Punto effe 12 2017

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Anno XVIII | N° 12 20 luglio 2017 | www.puntoeffe.it

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Irritazioni della superficie oculare e discomfort da occhio secco

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Euphrasia officinalis 3 DH e Chamomilla vulgaris 3 DH, componenti di Euphralia® collirio, soluzione sono tradizionalmente utilizzate dalla farmacologia omeopatica3 e le diluizioni sono preparate in conformità alla Farmacopea Europea in vigore. Uno studio clinico2 e una valutazione ambulatoriale1 su Euphralia® hanno rispettivamente dimostrato che: “Per quanto riguarda la terapia con Collirio E-C, si è rivelato utile nel migliorare non solo i valori dei tests di funzionalità lacrimale, ma anche le condizioni dell’epitelio corneale”. “La tollerabilità al preparato è stata giudicata eccellente e non si sono verificate reazioni indesiderabili”. (E.M. Vingolo, P. Del Beato, M. Barcaroli, L. Rapagnetta. Il trattamento del discomfort da occhio secco con collirio monodose bottelpack® a base di Euphrasia-Chamomilla Boiron (ndr: Euphralia®) in dosi omeopatiche vs placebo. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Cattedra di Clinica Oculistica. Bollettino di Oculistica Anno 76 - N. 4 - 1997)

Depositato presso l’AIFA il 03/07/2015

“Le conclusioni del nostro studio indicano che i colliri omeopatici, basati sugli estratti di Euphrasia officinalis e Matricaria chamomilla, possono essere utilizzati con effetti benefici nel trattamento dei disturbi relativi alla superficie oculare, in cui l’infiammazione gioca un ruolo patogenetico importante. Possono essere quindi potenzialmente utili in una serie di condizioni cliniche che comprendono, oltre all’occhio secco, le congiuntiviti allergiche stagionali, e quelle forme di irritazione oculare legate a condizioni ambientali non favorevoli,

all’uso di videoterminali o conseguenti a terapie irritanti sia topiche che sistemiche”. “Anche per quanto riguarda la sicurezza del prodotto i risultati sono positivi in quanto non si sono riscontrati fenomeni di intolleranza nei pazienti trattati”. (Aragona P., Spinella R., Rania L., Postorino E., Sommario S., Angelo G. Use of homeopathic eye drops for the treatment of ocular surface irritation. Department of Surgical Specialties, Section of Ophthalmology, Unit for the Diagnosis and Treatment of Ocular Surface Diseases, University of Messina. Euvision. Rivista scientifica di oftalmologia. IX Anno 2/2011)

Il collirio Euphralia® è composto da due diluizioni omeopatiche e dagli eccipienti sodio cloruro 0,9% e acqua depurata. È una soluzione isotonica che non ha azione irritante sull’occhio4. L’assenza di vasocostrittori, conservanti ed EDTA permette, laddove necessario e consigliato dal medico, un utilizzo quotidiano e continuativo in tutti i soggetti, anche nei portatori di lenti a contatto. È prodotto con tecnologia Bottelpack®, riempimento antisettico integrato, che garantisce la sterilità senza l’uso di conservanti5,6. Euphralia®, in quanto medicinale omeopatico, è adatto ad adulti, bambini7, anziani e pazienti politrattati8. Può essere utilizzato anche dai portatori di lenti a contatto9. 1-2 gocce in ciascun occhio, 2-6 volte al giorno.

D. Lgs. 219/2006 art. 85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”. D. Lgs. 219/2006 art.120 1 bis: “Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”. Medicinale non a carico del SSN. 1. Aragona P., Spinella R., Rania L., Postorino E., Sommario S., Angelo G. Use of homeopathic eye drops for the treatment of ocular surface irritation. Department of Surgical Specialties, Section of Ophthalmology, Unit for the Diagnosis and Treatment of Ocular Surface Diseases, University of Messina. Euvision. Rivista scientifica di oftalmologia. IX Anno 2/2011. 2. E.M. Vingolo, P. Del Beato, M. Barcaroli, L. Rapagnetta. Il trattamento del discomfort da occhio secco con collirio monodose bottelpack® a base di Euphrasia-Chamomilla Boiron in dosi omeopatiche vs placebo. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Cattedra di Clinica Oculistica. Bollettino di Oculistica Anno 76 - N. 4 - 1997. 3. Kent J.T.: Repertorio della Materia Medica Omeopatica. Tomo II. IPSA editore; 1992. p. 945-1034. 4. Chelab: Epiocular eye irritation test for the prediction of acute eye irritation 2009. 5. Berrebi H.: Le système Bottelpack répond aux besoins de la pharmacie. Emballage Magazine; 1985. p. 4-9. 6. Bourny E., Dumolard L., Peronnet A.: Remplissage intégré aseptique: la technologie blow-fill-seal (BFS) dans l’industrie pharmaceutique. S.T.P. Pharma Pratiques 1995;5:203-214. 7. Boulet J.: Homéopathie – L’enfant. Marabout; 2003. p. 14-17. 8. Jouanny J., Crapanne J.B., Dancer H., Masson J.L. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. I volume. Ariete Salute; 1993. p. 81. 9. Agenzia Italiana del Farmaco. Guida all’uso dei farmaci: 12. Oculistica. Anno 2008/5. p. 251.

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SOMMARIO

Editoriale| I guardiani delle tre porte

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Controcorrente| Api e calabroni

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InnovAzione| Élite e conflitti

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Dalle regioni| In tema di medicine non convenzionali

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Un farmacista a scuola| Il teatro del diabete

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PARLIAMONe

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IL FARMACISTA DI FAMIGLIA | Pagati per assistito

primo piano INCONTRI | Davide Petrosillo 20 DALL’ALTRA PARTE DEL BANCO | Oltre lo stigma 24

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VETERINARIA | Quattro zampe in viaggio 26 CONVEGNI | Integratori con segno più 28 SPECIALE MAGNESIO | La parola giusta 32

26

FARMACOLOGIA | Cannabis a uso medico 40 DECALOGO | On line ma non per gioco

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COSMESI | Gli oli essenziali 44

RUBRICHE Iniziative | Comunicare la salute What’s up Il libro |Il tempo che fu Legale | Il prezzo e-commerce dei medicinali

44

Social | Vaccini in farmacia? Spigolature Consigli The Blind Spot | Pazienti come me

Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)

Paola Brusa, Sergio Cattani, Elisa Da Vinci, Mario Giaccone, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Mauro Miserendino, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Chiara Romeo, Edoardo Schenardi

Editore EDRA S.p.A.

Pubblicità Massimiliano Donati Responsabile Commerciale ADV dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.368

Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it Collaboratori Maurizio Bisozzi, Mercedes Bradaschia,

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Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it

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trattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2016 - 31/12/2016 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.661 Diffusione media: 10.376 Certificato CSST n. 2016-2602 del 2/3/2017 Società di Revisione: REFIMI

Testata Associata


Numero Verde

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editoriale

I

di Paolo Vintani

guardiani

delle tre porte

La gestione della domanda, ovvero la presa in carico del cronico, dopo le ferie estive parte. I volti dei protagonisti sono basiti: cosa succederà nel quotidiano? La vera sfida sarà il dialogo tra le professioni, e mi viene da pensare a quale possa essere il ruolo della farmacia, e, a prescindere dagli intenti e dalle aspettative, quale sia la filosofia che lo identificherà. Penso che l’evoluzione dell’approccio al malato stia viaggiando verso un approccio molto vicino alle medicine tradizionali (Medicina tradizionale cinese e Ayurveda) e cioè una ricerca di un equilibrio della persona. Cosa è quindi la malattia? Francoise Laplantin, antropologo, sosteneva che la malattia non sia un incidente dovuto all’azione di un elemento (reale o simbolico) estraneo al malato, che gli cade addosso dall’esterno. Non si esclude quindi l’agente patogeno, ma l’ambiente, la situazione e la mente incidono in modo determinante sulla malattia stessa. E il farmacista? Il malato è chiuso in una stanza con tre porte, la prima rappresenta l’aspetto fisico, la seconda quello psicologico e la terza quello emotivo. La malattia è la chiave che chiude le porte in una “guarigione” isolata o le può aprire per

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continuare a camminare ed a vivere nel miglior modo possibile. Se ci rapportiamo a un mondo virtuale (internet) che apre e chiude finestre, poter entrare e uscire da una porta è un’opportunità imperdibile. Il farmacista può diventare veramente il guardiano delle tre porte, senza interferire con gli altri stakeholder (per rifarsi alla gestione della domanda), tantomeno con il Medico di medicina generale. Le analisi in farmacia non devono essere viste come dati diagnostici, l’intervento sull’aderenza terapeutica è un’azione concreta che serve per un controllo a posteriori e non una modifica della terapia che ovviamente spetta al medico. Quindi il nostro intervento può essere veramente determinante da un punto di vista sia terapeutico sia economico, nella certezza di ottimizzazione della terapia. In un struggente testo, L’abbraccio del pallium: la misericordia e la cura, gli autori, Bordin e Marenco scrivono: «L’uomo, l’unica creatura che sa di dover morire, afferma un desiderio di felicità e di compimento, che nella condizione della malattia si rende più evidente che mai. Nessun gesto di cura che non tenga conto di questa differenza umana potrà mai dirsi veramente tale». Se vogliamo quindi essere professionisti partecipi del percorso di guarigione non saremo attenti solo a quanto vendiamo il farmaco, ma soprattutto a come lo dispensiamo.

Se le porte della percezione fossero sgombrate, ogni cosa apparirebbe com’è, infinita (William Blake)



corrente

A

di Maurizio Bisozzi

pi e

ortnoc

calabroni Ricordi di gioventù, all’università, tra Farmacia e Legge

Giovane studentello di Farmacia, ero affascinato dalla vicina facoltà di Giurisprudenza. Giustificavo a me stesso e agli altri un’attrazione gravitazionale composta dal Diritto e dalla Procedura, per nascondere la meno nobile, ma efficacissima, seduzione esercitata dalle aspiranti avvocate. Ricordo una deliziosa piccola biondina salernitana e il suo divertito entusiasmo per un articolo del Codice Civile dal suggestivo tema: “Sciame di api”. L’art 924 del CC si occupa del diritto del proprietario di sciami di api di inseguirli e recuperarli nei fondi altrui, entro due giorni dalla sciamata. Per quanto possa provocare il sorriso, il Codice Civile si occupa, giustamente, di un insetto utile, simpatico, infinita fonte di ispirazione per cartoon e favole, lavoratore proverbiale, produttore di reddito e del nettare degli dei. Un bene prezioso tanto nell’aspetto morale che in quello materiale: giusto che sia preso in considerazione, dall’Uomo e dalla Legge. Considerazione di cui non gode, ahimè, il calabrone. Il calabrone è pigro, improduttivo, un parassita di altri insetti che rappresentano spesso il suo nutrimento

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e costituisce l’incubo peggiore per le oneste e laboriose api. Rancoroso e vendicativo, morde e punge per fare del male, non è spinto da alcun progetto positivo o propositivo, non ha un disegno superiore se non distruggere e cibarsi delle sue vittime. A volergli trovare a tutti i costi un pregio, il suo volo ha ispirato Rimskij-Korsakov in una celebre composizione. Alcuni esponenti della psicologia entomologica sollevano l’ipotesi che il brutto carattere esibito dal cala brone pos sa es sere influenzato dall’ambiente in cui vive: nidi grigi, spesso seppelliti in edifici altretle une tanto grigi, nei quali i sono operose calabroni si radicano e nei q uali trascorrono e produttive, gli altri giornate grigie e inutili. Intuitivo dedurre che pigri uno stile di vita così limie parassitari tato e privo di stimoli positivi conduca l’insetto al rancore verso chi, al contrario, dedica meglio, un compito fruttuoso per tutti i la propria esistenza alla costruzione e membri. La deliziosa salernitana, oggi alla produzione, sacrificandosi per il belaureata e per mia fortuna ancora ronne comune della collettività in cui vive. zante come ape operosa attorno a me, Come se non bastasse, il povero calainquadrerebbe tale cieca ostinazione cabrone assiste frustrato all’inutilità dei labronica con un altro articolo, il 96 del suoi attacchi scomposti e rabbiosi, la coCodice di Procedura Penale, dove si demunità operosa respinge gli assalti, forfinisce la “lite temeraria”. Ma sarà argote della compattezza e della mento di futura trattazione. consapevolezza di stare svolgendo, al


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Innovazione

E

di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division

lite e

conflitti La cultura dell’apertura deve confrontarsi con chi difende lo status quo

ché tanta preclusione verso il farmaco L’innovazione non è da tutinnovativo, che indubbiamente ha un coti, come ho avuto più volte sto, ma di certo, se ammesso a rimborso, modo di ribadire in questa inferiore al beneficio che procura? Perché rubrica. E questo, tra l’alnon tutti li possono prescrivere e non tutti tro, spesso scatena attriti, li posso dispensare. Quindi, indirettamente incomprensioni, ma anche genera prescrittori e dispensatori, di serie invidie e gelosie. Pensiamo A e di serie B. Lo so, è una lettura un po’ ai farmaci innovativi. Resemplicistica, ma ha un suo fondo di verità. centemente, a livello interCosì avviene per ogni forma di innovazionazionale, si è sviluppato ne. Chi innova, si dice, ha contro chi prefeun filone di studio relativo risce o ha interessi a mantenere lo status al concetto di drug finanquo, chi non capisce cial toxicity, ovvero sui l ’ i n nov a z ione , ch i problemi economico-fiuna corrente avrebbe voluto innovananziari che sarebbero re, ma non ci è riuscito. indotti sul paziente dal di pensiero L’innovazione genera farmaco innovativo. sostiene discontinuità, in quanSecondo alcuni ricerche i farmaci to sposta la frontiera catori che seguono tainnovativi del valore oscurando le filone, ciò, seppure chi produce meno vaindirettamente, avviedistruggano lore e che prima dell’inne anche in Paesi cai sistemi novazione era leader di ratter izzati da un sanitari mercato. Quindi implisistema sanitario unica quasi sempre dei versalistico come l’Itaconflitti, anche all’interno di aziende che lia, dove, in sintesi, le risorse assorbite hanno sviluppato innovazioni che temodagli innovativi verrebbero detratte dai no, con esse, di cannibalizzare i propri servizi, generando quindi la necessità per successi precedenti. Come ci si innamora tali pazienti di ricorrere a prestazioni out of dello status quo, è ancor più facile innapocket. Provocatoriamente il gruppo di stumorarsi di una propria innovazione di sucdio sostiene che tra gli effetti collaterali dei ces so e q uindi boicott ar ne una farmaci, quindi, ci sia una riduzione della successiva. Per questo le aziende se non qualità della vita legata al loro impatto sulhanno creato al proprio interno una forte le finanze della famiglia del paziente. Per-

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cultura orientata all’innovazione, spesso producono una sola grande innovazione che poi non riescono a replicare. Cultura del cambiamento, cultura dell’errore, cultura dell’enactment, ovvero del tirare fuori il meglio da ciascuno, cultura dell’apertura sono fondamentali per un ambiente favorevole all’innovazione. E proprio la cultura dell’apertura è importante sia per chi vuole innovare sia per chi non vuole essere travolto dall’innovazione. L’innovazione infatti abbatte i confini di natura istituzionale tra aziende, settori e professioni. E trincerarsi dietro i confini fa perdere di vista il fine ultimo: soddisfare le esigenze del cliente. La professione del farmacista non è come tutte le altre, chi la fa bene ha un talento e quel talento deve farlo fruttare, rendendo il proprio lavoro sempre più utile per la collettività, anche se sarebbe più comodo non cambiare e restituirlo così come è stato dato.


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dalle Regioni

I

di Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino e consigliere Regione Piemonte

n tema di

medicine non convenzionali Una legge regionale per regolamentare la complessa materia

La diagnosi, la prescrizione di un medicinale, la definizione di un piano terapeutico sono tre gesti professionali molto diversi tra loro e che spettano solo a un medico. In particolare, nell’ambito delle Medicine non convenzionali (Mnc), giocando sull’interpretazione “vaga” delle parole e dei compiti, possono verificarsi casi in cui tali gesti professionali siano compiuti da non medici, prefigurando casi di abuso di professione e di conseguenza mettendo a repentaglio la stessa salute pubblica. Per evitare che ciò avvenga è necessario stabilire con precisione quali siano gli ambiti di azione e i compiti di ciascuno: in poche parole, significa che oggi più che mai è necessario regolamentare le Mnc, dando, allo stesso tempo, un riconoscimento ai professionisti che hanno svolto un percorso formativo adeguato. Due elementi importanti di trasparenza che consentirebbero di tutelare i cittadini ma, allo stesso tempo, di garantire una omogeneità formativa e di interpretazione della disciplina attraverso la messa a punto di elenchi di professionisti secondo criteri univoci e definiti. Ed è su tali principi che mi sono basato per far approvare, qui in Piemonte, una Legge Regionale sull’impiego delle medicine non convenzionali: agopun-

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gioni che hanno provveduto a prendere atto tura, fitoterapia e omeopatia. Un passo imdell’importanza di un’impostazione olistica portante questo, che dà un perimetro della sanità pubblica, tenendo in consideranormativo e di sostanza alla materia, confezione e regolamentando le Mnc, con la sperendole dignità terapeutica e riconoscimenranza in futuro di migliorare l’attività di to regionale. In particolare, è parso ricerca che, oltre all’efficacia delle terapie, importante fornire una serie di garanzie al dovrà essere applicata a più ambiti. L’obietcittadino e per fare ciò, nella legge, si è fattivo è di promuovere ulteriormente e inteta chiarezza sui sistemi e sui percorsi di erograre in modo efficace la gazione della formazione medicina non convenzioai professionisti, sull’accreL’obiettivo nale nel percorso di salute ditamento degli enti a ciò è STATO e di benessere della persodeputati e si è inoltre stilana. Siamo, infatti, coinvolti ta una lista ufficiale dei QUELLO in un processo in cui vi è professionisti riconosciuti. DI FORNIRE un’espansione dell’interesNella proposta approvata, UNA SERIE se per la medicina non questi compiti sono affidaDI GARANZIE convenzionale e l’utilizzo ti a una apposita commissione costituita ad hoc e AL CITTADINO delle sue tecniche fa sempre più parte della quotiformata sia dai rappresendianità delle persone. Proprio per questo ho tanti della Regione e dell’Università, sia da ritenuto importante impegnarmi in prima quelli delle professioni medico-sanitarie. Si persona affinché la Regione Piemonte fosse è voluto così costruire un sistema in grado all’avanguardia nella tutela dei cittadini, di assicurare ai cittadini la qualità della forstando soprattutto dalla loro parte e mettenmazione di chi si occupa di medicina non do al primo posto il loro diritto alla salute. convenzionale, stabilendo, inoltre, il princiIl benessere attraverso le terapie non pio per cui l’ambito diagnostico resta escluconvenzionali, dunque, è una tematica sivo appannaggio dei medici. Questa legge che diventerà sempre più parte integranrappresenta una grande opportunità per la te dei percorsi di cura, senza per questo nostra professione. La normativa prevede mettere in crisi la medicina “classica”, per ora l’inquadramento della classe medima prendendo piuttosto atto sia di camca, ma, per quanto riguarda noi farmacisti, biamenti sul piano delle conoscenze sono già stati richiesti dalla Fofi analoghi scientifiche, sia su quello della percezioprovvedimenti di adeguamento. ne sociale del fenomeno. Il Piemonte è tra le prime e pochissime Re-


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un farmacista a scuola

I

l teatro

del diabete I burattini per insegnare ai bambini delle elementari le principali nozioni sulla patologia

In questo e nel prossimo articolo della rubrica, vi parlerò di un laboratorio didattico svolto da due anni nelle scuole elementari di Bolzano e provincia. In collaborazione con Diabetes Union, associazione di persone con diabete dell’Alto Adige, abbiamo pensato a un’attività dedicata a bambini e adolescenti con diabete di tipo 1. Questa patologia cronica insorge nella maggior parte dei casi sotto i 20-30 anni di età, per questo è detta diabete giovanile. Dal momento in cui sono necessari da subito l’uso di insulina e il conseguente monitoraggio glicemico, si tratta di un evento particolarmente impattante nella vita del bambino, che deve imparare prima possibile a essere autonomo nelle operazioni quotidiane di autosom-

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore (www.saluteducazione.it)

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ministrazione di insulina, oltreché riconoscere i sintomi dell’ipoglicemia, a costo di effetti collaterali molto seri fino a rischiare la vita. Per questo motivo, vanno istruiti tutti coloro che hanno relazioni continuative con il bambino, a partire ovviamente dalla famiglia, ma anche insegnanti e compagni di classe. “ALI(per le)MENTI speciale diabete” nasce da questa necessità: un percorso di educazione alimentare per conoscere meglio questa patologia, divertendosi. Abbiamo incontrato due classi delle elementari, terza e quarta. Si tratta di bambini piuttosto piccoli, per i quali abbiamo deciso di sfruttare come al solito metodologie didattiche di stampo teatrale: i burattini. Un mezzo educativo particolarmente adatto a questa età, in quanto consente di far parlare il bambino attraverso la voce e le sembianze di qualcun altro. È infatti difficile che i bambini siano sinceri in merito alle loro abitudini alimentari, special-

mente con chi come noi ha un ruolo “esterno” e non è il docente di tutti i giorni. Tendono spesso a dire che mangiano correttamente frutta e verdura e non s’ingozzano quotidianamente di dolci e junk food... quando in realtà è vero l’opposto. Il percorso, durato sei incontri di due ore, ha visto prima di tutto un’introduzione sulla piramide alimentare (già raccontato su Punto Effe n. 6/2107), trasfigurata nella contro-piramide alimentare degli spot. Questo incontro, per iniziare a conoscersi in un modo divertente, ha consentito di capire l’influenza della pubblicità di alimenti e bevande nelle loro abitudini alimentari. In seguito, sono venuti in classe alcuni genitori di bambini diabetici della Diabetes Union, insieme a una giovane ragazza con diabete di tipo 1. Abbiamo spiegato cos’è il diabete, come si manifesta, quali sono i rischi e cosa si fa quando ci si trova questo compagno di strada per tutta la vita. Utilizzo del glucometro, ipoglicemia, le zone del corpo dove fare la puntura d’insulina... ogni dettaglio è diventato spunto per conoscere meglio il diabete, di cui prima si sapeva poco o nulla, nonostante una compagna di classe ne fosse affetta. Questo momento è finito con il regalo alla classe di Lino, orsetto-mascotte di peluche, che ha disegnate sul corpo simpatiche pezze colorate nei punti dove solitamente si inietta l’insulina: perché anche lui è affetto da diabete e d’ora in poi tutta la classe dovrà ricordarsene.


