Punto Effe n. 18/2018

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Anno XIX | N° 18 15 novembre 2018 | www.puntoeffe.it

2018 L’unico prontuario completo e affidabile TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI SEMPRE A PORTATA DI MANO

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La farmacia come sentinella sul territorio per fare prevenzione e favorire l’aderenza alla terapia, con il contributo fondamentale dell’università. La testimonianza di una docente Innovazione per la salute

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L’OPPORTUNITÀ DI MERCATO E CONSIGLIO IN BASE ALLE ULTIME LINEE GUIDA EUROPEE ESH/ESC1 E ALLE EVIDENZE DA LETTERATURA ESISTE UN’AREA DI ALTERATA PRESSIONE NON ANCORA PATOLOGICA, IN CUI SI PUÒ INTERVENIRE IN AUTOMEDICAZIONE: AREA DI OMEOSTASI Pressione ottimale < 120 e 80 mmHg

AREA DI PRE-IPERTENSIONE: ALTERATA OMEOSTASI CARDIOVASCOLARE Pressione normale 120-129 e/o 80-84 mmHg

Pressione normale-alta 130-139 e/o 84-89 mmHg

CON UNO O PIÙ FATTORI DI RISCHIO (sovrappeso-obesità, età, sedentarietà, fumo, diabete, dislipidemie, genetica, stress, frequenza cardiaca ≥ 80)

Questi valori rappresentano da soli un importante fattore di rischio per la salute cardiovascolare

AREA DI PATOLOGIA Ipertensione >140 e/o 90 mmHg

In molti casi la pre-ipertensione è un disturbo cronico e asintomatico, è molto diffuso e poco gestito in automedicazione perché: 28 MILIONI DI PERSONE IN ITALIA NON HANNO CONSAPEVOLEZZA DEI PROPRI LIVELLI DI PRESSIONE2

MANCANO SOLUZIONI DI AUTOMEDICAZIONE

RECENTI EVIDENZE SCIENTIFICHE HANNO DIMOSTRATO CHE GIÀ IN CASO DI PRE-IPERTENSIONE INIZIANO A MANIFESTARSI DANNI E DISFUNZIONI DI CUORE E VASI

L’APPROCCIO DI ABOCA SI FOCALIZZA NON SOLO SULLA REGOLAZIONE DEI LIVELLI PRESSORI MA ANCHE SU INFIAMMAZIONE E STRESS OSSIDATIVO A LIVELLO DI VASI SANGUIGNI E CUORE. 1 ask Force per la Diagnosi ed il Trattamento dell’Ipertensione Arteriosa della Società Europea dell’Ipertensione Arteriosa (ESH) e della Società Europea di Cardiologia (ESC) – Linee Guida 2013 2 Dati dell’Health Search Database (Istituto di Ricerca della SIMG) – ultima misurazione di pressione registrata tra il 2012 e il 2016 in 278.732 soggetti adulti (popolazione dai 14 anni ai 100+, sovrapponibile a quella ISTAT) MATERIALE AD ESCLUSIVO USO PROFESSIONALE


Anno XIX | N° 18 15 novembre 2018 | www.puntoeffe.it

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SOMMARIO

ACIA FARM

Editoriale | Una community per farmacisti

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Controcorrente | Latinismi di emergenza

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Innovazione | Ok, si stampi

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Interventi | Back to black?

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Un farmacista a scuola | Luci e ombre

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PARLIAMONe

LO STATO DELL’ARTE | Primo Rapporto Farmacia

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primo piano

PROFESSIONE | Caduceo d’oro 2018 21

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ECHI DAL WEB | Stop all’abuso

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INCONTRI | Paola Brusa

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COSMETICAMENTE | Il boom degli oli 29

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ATTUALITÀ | Un nuovo approdo

30

VETERINARIA | Qui casca il farmaco veterinario

34

OMEOPATIA | Per il paziente oncologico

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NUTRIZIONE | La dieta in menopausa

38

RUBRICHE

Legale | Le giornate di prevenzione Fiscale | A tutto scontrino Dalle aziende | Integrazione a tre facce

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Il libro | Come tutti gli altri Iniziative | On line ma anche off Spigolature Consigli The Blind Spot | A mente fredda

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Umberto Borellini, Mercedes Bradaschia, Carla Carnovale, Ginaluca Casponi, Sergio Cattani, Stefania Cifani, Stefano De Carli, Francesca Giani, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Marco Melosi, B. R. Nicoloso, Luca Pani, Davide Petrosillo, Chiara Romeo

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Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it - Tel. 02.88184.222 Immagini Shutterstock, Thinkstock.

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di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione Per il periodo 1/1/2017 - 31/12/2017 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.519 Diffusione media: 9.660 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.


NOVITÀ


editoriale

L

di Ludovico Baldessin, direttore editoriale di Punto Effe

iberi.

Nella ragnatela

Dumbar è una vittima della ragnatela: il numero che si fregia del suo nome, individuato attraverso studi di sociologia e antropologia, stabilisce che le dimensioni di una vera rete sociale sono limitate a circa 150 membri, dimensione massima di un “villaggio”. Il modello, determinante di scelte di politiche sociali e urbanistiche per parecchi decenni, si è annichilito all’alba del nuovo millennio, con il sorgere del web, la ragnatela informatica che oggi permea tutto. Nella storia dell’umanità il web è l’innovazione dal maggior impatto sociale. Le nuove dinamiche relazionali hanno rimodellato anche i dettami dei processi di acquisto. Il paradigma che ha caratterizzato l’intero secolo scorso prevedeva tre passi: lo stimolo, la pubblicità; il primo momento della verità, cioè la scelta dallo scaffale; il secondo momento della verità, cioè l’utilizzo del prodotto. Oggi lo Zmot, il momento zero della verità, vede la quasi totalità degli acquisti subordinata a una ricerca online per verificare preliminarmente prezzi e pareri. L’influenza dei social media, che assorbono la maggioranza del tempo speso online (già oggi superiore rispetto al tempo trascorso davanti alla televisione), condiziona la vita delle più importanti nazioni: il presidente

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degli Stati Uniti Donald Trump gli attribuisce il merito della sua vittoria elettorale. Purtroppo web e social sono le principali sorgenti di disinformazione, come indica il rapporto Agcom News vs. Fake nel sistema dell’informazione, in particolare sui temi politici e scientifici. La situazione italiana risulta più critica rispetto a quella di altri Paesi perché da noi la produzione di contenuti scientifici di informazione è pari a un terzo rispetto a quelli di disinformazione (negli Usa invece il rapporto è di ben due volte e mezzo). Sui social si tende inoltre a selezionare informazioni coerenti con il proprio sistema di credenze, formando gruppi polarizzati su narrazioni condivise e ignorando le informazioni discordanti. Il processo di acquisizione ed elaborazione delle informazioni è quindi prodotto sia da processi cognitivi sia dal contesto culturale e sociale. In questo contesto l’iniziativa FarmaCommunity, promossa da Fenagifar per aiutare il farmacista a educare sui temi della salute, in particolare online, rappresenta un‘idea vincente per costruire il futuro della professione, che inciderà sulla salute e sulla sostenibilità del Paese evolvendo la propria capacità di consiglio. Allo stesso tempo è una chiamata alle armi: solo lavorando ogni giorno, nelle aree metropolitane come in quelle rurali, con messaggi chiari, coesi e forti, si può ricostruire un contesto culturale e sociale in cui riconoscere la verità, in particolare scientifica.

Il Web è più un’innovazione sociale che un’innovazione tecnica. L’ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo (Tim Berners-Lee, 1999, informatico britannico e co-inventore del World Wide Web)


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L Ha suscitato vivo interesse l’arrivo in Italia di un nuovo farmaco contro l’eiaculazione precoce. La diffusione del problema pare non marginale, le statistiche parlano, nella popolazione maschile, di un indice di penetrazione (ehm… ehm…) del 20 per cento. Una percentuale onorevole, subito dopo l’aliquota Iva del 22 ma fieramente davanti la detraibilità fiscale delle spese mediche, 19. Certo, in quest’ultimo caso c’è una franchigia da considerare, complessa da applicare al difettuccio in esame. Eiaculatio precox, pontificano i professoroni o scrivono i giornalisti, imbarazzati dalla delicatezza dell’argomento. Suggestivo che non si legga mai di Influentia orthomyxoviridae per definire la banale influenza stagionale o Cervix dolor per l’artrosi cervicale. La foglia di fico del latino, d’altra parte, viene brandita e imposta anche su Impotentia coeundi o generandi; essendo problemi di non facile soluzione, si è pensato di nobilitarli a livelli verbali non a tutti comprensibili, confidando sul fatto che, oggi, già capire l’italiano sembra un’impresa. L’uso eccessivo o sconsiderato del latino, però, può indurre in spiacevoli equivoci e lapsus: eiaculatio assona con excusatio in maniera imbaraz-

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di Maurizio Bisozzi

atinismi

di emergenza Quando per descrivere problemi urologico-sessuali si ricorre alle lingue morte. O quasi

maco è in spray, ad azione anestetica, da zante, da cui si può scivolare in una usare localmente per sedare e rallentare i spinosa excusatio precox o, peggio, una frettolosi tumulti sessuali. Per chi temesse eiaculatio non petita. di far piombare l’apposito strumento in doDa quando avete iniziato a leggere sono tratazione in un torpore tale da rovesciare il scorsi circa trenta secondi, sessanta per i problema, senza risolverlo, mi sento di sugpiù accurati, il tempo stabilito dagli esperti gerire un utilizzo alternativo dello spray. per definire una eiaculazione precoce di tiPorlo con cura sul comodino, accanto alla po grave; al punto in cui siete arrivati ora, donna, dare inizio al rapporto e, alla prima qualcuno è già in bagno per le abluzioni di percezione di volata finale, lei afferrerà la rito. In effetti misurare questa disfunzione bottiglietta, spruzzando «il contenuto ha modalità, diciamo, scabrose: la normatinell’aria. Subito dopo, chiederà al partner va vigente nel codice di procedura androlo«Non senti un odore strano anche tu?». L’atgica stabilisce in sei-sette minuti la durata tenzione viene quindi sviata, distraendo il di un rapporto, intervallo che non computa i soggetto e spingendolo tempi di corteggiamena un annusamento acto, sms, invio di fiori, cela curato, al termine della ne, gite romantiche, delicatezza quale ricognizione olinterminabili telefonate del tema fattiva la risposta potrà e preliminari vari. Il preinduce gli variare da «No, le calze supposto per un equilile ho cambiate stamatbrato rapporto è che lui addetti tina» a «Sì, mi sembra di o lei azionino un cronoai lavori sentire ancora l’odore metro per la partenza, riad acrobazie di tua madre. Ma non cordandosi di arrestarlo tempestivamente al tra- verbali un po’ era andata via ieri?». Trascorrerà così quella guardo, evitando di curiose preziosa manciata di sconfinare nelle praterie secondi in grado di riportare la tempistica temporali ove pascolano ingordi lussuriosi. della coppia nell’intervallo previsto dall’uIn alternativa, qualora non si volesse sotrologica legge. trarre al partner l’attenzione che merita, si Va da sé che la tecnica, se ripetuta e propuò pregare un amico/a di sedersi accanto tratta, può condurre a risoluzione totale e al talamo e occuparsi della tempistica, detcompleta del problema, contestualmente tando cadenze e ritmi. a quella della relazione tra i due. L’innovativa formulazione del nuovo far-


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Innovazione

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di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division, Focus Management Consultant

isto

si stampi Stampante 3D: una tecnologia buona per costruire case su Marte e fare lavoretti a scuola

Ieri mio figlio è tornato da scuola con un omino di Minecraft (chi ha ragazzini per casa conosce questi orribili personaggi la conoscenza dei quali è indispensabile per aprire un dialogo con loro, e che ti fanno rimpiangere anche Peppa Pig e le sue pozzanghere di fango). Me lo ha regalato e il mio primo pensiero è stato: con tutti quelli belli (per quanto possano essere belli) e colorati che ha, me ne deve regalare proprio uno tutto verde? Poi mi ha detto: «Ci ho messo un sacco di tempo a farlo». «Farlo?», e lì ho avuto dei dubbi sulla sua capacità di scegliere i verbi in modo appropriato. E invece intendeva proprio il verbo fare, costruire. Ha iniziato a raccontarmi, come fosse la cosa più normale del mondo, che, per via della forma del pupazzetto, era stato un po’ più difficile realizzarlo rispetto agli altri oggetti che produce di solito (sottolineo, di solito) con una delle stampanti 3D della scuola (e anche qui tengo a sottolineare «una delle»). «Stampante 3D???». Ebbene sì, è finito il tempo dei lavoretti con la creta o con il compensato, oggi i bambini di sette anni usano la stampante 3D per fare i regalini ai genitori come fosse un astuccio di tempere colorate.

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Ancora ricordo il primo convegno in cui zione rapida; anche se non si è possessone sentii parlare negli Stati Uniti: farmaci ri di una stampante, che comunque ha stampati in 3D. Era il 2011, e in quel perioun costo accessibile, grazie a servizi codo non mi ero ancora abituata alla velocime Shapeways è possibile stampare i tà di diffusione delle tecnologie, tanto che propri modelli o quelli degli altri in ogni questa innovazione mi sembrava futuristimomento. ca. Invece questo strumento digitale Poteva il settore healthcare non approtrova già oggi applicazione in innumerepriarsi di questa tecnologia? Oggi si riprovoli settori. In realtà il primo brevetto ha ducono mandibole, strutture facciali e già trent’anni, Chuck organi con materiali Hull ha creato la steorganici. Un esemil settore re o l i t o g r a f i a n e l pio: nel 2014 è stato heal thcare 1985, ma è dal 2002 realizzato il primo è tra quelli che le stampanti sotrapianto di cranio no state potenziate stampato in 3D su nei quali tanto da poter ricreadi una donna di venquesto re oggetti con pratitidue anni che soffristrumento camente qualunque va di emicranie e già ora materiale. Nel settore aveva seri disturbi ha le aerospaziale i ricamalla vista; l’intervenbi vengono direttato è stato eseguito maggiori mente stampati nelle dal neurochirurgo applicazioni navicelle e gli astroBon Veweij e ha aiunauti sono in grado tato la paziente a redi stampare abitazioni su Marte (il problecuperare interamente la vista. Grazie alle ma è solo riuscire a portare un uomo su stampanti 3D siamo in grado di riprodurMarte). I dentisti oggi realizzano gli imre organi, tessuti, ossa e ovviamente anpianti in giornata grazie alla tecnologia che farmaci. Cad/Cam; in gioielleria si producono pezIn sintesi, oggi designer, architetti, ingezi unici, con geometrie difficili, progettati gneri, ricercatori, dottori, gioiellieri, inseda mastri artigiani impossibili da realizzagnanti, ma anche giovani studenti usano re con i metodi tradizionali. le stampanti 3D. E, per la cronaca, su E questi sono solo degli esempi. Oggi Amazon costano meno di 250 euro… anchiunque può avvalersi della prototipache senza Black Friday.


