Punto effe 10 2018

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Anno XIX | N° 10 1 giugno 2018 | www.puntoeffe.it

2018 L’unico prontuario completo e affidabile TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI SEMPRE A PORTATA DI MANO

PARLIAMONE Concorrenza sotto la lente

Convegni Sport senza benessere

Galenica In tema di antipertensivi

IN TRE

Alessandro Golinelli

direzioni Deontologia delle imprese associate, formazione degli operatori e corretta informazione dei cittadini, cardini dell’attività di Integratori Italia-Aiipa. A colloquio con il presidente



www.msd-animal-health.it Materiale Riservato ai Sigg. Farmacisti - per ulteriori informazioni consultare l’RCP.


SOMMARIO

Editoriale| Accendiamo la luce tutti insieme

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Controcorrente| Una risata allunga la vita

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InnovAzione| Respirare la soluzione

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Interventi| Chi è contento alzi la mano

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Un farmacista a scuola| Che ci azzecca?

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PARLIAMONe LEGGE CONCORRENZA | Nodi irrisolti

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primo piano ECHI DAL WEB | Oltre le aspettative 22

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INCONTRI | Alessandro Golinelli 24 CONVEGNI | Sport senza benessere

GALENICA | Anche a uso pediatrico 33

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ATTUALITÀ | Salute in tournée 36 VETERINARIA | Una nuova frontiera?

RUBRICHE

Legale | Coordinate cartesiane Intervista a... | Obiettivi condivisi Dalle aziende | Più presenza in farmacia Farmanews | In tema di biosimilari Farmanews | Nuove prospettive

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Spigolature Il libro | Se la parola è tutto Consigli The Blind Spot | Nubi, e luci, all’orizzonte

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Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

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Collaboratori Maurizio Bisozzi, Claudio Buono, Sergio Cattani, Stefania Cifani, Stefano De Carli, Carla De Meo, Luca Guizzon, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Davide Petrosillo, Roberto Edoardo Villa, Simona Zazzetta

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saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione Per il periodo 1/1/2017 - 31/12/2017 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.519 Diffusione media: 9.660 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.



editoriale

A

ccendiamo

la luce tutti insieme

Lo scorso anno il DiaDay, quest’anno “Abbasso la pressione”. Proporre nuove iniziative a livello nazionale è una risorsa per Federfarma, un modo per esprimere il rinnovamento della professione e la potenzialità della farmacia. Iniziative operative dove non ci si limita a consegnare un volantino, ma ci si dedica al cliente direttamente con attenzione. Ho sempre pensato che l’ascolto sia la miglior comunicazione di positività che esista. L’organizzazione di queste campagne a livello nazionale è molto complessa. Nei mesi precedenti lodevoli iniziative sono state prese anche da singole Federfarma provinciali, come nel caso del progetto “Spegnila e Respira” per la lotta al tabagismo, in collaborazione con l’Istituto dei Tumori di Milano. Ma sono tante le iniziative locali organizzate per fare prevenzione ed

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di Paolo Vintani

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educazione sanitaria. L’Italia è particolare, forse siamo rimasti l’Italia dei Comuni, si tende a credere che ciò che facciamo sia irripetibile. Se le singole iniziative su uno specifico argomento (diabete, pressione, tumore) fossero confrontate e tra queste fosse scelta una come rappresentativa tra tutte, le altre associazioni le potrebbero riproporre tali e quali, con lo stesso nome, singolarmente o a livello nazionale. Come in un concorso coordinato da Miss Salute: «C’è un tempo per mantenerti distante, un tempo per guardare altrove c’è un tempo per tener giù la testa per proseguire la giornata... c’è un tempo per prendere la corona c’è un tempo per i colori diversi… c’è un tempo per essere una regina di bellezza...» (Miss Sarajevo, U2) Non è più tempo per contese, è tempo di confronti. La farmacia italiana deve farsi vedere come un’unica forza. Accendiamo tutte le nostre luci, che ogni singolo led , pur nella sua unicità, contribuisca a un fascio di luce comune. La citazione a fianco è presa da Guida agli smarriti, e in fondo in questo momento un po smarriti lo siamo: mi piace pensare a una ruota dove si parta dal fulcro esaltando i singoli raggi. La ruota spinta da una forza centrifuga girerebbe veloce. Se al contrario esaltassimo il centro e i raggi tendessero a esso con ardore, la forza centripeta farebbe implodere il sistema. Diamo luce.

Forse la luce non è altro che la prima e la più semplice delle nostre fortune. Vivere vuole dire scoprire la luce del mattino (Jean D’Omerson, Guida agli smarriti)


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corrente

U

di Maurizio Bisozzi

na risata

ortnoc

allunga la vita Studi scientifici degni di fede attestano che il buon umore mantiene il cervello in forma. E in Italia gli spunti umoristici non mancano

Un recente studio ha incrociato i risultati di circa 30 ricerche condotte su oltre 70.000 inglesi, sottoposti ad attente e ripetute verifiche radiologiche, esaminando e confrontando eventuali modifiche delle strutture encefaliche in dipendenza dall’età e dallo stato dell’umore. La scienza ha confermato quanto la saggezza popolare predica da sempre: il buonumore allunga la vita, la rende divertente, leggera e allontana il rischio di patologie croniche degenerative. Gli eruditi professoroni dell’Università del Sussex, autori della ricerca (godono della mia istintiva simpatia, non tanto per la radice Sus, quanto per la sex desinenza) hanno empiricamente certificato che gli stati depressivi conducono a modifiche morfologiche cerebrali e conseguenti disagi mentali, arrivando talvolta alla demenza vera e propria. Al contrario, il pensiero positivo protegge il cervello dall’invecchiamento precoce, lo mantiene pronto e vivace. Le funzioni cognitive decadono inevitabilmente con gli anni, ma il buonumore ha il potere di rallentare i deficit causati dalla ridotta crescita neuronale. Quindi, è caldamente consigliabile sfruttare ogni occasione per riderci sopra

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sistema sulla poltrona degli Affari Euroe regalare anni di vita e vita agli anni del pei. La volpe a guardia del pollaio. nostro cervello. Giriamo pagina e leggiamo dell’imbarazGrazie al cielo, su questo noi italiani siazo trasmesso in mondovisione all’arrivo mo privilegiati, abbiamo a disposizione del Giro d’Italia a Roma, Città Eterna, inesauribili fonti di divertimento, a costo dalle buche eterne. Sembra che il Giro zero o al massimo un paio di euro, il prezsia piombato improvvisamente a Roma, zo di un quotidiano. Apriamo la pagina a insaputa delle autorità comunali, per sulla nomina dei ministri del nuovo goun inaspettato dirottamento da Rocca verno: sul curriculum del primo ministro Cannuccia o Colleferro, originarie destinaGiuseppe Conte si è satireggiato al punto zioni finali. Se così non fosse, si sarebbero da garantire la nostra freschezza mentapotute chiudere almeno le buche del cirle ben oltre gli ottanta anni; curiosamencuito cittadino o accelerare la costruzione te l’età del professor Paolo Savona, pomo della chimerica teleferica cittadina, traeuropeo della discordia. La sua candidasvolando i ciclisti da un capo all’altro. tura a un dicastero economico aveva scaSempre per il nostro buonumore, il sintenato acuti mal di pancia nel mondo daco Raggi arruola finanziario, stante la greggi di pecore, libesua gelida posizione abbiamo randole nei parchi e nei confronti dell’Eua disposizione economizzando sul taropa. Spread alle stelinesauribili glio dell’erba. Pare che le, miliardi di risparmi il problema delle zecbruciati, imbarazzo fonti di del presidente Mattadivertimento, che portate dalle pecore si risolverà in un rella, precipitosa margra tis equivoco colossale, cia indietro. Fin qui o al costo cioè mettendole a batniente da ridere. Il tere moneta; delle professor Savona è di un corpose deiezioni infeuna risorsa alla quale quotidiano stanti, invece, se ne ocnon si rinuncia facilcuperanno plotoni di scarabei stercorari, si mente, sono tanti i campi in cui può dice anch’essi alle dipendenze comunali. esprimere le sue capacità: Istruzione, E c’è ancora chi sostiene che i politici non Giustizia, Difesa, Salute. E invece no, visi occupano della nostra salute, nella fattista la sua posizione poco europeista e specie mentale. per il benessere del nostro cervello, lo si


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Innovazione

R

di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division, Focus Management Consultant

espirare

la soluzione Il valore del tempo: storie di ordinaria amministrazione per i pazienti impazienti

del Centro Medico Santagostino (realtà L’altro giorno di notte ho della quale più volte ho scritto in questa sentito una fitta lancinanrubrica come esempio di innovazione di te al fianco: Pronto Socsuccesso). Tuttavia mi trovo costretta, corso? Decisamente no: il mio malgrado, a rinunciare ad andarvi, valore che attribuisco al nonostante per me sia il primo presidio mio tempo è sicuramente sanitario, perché non mi è chiaro a quale superiore alla mia sensibitipo di specialista rivolgermi. lità al dolore. In più restaEsamino così altre opzioni. Papà medico re di notte seduta in una impraticabile perché, come tutti gli spesala d’attesa con un dolocialisti, saprebbe darmi qualunque solure pazzesco e con il senso zione relativa alla sua disciplina, ma di di colpa di voler al più fronte a qualunque altra esigenza la ripresto una diagnosi, ma soprattutto un sposta sarebbe: «venti gocce di Novalgiantidolorifico, quando intorno a te ci sona». Scarto anche la no persone sofferenti mamma farmacista, in barella per le quanon basta la cui deontologia li il bisogno di essere avere una so già che porterebprese in carico è debuona idea be alla solita rispocisamente più rilesta «chiedi al tuo vante, mi è sembrato bisogna medico». decisamente peggio essere capaci Quale sarebbe il di restare a letto a ladi farla mio medico non è mentarsi con tutta la percepire chiaro saperlo, oltre famiglia intorno. che la sala di attesa Aspetto allora con dei Mmg mi manda più in angoscia del ansia l’arrivo della mattina, provando Pronto Soccorso (e i tempi non sarebbenell’attesa a farmi un’autodiagnosi con ro poi nemmeno tanto diversi). Insomma Dott. Google, consapevole che è un se una persona sta male il tempo è una comportamento poco ortodosso per una variabile fondamentale, anche più rilepersona che si occupa di appropriatezvante della relazione con chi ti può curaza, compliance ed empowerment rere o della sua notorietà (antecedenti sponsabile. primari della fiducia). Nel contempo cerco di trovare la prima Ma dott. Google mi trova la soluzione: disponibilità per una visita sul portale

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Codice Verde, il Pronto Soccorso Privato di Milano, prima realtà in Italia che si occupa in di quelle prestazioni che nel Pronto Soccorso Ospedaliero costringono i pazienti a lunghe attese. Se il Centro Medico Santagostino rappresenta nel campo della sanità un’innovazione disruptive che risponde al bisogno di sanit à ac c e s s i bi le ; C o d ic e Verde è un’innovazione disruptive che risponde al bisogno di “diagnosi e terapia subito”. Il loro posizionamento è sicuramente innovativo e customer based, ovvero rispondente a necessità reali delle persone con problemi di salute. Però non è affatto sufficiente, e nemmeno facile, comunicare il proprio posizionamento. Non basta avere una buona idea e un buon prodotto coerente con tale idea. Bisogna farla percepire, il paziente deve “respirarla”. Non è un claim, nonostante la prestazione sanitaria lo rispetti a convincere il cliente, ma tutti gli elementi che compongono l’offerta - dall’atteggiamento del personale, ai servizi, dai meccanismi di accesso al Crm - devono convergere per trasformare una combinazione prodotto-servizi in una patient solution. E questa è la forza del Centro Medico Santagostino e di Codice Verde: tutto il format mantiene le promesse. E, pur sperando di non aver bisogno di andarli a trovare spesso, sapere che ci sono ti fa sentire sicuro.



interventi

C

di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

hi è contento

alzi la mano Considerazioni sull’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla privacy

Chi è contento dell’arrivo del Regolamento generale sulla protezione dei dati [Gdpr (UE) 2016/679] alzi la mano. Potessimo avere idealmente schierata la platea delle diverse categorie interessate dal Gdpr e ordinare per file quelle più soddisfatte, ai primi posti ci metterei i cosiddetti consulenti e i fornitori dei programmi informatici di supporto. Sono esperti e fornitori di servizi che ci daranno sicuramente una mano, ma permettetemi una domanda retorica: saranno più contenti loro nel fornirci un aiuto o noi di doverlo ricevere? Nelle seconde file dovrebbero esserci i cittadini, non ai primissimi posti perché, ad analisi compiuta, non credo si aspettino grandi stravolgimenti in meglio della loro vita quotidiana. Forse aumenteranno le sottoscrizioni di copiosi e non letti moduli per la cessione del consenso e spereranno, come tutti noi nella veste di cittadini, di essere lasciati un po’ in pace, al riparo da quelle “forze occulte” che riescono a carpire le nostre abitudini e, con questo, ad assillarci con informazioni confezionate appositamente per noi. Ancora più indietro, credo, ci sarebbero i sanitari e, tra questi, i farmacisti che, pur giudicando eticamente corretto il princi-

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pio della protezione dei dati personali dei loro assistiti, percepiscono queste nuove misure come ulteriori “complicazioni gestionali” che tolgono nuove risorse e altro tempo al cuore della loro attività professionale. Qualcuno di noi forse ancora si chiede se non potesse bastare il rigore deontologico che regola e sanziona ogni professione che si rispetti. di maggior complessità rispetto al passato. Tra le ultime file ci metterei ovviamente Meno male che i sistemi ci sono, ma non si quelli che non alzerebbero mai la mano può essere contenti di dovervi ricorrere. perché, per nostra fortuna, sarà per loro Mettere a processo, ai sensi della privacy, più complicato arricchirsi con disinvoltura modalità operative, nella gestione dei dati acquisiti da chi sta qualcuno di noi per esempio la gestione delle prescrizioni nelle seconde file delforse si chiede mediche, per le quali la platea. Ques to se non potesse le farmacie sono già pseudo-plebiscito cresoggette a controlli do possa rappresentabastare da parte di organi di re il pensiero di molti il rigore vigilanza e rientranti di noi: ben vengano deontologico negli obblighi di un maggior severità e che regola esercizio di pubblica più controlli, ma aleggia comunque il dubla professione utilità, appare come eccesso di zelo, con bio che si poteva fare ricadute negative sull’operatività della fardi meglio. Si poteva forse differenziare e macia. Gdpr un po’ dolce un po’ amaro, semplificare per chi con i dati personali ci quindi, a seconda che lo giudichiamo con lavora quotidianamente, nell’interesse dela giacca del cittadino o con il camice del gli assistiti e del Ssn e non certo per imfarmacista. possessarsene. Tutti i colleghi si saranno Questo forse è un po’ il motivo del malconresi conto di come la necessità di ricorretento che serpeggia nei confronti dell’Eurore a una piattaforma informatica per metpa della burocrazia, sempre in attesa che tere a punto la gestione della privacy in inizi a crescere significativamente il Pil. farmacia sia già di per sé un chiaro segno



un farmacista a scuola

C

he ci

azzecca? Allarme zecche? Ma fateci il piacere. Un laboratorio alle elementari per insegnare come affrontarle

Vivo in una città ai piedi dell’arco alpino e ogni anno, sia in farmacia sia a scuola, ci troviamo a che fare con la lotta a insetti di tutti i tipi. In particolare quest’anno, probabilmente per una stagione calda arrivata molto velocemente, le prime camminate in montagna hanno fatto scoppiare il “problema zecche”. Uso le virgolette perché questo piccolo parassita, di ben poca pericolosità se paragonato ai batteri multiresistenti che si stanno sviluppando velocemente in case di riposo e ospedali, suscita un terrore ben più grande di quello che dovrebbe. L’allarme si è diffuso a macchia d’olio, grazie anche agli ormai onnipresenti gruppi di messaggistica istantanea che radunano i genitori dei bambini della stessa classe e fungono da cassa di risonanza. E così ci è giunta voce che si profilava all’orizzonte il rischio dell’annullamento su pressione delle famiglie dell’annuale “Festa degli alberi”, una giornata organizzata dalla scuola, dedicata a ripiantare nuove conifere, al fine di favorire il ricambio delle vecchie piante e prevenire il diradarsi del bosco. Tutto a causa della paura delle zecche. Ma cosa c’è di vero in tutto questo? La zecca (Ixodes ricinus) è un aracnide che si nutre del sangue dei mammiferi selvatici... tra cui

