Punto Effe n. 13/2018

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Anno XIX | N° 13 6 settembre 2018 | www.puntoeffe.it

2018 L’unico prontuario completo e affidabile TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI SEMPRE A PORTATA DI MANO

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SOMMARIO

Editoriale| Cinquanta special

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Controcorrente| Un comune denominatore

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Innovazione | Benessere a tutto tondo

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Interventi| Occasioni perse

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Un farmacista a scuola| Un tema dibattuto

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PARLIAMONe

FARMINDUSTRIA| I primi quarant’anni

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primo piano

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ECHI DAL WEB | Nodi irrisolti 20 INCONTRI | Domenico Di Giorgio 24 RETAIL | A me gli occhi, please 30

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VETERINARIA | Un serio pericolo 36 ATTUALITÀ | A tutto social

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PROFESSIONE | A supporto del paziente celiaco

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FARMACOLOGIA | Una difesa in più?

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RUBRICHE

50 54 56 60 64

Legale | La società speziale SB Farmanews | Soluzioni inedite

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Spigolature Consigli The Blind Spot | Arrivano i Maga

Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)

Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

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settembre 2018 |

Collaboratori Maurizio Bisozzi, Paola Brusa, Carla Carnovale, Sergio Cattani, Stefania Cifani, Carla De Meo, Francesca Giani, Erika Mallarini, Federico Marzari, Luigi Marafante, Marco Melosi, B. R. Nicoloso, Luca Pani, Davide Petrosillo, Lorenzo Ravetto Enri, Eleonora Reato Responsabile pubblicità Stefano Busconi dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it

Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it - Tel. 02.88184.222 Immagini Shutterstock, Thinkstock.

Foto di copertina: Roberta Barletta. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori.

Stampa Grafica Veneta S.p.A., Via Malcanton 2, 35010 Trebaseleghe (PD) Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori

saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione Per il periodo 1/1/2017 - 31/12/2017 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.519 Diffusione media: 9.660 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.


NOVITÀ


editoriale

C

di Paolo Vintani

inquanta

SPECIAL

Ripreso dal numero di Farmacista33 del 28 luglio: «In caso di pericolo di vita, il farmacista è tenuto a soccorrere, non per la sua professione, ma per l’art. 54 del Codice penale, ovvero quello che definisce il cosiddetto stato di necessità, che riguarda tutti i cittadini. È questa la risposta ai dubbi sollevati da un caso di emergenza verificatosi in provincia di Monza e Brianza: un uomo punto da oltre cinquanta vespe, mentre stava effettuando dei lavori in giardino, è stato soccorso e salvato da una farmacista in farmacia. Le cronache locali riportano che appena la farmacista ha visto l’uomo entrare nel suo locale con i sintomi tipici dello shock anafilattico, gli ha subito somministrato cortisone e ha immediatamente allertato il 118. Il paziente è stato poi trasportato in codice giallo all’ospedale e, fortunatamente, non è in pericolo di vita». Scrivo queste righe prima che finisca l’estate, ho avuto veramente le ali sotto i piedi leggendo la notizia. Grande la collega, felice per lo sventurato cittadino, ma, accidenti, è possibile arrivare a chiedersi se la farmacista sarebbe potuta essere inquisita? Assurdo, è dal 1982 che lavoro in farmacia, se avessi dovuto essere denun-

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ciato per essere intervenuto su piccole ferite, occhi rossi, foruncoli, punti che nessuno si rifiutava di togliere eccetera eccetera, e così migliaia di colleghi. Ma quello che mi fa andare ancora più in bestia è l’ipotesi che sarebbe potuto essere inquisita per omissione di soccorso. Ma come, la risposta dovrebbe scaturire spontanea, è una professionista, evidentemente con gli attributi, sapeva come agire ha agito a suo rischio e pericolo, ha reso grande la professionista, ha salvato una vita. Rendiamo viva la vita, rendiamoci liberi di agire in scienza e coscienza. Ma ho voglia di accendere il mio Vespino e andare in giro in campagna, sentendo la brezza sul viso, guardando solo davanti perché sono libero, perché quella Vespa la guido da quasi quarant’anni e la so guidare, e non voglio costrizioni legislative, non voglio aver dubbi nell’azione, perché qualunque cosa faccia non la faccio solo per conoscenza ma anche per coscienza. Avrei voluto che tutti i giornali di categoria scrivessero di gioia e ammirazione per ciò che ha fatto la collega, perché lei ci rappresenta, o quantomeno dovrebbe, e la cosa più grande è che non ha fatto un gesto eroico, ha affrontato serenamente e professionalmente la sua quotidianità lavorativa. Visto che non siamo lontano, le chiedo di prepararsi perché tra una mezz’ora passo a prenderla in Vespa per fare un giro.

Dammi una Special, l’estate che avanza, dammi una Vespa e ti porto in vacanza! Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi... (Luna Pop)



corrente

U

di Maurizio Bisozzi

ortnoc

n comune

denominatore La mediocrità, al contrario del talento, è assai diffusa nella società, ha una fisionomia rassicurante ed è più facile da gestire. Ma non produce alcuna svolta

Il generico allarme del Consiglio superiore di sanità (Css), sulla possibile nocività della canna bis “leggera”, ha sollevato un ovvio polverone di polemiche. Il professor Garattini affema che esistono solo le droghe, senza distinzione tra letali e innocue, dalle mura opposte si suonano le campane dell’antiproibizionismo, agitando lo spettro di un mercato nero anche per la marjuana soft. Grandi interessi economici agitano le acque di un business in crescita esponenziale; da più parti al Css è stata formulata l’accusa di pronunciamento mediocre. Letteralmente, qualcosa che sta nel medio, incapace di fornire una risposta tecnica precisa al politico che dovrà mettere la mani sulla patata bollente. D’altra parte la mediocrità avvolge e accarezza ogni ambito, ogni gesto del nostro quotidiano, perché dovrebbe rifuggire dalle istituzioni? Il mediocre non impaurisce, non crea ansie, non viene percepito come pericoloso, tranquillizza, come appunto una tisana di cannabis leggera, non crea incubi. Il principio del dottor Laurence J. Peter è universalmente noto: «In una gerarchia, ogni dipendente sale fino al proprio livello di incompetenza», provocando un impoveri-

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spensabile l’accettazione acritica di conmento della struttura, impantanandola venzioni e regole, senza fastidiose rivolte nella mediocrità. Bisogna però riconoscecontro schemi e pregiudizi. Come ricorda re che il talento non è facile da scoprire e, John Stuart Mill, la tendenza generale peggio ancora, quasi impossibile da gestidel mondo è quella di re e orientare; i cervelergere la mediocrità a li vivaci non hanno i cervelli potenza dominante caratteri difficili, sono vivaci dell’umanità. solo faticosi da capire Il compianto Giovanni per le persone medie non Falcone, nel suo Cose e visti quindi con la hanno di Cosa Nostra, denundiffidenza riservata a caratteri ciò il culto della mequanto va oltre le nodifficili, diocrità in tutte le stre capacità di comsono solo strutture sociali e parprensione. Oggi il la di come anche la talento è quasi un difaticosi mafia tendesse a prefetto della personalida capire miare la prevalenza tà. Meglio orientarsi per le persone del cretino, purché inverso livelli e soggetti medie nocuo e manovrabile. di una mediocrità conRacconta l’incontro fortante, di lettura imtra un magistrato e Frank Coppola in cui mediata, privi di lampi in grado di venne chiesto al padrino cosa fosse in accecare o di idee che possano ribaltare sostanza la mafia. La risposta del detel’ordine e la solita gestione. Il mediocre si nuto in un esempio aneddotico, in cui tre inserisce nella socialità senza problemi, è magistrati erano in corsa per il posto di benvoluto, magari poco stimato, ma subiprocuratore capo: il primo brillante e into accettato; contrariamente al geniale, telligente, il secondo preparato e compeche fatica a trovare sponde e stimoli al tente, il terzo un mediocre cretino. «Sarà suo livello, risultando ai più incomprensiil terzo ad avere la poltrona, signor giudibile e antipatico. Dobbiamo avere il coragce, e questa, in poche, parole è la mafia». gio di r iconoscere che talento e Ecco spiegato perché sia così difficile competenza, invece che risorse, rappresconfiggere la mafia, eradicare qualcosentano una minaccia negli ambienti lasa che è tanta parte del nostro sistema vorativi come in un sistema sociale: per la di vita. conservazione dello status quo è indi-



B

Innovazione

di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division, Focus Management Consultant

enessere

a tutto tondo

Healthy Living: nuovi bisogni, nuove soluzioni

La salute e il benessere sono una delle priorità per gli italiani, tendenza sistematicamente in aumento, legata in primo luogo all’alimentazione salutare per l’87,1 per cento della popolazione; a prestazioni diagnostiche per la prevenzione secondo il 77,8; ad acquisto di farmaci, integratori e cosmetici secondo il 68,1. Questa è una delle dimostrazioni del fatto che sempre più persone ritengono l’alimentazione una vera e proprio terapia, oltre che un momento di piacere e condivisione con gli altri. Sarebbe pertanto un’innovazione potenzialmente di successo l’ideazione di un format che risponda in maniera esaustiva al bisogno della persona che crede che la salute cominci a tavola. Non un ristorante, non un negozio, non un ambulatorio di consulenza nutrizionale, non un portale web, ma una soluzione integrata e completa. Un tentativo in questo senso lo sta facendo, con il concept HealthyLiving So’Riso, Valentina Scotti, ad di Riso Scotti Danubio, società del gruppo di famiglia, alla sesta generazione di risieri. Cosa è So’Riso? Il modo in cui si autodefinisce nel proprio sito web è “Healty People Community: Eat, Learn and Shop”. So’Riso si presenta non spiegando cosa è, ma raccontando cosa può fare per il proprio cliente

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(che non chiama mai cliente, dandogli il ruori. Ma per essere definita innovazione deve lo attivo di membro di una community): «Endimostrare: (1) la capacità di soddisfare i bitra nella Nostra Community e vieni a sogni del cliente finale; (2) la riconoscibilità conoscere il vero senso dell’healthy living. della propria unicità o valore aggiunto; la Insieme a noi potrai mangiare sano, acquiproduzione di un incremento di redditività. stare prodotti per cucinare in modo responL’unicità è nella sua potenziale capacità di sabile e curarti nel massimo rispetto rispondere ai bisogni del consumatore con dell’ambiente e del tuo benessere. Ti indirizuno specifico stile di vita è dimostrata zeremo con i nostri consigli verso una predall’interesse che la sua apertura ha suscivenzione durevole e tato e dalla difficoltà costruiremo insieme a per la stampa di darso’riso, un format ne una definizione. te buone abitudini quoche cerca tidiane per sostenere Ma questo format dedi rispondere nel tempo la qualità ve ancora dimostrare della tua vita». Questa al bisogno di chi di saper vincere la sfinuova realtà propone da con il mercato, e crede che la una customer solution quindi di generare salute cominci che integra servizi (inprofitti. Oggi è presto a tavola formazione, consulenper dirlo, ma bisogna za, ristorazione, retail, riconoscere la capacidiagnostica, consegna a domicilio di prodottà del manager che non si sono mai fatti ti e di piatti tramite Deliveroo eccetera) e scoraggiare, anzi hanno usato ogni fallimenprodotti appartenenti a più categorie come to delle prime versioni (originariamente era alimenti freschi, pane appena sfornato, vino nato solo come un bistrot che hanno scelto biodinamico, integratori, omogeneizzati biodi chiudere), come occasioni di apprendilogici, healthy food, cosmetici, make up, demento. E anche l’approccio all’errore fa partersivi, e ovviamente prodotti a marchio per te della cultura dell’innovazione. Intanto il benessere. Il cliente, se lo desidera, è acl’obiettivo è ambizioso, dopo l’apertura dei compagnato nelle sue scelte da un healthy primi tre centri è appena stato lanciato il coach sempre presente. Il concept è un vero modello di franchising da estendere in Euroe proprio format phygital che sfrutta al mepa e negli Stati Uniti. Aspettiamo di vedere i glio luoghi fisici e opportunità digitali. L’exrisultati, ma intanto c’è comunque molto da perience è innovativa e coerente con il apprendere da questo caso aziendale. posizionamento, molto curata nei particolaAuguri, Valentina.



interventi

O

di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

ccasioni

perse

Il concorso voluto nel 2012 dal governo Monti si è rivelato un flop clamoroso, nonostante le buone intenzioni

Se è vero che nell’intenzione del legislatore il concorso straordinario per l’apertura di nuove sedi farmaceutiche, sancito con il Dl 1/2012, avrebbe dovuto offrire un’ottima occasione per i giovani farmacisti, oserei esclamare: missione fallita. Nessuno può negare che l’unico vero metodo per agevolare i giovani sarebbe stato un concorso per titoli ed esami, ma la parola d’ordine era “bisogna fare in fretta”, quasi che la vitale e impellente necessità di far crescere l’Italia in quel momento potesse soddisfarsi aprendo, il più presto possibile, qualche migliaio di farmacie in più. Sulla effettiva rapidità di esecuzione, basti ricordare che siamo a più di sei anni dal quel provvedimento e ancora si parla di interpelli e graduatorie già prorogate. Di quanto, poi, quel decreto potesse veramente contribuire alla crescita dell’Italia se ne è discusso a lungo e, oggi, con un sistema farmacia in affanno, possiamo dire che nuove aperture non potranno che indebolire ulteriormente la rete. A maggior competizione per lo stesso mercato corrisponde una perdita del livello di diffusione sul territorio dei corrispondenti punti erogativi; regola elementare. Così, in linea con il “facciamo in fretta”, si è pensato a

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meno scansato un ulteriore pericolo di non prevedere esami, a sostituire le circoforti concentrazioni. C’è poi la querelle scrizioni di singole sedi farmaceutiche sulla valutazione dell’esercizio professiocon riferimenti vaghi a zone, ad attribuire nale che riguarda la valutazione dei punai Comuni poteri di pianificazione delle teggi “agevolati” per i farmacisti rurali nuove sedi, lasciando residuali compiti di dalla Legge n. 221/1968. La questione è emanazione pareri non vincolanti a Ordini stata oggetto di una sentenza del Consie Aziende sanitarie. glio di Stato, che ha precisato come la La strada più veloce per agevolare i giovamaggiorazione premiale si deve applicani, si è pensato in quel momento, poteva re sommandosi ai ben essere la parpunti attribuiti al tecipazione in ass o c i a z ione , m a la partecipazione concorrente per l’esperienza professioquel vincolo di diein associazione nale, nell’ambito ci anni, solo tardicon il vincolo del l a q u a le v a vamente ridotto a dei dieci anni, ascritta anche l’antre, rappresentava solo in seguito zianità di servizio una paurosa avsvolto presso una ventura, che ha inridotti a tre, far macia r urale. timorito molti. Più ha spaventato Fer mo restando, nel dettaglio, l’ammol ti purtroppo, il limite pio potere discredi 35 punti, con zionale attribuito al buona pace dei farmacisti rurali che pure Comune come soggetto pianificatore che erano stati riconosciuti, di diritto, tra i determina le sedi e che, al tempo stesso, è candidati preferenziali. titolare di farmacie e conserva il diritto di Non ho citato tutte le criticità, ma quanprelazione sulle sedi da istituire ex post te bastano per confermare, se ancora ancora meraviglia e credo sarà per molto serviva, una forte insoddisfazione per cotempo ancora fonte di conflittualità. Il prome è stato gestito un momento storico, blema di come determinare il tetto del 5 delicato e difficile che poteva comunque per cento, rispetto a tutte le sedi esistenti, rappresentare un’occasione di crescita incluse le nuove, pare sia stato definitivaprofessionale e imprenditoriale, sia per i mente risolto, ma si è dovuto attendere il giovani laureati sia per i titolari di farmaConsiglio di Stato che, riferendo il limite al cia più fragili. territorio comunale e non regionale, ha al-


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U

n tema

dibattuto Parlare di vaccini in una scuola superiore di Bolzano

Alla fine dello scorso anno scolastico sono stato invitato in una classe delle superiori (quarto anno) di Bolzano a fare un intervento sui vaccini. Ho accettato molto volentieri, ma ho ribattuto chiedendo di poter “occupare” quattro ore di lezione, anziché le due messe a disposizione del docente. Ho fatto questa proposta - piuttosto coraggiosa, dal momento che di solito nelle scuole ogni ora è combattuta a spada tratta da parte degli insegnanti, quando si tratta di interventi “esterni” - per due motivi. Innanzitutto il tema in questione è molto dibattuto su giornali, social network e tv, quindi fare chiarezza e dare riferimenti sicuri ai ragazzi è necessario ma richiede tempo. In secondo luogo, tutto questo assume maggiore urgenza e importanza dal momento in cui l’Alto Adige si caratterizza per le coperture vaccinali basse per tutte le malattie: in nessun caso si supera il 90 per cento per le vaccinazioni pediatriche, unico caso a livello nazionale (dati http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni al 31/12/2017). Questo significa che non viene mai raggiunto l’effetto gregge, per le vaccinazioni nelle quali questo aspetto è importante: piuttosto grave in ottica epidemiologica.

