Punto effe 11 2018

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Anno XIX | N° 11 21 giugno 2018 | www.puntoeffe.it

2018 L’unico prontuario completo e affidabile TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI SEMPRE A PORTATA DI MANO

PARLIAMONE Spesa privata in crescita

MERCATO Gli alimenti in farmacia

Manlio Florenzano

FARMACOLOGIA I vaccini anticancro

UNA RISORSA

primaria

I farmaci biosimilari come pilastro della sostenibilità e garanzia di un maggiore accesso dei pazienti alle cure più innovative e costose. A colloquio con il coordinatore dell’Italian biosimilars group


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SOMMARIO

Editoriale| Cancer Pharmacy, una scuola di vita

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Controcorrente| Dialoghi con l’acqua

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InnovAzione| La paura di innovare

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Interventi| Occhio al contratto

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Un farmacista a scuola| Il progetto “farmaco-logico”

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PARLIAMONe SPESA PRIVATA IN SANITÀ | Nuove disuguaglianze?

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primo piano

LA BUONA GESTIONE | Il prelevamento del titolare 21 ECHI DAL WEB | Laureati, il Rapporto Almalaurea 22 INCONTRI | Manlio Florenzano 26

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MERCATO | Alimenti in farmacia 32 DALL’ALTRA PARTE DEL BANCO | Pianeta autismo 36 FARMACOLOGIA | In tema di vaccini anticancro

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ATTUALITÀ | Fragilità al centro

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RUBRICHE Legale | Doveri e obblighi Iniziative | Salute mai più in fumo

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What’s up Il libro | Farmaci sicuri Spigolature Consigli The Blind Spot | Immortalità irresponsabile

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Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

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giugno 2018 |

Collaboratori Maurizio Bisozzi, Paola Brusa, Claudio Buono, Carla Carnovale, Sergio Cattani, Francesca Giani, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Viki Nellas, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Irene Pignata, Davide Petrosillo, Chiara Romeo Responsabile pubblicità Stefano Busconi dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it

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menti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione Per il periodo 1/1/2017 - 31/12/2017 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.519 Diffusione media: 9.660 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.


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editoriale

C

ancer

Pharmacy, una scuola di vita

Quest’anno è stata organizzata da Edra, artefice la sempre vulcanica Elena Penazzi, la Scuola di alta formazione per il consiglio e l’assistenza multidisciplinare al paziente deospedalizzato. Ho avuto l’onore di essere tra i relatori fin dalla “pilotina” di due anni fa e di partecipare alla creazione. L’aspetto rivoluzionario del corso - a parte quello tecnologico che pur essendo tante ore di lezione permette la gran parte di seguirla da casa - è che non si propone con consigli sulla terapia o sulla malattia. Essendo il tumore diventato spesso cronico, coinvolge tutta la famiglia; il malato, e spesso l’oncologo, si concentrano sulla cura del “maledetto estraneo”, perdendo di vista tutti gli aspetti collaterali, a volte importanti. Il percorso avviato coinvolge innanzitutto un oncologo, che traccia le tipologie di tumore che spesso non conosciamo. Una dietologa, che aiuta il paziente in una giusta scelta e comprensione alimentare, estetiste di altissima specializzazione, che invitano le donne a non scordarsi mai di esserlo e a trovare i “trucchi” - scusate il gioco di parole - per imparare ad attuare quei gesti che ritengono oramai inutili, e che se fatti come nei tempi della salute possono essere quasi ridicoli, per non parlare della scelta del prodotto e

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di Paolo Vintani

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del sapersi coccolare. Senza dimenticare una bravissima psicologa che, dall’approccio al malato fino alla conversazione con il parente, ci insegna a entrare in squadra perché tutti insieme si possa accompagnare il malato in un percorso che se non vuole essere totalmente di guarigione, è senz’altro di consapevolezza e dignità. E infine il sottoscritto, che affronta le medicine complementari. Mi impegno (sempre pronto a correggermi) a cercare di distinguere bene le varie metodologie e le varie scuole. E so anche che il collega si aspetta che io dia consigli pratici e prodotti da consigliare. Mi propongo di aiutare il collega a rispondere quando un medico contesta una terapia complementare, spiegando con i numeri e i fatti in cosa consistono. Non dimenticando di citare trattamenti consolidati come quello del vischio, per concludere con le possibili interazioni. Da ricodare che un importante numero di pazienti non in protocolli stretti va in cerca di “qualcos’altro”, senza chiedere al medico e al farmacista, con rischi a volte gravi. E concludo con qualche consiglio pratico sulle piccole grandi patologie collaterali alla terapia oncologica (secchezza vaginale, dermatiti, fatica e stanchezza…). In estate correggerò e amplierò i miei interventi, sono esaltato da questo progetto e quello che spero, personalmente, è di essere riuscito a trasmettere ai colleghi che mi hanno seguito la necessità di non sottovalutare mai nulla. L’ascolto è la prima vera medicina.

“Per poter risolvere un problema bisogna prima di tutto prenderne coscienza” (Linda Green, A occhi chiusi)


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corrente

D

di Maurizio Bisozzi

ortnoc

ialoghi

con l’acqua La società liquida di Bauman è fatta, tra le altre cose, di sogni infranti, di illusioni, di naufragi strumentalizzati dalla politica

Sono cresciuto con l’ammonimento biblico all’umiltà: polvere eri e polvere ritornerai. Oggi mi guardo intorno e mi chiedo, cogitabondo, come il fluido possa trasformarsi un giorno in solido; va bene, polverizzato, ma sempre solido. Perché oggi tanto è fluido e davvero poco è solido, tangibile, concreto. Fluida è la generazione dei Millennials, privi - o privati? - di riferimenti, di ancoraggi stabili. Ieri, la cosiddetta età adulta iniziava con la laurea? Con il matrimonio? Lo so, erano paletti formali, ancora oggi vedo intorno coetanei che sono diventati vecchi senza essere mai diventati adulti, ma nessuno, come oggi, dichiarava di non sentirsi adulto prima dei trent’anni. La fluidità non è una scelta, ma una costrizione: per poter costruire servono basi stabili, fondamenta su cui innalzare l’autonomia, economica prima e mentale dopo. Casa propria, famiglia, diventano racconti del nonno a nipotini che non hanno un lavoro, se non precario - liquido e instabile, appunto - e

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rosi, ululanti distribuzione diretta. Avremnessuna banca è disposta a finanziare i somo bisogno di rotte chiare, anche non gni del nonno con i magri e saltuari stipensemplici da seguire, ma lineari e coerenti. di dei nipoti. Purtroppo non possiamo pretenderlo Liquido è il mare dove i migranti cercano dall’acqua più di quanto non possiamo far un futuro, su barconi accolti, respinti, poi accettare al sottosegretario Carlo Sibilia di nuovo accolti seguendo i flussi non delche l’uomo abbia davvero messo piede sulla marea, ma dell’opportunità politica e la luna. Questione di degli equilibri internaanche configurazione, struttuzionali del momento. rale in un caso, mentale Fluida è la politica, i le farmacie nell’altro. Rassegniamoconcetti, le parole che sono ci quindi alla liquefazioda essa nascono e densballott a te ne dello stato solido, tro le quali, a sua volta, tra vecchie delle concretezze e delle scivola e rischia di affocertezze e perfino delle gare. Frasi che filano tempeste ragionevolezze. Si naviga come correnti marine e nuovi a vista e dobbiamo affiimpazzite, cambiando marosi nare lo sguardo, irrobudirezione, senso, creanstire il polso perché il timone non ci sfugga do vortici in cui la parola “inciucio” entra, di mano, pronti a sgottare ed evitare gli uscendone come “contratto”; “condono” riscogli. In fondo l’acqua è la nostra culla emerge come “pace fiscale”, il nuovo avanfisiologica, costituisce il 70 per cento del za sulla fluida cresta dell’onda e le sirene nostro corpo e del pianeta, prendiamolo cantano «lasciatelo lavorare». come un novello brodo primordiale sapoÈ giusto e speriamo tutti che sia la volta rito e succulento, da cui rinascere sotto buona, visto che per oltre trent’anni non nuova forma, più agile, elastica, duttile. l’ha mai fatto. Fluido come mai è l’oceano La natura di tutto è ormai instabile, fluidove galleggiano le farmacie, sballottate da: liquido siamo e un giorno ritorneretra vecchie tempeste che sibilano, funeste, mo… spray? l’uscita della classe C e nuovi montanti ma-



Innovazione

L Che differenza c’è tra cambiamento e innovazione? Il cambiamento è una progressiva evoluzione dell’ambiente; l’innovazione è la capacità di promuovere e guidare il cambiamento. Ma siamo esseri abitudinari: il cambiamento ci spaventa perché ci porta a dover modificare il nostro approccio, i nostri comportamenti, e spesso anche a dover aggiornare le nostre competenze e rivedere il nostro ruolo. Quindi abbiamo una profonda resistenza all’innovazione. Non a caso le persone che hanno un orientamento alla sperimentazione è pari solo a meno del 5 per cento della popolazione. Un gruppo di dodici scienziati, imprenditori, ingegneri e storici della tecnologia hanno elencato le “innovazioni che hanno contribuito di più a dar forma alla natura della vita moderna”: come “innovazione di prodotto” hanno individuato la ruota; di “processo” la catena di montaggio; di “meccanismi” l’abaco e il sistema fognario; di “simboli” le banconote; di “procedimenti” la cultura selettiva delle piante; di “tecniche” la pastorizzazione, la raffinazione e la fissione nucleare; di “codici” l’alfabeto e il calendario gregoriano; di “strumenti di comunicazione” la stampa e internet.

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di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division, Focus Management Consultant

a paura

di innovare Il Piano nazionale cronicità mette i professionisti della sanità di fronte a nuovi compiti. E non mancano le resistenze

Ciò che accomuna l’elenco è il fatto che Quindi bisogna trovare nuovi modalità ciascun fattore ha di fatto cambiato la vita per approcciarsi al paziente in chiave muldelle persone. Noi lavoriamo per la salute tiprofessionale. Ma questo non significa del paziente, cambiarne la vita in meglio è che in una stanza ci sono quattro profesla nostra mission, l’innovazione il nostro sionisti e un paziente, ma che ogni profesmezzo, e quindi è un dovere. Come possiasionista è coinvolto nel Pai (Piano di mo però essere promotori e ideatori di assistenza individuale), in presenza o in un’innovazione se solo il 5 per cento della remoto. L’equipe accompagna il pazienpopolazione ha questo orientamento? Perte nel percorso di cura, programmando ché l’innovazione è visite, esami e altre un processo collettinecessità di cura, afnon atti vo, non un atto indivifiancandolo nell’atindividuali duale. Richiede il tuazione dell’intero coinvolgimento attivo piano terapeutico. ma di un’intera organizPer il paziente queprocessi zazione o categoria sto vuol dire una collettivi professionale, che ci concreta presa in cache deve credere per porico e quindi la poster agire. I veri leader sibilità di non dovere coinvolgano nell’innovazione, inessere lui architetto intere fatti, oltre a innovare dell’integrazione dei organizzazioni servizi per la propria la value proposition, o categorie innovano anche nei salute. I nuovi momeccanismi di coindelli per la gestione professionali volgimento di tutti gli della cronicità sono stakeholder. vere innovazioni, di Il Piano nazionale della cronicità e le sue quelle di fatto cambiano la vita dei paarticolazioni regionali è un’innovazione di zienti. Ma cambiano anche il ruolo e le value proposition e di meccanismi di coincompetenze dei professionisti, e questo volgimento. Le patologie croniche, infatti, fa paura. Così ciascuno si arrocca in dirichiedono un approccio multidisciplinare, fesa del proprio ruolo tradizionale e si con la partecipazione attiva di tutti i procreano controproducenti conflitti. Ricorfessionisti. La rete virtuale tra professionidiamoci perché lavoriamo in sanità: pristi ha però dimostrato di non funzionare. ma di tutto il paziente.


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interventi

O

di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

cchio

al contratto Il nuovo governo e le istanze dei giovani farmacisti da presentare al ministro della Salute

Il nuovo governo si è insediato dopo 84 giorni di gestazione e diverso tempo dedicato alle intese tra Lega e Movimento cinque Stelle per elaborare un “contratto”. Un tempo lungo spiegabile con la difficoltà di individuare e poi fissare punti comuni tra due visioni in origine divergenti su diverse materie. La parte della sanità è trattata alla ventunesima delle trenta sezioni del contratto, dandone un tratto riformatore sintetico, ma chiarissimo. Apprezzabile la conferma, in apertura, dell’importanza di preservare il modello universalistico che trova fondamento primario nell’articolo 32 della Costituzione italiana: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività …», poi declinato con la Legge n. 833 del 1978 che ha istituito il Servizio sanitario nazionale e, infine, organizzato secondo principi nazionali applicati autonomamente secondo esigenze regionali. Da qui si tracciano alcune linee riformatrici, alla ricerca di una maggiore efficienza, e con l’obiettivo di coniugare la soddisfazione di questi principi con la sostenibilità economica del sistema. Il recupero delle risorse è affidato alla lotta agli sprechi e alle inefficienze, nonché me-

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nata) e pressoché sommario e inattendibile diante la «revisione della governance farmaper la parte più importante (la distribuzione ceutica, all’attuazione della centralizzazione del farmaco in modalità diretta). Quale predegli acquisti, all’informatizzazione e digitavenzione e presa in carico migliore vi può lizzazione del Ssn». Qui il riferimento è chiaessere se non usufruendo di tutte le potenro, rispetto a una distribuzione diretta che zialità delle farmacie, come presenza sul ternegli anni ha ormai superato in termini di ritorio e preparazione dei professionisti che spesa la dispensazione del farmaco in regivi operano? me convenzionato e I giovani attendono che per il 2017 registra le farmacie con speranza la reauno sforamento del come strumento lizzazione di queste tetto di spesa di ben possibili azioni, intrafondamentale 1,5 miliardi. Poi viene citata l’importanza di una assistenza vedendone soluzioni, dirette e indirette, ai dell’intensificazione farmaceutica problemi dell’occupadei processi di digitaimprontata zione, emersi chiaralizzazione, perché con al rigore mente da sondaggi questi si ottimizzano, svolti lo scorso anno, controlli e programmaanche con l’aiuto dell’Università Bocconi, e zione, ovvero, si potenzia la qualità delle che colpiscono in modo vario le diverse represtazioni, come con il Fascicolo sanitagioni italiane. Di questo vorremmo parlare rio elettronico o con la telemedicina. Non con il nuovo ministro della Salute, al quale manca un preciso e dettagliato riferimento abbiamo chiesto udienza: pensare alla faralla «presa in carico dell’utente, attraverso macia come formidabile strumento da rivaun suo specifico percorso socio-sanitario e lutare, nella gestione dell’assistenza attraverso più idonei servizi di prevenzione». farmaceutica improntata al rigore, alla quaProgramma di governo, quindi, molto ambilità, e protagonista nelle nuove competenze zioso, ma nel quale è facile ritrovare le fardettate dalla necessità di una migliore premacie come protagoniste. Una migliore venzione e di ottimizzazione dei percorsi del governance farmaceutica non può che reapaziente cronico. È l’unico modo per coniulizzarsi riportando il processo erogativo alla gare il rilancio della professione a un apcompleta tracciabilità, dalla prescrizione del proccio sistemico ed efficace ai nuovi medico, alla rendicontazione, confezione problemi che assillano l’assistenza farmaper confezione; processo ora imposto a ceutica da qui al futuro. quella parte di spesa minore (la convenzio-



un farmacista a scuola

P «Ritengo che “Farmaco-logico!” sia stato molto utile, perché la maggior parte dei ragazzi si è dimostrata interessata e curiosa. Il clima che si è instaurato in classe con i docenti esterni è stato molto positivo, gli alunni si sono sentiti subito a loro agio e hanno partecipato attivamente, ponendo domande e rispondendo quando sono stati interpellati. Ho apprezzato particolarmente il fatto che tutti gli studenti (compresi quelli tutelati dalle leggi 104 e 170) si siano sentiti coinvolti dal progetto e siano intervenuti, soprattutto nella parte pratica (laboratorio di galenica e partecipazione al video finale). Sono state inoltre coinvolte molte competenze chiave, come la comunicazione nella madrelingua, le competenze sociali e civiche e lo spirito di iniziativa e intraprendenza. Ritengo che gli obiettivi dichiarati dal progetto siano stati raggiunti e che “Farmaco-logico” abbia un’elevata qualità dell’offerta didattica, in quanto i temi affrontati sono attenti ai cambiamenti e alle nuove esigenze della società». (Prof.ssa Tagliazucca, Bolzano). «Durante questo progetto, gli alunni hanno arricchito il loro bagaglio culturale approcciandosi a un mondo nuovo o quasi, ai farmaci, la loro importanza e il loro uti-

