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Gualtiero Marchesi Ho imparato la semplicitĂ
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Parliamone Se il pharma diventa social
Mercato Le vendite di solari
Medicina Disturbi di genere
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puntoeffe punto è un quindicinale edito da Punto Effe S.r.l. Direzione, Redazione, Marketing
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Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 6655 (Registro operatori comunicazione)
3 Editoriale P A R L I A M O N E
Editore
Ismaele Passoni
Direttore responsabile
Laura Benfenati
Redazione
Giuseppe Tandoi
Segretaria di redazione Collaboratori
Immagini
Progetto grafico Grafica e Immagine Web e area informatica Produzione Marketing e pubblicità Stampa
Francesca Bonaldo Giula Bonfini, Federico Capeci, Stefania Cifani, Stefano De Carli, Elena Folpini, Laura Giordani, Giuliano Guandalini, Sergio Meda, Viki Nellas, Bruno Riccardo Nicoloso, Elisa Speroni, Marcello Tarabusi, Giovanni Trombetta, Giuseppe Venturelli Fotolia, Archivio Punto Effe. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori Gardel&Gardel Emanuela Contieri
4 Parliamone tra noi Se il pharma diventa social 8 Le vostre lettere L’assurda norma P R I M O
P I A N O
10 Incontri Gualtiero Marchesi
20 Convegni Sclerosi multipla, le ultime a Roma 23 Medicina Disturbi di genere 26 Cosmesi Assortimenti redditizi
Matteo Malvicini Giancarlo Confalonieri Ilaria Tandoi Modulimpianti S.n.c. - Capriate S.G. (Bg)
28 Diritto Alla Corte, alla Corte 31 Fisco Novità sugli studi di settore R U B R I C H E
Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. I dati relativi agli abbonati sono trattati elettronicamente e utilizzati dall’editore per la spedizione della presente pubblicazione e di altro materiale medico-scientifico. Ai sensi dell’articolo 7 del D.lgs del 30 giugno 2003 n.196, in qualsiasi momento è possibile consultare, modificare e cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo scrivendo a: Punto Effe S.r.l., Responsabile dati, Via Boscovich n. 61 - 20124 Milano.
Testata associata a
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14 Mercato Le vendite di solari
34 Spigolature 37 Dalle aziende 41 Lavori in corso 43 Consigli per le vendite 48 Farmacisti di carta
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E D I T O R I A L E
ALZIAMO LA VOCE
L’
assurda norma (comma 17, articolo 11) di cui riparliamo a pagina 10, grazie a una lettera inviataci da un titolare di farmacia, deve essere cambiata. Sull’argomento da qualche tempo è purtroppo calato il silenzio. L’originaria stesura del comma 17 dell’art. 11 Dl n. 1/2012, secondo cui la direzione della farmacia privata poteva essere mantenuta solo fino al raggiungimento dell’età pensionabile da parte del farmacista, è stata sostituita dalla norma contenuta nel Dl 95/2012 secondo cui «a decorrere dal 1° gennaio 2015 e fatta eccezione, comunque, per le farmacie rurali sussidiate, la direzione della farmacia privata…può essere mantenuta fino al raggiungimento del requisito di età pensionabile da parte del farmacista iscritto all’Albo». Un avvocato specializzato nel nostro settore ci ha spiegato che per impugnare questa norma davanti al tribunale amministrativo, i titolari devono ricevere un provvedimento dalla propria Asl in cui si intima di nominare un direttore. Questo presumibilmente accadrà all’avvicinarsi del primo gennaio 2015 ma la discussione sulla questione nel frattempo non può essere sospesa. All’ultimo momento sono stati “graziati” i titolari sussidiati, esclusi dal provvedimento, ma è noto a tutti che esistono molte farmacie urbane di piccolo fatturato che, come scrive l’autore della lettera, proprio non possono permettersi l’assunzione di un direttore. Quanti sono i titolari di farmacia che nel 2015 saranno colpiti da questo provvedimento? Non crediamo sia difficile, per il sindacato, ottenere e divulgare questa informazione. Al di là del numero - fossero anche pochissimi, la questione sarebbe ugualmente assurda - è il principio che conta: nel Paese dell’accumulo di poltrone, in cui ci sono molte posizioni di rilievo occupate da ultrasettantenni e ultraottantenni, questa norma non ha alcun senso. Si volevano creare posti di lavoro? In questo modo artificioso, obbligando aziende in difficoltà ad assumere? Bella idea di un Governo che si spacciava per tecnico. Parlavamo di barricate sul numero scorso: per cancellare questa norma vergognosa la categoria compatta deve cominciare ad alzare la voce. Senza aspettare il 2015. Laura Benfenati puntoeffe 3
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Se il pharma diventa social 4 puntoeffe
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uepuntozero Doxa ha presentato l’edizione marzo 2013 dell’indagine semestrale “Italia 2.0”. Dal 2009, l’agenzia di ricerche digitali monitora lo stato dell’arte degli utenti internet italiani e delle loro attese verso le iniziative social dei brand con 1.500 interviste ogni semestre, per un totale di 3.000 all’anno. Ecco i risultati più rilevanti della ricerca.
I TERRITORI 2.0 Cominciamo da qualche dato di scenario. Facebook rimane la piattaforma preferita dagli italiani con un 81 per cento di utenti web iscritti (pari a 23,2 milioni), e un 71 per cento di utilizzatori assidui, in aumento di tre punti percentuali rispetto al 2012. Sempre per quanto riguarda Facebook , ci sono due principali dinamiche da segnalare. In primo luogo evidenziamo una crescente attenzione a preservare la propria privacy. Il 47 per cento degli intervistati dichiara di avere limitato ulteriormente la visibilità del proprio profilo agli altri utenti: il 64 per cento condivide i contenuti del proprio profilo con gli amici, il 12 per cento con amici di amici, il 18 per cento con tutti (tra le persone con profilo pubblico il 63 per cento sono uomini), il 2 per cento con nessuno. Nonostante il trend di chiusura dettato da ragione di privacy, Facebook rimane un canale fondamentale per la comuni-
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cazione di marca: in media gli utenti seguono 40 brand page ufficiali; il 51 per cento degli utenti ne segue almeno una. Ma attenzione, questi numeri nascondono dinamiche particolari: all’interno del campione il 52 per cento ne segue meno di 10, il 33 per cento tra 11 e 50 e il restante 15 per cento più di 50 pagine. Twitter è stato il fenomeno del 2012, con una crescita che non accenna a fermarsi: oggi hanno un account Twitter il 29 per cento degli utenti web. Di questi solo la metà dichiara di utilizzarlo spesso, pari a circa 4,3 milioni di individui. Amici (76 per cento), vip (56 per cento), media (41 per cento) e giornalisti (36 per cento) sono tra gli utenti più amati e seguiti. Tuttavia non mancano occasioni di interazione diretta con i brand per porre domande (32 per cento), parlare di prodotti o servizi (31 per cento) o segnalare problemi (31 per cento). Evidenziamo un confronto con gli utenti attivi Google Plus oggi un 17 per cento sui 6,3 milioni di iscritti - che superano gli utenti attivi Twitter (15 per cento) di due punti percentuali. Youtube è il secondo social network in Italia, con il 60 per cento degli utenti web che dichiara di utilizzarlo spesso e il 47 per cento di iscritti. Youtube si proclama mezzo di diffusione di massa di mes-
SOCIAL PARTICIPATION
83%
Dati, trend, prospettive di un’Italia digitale che cresce DI FEDERICO CAPECI CEO @DUEPUNTOZERO DOXA E GIUSEPPE VENTURELLI CEO @DOXAPHARMA
SOCIAL NETWORK
FIGURA 1
46% FORUM
30%
17%
BRAND COMMUNITY
BLOGGER
Fonte: Duepuntozero Doxa
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saggi su brand e aziende più o meno canonici: il 34 per cento degli intervistati dichiara di cercare pubblicità del passato, il 26 per cento parodie di altri utenti, il 25 per cento pubblicità del momento, il 20 per cento pubblicità internazionali. Infine, segnaliamo l’affermarsi di comunicazione visual di brand: Pinterest e Instangram, social media dove regnano fotografie e immagini, sono territori ancora di nicchia, ma molto promettenti e contano, rispettivamente, un 3 per cento e un 7 per cento di utenti attivi. I SOCIAL MEDIA CLUSTER Il complesso panorama dei social media in Italia impone alle aziende una presenza obbligata e analisi di target adeguate a un bacino di utenti sempre più esigenti e diversificati. Dai dati di Italia 2.0 emergono 5 macrocluster di interlocutori che interagiscono e chiedono alle aziende cose differenti. Social Fun (33 per cento): per questo target i social network sono un mezzo per interagire e divertirsi con i propri contatti on line; Emotional (14 per cento): hanno un approccio emotivo alle attività on line comprese le iniziative dei brand, ai quali chiedono valori e coinvolgimento; Practical (17 per cento): ai brand chiedono concretezza, coerenza e autenticità; Egomaniac (15 per cento): sono concentrati sui propri bisogni e necessità; Brand-Peer (21 per cento): cercano un rapporto alla pari e diretto con il brand. Una volta individuate caratteristiche ed esigenze di target, il brand può quindi definire mezzi, strumenti e contenuti per una comunicazione e un’interazione efficace. QUALI IMPLICAZIONI PER IL SETTORE FARMACEUTICO? La crescita dell’utenza web in Italia (28 milioni e mezzo) non diluisce la partecipazione degli user che continuano a essere social. Il web partecipativo, tuttavia, non è finalizzato solo al divertimento ma
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SOCIAL CLUSTER PER I BRAND
EGOMANIAC
BRAND PEER
“Posso cambiare l’azienda, affinché i prodotti siano in linea coi miei bisogni”
“Vorrei parlare con l’azienda in modo paritetico, dialogando con essa”
15%
21%
SOCIAL FUN
PRATICAL
EMOTIONAL
“Mi piace passare del tempo insieme ad altri, divertendomi”
“Mi aspetto iniziative concrete, che mi diano informazioni e che siano autentiche”
“Ciò che mi muove sono le emozioni. Le aziende dovrebbero parlare dei loro valori”
33%
FIGURA 2
anche, e in larga parte, allo scambio di opinioni e informazioni. Non fa eccezione il settore farmaceutico. Quasi l’80 per cento degli intervistati, infatti, dichiara di aver cercato informazioni su terapie, farmaci o professionisti on line. La ricerca di informazioni è distribuita durante tutto il periodo di terapia: il 51 per cento delle persone ricerca informazioni prima della visita medica; il 35 per cento dopo la visita medica; il 27 per cento nel periodo di terapia. Queste informazioni vengono poi condivise e discusse nella metà dei casi con il proprio medico di fiducia: il 22 per cento dei pazienti che ricerca informazioni on line su medici e terapie ne chiede in seguito la prescrizione al proprio medico. Modelli partecipativi più o meno strutturati danno origine a vere e proprie peer community di scambio attivo. Questi luoghi di confronto sono percepiti dagli utenti web come la fonte più affidabile da cui reperire informazioni: oltre il 70 per cento degli intervistati riconosce un elevato potere di influenza a web community di pazienti con lo stesso problema (71 per
17%
14%
Fonte: Duepuntozero Doxa
cento) o che hanno già fatto uso di uno specifico farmaco (74 per cento). In contrasto, la percentuale di intervistati che attribuisce un significativo potere di influenza alle case farmaceutiche e ai rispettivi dipendenti è minoritaria: rispettivamente 36 per cento e 26 per cento. Questo risultato è, probabilmente, dettato dalla paura di informazioni inquinate da interessi commerciali. IL PAZIENTE AL CENTRO Insomma, come ha ben fotografato Italia 2.0, il consumatore/cliente/paziente ha deciso di rendersi autonomo e di mettersi al centro della propria richiesta di salute. Questo ha già determinato ripercussioni molto evidenti a carico dei medici di medicina generale, che si trovano a dover difendere il loro ruolo nei confronti di un paziente che non accetta più le loro decisioni in maniera acritica, ma che vuole confrontarsi alla luce delle informazioni che ha acquisito in maniera autonoma (spesso sulla rete). In relazione a queste mutate esigenze e in virtù delle normative emesse dal ministro Balduzzi, i medici di famiglia stan-
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no modificando il loro approccio e le loro strutture ambulatoriali attraverso la partecipazione ai nascenti nuclei di cure primarie, attraverso il maggiore coinvolgimento nella farmacovigilanza e con incontro medici di famiglia-farmacisti per attuare quel nuovo Patto della Salute “territorio centrico” che cerca di rimettere il paziente al centro dell’assistenza di base. Tutto questo potrà avere un’attuazione migliore e più soddisfacente per tutti quando ci sarà una presenza maggiore e più chiara dei medici di medicina generale sulla rete al servizio dei cittadini. Anche il farmacista vede cambiare il proprio cliente e necessariamente deve modificare la propria figura professionale. La conseguenza di tutto questo porta allo sviluppo del modello di farmacia “di prossimità territoriale” ovvero di una maggiore vicinanza ai bisogni/alle richieste del cliente, ma anche, in maniera proattiva, significa cominciare a disegnare una mappatura dei bisogni della salute, sul territorio di riferimento. In questo scenario, la centralità della farmacia nel segmento etico-sanitario si potrà consolidare anche attraverso molti progetti che vadano incontro alle esigenze di tutta la filiera della salute. Dove si superi i livelli concorrenziali sui nuovi servizi diagnostici/assistenziali e si passi rapidamente dai servizi in farmacia alla farmacia dei servizi. In questo disegno il ruolo della farmacia si allarga verso il territorio e ne abbraccia le istanze, dal monitoraggio del paziente, alla fornitura di servizi sanitari, alla formazione/educazione, andando verso quel ruolo di terminale intelligente della sanità che rappresenta l’unico posizionamento vincente per la farmacia del futuro, per una farmacia che segue gli sviluppi del cliente e risponde alle sue mutate esigenze. Esigenze che sono anche quelle di poter accedere a una rapida e sicura fonte di informazione (di consiglio) di tutto ciò che il farmacista può fornire con una presenza costante e innovativa sul web. E LE AZIENDE FARMACEUTICHE? Infine, per quanto riguarda le aziende farmaceutiche, il web 2.0 è un territorio ricco e ancora inesplorato che presenta margini ampi d’azione e una base di fiducia ancora da costruire.
Nonostante questo ritardo da parte delle aziende, il paziente/cliente va avanti nel proprio processo di cambiamento e di crescita, sfruttando le rete per dare/condividere le proprie esperienze/opinioni sui farmaci e per prendere/cercare consigli e delucidazioni sui propri problemi e sulle possibili soluzioni esperite da persone nelle sue stesse condizioni. Nella “mission” delle aziende farmaceutiche è quasi sempre presente l’obiettivo di mettere il paziente al centro delle loro attività. Patient centricity per le aziende significa: promuovere il diritto dei pazienti a cure appropriate ed efficaci; mettere a frutto le opportunità offerte dall’innovazione e non solo quella in ambito strettamente farmacologico e medico; fare leva sul coinvolgimento e il contributo di tutti i soggetti coinvolti nella gestione di una patologia, in una logica di collaborazione dinamica e trasparente. Tutto questo purtroppo, non si traduce ancora in vicinanza diretta e in
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una interazione veramente duale (2.0 per usare il temine appropriato al contesto) con il cittadino. È vero, come rivela l’indagine Italia 2.0, che le comunicazioni delle aziende sul web sono ritenute poco credibili da parte dei navigatori, ma questo non deve essere preso come un dato inamovibile, piuttosto come un momento di riflessione per trovare le modalità per comunicare il proprio pensiero in maniera più trasparente e diretta. Sicuramente il limite sulla comunicazione diretta al consumatore imposta dal Ministero della salute ha frenato questo flusso, ma esiste anche una certa inerzia, paura e inesperienza nel voler andare verso l’utente finale dei farmaci. Ci auguriamo che le aziende farmaceutiche, vedendo i risultati della ricerca e, ascoltando i bisogni dei pazienti, si impegnino maggiormente nel cercare di comunicare in maniera veramente 2.0 con i cittadini in cerca di informazioni sulla salute e sui farmaci.
