biotipi cutanei diversi dai nostri. Mentre nel secolo scorso si era assistito a un’intensa crescita del consumo di prodotti provenienti da Paesi lontani, negli ultimi tempi le cose sono

28 puntoeffe

cambiate avvertendo una controtendenza che sta portando alla rivalutazione dei nostri territori e del made in Italy. Un altro aspetto sempre più influente nelle scelte d’acquisto da parte di nuovi consumatori è l’ecosostenibilità, un fenomeno che sta coinvolgendo da vicino i settori della bellezza e del benessere. Non possiamo infine trascurare il settore della nutrizione, che si sta avvicinando sempre più a quello della cosmetologia, attraverso metodi di collaborazione che hanno individuato nei moderni nutricosmetici la terra di confine tra l’alimentazione e la bellezza». Rastrelli è fermamente convinto che garanzia e sicurezza siano caratteristiche indispensabili per il cosmetico maneggiato dal farmacista e apprezza la risposta dell’industria cosmetica, che ha costituito all’interno di Unipro un gruppo specifico di aziende che lavorano per la farmacia (Gcf) a garanzia di determinati requisiti di qualità. FARMACIA PAZIENTECENTRICA Se il controllo della sicurezza dei cosmetici passa attraverso la cosiddetta sorveglianza pre marketing, la Legge 713 impone che siano attuate anche misure di vigilanza post marketing. Le situazioni di rischio possono riguardare il cosmetico in sé, per presenza di sostanze tossiche introdotte all’atto di formulazione oppure formatesi per alterazione del prodotto o per reazioni fotoindotte, o per l’uso che ne viene fatto dal cittadino, per presenza di lesioni preesistenti sulla cute, utilizzo in associazione con altri cosmetici, abuso o uso improprio del prodotto e fattori di sensibilità individuale. La vigilanza post marketing è però caratterizzata da molte difficoltà, a partire dalla raccolta delle segnalazioni, scarse, soprattutto per la mancanza di abitudine a farlo da parte dei consumatori. «Quando la reazione è lieve, il cittadino semplicemente sospende l’uso del prodotto e, solo in caso di reazione grave, si rivolge a un operatore sanitario. Per cui i casi rimangono per lo più confinati o non emergono del tutto. Esiste poi tutta la problematica legata alla valutazione della segnalazione. Infatti, vanno stabiliti i criteri per valutare il nesso causale fra la presunta reazione av-

versa e il prodotto imputato, come pure è importante capire se è insorta per errato uso del cosmetico. La segnalazione dovrebbe, in ogni caso, essere la più ampia possibile e un punto importante è la decisione di chi può segnalare: dermatologi, medici di base, ospedali, farmacisti, industria, cittadini. «Ecco che anche la cosmetovigilanza diventa sempre più qualificante per il farmacista», conclude Rastrelli, che trova perfettamente d’accordo Andrea Manfrin, docente all’Università del Kent, che afferma «Dobbiamo fare della scienza la leva». Come? Il farmacista gioca il ruolo importante di gatekeeper ed è già percepito come un esperto. È tempo di trasformare la nostra farmacia da “farmacocentrica” a “pazientecentrica” elevando lo standard di sicurezza e al tempo stesso la professionalità del farmacista. Un esempio è una raccolta dati, Pmr (patient medication record), un dossier che comprenda la storia del paziente e il corretto utilizzo dei prodotti da parte dello stesso. «Troppo spesso però la farmacovigilanza e la cosmetovigilanza vengono trascurate, forse perché non remunerate», sostiene Manfrin. «Il tempo is a must in farmacia, e solo lo stile manageriale è produttivo». Occorre quindi recuperare la marginalità prima dello sviluppo, perché, se è vero che è possibile crescere quando si offre un prodotto o un servizio innovativo capace di creare valore per il cliente, non è vero che la crescita per allargamento dei prodotti, dei servizi e dei clienti serviti ci permette in automatico di coprire i costi della struttura, se per crescere siamo costretti ad aumentare la complessità della nostra organizzazione. «Dobbiamo perciò abituarci a think out the box (a pensare fuori dalla scatola)», dice Manfrin, «dobbiamo riuscire a individuare vettori di sviluppo non ancora stabilizzati, riconoscere le tendenze leggendo i dati e analizzare tutto con un occhio diverso». Come dicono gli inglesi,“turnover is vanity, profit is sanity but cash is reality” il fatturato è vanità, l’utile è ragionevolezza, la cassa è realtà (Cash is King) e il cosmetico è il doping del cash. La liquidità è quindi preferibile al profitto: meglio ottimizzare il magazzino che aumentare il fatturato.


Bibliografia: 1. Fuhr R, et al. Chest. 2012;141:745-52. 2. Cazzola M, et al. Pulm Pharmacol Ther. 2013;26:307-17. 3. Kerwin EM, et al. COPD. 2012;9:1-12.

4 LE 2 TTE

LA BPCO PE I DEL RT OM U NT

ORE* (1,2)

CONTROLLO DE I SI

I.P.

Novità nel trattamento della BPCO (1)

Godersi il giorno, riposarsi la notte Controllo dei sintomi della BPCO per tutte le 24 ore* (1,2) Broncodilatazione massima dalla prima dose

# (3)

Prescrivibile SSN, Classe A Medicinale soggetto a prescrizione medica

Somministrazione mattina e sera (1) * Somministrazione mattina e sera. Confronto e miglioramento riferiti a placebo. # Broncodilatazione riferita al dosaggio di 322 μg BID di aclidinio bromuro.

www.almirall.com

Depositato presso AIFA in data 23/04/2013


Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE. Eklira Genuair 322 microgrammi polvere per inalazione. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA. Ogni dose erogata (la dose che fuoriesce dal boccaglio) contiene 375 µg di bromuro di aclidinio, equivalenti a 322 µg di aclidinio, corrispondenti a una dose predeterminata di 400 µg di bromuro di aclidinio, equivalenti a 343 µg di aclidinio. Eccipiente(i) con effetti noti: ogni dose predeterminata contiene 12,6 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA. Polvere per inalazione orale. Polvere bianca o quasi bianca contenuta in un inalatore di colore bianco con un indicatore di dosi integrato e un tasto di erogazione di colore verde. 4. INFORMAZIONI CLINICHE. 4.1 Indicazioni terapeutiche. Eklira Genuair è indicato come trattamento bronco-dilatatore di mantenimento per alleviare i sintomi in pazienti adulti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). 4.2 Posologia e modo di somministrazione. Posologia. La dose raccomandata è pari a un’inalazione di 322 µg di aclidinio due volte al giorno. Se una dose viene omessa, la dose successiva deve essere assunta il prima possibile. Tuttavia, se è quasi ora della dose successiva, la dose omessa va saltata. Popolazione anziana. Non sono necessari aggiustamenti della dose per i pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2). Danno renale. Non sono necessari aggiustamenti della dose per i pazienti con compromissione renale (vedere paragrafo 5.2). Compromissione epatica. Non sono necessari aggiustamenti della dose per i pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2). Popolazione pediatrica. Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Eklira Genuair nei bambini e negli adolescenti (al di sotto dei 18 anni di età) nell’indicazione BPCO. Modo di somministrazione. Per uso inalatorio.

Fermarsi e controllare: controllare che la dose sia pronta per l’inalazione. • Controllare che la finestrella di controllo colorata sia diventata verde (vedere figura 5). • La finestrella di controllo verde conferma che il medicinale è pronto per l’inalazione.

Pronto per l’uso

VERDE

Istruzioni per l’uso: Familiarizzare con Eklira Genuair: Tasto verde

FIGURA 5

Indicatore di dosi

Cappuccio protettivo

Finestrella di controllo colorata

SE LA FINESTRELLA DI CONTROLLO RIMANE ROSSA, PREMERE E RILASCIARE DI NUOVO IL TASTO (VEDERE PASSAGGIO 1). • Prima di avvicinare l’inalatore alla bocca, espirare completamente. Non espirare nell’inalatore. PASSAGGIO 2: Inalare CON FORZA e PROFONDAMENTE attraverso il boccaglio. • Afferrare saldamente con le labbra il boccaglio dell’inalatore Genuair ed inspirare CON FORZA e PROFONDAMENTE attraverso la bocca (vedere figura 6). La respirazione con forza e profonda porta il medicinale nei polmoni attraverso l’inalatore. ATTENZIONE: NON TENERE PREMUTO IL TASTO VERDE DURANTE L’INALAZIONE.

CORRETTO

ERRATO

Boccaglio

Estrarre l’inalatore Genuair dal sacchetto e familiarizzare con i suoi componenti. Come usare Eklira Genuair. Riepilogo. Per usare l’inalatore Genuair sono necessari 2 passaggi dopo aver rimosso il cappuccio: • Passaggio 1 - Premere e RILASCIARE il tasto verde ed espirare completamente lontano dall’inalatore. • Passaggio 2 - Afferrare saldamente il boccaglio con le labbra e inalare CON FORZA e PROFONDAMENTE attraverso l’inalatore. Dopo l’inalazione, ricordare di Tenere con il tasto verde rivolto inserire nuovamente il verso l’alto. NON INCLINARE. cappuccio protettivo. Fasi FIGURA 1 preliminari. • Prima del primo utilizzo, aprire il sacchetto sigillato lungo la linea ed estrarre l’inalatore Genuair. • Immediatamente prima di assumere la dose di medicinale, rimuovere il cappuccio protettivo premendo leggermente le frecce presenti su entrambi i lati e tirando (vedere figura 1). • Controllare che il boccaglio non sia bloccato in alcun modo. • Tenere l’inalatore Genuair in orizzontale con il boccaglio verso di sé e il tasto verde diritto verso l’alto (veFIGURA 2 dere figura 2). PASSAGGIO 1: PREMERE e RILASCIARE il tasto verde ed espirare completamente lontano dall’inalatore. • Prima di avvicinare l’inalatore alla bocca, premere il tasto verde fino in fondo (vedere figura 3), quindi RILASCIARLO (vedere figura 4). NON CONTINUARE A TENERE PREMUTO IL TASTO VERDE.

PREMERE il tasto verde fino in fondo

FIGURA 3

FIGURA 6

• Durante l’inalazione si udrà un “CLIC”, che segnala l’uso corretto dell’inalatore Genuair. • Continuare a inspirare anche dopo aver udito il “CLIC” dell’inalatore, per assicurarsi di assumere la dose completa. • Allontanare l’inalatore Genuair dalla bocca e trattenere il respiro per un tempo confortevole, dopodiché espirare lentamente attraverso il naso. Nota: alcuni pazienti potrebbero avvertire un lieve sapore quando inalano il medicinale. Non assumere una dose supplementare se non si avverte alcun sapore dopo l’inalazione. Fermarsi e controllare: assicurarsi di aver inalato correttamente. • Controllare che la finestrella di controllo sia diventata rossa (vedere figura 7), a conferma dell’avvenuta inalazione corretta dell’intera dose. SE LA FINESTRELLA DI CONTROLLO RIMANE VERDE, RIPETERE L’INALAZIONE CON FORZA E PROFONDAMENTE ATTRAVERSO IL BOCCAGLIO (VEDERE PASSAGGIO 2). • Se la finestrella non diventa rossa, è possibile che ci si sia dimenticati di rilasciare il tasto verde prima di inalare o che non si sia inalato correttamente. Se ciò accade, ritentare. Assicurarsi di aver RILASCIATO il tasto verde e inspirare CON FORZA profondamente attraverso il boccaglio. Nota: se non fosse possibile inalare correttamente dopo vari tentativi, rivolgersi al medico. • Quando la finestrella Inalato correttamente è diventata rossa, richiudere il cappuccio protettivo preROSSO mendolo nuovamente sul boccaglio (vedere figura 8).

RILASCIARE il tasto verde

FIGURA 4

FIGURA 7

FIGURA 8


Quando richiedere un nuovo inalatore Genuair? • L’inalatore Genuair è dotato di un indicatore di dosi che indica approssimativamente quante dosi rimangono nell’inalatore. L’indicatore di dosi si sposta lentamente verso il basso, indicando intervalli di 10 dosi (60, 50, 40, 30, 20, 10, 0) (vedere figura A). Ogni inalatore Genuair eroga almeno 60 dosi. • Quando nell’indicatore di dosi compare una banda a strisce rosse (vedere figura A), significa che l’inalatore è quasi vuoto ed è necessario un nuovo inalatore Genuair.

L’indicatore di dosi diminuisce a intervalli di 10 dosi: 60, 50, 40, 30, 20, 10, 0 Indicatore di dosi

Banda a strisce rosse

FIGURA A

Nota: se l’inalatore Genuair appare danneggiato o se è stato smarrito il cappuccio, sostituire l’inalatore. NON È NECESSARIO pulire l’inalatore Genuair. Tuttavia, se si desidera pulirlo, effettuare l’operazione passando l’esterno del boccaglio con una salvietta di carta o di stoffa asciutta. Non usare MAI acqua per pulire l’inalatore Genuair, perché potrebbe danneggiare il medicinale. Come si sa che l’inalatore Genuair è vuoto? • Quando a metà dell’indicatore di dosi compare 0 (zero), continuare a usare le dosi rimanenti nell’inalatore Genuair. • Quando l’ultima dose è stata preparata per l’inalazione, il tasto verde non ritorna completamente verso l’alto, ma rimane bloccato in posizione intermedia (vedere figura B). Anche se il tasto verde è bloccato, l’ultima dose può essere comunque inalata. Dopo questa dose l’inalatore Genuair non può più essere utilizzato e bisogna iniziare a usare un nuovo inalatore Genuair. Bloccato

