Punto Effe Veneto

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Supplemento a Punto Effe n. 8, 10 maggio 2012

puntoeffe Veneto


sommario

Editoriale

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News dalla Regione

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Il punto

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Questioni spinose

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Iniziative e progetti

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Focus

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Tre domande a...

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Supplemento a Punto Effe n. 8, 10 maggio 2012 Editore: Ismaele Passoni Direttore responsabile: Laura Benfenati Stampa: Modulimpianti S.n.c. - Capriate S.G. (BG) Registrazione Tribunale di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 6655 (Registro operatori comunicazione)

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editoriale Il Decreto legge 1/2012 è diventato legge a tutti gli effetti. La speranza che venisse modificato in un provvedimento più avveduto e più consapevole della reale situazione della farmacia è andata completamente delusa. Ora sappiamo con precisione che la farmacia dovrà affrontare grandi cambiamenti, anche se non abbiamo ancora ben capito quali saranno. Il futuro è molto incerto ed economicamente preoccupante, sia per il continuo calo di fatturato derivante dalla diminuzione dei prezzi dei farmaci e delle relative prescrizioni, sia per l’effetto della crisi economica, sia per l’apertura di nuove farmacie. E inoltre per la, ormai certa, fuoriuscita di una grande fetta di farmaci della fascia C, dopo quella dei veterinari e delle preparazioni galeniche. Sarà un impegno non facile affrontare i cambiamenti imposti dalle nuove regole e con le ristrettezze dalle stesse apportate. Per reggere la concorrenza, le farmacie dovranno investire tempo e denaro soprattutto in servizi da mettere a disposizione della collettività, e in diplomazia, nei rapporti con i politici e le istituzioni per rimanere inserite nel Sistema sanitario nazionale, evitando di essere emarginate. Bisognerà cambiare mentalità, scendere dalle torri di difesa sulle quali ci eravamo arroccati nell’illusione che niente sarebbe cambiato nella distribuzione del farmaco, quando in tutti gli altri settori avvenivano cambiamenti epocali. Non dobbiamo continuare a pensare che il ruolo che abbiamo svolto finora ci spetti di diritto, perché molti sono coloro che, avendone i titoli, cercano di prendere il nostro posto e perché il mercato della salute fa gola a tanti. Noi farmacisti dobbiamo mettere a frutto la nostra professionalità e la capillare distribuzione sul territorio delle nostre aziende, caratteristiche che i nostri competitori ancora non hanno. Dobbiamo anche limitare le diatribe interne: non so se si sarebbe potuto fare di più, può anche essere, perché sempre si può fare di più, ma, oggettivamente, dobbiamo renderci conto che con questi tecnici cattedratici il dialogo è difficile se non impossibile, perché non accettano confronti. Soltanto categorie decise e disposte a mettere in discussione tutto riescono a farsi ascoltare. I farmacisti non sono una categoria determinata nelle proteste, perché non sono disposti a correre i rischi derivanti da un eventuale conflitto, faticano a essere coesi e sono poco credibili perché, agli occhi dell’opinione pubblica, non riescono a scrollarsi di dosso il luogo comune secondo cui “sono tutti ricchi”. Nell’attuale situazione ognuno dovrà farsi carico della necessità di intraprendere un nuovo cammino, certamente più scomodo e oneroso, ma necessario e inevitabile se vogliamo salvare le nostre aziende. Dovremo pretendere dai nostri rappresentanti sindacali, e io con la mia squadra mi sto impegnando fortemente in tal senso, di impegnarsi a farci diventare parte integrante e insostituibile del Sistema sanitario nazionale. Noi, qui nel Veneto, se uniamo le forze di tutti, abbiamo le potenzialità per riuscirci, anche in virtù del buon dialogo instaurato con la parte pubblica regionale. Dobbiamo solo impegnarci a rimanere uniti e ad abbandonare un po’ della nostra sicurezza e presunzione. Guido Bonetto Presidente Federfarma Veneto