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di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

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black? Il black friday in farmacia? Un espediente commerciale che la mette sullo stesso piano della Gdo

Oggi mi sto chiedendo come vogliamo veramente la farmacia. Intendiamo crescere di ruolo perché professionalmente “ghettizzati” alla dispensazione dei farmaci maturi che già costano meno dei “leccalecca”, oppure agganciarci all’innovazione farmacologica? Vogliamo evolvere verso ruoli di presidio sanitario, entrando in team multidisciplinari che si occupino della gestione del paziente cronico, oppure fermarci alle grandi farmacie dalle vetrine occupate dai cartelli pubblicitari dei prodotti cosmetici? Vogliamo rivendicare l’esclusiva nella dispensazione dei farmaci, appellandoci al rispetto del sacro luogo professionale dove tutto è sotto controllo e l’avventore non è cliente, ma paziente, oppure omologarci alle logiche di mercato e inneggiare al black friday, un americanismo che risponde perfettamente alle strategie dei grandi supermercati? Assistendo alla polemica nata all’interno della categoria sulle pubblicità a tutta pagina del black friday in farmacia, mi chiedo seriamente se stiamo dando messaggi al pubblico e al “decisore”, in modo coerente rispetto a quello che si sta, con fatica, facendo passare a livello politico per tutelare il servizio farmaceutico. È un impegno che si prefigge di giungere a una farmacia rispettata come

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non certo del titolare o della Gdo, che ogluogo sanitario, dove si svolge una profesgi assorbe ormai da sola circa il 50 per sione con ampio ventaglio di interventi che cento del fatturato dell’Otc e del Sop divanno dal semplice e disinteressato ascolto spensato fuori dalla farmacia. Non abbiadi chi è bisognoso di attenzione, all’erogamo capito che la farmacia dei servizi zione di prestazioni strumentali di alto livelsarebbe rimasta sulla carta per decenni, lo, dalla preparazione magistrale di farmaci se non declinata in un contesto di rete saorfani all’educazione sul corretto utilizzo del nitaria e senza finanziamenti ad hoc. Non farmaco. A qualcuno ora verrà in mente abbiamo capito che il capitale in farmache non si può sostenere economicamente cia, senza limiti nella compagine sociale la farmacia senza la parte commerciale, che che prevedessero la maggioranza in madella farmacia dei servizi è molto che si parno ai farmacisti e con inefficaci limiti nula e si scrive, ma nulla è mai successo in merici di acquisizione (20 per cento su concreto, che i farmaci più costosi sono orbase regionale), darà la mai canalizzati nella distura a quella esaspestribuzione diretta; nulla che messaggio rata competitività che di più vero. Ma è anche diamo alle ha già decimato gli vero che il nuovo corso esercizi di vicinato. della dirigenza di categoistituzioni, Ora c’è finalmente chi ria sta facendo sforzi aderendo ci sta lavorando: sono enormi, con qualche cona queste arrivati soldi veri a ficreto risultato, per farci iniziative? nanziare la farmacia risvegliare da quel prodei servizi; si è finalfondo sonno che in quemente aperto il tavolo della Convenzione sti ultimi vent’anni ci ha colti impreparati. con il Ssn; si sta riconoscendo il concetto Non abbiamo capito il senso della Legge di tutela delle farmacie rurali, con l’innal405, permettendo che diventasse un canale zamento dei tetti di fatturato per avere lo di dispensazione alternativo alla farmacia. sconto Ssn agevolato; si è data dignità alNon abbiamo pensato, quando pure il legila preparazione magistrale e molto altro slatore ci ha fatto partecipare alle decisioni c’è in cantiere. Ora, credo, serva solo cersulle modalità di uscita dalla farmacia dei care di non rovinare tutto, tornando indiefarmaci di automedicazione, che il farmacitro al black dell’esaltazione della farmacia sta fuori dalla farmacia avrebbe dissacrato commerciale, economicamente indispenla farmacia stessa, come luogo eletto alla disabile, ma da non ostentare. spensazione, nell’interesse del cittadino e



un farmacista a scuola

L «L’alternanza scuola-lavoro è una modalità didattica innovativa, che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e a testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio e, in futuro, di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi». Con queste parole si descrive il progetto che, nell’ambito della riforma “La buona scuola”, dal 2015/2016 ha visto studentesse e studenti del triennio delle scuole superiori lavorare per 200 (licei) o 400 ore (istituti tecnici e professionali) presso aziende di vario tipo, in forma gratuita. L’obiettivo era quello di creare il famoso ponte di collegamento tra scuola e mondo del lavoro, abituando fin da subito ragazze e ragazzi a compiere lavori a basso indice di specializzazione. In questo modo, infatti, si credeva che potessero sperimentare un nuovo modo di fare lezione, lontano dalla scuola, impiegando diversamente il tempo dedicato allo studio. Uso il passato perché questo progetto, che nell’anno scolastico in corso sarebbe dovuto arrivare a regime, sta andando incontro a un consistente piano di modifica,

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

uci

e ombre L’alternanza scuola-lavoro, una buona idea ma non applicata al meglio. E già si pensa a un ridimensionamento

compreso il taglio delle risorse economiche dedicate alle aziende. Troppe le criticità emerse negli ultimi tre anni per poterle ignorare. Sono centinaia le storie di studenti messi a fare volantinaggio durante le fiere, mandati a zappare la terra in campagna («siete braccia rubate all’agricoltura», una volta i professori usavano dire in classe agli studenti meno impegnati) oppure messi a friggere patatine in una famosa catena di fast-food. Per quanto riguarda il mondo della farmacia, si segnalano purtroppo diversi casi di ragazze e ragazzi messi a svuotare scatoloni e riempire scaffali, maturando un’esperienza ben lontana dall’ «arricchire la formazione e orientare il percorso di studio e lavoro». Certo, esistono anche belle storie, come quelle di attività presso residenze per anziani e cooperative sociali, che puntavano sulla creazione di relazioni significative e

arricchenti per persone con difficoltà di vario tipo. Probabilmente senza l’alternanza scuola-lavoro gli studenti non avrebbero potuto vivere queste esperienze, che rimarranno impresse in loro e forse continueranno anche al di là dell’obbligo, sotto forma di volontariato. Tuttavia, è bene sperare che questo progetto venga ad assumere una configurazione diversa da quella attuale, in quanto la possibilità di avere manodopera gratuita è stata interpretata da qualcuno come un modo per sfruttare i giovani, facendo a meno di assumere regolarmente dei lavoratori. Togliere prezioso tempo per studiare, o anche solo per riposare, ai nostri ragazzi è un cattivo auspicio per il futuro dell’Italia, che deve impegnarsi per aumentare le loro competenze scolastiche affinché arrivino maturi e preparati alla fine del proprio percorso di studi.


Siamo sempre noi, semplicemente più grandi. Il 5 settembre 2018 CHEFARO PHARMA Italia è diventata PERRIGO Italia Srl. Perrigo Company plc, fondata nel 1887 in USA e presente oggi in oltre 80 paesi, è tra le aziende leader a livello mondiale nel settore Healthcare, rappresentando uno dei più grandi produttori al mondo di farmaci da banco e fornitore di prodotti OTC (Over The Counter). La branch italiana di Perrigo Company nasce dall’acquisizione di Chefaro Pharma Italia Srl, sancendo così l’unione di due aziende di successo e in continua crescita, ponendosi come mission aziendale quella di mettere il consumatore finale, ed il suo benessere, al centro del proprio modello di business. Ogni anno oltre 10 milioni di nostri prodotti entrano nelle case degli italiani con marchi di successo locali e internazionali come Bronchenolo, XL-S, Libenar, Physiomer, Restivoil, Ymea, Bio-Oil, Angstrom, Paranix, Lactacyd, Optalidon, Vectavir, Niquitin, Jungle Formula, Valda, Verecolene, Efferdent, Wartner. Al centro del successo e dell’espansione globale di quest’azienda ci sono le persone che contribuiscono costantemente a promuovere un ambiente basato sull'integrità, il rispetto e la responsabilità sociale.

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parliamone

U

di Francesca Giani

n quadro

complesso

ACIA FARM

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La necessità, messa in rilievo nei documenti di programmazione sanitaria ed economica, di potenziare l’assistenza territoriale, per ridurre i costi dei ricoveri ospedalieri e consentire ai cittadini, soprattutto ai malati cronici, di curarsi a casa, così come l’esigenza di garantire a tutti omogenee possibilità di cura e di accesso ai servizi sanitari, nonché di equilibrare la risposta assistenziale al tempo di vita e di lavoro dei cittadini, sono elementi che dovrebbero portare a valorizzare un presidio sanitario come la farmacia, presente in modo capillare sul territorio, sempre accessibile, informatizzato e collegato in rete con il sistema sanitario pubblico. Ma, di fatto, la farmacia dei servizi stenta a decollare e le farmacie restano spesso escluse dai processi di presa in carico dei pazienti cronici. La riflessione arriva da Marco Cossolo, presidente Federfarma, e Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, e rappresenta il principale dato che emerge dal primo “Rapporto annuale sulla farmacia presidio del Servizio sanitario nazionale”, realizzato da Federfarma e Cittadinanzattiva, con il supporto non condizionato di Teva, e presentato a Roma. Un Rapporto che, pur «stilato in tempi ristretti», cerca di tracciare un quadro del ruolo della farmacia per il Ssn e per i cittadini, ma anche di scattare una fotografia su «stato di salute e prospettive del servizio farmaceutico». Obiettivo dell’iniziativa, come si legge nella premessa, «non è realizzare un cahier de doléances o un manifesto di rivendicazioni, ma costruire una base informativa per comprendere i fenomeni in atto a livello territoriale e delineare

un percorso per modificare il quadro attuale, stimolando le istituzioni a puntare sulla farmacia per dare risposte ai cittadini e le farmacie stesse a intraprendere una strada virtuosa di potenziamento del servizio, aumento della trasparenza, allineamento rispetto alle aspettative dei cittadini e soprattutto dei malati cronici». E in questa direzione, «il percorso avviato già da tempo da Cittadinanzattiva e Federfarma diventa oggi permanente», trovando il suo culmine in questa indagine che verrà riproposta ogni anno. Il Rapporto ha visto la compilazione di un questionario da parte delle farmacie, a partire da metà settembre per un mese, ma anche il coinvolgimento delle Unioni regionali di Federfarma, per segnalare best practice sul territorio, e delle associazioni dei malati cronici, per dare indicazioni sulla percezione del ruolo attuale della farmacia, nonché la realizzazione di Focus Group. In particolare, al questionario hanno risposto 1.275 farmacie, con una distribuzione geografica che vede una prevalenza di quelle situate al Nord (60 per cento del campione, contro il 23 del Sud e il 17 del Centro) e nelle zone urbane (pari al 48 per cento del campione; per il resto il 13 per cento è sita in un’area metropolitana, il 9 in una rurale), ma con un 30 per cento di farmacie sussidiate e, in totale, un 23 per cento che appartiene un’area interna del Paese. Non a caso, da Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar, viene sottolineato come «la farmacia rurale esca a testa alta nonostante tutte le difficoltà. Il servizio farmaceutico, infatti, risulta omogeneo in tutto il Paese e questo significa che a pieno titolo le farmacie italiane sono una opportunità per il Ssn».

parliamone

Presentato a Roma il primo Rapporto annuale sulla farmacia realizzato da Federfarma e Cittadinanzattiva. Tra luci e ombre

UN PRESIDIO PER I CITTADINI In generale, a emergere è, ancora una volta, la conferma della «vocazione del farmacista e della farmacia di comunità ad ampliare il servizio reso ai cittadini e la volontà di procedere a una sempre maggiore integrazione nel Servizio sanitario», commenta Andrea Mandelli, presidente della Fofi. Ma resta il fatto che «questa risorsa non è messa in condizione di esprimere tutto il suo valore nello sviluppo dell’assistenza territoriale: il modello della farma-

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scarso il coinvolgimento delle farmacie nella organizzazione dei servizi territoriali, a partire dalla medicina di gruppo

cia dei servizi, la presa in carico del paziente cronico, il supporto all’aderenza alle terapie, la tenuta del Dossier farmaceutico inserito nel Fascicolo sanitario elettronico e tutte le prestazioni professionali, che hanno dimostrato la loro utilità per il miglioramento delle cure, devono essere implementate in modo uniforme sul territorio nazionale, in particolare nelle aree meno presidiate. In questo senso, le indicazioni del rapporto di Cittadinanzattiva sono uno stimolo ad accelerare un processo fondamentale per la nostra sanità».

POCA ATTENZIONE DALLE ISTITUZIONI La farmacia è, quindi, una realtà dalle grandi potenzialità che però risente, da un lato, di scarsi coinvolgimento e integrazione nelle politiche sanitarie e nell’assistenza territoriale e, dall’altro, di «una scarsa consapevolezza da parte degli amministratori pubblici del ruolo che può rivestire sul fronte della prevenzione e dell’assistenza ai pazienti cronici: al di là delle parole di circostanza, riprese dai documenti nazionali, quali per esempio il Piano nazionale della cronicità, nel concreto non vengono individuati spazi e ambiti di attività per le farmacie». Con la conseguenza, oltre tutto, che «oggi la fornitura di prestazioni aggiuntive rispetto alla normale dispensazione del farmaco dipende in gran parte dalla buona volontà dei singoli farmacisti e dalla disponibilità di Regioni e/o Asl a siglare accordi». Un esempio di questo aspetto emerge a

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proposito del Cup: il servizio è presente nel 63 per cento delle farmacie intervistate, ma, in relazione al numero di prenotazioni, si passa da chi non ne fa per niente, con un 30 per cento di farmacie che pur avendo attivato il servizio Cup effettua solo 0-1-2 prenotazioni a settimana, a chi ne fa fino a 700. E a fronte del fatto che nell’85 per cento dei casi il cittadino non paga nulla (nel 14 paga tra 1 e 2 euro e nell’1 intorno ai 3-5 euro), il contributo da parte della Asl è presente nel 62 per cento dei casi, con una media di circa 1,5 euro a prenotazione. In generale, «tramite questo servizio, è possibile effettuare la prenotazione, disdetta e spostamento di prestazioni specialistiche e ambulatoriali in strutture pubbliche e accreditate (92 per cento), la ricezione e consegna referti (40), il pagamento del ticket (44). Ancora poco diffusa è la possibilità di attivare la Carta sanitaria elettronica, prevista solo nel 12 per cento del campione». Ma un dato notevole, a questo proposito, è anche quello che riguarda la propensione al coinvolgimento del farmacista nella organizzazione ed erogazione di servizi territoriali: «di fatto, nei pochi casi (pari al 29 per cento del totale) nei quali nel territorio su cui insiste la farmacia è assicurata la presenza di Medicina di gruppo (Aft/ Uccp), il farmacista è coinvolto solo sporadicamente (nel 10 per cento). Peraltro, il 24 per cento del campione non è a conoscenza della presenza o meno di forme di Medicina di gruppo nel territorio dove opera». E per quanto riguarda l’Assistenza domiciliare integrata la situazione non è migliore:

«solo il 7 per cento delle farmacie intervistate vi partecipa. Nei pochi casi in cui ciò si verifica, le attività di partecipazione si limitano principalmente alla dispensazione e consegna di farmaci e/o dispositivi medici, prevalentemente ossigenoterapia (78 per cento). In secondo luogo, la farmacia viene coinvolta nella preparazione e/o dispensazione a domicilio di medicinali antidolorifici (18) piuttosto che di miscele nutrizionali artificiali (5)».