FIGURA B

4.3 Controindicazioni. Ipersensibilità al bromuro di aclidinio, all’atropina o ai suoi derivati, compresi ipratropio, oxitropio o tiotropio, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego. Asma. Eklira Genuair non deve essere usato nell’asma; non sono stati condotti studi sul bromuro di aclidinio nell’asma. Broncospasmo paradosso. Come nel caso di altre terapie inalatorie, la somministrazione di Eklira Genuair può provocare broncospasmo paradosso. In tale eventualità, interrompere il trattamento con Eklira Genuair e valutare l’uso di altri trattamenti. Deterioramento della malattia. Il bromuro di aclidinio è un broncodilatatore di mantenimento e non deve essere utilizzato per alleviare episodi acuti di broncospasmo, ossia come terapia di salvataggio. In caso di cambiamenti nell’intensità della BPCO durante la terapia con bromuro di aclidinio tali che il paziente ritiene necessari farmaci di salvataggio supplementari, effettuare una rivalutazione del paziente e del regime terapeutico del paziente. Effetti cardiovascolari. Il profilo di sicurezza cardiovascolare è caratterizzato dagli effetti anticolinergici. Eklira Genuair deve essere usato con cautela in pazienti con un infarto miocardico nei 6 mesi precedenti, angina instabile, aritmia di nuova diagnosi nei 3 mesi precedenti o ricovero nei 12 mesi precedenti a causa di insufficienza cardiaca di classe funzionale III e IV in base alla “New York Heart Association”. Pazienti di questo tipo sono stati esclusi dagli studi clinici e il meccanismo di azione anticolinergico potrebbe influire su queste condizioni. Attività anticolinergica. La bocca secca, osservata con terapie anticolinergiche, può essere associata nel lungo periodo a carie dentali. A causa della sua attività anticolinergica, il bromuro di aclidinio va usato con cautela nei pazienti con iperplasia prostatica sintomatica o ostruzione del collo vescicale o con glaucoma ad angolo stretto (anche se il contatto diretto del prodotto con gli occhi è estremamente improbabile). Eccipienti. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al glucosio, deficit della lattasi di Lapp o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione. La co-somministrazione del bromuro di aclidinio con altri medicinali contenenti anticolinergici non è stata studiata e non è raccomandata. Sebbene non siano stati condotti studi formali di interazione tra farmaci in vivo, il bromuro di aclidinio inalato è stato utilizzato

in concomitanza ad altri medicinali per la BPCO, compresi broncodilatatori simpatomimetici, metilxantine e steroidi orali e per inalazione, senza evidenze cliniche di interazioni tra farmaci. Studi in vitro hanno indicato che alla dose terapeutica non si prevede che il bromuro di aclidinio o i suoi metaboliti provochino interazioni con farmaci substrati della P-glicoproteina (P-gp) o farmaci metabolizzati dagli enzimi del citocromo P450 (CYP450) e dalle esterasi (vedere paragrafo 5.2). 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento. Gravidanza. Non esistono dati relativi all’uso del bromuro di aclidinio in donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità fetale solo a livelli di dose molto superiori all’esposizione al bromuro di aclidinio massima nell’uomo (vedere paragrafo 5.3). Il bromuro di aclidinio deve essere usato durante la gravidanza solo se i benefici previsti superano i possibili rischi. Allattamento. Non è noto se il bromuro di aclidinio e/o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. Dato che studi sugli animali hanno mostrato l’escrezione di piccole quantità di bromuro di aclidinio e/o dei suoi metaboliti nel latte materno, il medico deve valutare se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia con bromuro di aclidinio tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia a lungo termine con bromuro di aclidinio per la donna. Fertilità. Gli studi nel ratto hanno mostrato lievi riduzioni della fertilità solo a livelli di dose molto superiori all’esposizione al bromuro di aclidinio massima nell’uomo (vedere paragrafo 5.3). Si ritiene improbabile che, somministrato alla dose raccomandata, il bromuro di aclidinio abbia effetti sulla fertilità nell’uomo. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Il bromuro di aclidinio non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. La comparsa di cefalea o visione offuscata può influenzare la capacità di guidare veicoli o usare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati. Riepilogo del profilo di sicurezza. Le reazioni avverse segnalate più frequentemente con Eklira Genuair sono state cefalea (6,6%) e nasofaringite (5,5%). Tabella riassuntiva delle reazioni avverse. Le frequenze assegnate agli effetti indesiderati elencati di seguito sono basate sui tassi grezzi di incidenza delle reazioni avverse (ossia gli eventi attribuiti a Eklira Genuair) osservate con Eklira Genuair 322 µg (636 pazienti) nell’analisi aggregata di vari studi clinici randomizzati e controllati con placebo: uno di 6 mesi e due di 3 mesi. La frequenza delle reazioni avverse è definita usando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); rara (≥1/10.000, <1/1.000); molto rara (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per sistemi e organi

Termine preferito

Frequenza

Infezioni ed infestazioni

Sinusite Nasofaringite

Comune Comune

Patologie del sistema nervoso Patologie dell’occhio

Cefalea Visione offuscata

Comune Non comune

Patologie cardiache Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Tachicardia Tosse Disfonia

Non comune Comune Non comune

Patologie gastrointestinali

Diarrea Bocca secca

Comune Non comune

Patologie renali e urinarie

Ritenzione urinaria

Non comune

4.9 Sovradosaggio. Dosi elevate di bromuro di aclidinio possono provocare segni e sintomi anticolinergici. Tuttavia, singole dosi inalate di una quantità massima di 6.000 µg di bromuro di aclidinio sono state somministrate a soggetti sani senza effetti avversi sistemici di tipo anticolinergico. Inoltre, non si sono riscontrati effetti avversi clinicamente rilevanti in seguito a una somministrazione due volte al giorno per sette giorni di una quantità massima di 800 µg di bromuro di aclidinio a soggetti sani. L’intossicazione acuta in seguito a ingestione accidentale del medicinale bromuro di aclidinio è poco probabile, data la sua bassa biodisponibilità orale e il meccanismo di erogazione attivato dal respiro nell’inalatore Genuair. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE. 5.1 Proprietà farmacodinamiche. Categoria farmacoterapeutica: anticolinergici, codice ATC: R03BB05. Il bromuro di aclidinio è un antagonista competitivo e selettivo del recettore muscarinico (noto anche come un anticolinergico), con un tempo di legame maggiore a livello dei recettori M3 rispetto ai recettori M2. I recettori M3 mediano la contrazione del muscolo liscio delle vie respiratorie. Il bromuro di aclidinio inalato agisce localmente nei polmoni antagonizzando i recettori M3 del muscolo liscio delle vie respiratorie inducendo broncodilatazione. Studi preclinici in vitro e in vivo indicano una rapida inibizione dose-dipendente e duratura della broncocostrizione indotta dall’acetilcolina da parte dell’aclidinio. Il bromuro di aclidinio viene degradato rapidamente nel plasma, il livello di effetti indesiderati anticolinergici sistemici è pertanto ridotto. Effetti farmacodinamici. Studi di efficacia clinica hanno indicato che Eklira Genuair determina miglioramenti funzionali clinicamente significativi della funzione polmonare (misurati mediante il volume espiratorio forzato in 1 secondo [FEV1]) per 12 ore dopo la somministrazione mattino e sera, che sono evidenti entro 30 minuti dalla prima dose (aumenti di 124-133 ml rispetto al basale). La broncodilatazione massima è stata ottenuta entro 1-3 ore dalla somministrazione, con miglioramenti di picco medi del FEV1 rispetto al basale di 227-268 ml allo stato stazionario. Elettrofisiologia cardiaca. Non sono stati osservati effetti sull’intervallo QT (corretto usando il metodo di Fridericia o Bazett o corretto individualmente) quando il bromuro di aclidinio (200 µg o 800 µg) è stato somministrato una volta al giorno per 3 giorni a soggetti sani in uno studio dettagliato del QT. Inoltre, non


sono stati osservati effetti clinicamente significativi di Eklira Genuair sul ritmo cardiaco con monitoraggio Holter di 24 ore dopo trattamento di 3 mesi di 336 pazienti (164 dei quali hanno ricevuto Eklira Genuair 322 µg due volte al giorno). Efficacia clinica. Il programma di sviluppo clinico di Fase III di Eklira Genuair ha incluso 269 pazienti trattati con Eklira Genuair 322 µg due volte al giorno in uno studio di 6 mesi randomizzato e controllato con placebo e 190 pazienti trattati con Eklira Genuair 322 µg due volte al giorno in uno studio di 3 mesi randomizzato e controllato con placebo. L’efficacia è stata valutata mediante la misurazione della funzione polmonare e degli esiti sintomatici quali affanno, stato di salute specifico per la patologia, uso di farmaci di salvataggio e comparsa di esacerbazioni. Negli studi di sicurezza a lungo termine Eklira Genuair è stato associato a efficacia broncodilatatoria se somministrato per un periodo di trattamento di 1 anno. Broncodilatazione. Nello studio di 6 mesi i pazienti trattati con Eklira Genuair 322 µg due volte al giorno hanno evidenziato un miglioramento clinicamente significativo della funzione polmonare (misurata dal FEV1). Effetti broncodilatatori massimi sono stati evidenti dal giorno 1 e sono stati mantenuti durante tutto il periodo di trattamento di 6 mesi. Dopo il trattamento di 6 mesi, il miglioramento medio nel FEV1 mattutino pre-dose rispetto al placebo è stato di 128 ml (IC 95%=85-170; p<0,0001). Simili risultati sono stati osservati nello studio con Eklira Genuair della durata di 3 mesi. Stato di salute specifico per la patologia e benefici sintomatici. Eklira Genuair ha determinato miglioramenti clinicamente significativi dell’affanno, valutato utilizzando l’indice di dispnea transitoria (Transition Dyspnoea Index, [TDI]), e lo stato di salute specifico per la patologia, valutato utilizzando il Questionario respiratorio St. George (St. George’s Respiratory Questionnaire, [SGRQ]). La tabella seguente illustra il sollievo dai sintomi ottenuto dopo 6 mesi di trattamento con Eklira Genuair.

Trattamento Variabile

Eklira Genuair

Placebo

Miglioramento rispetto al placebo

Valore p

56,9

45,5

Aumento della probabilità di 1,68 voltec

0,004

1,9

0,9

1,0 unità

<0,001

57,3

41,0

Aumento della probabilità di 1,87 voltec

<0,001

–7,4

–2,8

–4,6 unità

<0,0001

TDI Percentuale di pazienti che hanno ottenuto MCIDa Variazione media rispetto al basale SGRQ Percentuale di pazienti che hanno ottenuto MCIDb Variazione media rispetto al basale a

b c

Minima differenza clinicamente importante (Minimum Clinically Important Difference, MCID) corrispondente a una variazione del TDI di almeno 1 unità. MCID corrispondente a una variazione del SGRQ di almeno - 4 unità. Odds ratio, aumento della probabilità di ottenere la MCID rispetto al placebo.

I pazienti trattati con Eklira Genuair hanno avuto bisogno di una quantità inferiore del farmaco di salvataggio rispetto ai pazienti trattati con placebo (una riduzione di 0,95 spruzzi al giorno a 6 mesi [p=0,005]). Eklira Genuair ha inoltre migliorato i sintomi quotidiani della BPCO (dispnea, tosse e produzione di espettorato) la notte e il mattino presto. L’analisi di efficacia aggregata degli studi controllati con placebo di 6 e 3 mesi ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa del tasso di esacerbazioni da moderate a gravi (con necessità di trattamento con antibiotici o corticosteroidi o causa di ricovero) con aclidinio 322 µg due volte al giorno rispetto al placebo (tasso per paziente/anno: rispettivamente 0,31 vs. 0,44; p=0,0149). Popolazione pediatrica. L’Agenzia europea dei medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Eklira Genuair in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per BPCO (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico). 5.2 Proprietà farmacocinetiche. Assorbimento. Il bromuro di aclidinio è assorbito rapidamente dai polmoni, raggiungendo concentrazioni plasmatiche massime entro 5 minuti dall’inalazione in soggetti sani e normalmente entro i primi 15 minuti in pazienti con BPCO. La frazione della dose inalata che raggiunge la circolazione sistemica sotto forma di aclidinio immutato è molto bassa, inferiore al 5%. Le concentrazioni plasmatiche di picco ottenute in seguito a inalazione di polvere secca di dosi singole di 400 µg di bromuro di aclidinio in pazienti con BPCO sono state di circa 80 pg/ml. I livelli plasmatici allo stato staziona-rio sono stati ottenuti entro sette giorni di somministrazione due volte al giorno; data labreve emivita, lo stato stazionario può essere raggiunto subito dopo la prima dose. Non è stato osservato accumulo allo stato stazionario in seguito a somministrazione ripetuta. Distribuzione. La deposizione polmonare totale di bromuro di aclidinio grazie all’inalatore Genuair è pari in media a circa il 30% della dose predeterminata. Il legame alle proteine plasmatiche del bromuro di aclidinio determinato in vitro corrisponde con tutta probabilità al legame alle proteine dei metaboliti, a causa della rapida idrolisi del bromuro di aclidinio nel plasma; il legame alle proteine plasmatiche è stato dell’87% per il metabolita acido carbossilico e del 15% per il metabolita alcol. La principale proteina plasmatica che lega il bromuro di aclidinio è l’albumina. Biotrasformazione. Il bromuro di aclidinio è idrolizzato rapidamente ed esten-

sivamente ai derivati farmacologicamente inattivi alcol e acido carbossilico. L’idrolisi avviene sia per via chimica (non enzimatica) che enzimatica da parte delle esterasi; la principale esterasi umana coinvolta nell’idrolisi è la butirilcolinesterasi. I livelli plasmatici del metabolita acido sono circa 100 volte superiori rispetto a quelli del metabolita alcol e del principio attivo immutato dopo l’inalazione. La bassa biodisponibilità assoluta del bromuro di aclidinio inalato (<5%) è dovuta al fatto che il bromuro di aclidinio, sia esso depositato nel polmone o inghiottito, subisce ampia idrolisi sistemica e pre-sistemica. La biotrasformazione tramite enzimi del CYP450 svolge un ruolo trascurabile nella clearance metabolica totale del bromuro di aclidinio. Studi in vitro hanno dimostrato che il bromuro di aclidinio alla dose terapeutica o i suoi metaboliti non inibiscono né inducono alcun enzima del citocromo P450 (CYP450) e non inibiscono le esterasi (carbossiesterasi, acetilcolinesterasi e butirilcolinesterasi). Studi in vitro hanno dimostrato che il bromuro di aclidinio o i metaboliti del bromuro di aclidinio non sono substrati o inibitori della glicoproteina P. Eliminazione. L’emivita di eliminazione definitiva del bromuro di aclidinio è di circa 2-3 ore. In seguito a somministrazione endovenosa di 400 µg di bromuro di aclidinio radiomarcato a soggetti sani, circa l’1% della dose viene escreto immutato nell’urina. Fino al 65% della dose viene eliminato sotto forma di metaboliti nell’urina e fino al 33% sotto forma di metaboliti nelle feci. In seguito a inalazione di 200 µg e 400 µg di bromuro di aclidinio da parte di soggetti sani o di pazienti con BPCO, l’escrezione urinaria di aclidinio immutato è stata molto bassa, pari a circa lo 0,1% della dose somministrata, indicando che la clearance renale svolge un ruolo trascurabile nella clearance totale dell’aclidinio dal plasma. Linearità/Non linearità. Il bromuro di aclidinio ha evidenziato linearità cinetica e un comportamento farmacocinetico indipendente dal tempo nell’intervallo terapeutico. Relazione(i) farmacocinetica(che)/farmacodinamica(che). Poiché il bromuro di aclidinio agisce localmente nei polmoni ed è degradato rapidamente nel plasma, non vi sono relazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche dirette. Popolazioni speciali. Pazienti anziani. Le proprietà farmacocinetiche del bromuro di aclidinio nei pazienti con BPCO da moderata a grave appaiono simili nei pazienti di età 40-59 anni e nei pazienti di età ≥70 anni. Pertanto non sono necessari aggiustamenti della dose in pazienti anziani con BPCO. Pazienti con compromissione epatica. Non sono stati condotti studi su pazienti con compromissione epatica. Poiché il bromuro di aclidinio viene metabolizzato principalmente per degradazione chimica ed enzimatica nel plasma, è altamente improbabile che la disfunzione epatica alteri l’esposizione sistemica. Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con BPCO con compromissione epatica. Pazienti con danno renale. Non sono state osservate differenze farmacocinetiche significative tra soggetti con funzione renale normale e soggetti con danno renale. Pertanto, non sono necessari aggiustamenti della dose e monitoraggio supplementare in pazienti con BPCO con danno renale. 5.3 Dati preclinici di sicurezza. I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità della riproduzione e dello sviluppo. Negli studi preclinici sono stati osservati effetti in relazione a parametri cardiovascolari (aumento della frequenza cardiaca nel cane), tossicità riproduttiva (effetti fetotossici) e fertilità (lievi diminuzioni nel tasso di concepimento, numero di corpi lutei e perdite pre- e post-impianto) soltanto ad esposizioni considerate sufficientemente superiori alla massima esposizione nell’uomo, il che indica una scarsa rilevanza clinica. La bassa tossicità osservata negli studi di tossicità preclinici è in parte dovuta al rapido metabolismo del bromuro di aclidinio nel plasma e alla mancanza di attività farmacologica significativa dei principali metaboliti. I margini di sicurezza per l’esposizione sistemica nell’uomo con una dose di 400 µg due volte al giorno rispetto ai livelli senza effetti avversi osservati in questi studi variavano tra 17 e 187 volte. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE. 6.1 Elenco degli eccipienti. Lattosio monoidrato. 6.2 Incompatibilità. Non pertinente. 6.3 Periodo di validità. 3 anni. Utilizzare entro 90 giorni dall’apertura del sacchetto. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione. Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Tenere l’inalatore Genuair protetto all’interno del sacchetto sigillato fino all’inizio del periodo di somministrazione. 6.5 Natura e contenuto del contenitore. L’inalatore è un dispositivo multicomponente realizzato in policarbonato, acrilonitrile-butadiene-stirene, poliossimetilene, poliestere-butilene-tereftalato, polipropilene, polistirene e acciaio inossidabile. È di colore bianco, con un indicatore di dosi integrato e un tasto di erogazione di colore verde. Il boccaglio è coperto da un cappuccio protettivo rimovibile di colore verde. L’inalatore viene fornito sigillato all’interno di un sacchetto protettivo di alluminio laminato, inserito in una scatola di cartone. Scatola contenente 1 inalatore da 30 dosi unitarie. Scatola contenente 1 inalatore da 60 dosi unitarie. Scatola contenente 3 inalatori, ciascuno da 60 dosi unitarie. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione. Per le istruzioni per l’uso vedere paragrafo 4.2. Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente. Per le istruzioni per l’uso vedere paragrafo 4.2. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO. Almirall, S.A. Ronda General Mitre, 151 ES-08022 Barcellona Spagna Tel. +34 93 291 30 00 Fax +34 93 291 31 80 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO. AIC 042471021/E 60 dosi unitarie 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE. Data della prima autorizzazione: 20 luglio 2012 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO. Febbraio 2013 Informazioni più dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul sito web della Agenzia europea dei medicinali: http://www.ema.europa.eu Prescrivibile SSN, Classe A Prezzo al pubblico € 45,85 Medicinale soggetto a prescrizione medica (RR)