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

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pagine social, e operare un intervento nell’uomo. Rimanendo attaccato per qualche le classi delle scuole elementari locali, per minuto o qualche ora, batteri e virus che insegnare a bambini e docenti le cose giusi trovano nel suo torrente circolatorio ste da fare. possono venire riversati in quello dell’oIl laboratorio didattico che abbiamo svolto spite, infettandolo. Malattia di Lyme e Tbe è durato due ore. Nella prima parte abbia(Encefalite virale trasmessa da zecche) somo spiegato il ciclo di vita della zecca e cono le due malattie veicolate da questi picme comportarsi nel caso decida di farsi… coli animali notificate nella nostra trasportare un po’ da noi. Nella seconda provincia, con segnalazioni di 12 e 23 casi parte abbiamo messo in pratica le informal’anno, mediamente. Le autorità sanitarie zioni apprese. Il primo consigliano di usare repellenti, coprire le parti a diffondere momento pratico ha visto la realizzazione di più esposte e controllartimori una miscela di olii essi bene una volta ritornati dall’escursione, ingiustificati senziali a effetto repellente (chiodi di garofano, provvedendo a togliere anche il le zecche eventualmente passaparola eucalipto, timo), diluiti in olii da spalmarsi sulla presenti. Questa operavia social pelle prima di fare escurzione, oggetto delle più dei genitori sioni. Il secondo invece fantasiose invenzioni trasi è svolto dopo aver dimandate dalla tradizione viso alunne e alunni in squadre: vinceva - uso di olio bollente o burro spalmato abchi staccava da una sfera di tessuto il magbondantemente, alcool etilico, pinzette che gior numero di “zecche”, ovvero palline di afferrino l’animale per la parte superiore varie dimensioni cucite sulla superficie. Poindi svitare come cavatappi e così via - si tevano avvalersi solo di un paio di pinzette svolge semplicemente afferrando l’animale e non potevano strappare, formando dei più vicino possibile al punto di contatto buchi nel tessuto: solamente tirare con decon la pelle, tirando delicatamente ma senlicatezza finché il punto si sfilava. Alla fine za desistere. Con la farmacia territoriale delle due ore ci siamo divertiti, imparando presente nella zona del “problema zecche” due cose importanti: esistono sostanze abbiamo pensato di muoverci a due livelli: che possono aiutare nel tenere lontane le realizzazione di articoli di approfondimenzecche, ma, se si attaccano ugualmente, to, brevi ma completi, da consegnare a mabisogna imparare a staccarle. no ai clienti e pubblicare sul sito web/



parliamone

N

di Stefano De Carli, Studio Luce, Modena

odi

irrisolti

Approvata dopo lunga gestazione, la legge sulla Concorrenza contiene, nella parte dedicata alla farmacia, numerose incongruenze, sulle quali occorre quanto prima fare chiarezza

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Il Disegno di legge sulla concorrenza è stato approvato dal consiglio dei ministri nel febbraio del 2015. Da allora alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n. 124 del 4 agosto 2017 sono trascorsi circa due anni e mezzo, che non sono stati sufficienti a dare alla riforma una benché minima organicità all’interno della normativa farmaceutica. E, ciò nonostante, sin da subito fossero state evidenziate le macroscopiche carenze del testo originario proposto e le drammatiche conseguenze in termini appli-

cativi che il settore avrebbe dovuto affrontare, inevitabili se si pensa che la proposta di un cambiamento così radicale come quello attuato dalla Legge 124 è stato condensato in stringate modifiche dei soli articoli 7 e 8 (vedi box 1 e 2) della Legge 362 del 1991. Un comportamento miope e presuntuoso che farebbe pensare a estendere l’istituto della responsabilità personale, da tempo invocato per i magistrati, anche all’organo legislativo. Oltretutto, alla indiscutibile carenza nella stesura della norma, si sono


NEL DETTAGLIO Il passaggio più delicato, sul quale ci soffermiamo in questo intervento, è quello riguardante le incompatibilità contenute nell’articolo 8) comma 1) della Legge 362. Quest’ultimo, anche prima dell’entrata in vigore della Legge 124, era sicuramente scritto in modo superficiale e soprattutto privo del necessario coordinamento conseguente alle varie rivisitazioni precedenti; tuttavia, finché si è rimasti nell’ambito di soggetti societari composti da soci-persone fisiche e soprattutto soci-farmacisti le necessità interpretative erano più limitate. Permettendo ora la Legge 124 anche a società e a soggetti privati non farmacisti di partecipare a società-titolari le faccende invece si complicano. Soprattutto perché, come si è premesso, le interpretazioni giunte da organi istituzionali sono state di mera e ottusa lettura di un testo diventato completamente irrazionale. Se si fosse presa in considerazione la “storia” della Legge 362, lo spirito della riforma e usato il buon senso, non ci sarebbe voluto molto a riconoscere che:

l’incompatibilità «con la posizione di titolare, gestore provvisorio, direttore o collaboratore di farmacia» e così pure con «qualsiasi rapporto di lavoro pubblico o privato» non si applica al socio-società ma solo alla persona fisica: la società non può essere gestore, direttore o collaboratore e non può avere dei rapporti di lavoro. Certo, può essere titolare ma è chiaro che il riferimento del punto b) del comma 1) è sicuramente relativo al preesistente regime; il «rapporto di lavoro pubblico e privato» che impedisce la partecipazione del socio privato, è riferibile solo a una assunzione come lavoratore dipendente: lo dice la lettera della norma ed era così tranquillamente accettato prima dell’agosto 2017; l’intendimento della legge Concorrenza, come dice la parola stessa, era anche e soprattutto quello di estendere a soggetti economici anche di importanti dimensioni la possibilità di divenire titolari di farmacie o catene di farmacie pur nei noti limiti regionali di controllo massimo del 20 per cento.; la possibilità di avere società titolari non più composte da soli farmacisti comporta necessariamente un affievolimento del rapporto con i clienti/pazienti e ciò era ben noto agli estensori della riforma, che altrimenti non avrebbero permesso l’ingresso dei “capitali”;

la sussistenza dell’incompatibilità del richiamato punto b) non può certo impedire la partecipazione di un farmacista a più compagini societarie titolari stante il chiaro intento della “legge Bersani” del 2006, che ha abrogato il comma 6) dell’articolo 7) della Legge 362/1991 che così disponeva: «Ciascun farmacista può partecipare a una sola società di cui al comma 1)». Ci ritroviamo invece nell’attuale condizione in cui: l’incompatibilità dell’articolo 8) comma 1 punto b) è estesa all’«ipotesi della partecipazione sociale di farmacia da parte di altra società di farmacia» (Commissione speciale del Consiglio di Stato n. 69/2018 del 3/01/2018); nell’incompatibilità dell’articolo 8) punto c), sempre secondo la Commissione, «oltre ai rapporti di lavoro subordinato… rientrerebbero anche quelle prestazioni che, sebbene autonome, vengono effettuate con una regolarità tale da risultare assorbenti»; viene giustificata dalla stessa Commissione l’estensione delle incompatibilità soggettive anche ai soli detentori di quote di capitale e ciò per arginare un «incentivo all’attività di mero finanziamento» e per evitare di «portare a un aumento patrimoniale delle società», così da favorire le «concentrazioni societarie», le stesse limitazioni sono motivate dalla

parliamone

aggiunte in questi ultimi mesi prese di posizioni di organismi di alta caratura che hanno ulteriormente aggravato la situazione di incertezza. Che cerchiamo di seguito di illustrare brevemente richiamando i possibili scenari che si stanno e si andranno a delineare.

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L’ARTICOLO 7 DELLA LEGGE 362/1991 DOPO LA “LEGGE CONCORRENZA” Art. 7 Titolarità e gestione della farmacia 1. Sono titolari dell’esercizio della farmacia privata le persone fisiche, in conformità alle disposizioni vigenti, le società di persone, le società di capitali e le società cooperative a responsabilità limitata. 2. Le società di cui al comma 1 hanno come oggetto esclusivo la gestione di una farmacia. La partecipazione alle società di cui al comma 1 è incompatibile con qualsiasi altra attività svolta nel settore della produzione e informazione scientifica del farmaco, nonché con l’esercizio della professione medica. Alle società di cui al comma 1 si applicano, per quanto compatibili, le disposizioni dell’articolo 8. 3. La direzione della farmacia gestita dalla società è affidata a un farmacista in possesso del requisito dell’idoneità previsto dall’articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni, che ne è responsabile. 4. Il direttore, qualora si verifichino a suo carico le condizioni previste dal comma 2 dell’articolo 11 della legge 2 aprile 1968, n. 475, come sostituito dall’articolo 11 della presente legge, è sostituito temporaneamente da un farmacista in possesso del requisito dell’idoneità previsto dall’articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni. 4-bis. ABROGATO 5. COMMA ABROGATO DAL D.L. 4 LUGLIO 2006, N. 223, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI DALLA L. 4 AGOSTO 2006, N. 248. 6. COMMA ABROGATO DAL D.L. 4 LUGLIO 2006, N. 223, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI DALLA L. 4 AGOSTO 2006, N. 248. 7. COMMA ABROGATO DAL D.L. 4 LUGLIO 2006, N. 223, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI DALLA L. 4 AGOSTO 2006, N. 248.

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8. Il trasferimento della titolarità dell’esercizio di farmacia privata è consentito dopo che siano decorsi tre anni dal rilascio dell’autorizzazione da parte dell’autorità competente, salvo quanto previsto ai commi 9 e 10. 9. A seguito di acquisto a titolo di successione di una partecipazione in una società di cui al comma 1, qualora vengano meno i requisiti di cui al secondo periodo del comma 2, l’avente causa cede la quota di partecipazione nel termine di (sei mesi dalla presentazione della dichiarazione di successione). 10. Il termine di cui al comma 9 si applica anche alla vendita della farmacia privata da parte degli aventi causa ai sensi del dodicesimo comma dell’articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475. 11. Decorsi i termini di cui al comma 9, in mancanza di soci o di aventi causa, la gestione della farmacia privata viene assegnata secondo le procedure di cui all’articolo 4. 12. Qualora venga meno la pluralità dei soci, il socio superstite ha facoltà di associare nuovi soci nel rispetto delle condizioni di cui al presente articolo, nel termine perentorio di sei mesi. 13. Il primo comma dell’articolo 13 del regolamento approvato con regio decreto 3 marzo 1927, n. 478, come sostituito da l l’a r ticolo 1 del decreto del P residente del la Repubblica 23 ottobre 1963, n. 1730, si applica a tutte le farmacie private anche se di esse sia titolare una società. 14. Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 17 della Legge 29 dicembre 1990, n. 408, agli atti soggetti a imposta di registro delle società aventi come oggetto l’esercizio di una farmacia privata, costituite entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ed al relativo conferimento dell’azienda, l’imposta si applica in misura fissa.


INCOMPATIBILITÀ Ne consegue che, se si volessero seguire le indicazioni di Consiglio di Stato e ministero della Salute, dovrebbe essere constata l’incompatibilità nelle seguenti casistiche (gli articoli citati si riferiscono alla Legge 362/1991): 1) acquisizione di partecipazione di socie-

tà titolare da parte di una società titolare art. 8) comma 1) lett. c). Il divieto riguarda (Comm. C.d.S. per art. 8 comma 1) lett b) ): quindi anche imprenditori o liberi professi è nel caso in cui una società titolare vosionisti. La conclusione, grottesca, è che glia assumere una partecipazione in un’alviene concesso di entrare nel capitale di tra società titolare nel proprio attivo una società/farmacia solo a studenti, dipatrimoniale (l’irregolarità in questo caso soccupati, pensionati o percettori di rendia parere di chi scrive, e sempre che la parte finanziarie e patrimoniali in genere. tecipazione non abbia carattere marginale Con buona pace dello stimolo alla “con- potrebbe eventualmente riscontrarsi per correnza”; il mancato rispetto del dettato dell’articolo 4) partecipazione societaria di un farma7) comma 2) «le società di cui al comma 1 cista in più società titolari anche se l’attihanno come oggetto vità è svolta solo a esclusivo la gestione favore di una di esse. arduo di una farmacia»); Ciò a motivo della già il compito 2) costituzione di più r icordat a analisi società, ognuna titodell’articolo 8) comma degli uffici lare, in cui vi sia lo 1) lettera b). È questa farmaceutici stesso socio-società, forse la situazione più delle asl presente nella comdelicata perché sono a cui pagine sociale delle innumerevoli i casi di spetta stesse (ministero delfarmacisti che sono la Salute per art. 8 tranquillamente da il rilascio comma 1) lett. b): è la anni in tale posizione del parere situazione in cui si dopo l’entrata in vigoautorizzativo re della “Bersani” del trovano già alcune realtà, in modo partico2006. lare società costituite da grossisti, anche a Collettori di tutte queste problematiche sosocio unico - sul punto il ministero non è no ovviamente gli uffici farmaceutici delle però chiaro ma tale sembra essere la conAsl, che hanno il compito di valutare le caclusione essendo palese la completa assisistiche sopra elencate per il rilascio del milazione del socio/persona fisica col parere autorizzativo o per rilevare le evensocio/società; tuali situazioni illegittime. Purtroppo l’esito 3) partecipazione da parte di qualsiasi di tali analisi difficilmente si distaccherà soggetto individuale, sia o meno farmacidalle tesi ministeriali, in assenza di giurista, che svolga una qualsiasi attività lavosprudenza o direttive regionali contrarie. rativa in modo continuativo al di fuori della Che ben potrebbero e dovrebbero avvenifarmacia partecipata e per qualsiasi tipolore, visto come le Regioni sono pronte a digia di apporto, anche di solo capitale e ansattendere il Ministero quando vengono che per quote minimali (Comm. C.d.S. per toccate le loro tasche, come insegna la re-

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Commissione con «il rischio di dequalificazione del farmacista» e di «inficiare il rapp or t o f id uc i a r io c on i p a z ient i fondamentale per assicurare un alto livello di aderenza alla terapia»; non è concesso a un farmacista di essere socio di più società di farmacia. Lo sostiene l’ufficio legislativo del ministero della Salute in una risposta a un quesito dell’Asl di Biella del 7 marzo 2018, basandosi ancora una volta solo sul dato letterario del punto b) dell’articolo 8) senza prendere in considerazione che la Legge 248 del 2006 si era semplicemente “dimenticata” di coordinare le modifiche dell’articolo 7) con le necessarie variazioni negli altri passaggi normativi. Il divieto pare (ma non è certo) oltretutto estendersi anche a quando i soci sono società. Per completezza si segnala che la Commissione del Consiglio di Stato prende posizione anche sui limiti alla titolarità posti dall’articolo 7) comma 2) della Legge 362, con conclusioni in questo caso sostanzialmente condivisibili, anche se incomplete, ma che riguardano le incompatibilità sul versante della attività dei settori della produzione, informazione scientifica del farmaco e esercizio della professione medica, certamente più semplici da delimitare.

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L’ARTICOLO 8 DELLA LEGGE 362/1991 DOPO LA “LEGGE CONCORRENZA” Art. 8 Gestione societaria: incompatibilità 1. La partecipazione alle società di cui all’articolo 7, salvo il caso di cui ai commi 9 e 10 di tale articolo, è incompatibile: a) nei casi di cui all’articolo 7, comma 2, secondo periodo. b) con la posizione di titolare, gestore provvisorio, direttore o collaboratore di altra farmacia; c) con qualsiasi rapporto di lavoro pubblico e privato. 2. Lo statuto delle società di cui all’articolo 7 e ogni successiva variazione, ivi incluse quelle relative alla compagine sociale, sono comunicati, entro sessanta giorni, alla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani nonché all’assessore alla sanità della competente regione o pro-

cente vicenda del limite di fatturato per lo sconto agevolato in distinta. Ci si augura tuttavia, anche a motivo delle possibili gravi conseguenze sanzionatorie che verranno ricordate di seguito, che prevalga l’autonomia decisionale di quei responsabili del servizio che non vogliano soggiacere alle ricordate conclusioni, basandosi anche sul fatto che la stessa Commissione riconosce il proprio parere come «non vincolante - che - dunque può essere motivatamente disatteso dai richiedenti» e che di ciò prende atto il Ministero il quale specifica di non potere «rendere pareri di mero dettaglio che riguardano il procedimento amministrativo di altra amministrazione, ma si può solo limitare a esprimere un parere sulla (possibile) interpretazione delle norme». Lo spazio per applicare la logica e

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vincia autonoma, all’ordine provinciale dei farmacisti e all’azienda sanitaria locale competente per territorio. 3. La violazione delle disposizioni di cui al presente articolo e all’articolo 7 comporta la sospensione del farmacista dall’albo professionale per un periodo non inferiore ad un anno. Se è sospeso il socio che e’ direttore responsabile, la direzione della farmacia gestita da una società è affidata ad un altro dei soci. Se sono sospesi tutti i soci è interrotta la gestione della farmacia per il periodo corrispondente alla sospensione dei soci. L’autorità sanitaria competente nomina, ove necessario, un commissario per il periodo di interruzione della gestione ordinaria, da scegliersi in un elenco di professionisti predisposto dal consiglio direttivo dell’ordine provinciale dei farmacisti.

l’equità esiste, quindi, bisogna solo avere la volontà di agire.