LA MAPPA DEI SERVIZI Sui servizi, invece, il quadro va un pochino meglio: «Sempre più frequentemente le farmacie erogano prestazioni analitiche di prima istanza, quali test ed esami diagnostici (78 per cento dei casi), esami di secondo livello mediante dispositivi strumentali (64) e, in misura ancora residuale, servizi di telemedicina». In particolare ai primi posti ci sono il test relativo alla «glicemia (96 per cento), il colesterolo totale (92), trigliceridi (83), emoglobina glicata (50), mentre tra gli esami strumentali la misurazione della pressione arteriosa è senza dubbio il più comune, seguito dal monitoraggio della pressione nelle 24 ore con Holter pressorio (40 per cento)». In riferimento alla telemedicina, «il 28 per cento del campione effettua servizio di telecardiologia, che permette la trasmissione e refertazione a distanza di elettrocardiogramma (92 per cento), Holter pressorio (74), Ecg-Holter (62), e, nel 17 per cento dei casi, il teleconsulto cardiologico. Il 10 per cento delle farmacie intervistate effettua


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poi servizio di telemonitoraggio della pressione arteriosa». Mentre, tra le iniziative che le farmacie svolgono «con maggiore assiduità (70 per cento del campione) vi è la promozione o l’adesione a progetti di sensibilizzazione e informazione nei confronti di target specifici di popolazione». Iniziative che possono essere promosse da Federfarma (81 per cento), Asl (31), case farmaceutiche (28), Regioni (16) e solo nel 6 per cento dei casi da organizzazioni civiche o associazioni di pazienti. Anche per quanto riguarda le campagne di prevenzione e screening realizzate da Asl o Regione, il quadro che emerge è a macchia di leopardo: pur contando su una adesione dell’87 per cento del campione, «anche solo limitatamente agli ultimi ventiquattro mesi, se la media è di due campagne per farmacia, in realtà il campione si divide in due grossi blocchi: circa la metà delle farmacie ha aderito al massimo a una campagna negli ultimi due anni, a fronte dell’altra metà che ne ha fatte due o più, con un 3 per cento che ha partecipato a 6-8-10 campagne negli ultimi ventiquattro mesi». In generale, «le iniziative di sensibilizzazione si riferiscono in prevalenza a diabete, seguito da ipertensione, sovrappeso, screening (quasi esclusivamente colon retto); solo l’1,5 per cento cita le campagne vaccinali».

L’ADERENZA COME GRIMALDELLO Ma un aspetto importante del ruolo della farmacia nell’assistenza sanitaria e per i cittadini viene fuori, in particolare, dal capitolo sull’aderenza alla terapia, a cui il Rapporto ha dedicato un focus a parte. A essere messo in evidenza il fatto che «nel 90 per cento dei casi, i servizi svolti all’interno di progetti/iniziative di supporto dell’aderenza terapeutica per persone affette da patologie croniche non sono remunerati. Lo sono solo nel 4 per cento dalla Regione, nel 4 dalla Asl, nel 2 dalle case farmaceutiche». In generale, la partecipazione della farmacia è diretta a supporto di «persone affette da patologie croniche (44 per cento), in particolare per patologie cardio-vascolari (73), endocrine (67), respiratorie (46) e metaboliche (35)». In questi progetti, «tra le principali attività poste in essere dalle farmacie troviamo

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l’informazione/formazione al paziente su conoscenza dei medicinali (66 per cento), la selezione e coinvolgimento dei pazienti (63), raccolta di dati tramite interviste/compilazione di questionari (51), monitoraggio dei parametri (38) e, seppur in misura ancora ridotta, l’attività di ricognizione farmacologica (15)». Ci sono poi «forme di tutoraggio alla persona (previste nel 60 per cento); esperienze di remainder per ricordare di assumere la terapia (41); procedure di comunicazione/interazione diretta con i medici in caso di criticità e/o scostamento dal piano terapeutico definito (previste nel 42 per cento dei casi)». Ma, in generale, va det-

to che «tanto più la farmacia è al passo con i tempi, quanto più riesce a essere di supporto per la presa in carico del paziente». Ecco quindi «la necessità di essere dotata di connessione internet (dato acquisito per il 99 per cento dei casi), di un sistema informatizzato/piattaforma web (65 per cento), di una interconnessione con altri servizi della Asl/Regione (dato riscontrato nel 32 per cento delle farmacie intervistate)». Questo per «permettere, tra le altre cose, di registrare i dati sanitari della persona (60 per cento), stampare i referti (47), visionare i dati sanitari e i parametri fisiologici (18)».

Le aree interne Nel territorio nazionale, le zone selezionate nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne, sulla base di un lavoro congiunto tra Regioni e amministrazioni locali, sono 72 e comprendono 1.077 Comuni - di cui il 57,7 per cento è classificato come periferico e ultra-periferico - per 2.072.718 abitanti (dato al 2016), interessando un territorio di 51.362 kmq. Si tratta di aree che distano in media dal polo più vicino circa cinquanta minuti, che diventano sessanta nel caso di quelle più periferiche. Non è un caso, allora, che proprio alle peculiarità e problematiche della popolazione e, di conseguenza, delle farmacie che insistono su queste aree sia dedicato un focus del “Rapporto annuale sulla farmacia”. Il primo dato che spicca è la scarsa considerazione, nel concreto, per la farmacia, nonostante il ruolo che invece potrebbe assumere (e in molti casi assume) per sostenere in tutti i suoi bisogni la popolazione. Basti considerare che «solo in undici delle 72 Strategie elaborate (o in via di elaborazione) per lo sviluppo dei servizi nelle Aree interne sono presenti espliciti richiami al ruolo delle farmacie». La peculiarità del contesto «fa sì che le farmacie si focalizzino su particolari target di popolazione o si specializzino per alcune prestazioni: i farmacisti sono molto più sollecitati a rispondere ai bisogni della popolazione anziana. Le farmacie coinvolte nell’Adi sono il 9 per cento tra quelle intervistate che lavorano nelle Aree interne, e il 7 per cento tra quelle intervistate che sono ubicate nel resto del Paese, ma quelle delle Aree interne sono mediamente molto più sollecitate nella preparazione e/o dispensazione a domicilio di medicinali antidolorifici (+26 per cento rispetto alle farmacie presenti nel resto del Paese). Inoltre, tra le specificità delle farmacie delle Aree interne si registra una maggiore presenza di comunicazione/interazione diretta con i medici in caso di criticità o scostamento dal piano terapeutico definito (+15 per cento rispetto al resto del Paese) e maggiore disponibilità alla ricezione e consegna referti e al controllo sull’uso improprio o abuso di medicinali, in particolare per i famaci da banco (+6)». Ma vanno segnalate le difficoltà organizzative/logistiche cui sono soggette le farmacie che operano in zone disagiate: «si registra una adesione del 17 per cento in meno rispetto al resto del Paese per il Cup, un -14 per cento per test e esami diagnostici, -6 per cento per il coinvolgimento in campagne di prevenzione e screening. Sul tema dell’aderenza terapeutica invece le farmacie presenti in queste aree, nonostante le difficoltà, riescono a raggiungere lo stesso livello di quelle nel resto del Paese».


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di cui zuccheri di cui polioli PROTEINE SALE VITAMINA D3

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72 g

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750 µg (30.000 U.I.)

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300

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professione

U

di Gianluca Casponi

na riforma

epocale

Caduceo d’Oro 2018: a Bari celebrati i quarant’anni del Servizio sanitario nazionale

Il Servizio sanitario nazionale compie quarant’anni e la quattordicesima edizione del Caduceo d’Oro ne celebra la maturità riflettendo sul suo futuro. Questi i cardini dell’evento che si è svolto a Bari lo scorso dieci novembre. Il premio, quest’anno, è stato conferito a Mariapia Garavaglia, già ministro della Salute, Antonio Gaudioso, segretario nazionale di Cittadinanzattiva, Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, e Andrea Mandelli, presidente della Fofi e parlamentare. I riconoscimenti sono stati consegnati da Luigi D’Ambrosio Lettieri (presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e Bat e vice presidente della Federazione degli ordini) che ha istituito il premio con il patrocinio del ministero della Salute, della Fofi e della Regione Puglia. «Il compleanno del Servizio sanitario nazionale», ricorda D’Ambrosio Lettieri, «impone una seria riflessione che parta dall’analisi delle criticità che minacciano i valori dell’universalità, della solidarietà, e dell’equità, e recuperi l’etica della responsabilità come presupposto per mettere in protezione un modello che rappresenta una vera conquista della nostra democrazia». «La farmacia», afferma Marco Cossolo, presidente nazionale di Federfarma, durante la tavola rotonda che ha preceduto la consegna dei premi, «ha una grande opportunità, quella di interagire con le persone ancora sane ma a rischio di sviluppare qualche patologia. Una

possibilità che in realtà è sostanzialmente un obbligo, se i farmacisti vogliono continuare a esistere ma che richiederà un cambio di mentalità da parte del farmacista stesso. L’invito a tutti i colleghi è quello a diventare proattivi, accompagnando la professione nella propria evoluzione in parallelo ai cambiamenti del Servizio sanitario nazionale. Non si tratta di un concetto astratto, si deve concretizzare, per esempio, nella partecipazione alle campagne di prevenzione o di diagnosi precoce di patologie oncologiche come il cancro del colon-retto o metaboliche come il diabete». «Da quattordici anni», dichiara Mandelli, «il Caduceo d’Oro dell’Ordine di Bari e Bat, grazie all’opera del Presidente Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, è un appuntamento immancabile per chi voglia riflettere sui temi centrali della nostra professione e della sanità nel suo complesso. Lo dimostra anche il

tema scelto per questa edizione, occasione fondamentale non soltanto per valutare l’importanza del nostro modello di welfare ma anche per elaborare proposte concrete per garantirne la sostenibilità e l’evoluzione in funzione dei cambiamenti della domanda di salute, e della necessità di una migliore gestione delle risorse». La tavola rotonda che ha preceduto la premiazione ha avuto un moderatore d’eccezione, l’ex direttore generale dell’Aifa e docente di Psichiatria presso l’Università di Miami Luca Pani: «Il Ssn è probabilmente il più importante investimento strutturale che il nostro Paese abbia varato negli ultimi quarant’anni. Un impegno straordinario che finanziariamente si attua attraverso l’investimento annuale di circa 110 miliardi di euro di fondi pubblici. Si tratta di un investimento che non va disperso ma, anzi, potenziato e reso più efficiente».

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echi dal web

S Automedicazione e salute dei bambini, la Sifac: il farmacista deve vigilare sul corretto utilizzo dei farmaci

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di Chiara Romeo, Farmacista33

top

all’abuso Nella dispensazione e nel consiglio di farmaci Sop e Otc per la gestione dei più frequenti disturbi di salute dei bambini, come la febbre e il raffreddore, il farmacista svolge un ruolo fondamentale per limitare pratiche scorrette spesso adottate in autonomia dai genitori. Un ruolo che ben si inserisce nelle “Raccomandazioni dei pediatri di famiglia” pubblicati dalla Federazione italiana medici pediatri per promuovere buone pratiche cliniche. Le raccomandazioni sono ciqnue e sono state pensate per favorire l’appropriatezza prescrittiva di esami diagnostici e di alcune terapie per i disturbi più comuni. Nello specifico, si riferiscono a cosa non devono fare i pediatri, nell’ambito del progetto “Fare di più non significa far meglio - Choosing Wisely Italia”. Vale a dire: non prescrivere farmaci (per aerosol e/o sistemici) in caso di bronchiolite; non fare diagnosi di infezione delle vie urinarie in base al solo esame colturale delle urine; non trattare sistematicamente una febbre, in assenza di altri sintomi. Se si decide di trattare, fare ricorso a dosaggi appropriati, evitando l’uso combinato/alternato di paracetamolo e ibuprofene; non utilizzare farmaci cortisonici per via sistemica per il trattamento della febbre; non utilizzare terapia nasale topica attraverso doccia nasale micronizzata con

farmaci non specificamente autorizzati per questa via di somministrazione.

UN PARERE QUALIFICATO Per quanto riguarda le raccomandazioni sulla prescrizione dei farmaci e il ruolo che il farmacista può avere nell’atto di dispensarli o nell’attività di consiglio su Otc e Sop, abbiamo chiesto un parere a Corrado Giua Marassi (nella foto), presidente della Società italiana farmacia clinica. «È opportuno che il farmacista segua scrupolosamente queste indicazioni», afferma, «al fine di limitare e scongiurare pratiche cliniche particolarmente diffuse


echi dal web tra le famiglie e i professionisti sanitari, non basate, o confermate, da evidenze scientifiche. Il farmacista, specie in correlazione alla dispensazione o al consiglio di farmaci senza obbligo di prescrizione medica (Sop e Otc), svolge un ruolo fondamentale nel controllo dell’appropriatezza terapeutica». Particolare attenzione deve essere prestata alla raccomandazione sul trattamento della febbre, la cui gestione spesso è fatta dai genitori anche senza il parere del pediatra, e non è raro l’uso combinato di paracetamolo e ibuprofene. «Nel caso,

dunque, di una mamma che si reca in farmacia per chiedere, per esempio, un ibuprofene per il suo bambino con la febbre, dovrebbe essere chiesto sempre se il bambino stia assumendo altri farmaci e, se sì, quali», sottolinea Giua. «Non è raccomandato associare/alternare paracetamolo e ibuprofene in quanto la terapia combinata ha benefici marginali rispetto all’uso in monoterapia e viceversa può presentare un rischio di overdose». Il menzionato progetto “Fare di più non significa far meglio - Choosing Wisely Ita-

lia”, è stato lanciato nel 2012 dalla rete di professionisti e cittadini Slow Medicine. «In tutti i contesti sanitari in cui sono presenti più figure professionali esistono numerosi problemi relativi all’inappropriatezza terapeutica e all’impiego inadeguato di medicinali», conclude Giua. «Il progetto ha l’obiettivo di favorire il dialogo tra i vari professionisti sanitari, al fine di fare chiarezza ai cittadini e di giungere al contempo a scelte informate e condivise. Questo sicuramente rappresenta l’inizio di una nuova epoca di intervento sanitario consapevole e certificato».

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incontri

I

di Stefania Cifani

l modello

Piemonte

La farmacia come sentinella sul territorio per fare prevenzione e favorire l’aderenza alle terapie. A colloquio con Paola Brusa, docente presso il dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco dell’Università di Torino

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zione post lauream, ho capito che dalla Progetti di screening, divulgazione e moniprofessione era possibile imparare molto toraggio delle terapie. Sono alcune delle atper l’attività univertività previste dal sitaria e trasmetterProgetto della farmaho capito lo ai giovani che un cia di comunità. Un che dalla domani sarebbero modello del quale professione si entrati in farmacia. molto si è parlato, attuato con successo poteva imparare Occuparsi, in seguito, anche di normain Piemonte grazie molto e poi tiva farmaceutica è alla proficua collabotrasmetterlo stato il modo per razione tra mondo agli studenti unire il lavoro di unidella farmacia - assoversitario con le neciazioni dei titolari e di farmacia cessità della Ordini - e mondo acp ro fe s s i o n e , c o cademico e che grastruendo un percorso che ne metta in ludualmente inizia a trovare applicazione ce gli aspetti e le potenzialità. anche in altre regioni. Ne parliamo con una delle principali artefici, Paola Brusa, docente presso il dipartimento di Scienza e tecChe cosa serve, quindi, nologia del farmaco dell’Università degli ai farmacisti? studi di Torino. Prima di tutto un aggiornamento professionale utile all’attività quotidiana, dal momento che la legislazione trova ambiti La regione Piemonte di applicazione nei compiti di ogni giorno. è all’avanguardia per quanto Solo per fare un esempio, un corso per la riguarda le attività gestione della ricetta elettronica veterinadella farmacia di comunità. ria ha registrato un boom di iscrizioni, seCome nasce il progetto? gno che toccare i temi di interesse, anche Il presidente di Federfarma Piermonte sei pratico, incontra la domanda. Per questo anni fa ha pensato di riunire intorno a un ci occupiamo di seguire l’evoluzione nortavolo gli attori che hanno a che fare con mativa, di supportare i farmacisti nel mola professione del farmacista con l’obiettimento del cambiamento e fornire loro le vo di costruire un futuro “diverso” per la informazioni necessarie ad assolvere corprofessione. Quando ho iniziato a interagirettamente i propri compiti. re con i farmacisti per arricchire la forma-


Il modello prevede la collaborazione tra Accademia, Federfarma e Ordine dei farmacisti. Siamo riusciti a creare comitati scientifici regionali in cui erano presenti i medici universitari specialisti nelle diverse patologie croniche da affrontare. Insieme abbiamo quindi elaborato un metodo che poi abbiamo chiamato “Progetto in farmacia di comunità”.