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news dalla Regione LA FARMACIA NEL PSSR er la prima volta un Piano sociosanitario della Regione Veneto riconosce alla farmacia territoriale un ruolo ben determinato nella sanità pubblica. Si riportano alcuni stralci del documento licenziato dalla quinta commissione Sanità, che tra gli obiettivi intende «sviluppare un coordinamento a livello regionale delle informazioni al cittadino, coinvolgendo la rete delle Aziende Ulss e ospedaliere, le società scientifiche, le farmacie territoriali, le diverse competenze professionali, al fine di garantire validità delle informazioni e uniformità contenutistica». Nell’ambito del capitolo dedicato all’«assistenza farmaceutica e dei dispositivi medici» è prevista «l’integrazione delle attività di distribuzione diretta dei farmaci delle Aziende Sanitarie con la distribuzione per conto attraverso le farmacie». Tra gli indirizzi della programmazione regionale viene indicata «la valorizzazione della capillarità delle farmacie sul territorio, sostenendo soprattutto le farmacie a basso reddito in località disagiate, quali nodi di reti che possono concorrere alla semplificazione dei percorsi del cittadino, per esempio attraverso servizi di prenotazione per le visite specialistiche o di ritiro dei referti, la distribuzione per conto su scala regionale, nonché il coinvolgimento dei farmacisti nelle azioni in ambito di appropriatezza, di programmi di screening e di risk management, in sinergia anche con i medici di famiglia, e nelle azioni di educazione alla salute». Le farmacie sono inoltre definite fra i «capisaldi della filiera dell’assistenza territoriale» mentre un farmacista sarà tra i membri del Coordinamento regionale. Ancora la farmacia è chiamata a «promuovere la prevenzione primaria e la promozione di stili di vita sani per prevenire le patologie cronico-degenerative e le loro complicanze». Insieme agli altri professionisti della sanità veneta i farmacisti si dovranno impegnare nel potenziamento dell’educazione e della promozione della salute in ambito alimentare, compreso il corretto utilizzo degli integratori.

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La distribuzione nella Medicina integrata La distribuzione dei farmaci ai farmacisti. A seguito dell’intervento di Federfarma Veneto, è stato stralciato dal Manuale operativo dell’Assistenza territoriale tramite le cure primarie quanto previsto relativamente alla distribuzione dei farmaci presso le Medicine di gruppo integrate, che ipotizzava la gestione e distribuzione a opera di soggetti diversi dai farmacisti. Significativa a questo proposito la lettera di Renato Rubin, responsabile U.C. Assistenza distrettuale e Cure primarie della Segreteria regionale per la sanità in cui, accogliendo le richieste dell’Unione dei titolari, si specifica che il manuale è un documento tecnico avente la finalità di: «[…] favorire la collaborazione tra i soggetti del Sssr, nel pieno rispetto delle relative competenze, per consolidare il livello della sanità nel territorio del Veneto». Una ulteriore conferma dell'indispensabile ruolo delle farmacie sul territorio e la loro integrazione nel Sistema sanitario regionale.

RIMBORSI IN ARRIVO l Servizio farmaceutico regionale ha completato la verifica delle farmacie a fatturato ridotto aventi diritto al rimborso di quanto previsto con Decreto ministeriale 3 dicembre 2010 per gli anni 2008 e 2009, relativamente alla riduzione delle percentuali di sconto. Secondo i provvedimenti ministeriali per la nostra Regione sono quantificate,

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per il 2008, 18 farmacie con fatturato inferiore a 150.000,00 euro e 72 con fatturato compreso fra 150.000,00 e 258.228,45 euro. Per il 2009 nella prima casistica rientrano 25 farmacie e nella seconda 82. La Regione procederà quindi al rimborso del dovuto alle farmacie aventi diritto, non appena disponibili i fondi del Ministero.


La rete assistenziale per la lotta al diabete

di

Nicoletta Fattori

IL PIANO SOCIOSANITARIO REGIONALE uattordici articoli di legge e 108 pagine di documento allegato. Questo il nuovo piano sociosanitario del Veneto che, a diciotto anni dal precedente piano, aggiorna obiettivi, organizzazione e risultati della sanità veneta sino al 2016. Al timone organizzativo della sanità veneta il piano prevede la nuova figura del direttore generale, nominato dal Consiglio regionale, su proposta del presidente della Giunta, con contratto privato a tempo determinato. L’architettura di governo della sanità prevede inoltre che ogni azienda sanitaria sia guidata da un direttore generale, nominato dal presidente della Giunta con un incarico non più quinquennale ma triennale, non rinnovabile nella stessa Ulss e soggetto a valutazione annuale. Spetta al direttore generale nominare le tre figure apicali della terna di comando delle Ulss (direttore sanitario, direttore amministrativo, oltre alla nuova figura del direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale) e nominare i primari motivandone meriti e professionalità. Il piano codifica inoltre l’adozione in tutte le Ulss del “piano di zona”, per programmare e coordinare le politiche sociali e sociosanitarie con l’obbligo della trasparenza di bilancio per tutte le strutture, comprese quelle del privato convenzionato. La rete ospedaliera esistente viene riprogrammata sulla base del modello hub & spoke (perno e raggi di una ruota), che ha i suoi due fulcri nelle Aziende ospedaliere di Padova e di Verona, centri di riferimento regionali per le alte specialità e le alte tecnologie. Il modello di assistenza integrata disegnato prevede le medicine di gruppo (medici e operatori sanitari con diverse competenze in un team multiprofessionale e multidisciplinare); le cure domiciliari attive 24 ore su 24; i centri polispecialistici territoriali; gli hospice; gli ospedali di comunità; le unità riabilitative territoriali; le unità operative di cure palliative; le unità di radiologia a domicilio in un’ottica di rete che prevede l’integrazione di tutti gli operatori sanitari sul territorio per portare l’assistenza vicino al cittadino.