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

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Le quattro ore sono state divise in due incontri. Dopo una breve introduzione sui vaccini (cosa sono, a cosa servono, quali malattie sono coinvolte, quando si fanno, la situazione nazionale e locale), per dare l’infarinata iniziale sul tema, abbiamo diviso la classe in due gruppi e proseguito separatamente, ognuna con un formatore (mi sono fatto accompagnare da una collega preparata sul tema). Con entrambi i gruppi siamo partiti dalle seguenti affermazioni: dodici vaccini sono troppi per un bambino; i vaccini causano l’autismo; i vaccini sono inutili perché le malattie infettive sono state debellate dai miglioramenti della qualità della vita. Abbiamo sviscerato ognuna delle due questioni in modo da conoscere i fatti e cosa c’è di vero, però l’abbiamo fatto in maniera differente nei due gruppi: in uno

abbiamo usato solo articoli solitamente condivisi nell’ambiente ostile alle vaccinazioni (siti web, pagine social network e piccoli estratti di libri). Nell’altro invece abbiamo letto bollettini presenti su siti istituzionali (Istituto superiore di sanità, ministero della Salute, eccetera), statistiche ufficiali, articoli divulgativi di epidemiologi e giornalisti scientifici. In entrambi i casi si è cercato di affrontare il tema seriamente, confrontandoci sui punti più complessi e sottolineando le parti importanti. Alla fine di questo primo incontro, i componenti di ognuno dei due gruppi sono stati invitati a non rivelare ai compagni dell’altro gruppo quanto letto. Ci siamo dati appuntamento all’incontro seguente, strutturato in modo completamente diverso. Per conoscerlo vi do appuntamento al prossimo numero.


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parliamone

U

di Giuseppe Tandoi

n anno

di svolta

Celebrati a Roma i quarant’anni di Farmindustria, nata nel 1978 come il Servizio sanitario nazionale. E intanto la farmaceutica italiana diventa leader in Europa

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stico per dare avvio a una assistenza basata sui criteri dell’universalità e della gratuità. Ma non solo, sempre nel 1978 videro la luce la Legge 180 (“Basaglia”), che poneva fine all’era dei manicomi, e la Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Inutile sottolineare la portata sociale di questo trittico legislativo. A oggi il Ssn viene messo in discussione dal forte ridimensionamento che il welfare state ha subito negli ultimi anni, e non solo in Italia, mente le altre due leggi sembrano reggere ai periodici attacchi di chi vorrebbe tornare indietro nel tempo. Cosa impossibile, anche se le normative possono

essere sempre migliorate e rese più consone ai tempi attuali. Un po’ diverso il discorso sul Servizio sanitario nazionale. La discussione ferve tra gli addetti ai lavori e, a più riprese, ne abbiamo dato conto anche su Punto Effe: ha ancora senso parlare di un sistema universalistico quando aumenta di anno in anno la spesa per i farmaci a carico del cittadino, sia essa una compartecipazione a quella pubblica o spesa privata in senso stretto? Difficile rispondere di sì. Intanto una certezza esiste: il comparto farmaceutico italiano, a dispetto della crisi, è in costante espansione.

parliamone

L’inedito dibattito tra Paolo Mieli e il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, che ha fatto seguito alla relazione del presidente Scaccabarozzi, serve a ricordare al foltissimo uditorio che la storia non si racconta per compartimenti stagni. E così il quarantennale di Farmindustria diventa l’occasione per parlare di un anno, il 1978, drammatico per il Paese - la tragedia di Aldo Moro e della sua scorta fu l’apogeo del terrorismo in Italia - ma anche caratterizzato da riforme, in ambito sanitario, decisive. Una per tutte, la nascita del Servizio sanitario nazionale, che chiuse l’epoca del precedente sistema mutuali-

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parliamone

il 42 per cento degli occupati del comparto è rappresentato da donne

IL SORPASSO «Nel 1978 eravamo 56 milioni e una bambina che nasceva in quell’anno poteva sperare di compiere 77 anni. Ora siamo 4,5 milioni in più e una donna che nasce oggi può vivere 85 anni, un uomo 81. Dati che pongono l’Italia ai primi posti nelle classifiche internazionali per longevità. I questi quarant’anni gli italiani hanno guadagnato quasi dieci anni di vita, grazie allo straordinario impegno nella prevenzione, all’attenzione agli stili di vita, ai progressi della scienza medica. E grazie alla instancabile attività dei ricercatori e delle ricercatrici delle imprese del farmaco in tutto il mondo». Una premessa necessaria, quella fatta in aper tura dal presidente di Farmindustria. Quattro decenni sono una vera e propria era geologica, la rivoluzione digitale ha coinvolto in pieno anche la ricerca farmaceutica, i big data ne sono ormai parte integrante. Al di là di tutto, c’è una notizia, e non da poco: nel 2017 è avvenuto il sorpasso sulla Germania. Con 3,1 miliardi di euro di valore l’Italia è il primo produttore di farmaci d’Europa. Una crescita, quella del settore, sospinta, in particolare, dal boom dell’export,

che negli ultimi dieci anni ha fatto registrare la crescita maggiore tra i Paesi big dell’Ue. Le esportazioni farmaceutiche, oggi, rappresentano il 6 per cento dell’export totale nazionale. «Le nostre imprese», sottolinea Scaccabarozzi, «continuano a credere nel Paese. Nel 2017 abbiamo investito complessivamente 2,8 miliardi: 1,5 in ricerca e 1,3 in impianti produttivi, un valore aumentato del 20 per cento in cinque anni. Siamo tra i primi tre settori manifatturieri per investimenti nella ricerca e il primo in assoluto in rapporto agli addetti». Quan-

La geografia produttiva I poli industriali sono dislocati principalmente nel centro-nord: Milano, Monza, Varese, Verona, Vicenza, Bologna, Firenze, Lucca, Parma, Pisa, Siena, Ancona, Roma, Latina, Frosinone. Ma non mancano le eccellenze anche al sud: l’Aquila in primis - un polo industriale in

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espansione, che ha saputo vincere anche i traumi del terremoto - la provincia di Napoli, Bari e Brindisi, Catania. E proprio l’export nel sud, negli ultimi dieci anni, è più che raddoppiato, con un trend di crescita superiore alla media europea e persino al dato tedesco.

to all’occupazione, nel 2017 il numero degli addetti nell’industria farmaceutica ha toccato le 65.400 unità - mille in più rispetto al 2016 - per il 93 per cento a tempo indeterminato. Una forza lavoro sempre più giovane, se si considera che, in base ai dati Inps, la metà delle assunzioni realizzate nel comparto negli ultimi anni è rappresentata da under 35. Buone notizie anche sul fronte del genere: il 42 per cento degli occupati sono donne, quasi il doppio rispetto alla media dell’economia nazionale. Se poi ci si limita all’area della ricerca il sorpasso, anche qui, sulla quota maschile è ormai cosa fatta: il 52 per cento degli addetti sono donne.

IN PROSPETTIVA «Inutile negare che la sostenibilità delle nuove terapie rappresenta la più grande sfida per la salute dei pazienti», afferma Scaccabarozzi, «perché siamo di fronte a uno tsumani della ricerca, con 15.000 nuovi medicinali in arrivo per patologie anche molto gravi, che sta trasformando


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parliamone

Il dialogo con il ministro All’assemblea romana ha partecipato, in rappresentanza del ministro Grillo, il sottosegretario alla Salute Maurizio Fugatti. Molto cauto il suo intervento ma apprezzata da Scaccabarozzi l’apertura sull’ipotesi di ragionare sul payback. Il presidente di Farmindustria ritiene infatti che, parlando di nuova governance della sanità nazionale, tale meccanismo sia assolutamente da rivedere: «Non è con il payback che si garantisce la sostenibilità del sistema». Giulia Grillo, da parte sua, nel corso della prima audizione di fronte alle Commissioni riunite Affari Sociali della Camera e Sanità del Senato «ha annunciato di lavorare di comune accordo con le Regioni “per individuare una soluzione per il pay-back della farmaceutica per gli anni 2013/2015 e 2016”, rivelando un confronto in atto già da due settimane anche con ministero dell’Economia ed Agenzia del farmaco-Aifa. Il ministro annuncia pure di aver predisposto un tavolo per il governo della farmaceutica, «altra disposizione di legge disattesa, e dei dispositivi medici, per i quali manca un decreto attuativo che dice cosa fare se si sforano tetti di spesa». Altra sottolineatura: occ or re muover s i lent i m a de t er m i n at i ver s o u n rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale. È necessario “invertire la tendenza che, come ha appena sottolineato la Corte dei conti, ha visto negli anni tra il 2009 e il 2016

il tradizionale concetto di farmaco come prodotto in quello di farmaco come processo». Cosa significa questo? Che le avanguardie del settore - i gruppi con il più alto grado di innovazione - si muovono in una sempre più stretta interazione con il mondo Ict. La farmaceutica è uno dei settori di maggiore applicazione dei Big Data, al fine di implementare tutti i processi aziendali: ricerca, produzione, accesso alle terapie. Un numero che può sorprendere ma fino a un certo punto: sono circa 300.000 le app dedicate alla salute, dalla gestione degli stili di vita al sostegno all’aderenza terapeutica. In sintesi, la produzione del farmaco diventa parte di un processo più complesso che comprende anche la diagnostica di precisione, i device, i servizi di assistenza. Allo stesso modo i laboratori di una volta sono ormai troppo angusti per contenere tutto l’universo che si nasconde dietro la produzione di farmaci sempre

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la riduzione delle risorse per la sanità di circa tre decimi di punto all’anno al contrario di altri Paesi europei, mi riferisco a Francia e Germania che hanno invece ampliato i loro investimenti. Anche nel nostro Paese sarà necessario tornare ad effettuare investimenti. Ci vorrà del tempo, nessuno ha la bacchetta magica, ma l’intento è tracciato”». (Fonte: Farmacista33). Auspici condivisibili, mentre qualche perplessità in più destano le dichiarazioni fatte, di lì a poco, in un’intervista a Coffee Break di La7: «“Solo per il famoso farmaco dell’epatite C abbiamo speso quasi due miliardi, una cifra enorme. Tra l’altro dati a una multinazionale”, ha precisato, “neanche a un’azienda italiana che produce in Italia, per cui si potrebbe dire che almeno abbiamo fatto aumentare i posti di lavoro”. Il ministro ritiene che “su queste dinamiche bisogna stare molto attenti, perché a volte bastano dieci euro di differenza per arrivare senza accorgersi a centinaia di migliaia di euro. Se non addirittura, come nel caso ricordato, a quasi due miliardi”. Il ministro ha sottolineato che è “aumentato fino a quasi 31 miliardi, tra spesa pubblica e privata, il costo dei farmaci e anche di contribuzione diretta dei cittadini con i ticket, in alcune Regioni che la applicano”». (Fonte: Farmacista33) Se ne riparlerà a settembre.

più “ritagliati” sulle esigenze del singolo paziente. «Il cammino della scienza farmaceutica», evidenzia un fascicolo di Farmindustria dedicato ai quarant’anni, «si fa sempre più multidisciplinare e richiederà una sempre maggiore specificità delle competenze impiegate: medici, genetisti, ma anche matematici, bioinformatici, esperti di chimica combinatoria».

il primato italiano negli accordi innovativi basati sul value based agreement

MECCANISMI VECCHI E NUOVI Fondamentale, per Farmindustria, sedere attorno a un tavolo per ridiscutere il meccanismo del payback, la norma che impone alle aziende di ripianare gli sforamenti della spesa farmaceutica rispetto al budget previsto. Un sistema che limita l’ulteriore sviluppo del settore, secondo Scaccabarozzi, che pure accoglie con cauto ottimismo i segnali di apertura arrivati dal ministero della Salute in merito alla volontà di tornare sulla questione (box in alto).

In compenso l’Italia è prima al mondo per «numero di accordi innovativi tra aziende e servizi sanitari nazionali per la remunerazione dei farmaci in base ai risultati. Un modello di eccellenza di cu spesso si parla a livello internazionale. Si chiamano value based agreement: accordi intelligenti e più convenienti, perché prevedono il rimborso alle imprese farmaceutiche del costo del farmaco solo se il farmaco è effettivamente efficace sul paziente che lo assume».


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di Francesca Giani, Farmacista33

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Detenzione farmaci scaduti, il ministero della Salute chiarisce ma il rischio multa rimane

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A seguito della depenalizzazione, conteta al commercio, mentre» l’art. 443 del Conuta nella legge Lorenzin, in caso di dedice penale «continuerà a sanzionare il tenzione di medicinali scaduti è possibile commercio o la somministrazione di mediapplicare la sola sanzione amministrativa, cinali guasti. Se, infatti, prima della modipurché sia esclusa con evidenza la possifica, la trasgressione alle disposizioni bilità che i farmaci non sono destinati al comportava sempre l’applicazione del Cocommercio o alla somministrazione. dice penale, ora tale condotta è punita Ma come fare la dicon una sanzione stinzione? Dalla Direamministrativa», purun zione generale dei ché si possa escludedispositivi medici e re «la destinazione paradosso del servizio farmaceuper il commercio». In in base tico del ministero delche modo? È il ricoral quale la Salute - riferisce so di tre circostanze il farmacista una circolare Fofi - soche «consente di indino arrivate alcune inviduare in modo più rischia dicazioni per chiarire chiaro la distinzione di essere le condizioni che desempre punito rispetto alle condotte vono sussistere per ridel commercio o tenere la condotta di somministrazione di sola detenzione. Ma la risposta, tuttavia, farmaci guasti»: «modesta quantità dei non sembra aver risolto le criticità segnafarmaci; modalità di conservazione; amlate sull’applicazione della norma che, montare complessivo delle riserve». spiega Maurizio Cini, presidente Asfi e doE proprio su questi punti si sofferma il Micente all’università di Bologna, «crea una nistero: «La modesta quantità di farmaci sorta di cortocircuito, mettendo a rischio i rinvenuti in farmacia deve essere correlafarmacisti di essere multati con una santa, comunque all’ammontare delle riserve; zione amministrativa, quali che siano le le modalità di conservazione dei farmaci procedure messe in atto». scaduti devono svolgersi in modo tale da «La Legge Lorenzin», scrive la Fofi, «ha inescludere qualsivoglia possibilità che gli trodotto il criterio della tenuità del fatto, stessi possano essere destinati al commerprevedendo la depenalizzazione della concio. In tal senso, si vedano numerosissime dotta della mera detenzione di medicinali linee guida o vademecum per il farmaciscaduti, guasti o imperfetti, non finalizzasta, anche ospedaliero, che individuano in


echi dal web modo puntuale la corretta gestione dei farmaci scaduti, guasti o imperfetti; l’ammontare delle riserve, di medicinali scaduti, guasti o imperfetti, devono essere tali da far ritenere lieve o molto lieve, la trasgressione da parte del farmacista». La risposta del Ministero, è il commento di Cini, «non va comunque a risolvere le criticità poste dalla norma. Come avevo già avuto modo di spiegare, per tutti i medicinali scaduti si genera una sorta di paradosso per cui il farmacista è sempre punito: se i medicinali scaduti presenti in farmacia sono conservati con modalità tali da escludere la loro destinazione alla dispensazione al pubblico è applicabile la sanzione

amministrativa, in caso contrario restano applicabili, come in passato, le sanzioni previste dal Codice penale». Ma, ricorda Cini, «i medicinali scaduti sono gioco forza presenti in farmacia, anche solo per la gestione resi con Assinde, che ritira i farmaci poche volte all’anno». E la situazione diventa ancora più complessa nel caso in cui a essere scaduti siano gli stupefacenti: «Occorre tenere in considerazione la regolamentazione della materia contenuta nella Circolare del ministero della Salute del 2011 sullo smaltimento delle sostanze stupefacenti scadute in farmacia. Il farmacista è tenuto a segnalarne la detenzione alla Asl, la

quale ne constata effettivamente la presenza in farmacia e, solo dopo il sopralluogo, ne dispone la distruzione. Il farmacista è, quindi, tenuto a conservare in farmacia gli stupefacenti scaduti fino all’intervento disposto dalla Asl. Una misura che va in contrasto con quanto previsto dalla norma sulla depenalizzazione, che, come abbiamo detto, punisce in ogni caso la presenza di medicinali scaduti. Personalmente ho già segnalato la situazione al Ministero ma al momento la risposta ricevuta è analoga a quanto contenuto nella circolare Fofi e non tocca questi punti. Mi premuro di segnalare nuovamente le difficoltà per le farmacie».