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

erché a scuola

non si parla mai di farmaci? Testimonianze di alcuni insegnanti che hanno partecipato al progetto “Farmaco-logico!”

terla il prossimo anno con un‘altra classe». lizzo. I docenti esterni hanno coinvolto gli (Prof.ssa Ghizzoni, Vipiteno). alunni, instaurando rapporti positivi basa«La risposta degli studenti riguardo duranti sul dialogo corretto e all’insegna della te il workshop è stata molto positiva. Hanreciproca apertura, rendendo piacevole le no par ticolar mente ore trascorse insieme, apprezzato il buon rapgrazie all’ausilio di imDieci ore porto con i relatori, le magini e video di attuadi lezione molte conversazioni lità e alla portata dei a cara ttere aperte in classe, le diragazzi. La partecipazione degli alunni è stata multimediale scussioni con le persone direttamente interessapropositiva e le attività per te, il lavoro di gruppo, la laboratoriali e multimei ragazzi creazione di un cortodiali, con la realizzaziodelle scuole metraggio. Posso solo ne di un video finale, medie sottolineare il feedback sono state svolte con positivo dei miei studengrande entusiasmo. Gli ti. Hanno lavorato diligentemente durante obiettivi previsti sono stati raggiunti in queste lezioni e molte cose sono rimaste maniera soddisfacente». impresse con loro. Personalmente, posso (Prof.ssa Giordano, Brunico). solo raccomandare questo progetto». «Ogni alunno ha appreso le informazioni (Prof. Mezzanato, Laives). dai relatori incaricati sia in lingua tedesca sia in lingua italiana e ha dimostrato granQueste parole ci sono state inviate dai de naturalezza nell’esprimersi in entramprofessori che hanno deciso di “portare” be le lingue. Si è creato in classe un clima nelle loro classi di scuola media il percormolto amichevole e sereno che ha favorito so multimediale dedicato ai farmaci “Fargli alunni a non avere reticenze nel parlamaco-logico!”. Dieci ore in cui alunne e re in italiano. Questa è stata una grande alunni si sono immersi nel mondo dei farsoddisfazione per me. Gli alunni hanno maci, i loro aspetti positivi e gli effetti inapprezzato moltissimo la cordialità e la desiderati. Siamo sicuri che sia sensato simpatia oltre che la professionalità dei recontinuare a escludere questi argomenti latori. Il momento per loro più entusiadai curricula didattici? smante poi sono state le riprese del video. Nel prossimo numero di Punto Effe veRiuscitissimo! Ricorderanno questa bella dremo i risultati in classe. esperienza e da parte mia sarò felice di ripe-



parliamone

N

di Giuseppe Tandoi

uove

disparitĂ ?

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Il progredire della spesa privata e gli scenari futuri in sanitĂ al centro del Rapporto Rbm-Censis 2018


strutture pubbliche o convenzionate. Molta acqua è passata sotto i ponti, all’ordine del giorno ormai da anni sono i limiti di budget imposti da politiche di welfare sempre meno ricche e della crescente compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria. E proprio qui sta il punto: possiamo ancora affermare che il nostro Ssn sia un sistema universalistico? I tempi stanno cambiando - cantava secoli fa Bob Dylan - e forse non è più tempo di affermazioni categoriche, ma di sfumature. Intanto il settimo Rapporto Rbm-Censis 2018 ci offre un supporto di qualità nell’analisi complessiva. Già il titolo è tutto un programma: “La sanità del rancore, il rancore della sanità”.

UN GRIDO D’ALLARME Il primo elemento da sottolineare (elaborazioni Censis su dati Istat) è che la spes a s a n i t a r i a pr ivat a nel 2 017 è ammontata a 37,3 miliardi di euro. Nel quinquennio 2013-2017 è aumentata del 9,6 per cento mentre la spesa totale per i consumi ha fatto segnare un incremento del 5,6. Il trend di crescita della spesa privata ha in realtà inizio all’inizio del nuovo millennio ma negli anni pre crisi si è mantenuto inferiore, in termini percentuali, a quello della spesa totale per consumi. La svolta arriva dal 2009 e si manifesta con evidenza negli anni fino al 2017, nei quali la spesa privata cresce del 3,6 per cento contro lo 0,3 della spesa con-

parliamone

Il dibattito è annoso e dai mille risvolti. Parliamo dell’assistenza sanitaria in Italia, dei suoi elementi fondativi e della sua evoluzione nel corso dei decenni. In principio fu la Costituzione, che all’articolo 32 sancisce che la «Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». L’altro cardine è la Legge 833/78, che istituì il Servizio sanitario nazionale (Ssn), ispirandosi al modello inglese del National health service (Nhs), sorto nell’immediato dopoguerra: la salute gratuita per tutti i cittadini, chi paga le tasse (ma anche chi non le paga) può ricevere cure adeguate nelle

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parliamone

E intanto il nuovo ministro… Bisognerà seguire con attenzione questi primi mesi di Giulia Grillo al timone del ministero della Salute. Dopo un inizio un po’ in sordina - anche perché l’attenzione dei media era concentrata sui “pezzi da novanta” del nuovo governo - il deputato catanese del Movimento 5Stelle (laurea in Medicina e specializzazione in Medicina legale) ha cominciato a rendere pubbliche alcune sue convinzioni. «Basta con la vergogna di ottenere una mammografia dopo tredici mesi, di aspettare fino a un anno una colonscopia, una visita oncologica o neurologica, sa lvo paga re d i tasca propr ia, impoverirsi sempre di più e far fare gli affari ai privati. Lo abbiamo promesso nel contratto di Governo e adesso cerchiamo di passare dalle parole ai fatti. Oggi ho inviato una circolare alle Regioni in cui chiedo informazioni puntuali e dettagliate di ogni singola struttura sanitaria, sia pubblica sia privata accreditata, per fare il punto della situazione e di qui partire per la prossima messa a punto del Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa. Informazioni che dovranno arrivare entro quindici giorni compilando apposite schede ed eventuali note di accompagnamento».

sumi. Da un ventennio almeno stiamo assistendo, e non solo in Italia, a una radicale revisione del welfare state, per come l’avevamo conosciuto nei decenni del dopoguerra. E tuttavia, secondo il Rapporto, non è a questo fattore, pure così rilevante, che si può ricondurre esclusivamente il trend di cui sopra: la dinamica recente della spesa sanitaria avrebbe un carattere «multifattoriale». Altro nodo cruciale, il parallelo con la spesa sanitaria pubblica, protagonist di un boom nel periodo 2001-2008, un +14,8 per cento che surclassa la quota privata (+3,6). Anche qui prima arriva l’inversione di tendenza, poi il sorpasso: negli anni 2013-2017 la spesa sanitaria pubblica cresce del 2 per cento, quella privata del 9,6. Nel 2017, fatta 100 la spesa sanitaria com-

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Così recita una nota ufficiale del Ministero, seguita a pochi giorni di distanza da dichiarazioni nelle quali Grillo mette il dito nella piaga del preteso - e ormai cagionevole universalismo del nostro Ssn e della sempre magg iore compar tecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria pubblica: «Il nostro Servizio sanitario è a finanziamento pubblico, ma tanti erogatori sono di natura privata ma accreditati. Questi nel tempo si sono diffusi sempre più e hanno aiutato a garantire le prestazioni. Alcuni sono diventati centri di eccellenza. Il tema non sta nella struttura privata accred it at a che ero g a u n a pre s t a z ione pubblica, ma nel continuare a garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, inclusi gli indigenti. Negli ultimi anni le politiche di austerità che hanno ridotto il finanziamento al Ssn pubblico, tanto che oggi il nostro numero di posti letto è fta i più bassi dei Paesi sviluppati, hanno messo in crisi il sistema, insieme a un’altra serie di fattori, tra cui appunto liste di attesa lunghissime e ticket altissimi su prestazioni e farmaci» (Fonte: Farmacista33) Come sempre l’analisi si fa non sulle parole - promesse o buoni propositi che siano – ma sui fatti. In questo senso aspettiamo i prossimi passi del ministro.

plessiva, la quota pubblica è del 75,2, quella privata del 24,8 privata. «In sette anni», sentenzia il Rapporto, «la spesa in capo alle famiglie come valore nominale corrente è cresciuta di quasi 6,4 miliardi di euro, quella pubblica di appena 336 milioni».

RISVOLTI SOCIALI Altra annosa questione è quella del finanziamento della sanità pubblica, soprattutto a paragone di quanto succede negli altri Paesi europei. Qui l’ottica non è quella “statica” che considera l’evolversi dei finanziamenti del Fondo sanitario nazionale ma quella reale della spesa sanitaria pubblica pro capite (elaborazione Censis su dati della Corte di Conti). Ebbene, nel periodo 2010-2016 in Italia essa si è ridotta dell’8,8 per cento mentre in Germania è

dal 2010 al 2016 la spesa sanitaria pubblica pro capite in italia è diminuita dell’8,8 per cento

aumentata dell’11,4, in Francia del 6,2, in Olanda del 2,6. In lieve calo la Spagna, peggio di noi Portogallo e, soprattutto, Grecia (-38,3 per cento).


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parliamone I numeri sono freddi ma si riscaldano quando si parla di persone. L’analisi condotta dal Rapporto mette in evidenza - attraverso ulter ior i approfondimenti statistici - un dato fondamentale: l’incremento della spesa sanitaria privata pesa di più sulle famiglie con reddito fino a 40.000 euro che su quelle con reddito fino a 120.000. Considerazione forse ovvia che tocca però il nodo cruciale della questione: la ricaduta sociale del fenomeno di cui parliamo. L’Indagine Censis 2018 attesta che l’86,3 per cento degli italiani ha dovuto pagare per l’acquisto di prestazioni a pagamento intero o in intramoenia e/o ha dovuto pagare il ticket. «Pagare tutto o qualcosa per prestazioni sanitarie coinvolge talmente tanti italiani», ne deduce il Rapporto, «da poter essere ormai considerata un’esperienza diffusa e trasversale a età, territori, titoli di studio, genere, reddito familiare, fino a coinvolgere anche quote di esenti». E già questo dovrebbe far intendere che non esiste più (o quasi più) alcuna gratuità nell’accesso alle prestazioni sanitarie. Dato di fatto che induce i cittadini a pren-

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diagnosi e di cure. Forse il Rapporto esadere coscienza di un divario forte tra i gera quando sostiene che malanimo e grandi principi - la salute garantita a tutti rancore siano i segni distintivi di una redalla Costituzione e dalla natura stessa lazione degli italiani del Ssn - e una quocon la sanità, «catatidianità ben diverl’indagine lizzatrice di rabbie sa, in particolare sociali indicibili». quando la sanità censis 2018 Non è confortante privata non è più rileva una scelta dei ceti un malcontento pensare che, in base all’Indagine Censis, sociali più abbienti diffuso quasi il 65 per cento ma una necessità, dei cittadini degli italiani denunper tutti. cia rabbia o fastidio E qui arriviamo al nei confronti nei confronti del Sertitolo un po’ estredel servizio vizio sanitario naziomo ma almeno in sanitario nale. Il sentiment parte veritiero del nazionale - come si usa dire Rapporto. La già cioggi - è molto negatata Indagine Centivo, le disparità sociali esistono, quelle sis 2018 afferma che il 40 per cento degli tra Regione e Regione nella qualità italiani vorrebbe penalizzare con tasse o dell’offertaa sanitaria fornita ai cittadini nell’accesso alla sanità persone con stili anche. Questioni complesse, di non facidi vita notoriamente nocivi per l’uomo le soluzione, ma il rischio è quello di ce(fumo, alcol, droghe…); che il 25 per cendere al catastrofismo, gettando alle to vuole che le persone siano obbligate a ortiche insieme alle innegabili defaillancurarsi solo nella propria regione; che il ce del sistema le tante eccellenze che 54 per cento pensa che in Italia le persoancora vi operano. ne non abbiano le stesse opportunità di


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aprile 2018 |

I


la buona gestione

I

di Marco Alessandrini, Amministratore Delegato di Credifarma Spa

l prelevamento

del titolare Un retaggio del passato non più tollerabile. Come riparare agli eccessi dando nuova linfa all’impresa farmacia

Il prelevamento del titolare costituisce una delle cause che ha creato, e sta tuttora creando, i maggiori problemi alla farmacia italiana. Si tratta di un debito che la “persona fisica” farmacista ha nei confronti della propria azienda farmacia, e il fatto che ci sia totale coincidenza tra la persona e l’azienda non legittima questo operato per diversi motivi. É evidente che il prelevamento del titolare sia un retaggio del passato oggi non più tollerabile né economicamente né dal punto di vista normativo, in quanto spesso va ad abbattere il patrimonio netto fino ad attribuirgli addirittura un valore negativo. Detto in altre parole, sono più i soldi che sono stati prelevati nel corso degli anni rispetto a quelli investiti direttamente dal titolare per l’avvio e lo sviluppo dell’attività. Attenzione: non si tratta di sofismi ragionieristici, dobbiamo essere responsabilmente consapevoli che in questo modus operandi risiede l’origine degli squilibri che si registrano in farmacia. Con la Legge 124/2017, come noto, viene tra l’altro prevista l’apertura ai capitali, ma per tali forme giuridiche la presenza di un patrimonio netto negativo costituisce una delle cause di scioglimento della società previste dal Codice civile. Vediamo quali riflessi questa situazione produce dal punto di vista finanziario ed economico, dato che di quello patrimoniale, di fatto, abbiamo già parlato.

Dal punto di vista finanziario l’azienda farmacia ha bisogno di maggiore finanza, in altre parole maggiore credito, in quanto quella che aveva in cassa è stata assorbita per finalità che non sono invece proprie della farmacia; si aggiunga inoltre che i mezzi propri, ossia il capitale versato in azienda, è stato di fatto bruciato dai prelevamenti del titolare intervenuti nel corso degli anni. L’azienda ha quindi bisogno di trovare altrove le risorse finanziarie che servono non solo per gli investimenti ma anche per l’attività corrente, ossia gli stipendi, le tasse, i fornitori e altre uscite di cassa immediate. Questa maggiore esigenza finanziaria si riflette poi nel conto economico in quanto gli oneri finanziari lievitano per due motivi. Il primo è dato dallo stock di debito, più consistente rispetto a quelle che potrebbe-

ro essere la reale necessità; il secondo deriva dal fatto che la distribuzione intermedia, oltre a ridurre i termini di regolamento, ha cominciato ad applicare gli oneri finanziari su talune dilazioni. C’è quindi l’assoluta necessità che quei prelevamenti fatti nel corso degli anni con finalità “non aziendali” rientrino in farmacia. Facile a dirsi, difficile a farsi: primo perché talvolta mancano le risorse da reimmettere, ma anche perché si tratta di una tipologia di finanziamento non gradita al sistema bancario tradizionale, e limitata quindi alle finanziarie specializzate nel settore. La via di uscita sarebbe quindi quella di effettuare un finanziamento a medio-lungo termine in capo al farmacista (persona fisica) finalizzato a versare in azienda le risorse prelevate, che poi rimborserà gradualmente nel corso degli anni.