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Novità a livello nazionale: le farmacie sono inserite ufficialmente in un protocollo sanitario sulla lotta al diabete. L’Osservatorio nazionale sul diabete, istituito presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha scelto il Veneto per fare il punto sugli “elementi innovativi nell’assistenza e legislazione sul diabete”, con un forum ospitato in aprile dal Consiglio regionale del Veneto nella sede di palazzo Ferro-Fini, a Venezia. Una scelta determinata dalla legislazione all’avanguardia di cui si è dotata la Regione, prima in Italia ad approvare un provvedimento (la legge n. 24 dell’11 novembre 2011) che istituisce un sistema capillare, a rete, per la prevenzione, la diagnosi e la cura del diabete mellito dell’età adulta e pediatrica. Ogni Ulss deve avere un servizio diabetologico stabile e articolare su base territoriale una “rete” di assistenza costituita dai centri diabetologici, dalle strutture specialistiche pediatriche, dagli ambulatori dei medici di medicina generale, dagli specialisti ambulatoriali e dalle farmacie, secondo un modello integrato di continuità assistenziale tra ospedale e territorio.

Clausola di salvaguardia Levodopa In risposta al quesito di Federfarma Veneto, la Regione precisa che la procedura indicata per lo specifico caso dei farmaci contenenti levodopa/benserazide è da applicarsi anche in tutti i casi con le stesse caratteristiche, ossia: principio attivo per il quale non esiste in commercio nessun farmaco con prezzo allineato a quello di riferimento e momentanea carenza del farmaco a prezzo più basso disponibile in commercio. Pertanto, in tali casi la clausola di salvaguardia si applica rispetto al farmaco a prezzo più basso disponibile in commercio (generico) ma temporaneamente carente nel circuito distributivo regionale. Facciamo un esempio pratico. La situazione precedente prevedeva che: - Madopar 50 Cpr Div 200mg+50 mg - prezzo €16,00 - Prezzo di riferimento - prezzo €10,18 - Levodopa Bens Teva 50 Cpr Div 200 mg + 50 mg - prezzo €11,20 (generico con prezzo non allineato al prezzo di riferimento). Finora, non esistendo un generico con prezzo allineato al prezzo di riferimento e benché risultasse carente il Levodopa Bens Teva, l’utente, alla consegna di Madopar, doveva pagare la differenza fra il prezzo del farmaco e il prezzo di riferimento pari a euro 5,82 (16,00 - 10,18). Adesso l’utente dovrà pagare euro 1,20 (euro 11,20 – 10,18).


il punto Con il quorum a 3.300 le nuove aperture previste saranno 298, contro le quasi 500 ipotizzate con il quorum a 3.000. E resta la grande incognita delle aperture “in deroga”

i sono limitati i danni? Se si guardano le nude cifre, ovvero i dati forniti dal Centro di farmacoeconomia e farmacoutilizzazione della facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, si potrebbe dire di sì. Con il quorum stabilito a 3.300 abitanti le nuove aperture nel Veneto dovrebbero essere 298, contro le 491 ipotizzate con il quorum a 3.000. Per ciò che riguarda il quorum, quello attuale è di 3.845, mentre il nuovo si attesterebbe a 3.121

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Fonte tabella: Studio Brunello e partner

viste 4 nuove sedi, mentre 2 nuove aperture riguarderanno i Comuni di Albignasego, Legnaro, Ponte San Niccolò, Rubano, San Martino di Lupari, Selvazzano Dentro, Vigodarzere, Vigonza. A Verona le nuove aperture saranno 12, mentre 2 sono previste nei Comuni di Bovolone, Castel d’Azzano, Colognola ai Colli, Pescantina, San Giovanni Lupatolo, Villafranca. Paradossale la situazione di Venezia, che attualmente ha 93 farmacie, mentre con le nuove norme gliene spetterebbero 83, 11 in meno. Per il resto, le novità più rilevanti a San Donà di Piave, con 4 nuove aperture, e a Marcon e Mira, con 3. Pochissime le aperture nel bellunese: 2 in città, una a Feltre, Limana, Ospitale di Cadore, Ponte nelle Alpi, Santa Giustina, Sappada. Analoga la situazione nella