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Lo schema di remunerazione in arrivo scontenta molti. La Toscana sperimenta la presa in carico dei pazienti cronici. E qualcuno ipotizza il farmacista di famiglia retribuito a quota capitaria

Il farmacista di famiglia, pagato come il medico di famiglia, per ogni utente preso in carico. Una ipotesi che affascina sempre di più. Non solo di fantasia: in Olanda le assicurazioni pagano i farmacisti 80 euro mensili per ogni malato cronico seguito. Il Belgio sta per abbracciare questo modello. In Inghilterra ci si sta per arrivare. E in Italia? In un contesto in cui i redditi provenienti dal rapporto con la sanità pubblica si riducono - per la prima volta nell’Unione Europea il mercato degli equivalenti supera quello dei farmaci di marca, e i professionisti sono sempre più preoccupati in vista del cambio di modello di remunerazione - fa “sognare” il progetto di pharmaceutical care che si sta per sviluppare in Toscana.

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IL PROGETTO TOSCANO Tra Arezzo, Siena e Grosseto decolla il progetto di provare su grandi numeri di popolazione l’efficacia delle farmacie nel seguire le cronicità, obiettivo fin qui perseguito solo a livello sperimentale. Enrico Desideri, direttore generale di Area Vasta Sudest, 800.000 abitanti, con Assofarm e Federfarma e i sindacati dei medici di famiglia sta per definire un nuovo modello di presa in carico che, in caso si dimostrassero esiti positivi per i pazienti e di efficienza per il Ssn, premierà il ruolo di consulenza del farmacista nelle cronicità. «Nella sperimentazione cercheremo di coinvolgere Assofarm, FederfarmaUrtofar e i Mmg in quanto rappresentanti delle associazioni che hanno maggiori contatti con il cittadino fragile per prenderlo in carico. Farmacisti e medici saranno suoi trainer», conferma Desideri. «Il nuovo ruolo del farmacista in questa cornice è, in accordo con chi prescrive, supportare l’aderenza alle terapie, sia quelle che necessitano di un piano specialistico, più complesse, sia le altre. Ma è anche, a mio modo di vedere, monitorare gli effetti avversi dei farmaci che sono la sesta causa di ricovero, e in prospettiva di fare delisting. È probabile, per esempio, che chi ha più patologie compresenti prenda qualche pillola di troppo, ma quale sia deve dirlo il team che segue il paziente». Diversamente dalla Lombardia, dove il fragile sarà affidato a una équipe che sostituisce o affianca a seconda dei casi il medico

Enrico Desideri, direttore generale di Area Vasta Sudest Toscana

di famiglia, in Toscana la presa in carico arriva dai garanti tradizionali, il medico curante - che resta “tutor”, organizzato in gruppi collegati in rete, le aggregazioni funzionali territoriali - e il farmacista. «Ci riflettiamo da mesi ma ora le nostre idee hanno trovato riscontro», conferma il presidente Federfarma Toscana Franco Nocentini. «In luglio dovremmo entrare nei dettagli». Sui quali Nocentini non si sbilancia.

IL FARMACISTA DI FAMIGLIA Ha invece scritto qualcosa di “ambizioso”, fino a evocare un nuovo regime retributivo, Francesco Schito segretario nazionale Assofarm. Ha parlato di farmacista di famiglia come evoluzione di altri livelli (medication review, pharmaceutical care, registro far-


maceutico). «La crescita della farmacia territoriale è prevista sia dalla legge del 2009 sia dal Piano sanitario nazionale e per le cronicità. Però si è partiti in modo limitato», ci dice Schito. «Le case della salute, strutture dove operano i team sanitari che gestiscono le cronicità, non hanno visto coinvolte le farmacie. Il ruolo ce lo dobbiamo ritagliare con azioni concrete». Azioni che qua e là ci sono state. Nel progetto I-Mur e in altri progetti in Piemonte sulle cronicità è stato osservato come il coinvolgimento del farmacista determini una miglior efficacia delle cure a seguito di una maggiore aderenza alle terapie. A Bologna da qualche mese le farmacie comunali sperimentano Pharmacard: il cittadino porgendo la tesseFrancesco Schito, segretario nazionale Assofarm

Farmacie territoriali Attuale retribuzione. 30,35% del prezzo al pubblico con sconto alle Regioni del 2,25% + ricarichi regionali su distribuzione per conto. Farmacie territoriali Intesa 16 ottobre 2011 per il futuro. 3,3% del prezzo di produzione + euro 2,03 a confezione+ 0,10% se il prodotto è un equivalente.

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Farmacista e medico di famiglia, retribuzioni a confronto Medici di famiglia - Attuale retribuzione - Accordo nazionale 2005 confermato nel 2010. Euro 38,62 assistito/anno di quota base + euro 3,08 quota governo clinico + euro 15,69 per assistere anziani sopra i 75 anni (18,08 per i minori di 14 anni). Media assistiti (rapporto ottimale) variabile da 1:1000 a 1:1300 a seconda delle Regioni. Tetto massimo 1.500 assistiti.

Assofarm: modello di remunerazione in arrivo? Nasce vecchio L’attuale modello di remunerazione delle farmacie produce sempre meno ricchezza. E quello destinato a sostituirlo, con una quota sul prezzo di produzione e una sulla dispensazione della singola confezione, nemmeno. Di più: «non piace al Governo e nemmeno le farmacie si stanno dannando l’anima per averlo al più presto». Francesco Schito (Assofarm) aggiunge una riflessione. Nel 2013 era stato raggiunto un accordo con Aifa per cambiare remunerazione. L’intesa, poi bocciata dai ministeri di Economia e Salute, prevedeva una percentuale sul prezzo di produzione più una quota fissa a confezione più un ricarico dello 0,1 per cento del prezzo degli equivalenti; la impugnarono pure le regioni perché non erano state sentite quando poi in realtà sono loro a dover effettuare gli esborsi, ciascuna dalla propria quota Fondo sanitario, e la Corte costituzionale diede loro ragione. Però

l’ultima legge Milleproroghe afferma che da gennaio 2018 si deve raggiungere un accordo ferma restando la remunerazione sul farmaco, parte in quota fissa e parte in percentuale. «Il nuovo criterio di remunerazione penalizza le farmacie a seconda della collocazione territoriale, colpendo di più le farmacie di regioni in cui è più alto il valore economico di ogni ricetta», osserva Schito. «In Emilia Romagna, per dire, a fronte di una media nazionale di 1,84 pezzi medi contenuti in una ricetta, il costo medio è 12 euro e pure in Toscana il valore è analogo, mentre in Lombardia e alcune regioni del Sud si viaggia verso 18 euro, lo scarto medio dei valori di vendita del prescritto è 5-7 euro. Dal 2018, fissando un valore medio a pezzo si penalizzeranno le realtà dove la ricetta oggi vale di più. Morale: è tempo più che mai di pensare a nuovi modelli di remunerazione».

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Federfarma Arezzo: attuare la pharmaceutical care per riavere la maggior parte dei medicinali in farmacia

Roberto Giotti, presidente Federfarma Arezzo

ra sanitaria in farmacia e digitando il suo codice segreto fa sapere quali farmaci assume con regolarità. «Ma il modello previsto dalla legge 69», ribadisce Schito, « non si è capillarizzato, alcune farmacie si sono attrezzate e altre sono rimaste indietro. Del resto, per offrire analisi di prima istanza bisogna avere locali ad hoc e, per dirne una, la farmacia italiana media è grande 70 mq». Così in Italia continua a sfilacciarsi il rapporto tra gli esercizi e il Ssn.

MODELLI RETRIBUTIVI SUPERATI «Analizzando quanto avviene in Europa siamo arrivati alla conclusione che il farmacista va remunerato diversamente. L’attuale modello è vecchio di vent’anni, quello che lo seguirà - percentuale su prezzo di produzione più quota a confezione dispensata – stenta a imporsi, e comunque ha dato esiti mediocri in Belgio, dov’è stato appena sostituito con un sistema nuovo: oggi le farmacie belghe sono pagate in funzione dei pazienti che hanno in carico, come avviene per l’onorario del medico di famiglia, retribuito a quota capitaria, un tot ad assistito, con un massimale a fare da tetto. Certo, in Italia ci sono farmacie più attrezzate di altre per investire. Le azioni per monitorare l’aderenza di un paziente alle cure sono “nuove” e richiedono tempi e modi diversi dalla distribuzione-erogazione di un medicinale». Ma come si fa a ipotizzare un ulteriore balzo in avanti se già la farmacia dei servizi non decolla? «Se tra i pazienti frequent user si affidassero scelte alla farmacia, l’investimento in personale, locali, software da mettere in conto avrebbe una doppia possibilità di tornare a favore del nostro servizio. E creeremmo posti di lavoro nella nostra categoria, dove s’è affacciata la disoccupazione».

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«Piuttosto che di “farmacista di famiglia” si dovrebbe parlare di pharmaceutical care». Roberto Giotti, presidente Federfarma Arezzo, conferma l’innovatività del Progetto dell’Area Vasta Sudest Toscana in collaborazione con Federfarma Toscana, e in particolare con Federfarma Grosseto e Siena, di dare competenze alle farmacie in tema di aderenza alle terapie e farmacovigilanza. Ma mette i puntini sulle “i”: è troppo presto per parlare di quota capitaria e modelli belgi e olandesi di retribuzione. «La sperimentazione di cui ci andiamo a occupare nei dettagli anche in questi giorni di luglio nasce dalla volontà, espressa dalle farmacie private toscane già dalla fine della scorsa estate, di verificare se alla presa in carico di un paziente cronico Bpco da parte del farmacista territoriale, in stretta collaborazione con i Medici di medicina generale, corrispondano una migliore aderenza alla terapia per il paziente e un risparmio di spesa per la sanità regionale. A questo nostro progetto, di cui rivendichiamo la paternità, abbiamo riscontrato una favorevole risposta e preziosa collaborazione di Enrico Desideri direttore generale dell’Asl». Le farmacie toscane da tempo rivendicano competenze in tema di miglioramento della compliance dei pazienti alle terapie, in qualità di presidi socio-sanitari territoriali, e intendono supportare concretamente l’iniziativa «a condizione si riduca sostanzialmente la distribuzione diretta dei medicinali da parte dell’Asl, si rimoduli la Dpc e la Convenzionata, e si riveda il Pht regionale, aprendo la possibilità alle farmacie di prestare i nuovi servizi». Obiettivi del progetto? «L’innovazione del ruolo professionale del “farmacista in farmacia” nella riappropriata dispensazione della maggior parte dei farmaci, la collaborazione con il medico di famiglia e l’integrazione con le Reti cliniche territoriali

(Case della salute), corredati con la legale potenzialità delle farmacie di svolgere servizi di secondo livello, con la ridefinizione del ruolo della farmacia nella presa in carico del paziente con malattia cronica. A iniziare dalla Bpco per la quale ci occuperemmo di aderenza alla terapia, interazione tra farmaci, reazioni avverse e relativi screening (spirometria, autoanalisi, telemedicina...), nonché di consegna e controllo a domicilio dei farmaci in Assistenza domiciliare integrata». E il passaggio a una quota capitaria professionale, rispondente al cosiddetto concetto di “Farmacista di famiglia”? «Si tratta di una uscita giornalistica di Assofarm, forse in cerca di visibilità, ma rischia di far pensare che la nostra sperimentazione contempli un nuovo modello di remunerazione, quando invece, a nostro parere, occorre per prima cosa dare basi e contenuti al Progetto, realizzarlo con l’adesione del maggior numero di farmacie tra le province di Arezzo, Grosseto e Siena e valutare quanto prima come, a fronte di risultati misurabili, possa essere corrisposto uno specifico compenso professionale al farmacista per il servizio reso ai cittadini e per risparmi ottenuti a favore della sanità regionale. Certo, se i risultati saranno soddisfacenti, andranno sicuramente ripresi a livello di Convenzione nazionale, ma per parlare di “nuovo sistema di remunerazione” occorre una contrattazione nazionale con la Sisac. In Area Vasta proponiamo e cerchiamo con determinazione di realizzare progetti, auspicando a livello toscano da subito la revisione del Pht regionale. A Roma, a livello nazionale, al Tavolo della farmaceutica con Aifa e Regioni, si dovranno fare i cambiamenti necessari per rendere finalmente unitarie e omogenee le prestazioni farmaceutiche del Ssn garantendo gli stessi livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini».


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I NUOVI COMPITI

Per l’intervento “di comunità” risparmi e citazioni su riviste d’oltremanica L’intervento di un “farmacista di comunità” sui pazienti asmatici gestiti dl medico di base è più efficace ed economico della presa in carico tradizionale a opera di medici di famiglia e specialisti. Da Pinerolo a Brescia a Treviso il lavoro dei farmacisti italiani coordinati dal ricercatore Nice Andrea Manfrin per valutare efficacia e rapporto costo-efficacia delle terapie sui pazienti asmatici ha avuto ampia risonanza all’estero. I dati della ricerca Italian Medicines Use Review (I-MUR) sul trattamento dell’asma, che –supportata da Fofi – ha coinvolto 201 farmacisti e 816 pazienti in 15 regioni sono stati pubblicati su Bmc Health Services e ripresi nella sezione news della Royal Pharmaceutical Society e dallo svizzero PharmaJournal. Previa formazione, i farmacisti sono intervenuti su un gruppo di pazienti, un secondo

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gruppo era il “controllo” dove non erano previsti interventi, i due gruppi sono stati seguiti per 9 mesi in tutto. Ma già a seguito di un intervento di durata media di ventisei minuti, in cui ci si avvaleva di un questionario per verificare come stesse il paziente, quali farmaci prendesse, con quale atteggiamento, aderenza e problemi, dopo tre mesi i pazienti “aiutati” avevano una probabilità più alta del 76 per cento di controllare l’asma con i farmaci che stavano prendendo rispetto al gruppo “controllo”. È stato anche ridotto dell’8 per cento il numero di principi attivi in uso. Nel 65 per cento dei casi i farmacisti hanno identificato problemi nell’assumere medicine, quali mancanza di indicazioni, assenza di controlli periodici, differenze tra la dose prescritta e quella assunta.

«Proprio partendo da progetti come IMur potremmo monitorare quali farmaci prendono i cronici, com’è composto il loro armadietto, quali interazioni si possono avere, magari tra medicinali in ricetta e altri, tra cui eventuali integratori. Un monitoraggio ancora più dettagliato si potrebbe avere per i diabetici. Per i broncopneumopatici a Siena stiamo ipotizzando convocazioni a gruppi per verificare come utilizzano i corticosteroidi inalatori e migliorare la loro aderenza alla terapia, che dipende dalla capacità di ottimizzare lo spruzzo. Infine, pensiamo alla preparazione personalizzata delle terapie; oggi la compliance tra gli over 75 è sì e no il 50 per cento, spesso si fatica a seguire la posologia. Noi sconfezioneremmo i farmaci – cosa che adesso è ancora proibita dalla legge – facendoci autorizzare dal paziente una volta entrato questi in possesso del medicinale, e costruiremmo blister con le dosi Ddd giornaliere tenendo conto delle pillole del mattino, del mezzogiorno, della sera. Beninteso, queste ipotesi che avanzo non si possono realizzare senza le farmacie private o un accordo con i medici di famiglia».


Registro Farmaceutico del Paziente Accesso ai dati del paziente dalla tessera sanitaria. Possibilità per il farmacista di elaborare una review dei farmaci presi dal paziente e non solo quelli con ricetta Ssn. Incrocio dei dati dei farmaci etici e senza obbligo di prescrizioni, monitoraggio eventuali reazioni avverse. Nell’ambito di questa modalità si sperimenta a Bologna Pharmacard. Medication Review Confezionamento di specifici blister per pazienti poli-cronici e pagamento a quota capitaria come avviene per i medici di famiglia. Si attua già in Olanda e Belgio, si sperimenta localmente in Gran Bretagna e Svizzera

SARÀ QUOTA CAPITARIA? L’azione nelle tre province sembra delineata: adesione volontaria di medici e farmacie pubbliche e private, divisione in due gruppi, nel primo i farmacisti sperimenteranno nell’arco di diciotto mesi l’aderenza a una o più terapie e nell’altro nulla cambierà rispetto a ora. «In entrambi i gruppi il tasso di aderenza sarà verificato con il controllo di un ente terzo, magari un ateneo economico. Al termine si valuterà chi

Clinical Pharmacists Farmacisti deputati al controllo sull’uso degli inalatori per asma da parte dei pazienti, alla review delle misurazioni della pressione alla donna che prende la pillola, al monitoraggio della funzionalità renale di chi prende Ace inibitori. Pharmaceutical care Rientrano la sperimentazione di successo coordinata da Andrea Manfrin dell’University of Kent e Fofi nell’ambito del progetto IMur - Italian Medicine Use Review sulla Bpco, e i progetti di screening del diabete e dei ricoveri impropri in Pronto soccorso a cura di Federfarma e Università di Torino, il primo replicato in Umbria e Puglia.

ha avuto meno ospedalizzazioni, in quale gruppo ci sono stati meno accessi al pronto soccorso, quanti farmaci si sono consumati (una migliore aderenza non equivale né a una cifra molto bassa né a una cifra gonfiata da sprechi). «Certo di qui all’inizio del 2019 sarà partita da un anno e mezzo la nuova remunerazione, e sarà stata intavolata e forse conclusa la nuova Convenzione con aspetti normativi», ammette Schito. È una lotta contro il

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Empowerment delle farmacie: il glossario delle sperimentazioni

tempo? «Per ora non pensiamo a una remunerazione orientata “radicalmente” sul paziente. In Olanda la presa in carico arriva a pesare intorno al 12 per cento del fatturato della farmacia, se con investimenti ragionevoli riuscissimo a tirare fuori centomila euro su un fatturato attuale da 1,2 milioni avremmo fatto un passo avanti verso la stabilità economica e verso nuovi compiti, gratificanti. E renderemmo un grande servizio alla società che invecchia».

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P

di Giuseppe Tandoi

iù dialogo

tra i giovani

Davide Petrosillo, neo presidente di Fenagifar, auspica una maggiore partecipazione alla vita associativa e punta tutto sulla formazione

Presidente di Agifar Bergamo, Davide Petrosillo è diventato, da poche settimane, presidente della Federazione nazionale giovani farmacisti, succedendo a Pia Policicchio. Fenagifar annovera oggi tra le sue fila 4.500 iscritti, tra titolari, collaboratori, farmacisti ospedalieri e ricercatori. Ancora pochi per Petrosillo, occorre lavorare molto per sensibilizzare i giovani farmacisti alla partecipazione. È uno degli obiettivi primari del nuovo consiglio direttivo. Il neo presidente crede molto nella formazione e non a a caso è stato tra gli ideatorii di Agifar Academy, fondazione no profit nata per costruire e sviluppare il futuro dei giovani farmacisti.

Con quali premesse ha cominciato il suo mandato, presidente? Credo molto nella necessità di dare supporto al giovane farmacista nell’accesso alla professione. Questo è stato il mio primo impegno di presidente di Agifar e per questo ho fondato Agifar Academy che molta strada ha fatto dal 2013 a oggi. È quindi ovvio che tra i primi obiettivi che intendo perseguire vi sia l’ulteriore sviluppo di questo progetto di formazione, allargando il ventaglio dell’offerta e cercando di coinvolgere altre Agifar provinciali; a oggi partecipano alla fondazione trentadue. In altre parole, penso di affidare a Fenagifar un

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ruolo di coordinamento e orientamento verso la fornitura gratuita di “strumenti formativi” che permettano alle diverse Agifar di organizzare e caratterizzare sul territorio, a seconda delle varie esigenze, attività di formazione sotto la guida di giovani farmacisti.