Ce ne parla?

Prevenzione e aderenza terapeutica sono i due aspetti sui quali è possibile agire con la collaborazione dei farmacisti. Quali ambiti avete toccato? Si è iniziato dal diabete perché è la patologia cronica con la prevalenza più alta e il maggior impatto per la spesa sanitaria nazionale e regionale. Oggi sappiamo che il metodo utilizzato da 1.500 farmacie con il” Progetto Diabete e farmacia di comunità”, grazie al rigore scientifico che lo caratterizza, è valido anche con piccoli numeri

ed esportabile: per questo in altre due regioni, Puglia e Umbria, è stato avviato un progetto analogo sul diabete. In Piemonte il modello è stato esteso alla Bpco. Si tratta però di progetti che hanno tempi molto lunghi e i cui risultati emergono a distanza di anni.

incontri

Avete elaborato un vero e proprio metodo. Di cosa si tratta?

Quali esiti avete avuto finora? Oltre a raccogliere informazioni sulla prescrizione dei medicinali e fare lo screening ai soggetti che si considerano sani, vengono raccolti dati socioeconomici. Dal loro incrocio con quelli sulla malattia, è

La carta vincente è stata probabilmente la presenza dell’Università, percepita come ente super partes e l’assenza di coinvolgimento delle aziende farmaceutiche. Credo quindi che la Regione Piemonte abbia apprezzato questo metodo di lavoro, che prevede formazione specifica, somministrazione di questionari su prevenzione e aderenza alla terapia a pazienti selezionati, interpretazione dei risultati secondo un rigoroso approccio scientifico e metodologico. Molto ha contato anche l’avere incontrato interlocutori, mi riferisco ai vertici degli enti che hanno preso parte al progetto, con i quali si è verificata una ottima intesa culturale, scientifica ed etica.

Quali sono gli obiettivi ultimi? Grazie alla collaborazione delle farmacie e dei farmacisti stiamo costruendo un metodo rigoroso ma duttile, con l’idea di mettere a disposizione uno strumento di lavoro da utilizzare in modo diverso, a seconda della patologia oggetto di studio. In questo modo si ottengono risultati corretti e utili al Servizio sanitario regionale o nazionale, a seconda degli ambiti. Il supporto di un team di epidemiologi è stato fondamentale poiché ci hanno suggerito quali fossero i dati da rilevare di interesse per il decisore pubblico. Con loro abbiamo quindi impostato gli strumenti di rilevazione - i questionari - e analizzato i risultati in modo che fossero realmente fruibili. D’altra parte un farmacista può fare molto per la salute dei cittadini, anche con l’affissione di un poster o la distribuzione di materiali informativo.

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incontri

quelle per i luoghi di montagna siano diverse tra loro.

Ci sono stati ostacoli da superare? Coinvolgere e fare collaborare i medici di medicina generale è molto difficile. Questo fa sì che non sia possibile, nel breve periodo, conoscere gli esiti del progetto, in termini di visite successive al contatto in farmacia. A questo problema si può ovviare attraverso i registri regionali di patologia, ai quali però è possibile accedere in tempi molto lunghi. Affinché il lavoro sia utile al Servizio sanitario nazionale e regionale servirebbe invece un feedback sulla presa in carico dei pazienti da parte dei medici di medicina generale.

Come spiega questa difficoltà? Credo che i medici siano restii a collaborare sia per un retaggio culturale che non considera il farmacista una professione sanitaria di pari grado, sia per una tradizione instaurata dal sindacato della classe medica, per cui ogni azione deve avere una contropartita. Nei primi progetti finora svolti i costi sono stati sostenuti da Federfarma e i farmacisti hanno aderito senza una remunerazione diretta.

Cosa manca alla completezza di questi progetti?

stato possibile capire, per esempio, che esiste una correlazione fortissima tra livello culturale e gestione della malattia. E che l’aderenza terapeutica varia a seconda del tipo di patologia; ciò che non causa sintomi è in genere trascurato. Inoltre, si è visto che l’aderenza terapeutica è maggiore nei confronti della malattia principale rispetto alle comorbidità: il paziente diabetico è in genere aderente, ma trascura le terapie per le malattie concomitanti.

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Avete ottenuto risultati omogenei? Abbiamo scoperto che le province italiane sono molto diverse tra loro, per caratteristiche dei cittadini; un’informazione utile per pianificare, in futuro, azioni e progetti mirati alle esigenze specifiche del territorio. Non si tratta solo di differenze tra nord e sud, ma anche del tipo di contesto. Si pensi, per esempio, alla mia regione, e a come le esigenze sanitarie per la città e

Le ricadute, anche pratiche, per il futuro sarebbero più importanti se si potessero pubblicare i lavori scientifici con gli esiti dei progetti. Sono stati ottenuti risultati interessantissimi, condotti su numeri ragguardevoli e con rigore scientifico. Abbiamo però incontrato resistenze culturali, per cui sebbene coinvolgessero specialisti di rilievo internazionale, alcuni lavori riguardanti progetti su ipertensione e cefalea sono stati rifiutati, verosimilmente perché riportavano il riferimento alla “farmacia di comunità”.

Oltre a diabete e Bpco, su quali altre patologie state lavorando? La prossima area terapeutica, caratterizzata da una cattiva aderenza ai trattamenti, sarà l’asma; al momento è in corso la


Altri progetti? Nelle farmacie della provincia di Alessandria è in corso un piccolo progetto di prevenzione andrologica sui giovani. Si è visto infatti che sono in aumento i tumori e le infezioni a carico dei genitali, complice il fatto che i ragazzi non si sottopongono più alla visita di leva. Saranno coinvolti i genitori e i nonni dei ragazzi affinché li spingano a farsi controllare.

In Piemonte sarà avviato il primo studio clinico sulla Cannabis a uso medico. Ce ne può parlare? Si tratta di uno studio che coinvolgerà novanta pazienti - tra fibromialgici, affetti da dolore neuropatico e mielolesi scelti dai clinici che li hanno in cura in base alle difficoltà incontrate nel trattarne il dolore. È uno studio di add-on, in doppio cieco. A un braccio di pazienti sarà somministrata Cannabis in dosi crescenti in aggiunta alla terapia standard già in atto. Un secondo braccio riceverà una dose fissa simile a quella normalmente prescritta dal medico curante. Il terzo braccio - placebo - sarà trattato solo con la terapia standard. Sarà possibile capire se esiste un effetto terapeutico della Cannabis, o se sarà rilevato un beneficio di sola natura emotiva. In base ai risultati sarà poi avviata una seconda fase su duecento pazienti.

incontri

formazione dei farmacisti. Saranno coinvolte duecento farmacie e stiamo studiando il modo per includere anche i medici di medicina generale. Sono in corso inoltre progetti di altra natura; uno riguarda lo zapping e lo switch tra generici di statine e metformina. Sulla base di alcune segnalazioni provenienti dagli specialisti a proposito di reazioni avverse a farmaci equivalenti e scarsa aderenza terapeutica, è stato condotto uno studio che ha dimostrato, per esempio, che l’aderenza non è influenzata dal colore della confezione del prodotto. Sorgono a volte problemi, per lo più di natura emotiva, quando per motivi diversi il farmacista dispensa prodotti di aziende diverse, a ogni acquisto.

Da sinistra Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino, Paola Brusa e Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte

Quali sono gli orientamenti attuali del suo gruppo di ricerca? Oltre a chi porta avanti gli studi sulla farmacia di comunità e sull’evoluzione normativa di settore, esiste un altro gruppo accademico che si occupa di progetti mirati alle esigenze particolari degli ospedali con i quali lavoriamo. Per esempio, nei Paesi in via di sviluppo, dove non esistono medicinali pediatrici, mettiamo a punto formulazioni farmaceutiche dirette ai bambini di cui valutiamo anche la qualità e la stabilità. Per l’ospedale NPH Saint Damien di Haiti stiamo studiando anche preparazioni a partire dai prodotti industriali quando non esistono le materie prime, cioè, per esempio, per i farmaci per l’anemia falciforme e alcune problematiche connesse all’induzione del parto. L’obiettivo è fornire, attraverso un metodo che abbiamo elaborato in laboratorio, i medicinali nel dosaggio necessario alle varie esigenze, evitando la somministrazione di medicinali in dosi pressoché casuali, ottenute dividendo le compresse manualmente.

Altri progetti in corso in Piemonte? In collaborazione con gli specialisti oncologi portiamo avanti un lavoro sulla cosmetica oncologica, con l’obiettivo di individuare le esigenze dei pazienti, per esempio nelle fasi del post-intervento, e i modi in cui il

l’efficacia di simili progetti dipende anche da situazioni generali che variano da regione a regione farmacista può intervenire per andare incontro a questi bisogni.

Quali sono secondo lei gli ostacoli che il farmacista incontra o potrebbe incontrare nella partecipazione a progetti di comunità? Sono senza dubbio molto diversi da regione a regione, e hanno a che fare con gli aspetti economici e amministrativi, oltre che del tessuto sociale: la remunerazione del lavoro, il funzionamento della res publica, la possibilità di impiego. In Piemonte la situazione per i neolaureati è buona, non esiste quasi disoccupazione. In alcune regioni questo non accade, e non è ipotizzabile proporre progetti paragonabili a quelli sui quali siamo abituati a lavorare. In questo senso posso dire che il Piemonte è un’isola felice.

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cosmEticamente

I

di Umberto Borellini, farmacista cosmetologo

l boom

degli oli Una ampia gamma di prodotti che il farmacista non può trascurare

Il farmacista devei porsi come obiettivo carichi di valenze simboliche, persino spiquello di intercettare rapidamente le tenrituali. E nel mondo cosmetico non c’è eledenze dei consumatori, al fine di declinare mento piu’ adatto a queste operazioni in senso scientifico le proposte cosmetidell’olio, il più arcaico, quello che meglio di che più interessanti. È il caso degli oli. Nealtri può soddisfare queste attitudini. Non gli ultimi anni sono veramente esplosi: da dimentichiamoci che gli oli hanno avuto quelli pseudo-bio (ma che purtroppo spesda sempre un’aura di sacralità: in molte ciso sono oli di vaselina colorati) a quelli deviltà antiche, infatti, ci si cospargeva il corfiniti secchi, possiamo confermare che gli po di unguenti prima di pregare, oppure si oli ‘’spaccano”. bruciavano insieme a resine affinchè i loro Come mai? Sicuramente, come spesso acvapori (pro-fumi) raggiungessero le divinicade, vi è un aspetto psicologico, e qui è tà. Insomma, in tutte le religioni l’olio è un abbastanza intuitivo che olio possa signifiveicolo privilegiato per avvicinarsi a Dio. care protezione. Poi,soprattutto per i Le donne giapponesi li utilizzano da semcapelli,vi è anche un aspetto estetico che pre per struccarsi; in India sono alla base coniuga la “nutrienza” all’aspetto lucido ridi trattamenti ayurvedici. L’idea, insomflettente, che attrae i consumatori o le conma, è di richiamare culture ancestrali, in sumatrici con capelli sfibrati e opachi. cui le tecnologie non hanno posto, mentre Infine, soprattutto durante l’estate, l’applisono le persone a essere al centro, con la cazione degli oli consente di intensificare loro conoscenza delle sostanze naturali l’abbronzatura e dare un’immagine quasi con cui avere un rapporto più diretto. da divinità pagana, o meglio ancora da La sensazione è quella di stabilire rapporti scultura bronzea. più intimi con l’essenza delle cose. E non manca chi nel gradimento riscontraGli oli creano un legame anche con la mato negli oli vede anche altri gia delle favole; infatti, in tutte le leggenaspetti quali la forte richiesta de compaiono boccette di significati esistenziali. d’olio dai poteri straordinaNell’attuale società, che non manca ri. È un ritorno al mito, a spinge a pratiche diverse, un’eredità di saggezza che chi cerca incluse quelle dedicate al non si mette in discussionegli oli benessere, emerge semne. Il che è molto rassipre più frequentemencurante in q uesto significati te un desiderio di esistenziali periodo di incertezze. ritualizzazioni di gesti A livello cutaneo gli oli si

utilizzano non solo per nutrire ma anche per idratare a fondo la pelle. Di lipidi, trigliceridi, colesterolo e altri acidi grassi, è ricco il cosiddetto “strato cementante”, una sorta di collante che dallo strato più profondo della pelle tiene uniti i corneociti, ovvero le cellule più superficiali e che ha la proprietà di arginare le perdite d’acqua. Non basta: anche il sebo, che ha funzioni lubrificanti e protettive della cute, è oleoso. E tra le sostanze grasse più naturali e affini a quelli presenti nella pelle ci sono gli oli vegetali di oliva, avocado, soia, mandorle dolci e girasole, tanto per citarne alcuni ottimi, per ripristinarne il giusto grado di morbidezza e protezione. Ma la componente forse più interessante degli oli vegetali è la cosiddetta frazione insaponificabile, ovvero la parte dell’olio che non si lascia trasformare in sapone a contatto con la soda. Questa frazione ha un’azione fotoprotettiva, emolliente e lenitiva ed è ricca di sostanze nobili, come fitosteroli, vitamine liposolubili e squalene, che hanno la capacità di promuovere la rigenerazione della pelle e la formazione di collagene, esercitando così un’azione rivitalizzante sulla pelle. Non stupisce quindi, che, anche sull’onda della riscoperta del naturale, gli oli cosmetici siano sempre più spesso presenti, soprattutto in farmacia.

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attualità

U

di Giuseppe Tandoi

n nuovo

approdo Dall’integrazione tra Chefaro Pharma Italia e Perrigo nasce Perrigo Italia. A colloquio con il general manager Massimo Pilia

Una new entry nella farmaceutica: Perrigo Italia. Ma è davvero una new entry? Per saperne di più siamo andati a trovare a Roma Massimo Pilia, general manager Italia e Turchia di Perrigo.

ne è altrettanto fondamentale, abbiamo scelto come partner di elezione il farmacista e tutte le scelte strategiche di conseguenza sono orientate in questa direzione.

Come si arriva a Perrigo Italia, dottor Pilia?

Cambiamenti non da poco…

Proprio così. Un completo turn around del business, che È un percorso avviainclude anche un to due anni e mezzo il punto chiave rafforzamento di fa, quando Perrigo della nuova tutti gli investimenha esteso il suo busiti volti a rendere ness all’Europa acstrategia l’azienda più solida q uisendo Omega aziendale e performante sul Pharma (in Italia è stata la mercato. U ltimo Chefaro Pharma Itascel t a del passo di questo rilia, ndr). Gradualmente s t i a m o farmacista come lancio a tutto tondo è stato infine la reintroducendo il nuopartner cente inauguraziovo marchio nel contidi elezione ne dei nostri nuovi nente: siamo partiti uffici situati nel dalla Spagna per poi cuore pulsante dell’Eur a Roma, ideati passare al Belgio e approdare, dal settemcon spazi moderni, digitali e soprattutto bre scorso, anche in Italia. orientati alla condivisione e al benessere delle persone. Qual è la strategia che

intendete perseguire?