P R I M O P I A N O

L E G A L E

Dubito quin L’attività delle farmacie, comunali e private, non si esaurisce solo nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata ma si pone in quello del servizio farmaceutico che vi sta a monte A CURA DELLO STUDIO DELL’AVVOCATO BRUNO RICCARDO NICOLOSO FIRENZE - ROMA b.r.nicoloso@tin.it

Q

uesto osservatorio legale da tempo dissente sulla riconduzione della gestione delle farmacie comunali al di fuori di quella tipica dei servizi pubblici locali di rilevanza economica e di interesse generale che ne sottrarrebbe la gestione alle regole dell’evidenza pubblica e in questo senso l’ha detto e ripetuto anche in altra sede e in buona compagnia (B.R. Nicoloso-M. Tarabusi, “La gestione del-

>

puntoeffe 33


print - adw pharmadesolution 02 210x280.ai 1 23/04/2013 09:44:23

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

Pharmade Solution è un prodotto: Gibam Shops Srl Via L. Einaudi, sn 61032 Bellocchi di Fano (PU)

Email: farmacia@gibamshops.it Skype: solution gibamshops Tel. +39 0721 85991 Fax. +39 0721 854015

www.pharmadesolution.it


P R I M O P I A N O

le farmacie comunali nel coacervo delle leggi di stabilità e delle leggi di crescita del biennio 2011-2012”, in Giustizia Amministrativa, 2012, n.3). Appare opportuno appalesare i dubbi metodici che si pongono su tale assunto, ricomparso recentemente in un contributo d’attualità pubblicato su questa rivista (A. Santuari, “Una funzione pubblica”, Punto Effe n. 7/2013) che richiama un’apodittica quanto ermetica decisione incidentale del Consiglio di Stato (Sezione terza, 8 febbraio 2013, n. 729) secondo cui la gestione delle farmacie comunali da parte degli enti locali è/sarebbe collocata come una modalità gestoria in nome e per conto del Servizio sanitario nazionale e, come tale, non è/non sarebbe riconducibile né nell’ambito dei servizi di interesse generale di cui alla disciplina comunitaria, né nell’ambito della normativa sui servizi pubblici locali di cui all’ordinamento nazionale, ma costituisce/costituirebbe l’esercizio diretto di un servizio pubblico diretto a realizzare fini sociali disciplinato dall’articolo 112 del D.lgs n. 267/2000 (che rimane assoggettato - ma questo non viene detto - alla disciplina di cui al D.lgs n. 286/1999 relativa alla vigilanza sulle attività della pubblica amministrazione: leggasi, controllo amministrativo e contabile nonché controllo strategico e di gestione). La “funzione pubblica” delle farmacie comunali (ma non è detto che non riguardi anche le farmacie private) viene poi enfatizzata al punto da trovar loro spazio nei piani di zona per gli interventi di carattere socio-assistenziale e socio-sanitario previsti dalla legge di riforma del welfare n. 328/2000. UN EQUIVOCO DI BASE Dubito quin un tale assunto tradisca un equivoco concettuale di fondo tra la concessione-provvedimento che abilita i Comuni all’esercizio delle farmacie comunali di cui hanno assunto la gestione mediante l’esercizio del diritto di prelazione sulle sedi farmaceutiche vacanti ovvero di nuova istituzione a norma dell’articolo 9 della Legge n. 475/1968, che costituisce inequivocabilmente un servizio pubblico (locale) assicurato dalle farmacie attraverso la prestazione di beni e di servizi a norma dell’articolo 32 della Legge n. 833/1978 (Consiglio

L E G A L E

Il ricondurre il servizio farmaceutico al solo servizio sociale (per negarlo come servizio pubblico locale) si pone come una contraddizione in termini (al limite del paradosso)

di Stato, Adunanza plenaria, 30 maggio 2002, n. 5), e la concessione-contratto che regola l’erogazione della assistenza farmaceutica garantita dalle Aziende sanitarie locali in regime convenzionale per il tramite delle farmacie e costituisce inequivocabilmente un servizio sociale erogato attraverso la prestazione di beni e di servizi posti a carico del Servizio sanitario nazionale a norma dell’articolo 28 della Legge n. 833/1978 (Corte di Cassazione, Sezione prima civile, 4 dicembre 1989, n. 5342). Per sottolineare la distinzione tra l’una e l’altra concessione (se pure la seconda si muova nell’ambito della prima) non appare inutile il pur elementare, quasi banale, riferimento al regime di dispensazione dei medicinali di classe A e C di cui alla Legge n. 537/1993, che possono essere dispensati dalle farmacie e posti a carico dell’assistito sulla scorta della concessione-provvedimento e al regime di dispensazione dei soli medicinali di classe A di cui alla Legge n. 537/1993 che possono essere dispensati dalle farmacie anche a carico del Servizio sanitario nazionale (se ricompresi nel relativo Prontuario terapeutico) sulla scorta della concessione-contratto. Il ricondurre il servizio farmaceutico al solo servizio sociale (per negarlo come servizio pubblico locale) si pone come una contraddizione in termini (al limite del paradosso): in una parola, per continuare nell’esempio, significa affermare che nelle farmacie comunali,

se mai operanti in nome e per conto del Servizio sanitario nazionale, possano essere dispensati solo i medicinali di classe A erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale e non possano essere dispensati gli altri medicinali di classe C non erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale. Ciò a tacere dei medicinali galenici, dei presidi medico-chirurgici, dei dispositivi medici, dei fitoterapici e degli alimenti speciali e dietetici, per non dire dell’altro. LA SPECIFICITÀ DEL SERVIZIO Dubito quin il servizio farmaceutico - che viene garantito dalle farmacie comunali come dalle farmacie private in regime concessorio (concessione-provvedimento) come servizio pubblico nel cui ambito viene garantito sempre in regime concessorio (concessione-contratto) l’assistenza farmaceutica come servizio sociale - si ponga invece per le farmacie comunali tra i «servizi pubblici locali a tendenziale rilevanza economica» (Corte dei conti, Sezione di controllo per la Lombardia, parere 3 marzo 2012, n. 49) che rientrano nella categoria dei «servizi d’interesse generale per la loro natura coincidente con quella dei servizi pubblici» (Corte dei Conti, Sezione di controllo per la Regione Lombardia, parere 12 luglio 2011, n. 461), in quanto «svolti nell’esercizio di un’impresa soggetta a obblighi di servizio pubblico» (Corte dei Conti, Sezione di controllo per il Veneto, parere 15 gennaio 2009, n. 5) e «rivolti ai fini sociali» (Corte

>

puntoeffe 35


P R I M O P I A N O

L E G A L E

dei conti, Sezione di controllo per la Lombardia, parere 3 febbraio 2011, n. 70). Di tal che la relativa disciplina, lungi dall’escludere l’esercizio delle farmacie comunali dallo svolgimento di un servizio pubblico locale, trova il suo punto focale nel rapporto tra la normativa di principio sui servizi pubblici locali (D.lgs n. 267/2000) e la disciplina del settore farmaceutico (Leggi n. 475/1968 e n. 362/1991) che sono tra loro concorrenti (Consiglio di Stato, Sezione quinta, 15 febbraio 2007, n. 637) nel disciplinare il servizio farmaceutico quale «servizio pubblico e sociale in senso oggettivo» (Consiglio di Stato, Adunanza plenaria, 31 maggio 2002, n. 5). L’una e l’altra normativa sembrano così disporsi in termini di compatibilità con i principi comunitari in materia di servizi pubblici d’interesse economico generale derivante dal processo di penetrazione delle regole comunitarie nell’ordinamento statale che incide direttamente e in termini decisivi sui moduli di gestione delle farmacie comunali (Consiglio di Stato, Adunanza plenaria, 3 marzo 2008, n. 1) nell’ottica del «diritto europeo dell’economia» (Corte Costituzionale, 17 novembre 2011, n. 325). Dubito quin il mettere in discussione la natura di servizio pubblico locale al servizio farmaceutico svolto dalle farmacie comunali si ponga invece in contraddizione con l’ordinamento di settore che opera un rinvio dinamico alla normativa generale sui servizi pubblici locali (D.lgs n. 267/2000) interpretata nelle logiche comunitarie anche per quanto riguarda in particolare la scelta dei relativi moduli di gestione delle farmacie comunali che si aggiungono a quelli riconducibili ai soli enti strumentali (in economia ovvero mediante azienda municipalizzata o consortile) ovvero ai soli enti autonomi (società partecipata con i farmacisti dipendenti) previsti dalla normativa di settore (Leggi n.475/1968 e n.362/1991), ma che ne consentono l’ulteriore affidamento in house providing ovvero in Partenariato pubblico-privato

(Ppp), attuato in forma concessoria (Pppc) o in forma societaria (Ppps). Dubito quin la pregiudiziale di segno negativo mossa alla natura di servizio pubblico locale del servizio farmaceutico svolto dalle farmacie comunali non costituisca invece il presupposto per il possibile ricorso a modelli di gestione delle farmacie comunali complementari a quelli previsti non tassativamente dall’ordinamento di settore (Consiglio di Stato, Sezione terza, 28 febbraio 2013, n. 1221) e che ciò non possa far venir meno la prevalenza della natura sanitaria e conseguentemente non concorrenziale delle farmacie comunali ovvero il progressivo riconoscimento della peculiarità di un offerta di servizi al cittadino, in quanto tale munus pubblicum è fatto salvo, quale che sia il modulo di gestione delle farmacie comunali quale servizio pubblico locale di rilevanza economica (articolo 9, Legge n. 475/1968 e articolo 10, Legge n. 362/1991 in riferimento all’articolo 113 - e non all’articolo 112 D.lgs n. 267/2000) e quale che sia il modello di gestione delle farmacie private (articolo 7, Legge n. 362/1999). Dubito quin i dubbi fin qui espressi siano incoerenti, sul piano concettuale prima ancora che operativo, se e nella misura in cui venga fatta salva la distinzione di cui si è detto tra servizio farmaceutico e assistenza farmaceutica (pur erogata nell’ambito del servizio farmaceutico) e sia ben chiaro il ben diverso regime concessorio in cui si muove la concessione-provvedimento di accesso al servizio farmaceutico e la concessione-contratto per l’erogazione dell’assistenza farmaceutica nel contesto del servizio farmaceutico, ma estesa alla prestazione dei servizi a questa complementare, così come previsto dal D.lgs, n. 153/2009 e disciplinato dai decreti ministeriali 16 dicembre 2010 per quanto riguarda gli interventi di supporto diagnostico, interprofessionale e clinico, che sono stati ascritti alle farmacie, ivi comprese le farmacie co-

Dubito quin i dubbi fin qui espressi siano incoerenti, sul piano concettuale prima ancora che operativo, se e nella misura in cui venga fatta salva la distinzione di cui si è detto tra servizio farmaceutico e assistenza farmaceutica

36 puntoeffe

munali a norma del decreto ministeriale 11 dicembre 2012, ma che prescindono dagli interventi previsti dalla Legge di riforma del welfare n. 328/2000. INCOERENZE Dubito quin possa apparire incoerente l’affermare che il sistema farmacia quale unicum di professione strutturaservizio a tutela della qualità e della dignità della vita attuato attraverso la cura della salute e la terapia del dolore postulato dalla Carta delle Libertà (articoli 2, 3, 32, 38, 41 e 97 della Costituzione) sia in riferimento alla pianificazione del servizio farmaceutico (articolo 117, terzo comma, Costituzione) che per quanto riguarda i livelli essenziali delle prestazioni d’assistenza farmaceutica (articolo 117, secondo comma, lettera m, Costituzione) - prescinda dalle forme di gestione delle farmacie pubbliche o private «restando solo marginale l’indubbia natura imprenditoriale dell’attività dei loro titolari» (Corte Costituzionale, 10 marzo 2006, n. 87). Dubito quin l’articolato dei dubbi metodici qui espressi possa far raffigurare il sistema farmacia, così come rappresentato da Palazzo Spada e interpretato dal suo autorevole esageta (che l’ha portato lontano), come un caritatevole San Martino ammantato di sociale, ma imponga invece di ricondurre a unità tale sistema culturale di servizi, sia che si articoli nel sottoinsieme pubblico sia che si articoli nel sottoinsieme privato delle farmacie, in quanto portatore ex se et ab origine di uno stesso munus pubblicum indipendentemente dalla legge di riforma del welfare, ma sulla scorta dell’esastilo costituzionale in cui si muove e di cui si è detto, come è ben noto ai quindici lettori presbiti di questo osservatorio legale (“Il quartetto d’archi”, Punto Effe n. 8/2011 e “Il Vallo di Adriano”, Punto Effe n. 6/2012) che lo hanno individuato nel coacervo normativo che disciplina quell’unicum di professione-strutturaservizio di cui si è detto, che è il sistema farmacia pianificato sul territorio in regime concessorio (Corte Costituzionale, 3 febbraio 2003, n. 27) in relazione alla cui valenza non vi è spazio per un Dubito quin, se pure “non men che saver dubbiar m’aggrata” (Inferno XI - 93).