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echi dal web

U

di Francesca Giani, Farmacista33

na professione

che attira

Ventesimo Rapporto Almalaurea, in crescita i laureati in Farmacia. Il lavoro arriva entro cinque anni

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Aumenta ancora il numero di laureati in FORMAZIONE Farmacia e Chimica farmaceutica, con un Per quanto riguarda la formazione post-lautrend che non accenna a invertirsi, e se a rea, ad aver partecipato ad almeno un’attiviun anno dalla laurea lavora il 56,8 per centà di formazione è il 69,9 per cento dei to, a cinque anni a lavorare è l’84,1 per cenlaureati nel 2016 - ma la percentuale aumento. Aumenta poi anche la propensione a ta a tre anni dalla laurea raggiungendo quospostarsi all’estero di chi acquisisce il titolo ta 74,7 e 74,1 per cento a cinque anni. in Italia e, per quanto All’interno di questa riguarda la retribuziomacro categoria, il a pochi anni ne, si evidenzia una 27,6 per cento risulta dalla laurea aver aderito a un tiroforbice tra uomini e permane donne man mano che cinio-praticantato, aumenta l’esperienza: una differenza mentre il 37,4 a uno a cinque anni dalla stage in azienda. Quetra uomini laurea lo stipendio mesti dati cambiano man e donne dio mensile degli uomano che ci si allontanello mini è pari a 1.618 na dall’anno di laurea: euro, contro 1.371 euro nel caso della prima tistipendio delle donne. pologia, si rileva un medio mensile Questi alcuni dei dati aumento, arrivando al che emergono dal ventesimo “Rapporto 36,1 per cento a cinque anni dalla laurea, sul profilo e sulla condizione occupazionamentre nella seconda modalità c’è una dile dei laureati (anno di indagine 2017)” di minuzione, con un dato che a cinque anni è Almalaurea. In particolare, selezionando il pari al 31,5 per cento. gruppo disciplinare chimico-farmaceutiPer il resto, l’attività formativa è sotto forma co, emerge un costante aumento nel nudi collaborazione volontaria per il 12,3 per mero di laureati, dai 4.322 del 2012 ai cento dei laureati del 2016, relativo a una 5.418 del 2016, con un leggero aumento riscuola di specializzazione per il 4,2 per censpetto al dato diffuso l’anno scorso to, come attività sostenuta da borsa di stu(5.376). Il valore relativo all’età alla laurea dio per il 5,9, come dottorato di ricerca per il rimane abbastanza stabile nel 2016 con 4,4. Tutte queste voci, a cinque anni dalla una media di 26,8 anni (26,7 nel 2015). La laurea, vedono un aumento: per esempio, il durata degli studi è di circa sette anni e la dottorato passa all’8,3 per cento dei laureati media per voto di laurea è di 100,1 su 110. e la scuola di specializzazione al 9,1.


echi dal web OCCUPAZIONE Interessante il capitolo sulla condizione occupazionale: a un anno dalla laurea lavora il 56,8 per cento, mentre a tre anni a lavorare è il 79,6 e l’84,1 a cinque. A non lavorare e a essere in cerca di lavoro è il 28,7 per cento a un anno, il 9,6 a tre anni, l’8,3 a 5 anni. Mentre che non cerca lavoro, oltre a non averne, è, per le tre categorie, rispettivamente il 14,5 per cento, il 10,8 e il 7,6. Chi è in questa condizione ma è impegnato in un corso universitario/praticantato è il 7,4 per cento a un anno, il 7,3 a tre anni, il 2,9 a cinque anni. Il tasso di occupazione, secondo la definizione Istat, è pari al 75 per cento a un anno dalla laurea, all’88,9 a tre anni e all’89 a cinque anni, mentre il tasso di disoccupazione è rispettivamente del 16,1 per cento per la prima categoria, 5,5 per i laureati del 2014 e del 2012. Con una situazione che sembra essere in leggero miglioramento rispetto alla rilevazione dell’anno scorso (Rapporto XIX), nella quale il tasso di occupazione Istat era pari al 72,7 per cento a un anno dalla laurea, 86,7 a tre anni, 87,2 a cinque anni, mentre il tasso di disoccupazione era

rispettivamente del 17 per cento per la prima categoria, 7,1 per i laureati del 2013, 7,4 per i laureati del 2011. In termini assoluti, il numero di occupati per i laureati a un anno di distanza è pari a 2.377 unità (contro i 2.400 dell’anno scorso), mentre a tre anni tale valore sale a 2.715, per arrivare, a cinque anni, a 2.155, con tempi di ingresso medi per le tre categorie dall’inizio della ricerca al reperimento del primo lavoro di 2,7 mesi, 4,6 mesi, 5,6 mesi e dalla laurea di 4,2, 6,5 e 8,2 mesi.

TIPOLOGIE DI CONTRATTO Rispetto alla tipologia dell’attività lavorativa, è a tempo indeterminato il 21,8 per cento dei laureati a un anno dalla laurea, il 48,7 a tre, il 65,2 a cinque, mentre è autonomo (intendendo anche gli imprenditori, titolari di ditta individuale, eccetera.) rispettivamente il 6,3 per cento, l’8,3 e il 10,6. I contratti formativi (per esempio l’apprendistato) riguardano il 21,8 per cento dei laureati a un anno, l’11 a tre e il 2,5 a cinque. In diminuzione man mano che ci si allontana dalla laurea anche i contratti non standard, che comprendo-

no quelli a tempo determinato, a chiamata, e così via, con il 43,9 per cento dei laureati a un anno, il 28,5 a tre e il 17,8 a cinque. La diffusione del part time è del 24,9 per cento a un anno, del 23,1 a tre e del 20,9 a cinque. In media il numero di ore settimanali di lavoro è pari rispettivamente per le tre categorie a 37,4, 38,4 e 39,2. Il settore di attività in cui i laureati sono impiegati è principalmente il privato (89,4 per cento, 91,7, 87,6), con un totale per l’industria pari rispettivamente a 13,7 per cento, 14,5, 14,8. Il dato che riguarda chi sceglie di lavorare all’estero indica una percentuale in crescita più ci si distanzia dalla laurea: a un anno è il 2,9 per cento, a tre il 3,5 e a cinque il 5,2. Un ultimo capitolo di indagine riguarda la retribuzione: la media mensile è per, le tre categorie, di 1.255, 1.358, 1.436 euro, con una differenza tra uomini e donne (1.333, 1.468, 1.618 per gli uomini e per le donne 1.225, 1.320, 1.371). In generale, a un anno dalla laurea la formazione professionale acquisita all’università è considerata molto adeguata per il 62,9 per cento, poco per il 32,1, per niente per il 4,9.

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incontri

U

di Giuseppe Tandoi

na risorsa

primaria

I farmaci biosimilari come pilastro della sostenibilità e garanzia di un maggiore accesso dei pazienti alle cure più innovative. A colloquio con il coordinatore dell’Italian Biosimilars Group, Manlio Florenzano

A fine marzo l’Italian Biosimilars Group (IBG) ha reso noto che «nel 2017 le otto molecole biosimilari in commercio sul mercato italiano - Epoetine, Filgrastim, Somatropina, Follitropina alfa, Infliximab, Insulina Glargine, Rituximab e Etanercept - hanno assorbito il 19 per cento dei consumi nazionali contro l’81 per cento detenuto dai corrispondenti originator, registrando una crescita complessiva dei consumi del 73,9 per cento rispetto al 2016. Per tre delle molecole in questione il mercato nazionale ha registrato il sorpasso nelle vendite del biosimilare rispetto al biologico originatore». Il mercato è in espansione, la nuova frontiera diventa sempre più realtà. Ne abbiamo voluto parlare con Manlio Florenzano, ammnistratore delegato di Sandoz Italia e coordinatore di IBG.

Se li aspettava risultati così positivi per l’anno appena trascorso? Francamente no, avevamo fatto stime di crescita ma non così. Una situazione molto diversa da quella dei generici di vent’anni fa. Questo boom fa sì che si amplii la platea dei pazienti che avrebbero bisogno dei farmaci biologici ma non ne hanno avuto accesso totalmente. Anche grazie ai costi più contenuti, i biosimilari sono più flessibili all’utilizzo e consentono un più ampio accesso alle terapie. Una vol-

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ta superate le resistenze iniziali, essi si rendono conto di avere a disposizione farmaci efficaci che consentono di allargare la base terapeutica. L’ingresso sul mercato è anche favorito dall’attenzione particolare che ai biosimilari stanno dedicando le autorità sanitarie e i payer.

Sono passati quasi dieci anni dall’ingresso sul mercato italiano dei biosimilari. Si può fare un primo bilancio? Molto positivo per l’Italia, che è un Paese all’avanguardia in questo ambito. La questione però è un’altra: siamo agli ultimi posti, in Europa, nel consumo di farmaci biologici. Difficile individuarne le cause. Lo stesso è accaduto, in Italia, con la terapia del dolore, nonostante alcuni fa sia stata approvata, sul tema, una legge di assoluta avanguardia. In ogni caso i biosimilari stanno entrando ormai nella pratica clinica, vincendo anche quello scetticismo che di solito contraddistingue le novità. Gradualmente gli operatori del settore si convincono che tali farmaci sono una risorsa prima di tutto per i pazienti che non sono mai stati trattati con farmaci innovativi.

Quali sono attualmente le criticità nel comparto? Esistono lacune normative,


Non ci sono lacune normative, anzi il recente Position Paper dell’Aifa prevede l’intercambiabilità, ovvero una validazione scientifica e clinica al massimo livello, di questi medicinali. Intercambiabilità non significa - badiamo bene - sostituibilità del prodotto, come avviene per i generici. Significa che sta al medico, di volta in volta, valutare se per il paziente sia più opportuno prescrivere l’originator o il biosimilare, dal momento che non vi è nessuna differenza in termini di efficacia e di sicurezza, tra biosimilare e biologico di riferimento. Questo principio fa il paio con la Legge 232/2016, secondo cui i biosimilari concorrono, nelle gare pubbliche, con i biologici che hanno lo stesso principio attivo. Sono le due facce della stessa medaglia: validazione scientifica e accesso al mercato sullo stesso piano dei biologici. Tirando le somme, posso dire, come coordinatore di IBG, che il contesto normativo è il più favorevole alla diffusione dei biosimilari, nel pieno interesse dei pazienti.

incontri

secondo IBG, che impediscono un più ampio utilizzo di questi farmaci?

Siamo partiti meglio, quindi, rispetto all’avvento dei generici… Proprio così e, partendo dai presupposti che ho accennato, qualsiasi timore riguardante l’utilizzo dei biosimilari è del tutto ingiustificato.

Cosa caratterizza l’Italian Biosimilars Group? L’adesione a IBG non è limitata alle aziende produttrici di generici e biosimilari ma anche a quelle che producono originator e biosimilari. L’obiettivo è quello di arrivare a una associazione che rappresenti gli interessi di tutte le aziende che si occupano di biosimilari. È importante che IBG continui a lavorare sull’informazione al medico e, attraverso esso, al pubblico. Già oggi IBG include molte aziende originator e l’apertura è dovuta al fatto che consideriamo questo apporto di grande valore. Inoltre abbiamo anche un rapporto molto proficuo con le istituzioni. Abbiamo da poco realizzato per Aifa un primo studio sul

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incontri

per alcune patologie la differenza tra utilizzo e non utilizzo di un farmaco biologico è la stessa che passa, per il paziente, tra abilità e disabilità

sottotrattamento. Esso dimostra come lo scarso utilizzo di biologici in Italia abbia originato, per alcune patologie, vaste aree di sottotrattamento che potrebbero essere colmate con il ricorso ai biosimilari. Per artrite reumatoide, spondiloartrite e altre patologie importanti la differenza tra utilizzare o non utilizzare un farmaco biologico è quella che passa tra l’abilità e la disabilità del paziente. Non prendere atto dell’esistenza di tale risorsa significa negare cure adeguate a molte persone. A prescindere dal fatto che a porre obiezioni siano le istituzioni, l’industria, le associazioni dei pazienti o quelle dei medici.. Questo deve essere molto chiaro ed è il vero elemento cruciale di ogni discussione futura.

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L’accessibilità alle cure è un aspetto fondamentale ma quello del risparmio economico non è secondario… Esatto. I fondi che si risparmiano con il ricorso ai biosimilari possono essere investiti nell’innovazione, nel senso che si può trattare un maggior numero di pazienti che necessitano di un farmaco nuovo e che fino a ora non hanno potuto averne accesso. Questa è la battaglia di IBG: lasciare che le risorse risparmiate con i biosimilari rimangano nella filiera del farmaco. Si crea, così, un circolo virtuoso che garantisce, in prospettiva, oltre ai risparmi, l’accesso alle cure anche con farmaci innovativi.

L’Aifa assegna al medico prescrittore un ruolo non solo nella prescrizione stessa ma anche nella corretta informazione del paziente sull’uso dei bisomilari. Cosa può fare l’industria per creare nella classe medica una maggiore consapevolezza sul tema? È dovere dell’industria, per prima cosa, informare correttamente i medici e le aziende questo lo stanno già facendo. L’informazione al paziente è poi a esclusivo appananggio del medico, che ha il compito, a sua volta, di informare e infondere fiducia, nel pieno rispetto del paziente stesso, per una adeguata aderenza alla terapia.


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Una costola di Assogenerici

L’annosa questione del federalismo sanitario: la frammentazione dei poteri governo centrale, Regioni, singole Asl - rappresenta tuttora un problema per l’industria? Il tema della frammentazione dei centri decisionali è sempre attuale. La disparità di servizi offerti dalle Regioni italiane si traduce per prima cosa in una disparità di accesso alle cure da parte dei pazienti. Anche per quanto riguarda i biosimilari. Persiste anche un eccesso di burocrazia, bisogna confrontarsi con mille interlocutori e per le aziende è un carico di lavoro non da poco.

Altre criticità da non trascurare? Oggi il farmaco è distribuito nei modi più diversi: c’è l’ospedaliera, la distribuzione diretta, la distribuzione per conto. Tutto ciò non facilita l’accesso del farmaco da parte dei pazienti. In questo senso Assogenerici e IBG sono unite nel sostenere una maggiore distribuzione del farmaco, idealmente anche quello del biologico, attraverso la rete delle farmacie. Per i cittadini le

L’Italian Biosimilars Group è l’organo ufficiale di rappresentanza dell’industria dei farmaci biosimilari in Italia. IBG opera in sinergia con l’European biosimilar group (Ebg), è parte di Medicines for Europe e agisce come gruppo autonomo all’interno di Assogenerici. Con cui, tiene a precisare Florenzano, c’è la massima sintonia: «Siamo consapevoli di operare nell’interesse del paziente, in questo senso c’è unità di intenti e dedizione alla causa». E i rapporti con Farmindustria? «Buoni, al di là di qualche naturale differenza di vedute. Il dialogo, in ogni caso, è fondamentale e posso dire che tra le nostre associazioni esiste una volontà comune di muoversi nell’ottica della sostenibilità del sistema e della conservazione delle risorse all’interno della filiera del farmaco». Oltre a Florenzano, fanno parte del consiglio esecutivo di IBG i vicecoordinatori Stefano Collatina (Baxter) e Amedeo Soldi (Mundipharma Pharmaceuticals.)

farmacie sono un patrimonio enorme di competenza, di servizio, di professionalità. Perché rinunciarvi puntando su modelli di distribuzione, vedi la “diretta”, discutibili anche dal punto di vista dei risparmi che sostengono di garantire? Senza contare il fattore logistico, che non è trascurabile, quando approvvigionarsi del farmaco diventa anch’esso un ostacolo da superare per il paziente.