SOCIAL MEDIA PHARMA
78%
HA CERCATO ONLINE INFORMAZIONI SU TERAPIE, FARMACI O MEDICI DI CUI
52% SI CONFRONTA CON IL PROPRIO MEDICO RISPETTO ALLE INFORMAZIONI TROVATE ONLINE
FIGURA 3
22% CHIEDE AL PROPRIO MEDICO LA PRESCRIZIONE DI FARMACI O TERAPIE TROVATE ONLINE
51%
35%
27%
13%
RICERCA INFO ONLINE PRIMA DELLA VISITA MEDICA
CONTINUA A CERCARE DOPO LA VISITA
FA RICERCHE ONLINE DURANTE LA TERAPIA
NON RICORDA
Fonte: Duepuntozero Doxa
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Una norma assurda LETTERA AL DIRETTORE, 23 MAGGIO Egregio direttore, per motivi familiari che le risparmio di raccontare, sono da non molto tempo titolare di una piccola farmacia urbana (fatturato Ssn inferiore a 250.000 euro), che gestisco insieme a un mio familiare laureato ma non in Farmacia (disoccupato). Ho 67 anni, pertanto, in conseguenza del discusso comma 17 dell’articolo 11 sulle liberalizzazioni, dal primo gennaio 2015 dovrei assumere, come altre migliaia di colleghi, anche un direttore, il cui costo è assolutamente insostenibile per una modesta attività come la mia. Tralasciando l’inutile polemica sulla “vetustà” della classe politica che ci governa mentre un titolare di farmacia a 68 anni sarebbe “rimbambito”, desidererei sollecitarla a riaprire, attraverso la sua pregevole e attenta rivista, il dibattito sull’assurdità del suddetto comma 17. Il tutto nella speranza che il nuovo ministro della Salute ponga riparo a questa palese e assurda ingiustizia nei riguardi di tutta la categoria dei farmacisti. M.S.
Pharmaceutical care a Pistoia PISTOIA, 3 GIUGNO Insieme a numerosi colleghi ho partecipato con interesse, a Cosmofarma, al convegno sulla pharmaceutical care, in cui tre ricercatori di altissimo livello si sono susseguiti con relazioni assolutamente condivisibili. Applicandoli alla provincia di Pistoia prendo alcuni suggerimenti da ciascuno di loro. Gadi Schonheit ci ha detto chiaramente che, in un mondo che sta cambiando, dobbiamo essere disposti a cambiare anche noi, proponendoci come fornitori di servizi sanitari integrati e costruendo così il nuovo modello di farmacia, intesa come terminale intelligente (e integrato) della sanità, non più solo con una centralità distributiva, ma sviluppando la relazione con il paziente. Questo è attuale e urgente soprattutto in Toscana, regione dove ciò che viene sperimentato assume attenzione particolare: da tempo assistiamo alla riorganizzazione della sanità con
“Ho 67 anni, pertanto, in conseguenza del discusso comma 17 dell’articolo 11 sulle liberalizzazioni, dal primo gennaio 2015 dovrei assumere, come altre migliaia di colleghi, anche un direttore, il cui costo è assolutamente insostenibile per una modesta attività come la mia”
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nuovi ospedali per intensità di cure (quello pistoiese sarà inaugurato il 25 luglio) e un territorio chiamato a farsi carico del paziente cronico attraverso case della salute o Uccp (Unità complesse di cure primarie), progetti di Chronic care model con nuove funzioni per l’infermiere, nel tentativo di mantenere elevata la quantità dei servizi con minori risorse. Da tutto questo la farmacia è stata per ora esclusa perché considerata poco affidabile e troppo costosa, anzi nel tempo da parte delle varie Asl, chiamate da direttive regionali a raggiungere obiettivi di risparmio sempre più elevati, è stata effettuata una progressiva compressione della spesa farmaceutica convenzionata, con l’esplosione di forme più o meno improprie di distribuzione diretta e di consegna domiciliare di farmaci attualmente in Dpr. Di fronte a tutto questo siamo rimasti inermi e impotenti. Non mi soffermo sui dati presentati da Andrea Manfrin, che ormai a Pistoia è di casa, ma grande è stata l’emozione nel vedere proiettati risultati che sono il frutto anche dell’impegno di venti farmacisti pistoiesi e indirettamente di tante persone farmacisti titolari e collaboratori, e anche alcuni medici che hanno creduto nella bontà del progetto e hanno creato un ambiente carico di aspettative per il futuro, stimolando noi, attuale classe dirigente, a proseguire su questa strada: la costruzio-
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ne della Ebp (Evidence based pharmacy) in cui il farmacista da dispensatore diventa consulente e dà (a pagamento) un servizio al quale è “attaccato” un prodotto. Attraverso il progetto pilota Mur abbiamo dimostrato che anche noi farmacisti italiani, opportunamente formati, siamo in grado di lavorare utilizzando nuove competenze con grande soddisfazione personale e un elevato gradimento da parte dei pazienti. Giancarlo Nadin, infine, partendo dall’analisi della situazione attuale, ha mostrato una progettualità futura, sostenendo che non si può parlare di progetti che calano dall’alto, ma all’interno di un coordinamento nazionale, devono nascere i progetti delle cento province, anche perché non tutti i farmacisti sono in grado o vogliono cambiare nello stesso tempo; ci vorranno dunque gli early adopters per raggiungere quanto prima il cosiddetto tipping point (punto di non ritorno). E proprio la sua considerazione che noi farmacisti non dobbiamo più pensare alla ricetta ma al paziente (il patrimonio della farmacia è il paziente cronico) mi permette il collegamento con il progetto Pistoia Pharma Care, il primo progetto toscano di pharmaceutical care , la cui sperimentazione è iniziata nella nostra piccola provincia grazie a una forte sinergia tra Federfarma Pistoia, l’Ordine professionale, le farmacie comunali e la nostra Asl. Della durata di un anno, mirato a due patologie croniche (Bpco e Parkinson), il nostro progetto era stato presentato ufficialmente il 31 maggio 2012 durante il convegno pistoiese “Nuova Farmacia”, ma soltanto oggi è stata trovata la giusta condivisione che ne ha permesso l’avvio. Punto essenziale dell’accor-
“L’obiettivo è affermare il ruolo basilare delle farmacie sul territorio per quanto riguarda il tema dell’appropriatezza dei trattamenti (monitoraggio della terapia, farmacovigilanza, educazione a corretti stili di vita) e l’inserimento del farmacista di comunità in una rete integrata con il medico specialista e di medicina generale”
do è l’affermazione del ruolo basilare delle farmacie sul territorio per quanto riguarda il tema dell’appropriatezza dei trattamenti (monitoraggio della terapia, farmacovigilanza, educazione a corretti stili di vita) e l’inserimento del farmacista di comunità in una rete integrata con il medico specialista e il Medico di medicina generale per la gestione di patologie complesse (quali Bpco e Parkinson). Core business del progetto è la scheda mensile di monitoraggio, mutuata dal mondo anglosassone e adeguata alle esigenze italiane, attraverso la quale il farmacista verificherà l’adesione alla terapia del paziente e si interfaccerà attivamente con il medico in caso di problemi. La scheda, correttamente compilata, permetterà al paziente di migliorare la qualità di vita e al Ssn il risparmio di risorse (in termini di diminuzione di ricoveri ospedalieri, esami clinici eccetera), parte delle
“Core business del progetto Pistoia Pharma Care è la scheda mensile di monitoraggio, mutuata dal mondo anglosassone e adeguata alle esigenze italiane, attraverso la quale il farmacista verificherà l’adesione alla terapia del paziente e si interfaccerà attivamente con il medico in caso di problemi”
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L E T T E R A
Dite la vostra Se volete esprimere le vostre opinioni inviate una lettera a Punto Effe, via Boscovich 61, 20124 Milano, trasmettete un fax allo 02.29513121, mandate una e-mail a info@puntoeffe.it o intervenite sul forum di www.puntoeffe.it. Per permetterci di ospitare più interventi, scrivete lettere brevi. Quelle non pubblicate sono sul forum di www.puntoeffe.it
quali utilizzabili per la remunerazione del servizio reso dal farmacista. Per venire incontro alle immediate esigenze di risparmio dell’Asl e a condizione di bloccare l’aumento di distribuzione diretta, e progressivamente farla regredire, ci siamo resi disponibili a dispensare con le modalità della Dpc poche molecole relative alle due patologie destinate esclusivamente ai pazienti inseriti nel protocollo. La sperimentazione di questo progetto permetterà tra un anno di avere la forza dei numeri a sostegno delle nostre teorie. A Pistoia siamo consapevoli che certi processi non sono né scontati né automatici, ma ricordiamo nell’agosto dello scorso anno la perplessità che alcuni di noi avevano nell’aderire alla sperimentazione del progetto pilota Mur proposto da Manfrin, oggi ci chiediamo perché non abbiamo cominciato prima a ragionarne: se vogliamo salvare la farmacia è inevitabile superare le vecchie convinzioni e le nostre paure per affrontare con coraggio nuove direzioni e nuove sfide. Sandra Palandri, presidente di Federfarma Pistoia
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I N T E R V I S T A
Cuoco, non chef Gualtiero Marchesi nasce a Milano il 19 marzo 1930, da una famiglia di albergatori originari di San Zenone Po, nel Pavese. I suoi gestiscono l’albergo-ristorante Al Mercato in via Bezzecca, a Milano, dove inizia il suo percorso. Nel primo dopoguerra, adolescente, cerca altrove di misurare le sue capacità e si reca in Svizzera, per un felice apprendistato al Kulm di Saint Moritz e alla Scuola alberghiera di Lucerna, che frequenta per tre anni. Rientra in Italia nel 1951 e rimane a lavorare per alcuni anni presso l’albergo di famiglia, poi a quarant’anni, sposato e padre di due figlie, se ne va in Francia a perfezionare la sua arte. Nel 1977 apre a Milano, in via Bonvesin de la Riva, il ristorante che gli darà fama. A due anni dall’apertura i gastronomi Gault e Millau, intervistati da Time, lo annoverano tra i quindici ristoranti al mondo che prediligono. Piovono le stelle delle Guida Michelin: una nel 1978, due l’anno dopo, tre nel 1985, primo ristorante italiano a fregiarsene. Poi le stelle Michelin retrocedono a due dal 1997 per i primi dissidi: Marchesi ama i giudizi e non i voti. Del 2008 è un gesto clamoroso - la ”restituzione delle stelle” e la “vendetta” dei compilatori della Guida Michelin
che dal 2009 cita il ristorante di Marchesi all’Albereta di Erbusco come appendice dell’albergo e senza alcun commento. Il ristorante in Franciacorta viene vent’anni dopo Bonvesin de la Riva. Un viaggio dalla città alla campagna che dopo le tappe di Parigi, Roma e Cannes gli fanno creare nel 2008, a Milano, Il Marchesino, un caffé-bistrot-ristorante a ridosso della Scala, il tempio della lirica tanto amata, come la musica. Non per caso ha sposato una pianista. Conseguente alle sue prerogative, nel marzo 2010 nasce la Fondazione Gualtiero Marchesi, voluta per diffondere «il bello e il buono in tutte le arti, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla cucina». L’accompagna, in onore dei suoi 80 anni, una mostra a lui dedicata, a Milano, al Castello Sforzesco. Innumerevoli sono i riconoscimenti e i premi in una carriera di oltre sessant’anni, ma quello che più lo appaga è il ruolo di rettore di Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana, inaugurata nel 2003 all’interno della Reggia di Colorno, nei pressi di Parma. Tra i cuochi suoi allievi ricordiamo Carlo Cracco, Pietro Leemann, Paolo Lopriore, Andrea Berton, Davide Oldani, Paola Budel, Enrico Crippa e Fabrizio Molteni.
P R I M O P I A N O
I N T E R V I S T A
Ho imparato la semplicità Gualtiero Marchesi a 83 anni è un cuoco che non sta più in cucina ma continua “a pensare, a costo dell’insonnia” e a scomporre il film della sua vita, fatta “di molte cose, alcune di qualità assoluta”. Il segreto di una lunga giovinezza sono le “lunghe passeggiate, appena posso” DI SERGIO MEDA
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l gusto per la sfida avrebbe permesso a Gualtiero Marchesi di primeggiare in molti campi lasciando comunque un segno, un’impronta di sé. Per una questione di cromosomi che hanno prodotto un uomo sempre curioso, capace di adattarsi, impulsivo e istintivo quanto basta. Poliedrico, fra l’altro, al punto da permettersi un sacco di cimenti, per vedere l’effetto che faceva vincere e pure perdere, che talvolta inquieta e altre rassicura. In gioventù gli riusciva bene correre in bicicletta, tirare di fioretto, giocare a biliardo e ballare. Se poi alle doti fisiche, alla destrezza, aggiungete la passione per il disegno e per la musica, per l’opera in particolare, ben presenti e alternate alla fame di letture, avete il quadro di un uomo desideroso sempre di fare e fare bene. Rigore e sensibilità si applicano anche in cucina, lui vorrebbe dire «soprattutto in cucina» ma se ne astiene perché, pur gioviale, è parco di parole. Lo testimoniano le risposte, sempre asciutte, che contrappuntano la chiacchierata con lui. Preferisce che parlino le sue creature, le innovazioni («non invenzioni, mi raccomando») che ha portato nella cucina andando sempre alla ricerca dell’essenza di questa attività umana,
tra le più serie che ci siano. Un gioco con regole importanti. Impensabile, per altri, il percorso da lui compiuto a quarant’anni, quando un cuoco già molto abile, riconoscibile e riconosciuto nel talento, avvertì come inderogabile la necessità di andare in Francia, moglie e due figlie al seguito, per compiere due diverse esperienze for-
mative a Parigi e a Digione. Decisive per il suo futuro. Andò a bottega dai fratelli Troisgros, al ristorante Ledoyen a Parigi e poi al Chapeau Rouge. Fece rientro in Italia solo quando fu «sicuro di aver imparato la semplicità». Con quel bagaglio cruciale ebbe modo di aprire la sua prima creatura, in via Bonvesin de la Riva, in una Milano centrale ma non troppo,
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Gualtiero Marchesi brinda con alcuni ex allievi, tra i quali Carlo Cracco, Davide Oldani e Pietro Leemann
Come fa a frequentare un ristorante in incognito. Da quanto tempo non capita più? Dal 1977, quando aprii il ristorante in Bonvesin de la Riva, sono molto riconoscibile. Si inventa qualcosa ogni giorno, in cucina, oppure ci si può sentire appagati? Mi sento perfettamente appagato. Ciò non vuol dire che non arrivi improvviso il desiderio di fare o di rifare.
cui seguì vent’anni dopo l’Albereta a Erbusco, in Franciacorta, e poi, ultimo nato, il Marchesino, creatura milanese che ha soltanto cinque anni. Il nostro colloquio parte da un inciampo, lo chiamiamo maestro e quasi si risente. Perché non le piace essere chiamato maestro? Gli allievi ci sono, la riconoscono come tale. Non mi dà noia, a patto che la definizione non abbia genericità. Sempre che significhi maestro di cuochi. Allora l’appellativo mi sta bene, lo sono stato e lo sono ancora. Tuttavia, non ho mai avuto ambizione per i titoli, disponendo di un nome e di un cognome piacevoli. Quanti cuochi ha allevato, ha fatto un conto anche approssimativo? Non so. A volte, però, ho chiesto a qualcuno di non dire che aveva lavorato con me. Qualcuno degli allievi ha tradito, andandosene prima del dovuto, da incompiuto? Nessuno è uscito dalla mia cucina “compiuto”. È con la vita, è con l’esperienza che un allievo mette a frutto la buona lezione. Molti dei ragazzi che sono passati dalla mia cucina sono oggi dei cuochi degni di questo nome, capaci in base alle loro attitudini di formare altre persone, altri entusiasti. Esistono gli eredi di un grande chef, oppure ciascuno è unico nel suo genere? Ci sono persone con cui stabilisci una tale sintonia che il piatto ha due padri o due madri. Non sai più chi lo ha fatto.
12 puntoeffe
Succede così, ma è veramente raro e molto bello. Che cosa la spinge a lavorare ancora? Vorrei che sempre più giovani, giovani con interessi anche opposti alla cucina, venissero a cena da me non per dire che hanno mangiato da Marchesi, ma che hanno imparato qualcosa intorno al cibo e all’arte di imbandirlo. Ci propone il suo elisir di giovinezza, a 83 anni sembra un uomo appena maturo. Come ha fermato il tempo? Il tempo è andato. Non sto in cucina, ma con la testa continuo a ripassare, scomporre e ricostruire il film della mia vita, scoprendo insieme al numero delle cose fatte la qualità assoluta di alcune. Ci sveli almeno uno dei suoi segreti di vita, un suo appetito: la curiosità mantiene giovani? O cos’altro? Pensare anche a costo dell’insonnia. Intanto ci dica non cosa ma come mangia. Poco ma spesso, come Totò? Grande uomo. Io Marchesi, lui Principe. La soddisfazione maggiore della carriera, non certo le stelle della Guida Michelin. Quale? Avere coniugato estetica ed etica. Il bello puro è il vero buono. Lei va ancora a testare il lavoro degli altri, a verificare le espressioni tangibili dei suoi colleghi, giovani e meno giovani? No.