Why Mylan? See Inside. Da 50 anni ci occupiamo di salute, ma un nostro punto di forza non è mai cambiato: cercare sempre di fare ciò che è giusto. Trasformiamo le parole in fatti, sostenendo la tua attività in farmacia e offrendoti farmaci equivalenti di elevata qualità, a costi sostenibili. See Inside.

Acquisisci il codice o visita www.SeeInsideMylan.it per saperne di piú. Copyright 2012 Mylan Inc. All Rights Reserved. MYL03 01/2013

advMylanMYL03 01/2013- 210x280.indd 1

01/02/13 14.02


P R I M O P I A N O

F I S C A L E

In tema di appalti

L’

Italia deve crescere, l’Italia deve produrre, l’Italia deve creare, l’Italia deve essere competitiva, l’Italia deve abbassare il tasso di disoccupazione. Sono questi i proclami che sentiamo continuamente ripetere su tutti i media dalla nostra

38 puntoeffe

Ad aggiungersi a una normativa di settore già molto complessa, un recente decreto legge incentrato sull’edilizia comporta nuovi oneri per la farmacia DI STEFANO DE CARLI STUDIO GUANDALINI, BOLOGNA


P R I M O P I A N O

classe politica. Niente di più condivisibile, peccato però che da parte del nostro legislatore (che non è l’altro che la classe politica stessa) e del suo braccio istituzionale interpretativo (l’Agenzia delle entrate) pare che ci si ingegni proprio per rallentare quello sviluppo eco-

nomico che è alla base di tutti gli obiettivi soprarichiamati. Da queste pagine abbiamo più volte denunciato l’incapacità, non solo sul fronte fiscale ma anche su quello amministrativo, di approntare provvedimenti legislativi che si attaglino ai reali obiettivi, trovandoci al contrario di fronte all’imposizione di regole cui devono sottostare una generalità eccessiva di operatori economici, venendo così a colpire con obblighi e impedimenti intere categorie che nulla hanno a che vedere con le finalità perseguite. E così, per restare nel nostro campo di riferimento (ma il discorso vale per molti altri settori), il farmacista, sul fronte della sicurezza del lavoro, è obbligato a frequentare corsi specializzati, a predisporre tutta la documentazione e, novità degli ultimi tempi, a dovere sostenere a proprie spese corsi di formazione di ben otto ore per i dipendenti, con l’aggravio che debbono essere svolti in orario di lavoro, quando francamente i pericoli di incidenti all’interno di un esercizio farmaceutico sono prossimi se non uguali allo zero. Ulteriore beffa, per le farmacie è obbligatoria la partecipazione a corsi di pronto soccorso, quando già la semplice preparazione universitaria indicherebbe la strada dell’esenzione totale. Sul fronte dell’igiene degli alimenti il titolare/legale rappresentante si trova ad affrontare tutta la problematica e gli adempimenti Haccp quasi come lavorasse in una macelleria, quando invece le vendite di prodotti alimentari, oltretutto praticamente sempre confezionati, sono assolutamente marginali. Per non parlare poi degli obblighi in merito al ritiro dell’usato in caso di vendite di prodotti elettrici. Alzi la mano quale cliente in farmacia ha mai riconsegnato un usato elettrico. Eppure i nostri esercizi hanno gli stessi impegni dei negozi Mediaworld. Sul fronte fiscale la categoria sta da anni soffrendo di una normativa antielusiva pensata per combattere l’utilizzo abusivo del contratto di associazione in partecipazione quando per il nostro settore tale strumento è l’unico consentito e utilizzabile per permettere il finanziamento delle aziende da parte di soggetti non idonei alla titolarità. L’associazio-

F I S C A L E

ne in partecipazione rimane concessa ma è divenuta, ormai dal lontano 2004, talmente antieconomica da renderla di fatto improponibile. E a nulla sono serviti i tentativi di chiedere l’applicazione dell’articolo 37 bis, comma 8, del Dpr 600/72 che consente la disapplicazione di norme antielusive «qualora il contribuente dimostri che nella particolare fattispecie tali effetti elusivi non potevano verificarsi», come è proprio il caso della farmacia. Per non parlare poi delle recenti restrizioni in materia di “beni concessi in godimento ai soci” oggetto dell’intervento su Punto Effe n. 18/2012. E quelli sopra riassunti sono solo alcuni esempi delle superficialità con cui il legislatore si muove. IL PARADOSSO Ma è con il Decreto legge 83/2012, e, nello specifico, con il suo articolo 13 ter che si arriva al paradosso. Succede che detto decreto è intitolato “Misure urgenti per le infrastrutture, l’edilizia e i trasporti” e che quindi qualsiasi persona dotata di buon senso debba intendere che gli articoli in esso contenuti siano a carico esclusivamente dei settori indicati dal titolo. Tanto più che il richiamato articolo 13 ter rientra nel capo III del decreto ed è denominato “Misure per l’edilizia”. E anche l’obiettivo della norma è ragionevolmente da imputarsi specificamente al settore edile, notoriamente ricco di situazioni elusive/evasive con ampia proliferazione di soggetti che nascono e spariscono nel nulla prima di potere essere aggrediti dall’azione accertativa dell’amministrazione finanziaria. L’articolo in questione introduce infatti la responsabilità solidale dell’appaltatore e del committente per il versamento all’Erario delle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente e dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) dovuta dall’appaltatore in relazione alle prestazioni effettuate nell’ambito del contratto. La responsabilità solidale viene meno se il committente verifica, acquisendo idonea documentazione prodotta dall’appaltatore, prima del pagamento del corrispettivo, che i versamenti fiscali di quest’ultimo, scaduti alla data il cui deve essere pagato, siano stati regolarmente eseguiti. Inol-

>

puntoeffe 39


P R I M O P I A N O

F I S C A L E

tre il committente è soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 200.000 Euro nel caso in cui provveda a effettuare il pagamento all’appaltatore senza che questi abbia provato il corretto versamento dell’Iva e delle ritenute. I lettori si domanderanno a questo punto: ma cosa c’entra la farmacia con tutto questo? Purtroppo c’entra a pieno titolo perché l’Agenzia delle entrate, con circolare n. 2/E del 1 marzo 2013 ha incredibilmente esteso la portata della norma a tutti i settori economici. E inoltre, essendo il concetto di “appalto” estremamente generico, rimangono interessati tutti gli operatori economici che appaltano servizi non solo di natura edile ma di qualsiasi tipologia. Tradotto in pratica significa che qualsiasi “lavoro” ordinato dalla farmacia, che possa configurarsi come “appalto”, è soggetto alle responsabilità ricordate sopra, a meno che il committente non riceva dal proprio appaltatore l’idonea documentazione di cui si è detto, che può consistere nell’asseverazione rilasciata da un Caf o da un professionista abilitato (per esempio un commercialista) oppure in una dichiarazione sostitutiva rilasciata dallo stesso appaltatore il cui contenuto minimo viene riportato nel riquadro a fianco. La farmacia può sospendere il pagamento di quanto dovuto all’appaltatore fino all’esibizione della documentazione. Una vera e propria follia, anche perché, come si è detto, nulla è stato fatto per limitare la portata del concetto di “appalto” che il Codice civile definisce come «il contratto con cui una parte (appaltatore) assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, l’obbligazione di compiere in favore di un’altra (committente o appaltante) un’opera o un servizio». L’Agenzia, nella ricordata Circolare 2/2013 ha escluso dal campo di applicazione della disposizione (ma, in questo caso, non poteva fare altrimenti) solo le forni-

L’Agenzia delle entrate ha incredibilmente esteso la portata della norma a tutti i settori economici. E inoltre, essendo il concetto di appalto estremamente generico, rimangono interessati tutti gli operatori che appaltano servizi non solo di natura edile ture di beni, il contratto di trasporto, le prestazioni rese nell’ambito del rapporto consortile e il contratto d’opera, che si caratterizza per la ridotta dimensione del soggetto che agisce, in cui è prevalente il lavoro svolto dall’obbligato principale, dai suoi familiari o da qualche collaboratore, secondo il modulo organizzativo della piccola impresa, quale è tipicamente il piccolo artigiano. IMPEGNI ULTERIORI Tutti i commentatori sono concordi nel ritenere esentate anche le prestazioni svolte dai professionisti. Nonostante tali esclusioni (anche le commesse ordinate dai privati non sono contemplate) l’impegno burocratico si presenta estremamente gravoso soprattutto in capo ai fornitori di servizi alla farmacia, tra i quali rientrano certamente tutti i soggetti che posseggono una organizzazione più che minimale. Vengono in mente ovviamente le imprese edili in caso di qualche intervento manutentivo ma anche le società di tariffazione ricette, quelle di elaborazioni dati, le software house, le agenzie di pulizie, di vigilanza, di consulenza amministrativa, che dovranno produrre alternativamente la certificazione o la dichiarazione sostitutiva quando la farmacia lo richieda per evitare il duplice rischio in capo a se stessa della corresponsabilità dei mancati versamenti e delle sanzioni. Le quali ultime non sono però dovute nel caso di regolare versamento da parte dell’appaltatore anche se il fornitore è stato pagato senza che la farmacia abbia ricevuto le attestazioni. Ci si domanda se chi ha interpretato in misura così estensiva si sia reso conto del-

Tutti i commentatori sono concordi nel ritenere esentate anche le prestazioni svolte dai professionisti. Nonostante tali esclusioni, l’impegno burocratico si presenta estremamente gravoso soprattutto in capo ai fornitori di servizi alla farmacia 40 puntoeffe

la portata devastante della propria conclusione. Che deforma quello che era lo spirito originario della norma, di debellare presunti connubi e pratiche evasive tra committente e appaltatore, plausibili, come si è detto, solo in determinati e ben circoscritti settori della vita economica italiana. Con buona pace degli obiettivi di crescita e sviluppo richiamati in premessa, perché è impensabile fare decollare la produttività e l’occupazione quando anche i più onesti degli imprenditori sono oberati dalle assurdità burocratiche imposte da un apparato talmente radicato nelle istituzioni da essere del tutto indifferente ai cambi di vertice conseguenti all’insediarsi di nuovi governi esecutivi. E che probabilmente trova proprio nella creazioni di vincoli e impegni del tutto privi di ogni logica razionale il motivo stesso del proprio esistere.

Il contenuto dell’autocertificazione La dichiarazione sostitutiva prodotta dall’appaltatore deve: indicare il periodo nel quale l’Iva relativa alle fatture concernenti i lavori eseguiti è stata liquidata, specificando se dalla suddetta liquidazione è scaturito un versamento di imposta, ovvero se in relazione alle fatture oggetto del contratto è stato applicato il regime dell’Iva per cassa (articolo 7 del Dl n. 185 del 2008) oppure la disciplina del reverse charge; indicare il periodo nel quale le ritenute sui redditi di lavoro dipendente sono state versate, mediante scomputo totale o parziale; riportare gli estremi del modello F24 con il quale i versamenti dell’Iva e delle ritenute non scomputate, totalmente o parzialmente, sono stati effettuati; contenere l’affermazione che l’Iva e le ritenute versate includono quelle riferibili al contratto di appalto/subappalto per il quale la dichiarazione viene resa.


wellcare.it

ADV_SILDENAFIL_Punto effe.indd 1

02/05/13 12:42


S P I G O L AT U R E

Una app per conoscere i nei Per sensibilizzare la popolazione sugli effetti negativi del sole sulla pelle, è nata “Occhio ai nei”, una applicazione di autovalutazione offerta da Benvenuto Sole, progetto promosso da Eau Thermale Avène. La app si configura come un utile strumento per tenere sotto controllo i nei e le loro eventuali variazioni. È possibile, infatti, scattare foto dei nei da inserire in un diario personale che consente di monitorarne le eventuali evoluzioni nel tempo. Ovviamente, se si verificano mutamenti o variazioni, è necessario consultare uno specialista. L’applicazione è già disponibile e può essere scaricata gratuitamente su Apple Store.

A CURA DI ELISA SPERONI

Primo osservatorio Th.Kohl

T

h.Kohl Italia, azienda leader a livello internazionale nella progettazione e realizzazione di architetture di interni per la farmacia, diventa anche un partner concreto nei progetti di gestione della farmacia grazie alla collaborazione con Shackleton Consulting. Durante Cosmofarma Exhibition sono state svolte diverse attività, tra le quali una ricerca di mercato, un focus group e due seminari volti a indagare il tema dell’investimento in farmacia con 150 farmacisti intervistati, 12 coinvolti nel focus group e 80 partecipanti ai seminari. I dati emersi dalle attività illustrate saranno presentate da Shackleton Consulting nel corso del convegno “Primo osservatorio Th.Kohl: investire in farmacia”, che si terrà a Roma il 15 giugno 2013. In quell’occasione interverranno, inoltre, Francesco Morace di Future Concept Lab, che presenterà il panorama dei consumi di mercato e le sue tendenze evolutive, con uno sguardo particolare al mondo della cura e del benessere, e Franco Falorni, che sarà chiamato a sviluppare la parte commerciale del tema, per indagare in modo approfondito la sezione del bilancio e del calcolo del ritorno di capitale.

Hpv: un virus da prevenire L’infezione da papillomavirus (Hpv) è una delle più comuni malattie sessualmente trasmissibili ed è causa necessaria affinché si sviluppi il cancro al collo dell’utero. Dopo quello alla mammella, il secondo tumore più frequente tra le donne europee di età compresa tra i 15 e i 44 anni. Nonostante ogni anno in Italia si registrino circa 3.500 nuovi casi di persone contagiate da Hpv, gli effetti di questa patologia sono sottovalutati dagli adolescenti e dai loro genitori. Come sottolinea Susanna Esposito, presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica, «nel mondo, circa il 70 per cento delle donne entra in contatto con il virus Hpv almeno una volta nella vita e la maggiore prevalenza di infezioni da Hpv si riscontra all’età di 20 anni, proprio in coincidenza con il recente inizio dell’attività sessuale». Per questo motivo, l’Organizzazione mondiale della sanità e le autorità sanitarie di tutti i Paesi raccomandano una vaccinazione Hpv precoce, tra le pre-adolescenti, in particolar modo prima dell’inizio dell’attività sessuale, perché, così facendo, la protezione offerta dal vaccino risulta maggiore. 42 puntoeffe

Puntare sul biotech ono stati recentemente presentati due rapporti sul panorama nazionale delle biotecnologie. Il rapporto “Biotecnologie in Italia 2013”, realizzato da Assobiotec ed Ernst & Young ha analizzato i dati del settore nelle sue varie aree applicative, mentre il rapporto “Biotecnologie del settore farmaceutico in Italia 2013”, realizzato da Ernst & Young e Farmindustria ha approfondito i temi delle biotecnologie farmaceutiche. Dai rapporti presentati è emerso che in Italia, dopo essere cresciuto per anni a ritmo sostenuto, il settore biotecnologico sta ora mostrando segnali di difficoltà. Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, sottolinea che tali difficoltà «sono dovute alla cronica assenza di provvedimenti per sostenere la ricerca e lo sviluppo, e tutelare i prodotti innovativi. Mentre noi siamo in questa situazione stagnante, gli altri Paesi più avanzati hanno da tempo sviluppato piani strategici a medio e lungo termine, con investimenti significativi e misure di supporto al settore». Per sbloccare la situazione, sollecita Sidoli, «servono politiche centrali forti a sostengo delle biotecnologie italiane che, unite a quelle locali, già attive da tempo sui diversi territori regionali, saranno in grado, se attivate, di potenziare ulteriormente un comparto che, a livello mondiale, come metasettore industriale, vale tra lo 0,4 per cento e l’1,1 per cento del Pil».