Il nuovo corso che abbiamo avviato si basa su alcuni punti cardine. Prima di tutto abbiamo deciso di puntare su un portafoglio prodotti molto più focalizzato sul consumatore, privilegiando i nostri brand a maggiore potenziale sul mercato italiano. In secondo luogo, ma la questio-

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Dagli Stati Uniti all’Europa, il passo non è breve. E infatti Perrigo ha dovuto ridefinire, nell’ambito della divisione Consumer Healthcare International, un nuovo modello di business orientato ai consumatori europei, declinandolo poi nelle diverse con-

sociate in funzione delle specifiche linee strategiche.

Se il farmacista diventa il vostro primo interlocutore, che tipo di collaborazione cercate di instaurare con le vostre farmacie? Da due anni abbiamo iniziato a sviluppare i nostri business plan insieme ai nostri partner supportandoli costantemente attraverso la condivisione di dati aggiornati su mercati, quote e macro trend, uniti ad analisi della performance rispetto a precisi benchmark di riferimento. Forniamo loro anche consulenze che spaziano dal category management all’esposizione sul punto vendita, fino a tematiche di counselling attraverso serate di formazione in generale.

Ritenete, quindi, importante investire anche sulla formazione? Assolutamente sì, una formazione a 360 gradi. Durante l’anno garantiamo un set di strumenti orientati a dare un solido


Massimo Pilia, general manager di Perrigo Italia e Turchia

abbiamo comunque scelto chiare priorità di portafoglio competendo esclusivamente nelle categorie in cui contribuiamo attivamente alla loro crescita, attraverso investimenti rilevanti sia in termini di innovazione continua che supporti media ad alto impatto.

supporto scientifico ai nostri partner. Un esempio pratico: le nostre serate distribuite su tutto il territorio nazionale rappresentano oggi uno strumento molto apprezzato dai nostri clienti. Condividendo tutte le novità dei nostri studi miriamo a rendere il consiglio del farmacista sempre aggiornato ed autorevole.

E sul versante digitale? In questo ambito negli ultimi due anni sono stati fatti indiscutibilmente i progressi maggiori: abbiamo rivisto tutte le nostre properties digitali, dal nostro company website fino a tutti i siti di prodotto, istituendo un dialogo con i nostri consumatori e restituendo loro le principali risposte ai bisogni di salute. Un’altra leva su cui stiamo lavorando con grande passione è insita nella nostra stessa azienda: vogliamo che il brand Perrigo, i nostri valori e la mission aziendale siano non solo vissuti quotidianamente, ma anche raccontati da tutti i nostri dipendenti, che diventano così i primi ambassador del profondo cambiamento che stiamo vivendo.

Passando ai singoli prodotti, avete in programma di privilegiarne alcuni, a livello di marketing? Perrigo oggi lavora con oltre venti marchi: nello sviluppare la nuova strategia

Perrigo, identità americana. Chefaro Pharma, identità italiana. Come avete integrato questi due mondi così distanti? Orientiamo sempre le nostre decisioni in funzione dei bisogni dei consumatori di casa nostra, calandole appieno nelle dinamiche che regolano il settore farmaceutico italiano. Allo stesso modo far parte di un’azienda globale ci permette di cogliere i macro trend a livello mondiale, replicare best practice e infine confidare nella grande solidità di un gruppo con alle spalle con una storia di oltre 130 anni di crescita ed evoluzione. Questo cambio ci dà quindi una forza nuova che tuttavia non cancella il Dna delle nostre persone, fatto di passione, valori e presenza capillare sul territorio.

Qual è, dunque, il ruolo di Perrigo, quello di oggi e quello di domani? Come Perrigo crediamo fortemente di avere una responsabilità nei confronti dei nostri consumatori e della società in cui viviamo. Da un lato, continueremo a fornire costantemente soluzioni sicure ed efficaci volte a migliorare la vita dei nostri consumatori. Dall’altro, in una società che cambia sempre più velocemente e che pone sempre nuove sfide, sarà fondamentale continuare a investire in cultura e formazione per fare leva sulla competenza come fattore critico di suc-

Perrigo Company, fondata nel 1887 negli Stati Uniti e presente oggi in oltre ottanta Paesi, è tra i più grandi produttori al mondo di farmaci da banco e fornitore di prodotti Otc. Perrigo Italia nasce dall’acquisizione di Chefaro Pharma Italia. A suggellare la nascita di Perrigo Italia, il gruppo ha appena inaugurato una nuova sede nel cuore dell’Eur di Roma, sviluppata seguendo le moderne logiche di smartworking. In Italia, il portafoglio prodotti Perrigo è estremamente variegato e ogni anno oltre dieci milioni di prodotti entrano nelle case degli italiani con brand pensati per il benessere del consumatore quali Bronchenolo, XLS Medical, Libenar, Physiomer, Restivoil, Ymea, Bio-Oil, Angstrom, Paranix, Lactacyd, Pastiglie Valda.

attualità

L’azienda in breve

è fondamentale investire in cultura e formazione per fare leva sulla competenza come fattore critico di successo cesso. Internamente, abbiamo già avviato programmi affinché tutti i nostri dipendenti ricevano un costante aggiornamento, che unisca, alla solidità dell’esperienza, le nuove skill legate alla digitalizzazione. Esternamente, facendo sistema con scuole e università, vorremmo sempre più accompagnare i nostri giovani in percorsi volti a creare i manager e le professioni di domani.

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Q veterinaria

Rubrica a cura di Associazione Medici Veterinari Italiani

di Marco Melosi, presidente Anmvi

ui casca

il farmaco veterinario Approvato il nuovo Regolamento europeo sui medicinali veterinari. Invariato l’uso in deroga

Il nuovo Regolamento Europeo sui medicinali veterinari non porterà significative modifiche alle vigenti regole del cosiddetto “uso in deroga”, vale a dire dell’uso del farmaco al di fuori dei termini dell’autorizzazione all’immissione in commercio. L’uso in deroga continuerà infatti a essere “a cascata”, prevedendo cioè una serie di opzioni terapeutiche alle quali il medico veterinario potrà ricorrere secondo una successione gerarchica e consequenziale.

CRONOLOGIA Nelle intenzioni della Commissione Europea non doveva andare così. Nel 2014, Bruxelles aveva proposto di eliminare la cascata e di mettere quasi sullo stesso piano (si parlò di uso in deroga “a ventaglio”) le alternative terapeutiche a disposizione dei medici veterinari, quasi senza sbarramenti intermedi prima del ricorso al medicinale umano. Nei due anni successivi, l’Europarlamento ha passato al settaccio il Regolamento, emendando la maggior parte dell’articolato, sulla base dei suoi stessi “Considerando” e obiettivi. E su queste basi, la cascata non poteva essere abolita senza contraddire il fondamento della riforma: trentasei anni dopo la Direttiva 2001/82/CE (Codice comunitario dei medicinali veterinari), il quadro normativo per i medicinali veterinari andava aggiornato alle notevoli mutazioni scientifiche ed economiche del settore e, nel farlo, bisognava «tener conto delle esigenze delle

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imprese del settore farmaceutico veterinario» (Considerando n. 3). È quello che ha fatto la Commissione Envi (Ambiente e salute) di Strasburgo e soprattutto la relatrice francese Francoise Grossetete, a cui si deve in larga misura la stesura approvata nel 2016 dai deputati europei. Infatti, se l’obiettivo era quello di «rafforzare il mercato interno e aumentare la disponibilità di medicinali veterinari», il fatto di mettere questi ultimi sullo stesso piano di quelli umani, è stato osservato, avrebbe potuto vanificare gli intenti del Regolamento. Basta leggere il Considerando n. 4: «L’esperienza ha dimostrato che le esigenze del settore veterinario sono sostanzialmente diverse da quelle del settore umano per quanto riguarda i medicinali. In particolare, i fattori degli investimenti nei mercati dei medicinali per uso umano e dei medicinali veterinari non sono gli stessi. Nel settore veterinario, per esempio, vi sono molte specie animali diverse, il che crea sia una frammentazione del mercato sia la necessità di notevoli investimenti per estendere l’autorizzazione dei medicinali veterinari esistenti per una data specie animale a un’altra specie. Inoltre, nel settore veterinario i meccanismi di fissazione dei prezzi seguono una logica completamente diversa. Di conseguenza i prezzi dei medicinali veterinari sono in genere considerevolmente inferiori a quelli dei medicinali

per uso umano. Le dimensioni dell’industria farmaceutica veterinaria sono solo una piccola frazione di quelle dell’industria farmaceutica dei medicinali per uso umano. È pertanto opportuno elaborare un quadro normativo che tenga conto delle caratteristiche e specificità del settore veterinario, il quale non può essere considerato un riferimento per il mercato dei medicinali per uso umano». Alla luce di questo importante Considerando, l’Europarlamento, approvando gli emendamenti-Grossetete, ha fatto rotolare l’opzione del farmaco umano in fondo alla scala di opzioni, appena prima della preparazione galenica, ristabilendo il principio della Direttiva 82 (in Italia del Decreto legislativo 193/2006) secondo il quale prima di ricorrere al medicinale per l’uomo devono essere esperite le possibilità di approvvigionamento del farmaco veterinario. La motivazione dell’Europarlamento è stata: «Sebbene il veterinario sia il principale responsabile di ciò che prescrive, l’uso offlabel di medicinali per uso umano in campo veterinario dovrebbe intervenire solo come soluzione estrema, qualora non esista nessun altro medicinale veterinario autorizzato». Nella risoluzione del 2016, Strasburgo si compiace della «netta distinzione tra il mercato dei medicinali veterinari e quello dei medicinali per uso umano, che seguono una logica molto diversa». Questo assunto si è mantenuto inalterato


durante la fase dei negoziati con il Consiglio Europeo, terminata a giugno di quest’anno e non è stato più messo in discussione dall’Europarlamento che ha definitivamente approvato il Regolamento il 25 ottobre scorso. Per la precisione, la cascata non sarà esattamente quella della Direttiva 82. Oltre a essere stata disciplinata anche per le terapie negli animali “acquatici”, la novità è la sua estensione a tutto il mercato dell’Unione: prima di poter accedere alla deroga (cascata), il Regolamento richiede di esplorare l’esistenza, in un altro Stato Membro, di un dato medicinale veterinario autorizzato. Anche a questo scopo, si prevede la creazione di una Banca dati dei medicinali veterinari dell’Unione, contenente le informazioni sulle autorizzazioni all’immissione in commercio rilasciate in tutta l’Unione, «per consentire ai professionisti sanitari, alle autorità e alle società di prendere decisioni informate». Tempi lunghi. Intanto vale la pena di aggiungere che il Regolamento riconosce agli Stati membri la possibilità di «stabilire le procedure che ritengano necessarie». per l’attuazione della cascata, sia nel caso di specie non dpa (non destinate alla produzione di alimenti), equidi compresi, sia nel caso di animali “terrestri” non dpa.

IN ITALIA Per questo articolo ci siamo basati sul testo in lingua italiana disponibile sul sito del Parlamento Europeo. Fonti autorevoli ci dicono che dovremmo leggerlo entro l’anno sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione. Il nuovo Regolamento europeo abrogherà il Codice comunitario dei medicinali veterinari recepito in Italia dal Decreto legislativo 193/2006. Alla sua entrata in vigore, le nuove regole troveranno piena applicazione tre anni dopo, senza che siano necessari recepimenti nazionali. È tuttavia prevista l’adozione, da parte della Commissione Europea, di atti delegati e di atti di esecuzione, che perfezioneranno l’impatto applicativo del Regolamento, così come agli Stati Membri vengono lasciati alcuni spazi per definire le procedure attuative in ambito nazionale. Vale la pena di annotare, restando in tema di cascata, che il Regolamento prevede che la Commissione possa stilare un elenco di antimicrobici non utilizzabili in deroga (cascata) oppure che possono essere utilizzati ma «soltanto a determinate condizioni». Questo elenco dovrà tenere conto dei rischi per la salute umana e animale e dello sviluppo di una resistenza tanto nell’uomo che negli animali: inoltre,

veterinaria

La parola definitiva Il 26 novembre il Consiglio dell’Unione Europea ha definitivamente approvato il nuovo Regolamento europeo sui farmaci veterinari. Nel comunicato ufficiale, la presidenza austriaca ha evidenziato le aspettative della Ue su questo provvedimento: «È una pietra miliare nella lotta contro la resistenza antimicrobica», ha dichiarato la presidente del Consiglio Elisabeth Köstinger. Le nuove regole andranno a beneficio della salute degli animali e contribuiranno a «rafforzare la competitività del settore farmaceutico veterinario dell’Ue». Oltre a semplificare le procedure per ottenere l’Aic - riducendo gli oneri amministrativi per le imprese, soprattutto per quelle di piccole dimensioni - dal nuovo Regolamento i l Con sigl io si at tende d i «inquadrare meglio l’uso di antimicrobici negli animali», prevedendo «che alcuni antimicrobici critici vengano riservati per il trattamento di determinate infezioni nell’uomo al fine di preservarne l’efficacia».

prima di inserire determinati antimicrobici nell’elenco, si dovrà tenere conto della disponibilità di trattamenti per gli animali e per l’uomo. Come si vede, dal 2014 a oggi il tema degli antibiotici è prepotentemente entrato in gioco e condizionerà gli atti regolamentari dei prossimi anni. Se ne dovrà tenere conto già dal 2019, l’anno zero della ricetta veterinaria elettronica, a partire dal quale sarà possibile iniziare a misurare, attraverso le prescrizioni, i consumi dei medicinali veterinari.

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omeopatia

P Grazie ai progressi delle terapie, la malattia oncologica è sempre più una malattia cronica. In questo contesto, anche il farmacista può contribuire alla gestione di sintomi associati e può farlo anche grazie all’omeopatia: questo il pensiero di Michèle Boiron, farmacista con un’esperienza di trent’anni anni dietro il banco e figlia di uno dei fondatori dell’omonimo gruppo farmaceutico. Dell’utilità dell’omeopatia nel supporto al paziente malato di cancro e alle terapie oncologiche, soprattutto per affrontare tutte le problematiche correlate alla diagnosi e alle cure, ha parlato nell’incontro “Supporto al paziente oncologico: il ruolo del farmacista e l’opportunità dei medicinali omeopatici”, svoltosi in occasione di FarmacistaPiù, a Roma. Nel corso dell’incontro si è parlato anche del libro edito da Edra (vedi box), scritto a quattro mani con François Roux, che illustra come utilizzare i farmaci omeopatici per la gestione dei sintomi psicologici e fisici associati alla malattia tumorale e alle cure chemio e radioterapiche. L’omeopatia offre al paziente oncologico supporto nella gestione degli effetti collaterali delle terapie oncologiche e nel miglioramento della qualità di vita. Se da una parte indubbiamente, i medicinali omeopatici non curano il cancro, dall’altra permettono di superare meglio questa prova, sia dal punto di vista fisico, con la

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di Chiara Romeo

er il paziente

oncologico

Il farmacista ha sempre più un ruolo di supporto al malato deospedalizzato e cronico. Opportuna, in questo senso, anche la conoscenza dei farmaci omeopatici. L’esperienza di Michèle Boiron

riduzione degli effetti collaterali delle indispensabili terapie convenzionali, sia da quello psicologico, per la gestione dello stress dopo la diagnosi della malattia e in occasione di esami o interventi che costellano il percorso di cura oncologica.