CONSEGUENZE In mancanza di una iniziativa di tal genere le conseguenze sono chiare: verranno negate le autorizzazioni in tutte le situazioni di riscontrata incompatibilità e verranno sanzionate le situazioni già esistenti dichiarate non conformi alla normativa. E qui si apre un altro capitolo paradossale. Perché tra i tanti passaggi che gli estensori della riforma hanno omesso di ordinare vi è anche quella della disciplina sanzionatoria. Infatti l’articolo 8 comma 3) della Legge 362 non è stato toccato dalla legge 124 e continua a prevedere che la «violazione delle disposizioni di cui al presente articolo e all’articolo 7 comporta la sospensione del

farmacista dall’albo professionale per un periodo inferiore a un anno. Se è sospeso il socio che è direttore responsabile, la direzione della farmacia gestita da una società è affidata ad altro dei soci. Se sono sospesi tutti i soci è interrotta la gestione della farmacia per il periodo corrispondente alla sospensione dei soci. L’Autorità competente nomina, ove necessario, un commissario per il periodo di interruzione della gestione ordinaria, da scegliersi in un elenco di professionisti predisposto dal consiglio direttivo dell’ordine provinciale dei farmacisti». Peccato che, dopo l’agosto 2017, la sanzione della sospensione resti priva di efficacia per tutti i soci, persone fisiche e società, che non sono farmacisti, per cui si verifica l’effetto, appunto paradossale, in cui i far-


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EFFETTO IMMEDIATO

Cedraflon

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macisti, che dovrebbero ragionevolmente essere in posizione privilegiata rispetto ad altri soggetti, sono invece gli unici a essere veramente colpiti da provvedimenti restrittivi. Sta di fatto che resta in capo agli uffici farmaceutici un compito veramente delicato e gravoso: eventuali rifiuti all’emissione dell’autorizzazione alla titolarità comporteranno pesanti conseguenze patrimoniali e personali sui soggetti coinvolti che, in perfetta buona fede e confidando in una lettura delle norme dettata dalla logica, hanno condotto le trattative e compiuto gli atti giuridici necessari. Così pure, e forse peggio, succederà nei casi in cui si volessero verificare le posizioni diventate improvvisamente incompatibili, e ci si riferisce specificamente alla detenzione di più partecipazioni in società titolari. Con l’incubo della interruzione della gestione e del commissariamento, qualora tutti i soci (e la fattispecie non è infrequente) fossero ritenuti irregolari. Ci si domanda poi come potranno i funzionari monitorare l’evolversi delle specifiche posizioni lavorative o professionali dei soci: verificare per esempio se un socio lavora o se lavora se lo fa in modo continuativo, se una società acquisisce partecipazioni incompatibili, eccetera. Fermo restando che, come si è visto, l’insorgere di incompatibilità successive all’autorizzazione di titolarità rimane priva di reale riscontro sanzionatorio per società e non farmacisti persone fisiche. Per concludere la carrellata delle incongruenze della riforma non si può non segnalare quanto accade in caso di successione della farmacia o società titolare. Ovviamente anche in questo caso ci si è ben guardati dal modificare i commi 9) e seguenti dell’ar-

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ticolo 7 della Legge 362 che la disciplina. Per cui gli stessi sono ora completamente privi di riscontri con la nuova realtà che si è creata. Cosi che non ha più senso fare riferimento ai «requisiti di cui al secondo periodo del comma 2». Il secondo periodo del comma 2 che richiedeva che i soci della società fossero farmacisti iscritti all’albo e in possesso dell’idoneità ora parla di tutt’altro. Dopo la “concorrenza” non occorre più alcun “requisito” per essere socio di società titolare. A parere di chi scrive, deve ritenersi quindi implicitamente abrogato dalla novella del 2017, e con esso anche i successivi commi 10), 11) e 12) che disciplinano i casi di successione di farmacia-ditta individuale, decorrenza dei termini del comma 9) e mancanza di pluralità dei soci. L’intera disciplina dovrebbe mantenere semplicemente il termine dei sei mesi successivi alla dichiarazione di successione per regolarizzare eventuali incompatibilità di cui al “famigerato” articolo 8) e per la costituzione di una società (anche a socio unico) da parte dell’unico erede non farmacista di un titolare individuale. Di diversa opinione, sulla quale però non si concorda, è però invece il notariato che così si esprime: «Il riferimento è alla previsione (rimasta immutata) di cui all’art. 7, comma 9, L. 362/1991, per cui “a seguito di acquisto a titolo di successione di un partecipazione in una società di cui al comma 1, qualora vengano meno i requisiti di cui al secondo periodo del comma 2, l’avente causa cede la quota di partecipazione nel termine di sei mesi dalla presentazione della dichiarazione di successione”. La portata della norma, che impone il trasferimento

delle partecipazioni entro sei mesi dalla presentazione della dichiarazione di successione (sic!), si fonda sul venir meno dei requisiti di cui al secondo periodo del comma 2: secondo periodo che, nella formulazione antecedente alla legge 124, prevedeva che possono esser soci «farmacisti iscritti all’albo in possesso del requisito dell’idoneità». Dunque, la mancanza del requisito nell’erede imponeva la dismissione della partecipazione entro il semestre. Oggi, con le modifiche apportate dalla Legge 124, il rinvio è da intendersi al requisito del non svolgere qualsiasi altra attività nel settore della produzione e informazione scientifica del farmaco e nel non esercitare la professione medica. L’ipotesi, per così dire, macroscopica, in cui l’attività svolta (informazione o produzione del farmaco; professione medica) presenta ex se profili di conflittualità con il corretto svolgimento del servizio farmaceutico e che, nella prospettiva della possibile ricostruzione di cui sopra, pare riferibile tanto al farmacista quanto al non farmacista. D’altronde, la norma non richiama in alcun modo le ulteriori ipotesi di incompatibilità di cui all’art. 8, sicché l’essere dipendente pubblico o privato o il rivestire la posizione di titolare, gestore provvisorio, direttore o collaboratore di altra farmacia non pare implicare alcun obbligo di dismissione nel semestre ai sensi dell’art. 7, comma 9». In definitiva, siamo di fronte alla confusione più totale e urge un intervento radicale di ripensamento su tutta la materia che necessariamente dovrà essere sollecitato e possibilmente indirizzato dal sindacato. I nostri legislatori si sono dimostrati incapaci di agire in autonomia.


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echi dal web

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di Simona Zazzetta, Farmacista33

ltre le

aspettative

Terza edizione di Farma&Friends a Roma: raccolti fondi per un video-endoscopio e per un centro d’ascolto per malati oncologici

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Si tradurranno in un video-endoscopio da destinare all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e in un centro psicologico per malati oncologici e i loro familiari della Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti le donazioni fatte dai 1.650 partecipanti alla cena finale dell’evento benefico Farma&Friends, l’appuntamento annuale con la beneficenza organizzato da Feder fa r m a Rom a c on i l s upp or t o incondizionato di Teva e la segreteria organizzativa di Edra. Arrivata alla terza edizione, l’iniziativa ha permesso di raccogliere oltre 62.000 euro, per un totale raccolto dal 2016, quando fu lanciata la prima edizione, a oggi che ammonta a circa 300.000 euro. Alla serata conclusiva, tenutasi al Rome Cavalieri Hotel & Resort, hanno partecipato oltre 1.650 persone, tra le quali il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti «La raccolta fondi e le entrate del merchandising», sottolinea il presidente di Federfarma Roma, Vittorio Contarina, «hanno fatto registrare numeri così alti che riusciremo a realizzare non una ma ben due donazioni. Inizialmente ci eravamo prefissati l’acquisto di un video-endoscopio (dal costo di circa 50.000 euro) da donare all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, la cui necessità è stata segnalata direttamente dalla Regione Lazio. Que-

sto tipo di strumentazione permetterà agli operatori sanitari di intervenire in maniera meno invasiva e più sicura sui piccoli pazienti soprattutto con problemi di deglutizione. Ma non basta, perché grazie al grande supporto registrato da parte dei partecipanti in questa terza edizione, potremo dotare di una professionalità in più il Centro d’ascolto psicologico per malati oncologici e i loro familiari della Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti». Le prime due edizioni di Farma&Friends hanno permesso di raccogliere oltre 160.000 euro che, aggiunti ai 75.000 raccolti al di fuori dell’evento per aiutare le tre farmacie distrutte dal terremoto di Amatrice e Accumoli, fanno un totale di 235.000 euro utilizzati per attività benefiche. «Con le precedenti edizioni di Farma&Friends siamo riusciti a donare agli ospedali del Lazio una culla termica per l’elisoccorso neonatale che ha permesso, a oggi, il salvataggio di ben dieci neonati», conclude Contarina. «Abbiamo poi regalato quindici defibrillatori e una colonna laparoscopica all’Ospedale San Camillo e ricostruito tre farmacie distrutte dal terremoto di qualche anno fa. Con le donazioni raccolte anche quest’anno Farma& Friends è senza dubbio diventato il maggior evento benefico della categoria, non solo a Roma ma in tutta Italia».



incontri

I

di Stefania Cifani

n tre precise

direzioni

Deontologia delle imprese associate, formazione degli operatori e corretta informazione dei cittadini, i cardini dell’attività di Integratori Italia-Aiipa. A colloquio con il presidente Alessandro Golinelli

Il mercato degli integratori, sempre più considerati come un’utile risorsa per migliorare benessere e qualità della vita, è in continua espansione e la farmacia, con 177 milioni di pezzi venduti, resta il canale di vendita principale. Di corretta comunicazione, prospettive future e iniziative per i farmacisti abbiamo parlato con Alessandro Golinelli, presidente di Integratori Italia-Aiipa dal dicembre 2017. Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari) è l’associazione di Confindustria che rappresenta importanti aziende nazionali e multinazionali del settore della produzione alimentare. Bolognese, 44 anni, laureato in Farmacia, Alessandro Golinelli si occupa da oltre dieci anni di business intelligence nel Corporate marketing department di Alfasigma, azienda nata dall’unione dei gruppi italiani Alfa Wassermann e Sigma-Tau.

Quali sono, presidente, gli obiettivi di Integratori Italia-Aiipa? L’associazione lavora per contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare, per favorire scelte sempre più consapevoli del consumatore e lo sviluppo del settore in Italia.

Quali le prime azioni del suo mandato? Nel breve periodo, il rispetto del Codice

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deontologico e l’applicazione delle linee guida sulla qualità dell’integratore alimentare sono azioni molto importanti del mio mandato, al fine di dare giusta dignità e ruolo a questi prodotti. Tra gli obiettivi di medio-lungo periodo, l’affermazione degli dell’integratori come una risorsa utile per migliorare la qualità della vita e contribuire a contenere la spesa sanitaria, soprattutto considerando il progressivo invecchiamento della popolazione.

È stato recentemente introdotto il Codice deontologico di Integratori Italia. Di cosa si tratta? Si potrebbe definire una sorta di “bussola” etica, coerente con l’impegno associativo di comunicare in modo corretto ed equilibrato le qualità e i benefici dell’integratore, al fine di favorire la corretta competizione sul mercato e scelte sempre più consapevoli e responsabili da parte del consumatore. Inoltre, rappresenta uno dei principali strumenti della responsabilità sociale delle imprese per la promozione di buone pratiche di comportamento. Il comparto è vivace e in continua crescita e vogliamo che continui a crescere in modo non solo costante, ma anche sano e rispettoso. È fondamentale che il settore si assuma ulteriori responsabilità: l’adozione del Codice deontologico va proprio in questa direzione.


incontri

il fatturato totale del comparto, nell’anno mobile che va da maggio 2017 ad aprile 2018, ammonta a 3,1 miliardi di euro

Il fatturato del settore è in continua crescita. Quali sono i dati più aggiornati? Il comparto degli Integratori Alimentari rappresenta per l’economia del nostro Paese un importante volano economico. Complessivamente il fatturato totale, per l’anno mobile concluso ad aprile 2018, è stato di circa 3,1 miliardi di euro (prezzo al pubblico), con una crescita di circa il 5,8 per cento rispetto all’anno precedente, e oltre 220 milioni di pezzi venduti, quasi il 4,3 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dati elaborati da New Line Ricerche di Mercato, ndr).

Si tratta quindi di un mercato con molti punti di forza. Qualche debolezza? L’affidabilità e la qualità delle informazioni rappresentano un elemento di fondamentale importanza. Il medico e il farmacista sono considerate le fonti più credibili e autorevoli, ma rimane aperto il problema della garanzia delle informazioni trovate sul web, considerate affidabili dal 50 per cento degli internauti. Per questo come associazione siamo stati in questi anni in prima linea per migliorare continuamente la nostra comunicazione, rendendo i canali attraverso cui dialogare sempre più accreditati e autorevoli.

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incontri In che modo? Dal 2017, la pagina Facebook “Integratori e Benessere” si ispira ai principi di correttezza scientifica e trasparenza espressi da Health on the net foundation (Hon). Lo stesso codice deontologico cui abbiamo già accennato è utile a regolamentare i rapporti, su un piano etico, tra le aziende aderenti all’associazione e tra queste e i consumatori, il mondo scientifico e sanitario, le onlus di settore, le associazioni dei pazienti e le imprese concorrenti.

Quali sono le opportunità e le sfide per il futuro? Nell’area del benessere gli integratori sono sempre più considerati come una risorsa utile per migliorare la qualità della vita e contribuire a contenere la spesa sanitaria, soprattutto considerando il progressivo invecchiamento della popolazione. A questo proposito, Food Supplements Europe ha sostenuto divesi studi, in collaborazione con Frost & Sullivan, che mostrano come alcune sostanze presenti negli integratori possano svolgere un ruolo, non solo nel mantenimento del benessere, ma anche

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nella riduzione di fattori di rischio di alcune malattie degenerative legate all’invecchiamento della popolazione. Dare visibilità e ruolo a queste funzioni dell’integratore è un lavoro lungo che però rappresenta il futuro dell’integrazione alimentare. Spetta alle associazioni come la nostra e all’industria lavorare sul piano della qualità dei prodotti e della corretta comunicazione, così da avere le carte in regola e dare la giusta dignità a questa categoria di prodotti.

Quali iniziative e interventi sono stati messi in atto per i farmacisti? L’impegno verso il mondo della farmacia è per noi importante. Abbiamo appena concluso un importante training Ecm “FarmIntegra”, in partnership con Federfarma, incentrato sulla comunicazione efficace al consumatore. Inoltre, per garantire al consumatore notizie scientificamente provate sugli integratori alimentari, lo scorso anno, insieme a Federfarma abbiamo lanciato l’iniziativa “Informazioni corrette in farmacia e a portata di click” con l’apertura della pagina Facebook e del sito Integratori&Benessere. Continue-

spetta prima di tutto alle associazioni come la nostra e all’industria lavorare sulla qualità dei prodotti e sulla corretta comunicazione


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incontri

I canali di vendita Il principale canale di vendita nel mercato italiano degli integratori alimentari è quello della farmacia, che in termini di fatturato (prezzo al pubblico) nell’anno mobile terminante ad aprile 2018 è di circa 2,79 miliardi di euro, con un trend rispetto al periodo precedente del +5,6 per cento e un peso percentuale che rappresenta il 91,4 a valore. In termini di volumi il canale ha invece generato 177 milioni di confezioni vendute (+3,8 per cento rispetto all’anno precedente), pari all’80,6 per cento del mercato complessivo. Il canale Gdo, nel 2018, ha fatto segnareun un giro d’affari (prezzo al pubblico) di circa 262 milioni di euro, con una crescita pari al +8,6 per cento e un peso percentuale dell’8,6. Quanto ai volumi sono 43 milioni le confezioni vendute, con una crescita del 6,5 per cento e un peso percentuale del 19,4.