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di Francesca Giani

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Piattaforme e-commerce e social network sono la nuova frontiera della contraffazione farmaceutica. A colloquio con Domenico Di Giorgio, direttore dell’Ufficio qualità prodotti e contrasto al crimine farmaceutico dell’Aifa

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La contraffazione farmaceutica, nel nostro Paese, viaggia soprattutto on line, tanto che, secondo i controlli effettuati da LegitScript, soltanto lo 0,1 per cento dell’offerta complessiva di farmaci sul web è legale. E tuttavia, solo una piccola percentuale della ricerca di farmaci su internet è diretta a un uso terapeutico: tra i prodotti più richiesti ci sono per lo più medicinali utilizzati al di fuori di necessità cliniche, come quelli per il trattamento della disfunzione erettile, che rappresentano quasi il 70 per cento dei farmaci periodicamente sequestrati, seguiti da anabolizzanti e prodotti per la perdita di peso. Oggi si assiste inoltre a un’evoluzione del fenomeno, che consiste di fatto nell’infiltrazione dell’offerta illegale in canali quali le piattaforme di e-commerce o i social network; il rischio è costituito dal fatto che, data la familiarità, si potrebbe ingenerare nel consumatore una minore percezione del rischio. Sul tema l’Aifa si sta muovendo da tempo e ha avviato una serie di progetti e collaborazioni, come quella con eBay, aprendo anche attraverso il proprio network dei canali di comunicazione con altre piattaforme interessate al tema, come Facebook o Amazon. Ne abbiamo parlato con Domenico Di Giorgio, direttore dell’Ufficio qualità prodotti e contrasto al crimine farmaceutico dell’Aifa, con il quale abbiamo anche fatto un punto sul-

la sfida del passaggio al sistema di tracciatura europeo.

Partiamo da qui: il nostro Paese è all’avanguardia per la lotta alla contraffazione. Il passaggio al sistema di tracciatura europea, dal nostro punto di vista, può essere in un certo senso un passo indietro? Obiettivo delle direttive Europee è quello di creare un sistema unico e di armonizzare quanto avviene negli Stati Membri: e certamente in questo settore l’Italia è da tutti considerata un modello. Grazie al “sistema bollino” e ai sistemi di cooperazione tra amministrazioni e associazioni attivi da oltre dieci anni, in Italia a oggi non si sono mai verificati casi di infiltrazione di prodotti contraffatti nei canali ufficiali di distribuzione, al contrario di altri Paesi. In questo senso, la nostra preoccupazione è che nelle more della implementazione del nuovo sistema si possano generare difficoltà o criticità. Per questo, in sede di negoziazione Aifa e ministero della Salute si sono attivati fin da subito e un risultato è stato quello di avere ottenuto una deroga per il nostro Paese al 2025, che ci permetterà di inserirci in un momento in cui ci sarà una maggiore maturazione del sistema europeo. È una possibilità che abbiamo per tutelare un si-


incontri © foto di Roberta Barletta

stema che ci ha garantito, a oggi, una filiera sicura. Sarà il nuovo Governo, ora, a valutare se implementare eventualmente con anticipo il nuovo sistema.

Quale è il punto di forza dell’Italia? Il modello di contrasto al crimine farmaceutico, che si è delineato da oltre dieci anni, si basa su una cooperazione consolidata tra amministrazioni, sistemi di inda-

gine condivisi e piattaforme web ad hoc come Fakeshare. La presenza di una forza di polizia altamente specializzata come i Carabinieri Nas, e, appunto, il sistema di tracciabilità del farmaco, gestito dal ministero della Salute, rappresentano indubbiamente due punti di forza. Il lavoro portato avanti negli ultimi anni, anche nell’ambito della Task-force nazionale anticontraffazione o della Conferenza dei servizi sulle e-pharmacies, ha consentito

il modello italiano si basa su una cooperazione consolidata tra amministrazioni e sistemi di indagine condivisi | settembre 2018 25


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di intercettare in anticipo le possibili evoluzioni nel settore del crimine farmaceutico. E proprio il fatto che la filiera tradizionale sia sostanzialmente al sicuro ci ha permesso di intensificare le attività di monitoraggio e contrasto ai canali illegali dediti alla vendita di farmaci, come sexy shop, palestre, beauty center, farmacie on line non autorizzate e social network.

E proprio qui c’è una delle frontiere del fenomeno. Si assiste sempre più all’infiltrazione dell’offerta illegale anche attraverso canali “familiari”, come appunto social network, forum di pazienti, ma anche piattaforme legali di e-commerce. Per quanto riguarda i primi due canali, si tratta essenzialmente di vie in cui avviene un contatto interpersonale, uno scambio di informazioni, attraverso un meccanismo che prevede la proposta di prodotti in maniera diretta. Essendo meno monitorabili, diventa più complicata l’azione di intervento. Un altro fenomeno, come dicevo, è l’utilizzo per la vendita illegale di piattaforme di e-commerce. Il problema è che, essendo pubblicate su siti ben conosciuti e normalmente utilizzati per acquisti legali, le offerte pericolose “infiltrate” possono generare nel pubblico la convinzione che si tratti di prodotti leciti, causando una minore percezione dei rischi reali.

Queste piattaforme vengono utilizzate per aumentare la diffusione dei prodotti? Esattamente. Il numero di vendite realizzabili nelle poche settimane durante le quali l’offerta riesce a sfuggire alle maglie dei controlli sono già sufficienti per chi vuole gestire questo tipo di business illegale, che si tratti di negozianti “disinvolti” o di criminalità organizzata. Oggi possiamo intervenire per bloccare l’offerta, grazie a una rete di collaborazioni forti con i Nas, le polizie estere e le stesse piattaforme. In particolare, con eBay abbiamo implementato una collaborazione, già da diversi anni, anche in considerazione del fatto che per le caratteristiche del modello dell’operatore, che offre di fatto un servi-

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zio tecnico a singoli operatori indipendenti, l’infiltrazione di offerte di farmaci illegali in questo canale è iniziata prima che nei siti degli altri big dell’e-commerce. In ogni caso, anche con gli altri player, come Amazon o Facebook, abbiamo avviato contatti preliminari attraverso il nostro network internazionale, e speriamo venga avviato a breve un percorso analogo.

A che risultati ha portato finora la collaborazione con eBay? La cooperazione con e-Bay, un importante esempio di sinergie positive tra pubblico e privato, ha permesso di assicurare che le offerte siano in linea con la normativa vigente e, in questa direzione, abbiamo fatto un grosso lavoro di filtro sistematico di quanto viene proposto. Solo nel 2017, siamo arrivati all’implementazione di misure di sensibilizzazione degli utenti di eBay e alla rimozione di oltre 3.000 offerte per quanto riguarda la piattaforma italiana. Il monitoraggio effettuato da Aifa, anche sulla base del sistema di segnalazioni gestito dall’Agenzia, consente il continuo aggiornamento del sistema e la tempestiva esclusione dei venditori che agiscono in violazione della normativa: una partnership efficace, che permette controlli continui e interventi rapidi. Di recente, nell’ambito della collaborazione con Aifa e ministero della Salute, eBay ha anche provveduto a modificare le sue “regole”, per far sì che i venditori legali si adeguino alle limitazioni previste dalla norma nazionale, evitando di offrire prodotti - come i farmaci Otc - che allo stato attuale non è possibile proporre ai clienti italiani in quel canale.

Esistono stratagemmi per riuscire comunque a raggiungere l’utente? Chi vuole vendere illegalmente mette chiaramente in campo strategie creative atte a ingannare i filtri automatici del sistema. E i modi possono essere i più svariati: per esempio viene evitato l’utilizzo del nome del farmaco, che si sa essere filtrato, proponendo invece un’offerta in cui viene evocato l’effetto ricercato dall’utente. Tra gli annunci che abbiamo fatto ri-

la collaborazione con e-bay in chiave antitruffa è un importante esempio di sinergie positive tra pubblico e privato

muovere di recente, prima dell’ultima revisione delle policy da parte di eBay, rientra un prodotto presentato come integratore per i suoi effetti contro la disfunzione erettile: nella foto nell’offerta, però, dietro la scatola legale era visibile un angolo di un blister di Cialis, che un utente esperto è in grado di riconoscere. D’altra parte, l’obiettivo delle organizzazioni è garantire in maniera continuativa il business. Basta ingannare il filtro per un periodo breve, per raggiungere, come dicevo, un numero di vendite tale da giustificare l’operazione.

Anche alla luce di questi fenomeni è a maggior ragione importante la comunicazione al pubblico? Se c’è una offerta forte, è perché c’è una domanda che si indirizza proprio verso il farmaco illegale. Chi oggi si rivolge a siti pirata non cerca il farmaco da banco, legalmente in vendita nei siti delle farmacie autorizzate, ma un prodotto con prescrizione, per lo più per la sfera sessuale, che preferisce acquistare attraverso questi canali per garantirsi risparmio e privacy. Chi effettua questo acquisto, di fatto, sa che sta utilizzando un canale illegale: purtroppo, però, non ha consapevolezza del fatto che rischia di ricevere un farmaco contraffatto, e non conosce i pericoli che possono derivare dal suo utilizzo.


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Per esempio? Potrebbe trattarsi di un farmaco senza principio attivo, ma anche di uno sovradosato, o preparato con un principio attivo diverso o contaminato, anche con sostanze tossiche. Nei prodotti illegali sequestrati in Italia nel corso di operazioni come quella doganale denominata Pangea, per esempio, sono state trovate tracce di arsenico e veleno per topi. Si tratta di casi fortunatamente rari, ma reali, come quelli più comuni relativi all’uso di ingredienti anomali, polveri di gesso e di cemento utilizzate come eccipienti e vernici stradali al posto dei più costosi coloranti alimentari. Per questo siamo convinti che sia necessario rafforzare sempre di più l’informazione al pubblico: il messaggio che va sottolineato è che in nessun modo è possibile certificare la qualità dei farmaci venduti illegalmente da siti web non autorizzati, poiché si tratta di prodotti rispetto ai quali non è possibile stabilire da dove provengano, come siano stati fabbricati e cosa contengano realmente.

Quali sono i problemi nelle attività di contrasto del fenomeno? La contraffazione farmaceutica interessa reti di criminalità organizzata a livello transazionale, e quando si riesce a bloccare una attività nel nostro Paese, questa viene riorganizzata rapidamente da un’altra parte, in un altro paese. Peraltro, il commercio on line di farmaci ha determinato un cambiamento nel sistema di distribuzione: non si tratta più di grandi partite che vengono esportate e che di conseguenza possono essere intercettate, ma di micro spedizioni che viaggiano con corrieri, prevalentemente su strada. A fronte di questo fenomeno, la sola azione repressiva non basta. Portare avanti campagne di sensibilizzazione avrebbe anche l’effetto di depotenziare la domanda, per arginare il fenomeno.

Cosa sta facendo Aifa al riguardo? Da parte nostra, da tempo siamo impegnati in questo ambito e un risultato è, per esempio, la campagna di comunicazione realizzata all’interno del progetto europeo

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Tra Italia ed Europa Domenico Di Giorgio è il direttore dell’area Ispezioni e certificazioni e dell’Ufficio qualità dei prodotti e contrasto al crimine farmaceutico dell’Aifa. Membro fondatore e componente della segreteria operativa della task-force nazionale Impact Italia, è stato consulente del Senato per l’indagine conoscitiva su contraffazione farmaceutica ed e-pharmacy ed e-commerce. Nell’ambito del Consiglio d’Europa/EDQM ha presieduto dal 2008 al 2014 il comitato anticontraffazione (Committee of experts on minimising public health risks posed by counterfeiting of medical products and related crimes) e lo steering committee farmaceutico (European Committee on Pharmaceuticals and Pharmaceutical Care), gestendo anche la segreteria operativa della task-force Impact-Who. È autore dei volumi Counterfeit medicines: facts and case studies (2009), Farmaci contraffatti (2010), The Impact Handbook (2011), Counterfeit medicines (2011), Counterfeit medicines: risk communication (2011), Communication about the Risk Posed by Counterfeit Medical Products and Similar Crimes (2012), White Paper on the Volcano Operation - The Herceptin Case (2015) e di una serie di pubblicazioni per il training degli operatori impegnati nel contrasto al crimine farmaceutico. È il responsabile Prevenzione corruzione e l’estensore del piano anticorruzione Aifa, ed è stato il referente per la negoziazione e il recepimento della Direttiva antifalsificazione 2011/62/EC e della Convenzione Medicrime del Consiglio d’Europa. Dal 2012 ha sviluppato e coordinato una serie di progetti (Fakeshare I e II e Medisafe) poi finanziati dalla Commissione europea nell’ambito delle attività comunitarie di contrasto al crimine farmaceutico in Europa e nei Paesi in via di sviluppo.

Fakeshare, coordinato da Aifa e co-finanziato dal Programma “Prevenzione e lotta contro la criminalità” della Commissione europea. Una campagna dietro cui, va detto, c’è molto lavoro, con il coinvolgimento di esperti e studiosi di vari campi, tra cui psicologi e sociologi, che ci hanno permesso di individuare i profili di chi compra e di modulare il messaggio in modo che potesse essere proporzionato. La campagna è stata avviata su internet perché sappiamo che gli internauti sono la categoria più soggetta al fenomeno.

In questa sensibilizzazione medici e farmacisti possono avere un ruolo? Riuscire a sensibilizzare la classe medica è importante perché è il medico che può fare arrivare certi messaggi al paziente. I farmacisti, dal canto loro, sono, in molti casi, un canale di accesso a informazioni ed educazione sanitaria sul territorio e, sul fronte del corretto uso del farmaco e, soprattutto, dei danni alla salute provocati da

fondamentale anche il ruolo dei farmacisti sul territorio in termini di educazione sanitaria prodotti contraffatti, hanno un grosso ruolo. Ma un punto di forza è quello di essere in un certo senso sentinelle sul territorio, in termini di raccolta di segnali da girare a noi o alle autorità. Il caso Herceptin ne è un esempio: grazie alla segnalazione di un’anomalia nel confezionamento di un farmaco è stato identificato un traffico illegale di medicinali iniziato in Germania e diffusosi a livello europeo. È evidente che se tutti andiamo nella stessa direzione, anche in termini di comunicazione, i risultati possono essere maggiori.


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Come convincere i clienti a entrare in farmacia‌ e a restarci

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di Federico Marzari MOODproject.it

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ra perché ci troviamo sempre così in difficoltà a far entrare clienti nei nostri negozi o a creare uno spazio che dia il 101 percento e colpisca chiunque ci metta piede? La digitalizzazione ha portato notevoli cambiamenti nelle nostre modalità d’acquisto; seduti sul divano di casa nostra possiamo comprare qualsiasi cosa e in qualsiasi momento. Sistemi computerizzati e un eccellente servizio di logistica ci fanno quasi dimenticare la voglia/necessità di andare nel tradizionale punto vendita. Nuovi scenari e nuovi approcci si rendono ormai necessari.

Oggi non è più sufficiente avere qualcosa da vendere, quello che importa ormai è il modo in cui scegliamo di farlo: la differenza è lì. Non basta più solo analizzare le tecniche del “fare commercio”, ma dovremo in aggiunta stilare una lista di azioni pratiche su come rendere il nostro punto vendita una macchina per vendere. La massima “Anche l’occhio vuole la sua parte” ci ha accompagnato nell’evoluzione del commercio fin dalla notte dei tempi. È una semplice legge naturale: alla mattina scegliamo di vestirci in base a quello che troviamo visivamente soddisfacente, pensando agli impegni della giornata; un’automobile la si compra tenendo conto in egual misura di comfort, estetica, sicurezza, economia di consumi; al ristorante ci piace che il nostro cibo sia buono, ma se è anche bello e ci viene offerto in un’ottima location con personale gentile, allora tutto diventerà più emozionante. Questo semplice, elementare ragionamento è applicabile a qualsiasi aspetto della nostra vita, perché per i punti vendita dovrebbe essere diverso? Come faccio io commerciante a conquistare gli occhi dei miei clienti? Per quanto possa sembrare logico, lo strutturare ciò che vediamo in una maniera che risulti piacevole a chi ci guarda, non è cosa semplice da realizzare. Inutile dire che se le vetrine non comu-

retail

Di articoli, testi, libri, presentazioni su cosa sia necessario per “far funzionare bene un negozio”, ne abbiamo letti, scritti, riletti e analizzati molti più di quanti siamo in grado di ricordare. Abbiamo riempito librerie e memorie di computer, telefoni e cervelli di informazioni generali, pensando che bastasse solo quello e convincendoci che “noi queste cose le sappiamo fare”. Tutti noi siamo più o meno consapevoli di cosa sia importante fare, ma quando si tratta di come farlo anche i più convinti “commercianti” iniziano a traballare. Allo-

strutturare ciò che vediamo in una maniera che risulti piacevole a chi ci guarda non è una cosa semplice da realizzare | settembre 2018 31


retail nicano le giuste proposte, non attraggono l’attenzione di chi passa, per quanto possa essere bello l’interno, sarà difficile far entrare il cliente e lo sforzo di allestimento diverrà un piacere solo per i nostri occhi. Altrettanto, concentrarsi solo sulle vetrine potrebbe dare un buon segnale inziale, ma comporterebbe anche una delusione se poi la parte interna del punto vendita non fosse all’altezza delle aspettative. La chiave è sfruttare lo spazio integrale, cioè nella sua interezza. Spesso si tende a dare gradi di importanza, e quindi di attenzione, diversi in base all’area che si considera, ma in realtà ogni zona necessita di particolare precisione: anche un angolo scuro e nascosto può essere trasformato in un punto focale. Voi non state più vendendo solo un prodotto, state vendendo un concetto, un’emozione.