UNA FIGURA DI RIFERIMENTO «Quando un paziente riceve una diagnosi di tumore, non è raro che la prima figura con cui viene a contatto dopo il medico è proprio il farmacista», sottolinea Boiron, «quindi il farmacista ha un ruolo da svolgere nella presa in carico del malato oncologico: dallo stress della notizia, a quello di affrontare la chirurgia, dalla risoluzione di problemi di qualità del sonno, alla gestione dei disturbi legati alla chemioterapia, ormonoterapia, immunoterapia, radioterapia». In Francia il 20 per cento dei pazienti oncologici utilizza l’omeopatia come supporto durante il trattamento contro il cancro. Prosegue Boiron: «A fronte della cronicizzazione della malattia oncologica e di una precoce deospedalizzazione, obiettivo del farmacista deve essere quello di aiutare nella compliance e migliorare la qualità di vita del paziente». Per far questo, l’empatia del farmacista dietro il banco, seppur fondamentale, non basta: è necessario studiare la patologia oncologica e il linguaggio usato nella sua descrizione. Conoscere i protocolli chemio e radioterapici e i loro

Disturbi frequenti L’omeopatia può essere di supporto ad alcuni dei disturbi correlati ai trattamenti oncologici: disturbi d’ansia; depressione; disturbi del sonno; mucositi, disturbi del gusto; secchezza delle mucose: occhi, naso, bocca; prurito, rash cutaneo; malattie delle unghie; nausea, vomito, bruciori digestivi; diarrea, stipsi; astenia (fatigue).

effetti collaterali. Sapere distinguere un effetto indesiderato iatrogeno da un aggravamento della patologia. E, in caso di dubbio, è necessario informare il medico curante e l’oncologo.

IL CONSIGLIO TRAMITE ALBERI DECISIONALI Nel testo di Boiron e Roux è possibile trovare una schematizzazione dei principali medicinali omeopatici da utilizzare nei diversi contesti, per le diverse problematiche che il malato oncologico può sviluppare. Si tratta di un manuale prati-


omeopatia co, in cui ogni patologia è accompagnata da note di fisiopatologia, da un albero decisionale e con casi clinici, che guidano dai sintomi alla prescrizione. Per esempio per l’astenia, o fatigue, il sintomo che accompagna più spesso la malattia oncologica e le terapie, e che ha una fisiopatologia complessa e difficile da trattare, i medicinali omeopatici principali sono: Arsenicum album 15CH, se è presente astenia, dimagrimento, sensibilità al freddo, ansia e pessimismo; China rubra 9CH, se astenia è causa dell’anemia, è presente ipotesione, vertigini, ronzio all’orecchio, diarrea e vomito; Kalium phosphoricum 15CH, con astenia psico-fisica, cefalea, disturbi della memoria, insonnia, paure notturne; Natrum muriaticum 9CH, per l’astenia psico-fisica con disturbi dell’alimentazione, dimagrimento, anoressia e disidratazione, anemia microcitica; Phosphoricum acidum 30CH, per astenia psico-fisica per eccessivo affaticamento mentale, sonnolenza diurna e insonnia notturna. Un possibile schema prescrittivo in caso di fatigue: mattina e sera China rubra 9CH, Natrum muriaticum 9CH, 5 granuli mattina e sera, accompagnati da una dose/ settimana di Phosphoricum acidum 30CH.

ANCHE IN OSPEDALE Le medicine complementari in oncologia, più che in altre specialità mediche, sono integrate come cure di supporto alle terapie allopatiche, riconosciute anche nelle strutture oncologiche ospedaliere. Per esempio, al Policlinico Gemelli di Roma viene utilizzata l’omeopatia, oltre a fitoterapia e agopuntura, dal Servizio di terapie integrate, nel Polo Donna della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli. In particolare, sono utilizzate per aiutare le donne con tumori mammari o ginecologici a svolgere il proprio percorso di cura in modo meno faticoso e ridurre sensibilmente gli effetti collaterali di chemioterapia e radioterapia, con conseguenti ricadute positive sull’esito stesso delle cure. «Vedo la medicina come un albero con molti rami», conclude Boiron, «e l’omeopatia è uno di questi. Da parte del farmacista, così come del medico omeopatico, è fondamentale precisare chiaramente che l’omeopatia non cura il cancro, ma può essere utile come terapia di supporto per migliorare la qualità di vita del paziente oncologico».

L’ACCOMPAGNAMENTO DEL PAZIENTE ONCOLOGICO Il ruolo del medicinale omeopatico Michèle Boiron, François Roux Edra, 2015, pp.165

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Nutrizione

I

di Silvia Ambrogio, biologa nutrizionista

n caso

dimenopausa

L’importanza della dieta alimentare in un periodo cruciale di transizione

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Quattro donne su cinque sperimentano sintomi psicologici o fisici intorno alla menopausa, ciascuna con la propria sfumatura di sintomi in grado di avere più o meno impatto nelle loro vite. Quando ha inizio tutto ciò? Clinici e donne identificano normalmente la transizione alla menopausa a partire dall’insorgenza di cicli mestruali irregolari o dall’esperienza di sintomi vasomotori che si verificano di solito in questo momento e che sono prontamente riconosciuti. Altri però sono altrettanto frequenti: cambiamenti di umore, difficoltà di sonno e cambiamenti nella sfera sessuale. Questo periodo di transizione, definito perimenopausa o climaterio, può precedere di cinque o anche dieci anni l’ingresso della donna in menopausa, fase identificata dall’assenza di sanguinamento mestruale per almeno dodici mesi. È importante sottolineare che gli studi dimostrano che questi sintomi acuti sono di natura multifattoriale, con cambiamenti biologici che interagiscono con altre caratteristiche psicologiche, culturali e socioe-

conomiche delle donne. Molti studi stanno considerando uno stile alimentare vegetariano o vegano come consigliabile a quelle donne che avvertono come invalidanti questi sintomi. La ratio consiste nell’evidenza che una maggiore capacità antiossidante della dieta è associata a sintomi della menopausa più bassi. È stato anche dimostrato che la difesa antiossidante del sangue è negativamente correlata a vampate, depressione e ansia nelle donne in menopausa. Ma questi segni dell’arrivo della menopausa non sono gli unici.

COME CAMBIANO L’APPETITO... La menopausa può avere diverse implicazioni sull’appetito, la digestione e il controllo del peso. Il meccanismo è un susseguirsi di causalità: la menopausa è associata a un aumento del tessuto adiposo addominale, il quale produce gli ormoni leptina, resistina e adiponectina, che influenzano l’appetito e il controllo energetico; leptina e resistina sono associate alla sindrome metabolica. La leptina inibisce


Nutrizione l’appetito e livelli inferiori di leptina sono associati all’obesità. Inoltre, la menopausa comporta la diminuzione di estradiolo, un potente estrogeno prodotto dalle ovaie durante gli anni riproduttivi che sembra, insieme alla leptina, fornire la sensazione di sazietà. Ma c’è un paracadute perché la grelina che viene prodotta nello stomaco è influenzata dai bisogni metabolici piuttosto che dagli ormoni sessuali, ma questo purtroppo non accade nell’obesità, condizione in cui sappiamo che viene meno lo stimolo di sazietà indotto da questo ormone. La diminuzione dell’estradiolo contribuisce anche all’insulino resistenza e la donna così produce meno insulina, il che si traduce in un metabolismo più lento, riducendo l’attività anabolica, che contribuisce all’aumento di peso. Cosa consigliare? Il consumo di cereali integrali ricchi di fibre è associato a una migliore gestione del peso, così come mangiare proteine a colazione può fornire un migliore controllo dell’appetito e una maggiore sazietà durante il giorno e potrebbe abbassare i

livelli di insulina e i livelli di glucosio, che a loro volta riducono le richieste di appetito. I pasti ricchi di proteine possono anche abbassare i livelli di grelina e promuovere la produzione di peptidi ormonali stimolanti la sazietà. Le raccomandazioni sulle proteine per le donne in menopausa sono calcolate da 0,8 a 1,0 g/kg di peso corporeo ideale o dal 20 al 25 per cento di fabbisogno energetico giornaliero.

... E IL PESO La carenza di estrogeni comporta modificazioni metaboliche, tra le quali il rialzo del colesterolo Ldl, il rallentamento del metabolismo degli zuccheri e la riduzione della funzionalità tiroidea, responsabili dell’incremento ponderale con accumulo di grasso a livello del punto vita. L’aumento del tessuto adiposo viscerale, che si verifica nelle donne tre-quattro anni prima della menopausa, è correlato all’E2 decrescente circolante e al concomitante aumento di Fsh sierico. Questi cambiamenti sono stati correlati ai cambiamenti del me-

la menopausa è associata a un aumento del tessuto adiposo addominale, il quale produce gli ormoni leptina, resistina e adiponectina tabolismo del tessuto adiposo: gli estrogeni aumentano la lipolisi e l’estradiolo può influenzare indirettamente la lipolisi inducendo la lipasi sensibile agli ormoni dell’enzima lipolitico o aumentando gli effetti lipolitici dell’epinefrina. È interessante notare che è stato dimostrato che la somministrazione di estradiolo attenua la risposta lipolitica negli adipociti addominali

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Nutrizione

le donne in menopausa vedono acuirsi, qualora già ne soffrano, la condizione di dispepsia

sottocutanei, ma non negli adipociti isolati dal deposito grasso viscerale. Sebbene l’eccesso di accumulo di grasso viscerale sia associato a varie anomalie aterogeniche e diabetogeniche, non è chiaro se il grasso viscerale sia un fattore causale o semplicemente un marker di profilo dismetabolico. D’altra parte l’immagazzinamento inefficiente nel tessuto adiposo porta all’accumulo di grasso nel fegato, nel cuore, nel muscolo scheletrico e nel tessuto adiposo viscerale, sedi note come di “deposizione di grasso ectopico”. Lo studio Direct ha valutato il tre principali approcci dietetici usati in queste donne e ha dimostrato che la perdita di peso complessiva, dopo due anni, è maggiore per le diete a basso contenuto di carboidrati e “vince” la cosiddetta dieta mediterranea, rispetto alla dieta povera di grassi. Inoltre, sembra che consumare quantità maggiori di proteine alimentari porti a una minore perdita di massa magra. In generale, tutti gli studi condotti su questa tipologia di pazienti mostrano che sebbene le diete di restrizio-

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ne dei carboidrati inizialmente offrano una maggiore perdita di peso, alla fine dei due anni tutte le diete sembrano raggiungere simili perdite di peso mentre l’aumentata aderenza dei pazienti gioca un ruolo importante nel risultato.

DIGESTIONE DIFFICILE La dispepsia sappiamo essere un disturbo da dismotilità gastroduodenale in cui c’è sazietà precoce, o pienezza post-prandiale, con dolore epigastrico o bruciore; ancora oggi viene diagnosticata per esclusione. I pasti ricchi di grassi possono rallentare lo svuotamento gastrico, che contribuisce alla dispepsia; ma anche pasti corretti in termini di nutrienti ma consumati troppo velocemente o in modo irregolare contribuiscono alla dispepsia. Le donne in menopausa vedono acuirsi questa condizione: l’estradiolo rallenta la mobilità gastrica, sopprime le secrezioni acide gastriche e stimola la produzione di bicarbonati. Inoltre, l’estradiolo e il progesterone contribuiscono alla diminuzione della

contrattilità gastrointestinale. Con la diminuzione della produzione di estradiolo, vi è quindi un aumento delle secrezioni gastriche e una diminuzione della produzione di bicarbonati, contribuendo ai sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo, o Gerd. Ovvio che l’aumento di peso, in particolare un aumento dell’obesità addominale, peggiora i sintomi di Gerd a causa dell’aumento della pressione intra-addominale. Anche i livelli di melatonina sono influenzati dall’estradiolo e sappiamo che contribuiscono alla produzione di acido cloridrico nello stomaco e di bicarbonati nel tratto gastrointestinale. Attenzione al fatto che diversi studi stanno mettendo in luce come bassi livelli di melatonina siano associati all’aumento di peso tra le donne in menopausa e si ipotizza che la melatonina sopprima la resistenza, l’ormone associato all’insulino-resistenza, e che quindi sia da considerare protettiva nei confronti del diabete di tipo 2. Una integrazione di melatonina può essere presa in considerazione per la soppressione dell’appetito e la


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Nutrizione

di ferro e carenza di vitamina B12, pertanto le donne che lo assumono dovrebbero valutare questi parametri ed eventualmente integrare.

SALUTE OSSEA La menopausa rappresenta una fase critica di cambiamento della forza ossea nelle donne ed è in questo periodo che si pongono le basi per lo sviluppo dell’osteoporosi e della suscettibilità alla frattura nelle età più avanzate. L’estradiolo induce la differenziazione degli osteoblasti, inibisce gli osteoclasti e promuove la deposizione ossea, quindi in menopausa si ha un ridotto assorbimento di calcio e vitamina D. Oltre al latte e ai suoi derivati, alimenti particolarmente ricchi di questo minerale sono i legumi secchi, gli ortaggi a foglia a foglia larga e verde, come la cicoria, gli spinaci, i cavoli e alcuni pesci come sardine, alici, sgombri. Altre fonti di calcio sono: mandorle, noci, pistacchi e i meno conosciuti fichi secchi. Alcune condizioni aumentano il rischio: vita sedentaria, fumo di sigaretta, uso prolungato di farmaci che interferiscono con il metabolismo osseo, familiarità, malattie da malassorbimento (come la celiachia), intolleranze alimentari (come quella al lattosio), pregressi disturbi del comportamento alimentare, in primis l’anoressia, assenza prolungata del ciclo mestruale nella vita fertile, patologie tiroidee.