Altre priorità? Vorrei anche impegnarmi con i miei colleghi di Fenagifar per stimolare la costituzione di nuove Agifar. Oggi ce ne sono solo trentasei ed è invece molto importante che coprano tutto il territorio, affinché fungano da veicolo per iniziative a favore dei giovani farmacisti. Tra gli altri obiettivi quello di dare continuità al progetto AgifarLab. È un importante laboratorio di idee, presentato in occasione dell’edizione di FarmacistaPiù per promuovere il confronto con i giovani farmacisti. Si è rivelato un efficace metodo per raccogliere ed elaborare il pensiero dei giovani sul futuro della professione. Porteremo sul territorio tavoli tematici e attiveremo sondaggi, per avere un osservatorio sempre aggiornato e in grado di formulare progetti rispondenti alle aspettative dei giovani farmacisti. Per questo progetto possiamo anche contare sulla preziosa collaborazione con Erika Mallarini della Sda Bocconi. Infine, abbiamo in cantiere alcuni progetti di comunicazione che


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ritengo che per essere ascoltati occorra essere sempre presenti, propositivi e collaborativi

sfruttino i moderni canali, come i social network, e un progetto che consentirà ai giovani farmacisti di conoscere e valutare le opportunità offerte dall’Unione Europea.

Non pensa che la voce dei giovani farmacisti in questi anni sia stata poco ascoltata? Se ci riferiamo a questi ultimi anni, credo proprio di sì e i fattori potrebbero essere molteplici. Tuttavia, preferisco parlare di ciò che intendiamo fare piuttosto che fare analisi su quanto è ormai trascorso e, sul fronte della richiesta di ascolto, ho una mia teoria. Ritengo che si debba cercare di essere sempre presenti, sempre propositivi e sempre collaborativi. Sono tre modi di proporsi, tutti indispensabili, per aprire efficienti ed efficaci canali di comunicazione con chi ti aspetti possa aiutarti a risolvere i problemi.

Può entrare nel dettaglio? Essere presenti significa vivere le vicende della categoria, stare sempre inseriti nel contesto in modo da avere una visione aggiornata e completa di quanto accade intorno a noi. Essere propositivi vuol dire non aspettare che siano gli altri a offrirti dei percorsi, ma sentirsi sempre in obbligo di ricercare e innova-

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La squadra Fenagifar, guidata da Davide Petrosillo, al gran completo

apprezzo che la nuova federfarma si proponga di fare sistema con tutte le componenti della categoria

re, per poi proporre soluzioni. Essere colla borativi, infine, significa apr irsi disinteressatamente alla condivisione e alle richieste di aiuto, da qualunque parte provengano. Tutto ciò è energia e impegno che i giovani devono considerare come un investimento per ottenere l’ascolto desiderato.

L’avvicendamento ai vertici di Federfarma cosa comporta per voi, pensate ci sarà maggiore disponibilità al dialogo con Fenagifar? Ho letto attentamente le 55 pagine del programma sindacale presentato in sede di elezioni dall’attuale dirigenza e ho trovato che siamo stati citati espressamente. L’obiettivo che questa Federfarma si propone è quello di fare sistema con tutte le componenti della categoria, in una logica volta al recupero del peso politico della farmacia mediante l’unione delle forze che hanno obiettivi comuni di crescita professionale e di ruolo. In questa strategia, le Agifar vengono nominate insieme all’Ordine, l’Università, Utifar e la filiera del farmaco. Vorrei aggiungere che sono sicuro non si tratti solo di enunciazioni sterili da dimenticare subito dopo aver archiviata la fase della campagna elettorale, in quanto abbiamo pressoché da subito ricevuto segnali di richiesta di coinvolgimento in alcuni progetti.

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Che opinione si è fatto della farmacia dei servizi? Come mai non è ancora decollata? La farmacia dei servizi è nata da una lucida intuizione, l’importanza di estendere il suo campo d’azione ad attività di supporto al territorio, agli albori delle critiche al sistema ospedalocentrico. Purtroppo, il timore delle Regioni di non riuscire a gestire la novità con “isorisorse”, come prevedeva il dispositivo, ne ha bloccato l’avvio all’origine. Forse, si dovevano ricercare, da subito, le sinergie con tutti gli attori, per sostenere il concetto che a isorisorse dovessero corrispondere “isoprestazioni”, ossia, spostare sul territorio le prestazioni erogate in ospedale. Mi riferisco, per esempio, alla telerefertazione, che può essere erogata in farmacia tramite centri di servizio che si avvalgono degli stessi specialisti ospedalieri con costi certamente inferiori. Questi timori li ritroviamo ancora oggi tra le righe dell’atto d’indirizzo, la piattaforma negoziale per il rinnovo della Convenzione tra farmacie e Servizio sanitario nazionale, e so che Federfarma si sta attivando per risolverli. Tuttavia, qualcosa d’importante è comunque avvenuto.

Ovvero? La farmacia non si è fermata e molte di esse si sono ugualmente attrezzate per fornire questi servizi in ambito privatistico. È stata la risposta migliore per di-

mostrare la capacità imprenditoriale della farmacia e la possibilità di costituire una rete sanitaria, a tutto vantaggio dell’intero sistema. Le riforme sanitarie in atto, alla ricerca di un più razionale ed economico percorso del paziente cronico, sono certo, forniranno occasione di rilancio alla farmacia dei servizi.

Come vede l’arrivo ormai imminente del capitale nella proprietà delle farmacie? Certamente non sarà uno scherzo, ma una difficile sfida per le farmacie che vorranno continuare a essere indipendenti. L’avvento del capitale in farmacia creerà un’inedita e forte competitività. I previsti limiti regionali in quota percentuale di numero di farmacie che potranno essere acq uisite da un unico soggetto, potrebbero da subito perdere di efficacia qualora entrasse in campo più di un player. Mi vengono in mente le esperienze di alcuni Paesi dell’est (Lettonia, Polonia, Romania, Ungheria), dove la liberalizzazione del mercato non è durata a lungo a fronte di evidenti “distorsioni” del mercato che hanno, oltretutto, messo in ginocchio le farmacie indipendenti. Non voglio essere catastrofista, la farmacia ha due importanti strumenti dalla sua parte: la professione e l’aggregazione. Nessuno può comprare la “professione” e questo è un vantag-


gio per chi non vuole cedere la propria farmacia; se si è investito con professionalità nel rapporto quotidiano con i propri pazienti, i frutti continueranno ad arrivare. Non basta: maggiore è la competitività e più forte deve essere la ricerca delle sinergie. Come in passato non si poteva difendere un castello facendo ognuno per conto proprio, ma solo con organizzazione, sinergia e intesa, così oggi si deve difendere la farmacia indipendente, ricercando economie di scala, accordi di filiera, progetti condivisi. In una parola, lavorando per l’aggregazione in qualsiasi forma, ma con efficacia.

Pensa che il problema occupazionale dei laureati in Farmacia sia serio o un po’ enfatizzato dal dibattito in corso da qualche tempo a questa parte? A mio parere è certamente serio. È pur vero che il Rapporto 2017, presentato a maggio scorso dal consorzio Almalaurea, testimonia tassi di occupazione per i laureati in Farmacia e Farmacia industriale superiori alla media, ossia il 55 per cento contro una media del 34 per cento. Tuttavia, ciò vuol dire che il 45 per cento di coloro che si sono laureati in Farmacia nel 2015 non ha ancora trovato lavoro e, più precisamente, il 16 per cento non lavora e non cerca neppure e il 28 non lavora e cerca lavoro. Il settore

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seguendo l’impegno paterno, ho compreso quanto sia gratificante mettersi al servizio dei colleghi

Il consiglio direttivo Fenagifar 2017-2020 Davide Petrosillo Presidente (Agifar Bergamo) Carolina Carosio Vicepresidente (Agifar Savona) Francesca Rossi Vicepresidente (Agifar Roma) Luigi Congi Segretario (Agifar Milano) Matteo Zerbinato Tesoriere (Agifar Verona) Dario Leonardo Dinoi Consigliere (Agiself Taranto) Giuseppe Ditto Consigliere (Agifar Reggio Calabria) Valentina Marino Consigliere (Agifar Catania) Filiberto Orlacchio Consigliere (Agifar Umbria) Emanuele Platter Consigliere (Agifar Torino) Luigi Verrengia Consigliere (Agifar Caserta)

quindi va meglio rispetto all’andamento generale, nel contesto di una forte crisi che colpisce l’accesso al lavoro da parte dei giovani. Tuttavia credo che ci sia bisogno di recuperare buoni livelli di occupazione in modo sistematico. Noi cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo, proprio con la preparazione dei giovani laureati, in modo che possano acquisire le cognizioni tecnico/pratiche che permettano loro di presentarsi all’offerta con i migliori livelli di operatività.

Per finire, una nota personale. Cosa l’ha spinta a occuparsi della categoria di cui fai parte, in tempi in cui prevale, e non solo

tra i farmacisti, una certa chiusura individualistica? Fin da piccolo mi sono nutrito di “pane e farmacia”. Mio padre mi ha trasmesso, in modo spontaneo e inconsapevole, una forte positività verso la professione. Così, con il racconto della quotidianità, ho assorbito l’orgoglio e la passione per questa bella professione. Dirò di più. Allo stesso modo ho seguito l’impegno paterno, comprendendo quanto possa essere gratificante potersi mettere al servizio dei colleghi, condividendo esperienze, studiando progetti di interesse generale, coordinando le attività del territorio. Non tornerei mai indietro, poiché la fatica mi viene ben ripagata con la stima e la riconoscenza di chi mi sta vicino.

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dall’altra parte del banco

O

ltre

lo stigma

L’epilessia tra pregiudizi e opzioni farmacologiche

Una prima definizione dello stigma in ambito sociale si deve allo studioso canadese Erving Goffman, che nel 1963 parlò di undesired differentness. Restringendo il concetto al campo della salute lo stigma non è altro che il pregiudizio (negativo, è ovvio) che colpisce le persone che soffrono di particolari patologie, soprattutto quelle psichiatriche. Antichi retaggi ci portano a considerarle imparentate con la pazzia - qualunque cosa questo termine, così vago, voglia dire - notoriamente nemica della pacifica convivenza. A volte, per traslato, paure e pregiudizi vanno a colpire anche malattie non di carattere psichiatrico ma che implicano manifestazioni che incutono timore all’uomo comune. È il caso dell’epilessia. Se ne è parlato, a Milano, nel corso dell’incontro suo “L’epilessia nel terzo millennio. Aspetti socio-culturali e clinici”, organizzato dalla Federazione italiana epilessie (Fie) e da Sandoz.

IL FENOMENO L’epilessia è la malattia neurologica più diffusa al mondo, il 30-40 per cento delle persone con epilessia non risponde ad alcuna delle terapie attualmente disponibili. «In Italia sono 500.000 i casi di epilessia, con picchi di incidenza in età infantile e adolescenziale. Si stima che fino a un individuo su cento abbia una diagnosi di epilessia nei Paesi industrializzati», spiega

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Carlo Andrea Galimberti, del Centro per la diagnosi e cura dell’epilessia presso l’Irccs Istituto Neurologico Mondino di Pavia. «A caratterizzare la patologia sono le crisi, dovute a una alterazione transitoria dell’attività bioelettrica che anima il normale funzionamento del cervello». Crisi che si manifestano con diversa intensità e durata: dai movimenti involontari cui è soggetta la persona interessata alle crisi più gravi e inquietanti per chi le osserva da fuori. Perdite di coscienza, cadute, convulsioni ne sono la più tipica espressione. E sono proprio queste manifestazioni così drammatiche - quando si tratti di episodi di “grande male”, come si usava definirli in passato - a impressionare chi vi assiste e a diffondere un’inconscia paura del soggetto che ne è protagonista, suo malgrado. Eppure le crisi epilettiche si risolvono solitamente in pochi minuti e assai di rado comportano per il paziente conseguenze gravi. «Non è stato ancora scoperto il gene dell’epilessia», continua Galimberti, «e va ricordato comunque che genetica non significa familiarità con la malattia». La terapia è pr incipalmente di natura farmacologica. Al momento esiste una ventina di farmaci antiepilettici, somministrabili in monoterapia o, se necessario, in combinazione tra loro. Il quadro delineato da Galimberti è chiarissimo:

Claudio Arrigoni, giornalista esperto in comunicazione sulla disabilità

alcune forme di epilessia a esordio infantile presentano guarigione spontanea e definitiva entro l’adolescenza; si ottiene il controllo completo a lungo termine delle crisi con la specifica terapia farmacologica nel 70-80 per cento dei casi; le crisi epilettiche possono essere ridotte a manifestazioni esternamente impercettibili; nella maggioranza dei casi di epilessia le problematiche per la persona affetta sono costituite esclusivamente o principalmente dal problema delle crisi, e il completo controllo di queste consente l’acquisizione o il mantenimento di identità sociali di rilievo.

UNA QUESTIONE DI PAROLE Le parole non curano le malattie ma contribuiscono, a seconda dei casi, a migliorare o peggiorare lo status psicologico di un paziente e dei suoi familiari. È quindi fuori di dubbio che per combattere lo stig-


ma l’arma del linguaggio sia tra le più efficaci. L’incontro milanese è rivolto in particolare agli operatori della comunicazione ma può essere esteso a tutta l’opinione pubblica. Certo, chi scrive ha una particolare responsabilità, deve comprendere per primo - come evidenzia Claudio Arrigoni, giornalista del Corriere e della Gazzetta dello sport esperto in comunicazione sulla disabilità - che «parlare di epilettici invece che di persone con epilessia significa identificare l’individuo in questione con la patologia. Allo stesso modo occorre adottare una comunicazione molto naturale quando si è in presenza di una persona con una malattia. Una correzione evidente del tono o del linguaggio rappresenta essa stessa una forma di discriminazione». Per essere chiari, la classica gaffe della domanda “Hai visto?” rivolta a un cieco non deve causare sensi di colpa, in quanto fa parte di una comunicazione “normale”.

Carlo Andrea Galimberti, Centro per la diagnosi e cura dell’epilessia presso l’Irccs Istituto Neurologico Mondino di Pavia

La Fie riunisce ventitre associazioni, distribuite in quattordici regioni italiane, che si occupano di epilessia sul territorio, mettendola al centro di campagne di informazione e rapportandosi con le istituzioni per sostenere la causa dei pazienti e dei loro familiari. Un ruolo sussidiario, quello di tali associazioni, di cui la sanità pubblica non può fare a meno. L’impegno della Federazione ha tra i suoi obiettivi primari quelli di sostenere la ricerca orientata alla cura dell’epilessia e, non ultimo, di contribuire a che si crei nell’opinione pubblica una sensibilità nuova nei confronti di questa patologia, spesso vittima di quello ce in gergo si definisce “stigma”. Un capitolo a parte merita la scuola.

Il tema dell’inserimento dell’adole scente con epilessia nel contesto scolastico è delicatissimo, in quanto in esso convergono differenti componenti: l’attitudine dei genitori, il grado di preparazione degli insegnanti, la capacità dei coetanei di accogliere il giovane compagno come “uno di loro”. Un’altra priorità della Fie. «Una campagna di educazione sanitaria attraverso la rete delle farmacie? Non ci abbiamo ancora pensato ma potrebbe essere un’ottima idea» risponde la presidente Cervellione a una nostra sollecitazione. Ne riparleremo.

dall’altra parte del banco

L’attività della Federazione

Info: segreteria@fiepilessie.it, info@fiepilessie.it, www.fiepilessie.it.

sorretto un evento epocale, fino a poco tempo fa inimmaginabile». «Iniziative come queste», conclude Paolo Cervellati, Medical Affairs Manager di Sanla realtà doz, «consentono di della toccare con mano non malattia solo gli aspetti clinici è fatta dell’epilessia, ma anche e soprattutto quelli sodi «La Federazione italiana episofferenza cio-culturali che purtroppo, ancora oggi, lessie vorrebbe proporre ai ma anche non fanno che alimenprotagonisti della comunicadi energie tare i pregiudizi e lo zione», gli fa eco la presidenstigma di una sindrome te Rosa A. Cervellione, «un positive neurologica come quelinguaggio nuovo che persta. Sandoz è da sempre impegnata in prometta alle persone con epilessia di raccongetti volti a migliorare la qualità di vita dei tare la realtà nella quale vivono che, come propri pazienti che solo nel 2016 sono stati accade per tutte le malattie, è fatta di soffepiù di 500 milioni in tutto il mondo. Oggi anrenza ma anche di energie positive, di imnunciamo il nostro ingresso anche nel campegno, di ottimismo e di molto altro po dell’epilessia grazie all’acquisizione di ancora. Del resto, le più grandi rivoluzioni molecole innovative che consentono alle sociali e culturali hanno avuto nelle parole persone con questa sindrome neurologica i loro segni di riconoscimento: non si è andi poter avere un futuro migliore». cora spento l’eco di yes, we can che ha Rosa A. Cervellione, presidente della Fie

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veterinaria

Q

uattro

zampe in viaggio

Informazioni da sapere per fornire il giusto consiglio a chi parte in compagnia di animali

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di Grazia Pagnozzi

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Ormai è ufficiale: gli italiani nell’estate 2017 viaggeranno di più e il nostro Paese vedrà crescere del 10 per cento le persone che passeranno in luoghi di villeggiatura almeno quindici giorni della loro estate. Tenuto conto che nelle nostre case vivono circa sessanta milioni di animali domestici, prepariamoci a un vero e proprio “esodo animale” modello Arca di Noè. I numeri, in effetti, sono a dir poco strabilianti: quasi sette milioni di cani, sette milioni e mezzo di gatti, mezzo milione di cavalli, tredici milioni di uccellini, trenta milioni di pesci, fino ad arrivare a un milione e mezzo di roditori e rettili (che fortunatamente, resteranno a casa nelle loro teche trasparenti).

PREMESSA Per prima cosa è necessario attenersi a quanto indicato dal ministero della Salute (iscrizioni all’Anagrafe di specie, vaccinazioni) e portare sempre con sé il documento sanitario dell’animale. Se si viaggia all’estero l’animale deve essere identificato con un microchip. Meglio prevedere una visita dal veterinario se sono presenti piccoli segni di insofferenza, per essere certi che il “quattro zampe” sia in salute e possa affrontare il viaggio senza inconvenienti.

Prima di partire è sconsigliato alimentare l’animale per evitargli nausee o disagi dovuti al trasporto: oltre a un rallentamento della digestione il viaggio potrebbe procurargli malessere generale dovuto al classico “mal di trasporto”. Cani, gatti e cavalli soffrono in particolare di questo disturbo: il movimento irregolare e poco familiare del mezzo scatena un disagio talmente pronunciato che in alcuni casi l’animale inizia a guaire o a miagolare appena si chiude la porta dell’auto o del veicolo sul quale è stato posto. Ancora più spesso ci si trova a gestire una fortissima resistenza da parte dei cavalli a salire sul trailer: convincere 600 chilogrammi di muscoli a fare ciò che non gli è congeniale non è cosa semplice… Fondamentale sapere con quale mezzo l’animale viaggerà: in areo non potrà viaggiare con il proprietario, a meno che sia di dimensioni molto piccole da essere ospitato in un trasportino, e verrà quindi alloggiato nella stiva pressurizzata all’interno di apposite gabbie rinforzate. È bene verificare, in caso di scali con cambio di compagnia, che le condizioni di trasporto siano le stesse per evitare che venga trattenuto nel paese di transito per eventuali controlli sanitari; a titolo di curiosità segnaliamo che un trattamento a parte è previsto per i cavalli che devono viaggiare su aerei dedicati e in box specifici per evitare incidenti durante il trasferimento;


in treno, il quattro zampe potrà viaggiare con il proprietario: nel trasportino (nel caso dei gatti) o tenuto al guinzaglio se si tratta di un cane. La museruola deve accompagnare sempre l’animale e deve essere indossata salendo e scendendo dal convoglio; in nave e in traghetto la situazione si presenta simile: il trasportino nel quale sono ospitati i gatti deve essere ampio, ben aerato. Il cane è più libero di muoversi seppur sempre tenuto al guinzaglio; in auto i nostri amici saranno decisamente più comodi; bisognerà comunque tener conto delle precauzioni da adottare per limitare la loro totale libertà di movimento (trasportino per gatti e furetti, rete di separazione tra l’abitacolo e la zona destinata al trasporto o gabbie di ampie dimensioni per i cani di grossa taglia). Nel caso in cui si scelga come mezzo di trasporto l’auto, è fondamentale identificare con accuratezza il momento della giornata più idoneo al trasferimento: meglio alla mattina molto presto o il tardo pomeriggio se il viaggio durerà qualche ora, prediligere decisamente un trasferimento notturno se sarà necessario percorrere molti chilometri. Prevedere comunque tappe di sosta piuttosto ravvicinate per consentire all’animale di muoversi e bere oltre che assolvere alle sue necessità fisiologiche. Sicuramente più facile per i cani, meno per i gatti: il consiglio è di abituare il gatto qualche mese prima a muoversi con il guinzaglio per consentirgli di effettuare soste in aree verdi e con spazi ampi evitandogli spaventi inutili che lo

Quali prodotti portare quindi nella “valigia” del nostro quattro zampe per una prima proposta naturale e di facile gestione in attesa che, se necessario, intervenga il veterinario? Per prima cosa, possiamo utilizzare a titolo preventivo, medicinali omeopatici indicati per le chinetosi: Cocculus indicus, Petroleum, Nux vomica, Tabacum alla 4 CH da utilizzarsi da soli (a seconda delle modalità di espressione del sintomo) o già associati in preparati complessi resi disponibili dalle aziende. Per gli occhi, prevedere un collirio a base di Euphrasia e Chamomilla o una po-

turberebbero per la parte rimanente del viaggio. Fondamentale quindi scegliere orari idonei e soste ravvicinate in aree ombrose per evitare il caldo eccessivo, spesso accompagnato a elevate percentuali di umidità, che possono rappresentare un vero e proprio elemento di rischio per i nostri animali procurando loro un colpo di sole o un colpo di calore. Contrariamente a noi, infatti, cani, gatti, furetti non sudano: il loro sistema di termoregolazione passa attraverso un meccanismo di raffreddamento che prevede atti respiratori molto frequenti a bocca aperta (tipica dei cani) per consentire all’aria fresca di raffreddare la superficie della mucosa orale.