EFFETTI DELLA RIDUZIONE DEL QUORUM A 3.300 ABITANTI Provincia VERONA VICENZA BELLUNO TREVISO PADOVA VENEZIA ROVIGO VENETO

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abitanti. L’apertura del maggior numero di nuove farmacie avverrà nella provincia di Treviso (70), seguita da quelle di Vicenza (60), Padova (56), Verona (55), Venezia (41), Belluno (8) e Rovigo (8). Entrando nel dettaglio, a Treviso città verranno aperte 2 nuove farmacie, mentre nell’area provinciale 2 nuove aperture sono previste anche a Casale sul Sile, Castelfranco, Conegliano, Farra di Soligo, Mogliano, Montebelluna, Oderzo, Paese, Pieve di Soligo, Ponzano, San Biagio di Callalta. A Vicenza sono previste, in base ai nuovi criteri, 5 nuove sedi, mentre nella provincia i paesi più toccati dal cambiamento sono Bassano del Grappa, con 3 nuove aperture, e, con 2, Altavilla, Arzignano, Chiampo, Cornedo, Montecchio Maggiore, Schio, Tezze sul Brenta, Thiene, Torri di Quartesolo. A Padova sono pre-

Popolazione Quorum al 31/12/2010 attuale

Farmacie Farmacie Farmacie Farmacie in Quorum su 2011 su base nuova da aprire soprannumero nuova base

920.158 870.740 213.231 888.249 934.216 863.133 247.884

3.932 3.905 3.003 4.354 4.010 3.673 2.951

234 223 71 204 233 235 84

287 281 76 273 288 262 87

55 60 8 70 56 41 8

-2 -2 -3 -1 -1 -14 -5

3.184 3.077 2.699 3.242 3.233 3.127 2.694

4.937.611

3.845

1.284

1.554

298

-28

3.121


di

Giuseppe Tandoi

Fonte tabella: SymphonyIRI

CENTRI COMMERCIALI CON SUPERFICIE DI VENDITA SUPERIORE AI 10.000 MQ Regione

Provincia

Numero PDV

Mq totali

Incidenza vendite su fascia iper >10000

Incidenza vendite su totale Italia

Mq medi

VENETO

VE

2

21.133

4,6%

0,1%

10.567

AEROPORTI CIVILI

STAZIONI FERROVIARIE

A TRAFFICO INTERNAZIONALE, Venezia Verona Treviso

PORTI

Potenzialmente interessate tutte le 165 stazioni presenti nel Veneto

PORTI MARITTIMI Lido San Nicolò, Malamocco, Chioggia, Venezia

AREE DI SERVIZIO AUTOSTRADALI (Le 20 qui riportate hanno il servizio di ristorazione) MARGHERA EST ARINO EST ARINO OVEST S. PELAGIO EST S. PELAGIO OVEST LIMENELLA EST LIMENELLA OVEST SCALIGERA EST SCALIGERA OVEST MONTE BALDO SUD MONTE BALDO NORD POVEGLIANO OVEST GARDA EST GARDA OVEST CALSTORTA SUD FRATTA SUD FRATTA NORD BAZZERA NORD PONTE DELLE ALPI

VE VE VE PD PD PD PD VR VR VR VR VR VR VR VE VE VE VE BL

provincia di Rovigo. In città 2 nuove aperture, così come nel Comune di Occhiobello, una sola a Lendinara, Taglio di Po e Villadose. Resta infine la grande incognita delle cosiddette “aper-

ture in deroga”. In teoria le nuove sedi “extraterritoriali” potrebbero interessare 3 aeroporti, 4 porti, 20 aree di servizio autostradali, 165 stazioni ferroviarie e 2 grandi centri commerciali. 5


questioni spinose La pianta organica esiste ancora? La domanda è legittima, tra nuove leggi e interpretazioni ministeriali che danno adito a nuovi dubbi invece che chiarirli. Di certo restano immutate le ragioni della corretta pianificazione territoriale del servizio farmaceutico

a recente conversione in legge del Decreto legge 24.01.2012, n.1 ha determinato un fermento interpretativo notevole perché le novità introdotte sono molte e alcune di esse hanno una portata dirompente per le farmacie. Una delle innovazioni normative che più di altre balzano all’occhio e sulle quali conviene svolgere alcune brevi riflessioni riguarda la pianificazione territoriale del servizio farmaceutico. Occorre richiamare l’articolo 11 comma 1 lett. c) del suddetto Decreto che ha sostituito l’articolo 2 della Legge 475/1968 perché è la norma che ha introdotto la questione della sopravvivenza o meno della pianta organica delle farmacie ovvero dello strumento di pianificazione per eccellenza, attraverso il quale il legislatore garantisce la capillarità della distribuzione degli esercizi sul territorio. Il nuovo articolo 2 della Legge 475/68, pur esprimendo l’esigenza di assicurare «una mag-