Infine la farmacia. È pensabile in prospettiva un ruolo anche di questo presidio nella distribuzione di farmaci complessi come biologici e biosimilari?

biologici, un’Indagine sul sottotrattamento Lo studio commissionato dall’Italian Biosimilars Group a Ernst&Young e presentato recentemente a Roma rivela una preoccupante quota di pazienti non trattati con biologici per patologie come psoriasi, artrite reumatoide, Morbo di Chron. Un “esercito” di circa 200.000 unità. Tra le possibili cause del sottotrattamento l’indagine elenca le seguenti: costo elevato dei biologici e scarsa confidenza di medici e pazienti con questa tipologia di prodotti; scarsa diffusione dei centri specialistici e conseguente presa in carico tardiva; più in generale, una governance non ottimale dei percorsi di cura delle patologie in questione che dovrebbe prevedere, in primis, l’integrazione tra gli specialisti e il controllo dell’aderenza al trattamento. Senza dimenticare l’impossibilità di distribuzione dei biosimilari presso le farmacie territoriali.

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Il discorso è molto semplice. Se pensiamo al futuro prossimo pensiamo a un mercato farmaceutico in cui la presenza di farmaci biologici e biosimilari, sarà sempre più forte, fino al punto di superare quella dei farmaci di sintesi. È possibile immaginare uno scenario simile senza che le farmacie abbiano un ruolo primario? Questa è la direzione: lavorare affinché i farmacisti siano sottoposti a una adeguata formazione su biologici e biosimilari, affinché possano contribuire alla distribuzione almeno di una parte di tali farmaci.

Su questi temi vi state confrontando con la nuova dirigenza di Federfarma? I rapporti ci sono e, in questa ottica, il dialogo andrà intensificato.

Per chiudere: un’opinione sul possibile avvento delle catene, in seguito alla legge Concorrenza. Sarà un processo graduale ma, come è successo in altri Paesi, arriveranno anche in Italia. E tuttavia quella italiana è una realtà molto sfaccettata, sono convinto che saranno ancora moltissime le farmacie indipendenti. Ma il vero punto è un altro: le farmacie - indipendenti o appartenenti a catene che siano - dovranno avere uno standard di servizio al paziente elevato e uniforme.


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mercato

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di Viki Nellas, New Line Ricerche di Mercato

n calo da

contrastare Il punto sugli alimenti in farmacia, un comparto su cui puntare

Gli alimenti rappresentano una categoria merceologica importante per la farmacia italiana, che vale oltre 423,7 milioni di euro, con una quota dell’1,7 per cento sul totale del fatturato generato nel canale. Tuttavia si osserva che è in atto una tendenza negativa delle vendite, testimoniata da un calo del 2,8 per cento a valore1. Questa tendenza riflette, da una parte, la crescente competitività della distribuzione moderna, dove gli alimenti rappresentano un mercato che vale 52,6 miliardi con una crescita del 4,1 per cento a valore e del 2,9 dei volumi acquistati nell’ultimo biennio 1 che si verifica proprio nei segmenti del benessere con gli alimenti “senza” e i superfood, e dall’altra, segna la perdita di quote in alcuni segmenti (alimenti bimbo e barrette energetiche) che sono meno legati a un bisogno di salute.

GLI ALIMENTI SENZA GLUTINE In Italia risultano diagnosticati 198.427 celiaci, in maggioranza donne (138.902) con una maggiore concentrazione in Lombardia (37.907), Lazio (19.325) e Campania (18.720). Dall’entrata in vigo-

re del nuovo protocollo diagnostico emerge un incremento delle diagnosi più spinto: nel 2016, infatti, il numero totale delle nuove diagnosi è stato di 15.569, oltre 5.000 diagnosi in più rispetto all’anno precedente3.

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- 1,7%

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SEGMENTI CON ANDAMENTI DIVERSI All’interno della categoria, i segmenti più importanti sono gli alimenti senza glutine con una quota del 28,2 per cento, seguono gli Alimenti a fini medici speciali (Afms) con una quota del 28,1 per cento e gli alimenti per bambino con una quota del 24,9, ma si osserva che solo gli Afms registrano una crescita con un differenziale positivo rispetto al 2016 dell’8 per cento2 (grafico 1).

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giugno 2018 |

AFMS

+ 8% Alimenti bimbo

- 7,5%

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Fonte: New Line Ricerche di Mercato

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mercato In controtendenza rispetto all’incremento delle diagnosi, sono le vendite in farmacia, che subiscono una contrazione dell’1,7 per cento sia a valore sia a volumi, segno di un calo della domanda nel canale e della conseguente perdita di quota nel mercato.

GLI ALIMENTI A FINI MEDICI SPECIALI (AFMS) Secondo il Regolamento (Ue) 609/2013 si configura come Afms un prodotto alimentare espressamente elaborato o formulato e des tinato alla ges tione dietetica di pazienti, compresi i lattanti, da utilizzare secondo controllo medico; è destinato all’alimentazione completa o

parziale di pazienti con capacità limitata, disturbata o alterata di assumere, diger ire, assorbire, meta bolizzare o eliminare alimenti comuni o determinate sostanze nutrienti in essi contenute o metaboliti, oppure con altre esigenze nutrizionali determinate da condizioni cliniche e la cui gestione dietetica non può essere effettuata esclusivamente con la modifica della normale dieta. Con questi prodotti siamo dunque nel campo della gestione della riabilitazione a domicilio. La crescita del segmento si collega anche alla tendenza di minore ospedalizzazione in termini di giorni di degenza in atto negli ultimi dieci anni3.

AFMS E INNOVAZIONE Il segmento è connotato da grande vivacità, tanto che negli ultimi due anni sono stati lanciati oltre trecento nuovi prodotti. Di questi i primi quindici sono tutti di tipo healthy ageing, orientati alle persone più anziane. L’innovation rate degli Afms si attesta al 15,6 per cento in termini di fatturato, con un contributo di oltre 18.600 milioni di euro. I sottosegmenti crescono per la quasi totalità (grafico 2). Il più importante di essi in termini di fatturato e di contributo alle vendite è quello degli Iperproteici, vitaminici e gelificati. Questi prodotti, in particolare gli healthy ageing, negli ultimi anni hanno al-

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mercato

largato la funzione degli Afms integrando la dieta degli anziani per contrastare la sarcopenia e per consentire uno stile di vita sano e attivo. Rilevanti anche i prodotti per particolari stati patologici, tutti in crescita.

LE AZIENDE In questo campo c’è un’alta concentrazione di marchi: le prime dieci aziende sviluppano l’84,5 per cento del fatturato di categoria. Nelle prime posizioni sia per fatturato sia per trend ci sono Nestlé e Abbott. In generale i risultati di vendita sono positivi per tutte le prime aziende e si osserva che alcune di esse, pur con quote minori, hanno registrato una crescita anno su anno a doppia cifra, come Dr. Schar, Humana e LJ Pharma.

ALIMENTI IPERPROTEICI, VITAMINICI E GELIFICATI Se andiamo nel dettaglio degli Alimenti iperproteici, vitaminici e gelificati notiamo un’ancor più alta concentrazione di aziende. Nestlé, Abbott e Nutricia detengono, infatti, oltre il 99 per cento delle quote in termini di fatturato. In questo segmento i prodotti maggior vendenti sono tutti healthy ageing e le star sono Meritene al cioccolato e Ensure Plus Advance, che ha effettuato la variazione di formato con la confezione multipla.

ALIMENTI PER PARTICOLARI STATI PATOLOGICI

no i migliori strumenti per affiancare il paziente e per consigliarlo nell’uso di alimenti in un approccio più completo che abbraccia la dieta, i farmaci e gli integratori indicati per età e condizioni.

Anche in questo segmento la concentrazione delle aziende è alta: le prime dieci totalizzano oltre il 90 per cento delle quote di segmento in termini di fatturato. Nutricia e Nestlé sono ai primi posti ma si osserva il trend eccellente di Pharma Line, che cresce del 51,4 per cento e quelli positivi di Humana Italia, Princeps e Menarini. Tra i prodotti, quelli con performance migliori sono finalizzati alla cura di disfagia e di riabilitazione e alle intolleranze.

NOTE Fonte: Dati New Line Ricerche di Mercato, anno mobile terminante a marzo 2018. | 2 Fonte: Iri, aggiornamento 2017, periodo 2015-2017. | 3Fonte: Relazione annuale del Parlamento di gennaio 2018, dati 2016. | 4 Fonte: Rapporto Annuale sull’attività di ricovero ospedaliero del ministero della Salute, aggiornamento 2016. 1

IL VALORE DEL CONSIGLIO I farmacisti giocano un ruolo importante nel campo dell’alimentazione, in quanto sarà sempre più rilevante la necessità di gestione le patologie croniche e il supporto nei percorsi riabilitativi a domicilio. Nel caso di soggetti celiaci, inoltre, può essere fondamentale l’identificazione di sintomi e il suggerimento di una valutazione di carenze nutrizionali di vitamine e sali minerali correlate alla patologia e la particolare attenzione a farmaci che possono contenere il glutine. Secondo le tendenze evidenziate, sarà anche sempre più apprezzata l’opera di prevenzione di malattie croniche presso il pubblico più anziano. L’informazione, i consigli sui prodotti adeguati, i servizi e il supporto all’aderenza so-

Grafico 2 isottosegmenti + 12,5%

ALIMENTI PROTEICI, VITAMINICI E GELIFICATI

+ 15,1%

HEALTHY AGEING ALTRI ALIMENTI IPERPROTEICI, VITAMINICI E GELIFICATI

- 4,2% + 7%

ALIMENTI PER PARTICOLARI STATI PATOLOGICI

+ 7,9%

DISFAGIA E RIABILITAZIONE

+ 6,7%

MALATTIE METABOLICHE (FENILCHETONURIA)

+ 7,7%

INTOLLERANZE ALTRE PATOLOGIE

+ 2,9% + 1,1%

ALIMENTI APROTEICI ALTRI ALIMENTI PER FINI SPECIALI

Fonte: New Line Ricerche di Mercato 34

giugno 2018 |

+ 14,7%


mercato | giugno 2018 35


dall’altra parte del banco

P

di Sonia Ricci

ianeta

autismo

La testimonianza della sorella di un giovane paziente: il cammino per l’integrazione è ancora lungo

Indagini, dati, statistiche si rincorrono in un’estenuante corsa alla percentuale di incidenza dell’autismo. Le diagnosi sono in aumento ma ancora poco si conosce sulle possibili cause di insorgenza; gli studiosi continuano a interrogarsi sui possibili fattori scatenanti: genetici, ambientali, psicologici. L’autismo è un disturbo dalle svariate sfaccettature che fanno sì che attorno a esso si crei un alone di mistero. A causa delle sue molteplici manifestazioni - per questo si parla di “spettro autistico” - risulta difficile la diagnosi, la quale si fonda principalmente sull’osservazione del comportamento. Fin dai primi anni di vita possono essere riscontrati i sintomi

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giugno 2018 |

inziali, che necessitano di una scrupolosa indagine da parte del medico. I segni che spesso si riscontrano in un soggetto autistico sono la chiusura in se stesso, il ripetersi di un movimento o di un’azione, l’anaffettività, il non apprendimento del linguaggio. Riconoscere e rivolgersi tempestivamente a uno specialista può rappresentare una delle fasi più importanti per la vita del paziente. Non esistono cure ma su tanti strumenti è possibile fare leva per potere accompagnare il soggetto autistico verso l’inserimento nel mondo che lo circonda; tra questi le terapie cognitivo-comportamentali, la logopedia, la psicomotricità, la pet therapy.

L’INCIDENZA Secondo le ultime stime dell’Organizzazione mondiale della sanità un bambino su 160 è colpito dai disturbi dello spettro autistico. Secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss) negli ultimi anni si è assistito a un incremento della prevalenza di tali disturbi; si è anche sentito parlare di “epidemia di autismo” ma bisogna essere sempre accorti nella diagnosi per evitare i falsi positivi. Dal 1988 in poi hanno iniziato a essere disponibili sia strumenti sia interviste diagnostiche standardizzati di valutazione, con accettabile attendibilità e validità. Sempre secondo l’Iss in Italia i dati non sono certi e fanno riferimento solamente a due regioni, basandosi sulle rilevazioni dei


Confrontarsi, documentarsi, cercare un conforto e creare collegamenti tra le famiglie, valorizzando i pazienti autistici. Questa la mission delle associazioni che in Italia supportano chi convive con l’autismo. Dal 1985 Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) difende i diritti delle persone con autismo e delle loro famiglie, così come Fia (Fondazione italiana per l’autismo onlus), organizzazione per promuovere, sostenere, potenziare le attività di ricerca, istruzione, formazione, riabilitazione e cura nell’ambito delle disabilità e in particolare dei disturbi dello spettro autistico. Parlare e documentarsi è fondamentale per affrontare al meglio la malattia. Inizialmente lo sconforto e il chiudersi in se stessi risultano essere l’unica strada da seguire, invece la voglia di reagire e interagire con chi vive giornalmente le medesime difficoltà aiuta ad affrontare diversamente l’autismo. Il supporto delle associazioni, che creano un network di solidarietà tra le famiglie, impreziosisce la meravigliosa “diversità” dei pazienti autistici.

casi trattati dal Ssn con diagnosi di disturbi pervasivi dello sviluppo, in cui rientrano anche i disturbi dello spettro autistico. Tutta questa carenza di informazioni denota come ancora oggi poco si sa e forse poco si vuole fare per l’autismo.

L’AUTISMO SPIEGATO AL MONDO L’autismo entra dirompente nella vita della persona affetta e della sua famiglia, un treno che viaggia verso una realtà parallela e dove nessuno può salire. È almeno quello che molti pensano. L’autismo è la perdita di contatto, che diventa un’opportunità per chi lo accudisce, è una storia che può cambiare la vita in positivo, una

dall’altra parte del banco

Le associazioni

gressivo, gli unici suoni che riusciva a patologia che diventa una palestra di vita emettere erano le urla scatenate dal suoper chi ogni giorno deve superare gli ostano di una pubblicità che in quegli anni ancoli a cui è sottoposto. Per capire l’autidava in onda. Non sopportava la musica smo bisogna immaginare, pensare di forte, sfuggiva al solo vedere il soggetto autitentativo di toccarlo, di stico in un pianeta lonla via della accarezzarlo, di abtano dal nostro, in cui è normalità bracciarlo, visibilmente possibile avvicinarsi ed indispettito da quel entrare, basta sempliceè possibile, “contatto” tanto desimente trovare la chiave. con il derato da chi disperaSi può interagire, si può contributo tamente cercava di “comunicare” con un della strapparlo dalla dimenmondo che difficilmente famiglia, sione in cui si trovava. si ha voglia di esplorare perché fa paura. Del re- della scuola L’autismo per essere contrastato deve essesto l’”evitamento” è una e dei medici re accettato, capito, bistrategia che spesso si sogna con grande mette in atto per sottrarpazienza e determinazione non arrendersi si e non affrontare tutto quello che ci può e trovare il giusto modo per prendere la destabilizzare. L’autismo è il plettro che fa mano di chi ne è affetto e portarlo via vibrare le corde dell’anima. con sé. Le terapie, il supporto di uno speQuanto si è disposti a provare? cialista e il sostegno della scuola sono fondamentali per aiutare la famiglia. L’inUN BAMBINO SPECIALE tegrazione del bambino autistico, utilizTutto all’inizio sembrava normale: rideva, zando tutti gli strumenti a disposizione, giocava e aveva dato il suo primo bacio determina un miglioramento della sua alla sorellina. Un giorno tutto questo sparì qualità di vita presente e futura. magicamente, subentrò l’assenza, scomG. adesso ha ventisette anni, parla, scrive, parvero i sorrisi, le manine utilizzate per ride, è appassionato di Lego e videogiotenere in mano un filo che era diventato il chi, si è diplomato normalmente come i suo compagno d’avventura in un mondo suoi compagni. Vive serenamente la sua che non era quello reale. G. non parlava, vita da autistico nel mondo reale, segue le non rispondeva al suono della voce della sue regole ma… interagisce. mamma, era diventato irrequieto e ag-

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T

farmacologia

di Carla Carnovale, Pharmacovigilance Service, Unit Clinical Pharmacology, Department of Biomedical and Clinical Sciences, University Hospital “Luigi Sacco”, University of Milan

ra luci

e ombre Vaccini anticancro personalizzati, una nuova frontiera della scienza ancora da valutare in tutte le sue componenti

Tra i campi di ricerca medica più interessanti e innovativi degli ultimi anni, quello che si propone di combattere i tumori grazie all’azione di specifici vaccini anticancro rappresenta sicuramente uno tra i promettenti. In base a recenti stime, le infezioni croniche contribuiscono all’insorgenza di quasi due milioni di casi di cancro a livello mondiale1; in Italia, dove tale percentuale si attesta intorno all’8,5 per cento, ogni anno si manifestano circa 3.500 nuovi casi di tumore della cervice uterina riconducibili al virus umano del papilloma (Hpv) e 13.000 casi di epatocarcinoma sostenuti dal virus dell’epatite B e C2. Tra gli agenti infettivi maggiormente imputati compaiono inoltre il virus di Ep-

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giugno 2018 |

stein Barr (membro della famiglia degli Herpes virus), implicato nell’insorgenza di diversi tipi di tumore, compreso il carcinoma rinofaringeo e varie forme di linfoma e l’Helicobacter pylori, coinvolto nello sviluppo del cancro dello stomaco e di linfomi gastrici (più raramente), che regrediscono in seguito all’eradicazione del virus. La consapevolezza del ruolo cruciale delle infezioni nello sviluppo dei tumori ha supportato e promosso già da molto tempo efficaci approcci alla prevenzione del cancro attraverso la vaccinazione. Oggi, grazie ai numerosi progressi scientifici, sono disponibili vaccini in grado di fornire un’efficace e sicura protezione contro lo sviluppo di alcuni tumori (vedi box).