Il progetto si è articolato in una guida digitale, dal titolo L’uso corretto degli integratori, i cui contenuti sono tratti da alcuni capitoli dell’e-book Review scientifica sugli integratori, realizzata da Integratori Italia nel 2016. La guida è scaricabile gratuitamente dal sito Unc e verrà ulteriormente diffusa attraverso gli strumenti dell’Unione come newsletter, house organ e post sulla sua pagina Facebook. Sarà possibile accedere ai contenuti della guida anche attraverso il sito www.integratoriebenessere.it e la pagina Facebook Integratori e Benessere.

Fonte: dati elaborati da New Line Ricerche di Mercato

Può accennare ai contenuti della guida?

remo questa campagna anche quest’anno, con la distribuzione di circa 1.200 kit informativi nelle farmacie.

E poi ci sono i progetti per i Medici di medicina generale… Proprio così. Il progetto IntegrInforma è un’iniziativa realizzata dall’editore Edra con il patrocinio della Società italiana di medicina generale (Simg) e il contributo non condizionato sia di Integratori ItaliaAiipa sia di FederSalus.

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Ci può parlare di questa iniziativa?

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Come svolgere il difficile compito di orientare il consumatore? Accanto alle iniziative in farmacia, abbiamo anche appena lanciato, in collaborazione con l’Unione nazionale consumatori (Unc), una campagna sull’uso corretto degli integratori. Una testimonianza della vocazione di Integratori Italia a contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare.

Nella guida digitale si chiarisce cosa siano gli integratori e si esplorano le principali aree di interesse legate al loro utilizzo e ai loro benefici, ovvero contribuire alla salute del cuore e del cervello, aiutare a realizzare un invecchiamento fisiologico e contribuire alla salute della donna. La guida fornisce poi un breve glossario dei termini più comuni connessi al mondo degli integratori e si conclude con un pratico vademecum con le dieci regole utili per condurre un sano stile di vita. Ogni sezione inoltre, permette ai lettori più curiosi di approfondire l’argomento con un link che rimanda al capitolo di riferimento della Review.


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convegni

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di Carla De Meo

Performance, innanzitutto. È quasi sempre questa la “dittatura” dello sport. Di chi lo pratica a livello agonistico o amatoriale. Ma negli anni la sfida si è a tal punto esasperata da diventare pericolosa per lo sviluppo e il mantenimento in salute del corpo. Siamo abituati a leggere del ricorso a sostanze dopanti, ma quella che invece passa ancora troppo spesso sotto silenzio è la scarsa attenzione che viene posta all’alimentazione. Fino ad arrivare a un bilancio energetico negativo - associato ad attività fisica importante - che ha un impatto pericoloso sul corpo: dalla struttura ossea al funzionamento del cuore, da alterazioni endocrino-metaboliche a disturbi ginecologici e traumi ortopedici. Si parla in questo caso di Sindrome Red-s (Relative energy deficiency in sport). E la causa principale va individuata proprio nella carenza energetica. All’interno di questa condizione clinica ad ampio raggio, decodificata di recente, si inserisce la più datata Triade dell’atleta, evidenziata nel 1997 e caratterizzata da: disturbi alimentari con inadeguato intake rispetto al consumo (carenze nutrizionali); amenorrea ipotalamica; osteoporosi. È più frequente negli sport che favoriscono la magrezza (corsa su lunga distanza, ginnastica, danza…) ed è più rilevante sotto i venticinque anni. È un trend trasversale che interessa uomini e donne. E che

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benessere A Torino un convegno sulla carenza energetica e sulle sue conseguenze per la salute degli atleti

si mostra particolarmente grave quando coinvolge gli adolescenti.

DISTURBI ALIMENTARI SEMPRE PIÙ DIFFUSI L’incontro che si è svolto a Torino su “Carenza energetica negli sport: conseguenze per ossa, cuore, performance e altro” è stato voluto dalla commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte che si occupa proprio di disturbi alimentari. E che ha voluto sensibilizzare in questo modo medici, insegnanti, allenatori a fare cultura alimentare e a intercettare agli esordi la patologia, evitandone la cronicizzazione. Tra i ragazzi i disturbi alimentari rappresentano infatti oggi un problema sempre più diffuso. E, nei casi più gravi, costituiscono la prima causa di morte per le giovani adolescenti. I disordini ali-

mentari sono più frequenti negli atleti e riguardano circa il 13 per cento della popolazione sportiva in generale. Percentuale che cresce di parecchie unità nell’universo femminile. Il fenomeno della Sindrome Red-s interessa soprattutto la popolazione giovanile, in particolare l’adolescenza femminile, che si trova a rischio danni in un mondo, qual è quello sportivo, che dovrebbe invece apportare solo vantaggi, benessere, soddisfazioni. E rappresenta una pericolosa insidia in alcuni sport dove il peso corporeo costituisce un elemento importante. Una ricerca condotta su 184 maratonete categoria a rischio - ha evidenziato che il 16 per cento aveva disturbi alimentari, il 3,8 per cento un’anoressia nervosa, l’1,1 per cento una bulimia e il 10 per cento un’alimentazione incontrollata.


convegni ALLA RICERCA DEL SOTTOPESO Sono diversi gli studi che hanno preso in esame la questione del sottopeso negli atleti. Ma quali sono i metodi attraverso i quali gli sportivi vanno incontro a una ridotta alimentazione? Lo spiega Renato Palmiero, responsabile settore medico sportivo Centro diagnostico Cernaia: «Sono il digiuno o la ridotta alimentazione a breve e lungo termine, l’uso di pillole, il ricorso a lassativi o purganti, i diuretici che rappresentano anche doping, l’induzione di vomito, l’eccesso di saune, l’eccesso di esercizio compulsivo». Quest’ultimo comportamento, associato alla ridotta alimentazione, comporta un rischio maggiore di infortuni con guarigioni molto lente e cali di prestazione piuttosto rilevanti. Esistono però i cam-

esistono campanelli d’allarme che allenatori e staff tecnici per primi non dovrebbero sottovalutare panelli d’allarme. «Non si diventa atlete anoressiche dall’oggi al domani. Si tratta di un processo lento che presenta delle spie», sottolinea Palmiero. Tra queste, calo ponderale, amenorrea che si protrae da più di sei mesi oppure di tre me-

si nelle ragazze con meno di diciotto anni, scarsa risposta all’allenamento, addirittura intolleranza all’esercizio. Da tempo nei Comitati olimpici internazionali si registra la preoccupazione di riconoscere precocemente questa patologia che mette a rischio la salute delle atlete. «Per questo», conclude Palmiero, «occorrono indicazioni specifiche per i singoli sport, differenziando tra quelli più o meno a rischio. I giovani atleti vanno informati sull’importanza della corretta alimentazione, le atlete sul rischio dell’irregolarità mestruale che non va mai sottovalutato. Gli allenatori e gli staff tecnici devono essere responsabilizzati nel riconoscere le prime avvisaglie e i responsabili federali favorire corsi di formazione sul tema». Sotto accusa anche la ricerca della performance

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convegni

la sindrome di red-s e dell’iper specializzazione nello sportivo precoce. «È una strada sbagliata, anche dal punto di vista dei risultati», hanno spiegato rappresentanti del Coni. Una recente ricerca ha dimostrato come su cento ragazzi dai dieci ai quattordici anni iper specializzati e cento, della stessa età, che svolgono attività sportiva normale a 360 gradi, l’aspettativa di olimpionici sia la stessa.

Immunologico Gastrointestinale

Funzione mestruale

Cardiovascolare

Triad

Salute delle ossa

RED-S

STRUTTURA OSSEA A RISCHIO La carenza energetica nello sport interferisce fortemente sullo sviluppo della struttura ossea. «È noto che l’attività fisica è importante nello sviluppo dello scheletro», spiega Massimo Procopio (Endocrinologia, diabetologia e metabolismo, Città della Salute e della Scienza di Torino). «Fare sport giornalmente consente un vantaggio in termini di densità ossea rispetto a chi lo pratica una o due volte la settimana. Aumenta la dimensione dell’osso e i vantaggi si mantengono nel corso della vita. Ma bisogna investire in età puberale per migliorare qualità e quantità dell’osso, garantendo i giusti apporti energetici. E sappiamo che l’anoressia nervosa, talvolta presente nelle atlete, altera gravemente l’osso». Esiste tutta una casistica di fratture da stress nella carenza energetica da sport: una conseguenza importante se si pensa che la loro incidenza è pari al 20 per cento rispetto alla globalità dei traumi sportivi.

AMENORREA DA BILANCIO ENERGETICO NEGATIVO Vi è un rapporto diretto tra la carenza alimentare assoluta - o associata ad attività fisica eccessiva - e l’amenorrea (scomparsa del ciclo mestruale). «L’amenorrea da sottopeso nelle atlete dai 14 ai 25 anni è piuttosto frequente», spiega Carlo Campagnoli, vice presidente Associazione prevenzione anoressia Torino. «Varia molto in base alle discipline, con una forte incidenza nella danza e nella corsa su lunga distanza. Si arriva addirittura a punte del 65-70 per cento». La scomparsa delle mestruazioni rappresenta un segnale prezioso: denuncia un disagio dell’organismo. E questa “sofferenza” aumenta fortemente il rischio di fratture da

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Psicologico

Endocrino

Crescita + sviluppo

Metabolico Ematologico

Le manifestazioni della Relative energy deficiency in sport

stress. La ragione? Le amenorree da bilancio energetico negativo sono direttamente collegate al successivo rischio di osteoporosi. «Donne anoressiche con una durata media della malattia di cinque-sei anni presentano un tasso annuo di frattura tre-sette volte superiore rispetto a quello di donne sane della stessa età». Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione su sport e disturbi alimentari. Perché, come evidenzia Anna Peloso, neuropsichiatra infantile, «le atlete hanno un rischio di sviluppare un disturbo alimentare del 18 per cento rispetto al 5-9 per cento dei soggetti che non praticano attività sportiva agonistica. I maschi registrano percentuali minori, ma sempre maggiori rispetto ai non atleti. L’età a rischio è tra i 15 e i 19 anni, ma l’insorgere dell’anoressia è scesa a undici anni e la prevenzione andrebbe già condotta dai nove anni in su. Più rischiosi gli sport individuali, di resistenza esiste una lista stesa nel 2007 - che enfatizzano un corpo magro e snello, dove è richiesta l’appartenenza a una classe di peso per ottenere vantaggi competitivi ma pure per ottenere un giudizio positivo sull’aspetto o dove l’abbigliamento mette in evidenza la forma del corpo».

MA L’ATLETA È COMPETENTE? Quello che oggi gli atleti sanno fare meglio è gestire il calo peso, trasversale a tutte le discipline. «Tuttavia non vi è la consapevolezza di mangiare una quantità energetica adeguata», spiega Felicina Biorci, docente di Alimentazione e movimento preso al la facoltà di Scienze motorie dell’Università di Torino. «È scarsissimo l’interesse su oligoelementi, ingredienti multivitaminici, corretto apporto proteico. La realtà è che interessa solo quello che sembra influenzare il risultato della performance». Tutto è associato solo al beneficio per il risultato. Un esempio? Per anni gli esperti hanno richiamato l’attenzione sull’importanza dell’idratazione con risultati nulli. Da quando sono state pubblicate ricerche che dimostrano come la disidratazione impatti negativamente sulla performance, gli atleti bevono. Infine, un ultimo concetto che fa riflettere: qual è oggi la fonte principale di informazione dell’atleta? «Nel 2011 era il preparatore. Dal 2016 neppure più quello», risponde Felicina Biorci. «La principale fonte di informazione dell’atleta sono oggi la famiglia, i compagni di squadra, i fan dei social».

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FORMULAZIONE Un collare bianco da 65 cm contiene: deltametrina 1 g. Un collare bianco da 48 cm contiene: deltametrina 0,76 g. INDICAZIONI Ectoparassiti del cane sensibili alla deltametrina: prevenzione delle infestazioni da zecche per 6 mesi; prevenzione delle infestazioni da pulci per 4 mesi; prevenzione della puntura di flebotomi per 5 mesi; effetto repellente sulle zanzare adulte (Culex pipiens pipiens) per 6 mesi. L’effetto repellente (anti-feeding) di SCALIBOR® nei confronti dei flebotomi consente inoltre di ridurre il rischio di trasmissione di leishmaniosi viscerale nel cane. Scalibor può quindi essere considerato come parte di un programma di prevenzione dell’infezione da Leishmania infantum. Per ottenere una protezione completa nei confronti di zecche, pulci, flebotomi e zanzare, si consiglia di sostituire Scalibor Protector Band dopo 4 mesi dalla prima applicazione, mantenendo il collare costantemente indossato da aprile ad ottobre. POSOLOGIA Utilizzare un collare per soggetto; regolare il collare intorno al collo dell’animale senza stringerlo. Tagliare la parte eccedente, lasciandone 5 cm dal fermaglio. Il collare dev’essere preferibilmente applicato 1 settimana prima che gli animali vengano introdotti in un ambiente infestato, in quanto la piena attività viene raggiunta dopo 1 settimana. AVVERTENZE Non utilizzare nei gatti. Non utilizzare nei cani con nota ipersensibilità al principio attivo. Non utilizzare nei cuccioli di età inferiore alle 7 settimane. Non utilizzare il collare in animali che presentino lesioni cutanee estese. In casi rari sono state segnalate reazioni cutanee locali (prurito, eritema, perdita di pelo) che hanno interessato il collo o la cute in generale e che possono essere indicative di una reazione di ipersensibilità generale o locale. In casi molto rari sono state segnalate anche alterazioni del comportamento (ad esempio letargia o iper-reattività) spesso associate ad irritazione cutanea. In occasioni molto rare sono stati osservati sintomi gastrointestinali come vomito, diarrea e ipersalivazione. In casi molto rari sono stati osservati problemi neurologici come atassia e tremori muscolari. Di solito i sintomi si attenuano entro 48 ore dalla rimozione del collare. Se si osserva uno di questi sintomi, rimuovere il collare. Il trattamento è sintomatico poiché non sono noti antidoti. Nessuna reazione avversa è stata osservata in cagne gravide a cui era stato applicato il collare durante tutto il periodo della gravidanza e della lattazione. Nessun sintomo è stato osservato nei cuccioli nati da tali cagne fino allo svezzamento. Anche se il contatto occasionale con l’acqua non riduce l’efficacia del collare, quest’ultimo dovrebbe essere rimosso prima di un bagno o prima di una nuotata del cane in quanto il principio attivo è nocivo per i pesci e per gli altri organismi acquatici. I cani non devono entrare in acqua per i primi 5 giorni dopo l’applicazione del collare. Evitare il contatto con gli occhi o la bocca. I cani trattati non devono dormire a contatto con le persone, in particolare con i bambini. CONSERVAZIONE Conservare a temperatura inferiore a 25 °C. Confezioni Scatola contenente 1 collare bianco da 48 cm. Scatola contenente 1 collare bianco da 65 cm. SOP Per maggiori informazioni consultare il foglietto illustrativo del prodotto.


galenica

A

di Luca Guizzon, farmacista territoriale

nche a uso

pediatrico La preparazione di captopril, un ace-inibitore, per il trattamento dell’ipertensione essenziale e renale. E non solo

COMPOSIZIONE DI CAPTOPRIL PEDIATRICO

Captopril 100 mg; vitamina C 500 mg; sodio benzoato 100 mg; acqua depurata qb a 100 ml.

VALORE AGGIUNTO DELLA PREPARAZIONE Il captopril è un ace-inibitore disponibile in Italia quale preparato industriale in forma di compresse al dosaggio di 25 o 50mg. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità e l’International society of hypertension risulta essere tra i trattamenti di prima scelta insieme a betabloccanti, sartanici, diuretici e calcioantagonisti nel trattamento dell’ipertensione arteriosa del bambino. Il captopril è stato il primo composto aceinibitore a essere sviluppato nel 1975 e tra i primi farmaci a essere concepito analizzando la struttura tridimensionale dell’enzima target del farmaco. L’effetto ipotensivo risulta dalla diminuzione delle resistenze periferiche e del volume circolante con conseguente abbassamento della pressione arteriosa. Nell’uomo è stato dimostrato anche un incremento del flusso renale nel paziente iperteso con insufficienza cardiaca. Al contrario di altri vasodilatatori, il captopril non produce tachicardia riflessa o ritenzione idrica o salina. Questo principio attivo è stato tra i primi

antipertensivi a essere studiati in campo pediatrico. Il primo studio risale al 1986, dove era somministrato a pazienti in emodialisi per insufficienza renale. In questi giovani pazienti, i trattamenti antipertensivi allora attuati non avevano avuto risultato: l’uso del captopril fece ridurre la pressione sistolica media da 162 a 114 mmHg e la diastolica da 106 a 86 mmHg. Il dosaggio utilizzato nello studio fu tra I 0,3 ed i 3 mg/kg/die e la durata del trattamento variava tra i due e i dodici anni.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE Il captopril viene impiegato nel trattamento dell’ipertensione essenziale e renale, dell’insufficienza cardiaca congestizia, ma anche della nefropatia diabetica dei pazienti insulino-dipendenti. Può essere usato da solo o in associazione con altri ipotensivi, specie diuretici tiazidici.