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giore accessibilità al servizio farmaceutico» attraverso una «equa distribuzione sul territorio», garantendo «l’accessibilità del servizio farmaceutico anche a quei cittadini residenti in aree scarsamente abitate», abbandona l’espressione «pianta organica» prediligendo quella di «zona». Si legge infatti nella norma che «il Comune identifica le zone nelle quali collocare le nuove farmacie». Sul punto è intervenuto con la Nota ministeriale del 21.03.2012 l’Ufficio legislativo del ministero della Salute, affermando che la nuova norma «è inequivocabilmente diretta a eliminare la “pianta organica” delle farmacie e le procedure alla stessa correlate». Secondo l’Ufficio dovrebbe ritenersi abbandonata la tradizionale procedura di suddivisione di tutto il territorio comunale «in tante aree quante sono le farmacie spettanti al Comune in base alla popolazione residente, con la necessità, in caso di istituzione di nuove far-

macie, non solo di individuare esattamente il perimetro del territorio attribuito a ciascun nuovo esercizio, ma anche di modificare il perimetro delle


di

Silvia Cosmo

Studio legale Cavallaro-Duchi-Lombardo

sedi delle farmacie già operanti, al fine di ritagliare il territorio di pertinenza delle nuove». In sua vece dovrebbe ora applicarsi la seguente nuova procedura: «per quanto riguarda la localizzazione spetta ora al comune, sentiti la Asl e l’Ordine provinciale dei farmacisti competenti per territorio, “identificare” le zone nelle quali collocare le nuove farmacie. Questa attività è svincolata dalla necessità di definire esattamente un territorio di astratta pertinenza di ciascun nuovo esercizio e non incontra limiti nella perimetra-

zione delle sedi già aperte, dovendo soltanto assicurare “equa distribuzione sul territorio” degli esercizi e tener conto dell’esigenza di “garantire l’accessibilità del servizio farmaceutico anche a quei cittadini residenti in aree scarsamente abitate». Conclude, infine, la nota affermando che «l’individuazione delle “zone” può quindi avvenire anche in forma assai semplificata (per esempio indicando una determinata via e le strade adiacenti)», sia pur con il rispetto di una distanza dagli altri esercizi non inferiore a duecento metri.

L’interpretazione dell’Ufficio si espone a molte critiche, innanzitutto perché mal si concilia non solo con le norme “sopravvissute”, statali e regionali, che espressamente fanno riferimento alla “sede” della farmacia (per esempio, in tema di trasferimento, l’articolo 1 comma 3 L. 475/68, o di decentramento, l’articolo 5 Legge 362/91) o alla revisione della pianta organica, ma addirittura con le stesse norme di recente introduzione (il comma 2 dell’articolo 11 prescrive che «ciascun comune individua le nuove sedi»). In seconda battuta non può sfuggire che un’interpretazione di tal fatta se da un lato ostenta una semplificazione della procedura d’individuazione della “zona” della farmacia, cosa di cui si dubita, dall’altra rischia di diventare per il farmacista un vincolo fortemente limitativo laddove volesse spostarsi o modificare la circoscrizione territoriale di pertinenza. Il rischio, inoltre, è quello concreto di una grossolana individuazione delle sedi da parte dei Comuni, che poi ne renda complicata la scelta e l’apertura da parte dell’aggiudicatario, con conseguente ritardo e danno. La “pianta organica” dunque esiste ancora, anche se magari con un nome differente: le ragioni della corretta pianificazione territoriale del servizio farmaceutico restano intatte e invariate. 7


iniziative e progetti Una partnership tra Federfarma e GlaxoSmithKline per sviluppare un modello di farmacia del futuro all’insegna della comunicazione. Con un occhio alla capacità manageriale e un altro al ruolo sociale di tutta la filiera del farmaco a favore della collettività

armacisti e aziende farmaceutiche insieme per delineare un modello sostenibile di farmacia per il futuro. Federfarma ha avviato un progetto di collaborazione con GlaxoSmithKline con l’obiettivo di valorizzare il ruolo della farmacia, non solo nella dispensazione dei farmaci, ma anche per l’erogazione di nuovi servizi, fornendo ai titolari di farmacia strumenti utili ad affrontare il nuovo contesto in cui si trovano a operare. La collaborazione si basa sulla condivisione di alcuni principi, tra i quali la qualificazione del servizio offerto ai cittadini dalle farmacie italiane e la valorizzazione del farmaco come bene sociale e di contenimento dei costi sanitari. Un altro principio importante è il comune riconoscimento della necessità di promuovere il ruolo sociale dell’industria e della farmacia, a favore della collettività. La collaborazione tra Federfarma e Gsk si articolerà su una serie di iniziative sul fronte della