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AVERE UNA STRATEGIA Immaginate di trovarvi seduti a un bar quando una persona estremamente attraente si siede al vostro fianco. Certamente ne rimarrete colpiti. Poi però inizia a parlare e tutte le belle caratteristiche che vi avevano colpito vengono improvvisamente rimpiazzate da un senso di confusione e disappunto che vi fanno riconsiderare il tutto. È vero, la bellezza è importante, per i primi trenta secondi almeno, poi però, se non c’è nient’altro, vi alzereste da quel tavolo e uscireste dal bar. Se adattiamo questo semplice ragionamento a un negozio, i clienti scontenti girerebbero i tacchi e trovata la porta non tornerebbero mai più. Partiamo allora proprio dall’analisi della parola in questione “strategia”: «In campo militare, si definisce strategia l’individuazione degli obiettivi di guerra e dei mezzi per conseguire la vittoria» (Treccani.it).

Noi, con i negozi, dobbiamo fare lo stesso. Individuare gli obiettivi e analizzare i mezzi per arrivare a far comprare il nostro prodotto. Sviluppare una strategia di vendita è spesso confuso con il progettare un piano di marketing e, per quanto queste due cose vadano di pari passo e lavorino a stretto contatto, confonderle è un errore. Se parliamo di marketing, parliamo di target, di posizionamento, di segmentazione e distribuzione. Se parliamo di strategie di vendita parliamo di come convincere i clienti a entrare, di come farli diventare abituali, di come incrementare il loro numero e di come lavorare su quelli che già abbiamo. Sono fasi successive: se la prima è il piano di partenza che permette di dare il via a tutto, il secondo è quello che ci permette di andare avanti, è la sezione pratica. È la parte dell’empatia delle persone, dell’e-


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sposizione, del prodotto, della competenza, della professionalità. Non si vince una partita senza una solida e strutturata strategia d’attacco.

SERVE UNA SQUADRA E, ANCOR DI PIÙ, UN LAVORO DI SQUADRA Spesso questa regola, quasi scontata, viene messa in secondo piano, non comprendendo invece che operare in maniera puntuale e determinata in questi aspetti è il vero valore aggiunto del nostro punto vendita. Per lavorare in squadra bisogna fare fatica, non è qualcosa di automatico, bisogna comprendere, condividere e comportarsi da squadra. La collaborazione costa, ma è anche ciò che fa la differenza. Il cliente pretende impegno, dobbiamo essere focalizzati su di lui, dargli ascolto, rendergli un servizio che lo faccia star bene e che gli permetta di ricordare che ritornare a trovarci sarà un’altra piacevole esperienza. E tornerà. Se è stato bene, tornerà, perché fa parte della psiche umana. Bisogna entrare in connessione con chi si ha davanti, bisogna dare valore al prodotto che stiamo proponendo, enfatizzare i contenuti e le caratteristiche, comunicare per creare un’emozione. La poetessa americana Maya Angelou ha riassunto in una frase il massimo concetto del rapporto cliente-venditore: «Le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire». Date degli stimoli a chi entra nel vostro negozio, accoglieteli, rendete piacevole anche solo una breve visita, fateli sentire a casa. Siate chiari, date informazioni, comunicate in maniera semplice e immediata. A nessuno piace essere messo in difficoltà, ma apprezziamo l’aiuto elegante di chi ne sa più di noi. Se entrare in un negozio è diventata un’esperienza, creare un percorso all’interno di questo è l’unico modo per “emozionare” le menti dei nostri consumatori. La parola chiave è “attenzione”. Attenzione alle richieste dei clienti, ai suoi movimenti, alle preferenze, ai segnali che manda, al rapporto che si instaura.

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Fondamentale è quello che si crea tra clienvolta tornano i punti precedenti, perché te e negoziante, ma può essere messo tutcome ormai avrete capito sono tutte testo a dura prova se dietro il bancone ci sono sere di uno stesso puzzle, se ne manca diverse lunghezze d’onda. Dire che sia neuna, la figura non è completa e a nessuno cessario collaborare è quasi un eufemipiace qualcosa lasciato a metà. smo, non si può nemmeno pensare di fare L’unione fa la forza anche in questo: un un lavoro decente se ci sono problemi o bel negozio, studiato e intelligente, con questioni in sospeso all’interno della squauna grande strategia alle spalle e un ottidra. Ognuno deve avere il suo ruolo, serve mo rapporto cliente-venditore potrebbe un clima di lavoro rilassato e positivo. Questabilire la differenza del nostro spazio risto non vuol dire “a rilento” o semplicespetto alla concorrenza. mente mediocre, ma se abbiamo detto che Il primo pensiero a cui dobbiamo riferirci il nostro negozio è una macchina, è imporè che “la concorrenza” potrebbe essere un tante che tutti gli inaltro motivo gigranaggi lavorino in gante per il quale non si può fare sincronia. Se un ingrail nostro cliente, un lavoro naggio comincia a dipotrebbe scegliedecente se ci sallinearsi, bisogna re di tirare dritto provvedere a sistedavanti al nostro sono problemi marlo al più presto. negozio, invece di o questioni Motivazione, tenacia e darci una possibiin sospeso focalizzazione sull’olità. Perciò dobbiaall’interno biettivo sono la marmo c o no s c e rl i cia in più che può questi avversari, della segnare la differenza come sosteneva squadra tra un lavoro di sucSun Tzu ne L’arte cesso e un fallimento. della guerra: «Conosci il tuo nemico e vincerai». L’obiettivo finale è dimostrare di avere UN PROVERBIO AFRICANO qualcosa in più e per farlo servono tante co«Se le formiche si mettono d’accordo, se, serve l’unione di aspetti diversi, talvolta possono spostare un elefante», dice un sottovalutati, ma fondamentali. La capacità proverbio africano. Abbiamo parlato di di maneggiare tutte queste tecniche ci rennegozio, della nostra strategia, delle perde più forti e di conseguenza potenti. Dalla sone che lavorano con noi e con cui dobpercezione visiva, alla sistemazione del probiamo interagire, ma cosa possiamo dotto esposto, dalla struttura del punto dire di quelli che ci sono contro? vendita, a come sviluppare una strategia La concorrenza è il punto finale della che ci renda vincenti nel nostro campo, fino nostra piccola collezione di regole d’oro. all’importanza del saper collaborare e metL’unico aspetto che dipende in misura tesi in gioco in squadra, per finire con il minore da noi, sembrerebbe, ma ecco “mai sottovalutare la concorrenza”, perché che ci sbagliamo di nuovo. potrebbe rivelarsi decisiva. Certamente, come prima cosa è necesIn conclusione, per citare un’ultima volta saria un’analisi di chi sia la nostra conL’arte della guerra, chiuderei con una correnza e di quali siano i loro punti di frase che include in sé tante verità e che forza e di debolezza. Avere un competisarebbe opportuno fare proprie per ottetor nella stessa gara, potrebbe essere nere risultati: per certi versi positivo, perché spinge «Se conosci il nemico e te stesso, la tua ad alzare l’asticella e saperlo gestire sivittoria è sicura. Se conosci te stesso, ma gnifica avere una marcia in più. I connon il nemico, le tue probabilità di vincere correnti vanno battuti, il che vuol dire e perdere sono uguali. Se non conosci il diventare innovativi, differenziarsi, essenemico e nemmeno te stesso, soccombere unici, avere nuove proposte. Dare un rai in battaglia». qualcosa in più è il segreto. E ancora una


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U

di Marco Melosi, presidente Anmvi

veterinaria

Rubrica a cura di Associazione Medici Veterinari Italiani

n serio

pericolo

La prevenzione è l’arma vincente contro la leishmaniosi canina. Il ruolo chiave del medico veterinario

La leishmaniosi canina è una di quelle insidie, rafforzate dai cambiamenti climatici, che richiedono una prevenzione vigile e permanente. L’untore, per così dire, è il Phlebotomus papatasi, un piccolo pappatacio molto simile alla zanzara, che dal suo habitat di elezione, l’area mediterranea, è risalito di latitudine fino a raggiungere il nord Italia e a lambire il centro dell’Europa. La nostra Penisola, se si eccettuano i territori d’altissima quota, è ormai tutta a rischio leishmaniosi. Caldo, umidità e buio favoriscono la circolazione del Phlebotomus papatasi; la presenza poi di una vegetazione non necessariamente fitta o boscosa completa il quadro delle condizioni ideali di adattamento di questo flebotomo. Guardiamoci intorno e proviamo a domandarci se il nostro giardino, il nostro balcone, le nostre strade e i nostri parchi possono chiamarsi fuori. Ovviamente no. La puntura di questo insetto è un serissimo pericolo infettante per il cane, che

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può ammalarsi o diventare un serbatoio di contagio per altri consimili. Un cane colpito dalla Leishmaniosi potrà sopravvivere alla malattia se adeguatamente sottoposto a cure medico-veterinarie, ma la qualità della sua vita ne risentirà sensibilmente. Un cane serbatoio, invece, rappresenterà un costante rischio epidemiologico e, suo malgrado, un potenziale veicolo di propagazione di questa infezione; un viaggio con il proprietario o un trasferimento da canile a canile esemplificano al meglio il secondo fattore di propagazione del rischio: dopo i cambiamenti climatici, le movimentazioni (proporzionali all’aumento della popolazione canina in Italia) sono la principale causa predisponente la diffusione della leishmaniosi.

IL GIUSTO CONSIGLIO Medici veterinari e farmacisti possono concorrere a responsabilizzare i proprietari sui rischi sanitari collettivi e a sensibilizzarli sulla straordinaria risposta neutralizzatrice che la prevenzione veterinaria può dare, partendo proprio dal loro cane. Per proteggerlo ci sono tre modi: adottare comportamenti che minimizzino il rischio di esposizione a puntura da pappatacio; utilizzare correttamente i “classici” presidi antiparassitari; far vaccinare il cane. Educare i proprietari ad avere referenti sanitari permette an-

che di mantenere la comunicazione anche dopo la consegna o la somministrazione dei medicinali veterinari, per verificarne l’efficacia, disporre eventuali variazioni nel piano di prevenzione o attivare una segnalazione di farmacovigilanza. Il medico veterinario di fiducia è al corrente delle abitudini familiari del suo paziente canino e l’ambiente domestico in cui è alloggiato, pertanto conosce il grado di esposizione al rischio di punture e può dare preziosi consigli, semplici ma inderogabili, per sottrarlo alla minaccia del pappatacio. Da maggio a ottobre, il cane è bene che non resti a dormire all’aperto in orario notturno, nemmeno se ben protetto da antiparassitari: meglio farlo rientrare in un ambiente riparato da zanzariere molto fitte. Per tutto l’anno, eccettuato il sempre più breve periodo di rigore invernale, il classico collarino antiparassitario è diventato d’ordinanza. Tendenzialmente i medici veterinari consigliano di abbinarlo a un prodotto spot on cosiddetto no-feeding, da applicare sulla cute. Come si sa, con la puntura nel cane l’insetto cerca nutrimento, pertanto un prodotto no-feeding che inibisca l’insetto dal consumare il suo pasto è fondamentale quanto un collare anti-infestazione da parassiti a effetto repellente Attenzione alla scelta della protezione antiparassitaria, che dovrà essere indicata contro la puntura del pappatacio (oltre a proteggerlo da pulci e zecche).


veterinaria

Questi prodotti, utilizzati in modo combinato e complementare, rappresentano delle protezioni esterne e, salvo diversa indicazione (Aic), possono essere acquistati senza ricetta. È però sempre consigliabile un consulto preliminare con il proprio medico veterinario, soprattutto se in casa c’è un gatto: guai a utilizzare indifferentemente le protezioni, a ognuno la sua.

I VACCINI Da qualche anno ci sono anche i vaccini per attivare le difese immunitarie contro la leishmaniosi. In questo caso non si può mai prescindere dalla prescrizione veterinaria perché si tratta di farmaci che possono essere somministrati nel cane solo nei casi in cui il medico veterinario lo ritenga opportuno. Per i vaccini non c’è un diktat di somministrazione generalizzata come per i collarini o gli spot on: si valuta caso per caso, cane per cane, situazione per situazione. Il vaccino è senz’altro raccomandato dai medici veterinari quando il cane si trova in condizioni di elevata esposizione al rischio di puntura. Per esempio perché si trova in un territorio endemico oppure perché (pensiamo ai cani da lavoro e da caccia) entra a contatto con ambienti boschivi e aree densamente “verdi”. Si tenga anche presente che l’incubazione della leishmaniosi dura svariati mesi (da sei a otto) e tarda a manifestare i sintomi della malattia e poiché il proprietario non è quasi mai in grado di accorgersi che l’animale è stato punto, la copertura vaccinale viene raccomandata per consentire l’attivazione precoce delle difese immunitarie. Attraverso i test sierologici il medico veterinario può affinare la sua decisione a favore della vaccinazione, rilevando una eventuale positività alla malattia prima che questa si manifesti. Tra i sintomi evidenti anche al proprietario ci sono inappetenza, spossatezza, vomito, diarrea e perdita di pelo. I tre rimedi che abbiamo elencato più sopra vanno applicati all’unisono nelle zone a massimo rischio. Contro la leishmaniosi è il caso di tenere a mente la massima di Benjamin Franklin: «Un’oncia di prevenzione vale una libbra di cura».

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attualità

A

di Carla De Meo

tutto

social Una campagna internazionale sulla salute della donna. Antidoto contro la cattiva informazione

Nove mesi. Come una gravidanza. Tanto tera comunità mondiale. Ogni mese un durerà, in tutto il mondo “Well, Women argomento dedicato e affrontato attraverEmpowerment Learning Links”, la camso tre post (vedi box). pagna internazionale di informazione sulla Salute della Donna. È partita a luglio e DIETRO L’INIZIATIVA si conclude a marzo 2019. Nove mesi per La campagna è stata promossa dal Comiinformare con dati e approfondimenti tato per la salute della donna e i diritti scientifici attraverso i umani della Federaziosocial network con un’operazione ne internazionale di post su Facebook e Inginecologia e ostetriche fa seguito ca (Figo) e dalla Sociestagram. L’obiettivo è ridurre al minimo l’im- alla campagna tà di ginecologia e patto negativo di un’inostetricia (Sigo). Figo 2017, che for mazione spesso è l’unica organizzaziocoinvolse poco corretta che dilane che rappresenta le in italia ga on line e di raggiunsocietà nazionali di giqu a ttro milioni gere un bacino quanto necologia e ostetricia di utenti più ampio e internaziodi tutto il mondo, rapnale di giovani. Per presenta 130 Paesi e promuovere l’adozione di comportamenti ha sede amministrativa a Londra. Per facie stili di vita che favoriscano la salute dellitare la partecipazione attiva dei cittadini la donna, delle future generazioni e dell’inproprio nella salvaguardia della loro salu-

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te, la Federazione promuove campagne di sensibilizzazione ed educazione specifiche. In questa prospettiva ha creato undici gruppi di lavoro che producono materiale didattico ed elaborano progetti internazionali. «Rappresentiamo la voce globale per la salute della donna», dice la canadese Jan Christilaw, membro di Figo. «Questo Comitato lavora a livello mondiale, i suoi componenti provengono da ogni angolo del pianeta». Proprio in margine a Well, Giovanni Scambia, presidente della Sigo afferma: «Le donne, a tutte le età, hanno un gran bisogno di essere rassicurate, informate e convinte su alcuni grandi temi della salute della prevenzione al femminile attraverso una comunicazione semplice e divulgativa ma al tempo stesso rigorosa. Bisogna dare attenzione al proprio corpo, preservare la fertilità e la salute sessuale, e più in generale tutelare il benessere futuro».


attualità SUL WEB Per l’Italia, la campagna si svilupperà su una pagina Facebook e un profilo Instagram dedicati, oltre che sulle pagine Facebook di Sigo e Figo. Sono previsti tre post ogni mese: il primo descrive il quadro generale del tema che viene affrontato con dati epidemiologici e statistiche dall’Italia e dal mondo. I due post successivi offrono invece focus specifici e forniscono informazioni più dettagliate con ulteriori link di approfondimento scientifico. La campagna è worldwide e dunque i contenuti grafici sono stati pensati per essere trasversali, tenendo conto delle differenti sensibilità culturali. Si tratta di un’operazione su larga scala, sostenuta anche dalla Fondazione medicina a misura di donna Onlus, che fa seguito alla campagna 2017 quando in una sola settimana in Italia vennero raggiunti quattro milioni di utenti con oltre

I temi affrontati, mese per mese 1. Luglio: preservazione della fertilità maschile e femminile

7. Gennaio: stili di vita sani

2. Agosto: counselling preconcezionale

9. Marzo: promozione del rispetto della donna

3. Settembre: contraccezione

8. Febbraio: falsi miti da sfatare

4. Ottobre: gravidanza e parto sicuri 5. Novembre: prevenzione della violenza contro le donne 6. Dicembre: prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili

90.000 interazioni. «Abbiamo voluto dare seguito alla campagna 2017 dando più forza e consistenza al nostro messaggio», spiega Chiara Benedetto, direttore Struttura complessa universitaria Ginecologia e Ostetricia I dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. «Siamo convinti che i social network debbano essere uti-

Facebook: Campagna Mondiale per la Salute della Donna Instagram: @well_campagnamondiale

lizzati per diffondere valori positivi e veicolare informazioni scientifiche con mezzi facilmente accessibili. La conoscenza genera cambiamento: per questo i messaggi saranno rivolti non solo alle donne ma anche agli uomini per innescare un circolo virtuoso che migliori la qualità di vita di tutti».