CONTROINDICAZIONI E AVVERTENZE Gli effetti collaterali sono in genere dosedipendenti e le osservazioni condotte nel periodo successivo alla presentazione in commercio del farmaco dimostrano che essi sono causa di sospensione della terapia nel 5-9 per cento dei pazienti. Gli effetti più frequenti comprendono cefalea, vertigini, rash cutanei, nausea, disgeusia e tosse. Gli esantemi cutanei e i sintomi a essi correlati (prurito, febbre e talvolta eo-

sinofilia) si verificano nel 4-7 per cento dei pazienti durante le prime quattro settimane di trattamento e, talvolta, scompaiono con il proseguimento della terapia. Il più grave effetto collaterale è rappresentato dalla neutropenia, che si verifica raramente (0,01 per cento), di norma entro tre mesi dall’inizio della terapia, e persiste per circa due settimane dopo la sospensione del farmaco. L’assunzione di captopril è stata associata a un aumento dei livelli plasmatici di potassio, specie in presenza di insufficienza renale o in caso di associazione con diuretici risparmiatori di potassio. Questo invita alla cautela quando si vuole associare un sale di potassio a questi pazienti. Il captopril è controindicato in caso di ipersensibilità nota e in gravidanza. Deve essere usato con estrema cautela durante l’allattamento e nei soggetti con insufficienza renale e patologie collageno-vascolari.

PREPARAZIONE Polvere cristallina bianca o quasi bianca, può avere un odore sulfureo caratteristico. È molto solubile in acqua. Sifap e il gruppo pediatria, a cui parteciparono l’Istituto Mario Negri e le più importanti farmacie ospedaliere di istituti pediatrici in Italia, elaborarono e convalidarono i protocolli di allestimento della soluzione acquosa di captopril.

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galenica

itolo

titolo

Materiali: becher, bacchetta di vetro, agitator magnetico, piastra riscaldante, bilancia. Bollire 10 ml di acqua e solubilizzarvi il sodio benzoato. Nella stessa acqua solubilizzare la vitamina C, quindi aggiungere il captopril. A seguire, portare a volume con acqua depurata bollita di fresco. Conservare in frigo.

CONTROLLI DI QUALITÀ Lo sciroppo dovrà essere limpido, privo di insolubilizzazioni e con il pH corretto.

l’aggiunta di agenti complessanti gli ioni metallici e di evitare il sorbitolo come agente dolcificante. Ancora, vista l’ottima solubilità in acqua, si può pensare di sciogliere direttamente in sciroppo semplice la sostanza, o di diluirlo il meno possibile. Tuttavia, l’uso della sola acqua depurata si è visto essere tra le condizioni migliori per garantire stabilità al preparato. La conservazione in frigo può essere un’ulteriore sicurezza. In conclusione, gli studi suggeriscono comunque di utilizzare il prodotto entro un mese dall’allestimento.

MODALITÀ D’USO E POSOLOGIA

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Secondo il protocollo prescritto dal medico, che valuta dosaggio e concentrazione da utilizzare in base anche all’incremento ponderale del piccolo paziente.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO

DATA LIMITE DI UTILIZZO

ETICHETTA

Il captopril in polvere è relativamente stabile a temperature fino a 50°C, mentre le soluzioni acquose sono soggette a degradazione ossidativa, che aumenta all’aumentare del pH a valori superiori a 4. La degradazione aumenta anche in presenza di ioni metallici. In letteratura si trovano molti studi sulla stablità si soluzioni estemporanee di captopril. La maggior parte consiglia di ottenere una preparazione a pH acido sotto il valore di 4 e di conservarlo in bottiglie di vetro. Un’ulteriore precauzione può essere

Ragione sociale, indirizzo e telefono della farmacia; nome del medico e nome del paziente (ove riportato dal medico): prep. n., desunto dal numero attribuito alla ricetta - data; utilizzare entro il... Composizione quali-quantitativa completa di principio attivo ed eccipienti (se la farmacia adotta il Dm 18 novembre 2003 “Procedure semplificate”); quali-quantitativa dei principi attivi e qualitativa degli eccipienti (qualora la farmacia segua le Procedure integrali, come previsto dalle Nbp). Posologia come indicata dal medi-

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La valutazione del rischio secondo il protocollo Sifap assegna un rischio medio alla preparazione.

co. Prezzo di vendita scorporato in sostanze, onorario, costo del recipiente.

TIPO DI RICETTA Ricetta ripetibile, validità sei mesi.

ADEMPIMENTI DEL FARMACISTA Il farmacista conserva ordinatamente, per i sei mesi successivi alla spedizione copia della ricetta dove avrà apposto timbro, data di spedizione e prezzo praticato. FONTI Medicamenta | Callis L, Vila A, Catalá J, Gras X., “Long-term treatment with captopril in pediatric patients with severe hypertension and chronic renal failure”. Clin Exp Hypertens A. 1986;8(4-5):847-51. | Brustugun J, Lao YE, Fagernaes C, Braenden J, Kristensen S., “Long-term stabilit y of ex temporaneously prepared captopril oral liquids in glass bottles”. Am J Health Sys t Phar m. 2009 Oct 1;66(19):1722-5. doi: 10.2146/ajhp080542. | Kristensen S1, Lao YE, Brustugun J, Braenden JU., “Influence of formulation properties on chemical stability of captopril in aqueous preparations”. Pharmazie. 2008 Dec;63(12):872-7. | Escribano García MJ, Torrado Durán S, Torrado Durán JJ., “Stability study of an aqueous formulation of captopril at 1 mg/ml”. Farm Hosp. 2005 Jan-Feb;29(1):30-6.


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attualità

S Dopo il successo della prima edizione, riparte da Milano il tour del Social Camper. Nato lo scorso anno per volontà dell’assessorato al Welfare del Comune di Milano e realizzato grazie alla collaborazione di Energie sociali Jesurum e LloydsFarmacia, in sinergia con partner privati, il progetto itinerante consente di arrivare in modo capillare su tutto il territorio, promuovendo sempre di più un’equità di accesso alle informazioni, e porta tra i cittadini la cultura della prevenzione e della cura della salute. L’iniziativa ha infatti lo scopo di informare, educare, assistere e stimolare la responsabilità individuale, affinché ogni persona diventi protagonista del proprio benessere. «Diffondere la cultura della prevenzione e della salute», commenta Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali, salute e diritti del Comune di Milano, «è uno degli obiettivi più importanti che l’amministrazio-

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di Claudio Buono

alute

in tournée Torna Social Camper, la farmacia mobile per la prevenzione e la cura

ne, di concerto con la Regione Lombardia, deve perseguire. Quella del Social Camper è un’iniziativa che va in questa direzione e che dimostra, ancora una volta, come la collaborazione pubblico-privato sia fondamentale e possa essere un’opportunità per tutte le parti coinvolte e per i cittadini che ne beneficiano». Da parte sua Domenico Laporta, amministratore delegato del gruppo Admenta-LloydsFarmacia, sottolinea come LloydsFarmacia creda fermamente nel percorso intrapreso in collaborazione con il Comune, a pieno supporto di iniziative che portano la farmacia fuori dallo spazio convenzionale del punto vendita, vicino ai cittadini e a i loro bisogni, operando sempre con un approccio professionale e di qualità.

IL PROGETTO 2018 L’edizione di quest’anno che, partita a maggio, terminerà il prossimo ottobre, toccherà in sei mesi e sessanta tappe complessive tutti i nove municipi di Milano, oltre alle città di Bologna, Lissone, Cremona, San Giovanni Val d’Arno e Prato. Farmacisti e specialisti, ospitati a bordo del camper, oltre a offrire consulenze ed esami gratuiti, forniranno consigli e materiale informativo utili per sensibilizzare i cittadini sul tema della salute e del benessere della persona. Le otto macro aree tematiche affrontate dagli operatori - prevenzione contro il fumo, intolleranze, allergie, respirazione, pelle (psoriasi, fototipo e prevenzione melanoma), mamma

e bambino (allattamento), obesità (di bambini e adulti) e cuore (ipertensione), benessere della donna (disturbi della tiroide, salute intima, cura), prevenzione e benessere sessuale, vista e prevenzione orale, dolore e vaccini - saranno sempre trattate in base alla stagionalità e divise in due gruppi: primavera ed estate-autunno. Verranno inoltre precedute da una giornata di presentazione per informare i cittadini dell’iniziativa, dei temi trattati e del suo calendario. A bordo del Social Camper saranno presenti anche gli operatori di WeMi (piattaforma comunale per i servizi domiciliari) che aiuteranno i cittadini a trovare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze e migliorare la qualità della propria vita attraverso la rete dei servizi domiciliari offerti dal Comune di Milano in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore. Un’altra importante novità di questa edizione sarà quella delle giornate che, in collaborazione con diverse associazioni, punteranno ad approfondire tematiche e problemi al femminile: dalla violenza ai servizi, alle consulenze di WeMi orientate a facilitare la vita delle donne.

INFO Per maggiori informazioni e aggiornamenti su temi, date e luoghi in cui il Social Camper sosterà, consultare il calendario su: www.lloydsfarmacia.it/social-camper.



U veterinaria

Rubrica a cura di Associazione Medici Veterinari Italiani

di Roberto Edoardo Villa, Università degli Studi di Milano, dipartimento di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare (Vespa)

na nuova

frontiera?

Aggiornamenti sui farmaci generici veterinari, un tema ancora poco conosciuto

Non è infrequente sentir dire: «Dovrebbero fare i generici anche in campo veterinario». In realtà, il farmaco generico veterinario esiste già e, similmente a quello umano, è definito come un medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento, nonché una bioequivalenza con il medicinale di riferimento che, ove necessario, sia dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità. A differenza del prodotto generico per uso umano, che ha una denominazione corrispondente al principio attivo, quello veterinario ha un nome di fantasia, come qualsiasi specialità medicinale e ciò rende meno facile la sua identificazione rispetto al prodotto di riferimento.

LA NORMATIVA A livello europeo le disposizioni in merito all’autorizzazione dei farmaci generici veterinari sono indicate dall’art. 13 della Direttiva 2001/82/EC del 6 novembre 2001, recepita in Italia con il Dlgs n. 193 del 6 aprile del 2006 (art.13). Fatto salvo il diritto sulla tutela della proprietà industriale e commer-

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ciale è necessario che il farmaco di riferimento a cui fa capo il generico sia autorizzato in Italia o in uno Stato membro da almeno otto anni e in ogni caso un generico non può essere messo in commercio finché non siano trascorsi dieci anni dalla prima autorizzazione del principio attivo di riferimento. Tale periodo, al fine di tutelare e incentivare i prodotti medicinali per le specie minori (le specie animali da reddito, che hanno una diffusione limitata in Europa) quali api e pesci o altre indicate in sede comunitaria, è esteso a tredici anni. L’elemento determinante per autorizzare un prodotto medicinale generico è la dimostrazione della stessa composizione in principio/i attivo/i ed eccipienti. Le concentrazioni dei principi attivi sono note e dichiarate per ogni prodotto medicinale veterinario autorizzato, mentre per gli eccipienti non è obbligatorio dichiarare negli stampati l’esatta concentrazione, rendendo difficile la dimostrazione di composizione identica tra generico e farmaco di riferimento. Per ovviare a questa incertezza viene richiesta la dimostrazione di bioequivalenza mediante studi in vitro o in vivo che permettono rispettivamente di chiarire la corrispondenza delle caratteristiche chimico-fisiche (solubilità, osmolarità, pH, eccetera) e farmacocinetiche (curva concentrazione ematica versus tempo, concentrazione ematica massima e tempo a cui si riscontra la concentrazio-

ne massima) tra il farmaco di riferimento e il prodotto generico. Lo studio di bioequivalenza in vivo, di per sé abbastanza complesso e oneroso, può essere sufficiente a dimostrare la similarità tra prodotto di riferimento e generico nel caso degli animali da compagnia (non destinati alla produzione di alimenti), mentre nel caso degli animali produttori di alimenti non sempre è sufficiente a garantire il rispetto dei Limiti massimi residuali (Lmr), per esempio nel caso dei prodotti medicinali iniettabili, dove sono necessari studi specifici per accertare la deplezione dei residui nel sito d’inoculo.

LINEE GUIDA L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha recentemente rivisto la linea guida per la conduzione degli studi di bioequivalenza (Revised guideline on the conduct of bioequivalence studies for veterinary medicinal products, EMA/CVMP/EWP/016/00-Rev.3, 21 April 2017), nella quale vengono esaurientemente chiariti gli aspetti specifici per la conduzione degli studi e in quali casi sono necessari. È importante sottolineare che in generale gli studi di bioequivalenza vanno condotti su ognuna delle specie animali per i quali il farmaco generico è indicato. L’eventuale estrapolazione dei dati da una specie a un’altra deve essere giustificata da dati scientifici che dimostrino la similitudine anatomica e fisiologica (pH e volume ga-


veterinaria strico, tempo si transito intestinale, eccetera) tra le due specie animali. Nel caso dei farmaci generici destinati agli animali produttori è necessario, anche in caso di comprovata bioequivalenza, valutare l’impatto ambientale del principio/i attivo/i e dei suoi eventuali metaboliti, studi che in molti casi risultano complessi e costosi. Nonostante il farmaco generico veterinario abbia un quadro normativo ben delineato fin dai primi anni del 2000, il suo sviluppo stenta a decollare in Europa. Uno degli ostacoli alla sua diffusione è in parte dovuto alla frammentazione del mercato nelle diverse specie, alle dimensioni ridotte dei mercati nazionali e alla difficoltà di penetrazione del mercato rispetto a industrie farmaceutiche molto consolidate (multinazionali) che sono usualmente titolari dei prodotti di riferimento. Ma ancora più importante è il ricorso improprio all’uso in deroga dei prodotti medicinali a uso umano. Tale utilizzo, che la normativa (Dlgs n. 193 del 6 aprile del 2006, artt. 10 e 11) prevede al fine di tutelare il be-

nessere animale, solo nel caso non esistano prodotti specifici autorizzati per quella specie animale, viene spesso abusato per ragioni economiche. È, infatti, indubbio che il farmaco generico umano costi meno di quello veterinario, ma la motivazione economica non giustifica il ricorso all’uso in deroga e, salvo che il fatto costituisca reato, il veterinario che non osserva le disposizioni degli articoli 10 e 11 del Dlgs n. 193 è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.549 a 9.296 euro. Se il mercato del farmaco umano giustifica il minor prezzo del farmaco generico, non bisogna dimenticare che gli aspetti di gestione dei costi sanitari nazionali hanno imposto riduzioni del prezzo di tali farmaci di almeno il 20 per cento rispetto al prodotto di marca (brand), imposizione che, non usufruendo di un sistema di rimborso sanitario, non esiste per il generico veterinario. Inoltre, sempre con l’obiettivo della riduzione della spesa sanitaria nazionale, in questi ultimi due lustri è stata fatta una intensa campagna d’informazione sul farmaco ge-

nerico umano ed è stata imposta altresì al farmacista la comunicazione al cliente della disponibilità di tali farmaci, mentre in campo veterinario, riprendendo quanto detto all’inizio, l’informazione sui farmaci generici è quasi inesistente.

UNO STIMOLO ALLA DIFFUSIONE In conclusione, oltre alla necessità di migliorare l’informazione sul farmaco generico veterinario, bisogna trovare il modo d’incentivarne la prescrizione da parte dei veterinari e l’uso da parte dei proprietari, unica soluzione che permetterebbe di ampliare il mercato, incrementare lo sviluppo di nuovi prodotti e di conseguenza ridurre il loro prezzo. Un aiuto in tal senso potrebbe arrivare dall’introduzione in campo veterinario della ricetta elettronica (dal settembre 2018) che, attraverso un più facile controllo sulla regolarità della dispensazione del farmaco, dovrebbe disincentivare il ricorso a un inappropriato uso in deroga del farmaco umano.