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formazione, dell’informazione e della comunicazione. Una delle prime iniziative congiunte consiste in un programma di formazione in campo manageriale rivolto ai titolari di farmacia, organizzato in collaborazione con la Luiss Business School. Tale programma si articolerà su

una serie di incontri a livello locale (per il Veneto già nel mese di maggio). A seguire l’avvio di un programma di formazione a distanza su materie di carattere più prettamente scientifico e l’organizzazione di un convegno nazionale, previsto per la seconda metà di giugno a Roma,


di

Nicoletta Fattori

che avrà l’obiettivo di tracciare le prospettive del servizio farmaceutico alla luce dell’attuale contesto economico e normativo e di delineare un modello sostenibile di farmacia per il futuro.

DECIMA EDIZIONE DI FARMAITALY Si è conclusa con successo la decima edizione di Farmaitaly, la fiera dedicata al mondo della farmacia organizzata da Atf - Federfarma Brescia e Cef (Cooperativa esercenti farmacia), con il patrocinio dell’Ordine dei farmacisti della Provincia di Brescia. Determinanti, in questo momento di grande cambiamento e difficoltà per la farmacia, sono stati due incontri che hanno visto la partecipazione di Federfarma Verona. Nel corso dell’appuntamento inaugurale - dal titolo “Il ruolo delle farmacie rurali nell’economia dei servizi sanitari al cittadino” - sono stati illustrati i primi risultati della ricerca svolta da Federfarma sulle farmacie rurali italiane. I dati elaborati sui 4.000 questionari compilati (corrispondenti a circa il 70 per cento delle unità presenti sul territorio nazionale) sono stati commentati tra gli altri da Alfredo Orlandi, presidente nazionale Sunifar e da Daniele Dalli dell’Università di Pisa. La sfida che la farmacia rurale dovrà affrontare consisterà nell’appropriarsi sempre più di

ruoli e competenze idonei a gestire territori di poco interesse per chi ha solo volontà di business. Durante il secondo convegno, “Le nuove frontiere della professione del farmacista e della

farmacia”, dedicato alle liberalizzazioni, sono state illustrate le principali novità introdotte dalla “riforma Monti”. Da registrare la partecipazione del presidente di Federfarma Annarosa Racca.

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focus

enza una nuova normativa regionale su orari e turnazione si rischia la sopravvivenza di un servizio pubblico, la Guardia Farmaceutica, che riguarda la salute di tutti i cittadini. Consentendo comportamenti applicativi disomogenei, si generano situazioni in contrasto con la natura pubblica del servizio; si scardina il presidio del territorio, in termini di continuità del servizio farmaceutico, ottenuto oggi attraverso la turnazione gestita in modo organico e razionale sulla base delle reali esigenze del territorio, e controllata dalle aziende Ulss. Inoltre, l’apertura di un notevole numero di nuove farmacie andrà necessariamente a compromettere il bacino di utenza necessario per il sostentamento economico delle farmacie esistenti e le difficoltà per sostenere ed erogare una turnazione efficace diverranno ancora più evidenti. Le più recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno evidenziato che, nel complesso di norme che regolano il servizio farmaceutico, assumono particolare rilievo le disposizioni riguardanti la presenza delle farmacie sul territorio - sulla base dello strumento della pianta organica - e le modalità e i tempi di apertura - orari, turni e ferie, disciplinati da leggi regionali delle farmacie stesse.