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professione

A

supporto

del paziente

Con il Dlgs n. 153/09 è stato introdotto un nuovo modello di farmacia, la farmacia dei servizi, che comporta il passaggio dalla centralità della dispensazione del medicinale a uno schema in cui la consegna del medicinale deve necessariamente affiancarsi a una serie di servizi resi dal far macis t a in q uanto specialista del medicinale, in grado di contribuire concretamente al processo di cura, alle pratiche di prevenzione e di aderenza terapeutica. In quest’ottica, nel 2012 è nato, dalla collaborazione di Federfarma Piemonte, l’Ordine dei farmacisti e l’Università di Torino, il Progetto farmacia di comunità, con l’obiettivo di valorizzare la figura del farmacista come intermediario tra Ssn e paziente sul territorio. Tale progetto è infatti volto all’innovativa e continua “presa in carico” del paziente, focalizzato sul supporto nell’aderenza alla terapia e nella prevenzione come valori aggiunti messi in atto dal farmacista al fine, da un lato, di tutelare la salute del cittadino e, dall’altro, garantire evidenti risparmi al Ssn. Ecco che il presente lavoro di tesi è stato condotto al fine di valutare quale sia il ruolo del farmacista nella presa in carico di un particolare tipo di paziente cronico, ovvero il paziente celiaco: con il Dpcm del 23/04/08 viene segnato il passaggio fondamentale della celiachia dall’elenco delle malattie rare,

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di Eleonora Reato, Lorenzo Ravetto Enri, Paola Brusa, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco, Università di Torino

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Il ruolo del farmacista di comunità nella gestione della celiachia al centro di una tesi di laurea, a Torino

dove era stata inserita con il Dm del 18/05/01, a quello delle malattie croniche. Essa, come definito nell’art.1 della L. 123/05, è un’intolleranza permanente al glutine, che in soggetti geneticamente predisposti, determina un processo infiammatorio nell’intestino tenue con conseguenti malassorbimento e manifestazioni extra-intestinali. Allo stato attuale, la prevalenza in Italia è pari a circa all’1 per cento della popolazione, con un numero di celiaci pari a 198.427 di cui 138.902 femmine e 59.525 maschi. Inoltre, la celiachia risulta più concentrata in determinate fasce d’età. Per quanto riguarda l’aspetto patogenetico, questa malattia si manifesta in seguito all’ingestione di glutine che, in ultima battuta, innesca due reazioni: una di tipo Th1 tramite la produzione di specifiche citochine responsabili del danno tissutale; l’altra di tipo Th2 che porta alla secrezione di anticorpi di tipo IgA diretti contro la gliadina, l’endomisio e la transglutaminasi tissutale. Queste conoscenze sono necessarie affinché il farmacista possa essere in grado di gestire il paziente celiaco. Al fine di valutare l’attuale ruolo del farmacista e i suoi possibili sviluppi nella gestione di tale patologia è stata svolta un’indagine sul territorio, tramite la somministrazione di questionari ai pazienti celiaci di due farmacie della Provincia di Torino.

IL QUESTIONARIO Il questionario somministrato è suddiviso in quattro sezioni. Nella prima sezione vengono raccolti i dati anagrafici del paziente. Nella seconda si passa a indagare i sintomi che hanno portato alla diagnosi e con quali modalità essa è avvenuta. Nella terza sezione si analizza il ruolo del farmacista nella presa in carico di tali soggetti e quali informazioni aggiuntive essi vorrebbero ricevere in farmacia sia riguardo i prodotti gluten free, sia riguardo la patologia. Infine, nell’ultima sezione si indaga più specificamente sulle modalità di sostituzione del glutine. L’analisi delle risposte ha permesso di venire a conoscenza delle necessità del paziente celiaco, delle loro abitudini alimentari e le modalità con cui il farmacista può intervenire nella presa in carico del paziente celiaco.

PRINCIPALI RISULTATI Sintomatologia e diagnosi: per quanto riguarda la sintomatologia che ha condotto alla diagnosi di celiachia, dai dati raccolti emerge come i disturbi gastrointestinali siano preponderanti in tutte le fasce d’età. Nonostante ciò, più la diagnosi avviene in fase adulta, più i sintomi risultano eterogenei, confermando quanto riscontrato in letteratura. Infatti, nelle fasce d’età adulte sono stati registrati sintomi quali dermatiti e complicanze della sfera riproduttiva.


professione Passando alle modalità che hanno portato alla diagnosi di celiachia, dai dati raccolti sembra che i pazienti intervistati abbiano seguito il protocollo diagnostico previsto dal ministero della Salute, secondo cui deve essere eseguita l’indagine sierologica con determinati marcatori anticorpali seguita, in caso di positività, dalla biopsia intestinale. L’indagine genetica, invece, rappresenta un test da eseguirsi soltanto in casi dubbi ed è volto soprattutto a escludere, più che a confermare, una diagnosi di celiachia. La farmacia come luogo di counselling: uno dei risultati più interessanti riguarda la farmacia. Essa rappresenta il luogo preferenzialmente scelto dal paziente per l’acquisto dei prodotti per celiaci (91,6 per cento), dove il supporto in termini di counselling da parte del farmacista

Grafico 1 informazioniall’attodelladispensazione 10,40%

Consigli nutrizionali nella scelta dei prodotti disponibili in farmacia

10,40%

Consulenza per l’adozione di un corretto stile di vita

22,90%

39,60%

Orientamento tra i vari marchi gluten free Consigli nutrizionali + consulenza sull’adozione di un corretto stile di vita

16,70%

Consigli nutrizionali + orientamento tra i vari marchi

Fonte: Elaborazione di Eleonora Reato

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professione

emerge il desiderio dei pazienti celiaci di ricevere INFORMAZIONI SU COME AFFRONTARE LA DIETA risulta essere fondamentale nel migliorare l’aderenza alla dieta aglutinata e di conseguenza nella riduzione delle complicanze legate a tale malattia. L’importanza dell’intervento del farmacista viene confermata dal fatto che dall’analisi dei dati emerge il desiderio dei pazienti celiaci di ricevere maggiori informazioni sia per quanto riguarda le modalità con cui deve essere affrontata o migliorata una dieta aglutinata, sia per quanto riguarda l’insorgenza di possibili complicanze. Tra le possibili complicanze non sono da annoverare solamente quelle derivanti da patologie associate alla celiachia, ma anche quelle legate allo specifico regime terapeutico del paziente. Infatti, i celiaci a dieta senza glutine risultano essere facilmente soggetti a squilibri nutrizionali per eccesso o difetto di alcuni nutrienti, dovu-

ti da una parte allo scarso apporto di fibre, vitamine (folati, vitamina D, vitamina B6 e B12) e minerali (zinco, calcio, ferro e magnesio), dall’altra all’eccessivo apporto di proteine animali e grassi. Si rende così necessaria una riflessione riguardo l’impatto della dieta aglutinata sulla variazione del peso corporeo. Da un’analisi di letteratura sono infatti emersi dati piuttosto contrastanti: alcuni studi riportano che l’adozione di una dieta aglutinata comporta un incremento del Bmi, altri studi invece concludono che l’eliminazione del glutine dalla dieta comporta una normalizzazione del Bmi. Dai dati raccolti nel presente lavoro di tesi risulta che la maggior parte degli intervistati è normopeso. Modalità di sostituzione del glutine e l’intervento del farmacista: un altro aspetto preso in considerazione nell’indagine riguarda la sostituzione del glutine. Dall’analisi è emerso che gli intervistati utilizzano maggiormente prodotti confezionati, facendo a volte una scelta non propriamente corretta. Come già accennato, infatti, i prodotti confezionati gluten free non sempre garantiscono un apporto di micro e macro nutrienti adeguato. Il farmacista può quindi intervenire accompagnando il celiaco nella scelta dei prodotti in base alle sue specifiche esigenze ed

Grafico 2 modalitàdisostituzionedelglutine Comprando prodotti confezionati con la spiga sbarrata

12,50%

35,40% 25%

Comprando farine naturalmente prive di glutine e lavorandole in cucina Alternando alimenti gluten free con frutta, verdura e altri cibi naturalmente privi di glutine Comprando prodotti confezionati e alternando alimenti naturalmente privi di glutine

6,30% 20,80%

Fonte: Elaborazione di Eleonora Reato

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Comprando prodotti confezionati + farine e alimenti naturalmente privi di glutine

eventualmente consigliando determinati integratori alimentari per compensare le carenze nutrizionali. Sempre in merito alla sostituzione del glutine, dall’analisi del questionario sono emersi alcuni dati interessanti in merito al sistema di rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale. Il 100 per cento delle persone intervistate ha dichiarato di percepire un contributo in merito all’acquisto dei prodotti senza glutine; il 91,7 per cento inoltre ha dichiarato di ritenere tale quota sufficiente. Nel corso del 2018, però, i tetti di spesa cambieranno con una riduzione del contributo mensile per l’acquisto di tali prodotti, non è detto quindi che questo alto indice di gradimento si manterrà in futuro.

CONCLUSIONI Le farmacie costituiscono non solo un punto di riferimento per la dispensazione e l’acquisto dei prodotti gluten free, ma anche un luogo qualificato di offerta di prestazioni sanitarie e soprattutto di counselling strutturato che porterà notevoli benefici al paziente, in termini di aderenza ed efficacia della cura, e al Ssn in termini di ottimizzazione delle risorse. Infatti, il ruolo del farmacista nella gestione del paziente celiaco è in primo luogo quello di migliorare la qualità della vita del paziente fornendo un continuo supporto professionale in termini di consulenza sul corretto stile di vita, di consigli nutrizionali e di orientamento tra i vari prodotti in modo da soddisfare le esigenze del singolo; in secondo luogo di ridurre la spesa sanitaria supportando l’aderenza alla dieta aglutinata. Infatti, i pazienti celiaci non aderenti alla dieta tendono a sviluppare complicanze a lungo termine e questo comporterebbe un ulteriore aumento del costo per la diagnosi del paziente (da 3.725,55 euro, costo di un nuovo caso di celiachia, a 35.077,75). Infine, una possibile continuazione di questo lavoro potrebbe riguardare l’intervento del farmacista nell’intercettare pazienti celiaci misconosciuti: consapevole dell’eterogenea sintomatologia che caratterizza la patologia, il farmacista potrebbe essere un valido aiuto per abbreviare i tempi che intercorrono tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi della patologia.


Il paziente, il farmacista, la farmacia e l’alleanza interprofessionale per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale

DALL’IDEA ALLO SVILUPPO: INSIEME PER L’EVOLUZIONE

su iniziativa di

Unione Tecnica Italiana Farmacisti

con la partecipazione di

V CONGRESSO NAZIONALE DEI FARMACISTI ITALIANI ROMA

Auditorium Parco della Musica 1 2 | 1 3 OTTOBRE 2018 ISCRIVITI SUBITO

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U farmacologia

di Carla Carnovale, Pharmacovigilance Service, Unit Clinical Pharmacology, Department of Biomedical and Clinical Sciences, University Hospital “Luigi Sacco”, University of Milan

na difesa

in più?

Effetti a lungo termine della terapia con statine sull’incidenza di osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale e da un deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo con conseguente aumento della fragilità ossea. Tale condizione porta a un significativo aumento del rischio di frattura, anche in seguito a traumi di lieve entità; studi in merito indicano infatti che, nel corso della vita, circa il 40 per cento della popolazione incorre in una frattura del femore, vertebra, polso, omero o caviglia. Così come è facilmente intuibile, l’incidenza di fratture aumenta in seguito all’au-

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mentare dell’età, e ciò è particolarmente evidente nelle donne1. In Italia l’osteoporosi colpisce circa 5.000.000 di persone, di cui l’80 per cento sono donne in post-menopausa (il 23 per cento delle donne ultraquarantenni), e il 14 per cento sono uomini con più di sessant’anni. Questi numeri sono tuttavia in rapida espansione, soprattutto in relazione al considerevole aumento dell’aspettativa di vita; l’Italia rappresenta il secondo Paese europeo (dopo la Germania) con la percentuale maggiore di over 65 (circa il 18,3 per cento). In base a recenti stime europee, il nu-

mero di fratture del femore previste è difatti in costante aumento; solo nella popolazione femminile, la stima prevista raggiungerà le 800.000 nel 2050 (oltre 300.000 quelle registrate invece nel 2000)1. Molteplici le cause coinvolte nell’insorgenza di osteoporosi; se nelle donne la motivazione principale è ascrivibile al deficit estrogenico post-menopausa, negli uomini (circa nel 65-70 per cento dei casi) può essere dovuta all’uso di farmaci, ad altre patologie che determinano perdita di massa ossea o all’abuso di alcol2,3. Le fratture da fragilità per osteoporosi


FARMACOLOGIA comportano considerevoli conseguenze cliniche (sia in termini di mortalità sia di disabilità motoria), con un notevole impatto socio-economico. In accordo a dati in merito, nel periodo immediatamente successivo all’evento, si registra infatti una mortalità da frattura del femore del 5 per cento; tale percentuale sale al 15-25 per cento nell’arco di un anno. Nel 20 per cento dei casi, la frattura determina la perdita definitiva della capacità di camminare autonomamente, mentre solo il 30-40 per cento dei soggetti recupera completamente lo status fisico iniziale precedente alla

frattura. A rendere estremamente complicata la gestione di questa patologia è l’elevatissima percentuale di ricadute; in seguito a una frattura infatti, il rischio di incorrere in un altro episodio è del 90 per cento (circa dopo sei mesi). In relazione a tali evidenze, così come recentemente ribadito anche dalla Società italiana dell’osteoporosi del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro (Siommms)4, la gestione (inclusa la prevenzione) di tale patologia ossea, rappresenta uno degli obiettivi principali per la tutela della salute a livello europeo5.

OSTEOPOROSI E MALATTIE CARDIOVASCOLARI Esiste una stretta connessione tra le patologie cardiovascolari e l’osteoporosi (entrambi responsabili dell’elevata incidenza di morbilità e mortalità tra gli over 656); molto più comunemente di quanto ci si aspetti infatti, soprattutto tra la popolazione anziana con fattori di rischio cardiovascolare, è estremamente frequente il riscontro sia di calcificazioni vascolari sia di osteoporosi7. Le Ldl ossidate implicate nel rischio cardiovascolare sono inoltre in grado di ini-

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farmacologia

bire la differenziazione degli osteoblasti (le cellule che partecipano alla formazione del tessuto osseo, secernendo i componenti organici della matr ice e regolando la deposizione di sali minerali) nel tessuto osseo e di favorire invece l’attivazione degli osteoclasti, con conseguente rilascio del ligando del recettore dell’attivatore del fattore nucleare NF-kB (RANKL). L’interazione ligando-recettore consente la stimolazione di fattori di trascrizione coinvolti nel differenziamento e nella proliferazione delle cellule coinvolte nel riassorbimento osseo8-11. Alla luce di tali evidenze, la riduzione dei fattori di rischio implicati nel riassorbimento osseo, tra cui gli elevati livelli di Ldl ossidate (presenti nei pazienti con problemi cardiovascolari), gioca un ruolo estremamente importante nel diminuire il rischio di insorgenza di malattie dell’apparato scheletrico.

STATINE E METABOLISMO OSSEO Sono ampiamenti riconosciuti e condivisi i benefici delle statine nella prevenzione delle patologie cardiovascolari in pazienti con elevati livelli di colesterolo; i risultati degli studi clinici a oggi condotti rilevano infatti una diretta relazione tra la riduzione dei livelli di colesterolo Ldl e la riduzione di eventi cardiovascolari (a ogni riduzione di 1 mmol/l o 39 mg/dl dei valori di Ldl, corrisponde una riduzione del 12 per cento della mortalità, e una riduzione del 21 per cento di eventi cardiovascolari maggiori)12. La stretta relazione tra osteoporosi e malattie cardiovascolari sopra discussa ha incentivato la ricerca scientifica a esplorare a fondo gli effetti delle statine anche sul metabolismo osseo, al fine di individuare possibili ulteriori utilizzi degli ipolipemizzanti nel ridurre il rischio di fratture, preservando la massa ossea. In accordo a studi scientifici in merito, gli effetti delle statine sul metabolismo osseo sono da ascrivere alla loro capacità di agire sulla stessa via metabolica su cui agiscono anche i bifosfonati, farmaci utilizzati nella prevenzione del decadimento del tessuto osseo13.