S


wellcare.it

ADV_SILDENAFIL_Punto effe.indd 2

02/05/13 12:42


S P I G O L AT U R E

Più ferro per i giovani

G

li esperti dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano hanno svolto un’indagine sulle abitudini alimentari di 5.500 persone, valutando l’apporto medio giornaliero di ferro e rilevando la frequenza di utilizzo degli alimenti che maggiormente lo contengono. Il campione di giovani è stato suddiviso in maschi e femmine e in due fasce d’età, dai 14 ai 18 anni e dai 19 ai 45. Dai dati analizzati, è emerso che i maschi assumono 13,11 mg di ferro, mentre le femmine solo 10,54 mg, differenza che tende ad accentuarsi tra gli adolescenti: è stato riscontrato, infatti, che le ragazze introducono in media circa 11 mg di ferro, contro i 14,30 mg dei coetanei. Tuttavia, la quantità di ferro raccomandata si discosta parecchio da quella effettivamente introdotta dalle giovani tra i 14 e i 18 anni, che dovrebbero assumere ogni giorno 18 mg di ferro, contro i 12 mg dei ragazzi. Per le ragazze in età fertile, infatti, è fondamentale ripristinare le perdite di ferro mensili ed è per tale motivo che hanno bisogno di introdurre il 30

per cento in più di questo minerale rispetto ai maschi della stessa età. Dall’indagine è emerso che il 90 per cento degli intervistati introduce nella dieta la carne per tre volte alla settimana, mentre il pesce è consumato da un campione ridotto di persone e per non più di due volte a settimana. I legumi, invece, risultano comporre la dieta di meno del 50 per cento degli intervistati e risultano poco apprezzati dai giovani.

Farmacia e remunerazione un convegno a Torino ll’interno dell’organizzazione didattica del master in Farma cia territoriale “Chiara Colombo”, l’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino e l’Università degli Studi di Torino propongono il convegno “Una nuova farmacia e una nuova remunerazione”. Si tratta di un momento di riflessione approfondita che ha per oggetto la riorganizzazione dei percorsi assistenziali in Italia, in considerazione della progressiva e inarrestabile diminuzione delle risorse finanziarie destinate al Servizio sanitario nazionale. In questo contesto la farmacia può assumere un ruolo strategico, essendo il primo luogo di gestione completa del farmaco, cosa che la rende strettamente connessa alla qualità di vita del cittadino, al

A

44 puntoeffe

contenimento dei costi in termine di prevenzione e all’aderenza alle terapie. In particolare, l’incontro torinese si pone l’obiettivo di analizzare la situazione preesistente con uno sguardo verso il futuro, per valutare quale nuovo modello di farmacia e quale riforma della remunerazione siano in grado di dare impulso a un percorso virtuoso che consenta di mantenere dignitosi i livelli di assistenza, nonostante la drastica riduzione delle risorse. Il convegno - cui è possibile iscriversi entro l’8 giugno e che è valido ai fini dell’attribuzione di crediti Ecm - si terrà il 15 giugno presso la sala “Il Centro in centro” di Torino. Per ulteriori informazioni o per iscriversi, inviare una email a: formazione@farmapiemonte.org.


wellcare.it

ADV_SILDENAFIL_Punto effe.indd 3

02/05/13 12:42


I N I Z I AT I V E

Una farmacia social Il rapporto con i network più popolari? Possibile, anche per migliorare l’interazione con i clienti. A Genova Voltri due titolari protagonisti di un esempio di comunicazione innovativa e di condivisione in rete DI STEFANIA CIFANI

U

n blog, una pagina Facebook, un account Twitter . Ma anche una venue su Forsquare, un profilo su Instagram e uno su Tumblr . Potrà sembrare strano, ma tutto questo si riferisce a una farmacia. Una come tante eppure diversa da tutte, che ormai quindici anni fa ha intrapreso il proprio viaggio nella Rete. Un viaggio iniziato quando Edoardo e Maddalena Schenardi, titolari della Farmacia Serra a Voltri, dopo la nascita del loro primo figlio hanno sentito la necessità di cercare in rete prodotti innovativi per l’infanzia che soddisfacessero le loro esigenze di funzionalità, sicurezza e design. Prodotti di nicchia, spesso provenienti da aziende del nord Europa o ideati da piccoli produttori al di fuori

46 puntoeffe

delle abituali logiche di mercato. Da qui poco a poco il passaparola, la richiesta da parte dei clienti di acquistare gli stessi oggetti e l’idea di creare un negozio on line dove condividere queste scoperte con un pubblico più ampio, che non fosse solo quello del territorio. IERI E OGGI Oggi il negozio virtuale vanta numerose categorie di prodotti, dagli articoli per la primissima infanzia e da viaggio, fino ai giocattoli e ai pannolini lavabili. E dai pannolini arriva, circa dieci anni fa, l’idea di aprire un canale su youtube, il primo dei social network utilizzato, per caricare video tutorial che spiegassero come usarli, quando non erano affatto diffusi. Le presenza sui social è graduale ma

inarrestabile, animata prima di tutto dalla passione per il proprio lavoro e dal desiderio di condividerlo con gli altri, offrendo un servizio sempre più ampio. «Il nostro obiettivo», precisa Edoardo (foto in alto), «è sempre stato anche quello di fare prevenzione, cercando di offrire informazioni sulla salute certificate. Per questo abbiamo studiato, di volta in volta, ogni mezzo per cercare di capirne le potenzialità e l’utilità nel nostro ambito professionale». Il passo successivo, quattro anni fa, è stato l’apertura di un blog, oggi tra i primi venti del settore salute secondo la classifica di Wikio. Avviato con l’obiettivo di condividere l’esperienza della quotidianità della farmacia e della famiglia, è divenuto il mezzo per mettere a disposizione la propria conoscenza a una platea più ampia, con post che possono riguardare argomenti come la salute in generale o le nuove tecnologie utilizzate con i bambini. Da circa due anni e mezzo a questa parte, poi, ogni martedì viene pubblicato un post sui rimedi impiegati in fitoterapia e omeopatia. L’apertura della pagina Facebook è stata un passaggio naturale; oltre che per rilanciare i contenuti del blog serve anche per tenere i contatti con i clienti, giovani e meno giovani. «Non è


raro ricevere ordini via Facebook da clienti settantenni», continua Edoardo. «Un altro social che ci dà molte soddisfazioni per la rapidità di comunicazione e per il seguito ottenuto è Twitter, attraverso il quale possiamo rispondere alle richieste degli utenti: fotografare, per esempio, il bugiardino di uno sciroppo e inviarlo a chi non ricorda come utilizzarlo è immediato. E poi non ci saremmo mai aspettati di raggiungere quasi 2.000 followers nell’arco di poco più di tre anni». Nel caso di Forsquare, di solito usato dai commercianti per comunicare promozioni e sconti e sul quale sono presenti da marzo 2011, Edoardo e Maddalena hanno deciso per un impiego controcorrente: per ogni check in, ovvero l’accesso da parte di un utente, viene fatta una donazione all’istituto L’abbraccio di Don Orione, che si occupa nella città di Genova di bambini in difficoltà. Il legame con il territorio è una caratteristica portante dell’attività della farmacia: «La nostra è una zona abbastanza depressa, abbiamo pensato di fare un servizio alla popolazione istituendo una connessione wi-fi attiva nel raggio di 400 metri dal negozio, così che anche chi non se lo potrebbe permettere possa usare internet». La visibilità di questa piccola realtà, unica in Italia, subisce una forte accelerazione con la partecipazione, come relatori, alla sessione Future of Health: Web, social media e app per restare sani ed in forma della Social Media Week, evento internazionale legato alla rete e ai suoi molteplici aspetti tenutosi nello

scorso febbraio contemporaneamente in dieci città nel mondo, tra cui Milano. «Se prima eravamo noti a chi si occupa di rete per lavoro», spiega Edoardo, «dopo l’evento siamo diventati visibili anche ai colleghi e a un pubblico più ampio, e abbiamo avuto la conferma di come non ci sia nessun preconcetto nei confronti di chi viene da altri ambienti. Con la sezione di Genova di Federfarma, di cui sono segretario, stiamo lavorando a un progetto per avvicinare i farmacisti all’uso dei social; Internet e farmacia sembrerebbero due mondi distanti e indipendenti, in realtà integrarli non è così difficile». UNA VIA PRATICABILE Difficile no, ma impegnativo sì. A chi gli chiede come sia possibile trovare il tempo per gestire una farmacia, seguire una famiglia con quattro bambini e tenere aggiornati i social network, Edoardo risponde che «in realtà il tempo non lo troviamo, viviamo connessi. Questo vale per i giorni lavorativi come per le vacanze. D’altra parte aprire canali e profili per poi non seguirli sarebbe un controsenso. Per noi rispondere a una telefonata in cui qualcuno ci chiede un consiglio, rispondere a un tweet o a un post è la stessa cosa. Il rovescio della medaglia, se così si può dire, è che la visibilità accresce ancor di più il senso di responsabilità verso i propri lettori e nei riguardi di quanto si comunica, per cui la ricerca e verifica delle fonti diventa cruciale, non ci si può permettere di sbagliare o di essere imprecisi». Da co-

sa nasce cosa, si sa. E siccome nessuno è profeta in patria da circa nove mesi ogni venerdì i farmacisti sono ospiti di una trasmissione radiofonica in diretta per una radio di Bari, durante la quale descrivono e spiegano una App legata alla salute, naturalmente dopo averla testata. Per il resto, è molto difficile se non impossibile prevedere cosa possa portare la rete, così come stabilire se esista un ritorno di tipo economico: «La nostra avventura sul web ha portato molti più risultati di quanti ne attendessimo, ma non sappiamo cosa ci riserverà il futuro: certo, se un anno fa mi avessero detto che saremmo stati relatori alla Social Media Week o intervistati da Punto Effe, mi sarei messo a ridere».

Link utili Sito web: www.farmaciaserragenova.it/ youtube: www.youtube.com/user/farmaciaserragenova Blog: www.farmaciaserragenova.blogspot.com/ Twitter: www.twitter.com/farmaciaserrage Facebook: www.facebook.com/farmacia.genova Tumblr: www.farmaciaserrage.tumblr.com Instagram : farmaciaserrage


La ferita ti preoccupa?

La medicazione è qui.

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

Delicata e sicura sulla cute ™

CUTIPLAST STERIL

Medicazione adesiva pronto uso con tampone assorbente per la protezione delle ferite. Aderisce anche alle parti anatomiche più difficili, creando un effetto cuscinetto che offre protezione alla ferita.

Impermeabile

OPSITE™ POST-OP Medicazione adesiva dalle prestazioni avanzate e dall'elevata traspirabilità. Offre protezione anche dall’acqua, permettendo al paziente di farsi la doccia con la medicazione applicata.

Negli ospedali di tutto il mondo si affidano alla nostra esperienza perché siamo l’azienda numero 1 nella cura delle ferite. Disponibile anche in farmacia. Smith & Nephew s.r.l. Wound Management Via De Capitani, 2A - 20864 Agrate Brianza (MB) Italia T 800.393.060 - contattaci@smith-nephew.com Distribuiti da Pharmaidea s.r.l. - via del Commercio, 5 - 25039 Travagliato (BS) Italia - Numero Verde: 800.373.555 ™ Marchi di Smith & Nephew


F A R M A N E W S

A CURA DI GIUSEPPE TANDOI

METTENDO A FUOCO

Occhio sano Fotorecettori

Degenerazione Maculare “umida” Accumulo di fluido

DRUSEN

Disponibile in Italia aflibercept, nuova molecola per la cura della degenerazione maculare legata all’età i sono due tipi di Degenerazione maculare legata all’età (Dmle), quella secca, o atrofica, e quella umida, o neovascolare. In entrambi i casi a essere coinvolta è la macula, cioè la parte centrale della retina, che subisce un processo di deterioramento. Tipiche della malattia sono le drusen, macchie bianco-giallastre della retina che si osservano all’esame del fundus oculare. Ben più pericolosa la forma umida rispetto a quella secca: quest’ultima è lenta nel manifestarsi e consente in qualche modo al paziente di “abituarcisi”, mentre la prima ha un’insorgenza repentina e provoca in tempi brevi gravi conseguenze a livello visivo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono riconducibili alla Dmle, nei Paesi occidentali, il 41 per cento dei casi di cecità, anche parziale, e ipovisione. Quanto all’Italia si aggira sul milione, tra diagnosticate e non, il numero di persone affette da Dmle, con una forte incidenza negli over 65 e ancor maggiore negli over 75, fascia di età nella quale la patologia si manifesta in pratica in più di un caso su quattro. La patologia è multifattoriale, in essa giocano un ruolo primario predisposizione genetica, cattive abitudini come il fumo e abitudini non necessariamente cattive ma legate spesso al lavoro che si svolge (contadini, pescatori…) come la sovraesposizione alle radiazioni ultraviolette. Fondamentale, in ogni caso, la prevenzione che si fa a tavola, prediligendo (e come potrebbe essere altrimenti?) la dieta mediterranea.

C

TERAPIE CHE CAMBIANO «La forma umida», spiega Francesco Bandello, direttore della Clinica Oculistica Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, «è nettamente minoritaria, visto che riguarda soltanto il 20 per cento dei casi complessivi di Dmle. Essa è legata alla neovascolarizzazione tipica della malattia.