S

di

È stato riconosciuto che tale sistema di regole è finalizzato a garantire al cittadino di trovare sempre e ovunque, con facilità, una farmacia aperta, in grado di fornire tutti i farmaci e i servizi necessari. La Consulta ha precisato, inoltre, che esiste un nesso tra il sistema di articolazione territoriale delle farmacie - la pianta organica - e la limitazione degli orari delle stesse, in quanto la finalità concreta che la legge vuole raggiungere è la stessa, e cioè quella di “assicurare ai cittadini la continuità territoriale e temporale del servizio e agli esercenti un determinato bacino d’utenza”. Alla luce di quanto esposto, riteniamo che sia necessario un riordino della normativa regionale che disciplina gli orari di servizio delle farmacie per assicurare quel servizio fondamentale che da sempre le farmacie hanno garantito alla Regione Veneto e ai suoi cittadini. Federfarma Veneto si riserva quindi di formulare una proposta alternativa a quella espressa dalla vigente legge regionale (L.R. n. 64/94) che, in linea con le direttive nazionali, sappia efficacemente rispondere alle reali esigenze del cittadino senza compromettere la funzionalità di un sistema di fondamentale importanza per il territorio. La proposta potrebbe prendere come riferimento la fase sperimentale attiva da oltre tre anni presso l’Azienda Ulss 20, dove le farmacie effettuano un orario al-

Nicoletta Fattori

largato rispetto alla legge attuale, ma con paletti che regolano un orario massimo e due fasce di orario: una al mattino e una al pomeriggio, nelle quali si ha la garanzia dell’apertura della totalità delle farmacie. Tale sperimentazione ha permesso anche l’introduzione del nuovo sistema di turnazione, prevedendo che tutte le farmacie in oggetto svolgano un turno di 48 ore con un intervallo di circa due mesi. Fondamentale l’efficiente sistema di comunicazione studiato proprio per far conoscere tramite nove sistemi informativi carta stampata, televisioni, radio, monitor in Pronto Soccorso, IPhone, Sms eccetera - la farmacia di turno più vicina. La sperimentazione ha dato ottimi risultati a vantaggio della rete delle farmacie, dell’Azienda Ulss e dei cittadini.

C’è bisogno di una nuova normativa regionale su orari e turni delle farmacie venete. Una liberalizzazione indiscriminata degli orari di apertura non risponde, infatti, alle esigenze reali della popolazione che chiede, invece, una maggiore flessibilità

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tre domande a… IL PRESIDENTE DI FEDERFARMA VENETO GUIDO BONETTO Qual è il bilancio del suo primo trimestre di presidenza? È certamente un’esperienza molto coinvolgente e impegnativa. Tanto più se si ricorda che avevo assunto l’incarico per un breve periodo di transizione con due obiettivi: definire l’accordo regionale per la Distribuzione per conto e rinnovare lo statuto di Federfarma Veneto. Mi sono invece trovato ad affrontare questioni urgenti e indifferibili, quali il destabilizzante e penalizzante Decreto sulle liberalizzazioni del governo Monti e la nuova pianificazione del sistema sanitario regionale disegnata nel nuovo Piano socio sanitario, che rappresenta un capitolo ancora aperto e molto importante per le farmacie. Comunque, a parte l’impegno e la preoccupazione - che ti tolgono serenità perché ti rendi conto che stai affrontando situazioni che influenzeranno il futuro delle aziende dei colleghi - la ritengo un’esperienza certamente positiva.

IL PRESIDENTE DEL SUNIFAR VENETO FIORENZO ZAGO Qual è il bilancio dei primi tre mesi di esperienza in Federfarma Veneto? Ambivalente. Positivo perché mi sono reso conto che Federfarma Veneto è l’unica realtà sindacale che può veramente fare, e molto, per le farmacie venete nel loro insieme. Ormai è l’ente Regione a decidere in ogni ambito sanitario, indirizzando fortemente e quindi anche limitando l’autonomia decisionale, a livello provinciale, delle diverse Asl. Negativo o comunque difficoltoso perché nonostante l’impegno di questo trimestre sia stato molto intenso, abbiamo riscontrato difficoltà oggettive nel rapporto con i vertici della sanità regionale e non per colpa loro. I problemi derivano principalmente dalle lotte intestine al sindacato, che non gli permettono di essere credibile agli occhi delle istituzioni, che invece danno segnali di disponibilità e apertura, nonostante la sfavorevole congiuntura nazionale.

di

Andrea Fantoli

Qual è stata la posizione del Veneto nei confronti dello sciopero nazionale del 29 marzo? Non c’è stata posizione univoca da parte delle Province venete. Alcune lo hanno visto favorevolmente come un modo immediato per far sentire il disaccordo e il disappunto della nostra categoria sull’articolo 11 e in particolare sull’interpretazione di alcun commi quali quello sulla pianta organica e sull’età pensionabile. Altre invece si sono dette contrarie perché lo sciopero non era stato preparato né condiviso e risultava tardivo rispetto agli eventi e quindi inefficace se non addirittura controproducente nei suoi effetti. Aumento del numero di farmacie. Quali saranno gli effetti sul sindacato regionale? L’argomento non è ancora stato affrontato perché, come ho detto prima, ci sono problemi molto più urgenti, importanti e impegnativi. In primo luogo arrivare a inserire a pieno titolo nella nuova organizzazione del Sistema sanitario regionale le farmacie. L’obiettivo è il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo che svolgono sul territorio e delle potenzialità che potranno esprimere nell’ambito dell’erogazione dei nuovi servizi, con progettualità che le integrino agli altri attori, ciascuno nel rispetto e nella valorizzazione delle proprie competenze.