COMBATTERE IL CANCRO Mentre i vaccini sviluppati in passato (potenti strumenti di prevenzione) sono diretti contro antigeni definiti “tumoreassociati” (ovvero espressi in maniera anomala nel tumore ma potenzialmente espressi anche nei tessuti sani), la nuova generazione di vaccini anticancro è invece in grado di agire contro neo-antigeni “non-self”, cioè proteine mutate generate dalla instabilità genomica del tumore completamente assenti nelle cellule normali. Sebbene si utilizzi comunemente il termine “vaccinoterapia”, di recente è emersa la necessità di sostituire tale terminologia in quanto estremamente fuorviante, soprattutto per i non addetti ai lavori. Il


FARMACOLOGIA termine vaccino anticancro potrebbe erroneamente far presuppore la capacità di impedire lo sviluppo della patologia nei soggetti esposti a tali vaccinazioni. È a oggi da tutti condivisa l’adozione di termini più adeguati al contesto, quali immunoterapia o immunoncologia. La moderna immunoterapia in oncologia non mira a prevenire la malattia (così come visto per esempio per i vaccini contro le infezioni sostenute da Hpv), ma a rafforzare il nostro sistema immunitario nella lotta contro un tumore già presente, rivoluzionando di fatto l’approccio al trattamento del cancro; nel 2013 gli avanzamenti della nuova immunoterapia hanno contribuito a conferire a tali ricerche il premio della più importante scoperta

scientifica dell’anno sancendo l’inizio di una nuova era della lotta ai tumori5.

POTENZIARE LA CAPACITÀ DI REAZIONE Affinché le cellule cancerose siano in grado di proliferare è necessario che siano capaci di eludere i controlli e gli attacchi del nostro sistema immunitario. La chiave dell’azione di tali farmaci immunoterapici risiede proprio nel potenziare la capacità di reazione del nostro sistema immunitario, dunque di rendere più attivi i linfociti riducendo di conseguenza la capacità delle cellule tumorali di mimetizzarsi o di bloccare la reazione immune. Esistono differenti approcci terapeutici che sfruttano questo tipo di meccanismo,

la moderna immunoterapia in oncologia non mira a prevenire la malattia ma a rafforzare il sistema immunitario il primo dei quali è riconducibile alla terapia cellulare che prevede la somministrazione dei cosiddetti (impropriamente) “vaccini anticancro”.

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farmacologia

Prevenire il cancro con la vaccinazione Il vaccino contro l’epatite B (il primo messo a punto contro il cancro) è in grado di prevenire l’infezione e la sua cron ic i z z a z ione re s p on s a bi le del lo sviluppo di cirrosi, riducendo quindi drasticamente il rischio di sviluppare epatocarcinoma (riduzione del rischio del 70 per cento). I portatori di questo virus, altamente oncogeno, hanno una probabilità 200 volte maggiore di sviluppare un tumore al fegato rispetto ai soggetti non affetti dal virus (il rischio aumenta se i soggetti contraggono l’infezione in età infantile o giovanile)3. In Italia il vaccino, disponibile a partire dal 1991, è obbligatoriamente somministrato a tutti i neonati. L’infezione sostenuta dal virus Hpcv, responsabile invece dell’insorgenza del cancro del collo dell’utero (secondo tumore più frequente tra le donne d’età tra 15 e 44 anni, dopo quello della

In Europa, è stato approvato un solo immunoterapico cellulare di questo tipo, impiegato nel cancro alla prostata. Provenge è stato progettato per indurre una risposta immunitaria mirata contro la fosfatasi acida prostatica (Pap), antigene espresso nella maggior parte dei carcinomi prostatici. Le cellule di sangue periferico prelevate dal paziente vengono coltivate con una proteina di fusione costituita da PAP collegata al fattore stimolante la formazione di colonie di granulociti macrofagi (GM-CSF), un attivatore di cellule immunitarie. L’obiettivo è quello di conferire alle cellule immunitarie prelevate dal paziente la capacità di riconoscere gli antigeni tumorali e una volta reimmesse nell’organismo di attaccare le cellule colpite dal cancro6. La terapia anticorpale prevede invece lo sviluppo di anticorpi specifici per l’antigene tumorale del paziente in cura; tale approccio sfrutta sostanzialmente la capacità degli anticorpi presenti nel nostro organismo, i quali sono in grado di riconoscere

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giugno 2018 |

mammella) miete circa 250.000 decessi ogni anno nel mondo2 . Sorprendentemente, in accordo a quanto stimato dall’Organizzazione mondiale della sanità, fino all’80 per cento delle donne sessualmente attive e il 50 per cento degli uomini contrae nel corso della propria vita un’infezione sostenuta dal virus Hpv. I tipi oncogeni di Hpv, oltre a essere responsabili della totalità dei tumori della cervice uterina, sono inoltre la causa di tumori dell’ano, della vag ina, del pene del la v u lva e dell’orofaringe. L’Italia è il primo Paese europeo che nel 2007 ha stabilito e garantito la gratuità e la rimborsabilità della vaccinazione anti-Hpv per le dodicenni nell’ambito di un programma nazionale; grazie al nuovo Piano nazionale vaccini 2017-2019 tale possibilità è stata inoltre estesa ai maschi nel dodicesimo anno di età2,4.

elementi esterni e attaccarli. Anche in questo caso i farmaci sono progettati per potenziare dunque il nostro sistema immunitario e ristabilire una risposta efficace contro il cancro. Recentemente l’Ema ha approvato in via definitiva l’impiego di nivolumab, primo farmaco immuno-oncologico ad avere dimostrato un ottimo profilo di efficacia per il trattamento di ben cinque tipi di tumore (melanoma, cancro ai reni, tumore ai polmoni, linfoma di Hodgkin e tumore di testa-collo)7.

LA PERSONALIZZAZIONE DELLA TERAPIA Gli agenti immunoterapici vengono quindi progettati per essere in grado di guidare le cellule del sistema immunitario nel riconoscimento ed esclusivo attacco alle cellule tumorali che esprimono quelle specifiche porzioni di proteina mutata sulla loro superficie. L’elevata specificità del bersaglio tumorale consente dunque al farmaco di distinguere le cellule tumorali

appena approvato dall’ema il primo farmaco immuno-oncologico con ottimi profili di efficacia contro cinque tipi di tumore

da quelle sane con conseguenti ricadute positive in termini di efficacia e sicurezza del trattamento. Tuttavia, un limite considerevole di questo approccio è l’eterogeneità delle mutazioni, che sono diverse da individuo a individuo ma anche tra le diverse metastasi o le sotto-popolazioni tumorali presenti nello stesso paziente oncologico. È quindi comprensibile che affinché questi agenti immunoterapici rappresentino una realtà consolidata e perseguibile su vasta scala, sarà necessario mettere a punto protocolli altamente personalizzati in grado di caratterizzare con estrema precisione sia le mutazioni espresse con maggiore frequenza sia quelle che il sistema immunitario è in grado di riconoscere. Una delle principali criticità nell’applicazione di questa strategia è difatti ascrivibile alla capacità del tumore di esprimere moltissime diverse proteine; di conseguenza, risulta estremamente complesso riuscire a selezione i neo-antigeni più promettenti dai quali dipenderanno gli esiti positivi o meno del trattamento. Attualmente la fattibilità di questa strategia è stata documentata da alcuni studi recentemente pubblicati su riviste internazionali di grande prestigio, nei quali lo sviluppo e applicazione di due tipi di agenti immunoterapici antitumorali personalizzati in pazienti oncologici con melanoma in stadio avanzato ad alto rischio di ricaduta dopo asportazione chirurgica della massa tumorale8,9, hanno dimostrato un buon profilo di sicurezza ed efficacia. È importante inoltre considerare che il cam-


farmacologia pione di pazienti arruolati all’interno di questi studi (10 e 13 pazienti) è molto piccolo. Di conseguenza i risultati ottenuti non possiedono una potenza statistica tale per cui il dato ottenuto possa esser generalizzato; è necessario replicare la sperimentazione sfruttando una casistica più ampia per validare e confermare i risultati ottenuti. Sebbene tali evidenze scientifiche rappresentino ovviamente dati preliminari, supportano tuttavia l’ipotesi basata sul concetto che le mutazioni individuali possono essere sfruttate per mettere a punto agenti antitumorali personalizzati per i pazienti oncologici (contenente i neo-antigeni espressi dal proprio tumore), aprendo quindi di fatto la strada alla personalizzazione della terapia anti-cancro.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1. De Martel C, Ferlay J, Franceschi S, Vignat J, Bray F, Forman D, Plummer M. “Global burden of cancers attributable to infections in 2008: a review and synthetic analysis”. Lancet Oncol. 2012 Jun;13(6):607-15. | 2. Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), accessibile al seguente link: http://www.aiom.it | 3. RP, Hwang LY, Lin CC, Chien CS. “Hepatocellular carcinoma and hepatitis B virus. A prospective study of 22 707 men in Taiwan”. Beasley Lancet. 1981 Nov 21;2(8256):1129-33. | 4. Arbyn M, Bryant A, Beutels P, et al. “Prophylactic vaccination against human papillomaviruses to prevent cervical cancer and its precursors”. Cochrane Database Syst Rev. 2011;2011(4). pii: CD009069. | 5. Couzin-Frankel J. “Breakthrough of the year 2013”. Cancer immunotherapy. Science. 2013;342(6165):1432-3. | 6. Riassunto delle caratteristiche del prodotto, accessibile al seguente link: http://www.ema.europa.eu/docs/it_IT/document_library/EPAR_-_Product_Information/human/002513/WC500151099.pdf | 7. Riassunto delle caratteristiche del prodotto, accessibile al seguente link: http://www.ema.europa.eu/docs/it_IT/document_library/EPAR_-_Product_Information/human/003985/WC500189765.pdf | 8. Ott PA, Hu Z, Keskin DB, Shukla SA et al. “An immunogenic personal neoantigen vaccine for patients with melanoma”. Nature 2017; 547, 217-221. | 9. Sahin U, Derhovanessian E, Miller M et al. “Personalized RNA mutanome vaccines mobilize poly-specific therapeutic immunity against cancer”. Nature 2017; 547, 222–226.

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attualità

F

di Paola Brusa e Irene Pignata, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco, Università di Torino

ragilità

al centro Parte in Piemonte il Progetto asma e aderenza alla terapia. Un nuovo capitolo della pharmaceutical care nella regione

L’asma è una delle malattie respiratorie L’ADERENZA croniche più diffuse al mondo e, secondo Il concetto di aderenza alla terapia prende l’Oms, una delle più sottodiagnosticate e in considerazione il paziente come una sottotrattate. Anche se molti Paesi ultimapedina attiva e fondamentale nella correttamente hanno osservato una diminuziota assunzione del medicinale in stretta ne nelle ospedalizzazioni e nelle morti per collaborazione con il medico e non come asma, tale patologia rappresenta ancora un soggetto passivo che dovrebbe ademun peso economico piere alla prescrizione e sociale inaccettamedica. ogni farmacia bile per i sistemi aderente deve L’aderenza, pertanto, sanitari e per la soprevede l’acquisizione indicare cietà a causa della di capacità di autoassialmeno perdita di produttistenza da parte del pavità sul luogo di laun farmacista, ziente stesso e quindi voro e, soprattutto per un massimo supporta l’indipendenper l’asma pediaza di una persona afdi tre, trica, dei disagi fet t a d a m a l at t i a che provoca a livel- che si occuperà cronica come l’asma. lo familiare. In parNel 2003 l’Oms ha idendella parte ticolare il costo tificato l’aderenza alla operativa dell’asma aumenta terapia come uno dei della mano a mano che pilastri fondamentali iniziativa peggiora il controlper la prevenzione dello della malattia. la mortalità e per il conSono quindi necessari sforzi per miglioratenimento dei costi dei sistemi sanitari. La re l’aderenza dei pazienti al trattamento. scarsa aderenza alla terapia si manifesta A tal proposito Gina (Global initiative for principalmente nella mancata assunzione asthma) afferma che nonostante sia stato del medicinale o nell’assunzione dello stesampliamente dimostrato che l’uso regolaso in modo non conforme alle disposizioni re dei medicinali determini una prolungadettate dal medico curante. ta remissione dell’asma, ne migliori i Per affrontare la tematica della non aderenmeccanismi fisiopatologici di base e preza terapeutica occorre che tutti i soggetti venga le riacutizzazioni, l’aderenza al tratsanitari che intercettano la popolazione a tamento tra i pazienti asmatici è limitata. rischio siano parte attiva nell’insegnare,

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assistere e facilitare le azioni che servono ad aumentare consapevolezza preventiva e adempienza alla terapia. È quindi molto importante che avvenga una educazione del paziente da parte del medico e un continuo monitoraggio (perché no?) da parte del farmacista, in modo da migliorare l’aderenza terapeutica, ridurre l’incidenza di asma grave non controllata, ridurre i costi dovuti alla gestione dell’asma e ridurre l’incidenza di degenerazione verso la Bpco.