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Legale

C

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

oordinate

cartesiane

La pianificazione orizzontale dalle farmacie deve prevalere su quella verticale

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Ancora una volta viene in considerazione Non appare decisivo al riguardo il decila giurisprudenza nomofilattica del Consisum di cui s’è detto che, mutando le conglio di Stato, la cui Terza sezione - quella siderazioni già espresse dalla Sezione che ha ipotizzato la “distanza flessibile tra (Consiglio di Stato, 9 dicembre 2015, n. le farmacie” (Punto Effe n. 2/2018: “La fles5607), ha affermato che «la pianificazione sibilità dei numeri”) e il “dispensario anceldelle sedi farmaceutiche è oggi atto esclulare” (Punto Effe n. 6/2018: “Il dispensario sivamente comunale», atteso che ascriverancellare”) - è ritornata sulle competenze lo alle Regioni «non sarebbe convincente dei Comuni e non delinnanzitutto per rale Regioni in materia gioni di carattere loil consiglio di revisione della gico, poiché una di stato pianta organica delle volta che si afferma torna sedi farmaceutiche l’esclusività della sulle (Consiglio di Stato, 14 competenza comufebbraio 2017, n. 652), nale nell’esercizio competenze pur riferito alle farmadella funzione locadi comuni cie istituite per il polizzativa (esercizio e regioni tenziamento del che presuppone la in materia servizio farmaceutico previa determinaziodi revisione di cui all’articolo 11 ne numerica in base della Legge n. ai parametri di legdella pianta 27/2012, che a tal fine ge), non si comprenorganica ha introdotto una piaderebbe quale nificazione straordinaria delle farmacie, sarebbe la ragione sostanziale dell’indivimodificando il criterio demografico di piaduazione di un ulteriore e autonomo monificazione di cui all’articolo 1 della Legge mento decisionale sovracomunale. Ma n. 475/1968, senza però modificare gli artianche per motivi di carattere sistematico, coli 2 e 4 della Legge n. 362/1991 relativi al posto che, ove così fosse, la competenza criterio topografico e urbanistico di pianifivarierebbe a seconda se trattasi di revicazione, tuttora riservati alle Regioni. Di tal sione straordinaria (per la quale pacificache alcune di esse (per esempio, l’Emilia mente l’articolo 11 della Legge n. 27/2012 Romagna e la Toscana) ascrivono la pianiprevede una competenza del Comune, toficazione ordinaria ai Comuni, mentre il Latale ed esclusiva, nelle individuazioni delzio la riporta alla Regione. le nuove sedi farmaceutiche disponibili


Legale nel proprio territorio) o di revisione ordinaria (per la quale rimarrebbe invece la scissione tra il momento localizzativo e quello istitutivo riservato alle Regioni). Il che apparirebbe invero una “sterile ricerca – tra le coordinate tracciate dalla Corte costituzionale con sentenza 255/2013 (che si è posta il problema: nde) dell’ente titolare della potestà di legiferarne contenuti e procedimento»(!).

ORDINATE E ASCISSE Ben più incisivo appare invece il dictum della stessa Sezione (Consiglio di Stato, 29 maggio 2017, n. 2539) che ha fissato le coordinate della pianificazione delle farmacie sul ter r itor io, precisando che «l’istituzione di nuove sedi farmaceutiche mira ad aumentare la presenza orizzontale sul territorio del servizio farmaceutico, garantendo l’accessibilità del servizio an-

che ai cittadini residenti in zone scarsam e nt e a b i t at e , e s s e n do i nv e c e secondario, ancorchè immanente alla logica della pianificazione, il criterio distributivo “verticale”, legato cioè al rapporto tra la popolazione e il numero di sedi farmaceutiche. In questo contesto, il modo in cui realizzare e comporre tali finalità spetta alla scelta dell’Amministrazione e, in presenza di una discrezionalità ammi-

| giugno 2018 43


Legale

Occhiali da vedere per vedere: Die Knust der Fuge, BWV 1080

non si pone in discussione che la ratio legis miri ad aumentare la presenza orizzontale sul territorio del servizio farmaceutico nistrativa - e non tecnica - il sindacato del Giudice amministrativo è di tipo estrinseco e deve arrestarsi non solo dinanzi alle scelte equivalenti, ma anche dinanzi a quelle meno attendibili, purchè non irragionevoli». In effetti, l’articolo 11 della Legge n. 27/2012, sulla cui esegesi si sta consolidando la giurisprudenza, identifica la causa e il fine del potere pubblico, ma non detta alcun vincolo sui contenuti, salvo quello della popolazione residente, riferita alla popolazione complessiva del Comune, ma ai soli fini del numero delle sedi farmaceutiche consentite. Non si pone così in dubbio di sorta sul fatto che la ratio legis miri ad aumentare la presenza orizzontale sul territorio del servizio farmaceutico, garantendo l’accessibilità del servizio anche ai cittadini residenti in zone scarsamente abitate; mentre appare secondario il criterio distributivo di una loro presenza verticale, legata cioè al rapporto tra popolazione e numero di sedi farmaceutiche. Il modo in cui realizzare e comporre tali finalità deve essere pertanto ricondotta alla discrezionalità amministrativa - e non tec-

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Le coordinate cartesiane di cui s’è detto ricordano l’ultima composizione di Johan Sebastian Bach, l’Arte della fuga, che non ha una specifica destinazione strumentale, se pure s’è pensato che sia stata a una esecuzione affidata a un clavicembalo, e che poi si sia estesa alle più variate combinazioni ed organici strumentali (si pensi alle interpretazioni di Gustav Leonhard per clavicembalo, di Helmut Walcha per organo, di Glenn Gould per pianoforte, di Herbert von Karajan per orchestra da camera e al Berliner Saxophone Quintet per strumenti a fiato) fino a essere digitata attraverso mezzi elettronici come i sintonizzatori di recente utilizzo presso la “Normale” di Pisa. Qualunque sia il mezzo attraverso cui viene eseguita la composizione, che data il 1740, è il punto d’arrivo dell’arte contrappuntistica e sviluppa tutte le possibilità offerte da una sequenza di fughe (in Re minore) di dodici note articolate tra loro, secondo diverse tecniche compositive, in variazioni, intervalli, riprese e canoni posti sulla base di relazioni numerico-simboliche e significati filosofici che conducono al bilanciamento aristotelico degli opposti. In questo senso l’Arte della fuga viene considerata un incontro tra la musica e la matematica, se pure travalichi una tale dimensione teorica per tradursi in un valore espressivo di gran significato emozionale.

nica - della Autorità pianificatrice: di tal che il sindacato del Giudice amministrativo sull’esercizio di una tale discrezionalità è di tipo estrinseco e deve arrestarsi non solo dinanzi alle scelte equivalenti, ma anche dinanzi a quelle meno attendibili, purché non irragionevoli, così come indicato dalla sentenza in questione, che fissa una coordinata cartesiana degna di Mondrian. L’assunto sulla prevalenza del criterio orizzontale su quello verticale nella pianificazione delle sedi farmaceutiche può trovare la sua più coerente espressione ed è questo il punto nodale del decisum - nella scelta discrezionale dell’Amministrazione che localizzi una nuova sede farmaceutica non già nel “centro storico” di un Comune, dove si sia insediata la maggior parte della popolazione e vi sia una maggiore affluenza di utenza, ma in una zona semiperiferica a bassa densità abitativa, se pure qui siano esistenti strumenti secondari di pianificazione del servizio farmaceutico, quali un dispensario farmaceutico che non lo può garantire in termini coerenti in termini di dotazioni e di orari .

Questo vale in termini di ragion pura, quando invece molto spesso ciò non avviene in questi termini, e si vedono concentrate per motivi di ragion pratica nei centri storici le sedi farmaceutiche che sarebbe stato opportuno ubicare in periferia. Non si dica - hony soit qui mal y pense - che ciò pure avviene quando i Comuni intendano poi esercitare la prelazione per l’esercizio delle nuove farmacie così pianificate, mettendo in discussione un conflitto tra la funzione programmatoria e la funzione gestoria di un sevizio pubblico e sociale su cui ancora non s’è fatto chiarezza, in dispregio delle logiche comunitarie che censurano un tale conflitto e dovrebbero trovare seguito anche nell’ordinamento nazionale a norma dell’articolo 117 della Costituzione (Punto Effe n. 6/2015: “Vizio di motivazione”). E qui si ritorna alla prima sentenza di cui s’è detto.

PER UN APPROFONDIMENTO: B.R. Nicoloso, “La revisione della pianta organica delle sedi farmaceutiche”, in Rassegna di diritto farmaceutico, 2017, fasc.5, pag. 946/962


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INTERVISTA A...

di Giuseppe Tandoi

Obiettivi

condivisi

Dal primo novembre scorso Filippo Manucci, Ceo della filiale italiana di Alès Groupe, è anche presidente della Divisione farmacia e drugstore del gruppo. Il nuovo ruolo prevede la responsabilità della direzione delle filiali del gruppo nonché delle funzioni centrali di export, trade marketing international, marketing operativo, digital, amministrazione vendite e formazione gruppo. «Certo il lavoro è diventato molto più complesso», commenta, «ma io punto molto sulla organizzazione e la tecnologia, non è più necessaria la presenza fisica in giro per il mondo».

UN LUNGO CAMMINO Tutto nasce alla fine degli anni Sessanta, quando Patrick Alès, parrucchiere di successo, prima avvia una sua linea di prodotti per capelli, poi, nel 1975 acquisisce Lierac, una giovane azienda che si occupava di skincare. Nei cin-

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quant’anni successivi il gruppo si è strutturato e ampliato, fino a diventare leader della dermocosmesi in farmacia. «Nel 1996 il marchio Lierac è arrivato in Italia», ricorda Manucci, «e successivamente è stato affiancato da Phyto (soluzioni per la cura e la bellezza dei capelli provenienti dal mondo vegetale) e, infine, dal nuovo marchio di skincare Jowaé, una simbiosi tra il savoir faire francese in ambito cosmetico e la medicina tradizionale coreana. Le parole d’ordine sono le stesse per tutti: ricerca dell’eccellenza, lavoro di squadra, innovazione ed efficacia». La peculiarità del mercato italiano? «Il fatto che le consumatrici sono sicuramente tra le più esigenti e consapevoli che ci siano in Europa. Hanno una grande attenzione alla qualità e soprattutto agli ingredienti e al contenuto dei prodotti per la pelle e per i capelli; non solo,

sono molto attente alla dimensione ecologica, alla presenza o meno di sostanze che sanno essere, alla lunga, dannose. E alla fine tutto questo si traduce nel trend di crescita della dermocosmesi in farmacia, considerata il canale più adatto a rispondere a questo tipo di richieste». Altra caratteristica italiana, l’elevato consumo sia di prodotti per il viso sia di quelli per i capelli. «Rispetto ad altre realtà c’è poi da sottolineare il fatto che la farmacia è rimasta in Italia un punto di riferimento forte, come centro di servizi. Non solo dispensazione di prodotti ma autorevolezza e credibilità di una professione».

IN PROSPETTIVA Guardando al futuro, Manucci prevede che ci sarà un’ulteriore crescita del canale. Il numero dei farmacisti che credono nel comparto continua ad aumentare, anche in seguito alle

recenti novità normative, partendo dalla legge sulla Concorrenza: «Ne sono convinto, quando ci si trova di fronte a un bivio si aguzza l’ingegno. Non credo che il tema sia il dilagare delle catene di proprietà, ci sarà semmai un’espansione graduale. Il tema vero è comprendere come evolverà, in seguito a questi cambiamenti, il modello tradizionale della farmacia italiana. Tra l’altro ritengo che i cittadini continueranno a considerare degna di fiducia la croce verde, al di là che la farmacia appartenga o meno a una aggregazione di qualsiasi forma». Il canale «è da sempre la nostra casa. Vedo che molti concorrenti tendono a diventare multicanale e a uscire dalla farmacia, ma questa non è la nostra intenzione. Per noi è un assett strategico per meglio comunicare con la consumatrice. La sfida prossima per un gruppo come il nostro è quella di af-


intervista a...

L’ulteriore espansione della dermocosmesi nel canale passa attraverso la sinergia tra industria e farmacie. A colloquio con Filippo Manucci, Ceo di Alès Groupe Italia

frontare un mercato che vedrà sempre più la presenza di catene di proprietà o di network. La cosa importante per noi è sapere che nei prossimi anni le farmacie avranno, in base alla tipologia cui appartengono, esigenze diverse. Non possiamo pensare che l’approccio utilizzato negli ultimi vent’anni sia applicabile indiscriminatamente anche oggi, alle farmacie appartenenti a grandi gruppi piuttosto che a quelle di quartiere». Rete commerciale, formazione, iniziative ad hoc in farmacia, Manucci considera tutto utile a intensificare il rapporto con le farmacie e a diffondere una cultura dermocosmetica, in linea con una gestione imprenditoriale dell’attività, «La nostra rete commerciale è composta da agenti, con una distribuzione su tutto il territorio nazionale. Ci sono poi gli area manager e uno staff di operatori che si occupano della formazione e dell’animazione sul punto vendita e dei medici che visitiamo». La formazione rappresenta un investimento molto importante per il gruppo, che ha aperto a Milano un «centro di eccellenza», la Maison Alès Groupe, dove si erogano moduli formativi diversi: di base, di aggiornamento sul prodotto, avanzati. Inoltre, «due volte all’anno andiamo nelle principali città italiane per incontrare i nostri

clienti a casa loro. Molto importanti anche le sessioni di traning on the job. Crediamo sia fondamentale insegnare lavorando a fianco all’addetta vendita del reparto dermocosmetico». L’e-learning è garantito da un portale internazionale, mentre il progetto Pharmacie d’excellence premia le farmacie che più si sono distinte per l’interazione con il partner industriale.

WEB E NON SOLO E visto che ormai non esiste più impresa senza connotazioni digitali, Manucci ricorda che quest’anno è partito il progetto “Digital Empowerment”, avviato in collaborazione con lo Ied di Milano (Istituto europeo del design), allo scopo di rendere più efficace e diretta la comunicazione della farmacia attraverso i social media. «Vogliamo aiutare i farmacisti, attraverso due fasi: una, generale, di addestramento, e un’altra in cui si cercherà di elaborare, grazie

agli esperti dello Ied, una strategia social con le singole farmacie aderenti. A conclusione del periodo formativo le farmacie potranno organizzare eventi autogestiti, sfruttando le competenze acquisite. Ma quello che ci interessa di più non è l’aumento delle nostre vendite ma l’espansione del comparto dermocosmetico in generale». In chiusura chiediamo a Manucci di mettere da parte la diplomazia: davvero la categoria dei titolari di farmacia sta rispondendo alle sollecitazioni che arrivano dall’esterno? «Non mi piace parlare di categoria, bisogna evitare le generalizzazioni. Ci sono diverse tipologie di titolari. Quelli che si sono attrezzati in tempi non sospetti, non sull’onda di qualche novità legislativa; sono stati lungimiranti e oggi si trovano bene. Ci sono poi quelli che stanno agendo sull’urgenza degli ultimi avvenimenti, hanno perso un po’ di tempo ma sono ancora in tempo per recuperare. Infi-

Filippo Manucci, ceo di Alès Groupe Italia e presidente della Divisione farmacia e drugstore del gruppo

ne, una minoranza di farmacisti che, invece di agire, preferiscono recriminare contro gli eventi, prendendosela a volte anche con le aziende, colpevoli a loro parere di non averli adeguatamente supportati». Ma le recriminazioni non servono a nulla. Serve invece, conclude Manucci, «una “santa alleanza” tra farmacia e industria. Abbiamo avviato un sito di e-commerce aziendale, proprio per sviluppare il comparto, non per togliere business alle farmacie, anzi. È un sito pick and pay, si paga e si ritira il prodotto nella farmacia più vicina, e così il consumatore conosce una farmacia che magari prima non frequentava». Al farmacista il compito di farlo tornare. Per il bene del comparto e delle aziende che in esso operano.

Novità in rampa di lancio Supra Radiance di Lierac è la nuova linea antietà detox per il viso dedicata alle quarantenni. Testimonial Sonia Sieff, nota fotografa francese di moda e bellezza. «Così come per altre linee, abbiamo scelto un modello di donna che va oltre la bellezza ma che è sinonimo di personalità e creatività nel proprio lavoro, idee e carattere», sottolinea Manucci. Un’altra novità è Phyto RE 30. Si tratta del primo trattamento anti-capelli bianchi privo di pigmenti coloranti, ma in grado di ripigmentarli alla radice dall’interno, grazie a un rivoluzionarlo peptide, il RE30, frutto di sei anni di ricerche dei laboratori Phyto. Senza dimenticare le nuove maschere per il viso di Jowaé. Tre risposte immediate per ristabilire l’equilibrio della pelle, per tutte le esigenze. E tutti i desideri.