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Uno studio pubblicato nel 2018 a Taiwan I risultati principali di un recentissimo studio di coorte retrospettivo su larga scala, volto a valutare l’associazione tra il trattamento con statine e il rischio di osteoporosi di nuova insorgenza a Taiwan, hanno rilevato che l’assunzione di tali farmaci (a dosi terapeutiche) esplica un effetto osteoprotettivo, prevenendo il verificarsi di osteoporosi. A partire dal National Health Insurance Research Database of Taiwan sono stati selezionati 45.342 soggetti di età compresa tra 50 e 90 anni in terapia con statine al primo gennaio 2001 e sono stati osservati fino al 31 dicembre 2013. Il gruppo di controllo era costituito da 115.594 pazienti non in terapia con statine. Durante il periodo di follow-up di tredici anni, 16.146 soggetti tra tutti quelli

Le statine bloccano difatti l’attività dell’HMGCoA reduttasi, enzima implicato nella sintesi del mevalonato; tale blocco enzimatico determina la mancata produzione anche di una serie di precursori a loro volta implicati nella regolazione dell’attività osteoclastica. La mancata attivazione della cascata bloccata dalle statine si traduce così in un aumento dell’apoptosi degli osteoclasti, con conseguente riduzione del riassorbimento osseo. Già circa dieci anni fa, i primi studi caso-controllo pubblicati sull’illustre rivista scientifica Jama, evidenziarono una riduzione statisticamente significativa del rischio di frattura all’anca in seguito all’esposizione a statine nei 180 giorni o nei tre anni precedenti (50 e 43 per cento, rispettivamente) in pazienti over 6514. A partire dalla banca dati Uk based general practitioners record database (Gprd), vennero identificati 3.940 pazienti (casi) con frattura e 23.379 pazienti di controllo: i soggetti che assumevano

arruolati (10,03 per cento) hanno sviluppato osteoporosi, inclusi 3.097 utilizzatori di statine (6,83 per cento) e 13.049 non utilizzatori (11,29 per cento). Complessivamente, la terapia con statine riduceva il rischio di osteoporosi di nuova insorgenza del 47 per cento negli uomini e del 48 nelle donne, con una relazione dose-risposta tra il trattamento con ipolipemizzanti e il rischio di osteoporosi di nuova insorgenza. In conclusione, sulla base dei dati emersi dallo studio, le statine ad alta potenza (rosuvastatina e atorvastatina) e a potenza moderata (simvastatin a) s e m b r av a n o e s p l i c a re u n potenziale effetto protettivo per l’osteoporosi in entrambi i sessi; l’effetto è risultato più elevato in dipendenza del dosaggio cumulativo e dell’intensità delle statine.

statine avevano un più basso rischio di fratture (sia in genere sia di quelle al bacino) rispetto al gruppo controllo15, tale effetto protettivo risultava tuttavia evidente solo per esposizioni comprese in un range di 1-4 mesi. Sebbene tali studi abbiano dimostrato che gli utilizzatori di statine presentano un rischio inferiore di fratture o maggiore densità minerale ossea rispetto ai non utilizzatori, i risultati susseguitesi nel tempo hanno rilevato dati contrastanti (soprattutto nelle popolazioni asiatiche), rendendo necessari ulteriori approfondimenti su vasta scala e a lungo termine. Nel maggio 2018, è stato pubblicato un interessante studio di coorte retrospettivo su larga scala con tredici anni di follow-up che ha valutato l’effetto a lungo termine della terapia con statine sull’incidenza di osteoporosi, contribuendo significativamente a supportare l’ipotesi di un effetto osteoprotettivo delle statine (box in alto)16.


farmacologia RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1. Portale ufficiale del ministero della Salute. Disponibile al link: http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4491&area=Salute+donna&menu =patologie (Data di accesso: 27/06/2018). | 2. J Christopher Gallagher, Sri Harsha Tella. “Prevention and treatment of postmenopausal osteoporosis”. J Steroid Biochem Mol Biol. 2014; 142: 155-170. | 3. Campion JM, Maricic MJ. “Osteoporosis in men”. Am Fam Physician. 2003; 67(7):1521-6. | 4. Portale ufficiale della Società italiana dell’osteoporosi del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro. Disponibile al link: http://www. siommms.it/ (Data di accesso: 27/06/2018). | 5. Portale ufficiale dell’Epicentro-Portale di epidemiologia. Disponibile al link: http://www.epicentro.iss.it/focus/osteoporosi/osteoporosi.asp (Data di accesso: 27/06/2018). | 6. Burge R, Dawson-Hughes B, Solomon DH, et al. “Incidence and economic burden of osteoporosis related fractures in the United States, 2005-2025”. J Bone Miner Res 22: 465-475, 2007. | 7. von der Recke P, Hansen MA, Hassager C. “The association between low bone mass at the menopause and cardiovascular mortality”. Am J Med 106: 273-278, 1999. | 8. Parhami F, Jackson SM, Tintut Y, et al. “Atherogenic diet and minimally oxidized low density lipoprotein inhibit osteogenic and promote adipogenic differentiation of marrow stromal

cells”. J Bone Miner Res 14: 2067-2078, 1999. | 9. Tietelbaum SL. “Ranking c-Jun in osteoclast development”. J Clin Invest 114: 463–465, 2004. | Libby P, Ridker PM, Maseri A. “Inflammation and atherosclerosis”. Circulation 105: 1135-1143, 2002. | 10. Hamerman D. “Osteoporosis and atherosclerosis: Biological linkages and the emergence of dual-purpose therapies”. QJM 98: 467–484, 2005. | 11. Parhami F, Mody N, Gharavi N, et al. “Role of the cholesterol biosynthetic pathway in osteoblastic differentiation of marrow stromal cells”. J Bone Miner Res 17: 1997–2003, 2002. | 12. Baigent C, Keech A, Kearney PM, et al, for the Cholesterol Treatment Trialists’ (CTT) Collaborators. “Efficacy and safety of cholesterol-lowering treatment: prospective meta-analysis of data from 90 056 participants in 14 randomised trials of statins”. Lancet 2005; 366: 1267-78. | 13. Coxon FP, Rogers MJ. “The role of prenylated small GTP-binding proteins in the regulation of osteoclast function”. Calcific Tissue Int 92: 80-84, 2003. | 14. Wang PS, Solomon DH, Mogun H, et al. “HMGcoA reductase inhibitors and the risk of hip fractures in elderly patients”. Jama 283: 3211-3216, 2000. | 15. Meier CR, Schilienger RG, Kraenzlin ME, et al. “HMGCoA reductase inhibitors and the risk of fractures”. Jama 283: 3205-3210, 2000. | 16. Lin TK, Chou P, Lin CH, et al. “Long-term effect of statins on the risk of new-onset osteoporosis: a nationwide population-based cohort study”. PLoS One 2018; 13:e0196713.

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Legale

L La società benefit in farmacia si pone ben al di là della farmacia dei servizi

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a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

a società

speziale Sb Nel mentre l’avvento delle società di capitali, ovvero del capitale nella società di persone che si possono rendere titolari su concessione amministrativa del diritto d’esercizio di farmacie private nelle logiche della Legge n. 124/2017, ha dato luogo alla newco per dar vita alla prima “rete delle reti” delle farmacie e dei loro fornitori, schierando un modulo “sistema farmacia” - utilizzando a sproposito una dizione consolidata in dottrina e in giursiprudenza ma in senso ben diverso - contro Hannibal ad portas, si è affacciata nel mondo della farmacia anche la prima società benefit “SB” per la gestione di farmacie comunali come “rete di farmacie” che ha fissato statutariamente i benefici comuni assicurati alla loro utenza secondo i parametri indicati dalla Legge n. 208/2015 che ne dilatano i servizi di cui al Decreto legislativo n. 153/2009 in riferimento alla Legge 69/2009. Quanto alla prima iniziativa è noto ai frequentatori di questo Osservatorio la preferenza che viene al contrario data alla “rete di farmacie”, intesa come insieme di presidi sanitari che garantiscono con continuità temporale e territoriale un servizio pubblico e sociale (Corte Costituzionale n. 27/2003) affidato a una professione esercitata attraverso un’impresa, le cui indubbie esigenze economiche sono “marginali” rispetto al servizio (Corte Costituzionale n. 87/2006) da questa assicurato in regime di “concessio-

ne” attributiva della relativa funzione pubblica (Corte Costituzionale n. 448/2006): il sistema farmacia nella dizione originale, posto a tutela della qualità e della dignità della vita attraverso la cura della salute e la terapia del dolore (articolo 32 in relazione all’articolo e 41 della Costituzione). Tutto questo si pone in termini prioritari, a tacere dei dubbi tutt’altro che metodici che possono sorgere anche in ordine alla causa negoziale delle intese orizzontali e verticali che hanno condotto a un tale antagonista “rete delle reti”, che potrebbe incorrere nelle insidie previste e sanzionate dalla normativa comunitaria in materia di concorrenza e di mercato (articolo 101, Tfue anche in riferimento all’articolo 81, Tce e articolo 10 commi 2, 3, 5, Legge n. 287/1990) rimesse al vaglio dell’Antitrust nelle logiche del Diritto europeo della economia (Corte Costituzionale n. 325/2011), che incidono sul dettato costituzionale di conformità comunitaria di cui all’art. 117, comma 1, della Costituzione (Corte Costituzionale n. 406/2006). Quanto alla seconda iniziativa il riferimento al regime della società benefit (Legge n. 208/2015) si pone di per sé nelle logiche costituzionali e comunitarie che privilegiano la “rete di farmacie” nella vulgata costituzionale di cui s’è detto (articolo 41 in riferimento all’articolo 32 della Costituzione) e ne sono un conseguenziale proseguimento. Non è questa la sede per parlare della “rete delle reti”, ma quella per indicare


Legale nell’ambito della “rete di farmacie” la valenza della società speziale benefit il cui munus si traduce in un beneficio comune.

BENEFIT Ben al di là di ogni altra sintesi vale il testo normativo di chiarezza esemplare espresso dall’articolo unico, commi da 376 a 384 della Legge (di stabilità) 28 dicembre 2015, n. 208, che promuove in termini ge-

nerali la società benefit e che ha una particolare ricaduta sulle società speziali, così chiamate anche in giurisprudenza (Consiglio di Stato, n. 5486/2013). Comma 376. Le disposizioni previste dai commi dal presente al comma 382 hanno lo scopo di promuovere la costituzione e favorire la diffusione di società, di seguito denominate «società benefit», che nell’esercizio di una attività economica, oltre allo

scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interesse. Comma 377. Le finalità di cui al comma 376 sono indicate specificatamente nell’oggetto sociale della società benefit e sono perse-

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Legale

Occhiali da vedere per vedere: I buonuomini La prima società speziale benefit costituita a Firenze fa venire in mente per contrappasso la Compagnia dei buonuomini, istituita nel 1441 proprio a Firenze con lo scopo di soccorrere “i poveri vergognosi” ovvero i magnati caduti in disgrazia a causa delle lotte intestine tra i “partiti” della città, i quali, a motivo della loro passata condizione, non chiedevano almeno pubblicamente elemosina per vergogna. La tradizione della Compagnia continua ancora a Firenze, così come la consuetudine dei buonuomini di accendere un lume sull’uscio della sede - posta a due passi dalla casa di Dante nell’Oratorio di San Martino, ove è infissa anche la “buca per le istanze” di chi ha bisogno - onde segnalare l’esaurimento delle loro risorse: di tal che, quando i buonuomini “sono al lumicino”, vien portato loro un generoso aiuto da parte di chi lo sa intendere e volere.

guite mediante una gestione volta al bilanciamento con l’interesse dei soci e con l’interesse di coloro sui quali l’attività sociale possa avere un impatto. Le finalità possono essere perseguite da ciascuna delle società di cui al libro V, titoli V e VI, del Codice civile, nel rispetto della relativa disciplina. Comma 378. Ai fini di cui ai commi da 376 a 382, si intende per: a) «beneficio comune»: il perseguimento, nell’esercizio dell’attività economica delle società benefit, di uno o più effetti positivi, o la riduzione degli effetti negativi, su una o più categorie di cui al comma 376; b) «altri portatori di interesse»: il soggetto o i gruppi di soggetti coinvolti, direttamente o indirettamente, dall’attività delle società di cui al comma 376, quali lavoratori, clienti, fornitori, finanziatori, creditori, pubblica amministrazione e società civile; c) «standard di valutazione esterno»: modalità e criteri di cui all’allegato 4 annesso alla presente legge, che devono essere necessariamente utilizzati per la valutazione dell’impatto generato dalla società benefit in termini di beneficio comune; d) «aree di valutazione»: ambiti settoriali, identificati nell’allegato 5 annesso alla presente legge, che devono essere necessariamente inclusi nella valutazione dell’attività di beneficio comune. Comma 379. La società benefit, fermo restando quanto previsto nel codice civile, deve indicare, nell’ambito del proprio oggetto sociale, le finalità specifiche di beneficio co-

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mune che intende perseguire. Le società diverse dalle società benefit, qualora intendano perseguire anche finalità di beneficio comune, sono tenute a modificare l’atto costitutivo o lo statuto, nel rispetto delle disposizioni che regolano le modificazioni del contratto sociale o dello statuto, proprie di ciascun tipo di società; le suddette modifiche sono depositate, iscritte e pubblicate nel rispetto di quanto previsto per ciascun tipo di società dagli articoli 2252, 2300 e 2436 del Codice civile. La società benefit può introdurre, accanto alla denominazione sociale, le parole: «Società benefit» o l’abbreviazione: «SB» e utilizzare tale denominazione nei titoli emessi, nella documentazione e nelle comunicazioni verso terzi. Comma 380. La società benefit è amministrata in modo da bilanciare l’interesse dei soci, il perseguimento delle finalità di beneficio comune e gli interessi delle categorie indicate nel comma 376, conformemente a quanto previsto dallo statuto. La società benefit, fermo quanto disposto dalla disciplina di ciascun tipo di società prevista dal Codice civile, individua il soggetto o i soggetti responsabili a cui affidare funzioni e compiti volti al perseguimento delle suddette finalità. Comma 381. L’inosservanza degli obblighi di cui al comma 380 può costituire inadempimento dei doveri imposti agli amministratori dalla legge e dallo statuto. In caso di inadempimento degli obblighi di cui al comma 380, si applica quanto disposto dal Codice civile in relazione a ciascun tipo di

società in tema di responsabilità degli amministratori. Comma 382. Ai fini di cui ai commi da 376 a 384, la società benefit redige annualmente una relazione concernente il perseguimento del beneficio comune, da allegare al bilancio societario e che include: a) la descrizione degli obiettivi specifici, delle modalità e delle azioni attuati dagli amministratori per il perseguimento delle finalità di beneficio comune e delle eventuali circostanze che lo hanno impedito o rallentato; b) la valutazione dell’impatto generato utilizzando lo standard di valutazione esterno con caratteristiche descritte nell’allegato 4 annesso alla presente legge e che comprende le aree di valutazione identificate nell’allegato 5 annesso alla presente legge; c) una sezione dedicata alla descrizione dei nuovi obiettivi che la società intende perseguire nell’esercizio successivo. Comma 383. La relazione annuale è pubblicata nel sito internet della società, qualora esistente. A tutela dei soggetti beneficiari, taluni dati finanziari della relazione possono essere omessi. Comma 384. La società benefit che non persegua le finalità di beneficio comune è soggetta alle disposizioni di cui al Decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 145, in materia di pubblicità ingannevole e alle disposizioni del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato svolge i relativi compiti e attività, nei limiti delle risorse disponibili e senza nuovi o maggiori oneri a carico dei soggetti vigilati.

PRIOR IN TEMPORE … potior in jure si pone la società di gestione delle farmacie comunali di Firenze, che per prima in Italia (e in Europa) ha modificato in tal senso la sua ragione sociale in forma di A.Fa.M SpA-SB, offrendo uno spazio di riflessione ai cultori della “rete delle reti” che forse aggrotteranno le ciglia - come il dignitario nel vedere San Martino che divide il mantello con il povero nell’affresco di Simone Martini ad Assisi - dubitando della coerenza mercantile di un munus publicum che va ben oltre la farmacia dei servizi per incidere sulla marginalità dell’impresa per l’esercizio delle farmacie comunali.