PRECAUZIONI Se abbiamo a che fare con cuccioli o animali anziani, il livello di attenzione dovrà essere ancora più elevato. Massima accuratezza nel caso in cui si viaggi con un animale obeso, affetto da malattie cardiocircolatorie o peggio ancora con sofferenze a carico dell’apparato respiratorio. In quest’ultimo caso animali morfologicamente svantaggiati, utilizzando un lessico

mata oftalmica a base di Euphrasia. Consigliati i granuli di Euphrasia officinalis alla 5 Ch da associare al trattamento locale. Molto utili in caso di punture di insetti, gel o creme a base di Apis mellifica e Ledum palustre da applicare più volte al giorno sulla zona interessata. Non deve mai mancare la tintura madre a base di Calendula officinalis come lenitivo, disinfettante, cicatrizzante e antimicotico vero e proprio passepartout delle affezioni cutanee. In caso di piccoli traumi e contusioni Arnica montana 9 CH granuli .

veterinaria

Prodotti consigliati

più familiare, “con il naso schiacciato” come i bulldog o i gatti persiani, saranno ancor più penalizzati durante il trasporto in giornate calde ed afose. Anche il colore del mantello dell’animale favorirà il meccanismo di riequilibrio termico: il mantello infatti mantiene costante la temperatura corporea attraverso il pelo che svolge una funzione di filtro efficace allentando l’azione dei raggi solari ed isolando quindi la cute dal surriscaldamento esterno. Si consiglia di bagnare spesso gli animali dal mantello nero o scuro in generale soprattutto nella regione della testa (evitando ovviamente le orecchie) per velocizzare il meccanismo di raffreddamento. Molta attenzione anche al tipo di tosatura: se l’animale è tosato da un operatore poco esperto, si rischia di creare una condizione di disagio a causa della poca presenza del pelo. Attenzione alle correnti d’aria e all’aria condizionata; far riposare l’animale in prossimità di condizionatori che erogano aria a bassa temperatura aumenta la possibilità di sviluppare otiti e irritazioni alle prime vie aeree.

FONTI Rapporto Italia Eurispes 2016) | www.salute.gov.it

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convegni

U

n segno

più

La convention di Federsalus a Roma conferma i dati incoraggianti sul mercato integratori

La convention annuale di Federsalus tenutasi quest’anno nella capitale, all’Ara Pacis - è il momento in cui gli operatori del comparto integratori tirano le somme. E, solitamente, queste somme rivelano un segno più. Il settore tira, l’integrazione è sempre più nelle abitudini degli italiani, comincia a diffondersi la consapevolezza, tra i cittadini ma anche a livello istituzionale, che la prevenzione è un driver, come si dice oggi, essenziale per la sostenibilità dei sistemi sanitari, ora che la stagione del welfare a tutto tondo sta tramontando. L’incontro romano è stato, tra le altre cose, il primo da presidente della Federazione di Andrea Costa, eletto da poche settimane.

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IL TREND Il settore è solido, nel 2016 ha fatto registrare - secondo i dati dell’indagine dell’Osservatorio Federsalus - una crescita in termini sia di fatturato (+6,5 per cento) sia di volumi (+5,1). Non solo, con una produttività stimata sui 77.500 euro, il comparto si situa nella fascia medio alta delle attività economiche nazionali, in base ai parametri Istat. «Non dimentichiamo», ricorda Costa, «che gli integratori sono il secondo prodotto più venduto in farmacia. Innovazione significa efficacia più qualità di prodotto, la nostra vocazione è sempre più internazionale, cresce la propensione all’export (20 per cento della produzione). In più stiamo cercando di mettere a frutto le ultime novità normati-

di Giuseppe Tandoi


convegni Il presidente di Federsalus Andrea Costa

ma dai sondaggi risulta che “Salute e benessere” sono ormai al primo posto nella classifica delle priorità quotidiane. «Quanto al rapporto con gli integratori», aggiunge Cecchini, citando i dati dell’ultima indagine dell’istituto per Federsalu s, condott a su 6.347 individui rappresentativi della popolazione italiana adulta, «il 65 per cento del campione dichiara di averne fatto uso almeno una volta nell’ultimo anno. Da sottolineare che anche chi non li utilizza non ha alcun pregiudizio nei loro confronti. Entrando nel dettaglio, abbiamo riscontrato che mediamente una persona consuma oltre due tipologie diverse di integratore (2,5 in ve che hanno cercato di agevolare l’attività media): principalmente vitamine, sali midi impresa, in particolanerali, tonici/enerre in termini fiscali: la gizzanti, fermenti anche “nuova Sabatini, la norlattici, prodotti per chi non mativa sugli ammortale difese immunitali utiilzza menti, il Patent box». rir ma anche pronon ha Quello di Gfk è da dotti più specifici tempo un osservatoper la prevenzione alcun r io pr ivilegiato sul cardiovascolare, pregiudizio rapporto tra gli italiaossa e articolazionei loro ni e la salute, grazie ni, per l’ansia e i diconfronti alle sue periodiche sturbi del sonno, survey sulle attitudini per la memoria, il nazionali. Dal 2000 in poi - fa notare Isa- controllo del peso, menopausa e prostata, bella Cecchini, direttore del Dipartimen- disturbi intestinali e altri integratori per la to Salute di Gfk Italy, si riscontra una prevenzione e la gestione di piccoli disturcrescente attenzione degli italiani per le bi». Il profilo dello user? Età media di 48 tematiche della prevenzione; non solo, anni, in prevalenza donna (da 45 a 55), ap-

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POLITICHE SANITARIE

TELAIO IN

Il comparto è forte ma permangono moACCIAIO INOX! tivi di impasse non trascurabili. Li ricorda Bruno Scarpa, direttore Ufficio IV della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute…. L’esempio dell’acido folico che, in Italia, figura tanto tra gli integratori quanto tra le spe- basso consumo energetico cialità medicinali non è l’unico; occorre - eccellenti garanzie di durabilità maggiore uniformità nazionale, - assenza di costiadilivello manutenzione per -non parlare delle differenti elevato rendimento quindilegislaefficienza luminosa zioni- programmabili in ambito comunitario, ancora tut- con Computer tramite lan o wifi te da risolvere. «L’obiettivo è avere - insensibilità a umidità e vibrazioni integratori più sicuri, più efficaci, con un rapporto rischi-benefici più favorevole». E qui si affaccia, fondamentale, il discorso della prevenzione. Illumilab progetta e produce insegne luminose «Le soluzioni che possono essere messe e croci per Farmacia e Parafarmacia utilizzando in campo sono numerose e rappresentala luce del futuro Il LED. no senza dubbio la grande sfida nella di spesa out of pocket - cioè tutta a carico del paziente - che ormai caratterizza la spesa farmaceutica nazionale. Un trend di cui tenere conto, insieme alla considerazione relativa al fatto che «il 42 per Scegli tra le nostre tipologie di croci luminose a LED cento dei farmaci in via di sviluppo sono Visita il nostro sito e scarica il CATALOGO per terapie personalizzate». Stanno camIED I INFORMAZIONI biando,CinHmodo vertiginoso.

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convegni

Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento Salute di Gfk Italy

POLITICHE SANITARIE

partenente a tutte le fasce sociali, per il 50 per cento in possesso di titolo di studio superiore (diploma o laurea). «In generale il ricorso all’integratore denota un maggiore orientamento a seguire stili di vita corretti. In questo senso è fondamentale il ruolo di farmacisti e medici di medicina generale, principali influencer - con un 35 per cento a testa - in materia di integratori». Sulla stessa falsariga Elena Folpini, direttore di New Line Ricerche di Mercato, che fa notare come «vi sia una stretta connessione tra l’acquisto degli integratori e la presenza, di fronte al cittadino, di una figura professionale qualificata. In un contesto di sostanziale stabilità, il mercato degli integratori continua a segnare risultati molto positivi. In farmacia è oggi uno degli ambiti di importanza più rilevante sia per il fatturato che può sviluppare, sia per le opportunità di consulenza che contribuiscono a valorizzare il ruolo del farmacista». Detto per inciso, oggi il valore di mercato complessivo tocca i 2,8 miliardi di euro (dati New Line Ricerche di mercato e Iri canali Farmacia e Gdo, periodo maggio 2016-aprile 2017) e per il 92 per cento è appannaggio delle farmacie. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ricorda da parte sua i venti miliardi di spesa out of pocket - cioè tutta a carico del paziente - che ormai caratterizza la spesa farmaceutica nazionale. Un trend di cui tenere conto, insieme alla considerazione relativa al fatto che «il 42 per cento dei farmaci in via di sviluppo sono per terapie personalizzate». Stanno cambiando, in modo vertiginoso, i presupposti della farmacologia.

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Il comparto è forte ma permangono motivi di impasse non trascurabili. Li ricorda Bruno Scarpa, direttore Ufficio IV della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute. L’esempio dell’acido folico che, in Italia, figura tanto tra gli integratori quanto tra le specialità medicinali non è l’unico; occorre maggiore uniformità a livello nazionale, per non parlare delle differenti legislazioni in ambito comunitario, ancora tutte da risolvere: «L’obiettivo è avere integratori più sicuri, più efficaci, con un rapporto rischibenefici più favorevole». E qui si affaccia, fondamentale, il discorso della prevenzione. «Le soluzioni che possono essere messe in campo sono numerose e rappresentano senza dubbio la grande sfida nella programmazione del nostro sistema sanitario», spiega Costa. «Anche grazie all’innovazione di prodotto, l’integratore può essere un’arma efficace sul piano della prevenzione primaria, in grado di agire positivamente, all’interno di un quadro più ampio, nella riduzione di fattori di rischio di patologie croniche: un guadagno di salute che a regime è destinato a portare benefici tangibili anche in termini di sostenibilità economica. Al di fuori del perimetro delle patologie croniche, il ruolo della nutraceutica nella prevenzione primaria è ormai un dato acquisito». «Il 30 per cento della popolazione è cronico», sottolinea Piergiorgio Colombo, del dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia, «solo in Lombardia parliamo di tre milioni di persone. Ma attenti ai luoghi comuni, il paziente cronico ben controllato non comporta grandi ag-

Elena Folpini, direttore di New Line Ricerche di Mercato

il cronico ben controllato non comporta particolari aggravi p er il ssn

gravi di spesa per il Servizio sanitario nazionale». Data per acquisita la facoltà che hanno gli integratori di contribuire, in termini di prevenzione primaria e secondaria, al contenimento del numero di eventi gravi, come può il settore interagire con il Ssn? «Puntando sulle evidenze», risponde Colombo. «La sanità pubblica è in grado di rimborsare solo una minima parte de prodotti di integrazione e la prerogativa non può che essere quella della comprovata efficacia». Assunto confermato in pieno da Marco Cossolo: «Il farmacista deve essere, una volta di più, il garante del cittadino. Dobbiamo sempre chiedere le schede tecniche dei prodotti che vendiamo, verificare la serietà dell’azienda che li fornisce, analizzare gli studi di efficacia». E il neo presidente di Federfarma conclude i lavori ricordando che nell’approccio agli integratori va sempre considerato l’elemento “effetti indesiderati”, come pure va tenuta alta la guardia in materia di commercio on line di prodotti non certificati. Il farmacista sempre più educatore sanitario, insomma. Un ruolo non da poco.


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M I speciale magnesio

a cura della redazione

agnesio

la parola giusta Un minerale efficace per un ampio spettro di disturbi o sintomi legati alla vita quotidiana. La necessità di una corretta integrazione

LA TESTIMONIANZA DI UN FARMACISTA

«Grazie alla lunghissima lista dei sintomi e delle patologie che il Magnesio è in grado di alleviare (e in alcuni casi di curare), sempre più frequentemente durante la mia quotidiana attività lavorativa, mi capita di consigliare un’adeguata integrazione del micronutriente. Bastano un paio di semplici domande mirate e una adeguata e razionale valutazione delle risposte per individuare le moltissime persone che scoprono di avere una carenza di Mg che, seppur lieve, è comunque responsabile di un ampio spettro di fastidiosi sintomi caratteristici: stanchezza immotivata, irritabilità e ansia, mal di testa, insonnia, debolezza muscolare e crampi. Tutti coloro i quali hanno scelto di affidarsi all’integrazione orale con i sali di Mg (preferibilmente da consigliare le formulazioni organiche, per esempio Mg pidolato), hanno riportato un netto miglioramento della sintomatologia legata alla deplezione del minerale. Il riscontro positivo in termini di efficacia e l’elevata sicurezza terapeutica (unita al suo basso costo), contribuiscono a rendere il Mg un validissimo rimedio dall’ottimo profilo di rischio/beneficio, non solo negli adulti ma anche nei bambini».

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n ginecologia

speciale magnesio

I

di Carlo Celentano, MD specialista in Ginecologia e Ostetricia, Liscate, Milano

Il magnesio e le donne: quando e perché usarlo

Il magnesio rappresenta il quarto più abbondante minerale essenziale presente nell’essere umano e contribuisce a molteplici processi fisiologici fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo. Circa il 50 per cento è distribuito nell’osso, il restante 50 per cento nel muscolo e in altri tessuti molli; mentre solo una piccola frazione di magnesio circola libera nel sangue (meno dell’1 per cento rispetto al totale)1. Il 99 per cento del magnesio utilizzato a livello cellulare gioca ruoli estremamente importanti nel mantenimento di un’ottimale omeostasi corporea ed esplica una grande varietà di effetti essenziali per diverse condizioni fisiologiche quali: la corretta trasmissione dei segnali nervosi; il bilanciamento dell’equilibrio di serotonina e dopamina (responsabili delle alterazioni dell’umore);

la regolazione del battito cardiaco e della pressione sanguigna; il rilassamento muscolare e la comunicazione tra cellule nervose e muscoli; la fissazione di calcio e fosforo in ossa e denti; il corretto metabolismo di glucosio e insulina; il rilascio dell’ossigeno ai miociti durante lo sport.

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speciale magnesio

I SINTOMI

IL FABBISOGNO Il magnesio è inoltre facilitatore dell’attività di più di 300 enzimi; in particolar modo interagisce con quelli deputati alla gestione dei processi legati alla formazione di energia e quindi al metabolismo1. Questo oligoelemento esplica pertanto moltissime proprietà benefiche sull’organismo, ma i suoi effetti possiedono un’importanza particolarmente cruciale per molti aspetti relativi alla salute e al benessere della donna. Diventa quindi essenziale garantire livelli adeguati di concentrazione disponibili nell’organismo, preservando il mantenimento di un equilibrio dinamico tra le riserve presenti nell’osso, l’assorbimento a livello intestinale e l’escrezione a livello renale. In qualità di minerale essenziale il magnesio non è prodotto dal nostro corpo; per soddisfarne il bisogno fisiologico medio di circa 350 mg va pertanto assunto prevalentemente attraverso una corretta alimentazione preferendo cibi che ne contengono grande quantità. I

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vegetali a foglia verde (in particolare spinaci e carciofi), i legumi, i cereali integrali, le banane e la frutta secca costituiscono per esempio una buona fonte di magnesio 2. Tuttavia, i trattamenti di raffinazione o di cottura dei prodotti possono eliminare l’oligoelemento fino all’80 per cento, rendendo spesso insufficiente l’apporto del minerale attraverso la sola alimentazione. Il mancato soddisfacimento del fabbisogno giornaliero è responsabile di stati carenziali (caratterizzati da diversi livelli di severità) molto diffusi nella popolazione generale; oggi metà degli individui non possiede livelli adeguati di magnesio a causa di uno scarso introito alimentare ma anche per via di variabili particolari come l’assunzione di farmaci (soprattutto lassativi, diuretici, antibiotici, pillola contraccettiva), condizioni fisiologiche di aumentato fabbisogno (la gravidanza e l’allattamento, il periodo premestruale e la menopausa), lo sport e l’eccessiva sudorazione in estate2.

I sintomi e i segni legati a questo deficit sono tanto comuni quanto estremamente aspecifici: una carenza lieve è solitamente caratterizzata da stanchezza immotivata, irritabilità e ansia, insonnia, debolezza muscolare e crampi (più eclatante negli sportivi, nelle gravide e negli anziani), mentre un grave deficit si associa a mancanza di coordinazione, depressione, episodi di spasmi muscolari, crampi addominali, modificazioni dell’elettrocardiogramma 1. Non trascurabili, dunque, sia per epidemiologia sia per risvolti clinici, ma anche sottodiagnosticati e, conseguentemente, sottotrattati. La reintegrazione di magnesio nell’organismo diventa fondamentale anche e soprattutto per le donne in quanto i soggetti femminili sono più predisposti rispetto agli uomini a condizioni carenziali, per via di periodici e fisiologici stati di aumentato bisogno tra cui il premestruo, la gravidanza, la menopausa e l’uso a lungo termine di contraccett i v i ora l i ; t u t t e c ond i z ion i che , generalmente, attraverso un meccanismo ormono-mediato, aumentano il consumo o la perdita del minerale. Nel periodo mestruale, infatti, così come in terapia estroprogestinica orale, gli estrogeni e il progesterone ne diminuiscono l’assorbimento a livello intestinale, aumentandone invece la perdita urinaria. La carenza, è stata associata alla sindrome premestruale con forti dolori durante il ciclo e a conseguente peggioramento dei sintomi correlati alla Sindrome da ovaio policistico (Pcos)3,4.


Durante la gravidanza il magnesio diventa essenziale non solo per il normale metabolismo basale materno, ma anche per quello del feto in accrescimento, con un conseguente aumento complessivo della richiesta. Le alterazioni ormonali della menopausa, infine, legate a una generale riduzione della capacità captante delle mucose intestinali da invecchiamento tissutale, causano squilibri nell’omeostasi dei minerali in circolo, tra cui soprattutto calcio e magnesio.