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di Autore

Beatrice Lorenzin

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Come solo politica e scienza possono salvare il Servizio Sanitario Nazionale e perché è così difficile farlo

“Il mondo è piatto, caldo e affollato”, dice l’opinion leader sommario

americano Thomas Friedman, e per evitare il caos non vi è alternativa che cercare di governarlo. Nei cinque anni da Ministro della Salute è quel che ha fatto Beatrice Lorenzin, battendosi per ricucire lo strappo tra scienza, società civile e politica. Consentendo al nostro Servizio Sanitario Nazionale di reggere all’urto dei venti di una “tempesta perfetta”. Quella che si profila all’orizzonte, generata dal doppio impatto dei costi conseguenti all’invecchiamento della popolazione e all’innovazione bio-medicale. Ma per vincere la sfida servirà il contributo della stessa innovazione, oltre che maggiore appropriatezza, riforma dei ticket, nuovo Piano anti liste d’attesa, lotta alle inefficienze e altre azioni contenut nel decalogo “anticrisi” proposto da Beatrice Lorenzin. Che spiega anche come offrire agli italiani un’Assicurazione pubblica gratuita per le cure odontoiatriche.

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Più presenza

in farmacia Salute animale, nasce la nuova divisione Gellini Companion Animals di MSD Animal Health, dedicata ai farmaci veterinari e interamente a supporto dei farmacisti Lo dicono i dati: l’Italia ama sempre di più gli animali da compagnia. Secondo il Rapporto Italia 2017 di Eurispes, il 33 per cento della popolazione possiede un animale domestico, per un totale di quasi sessanta milioni di pet nelle famiglie. I più numerosi sono i gatti, con sette milioni e mezzo di esemplari (uno ogni 3,5 famiglie), seguiti (secondi di poco) dai cani, con sette milioni (uno ogni 3,7 famiglie). Oltre i numeri, che confermano razionalmente una tendenza crescente all’inclusione di almeno un pet nel proprio nucleo familiare (più o meno allargato), il fattore psicologico è evidente e significativo. Il “pelosetto” di casa viene sempre più apprezzato e coccolato perché spontaneamente capace di migliorare le relazioni interpersonali, intrattenere bambini e anziani e far compagnia a chi vive solo, aumentando in generale il benessere dei pet parents le “mamme e i papà” dei pelosetti, diventati membri attivi delle famiglie italiane. La cura dei “pelosetti di casa” è fondamentale: il mercato è in crescita e, partendo proprio da questi aspetti sociali e analitici, ha già tutte le carte in regola per trasformarsi in un business decisamente rilevante, soprattutto dal punto di vista della prevenzione e della salu-

te, per gli operatori del settore. MSD Animal Health, leader mondiale nella salute animale, lo scorso 7 maggio ha lanciato la nuova divisione Farmaceutici Gellini - Companion Animals, per rafforzare la promozione e l’informazione diretta al farmacista sui medicinali per animali da compagnia. Tale scelta trova ragione nel fatto di avere riconosciuto l’importanza della farmaceutica veterinaria chiara e accessibile, la significatività delle sinergie che si possono creare tra gli operatori del settore e in generale il potenziale di mercato. La nuova linea si presenta con un’offerta focalizzata sulla prevenzione. Al suo centro gli antiparassitari interni ed esterni, accompagnati ovviamente da linee diversificate di altri medicinali veterinari. Con l’introduzione di questa nuova divisione, MSD Animal Health sceglie, da un lato, di promuovere una cultura sempre maggiore su tematiche sensibili e legate alle patologie che colpiscono gli animali da compagnia; dall’altro, di entrare in contatto con un nuovo referente chiave, per il pubblico ma anche per gli operatori del settore: il farmacista. Accanto ai veterinari, il farmacista assume infatti giorno dopo giorno un ruolo sempre più rilevante nel supporto della corretta in-

formazione per il benessere dei piccoli amici di casa. Per questo, e per sostenere il lavoro del farmacista come interlocutore chiave per il pet parent, MSD Animal Health ha deciso di sviluppare un rapporto consulenziale con il farmacista, sostenendo la sua figura professionale in una vera e propria relazione di partnership, per scoprire insieme a lui i bisogni dei clienti e quindi soddisfarli al meglio.

Paolo Sani (nella foto), amministratore delegato di MSD Animal Health S.r.l. commenta con queste parole: «La strategia su cui vuole puntare MSD Animal Health, azienda impegnata nella ricerca per la salute di “tutti”, è quella di competere in un mercato in notevole crescita e sempre più affollato dando enfasi al concetto di One Health: persone e animali nello stesso ciclo di benessere.

dalle aziende

di Autore

Se un pet è sano anche la salute del suo parent ne trae giovamento. Vogliamo quindi offrire non solo prodotti da vendere, ma anche e soprattutto proporre un’ampia gamma di servizi complementari alla vendita e utili al farmacista, tra cui formazione, attività promozionali e supporto commerciale in una vera e propria ottica winwin, finalizzata pertanto al benessere di tutti. Un approccio, quello della divisione Farmaceutici Gellini - Companion Animals, fortemente ancorato al territorio e alle sue diverse esigenze, presente e attento. Una sfida motivante che può portare risultati estremamente significativi a tutti gli operatori del settore farmaceutico veterinario, ma soprattutto ai proprietari di animali da compagnia. Bisogna operare con un approccio integrato».

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farmanews

di Giuseppe Tandoi

Biosimilari

in ematologia Un incontro a Bologna su farmaci sempre più necessari alla sostenibilità

Che i farmaci biosimilari siano, in prospettiva, un cardine della sostenibilità sanitaria e una garanzia di maggior accesso alle cure nei Paesi più sviluppati è ormai un dato di fatto. Dal 2016 ai primi mesi del 2018 ne sono stati approvati, in Europa, diciotto e si si stima che un utilizzo più esteso di essi potrebbe comportare un risparmio, per il Servizio sanitario nazionale di un miliardo di euro nei prossimi cinque anni. Temi al centro di un incontro organizzato da Sandoz a Bologna, nel quale si è anche parlato del recente ingresso sul mercato del biosimilare di rituximab, Rixathon. Si tratta di un farmaco indicato per alcune malattie ematologiche, quali linfoma non-Hodgkin e leucemia linfatica cronica; e alcune malattie immunologiche, tra cui l’artrite reumatoide. Rixathon ha ricevuto l’approvazione da parte di Aifa successivamente all’autorizzazione della Commissione Europea, in base ai risultati di uno dei più ampi studi su anticorpi monoclonali biosimilari in ematologia, denominato ASSIST-FL2.

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«I dati dello studio ASSIST-FL di comparazione, condotto in pazienti con linfoma follicolare in stadio avanzato non precedentemente trattati, hanno dimostrato l’equivalenza terapeutica di Rixathon al rituximab di riferimento in termini di efficacia, sicurezza e tollerabilità», spiega Pier Luigi Zinzani, associato di Ematologia dell’Università di Bologna. «In definitiva i biosimilari rappresentano una valida alternativa terapeutica per tutti i pazienti e sono uno straordinario strumento di cura e al contempo di governance».

CON IL SUPPORTO DELL’AIFA Da parte sua l’Agenzia italiana del farmaco sta offrendo un grande contributo in questa direzione, come dimostra la recente pubblicazione del Secondo position paper sui farmaci biosimilari. «Una vera rivoluzione copernicana», sottolinea Fabrizio Condorelli, professore associato all’Università del Piemonte Orientale, «in quanto l’Aifa riconosce i biosimilari come farmaci equiparabili agli originator biolo-

gici di riferimento per efficacia, qualità e sicurezza. E non solo per i pazienti naive ma anche per i pazienti già in cura». In questo contesto Aifa riconosce un ruolo centrale al medico curante non solo nella scelta terapeutica ma anche nella corretta gestione della spesa sanitaria. Il rischio - ma questo lo diciamo noi - è che si verifichi, anche per i biosimilari, quell’impasse che ha rallentato la diffusione dei generici in Italia, complice l’adesione un po’ blanda di molti medici alla novità. Un rischio da non sottovalutare. «I biosimilari rappresentano oggi uno strumento irrinunciabile per la sostenibilità del sistema sanitario e per un più ampio accesso alle cure», conclude Manlio Florenzano, amministratore delegato di Sandoz. «L’impegno di Sandoz, e dell’intero gruppo Novartis, si rivolge ai bisogni dei pazienti e di tutti gli attori del sistema sanitario: insieme vogliamo favorire l’accesso a farmaci di qualità liberando risorse per la sostenibilità di terapie innovative, che possano migliorare tangibilmente la vita delle persone».



di Claudio Buono

farmanews

Nuove

prospettive Tumore al polmone: la lotta al big killer parte dalla diagnosi Si aprono nuove prospettive di diagnosi e cura personalizzata per il cancro al polmone, che potrebbero migliorare le aspettativa di vita dei pazienti. Questo grazie al progetto “Centro per Cento”, supportato da Roche, a cui partecipano sessanta centri oncologici italiani distribuiti su tutto il territorio nazionale e che coinvolge più di cento clinici (oncologi e anatomopatologi) nonché i responsabili delle aziende ospedaliere, in particolare i direttori sanitari. Il progetto offre l’opportunità di verificare se le caratteristiche del tumore consentono una terapia mirata e molto efficace, garantendo la tipizzazione biologica del tumore attraverso l’accesso a un test molecolare che consente di identificare mutazioni specifiche sul gene Alk del Dna delle cellule neoplastiche. «L’acronimo Alk indica il gene del recettore tirosin-chinasico del linfoma anaplastico, che produce una proteina coinvolta nella proliferazione del tumore», spiega Antonio Marchetti, direttore della cattedra di Anatomia patologica dell’Università di Chieti e membro dell’expert panel di progetto. «Il test molecolare per l’identificazione del riarrangiamento dell’oncogene Alk si rende necessario, in particolare, nei pazienti selezionati con carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc) in stadio IIIB e IV - ovvero localmente avanzato o metastatico - che, in presenza di tale mutazione, possono beneficiare del trattamento con inibitori di Alk».

IL DIVARIO TRA DIAGNOSTICA E TRATTAMENTO «Abbiamo constatato un’eterogeneità nella pratica clinica per quanto attiene il percorso diagnostico del paziente affetto da carcinoma polmonare non a piccole cellule che, lo ricordiamo, rappresenta l’85-90

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per cento di tutti i tumori polmonari maligni», dichiara Silvia Novello, ordinario di Oncologia medica presso il dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e membro dell’expert panel del progetto. «I tempi di risposta delle analisi molecolari e le sue modalità di esecuzione non sono infatti uniformi, e sicuramente non ancora ottimali». A conferma di ciò, già uno studio osservazionale italiano sulla popolazione con diagnosi di Nsclc, effettuato su 38 centri nel 2015, evidenzia che a una buona percentuale (23 per cento in meno) di coloro che risultano idonei a essere sottoposti ad analisi molecolare, il test Alk non viene adeguatamente prescritto. Di conseguenza, questi pazienti non accederanno potenzialmente a un trattamento personalizzato. Il progetto “Centro per Cento” nasce dunque per colmare il gap, ancora rilevante in alcune realtà italiane, tra diagnostica e trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule. «E mira, attraverso strumenti di organizzazione sanitaria, ad accompagnare i centri on-

cologici nell’ottimizzazione del percorso del paziente, suggerendo le aree di miglioramento e le misure per favorire l’accesso alla diagnosi molecolare», precisa Davide Croce, direttore del Centro di ricerca sull’economia e il management in sanità e nel sociale (Crems) e membro dell’expert panel di progetto. «Si prevedono una prima fase di analisi del contesto del percorso di cura per il tumore al polmone, ovvero l’esistenza e l’osservanza di linee guida condivise, raccomandazioni, strumenti e modalità di diagnosi molecolare e percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (Pdta) “ideale”, e una seconda fase di rilevazione dei dati sul percorso di cura che consentirà di “fotografare” i singoli passaggi che il paziente compie - dalla diagnosi alla terapia - e il tempo che intercorre fra gli stessi. I dati raccolti confluiranno in una piattaforma on line operativa con accesso protetto attraverso cui sarà possibile una condivisione fra tutti i clinici coinvolti nel progetto e gli esperti di organizzazione sanitaria».


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Presentata a Milano Uwell, la prima piattaforma digitale che integra servizi innovativi e contenuti educazionali personalizzati per la salute e il benessere quotidiano. Per iscriversi occorre accedere a www.uwell.it da pc o scaricare l’app su Android e Apple e creare un profilo per sé e per i propri figli. La prima versione della piattaforma Uwell include una serie di funzionalità tra cui il “Profilo Salute”, un luogo dove annotare le informazioni importanti relative alla propria salute: tessera sanitaria, date e richiami delle vaccinazioni, allergie

e molto altro. La funzionalità “Agenda” ricorda appuntamenti e orari di assunzione dei farmaci; l’“Armadietto digitale dei medicinali” ne segnala la scadenza e ne ricorda in modo semplice caratteristiche, proprietà e avvertenze di utilizzo. Con Uwell è possibile ricevere un medicinale a casa in sessanta minuti grazie all’area “Servizi Farmacia” che, inoltre, geolocalizza quella più vicina e aperta in un preciso momento, segnalando tutti i servizi specifici offerti. Uwell è anche una fonte ricca e certificata di contenuti educazionali utili. «In Sa-

nofi crediamo che prevenzione, salute e benessere siano indispensabili per vivere in modo più sano. Uwell nasce per educare e motivare le persone a prendersi cura di sé in modo consapevole e partecipe delle proprie scelte. Nasce sulle esigenze concrete delle persone, per semplificare il loro percorso di salute quotidiano», spiega Fabio Mazzotta, general manager Bu Consumer Healthcare Sanofi Italia. «Uwell è oggi la piattaforma più innovativa nell’area dell’healthcare. Siamo orgogliosi di lanciarla per primi e siamo certi che questa

nuova esperienza ci permetterà di migliorarne costantemente i servizi e ampliarne le funzionalità».

Rigamonti confermato presidente Afi

Alessandro Rigamonti è stato rieletto all’unanimità presidente dell’Associazione farmaceutici industria per il triennio 2018/2021. Sono stati anche riconfermati gli incarichi di vice presidente a Paola Minghetti e a Giorgio Bruno, di tesoriere a Giuseppe Colombo, di segretario ad Alessandro Regola e di segretario supplente a Piero Iamartino. I membri del Consiglio direttivo sono: Giovanni Boccardi, Alessandra Molin Zan, Rita Brusa, Maria Luisa Nolli, Carla Caramella, Massimo Pedrani, Marilena Carazzone, Lino Pontello, Lorenzo Cottini, Giancarlo Rugginenti, Andrea Gazzaniga, Enrico Serino, Giuseppe Messina, Luigi Tagliapietra, Alberto Tajana. Il Collegio dei revisori è composto da: Armetti Cesare, Riccardo Cajone, Massimiliano Del Frate, Luciano Gambini. Collegio dei probiviri: Ivo Caldera, Antonio Danese, Guido Fedele, Raffaele Simonetta. Fonte: Farmacista33

On line banca dati Fiamo

sull’omeopatia

È on line il primo database tutto italiano che raccoglie la ricerca scientifica dedicata all’omeopatia. L’iniziativa, sostenuta dalla Federazione italiana associazioni e medici omeopati, prevede la creazione e la messa on line di una banca dati pubblica e accessibile a tutti al link http://databaseomeopatia.alfatechint.com/. Un lavoro nato con l’obiettivo di rendere più facilmente accessibile la consultazione delle ricerche più importanti in omeopatia. Nel database sono raccolti 1.087 studi e revisioni su medicinali omeopatici pubblicati e indicizzati dal 1949 a oggi e afferenti all’intera letteratura medico scientifica, a prescindere dall’esito. Tra questi figurano 16 meta-analisi, 244 studi randomizzati in singolo o doppio cieco versus placebo o farmaco di confronto, ricerca di base chimico fisica, studi preclinici, revisioni sistematiche con meta-analisi, agro-omeopatia eccetera. Tutte le referenze sono state estrapolate da banche dati medico scientifiche come Pubmed, Embase, Scopus, Core-Hom e Google Scholar; per garantire fonti del tutto affidabili e comprese nella Ebm (Evidence based medicine) sono invece stati esclusi dal database studi comparsi su riviste a pubblicazione discrezionale, libri, atti congressuali, riviste non accessibili da internet, riviste divulgative, editoriali e commenti ad articoli.