®


di Stefania Cifani

farmanews

Soluzioni

inedite Infezioni batteriche resistenti, nuovo farmaco ottiene la rimborsabilità. Mentre l’industria promette di riprendere la ricerca sugli antibiotici È stato recentemente approvato in regime di rimborsabilità un nuovo antibiotico per le infezioni causate da batteri gram-negativi resistenti. Si tratta della combinazione di ceftazidima, cefalosporina di III generazione e avibactam, il primo inibitore delle beta-lattamasi non beta lattamico con funzione di ampliare l’attività di ceftazidima. Il farmaco è indicato per il trattamento di infezioni intra-addominali e urinarie complicate, pielonefrite, polmonite nosocomiale e per il trattamento di infezioni da germi gram negativi aerobi in pazienti con opzioni di trattamento limitate. Si tratta di un passo importante nella lotta alla resistenza batterica, che in Italia ha raggiunto per le cefalosporine di III generazione e i carbapenemi, livelli di massima allerta. «Ceftazidima/avibactam resiste all’inattivazione messa in atto dai batteri attraverso la produzione di sostanze in grado di scindere gli antibiotici: questo antibiotico resiste alla scissione ed è in grado di uccidere i microrganismi. La ceftazidima è una vecchia cefalosporina di III generazione la cui efficacia nel tempo si è affievolita, è stato associato ad avibactam, il primo inibitore delle beta-lattamasi non beta lattamico, capace di ripristinare l’efficacia di ceftazidima», afferma Claudio Viscoli, direttore della Clinica malattie infettive Università di Genova e Policlinico San Martino e presidente della Società italiana di terapia antinfettiva (Sita). A batteri come Acinetobacter baumanii, Pseudomonas aeruginosa (resistenti ai carbapenemi) e Enterobacteriaceae (resistente ai carbapenemi e alle cefalosporine di III generazione) è riconosciuta la massima

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priorità, secondo quanto stabilito dall’Oms, che nel 2017 ha stilato un elenco dei patogeni più critici, al fine di delineare le strategie per contrastare il fenomeno. Con la situazione attuale, infatti, si stimano per il 2050 oltre dieci milioni di decessi causati ogni anno dai superbugs. L’Italia è tra i Paesi europei con la più alta resistenza agli antibiotici. Secondo i dati della Società italiana di malattie infettive, in Italia le infezioni ospedaliere - polmoniti e infezioni delle vie urinarie le più diffuse - ogni anno causano dai 4.500 ai 7.000 decessi tra pazienti critici come trapiantati, oncoematologici e in terapia intensiva. Quattro le strategie attuabili per controllare diffusione delle infezioni. «Oltre allo sviluppo di nuovi e più attivi antibiotici», spiega Viscoli, «conoscere entità del fenomeno, controllare la trasmissione da paziente a

paziente di questi patogeni a livello delle strutture sanitarie, fare un uso prudente e razionale degli antibiotici e migliorare e rendere più rapida ed efficiente la diagnostica microbiologica. Se si usano gli antibiotici secondo questi criteri si minimizza la selezione dei batteri resistenti e quindi si riduce la causa principale di selezione dei batteri resistenti, che è proprio l’uso degli antibiotici in modo inappropriato». Dopo anni durante i quali non sono stati identificati nuovi antibiotici, per un rallentamento degli investimenti in questo ambito, nel 2017 le principali industrie farmaceutiche hanno sottoscritto a Davos un impegno per riprendere immediatamente la ricerca di nuove molecole efficaci sulle infezioni più resistenti e arrivare in tempi rapidi alla produzione di nuovi farmaci.


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le), nonché sulla base di un colloquio che valuterà la motivazione del candidato.

Ibsa Pharma Inc.

avvia attività negli Usa Ibsa Institut Biochimique SA ha annunciato l’avvio delle attività commerciali di Ibsa Pharma Inc. negli Stati Uniti, attraverso la quale distribuirà direttamente la levotiroxina in capsule molli, la prima e unica formulazione di questo tipo per il trattamento dell’ipotiroidismo, disponibile sul mercato Usa, approvata dall’Fda, distribuita fino a oggi da un’altra azienda sotto licenza Ibsa. «Ibsa Group è già presente da diversi anni sul mercato statunitense con molti prodotti, commercializzati attraverso accordi di licenza con vari partner», dichiara Arturo Licenziati, Ceo di Ibsa Institut Biochimique SA. «La decisione di commercializzare direttamente questo medicinale negli Stati Uniti ci consentirà di massimizzarne il valore, oltre a introdurre nuovi farmaci Ibsa sul mercato, alcuni dei quali sono già in attesa di approvazione da parte dell’Fda. Si tratta di un passo importante che ci consente di guardare al futuro con ancora più fiducia».

La gestione dei dispositivi medici

e cosmetici, un corso a Milano La facoltà di Scienze del farmaco dell’Università di Milano, in collaborazione con Afi, Assobiomedica e Cosmetica Italia, ha attivato un corso di perfezionamento in “La gestione dei dispositivi medici e cosmetici: aspetti regolatori”. Il percorso formativo prevede, oltre a un’attenta analisi degli aspetti generali riguardanti la normativa dei prodotti ad attività salutare, lo studio della legislazione particolare inerente le autorizzazioni alla produzione, alla commercializzazione e la presentazione dei prodotti. Particolare attenzione verrà riservata al nuovo Regolamento dei dispositivi medici, in vista della sua imminente applicazione. Il corso si rivolge ai laureati in discipline scientifiche che operano in aziende farmaceutiche, cosmetiche, di dispositivi medici, biocidi e Pmc, nelle aziende di consulenza, nonché operatori Ssn. Le lezioni saranno tenute da docenti universitari, funzionari ministeriali e operatori delle aziende, così da presentare, in modo obiettivo, l’intero settore, consentendo un ampio e vivo dibattito sulla materia. Il corso ha una durata totale di 48 ore e si terrà il 26 e 27 ottobre, 9 e 10, novembre 2018, 11, 12, 25 e 26 gennaio 2019. Il bando è disponibile sul sito dell’Università di Milano, sezione Corsi post laurea. Le domande di ammissione possono essere presentate fino al 26 settembre. I professionisti che parteciperanno al corso avranno assolto anche gli obblighi annuali Ecm.

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Injoy di Barcellona

Si è conclusa con successo l’esperienza di Farmalabor all’evento internazionale promosso dall’European institute of innovation and technology (Eit). Injoy ha coinvolto giovani ricercatori e imprenditori di tutto il mondo con un unico, ambizioso obiettivo: modificare i comportamenti alimentari al fine di promuovere un invecchiamento sano. Il progetto vincitore è stato presentato da Angelica Mic-

colis (nella foto), Ricerca & Sviluppo di Farmalabor, che è riuscita a rispondere a una specifica esigenza di nutrizione personalizzata attraverso le nuove tecnologie. «Con il progetto Nutriscan, siamo partiti da una problematica piuttosto comune», commenta Miccolis, «ovvero fornire al consumatore con particolari allergie o intolleranze un’esperienza di scelta ed acquisto facile e sicura. Con il nostro

Spigolature

premio a Farmalabor gruppo di lavoro a Barcellona, ci siamo orientati su di una app che, attraverso la lettura intelligente dell’etichetta di prodotti della grande distribuzione, possa comunicare al cliente le informazioni indispensabili sulla presenza di eventuali allergeni o ingredienti non in linea con il proprio piano alimentare. In pochi clic, il consumatore potrà acquistare i prodotti giusti e finalizzare il pagamento».

Leo Pharma acquisisce

dermatologici di Bayer Leo Pharma e Bayer hanno annunciato oggi di aver concluso l’accordo per l’acquisto, da parte della prima, dell’unità di Bayer dei farmaci dermatologici soggetti a prescrizione. L’acquisizione riguarda terapie topiche su prescrizione per il trattamento di acne, infezioni fungine della pelle, rosacea e una gamma di steroidi per uso topico per un fatturato complessivo, nel 2017,

di oltre 280 milioni di euro. Il portfolio dei farmaci dermatologici prescrivibili di Bayer aggiungerà nuove aree di trattamento complementari a quelle già esistenti e rafforzerà il business esistente di Leo Pharma in tutto il mondo. L’accordo non comprende i prodotti dermatologici da banco. «Siamo davvero entusiasti di questo accordo. Grazie agli im-

portanti prodotti dermatologici soggetti a prescrizione e ai nuovi colleghi di Bayer, Leo Pharma fa un importante passo in avanti verso l’obiettivo di aiutare 125 milioni di pazienti entro il 2025. Questo accordo ci permette di ampliare la gamma dei trattamenti e di espandere notevolmente la nostra presenza nei mercati chiave di tutto il mondo, consolidando la nostra ambizio-

ne di essere il partner preferito per i professionisti che si occupano di dermatologia», spiega Gitte P. Aabo, presidente e amministratore delegato di Leo Pharma.

Farmacisti ospedalieri: Polidori

eletta nel board europeo Piera Polidori, direttore del Servizio di farmacia clinica presso l’Istituto Mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione (Ismett) di Palermo, e membro del Consiglio direttivo della Sifo, è stata eletta nel board dell’Eahp (Associazione europea dei farmacisti ospedalieri). Laureata in Farmacia a Urbino, Polidori si dice «lieta e onorata di far parte del board Eahp insieme a colleghi di elevata caratura. Tutta la mia carriera è stata sempre orientata verso uno scenario internazionale: attraverso il mio lavoro e la collaborazione con l’Università di Pittsburgh (Upmc), con il board della Società europea di farmacia clinica (Escp) e come capo delegazione Sifo-Eahp per tanti anni. Con Eahp continuerò il percorso già avviato per l’implementazione dei principi ispiratori europei della farmacia ospedaliera (Eahp statement) e alla condivisione delle eccellenze in farmacia ospedaliera, favorendo uno scambio di competenze finalizzato alla crescita professionale».

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DIBASE

1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione; DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale; DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale; DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile; DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione 10 ml contengono: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. 1 goccia contiene: 250 U.I. di vitamina D3. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 0,625 mg pari a 25.000 U.I. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 1,25 mg pari a 50.000 U.I. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 7,5 mg pari a 300.000 U.I. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA soluzione iniettabile; soluzione orale; gocce orali, soluzione. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D. 4.2 Posologia e modo di somministrazione DIBASE può essere somministrato a cadenza giornaliera, settimanale, mensile o annuale (vedere paragrafo 5.2). In caso di terapia per via orale, si raccomanda di somministrare DIBASE durante i pasti (vedere paragrafo 5.2). La terapia per via intramuscolare è indicata solo in caso di sindromi da malassorbimento. Prevenzione della carenza di vitamina D: la somministrazione preventiva di DIBASE è consigliata in tutte le condizioni caratterizzate da maggior rischio di carenza o da aumentato fabbisogno. È generalmente riconosciuto che la prevenzione della carenza di vitamina D deve essere effettuata: in maniera sistematica nel neonato (in particolare nel prematuro), nel lattante, nella donna in gravidanza (ultimo trimestre) e nella donna che allatta alla fine dell’inverno e in primavera, nel soggetto anziano, eventualmente nel bambino e nell’adolescente se l’esposizione solare è insufficiente; nelle seguenti condizioni: • scarsa esposizione solare o intensa pigmentazione cutanea, regime alimentare squilibrato (povero di calcio, vegetariano, ecc.), patologie dermatologiche estese o malattie granulomatose (tubercolosi, lebbra, ecc.); • soggetti in trattamento con anticonvulsivanti (barbiturici, fenitoina, primidone); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee a lungo termine; • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Trattamento della carenza di vitamina D: la carenza di vitamina D deve essere accertata clinicamente e/o con indagini di laboratorio. Il trattamento è teso a ripristinare i depositi di vitamina D e sarà seguito da una terapia di mantenimento se persiste il rischio di carenza, ad un dosaggio di vitamina D idoneo alla prevenzione (vedi sopra “Prevenzione della carenza di vitamina D”). Nella maggior parte dei casi è consigliabile non superare, in fase di trattamento, una dose cumulativa di 600.000 U.I. all’anno, salvo diverso parere del medico. A titolo indicativo si fornisce il seguente schema posologico, da adattare a giudizio del medico sulla base della natura e gravità dello stato carenziale (vedere anche paragrafo 4.4). DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione Le posologie giornaliere sotto indicate possono essere assunte anche una volta alla settimana moltiplicando per sette la dose giornaliera indicata. Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 2-4 gocce al giorno (pari a 500-1.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 8-16 gocce al giorno (pari a 2.000-4.000 U.I. di vitamina D3) per 4-5 mesi. Donne in gravidanza 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3) nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3). In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio fino a 8 gocce al giorno (pari a 2.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 20-40 gocce al giorno (pari a 5.000-10.000 U.I. di vitamina D3) per 1-2 mesi. Istruzioni per l’uso La confezione contiene 1 flacone ed un contagocce. Il flacone è dotato di una capsula a prova di bambino. Il contagocce è dotato di una custodia. Per l’impiego seguire le istruzioni sotto riportate: a. aprire il flacone rimuovendo la capsula nel modo seguente: premere e contemporaneamente svitare (vedi Figura 1); b. svitare la custodia in plastica che avvolge la punta del contagocce (vedi Figura 2); c. inserire il contagocce nel flacone per prelevare il contenuto. Dosare le gocce in un cucchiaio e somministrare (vedasi “Posologia e modo di somministrazione”); d. chiudere il flacone (vedi Figura 3). Riavvitare la custodia sulla punta del contagocce; e. riporre il flacone ed il contagocce nella confezione.

Figura 1

Figura 2

Figura 3

Per aprire il flacone, premere e contemporaneamente svitare la capsula.

Prima di utilizzare il contagocce, svitare la custodia che avvolge la punta.

Per chiudere il flacone, avvitare la capsula (non è necessario premere).

DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) ogni 1-2 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 16-24 settimane. Donne in gravidanza 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2-4 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 8-12 settimane. Donne in gravidanza 2 contenitori monodose (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Neonati fino a 24 mesi Prevenzione: Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4-8 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Donne in gravidanza 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. Trattamento: 2 fiale (pari a 200.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 3 mesi. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Neonati fino a 24 mesi Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 3 mesi. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) ogni 6 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 6 settimane. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al colecalciferolo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Ipercalcemia, ipercalciuria. Calcolosi renale (nefrolitiasi, nefrocalcinosi). Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4). 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego In caso di somministrazioni prolungate con alti dosaggi, si consiglia di monitorare il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo. Interrompere l’assunzione di DIBASE quando il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo supera i 100 ng/ ml (pari a 250 nmol/l). Nei pazienti anziani già in trattamento con glicosidi cardiaci o diuretici è importante monitorare la calcemia e la calciuria. In caso di ipercalcemia o di insufficienza renale, ridurre la dose o interrompere il trattamento. Per evitare un sovradosaggio, tenere conto della dose totale di vitamina D in caso di associazione con trattamenti contenenti già vitamina D, cibi addizionati con vitamina D o in caso di utilizzo di latte arricchito con vitamina D. Nei seguenti casi può essere necessario un aumento dei dosaggi rispetto a quelli indicati:


• soggetti in trattamento con anticonvulsivanti o barbiturici (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con ipolipidemizzanti quali colestipolo, colestiramina e orlistat (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con antiacidi contenenti alluminio (vedere paragrafo 4.5); • soggetti obesi (vedere paragrafo 5.2); • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Il prodotto deve essere prescritto con cautela a pazienti affetti da sarcoidosi, a causa del possibile incremento del metabolismo della vitamina D nella sua forma attiva. In questi pazienti occorre monitorare il livello del calcio nel siero e nelle urine. Pazienti affetti da insufficienza renale presentano un alterato metabolismo della vitamina D; perciò, se devono essere trattati con colecalciferolo, è necessario monitorare gli effetti sull’omeostasi di calcio e fosfato. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione L’uso concomitante di anticonvulsivanti o barbiturici può ridurre l’effetto della vitamina D3 per inattivazione metabolica. In caso di trattamento con diuretici tiazidici, che riducono l’eliminazione urinaria del calcio, è raccomandato il controllo delle concentrazioni sieriche di calcio. L’uso concomitante di glucocorticosteroidi può ridurre l’effetto della vitamina D3. In caso di trattamento con farmaci contenenti la digitale, la somministrazione orale di calcio combinato con la vitamina D aumenta il rischio di tossicità della digitale (aritmia). È pertanto richiesto lo stretto controllo del medico e, se necessario, il monitoraggio elettrocardiografico e delle concentrazioni sieriche di calcio. Un concomitante uso di antiacidi contenenti alluminio può interferire con l’efficacia del farmaco, diminuendo l’assorbimento della vitamina D, mentre preparati contenenti magnesio possono esporre al rischio di ipermagnesiemia. Studi sugli animali hanno suggerito un possibile potenziamento dell’azione del warfarin quando somministrato con calciferolo. Sebbene non vi siano simili evidenze con l’impiego di colecalciferolo è opportuno usare cautela quando i due farmaci vengono usati contemporaneamente. La colestiramina, il colestipolo e l’orlistat riducono l’assorbimento della vitamina D, mentre l’alcolismo cronico diminuisce le riserve di vitamina D nel fegato. 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento Gravidanza Nei primi 6 mesi di gravidanza la vitamina D deve essere assunta con cautela per il rischio di effetti teratogeni (vedere paragrafo 4.9). Allattamento Quando necessario, la vitamina D può essere prescritta durante l’allattamento. Tale supplementazione non sostituisce la somministrazione di vitamina D nel neonato. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Non sono disponibili dati sugli effetti del prodotto sulla capacità di guidare. Tuttavia, un effetto su tale capacità è improbabile. 4.8 Effetti indesiderati Se la posologia è conforme alle effettive esigenze individuali, DIBASE è ben tollerato, grazie anche alla capacità dell’organismo di accumulare il colecalciferolo nei tessuti adiposi e muscolari (vedere paragrafo 5.2). Gli effetti indesiderati segnalati con l’uso della vitamina D sono i seguenti: Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilità. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: debolezza, anoressia, sete. Disturbi psichiatrici: sonnolenza, stato confusionale. Patologie del sistema nervoso: cefalea. Patologie gastrointestinali: costipazione, flatulenza, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, gusto metallico, secchezza delle fauci. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash, prurito. Patologie renali e urinarie: nefrocalcinosi, poliuria, polidipsia, insufficienza renale. Esami diagnostici: ipercalciuria, ipercalcemia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette: La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. 4.9 Sovradosaggio Interrompere l’assunzione di DIBASE quando la calcemia supera i 10,6 mg / dl (2,65 mmol/l) o se la calciuria supera 300 mg/24 h negli adulti o 4-6 mg/ kg/die nei bambini. Il sovradosaggio si manifesta come ipercalciuria e ipercalcemia, i cui sintomi sono i seguenti: nausea, vomito, sete, polidipsia, poliuria, costipazione e disidratazione. Sovradosaggi cronici possono portare a calcificazione vascolare e degli organi, come risultato dell’ipercalcemia. Il sovradosaggio durante i primi 6 mesi di gravidanza può avere effetti tossici nel feto: esiste una correlazione tra eccesso di assunzione o estrema sensibilità materna alla vitamina D durante la gravidanza e ritardo dello sviluppo fisico e mentale del bambino, stenosi aortica sopravalvolare e retinopatia. L’ipercalcemia materna può anche portare alla soppressione della funzione paratiroidea nei neonati con conseguente ipocalcemia, tetania e convulsioni. Trattamento in caso di sovradosaggio Interrompere la somministrazione di DIBASE e procedere alla reidratazione. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: Vitamina D e analoghi, colecalciferolo. Codice ATC: A11CC05. La vitamina D corregge una situazione carenziale della stessa e aumenta l’assorbimento intestinale di calcio. 5.2 Proprietà farmacocinetiche