LA NECESSITÀ DI INTEGRARE L’integrazione di un’adeguata quantità del sale minerale concorre ad apportare benefici sostanziali per le donne. In particolar modo, l’assunzione dell’oligoelemento nei giorni che precedono l’arrivo del ciclo può alleviare sensibilmente i fastidi nelle donne che soffrono di sindrome premestruale e dismenorrea5 e nelle giovani donne affette da Pcos migliora notevolmente l’andamento della sindrome3. In periodo climaterico, invece, si osserva un netto miglioramento della depressione post-menopausale e un miglioramento del profilo metabolico in generale6,7. Per poter beneficiare degli effetti positivi del magnesio ed evitare possibili stati carenziali è opportuno pertanto intervenire tempestivamente con una corretta e adeguata integrazione. In un primo momento occorre porre particolare attenzione al quadro clinico specifico di ogni donna; una breve ma oculata anamnesi fornirà le informazioni necessarie per indirizzare il clinico o il farmacista alla scelta dell’integrazione più

speciale magnesio

processo di salificazione del magnesio adatta da suggerire. Sono infatti molteplicon l’acido pidolico ne migliora ulteriorci le condizioni in cui è consigliabile supmente l’assorbimento a livello sia celluplire farmacologicamente al deficit. Lo lare sia intestinale e lo rende ancor più spettro di sintomi aspecifici che suggeritollerabile da un punto di vista gastroscono una possibile carenza di magnesio enterico. Il magnesio pidolato è stato comprendono per esempio cefalea, staninoltre associato a maggior effetti neurochezza, irritabilità o crampi; la concomisedativi e antidepressivi, a una migliore tante presenza di fattori predisponenti, tra influenza sui sintomi da dismenorrea5 e i quali stato gravidico, periodo climaterico, sport, assunzione di terapia ormonale sulla sindrome premestruale. post-menopausale, anticoncezionale o di In conclusione, è consigliabile optare per i altri farmaci in grado di ridurre sensibilsali organici e preferire il magnesio pidolamente le concentrazioni to che, grazie alle prodi magnesio, costituipr ie caratter is tiche I sali organici specifiche (su tutte una scono le condizioni che supportano un’integramiglior permeabilità del magnesio zione del minerale. vengono meglio all’interno della cellula), In caso di mancata prorappresenta il trattaassorbiti posta di integrazione mento di prima scelta r i s p e t t o formulata dal medico per molti dei disturbi alle forme curante, il farmacista, diffusi in campo ginecouna volta accertata la logico8. L’assunzione di inorganiche presenza di una o più un farmaco a base di circostanze sopra dimagnesio pidolato (riscusse, potrà suggerire alla paziente per spetto a un integratore alimentare), garanquale integrazione optare. tisce inoltre che la quantità del minerale Attualmente sono moltissimi i prodotti e suppletivo da assumere venga rispettata le formulazioni disponibili in commercio e sia quindi in grado di esplicare efficaceper l’integrazione di minerale singolarmente gli effetti benefici. Sebbene la mente o in composto. Tuttavia, i sali orquantità consigliata sia generalmente paganici del magnesio (come il magnesio ri 375 mg al giorno, in contesti particolari pidolato, citrato, lattato) vengono meglio in cui sia necessario sopperire a un auassorbiti rispetto alle forme inorganiche, mentato fabbisogno quotidiano (per come il magnesio ossido, il magnesio esempio in donne in stato di gravidanza) carbonato e il magnesio solfato. è opportuno incrementarne i dosaggi, preIn particolare, nel magnesio pidolato, il vio consiglio medico.

BIBLIOGRAFIA 1. Boomsma, 2008, “The magic of magnesium”, Int J Pharm Compd. 2008 Jul-Aug;12(4):306-9 | 2. Guerrera, Volpe, 2009, “Therapeutic Uses of Magnesium”, American Family Physician, July 15, 2009, Vol. 80, N. 2 | 3. Szczuko, Skowronek et al., 2016, “Quantitative assessment of nutrition in patients with Polycystic ovary syndrome (Pcos)”, National Institute of Public Health, Rocz Panstw Zakl Hig 2016;67(4):419-426 | 4. Saeedian Kia, Amani et al., 2015, “The Association between the Risk of Premenstrual Syndrome and Vitamin D, Calcium, and Magnesium Status among University Students: A Case Control Study”, Health Promotion Perspectives, Vol. 5, No. 3, 2015; P: 225-230 | 5. Benassi, Barletta et al., 1992, “Effectiveness of magnesium pidolate in the prophylactic treatment of primary dysmenorrhea”, Clin Exp Obstet Gynecol. 1992;19(3):176-9 | 6. Szkup, Jurczak et al., 2017, “Analysis of Relations Between the Level of Mg, Zn, Ca, Cu, and Fe and Depressiveness in Postmenopausal Women”, Biol Trace Elem Res (2017) 176:56–63 | 7. Trimarco, Rozza et al., “Effects of a new combination of nutraceuticals on postmenopausal symptoms and metabolic profile: a crossover, randomized, double-blind trial”, International Journal of Women’s Health 2016:8 581-587 | 8. Teste, Decelle et al., 1995, “Psychopharmacological properties of three magnesium salts: pidolate, lactate and aspartate”, Ann Pharm Fr. 1995;53(4):176-83.

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speciale magnesio

I

n neurologia

Un’attività antistress fondamentale per il funzionamento del Sistema nervoso centrale 36

di Paolo Martelletti, Centro Regionale Cefalee, Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, Roma

luglio 2017 |

sasasa

Il magnesio è un micronutriente essenziale che gioca un ruolo strategico nel corretto funzionamento dell’organismo; è coinvolto nella produzione dell’energia necessaria allo svolgimento delle funzioni vitali, la contrazione muscolare, la solidità delle ossa, e in particolar modo nell’equilibrio della sfera nervosa. Questo prezioso “minerale antistress”, dotato di straordinaria forza riequilibrante, è essenziale per l’attività del sistema nervoso a livello del quale esplica un’azione distensiva e calmante, me-

diante un’attenuazione dell’eccitabilità nervosa e muscolare. Tramite la stimolazione della produzione di serotonina, svolge inoltre azione analgesica, antidepressiva e stabilizzante del tono dell’umore. La sua disponibilità nell’organismo è strettamente dipendente dal mantenimento di un equilibrio dinamico tra le riserve presenti a livello osseo, l’assorbimento intestinale e l’escrezione renale1; preservare tale equilibrio al fine di garantire adeguati livelli di Mg riveste un’importanza cruciale per la salute dell’individuo.


PER RIDURRE E PREVENIRE GLI ATTACCHI DI EMICRANIA Livelli ridotti di Mg determinano ipereccitabilità neuronale, fenomeno coinvolto nella patogenesi dell’attacco emicranico. Studi in merito indicano che i suoi livelli sierici intracellulari sono significativamente ridotti nei soggetti affetti da emicrania, sia durante l’attacco acuto sia tra un episodio e l’altro3. In particolar modo è stato dimostrato che nel 50 per cento degli emicranici risulta ridotta la quota di magnesio in forma ionizzata (Mg++), ovvero quella biologicamente attiva, in grado di influenzare il rilascio dell’ossido nitrico e le funzioni di molti neurotrasmettitori (su tutti la serotonina), coinvolti nell’attacco acuto di emicranie. Studi condotti su pazienti cefalalgici, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, hanno dimostrato inequivocabilmente come il sup-

speciale magnesio

Oltre il 60 per cento delle persone possiede tuttavia livelli di Mg inferiori a quelli ottimali; tale carenza comporta l’insorgenza di numerosi disturbi caratteristici che in moltissimi contesti clinici richiede un’adeguata integrazione. Molteplici i fattori coinvolti nello stato carenziale, tra cui una dieta povera di cibi contenenti Mg, l’assunzione di determinati medicinali che ne aumentano l’es c re z ione ren a le o ne r id uc ono l’assorbimento e gli stati fisiologici che ne richiedono un aumentato apporto. Mangiare spesso cibi ricchi di Mg è sicuramente consigliabile, tuttavia quasi sempre insufficiente per normalizzarne i livelli (circa l’80-90 per cento di quello contenuto negli alimenti è perso durante i processi industriali di trasformazione); in moltissimi contesti, più comuni di quanto ci si aspetti, è sicuramente più opportuno ricorrere all’integrazione alimentare di Mg, valutando la posologia in base ai singoli casi. Uno degli ambiti che risente maggiormente della carenza di questo minerale, è rappresentato dalla sfera dei disordini neurologici; tale deficit è difatti correlato a un ampio range di patologie tra cui l’emicrania, la depressione, l’ansia e l’epilessia2.

plemento di Mg al dosaggio di 600 mg al giorno, per dodici settimane, è in grado di determinare una riduzione del 40 per cento della frequenza delle crisi emicraniche. Una recentissima metanalisi ha inoltre messo in luce importanti osservazioni che confermano l’efficacia del Mg non solo nella riduzione ma anche nella prevenzione degli attacchi di emicrania. Nei pazienti arruolati negli studi clinici oggetto dell’indagine, il supplemento di Mg si è rivelato un ottimo approccio terapeutico sia per la gestione dell’attacco acuto sia a scopo profilattico, contribuendo a ridurre gli episodi sia in termini di frequenza che di intensità4. Circa il 38 per cento dei pazienti con emicrania è eleggibile a un trattamento preventivo, tuttavia solo il 3-13 per cento si sottopone a una terapia profilattica. Sulla base delle evidenze attendibili disponibili in letteratura, così come indicato dall’American Academy of Neurology, il Mg rappresenta un valido ed efficace supporto nella prevenzione delle emicranie. E, in pazienti cefalalgici che assumono già una terapia farmacologica, l’integrazione del micronutriente (in associazione a per esempio ai Fans), rappresenta un’ottima strategia terapeutica per ridurre la frequenza degli attacchi stessi,

in particolare in alcuni tipi di emicrania come l’emicrania mestruale, l’emicrania con aura e l’emicrania dell’infanzia. Data l’ottima tollerabilità questo minerale può rappresentare il trattamento di prima scelta anche nei bambini. Sebbene la cefalea rappresenti uno dei disturbi più comuni che affligge la popolazione generale, i picchi di prevalenza più elevati (20-30 per cento) vengono rilevati nell’età evolutiva, soprattutto durante l’età scolastica. In uno studio pediatrico, in cui sono stati arruolati pazienti di età compresa tra gli 8 e i 16 di età, la sola somministrazione di 2,25 g di magnesio pidolato (due volte al giorno, per un periodo di due mesi), si è rivelata efficace nel trattamento della cefalea, sia a breve sia a lungo termine, vantando un ottimo profilo di tollerabilità. La significativa riduzione della frequenza degli episodi nei piccoli pazienti affetti da cefalea cronica è in parte imputabile anche all’elevato grado di aderenza al trattamento (rilevata dai genitori dei piccoli pazienti), sostenuta dall’elevata sicurezza terapeutica. I dati disponibili forniscono quindi prove di efficacia e sicurezza anche in questa delicata fascia della popolazione, supportandone l’utilizzo nella quotidiana pratica clinica5.

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speciale magnesio NELLA GESTIONE DI ANSIA E SINTOMI CORRELATI Il Mg è un ottimo alleato anche contro lo stress, l’ansia e gli sbalzi di umore; interviene infatti regolando la trasmissione degli impulsi nervosi e neuromuscolari, normalizzando l’attività dell’ipotalamo e riducendo l’eccesso di adrenalina. Sebbene non possa essere considerato un’alternativa agli antidepressivi, l’integrazione di Mg costituisce un supplemento efficace nell’alleviare i sintomi tipici della depressione tra cui i disturbi del sonno, stati d’ansia e irritazione. La sua assunzione, sia nei bambini che nelle persone anziane, apporta inoltre un miglioramento della memoria e dell’apprendimento. Gli anziani, in particolar modo, rappresentano una categoria di soggetti che

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con maggiore probabilità possono presentare carenze del minerale sia a causa di una dieta povera di Mg, sia perché l’invecchiamento riduce la capacità di assorbimento di questo minerale da parte dell’organismo. Le frequenti patologie croniche che affliggono questa popolazione e impongono complessi schemi terapeutici con medicinali responsabili della deplezione di Mg, concor rono a rendere gli anziani più sensibili allo stato carenziale del micronutriente6.

FARMACI COINVOLTI NELLA CARENZA DI MAGNESIO Dolore, tensione, insonnia, ansia, irritabilità, crampi muscolari o tic nervosi, come il tremolio della palpebra, sensibilità ai ru-

mori forti, mal di testa, costituiscono tutti sintomi verosimilmente correlati alla carenza di Mg. Molte le persone che possiedono insufficienti livelli del micronutriente senza saperlo; nella maggior parte dei casi lo stato carenziale è correlato all’assunzione di medicinali quotidianamente prescritti, dispensati e assunti da un’ampia fetta della popolazione. Tra le classi maggiormente tirate in cause i diuretici, gli Inibitori di pompa protonica (Ipp) e i lassativi rappresentano le classi farmacologiche più coinvolte nella deplezione di Mg. L’utilizzo prolungato dei diuretici, su tutti la furosemide e l’idroclorotiazide, tende infatti a depauperare le scorte del minerale in seguito a una perdita renale. Gli Ipp interferiscono invece con l’assorbimento del Mg. Centinaia di milioni le prescrizioni di Ipp ogni anno nel mondo, grazie alla loro comprovata efficacia nei vari disturbi acido-correlati largamente diffusi tra la popolazione generale. Spesso prescritti per un uso prolungato nel tempo, gli Ipp possiedono un buon profilo di tollerabilità, tuttavia la possibile insorgenza di grave ipomagnesiemia con conseguente comparsa di stanchezza, instabilità, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare rappresenta un fenomeno degno di nota talvolta sottovalutato. Nonostante il deficit di assorbimento sia reversibile con la sospensione degli Ipp, in molti soggetti con gravi problematiche gastriche l’utilizzo di questi medicinali è fondamentale. In questi pazienti, necessariamente esposti a uso cronico di Ipp, l’integrazione con Mg si è rilevata un approccio terapeutico efficace nel contrastare l’ipomagnesiemia e i sintomi caratteristici correlati7.

QUALI INTEGRATORI PREFERIRE Nelle diffuse condizioni in cui è opportuno optare per l’integrazione di Mg (box pagina successiva), sono sicuramente da preferire le formulazioni di Mg a più elevato assorbimento, ovvero le forme organiche del minerale: Mg pidolato, Mg gluconato, Mg glicerofosfato, Mg bisglicinato, Mg aspartato, Mg citrato.


Come identificare chi soffre di deficit di Magnesio di Carlo Celentano e Paolo Martelletti Moltissime le condizioni e gli ambiti in cui questo prezioso micronutriente risulta efficace e sicuro. Ma, da un punto di vista pratico, quando e a quali soggetti consigliarne l’integrazione? Tutti i pazienti che: 1. lamentano i sintomi del deficit di magnesio: stanchezza e senso di affaticamento, irritabilità e nervosismo, crampi e tremolio della palpebra, mal di testa; 2. assumono per più di un mese: diuretici (farmaci che aumentano la perdita renale di magnesio); lassativi, Ipp, pillola anticoncezionale (farmaci che riducono l’assorbimento di magnesio); 3. manifestano stanchezza e affatica-

mento, irritabilità e nervosismo, crampi muscolari e tremolio della palpebra, mal di testa. Lo schema posologico deve essere pensato sulla base del paziente che si intende andare a trattare e della situazione clinica che si sta affrontando. In generale, qualora la sintomatologia sia collegata al ciclo mestruale, è opportuno proporre un trattamento di quattordici giorni (dal giorno -7 dalla comparsa del ciclo fino al giorno +7) da ripetersi per 2-3 mesi. Quando invece la sintomatologia è indipendente dal ciclo è invece opportuno ricorrere a un trattamento di circa venti giorni per due o tre cicli.

speciale magnesio

Tra le tante formulazioni disponibili in commercio, queste sopra citate sono infatti maggiormente biodisponibili, quindi più assimilabili rispetto a quelle inorganiche (per esempio cloruro di Mg, il Mg ossido, il carbonato di Mg, il Mg solfato)8,9. In particolar modo studi volti a testare e valutare le possibili differenze tra le varie formulazioni, indicano che il Mg pidolato presenta un migliore assorbimento a livello cellulare e intestinale rispetto ai sali di Mg inorganici, oltre a possedere un migliore profilo di tollerabilità gastroenterica. L’ottima biodisponibilità del Mg pidolato, dotato di maggior effetti neurosedativi e antidepressivi, favorisce inoltre una più rapida insorgenza degli effetti terapeutici (concentrazione massima 60-90 minuti dopo la somministrazione di una singola dose orale) e un effetto di più lunga durata; vantaggi preziosissimi nella gestione di patologie e alterazioni neurologiche, tra cui l’emicrania, l’ansia, lo stress, gli sbalzi di umore e i disturbi del sonno.

un grafico per sintetizzare BIBLIOGRAFIA 1. Seo, Park, 2008, “Magnesium metabolism”. Electrolyte Blood Press. 2008;6(2):86-95 | 2. De Baaij, Hoenderop et al., 2015, “Magnesium in man: implications for health and disease”. Physiol Rev 2015; 95:1–46 | 3. Samaie, Asghari et al., 2012, “Blood Magnesium levels in migraineurs within and between the headache attacks: a case control study”. Pan African Medical Journal. 2012; 11:46 | 4. Chiu, Yeh et al., 2016, “Effects of Intravenous and Oral Magnesium on Reducing Migraine: A Meta-analysis of Randomized Controlled Trials”. Pain Physician 2016; 19:E97-E112 | 5. Grazzi, Andrasik et al., 2005, “Magnesium as a treatment for paediatric tension-type headache: a clinical replication series”. Neurol Sci. 2005;25:338–341 | 6. Mauskop, Altura et al., 2002, “Serum ionized magnesium levels and serum ionized calcium/ionized magnesium ratios in women with menstrual migraine”. Headache. 2002;42(4):242-8 | 7. Ayuk, Gittoes, 2014, “Contemporary view of the clinical relevance of magnesium homeostasis”. Annals of Clinical Biochemistry 2014; 51(2) 179–188 | 8. Coudray, Rambeau, 2005, “Study of magnesium bioavailability from ten organic and inorganic Mg salts in Mg-depleted rats using a stable isotope approach”. Magnes Res. 2005;18(4):215-23 | 9. Schuette, Lashner, 1994, “Bioavailability of magnesium diglycinate vs magnesium oxide in patients with ileal resection”. J Parenter Enteral Nutr. 1994;18(5):430-5.

Richiede:

Sintomi: COSA RIPORTA IL PAZIENTE?

CHE DOMANDE FARE?

COSA PROPORRE?

Inibitori di pompa Diuretici Pillola anticoncezionale

Stanchezza, irritabilità Crampi, tremolio palpebra Mal di testa

Lo sa che questi sintomi possono essere dovuti ad una carenza di magnesio?

Da quando ha iniziato a usare questi farmaci, ha mai sofferto di:

Lo sa che nel periodo premestruale il deficit di magnesio è più accentuato?

Se la sintomatologia è associata al ciclo mestruale, trattamento a base di: magnesio pidolato per +7/-7 gg dal ciclo per 2/3 mesi

Stanchezza, irritabilità Crampi, tremolio palpebra Mal di testa

Trattamento a base di: magnesio pidolato per 20 gg al mese per 2/3 cicli

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farmacologia

C

di Paola Brusa*, Massimo Collino*, Riccardo Torta§, *Dipartimento di Scienza e tecnologia del Farmaco, Università di Torino § Struttura complessa di Psicologia clinica e oncologica, Aou San Giovanni Battista, Università degli Studi di Torino

annabis

a uso medico

Aspetti farmacologici, normativi e clinici

La Cannabis è una pianta erbacea a ciclo annuale proveniente dall’Asia meridionale e sud-orientale. La Cannabis è stata una delle prime piante selezionate dalle più antiche medicine tradizionali. I primi riscontri di un uso medicinale provengono dall’Asia Centrale, in particolare Cina, India, Tibet, Egitto, Persia e Siria. L’imperatore Cinese Shen-Nung, scopritore tra l’altro del tè e dell’efedrina, nel suo compendio delle erbe medicinali cinesi, risalente al 2700 a.C., descrive l’uso della Cannabis in caso di dolore mestruale, gotta, reumatismi, malaria e costipazione. Dalla Cina, la coltivazione

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della canapa si diffuse in India (dove era inserita tra le cinque piante sacre nell’Atharva Veda) e in altre regioni. Le proprietà medicinali della Cannabis vennero descritte anche in numerosi libri di medicina del periodo medioevale, esaltandone le proprietà protettive nei confronti di dolore, vomito, convulsioni e spasticità. Nello scorso secolo, a causa dei sui effetti inebrianti e di stimolazione psichica, la Cannabis è stata bandita dal commercio e considerata illegale in molti Paesi al mondo, anche se spesso con rilevanti differenze legislative.