I CONTENUTI Sulla scia dell’esperienza piemontese nei progetti di gestione della prevenzione primaria e secondaria delle malattie croniche da parte del farmacista (progetto Farmacia di Comunità), dell’adesione al progetto IMur e grazie ai finanziamenti stanziati dal governo con la Legge di stabilità del 2016, comincia finalmente, con il prezioso contributo della Regione Piemonte, la sperimentazione in farmacia del progetto “Asma - Aderenza alla terapia farmacologica nei pazienti affetti da asma”. La Legge 208 del 28 dicembre del 2015 aveva infatti previsto una quota di un milione di euro, divisa nelle Regioni in proporzione alla popolazione residente, per assicurare l’aderenza alla terapia nei pazienti affetti da asma attraverso un servizio di revisione dell’uso dei medicinali all’interno delle farmacie di comunità. Il protocollo è stato redatto in linea con


I TEMPI Le farmacie piemontesi che hanno deciso di prendere parte al progetto hanno compilato un apposito modulo e lo hanno inviato alla mail del settore farmaceutico della Regione tra il 27 maggio e il 16 giugno scorsi. Le prime duecento farmacie che hanno inviato l’adesione saranno contattate e ammesse alla partecipazione della prima fase del progetto. Ogni farmacia deve indicare almeno un farmacista (e al massimo tre) che si occuperà della parte operativa di arruolamento dei pazienti e che parteciperà alla formazione. La formazione sarà frontale e tenuta da specialisti che approfondiranno le tematiche della patologia asmatica e della terapia, della modalità di gestione di queste, dell’importanza del corretto uso dei device e dell’aderenza alla terapia, del corretto counselling da parte del farmacista. Verranno inoltre discussi in aula le modalità di somministrazione dei questionari e il funzionamento del software in cui saranno caricate le risposte. Solo le farmacie che hanno garantito la partecipazione di almeno un farmacista alla formazione potranno accedere alla fase di arruolamento dei pazienti. Questa fase, probabilmente, inizierà in autunno

e, attraverso un questionario, il farmacista andrà a indagare il livello di controllo dell’asma e di aderenza alla terapia. Sarà inoltre possibile valutare la presenza di comorbilità e di reazioni avverse e la capacità di utilizzare i device. Seguirà un’azione di counselling strutturato da parte del farmacista che inviterà il paziente a un incontro di follow up in cui potranno essere valutati miglioramenti o peggioramenti e in cui potrà essere considerata la possibilità di una visita da parte del medico di medicina generale o da parte di uno specialista per rivalutare la terapia. Ogni farmacia verrà remunerata per l’adesione al progetto e, in base alla quantità di pazienti che riuscirà ad arruolare, e a quelli che riuscirà a seguire nel periodo di follow up. L’obiettivo è quello di arruolare circa duemila pazienti. La Regione Piemonte risulta quindi essere la prima a permettere un concreto utilizzo al finanziamento Mur grazie alla collaborazione con l’Università di Torino, Federfarma Piemonte e l’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino. I prossimi obiettivi sono lo sviluppo di progetti che beneficeranno dei finanziamenti per la farmacia dei servizi stanziati dalla legge di Bilancio 2018, con al centro la fragilità. La farmacia può, infatti, dare un contributo essenziale all’empowerment dei pazienti clinicamente più fragili o socialmente vulnerabili.

hanno collaborato Roberto Gnavi, Teresa Spadea e Giuseppe Costa, Asl To3, SCaDU Servizio Sovrazonale di Epidemiologia

attualità

quelli adottati per i progetti precedentemente svolti in Piemonte (diabete e Bpco) e in Puglia e Umbria (diabete). In particolare, il progetto Asma si pone l’obiettivo di migliorare l’aderenza terapeutica dei pazienti mediante la somministrazione di un questionario e l’attuazione di un counselling strutturato che comporti un potenziamento dell’aderenza, contribuendo a ridurre l’incidenza di asma grave non controllata. Lo scopo ulteriore è quello di consolidare e ampliare un modello di attività professionale e di farmacia integrato e sinergico con quello del passato, con la focalizzazione del lavoro del farmacista su quelle attività “immateriali” che derivano dalla presa in carico del paziente e che esulano dalla semplice dispensazione del medicinale. Si riconosce così alla farmacia un vero e proprio ruolo sanitario che fino a pochi anni fa non era contemplato.

Loredano Giorni, Regione Piemonte Massimo Collino, Università di Torino, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco Giorgio Carbone, Ospedale Humanitas Gradenigo

Ezio Festa, Atf informatica Mario Giaccone, Ordine dei farmacisti della provincia di Torino Massimo Mana, Federfarma Piemonte

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Legale

D

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

overi

e obblighi

Viene tracciata una linea sulle responsabilità del farmacista nel sistema farmacia

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In questo momento topico del sistema farNella monografia, che è stata edita da macia - inteso, secondo una definizione diEdra, sono state riprese le fila dalla revenuta ormai un mantra, come il sistema sponsabilità assunta (meglio: delle reculturale di servizi affidato alla professiosponsabilità assunte) da parte dei ne farmaceutica svolta in una struttura orfarmacisti che garantiscono tale munus ganizzata in forma d’impresa pianificata publicum, nel cui contesto può trovare per garantire un servizio di diagnosi e cuuna rinascita anche la struttura organizra (negli ospedali) e un servizio pubblico zata per garantirlo: ciò attraverso un bi(sul territorio) a tutelanciamento tra la la della qualità e deltutela del diritto di liuna la dignità della vita bera iniziativa ecomonografia mediante la cura nomica finalizzata che della salute e la teraall’utilità sociale è pia del dolore - in cui (ascritto alla struttuun’acritica interprera-farmacia) e della prima tazione dell’evoluziotutela del diritto alla di tutto ne normativa che lo salute (ascritta alla un breviario disciplina e la crisi professione-farmalaico dello Stato sociale cia) in relazione alla hanno messo in crisi funzione pubblica sullo l’equilibrio tra i suoi (ascritta al serviziostatus elementi (professiofarmacia) che si traprofessionale duce appunto in ne-struttura-servizio) del per l’enfasi imprentermini di responsaditoriale recentebilità e ne segna i farmacista mente aper ta al confini per tradursi mercato, che peraltro condiziona il serviin un’etica della responsabilità nell’intero zio in termini di efficienza ed efficacia, si è sistema farmacia, quale unicum di prosentita, da parte dello studio legale che fessione-struttura-servizio, in cui prevatiene aperto questo osservatorio ininterle/deve prevalere, come nel logo che è rottamente dal primo numero di Punto Efstato dato alla stessa monografia, la rosa fe, la necessità di ricondurre alle sue dell’etica sul codice della norma, e ne logiche detto sistema in termini di respondetta la chiave di lettura ai farmacisti e sabilità del farmacista. non di meno ai loro consulenti.


Legale UNA EPITOME S’è detto: responsabilità, ma il riferimento è in effetti distinto tra la responsabilità giuridico-professionale, che è ordinata dalla legislazione quale diritto scritto, e la responsabilità etico-professionale, che è ordinata dalla deontologia quale diritto vi-

vente. Dette responsabilità costituiscono nella loro biunicità i cardini del sistema farmacia e del pari rappresentano il punto focale delle “Lezioni di JUS 10: Elementi di legislazione e deontologia farmaceutici”, tenute dall’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso alla Scuola di specializzazione in far-

macia ospedaliera e territoriale della Sapienza, Università di Roma, in collaborazione con l’avvocato Laura Giordani, e alla Scuola di specializzazione in farmacia ospedaliera e territoriale dell’Università di Firenze, in collaborazione con l’avvocato Michele Jommi.

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Legale

OCCHIALI DA VEDERE PER VEDERE: UNA DEDICA La monografia sulle responsabilità del farmacista nel sistema farmacia è stato dedicato a un farmacista che di tale responsabilità ha fatto una ragione di vita professionale: il dottor Alberto Schiaretti, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Firenze per sei lustri e, nelle more, presidente della Consulta degli Ordini dei farmacisti della Toscana e componente del Comitato centrale della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani e membro della Commissione centrale degli esercenti le professioni sanitarie. Gli autori ringraziano la società benefit Farmacie Comunali Firenze, di cui il dottor Alberto Schiaretti è stato direttore generale, per la promozione dell’iniziativa editoriale.

Le lezioni sono state raccolte in sintesi e coordinate, con la collaborazione dell’avvocato Petra D’Andrea, attraverso un’indagine che va ben al di là dell’insegnamento ai fini della formazione professionale, per tradursi in un breviario laico sullo status professionale del farmacista - che riprende in copertina, nel dovuto ricordo della prima Farmacopea che sia stata pubblicata nel tempo, l’anteporta del Ricettario fiorentino, scritto nel 1498 dai Priori dell’Arte et Università del medici e speziali della repubblica di Firenze, quale fonte delle rispettive responsabilità - e sull’infungibile suo ruolo di protagonista, quando opera nelle aree d’intervento della “farmacia di comunità” pianificata sul territorio (area T) in sinergia con l’area d’intervento della “farmacia clinica” istituita nel presidi ospedalieri (area H), che hanno punti di convergenza, non solo operativi nell’ambito della continuità terapeutica (area H/T), ma in una vera e propria gestione del farmaco e del salutare nella cura della salute e nella terapia del dolore a tutela della qualità e della dignità della vita. In un tale contesto assume un’importanza decisiva il ruolo professionale del farmacista, rispetto a quello del medico con cui condivide, su base paritetiche, l’intervento sanitario, che è unico pur di-

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viso nei due successivi momenti di diagnosi e terapia, atteso che, nella logica delle responsabilità differenziate, ascrive ai fini sanzionatori un maggior disvalore all’illecito compiuto dal farmacista in tale intervento. Una tale disparità di trattamento viene ritenuta legittima: questo perché è il farmacista e non il medico ad avere la disponibilità del medicinale nei termini di qualità, efficacia ed economicità che sono necessari a renderlo appropriato in termini di sicurezza. Il che, tra l’altro, comporta che il farmacista non possa invocare, quale esimente, l’errore che è opponibile nel caso di impossibilità di conoscenza della normativa e dell’etica di riferimento, atteso che lo stesso livello della attività professionale gli impone un dovere d’informazione, meglio, d’aggiornamento professionale particolarmente rigoroso, tenuto anche conto dei profili soggettivi esimenti delle responsabilità che gli possono essere ascritte, quale esercente una professione sanitaria, se mai rispondenti alle Linee guida previste dalla Legge n. 24/2017 di riforma della Legge n. 189/2012 ed elaborate dalle istituzioni pubbliche nonché dalle società scientifiche ed associazioni tecnico-scientifiche accreditate, non certo per miope autoreferenziazione, nell’Elenco tenuto e aggiornato a tal fine presso il ministero della Salute (D. Min. Sal., 2 agosto 2017).

UNA ESEGESI All’indagine sulle responsabilità (penali, amministrative, contabili, civili e disciplinari) che possono essere ascritte al farmacista, consegue il necessario passaggio dalla dottrina di riferimento, esemplificata per quanto possibile, all’esame dei casi clinici di responsabilità riscontrati in giurisprudenza nella pratica professionale del farmacista che ne ha dato nel tempo l’interpretazione che conta nei rispettivi ma complementari ambiti, da parte del Giudice degli obblighi e da parte del Giudice dei doveri, di cui viene ripreso un repertorio delle più significative loro decisioni. Una tale esegesi dà il segno per intendere in uno studio interdisciplinare le logiche della normativa e dell’etica che informano il sistema farmacia e le ragioni che fanno assumere al farmacista un ruolo strategico nella tutela della qualità e della dignità della vita garantita dallo Stato sociale in favore di tutti e di ciascuno, secondo il dettato degli articoli 3 e 32 in riferimento agli articoli 41 e 97 della Costituzione repubblicana, che sono postulati in termini di libertà, prima ancora che di sicurezza sociale, perché l’uomo malato non è un uomo libero, di tal che i diritti/doveri che riguardano la sua salute attengono a un diritto fondamentale di libertà, prima ancora che di sicurezza sociale.


EFFETTO IMMEDIATO

Cedraflon

®


iniziative

di Claudio Buono

Salute

mai più in fumo Prevenzione respiratoria in farmacia: lo stato di salute dei fumatori lombardi farmacie di Milano, Lodi, Monza e Brianza, che dal 23 al 28 aprile hanno offerto ai cittadini (fumatori ed ex fumatori in particolare) la possibilità di sottoporsi a un doppio questionario: il test di Fagerström, che consente di stabilire il grado di dipendenza dalla nicotina, e il Cat-Copd assessment test, per la valutazione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Al termine, i farmacisti aderenti alla campagna hanno rilasciato agli interessati un promemoria con il punteggio totalizzato, utile per valutare la loro dipendenza dal fumo e la presenza di eventuali sintomi respiratori.

I RISULTATI A quindici anni dall’entrata in vigore della cosiddetta “legge antifumo” - o “legge Sirchia”, dal nome dell’allora ministro della Salute - che ha sancito per la prima volta il divieto di fumare nei luoghi pubblici, garantendo in pochi mesi un calo del 20 per cento dei fumatori in Italia e sensibilizzando tra l’altro l’opinione pubblica sulla nocività del fumo passivo, sono stati presentati i dati della Campagna di prevenzione “Spegnila e Respira”. Promossa da Federfarma Milano, Lodi e Monza Brianza con la collaborazione dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, della Fondazione Muralti e di Adakta. L’identikit del tabagista che ne è emerso è di un soggetto di circa cinquant’anni, che si accende quindici sigarette al giorno da una trentina d’anni, ha un moderato indice di dipendenza dalla nicotina e nella maggior parte dei casi vuole dare un taglio al fumo. L’iniziativa di screening, giunta quest’anno alla sua terza edizione, ha coinvolto le

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In pochi giorni sono stati compilati 1.322 questionari da 689 donne e 633 uomini, di cui 986 fumatori, 252 ex fumatori e 84 non fumatori. «Sono numeri importanti perché manifestano una chiara volontà dei cittadini lombardi di partecipare alle attività di prevenzione, uno degli strumenti più efficaci per combattere una schiavitù dannosa come il tabagismo, che è il principale fattore di rischio per l’insorgenza dei tumori, e non solo di quelli polmonari», afferma Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia e del Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Dalle risposte è emerso che, di tutti i fumatori partecipanti, 560 hanno una dipendenza moderata da nicotina e 303 una dipendenza alta. Per quanto riguarda il Cat, quasi la metà dei pazienti (469) è stata indirizzata verso i medici di medicina generale, perché il valore finale del test indicava una sospetta Bpco da diagnosticare attraverso spiro-

metria e una visita più approfondita. Dai dati elaborati dall’Int è risultato che il 61 per cento dei fumatori coinvolti esprime la volontà di smettere di fumare. «Il primo passo verso questo obiettivo è essere consapevoli dei danni che le sigarette provocano alla salute», sottolinea Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia. «Di qui l’impegno delle farmacie lombarde, che ancora una volta si sono rivelate interlocutrici privilegiate dei cittadini sul territorio, a rendere disponibili i test e a indirizzare i fumatori (nello specifico il 64 per cento di coloro che hanno dato la loro disponibilità a voler abbandonare il vizio) ai medici di medicina generale e ai Centri antifumo di competenza, per guarire dalla dipendenza da tabacco». Sempre in tema di lotta al fumo, Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, sottolinea come questa sia una priorità di Regione Lombardia: «Un’iniziativa che si inserisce nel piano già in atto da tempo nella nostra regione per la promozione di stili di vita favorevoli alla salute e la prevenzione dei fattori di rischio comportamentali di malattie cronico-degenerative legate al tabagismo». Intensificare i controlli nei locali aperti al pubblico e nei luoghi di lavoro: è la richiesta insistente alle autorità preposte da parte di Girolamo Sirchia, fautore di una legge storica, presa a modello anche all’estero. «Ritengo che questo semplice provvedimento», entra nel dettaglio l’ex ministro, «possa dar vita a un utile miglioramento del contrasto al consumo di tabacco, che deve essere considerato un inaccettabile attentato alla salute pubblica».


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what’s up

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Glucolandia

La visita della città virtuale di Glucolandia offre un utile supporto divulgativo sulla corretta alimentazione e attività fisica quotidiana. La mascotte-muffin Dino Dolcino accompagna l’utente alla scoperta di numerose informazioni utili su come l’attività fisica e l’alimentazione possano influenzare la vita quotidiana. La “zuccherosa” città di Glucolandia si compone di quattro aree: lo Sport village, dove sono disponibili oltre venti sport differenti, per ognuno dei quali, selezionando il grado di intensità o la durata dell’attività, è possibile ottenere l’indicazione del consumo calorico ipotetico; l’Area ristorazione, che consente di consultare oltre 150 voci tra alimenti e bevande, verificandone l’apporto calorico e i carboidrati contenuti in base alle porzioni selezionate; la Biblioteca, contenente numerose informazioni utili per la gestione quotidiana dell’alimentazione e dell’attività fisica; l’Area personale, dove è possibile registrare attività e alimenti preferiti e memorizzare fino a dieci menù completi.