Cosa pensa della norma che vieta ai farmacisti over 65 di ricoprire la carica di direttore? È una norma ingiusta, iniqua e incostituzionale, sia per le farmacie rurali sussidiate sia per quelle rurali e urbane. Comprendo lo sforzo fatto a livello nazionale per salvaguardare almeno le rurali sussidiate, quelle a più alto rischio e che concretamente garantiscono la capillarità del servizio farmaceutico, ma non ritengo giusto scendere a patti, perché trattare su questa norma significa accettarla, mentre è ingiusta per tutte le farmacie. Quali conseguenze comportano, per le piccole farmacie, le medicine di gruppo e le Aggregazioni funzionali territoriali? Il sindacato è fortemente preoccupato perché teme che la concentrazione dei Mmg in poche strutture ambulatoriali impoverirà, di fatto, il territorio della presenza dei cosiddetti medici di famiglia, soprattutto nelle zone più isolate e disagiate. Questa concentrazione determinerà inoltre la compromissione dell’ormai esiguo sostentamento economico delle farmacie più piccole, quelle rurali. Per questo il sindacato sta puntando a una più forte integrazione delle farmacie nel Servizio sanitario regionale, al fine di salvaguardare il sistema farmacia veneto nel suo complesso, soprattutto laddove rappresenterà l’unico presidio sanitario sul territorio.


L’evento FARMADAYS è stato ideato dai farmacisti di UTIFAR per parlare ai propri colleghi e porre alla loro attenzione i seguenti dibattiti fondamentali: • affermare la farmacia, in virtù della sua capillarità sul territorio, come il luogo di dispensazione del farmaco per eccellenza; • potenziare all’interno della farmacia alcuni importanti settori, come alimentazione particolare, omeopatia e fitoterapia, articoli sanitari e ausili per anziani, dermocosmesi, prima infanzia e veterinaria; • sviluppare l’area dei servizi in farmacia ricercando un giusto equilibrio tra investimento, ritorno economico ed immagine; • riconfermare il laboratorio galenico come elemento centrale della farmacia; • riorganizzare il bilancio economico della farmacia, migliorandolo con la riduzione dei costi e adeguandoli alla minore redditività; • coinvolgere i collaboratori della farmacia in un progetto di sviluppo che valorizzi le professionalità specifiche; • adeguare la formazione del farmacista per accrescere la sua immagine di professionista esperto del farmaco e di tutte le categorie di prodotti presenti in farmacia. All’interno delle giornate FARMADAYS, UTIFAR, con la collaborazione di autorevoli esperti: • presenterà uno studio sulla spesa ospedaliera, che dimostri quanto sarebbe più utile per il cittadino e più economico per lo Stato se tutti i farmaci fossero distribuiti dalla farmacia territoriale, anziché attraverso la “distribuzione diretta”; • analizzerà i vari settori commerciali presenti in farmacia e fornendo ai partecipanti utili strumenti per svilupparli; • proporrà una formazione di base per implementare l’area dei servizi e quella del laboratorio galenico; • favorirà la consapevolezza di come si possa fornire un servizio migliore al cittadino, se all’interno della farmacia si sviluppa un “lavoro di squadra”; • si confronterà con l’Università sull’adeguamento del piano di studi nella attuale mutata realtà; • allestirà spazi per le aziende che potranno presentare i loro progetti in sinergia con le farmacie.

Per ulteriori informazioni contattare la segreteria UTIFAR: Tel. 0270608367 - 0270607263 email: utifar@utifar.it Segreteria tecnica: Planning Farma - via Guelfa, 5 40138 Bologna (BO) Tel. 051 300100 Fax 051 309477 E-mail: info@farmadays.com


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EG Eurogenerici è la filiale italiana del gruppo STADA, multinazionale tedesca fondata nel 1895. Qualità, elevati standard produttivi ed un portafoglio prodotti sempre aggiornato ed in continua espansione sono i fattori che hanno determinato il successo di EG Eurogenerici, azienda leader nel mercato dei farmaci generici equivalenti.

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