NORMATIVA La legislazione italiana, con Dm 23 gennaio 2013, ha disposto l’inclusione dei medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture) nella sezione B di cui al Dpr 309/90 e, di conseguenza, al medico - specialista o di medicina generale - è stata data la possibilità di prescriverli. Possono quindi essere allestite preparazioni magistrali dietro presentazione di prescrizione medica non ripetibile (validità trenta giorni). La prescrizione può essere effettuata anche su ricetta


Ssn e la rimborsabilità varia nelle diverse Regioni. I prodotti attualmente disponibili, di importazione o prodotti presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (Cannabis Fm2), sono privi di indicazioni terapeutiche approvate in Italia e quindi per la prescrizione di preparazioni magistrali a base di tali sostanze vegetali devono essere applicate le disposizioni di cui alla L 94/98. In particolare: il medico deve ottenere il consenso del paziente al trattamento e specificare nella ricetta le esigenze particolari che giustificano il ricorso alla prescrizione

TERAPIA In quanto all’utilizzo in terapia, la legislazione prevede che si possa utilizzare la Cannabis per alleviare alcune forme di dolore cronico, per contrastare nausea e vomito causati da chemioterapia e radioterapia, come stimolante dell’appetito nella cachessia, nell’anoressia, in pazienti inappetenti oncologici o affetti da Aids e in un paio di ulteriori condizioni patologiche, ovvero il glaucoma e la Sindrome di Gilles de la Tourette. In tutti questi casi viene però specificato che la Cannabis può essere usata solamente come trattamento di seconda scelta, cioè nel caso in cui le normali terapie standard risultino inefficaci. Questa puntualizzazione denota il fatto che a oggi i risultati degli studi sull’efficacia dell’uso medico della Cannabis nelle patologie indicate sono talvolta contraddittori tra di loro e comunque non conclusivi. Questa incertezza nasce anche dal fatto che le limitazioni legislative e le differenze di approvvigionamento e somministrazione hanno limitato la possibilità di sviluppare studi clinici ampi, rigorosi e comparabili tra di loro. Sicuramente averne legalizzato l’uso medico permetterà di implementare la raccolta di dati clinici ed epidemiologici, fondamentali per riuscire a definire meglio gli specifici ambiti di applicazione terapeutica di questa pianta. Quello che ad oggi è noto è che sia gli effetti nutrizionali, salutistici e terapeutici, sia gli effetti collaterali, sono dovuti all’azione di oltre 500 molecole differenti presenti nel fitocomplesso della Cannabis, di cui un centinaio appartenenti alla classe chimica dei cannabinoidi, tra cui il D9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). Un dato farmacologico molto interessante è che cannabinoidi con piccole differenze strutturali possono indurre effetti molto differenti tra di loro, agendo sia come agonisti che come antagonisti o agonisti inversi a livello recettoriale. Ad oggi sono state identificate due isoforme di recettori dei cannabinoidi: i CB1 ed i CB2. I recettori del tipo CB1 sono diffusi ubiquitariamente nel cervello, dove dimostrano concentrazioni elevate soprattutto in alcune aree che sono in effetti correlate

FARMACOLOGIA

estemporanea. Nella ricetta il medico dovrà trascrivere, senza riportare le generalità del paziente, un riferimento numerico o alfanumerico di collegamento a dati d’archivio in proprio possesso che consenta, in caso di richiesta da parte dell’autorità sanitaria, di risalire all’identità del paziente trattato. Le ricette devono essere trasmesse mensilmente dal farmacista all’Asl o all’Azienda ospedaliera, che le inoltrano al ministero della Salute per le opportune verifiche. Inoltre, in base a quanto previsto dal Dm 9/11/2015, il medico dovrà integrare le prescrizioni con i dati anonimi relativi a età, sesso, posologia in peso di Cannabis ed esigenza di trattamento per fini epidemiologici compilando la scheda per la raccolta dei dati dei pazienti trattati da inviare all’Asl territorialmente competente secondo le indicazioni delle Regioni. Per quanto riguarda la gestione della Cannabis in farmacia, in base a quanto previsto dal Dm 9/11/2015, il farmacista è autorizzato ad allestire preparazioni magistrali a base di Cannabis che prevedano l’assunzione orale del decotto e la somministrazione per via inalatoria. Il Dm in questione parla anche di preparazioni oleose e in particolare non ne vieta la preparazione, bensì ne impone la titolazione al fine di valutare esattamente il contenuto dei componenti attivi (senza specificare però esattamente quali) oppure impone di utilizzare metodi di estrazione autorizzati dalla normativa vigente. Considerato che a oggi non esistono metodi estrattivi ufficiali, l’unica opzione è quella di ricorrere alla titolazione. Inoltre la posologia dovrebbe essere indicata dal medico in un secondo momento e cioè dopo il risultato della titolazione. Ogni movimentazione di Cannabis deve essere registrata sul registro entrata-uscita degli stupefacenti e la relativa documentazione deve essere conservata per due anni dalla data dell’ultima trascrizione sul registro di entrata e uscita. La sostanza attiva vegetale, qualora venisse sottoposta a un processo estrattivo (decozione o estrazione oleosa), dovrebbe essere distrutta a seguito delle procedure di constatazione da parte della Asl competente per territorio, come per i medicinali stupefacenti scaduti ed inutilizzabili.

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farmacologia sul dolore è più potente quando si associaalle molte azioni cliniche della Cannabis. no THC e CBD, piuttosto che con il solo Sono ad esempio presenti a livello del miTHC e che la presenza di CBD riduce gli efdollo spinale, implicato nella modulazione fetti psicomimetici del THC, riducendone il del dolore; nel midollo allungato, dove agirischio di abuso. Ne consegue che è molto scono riducendo nausea e vomito; nei ganimportante conoscere il contenuto almeno gli della base e nel cervelletto, convolti dei principali cannabinoidi (tra cui il CBD e nella regolazione del movimento; nell’ipotail THC) presenti nelle formulazioni che venlamo, dove agiscono concorrendo a modugono somministrate al paziente. L’uso di lare l’appetito; a livello ippocampale dove formulazioni “titolate” può permettere una sono vantaggiosi per il controllo dello migliore uniformità di trattamento e l’ottistress, ma anche nell’azione negativa su mizzazione del rapporto rischio/beneficio. memoria ed apprendimento. I recettori CB2, sono solo parzialmente presenti nel cervello, ma risultano più diffusi in perifeASPETTI GENERALI ria, dove dimostrano un’azione sulla funI cannabinoidi stanno ricevendo una forte zione immunitaria e sull’infiammazione. In spinta di consumo, in parte sostenuta dai tal senso, modulando cellule coinvolte circuiti mediatici, in parte collegata ad nell’immunità, come ad esempio la microaspettative di efficacia in molti casi non soglia a livello cerebrale, stenute, o solo parzialsono in grado di ridurre mente confermate, dalla gli effetti alcuni processi infiamletteratura scientifica. In della matori, quindi di agire altri termini i cannabicannabis anche sulla componennoidi non sono analgesite flogistica del dolore. c i p a r t ic ol a r ment e sono dovuti È quindi importante sapotenti, esercitano un’aalle pere che il THC agisce zione antinausea e in500 molecole crementante l’appetito prevalentemente attrapresenti verso i recettori CB1 e in maniera minore dei nel che il CBD (pur legando farmaci specifici, ma prevalentemente altri hanno il grande vantagfitocomplesso sottotipi di recettori) gio di esercitare tutte esercita una certa azione sui CB2. Da tali queste azioni contemporaneamente, conconoscenze derivano alcune rilevanti contribuendo certamente a una migliore qualiseguenze cliniche: ad esempio che l’azione tà di vita dei pazienti. L’essere fitoterapici

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poi non li rende esenti da effetti collaterali anche importanti, in particolare a livello cardiovascolare, sessuale e, soprattutto, nei giovani predisposti, alla comparsa di disturbi psichici. Bisogna inoltre ricordare che esistono categorie di persone per le quali la somministrazione della Cannabis è particolarmente controindicata. Tra le categorie a rischio ci sono le donne in gravidanza, i bambini, gli individui con una storia personale di disordini psichiatrici e/o una storia familiare di schizofrenia. Per quanto riguarda il rischio di dipendenza, è noto che la Cannabis è una tra le sostanze psicotrope d’abuso più utilizzate, in grado di indurre dipendenza complessa e pertanto non deve essere assunta da persone con una storia pregressa di tossicodipendenza e/o abuso di sostanze psicotrope e/o alcol. Attenzione però a non confondere il rischio di sviluppo di dipendenza in un individuo sano, che ne fa uso per motivi voluttuari, rispetto ad un individuo malato che utilizza la Cannabis a scopo terapeutico. Cambiando la nostra condizione di salute cambia la nostra risposta alla Cannabis e i dati della letteratura scientifica suggeriscono che quando si impiega la Cannabis per uso medico, alle dosi terapeutiche efficaci (che sono solitamente inferiori a quelle per uso ricreativo) e utilizzando vie di somministrazione appropriate, il rischio di dipendenza si può ridurre notevolmente.


O

decalogo

di Edoardo Schenardi, Farmacia Serra, Genova

n line

ma non per gioco Domande e risposte per capire, in breve, cosa fare o non fare in farmacia. Iniziamo con la comunicazione digitale

Ormai sembra impossibile fare a meno di internet, succede anche per le farmacie?

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Le farmacie stanno guardando alla rete come mezzo di contatto e fruizione delle notizie, anche per una maggiore consapevolezza del fatto che il cittadino ricerca informazioni anche on line.

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A cosa si deve questo fenomeno?

Le persone cercano soluzioni ai loro problemi, anche di salute, in rete perché specialmente in città il tempo e la facilità di contatto con le professioni sanitarie è limitato e spesso difficoltoso, mentre nel piccolo centro più facilmente si rivolgono ai professionisti della salute contattandoli, anche a casa, magari con un piccolo omaggio alimentare.

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Come va inteso il web?

Dobbiamo vederlo non come un “avversario” o luogo astratto ma come strumento neutrale di contatto e ricerca.

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Esiste un sito internet standard cui ispirarsi?

Dal 2009 abbiamo cercato di capire come coniugare la presenza fisica e l’utilizzo del web essendo una piccola farmacia della periferia di Genova. La risposta asso-

luta non esiste anzi meglio ne esistono oltre 18.000 differenti a seconda della mentalità dei colleghi titolari. Potrebbe essere utile porsi qualche domanda per capire se affrontare l’investimento di un sito web dispendioso come tempo e risorse.

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Dobbiamo essere on line per forza?

La risposta è no, ma se vogliamo andarci dobbiamo farlo non perché ci vanno gli altri o lo consiglia qualcuno in maniera molto convincente.

Come vive il titolare della farmacia il rapporto con la rete? Come uno stimolo oppure come un peso?

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Queste risposte sono importanti per la futura gestione della presenza on line. Infatti la fase di costruzione e quella di gestione dell’eventuale sito si presenteranno in maniera totalmente differente e il tempo volerà o sembrerà eterno a seconda della visione.

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La farmacia è riconoscibile all’esterno? È identificabile dai clienti?

Sembrano domande lontane dall’eventuale sito internet ma in realtà diventano importanti se si decidesse di farlo perché la linea grafica on line deve per forza essere la medesima usata in farmacia e scegliere quindi

un logo e una personalità che aiutino nel collegare il negozio fisico e la presenza on line. Si chiama personal branding e ne parleremo in un prossimo articolo.

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Cosa voglio fare con il sito?

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A chi affidare la creazione del sito?

Questa domanda si rivela importante per capire quali sono le eventuali indicazioni da dare a chi dovesse costruire il vostro. Mettere una pagina di informazioni legata a un vostro indirizzo è diverso da allestire un sito con molte funzionalità. Questa risposta influenzerà ovviamente anche i costi dell’eventuale lavoro di creazione.

Fareste costruire un grattacielo a un architetto senza esperienza? Se la risposta è no pensate che il sito sarà la vostra “casa” in rete e quindi la conoscenza e valutazione dei lavori precedenti di chi la “costruirà” sarà molto importante.

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Va fatto “responsivo”?

Prima di tutto chiariamo di cosa stiamo parlando. Negli ultimi anni l’uso di internet si sta spostando sempre più da desktop a mobile. Cioè, nella maggior parte dei casi, andiamo on line con i cellulari e il sito, che deve adattarsi allo strumento che usiamo, sarà definito responsivo.

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cosmesi

G

di Elisa Da Vinci

li oli

essenziali Attivi ed efficaci, questi ingredienti di derivazione vegetale hanno numerose applicazioni ma devono essere utilizzati con le dovute precauzioni

Molecole piccole e per questo facilmente assorbibili dalla pelle, con attività molto efficaci, una profumazione particolare e caratteristiche che agiscono nel cervello e nel corpo umano stimolando impulsi fisici, chimici e psichici veramente notevoli. Sono queste le peculiarità degli oli essenziali, una categoria di prodotti molto usata nel mondo cosmetico e che sviluppa un ponte virtuale tra il mondo dell’Aromaterapia e le tradizioni etnobotaniche e naturali e, secondo gli esperti, hanno in serbo an-

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cora molte sorprese sia per chi li studia sia per chi li utilizza. Gli oli, in generale, si differenziano in fissi (come quello di oliva, di mandorle o di argan, che provengono soprattutto dai semi e se ne conoscono una cinquantina) con una composizione chimica fatta di trigliceridi, acidi grassi, Omega 3, Omega 6 che danno emollienza e, appunto, gli oli essenziali (alcune centinaia) che sono, invece, molecole più piccole e volatili (quali terpeni, alcooli, eccetera) e possono essere estratti da varie parti della

pianta (tabella 1) caratterizzati da un profumo. Questi oli si sciolgono nei grassi (non nell’acqua) e raggiungono il nostro olfatto proprio perché profumati (lavanda, timo, rosa, narciso, gelsomino, cannella, eccetera). Per le loro caratteristiche quindi, gli oli essenziali con il loro profumo a livello del cervello generano degli impulsi e fanno sviluppare una memoria olfattiva ma, attraverso la pelle, possono anche stimolare gli ormoni, potenziare il rilascio di sostanze chimiche come le endorfine, con


APPLICAZIONI E ATTIVITÀ «Gli oli essenziali hanno tre possibili applicazioni», spiega Carla Scesa, docente di Chimica dei prodotti cosmetici all’Università Cattolica di Roma e di Cosmetologia all’Università degli Studi di Siena, «poiché possono essere ingeriti, possiamo annusarli e possono essere applicati sulla pelle. Dal punto di vista dermocosmetico possiamo inalarli e spalmarli sulla cute e, a seconda del tipo di olio, avremo azioni diverse. Sono in realtà ingredienti multiuso poiché possono essere utilizzati sul corpo, sulle gambe, sul viso, sulle mani, sui capelli e il cuoio capelluto. Le azioni che vengono accreditate agli oli essenziali sono moltissime ma quelle sperimentalmente accer t ate sono: antibatter ica, antifungina e disinfettante (per esempio da parte dell’olio essenziale di lavanda); quella che agisce sul microcircolo riattivandolo (per esempio l’olio di capsico); l’azione antiossidante, antiradicali liberi e quindi antinvecchiamento (achillea, gelsomino, mimosa, tuberosa). Da queste derivano funzionalità cosmetiche quali l’azione anticellulite (cacao, caffè, rosmarino); quella deodorante (lavanda, ginepro, timo, limone, legno di sandalo); l’azione rilassante, specie attraverso i massaggi (rosmarino, timo, basilico) o, viceversa, quella stimolante (maggiorana, pepe nero) e riattivante per corpo, gambe e piedi (eucalipto, ginepro, senape, timo), rinfrescante

(menta), schiarente sulle discromie della pelle (elicriso e rosa), elasticizzante (olio di sandalo) ma anche azioni su capelli e cuoio capelluto come anticaduta (olio essenziale di rosmar ino), antifor fora o riequilibrante della produzione di sebo».

cosmesi

una valenza fisiologica ma anche psicologica perché ci sono alcuni di questi ingredienti che calmano e inducono una sorta di benessere e di relax.

QUALI PRECAUZIONI Proprio perché questi oli essenziali sono molto attivi devono essere utilizzati con precauzione. É ancora Scesa a sottolineare il perché: «Dato che questi oli sono molto attivi e assorbiti velocemente vanno usati in piccole quantità e sono da sconsigliare ai bambini, alle donne in gravidanza e a chi ha una pelle particolarmente sensibile e sicuramente a chi ha tendenze allergiche. In cosmetica, in effetti, le formulazioni che li contengono sono in basse concentrazioni (0,1/0,2 per cento, a volte lo 0,5) o, nei prodotti da sciogliere nella vasca da bagno, l’uso può arrivare fino al 3 per cento. Si tratta infatti di molecole molto potenti e molto attive e vanno evitate nel caso ci sia pericolo di stress cutaneo e di allergia. Inoltre, vanno evitati se ci si espone al sole perché potrebbero macchiare la pelle».

Tabella 1 Gli oli essenziali possono essere contenuti in varie parti della pianta quali: sommità fiorite (lavanda, rosmarino, timo); fiori (camomilla, arancio, gelsomino, violetta); foglie (basilico, eucalipto, verbena); frutti (anice, finocchio, pepe, ginepro, vaniglia); scorza di frutti (arancio, bergamotto, limone); radici e rizomi (iris, zenzero).

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cosmesi Sempre secondo Scesa, dato che gli oli essenziali possono essere utilizzati su corpo, viso e capelli e, spesso, per uso estetico (maschere, massaggi, trattamenti contorno occhi, anticellulite, eccetera) è necessario assicurarsi che la persona trattata non sia allergica e quindi consiglia di effettuare un test di tollerabilità cutanea. «Gli oli essenziali sono una categoria di ingredienti estremamente interessante per la loro azione fisiologica e psicologica», aggiunge, «e, con la globalizzazione, il numero di questi prodotti si è notevolmente allargato. Per questo motivo è indispensabile prestare attenzione alla qualità, alla determinazione chimica, alla composizione e al metodo estrattivo. Ci sono vari metodi ma il migliore è quello della distillazione in corrente di vapore. Da evitare, invece, quella che utilizza solventi che potrebbero rimanere “intrappolati” negli oli stessi».

LE INFORMAZIONI INDISPENSABILI Va anche sottolineato che gli oli essenziali si ossidano facilmente e quindi va prestata attenzione alla data di scadenza e ne va consigliato l’uso, preferibilmente, nella forma pura ma diluiti in un veicolo cosmetico (crema, olio, eccetera) che ne riduca la potenza e ne favorisca la spalmabilità. «Il farmacista che consiglia un olio di questo tipo», puntualizza Scesa, «deve poter contare su tutte le garanzie fornite dall’azienda produttrice e richiedere, oltre ai test analitici, anche quelli di tollerabilità cutanea. De-

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ve avere un’idea della potenzialità di questi prodotti, deve sapere che sono molto efficaci e pretendere, da chi glieli fornisce, tutti dati farmaco tossicologici oltre che l’origine e la sicurezza dell’ingrediente. Del cliente a cui dovrà venderlo deve conoscere la tipologia di epidermide e, soprattutto, se ha una tendenza a sviluppare fenomeni allergici». Per il farmacista è poi importante conoscere la descrizione dei vari oli essenziali che, per convenzione, vengono descritti con il loro nome latino, accompagnato, in genere, dalla parte di provenienza e meglio ancora da alcuni dati indicativi, come mostrato nella tabella 2. La numerosità degli oli essenziali, come è stato ribadito, è in continuo aumento proprio perché questi ingredienti possono arrivare da tutto il mondo (continenti come

Asia e Africa, per esempio, ne hanno moltissimi) e proprio per questo va attuata, in virtù della difesa della qualità, che si traduce poi nella sicurezza d’uso, una corretta sorveglianza sulla filiera produttiva. «L’habitat e il cultivar delle piante, dei fiori, dei frutti da cui sono estratti gli oli essenziali sono molto importanti sotto il profilo della qualità e della sicurezza», conclude Scesa, che rivela di avere una passione per l’olio essenziale di gelsomino come stimolante delle funzioni cerebrali, «ma, altrettanto, lo sono i metodi estrattivi, quelli di conservazione (stoccaggio, contenitori, stabilità nel tempo, eccetera) e tutta la filiera che porta questi prodotti dalla materia prima fino al loro utilizzo. Senza dimenticare che resta fondamentale l’osservazione delle reazioni cutanee di chi poi impiegherà oli e prodotti sulla propria pelle».

Tabella 2 Informazioni che identificano un olio essenziale Nome botanico (e nome comune); eventuale caratterizzazione chemiotipica; parte della pianta usata; luogo di raccolta; metodo di estrazione; data di estrazione; data di scadenza; eventuali operazioni effettuate sull’olio grezzo (deterpenazione, eccetera); cautele (uso interno, bambini, gravidanza, eccetera).


iniziative

di Giuseppe Tandoi

Comunicare

la salute

Un incontro a Milano per presentare il nuovo Dica33, portale di Edra rivolto al pubblico. I dilemmi della post verità

Fake news, post verità sono ormai diventate parole chiave di una comunicazione digitale invasiva e onnipresente, bulimica di contenuti da divulgare senza troppe verifiche e quindi ad alto rischio di contaminazioni, di falsità, appunto, in grado di creare negli utenti convinzioni errate e spesso pericolose. Un caso per tutti, il più attuale, quello delle vaccinazioni, per una parte dell’opinione pubblica sempre meno necessar ie. “La comunicazione della salute nell’era della post-verità” è stata al centro dell’incontro tenutosi a Milano per presentare il rinnovato Dica33 (www.dica33.it), il portale di salute di Edra rivolto al grande pubblico; a discuterne il giornalista Gad Lerner, l’ex direttore generale Aifa e docente a Miami Luca Pani e il docente del Cnr Gilberto Corbellini.