Come per le altre vitamine liposolubili, l’assorbimento del colecalciferolo a livello intestinale è favorito dalla concomitante assunzione di alimenti contenenti grassi. Il colecalciferolo è presente nel circolo ematico in associazione a specifiche α-globuline che lo trasportano al fegato, dove viene idrossilato a 25-idrossi-colecalciferolo. Una seconda idrossilazione avviene nei reni, dove il 25-idrossi-colecalciferolo viene trasformato in 1,25-diidrossi-colecalciferolo, che rappresenta il metabolita attivo della vitamina D responsabile degli effetti sul metabolismo fosfocalcico. Il colecalciferolo non metabolizzato viene accumulato nei tessuti adiposi e muscolari per essere reso disponibile in funzione del fabbisogno dell’organismo: per questo motivo DIBASE può essere somministrato anche a cadenza settimanale, mensile o annuale. Nei soggetti obesi si riduce la biodisponibilità della vitamina D a causa dell’eccesso di tessuto adiposo. La vitamina D viene eliminata attraverso le feci e le urine. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Gli studi preclinici condotti in varie specie animali dimostrano che gli effetti tossici si verificano nell’animale a dosi nettamente superiori a quelle previste per l’uso terapeutico nell’uomo. Negli studi di tossicità a dosi ripetute, gli effetti più comunemente riscontrati sono stati: aumento della calciuria, diminuzione della fosfaturia e della proteinuria. A dosi elevate, è stata osservata ipercalcemia. In una condizione prolungata di ipercalcemia le alterazioni istologiche (calcificazione) più frequenti sono state a carico dei reni, cuore, aorta, testicoli, timo e mucosa intestinale. Gli studi di tossicità riproduttiva hanno dimostrato che il colecalciferolo non ha effetti nocivi sulla fertilità e riproduzione. A dosi che sono equivalenti a quelle terapeutiche, il colecalciferolo non ha attività teratogena. Il colecalciferolo non ha potenziale attività mutagena e carcinogena. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: olio di oliva raffinato. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile. 6.2 Incompatibilità Non sono note eventuali incompatibilità con altri farmaci. 6.3 Periodo di validità DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: 3 anni a confezionamento integro. Dopo prima apertura del flacone: 5 mesi. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione Conservare a temperatura non superiore ai 30° C, nella confezione originale per tenere il medicinale al riparo dalla luce. Non congelare. 6.5 Natura e contenuto del contenitore DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione Flacone in vetro ambrato contenente 10 ml, chiuso con una capsula a prova di bambino in polipropilene. La confezione contiene 1 flacone ed 1 contagocce. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. Confezioni da 1 fiala, 3 fiale o 6 fiale. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. Confezioni da 1 fiala o 2 fiale. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Nessuna istruzione particolare. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO ABIOGEN PHARMA S.p.A. via Meucci 36 Ospedaletto - PISA 8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione – flacone 10 ml 036635011 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635047 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635098 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635050 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635062 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635086 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635074 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 1 fiala 1 ml 036635100 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 3 fiale 1 ml 036635112 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 6 fiale 1 ml 036635023 DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 1 fiala 1 ml 036635124 DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 2 fiale 1 ml 036635035 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: Ottobre 2005. Data del rinnovo più recente: Ottobre 2010 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 05/2017 25.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 5,42 €; 25.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 8,10 €; 50.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 8,50 €; 50.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 15,34 €; 10.000 U.I./ml gocce orali 5,42 €; 100.000 U.I. 6 fiale 4,00 €; 300.000 U.I. 2 fiale 3,50 € - Classe A - RR 25.000 U.I./2,5 ml 4 flaconcini monodose 16,00 € - Classe C - RR


consigli

di Luigi Marafante

Rimedi

antietà PER DIFENDERE CAPELLI E UNGHIE DALL’AVANZARE DEGLI ANNI Quando i nostri capelli, la pelle o le unghie hanno bisogno di un aiuto, magari quando gli anni avanzano, un soccorso può venire da NaturRigen di Naturlabor, un integratore alimentare a base di collagene, bamboo, equiseto e biotina. Il bamboo presenta infatti un elevatissimo contenuto in

silice (circa 75%). Il silicio, poco presente negli alimenti comuni, è una sostanza nutritiva essenziale per l’alimentazione umana che promuove una corretta costituzione della pelle, dei legamenti, dei tendini e delle ossa. L’organismo metabolizza continuamente l’acido silicico, eliminandone

circa 40 mg al giorno mediante l’escrezione urinaria, la crescita dei capelli e delle unghie. Con l’avanzare dell’età la quantità eliminata è maggiore: il reintegro previene l’invecchiamento precoce. È pertanto essenziale per mantenersi in salute reintegrare tali perdite. www.naturlabor.it

IL BENESSERE DOPO LO SPORT Boiron lancia Arnicrème, la sua nuova crema che associa il massaggio ai benefici dell’arnica “made in Boiron”. Grazie alla sua formulazione, offre benessere, lenisce le sensazioni di dolore e affaticamento muscolare, ottimizzando così il recupero dopo lo sforzo fisico. È un prodotto da massaggio tonificante studiato per ritrovare il benessere dopo uno sforzo fisico o sportivo, riducendo l’affaticamento muscolare e la sensazione di indolenzimento. Leggera e fluida, la crema ha la consistenza ideale per un piacevole massaggio sulle zone interessate, anche su aree estese. Senza parabeni, senza profumo, non unge e non secca la pelle. www.boiron.it

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MENOPAUSA E AUMENTO DI PESO Ymea Silhouette è appositamente studiato per aiutare il drenaggio dei liquidi, favorire l’equilibrio del peso corporeo e contrastare le vampate di calore. Grazie alla sua speciale formula esclusiva di estratti vegetali è indicato per tutte le donne. Il peperoncino aiuta a tenere il peso sotto controllo e a stimolare il metabolismo, i Peduncoli di ciliegio favoriscono il drenaggio dei liquidi, lo zinco contribuisce al normale metabolismo degli acidi grassi aiutandoti a restare in forma, la cimicifuga offre sollievo dalle vampate, la sudorazione notturna e gli sbalzi di umore e le vitamine B6, B12 e B3 contribuiscono alla regolazione dell’attività ormonale. www.ymea.it


consigli

GIOCA CON I COLORI

COMBATTERE L’ECCESSIVA STANCHEZZA Il magnesio è un minerale che contribuisce al normale metabolismo energetico, al normale funzionamento del sistema nervoso ed alla normale funzione muscolare. Nei momenti di aumentato fabbisogno di magnesio, possiamo fare affidamento su Magnosol Fast di Mylan, integratore alimentare di magnesio. Magnosol Fast è pratico da assumere, grazie alle bustine monodose di composizione orosolubile che puoi portare ovunque, e veloce in quanto si assume senza acqua, così potrai attingere facilmente alla tua dose giornaliera raccomandata di magnesio. Infine, è senza glutine, senza zuccheri e senza lattosio. www.medapharma.it

RIVITALIZZARE E MANTENERE LA PELLE LUMINOSA

Capelli colorati: un trend senza fine. È arrivato il momento di sperimentare con il proprio hairlook, scegliendo colori intensi, brillanti e glamour. Herbatint propone la serie dei Flash Fashion, colorazioni trendy e vivaci, pensate per dare vita e carattere al proprio look senza rinunciare alla naturalità dei prodotti. Vivacità, sensualità, eleganza, la nuance FF2 Rosso Porpora è l’alleato ideale per raccontare le mille sfaccettature della propria personalità e farsi notare al primo sguardo. Grazie alla nuance FF6 Orange, sarà possibile ottenere un Sunrise hairlook per esprimere la propria energia e vitalità. it.herbatint.com

CONTRO LE INFESTAZIONI DA GIARDIA

Se a trent’anni è troppo presto per pensare alle rughe, a questa età è comunque bene iniziare a fare un carico di sostanze antiinvecchiamento. Le vitamine A, C, E e F possono essere un validissimo aiuto per un trattamento anti-età a tutto tondo a trent’anni, quando l’obiettivo è rivitalizzare e mantenere la pelle luminosa. Direttamente dalla medicina e chirurgia estetica, arrivano i nuovi Concentrati Puri Vitamine A+C+E+F di Incarose, due trattamenti specifici, un fluido e una crema, per rivitalizzare e illuminare la pelle, perfetti da utilizzare a domicilio per risultati professionali.

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I parassiti intestinali non si vedono, ma sono insidiosi. Per fortuna si possono combattere. Per la prevenzione e il trattamento delle infestazioni da giardia e per la terapia contro i nematodi gastrointestinali e i cestodi si può consigliare Panacur in compresse. I parassiti intestinali possono, infatti, diventare un problema serio perché non ci si accorge di loro finché l’infestazione non è diventata importante: Panacur compresse li combatte, è indicato anche per la Giardia e può essere somministrato sia a cani che a gatti. Una compressa contiene 250 o 500 mg di fenbendazolo. È un medicinale Sop prodotto da MSD Animal Health, azienda impegnata a preservare e a migliorare la salute e il benessere degli animali.

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consigli

RIMODELLANTE PER PANCIA E FIANCHI Planet Pharma lancia un’esclusiva novità dedicata al corpo: Redux Patch Perfect Body Rimodellante Pancia e Fianchi, un innovativo trattamento in confortevoli patches transdermici con tecnologia Cts (Controlled technology system) per rimodellare e tonificare efficacemente pancia e fianchi. La tecnologia Cts permette il rilascio localizzato, per otto ore, degli estratti naturali contenuti nei patches, direttamente sulla zona da trattare, svolgendo così un’azione mirata e prolungata. L’intensa azione snellente e rassodante è garantita da uno speciale mix composto da otto attivi di origine vegetale. www.planetpharma.it

BACK TO SCHOOL SENZA MAL DI GOLA

PER IL BENESSERE INTESTINALE

Settembre è un mese capriccioso, il classico periodo nel quale non si sa mai come vestirsi. Da un giorno all’altro ci si ritrova con il naso chiuso o che cola, il mal di testa, il mal di gola, la tosse e magari anche qualche linea di febbre. I più colpiti sono proprio i bambini. Lenigola Spray Junior è un integratore alimentare che grazie alla sua formulazione delicata, senza alcool, è indicato per alleviare la sensazione di irritazione e fastidio della gola dei bambini. Al delicato gusto di fragola, che lo rende ancora più gradevole, è senza glutine e senza zucchero, dolcificato naturalmente con stevia.

Ortis Laboratoires propone Frutta&Fibre No Gas che associa l’azione antigonfiore del carvi all’azione sul transito intestinale del rabarbaro e del tamarindo. Il carvi, ricco di carvone, agisce sui batteri responsabili della produzione dei gas. Possiede infatti funzioni antimicrobicheritenute utili per la riduzione della produzione di gas. Il carvi riduce gli spasmi intestinali legati al meteorismo. Grazie all’associazione di fibre solubili (provenienti dal fico e dal guar, dal tamarindo e dal rabarbaro standardizzato) il transito intestinale viene favorito grazie a tre diversi meccanismi: evacuazione, idratazione e stimolo. www.ortis.com/it

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a tutte le pelli e permette di ottenere un aspetto liscio, morbido e vellutato. Elimina qualunque difetto, fissa il make-up fondendosi perfettamente con qualunque tonalità della pelle. La sua formulazio-

ne, grazie alle proprietà del riso, potente antinfiammatorio, è inoltre utile a calmare irritazioni e arrossamenti. Ideale per pelli sensibili. Da applicare con la spugnetta in dotazione alla fine di ogni trucco. www.sirpea.com


consigli

IL 2019 APRE CON IL PIU’ GRANDE EVENTO DEDICATO AL MARKETING B2B

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IL FUTURO E L’INNOVAZIONE DEL MARKETING B2B SAVE THE DATE 13 FEBBRAIO 2019 AUDITORIUM GIO’ PONTI, ASSOLOMBARDA - MILANO

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di Luca Pani, @Luca__Pani, University of Miami

The Blind Spot

Arrivano

i Maga

I colossi del business digitale puntano tutto sulla medicina. Mentre in Italia la ricerca langue Li chiamano i MAGA della medicina e in verità stanno iniziando a fare cose abbastanza strabilianti. Microsoft, Apple, Google e Amazon, i MAGA appunto, e le centinaia di società partecipate o che ci collaborano, stanno modificando il concetto stesso di biologia umana in modo verticale e a velocità impensabili. A settembre 2017, Microsoft ha inaugurato il Nuovo dipartimento di salute presso il suo centro di ricerca di Cambridge, allo scopo di usare in modo massivo software di intelligenza artificiale per entrare nel vastissimo mercato della sanità. In soli due mesi la Fda ha approvato Alivecor’s Kardiaband, il primo dispositivo medico (non una App qualsiasi) per l’Apple Watch; i bene informati sostengono che a breve, grazie a una collaborazione con Stanford che va avanti silenziosamente da diversi anni Apple raccoglierà i frutti per inserire in tutti gli Apple Watch di nuova generazione un vero e proprio monitor cardiaco avanzato, in modo da dare a Siri la possibilità di trasformarsi in una chatbox medica (che si chiamerà Med-Siri?) capace di controllare attività fisica, sonno, battito cardiaco e tutta la salute di chi indossa uno di questi smart-watch. Nei paraggi di Google, dopo la creazione, il fallimento e la nuova creazione, in soli cinque anni, della sua divisione Health, vanno a gonfie vele le varie Verily, Calico e Deepmind, solo per citarne alcune, essendo state accreditate di oltre 150 brevetti nelle scienze della vita e forti di nuove alleanze strategiche strette giornalmente con aziende farmaceutiche o biotecnologi-

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che. Come abbiamo visto in un recente Blind Spot e come è naturale attendersi, Amazon non vuole stare a guardare. Il gruppo di ricercatori che in Amazon si occupano di salute umana appartengono a una specie di società segreta chiamata 1492, per il loro chiaro compito di scoprire nuove terre, e agiscono con livelli di sicurezza da far invidia a quelli del Pentagono. Molti analisti, e il sottoscritto tra questi, sospettavano che la ritirata di Amazon dalla distribuzione dei farmaci fosse solo momentanea e che molto di nuovo sarebbe potuto arrivare dalla profilazione cognitiva e commerciale della clientela scelta di Whole Foods e soprattutto di PillPack, come in realtà è stato (si veda il Blind Spot del numero di luglio). Nel frattempo, l’assistente digitale di Google, Alexa, migliora continuamente le sue capacità interattive nei dialoghi umani ed è già oggi in grado di fornire precise istruzioni e informazioni di tipo sanitario, facendo le prove generali per di-

ventare il primo medico digitale della storia. Che succede di tutto questo in Europa e segnatamente nel nostro Paese? Poco o niente, alcune brillanti spin-off accademiche o finanziate a malapena da fondi di investimento o venture capital, riescono a galleggiare e un paio mostrano talenti e tecnologie fuori dal comune ma, in generale, non avranno nessuna capacità di occupare lo spazio della nuova salute del terzo millennio. Le grandi migrazioni non saranno solo umane ma tecnologiche e avverranno su piani e velocità che alle nostre istituzioni preposte a occuparsene sembrano totalmente sconosciuti, almeno per il momento.

PER APPROFONDIRE: http://medicalfuturist.com/googles-masterplan-for-healthcare?utm_source=The%20Medical%20 Futurist%20Newsletter&utm_campaign=ca3586e81e-EMAIL_CAMPAIGN_2018_04_23_ COPY_01&utm_medium=email&utm_term=0_efd6a3cd08-ca3586e81e-420625497


SENTIRSI BENE BELLEZZA E BENESSERE

La pelle chiede nuova giovinezza Quando lo stile di vita è frenetico e senza sosta, l’inquinamento e lo stress possono riflettersi nel modo in cui ti mostri al mondo, sia emotivamente che fisicamente. Collagene è un integratore alimentare con Collagene Idrolizzato, Vitamina C e L-Ornitina. Il collagene è presente naturalmente nel tessuto connettivo di pelle e articolazioni. La Vitamina C contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo, alla formazione del collagene per la buona funzionalità di pelle e cartilagini e alla normale funzione psicologica. Perché per essere belli agli occhi del mondo non sempre basta l’armonia di un bel viso, è importante sentirsi bene e in equilibrio.

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CONTRO IL MAL DI GOLA


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