Una sua scoperta di gusto, magari tardiva, che so, un ingrediente sorprendente, incontrato per caso o su suggerimento di qualcuno? Qualche giorno fa ho scoperto che esistono sedici, dico sedici, sfumature di peperoncino. Perché chef si coniuga poco di frequente al femminile? In italiano si dice cuoco. E cuoca al femminile. Rapporto con l’arte: coltivato soprattutto in Francia o c’era ben prima? No, da sempre, dall’amicizia giovanile con Aldo Calvi. Cosa riconosce alla sua terra d’origine, il Pavese? Un vantaggio, se c’è, a nascere lì. Io sono nato a Milano, ma i miei, durante la guerra mi mandarono dai parenti. Mi capita ancora di prendere l’automobile e fermarmi sul Po a guardare il fiume, dove ho imparato prima a tuffarmi e poi a nuotare. Con Calvi lo attraversavamo nonostante la corrente. Veniamo allo stare in salute: lei segue precetti antichi, i rimedi della nonna? Lunghe passeggiate, appena posso. Ha rapporti con la categoria dei farmacisti? Ne conosce, ne ha stima? Non ne conosco, ma ovviamente li rispetto. Cucina e nuove tecnologie, per chiudere. Vanno d’accordo o sono soltanto diavolerie? Capisco che possano risolvere molte cose. Io, però, ho imparato a cucinare con le vecchie tecnologie. E se sai cucinare bastano acqua, fuoco e una pentola.
ia
in
log o c e n gi
Depositato presso l’AIFA in data 17/04/2013
CLASSE C medicinale non soggetto a prescrizione medica
INDICAZIONI: Candidiasi delle mucose genitali. Lomexin 1000 capsule molli vaginali inoltre è indicato nella tricomoniasi vaginale e nelle infezioni vaginali sostenute in forma mista da Trichomonas vaginalis e Candida albicans*
gia
lo o t a m er
in d INDICAZIONI: Dermatomicosi da dermatofiti; Candidiasi della pelle; Pityriasis Versicolor; Otomicosi; Eritrasma; Micosi con superinfezioni batteriche (da batteri gram +)*
Non unge Non macchia Facilmente asportabile con acqua *Per ulteriori informazioni consultare il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
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M E R C AT O
Le vendite
di solari In quest’ambito la farmacia ha ottime opportunità di crescita, legate non solo al suo ruolo educativo ma anche alla crescente sensibilità nei confronti delle specifiche esigenze dermatologiche DI ELENA FOLPINI, NEW LINE E VIKI NELLAS, UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE
S
i può facilmente intuire come i fattori che influenzano la vendita dei prodotti solari siano numerosi ed eterogenei, dalle condizioni climatiche alla posizione geografica della farmacia, ma anche il prezzo piuttosto che il momento in cui l’allestimento viene predisposto sul punto vendita. Sebbene questo sia un mercato che risente moltis-
simo della concorrenza del fuori canale, crediamo che la farmacia abbia buone carte da giocarsi. Per indagare questo mercato in profondità e conoscere meglio gli elementi che ne condizionano le vendite, abbiamo utilizzato i dati del nostro campione costituito da oltre 3.800 farmacie distribuite su tutto il territorio nazionale. In
particolare è stato utile confrontare le performance medie con quelle di particolari sottogruppi che sono sembrati particolarmente interessanti: le farmacie posizionate in località balneari (8,5 per cento) e montane (14,2 per cento), che possono cogliere dinamiche legate al turismo; le farmacie presenti nei capoluoghi di provincia (31,3 per cento); le 500 farmacie che nel 2012 hanno ottenuto le performance migliori nella vendita di prodotti solari. Le vendite dei solari sono caratterizzate da forte stagionalità (figura 1) e, indipendentemente dal contesto geografico analizzato, si concentrano nei mesi tardo primaverili ed estivi, con il picco delle vendite chiaramente individuabile nel mese di giugno. Sebbene esista un parallelismo nel comportamento dei diversi gruppi di farmacie, è interessante osservare che il calo delle vendite nei mesi successivi al picco risulta essere più graduale nelle località balneari e montane rispetto a ciò che avviene in città e nel campione totale. Questa diversità è probabilmente legata al fatto che la domanda di solari rimane elevata per un periodo più lungo nelle località di villeggiatura, suggerendo perciò l’opportunità di investire durante un maggiore arco di tempo nella proposta e nella promozione di questi prodotti nelle zone marittime e montane rispetto agli altri contesti geografici.
VENDITE MEDIE DI PRODOTTI SOLARI (PEZZI) 300 250 200
mare montagna capoluogo prov. totale
150 100 50 0
FIGURA 1
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feb-12
mar-12
apr-12
mag-12
giu-12
lug-12
ago-12
set-12
ott-12
Panel New Line Totale Italia - dati medi per punto vendita febbraio - ottobre 2012
GIORNI MEDI DI BEL TEMPO 2012
VENDITE MEDIE SOLARI (PEZZI) 2012
2013
30
50
25
40
20
2013
30
15 20
10
10
5 0
0 Gennaio
FIGURA 2
Febbraio
Marzo
Gennaio
Panel New Line Totale Italia - media effettuata su 11 località campione - dati disponibili su www.ilmeteo.it
IL FATTORE METEREOLOGICO Il primo fattore però che risulta, ovviamente, condizionare il sell out in questo comparto è il meteo. Abbiamo approfondito la rilevanza di questo fattore concentrando l’analisi sul primo trimestre del 2013, caratterizzato da condizioni di piovosità davvero straordinarie. Dagli archivi storici delle stazioni meteorologiche italiane, disponibili in rete, abbiamo raccolto i dati dei trimestri gennaio-marzo 2012 e 2013, utilizzando alcune città campione come riferimento. Dal confronto tra i dati meteo e i dati di sell out emerge con grande chiarezza una forte correlazione tre l’incidenza dei giorni di pioggia e le vendite di solari. Come si evince dal grafico, i pezzi medi venduti nel 2013 sono stati inferiori rispetto all’anno passato - soprattutto nel mese di marzo in cui generalmente riparte la crescita nel comparto (vedi figura precedente) - a fronte di un numero molto più elevato di giorni di pioggia (figura 2). I dati relativi all’intero campione di farmacie confermano l’andamento osservato
nelle città campione: si osserva, infatti, che nel mese di marzo le vendite medie di solari hanno registrato un -38 per cento (con un picco ancor più negativo, pari al -40 per cento, registrato dalle farmacie nelle località balneari, e una conferma anche per le farmacie best del comparto che hanno segnato un -34 per cento). La non programmabilità delle condizioni meteo potrebbe far pensare a una sorta di ineluttabilità dell’andamento del comparto in un anno piuttosto che in un altro, suggerendo la scarsa possibilità di agire in maniera strategica. Al contrario, proprio per la sua rilevanza nel determinare la domanda di prodotti solari, il meteo dovrebbe essere considerato attentamente, soprattutto per definire su quali categorie investire maggiormente in termini di scelta dei prodotti e proposta al consumatore. Analizzando il trend delle vendite delle principali categorie di prodotti solari a marzo 2013 rispetto allo stesso mese del 2012 si osserva un calo del 9 per cento
Febbraio
Marzo
Panel New Line Totale Italia - dati medi per punto vendita gennaio - marzo 2012/2013
per i solari ad alta protezione, un calo del 30 per cento nella protezione bambino e, in controtendenza, un trend positivo per gli autoabbronzanti, che registrano un +52 per cento. All’interno del comparto dei solari vi sono quindi categorie differentemente correlate ai fattori metereologici: se, da una parte, la pioggia riduce la domanda di creme protettive, dall’altra spinge la domanda di autoabbronzanti. In quest’ottica diventa utile pensare per tempo a un assortimento completo, per cogliere per esempio l’eventuale maggiore domanda di autoabbronzanti. LE BEST E LE WORST Per avvalorare questa ipotesi abbiamo analizzato in dettaglio l’andamento delle quote (calcolate sul totale solari) di solari per bambini, creme solari ad alta protezione e autoabbronzanti nel campione totale, nelle farmacie best e nelle farmacie worst (definite come le 500 farmacie con performance peggiore in termini di sell out solari nel 2012). È interessante os-
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puntoeffe 15
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servare (figura 3) che mentre i tre cluster di farmacie sono abbastanza simili in termini di quote di protezione bambino e alta protezione, si differenziano notevolmente (in particolare le best e le worst) quando si considera la quota di autoabbronzanti. Tale evidenza suggerisce che le farmacie che hanno ottenuto performance migliori
Nelle tabelle 1 e 2 (in cui sono stati analizzati i dodici mesi mobili terminanti a marzo, in modo da avere una visione del mercato non distorta dalle particolari condizioni metereologiche del primo trimestre del 2013) si evidenziano le quote relative ai diversi segmenti: la maggior parte delle vendite in farmacia riguarda-
QUOTA PROTEZIONE BAMBINO totale
best
no la protezione (63 per cento dei pezzi venduti sul totale solari), seguono i prodotti specifici per bambini e i doposole, che rappresentano rispettivamente il 16,3 per cento e il 13,6 per cento del fatturato dell’intero comparto. Tra le creme protettive le referenze più vendute sono quelle ad alta protezione:
QUOTA ALTA PROTEZIONE
worst
totale
6%
best
QUOTA AUTOABBRONZANTI
worst
totale
worst
15%
80% 60%
4%
best
10%
40% 2% 0%
5%
20% Gennaio
Febbraio
Marzo
0%
Gennaio
FIGURA 3
sono quelle che in un periodo in cui il meteo è stato particolarmente negativo hanno saputo investire sulla categoria che, al contrario, è positivamente influenzata dal brutto tempo. Da sottolineare che poiché gli autoabbronzanti rappresentano in media il 5 per cento del fatturato, la loro crescita non può, da sola, contrastare il trend negativo del comparto. Nonostante questo possono giocare un ruolo nel contenere le perdite oltre che a fornire spunti gestionali interessanti. L’ALTA PROTEZIONE Un secondo fattore che emerge come rilevante è la specifica connotazione dei prodotti venduti in farmacia, per lo più creme ad alta protezione, dove gioca un ruolo importante la figura del farmacista, che può guidare nell’acquisto il consumatore attento non solo alla protezione dal sole ma anche alla cura della pelle. Questo aspetto è particolarmente rilevante nel caso di esigenze dermatologiche specifiche quali, solo per fare un esempio, la dermatite atopica, che nei paesi occidentali, colpisce i bambini in misura sempre crescente (20 per cento circa dei bambini sotto i sette anni).
16 puntoeffe
Febbraio
Marzo
0%
Gennaio
Marzo
Febbraio
Panel New Line Totale Italia - dati medi per punto vendita gennaio - marzo 2013
PRINCIPALI SEGMENTI
TOTALE MERCATO SOLARI 1 2 3 4 5 6 7
quota % fatturato
PROTEZIONE SOLARI BAMBINO DOPOSOLE FONDOTINTA/CREME COLORATE/TERRE AUTOABBRONZANTI ABBRONZANTI LABBRA
TABELLA 1
63,0 16,3 13,6 2,4 1,9 1,6 1,2
Panel New Line Totale Italia - dati medi per punto vendita aprile 2012 - marzo 2013
FATTORI DI PROTEZIONE
TOTALE MERCATO SOLARI 1 2 3 4 5
fattore 50+ fattore 30 fattore 50 fattore 15 fattore 20
TABELLA 2
quota % fatturato 37,0 20,6 18,7 7,6 5,1
Panel New Line Totale Italia - dati medi per punto vendita aprile 2012 - marzo 2013
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ZENTIVA I FARMACI EQUIVALENTI
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basta osservare che le sole protezioni 50+, 30 e 50 rappresentano il 76,4 per cento del totale. Anche analizzando i differenti gruppi di farmacie (zone turistiche, città, best e worst) risulta sempre la stessa ripartizione del comparto in sottocategorie, a sottolineare una chiara connotazione del canale farmacia per la vendita dei prodotti solari, indipendentemente dal contesto in cui ci trova e dalle differenti strategie di vendita del prodotto. La farmacia, al contrario di altri canali, si specializza in specifiche tipologie di prodotti e generalmente gestisce un numero limitato di aziende. Infatti l’89 per cento del mercato è presidiato da sole venti aziende e la leader del comparto, Avène, ne rappresenta da sola il 19 per cento (tabella 3, periodo aprile 2012-marzo 2013). In termini di referenze la frammentazione è elevata, ogni brand viene offerto in differenti formati, tipologie (creme, gel, latte) e livelli di protezione. Tra le prime venti referenze troviamo molti prodotti dei due principali attori del mercato (Avène e La Roche Posay), a testimoniare il fatto che una buona profondità di gamma dei brand più noti possa essere un elemento interessante per un’appropriata e completa proposta al consumatore. Tra le referenze il best seller è Avène Spray protezione 50, prodotto ad alto fattore protettivo per la pelle del bambino. A seguire il latte ristrutturante dopo sole Avène e lo spray protettivo Avène per adulti a fattore
di protezione 50. Tra i primi dieci prodotti vi è anche Anthelios crema morbida protezione 50, un prodotto ad alta protezione appositamente pensato per la pelle sensibile o tendente a intolleranze solari. Anche dall’analisi delle referenze più vendute risulta evidente che un driver di scelta importante, per il consumatore che si rivolge alla farmacia per acquistare un prodotto solare piuttosto che nella grande distribuzione o in profumeria, è la dimensione di cura e di prevenzione (tabella 4, periodo aprile 2012-marzo 2013), molto orientata anche al bambino. Da questa analisi emerge chiaramente il grande interesse per il comparto dei solari,
che offre numerosi spunti utili nell’ambito del dibattito sul ruolo che la farmacia può giocare anche in un contesto di mercato sempre più competitivo. Nell’ambito dei solari la farmacia ha sicuramente ottime opportunità di crescita, legate non solo al suo ruolo educativo ma anche alla crescente sensibilità nei confronti delle specifiche esigenze dermatologiche. In quest’ottica, un elemento che rimane da investigare con attenzione è quello relativo alla proposta ottimale da presentare al consumatore, in ottica di gamma, di strategie di prezzo e di attività promozionali: è quello che sarà oggetto del prossimo articolo (continua).
GRADUATORIA FATTURATO PRINCIPALI MARCHI
TOTALE SOLARI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
fatturato medio
trend +/- %
quota %
1594 830 821 749 604 417 406 383 308 235
+0,7 -3,3 -2,9 +2,2 -10,2 +12,7 -6,8 +12,4 +19,2 -3,4
19,2 10,0 9,9 9,0 7,3 5,0 4,9 4,6 3,7 2,8
AVENE VICHY LA ROCHE POSAY I.C.I.M. (BIONIKE) CHEFARO PHARMA ALES GROUP ROTTAPHARM IST. GANASSINI UNIFARCO BEIERSDORF
TABELLA 3
Panel New Line Totale Italia - dati medi per punto vendita aprile 2012 - marzo 2013
GRADUATORIA FATTURATO PRINCIPALI REFERENZE
TOTALE SOLARI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
AVENE SPRAY SPF50+ BB 200ML AVENE SOL LATTE RISTRUTT DOPOS AVENE SPRAY SPF50+ 200ML ROUGJ CR ATTIVA BRONZ 125ML AVENE SPRAY SPF30 200ML CS LAIT APAISANT T300ML ANTHELIOS CR XL50+ SP T 50ML AVENE SOLSPR FP20 200ML AVENE SOLARE RISTR DOPOS 400ML CS LAIT FAMILLIP30 T 300ML
TABELLA 4
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AVENE AVENE AVENE ALMAN GROUP AVENE VICHY LA ROCHE POSAY AVENE AVENE VICHY
fatturato medio
trend +/- %
quota %
174 132 113 106 101 98 97 96 75 72
+13,4 -7,0 +9,6 -7,8 +9,8 +6,2 -16,7 -8,1 +22,9 +1,2
2,1 1,6 1,4 1,3 1,2 1,2 1,2 1,2 0,9 0,9
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un
e se stavolta provassi
collirio Omeopatico?