NOTA BIBLIOGRAFICA

perdita di peso, anche perché può migliorare il metabolismo del glucosio durante l’esercizio. Oltre agli integratori, la melatonina può essere consumata da fonti alimentari come alimenti vegetali, noci e legumi, senza dimenticare che l’esposizione alla luce solare può aumentare i livelli di melatonina. La gestione dietetica dei

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sintomi di Gerd comprende la riduzione dell’apporto di caffè e tè, la revisione di farmaci che possono peggiorare i sintomi e la limitazione di bevande alcoliche e bevande gassate. Sebbene l’uso di omeprazolo possa alleviare i sintomi, l’uso quotidiano a lungo termine di questo farmaco è associato a perdita ossea, carenza

Ann R. Lurati. “Effects of Menopause on Appetite and the Gastrointestinal System”, Nursing for Women’s Health, online 30 October 2018 | G. Mastorakos, G. Valsamakis, G. Paltoglou, G. Creatsas. “Management of obesity in menopause: Diet, exercise, pharmacotherapy and bariatric surgery”, Maturitas, Volume 65, Issue 3, March 2010, Pages 219-224 | Janice L. Bacon. “The Menopausal Transition”, Obstetrics and Gynecology Clinics of North America, Volume 44, Issue 2, June 2017, Pages 285-296


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Legale

L Si aprono in farmacia i centri di educazione sanitaria

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a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

e giornate di

prevenzione S’è già detto (Punto Effe n. 14/2017: “Il medico in farmacia”) come lo svolgimento della professione medica in farmacia abbia da sempre costituito un tabù nella disciplina del ser vizio farmaceutico pianificato sul territorio in riferimento all’esercizio cumulativo della professione medica e di quella farmaceutica (articolo 102, T.U. n. 1265/1934) sia pure in locali diversi comunicanti tra loro (articolo 45, R.D. n. 170671938), su cui si sono spesi i repertori della giurisprudenza amministrativa con ricaduta in quella ordinaria. Tale esclusione non è di certo venuta meno, se pure debba essere data un lettura critica a un tale divieto alla luce della giurisprudenza amministrativa secondo cui «il divieto di cumulare la professione farmaceutica con l’esercizio di altre professioni o arti sanitarie di cui all’articolo 102 del R.D. n. 1265 del 1934, non impedisce di prevedere, presso le farmacie, giornate di prevenzione, nell’ambito di apposti programmi di educazione sanitaria o di specifiche campagne contro le principali patologie a forte impatto sociale, anche mediane visite mediche, la cui finalità, però, sia quella appunto di favorire il valore essenziale della prevenzione sanitaria e l’anticipato contrasto di patologie a forte impatto sociale. Non sembrano pertanto incorrere nella violazione di detta normativa, anche alla luce delle fondamentali finalità sociosanitarie, collaborare ai programmi di educazione sanitaria della popo-

lazione realizzati a livello nazionale e regionale e realizzare campagne di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale, perseguite dall’articolo 11, comma 1, lettera b) e lettera c), del D.L.vo n. 153 del 2009 (Consiglio di Stato, 7 luglio 2017, n. 3357)». In effetti una tale attività da parte del medico in farmacia, ma solo per la specifica tipologia del suo intervento di cui s’è detto e a condizione che questo non incida direttamente sulla gestione economica della farmacia attraverso il contestuale allestimento o dispensazione di prodotti medicinali, tanto meno su ricetta medica, ovvero di prodotti medicinali o salutari che siano comunque connessi a detta informativa medica. Si può così ragionevolmente ritenere che questo sia legittimo e coerente, se pure venga svolto in locali o spazi separati della farmacia e a ciò idonei anche nel rispetto della privacy, in quanto non può costituire un cumulo della professione medica con l’esercizio della professione farmaceutica, né può preludere in tali termini a una simulata forma di comparaggio o di sviamento della clientela sottese a una tale attività, ma rappresenta una semplice forma di intervento interprofessionale previsto nel contesto della “farmacia dei servizi” che viene disciplinata dall’articolo 1, comma 2, lettera c) del Dlgs n. 153/2009 in attuazione dell’articolo 11 della legge n. 69/2009, che consente appunto tra i nuovi servizi


Legale

ascritti alle farmacie pianificate sul territorio «la erogazione di servizi di primo livello, attraverso i quali le farmacie partecipano alla realizzazione dei programmi di educazione sanitaria e di campagne di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale, rivolti alla popolazione generale e ai gruppi a rischio e realizzato a livello nazionale e regionale, ricorrendo a modalità di informazione adeguate al tipo di struttura e, ove necessario, previa formazione dei farmacisti che vi operano».

OPERATIVAMENTE Fermi restando gli anzidetti limiti concettuali e operativi che vengono fissati al cumulo delle due professioni, medica e farmaceutica (che pur rappresentano due momenti di un unico intervento sanitario) e alla commistione delle ben diverse strutture in cui vengono esercitate le rispettive attività (che possono essere adiacenti ma non comunicanti). L’evoluzione della normativa sanitaria non impedisce di prevedere, presso le farmacie, non solo l’organizzazione di giornate di prevenzione nell’ambito di apposti programmi di educazione sanitaria o di specifiche campagne contro le principali patologie a forte impatto sociale, ma anche nell’ambito di incontri personali con i medici che operano in tali logiche, la cui finalità siano, nell’un caso come nell’altro, quelle di favorire il valore essenziale della prevenzione sanitaria e l’anticipato contrasto di patologie «senza che i farmacisti partecipino in

alcun modo agli utili (di una tale attività medica) da parte di figure del tutto estranee all’organizzazione e alla gestione della farmacia», quali devono rimanere i medici, secondo la sentenza di cui s’è detto. Quanto agli aspetti economici di una tale informativa medica, viene escluso, per quanto fin qui detto e ripetuto, che la sessione d’informativa medica possa essere notulata

Occhiali da vedere, per vedere: Les mèdicins (1668) Il medico in farmacia, ma per prevenzione, ricorda a contrariis i medici Tant-pis e Tant-mieux di Jean de la Fontaine (Livre V, Fable XII): Le mèdicin Tant-pis allait voir un malade Que visitait aussi son confrère Tant-mieux. Ce dernier espérait, quoique son camarade Soutìnt que le Gisant irait voir ses aìeux. Tous deux s’ètant trouvès différents pour la cure, Leur malade paya le tribute à nature, Après qu’en ses conseils Tant-pis eut ètè cru. Ils triomphaient encore sur cette maladie. L’un disait: Il est mort: je l’avais bien prévu. S’il m’eut cru, disait l’autre, il serait plein de vie.

all’interessato, da parte del medico - che non gli può ovviamente prescrivere terapie di sorta e tanto meno redigere ricette mediche da spedire in farmacia o comunque indicare per la cura l’utilizzo di prodotti medicinali o salutari da acquistare nella farmacia che lo ospita - ma non si può ritenere irragionevole o comunque vietato che il titolare della farmacia possa richiedere un compenso per il servizio d’informazione sanitaria che viene offerto su prenotazione da parte della farmacia e possa essere fatturato a tale titolo all’interessato, fatti salvi gli aspetti fiscali, così come vien fatto per la prestazione di servizi all’utenza: così, ma l’esempio è riduttivo, il noleggio di attrezzature per i neonati ovvero, in termini meno riduttivi, l’assistenza data agli utenti per l’agevole loro accesso agli strumenti di autoanalisi (Tar Calabria, Catanzaro, 8 febbraio 2018, n. 410). Tutto questo appare ragionevolmente possibile perché una tale attività di informativa svolta in farmacia da un medico non può essere certo ricondotta, per la “contraddition che no’l consente”, a quella svolta dall’imbonitore dipinto da Pietro Longhi.

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fiscale

A

di Stefano De Carli Studio Luce, Modena

tutto

scontrino Un documento apparentemente semplice che nasconde numerosi adempimenti. Un excursus in due parti

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mative, prassi e anche qualche “leggenda contabile” che il presente intervento di propone di riassumere (e sfatare) rappresentandole per argomenti.

zione dei dati necessari a consentire all’ acquirente il beneficio fiscale. A tal proposito l’Agenzia delle entrate precisa, con risoluzione 5 luglio 2007, n. 156, che «per quanto concerne la necessità di indicare la natura del prodotto acquistato, è suffiCONTENUTO ciente che il documento di spesa rechi la DELLO SCONTRINO dizione generica di “farmaco” o “mediciLo scontrino fiscale emesso dalla generinale”, mentre, per quanto concerne l’indicità dei commercianti deve contenere i cazione della qualità del prodotto, tale seguenti elementi: requisito risulta soddisfatto qualora il do riferimenti dell’esercizio: cumento di spesa rechi la denominazione - ditta, denominazione o ragione sociale o del farmaco acquistato». Nella risoluzione nome e cognome (es.: Farmacia Rossi 10/2010 viene invece specificato che gli s.a.s. del dott. Mario Rossi e C., oppure scontrini parlanti sono validi anche se Farmacia Rossi del dott. Mario Rossi); non riportano la dicitura “farmaco” o “me- numero di partita Iva della farmacia e dicinale” ma indichino comunque la natuubicazione dell’esercizio; ra del prodotto attraverso sigle, dati contabili: abbreviazioni o terminologie chiaramente - corrispettivi parziali con gli eventuali riferibili ai farmaci. In particolare, sono risconti o rettifiche; conosciute idonee sigle e abbreviazioni - eventuali subtotali; quali “med.” e “f.co” al posto di medicina- corrispettivo totale di spesa preceduto le e farmaco, e sigle quali Otc e Sop che dalla dicitura “Totale” scritta in evidenza; individuano specifiche categorie di farma elementi temporali della transazione ci senza obbligo di prescrizione. Relativa(data, ora di emissione); mente ai prodotti omeopatici, essendo numero progressivo giornaliero di loro riconosciuta la natura di medicinale, scontrini emessi; si considera soddisfatta l’indicazione della numero di matricola del registratore di natura del bene mediante la dicitura “omecassa; opatico” (in alternativa a quelle di farmaco logotipo fiscale (sigla MF seguita da o medicinale). Per quanto riguarda la diciuna serie di lettere e cifre); tura “ticket”, essa sod eventuali prestadisfa l’indicazione della zioni di servizi non negli anni natura del prodotto acpagate. si sono quistato, potendo esseTuttavia l’articolo 15 diffuse re riferita soltanto a del Testo unico delle leggende medicinali erogati dal imposte dirette disposervizio sanitario. Viene che «ai fini della contabili ne inoltre specificato detrazione la spesa che che per le preparazioni s a n i t a r i a rel at iv a è bene galeniche (preparazioni all’acquisto di medisfatare magistrali estemporacinali deve essere nee o preparazioni gacertificata da fattura leniche officinali), ferma restando o da scontrino fiscale contenente la spel’indicazione della natura del prodotto cificazione della natura, qualità e quantivenduto quale “farmaco” o “medicinale”, tà dei beni e l’indicazione del codice l’indicazione della qualità è ritenuta valifiscale del destinatario». Si tratta del noto da mediante la dicitura “preparazione gascontrino “parlante” che, a differenza lenica” o altra analoga. Con circolare 40 dell’ordinario, oltre al codice fiscale del del 30 luglio 2009 sempre l’Agenzia stabicliente, deve riportare la specifica dei lisce che sulla base di quanto stabilito dal prodotti venduti. Pertanto, la farmacia si Garante della Privacy, «ai fini della detraritrova a dovere sottostare a un adempizione d’imposta e della deduzione dal mento ulteriore che è quello dell’integra-

fiscale

L’emissione dello scontrino fiscale, anche se la ripetitività del gesto farebbe pensare a tutt’altro, rappresenta uno dei momenti più delicati sia degli adempimenti fiscali del farmacista sia dei rapporti con la clientela. Il perché è presto detto: il documento non rappresenta solo la certificazione della prestazione svolta ma è il supporto anche dell’eventuale detraibilità fiscale da parte dell’acquirente, oltre a contenere spesso dati sensibili soggetti a particolari cautele per la tutela della privacy. Non a caso si sono cumulate, nel corso dei decenni (la legge istitutiva è del gennaio 1983) nor-

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fiscale

reddito, lo scontrino non dovrà più indicare in modo specifico la denominazione commerciale dei medicinali acquistati in quanto, in luogo di questo, sarà necessario indicare il numero di autorizzazione all’immissione in commercio». Nessun’altra indicazione è richiesta, in particolare, non occorre specificare l’aliquota Iva del prodotto ceduto, anche se la farmacia non utilizza il metodo della “ventilazione” o della prestazione effettuata, anche se questa è Iva esente. Sarà una opportuna configurazione del registratore di cassa che permetterà al farmacista di avere una suddivisione, al termine della giornata lavorativa, tra le varie tipologie di prestazioni o cessioni effettuate e registrarle correttamente nel registro corrispettivi. Ugualmente sono solo facoltative le scritte di cortesia sulla detraibilità delle spese effettuate, di cui si parlerà in seguito.

SCONTRINO NON FISCALE Lo scontrino privo delle caratteristiche elencate non ha alcuna valenza documentale ed è possibile solo per esigenze organizzative inter ne, q uali controlli, adempimenti contabili, statistiche, eccetera nelle rigorose condizioni richieste dall’ar ticolo 2 punto 1.4 del Dm 19/06/1984 (stampa, in testa e in coda, della scritta “non fiscale”, mancanza del logotipo fiscale). Solo nell’improbabile ipotesi che la farmacia abbia optato per la trasmissione automatica dei corrispettivi (ex. art. 2 comma 1 del Dlgs 5 agosto 2015, n. 127) e che quindi sia esonerata dall’emissione dello scontrino fiscale, potrà e dovrà, in caso di richiesta di detraibilità fiscale, emettere il “documento commerciale” previsto dal Decreto ministeriale del 7 dicembre 2016. Tutte le altre fantasiose soluzioni di solito ideate per consegnare al cliente un documento di legittimità (il più delle volte in occasioni di vendite che verranno pagate e certificate alla fine del mese dietro emissione di fattura) non servono a nulla. In particolare, il fantomatico “scontrino non fiscale” non può mai sostituire il documento di trasporto. Invece lo “scontrino a credito”, per chi ancora lo volesse emettere,

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mantiene la sua (in)utilità in caso di cessione di beni solo con riferimento alla presentazione della distinta contabile (circolare 6 luglio 1983, n. 74) o nell’improbabile situazione di prestazioni di servizi non riscossi. In tale ultimo caso lo scontrino “a credito” permetterà di non versare l’Iva sino a al momento del pagamento e dell’emissione dello scontrino ordinario dal momento che nella prestazione di servizi (ma non di cessioni di beni) non pagati il momento di “effettuazione” dell’operazione ai fini Iva non si è compiuto.

può verificarsi, per esempio, anche in caso di richiesta di fattura da parte dell’acquirente che non necessariamente deve essere consegnata insieme ai prodotti o servizi erogati: infatti la fattura “immediata” tanto immediata non è, dal momento che si ha tempo sino alla mezzanotte del giorno dell’operazione impositiva per consegnarla (anche via mail) al cliente.

ALTERNATIVITÀ SCONTRINO/FATTURA

La fattura è sempre un documento alternativo allo scontrino, inoltre «il rilascio dello scontrino fiscale o della ricevuta fiMOMENTO DI EMISSIONE scale non è obbligatorio nell’ipotesi in Sembra un argomento banale perché nelcui per la stessa operazione sia emessa la quotidianità dell’attività in farmacia lo la fattura» (Dpr 21/12/1996 n. 696). Anscontrino si consegna quando il bene vieche ai fini della detraibilità la fattura è ne consegnato o il servizio viene effettuadocumento di piena validità come chiato e pagato. Ciò va ovviamente benissimo ramente indicato nell’articolo 15 del Tenell’ordinarietà, mentre per le casistiche sto unico delle imposte sui redditi, già particolari bisogna affidarsi alle regole fiin precedenza riportato (vedi supra). Cuscali, che prevedono l’obbligo di stampa riosamente, però, non è richiesta l’identidel documento: ficazione dei farmaci tramite il codice di per le prestazioni di servizi: al momenimmissione in commercio ma la descrito del pagamento del corrispettivo, ovvezione ordinaria dei ro al momento prodotti per numedella ultimazione la consegna ro quantità e qualidella prestazione, se questa è ante- dello scontrino, tà degli stessi. La in casi redazione della fatriore al pagamento; tura è di gran lunsussiste l’obbligo e particolari, ga più la bor iosa la convenienza di è soggetta rispetto all’emissioindicare sullo scona regole ne dello scontrino trino che il corrifiscali ma l’utilizzo della s pettivo non è stessa è talvolta costato pagato, in tutad hoc modo in caso di pato o in parte, come gamenti non contestuali per avere una illustrato precedentemente; evidenziazione contabile del credito an per le cessioni di beni: al momento del cora aperto verso il cliente. La rarità delpagamento del corrispettivo, ovvero al mola sua emissione genera tuttavia mento della consegna del bene, se questa perplessità da parte dei Caf (fortunataè anticipata rispetto al pagamento. Il manmente pochi) che si permettono di infacato pagamento non può essere riportato stidire clientela e farmacie con assurde sullo scontrino se non nelle zone libere e richieste di integrazione da parte del titoha una funzione esclusivamente interna, lare dell’esercizio di dichiarazioni di varia per esempio per il riscontro con la consinatura. Tali richieste devono essere restenza della cassa serale. spinte con fermezza: gli elementi conteNel caso in cui non vi sia contestualità con nuti nella fattura sono più che sufficienti il pagamento può dunque succedere che il a garantire il beneficio fiscale in capo cliente esca dalla farmacia con un prodotall’acquirente. to senza il relativo scontrino. È una situa (continua) zione del tutto normale e consentita, che


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di Marina Franceschi

Integrazione

a tre facce La presenza di dolori articolari e muscolari e la perdita di forza non sono sempre causati da gravi malattie. Possono essere invece più semplicemente il segno del passare degli anni, di un’alimentazione sbilanciata o di una vita troppo sedentaria. Circa il 30 per cento degli adulti prova fastidio alle articolazioni, rigidità muscolare e sintomi che indicano la perdita di massa muscolare, della densità ossea e assottigliamento delle cartilagini articolari, eventi fisiologicamente legati all’età. Per contrastare i mutamenti a carico del sistema muscoloscheletrico è opportuno agire su più fronti. In primo luogo con l’alimentazione, che dovrà contenere la giusta quota di proteine, vitamine e sali minerali. E inoltre con l’attività fisica, meglio se di tipo aerobico, che aiuta nel preservare la funzione muscolare. Il tutto eventualmente integrato con prodotti specifici.