DRUSEN Vasi sanguigni normali

In pratica sotto la retina crescono nuovi vasi che si sviluppano in direzione della macula. Lo sviluppo anomalo di nuovi vasi causa un sollevamento della retina, che si deforma in modo estremamente significativo, portando quindi in breve tempo ai classici sintomi della degenerazione maculare. Per questo l’obiettivo terapeutico fondamentale è bloccare la crescita dei neovasi, che si può ottenere mediante i farmaci che agiscono sul Fattore di crescita vascolare endoteliale (Vegf)». Una prima opzione terapeutica, diffusasi nei primi anni Novanta, era il trattamento laser, non privo però di controindicazioni. La “bruciatura” volta a distruggere l’area della retina interessata dai processi di neovascolarizzazione poteva anche coinvolgere tessuti sani della macula. La tecnica, in definitiva, non era utilizzabile in tutti i casi e, in più, nell’immediata fase post operatoria comportava una diminuzione della vista; ragione di più per renderla invisa a molti pazienti. «La situazione è sicuramente migliorata», ricorda Giovanni Staurenghi, direttore della Clinica oculistica dell’ospedale Sacco di Milano, «grazie alla disponibilità, intorno al 1998, di un farmaco fotosensibile, la verteporfirina, che ha permesso di mettere a punto la terapia fotodinamica. Questa sostanza viene iniettata nell’organismo e dopo pochi minuti si concentra nei neovasi, quindi in qualche modo “amplifica” l’azione del laser. Gli studi hanno dimostrato che questa terapia è soprattutto in grado di stabilizzare la capacità visiva ma solo nel sei per cento dei casi è possibile un miglioramento». Alla fine si è arrivati ai già citati farmaci Vegf e, in particola-

Vasi sanguigni anomali

re, ad aflibercept. «Questa nuova molecola», spiega Alfonso Giovannini, direttore della Clinica oculistica dell’Ao Ospedali Riuniti di Ancona, «presenta caratteristiche che la rendono unica nel panorama dei trattamenti anti-fattore di crescita dell’endotelio vascolare, mirati a curare la degenerazione maculare retinica legata all’età. Innanzitutto non si tratta di un anticorpo monoclonale e quindi, in termini di sicurezza, non presenta i seppur rari rischi di reazioni infiammatorie all’interno dell’occhio che possono seguire l’iniezione di altri farmaci attualmente disponibili». Vantaggi rispetto agli altri farmaci? «La durata d’azione protratta», precisa Giovannini, «si traduce innanzitutto nella necessità di ricorrere a un minor numero di iniezioni intraoculari per controllare nel tempo l’azione del Vegf. Il ricorso a un minor numero di sedute terapeutiche ha una serie di ricadute di grande significato: in primo luogo si limitano i rischi di infezioni legati all’atto medico, poi si limitano i rischi sistemici, vista l’importanza del Vegf nel mantenere la normale fisiologia di diversi organi. Un minor numero di iniezioni, poi, si rivela estremamente importante per il paziente che, oltre a sottoporsi più raramente a un trattamento comunque invasivo, limita i suoi accessi al centro che lo segue (e con lui i familiari che quasi sempre accompagnano chi ha problemi visivi legati alla degenerazione maculare retinica)». Aflibercept viene somministrato mediante iniezione intravitreale ogni due mesi, dopo tre dosi mensili iniziali di carico. Attualmente è disponibile in Italia in fascia C ospedaliera, mentre l’Aifa ha iniziato le procedure relative alla rimborsabilità.

puntoeffe 49


50-51 aziende staff3:castiglia

D A L L E

20-05-2013

16:19

Pagina 50

A Z I E N D E

UN PROGETTO GLOBALE Acquisita nel 2007 da Apotheka, Staff3 rinnova le strategie e punta a consolidare la sua presenza sul mercato, dentro e fuori i confini nazionali

È

tempo di sinergie, tempo di unire le forze, per affrontare meglio la crisi. A dire il vero Apotheka e Staff3 ci avevano pensato già nel 2007, ben prima che la crisi deflagrasse. La prima, gruppo leader a livello internazionale - oggi può vantare oltre 18.000 farmacie installate in tutto il mondo - acquisì Staff3, azienda italiana con quarant’anni di esperienza alle spalle e una presenza oltre confine già consolidata. La fusione però non ha dato, nei tempi previsti, i risultati sperati. E allora, meglio ricominciare da capo. «Dopo l’acquisizione il nostro gruppo ha mantenuto l’assetto di Staff3 così come l’aveva acquisito», spiega Manuel Plaza, amministratore delegato di Apotheka. «Nel corso del quinquennio 2007/2012 però i risultati non sono stati quelli desiderati, perciò Apotheka è intervenuta per ristrutturare completamente l’organico. È stato alleggerito l’apparato produttivo e commerciale e inoltre è stato inserito un nuovo direttore commerciale, Luca Cabiati, per raggiungere quegli obiettivi che erano stati

Da sinistra: Manuel Plaza, director international di Apotheka, e Luca Cabiati, direttore commerciale di Staff3. In alto un’immagine di Stocklight, cassettiera automatica senza parti mobili


50-51 aziende staff3:castiglia

20-05-2013

16:20

Pagina 51

Sei obiettivi per il rilancio Più spazio dedicato alla vendita e ridimensionamento dello stoccaggio Più velocità e agilità nell’organizzazione del farmaco Più ergonomia per il team farmacia Più organizzazione nella gestione Più identità visiva della farmacia Più redditività per la farmacia

prefissati. La riorganizzazione ha seguito alcuni parametri precisi legati alle strategie globali del gruppo e la rinnovata visione della farmacia come entità commerciale. Apotheka ha portato in dote a Staff3 un’esperienza nello studio dei comportamenti di acquisto dei consumatori che fa una enorme differenza sotto il profilo della progettazione, in termini di incremento della redditività per metro lineare dell’esposizione. L’Italia inoltre è il mercato europeo più promettente nel campo delle farmacie. Apotheka crede fermamente che Staff3 sia parte essenziale per la crescita del gruppo». IL FATTORE IDENTITÀ Già conosciuta e apprezzata da tempo, Staff3 ha dovuto rivedere strategie e modus operandi . «Inizialmente Staff3 ha faticato molto nell’adattarsi alla situazione di subalternità», ricorda Cabiati. «Come ogni rapporto c’è stato bisogno di un certo tempo per rodare i meccanismi. Oggi, con la squadra che abbiamo costruito, possiamo dire che abbiamo tutti i vantaggi competitivi di un grande gruppo multinazionale e globale che può offrire prodotti e servizi a 360 gradi, dalla comunicazione all’automazione, ma la flessibilità e la rapidità di azione di una attività locale. Siamo in grado di scegliere, a seconda delle esigenze della clientela, le linee di qualità al costo di realtà industriali, oppure progetti personalizzati, realizzati da artigiani italiani della più alta manifattura». La mission è esplicita: creare farmacie remunerative con una propria identità. Ma perché è così importante oggi il legame tra redditività e identità? «I dati statistici lo stanno confermando», risponde Cabiati, «l’omogeneizzazione del franchise, modello imposto dai grandi centri commerciali, sta cominciando a segnare il passo. Il cliente è esasperato dal cambiare centro commerciale e trovare sempre la stessa offerta, declinata nella stessa maniera. Oltre a servizio, qualità e costo, il consumatore, saturato dall’offerta, è in cerca di quel quid che fa la differenza.

Dati per scontati i primi tre elementi, la personalità è ciò che oggi permette a una attività di prosperare a dispetto delle condizioni avverse. Il nostro motto è: efficienza attraverso la bellezza». Corporate identity? L’identità della farmacia se non c’è va creata, bisogna lavorare per renderla riconoscibile, meglio ancora, irripetibile. Puntando, certo, sull’aspetto visivo senza dimenticare, però, che “se una foto vale più di mille parole, un ricordo positivo vale più di mille foto”. La “buona impressione” avvertita dal cliente, in altre parole, è la forma più efficace di fidelizzazione. E quando si parla della farmacia come “icona della salute” si fa intendere che il mondo del wellness deve essere al centro della farmacia futura. «La diversificazione è la soluzione ai problemi di calo della redditività del farmaco tradizionale», sintetizza Plaza. «Puntare sulle competenze e sulla fiducia riconosciuta del consumatore nel farmacista è una strada semplice e remunerativa. Ma è fondamentale che il farmacista comprenda che è necessario “investire” e non “spendere” nella diversificazione. La salute passa anche e soprattutto dalla prevenzione e dalla cura della persona, ancor prima che dal farmaco. Se riusciamo a far passare l’immagine della farmacia come luogo di “benessere”, e non di “cura del malessere”, allora avremo raggiunto il nostro obiettivo». L’IMPORTANZA DELLA FILIERA Progetti e rinnovi; arredo; design e interior design; accessori; automazione (il marchio Mach4 è il secondo al mondo per diffusione). Una filiera di qualità, una visione a 360 gradi della farmacia: focalizzarsi non su un singolo aspetto ma sull’impatto globale. «La forza di Staff3 è l’integrazione modulare di tutti questi aspetti più i servizi di marketing», conferma Cabiati, «non ci interessa solo fornire nuovi mobili alla farmacia. Ci interessa costruire una farmacia più efficiente, più moderna e soprattutto più redditiva. Abbiamo tutti i mezzi e le conoscenze che servono per ottenere questo risultato». Alla base di qualsiasi ragionamento sulle strategie future lo studio della clientela: non i titolari che si rivolgono a Staff3 per dare alla farmacia “una marcia in più” ma proprio i cittadini che vi si recano quotidianamente. «Fondamentale», conclude Plaza, «è lo studio statistico e psicologico dei comportamenti di acquisto dei consumatori. Una volta che si individuano le chiavi che spingono i consumatori all’acquisto, le si mettono al servizio di un progetto integrato che permetta all’attività commerciale di svilupparsi armonicamente e proficuamente».

Staff3 Srl, Via C. Menotti, 61 - 20017 Passirana di Rho (MI). Tel. +39 029302447; fax +39 029302387, www.staff3.it.


Il Farma Annuario 2013 L’ANNUARIO FARMACEUTICO ITALIANO contiene le monografie di TUTTI I FARMACI in commercio in Italia da quest’anno è ancora più completo e ricco di servizi, per i farmacisti in particolare, confermandosi uno strumento di aggiornamento unico nel suo genere, indispensabile per i professionisti della sanità

Le novità 2013

Una webapp sulle interazioni tra farmaci. Consultabile da tutti i dispositivi mobili (smartphone e tablet) sia Apple sia Android. Con quattro semplici passaggi il farmacista potrà avere, sempre a portata di mano, tutte le interazioni tra i farmaci in commercio in Italia

Tre corsi Fad per i farmacisti Tramite un semplice accesso alla nostra piattaforma on line lʼutente potrà seguire comodamente dal suo computer tre corsi di aggiornamento professionale. Argomenti dei corsi: ■

“Comunicazione efficace in farmacia” (4 crediti Ecm)

“Trattamento del dolore osteoarticolare localizzato” (3 crediti Ecm)

“Ferro: anemie e stati carenziali associati” (3 crediti Ecm)

Prenota il kit, al costo di 89 euro più Iva, direttamente dal sito www.puntoeffe.it


C O N S I G L I

P E R

L E

V E N D I T E

A CURA DELLA REDAZIONE

Semplicità e discrezione Il nuovo sistema Accu-Chek Mobile permette di misurare la glicemia in pochi facili passaggi

L’

automonitoraggio della glicemia svolge un ruolo importante nel trattamento del diabete. I dati glicemici forniscono al team diabetologico informazioni fondamentali per eventuali correzioni della terapia (farmaci e stile di vita) e permettono alla persona con diabete di gestire in modo adeguato la malattia. Eppure recenti studi dimostrano che molte persone non effettuano tutti i controlli glicemici consigliati dal medico*. I principali fattori che influenzano l’aderenza all’automonitoraggio consigliato sono il dolore legato alla puntura, la difficoltà a svolgere l’automonitorag-

gio con la necessaria discrezione, la semplicità d’uso. L’INNOVAZIONE DEI SISTEMI INTEGRATI ACCU-CHEK Accu-Chek Mobile è il risultato del perfezionamento costante dei sistemi integrati Accu-Chek. I miglioramenti apportati hanno l’obiettivo di aiutare a semplificare la quotidianità delle persone con diabete, consentendo loro di misurare la glicemia in qualunque momento, velocemente e riducendo al minimo i gesti e i materiali necessari per effettuare l’operazione. Il nuovo Accu-Chek Mobile inoltre, per-

mette di trarre importanti informazioni dai dati raccolti. Infatti, i nuovi report integrati in Accu-Chek Mobile e la corretta educazione all’analisi del dato ottenuto, favoriscono una maggior consapevolezza e, quindi, una miglior aderenza alla terapia. Diverse tipologie di report possono essere visualizzate e stampate da Pc, tramite il browser internet in dotazione, senza alcun collegamento web. *Freckmann G et al. Integrated Self-Monitoring of Blood Glucose System: Handling Step Analysis. J Diabetes Sci Technol 2012;6(4):938-46 (Materiale redazionale destinato esclusivamente ai professionisti sanitari)

GUERRA PREVENTIVA AI PIDOCCHI. La linea Mom di Candioli Farmaceutici è nota da oltre 70 anni per aver creato prodotti pensati per affrontare e risolvere il problema della presenza di pidocchi sul cuoio capelluto di grandi e piccoli, con un’attenzione particolare per l’innovazione, principale obiettivo della ricerca di questa azienda. È proprio con questo spirito che nasce Care Shampoo Preventivo, complemento naturale alla prevenzione della pediculosi in grado di scongiurare l’insediamento dei pidocchi quando ci si deve esporre a un ambiente che ne è infestato. Care Shampoo Preventivo contiene estratti vegetali e oli essenziali, sinergica miscela capace di creare un ambiente sfavorevole sul cuoio capelluto e sui capelli che, conseguentemente, impedisce la comparsa di questi parassiti. Grazie ai tensioattivi delicati e alla sua formula attiva, questo shampoo non va considerato solo come un trattamento preventivo della pediculosi, bensì come un vero e proprio trattamento cosmetico di tutto il sistema capillare che interessa il cuoio capelluto, il bulbo e lo stelo capillare. Inoltre, la formulazione delicata e bilanciata di Care Shampoo Preventivo è stata pensata per conferire morbidezza e luminosità ai capelli di adulti e bambini a ogni utilizzo.

puntoeffe 53


C O N S I G L I

P E R

L E

V E N D I T E

PULIZIA PROFONDA. La pelle è la tela che avvolge il corpo umano e, come un capolavoro, va rispettata e curata per preservarne freschezza e tonicità il più a lungo possibile. Boots Laboratoires, marchio di Alliance Boots, propone i detergenti Serum7, prodotti nati dai 160 anni di esperienza dell’azienda nel settore della cosmesi e conosciuti per l’avanguardia nella formulazione, il rigore negli studi farmaceutici e dei test clinici. Per completare l’innovativa gamma anti-age Serum7 prime rughe e Serum7 Lift per rughe profonde, Boots Laboratoires presenta tre prodotti indispensabili per la detersione quotidiana della pelle e per proteggerla contro i radicali liberi, grazie all’azione del complesso antiossidante. Prima di tutto, è necessario rimuovere il trucco e le impurità, detergendo e idratando la pelle con la Lozione Detergente. Si continua con l’Acqua Tonificante Illuminante, che chiude temporaneamente i pori e prepara la pelle all’idratazione, conferendo un aspetto più luminoso. Il trattamento si completa massaggiando l’Esfoliante Levigante, formulato con cristalli capaci di rimuovere efficacemente le cellule morte e distendere le linee sottili, levigando la pelle. Il risultato di questi tre gesti di bellezza è una pelle più levigata, luminosa e giovane in sole due settimane.

INTESTINO FELICE. Per riequilibrare la flora batterica intestinale, ridurre il meteorismo e attenuare i dolori addominali può essere consigliato un integratore alimentare a base di probiotici. ZirGo, prodotto da Alfa Wassermann, è un integratore biologico vitaminico che contiene in ogni bustina 10 miliardi di bifidobatteri vivi e gastroprotetti da una matrice proteica che consente loro di superare la barriera dei succhi gastrici e degli acidi biliari, raggiungendo l’intestino con elevato grado di attività. L’integratore favorisce la fisiologica funzione del sistema immunitario, grazie alla vitamina B6, presente in dose sufficiente da coprire il 100 per cento del bisogno giornaliero raccomandato. Ogni confezione di ZirGo contiene 12 bustine al gusto passion fruit.