Ti bruciano gli occhi? Sono rossi e irritati? I colliri omeopatici possono dare un rapido sollievo agli occhi stanchi, secchi, irritati per cause diverse: polvere, pollini, smog, radiazioni UV, cloro dell’acqua delle piscine, uso prolungato di videoterminali, lenti a contatto. I colliri omeopatici esistono anche in monodose e possono essere utilizzati da grandi e piccoli. Parlane con il tuo medico e con il tuo farmacista, sapranno prescriverti e consigliarti il collirio omeopatico adatto. Laboratoires Boiron, leader mondiale dell’omeopatia, azienda familiare da oltre 80 anni. www.boiron.it
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C O N V E G N I
Al Bems 2013 di Roma approfondite le tematiche, scientifiche e sociali, relative alla sclerosi multipla DI GIUSEPPE TANDOI
I
nutile negarlo, quello della sclerosi multipla (e delle patologie neurodegenerative in genere) è sempre più uno spauracchio per la nostra società ammalata di giovanilismo e incline a esorcizzare la sofferenza. Sì perché questi “inceppamenti” del sistema nervoso centrale iniziano a manifestarsi in giovane età e semmai si aggravano, seguendo il loro corso, sul limitare della vecchiaia. Se ne è parlato in occasione del Bems-Best evidences in multiple sclerosis, seconda edizione della due giorni specialistica organizzata a Roma da Teva Italia. Un consesso di studiosi impegnati a sviscerare ogni risvolto di una patologia che ogni giorno, in Italia, colpisce cinque persone. RIORGANIZZARE L’ASSISTENZA Parlare di sclerosi multipla significa riferirsi, nel mondo, a 2,5-3 milioni di pa-
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zienti, 400.000 dei quali europei, 65.000 italiani. A livello statistico si ammalano di più le donne, per lo più nella fascia tra i venti e i quaranta anni, nel fiore cioè della vita professionale e privata. Ampia la gamma dei sintomi: indebolimento della vista, unito a movimento incontrollato dell’occhio, disturbi della sensibilità, senso di affaticamento… Fenomeni che variano da persona a persona, come del resto varia il decorso clinico della malattia. Ancora non accertata l’eziologia, tra predisposizione genetica e non ben precisate componenti ambientali. Quanto alle ricadute sulla società, l’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) calcola che i costi sociali della patologia sfiorino, in Italia, i 2,5 miliardi, mentre si aggira sui 30.000 euro il costo medio annuo per ogni paziente. È preoccupato Walter Ricciardi, ordina-
rio di Igiene alla Cattolica di Roma, quando pensa ai dieci miliardi di tagli sulla sanità che si prevedono per i prossimi anni. «Le ripercussioni saranno notevoli anche nel nostro ambito, siamo di fronte a una patologia che può insorgere in età giovanile, onerosa per il paziente come per la società. Occorre dunque ripensare il modo di utilizzare le risorse a disposizione, in base a rigorosi criteri di costo-efficacia. E considerare tutti gli effetti che comporta l’aggravamento della disabilità che colpisce l’individuo. In Italia non mancano i clinici di ottimo livello, i cosiddetti “viaggi della speranza” sono dovuti semmai a carenze organizzative, accentuate da un sistema frammentato, composto com’è da 21 sanità diverse, tante quante sono le Regioni». Che fare allora? «Cercare con ogni mezzo l’alleanza tra gli stakeholder, tra gli tutti gli operatori del settore: pazienti, medici, industria». «La sclerosi multipla», prosegue sullo stesso tono Giancarlo Comi, presidente della Società italiana di neurologia, «è un test significativo per il Servizio sanitario nazionale. Si tratta di una patologia molto complessa e per affrontarla serve un sistema che si adatti alla complessità. In Italia la malattia è di pertinenza dei centri specialistici, oggi ci sono terapie che possono prevenire la disabilità». In effetti sul fronte terapeutico abbiamo assistito negli ultimi dieci anni a grandi progressi, stanno arrivando in Europa alcune nuove terapie, che l’Ema sta valutando. Volker Knappertz, Vp Global clinical development Ms di Teva, ricorda il ruolo primario che la multinazionale svolge nel delicato e complesso ambito neurologico. Nel caso specifico glatiramer acetato è la molecola più utilizzata al mondo per la sclerosi multipla. Il far-
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Per evitare il declino
Q
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maco oggi è approvato in più di cinquanta Paesi al mondo, compresi Usa, Russia, Canada, Messico, Australia, Israele e tutti i Paesi europei. Al recente Congresso americano di neurologia, tenutosi a San Diego, Teva ha presentato i positivi risultati dello studio Gala - della durata di un anno, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo che prevedeva la somministrazione tre volte al giorno di glatimarer acetato soluzione iniettabile 40 mg/1ml a pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente. Tale somministrazione ha ridotto il tasso annualizzato di recidive del 34,4 per cento rispetto al placebo, mostrando inoltre un profilo di sicurezza e tollerabilità favorevole. Dopo dodici mesi di trattamento non è stata osservata alcuna differenza significativa nella variazione percentuale del volume cerebrale, tra glatimarer acetato e placebo.
AL PALLONE NON IMPORTA QUANTI ANNI HAI
Knappertz accenna anche a laquinimod, immunodulante orale da assumere una volta al giorno, che agisce a livello del sistema nervoso centrale con meccanismo d’azione innovativo. Grandi le aspettative sul farmaco, che sta attraversando le varie fasi di sperimentazione. Dalle prime risultanze scientifiche pare che esso non apporterebbe soltanto notevoli benefici nel trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente ma ritarderebbe anche la progressione della disabilità; in questa direzione vanno gli esiti dello studio di fase III Allegro, poi esteso a una fase open label. A 36 mesi - fase in doppio cieco e primo anno della fase open label - i soggetti trattati precocemente con laquinimod hanno mostrato un minor rischio di progressione della disabilità rispetto a quelli che hanno iniziato tardivamente il trattamento.
C O N V E G N I
UNA NUOVA OTTICA La centralità del paziente è una delle tante parole d’ordine che ricorrono nel dibattito sulla sanità nazionale, sulla sua faticosa attualità e sulle sue prospettive in chiaroscuro. Un panorama nel quale brillano organizzazioni a tutela del paziente come l’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism). Mario Alberto Battaglia, il presidente, da un lato accoglie con naturale soddisfazione il palesarsi di nuovi orizzonti terapeutici, dall’altro non nasconde le preoccupazioni per questioni cruciali come l’accessibilità alle cure, la scarsa disponibilità di servizi di riabilitazione sul territorio, la rivendicazione del diritto anche alle cure sintomatiche. La grande sfida della medicina personalizzata è costellata di incognite e l’obiettivo sostenibilità assai arduo da raggiungere. Eppure da perseguire, con l’apporto di tutti.
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7YLZLY]HYL SH MVYaH T 7YLZLY]HYL SH MVYaH T\ZJVSHYL T\ZJVSHYL W LY YPTHULYL H[[P]P L L PUKPWLUKLU[P WLY YPTHULYL H[[P]P L PUKPWLUKLU[P
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Nutrition
“Ensure Ensurre Plus Advance è un alimento dietetico a fini medici speciali, deve essere essere assunto sotto la supervisione del medico”. Per Pe er maggiori informazioni assunto consulta puntoeffe 21 w w.abbottitalia.com/nutrition . il sito www www.abbottitalia.com/nutrition
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S E Z I O N E
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er conformazione anatomica l’apparato urinario femminile è più esposto all’attacco di agenti infettivi e a disturbi causati dalle variazioni fisiologiche e strutturali che si accompagnano alle diverse fasi della vita. Gravidanza, parto e menopausa corrispondono ad altrettanti periodi potenzialmente critici per il verificarsi di incontinenza e infezioni ricorrenti. L’incontinenza urinaria, ovvero la perdita involontaria di urina, può essere da sforzo o da urgenza, a seconda delle cause che la determinano. Accanto a queste due forme ne esistono di miste nelle quali convivono manifestazioni tipiche di entrambe. INCONTINENZA DA SFORZO Eventi o condizioni che aumentino la pressione intraddominale come un colpo di tosse, uno starnuto, la corsa o, nei casi più severi, una semplice camminata, possono causare, in presenza di una sopraggiunta debolezza del pavimento pelvico, la fuga involontaria di urina. Durante la gravidanza e soprattutto il parto le strutture muscolo-fasciali a sostegno dell’uretra si possono infatti ledere, diventando incapaci di sostenere la vescica nelle situazioni di aumentata pressione. Altri fattori che favoriscono il rischio di incontinenza sono fumo, obesità e stitichezza. «In realtà», precisa Paola Pifarotti, specialista dell’unità operativa di Uroginecologia della Clinica Mangiagialli di Milano, «dopo ogni gravidanza può verificarsi una lieve forma di incontinenza, che si risolve spontaneamente nel giro di alcuni mesi. Solo per il 20 per cento delle donne il disturbo permane; il rischio è maggiore per chi già durante la gestazione abbia avuto perdite urinarie o in presenza di lacerazioni, ed è in funzione della lunghezza del periodo espulsivo». Dopo la menopausa l’incontinenza da sforzo può diventare invece molto frequente arrivando a interessare una donna su due: con il venir meno del ruolo degli estrogeni nel conferire elasticità e trofismo ai tessuti del pavimento pelvico si determinano infatti l’assottigliamento dell’epitelio, la perdita del
Disturbi di genere Uno sguardo sulle principali patologie a carico dell’apparato urinario femminile DI STEFANIA CIFANI
tono muscolare e la riduzione delle fibre elastiche. Tutto questo altera il meccanismo di chiusura dell’uretra, che diviene più rigida e sottile. Per molte donne queste condizioni rappresentano un’ineluttabile conseguenza dell’avanzare degli anni. Secondo gli esperti, al contrario, credere che non esistano soluzioni è un errore da non commettere. L’approccio più conservativo prevede di iniziare con la terapia riabilitativa: elettrostimolazione, tecniche di biofeedback ed esercizi posturali hanno come obiettivo la stimolazione del muscolo pubo-coccigeo così che, una volta riattivato, torni in grado di “chiudere“ l’uretra. «Con queste tecni-
che», spiega Pifarotti, «la percentuale di successo è di circa il 40 per cento ma spesso i risultati non sono duraturi. Il limite della terapia riabilitativa è infatti che, se non continuamente stimolato, il muscolo dopo alcuni mesi perde tono e il problema si ripresenta esattamente come prima. Ginnastica e riabilitazione vanno proseguite anche dopo i primi cicli, a casa. Queste terapie richiedono tempo e costanza ed è per questo che spesso non vengono scelte dalle donne più giovani o impegnate, che preferiscono sottoporsi all’intervento chirurgico». Nella valutazione di un quadro di incontinenza urinaria da sforzo poi, il vissuto della donna spesso non corri-
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sponde alla valutazione del clinico: non accade raramente infatti che una paziente con incontinenza di grado severo non ne sia per nulla disturbata, e viceversa. Le donne che praticano, per esempio, attività fisica intensa non tollerano perdite anche minime e cercano interventi risolutivi. «L’intervento chirurgico», afferma Pifarotti, «offre una percentuale di successo dell’85 per cento ed è riservato anche alle più giovani, purché non desiderino altre gravidanze. Tecnicamente prevede il posizionamento di una benderella in polipropilene a livello dell’uretra media. Sulla benderella si forma una reazione cicatriziale che dà supporto all’uretra così che nei casi di aumento della pressione intraaddominale questa si schiacci contro un supporto rigido e riuscendo a chiudersi impedisca la fuga di urina». Decisamente meno invasivo e praticabile in anestesia locale è l’intervento che prevede l’iniezione di agenti balcanti, come collagene o silicone, al fine di creare spessore nella parete uretrale. «Il tasso di successo, in questo caso, è intorno al 30 per cento ma poiché i materiali introdotti tendono nel tempo a riassorbirsi non è risolutivo. Per questo può essere ripetuto, inoltre non comporta problemi post operatori». INCONTINENZA DA URGENZA E VESCICA IPERATTIVA Se l’incontinenza da sforzo può interessare anche donne giovani, quella da urgenza è più tipica della post menopausa e dell’età avanzata in generale. Il sintomo chiave è la comparsa, in maniera del tutto improvvisa, di un impellente e incontrollabile bisogno di svuotare la vescica causato dalla involontaria contrazione del muscolo detrusore. Le cause di questo meccanismo non sono del tutto note, se non nei casi in cui l’incontinenza da urgenza è associata a deterioramento delle funzioni cerebrali, diabete o malattie autoimmuni a danno del sistema nervoso centrale, come la sclerosi multipla. Giocano un ruolo fondamentale per l’insorgenza nel sesso femminile anche obesità, precedenti interventi di chirurgia urologica, presenza di infezioni urinarie ricorrenti.
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L’incontinenza da urgenza inoltre molto spesso è il sintomo più evidente della sindrome della vescica iperattiva, patologia cronica che - secondo dati presentati al ventottesimo Congresso annuale dell’European association of urology recentemente tenutosi a Milano - riguarda in Italia tre milioni di persone, il 60 per cento delle quali donne. La sindrome della vescica iperattiva può infatti colpire anche gli uomini, con aumento della frequenza minzionale diurna e notturna, ma è nelle donne che si manifesta anche con l’incontinenza, il sintomo più invalidante e che interferisce pesantemente con la qualità della vita. Le donne vivono infatti questa condizione con ansia, vergogna e sensi di colpa, che finiscono in molti casi per compromettere la loro vita sociale. Le conseguenze, oltre che a livello personale - per l’impossibilità di gestire il proprio tempo autonomamente - si esprimono con la comparsa di infezioni urinarie ricorrenti e, indirettamente, anche con fratture patologiche dovute alla fretta nel recarsi in bagno, ed evidenti ripercussioni sui costi di ospedalizzazione. Una corretta diagnosi dovrebbe in primo luogo escludere cause organiche come calcoli vescicali, neoplasie, infezioni e in un secondo tempo valutare , attraverso esami uro-dinamici, la funzionalità del muscolo detrusore. Per quanto riguarda le terapie, anche in questo caso è possibile ricorrere inizialmente alla riabilitazione del pavimento pelvico e a modifiche dello stile di vita, agendo sui fattori che possono interferire con la continenza, come alimentazione e fumo, lasciando la chirurgia come ultima scelta. «Dal punto di vista farmacologico», afferma Pifarotti, «la terapia si basa sulla sommnistrazione degli antimuscarinici che agiscono a livello dei recettori M3 vescicali, impedendo la contrazione del muscolo quando la vescica è vuota. Solo per le pazienti che non rispondono ad alcun trattamento, comprese le iniezioni intravescicali di botulino o acido ialuronico, si può prendere in considerazione l’intervento di neuromodulazione sacrale che prevede l’impianto di un pace-maker sottocutaneo a livello sa-
crale: un intervento importante e con pesanti effetti collaterali». L’accesso alle terapie farmacologiche e l’adesione al trattamento sono resi più difficili dalla non rimborsabilità dei farmaci, a eccezione dell’ossibutinina prescritta nei casi di incontinenza da vescica iperattiva in pazienti con patologie del sistema nervoso centrale (nota 87). Nuovi farmaci, con un meccanismo di azione completamente diverso da quello degli antimuscarinici, sono allo studio, e una nuova molecola, mirabegron, è stata approvata dall’Ema. Si tratta di un agonista dei recettori beta-3-adrenergici presenti sulla vescica, ai quali si lega attivandoli con il conseguente rilasciamento dei muscoli vescicali. Gli studi ne hanno evidenziato una buona efficacia nella riduzione della frequenza minzionale nell’arco delle 24 ore. Per quanto riguarda la tollerabilità, è emerso che il farmaco non induce secchezza delle fauci, l’effetto collaterale che i pazienti ritengono più fastidioso. INFEZIONI URINARIE RICORRENTI Le infezioni urinarie batteriche rappresentano un evento non raro nell’arco della vita di una donna: a causa della ridotta dimensione dell’uretra infatti i germi intestinali possono risalire il tratto uretrale molto facilmente e annidarsi in vescica. Ma il periodo più critico per l’insorgenza di infezioni urinarie è quello post-menopausale: «Le cistiti da menopausa», sintetizza Pifarotti, «sono le più difficili da debellare. La carenza di estrogeni infatti rende più sottili le mucose vaginali e vescicali, oltre che atrofiche e poco ossigenate; e una mucosa secca è più facilmente attaccabile dai batteri che vi trovano un ambiente favorevole. Il problema è che queste infezioni spesso danno segno di sé dopo molto tempo; in questi casi la terapia, a base di nitrofurantoina a basso dosaggio, deve essere protratta per diversi mesi. Inoltre è opportuno assumere molti liquidi, cosa che le donne in menopausa tendono a non fare. In assenza di controindicazioni, infine, una terapia estrogenica a livello locale, può essere di aiuto nella prevenzione di questi disturbi».
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Assortimenti redditizi S pesso la scelta dell’assortimento di un determinato reparto della farmacia viene effettuata in base a criteri emozionali, una sorta di onda emotiva della responsabile del settore o del titolare. Le decisioni sulle marche da trattare sono prese in base all’effetto moda di un determinato marchio, alle marginalità concesse dall’industria, alla simpatia e alla competenza dell’agente di zona, a criteri di esclusività territoriale. La confusione in termini di assortimento comporta però mancate vendite e quindi è molto importante che i farmacisti imparino dalla Gdo a effettuare scelte meno emotive e più razionali, in base ai numeri.