Red Rete terapia del dolore

La app di Red-Rete terapia del dolore, di cui fanno parte nove Centri di terapia del dolore del Servizio sanitario regionale della Lombardia, è una “bussola digitale” che agisce su un doppio livello, quello medico e quello del cittadino. Da un lato questo nuovo strumento supporta i medici di medicina generale, primo punto di riferimento per il paziente con dolore cronico, nel fornire le migliori risposte diagnostiche e interventistiche. Per i casi più complessi, come il dolore difficile, dolore refrattario, malattia dolore, il medico potrà raccordarsi direttamente con il professionista ospedaliero per una presa in carico tempestiva e specialistica. Nella sezione dedicata ai pazienti si trovano informazioni sui tipi di dolore più diffusi e a quali patologie sono correlati, sui farmaci più utilizzati, sulle diverse terapie da seguire e sui centri di terapia del dolore che fanno parte della rete milanese. Il tutto per aumentare il livello di consapevolezza e conoscenza nei pazienti stessi, e per metterli in guardia anche dai possibili rischi della medicina “fai da te”.

YouPol

Un’applicazione realizzata dalla Polizia di Stato per prevenire i fenomeni del bullismo e dello spaccio delle sostanze stupefacenti, ora operativa in tutte le province italiane, dopo una prima fase in cui era operativa solo nelle maggiori città. Un nuovo modo per denunciare alle autorità competenti. L’app permette all’utente di interagire con la Polizia di Stato inviando segnalazioni, anche in forma anonima - attraverso immagini, video, segnalazioni scritte, link, siti web - in tempo reale alle sale operative, relative a episodi di bullismo o di spaccio. Tra le possibilità messe a disposizione dell’applicazione c’è anche una chiamata di emergenza: un pulsante di colore rosso con la scritta “chiamata di emergenza” metterà in contatto direttamente l’utente con la sala operativa della Questura in cui si trova il dispositivo, grazie alla “georeferenziazione” immediata del segnalante e del luogo interessato dall’evento. Sono possibili anche l’invio e la trasmissione in un momento successivo, con l’inserimento dell’indirizzo del luogo in cui si è verificato l’evento. 52

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L’efficacia

il libro

di Mercedes Bradaschia

della cura Come si studia la sicurezza del farmaco: i come e i perché della sperimentazione clinica sull’uomo

Le sperimentazioni cliniche sono una tappa obbligata della good clinical practice, e devono essere finalizzate a curare meglio i malati. All’inizio del Novecento bastava poco per ottenere l’autorizzazione al commercio di un nuovo farmaco: cinque ricette di un primario medico che affermassero la validità del prodotto era tutto ciò che si richiedeva. È solo con il tempo che la metodologia della ricerca scientifica è entrata nella medicina attraverso la farmacologia clinica. L’avvio di una sperimentazione clinica deve procedere secondo una serie precisa di regole scientifiche ed etiche che spesso non sono immediate agli occhi del cittadino. Farmaci sicuri - La sperimentazione come cura fornisce gli strumenti utili a comprendere i come e i perché della sperimentazione clinica sull’uomo. Partendo dagli aspetti più basilari che ne guidano il disegno e l’esecuzione fino agli aspetti prettamente etici e all’importanza del coinvolgimento dei pazienti quali ele-

menti chiave nel fornire una prospettiva complementare a quella dei medici, gli autori accompagnano il lettore nel capire cosa effettivamente implichi una sperimentazione clinica, quali siano i diritti e i doveri dei cittadini e delle aziende farmaceutiche e i numerosi benefici che questa può portare alla società. «A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso abbiamo assistito a grandi progressi nella disponibilità di farmaci che hanno certamente contribuito ad aumentare la durata e la qualità di vita - spiega Silvio Garattini nelle conclusioni del libro -. Occorre evitare che questi successi creino un dannoso ottimismo, considerando che tante sono ancora le situazioni patologiche per cui non abbiamo efficaci soluzioni. I farmaci non devono essere oggetto di un mercato incontrollato: occorrono un’attenta vigilanza e continui interventi affinché questi divengano sempre di più strumenti di salute e non semplici beni di consumo».

FARMACI SICURI La sperimentazione come cura Silvio Garattini,Vittorio Bertele’ Edra, 2018, pp. 160

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monodose 500 mg capsula molle vaginale clotrimazolo 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE Gyno-Canesten monodose 500 mg capsula molle vaginale. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Una capsula molle vaginale contiene 500 mg di clotrimazolo. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA Capsula molle vaginale. Capsula molle vaginale a forma di goccia con guscio opaco in gelatina di colore giallo contenente una sospensione omogenea. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1. Indicazioni terapeutiche Trattamento di infezioni della vagina e degli organi genitali femminili esterni causate da microrganismi sensibili al clotrimazolo come i miceti (di solito Candida). 4.2. Posologia e modo di somministrazione Posologia. Adulti e adolescenti dai 16 anni in su. Una capsula molle vaginale inserita in profondità nella vagina come dose singola la sera. Se non ci sono miglioramenti dopo 7 giorni, la paziente deve consultare un medico. Adolescenti di 12-15 anni di età. Negli adolescenti sotto i 16 anni, Gyno-Canesten monodose capsula molle vaginale deve essere utilizzato solo dopo aver consultato il medico. Se prescritto in questa popolazione (in pazienti post-menarca), la posologia raccomandata è la stessa degli adulti. Popolazione pediatrica. La sicurezza e l’efficacia nelle bambine di età inferiore a 12 anni non sono state stabilite. Modo di somministrazione. Una capsula molle vaginale inserita in profondità nella vagina come dose singola la sera. La capsula molle vaginale va inserita il più profondamente possibile nella vagina con l’applicatore incluso nella confezione. Durante la gravidanza si deve inserire con un dito la capsula molle vaginale nella vagina, senza l’applicatore, per evitare lesioni a carico della cervice uterina. Il trattamento con Gyno-Canesten monodose 500 mg capsula molle vaginale non va effettuato durante il periodo mestruale. Il trattamento deve essere terminato prima dell’inizio delle mestruazioni. Il partner deve sottoporsi a un trattamento locale se presenta sintomi come prurito, infiammazione. 4.3. Controindicazioni Ipersensibilità al clotrimazolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. 4.4. Avvertenze speciali e opportune precauzioni di impiego La paziente deve rivolgersi al medico se: • è la prima volta che ha un’infezione vaginale; • ha infezioni ricorrenti, almeno quattro infezioni durante l’anno precedente; • ha febbre (≥ 38 °C); • ha dolore alla parte inferiore dell’addome, mal di schiena; • ha perdite vaginali maleodoranti; • ha nausea; • ha un’emorragia vaginale e/o ha contemporaneamente dolore alle spalle. Assorbenti interni, lavande vaginali, spermicidi o altri prodotti per uso vaginale non vanno usati in concomitanza con questo prodotto. Durante l’uso di Gyno-Canesten monodose 500 mg capsula molle vaginale vanno evitati i rapporti sessuali, perché l’infezione potrebbe essere trasmessa al partner. L’efficacia e l’affidabilità dei contraccettivi in lattice come preservativi e diaframmi può essere ridotta. Le capsule molli vaginali non devono essere deglutite.

4.5. Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione L’impiego contemporaneo di clotrimazolo somministrato per via vaginale e tacrolimus somministrato per via orale (FK-506, farmaco immunosoppressore) può portare a un aumento delle concentrazioni di tacrolimus nel plasma. Lo stesso avviene con il farmaco immunosoppressore sirolimus. Quindi i pazienti che assumono tacrolimus o sirolimus devono essere attentamente monitorati per osservare eventuali sintomi da sovradosaggio se necessario mediante determinazione delle rispettive concentrazioni plasmatiche. Il clotrimazolo è un inibitore moderato dell’isoenzima microsomiale epatico CYP3A4, e un debole inibitore dell’isoenzima CYP2C9. Il 3-10% della dose vaginale locale di clotrimazolo viene assorbito nella circolazione sistemica, cosa che può avere un effetto sulle concentrazioni dei farmaci metabolizzati tramite l’isoenzima CYP3A4 in particolare, aumentando potenzialmente le concentrazioni plasmatiche di questi farmaci quando usati contemporaneamente. Poiché l’effetto sull’isoenzima CYP2C9 è scarso, e solo una piccola parte del clotrimazolo somministrato localmente è assorbita nella circolazione sistemica, l’effetto del clotrimazolo sulle concentrazioni dei farmaci metabolizzati tramite l’isoenzima CYP2C9 è modesto. Pertanto, per via dell’assorbimento molto basso del clotrimazolo dopo l’applicazione vaginale soprattutto di una dose da 500 mg, è improbabile che il clotrimazolo applicato per via intravaginale determini interazioni farmacologiche clinicamente significative. 4.6. Fertilità, gravidanza e allattamento Gravidanza. I dati sull’uso di clotrimazolo nelle donne in gravidanza sono limitati. Gli studi sull’animale non indicano effetti nocivi diretti o indiretti in termini di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). In via precauzionale, è preferibile evitare l’impiego del clotrimazolo durante il primo trimestre di gravidanza. Durante la gravidanza l’applicatore non deve essere utilizzato (vedere paragrafo 4.2). Se il trattamento è considerato necessario durante la gravidanza, deve essere effettuato con capsule molli vaginali di clotrimazolo in quanto è possibile inserirle senza applicatore. Il canale del parto va tenuto pulito in particolare durante le ultime 4-6 settimane di gravidanza. Allattamento. Durante il trattamento locale solo quantità minime di clotrimazolo vengono assorbite nella circolazione sanguigna, ma dal momento che gli studi clinici non hanno definito l’escrezione di questo farmaco nel latte materno, si raccomanda in via precauzionale di interrompere l’allattamento durante il trattamento. Fertilità. Non sono stati condotti studi sull’uomo relativamente agli effetti del clotrimazolo sulla fertilità. Tuttavia, gli studi sull’animale non hanno dimostrato alcun effetto del farmaco sulla fertilità. 4.7. Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Gyno-Canesten monodose 500 mg capsula molle vaginale non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. 4.8. Effetti indesiderati Classificazione per Comune sistemi e organi (≥1/100 a < 1/10) Patologie gastrointestinali Disturbi del sistema immunitario Patologie bruciore dell’apparato riproduttivo e della mammella

Non comune (≥1/1000 a < 1/100) dolore addominale

Raro (≥1/10.000 a < 1/1000)

reazioni allergiche prurito (sensazione di prurito) eritema/ irritazione

edema esantema della cute emorragia vaginale


Le seguenti reazioni avverse sono state individuate durante l’uso post-autorizzativo del clotrimazolo: dal momento che queste reazioni vengono segnalate volontariamente da una popolazione di dimensioni incerte, non è sempre possibile stimarne in modo affidabile la frequenza, cioè la frequenza è: non nota. Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: desquamazione dell’area genitale, sensazione di disagio, dolore pelvico. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. 4.9. Sovradosaggio Non ci sono rischi di intossicazione acuta in quanto è improbabile che essa si manifesti dopo una singola applicazione vaginale di una dose eccessiva o dopo ingestione orale involontaria. Non esiste un antidoto specifico. Durante il sovradosaggio acuto di clotrimazolo sono state segnalate le seguenti reazioni avverse: dolore addominale, dolore all’addome superiore, diarrea, malessere, nausea e vomito. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1. Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: antinfettivi e antisettici ginecologici, derivati imidazolici. Codice ATC: G01AF02 Gyno-Canesten monodose 500 mg capsula molle vaginale contiene clotrimazolo, un antimocotico ad ampio spettro appartenente al gruppo degli imidazoli. Gyno-Canesten monodose 500 mg capsula molle vaginale è destinato al trattamento locale delle infezioni fungine ginecologiche. Meccanismo d’azione. Il clotrimazolo inibisce la sintesi dell’ergosterolo nei funghi, determinando un indebolimento strutturale e funzionale della membrana cellulare (aumenta la permeabilità). L’ampio spettro antimicotico del clotrimazolo in vitro e in vivo include dermatofiti, funghi appartenenti alla tipologia dei lieviti (ad es. Candida), delle muffe e altri funghi. In appropriate condizioni sperimentali, i valori di MIC dei funghi summenzionati sono nel range di meno di 0,062-4(-8) µg/ml di principio attivo. La modalità d’azione del clotrimazolo è principalmente fungistatica o fungicida sulla base della concentrazione di clotrimazolo presso il sito di infezione. L’attività in vitro è limitata agli elementi fungini proliferanti; le spore fungine sono solo lievemente sensibili. Oltre alla sua azione antimicotica, il clotrimazolo agisce anche su microrganismi Gram-positivi (streptococchi / stafilococchi / Gardnerella vaginalis) e microrganismi Gram-negativi (Bacteroides). In vitro il clotrimazolo inibisce la moltiplicazione di Corynebacterium e cocchi Gram-positivi - ad eccezione degli Enterococchi - in concentrazioni di 0,5-10 µg/ml di substrato. I ceppi principalmente resistenti di specie fungine sensibili sono generalmente molto rari. Lo sviluppo di resistenza secondaria è stato riscontrato solo in casi isolati in condizioni cliniche. 5.2. Proprietà farmacocinetiche Assorbimento. Gli studi di farmacocinetica dopo applicazione vaginale hanno mostrato che viene assorbita solo una piccola quantità di clotrimazolo (3-10%). Per la rapida metabolizzazione epatica del clotrimazolo assorbito in metaboliti farmacologicamente inattivi, il picco delle concentrazioni plasmatiche di clotrimazolo dopo applicazione vaginale di una dose da 500 mg era inferiore a 0,01 µg/ml, suggerendo che sia improbabile che il clotrimazolo applicato per via intravaginale determini effetti sistemici misurabili o effetti indesiderati. Biotrasformazione. In vitro, il clotrimazolo è un inibitore moderato dell’isoenzima epatico microsomiale CYP3A4, e un debole inibitore dell’isoenzima CYP2C9. Il 3-10% della dose vaginale locale di clotrimazolo viene assorbito nella circolazione sistemica, cosa che può avere un effetto sulle concentrazioni dei farmaci metabolizzati tramite l’isoenzima CYP3A4 in particolare, incrementando potenzialmente le concentrazioni plasmatiche di questi farmaci quando usati contemporaneamente. Poiché solo una piccola parte del clotrimazolo somministrato localmente viene assorbita per via sistemica, l’effetto di una singola dose da 500 mg di clotrimazolo sulle concentrazioni dei farmaci metabolizzati tramite CYP3A4 o CYP2C9 è esiguo ed è improbabile che determini interazioni farmacologiche clinicamente significative.

5.3. Dati preclinici di sicurezza Gli studi di tossicologia sull’applicazione vaginale o locale in varie specie animali hanno mostrato che la tollerabilità vaginale e locale del clotrimazolo è buona. I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi singole e ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno e tossicità della riproduzione e dello sviluppo. Il clotrimazolo ha provocato fetotossicità nel ratto con dosi sistemiche di 100 mg/kg. Uno studio condotto su 3 ratti in allattamento cui sono stati somministrati 30 mg/kg di clotrimazolo per via endovenosa ha mostrato che il farmaco veniva secreto nel latte in concentrazioni superiori a quelle plasmatiche per un fattore da 10 a 20 dopo 4 ore dalla somministrazione, cui seguiva una riduzione del fattore di 0,4 entro 24 ore. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1. Elenco degli eccipienti Composizione del materiale di riempimento: Paraffina soffice bianca, Paraffina liquida. Composizione del guscio in gelatina essiccata: Gelatina, Glicerolo, Acqua depurata, Titanio diossido (E171), Giallo di chinolina (E104), Giallo tramonto (E110), Lecitina (E322), Trigliceridi a catena media. 6.2. Incompatibilità Non pertinente. 6.3. Periodo di validità 3 anni. 6.4. Precauzioni particolari per la conservazione Questo medicinale non richiede precauzioni particolari per la conservazione. 6.5. Natura e contenuto del contenitore Una capsula molle vaginale confezionata in un blister composto da pellicola laminata trasparente a triplice strato PVC/PVdC/PVC sigillato con foglio di alluminio come copertura. Il blister e l’applicatore in PP sono contenuti in una scatola di cartone. 6.6. Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO Bayer Spa - Viale Certosa 130 - 20156 Milano - Italia 8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO 043850015 - “500 mg capsula molle vaginale” 1 capsula in blister PVC/ PVdC/PVC 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: 06 aprile 2017 Data dell’ultima revisione: 06 aprile 2017 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 06/2017 GYNO-CANESTEN monodose Regime di dispensazione: Classe C-SOP Prezzo al pubblico: a discrezione.