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Spigolature

Vuina general manager

di Novo Nordisk Italia Drago Vuina (nella foto) è il nuovo general manager & corporate vice president di Novo Nordisk Italia. Cinquant’ anni, croato, laureato presso la facoltà di Farmacia e biochimica di Zagabria, master in Biochimica medica, assume il nuovo incarico dopo ventitre anni di lavoro nell’azienda danese leader nel settore del diabete.

Vuina ha iniziato nel 1995 il suo percorso professionale nell’affiliata croata di Novo Nordisk come informatore scientifico e, nel corso della sua carriera, ha ricoperto con successo ruoli di sempre maggiore responsabilità. Nel 2011 è stato nominato vice president di Novo Nordisk Europa dell’Est, che comprende di-

ciassette Paesi diversi. «Credo fermamente che il valore di un’azienda si basi sulle persone», commenta. «Il mio impegno in Novo Nordisk è quello di mettere il paziente al centro con l’ambizione di aiutarlo a vivere una vita migliore, più longeva e, un giorno, poter sconfiggere il diabete e altre malattie croniche».

Chirieleison alla giuda di Assosalute

Maurizio Chirieleison, general manager di Angelini, è stato confermato per il triennio 20182021 alla guida dell’Associazione nazionale far maci di automedicazione, parte di Federchimica. I vice presidenti che lo affiancheranno sono Jonas Marques Neto, divisional head della divisione Consumer Health di Bayer Italia, e Fabio Mazzotta, general manager della Bu Consumer Healthcare di Sanofi. L’assemblea di Assosalute ha anche eletto i compo-

nenti del consiglio direttivo: Giuseppe Abbadessa (Pfizer), Domenico Barletta (Johnson & Johnson), Stefano Brovelli (Alfasigma); Salvatore Butti (Teva Italia), Claudia Chinelli (Combe Italia), Giuseppe Colombo (Montefarmaco Otc), Cristiàn Dufeu (Glaxosmithkline Consumer Healthcare), Marco Lelli (Zambon Italia), Hans Peters (Reckitt Benckister). «Un recente studio condotto dal Cergas Bocconi», afferma il presidente, «ha stimato in 844 milioni di

euro le ricadute positive per la spesa sanitaria nazionale legate all’adozione di politiche sull’automedicazione in linea con quanto già avviene nei principali mercati europei. Esistono, quindi, ampi margini di sviluppo per il settore dei farmaci di automedicazione e senza obbligo di ricetta. Penso, per esempio, in un’ottica di servizio al cittadino e di sviluppo della cultura sanitar ia nel nostro Paese, a misure volte ad am-

pliare l’offerta in automedicazione, a procedure di switch più efficienti, e a regole di comunicazione più moderne e più in linea con le esigenze di informazione dei cittadini».

Torna Farmacia in viaggio

Torna il servizio “Farmacia in viaggio” nelle 586 Farmacie specializzate di Farmacisti preparatori. Per tutto il periodo estivo i farmacisti offriranno consulenze personalizzate per pianificare e trascorrere viaggi e vacanze con consapevolezza e in completa sicurezza, a seconda della meta, dell’itinerario pianificato e del tipo di viaggiatore. Oltre al consiglio del farmacista, chi visiterà le Farmacie specializzate riceverà manualetti informativi sulla sicurezza in viaggio. Disponibili anche vademecum dedicati a categorie che meritano speciali attenzioni: donne in gravidanza e in allattamento, neonati e bambini, anziani, lavoratori all’estero, viaggiatori fuori dalle rotte turistiche e VFRs (persone che vanno in visita a parenti ed amici) che si recano in zone endemiche.

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Cognome N. Prov.

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il libro

di Giuseppe Tandoi

Se la parola

è tutto Comunicare è il verbo chiave di questi tempi social. Un vademecum per politici, manager e “gente comune”

Non bisognerebbe mai partire dalla fine ma qui ne vale la pena. È un bel colpo quello realizzato dagli autori di questo volume, Maria Elena Capitanio e Andrea Di Cicco, con l’intervista in chiusura a Luigi Bisignani, eminenza grigia della prima (e della seconda) Repubblica. Pochi come lui conoscono le stanze del potere e i personaggi che le hanno abitate negli ultimi decenni. Di grande interesse la sua intervista, nella quale si sofferma in particolare sul rapporto tra donne e potere in Italia, sulla difficoltà di salire la scala sociale se non si appartiene a determinati “gruppi” e sulla peculiarità del nostro sistema editoriale. E poi gli spunti su Andreotti, Fini, Renzi, Boschi, Santanché… ma non vogliamo togliere la curiosità al futuro lettore. Il libro, in realtà, affronta il nodo cruciale della comunicazione da diversi punti di vista. Un capitolo passa in rassegna una serie di “modelli” di ieri e di oggi, del mondo della politica, dello spettacolo, dello sport (ma non mancano pagine dedicate al mo-

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do di comunicare di organizzazioni terroristiche, drammaticamente attuale). Tutti analizzati attraverso il loro modo particolare e unico di esprimersi. In seguito si trasforma quasi in un manuale di retorica: si parla di voce, di dizione, si danno indicazioni su come affrontare un discorso. Sia esso quello di un politico, del relatore di un convegno o di un impiegato davanti al suo capo. Non possono mancare le pagine di approfondimento sulle tematiche legate all’esplosione dei social network, che hanno rivoluzionato il tradizionale assetto dei mass media, abbattendo barriere e gerarchie con esiti spesso pericolosi: proliferare di fake news, di campagne denigratorie ad personam e di opinioni in libertà di giornalisti improvvisati. Infine, un capitolo di citazioni buone per tutti gli usi. Insomma ce n’è per tutti i gusti, imparare a comunicare in modo più sintetico ed efficace, soprattutto oggi, serve; senza volere essere, necessariamente, dei leader.

COMUNICARE DA LEADER. L’arte di convincere nell’era della post verità Maria Elena Capitanio, Andrea Di Cicco Edizioni Lswr, 2018, pp. 271 Maria Elena Capitanio è una giornalista e conduttrice radiofonica. Andrea Di Cicco dirige, a Roma, l’accademia “Lavorare con la voce” e si dedica inoltre alle consulenze di comunicazione per manager e politici.


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di Luigi Marafante

Contro

la ritenzione ARRIVA L’ESTATE, GAMBE PIÙ BELLE E SANE Naturdrenant integratore alimentare della linea Naturlabo, è l’ideale per le pazienti che lamentano fastidiosi sintomi alle gambe. Con la sua formulazione a base di bromelina ed estratti vegetali contribuisce al ripristino del tono delle pareti vasali, aumenta il drenaggio dei liquidi in eccesso e aiuta a ridurre gli inestetismi della cellulite. In particolare, la bromelina dà elasticità e turgore alle

pareti vasali, migliorando la circolazione e il trofismo cutaneo, con azione antitrombotica, molto utile anche in caso di vene varicose e disturbi del sistema circolatorio. È un antiedemigeno utile nel trattamento di infiammazioni localizzate dei tessuti molli associate a traumi (edemi o cellulite). Svolge attività antinfiammatoria dovuta all’incremento della produzione di prostaglandine, nonché azio-

ne proteolitica, in grado di scindere le proteine in aminoacidi. Ha azione digestiva per gli alimenti ricchi di proteine. Naturdrenant contiene inoltre estratti di Vitis vinifera, meliloto e centella, con attività vasoprotettrice e di alleviamento di sintomi dovuti al danno vascolare e anche un’azione contro ritenzione idrica, gambe pesanti e cellulite. www.naturlabor.it

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LA RISPOSTA AI PROBLEMI DI DETERSIONE

COMBATTERE I SEGNI DEL TEMPO L’età media è aumentata notevolmente nell’ultimo secolo e continuerà ad allungarsi sempre più. Ma che senso ha vivere più a lungo se siamo afflitti dai segni del tempo, o ancor peggio dobbiamo trascinarci pieni di acciacchi e dolori, con una ridotta mobilità fisica? Sono molteplici gli effetti derivanti dall’aumentare dell’età. Longevity iCare crema anti-età, il trattamento 24 ore studiato appositamente per combattere l’invecchiamento cutaneo, agendo sulla struttura interna, impedendo la degradazione e stimolando la sintesi di nuovo collagene. Ripara i danni subiti dalla matrice cutanea, la protegge e la ricostruisce accrescendo elasticità e morbidezza dell’epidermide. La pelle ritorna compatta, luminosa, distesa. Rughe e segni d’espressione tendono a scomparire. www.sirpea.com

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Phyto Specific lancia Curl Legend un’innovazione basata su una tecnologia d’avanguardia ad alta concentrazione di estratti vegetali, che disciplinano e definiscono a lungo i ricci rendendoli setosi, seducenti e incredibilmente morbidi. Le formule ad alta concentrazione di attivi vegetali di questi eccezionali prodotti designer dei ricci, offrono una doppia azione che unisce trattamento e disciplina, per sublimare i ricci più ribelli! Un’azione modellante eccezionale: basta un velo di spray o una noce di gel-crema... e i ricci sono disciplinati a lungo e incredibilmente elastici. Perfettamente scolpiti. www.aboca.com

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LENISCE IL PRURITO IN 60 SECONDI

LA PELLE DEL VISO PRONTA ALLA ESPOSIZIONE SOLARE

Il prurito della pelle colpisce circa 1/3 della popolazione mondiale, ed è sintomo di molteplici disturbi cutanei: secchezza severa, dermatite atopica, psoriasi, xerosi senile, pelle irritata da detergenti aggressivi, pelle irritata da cloro e dalle condizioni atmosferiche rigide. Laboratoire Bioderma ha creato Atoderm SOS Spray, la risposta anti-prurito immediata in tutti i casi di prurito cronico o occasionale che agisce in 60 secondi, garantendo 6 ore di efficacia. Un trattamento che, agendo sia sulla funzione barriera della pelle, per rip r i s t i n a re i l s u o r u o l o protettivo, che sui mediatori del prurito, riduce la necessità di grattarsi e dona comfort immediato.

Il Soin Microdermabrasion Quarzo e Vitamina E, uno scrub ultra-levigante ispirato alle sofisticate tecniche di microdermoabrasione, è il trattamento Resultime particolarmente indicato nel periodo primaverile-estivo per eliminare le cellule morte, preparare la pelle del viso all’esposizione solare e ottenere così un’abbronzatura dorata e duratura. L’esclusiva formulazione contiene vitamina E in grado di donare una speciale idratazione proprio quando la pelle ne ha maggiore necessità a causa della perdita di acqua dovuta alle alte temperature. Svolge inoltre un’efficace azione protettiva: rinforza la barriera lipidica e limita l’evaporazione dell’acqua. www.bioderma.it

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TUTTA LA NATURALE EFFICACIA DEL CARCIOFO Un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano costituiscono da sempre i capisaldi per un organismo tonico e reattivo ai cambiamenti esterni ma il vero aiuto arriva direttamente dalla natura: il nuovo integrato-

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re alimentare di Pesoforma Nature Detox Snellente, in pratici flaconcini monodose, a base di estratto di carciofo e con succo di mela, offre un programma settimanale depurativo e detossinante. È infatti

risaputo che il carciofo è amico del fegato e tra i vegetali è un vero “spazzino” per l’organismo, perché aiuta ad eliminare le tossine, facilitando inoltre il metabolismo dei lipidi e favorendo l’equilibrio del peso. www.pesoforma.com


Silvio Garattini, Vittorio Bertelè

FARMACI SICURI La sperimentazione come cura

consigli

FARMACIA

Il termine “sperimentazione clinica” porta alla mente immagini di cavie, provette e pazienti considerati alla stregua di animali da esperimento. Niente di più sbagliato: la sperimentazione è infatti l’unico modo eticamente e scientificamente corretto per superare la mancata conoscenza di un trattamento che potrebbe, potenzialmente, aiutare nella terapia di una patologia. L’avvio di una sperimentazione clinica deve procedere secondo una serie precisa di regole scientifiche ed etiche che spesso non sono immediate agli occhi del cittadino. “Farmaci sicuri - La sperimentazione come cura” fornisce gli strumenti utili a comprendere i come e i perché della sperimentazione clinica sull’uomo. Partendo dagli aspetti più basilari che ne guidano il disegno e l’esecuzione fino agli aspetti prettamente etici e all’importanza del coinvolgimento dei pazienti quali elementi chiave nel fornire una prospettiva complementare a quella dei medici, gli autori accompagnano il lettore nel capire cosa effettivamente implichi una sperimentazione clinica, quali siano i diritti e i doveri dei cittadini e delle aziende farmaceutiche e i numerosi benefici che questa può portare alla società.

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The Blind Spot

di Luca Pani, @Luca__Pani, University of Miami

Nubi, e luci,

all’orizzonte Farmaci 3D, una nuova frontiera che è impossibile ignorare Non si dovrebbero mai provocare le persone di talento, soprattutto quelle con un neppure tanto sottile gusto per la democrazia, perché questo è il modo migliore per far scoppiare rivoluzioni epocali. Ci sono tre cicli di un triennio ciascuno che segnano l’evoluzione di quella dei farmaci 3D sintetizzati nella cucina di casa. Il primo anno è il 2012, quello in cui il gruppo di Leroy Cronin dell’Università di Glasgow pubblica su Nature Chemistry l’invenzione dei “vascelli di reazione” (reactionware) stampati in tre dimensioni e capaci di far avvenire reazioni chimiche millimetriche controllate digitalmente. I puristi della materia scherniscono Cronin sostenendo che il suo metodo non sarebbe mai stato in grado di sintetizzare nessun prodotto più complesso dell’abbastanza semplice etilbenzene, che tuttavia, annotiamo, è ubiquitario in moltissime reazioni chimico-farmaceutiche e contiene un anello aromatico non banale. Il secondo anno è il 2015, quello in cui la FDA annuncia la sua intenzione di accettare per l’approvazione farmaci tridimensionali (il primo dei quali l’antiepilettico levetiracetam sarà, in effetti, approvato il 22 marzo del 2016). Il terzo anno è quello corrente, il 2018, quando, a gennaio, sempre Cronin e colleghi visto che erano stati sfidati a farlo, pubblicano su Science una serie di “vascelli di reazione” interconnessi tra loro, capaci di portare a termine quattro diversi tipi di reazioni chimiche che assommano a dodici passaggi differenti di sintesi, dalla filtrazione all’evaporazione. Mediante l’aggiunta di

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precisi reagenti e composti facilmente reperibili in un ordine prestabilito, oltre che antiepilettici sono stati sintetizzati altri farmaci complessi e di uso comune. Le rivoluzioni, si sa, quando sono vere e cominciano, sono impossibili da controllare e imprevedibili da anticipare tanto che, in questo caso, si inizia a pensare di sintetizzare farmaci difficili da ottenere, in luoghi impossibili da raggiungere o molto costosi, utilizzando solo i “vascelli di reazione” e lasciando pure perdere la stampa dimensionale. Le implicazioni di questo “punto cieco” sono molto più vaste, praticamente inimmaginabili al momento attuale. La prima è che non ci sarà più bisogno di essere un esperto in chimica organica per sintetizzare un prodotto attivo in uno spa-

zio inferiore a cinquanta centimetri quadrati. La seconda è una misura di grande cautela e attenzione: “i vascelli di reazione” potrebbero essere utilizzati facilmente per il fai da te di sostanze vietate, altamente regolamentate o da abuso. Una maniera per aggirare l’ostacolo è fare in modo che i vascelli interconnessi tra loro siano vincolati a produrre un solo tipo di medicina e che sia impossibile (a meno che non si possiedano conoscenze davvero non comuni, che tuttavia esistono) sintetizzarne altre. Il futuro appare tanto promettente quanto nebuloso ma, ancora una volta, sarà non solo impossibile ma strategicamente errato ignorare cosa sta succedendo a una velocità esponenziale, anche in questo campo.

A 3D-printed reactor makes medicines on demand. Sergey S. Zalesskiy and Leroy Cronin

PER APPROFONDIRE: http://www.sciencemag.org/news/2018/01/you-could-soon-be-manufacturing-your-owndrugs-thanks-3d-printing https://www.fda.gov/Drugs/NewsEvents/ucm588136.htm https://www.nature.com/articles/nchem.1313


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