UN DIALOGO DIFFICILE Vola subito alto Lerner, ricordando l’esperienza della malattia narrata da Tiziano Terzani nel suo ultimo libro (Un altro giro di giostra), nel quale fa intendere come le punte più avanzate della ricerca medica - i centri oncologici di New York dove si è curato - in realtà rappresentino il modello più alto di una concezione meccanicistica della medicina (i medici come “aggiustatori”) che trascura la dimensione olistica del paziente. E allora, si chiede Lerner, «non è che alla base di fenomeni deteriori come quelli della credulità verso qualsiasi stupidaggine propagata da internet vi sia anche un progressivo distacco tra il cittadino e la classe medica, l’industria farmaceutica, interlocutori che non suscitano più come

un tempo fiducia e apprezzamento?» Proliferano, infatti, le associazioni dei pazienti, che nascono proprio con l’obiettivo di rappresentare con maggior forza le istanze dei malati nei confronti di istituzioni un po’ “sorde”. «La farmaceutica oggi è in grado di curare patologie una volta mortali», sottolinea Pani, «come anche di eradicare virus che qualche anno fa non erano stati nemmeno scoperti. Cos’è che non funziona, allora? La comunicazione. Gruppi farmaceutici che investono milioni di dollari a questo scopo non sanno raccontare all’esterno la loro attività. Quasi si vergognassero di quello che fanno». Corbellini, da parte sua, si concentra sul rapporto medico-paziente, ricordando un’indagine americana della seconda metà degli anni Novanta secondo cui il rischio per un medico di essere denunciato dal proprio paziente è inversamente proporzionale al tempo che gli dedica durante la visita: «La soglia fatidica, sotto la quale non bisognava mai scendere era quella di tredici minuti e venti secondi, mentre la durata verso cui puntare era di diciotto minuti». Lerner rilancia affermando che «il tema della complessità è stato violentato dallo specialismo, di cui fa parte anche l’attitudine anglosassone a quantificare tutto, a classificare i comportamenti umani in funzione di un dato scientifico». Ma questo non tiene conto di una sensibilità diffusa che cerca che cerca più di ogni altra cosa il contatto umano con l’operatore sanitario. Un aspetto inquietante dell’informazione on line che fa notare Corbellini: «l’utente non va su Google per farsi un’opinione

ma per trovare conferma dei suoi convincimenti». Il paradosso dei paradossi, suggerito da Pani: sapere più cose può portare a una riduzione delle possibilità di sopravvivere. Un esempio? In Africa i bambini sono in fila per sottoporsi alle necessarie vaccinazioni, mentre in alcuni Paesi occidentali – o in uno Stato importante come la California - si è costretti a legiferare per evitare che il tasso di vaccinazioni si abbassi troppo.

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what’s up

di Chiara Romeo

Samsung Wemogee

La prima app di messaggistica pensata per i pazienti colpiti da afasia, un disturbo che affligge 200mila persone solo in Italia, ma utile anche a tutti quelli che sono affetti da disturbi legati alla comunicazione verbale. Sviluppata con la collaborazione di Elio Clemente Agostoni, Direttore del Dipartimento Neuroscienze presso l’Ospedale Niguarda di Milano, funziona come una sorta di traduttore testo-emoji e viceversa. Il vocabolario dell’app comprende un archivio di più di 140 frasi relative ai bisogni primari, quelle prevedibilmente più utili per le comunicazioni dei pazienti afasici. Queste frasi sono state tradotte in sequenze logiche di emoji e suddivise in sei categorie di riferimento: vita quotidiana; mangiare e bere; sentimenti; aiuto, attività ludico-ricreative, ricorrenze e celebrazioni. La persona non afasica riceve il messaggio in forma testuale e potrà rispondere utilizzando parole scritte; allo stesso modo, il paziente afasico riceverà la comunicazione in forma di emoji.

Apoteca Natura CheckApp

Dall’interfaccia semplice e intuitiva, Apoteca Natura CheckApp include in un unico strumento tutti gli aspetti relativi alla salute: referti diagnostici, terapie, prevenzione, stili di vita e acquisto di prodotti in farmacia. La app è in grado di: ricordare al paziente quando assumere le terapie, grazie alla sua funzione di Promemoria Terapie; di salvare tutte le misurazioni inserite nel Profilo Salute creando comodi grafici che ne mostrano l’andamento nel tempo; di tracciare quanti passi vengono fatti durante la giornata; archiviare tutti i referti che è importante tenere sempre disponibili; a visualizzare gli ultimi acquisti in farmacia. Inoltre, grazie alla app è possibile ottenere vantaggi e promozioni nelle farmacie che aderiscono ad ApoCard. L’applicazione si completa con i Questionari di Prevenzione, già offerti dalle farmacie della rete Apoteca Natura, per identificare eventuali fattori di rischio e correggere gli stili di vita scorretti, con consigli professionali e personalizzati, mirati a migliorare lo stato di salute dell’individuo e a guidarlo in un percorso di prevenzione.

Brush DJ

Un’applicazione pluripremiata, oggi aggiornata, utile per impostare una corretta igiene orale di adulti e bambini. La app è dotata di un timer che riproduce per 2 minuti musica da dispositivi, servizi cloud o streaming per una durata efficace – ma meno noiosa – dello spazzolamento dei denti. Brush DJ è stata sviluppata da un dentista ed è ideale anche per i bambini. La app permette di impostare promemoria per: sostituire la testina dello spazzolino ogni 3 mesi, ricordarsi di spazzolare i denti almeno due volte al giorno; non dimenticarsi di passare il filo interdentale ogni giorno; pianificare le visite dall’odontoiatra, o dall’igienista dentale. È possibile scegliere il colore dello schermo e del timer per abbinarlo al colore dello spazzolino da denti, o semplicemente per scegliere il colore preferito. Sono inclusi brevi video animati che mostrano come effettuare operazioni di igiene orale di base. Contiene informazioni specifiche per fascia d’età secondo le indicazioni pubblicate dal ministero della Sanità della Gran Bretagna.

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il libro

di Giuseppe di Luca Tandoi Pani

Il tempo che

fu

Una bella pubblicazione del Fai sull’albergo Diurno Venezia di Milano L’opera meritoria del Fondo Ambiente Italiano è riconosciuta da tutti. E come potrebbe non esserlo: recuperare e valorizzare il patrimonio artistico-culturale del Paese è fondamentale sia per un’ovvia ragione di custodia della memoria nazionale sia per ragioni più meramente turistiche, altrettanto rispettabili in quanto contribuiscono in misura non marginale al nostro Pil. Nel 2014 il Comune di Milano ha affidato al Fai il recupero dell’Albergo Diurno Venezia di Milano, inaugurato nel 1926, quando vide tra i suoi progettisti anche Piero Portaluppi, nome illustre dell’architettura novecentesca. Questi locali sotter ranei - che oggi si trovano in corrispondenza della fermata Venezia della metropolitana milanese - si avvalsero di splendide decorazioni, finalizzate a rendere ancor più piacevole la sosta del viaggiatore che passava da Milano. Un elenco: 47 bagni riscaldati, con docce e vasche da bagno; servizi di stenodattilografia; agenzia viaggi; ufficio cambi; parrucchiere per uomo e donna; sartoria, lavanderia e stireria… Insomma un’occasione di ristoro a 360 gradi, per il vian-

dante in cerca di relax. Tutto questo fino al 1994, quando l’Albergo comincia a declinare e a spegnersi, con la progressiva rovina di locali e arredi. L’affido al Fai costituisce, quindi, un’occasione irripetibile di rilancio per uno degli ambienti più caratteristici della Milano del Novecento, dal punto di vista sociale e, in senso lato, antropologico. Oggi l’Università Statale e il Politecnico di Milano stanno collaborando per un progetto complessivo di restauro e di recupero dell’Albergo, affinché i cittadini milanesi (e non solo) possano vederlo tornare agli antichi splendori e che esso possa ospitare eventi culturali all’altezza della sua tradizione. Questo volume Fai, sostenuto da Phyto, racconta dell’Albergo di ieri e di quello di domani. Un bellissimo libro, ricco di immagini, la cui lettura si consiglia ai nostalgici della vecchia Milano. Ultimo suggerimento: chi voglia capire come erano i diurni di un tempo si guardi Il segno di Venere, un film di Dino Risi del 1955, che in un diurno ambienta alcune scene, con, tra i protagonisti, Franca Valeri, Vittorio De Sica e Peppino De Filippo.

ALBERGO DIURNO VENEZIA Storia, architettura e memoria nel sottosuolo di Milano

Fai, 2017, pp. 326

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Legale

I

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

l prezzo

E-commerce dei medicinali

La Corte comunitaria censura i prezzi uniformi dei medicinali in Germania

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È passata ai più sotto silenzio la decisione IL FATTO della Corte di giustizia dell’Unione Europea, Un’associazione tedesca di volontariato Prima Sezione, 19 ottobre 2016, C-148/15, per la tutela dei pazienti affetti dal morDeutsche Parkinson Vereinigung, secondo bo di Parkinson ha convenuto con le farcui «l’articolo 34 Tfue deve essere interpremacie olandesi del gruppo Doc Morris tato nel senso che una l’utilizzo di un sistenormativa nazionale la fissazione ma di benefit in favoche preveda la fissaziore dei propri associati di prezzi ne di prezzi uniformi nell’acquisto presso uniformi per la vendita, da partali farmacie dei medite delle farmacie, di è compatibile cinali destinati alla remedicinali per uso con la libera lativa terapia che in umano soggetti a preGer mania sono dicircolazione scrizione medica, conspensabili su prescridelle merci figura una misura di zione medica nelle effetto equivalente a farmacie “tradizionaprevista una restrizione quantidai trattati? li”, ma anche per cortativa all’importazione rispondenza. Avverso ai sensi di detto articolo, dal momento che un tale accordo è insorta avanti il Tributale normativa incide maggiormente sulla nale (civile) di Dusseldorf una associavendita di medicinali soggetti a prescriziozione per la tutela della concorrenza, ne da parte delle farmacie stabilite in altri sostenendone l’illegittimità per la violaStati membri dell’Unione europea rispetto zione della normativa tedesca che impoalla vendita di tali medicinali da parte delle ne il rispetto di prezzi uniformi di farmacie stabilite nel territorio nazionale, né vendita dei medicinali soggetti alla pretale misura può essere giustificata alla luce scrizione medica e ottenendo un provvedell’obiettivo della tutela della salute e della dimento di divieto di utilizzo di un tale vita delle persone ai sensi di detto articolo, sistema di benefit, che è stato però imdal momento che tale normativa non è idopugnato dalla associazione di volontanea a conseguire gli obiettivi perseguiti». riato avanti la Corte d’appello (civile) di La pronuncia può interessare il commerDusseldorf, la quale ha sollevato la quecio on line dei medicinali di produzione stione pregiudiziale comunitaria avanti tedesca e merita pertanto un approfonalla Corte di giustizia della Unione Eurodimento. pea, chiedendo «se la fissazione di prez-


Legale zi uniformi di vendita dei medicinali soggetti alla prescrizione medica da parte delle farmacie, disposta da una normativa nazionale a tutela della salute, sia compatibile con la libera circolazione delle merci di cui agli articoli 34 e 36 del Tfue».

IL DICTUM La Corte di giustizia europea è andata ben oltre al giudizio di compatibilità tra i principi relativi alla tutela della concorrenza e del mercato e quelli relativi alla tutela della salute pubblica che incidono sul rapporto tra la normativa nazionale e quella comunitaria, mettendo in discussione che la legislazione tedesca sulla fissazione dei prezzi uniformi dei medicinali soggetti alla ricetta medica a garanzia della sanità pubblica sia idonea a conseguire tale scopo, in quanto: a) l’imposizione di prezzo colpisce/colpirebbe maggiormente le farmacie tradizionali ubicate negli altri Stati membri della Unione europea, e ciò potrebbe ostacolare in misura più grave l’accesso al mercato tedesco dei “prodotti” (medicinali) provenienti da altri Stati membri rispetto a quello dei prodotti nazionali, atteso che la vendita per corrispondenza configura il mezzo più importante, se non addirittura l’unico, per accedere direttamente al mercato tedesco e che la politica dei prezzi può rappresentare per

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Legale 54

Occhiali da vedere per vedere: Die Weihe des Hauses Il trasferimento dello studio fiorentino che conduce questo osservatorio legale nei nuovi locali incastonati sulla cerc h i a d i mu r a d’A r n o l fo c h e n e delimitavano il porto fluviale dei renai di là d’Arno e ne conservano ancora in tale punto il camminamento e le inferriate del corpo di guardia che ora, come studio legale, ne ha mantenuto freudianamente la destinazione ma nell’ottica dell’articolo 24 della Costituzione, fa venire in mente a qualche suo frequentatore presbite, ma anche ben informato, l’Ouverture per la consacrazione della casa, opus 124, composta e diretta da Beethoven nel settembre 1822 in occasione della apertura dello Josphstadttheater di Vienna, ricevendo un’accoglienza non comune che ha condotto a una replica per tre serate consecutive. Per la sua novità di concezione l’overture rappresenta, secondo

Carli Balolla, un unicum dell’intera opera sinfonica beethoveniana in cui si profilano non tanto la Nona sinfonia o la Missa, quanto i fantasmi dello studio sul nome di Bach con i suoi cataclismi sonori. Mentre Cappelletto la ritiene un omaggio a Haendel reso in un linguaggio a questi familiare: il contrappunto, che Beethoven non si limita a citare, ma inventa con il pianissimo dei fiati nella Marcia introduttiva, il maestoso Sostenuto che seg ue, la fanfara di trombe e fagotti e il passaggio degli archi soli che preludono alla creazione polifonica dell’Allegro con brio, la ripresa del tema variato in altezza e sonorità col dilagare di tutta l’orchestra nello sfolgorio del Do maggior finale che supera ogni concessione tematica ed il suono si afferma come una pura forza. Buon ascolto da Firenze, Via del Giardino Serristori, 2.

le farmacie per corrispondenza un parametro concorrenziale più significativo rispetto alle farmacie tradizionali, le quali sono maggiormente in grado di dispensare consulenze individuali ai pazienti e di assicurare la fornitura di medicinali in caso di urgenza; b) rimane tutto da dimostrare in che modo il fatto di imporre prezzi uniformi consenta di garantire una migliore distribuzione geografica delle farmacie tradizionali in Germania, quando al contrario taluni elementi sembrano piuttos to sugger ire che una maggiore concorrenza sui prezzi tra le farmacie sarebbe vantaggiosa per l’approvvigionamento uniforme di medicinali, in quanto ciò promuoverebbe l’insediamento di farmacie in regioni in cui l’esiguo loro numero consentirebbe una fatturazione di prezzi più elevati; c) le farmacie per corrispondenza, in assenza del regime dei prezzi uniformi in questione, potrebbero porre in atto una

concorrenza sui prezzi tale per cui certi servizi essenziali, come le cure d’urgenza, non potrebbero più essere garantiti in Germania a causa della conseguente diminuzione del numero delle farmacie territoriali: infatti, altri parametri di concorrenza, quale il fatto di dispensare consulenze individuali ai pazienti, potrebbero eventualmente consentire alle farmacie tradizionali di restare competitive; d) potrebbe anche verificarsi che, a fronte di una concorrenza sui prezzi da parte delle farmacie per corrispondenza, le farmacie tradizionali potrebbero essere persino indotte a sviluppare maggiormente talune attività d’interesse generale, quali la preparazione di medicinali galenici su ricetta medica; e) una concorrenza su prezzi potrebbe essere infine vantaggiosa per il paziente, dato che consentirebbe eventualmente di offrire, in Germania, i medicinali soggetti a prescrizione a prezzi più favorevoli da quelli attualmente imposti.

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va ribadito che il medicnale non è una merce come le altre ma il contenuto di una prestazione sanitaria

IN CONCLUSIONE Tutto questo viene espresso in termini apodittici a monte del postulato contrasto di una tale restrizione quantitativa del mercato postulata dalla legislazione tedesca con i principi comunitari sulla libera circolazione delle “merci”, che privilegiano di per sé i diritti dell’impresa dell’homo faber rispetto ai diritti della persona dell’homo liber. Il che avvalora a contrariis un giambo ben noto ai frequentatori presbiti di questo osservatorio legale (Punto Effe n. 5/2004: “E-commerce, no grazie”) secondo cui il medicinale, ogni medicinale, non è una “merce” da vendere, ma il contenuto di una prestazione sanitaria affidata alla professione farmaceutica che assicura un servizio pubblico e sociale a tutela della qualità e della dignità della vita attraverso la cura della salute la terapia del dolore, che viene svolto dalla “rete” delle farmacie pianificate sul territorio e non già dalla “rete” delle farmacie per corrispondenza, che non lo può assicurare con la medesima continuità temporale e territoriale (Corte Costituzionale, 4 febbraio 2003, n. 27), per la “contraddizione che non consente” di ricondurre - come fa la Corte europea - l’immagine dell’homo vitruviano di Leonardo nella sua immagine imprigionata nella moneta di un Euro o peggio ancora nel Mercurio del Giambologna che porta il caduceo d’Hermes e non il bastone d’Esculapio.


social

di Chiaradi Romeo Autore

Affaire

vaccini Le prenotazioni per la copertura vaccinale si faranno in farmacia Non è passato l’emendamento D’Ambrosio Lettieri, Mandelli, Rizzotti, al cosiddetto Decreto Vaccini, che avrebbe dato possibilità di far entrare il medico in farmacia per vaccinare. La proposta aveva suscitato un certo dibattito tra i farmacisti e tra i medici sui social oltre che a livello istituzionale. Il presidente di Federfarma Verona, Marco Bacchini, attraverso la pagina Fb ufficiale, aveva pubblicato un comunicato stampa sulle «Vaccinazioni in farmacia fondamentali per allargare la copertura vaccinale». Precisando come la farmacia sia in grado di offrire «Un necessario servizio al cittadino». E proseguiva «La farmacia avrebbe il compito di mettere a disposizione di medici, infermieri e pazienti, spazi idonei dal punto di vista igienico-sanitario e facilmente raggiungibili. (…) quindi tutte le professionalità coinvolte opererebbero rispettando il proprio ruolo per il bene della comunità». Mentre nella sua pagina il senatore Andrea Mandelli rispondeva con una comunicazione a seguito dell’intervento della FNOMCeO - che aveva detto no ai medici in farmacia. «Innanzitutto» scriveva il Presidente della FOFI «non si tratta in alcun modo di

un accaparramento di prerogative di altre professioni sanitarie, in quanto sarebbe comunque il medico a sovraintendere all’inoculazione». E continuava «La possibilità prevista dall’emendamento D’Ambrosio Lettieri, Mandelli, Rizzotti, è stato motivato innanzitutto dalla necessità di aumentare la copertura vaccinale a fronte di una situazione non ottimale. A fronte della reintroduzione dell’obbligatorietà delle vaccinazioni, dell’aumento del numero delle vaccinazioni stesse e della necessità di ottemperare alle previsioni di legge in tempi contenuti, la possibilità di disporre di un presidio sanitario dove il medico può effettuare solo e soltanto l’atto professionale cui si riferisce il decreto può certamente contribuire a snellire le procedure e, soprattutto, può offrire un punto di riferimento nelle località a minore intensità di strutture sanitarie. Non crediamo che questa disposizione possa compromettere la tracciabilità della pratica vaccinale: da decenni, ormai, i farmacisti di comunità assicurano la tracciabilità di milioni di prescrizioni ogni anno». Se le pagine ufficiali avevano voce unanime nel commentare positivamente l’e-

mendamento, diverse sono state le reazioni dei farmacisti sui social. Su un gruppo di confronto, i pareri erano opposti: «Ottimo», scriveva un collega, «Ritengo possa limitarsi solo ad alcuni vaccini» rispondeva un altro; «Fanno bene i medici a dire no! Io da farmacista sono contraria!» ribatteva una collega, e un altro aggiungeva perplesso «…plauso?» ad un titolo di Farmacista33.it «Vaccinazioni in farmacia, plauso dai farmacisti, ma i medici dicono no». Il Decreto senza l’emendamento è stato approvato al Senato con 171 voti favorevoli, 63 contrari e 19 astenuti e deve ora, mentre la rivista va in stampa, effettuare l’ultimo passaggio alla Camera. È invece passato un altro emendamento che consente, su decisione Regionale, di prenotare gratuitamente gli adempimenti vaccinali nelle farmacie convenzionate aperte al pubblico e collegate con i centri unici di prenotazione (Cup). Questo avverrà in via sperimentale e, per ora, solo per l’anno scolastico 2017-18. Inoltre le farmacie saranno coinvolte in iniziative di comunicazione sulle vaccinazioni. Per ora i farmacisti sui social non commentano la notizia.

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Spigolature

I venticinque anni di Solgar

Si è conclusa con successo la quinta edizione del Solgar Masterclass, tenutasi presso il Palazzo della Ragione di Padova. L’evento è stato anche l’occasione per celebrare il venticiquesimo anniversario di attività di Solgar Italia Multinutrient S.p.A. Più di mille partecipanti hanno assistito ai contributi e alle

relazioni di relatori di altissimo prestigio come Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore, Giovanni Scapagnini, medico esperto di neuroscienze e ricercatore di fama internazionale e Immaculata De Vivo, docente alla Scuola di Medicina di Harvard. Sulla scia del grande interesse manifestato dai parteci-

panti al Masterclass 2017, Solgar Italia ha deciso di sponsorizzare il corso di altissima formazione in Nutraceutica Applicata, organizzato da Cnm Italia sotto il coordinamento scientifico del professor Giovanni Scapagnini e il patrocinio di Feder farma Lombardia e Sinut (Società italiana di nutraceutica), che

si terrà a Costermano (VR) dal 28 settembre al 1 ottobre 2017. Un team di docenti e professionisti qualificati garantiranno una formazione interdisciplinare ad ampio spettro sugli ambiti di applicazione della nutraceutica. Per informazioni consultare il sito www.cnmitalia.com.