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Non si deve trascurare, per esempio, il fatto che la quota di mercato delle prime trenta referenze del trattamento viso copra il 42 per cento del mercato e nella pulizia del viso addirittura il 79 per cento. Per quel che riguarda i prodotti per la pulizia, il 47 per cento del mercato è costituito dalle sole prime 10 referenze. Questi dati sono stati forniti nel corso dell’incontro formativo “La farmacia di successo” organizzato da Pierre Fabre Italia a Milano - e in molte altre città - a cui hanno partecipato un centinaio di farmacisti. «Uno dei criteri fondamentali per scegliere l’assortimento è il posizionamento di un determinato marchio nel perce-
La scelta delle marche da trattare in dermocosmesi deve essere fatta in modo scientifico. Anche l’esposizione a scaffale va organizzata in base a tutta una serie di indicatori numerici utili a identificare la percentuale di spazio ottimale per ciascun marchio
DI GIULIA BONFINI
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IL POSIZIONAMENTO DEI MARCHI
NATURALE
DERMATOLOGICO
COSMETICO
= SINTESI
Fonte: sell out farmacie - IMS PharmaTrend - 2012 vs 2010
pito del consumatore e, una volta deciso quali marche trattare, per ciascuna si deve optare per l’assortimento completo. L’87 per cento di chi acquista cosmesi, infatti, è un consumatore fedele alla marca e quindi più propenso a fare acquisti complementari nell’ambito della marca a cui è fedele», spiega Bassano Gualteri, direttore Trade marketing di Pierre Fabre Italia. Per definire il posizionamento dei marchi potrebbe essere utile costruire una mappa che incrocia gli assi cosmetico verso dermatologico, principi attivi di sintesi verso naturale (figura 1). Le marche cosmetiche trattate in farmacia coprono oggi il 37 per cento del mercato, quelle dermatologiche il 63 per cento. Sono stabili i cosmetici naturali, scende invece il settore di quelli di sintesi, mentre i dermatologici, sia naturali sia di sintesi, sono in crescita. «L’ideale è trattare in farmacia almeno un marchio per ogni quadrante della mappa sopra illustrata, per essere certi di rispondere alle esigenze di tutti i consumatori della propria farmacia», spiega Laura Masiero, del Trade marketing di Pierre Fabre. «La stessa mappa può essere utilizzata per il posizionamento
dei marchi del reparto capelli: anche in quest’ambito c’è sostanzialmente stabilità nel mondo cosmetico di sintesi e naturale e si registra invece una crescita in quello dermatologico, che si avvale del consiglio competente del farmacista, punto di forza del canale». Un’altra valutazione da fare è quella sullo stock a scaffale: non può essere insufficiente, perché non ci devono essere troppi spazi vuoti. E non è possibile che nell’esposizione vi siano troppe referenze sparse o prodotti posizionati a caso, senza logica espositiva: «Non ha senso esporre tutta una serie di referenze individuali che si vendono solo su richiesta del cliente: non vale la pena sacrificare metri lineari di esposizione che potrebbero essere dedicati ai marchi selezionati», ha concluso Masiero. Fondamentale è sapere poi quanto rende ogni marchio esposto a scaffale. Le vendite di una marca dermocosmetica crescono all’aumentare dello spazio ma non all’infinito: a un certo punto si stabilizzano. Non si può dunque operare in farmacia senza conoscere i ranking dei marchi a volume e a valore: ci sono tutta una serie di indicatori sulla redditività a scaffale che devono essere valutati. LO SPAZIO OTTIMALE Innanzitutto, attraverso la misura del fatturato realizzato per marchio e le unità vendute, è possibile ricavare un indicatore dello spazio ottimale da dedicare al marchio stesso. Questa operazione, utilizzata in forma consulenziale dalla Scuola di formazione Pierre Fabre, è replicabile su tutti i marchi del reparto. L’analisi sul fatturato per metro lineare ha fatto sorgere una domanda dalla platea: «Perché valutare la redditività dello scaffale con il valore del fatturato invece che con quello della marginalità?». «Sicuramente questo sarebbe l’ottimale», ha sottolineato Gualteri «ma non risulta semplicissimo valutare la marginalità netta del singolo marchio, anche in relazione alle diverse modalità in cui l’acquisto è stato negoziato tra industria e farmacia». La Gdo è sicuramente governata da tempo dall’accurata pianificazione degli spazi, la farmacia è molto in ritardo sul merchandising di gestione.
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«Lo spazio in farmacia è una risorsa limitata, che va gestita attraverso un’analisi critica e razionale. Se un marchio è in fase di stabilizzazione e gli si dedica troppo spazio, questo è sprecato perché non può far crescere ulteriormente il fatturato, mentre dedicarne poco a marchi che hanno ancora potenzialità impedisce di fare crescere le vendite», ha concluso Gualteri. «L’obiettivo per ogni titolare di farmacia deve essere portare tutti i marchi a occupare lo spazio giusto in funzione del fatturato che generano». Mano alla calcolatrice, dunque, dai numeri e non soltanto per il merchandising, in farmacia non si può più prescindere.
Formazione itinerante I Laboratoires Pierre Fabre sono da sempre vicini ai loro partner privilegiati, farmacisti e dermatologi. Da diversi anni è attiva in Italia la Scuola di formazione Pierre Fabre, una struttura dedicata ai farmacisti e ai loro collaboratori, che ha l’obiettivo di diffondere cultura tecnicoscientifica, commerciale o imprenditoriale. Le tematiche trattate dalla Scuola possono riguardare l’approfondimento dei prodotti delle singole marche e delle relative tecniche di consiglio o essere finalizzati all’approfondimento sulla gestione del punto vendita in relazione ai comportamenti d’acquisto dei consumatori. In particolare negli ultimi anni sono stati proposti ai titolari di farmacia corsi manageriali esclusivi di approfondimento che permettono di acquisire nuovi strumenti di valutazione delle performance del business e utili spunti di sviluppo commerciale del punto vendita. Ogni anno la Scuola di Pierre Fabre organizza la propria formazione su due semestri, con sessioni formative itineranti in tutta Italia.
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Alla Un’ordinanza del Tar Veneto rimanda alla Consulta l’annosa questione del conflitto di interessi riguardante l’attività dei Comuni, gestori del servizio farmaceutico e al contempo programmatori delle nuove sedi A CURA DELLO STUDIO DELL’AVVOCATO BRUNO RICCARDO NICOLOSO FIRENZE - ROMA b.r.nicoloso@tin.it
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ra il mare magnum delle contestazioni più o meno fondate della novella normativa di cui all’articolo 11 della Legge n. 27/2012 in materia di pianificazione del servizio farmaceutico che stanno occupando i Giudici
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amministrativi (di primo e di secondo grado) con risultati non certo soddisfacenti per i ricorrenti - se vien fatta eccezione ai dicta sulla vigenza della pianta organica delle farmacie (Consiglio di Stato, ordinanza 1 marzo 2013, n. 751, reiterata
nella sentenza 3 aprile 2013, n. 1858 e nella sentenza 13 aprile 2013, n. 2019) e sulla carenza d’istruttoria (Tar Campania, Salerno, 23 giugno 2012, n. 1406), ben noti ai quindici lettori di questo osservatorio legale (Punto Effe n. 16/2012, “Dalle forche caudine al Castello di Udine”; Punto Effe n. 5/2013, “Dissonanze”) merita una fugace riflessione l’eccezione sulla competenza dell’organo comunale deputato alla programmazione delle nuove farmacie: la giunta comunale (Tar Campania, Napoli, 14 marzo 2012, n. 1489; Tar Lombardia, Brescia, 8 maggio 2013, n. 438) o il Consiglio comunale (Tar Basilicata, 2 agosto 2012, n. 379; Tar Friuli Venezia Giulia, 13 maggio 2013, n. 275). Si continua a pensare al “chi” lo possa fare - quando poi l’uno può ratificare l’operato dell’altra, facendo venire meno la materia del contendere - ma c’è anche qualcuno che ha messo in discussione “se” lo possa fare in termini di competenza e di compatibilità, come è ben altrettanto noto ai quindici lettori presbiti di questo osservatorio legale, i quali sanno bene che tale funzione programmatoria, riservata ai Comuni dall’articolo 11 della Legge n. 27/2012, si espone a più di un dubbio di illegittimità costituzio-
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Corte, alla Corte nale (Punto Effe n. 17/2012: “Incompetenza e incompatibilità”; Punto Effe n. 14/2012, “Malgoverno”; Punto Effe n. 2/2013, “Autodichia pro domo sua”). Questa assorbente pregiudiziale è stata già esaminata dal Giudice amministrativo sotto vari profili. L’INCOMPETENZA DEI COMUNI Sull’incompetenza dei Comuni in una materia fin qui riservata alla legislazione regionale il riferimento è stato dato agli articoli 97 e 117 della Costituzione. La questione non ha fatto breccia in relazione alla trasparenza dell’azione amministrativa dei Comuni che possono essere anche gestori delle farmacie che le possono anche pianificare, ponendo in essere una situazione in contrasto con l’articolo 97 della Costituzione: ciò tenuto conto della barra di contenimento che sarebbe costituita dai pareri obbligatori (ma non vincolanti) degli organi consultivi (Tar Lazio, Roma, 16 aprile 2013, n. 3829; Tar Sardegna, 18 aprile 2013, n. 333), per non dire che l’abuso si potrebbe porre in situazioni analoghe, ma non potrebbe essere perseguita la norma che può indurre in tentazione, ma il peccato (Tar Friuli Venezia Giulia, 13 maggio 2013, n.275), secondo una logica che si commenta da sola. La questione non ha fatto nemmeno breccia in riferimento alla ripartizione delle competenze legislative tra lo Stato e le Regioni, almeno fino a quando tale ripartizione è stata ricondotta alla previsione dell’articolo 117, comma secondo, della Costituzione: ciò, da un lato, in riferimento alla competenza esclusiva dello Stato in materia di concorrenza e di mercato (lettera e) che viene riferita alla pianificazione delle farmacie (Tar Friuli Venezia Giulia, 3 settembre 2012, n. 338; Tar Abruzzo, Pescara 28 dicembre 2012, n. 560; Tar Friuli Venezia Giulia, 10 aprile 2013, n. 234), quando invece resta solo “marginale” l’indubbia natura imprenditoriale dell’azien-
da organizzata per l’esercizio di una farmacia rispetto al servizio posto a tutela della salute garantita da tale struttura sanitaria (Corte Costituzionale, 10 marzo 2006, n. 87); ciò, d’altro lato, in riferimento alla competenza esclusiva dello Stato in materia di livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (lettera m) che viene riferita alla pianificazione delle farmacie (Tar Campania, Napoli, 14 marzo 2013, n. 1489; Tar Sardegna, 18 aprile 2013, n. 333), quando invece tale competenza riguarda il limite minimo delle prestazioni anche sanitarie erogabili nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, peraltro riferibili anche alla legislazione regionale ad integrazione di quella statale (Corte Costituzionale, 22 luglio 2010, n. 269; Corte Costituzionale, 19 dicembre 2012, n. 296), ma non può certo riguardare la pianificazione delle farmacie quali strutture deputate a erogarle (Punto Effe n. 8/2013, “Dubito quin”). La questione è invece ancora sub judice in riferimento alla ripartizione delle competenze legislative concorrenti dello Stato e delle Regioni di cui all’articolo 117, terzo comma, della Costituzione attinente la tutela della salute, che viene realizzata anche attraverso la disciplina regionale relativa alla continuità temporale e territoriale del servizio farmaceutico assicurata attraverso le farmacie (Corte Costituzionale, 4 febbraio 2003, n. 27; Corte Costituzionale, 10 marzo 2006, n. 87; Corte Costituzionale, 12 ottobre 2012, n. 231) e in tale prospettiva la funzione pianificatoria non viene affidata ai Comuni, ma alla Giunta regionale o alla Giunta provinciale. L’INCOMPATIBILITÀ DEI COMUNI Sull’incompatibilità dei Comuni a cumulare le funzioni di programmazione e di gestione delle farmacie, quale servizio pubblico e sociale, il riferimento è stato dato all’articolo 118, comma primo e secondo, e all’articolo 117, comma pri-
mo, della Costituzione sull’esercizio delle funzioni amministrative conferite dalle leggi statali o regionali nel rispetto del principio di sussidiarietà verticale e della normativa comunitaria sui servizi d’interesse economico generale che possono al riguardo essere applicati direttamente (Corte Costituzionale, 20 gennaio 2011, n. 24) nelle logiche del diritto europeo dell’economia (Corte Costituzionale, 17 dicembre 2010, n. 325) e che impongono l’attribuzione dei poteri di regolazione dei servizi pubblici ad un livello di governo “diverso” da quello individuato per la gestione dei servizi stessi a norma dell’articolo 14 del Tfue (Libro verde della Commissione Ue, 21 maggio 2003, Com - 270; Libro bianco della Commissione Ue, 12 maggio 2004, Com - 374) in relazione agli articoli 101, 102, 204 e 106 del Tfue relativi alla repressione di ogni posizione dominante ovvero egemone. Sotto questo profilo la questione è stata ritenuta non manifestamente infondata dall’Ordinanza del Tar del Veneto 17 maggio 2013, n. 713, che ne ha rimesso lo scrutinio alla Corte Costituzionale in riferimento (appunto) all’articolo 118, primo e secondo comma, della Costituzione relativo al principio di sussidiarietà verticale di cui s’è detto, ma l’ha estesa anche all’articolo 41 della Costituzione sulla libertà di iniziativa economica e all’articolo 97 della Costituzione sulla imparzialità dell’azione amministrativa sull’imparzialità della amministrazione: principi costituzionali evidentemente lesi dalla novella normativa in questione, e s’è già formata la fila per salire sul “carro” del ricorrente: non alter quam falsus auriga? Mentre è ancora sub judice la richiesta di una pronuncia pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione Europea a norma dell’articolo 267 del Tfue o quanto meno di un’iniziativa parallela della Commissione Ue a norma dell’articolo 105 del Tfue.
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Il punto sugli studi di settore, tra inasprimenti dei controlli e regime premiale DI STEFANO DE CARLI STUDIO GUANDALINI, BOLOGNA
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ul numero 4/2012 di Punto Effe avevamo reso conto delle importanti modifiche apportate dal Decreto legge 201/2011, la cosiddetta “manovra di Natale”, che aveva inasprito gli strumenti accertativi a
Regole mutevoli carico dei contribuenti che risultano “non congrui” rispetto alle risultanze degli studi di settore, destinandoli a specifici piani di controllo, tenendo conto anche delle informazioni presenti nell’apposita sezione dell’anagrafe tri-
butaria, e prevedendo, per coloro che sono, oltre che “non congrui”, anche “non coerenti” controlli svolti, in via prioritaria, con l’utilizzo delle indagini bancarie, il tutto con valenza anche per le annualità precedenti al 2011. A fron-
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Cosa succederà per il 2012 ancora non si sa. L’Agenzia delle entrate ha assicurato che, in accordo con le associazioni di categoria, amplierà la platea dei soggetti che potranno accedere ai tre benefici richiamati e la speranza è chiaramente che sia l’anno buono anche per le farmacie
te di tutto ciò era stato però introdotto un regime premiale a vantaggio di coloro che si ponevano in linea, anche con adeguamento, al riscontro del noto programma “Gerico”. I VANTAGGI DEI CONGRUI In particolare tre erano i grandi vantaggi concessi ai “congrui, coerenti” e “normali”: l’inibizione agli accertamenti basati su presunzioni semplici, esenzione precedentemente ottenibile solo a condizione che l’ammontare della attività non dichiarate, con un massimo di 50.000 euro, fosse pari o inferiore al 40 per cento dei ricavi definiti. Il che si traduceva, per il settore delle farmacie, nell’impossibilità di una ricostruzione di eventuali corrispettivi non dichiarati basandosi su percentuali di ricarico estrapolate dalle fatture d’acquisto o da un’analisi del programma gestionale, dalle rilevazioni inventariali o su qualsiasi altro elemento da cui potessero derivare presunzioni di mancate vendite. La riduzione di un anno dei termini di decadenza per l’attività di accertamento. A oggi quindi sarebbe già prescritta l’annualità 2008. L’aumento della franchigia da un quinto a un terzo dell’esito del redditometro, oltre la quale è consentito l’accertamento sintetico del reddito. Il tutto subordinato alla condizione che fossero «regolarmente assolti gli obblighi di comunicazione dei dati, indicando fedelmente tutti i dati previsti». Sembrava una costruzione condivisibile e apprezzabile: si richiedeva da parte dell’imprenditore una redazione accurata della modulistica e uno sforzo nel produrre studi di settore “virtuosi” a fronte di incentivi di non poco conto. Tutti i commentatori erano concordi nel fatto che si trattasse di un progetto di ampia portata per la quasi totalità degli operatori economici, tant’è che nessu-
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na considerazione era stata data a una sibillino passaggio contenuto nel comma 12 dell’articolo 10 del richiamato Decreto 201: «Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, sentite le associazioni di categoria, possono essere differenziati i termini di accesso alla disciplina di cui al presente articolo tenuto conto del tipo di attività svolta dal contribuente». Logica voleva che le differenziazioni richieste si limitassero a casi specifici privi di interesse generale. Con costernazione è stato quindi accolto il contenuto di detto provvedimento, in cui l’amministrazione finanziaria limitava cervelloticamente, per il 2011, il regime premiale ai soli settori per i quali risultano approvati indicatori di coerenza riferibili ad almeno quattro delle seguenti tipologie: di efficienza e produttività del fattore lavoro; di efficienza e produttività del fattore capitale; di efficienza di gestione delle scorte; di redditività; di struttura. LA BEFFA Il risultato è che solo 55 categorie su 206 potenziali (il 26 per cento) sono state “beneficiate”, e tra di esse non figurano le farmacie. E al danno si è aggiunta anche la beffa: la presa di posizione è del 12 luglio 2012, di pochi giorni successiva cioè al termine ordinario per il versamento delle imposte sui redditi. Cosa succederà per il 2012 ancora non si sa. L’Agenzia delle entrate ha assicurato che, in accordo con le associazioni di categoria, amplierà la platea dei soggetti che potranno accedere ai tre benefici richiamati e la speranza è chiaramente che sia l’anno buono anche per le farmacie. Per arrivare a questa modifica occorrono due passaggi: l’approvazione da parte di un comitato di esperti dei nuovi indicatori di coerenza econo-
mica per consentire a un maggior numero di soggetti di risultare in linea con i parametri, ciò che è già stato portato a termine nel mese di marzo scorso con la pubblicazione del decreto ministeriale 21 marzo 2013, e l’emanazione di un altro provvedimento dirigenziale da parte dell’Agenzia delle entrate che stabilisca i settori potenzialmente interessati. Si parla di nuovi 69 studi di settore che andranno ad aggiungersi ai 55 a cui l’agevolazione è stata concessa già nel 2011. Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, ha inviato ai rappresentanti della “Commissione esperti studi di settore” una lettera in cui invita i rappresentanti di imprese e professionisti, entro il 30 aprile, a inoltrare «le proprie valutazioni in merito alla sussistenza di particolari specificità di comparto e dei possibili effetti delle stesse sull’applicazione della disciplina premiale». Nella comunicazione Befera ricorda inoltre che il provvedimento del luglio scorso ha fornito le indicazioni in merito al requisito della fedeltà dei dati da inserire nella modulistica degli studi, dissipando con ciò, perlomeno parzialmente, i dubbi che già avevamo espresso su queste pagine nell’articolo richiamato in premessa. L’Agenzia stabilisce infatti che «infine, in merito alla fedeltà dei dati da dichiarare, si fa presente che all’articolo 4 del Provvedimento viene chiarito che tale fedeltà sussiste anche nel caso di errori o omissioni, nella compilazione dei modelli degli studi di settore, di dati che non comportano la modifica dell’assegnazione ai cluster e/o del calcolo dei ricavi o dei compensi stimati e/o del posizionamento degli indicatori di normalità e di coerenza, rispetto alle risultanze dell’applicazione degli studi di settore sulla base dei dati veritieri». Certo è che alla data in cui vengono scritte queste note (fine maggio 2013) non sappiamo ancora se le farmacie saranno o meno incluse tra le categorie “elette”. E niente di più facile che la notizia arrivi, come l’anno passato, in piena estate. Con buona pace di tutte le decisioni e strategie attuabili in fase di predisposizioni di bilancio, dichiarazione dei redditi e studi di settore inclusa, ovviamente e soprattutto, quella dell’adeguamento o meno al giudizio di congruità e coerenza.