54 puntoeffe

UN AIUTO PER IL CONTROLLO DEL PESO. Nell’ambito di uno stile di vita sano, in cui una dieta ipocalorica si concilia con un buon livello di attività fisica, un valido aiuto per il controllo del peso viene dalla ricerca Aboca con Fitomagra Adiprox. In particolare, questo integratore alimentare diventa un valido aiuto nel caso in cui risulti difficoltoso tenere sotto controllo il fisiologico peso del corpo, nonostante ci si impegni con costanza. Questo prodotto, infatti, propone un nuovo approccio metabolico al controllo del peso che si basa su un efficace supporto della funzionalità e della salute del tessuto adiposo. Si tratta di un integratore alimentare che favorisce il metabolismo dei grassi, coadiuvando la fisiologica funzionalità del microcircolo e del tessuto adiposo. Oltre a combattere lo stress ossidativo, questo prodotto è in grado di supportare i processi di termogenesi. Tra gli ingredienti di Fitomagra Adiprox è di particolare rilievo la presenza di AdiProFen, complesso molecolare 100% naturale di procianidine e fenoli da semi d’uva e foglie di the verde, elementi in grado di accelerare il metabolismo. Il prodotto contiene, inoltre, l’estratto liofilizzato di tarassaco, pianta officinale nota per svolgere un’azione depurativa sull’organismo.



fenticonazolo nitrato

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE LOMEXIN 2% crema vaginale; LOMEXIN 0,2% soluzione vaginale; LOMEXIN 200 mg capsule molli vaginali; LOMEXIN 600 mg capsule molli vaginali; LOMEXIN 1000 mg capsule molli vaginali. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA LOMEXIN 2% crema vaginale: 100 g di crema vaginale contengono: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 2 g. LOMEXIN 0,2% soluzione vaginale: 100 ml di soluzione contengono: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 200 mg. LOMEXIN 200 mg capsule molli vaginali: Ogni capsula molle contiene: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 200 mg. LOMEXIN 600 mg capsule molli vaginali: Ogni capsula molle contiene: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 600 mg. LOMEXIN 1000 mg capsule molli vaginali: Ogni capsula molle contiene: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 1000 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA Crema vaginale. Soluzione vaginale. Capsule molli vaginali. Uso vaginale. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche Candidiasi delle mucose genitali (vulvovaginiti, colpiti, fluor infettivo). LOMEXIN 1000 mg capsule molli vaginali inoltre è indicato nella trichomoniasi vaginale e nelle infezioni vaginali sostenute in forma mista da Trichomonas vaginalis e Candida albicans. 4.2 Posologia e modo di somministrazione 2% crema vaginale - Introdurre il contenuto dell’applicatore (circa 5 g) profondamente in vagina. Si applica mediante applicatore (lavabile e riutilizzabile) prima di coricarsi, se necessario anche al mattino. Allo scopo di evitare una reinfezione si consiglia il contemporaneo trattamento locale (glande e prepuzio) del partner con LOMEXIN crema. 0,2% soluzione vaginale - 1-2 volte al dì per 7 giorni come terapia coadiuvante le altre formulazioni per la prevenzione delle recidive. 200 mg capsule molli vaginali - 1 capsula molle vaginale da 200 mg alla sera prima di coricarsi, per tre giorni, a seconda del giudizio del medico. 600 mg capsule molli vaginali - 1 capsula molle vaginale da 600 mg la sera in unica somministrazione. In caso di persistenza della sintomatologia, può essere ripetuta dopo 3 giorni una seconda somministrazione. 1000 mg capsule molli vaginali - Nelle infezioni vaginali da Trichomonas ed in quelle miste (Trichomonas + Candida) si consiglia di applicare 1 capsula molle vaginale da 1000 mg seguita da una seconda applicazione dopo 24 ore, se necessario. Nelle infezioni da Candida: 1 capsula molle vaginale da 1000 mg la sera in unica somministrazione. In caso di persistenza della sintomatologia, può essere ripetuta dopo 3 giorni una seconda somministrazione. Le capsule molli vaginali vanno introdotte profondamente in vagina, fino a livello dei fornici. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza (vedere paragrafo 4.6). 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego Al momento dell’applicazione sulla lesione o dell’introduzione endovaginale si può riscontrare una modesta sensazione di bruciore che scompare rapidamente. L’uso, specie se prolungato, dei prodotti per uso topico, può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In tal caso interrompere il trattamento e consultare il medico per istituire idonea terapia. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione Nessuna conosciuta. 4.6 Gravidanza e allattamento Benchè l’assorbimento mucoso e vaginale di fenticonazolo sia piuttosto scarso, si consiglia di non usare il preparato in gravidanza. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Nulla da segnalare. 4.8 Effetti indesiderati LOMEXIN è generalmente ben tollerato, sia sulla pelle che sulle mucose; solo eccezionalmente sono state segnalate lievi e transitorie reazioni

eritematose o sensazione di bruciore che di norma scompare rapidamente. In caso di reazioni da ipersensibilità o di sviluppo di microrganismi resistenti occorre interrompere il trattamento. LOMEXIN nelle condizioni d’impiego consigliate viene solo scarsamente assorbito, per cui possono escludersi ripercussioni di carattere sistemico. 4.9 Sovradosaggio Nulla da segnalare. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: antimicrobici ed antisettici ginecologici; derivati imidazolici. Codice ATC: G01AF12 LOMEXIN è un antimicotico ad ampio spettro. - In vitro: elevata attività fungistatica e fungicida sui dermatofiti (tutte le specie di Trichophyton, Microsporum, Epidermophyton), sulla Candida albicans e sugli altri agenti delle infezioni micotiche della pelle e delle mucose. È stata inoltre evidenziata in vitro un’attività inibente la secrezione delle proteinasi acide di Candida albicans. - In vivo: guarigione in 7 giorni delle micosi cutanee da dermatofiti e da Candida nella cavia. LOMEXIN ha inoltre azione antibatterica sui microorganismi Gram positivi. Meccanismo d’azione presunto: blocco di enzimi ossidanti con accumulo di perossidi e necrosi della cellula fungina; azione diretta sulla membrana. Il fenticonazolo si è inoltre dimostrato attivo, sia in vivo che in vitro sul Trichomonas vaginalis. 5.2 Proprietà farmacocinetiche Dalle prove di farmacocinetica è risultato un assorbimento del tutto trascurabile per via transcutanea, sia nell’animale che nell’uomo. 5.3 Dati preclinici di sicurezza DL50 topo: os 3000 mg/kg; i.p. 1276 mg/kg (M), 1265 mg/kg (F); DL50 ratto: os 3000 mg/kg; s.c. 750 mg/kg; i.p. 440 mg/kg (M), 309 mg/kg (F). Tossicità cronica: 40-80-160 mg/kg/die os per 6 mesi nel ratto e nel cane sono stati ben tollerati, salvo manifestazioni di tossicità generale di grado lieve o moderato (nel ratto un aumento del peso del fegato alla dose di 160 mg/kg comunque senza alterazioni istopatologiche e nel cane un transitorio aumento di SGPT alle dosi di 80 e 160 mg/ kg associate ad un aumento del peso del fegato). LOMEXIN non interferisce con le funzioni degli organi sessuali femminili e maschili nè possiede effetti sulle prime fasi della riproduzione. Dagli studi di tossicità riproduttiva è risultato, così come per altri imidazolici, un effetto embrioletale che si manifesta ad alte dosi per os (> 20 mg/kg), 20-60 volte superiore la dose assorbita per via vaginale nella donna. LOMEXIN non ha mostrato proprietà teratogene nei ratti e nei conigli. LOMEXIN non è risultato mutageno in 6 test di mutagenesi. La tollerabilità di LOMEXIN è stata soddisfacente nelle cavie e nei conigli. I risultati ottenuti nel maiale nano, la cui cute è morfologicamente e funzionalmente simile a quella umana e generalmente mostra una marcata sensibilità a diversi agenti irritanti, erano eccellenti. LOMEXIN non ha mostrato alcuna evidenza di sensibilizzazione, fototossicità e fotoallergia. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti 2% crema vaginale: glicole propilenico, lanolina idrogenata, olio di mandorle dolci, estere poliglicolico di acidi grassi, alcool cetilico, gliceril monostearato, sodio edetato, acqua depurata. 0,2% soluzione vaginale: glicole propilenico, benzalconio cloruro, alchilamidobetaina soluzione, acqua depurata. 200 mg capsule molli vaginali: trigliceridi di acidi grassi saturi, silice precipitata. Costituenti dell’involucro: gelatina, glicerina, titanio diossido, sodio para-idrossibenzoato di etile, sodio para-idrossibenzoato di propile. 600 mg capsule molli vaginali: paraffina liquida, vaselina bianca, lecitina di soia. Costituenti dell’involucro: gelatina, glicerina, titanio diossido, sodio etil idrossibenzoato, sodio propil idrossibenzoato. 1000 mg capsule molli vaginali: paraffina liquida, vaselina bianca, lecitina di soia. Costituenti dell’involucro: gelatina, glicerina, titanio diossido, sodio etil idrossibenzoato, sodio propil idrossibenzoato. 6.2 Incompatibilità Non pertinente. 6.3 Periodo di


validità 3 anni, a confezionamento integro correttamente conservato. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Nessuna. 6.5 Natura e contenuto del contenitore 2% crema vaginale: tubo di alluminio internamente rivestito di vernice con applicatore. Tubo da 78 g con applicatore. 0,2% soluzione vaginale: flaconi di materiale plastico muniti di applicatore monouso. 5 flaconi 150 ml. 200 mg capsule molli vaginali: blister di PVC/PVDC e alluminio. Astuccio contenente 6 capsule molli vaginali da 200 mg. 600 mg capsule molli vaginali: blister di PVC/PVDC e alluminio. Astuccio contenente 2 capsule molli vaginali da 600 mg. 1000 capsule molli vaginali: blister di PVC/PVDC e alluminio. Astuccio contenente 2 capsule molli vaginali da 1000 mg. 6.6 Istruzioni per l’impiego e la manipolazione 2% crema vaginale Seguire le istruzioni illustrate nello schema sotto riportato. Fare attenzione che l’applicatore sia sempre perfettamente pulito. Dopo ogni impiego, lavarlo accuratamente con acqua tiepida e sapone. Se il medico consiglia, per ragioni particolari, la sterilizzazione dell’applicatore, conformarsi alle sue direttive. Non utilizzare però acqua calda a più di 50°C, nè solventi organici. Asciugare quindi l’applicatore e conservarlo nel suo contenitore.

ISTRUZIONI PER L’USO - 0,2% soluzione vaginale

ISTRUZIONI PER L’USO - 2% crema vaginale

Fig. 2. Estrarre la cannula tenendola attraverso il cappuccio sino allo scatto di posizionamento.

1. Avvitare l’applicatore sul tubo al posto del tappo. 2. Premere leggermente il tubo alla sua estremità inferiore in modo da riempire l’applicatore. Se il pistone offre una certa resistenza, tirarlo delicatamente. Salvo diversa prescrizione del medico, l’applicatore dovrà essere riempito completamente. 3. Togliere l’applicatore dal tubo che dovrà essere immediatamente richiuso con il tappo. 4. In posizione distesa, con le ginocchia sollevate ed allargate, introdurre delicatamente l’applicatore in vagina il più profondamente possibile. Spingere completamente il pistone. Ritirare quindi l’applicatore senza toccare il pistone.

Fig. 1. Tenere il flacone per l’anello e piegare il cappuccio sino alla rottura del sigillo di sicurezza.

Fig. 3. La cannula è orientabile secondo le esigenze. Introdurre delicatamente in vagina la cannula e premere le pareti del flacone mediante pressione più o meno intensa, in modo da realizzarne il completo svuotamento; una speciale valvola non permette il ritorno della soluzione vaginale nel flacone. L’irrigazione va eseguita preferibilmente in posizione distesa. Un’irrigazione lenta favorisce una migliore detersione medicata. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO RECORDATI Industria Chimica e Farmaceutica S.p.A. - Via M. Civitali, 1 - 20148 MILANO. Concessionario esclusivo per la vendita: INNOVA PHARMA S.p.A. - Milano. 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO LOMEXIN 2% crema vaginale - tubo 78 g con applicatore A.I.C. n. 026043277 LOMEXIN 0,2% soluzione vaginale - 5 flaconi 150 ml A.I.C. n. 026043190 LOMEXIN 200 mg capsule molli vaginali - 6 capsule molli A.I.C. n. 026043101 LOMEXIN 600 mg capsule molli vaginali - 2 capsule molli A.I.C. n. 026043152 LOMEXIN 1000 mg capsule molli vaginali - 2 capsule molli A.I.C. n. 026043202 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data di prima autorizzazione: 10 maggio 1986 Rinnovo dell’autorizzazione: 31 maggio 2010 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO: 26 Marzo 2007


fenticonazolo nitrato

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE LOMEXIN 2% crema; LOMEXIN 2% gel; LOMEXIN 2% schiuma cutanea; LOMEXIN 2% spray cutaneo, soluzione; LOMEXIN 2% soluzione cutanea; LOMEXIN 1% polvere cutanea; LOMEXIN 2% polvere cutanea; LOMEXIN 2% shampoo. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA LOMEXIN 2% crema: 100 g di crema contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% gel: 100 g di gel contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% schiuma cutanea: 100 g di soluzione contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% spray cutaneo, soluzione: 100 g di soluzione contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% soluzione cutanea: 100 g di lozione contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 1% polvere cutanea: 100 g di polvere contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 1 g pari a Fenticonazolo 0,878 g. LOMEXIN 2% polvere cutanea: 100 g di polvere contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% shampoo: 100 g di soluzione contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA Crema. Gel. Schiuma cutanea. Spray cutaneo, soluzione. Soluzione cutanea. Polvere cutanea. Shampoo. Uso dermatologico. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche - Dermatomicosi da dermatofiti (Trichophyton, Microsporum, Epidermophyton) a diversa localizzazione: tinea capitis, tinea corporis, tinea cruris, tinea pedis (piede d’atleta), tinea manuum, tinea faciei, tinea barbae, tinea unguium. - Candidiasi della pelle (intertrigo, perleche, candidiasi facciale, candidiasi “da pannolino”, perineale e scrotale); balaniti, balanopostiti; onichia e paronichia. - Pityriasis versicolor (da Pityrosporum orbiculare e P. ovale). - Otomicosi (da Candida o da muffe); solo se non sono presenti lesioni del timpano. - Eritrasma. - Micosi con superinfezioni batteriche (da batteri Gram positivi). - Trattamento delle infezioni del cuoio capelluto che implicano il lievito Pityrosporum quali la dermatite seborroica e la Pityriasis capitis. 4.2 Posologia e modo di somministrazione LOMEXIN va applicato 1-2 volte al giorno, secondo il parere del medico, dopo aver lavato ed asciugato la parte lesa, utilizzando la formulazione adatta alla localizzazione della lesione. 2% crema e 2% gel - sono indicati per il trattamento della cute glabra, delle pieghe cutanee e delle mucose; si applicano frizionando leggermente. Crema - si usa preferenzialmente per le micosi secche: Pityriasis versicolor, eritrasma, onicomicosi (nelle onicomicosi la crema va applicata con bendaggio occlusivo); la crema è adatta all’impiego nelle micosi genitali maschili. Gel - ha azione essicante ed è più indicato per intertrigo, piede d’atleta, epidermofizia inguinale ed in generale per le lesioni umide. 2%