Congresso nazionale Sifap a Napoli

Si tiene a Napoli dal 29 settembre al primo ottobre il sesto Congresso nazionale della Società italiana farmacisti preparatori. Il congresso nasce con l’intento di raccogliere le più attuali esigenze terapeutiche espresse da associazioni di malati e medici e la necessità di trovare una risposta personalizzata con l’allestimento di un medicinale magistrale appropriato a garanzia della terapia. Il congresso svilupperà non solo questa crescente richiesta, ma approfondirà anche temi tecnici e altamente specifici con sessioni parallele che

si focalizzeranno su suggerimenti pratici per il laboratorio della farmacia. Come nelle passate edizioni sono previste, parallelamente alle giornate di lavoro, una sessione poster interamente dedicata a colleghi farmacisti che desiderino presentare un lavoro scientifico e un’area espositiva altamente specializzata nella galenica, con la presenza delle più importanti aziende del settore. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.sifap.org.

PharmEvolution 2017 a ottobre

Franco Berrino, epidemiologo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, una delle più autorevoli voci in ambito nutrizionale, parteciperà all’edizione 2017 di Pharmevolution, che si terrà dal 6 all’8 ottobre nel centro fieristico Le Ciminiere di Catania. Ber56

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rino si rivolgerà a una platea di farmacisti per sfatare alcuni falsi miti in tema di sana e corretta nutrizione. «La presenza di un esperto di fama mondiale, come Franco Berrino», precisa Gioacchino Nicolosi, ideatore di PharmEvolution, «è già un manifesto

d’intenti per questa settima edizione della manifestazione, che aggiunge alla tradizionale offerta fieristica e formativa, con i corsi Ecm e Fad, anche una proposta di alta formazione professionale per i colleghi che vogliono cogliere nuove sfi-

de. E tra queste la sfida nutrizionale, che può fare del farmacista un interlocutore qualificato e competente per fornire consigli anche nel settore della corretta e sana alimentazione, come già avviene per la cura della persona».


che ha a cuore la vita Si è tenuto nella capitale un evento benefico durante il quale Federfarma Roma ha donato quindici defibrillatori a società e gruppi sportivi della città, da anni impegnate attraverso lo sport nell’educazione di bambini e adolescenti. Un regalo particolarmente utile con l’entrata in vigore, anche per lo sport dilettantistico, dell’obbligo di dotarsi di defibrillatori e di personale formato per utilizzarli. L’occasione è stata la serata organizzata dal Comitato provinciale romano del Centro sportivo italiano alla presenza anche di Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale, e Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma e vice presidente di Federfarma nazionale. «I farmacisti romani», spiega Contarina, «si confrontano quotidianamente con la sofferenza e i bisogni delle comunità in cui vivono e lavorano. I quindici defibrillatori sono stati finanziati grazie alle donazioni ricevute durante Farma&Friends, l’evento benefico annuale che nella sua ultima edizione ha visto la partecipazione di oltre 1.500 farmacisti, al di sopra di ogni aspettativa. Anche la cifra raggiunta è stata enorme: in totale, le donazioni hanno superato gli 85.000 euro. Questi soldi sono stati destinati a diverse iniziative benefiche, tra le quali, appunto, l’acquisto dei defibrillatori, che serviranno a premiare alcune realtà della città di Roma quotidianamente impegnate nel formare alla vita i nostri bambini e ragazzi».

Spigolature

Lo sport

Fitwalking in gravidanza Le neomamme sono sempre più attente alla forma fisica e allo stile di vita da prima del concepimento fino all’allattamento. È giusto perciò parlare di un “progetto salute” per la mamma e il bambino che preveda da prima del concepimento fino all’allattamento uno stile di vita sano, con un’attività fisica come il Fitwalking, un metodo di camminata che si concentra, più che sullo sforzo, sulla corretta postura e sul ritmo dell’andatura, unito a una

dieta bilanciata e integrata. Italfarmaco con la linea di integratori Natalben, specificatamente studiati per ogni periodo della maternità, ha coinvolto Maurizio Damilano ex marciatore olimpico e ideatore di Fitwalking Italia nella selezione di cammini in dieci città italiane adatti alle donne in gravidanza e alle neo-mamme, che presentano caratteristiche simili: l’assenza di dislivello, l’assenza o la scarsa presenza di traffico e automo-

bili, la presenza di panchine eventualmente per fare una pausa, l’accessibilità con la carrozzina. Nel sito www.natalben.it si trovano il decalogo del Fitwalking, le schede dei dieci percorsi cittadini e le raccomandazioni di Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele di Milano.

Master Chiara Colomboa Torino Si sono aperte le iscrizioni per l’anno accademico 2017-2018 al Master universitario di secondo livello in Farmacia Territoriale “Chiara Colombo”. Il Master, che nasce dalla collaborazione tra Università degli Studi e Ordine dei Farmacisti ed è giunto alla settima edizione, ha per oggetto tutte quelle competenze che non fanno ancora parte del programma di studi accademico ma che so-

no imprescindibili per la pratica professionale in farmacia. Tra queste ricordiamo: la conoscenza dei principi economico finanziari dell’impresa farmacia, le nozioni di contabilità e quelle riguardanti la materia fiscale, le medicine non convenzionali, la bioetica ed altre; oltre alle lezioni frontali riguardanti gli argomenti precedenti, sono presenti interventi di singole personalità del

mondo della farmacia italiana che illustreranno case history relativi alle pratiche di eccellenza legate alla professione e ai fenomeni che li hanno maggiormente interessati negli ultimi anni. Anche per l’ottava edizione, grazie ai contributi dell’Ordine dei farmacisti di Torino, sarà possibile finanziare tre borse di studio a totale copertura della quota di iscrizione. Sono previsti massimo

trenta iscritti, con un numero minimo di quindici. Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 30 settembre 2017 seguendo le indicazioni presenti sul sito www.unito.it/didattica/immatricolazioni-e-iscrizioni/. Per informazioni: www.ordinefarmacisti.torino.it, www.mastertorinofarmacia.it

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Spigolature

Toscani nuovo managing director

di Alphega Pharmacy europa

Alphega Pharmacy ha annunciato la nomina di Giacomo Toscani nel ruolo di Managing Director per l’Europa. Toscani, che sostituisce Caitlin Sorrel, ha una grande esperienza nel mercato retail, avendo ricoperto ruoli di alto livello per grandi brand globali, quali Geox e Luxottica. Si è unito ad Alphega Pharmacy dopo aver ricoperto la carica di Head of franchising and partnership per l’area Emea del gruppo Fossil. Juan Guerra - senior vice president, Managing Director, International Wholesale di Walgreens Boots Alliance - esprime la sua soddisfazione per la nomina: «Sono davvero contento che un professionista come Giacomo, con una grande esperienza nel retail e con una profonda conoscenza del mercato europeo, si sia unito ad Alphega. Il suo lavoro sarà cruciale per un’ulteriore espansione del network in tutta Europa per fare in modo che tutti i nostri farmacisti traggano pieno vantaggio dalla loro affiliazione. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con lui».

Mickael Le Gall

acquisisce Mobil M Mickael Le Gall (nella foto), imprenditore indipendente, ha acquisito da Patrice Coupechoux, fondatore del gruppo omonimo, il suo marchio storico Mobil M, leader europeo nell’arredamento del punto vendita (67 dipendenti, 13,6 Milioni d’euro di fatturato nel 2016). L’acquisizione include la totalità delle attività commerciali e industriali del gruppo Mobil M: la sede di Nantes, quattro filiali

in Europa e uno stabilimento industriale a Machecoul, Francia. A 46 anni Le Gall prende le redini del leader europeo della progettazione e arredo del punto vendita farmacia, con la volontà di sviluppare i punti di forza del marchio Mobil M: progettazione architettonica, design di arredo, design grafico, analisi dei flussi e percorso cliente, produzione made in France e gestione del cantiere,

avvalendosi di una forte rete territoriale di architetti partner. Questa offerta propone un pacchetto completo al farmacista, permettendogli di concentrarsi sulla sua professione. «Controlliamo l’insieme della catena del valore e assicuriamo un supporto/accompagnamento durante tutte le tappe del progetto», assicura Le Gall.

Boiron chiude

i dossier registrativi Boiron Italia, filiale dell’azienda leader mondiale nella produzione e distribuzione di medicinali omeopatici, ha chiuso l’iter dei dossier registrativi, ed è in attesa di ricevere le prime Aic. «Dopo anni di continue proroghe, finalmente qualcosa si è mosso», commenta l’ad e presidente Silvia Nencioni (nella foto). «Sono vent’anni anni che lavoro per Boiron Italia e da allora ho vissuto in prima persona il proces-

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so di regolarizzazione: le aspettative e poi la frustrazione perché ogni volta non era mai quella buona. Nel mentre però, noi come azienda siamo andati avanti nel nostro progetto. Quando sono entrata in Boiron era impensabile immaginare che gli omeopatici entrassero a pieno

titolo negli ospedali, per esempio. Oggi in Italia questi farmaci sono sempre più utilizzati anche in ambito ospedaliero e con ruoli di tutto rispetto. Penso al supporto che possono dare in oncologia, dove vengono impiegati per diminuire gli effetti collaterali di chemioterapici e radio-

terapici, rendendo molto meno invasivi i trattamenti convenzionali necessari. Il processo di registrazione degli omeopatici rappresenta quindi una tappa importante della legittimazione di questi farmaci, soprattutto nel nostro Paese, dove sono spesso accusati di non dare le stesse garanzie di quelli che vengono comunemente chiamati farmaci “convenzionali».


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consigli

di Luigi Marafante

Dalle montagne

dell’Himalaya L’ALBERO DELLE MERAVIGLIE Moringa oleifera è una pianta appartenente al genere Moringaceae, nativa del subcontinente indiano, si è diffusa nelle aree tropicali e subtropicali grazie a una crescita molto rapida e una adattabilità sorprendente ad ampi range di situazioni avverse (siccità, monsoni, pH del terreno, ecc..). È una pianta dalle molteplici virtù dato che le

varie parti possono essere impiegate per diversi scopi. Le foglie e i semi di Moringa oleifera sono ricchi non solo di proteine, calcio, ferro, potassio, vitamine (particolarmente C ed E) e beta-carotene, ma anche di composti fenolici (flavonoidi, acidi fenolici) e bioattivi (glucosinolati, isotiocianati, alcaloidi, tannini e saponine), in grado di agire in

modo positivo sull’organismo. Moringa Oleifera Specchiasol è infatti indicata per migliorare il livello energetico e il tono generale, è utile per riequilibrare il peso corporeo ma non solo, agisce sul metabolismo dei lipidi e sulla funzione digestiva. Regola inoltre il processo di sudorazione e normalizza la circolazione del sangue. www.specchiasol.it

BRUME MICRONIZZATA DALLE ALPI Mancanza di sonno, stress, inquinamento, raggi UV e fumo mettono a dura prova il metabolismo cutaneo. Le imperfezioni causate dall’affaticamento danno l’impressione che la pelle non sia in buona salute, facendola apparire più vecchia di quanto in realtà non sia. La linea Skin Vitality offre una soluzione mirata: un trattamento vitaminico energizzante con un’elevata concentrazione di estratto di Albicocca Svizzera. Brume Micronizzata delle Alpi Anti-Fatica - arricchito di Acqua di Fiordaliso decongestionante, idrata, ammorbidisce e tonifica la pelle, da colorito più fresco e tratti riposati.

PETFOOD DI QUALITÀ PER I PICCOLI AMICI

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Frutto della ricerca scientifica SANYpet, le formulazioni ipoallergeniche e monoproteiche degli alimenti Forza10 Active Line sono oggi disponibili anche in farmacia per ripristinare e difendere ogni giorno il benessere e la vitalità di cani e gatti di tutte le taglie e le età. La Linea Active si basa su materie di alta qualità e purezza, prive degli inquinanti e residui farmacologici più tossici, ed esclude nei suoi ingredienti le carni provenienti da allevamenti intensivi. I prodotti Forza10 Active Line offrono formulazioni ipoallergeniche e monoproteiche arricchite con preziosi fitocomplessi dalle proprietà antitossiche, antiossidanti e depuranti. www.forza10.com


consigli

DERMOPROTEZIONE ATTIVA

RITUALE COREANO Dall’expertise fitocosmetica Alès Groupe e dalla conoscenza delle piante della farmacopea coreana nasce Jowaé, nuova marca dermocosmetica naturale ed efficace. Jowaé, armonia in lingua coreana, risponde all’esigenza di ristabilire l’equilibrio vitale della pelle dalle aggressioni quotidiane (inquinamento, stress, fattori ambientali). La pelle, riequilibrata, ritrova la sua armonia naturale e rivela la sua luminosità originaria. I lumifenoli antiossidanti estratti dal Sempervivum tectorum, grazie all’elevato contenuto in antiossidanti, regolano e riattivano i meccanismi biologici della pelle proteggendola dalle aggressioni quotidiane. www.alesgroupe.com

Dermasol Dermoprotezione Attiva è stata formulata per la protezione solare di soggetti con fototipi cutanei bassi (tipo I e tipo II) o per soggetti con fototipo cutaneo più elevato (III-IV) che necessitano di protezione elevata (fotosensibilità, macchie cutanee o elevata frequenza di esposizione solare in alta montagna o zone tropicali). La sua formulazione è specifica per proteggere la cute dai danni causati dai raggi ultravioletti e contrastare l’invecchiamento fotoindotto. Il sistema di filtri solari scelti garantisce una protezione sicura, permettendo di esporsi al sole secondo le indicazioni, riducendo il rischio di scottature. www.dermasol.it

PREVENZIONE E CURA PER LA DISIDRATAZIONE Le compresse O.R.S contengono una combinazione bilanciata di glucosio, minerali essenziali ed elettroliti. Create da Clinova e frutto di uno studio effettuato dall’Università di Oxford basato sulle linee guida dell’Oms, forniscono la migliore combinazione di glucosio, elettroliti e minerali essenziali

in grado di favorire l’assorbimento di sodio, da cui dipende l’ottenimento di un’adeguata idratazione. L’efficacia di O.R.S dipende dal trasportatore sodio-glucosio, una proteina che si trova nell’intestino tenue e favorisce il trasporto di sodio e glucosio attraverso la membrana luminale.

IL RIMEDIO CELERE AI DISTURBI DELLA REGIONE ANALE

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Celevis Gel è il dispositivo medico di Nathura, a base di acido ialuronico ed estratti naturali, per il trattamento coadiuvante dei sintomi associati a patologia emorroidaria, ragadi anali e proctiti. L’acido ialuronico, i fattori di crescita del colostro e la frazione triterpenica dell’estratto di Centella asiatica, favoriscono un’azione riparativa e protettiva della mucosa anale e dell’epitelio perianale. L’estratto idroglicerico di Hamamelis virginiana, lenitivo, s’inserisce in tale sinergia e contribuisce all’azione eutrofica sul tessuto connettivo del microcircolo e alla modulazione della componente infiammatoria. www.nathura.com

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Zylkène è un mangime complementare per cani e gatti, non è quindi un farmaco, ma un prodotto naturale a base di alfa-casozepina, una molecola derivata dal latte, utilizzata per i suoi effetti benefici e calmanti che assicurano un buon rilassamento e il benessere animale. È un valido aiuto per gli animali che devono adattarsi a nuovi ambienti e situazioni, quali viaggi e vacanze, ma anche traslochi, i temporali oppure i fuochi artificiali, l’arrivo di un nuovo amico nella casa o di un neonato. Zylkène è un prodotto appetibile: si presenta sotto forma di capsule apribili che contengono una polvere palatabile, gradita sia ai cani che ai gatti. www.zylkene.it

consigli

IN VIAGGIO CON IL CANE E IL GATTO

CAPELLI SANI E FORTI ANCHE IN ESTATE In estate è più difficile preservare la salute e la bellezza dei capelli: il caldo, i lavaggi frequenti, i bagni in mare o in piscina li indeboliscono e li sfibrano. Per questo necessitano di trattamenti ad hoc che sappiano offrire loro nutrimento e protezione. L’Erbolario, propone tre formule innovative specificatamente studiate per proteggere e reidratare i capelli spenti e sfibrati: Sole e Aria Aperta - Velo Solare, con Monoi & olio di cocco, olio protettivo per capelli; Miglio e Soja - Shampoo all’estratto di miglio e alla soja, per lavaggi frequenti e come coadiuvante nella prevenzione della caduta dei capelli; Miglio e Soja – Ristrutturante, fluido al miglio e al germe di grano.

IL DENTIFRICIO GEL PER I BAMBINI Il Dentifricio Baby JOY 6-12 anni di tau-marin è il nuovo dentifricio in gel adatto per l’igiene e la cura dei denti dei bambini nella fase della dentizione mista. È studiato appositamente per proteggere i denti dall’insorgenza della carie grazie ai derivati del fluoro, inoltre il pantenolo e il bisabololo donano un effetto www.erbolario.com

lenitivo delle gengive. È la novità della linea bambini tau-marin che affianca il dentifricio Baby Smile 0-5 anni e gli spazzolini JOY e Baby Smile. Lenisce le gengive e protegge dalla carie, al piacevole gusto menta delicata, per facilitare l’approccio all’igiene orale quotidiana dei più piccoli. www.tau-marin.it

RIGENERA LE TUE GIORNATE Meritene Regenervis è l’integratore di magnesio e potassio, con vitamine e minerali antiossidanti, specificamente sviluppato per rispondere ai bisogni nutrizionali degli adulti attivi, e contiene: magnesio

che contribuisce al normale metabolismo energetico, all’equilibrio elettrolitico e alla riduzione di stanchezza e fatica; potassio, che contribuisce alla normale funzione muscolare. Contiene inoltre antiossidanti

come la vitamina C e B2, zinco e selenio, che contribuiscono alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Contiene inoltre coenzima Q10, luteina e resveratrolo estratto da Vitis vinifera. www.nestlehealthscience.it

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di Luca Pani

The Blind Spot

Pazienti

come me La nuova farmacovigilanza passa anche dai social network anzi è parecchio difficile, a meno che a stiCome abbiamo visto molarci non siano gli “amici”, anche quelli nell’ultimo articolo di queche incontriamo seppur virtualmente sui sta serie, attraverso una social network e che, tuttavia, secondo disemplice domanda poversi ricercatori possiedono una importantremmo scoprire quanto il te un’influenza sulla vita “reale” tanto da paziente sia interessato poter essere usati per fare persino sperialla sua metamorfosi in mentazioni cliniche. Forse il network più faconsumatore e quanto, moso da questo punto di vista è Patients nel caso, voglia - rinunlike me, una rete sociale nata in America ciando al modello paternel 2004 come punto d’innalistico nella relazione contro tra persone affette con medici e farmacisti vedere riconosciuti i suoi a sollecitare da malattie anche molto gravi e che ora conta circa sacrosanti diritti ma ani corretti 500.000 membri. L’impatche assumersi responstili to di un network come sabilità e doveri che di vita questo sulle scelte quotiderivano da questo nuosono sempre diane è di almeno due o vo ruolo. Essere “solo” più spesso tre volte maggiore rispetpazienti non basterà di to a quello dei social netcerto. Bisogna diventare gli “amici” work generalisti come interlocutori informati, inin rete Facebook o Twitter. Che telligenti e pronti a provtutto questo abbia un rilievedere con tutta una vo per i farmacisti si capisce dalla recente serie di dati e di informazioni alla generacollaborazione proprio tra PatientLikeMe e zione di nuova conoscenza che, forse in rari casi, sarà del tutto inaspettata. In un modo quasi paradossale ma non, a quanto pare, per gli esperti di marketing digitale, la raccolta di questi dati configura già di per sé il “prodotto” di salute che i consumatori/pazienti si attendono di trovare negli ambulatori medici e nelle farmacie del prossimo futuro. Ma non lo faranno da soli, per niente. Sembra ormai evidente, giusto per fare un esempio, che la modifica di stili di vita - mangiare meglio, perdere peso, smettere di fumare, e fare attività fisica, ma anche ricordarsi di prendere i farmaci, misurarsi la pressione o la glicemia - abbiano un forte determinante sociale. Ottenere certi risultati non è facile, come sanno tutti,

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Walgreens, con lo scopo di aiutare i pazienti nella comprensione degli effetti (di tutti gli effetti) che le medicine hanno sul loro organismo. Ai quasi dieci milioni di pazienti che ogni giorno entrano in un punto Walgreens basta andare on line su www. walgreens.com per accedere ai dati generati da altri pazienti che riguardano gli effetti collaterali delle medicine che anche loro stanno assumendo, e se sono interessati a entrare in contatto con pazienti che stanno avendo o hanno avuto simili effetti e vogliono condividere la loro esperienza possono decidere di farlo attraverso PatientLikeMe andando su www.patientslikeme.com/join/walgreens. Si capisce come una piattaforma del genere - se dimostrasse di essere in grado di intercettare, per esempio, una reazione avversa sconosciuta e rara - rivoluzionerebbe lo stesso concetto di farmacovigilanza e alcuni dei principi fondanti che le agenzie regolatorie usano nella loro sorveglianza post marketing. Non è esattamente roba da poco. Buon lavoro.




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