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Appuntamento con l’innovazione Devo ancora puntare sulla mia farmacia? È proprio nei momenti di difficoltà e di cambiamento del mercato come quello che attualmente vive la farmacia che diventa importante investire. Ma “come”? Per la farmacia è finito il tempo delle strategie difensive, oggi è necessario giocare in attacco. Per trovare nuove ispirazioni esamineremo il caso Juventus SpA, che ha ricominciato a vincere e convincere da quando ha deciso di investire nel suo nuovo stadio. Interverranno protagonisti del canale che indicheranno suggerimenti strategici e operativi per definire la strada per la vittoria. * la data potrebbe subire variazioni in base al calendario sportivo 2013-2014 Per motivi organizzativi il numero dei partecipanti sarà limitato a 100 Per richiedere il programma, informazioni e contatti: Federica Bratto f.bratto@shackleton.it - 0141.946501 www.shackleton.it
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Farmacie on line: spunta sito illegale
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l caso ha suscitato un giusto sdegno all’interno della categoria, visto che si tratta di una evidente trasgressione della normativa vigente in Italia. Cosa è successo? È successo che sulle pagine del quotidiano torinese La Stampa del 23 maggio scorso è comparsa la pubblicità di un sito internet www.121doc.it che altro non è se non una farmacia on line che propone l’acquisto di medicinali soggetti a prescrizione medica. Cosa vietatissima dalla legge. Aprendo il sito, in bella vista le foto dei prodotti più in voga per combattere la disfunzione erettile; poi, navigando all’interno, di tutto e di più per contraccezione, obesità, calvizie e altro ancora. «Al di là dell’usurpazione delle prerogative del farmacista», commenta Andrea Mandelli, presidente della Fofi, «che in Italia è l’unico professionista autorizzato a dispensare i medicinali, soggetti a prescrizione e
Fondo britannico acquista Doc Generici Il fondo britannico Charterhouse Capital Partners ha acquisito le quote di Doc Generici detenute da Apotex, Chiesi e Zambon. Gualtiero Pasquarelli, amministratore delegato di Doc Generici, commenta positivamente l’operazione: «Una buona notizia per Doc Generici, ma anche per l’industria italiana. L’acquisizione delle nostre quote da parte di Charterhouse deve rappresentare un’iniezione di fiducia per l’industria nazionale. Si tratta del primo investimento in Italia da parte di un grande e storico fondo britannico, segnale inequivocabile che all’estero si guarda al nostro Paese con rinnovato entusiasmo». Pasquarelli assicura tuttavia che «Doc Generici manterrà, attraverso questa acquisizione, la flessibilità, l’autonomia e la brevissima catena di comando che hanno da sempre caratterizzato l’organizzazione dell’azienda».
da banco, mi preme sottolineare il rischio cui sempre vanno incontro i cittadini acquistando medicinali on line, magari falsamente rassicurati dalla possibilità di ottenere un consulto medico telematico. Si rischia di ricevere medicinali contraffatti, che contengono quantità di principio attivo superiori o inferiori al dovuto, quindi potenzialmente inefficaci o tossici. Oppure può trattarsi di confezioni mal conservate o scadute, per non parlare poi - ed è il caso più frequente - delle truffe vere e proprie. Gli unici farmaci di cui il cittadino può fare uso in piena sicurezza sono quelli che gli vengono consegnati da un farmacista». Per la cronaca, Federfarma, condannando anch’essa l’inziativa, ha chiesto l’immediato oscuramento del sito alle autorità preposte, polizia postale in primis, ma la cosa, mentre andiamo in stampa, non è ancora avvenuta.
Diabete e progetti sociali urante la terza Conferenza nazionale delle associazioni di volontariato, organizzata da Diabete Italia Onlus, sono stati presentati due progetti sociali a servizio del cittadino. Il primo, “Diabete gestazionale: le problematiche della donna al centro dell’attenzione”, ha analizzato il disordine metabolico che incidentalmente può verificarsi anche durante la gravidanza, comunemente definito diabete gestazionale. Questa patologia comporta un anomalo aumento della glicemia nella donna e una serie di problematiche che coinvolgono sia la madre sia il bambino. Per aiutare la donna a superare questo difficile momento, Neopharmed Gentili ha elaborato materiale illustrativo volto proprio a rispondere alle domande che le donne affette da diabete gestazionale si pongono dopo la diagnosi. Il secondo progetto, “Hai il diabete: rinnova la patente in sicurezza”, ha invece fatto chiarezza su come ottenere il rilascio o il rinnovo della patente per le persone affette da diabete. Tra le altre cose si è chiarito quali sono i documenti sanitari e amministrativi da allegare, chi sono i soggetti che esaminano l’idoneità alla guida e qual è la validità del certificato diabetologico.
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Corso di formazione in fitoterapia e integrazione A partire dal prossimo settembre si svolgerà il “Corso di alta formazione in fitoterapia e integrazione alimentare: prerogative e applicazioni”. Si tratta di un corso rivolto ai laureati in Farmacia, Ctf e Medicina che si propone l’obiettivo di fornire conoscenze relative a prodotti fitoterapici e integratori alimentari, affrontando aspetti normativi di controllo qualità, farmacologici e clinici. Il corso, realizzato da Specchiasol in collaborazione con il dipartimento di Scienza del farmaco dell’Università degli Studi di Padova, anche sede delle lezioni, si svolgerà in otto incontri - per una durata complessiva di 64 ore - sempre previsti nella giornata di sabato. Le lezioni saranno tenute da docenti universitari, tra i quali Bruno Brigo e Piergiorgio Pietta, e da professionisti del settore. Per ulteriori informazioni, contattare Stefano Dall’Acqua per email: stefano.dallacqua@unipd.it oppure al numero telefonico 049 8275344, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,15 alle ore 14,00.
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Convention Federfarma Servizi a Lecce
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ederfarma Servizi ha organizzato un appuntamento di due giorni che si terrà a Lecce il 5 e il 6 settembre prossimi: “Federfarma Servizi e la farmacia. La rete della salute”. L’evento si pone l’obiettivo di creare l’occasione per discutere e confrontarsi su temi di grande attualità e rilevanza per la farmacia. Durante la prima giornata si terrà una lectio magistralis sui Livelli essenziali di assistenza e una sui farmaci inno-
vativi, analizzando le relative problematiche. Tema di punta del secondo giorno, invece, è quello rappresentato dalle nuove linee guida europee sulla buona distribuzione farmaceutica. Per partecipare è necessario compilare la scheda di iscrizione e inviarla, unitamente al pagamento, entro il 30 luglio 2013. Per ulteriori informazioni, contattare il numero 0382 1752851 oppure scrivere alla seguente email: info@fenix-srl.it
Screening sulle apnee del sonno a Bologna La Sindrome da apnee ostruttive del sonno (Osas) è una patologia dovuta al collasso delle prime vie aeree che provoca numerosi micro-risvegli, responsabili dell’alterazione della qualità del sonno. Normalmente, il disturbo comporta ipertensione, soprappeso, episodi di russamento, nonché fenomeni di sonnolenza diurni. Si tratta di una patologia fortemente sottodiagnosticata, che si stima colpisca il 2-4 per cento della popolazione. Per capire se i fenomeni di apnea nel sonno sono frequenti e se c’è l’esigenza di intervenire, a Bologna è partito, con la collaborazione di Federfarma, un progetto-pilota che coinvolge quattordici farmacie, in cui sarà possibile prenotare un esame, da svolgere a casa, al costo di 10 euro. Alle persone che aderiranno allo screening verrà fornito un piccolo strumento capace di registrare le apnee che si verificano durante la notte, per valutare la qualità del sonno e l’eventuale presenza di disturbi.
Misura il tuo respiro l 31 maggio, in occasione della giornata mondiale senza tabacco, si è svolta a Chieti la prima tappa della campagna di prevenzione “Misura il tuo respiro e spazza via ogni rischio”, quarta edizione di “Viaggio sul camper della salute”. Obiettivo della campagna è quello di sensibilizzare la popolazione e promuovere la prevenzione per contrastare l’insorgere di malattie respiratorie, terza causa di mortalità in Italia. Per affrontare il problema del tabagismo, una delle aree su cui si focalizza il programma, oltre al consulto con uno psicologo, è stata offerta la possibilità di sottoporsi gratuitamente all’esame spirometrico e alla misurazione del monossido di carbonio. La campagna di prevenzione, promossa da Farmatua - network di farmacie distribuite tra Abruzzo, Marche e Molise - si svolgerà con le stesse modalità fino al 7 luglio 2013, toccando le principali piazze delle tre regioni. Un’iniziativa realizzata grazie alla collaborazione con le principali Asl del territorio, la Fondazione Padre Alberto Mileno Onlus, Lilt e al coordinamento di Fernando De Benedetto, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Ss. Annunziata di Chieti e presidente della sezione provinciale Lilt di Chieti.
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farmaci equivalenti Zentiva vengono prodotti utilizzando gli standard di qualità europei più elevati. Zentiva ha infatti cinque siti dedicati, in Europa; inoltre, alcuni farmaci, i cosiddetti “uguali”, nascono in stabilimenti dove si producono anche gli originator Sanofi, ovvero i farmaci branded non più coperti da brevetto. Ne è un esempio lo stabilimento Sanofi a Garessio, nel cuneese, uno dei quattro in Italia nei quali originator e “uguali” viaggiano fianco a fianco. Un insediamento industriale storico, quello di Garessio, sorto nel 1894 per volere della famiglia Lepetit e ora elemento di eccellenza della presenza di Sanofi in Italia. I suoi numeri: cinque impianti chimici multi purpose più uno dedicato alla produzione di un principio attivo per un’altra società; 164 addetti; 40,9 milioni di fatturato nel 2012; 3 continenti che ricevono prodotti che escono dal sito piemontese. «Nello stabilimento di Garessio produciamo principi attivi e intermedi che verranno poi trasformati, in altri stabilimenti del Gruppo, nel prodotto finito branded Sanofi e, nel caso dell’ACE-inibitore ramipril, nell’“uguale” a marchio Zentiva», spiega Daniele Pellungrini, direttore dello stabilimento. «In termini di qualità del prodotto, l’“uguale” presenta la stessa composizione quali-quantitativa in principi attivi ed eccipienti rispetto al farmaco originator. Identico è anche il processo produttivo, che viene svolto negli stessi impianti. In sintesi, le due produzioni rispondono agli stessi standard di qualità che si applicano a tutte le produzioni del nostro come degli altri siti produttivi del Gruppo Sanofi e sono certificati dai principali enti regolatori europei e internazionali». Lo stabilimento di Garessio è al centro, tra l’altro, di un importante progetto no profit di respiro internazionale, incentrato sulla produzione di molecole da impiegare nella lotta contro la malaria nelle ancora numerose zone endemiche situate a sud del mondo. E in più, come detto, produce i principi attivi di alcuni farmaci ad ampia diffusione del Gruppo Sanofi.
Lo stabilimento Sanofi di Garessio (Cuneo)
In Europa e in Italia Sono cinque gli insediamenti industriali Sanofi in Italia destinati alla produzione di farmaci. Quattro di essi producono sia gli originator Sanofi sia gli “uguali” Zentiva: Origgio (Varese), Garessio (Cuneo), Scoppito (L’Aquila) e Anagni (Frosinone). La stessa cosa avviene in altri otto stabilimenti europei Sanofi, distribuiti tra Inghilterra, Francia, Germania, Ungheria e Spagna. Attualmente sono 88 i farmaci presenti nel portafoglio di Zentiva Italia, per un totale di 166 referenze; 14 i lanci effettuati nel 2012 sul mercato nazionale, 18 quelli previsti per il 2013. Lanciata nel 2011 in Italia, Zentiva, che dal 2009 ruota nella grande orbita del gruppo Sanofi, occupa oggi il sesto posto nel mercato nazionale dei generici.
I farmaci “uguali” Zentiva, prodotti negli stessi stabilimenti da cui nascono gli originator Sanofi IL FATTORE DISTINTIVO Non solo equivalenti, dunque, ma uguali. Anche se il trend sta rapidamente cambiando, non di rado capita di sentire che i cittadini sono restii ad abbandonare il farmaco branded che hanno usato per anni per sostituirlo con il generico. Il discorso della qualità dei farmaci equivalenti non va pertanto banalizzato. Qualità significa per le aziende produttrici poter offrire, al medico che prescrive la terapia e al paziente che deve farne uso, un farmaco equivalente che sia il frutto di rigorosi controlli, che garantiscano gli stessi elevati standard qualitativi dei medicinali di riferimento e offrano lo stesso livello di sicurezza ed efficacia. I medicinali generici devono inoltre dimostrare bioequivalenza con il medicinale di riferimento attraverso studi appropriati di biodisponibilità, in cui vengono presi in considerazione i parametri farmacocinetici. Devono dimostrare, in altre parole, la stessa valenza terapeutica dell’originator. Senza trascurare il processo produttivo del farmaco equivalente, che deve essere anch’esso estremamente controllato e di pari qualità. Garanzie che Sanofi e Zentiva sono in grado di dare, ancor di più nel caso degli “uguali”. «Nello stabilimento di Garessio», continua Pellungrini, «produciamo il ramipril precursore 1, la principale materia prima di ramipril, che viene poi inviata allo stabilimento di Francoforte, dove si trasforma nel principio attivo vero e proprio». Da qui, il principio attivo rientra in Italia per le ultime fasi di lavorazione, che avvengono nello stabilimento Sanofi a Scoppito (AQ), al termine delle quali i prodotti finali Triatec, farmaco branded Sanofi, e il suo “uguale” Ramipril Zentiva sono pronti per essere commercializzati. «Oggi gli “uguali” Zentiva risultano fra i più venduti sul mercato degli equivalenti, con quote che si attestano sopra il 15 per cento», conclude Marco Grespigna, direttore Business Unit Zentiva. «Nel caso di Ramipril, per esempio, si registra una percentuale di market share oltre il 21 per cento. Queste cifre sono per Zentiva un’importante dimostrazione dell’apprezzamento di medici e farmacisti per i suoi farmaci “uguali”».