schiuma cutanea - l’impiego della schiuma è particolarmente vantaggioso per il trattamento della Pityriasis versicolor e nel caso di dermatomicosi estese della cute glabra; in questi casi la schiuma va applicata alla sera sulla cute umida o direttamente o tramite una spugna, lasciando asciugare e risciacquando il mattino seguente. Nel corso di infezioni LOMEXIN Schiuma cutanea può essere vantaggiosamente utilizzata nella detersione, evitando, in virtù del suo pH fisiologico, ulteriori irritazioni della cute già compromessa. 2% spray cutaneo, soluzione e 2% soluzione cutanea - sono indicate per le localizzazioni al cuoio capelluto e per le zone cutanee ricoperte da peli. Lo spray cutaneo soluzione, inoltre, è di facile e comodo impiego per le micosi estese e per le zone difficilmente raggiungibili. 1% e 2% polvere cutanea - si usa per il piede d’atleta ed in generale per le zone intertriginose e per lesioni umide, sia come trattamento unico che come complemento della crema o del gel. Nelle infezioni dei piedi si consiglia di cospargere con LOMEXIN polvere anche l’interno delle calze e delle scarpe. LOMEXIN 1% polvere cutanea è indicato per la profilassi delle reinfezioni. Nel piede d’atleta e nelle onicomicosi, allo scopo di evitare reinfezioni, è opportuno proseguire il trattamento sopraindicato ancora per una o due settimane dopo la scomparsa delle manifestazioni. 2% shampoo - lavare le zone colpite con LOMEXIN Shampoo; lasciare agire per circa 3-4 minuti, quindi risciacquare abbondantemente. Trattamento: Due volte alla settimana per 2-4 settimane. LOMEXIN non unge, non macchia ed è facilmente asportabile con acqua. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza (vedere paragrafo 4.6). 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego Al momento dell’applicazione sulla lesione si può riscontrare una modesta sensazione di bruciore che di norma scompare rapidamente. Dopo l’applicazione di LOMEXIN Schiuma cutanea non esporsi alla luce solare o ai raggi UVA. Dopo un trattamento topico prolungato con corticosteroidi è consigliabile attendere una quindicina di giorni prima di applicare LOMEXIN Shampoo. Evitare il contatto con gli occhi; ove ciò accada risciacquare abbondantemente con acqua. L’uso specie se prolungato dei prodotti per uso topico può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In tal caso interrompere il trattamento e consultare il medico per istituire idonea terapia. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione Nessuna conosciuta. 4.6 Gravidanza e allattamento Benchè l’assorbimento percutaneo di fenticonazolo sia piuttosto scarso, si consiglia di non usare il preparato in gravidanza. Non esiste alcun dato relativo alla utilizzazione del LOMEXIN Shampoo durante la gravidanza o l’allattamento. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Nulla da segnalare. 4.8 Effetti indesiderati LOMEXIN è generalmente ben tollerato, sia sulla pelle che sulle mucose; solo eccezionalmente sono state segnalate lievi e transitorie reazioni eritematose o sensazione di bruciore che di norma scompare rapidamente. In caso di comparsa di fenomeni irritativi più persistenti o di reazioni da ipersensibilità o di sviluppo di microrganismi resistenti occorre interrompere il trattamento. LOMEXIN nelle condizioni d’impiego consigliate viene solo scarsamente assorbito, per cui possono escludersi ripercussioni di carattere sistemico. 4.9 Sovradosaggio Nulla da segnalare.


5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: antimicotici per uso dermatologico; derivati imidazolici e triazolici. Codice ATC: D01AC12. LOMEXIN è un antimicotico ad ampio spettro. - In vitro: elevata attività fungistatica e fungicida sui dermatofiti (tutte le specie di Trichophyton, Microsporum, Epidermophyton), sulla Candida albicans e sugli altri agenti delle infezioni micotiche della pelle e delle mucose (funghi dimorfi Pityrosporum - muffe). È stata inoltre evidenziata in vitro un’attività inibente la secrezione delle proteinasi acide di Candida albicans. - In vivo: guarigione in 7 giorni delle micosi cutanee da dermatofiti e da Candida nella cavia. LOMEXIN ha inoltre azione antibatterica sui microorganismi Gram positivi. Meccanismo d’azione presunto: blocco di enzimi ossidanti con accumulo di perossidi e necrosi della cellula fungina; azione diretta sulla membrana. 5.2 Proprietà farmacocinetiche Dalle prove di farmacocinetica è risultato un assorbimento del tutto trascurabile per via transcutanea, sia nell’animale che nell’uomo. 5.3 Dati preclinici di sicurezza DL50 topo: os 3000 mg/kg; i.p. 1276 mg/ kg (M), 1265 mg/kg (F); DL50 ratto: os 3000 mg/kg; s.c. 750 mg/ kg; i.p. 440 mg/kg (M), 309 mg/kg (F). Tossicità cronica: 40-80160 mg/kg/die os per 6 mesi nel ratto e nel cane sono stati ben tollerati, salvo manifestazioni di tossicità generale di grado lieve o moderato (nel ratto un aumento del peso del fegato alla dose di 160 mg/kg comunque senza alterazioni istopatologiche e nel cane un transitorio aumento di SGPT alle dosi di 80 e 160 mg/kg associate ad un aumento del peso del fegato). LOMEXIN non interferisce con le funzioni degli organi sessuali femminili e maschili nè possiede effetti sulle prime fasi della riproduzione. Dagli studi di tossicità riproduttiva è risultato, così come per altri imidazolici, un effetto embrioletale che si manifesta ad alte dosi per os (> 20 mg/kg), 20-60 volte superiore la dose assorbita per via vaginale nella donna. LOMEXIN non ha mostrato proprietà teratogene nei ratti e nei conigli. LOMEXIN non è risultato mutageno in 6 test di mutagenesi. La tollerabilità di LOMEXIN è stata soddisfacente nelle cavie e nei conigli. I risultati ottenuti nel maiale nano, la cui cute è morfologicamente e funzionalmente simile a quella umana e generalmente mostra una marcata sensibilità a diversi agenti irritanti, erano eccellenti. LOMEXIN non ha mostrato alcuna evidenza di sensibilizzazione, fototossicità e fotoallergia. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti 2% crema glicole propilenico, lanolina idrogenata, olio di mandorle dolci, estere poliglicolico di acidi grassi, alcool cetilico, gliceril monostearato, sodio edetato, acqua depurata. 2% gel carbomer, acqua depurata, glicole propilenico. 2% schiuma cutanea glicole propilenico, alcool, sodio lauriletere solfato soluzione, alchilamidobetaina soluzione, acqua depurata. 2% spray cutaneo, soluzione alcool, glicole propilenico, acqua depurata. 2% soluzione cutanea alcool, idrossipropilcellulosa, acqua depurata, glicole propilenico. 1% polvere cutanea silice precipitata, zinco ossido, talco. 2% polvere cutanea silice precipitata, zinco ossido, talco. 2% shampoo glicole propilenico, sodio lauriletere solfato soluzione, alchilamidobetaina soluzione, acqua depurata. 6.2 Incompatibilità Nessuna. 6.3 Periodo di validità 3 anni, a confezionamento integro correttamente conservato. Schiuma cutanea: 2 anni, a confezionamento integro correttamente conservato. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Nessuna. 6.5 Natura e contenuto del contenitore 2% crema: tubo di alluminio internamente rivestito di vernice. Tubo da 30 g. 2% gel: tubo di alluminio internamente rivestito di vernice. Tubo da 30 g. 2% schiuma cutanea: flacone di materiale plastico sigillato con dispositivo schiumogeno (erogatore). Flacone da 100 ml. 2% spray cutaneo, soluzione: fla-

cone di vetro. Flacone da 30 ml. 2% soluzione cutanea: flacone di polietilene. Flacone da 30 ml. 1% polvere cutanea: barattolo di polipropilene. Tubo da 50 g. 2% polvere cutanea: barattolo di polipropilene. Tubo da 50 g. 2% shampoo: flacone in polietilene con capsula di chiusura dello stesso materiale. Flacone da 100 g. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Istruzioni per l’impiego e la manipolazione - 2% schiuma cutanea:

Fig. 1. Alzare la linguetta e fissarla nell’apposita sede. NON AGITARE

Fig. 2. Per una buona qualità della schiuma capovolgere il flacone e premere energicamente. Spalmare quindi sulla zona interessata fino a completo assorbimento.

Fig. 3. Se la dose di schiuma non fosse sufficiente, lasciare che il flacone riacquisti la forma originaria e ripetere quanto descritto in fig. 2.

7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO RECORDATI Industria Chimica e Farmaceutica S.p.A. - Via M. Civitali, 1 - 20148 MILANO Concessionario esclusivo per la vendita: INNOVA PHARMA S.p.A. - Milano 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO LOMEXIN 2% crema - tubo 30 g - A.I.C. n. 026043012. LOMEXIN 2% gel - tubo 30 g - A.I.C. n. 026043024 (confezione non in commercio). LOMEXIN 2% schiuma cutanea - flacone 100 ml - A.I.C. n. 026043176. LOMEXIN 2% spray cutaneo, soluzione - flacone 30 ml - A.I.C. n. 026043063. LOMEXIN 2% soluzione cutanea - flacone 30 ml - A.I.C. n. 026043036 (confezione non in commercio). LOMEXIN 1% polvere cutanea - tubo 50 g - A.I.C. n. 026043048 (confezione non in commercio). LOMEXIN 2% polvere cutanea - tubo 50 g - A.I.C. n. 026043051. LOMEXIN 2% shampoo - flacone 100 g - A.I.C. n. 026043214. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data di prima autorizzazione: 14 ottobre 1985 Rinnovo dell’autorizzazione: 31 maggio 2010 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO: 26 Marzo 2007


F A R M A C I S T I

D I

C A R T A

Manuale di legislazione farmaceutica Un volume nato nell’ambito del dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco dell’Università di Torino e rivolto a studenti e professionisti

MEDICINALE CONTRAFFATTO SECONDO L’OMS Un farmaco contraffatto è (...) un farmaco la cui etichettatura è stata deliberatamente e fraudolentemente preparata con informazioni ingannevoli circa il contenuto o l’origine del prodotto. La contraffazione colpisce tanto i farmaci di marca che quelli generici e un farmaco contraffatto può contenere le sostanze attese, sostanze diverse da quelle attese, nessuna sostanza attiva, quantità insufficienti di sostanza attiva, o può essere contenuto in una confezione contraffatta. (World Health Organization. Counterfeit Drugs. Guidelines for the development of measures to combat counterfeit medicines. WHO/EDM/QSM/99.1. 1999). Falsi perfetti: prodotti “originali” fabbricati all’estero e importati illecitamente (due percorsi di vendita). Falsi imperfetti: contengono i componenti giusti ma in quantità e/o formulazione inesatta, tale per cui non rispettano i requisiti richiesti, tipo la scadenza: in linea di massima sono privi di efficacia terapeutica. Falsi solo in apparenza: esteriormente simili, ma che contengono principi non attivi o altre sostanze; spesso fabbricati nel caso in cui il medicinale “originale” non è risolutivo per la cura della malattia. Falsi criminali: esteriormente simili, ma che non contengono i principi attivi e addirittura contengono sostanze nocive; vengono venduti a prezzo elevato e per patologie gravi. Vengono scoperti a causa di decessi e vengono venduti in Paesi dove la mortalità è comunque elevata. (Di Giorgio D. Counterfeit drugs. The phenomenon and enforcement activities [in Italian. Milano: Tecniche nuove; 2010) A volte può avvenire una trasformazione da medicinale “originale” a falso e spesso ciò è imputabile a: Medicinali “originali” inseriti in confezionamenti contraffatti di medicinali analoghi ma con un contenuto di p.a. maggiore (lucro fino a 7 euro per confezione). Medicinali “originali” scaduti inseriti in confezionamenti contraffatti nella data di scadenza. (da Manuale di legislazione farmaceutica, Edizioni Libreria Cortina, 2013, p. 13)

60 puntoeffe

Un terreno fertile L’ambiente torinese si distingue per la fertilità dei rapporti che si sono instaurati negli anni tra il mondo accademico e le rappresentanze di categoria, da Federfarma all’Ordine provinciale. Tra gli artefici di questa proficua collaborazione - da cui sono scaturiti interessanti progetti che hanno coinvolto le farmacie territoriali e gli stessi neolaureati, o laureandi, in Farmacia - senz’altra figura, in posizione primaria, Paola Brusa, docente di Tecnologia, socioeconomia e legislazione farmaceutiche del dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco dell’ateneo torinese. Per compilare questo corposo volume dedicato all’universo della legislazione farmaceutica Brusa si è avvalsa della collaborazione di una ricercatrice del suo dipartimento, Francesca Baratta, dottoranda in Scienze farmaceutiche e biomolecolari. Il Manuale è aggiornatissimo, nel senso che contiene tutte le novità legislative del 2012, condensate nei provvedimenti del governo Monti: Salva Italia, Cresci Italia, Spending review, Decreto Balduzzi, Decreto sviluppo. E poi dall’A alla Z tutto ciò che concerne la professione: oneri burocratici, normativa sui servizi, medicine non convenzionali... Per chi è già farmacista o per chi, come gli studenti, sta per diventarlo. I diritti d’autore saranno versati direttamente alla onlus Appa-Aid progress pharmacist agreement, di cui gli autori sono soci.


P r i ma d e l l a p r e s c r i z i o n e c o n s u l t a r e i r i a s s u n t i d e l l e c a r a t t e r i s t i c h e d e l p r o d o t t o d i s p o n i b i l i s u r i c h i e s t a

www . ms d i t a l i a . i t www . c o n t a t t a ms d . i t i n f o @c o n t a t t a ms d . i t www . u n i v a d i s . i t Mu l t 1 0 5 8 5 5 0 0 0 0 0 ml t j 1 0 / 1 4 D e p . A i f a 1 9 o t t o b r e 2 0 1 2


ia

in

log o c e n gi

Depositato presso l’AIFA in data 17/04/2013

CLASSE C medicinale non soggetto a prescrizione medica

INDICAZIONI: Candidiasi delle mucose genitali. Lomexin 1000 capsule molli vaginali inoltre è indicato nella tricomoniasi vaginale e nelle infezioni vaginali sostenute in forma mista da Trichomonas vaginalis e Candida albicans*

gia

lo o t a m er

in d INDICAZIONI: Dermatomicosi da dermatofiti; Candidiasi della pelle; Pityriasis Versicolor; Otomicosi; Eritrasma; Micosi con superinfezioni batteriche (da batteri gram +)*

Non unge Non macchia Facilmente asportabile con acqua *Per ulteriori informazioni consultare il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.