Spigolature

Sterpone nuovo Ad

di Grünenthal Italia Aldo Sterpone (nella foto) è il nuovo general manager e amministratore delegato di Grünenthal Italia, azienda specializzata azienda specializzata nel dolore, nella gotta e nell’infiammazione. Cinquantadue anni, originario di Tortona (Al), laurea in Farmacia, Sterpone vanta un’esperienza di più di venticinque anni nel settore

farmaceutico, di cui ventidue in contesti internazionali. Ultimo incarico, direttore della Bu Onco-ematologia di Roche, ruolo che lascia ora per l’incarico in Grünenthal Italia. «Nel panorama farmaceutico internazionale, Grünenthal è oggi una delle aziende maggiormente caratterizzate da una elevata specializzazione e innovazione

dei propri prodotti», afferma. «Entrare a far parte di questo gruppo, condividerne i valori e la mission, rappresenta per me un’importante sfida, e lo faccio con lo spirito e la determinazione necessar i per contribuire, in modo sano ed etico, al raggiungimento di sempre nuove opportunità di crescita per l’azienda».

Fidia Pharma Group

completa acquisizione di Sooft Fidia Pharma Group, multinazionale italiana leader nella ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti farmaceutici a base di acido ialuronico, ha annunciato di avere assunto il controllo totale di Sooft, azienda italiana del settore oftalmico, acquisendo la partecipazione di minoranza ancora in mano al socio Efil. «Siamo lieti di verificare», dichiara Carlo Pizzocaro, presidente del gruppo Fidia, «che dopo un anno di intenso lavoro da parte del team, volto a rafforzare la posizione del gruppo Fidia nel settore oftalmologico, Sooft abbia consolidato il proprio posizionamento, superando il fatturato di settanta milioni di euro, in un mercato che prefigura interessanti margini di crescita, e che vede Fidia quale operatore italiano di eccellenza nel settore». Fidia, già storicamente presente nel settore oftalmico, rafforza il proprio ruolo in quest’area grazie a prodotti ad altissima tecnologia, che costituiranno una ulteriore propulsione alle strategie di espansione del gruppo sia sul mercato nazionale sia su quello estero.

Apoteca Natura

vince il premio Smau Apoteca Natura ha vinto il premio Smau R2B 2018 per l’innovazione. A essere premiata è stata “Health & Loyalty System”, la piattaforma digitale di condivisione dati e informazioni sulla salute che integra in un unico supporto un tool multi-servizio al farmacista e una app con otto aree funzionali per una risposta concreta alle esigenze di salute del paziente. «Health & Loyalty System nasce per migliorare la gestione della salute di ognuno di noi e al contempo valorizzare il lavoro del farmacista. Al centro i concetti di salute consapevole e patient centrity declinati in un ampio spettro di funzionalità. I dati di diffusione che sono emersi dopo meno di un anno di attività dimostrano il crescente interesse delle persone verso un approccio di salute consapevole», dichiara Alessia Scarpocchi, Market & digital strategies director del gruppo Aboca. Per il farmacista è stata sviluppata una dashboard che consente al professionista di analizzare i dati di salute del cliente e di gestirli al meglio per rendere sempre più concreta ed efficiente la promessa di accompagnamento verso un percorso di salute consapevole. Quanto al consumatore-paziente, la app permette di avere la situazione della propria salute (referti diagnostici, terapie in essere e passate, stili di vita da seguire) sempre sotto controllo ovunque ci si trovi e di ricevere consigli personalizzati in farmacia.

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di medicina generale

IntegrInforma è un percorso culturale di formazione e informazione per il Medico di medicina generale finalizzato alla conoscenza dei benefici ottenibili grazie all’integrazione alimentare. Il progetto è realizzato da Edra, con il patrocinio

della Società italiana di medicina generale e con il contributo non condizionato di FederSalus e Integratori Italia-Aiipa. L’obiettivo è quello di offrire ai medici un’informazione facilmente fruibile attraverso l’approfond i ment o d i fo c u s specifici, che vanno dalla definizione di integratore alimentare al contesto regolatorio in cui

esso si inserisce. Sono inoltre approfonditi alcuni aspetti più delicati, come le caratteristiche, i criteri di utilizzo e le possibili interazioni che questi prodotti possono avere con altre sostanze: ambiti fondamentali per una corretta gestione di questi prodotti. IntegrInforma si focalizza su alcune aree di particolare interesse per l’u-

so degli integratori alimentari, come quella del benessere cardio-metabolico, un ambito nel quale gli integratori alimentari possono svolgere un importante ruolo. Tra i campi di maggiore interesse della ricerca, vi sono quelli connessi al benessere mentale - tono dell’umore, affaticamento fisico e cognitivo - e all’invecchiamento.

Spigolature

Al via IntegrInforma per i medici

L’assemblea

annuale di Adf Si è tenuta a Roma l’assemblea annuale dell’Associazione distributori farmaceutici. Al centro della discussione l’esame della legge sulla Concorrenza e la prossima costituzione dell’organismo che porterà alla codificazione europea dei farmaci e che la Direttiva europea ha lasciato da gestire alle associa-

zioni dei produttori-importatori, dei distributori e dei farmacisti. Il presidente di Adf Mauro Giombini (nella foto) nella sua relazione ha anche affrontato il problema della carenza di alcuni farmaci che il cittadino non riesce a trovare in farmacia e nemmeno il grossista riesce a reperire e presso il produttore,

affermando di attendere i risultati del Tavolo istituito dall’Aifa, dove le associazioni degli operatori della filiera si incontrano con il ministero della Salute e le Regioni. Molto critico il giudizio dell’associazione sulla distribuzione diretta, che, secondo Giombini, arreca un notevole disagio al cittadino.

Accordo tra Montefarmaco e Dermophisiologique

Montefarmaco ha siglato un accordo di partecipazione con Dermophisiologique srl SB. Il gruppo Montefarmaco, da oltre tre generazioni guidato dalla famiglia Colombo, ha come mission la creazione e distribuzione di prodotti di elevata qualità. Con questo accordo accanto a integratori alimentari, medicinali Otc e dispositivi medici, si potrà avvalere del supporto di Dermophisiologique, specializzata in prodotti dermocosmetici funzionali dedicati a tutti i tipi di pelle, anche a quella dei pazienti sottoposti a terapia farmacologica e oncologica. Da parte sua Dermophisiologique, guidata da Loretta Pizio e Carolina Ambra Redaelli, trova con Montefarmaco la possibilità di portare la professionalità estetica qualificata in farmacia.

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Spigolature

Scaccabarozzi confermato

al vertice di Farmindustria Farmindustria ha confermato la leadership dell’attuale Comitato di presidenza con il presidente Massimo Scaccabarozzi (nella foto) per il biennio 2018-2020. La decisione è stata presa all’unanimità con l’obiettivo prioritario di dialogare con le istituzioni per una nuova governance farmaceutica basata sull’equità e sulla stabilità delle regole. «Sono davvero onorato», commenta Scaccabarozzi, «per la scelta delle aziende associate. Le nostre imprese vogliono contribuire ancora con convinzione alla crescita economica dell’Italia, grazie ai 2,8 miliardi di investimenti nel 2017 sul territorio in ricerca e produzione, e all’aumento dell’occupazione - 3.000 addetti in più dal 2015 al 2017 - con l’assunzione di tanti giovani (+10 per cento in due anni). Senza dimenticare il ruolo fondamentale delle donne, che superano il 40 per cento del totale degli addetti».

Farmacentro

Stefano Golinelli nuovo presidente L’assemblea dei soci di Farmacentro Servizi e Logistica Società Cooperativa, tenutasi a Cesena, è stata l’occasione per rinnovare i vertici di quella che è una tra le maggiori imprese operanti nella distribuzione intermedia del farmaco sul territorio nazionale. Il nuovo presidente è Stefano Golinelli, che succede a Claudio Falini. L’assemblea ha inoltre approvato all’unanimità il Bilancio 2017, chiuso con un utile di esercizio pari a 1.163.271 euro. Il fatturato 2017 ammonta a 368,7 milioni di

euro. A oggi di Farmacentro fanno parte 841 soci, 1.400 sono le farmacie servite, tre i depositi di cui si avvale: Anzola dell’Emilia, Jesi, Perugia. Sono 42.000 le referenze trattate, oltre alle 85.000 di omeopatia e fitoterapia. Della Rete MiaFarmacia, il network che fa capo a Farmacentro, fanno parte 304 farmacie. Le regioni toccate dal servizio sono Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Umbria, Toscana, Veneto e Lombardia. Completano il Consiglio di ammnistrazione Claudio Falini (vice

presidente vicario), Ruggero Golinelli (vice presidente), Antonio Avignonesi Della Lucilla, Gaetano Barba, Luca Berardinetti, Gianluca Ceccarelli, Alberto Ceccolini, Pasquale D’Avella, Augusto Luciani, Eduardo Salsano, Filippo Scrimizzi e Fabrizio Violi. Il collegio sindacale è composto da Mario Rossi (presidente), Piero Cimarelli e Roberto Coloccini.

Il plauso di Assogenerici al nuovo ministro «L’intenzione di sostenere il tema della trasparenza e dell’informazione corretta ai cittadini e di perseguire il miglior utilizzo delle risorse pubbliche annunciata dal ministro della Salute, Giulia Grillo, non possono che meritare il plauso da parte di tutti gli attori interessati all’obiettivo di mantenere vivo un servizio sanitario pubblico efficiente». Così Enrique Häusermann (nella foto), presidente di Assogenerici, sulla partecipazione del ministro all’incontro con la Commissione Salute delle Regioni. «Come

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aziende del comparto dei farmaci generici equivalenti», prosegue Häusermann, «non possiamo che ribadire la nostra disponibilità a un confronto che consenta di delineare una governance farmaceutica che dia risposte certe e stabili a tutte le parti interessate. E accogliamo con particolare soddisfazione l’intenzione dichiarata dal ministro di intervenire sul sottofinanziamento del Fondo sanitario nazionale che tanto gravemente ha inciso in questi anni sulla tenuta del Ssn».


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co che contribuisce alla protezione miocardica. Consente: sonno più profondo, diminuzione insonnia, diminuzione di spasmi e crampi muscolari e una maggiore sensazione di riposo. Lo zinco è un elemento essenziale nella nutrizione, con un ruolo strutturale nel mantenimento dell’integrità delle membrane biologiche. Attività vitaminica: vitamina B12, importante attività con il

folato nella sintesi di varie componenti del Dna e Rna. Vitamina B6, metabolismo amminoacidi e glicogeno, oltre che nella sintesi di neurotrasmettitori quali serotonina, dopamina, noradrenalina e Gaba (Gamma ammino butirrico acido). La vitamina C, antiossidante, favorisce l’assorbimento del magnesio e mantiene le concentrazioni di glutatione. www.naturlabor.it

PRIMA SCELTA NEL TRATTAMENTO DEI PARASSITI INTESTINALI NEL CANE E NEL GATTO I parassiti intestinali nel cane e nel gatto possono diventare un problema serio, perché non ci si accorge di loro finché l’infestazione non diventa importante. Inoltre, sebbene la più alta concentrazione di infezioni si riscontri nelle aree rurali e nei canili, anche le aree cani e i parchi cittadini presentano un’incidenza di parassiti e Giardia da non sottovalutare. Panacur, compresse studiate per trattare le parassitosi intestinali, svolge un ruolo efficace nella terapia contro le infestazioni da nematodi gastrointestinali e cestodi nei cani e nei gatti, in più previene e controlla le infestazioni da Giardia nei cani. Un prodotto Sop di MSD Animal Health, azienda leader mondiale nella salute animale e impegnata a preservare e a migliorare la salute e il benessere degli animali. www.msd-animal-health.it

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gopyrum esculentum), rinforzato dagli estratti di radice di galanga (Alpinia galanga), fiori di luppolo (Humulus lupulus) e mirtillo (Vaccinium myrtillus), in combinazione con niacina, potassio e magnesio. Aiuta a

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The Blind Spot

di Luca Pani, @Luca__Pani, University of Miami

Immortalità

irresponsabile Davvero allungare a dismisura la lunghezza della vita, come promettono le scienze più avanzate, rappresenta un valore aggiunto per l’umanità? I pronipoti dei figli dei fiori hanno deciso di superare il limite simbolico dei crisantemi per passare, in meno di cinquant’anni, dalla cultura psichedelica a quella dell’immortalità (che loro definiscono a-mortalità). I protagonisti di questa storia sono noti: hippies, cyberpunk e transumanisti popolanti tutte le tipologie tecno-utopistiche, dalle camere criogeniche sino al caricamento del proprio network neuronale in quello di una macchina computazionale a Dna. Sembra un delirio degno del migliore sceneggiatore di Blade Runner se non fosse che la posta in palio è la più alta a cui alcuni esseri umani aspirano: essere appunto immortali. I moderni “trascendenti dell’umanità” - chiamati Humanity+ o, in breve, H+ - sono certi che un insieme di tecnologie sarà in grado di eliminare l’invecchiamento come principale causa delle malattie e delle loro conseguenze mortali. Gli ultimi risultati delle manipolazioni genetiche e farmacologiche più avanzate sembrano dar loro ragione. In questo momento la re-ingegnerizzazione del Dna consente di eradicare malattie terminali o patologie altrimenti considerate a uno stadio di incurabilità. Gli stessi genetisti umani più all’avanguardia non sanno predire quanto rapidamente e verso quali direzioni andranno le moderne biotecnologie molecolari. Assistiamo oggi a una serie di sperimentazioni cliniche (non abbiamo il loro numero preciso) della Crispr (Clustered regularly interspaced short palindromic repeats)-Cas, che consentono la

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manipolazione diretta del Dna di pazienti in vivo, qualcosa di impensabile solo cinque anni fa. Nel frattempo, il sequenziamento di nuova generazione degli acidi nucleici costa milioni di volte in meno di quanto costasse soli quindici anni fa, per cui sarà facilissimo e soprattutto molto economico, e quindi fattibile, sapere con esattezza quali basi mutare e dove. La manipolazione genetica per allungare la vita ha già avuto successo in alcune specie di roditori ed è ora ai test sui cani. Si potrebbe continuare a lungo a elencare tutte le meravigliose possibilità con cui la scienza e la tecnologia hanno deciso di sfidare il Tristo Mietitore, ma la vera domanda è che cosa significa e, soprattutto, se ne valga davvero la pena. Gli esseri

umani hanno largamente dimostrato di essere adattabili e resilienti tanto da aver colonizzato il pianeta, con minime mutazioni del proprio Dna, dall’Equatore ai Poli. Nessuna altra specie potrebbe essere trasferita attraverso i 180 paralleli che circondano la Terra e sopravvivere, meno l’uomo, capace tra l’altro grazie alle sue tecnologie di colonizzare ogni angolo remoto. Sfortunatamente non tutti i nostri problemi possono essere risolti tecnicamente e abbiamo dimostrato di essere veramente incapaci di risolvere quelli sociali. Da questo punto di vista c’è la sciagurata possibilità che l’immortalità di generazioni inette nella gestione di molti conflitti sociali ed economici rischi di far diventare anche quelli eterni.

PER APPROFONDIRE: https://www.wired.com/story/the-responsibility-of-immortality/


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