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CON LA GIUSTA CARICA Atleti professionisti e sportivi dilettanti condividono la necessità di un’adeguata integrazione alimentare. Ottima, prima e dopo lo sforzo, la composizione di aminoacidi essenziali, vitamine, magnesio e antiossidanti
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l vecchio detto mens sana in corpore sano non passa mai di moda, però necessita di un aggiornamento. Questo perché viviamo in tempi nei quali la competizione tende a prendere il sopravvento sullo spirito sportivo, che si parli di atleti professionisti o di dilettanti particolarmente agguerriti. Il tutto a discapito del giusto equilibrio tra attività fisica e benessere mentale, sacrificato al desiderio comune di migliorare la performance, costi quel che costi. E invece esiste una strada maestra per elevare le proprie prestazioni sportive - del professionista come dell’amatore - ed è quella più naturale e biologica: un buon allenamento e un apporto nutrizionale corretto. COMBATTERE LO STRESS Benché più piacevole dello stress “da lavoro” o da frenesia quotidiana, lo stress muscolare che si accompagna all’attività fisica non è da sottovalutare, anzi. L’organismo sotto sforzo sconfina in uno stato metabolico “peripatologico”, che richiede una gestione biochimica adeguata. Consigliabile quindi il ricorso a integratori alimentari in grado di compensare gli “effetti collaterali” della performance: perdita di liquidi e sali, catabolismo proteico dei muscoli, iperossidificazione dei tessuti… Nasce nei laboratori Guna un nuovo integratore alimentare studiato per lo sportivo: Gunamino Formula Sport. Una composizione ideale e bilanciata di aminoacidi essenziali, vitamine, magnesio e antiossidanti, creata per cogliere più obiettivi: massimizzare la forza, la resistenza e la massa muscolare; migliorare la prestazione sportiva; accelerare i processi di recupero dopo allenamenti intensi e dopo la gara; proteggere l’organismo dallo stress ossidativo. Dove sta
l’unicità di Gunamino Formula Sport? Nella capacità di associare l’attività plastica degli aminoacidi, la funzione metabolica energetica delle vitamine del gruppo B, il supporto garantito dal magnesio alla funzione muscolare e la sua capacità di contrastare l’insorgenza di crampi muscolari. Infine la protezione antiossidante del Powergrape, un estratto dell’acino d’uva che si distingue per l’elevata capacità di assorbimento dei radicali liberi. Come funziona il muscolo sotto sforzo? Attraverso il sistema nervoso centrale e periferico in esso si producono due fasi. La prima (fase anticatabolica) induce il muscolo a riparare i danni alla sua struttura; la seconda (fase anabolica) lo porta ad aumentare il proprio volume per fare fronte alle necessità imposte dallo stress da attività sportiva. Aumentare la massa muscolare significa, per l’organismo, intensificare le sintesi proteiche, e quindi disporre degli elementi necessari: gli aminoacidi. Punto di forza della miscela aminoacidica di Gunamino Formula Sport è il rapporto proporzionale tra gli otto aminoacidi essenziali, specifico per l’organismo umano, che consente il loro ottimale assorbimento e il loro massimo utilizzo attraverso la via anabolica. La miscela così formulata non sovraccarica reni e fegato, viene assorbita in soli venti minuti, raggiungendo in breve tempo le strutture muscolari che più ne richiedono l’apporto. Fare sport non è necessariamente sinonimo di salute. Farlo senza improvvisazioni e con il giusto apporto nutritivo, sì. Guna Spa Via Palmanova 71, 20132 Milano (MI) Tel. 02 280181; www.guna.it; info@guna.it
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hi soffre di digestione rallentata sa bene che dopo un pasto pantagruelico, tutta l’attenzione è concentrata sullo stomaco. Il senso di pesantezza, di fatica e di malessere generale sono i fastidi che si possono verificare, soprattutto se non si utilizzano le dovute accortezze. Bisognerebbe, infatti, cercare di limitare gli alimenti troppo grassi, non esagerare con gli alcolici, masticare a lungo ed evitare di fumare per non affaticare lo stomaco. COADIUVANTE NELLA DIGESTIONE Prevenire questi disturbi è fondamentale ma, se si soffre di cattiva digestione, un aiuto viene da Maaloxina, granulare effervescente di Sanofi. Grazie alla sua composizione a base di sodio bicarbonato, acido citrico e saccarosio, Maaloxina favorisce il processo digestivo, anche dopo pasti particolar-
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DISSETANTE DELLA PELLE. Le vacanze sono alle porte e con loro anche la voglia di tintarella, di bagni in mare e di passeggiate sulla spiaggia. Tuttavia, con il caldo e l’esposizione prolungata ai raggi solari, è normale che la sudorazione sia eccessiva, il che comporta lavaggi più frequenti con il rischio di alterare il film idrolipidico della cute e di lavare via il colorito faticosamente conquistato. Dermon Olio da Bagno con Vitamina E è il detergente specifico per pelli secche pensato per dissetare e lenire la pelle arrossata, proteggendo la cute dagli agenti atmosferici e prevenendone l’invecchiamento precoce. La sua formulazione contiene olio di vinacciolo, conosciuto per le sue proprietà emollienti naturali, e olio di elicriso, dall’azione antiarrossamento e antipruriginosa, utile per attenuare i rossori e i bruciori, grazie alle sue proprietà antiflogistiche e antinfiammatorie. In più, Dermon Olio da Bagno è arricchito con vitamina E, che svolge un’azione antiossidante e contro i radicali liberi, aiutando la pelle a distendersi e rigenerarsi. In caso di pelle particolarmente secca, è possibile utilizzare il prodotto anche per ammorbidire la cure a livello di gomiti e ginocchia, per renderla morbida e setosa.
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fenticonazolo nitrato
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE LOMEXIN 2% crema vaginale; LOMEXIN 0,2% soluzione vaginale; LOMEXIN 200 mg capsule molli vaginali; LOMEXIN 600 mg capsule molli vaginali; LOMEXIN 1000 mg capsule molli vaginali. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA LOMEXIN 2% crema vaginale: 100 g di crema vaginale contengono: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 2 g. LOMEXIN 0,2% soluzione vaginale: 100 ml di soluzione contengono: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 200 mg. LOMEXIN 200 mg capsule molli vaginali: Ogni capsula molle contiene: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 200 mg. LOMEXIN 600 mg capsule molli vaginali: Ogni capsula molle contiene: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 600 mg. LOMEXIN 1000 mg capsule molli vaginali: Ogni capsula molle contiene: Principio attivo: fenticonazolo nitrato 1000 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA Crema vaginale. Soluzione vaginale. Capsule molli vaginali. Uso vaginale. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche Candidiasi delle mucose genitali (vulvovaginiti, colpiti, fluor infettivo). LOMEXIN 1000 mg capsule molli vaginali inoltre è indicato nella trichomoniasi vaginale e nelle infezioni vaginali sostenute in forma mista da Trichomonas vaginalis e Candida albicans. 4.2 Posologia e modo di somministrazione 2% crema vaginale - Introdurre il contenuto dell’applicatore (circa 5 g) profondamente in vagina. Si applica mediante applicatore (lavabile e riutilizzabile) prima di coricarsi, se necessario anche al mattino. Allo scopo di evitare una reinfezione si consiglia il contemporaneo trattamento locale (glande e prepuzio) del partner con LOMEXIN crema. 0,2% soluzione vaginale - 1-2 volte al dì per 7 giorni come terapia coadiuvante le altre formulazioni per la prevenzione delle recidive. 200 mg capsule molli vaginali - 1 capsula molle vaginale da 200 mg alla sera prima di coricarsi, per tre giorni, a seconda del giudizio del medico. 600 mg capsule molli vaginali - 1 capsula molle vaginale da 600 mg la sera in unica somministrazione. In caso di persistenza della sintomatologia, può essere ripetuta dopo 3 giorni una seconda somministrazione. 1000 mg capsule molli vaginali - Nelle infezioni vaginali da Trichomonas ed in quelle miste (Trichomonas + Candida) si consiglia di applicare 1 capsula molle vaginale da 1000 mg seguita da una seconda applicazione dopo 24 ore, se necessario. Nelle infezioni da Candida: 1 capsula molle vaginale da 1000 mg la sera in unica somministrazione. In caso di persistenza della sintomatologia, può essere ripetuta dopo 3 giorni una seconda somministrazione. Le capsule molli vaginali vanno introdotte profondamente in vagina, fino a livello dei fornici. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza (vedere paragrafo 4.6). 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego Al momento dell’applicazione sulla lesione o dell’introduzione endovaginale si può riscontrare una modesta sensazione di bruciore che scompare rapidamente. L’uso, specie se prolungato, dei prodotti per uso topico, può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In tal caso interrompere il trattamento e consultare il medico per istituire idonea terapia. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione Nessuna conosciuta. 4.6 Gravidanza e allattamento Benchè l’assorbimento mucoso e vaginale di fenticonazolo sia piuttosto scarso, si consiglia di non usare il preparato in gravidanza. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Nulla da segnalare. 4.8 Effetti indesiderati LOMEXIN è generalmente ben tollerato, sia sulla pelle che sulle mucose; solo eccezionalmente sono state segnalate lievi e transitorie reazioni
eritematose o sensazione di bruciore che di norma scompare rapidamente. In caso di reazioni da ipersensibilità o di sviluppo di microrganismi resistenti occorre interrompere il trattamento. LOMEXIN nelle condizioni d’impiego consigliate viene solo scarsamente assorbito, per cui possono escludersi ripercussioni di carattere sistemico. 4.9 Sovradosaggio Nulla da segnalare. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: antimicrobici ed antisettici ginecologici; derivati imidazolici. Codice ATC: G01AF12 LOMEXIN è un antimicotico ad ampio spettro. - In vitro: elevata attività fungistatica e fungicida sui dermatofiti (tutte le specie di Trichophyton, Microsporum, Epidermophyton), sulla Candida albicans e sugli altri agenti delle infezioni micotiche della pelle e delle mucose. È stata inoltre evidenziata in vitro un’attività inibente la secrezione delle proteinasi acide di Candida albicans. - In vivo: guarigione in 7 giorni delle micosi cutanee da dermatofiti e da Candida nella cavia. LOMEXIN ha inoltre azione antibatterica sui microorganismi Gram positivi. Meccanismo d’azione presunto: blocco di enzimi ossidanti con accumulo di perossidi e necrosi della cellula fungina; azione diretta sulla membrana. Il fenticonazolo si è inoltre dimostrato attivo, sia in vivo che in vitro sul Trichomonas vaginalis. 5.2 Proprietà farmacocinetiche Dalle prove di farmacocinetica è risultato un assorbimento del tutto trascurabile per via transcutanea, sia nell’animale che nell’uomo. 5.3 Dati preclinici di sicurezza DL50 topo: os 3000 mg/kg; i.p. 1276 mg/kg (M), 1265 mg/kg (F); DL50 ratto: os 3000 mg/kg; s.c. 750 mg/kg; i.p. 440 mg/kg (M), 309 mg/kg (F). Tossicità cronica: 40-80-160 mg/kg/die os per 6 mesi nel ratto e nel cane sono stati ben tollerati, salvo manifestazioni di tossicità generale di grado lieve o moderato (nel ratto un aumento del peso del fegato alla dose di 160 mg/kg comunque senza alterazioni istopatologiche e nel cane un transitorio aumento di SGPT alle dosi di 80 e 160 mg/ kg associate ad un aumento del peso del fegato). LOMEXIN non interferisce con le funzioni degli organi sessuali femminili e maschili nè possiede effetti sulle prime fasi della riproduzione. Dagli studi di tossicità riproduttiva è risultato, così come per altri imidazolici, un effetto embrioletale che si manifesta ad alte dosi per os (> 20 mg/kg), 20-60 volte superiore la dose assorbita per via vaginale nella donna. LOMEXIN non ha mostrato proprietà teratogene nei ratti e nei conigli. LOMEXIN non è risultato mutageno in 6 test di mutagenesi. La tollerabilità di LOMEXIN è stata soddisfacente nelle cavie e nei conigli. I risultati ottenuti nel maiale nano, la cui cute è morfologicamente e funzionalmente simile a quella umana e generalmente mostra una marcata sensibilità a diversi agenti irritanti, erano eccellenti. LOMEXIN non ha mostrato alcuna evidenza di sensibilizzazione, fototossicità e fotoallergia. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti 2% crema vaginale: glicole propilenico, lanolina idrogenata, olio di mandorle dolci, estere poliglicolico di acidi grassi, alcool cetilico, gliceril monostearato, sodio edetato, acqua depurata. 0,2% soluzione vaginale: glicole propilenico, benzalconio cloruro, alchilamidobetaina soluzione, acqua depurata. 200 mg capsule molli vaginali: trigliceridi di acidi grassi saturi, silice precipitata. Costituenti dell’involucro: gelatina, glicerina, titanio diossido, sodio para-idrossibenzoato di etile, sodio para-idrossibenzoato di propile. 600 mg capsule molli vaginali: paraffina liquida, vaselina bianca, lecitina di soia. Costituenti dell’involucro: gelatina, glicerina, titanio diossido, sodio etil idrossibenzoato, sodio propil idrossibenzoato. 1000 mg capsule molli vaginali: paraffina liquida, vaselina bianca, lecitina di soia. Costituenti dell’involucro: gelatina, glicerina, titanio diossido, sodio etil idrossibenzoato, sodio propil idrossibenzoato. 6.2 Incompatibilità Non pertinente. 6.3 Periodo di
validità 3 anni, a confezionamento integro correttamente conservato. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Nessuna. 6.5 Natura e contenuto del contenitore 2% crema vaginale: tubo di alluminio internamente rivestito di vernice con applicatore. Tubo da 78 g con applicatore. 0,2% soluzione vaginale: flaconi di materiale plastico muniti di applicatore monouso. 5 flaconi 150 ml. 200 mg capsule molli vaginali: blister di PVC/PVDC e alluminio. Astuccio contenente 6 capsule molli vaginali da 200 mg. 600 mg capsule molli vaginali: blister di PVC/PVDC e alluminio. Astuccio contenente 2 capsule molli vaginali da 600 mg. 1000 capsule molli vaginali: blister di PVC/PVDC e alluminio. Astuccio contenente 2 capsule molli vaginali da 1000 mg. 6.6 Istruzioni per l’impiego e la manipolazione 2% crema vaginale Seguire le istruzioni illustrate nello schema sotto riportato. Fare attenzione che l’applicatore sia sempre perfettamente pulito. Dopo ogni impiego, lavarlo accuratamente con acqua tiepida e sapone. Se il medico consiglia, per ragioni particolari, la sterilizzazione dell’applicatore, conformarsi alle sue direttive. Non utilizzare però acqua calda a più di 50°C, nè solventi organici. Asciugare quindi l’applicatore e conservarlo nel suo contenitore.
ISTRUZIONI PER L’USO - 0,2% soluzione vaginale
ISTRUZIONI PER L’USO - 2% crema vaginale
Fig. 2. Estrarre la cannula tenendola attraverso il cappuccio sino allo scatto di posizionamento.
1. Avvitare l’applicatore sul tubo al posto del tappo. 2. Premere leggermente il tubo alla sua estremità inferiore in modo da riempire l’applicatore. Se il pistone offre una certa resistenza, tirarlo delicatamente. Salvo diversa prescrizione del medico, l’applicatore dovrà essere riempito completamente. 3. Togliere l’applicatore dal tubo che dovrà essere immediatamente richiuso con il tappo. 4. In posizione distesa, con le ginocchia sollevate ed allargate, introdurre delicatamente l’applicatore in vagina il più profondamente possibile. Spingere completamente il pistone. Ritirare quindi l’applicatore senza toccare il pistone.
Fig. 1. Tenere il flacone per l’anello e piegare il cappuccio sino alla rottura del sigillo di sicurezza.
Fig. 3. La cannula è orientabile secondo le esigenze. Introdurre delicatamente in vagina la cannula e premere le pareti del flacone mediante pressione più o meno intensa, in modo da realizzarne il completo svuotamento; una speciale valvola non permette il ritorno della soluzione vaginale nel flacone. L’irrigazione va eseguita preferibilmente in posizione distesa. Un’irrigazione lenta favorisce una migliore detersione medicata. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO RECORDATI Industria Chimica e Farmaceutica S.p.A. - Via M. Civitali, 1 - 20148 MILANO. Concessionario esclusivo per la vendita: INNOVA PHARMA S.p.A. - Milano. 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO LOMEXIN 2% crema vaginale - tubo 78 g con applicatore A.I.C. n. 026043277 LOMEXIN 0,2% soluzione vaginale - 5 flaconi 150 ml A.I.C. n. 026043190 LOMEXIN 200 mg capsule molli vaginali - 6 capsule molli A.I.C. n. 026043101 LOMEXIN 600 mg capsule molli vaginali - 2 capsule molli A.I.C. n. 026043152 LOMEXIN 1000 mg capsule molli vaginali - 2 capsule molli A.I.C. n. 026043202 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data di prima autorizzazione: 10 maggio 1986 Rinnovo dell’autorizzazione: 31 maggio 2010 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO: 26 Marzo 2007
fenticonazolo nitrato
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE LOMEXIN 2% crema; LOMEXIN 2% gel; LOMEXIN 2% schiuma cutanea; LOMEXIN 2% spray cutaneo, soluzione; LOMEXIN 2% soluzione cutanea; LOMEXIN 1% polvere cutanea; LOMEXIN 2% polvere cutanea; LOMEXIN 2% shampoo. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA LOMEXIN 2% crema: 100 g di crema contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% gel: 100 g di gel contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% schiuma cutanea: 100 g di soluzione contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% spray cutaneo, soluzione: 100 g di soluzione contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% soluzione cutanea: 100 g di lozione contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 1% polvere cutanea: 100 g di polvere contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 1 g pari a Fenticonazolo 0,878 g. LOMEXIN 2% polvere cutanea: 100 g di polvere contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. LOMEXIN 2% shampoo: 100 g di soluzione contengono: Principio attivo: Fenticonazolo nitrato 2 g pari a Fenticonazolo 1,757 g. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA Crema. Gel. Schiuma cutanea. Spray cutaneo, soluzione. Soluzione cutanea. Polvere cutanea. Shampoo. Uso dermatologico. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche - Dermatomicosi da dermatofiti (Trichophyton, Microsporum, Epidermophyton) a diversa localizzazione: tinea capitis, tinea corporis, tinea cruris, tinea pedis (piede d’atleta), tinea manuum, tinea faciei, tinea barbae, tinea unguium. - Candidiasi della pelle (intertrigo, perleche, candidiasi facciale, candidiasi “da pannolino”, perineale e scrotale); balaniti, balanopostiti; onichia e paronichia. - Pityriasis versicolor (da Pityrosporum orbiculare e P. ovale). - Otomicosi (da Candida o da muffe); solo se non sono presenti lesioni del timpano. - Eritrasma. - Micosi con superinfezioni batteriche (da batteri Gram positivi). - Trattamento delle infezioni del cuoio capelluto che implicano il lievito Pityrosporum quali la dermatite seborroica e la Pityriasis capitis. 4.2 Posologia e modo di somministrazione LOMEXIN va applicato 1-2 volte al giorno, secondo il parere del medico, dopo aver lavato ed asciugato la parte lesa, utilizzando la formulazione adatta alla localizzazione della lesione. 2% crema e 2% gel - sono indicati per il trattamento della cute glabra, delle pieghe cutanee e delle mucose; si applicano frizionando leggermente. Crema - si usa preferenzialmente per le micosi secche: Pityriasis versicolor, eritrasma, onicomicosi (nelle onicomicosi la crema va applicata con bendaggio occlusivo); la crema è adatta all’impiego nelle micosi genitali maschili. Gel - ha azione essicante ed è più indicato per intertrigo, piede d’atleta, epidermofizia inguinale ed in generale per le lesioni umide. 2%
schiuma cutanea - l’impiego della schiuma è particolarmente vantaggioso per il trattamento della Pityriasis versicolor e nel caso di dermatomicosi estese della cute glabra; in questi casi la schiuma va applicata alla sera sulla cute umida o direttamente o tramite una spugna, lasciando asciugare e risciacquando il mattino seguente. Nel corso di infezioni LOMEXIN Schiuma cutanea può essere vantaggiosamente utilizzata nella detersione, evitando, in virtù del suo pH fisiologico, ulteriori irritazioni della cute già compromessa. 2% spray cutaneo, soluzione e 2% soluzione cutanea - sono indicate per le localizzazioni al cuoio capelluto e per le zone cutanee ricoperte da peli. Lo spray cutaneo soluzione, inoltre, è di facile e comodo impiego per le micosi estese e per le zone difficilmente raggiungibili. 1% e 2% polvere cutanea - si usa per il piede d’atleta ed in generale per le zone intertriginose e per lesioni umide, sia come trattamento unico che come complemento della crema o del gel. Nelle infezioni dei piedi si consiglia di cospargere con LOMEXIN polvere anche l’interno delle calze e delle scarpe. LOMEXIN 1% polvere cutanea è indicato per la profilassi delle reinfezioni. Nel piede d’atleta e nelle onicomicosi, allo scopo di evitare reinfezioni, è opportuno proseguire il trattamento sopraindicato ancora per una o due settimane dopo la scomparsa delle manifestazioni. 2% shampoo - lavare le zone colpite con LOMEXIN Shampoo; lasciare agire per circa 3-4 minuti, quindi risciacquare abbondantemente. Trattamento: Due volte alla settimana per 2-4 settimane. LOMEXIN non unge, non macchia ed è facilmente asportabile con acqua. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza (vedere paragrafo 4.6). 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego Al momento dell’applicazione sulla lesione si può riscontrare una modesta sensazione di bruciore che di norma scompare rapidamente. Dopo l’applicazione di LOMEXIN Schiuma cutanea non esporsi alla luce solare o ai raggi UVA. Dopo un trattamento topico prolungato con corticosteroidi è consigliabile attendere una quindicina di giorni prima di applicare LOMEXIN Shampoo. Evitare il contatto con gli occhi; ove ciò accada risciacquare abbondantemente con acqua. L’uso specie se prolungato dei prodotti per uso topico può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In tal caso interrompere il trattamento e consultare il medico per istituire idonea terapia. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione Nessuna conosciuta. 4.6 Gravidanza e allattamento Benchè l’assorbimento percutaneo di fenticonazolo sia piuttosto scarso, si consiglia di non usare il preparato in gravidanza. Non esiste alcun dato relativo alla utilizzazione del LOMEXIN Shampoo durante la gravidanza o l’allattamento. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Nulla da segnalare. 4.8 Effetti indesiderati LOMEXIN è generalmente ben tollerato, sia sulla pelle che sulle mucose; solo eccezionalmente sono state segnalate lievi e transitorie reazioni eritematose o sensazione di bruciore che di norma scompare rapidamente. In caso di comparsa di fenomeni irritativi più persistenti o di reazioni da ipersensibilità o di sviluppo di microrganismi resistenti occorre interrompere il trattamento. LOMEXIN nelle condizioni d’impiego consigliate viene solo scarsamente assorbito, per cui possono escludersi ripercussioni di carattere sistemico. 4.9 Sovradosaggio Nulla da segnalare.
5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: antimicotici per uso dermatologico; derivati imidazolici e triazolici. Codice ATC: D01AC12. LOMEXIN è un antimicotico ad ampio spettro. - In vitro: elevata attività fungistatica e fungicida sui dermatofiti (tutte le specie di Trichophyton, Microsporum, Epidermophyton), sulla Candida albicans e sugli altri agenti delle infezioni micotiche della pelle e delle mucose (funghi dimorfi Pityrosporum - muffe). È stata inoltre evidenziata in vitro un’attività inibente la secrezione delle proteinasi acide di Candida albicans. - In vivo: guarigione in 7 giorni delle micosi cutanee da dermatofiti e da Candida nella cavia. LOMEXIN ha inoltre azione antibatterica sui microorganismi Gram positivi. Meccanismo d’azione presunto: blocco di enzimi ossidanti con accumulo di perossidi e necrosi della cellula fungina; azione diretta sulla membrana. 5.2 Proprietà farmacocinetiche Dalle prove di farmacocinetica è risultato un assorbimento del tutto trascurabile per via transcutanea, sia nell’animale che nell’uomo. 5.3 Dati preclinici di sicurezza DL50 topo: os 3000 mg/kg; i.p. 1276 mg/ kg (M), 1265 mg/kg (F); DL50 ratto: os 3000 mg/kg; s.c. 750 mg/ kg; i.p. 440 mg/kg (M), 309 mg/kg (F). Tossicità cronica: 40-80160 mg/kg/die os per 6 mesi nel ratto e nel cane sono stati ben tollerati, salvo manifestazioni di tossicità generale di grado lieve o moderato (nel ratto un aumento del peso del fegato alla dose di 160 mg/kg comunque senza alterazioni istopatologiche e nel cane un transitorio aumento di SGPT alle dosi di 80 e 160 mg/kg associate ad un aumento del peso del fegato). LOMEXIN non interferisce con le funzioni degli organi sessuali femminili e maschili nè possiede effetti sulle prime fasi della riproduzione. Dagli studi di tossicità riproduttiva è risultato, così come per altri imidazolici, un effetto embrioletale che si manifesta ad alte dosi per os (> 20 mg/kg), 20-60 volte superiore la dose assorbita per via vaginale nella donna. LOMEXIN non ha mostrato proprietà teratogene nei ratti e nei conigli. LOMEXIN non è risultato mutageno in 6 test di mutagenesi. La tollerabilità di LOMEXIN è stata soddisfacente nelle cavie e nei conigli. I risultati ottenuti nel maiale nano, la cui cute è morfologicamente e funzionalmente simile a quella umana e generalmente mostra una marcata sensibilità a diversi agenti irritanti, erano eccellenti. LOMEXIN non ha mostrato alcuna evidenza di sensibilizzazione, fototossicità e fotoallergia. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti 2% crema glicole propilenico, lanolina idrogenata, olio di mandorle dolci, estere poliglicolico di acidi grassi, alcool cetilico, gliceril monostearato, sodio edetato, acqua depurata. 2% gel carbomer, acqua depurata, glicole propilenico. 2% schiuma cutanea glicole propilenico, alcool, sodio lauriletere solfato soluzione, alchilamidobetaina soluzione, acqua depurata. 2% spray cutaneo, soluzione alcool, glicole propilenico, acqua depurata. 2% soluzione cutanea alcool, idrossipropilcellulosa, acqua depurata, glicole propilenico. 1% polvere cutanea silice precipitata, zinco ossido, talco. 2% polvere cutanea silice precipitata, zinco ossido, talco. 2% shampoo glicole propilenico, sodio lauriletere solfato soluzione, alchilamidobetaina soluzione, acqua depurata. 6.2 Incompatibilità Nessuna. 6.3 Periodo di validità 3 anni, a confezionamento integro correttamente conservato. Schiuma cutanea: 2 anni, a confezionamento integro correttamente conservato. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Nessuna. 6.5 Natura e contenuto del contenitore 2% crema: tubo di alluminio internamente rivestito di vernice. Tubo da 30 g. 2% gel: tubo di alluminio internamente rivestito di vernice. Tubo da 30 g. 2% schiuma cutanea: flacone di materiale plastico sigillato con dispositivo schiumogeno (erogatore). Flacone da 100 ml. 2% spray cutaneo, soluzione: fla-
cone di vetro. Flacone da 30 ml. 2% soluzione cutanea: flacone di polietilene. Flacone da 30 ml. 1% polvere cutanea: barattolo di polipropilene. Tubo da 50 g. 2% polvere cutanea: barattolo di polipropilene. Tubo da 50 g. 2% shampoo: flacone in polietilene con capsula di chiusura dello stesso materiale. Flacone da 100 g. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Istruzioni per l’impiego e la manipolazione - 2% schiuma cutanea:
Fig. 1. Alzare la linguetta e fissarla nell’apposita sede. NON AGITARE
Fig. 2. Per una buona qualità della schiuma capovolgere il flacone e premere energicamente. Spalmare quindi sulla zona interessata fino a completo assorbimento.
Fig. 3. Se la dose di schiuma non fosse sufficiente, lasciare che il flacone riacquisti la forma originaria e ripetere quanto descritto in fig. 2.
7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO RECORDATI Industria Chimica e Farmaceutica S.p.A. - Via M. Civitali, 1 - 20148 MILANO Concessionario esclusivo per la vendita: INNOVA PHARMA S.p.A. - Milano 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO LOMEXIN 2% crema - tubo 30 g - A.I.C. n. 026043012. LOMEXIN 2% gel - tubo 30 g - A.I.C. n. 026043024 (confezione non in commercio). LOMEXIN 2% schiuma cutanea - flacone 100 ml - A.I.C. n. 026043176. LOMEXIN 2% spray cutaneo, soluzione - flacone 30 ml - A.I.C. n. 026043063. LOMEXIN 2% soluzione cutanea - flacone 30 ml - A.I.C. n. 026043036 (confezione non in commercio). LOMEXIN 1% polvere cutanea - tubo 50 g - A.I.C. n. 026043048 (confezione non in commercio). LOMEXIN 2% polvere cutanea - tubo 50 g - A.I.C. n. 026043051. LOMEXIN 2% shampoo - flacone 100 g - A.I.C. n. 026043214. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data di prima autorizzazione: 14 ottobre 1985 Rinnovo dell’autorizzazione: 31 maggio 2010 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO: 26 Marzo 2007
F A R M A C I S T I
D I
C A R T A
La dieta più antica del mondo “Come ritrovare la salute e la linea seguendo la vera dieta mediterranea” è il sottotitolo di questo libro, in cui si mette in evidenza che se si vogliono ottenere benefici da questo regime alimentare bisogna introdurre digiuni periodici
Qualcuno ha detto, una volta, che l’introduzione è quella parte del libro che di solito viene scritta per ultima, quella che viene messa per prima e che (purtroppo) quasi nessuno legge. Allo scopo di evitare la realizzazione di questa infausta profezia, ho deciso per una volta di non scriverla. Questo libro pertanto non ha un’introduzione. Ha invece una guida alla lettura con una serie di istruzioni sul modo migliore per approcciarsi al testo a seconda del background del lettore e dei suoi interessi. Perché una guida alla lettura? Perché questo libro affronta argomenti diversissimi e spazia in campi che vanno dall’antropologia, alla storia, alla biochimica, alle neuroscienze, alla nutrizione e cerca di fare tutto questo nel minor numero di pagine possibile. Per questo motivo alcuni argomenti di pertinenza scientifica che potrebbero apparire a qualcuno fin troppo sintetici potrebbero risultare eccessivamente tecnici per altri. Da qui l’utilità di disporre di una guida che permetta a chiunque di soddisfare le proprie aspettative rispetto al testo e di reperire le informazioni che gli interessano nella maniera più rapida possibile. (…). Questo libro non promuove una nuova dieta e non contiene ricette, ma descrive un modello di alimentazione mirante a recuperare le proprietà salutari della dieta mediterranea originaria e insegna al lettore come metterlo in pratica. Per anni si è creduto che «fare dieta mediterranea» significasse mangiare pane, olio d’oliva, formaggio, verdura, pesce, fichi, uva e vino rosso, ma oggi sappiamo che la dieta mediterranea è ben altro. Se si vogliono ottenere benefici da essa bisogna introdurre anche dei digiuni periodici. È dimostrato infatti che questo è il vero segreto della dieta mediterranea (ma anche della salute metabolica e della longevità). (da La dieta più antica del mondo, Dalai editore, 2013, p.11)
48 puntoeffe
L’autore Fabio Piccini è medico e psicanalista specializzato in disturbi del comportamento alimentare. Si è specializzato a Toronto in Sport and Exercise Nutrition e frequenta un dottorato in Alimenti, nutrizione e salute presso l’Università Politecnica delle Marche di Ancona. Fondatore del sito internet www.anoressia-bulimia.it, è autore di numerosi articoli sull’argomento e del libro “Pane al pane e vino al vino” (Franco Angeli).
L’opera Una moda che non passa mai di moda è la dieta mediterranea, regime alimentare individuato dai contadini cretesi negli anni Sessanta. Si è scoperto da qualche anno che il vero segreto sta nei periodici digiuni intermittenti osservati dai cretesi in ossequio ai precetti della religione ortodossa. L’autore qui smorza tutti i pregiudizi sul digiuno i cui benefici, invece, vanno dal rallentamento dell’invecchiamento cellulare al rafforzamento delle difese immunitarie, al minor rischio di ictus, infarti, diabete e altre patologie. Come si legge nella postfazione, «Appropriate citazioni bibliografiche evidenziano scientificamente come il digiuno, a giorni alterni, permetta il recupero di normali parametri metabolici, nonché la protezione di cuore e cervello dai rischi di infarti e ictus, tanto quanto la restrizione calorica del 30-40 per cento. In pratica tali regole nutrizionali coincidono in buona sostanza con i dettami della dieta mediterranea originaria: limitare il consumo di zuccheri e carboidrati semplici, preferire il consumo di cereali integrali e alimenti vegetali, praticare pasti piccoli e frequenti a ridotto impatto insulinico e digiuno intermittente». In questo libro si elabora un modello di dieta con dettagliati protocolli per tutti, sportivi e non. Obesità, tumori e altre patologie, del resto, erano sconosciuti in periodi in cui lo stile alimentare era costituito spesso da un solo pasto serale. E se si osservano tutti o quasi i novantenni che conosciamo, ci accorgiamo che sono in grande maggioranza magri.
P r i ma d e l l a p r e s c r i z i o n e c o n s u l t a r e i r i a s s u n t i d e l l e c a r a t t e r i s t i c h e d e l p r o d o t t o d i s p o n i b i l i s u r i c h i e s t a
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