NUTRIENTI PER LA SALUTE DI OSSA E MUSCOLI Proteine: nell’anziano, in caso di traumi e di malattie croniche, la quantità di proteine introdotta con l’alimentazione dovrebbe essere aumentata rispetto a quanto previsto per il giovane adulto.

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diminuzione del dolore. Vari Calcio e vitamina D: sono instudi hanno indagato sull’effiterdipendenti. Senza la vitamicacia e sicurezza della sua inna D, influenzata dall’esposiziotegrazione; in particolare ne è ne alla luce solare il calcio non stata studiata l’efficacia sulla viene assorbito dall’organismo. salute delle articolazioni in L’assunzione di calcio tende a pazienti con dolore lieve-modiminuire con l’avanzare dell’ederato a carico di ginocchio e tà, a fronte di una richiesta che anca, con o senza diagnosi di invece può aumentare. Alteraosteoporosi. zioni del metabolismo, limitata Una recente revisione scientifiesposizione solare e insufficienca che ha coinvolto oltre seste assunzione con la dieta porsanta studi (in vitro, in vivo, tano quindi a carenze, quando clinico e di biodisponibilità) ha invece la sufficiente presenza di concluso questi due che il collanu t r ient i il collagene gene idrolizcontribuiinterviene zato, mantesce a diminel corretto nendo u n nuire il rischio di funzionamento buon profilo fratture. dell’ossatura di tollerabilità, aiuta a Magnesio e delle r i d u r re e e mangacartilaggini prevenire i nese: il prie nella dolori artimo è imcolar i, la p o r t a nt e diminuzione perdita di per la fundel dolore densità osz io n a l i t à sea e l’inmuscolare vecchiamento cutaneo. Le doe la salute delle ossa, mentre il si esaminate variano da 1.200 secondo contribuisce alla formg a 10 grammi al giorno, con mazione del tessuto connettivo. evidenze sull’efficacia della Vitamina C: contribuisce alla dose minima. produzione del collagene, una Acido ialuronico: un’altra proteina fibrosa insolubile costisostanza importante per la tuente chiave del tessuto consalute muscolo-scheletrica, nettivo che fornisce la struttura migliora la forza delle articolae la funzione alla cartilagine. zioni e il benessere muscolaCollagene: interviene nel corre. Uno studio pilota controllaretto funzionamento dell’ossato in doppio cieco condotto in tura e delle cartilagini e nella

pazienti over quaranta con artrosi al ginocchio ha dimostrato che la somministrazione di acido ialuronico per due mesi ha portato a una maggiore diminuzione del dolore articolare, muscolare e a una migliore funzione fisica e qualità di vita rispetto al trattamento con placebo, e paralle-


lamente a un minor ricorso al paracetamolo.

INTEGRAZIONE MIRATA Quando le condizioni esterne e l’alimentazione non sono in grado di fornire tutti gli elementi nutritivi essenziali, può essere opportuno ricorrere a un’in-

tegrazione. Adulti che vogliano mantenersi attivi e in movimento, persone che avvertano stanchezza o debolezza muscolare o chi desideri migliorare la condizione di muscoli, ossa e articolazioni possono trarre giovamento dall’assunzione di Meritene Mobilis, integratore completo di proteine, vitamine

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Nutrienti specifici, da assumere con una alimentazione bilanciata ed eventualmente con integratori ad hoc, e attività fisica sono gli ingredienti per preservare la salute di ossa, muscoli e articolazioni

e minerali addizionato di acido ialuronico e collagene. L’integratore di Nestlé Health Science, appositamente formulato per mantenere la funzionalità di muscoli, ossa e articolazioni è di facile preparazione e può essere assunto anche da individui celiaci e persone intolleranti al lattosio.

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il libro

di Mercedes Bradaschia

Come tutti

gli altri La sindrome di Asperger raccontata in prima persona in un graphic novel. Marguerite e il difficile cammino verso la “normalità”

Come spiegare la vita quotidiana di una donna con sindrome di Asperger? Julie Dachez (testi) e Mademoiselle Caroline (disegni) hanno scelto il genere narrativo del fumetto, o meglio del graphic novel per raccontare nel libro La differenza invisibile le giornate di Marguerite. Una ragazza di ventisette anni, apparentemente una giovane donna come tutte le altre, senza particolari problemi di salute, con un lavoro, degli interessi e un compagno. Il problema è che si sente aggredita dai rumori e dal chiacchiericcio incessante dei colleghi, la vita sociale la affatica e ogni imprevisto la manda nel panico. Estenuata da questa condizione, inizia un viaggio alla ricerca di se stessa e scopre di avere una forma leggera e ad alto funzionamento di autismo, chiamata sindrome di Asperger. Il volume è una guida pratica per capire meglio la sindrome, ma anche per aiutare le famiglie, i compagni, gli amici e i professionisti a conoscere meglio e dall’interno le particolarità di funzionamento di queste persone “differenti”. Spiega e descrive molto bene, infatti, un’importante caratteristica delle donne “aspie”: l’invisibilità, fonte di diagnosi scorrette oppure

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ottenute a costo di lunghe peregrinazioni e di sofferenze spesso importanti. Al di là dei risvolti più strettamente legati alla testimonianza, in prima persona, di una donna che, gradualmente, prende coscienza del suo malessere e del fatto che ci può convivere senza sentirsi menomata e senza complessi di inferiorità verso nessuno, va sottolineato che si tratta di un graphic novel pregevole a prescindere. Un’opera che può essere letta, metaforicamente, come il cammino verso la “normalità” di una persona che si sente diversa ma non capisce per quale motivo. In una società che si dice aperta e tollerante ma in realtà vive ancora di pregiudizi, declinati in mille modi, il percorso è tortuoso e trova inciampi anche tra coloro che più sono vicini alla protagonista ma stentano ad accettarne le attitudini un po’ inconsuete. L’edizione italiana è integrata da una prefazione di Paolo Cornaglia Ferraris, noto medico e divulgatore, e da una appendice che inquadra dal punto di vista scientifico il disturbo di cui si parla nel libro. Chi tra i lettori volesse approfondire può andare (se conosce il francese), sul blog di Julie Dachez: http://emoiemoietmoi.over-blog.com/.

LA DIFFERENZA INVISIBILE Mademoiselle Caroline, Julie Dachez Edizioni Lswr, 2018, pp. 200



iniziative

di Stefania Cifani

On line

ma anche off

Presentata a Milano una piattaforma e-commerce nel settore salute e benessere che coesiste con una catena di parafarmacie

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Si chiama Farmaè e si definisce il primo retail onlife in Italia. Un progetto nato nel 2013 a Viareggio con una catena di parafarmacie e che oggi, con 30.000 referenze on line, conta tre milioni di prodotti venduti lo scorso anno appartenenti a otto categorie merceologiche. Il progetto, sottolinea Riccardo Iacometti (nella foto), Ceo della azienda, nasce dall’esigenza di colmare un vuoto: «Stiamo coprendo un gap e una domanda alla quale non vi era risposta, questo spiega la crescita di fatturato e utenza. Il consumatore finale sta cambiando in maniera velocissima; è sempre più informato, sceglie dove fare i propri acquisti e l’acquisto online, non appannaggio delle fasce più giovani come si potrebbe pensare, diventa una esperienza in sé. Gli esercizi tradizionali invece continuano a comportarsi come dieci anni fa». Farmaè è un progetto verticale specializzato nel mondo della salute e benessere frutto della ricerca di nuove forme di comunicazione con il consumatore finale. «In futuro non ci sarà più differenza tra acquisti on line e off line», sottolineano. Il portale prevede anche una parte educational, un magazine con contenuti specifici, e si affianca a una customer care dove lavorano otto farmacisti che rispondono alle richieste telefoniche degli utenti. Attualmente l’azienda ha sei punti vendita,

in programma l’apertura di alcuni punti vendita all’estero, partendo dalla polonia

che si prevede diventeranno quaranta entro il 2020 e saranno situati nelle principali città italiane. Sei sono invece i negozi che saranno aperti all’estero, a cominciare dalla Polonia. Il portale ha registrato quindici milioni di visitatori nel corso dell’ultimo anno; le previsioni di fatturato indicano la cifra di cento milioni stimati per il 2020, l’aumento delle referenze in catalogo a 50.000 e 40 milioni di visitatori. Nei punti vendita saranno presenti farmacisti e avranno caratteristica di interattività, con la possibilità di ordinare i prodotti non presenti in negozio attraverso un totem e averli recapitati a domicilio. «Le farmacie sono presidi sanitari sul territorio e ci saranno sempre, indipendenti o meno che siano. Daranno servizi diversi. I nostri utenti hanno esigenze nel mondo cosmetico e dell’integrazione che non venivano coperte. Per il futuro sono ottimista, eventuali criticità sono imputabili a noi stessi, e alla incapacità di interpretarle», conclude Iacometti.



Spigolature

Fondazione Farma Academy eletto Cda

Si è svolta la riunione del Consiglio di amministrazione di Farma Academy, la fondazione promossa da Fenagifar e Fofi e dedicata alla formazione continua, con particolare attenzione alle nuove leve della professione. In questa occasione si è provveduto all’elezione delle cariche direttive. Alla presidenza della Fondazione va Maurizio Pace, segretario

della Fofi, alla vicepresidenza Davide Petrosillo, presidente di Fenagifar; segretario è Paolo Gerosa. Il collegio dei revisori dei conti è costituito da Luciano Diomedi, Daniela Musolino, Alessia Tiraboschi. Del Cda fanno inoltre parte: Antonella Boldini, Carolina Carosio, Michele De Tanti, Angela Pellacchi, Marcello Pittaluga, Vladimiro Grieco, Matteo Zer-

binato, Giovanni Zorgno. «La Fondazione è ora pronta a sviluppare la sua iniziativa in un settore fondamentale per l’evoluzione della professione e il continuo miglioramento del servizio reso ai cittadini», dichiara Petrosillo. «Formazione e aggiornamento, in particolare delle nuove leve, sono la chiave anche per rispondere alle tensioni occupazionali che

stiamo registrando in questa congiuntura», aggiunge Pace, «e in questo senso ci impegneremo a svolgere una funzione di orientamento».

Finanziamento Ssn

Fofi: invertire la tendenza «I dati del rapporto Health at a glance 2018 dell’Ocse confermano quanto da tempo sostengono i professionisti della salute italiani: il nostro Servizio sanitario, a quarant’anni dalla sua istituzione, sta subendo un grave sottofinanziamento», afferma il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti Italiani, Andrea Mandelli. «Complessivamente il nostro Paese nel 2017 ha fatto registrare una spesa sanitaria inferiore alla media europea: l’8,9 per cento del Pil contro il 9,6. E va considerato che crescono costantemente da una parte la rinuncia alle cure e, dall’altra, la spesa privata, che nel periodo 2013-2017 è aumentata di poco meno del 10 per cento, toccando i 37,3 miliardi di euro. È evidente che se non si inverte quella che ormai da anni è una tendenza, il perimetro dell’assistenza sanitaria andrà riducendosi, al punto da compromettere i principi di universalità ed equità del Ssn. Già oggi, peraltro, vediamo come l’accesso alle cure e la loro qualità presentino significative variazioni tra Regione e Regione e all’interno delle singole Regioni». Il confronto con l’investimento in salute degli altri Paesi europei con cui normalmente ci si confronta è ancora più preoccupante: Francia e Germania, per esempio, destinano a questo capitolo di spesa l’11,5 e l’11,3 per cento del Pil. «Il Rapporto ci ricorda anche la necessità di razionalizzare l’uso delle risorse, visto che per l’Italia si stima una quota di spesa inefficiente pari al 19 per cento», conclude Mandelli.

Lombardia

rinnovato accordo Dpc È stato rinnovato l’accordo tra Regione e Federfarma Lombardia in virtù del quale le farmacie aperte al pubblico continueranno a dispensare, per conto della Regione, un numero crescente di terapie ad alto costo. È l’accordo per la Distribuzione per conto, previsto dal Dgr 796/2018. L’accordo, valido per tutte le farmacie di Regione Lombardia, urbane e rurali, dalle grandi città ai piccoli centri, si propone di consolidare il coinvolgimento della farmacia nel progetto di presa in carico dei pazienti cronici che, per la gestione ottimale delle proprie patologie, devono sottoporsi a controlli periodici e assumere regolarmente terapie farmacologiche dal costo spesso elevato. «L’accordo con Regione Lombardia integra il ruolo e sottolinea l’importanza della farmacia nell’ambito del progetto regionale di presa in carico dei pazienti cronici, definisce ancora una volta la farmacia come presidio dispensatore dei farmaci e rende concreta la farmacia dei servizi. Il prossimo passaggio sarà l’adesione delle farmacie a nuove attività di screening e prevenzione», sottolinea Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia.

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Spigolature

Autoanalisi in banca Utifar contraria

Forti perplessità da parte di Utifar sull’iniziativa del gruppo bancario Bnl-Bnp Paribas, che si appresta a proporre al pubblico, all’interno delle proprie filiali, servizi di autoanalisi e altre prestazioni di primo livello come la misurazione della pressione, l’esame impedenzometrico e l’elettrocard io g ra m m a a d i s t a n z a . Eugenio Leopardi (nella foto),

presidente dell’Unione tecnica italiana farmacisti, lo afferma con forza: «Come società scientifica dobbiamo stigmatizzare questa iniziativa perché lascia il cittadino da solo di fronte a dati di difficile interpretazione che riguardano il più delicato tra gli ambiti individuali: la salute. Siamo consapevoli che la tecnologia mette a disposizione servizi

di telemedicina di semplice utilizzo e siamo altrettanto consci che l’autoanalisi è, per definizione, un approccio diagnostico che il cittadino può svolgere in autonomia. Tuttavia, la questione delicata, che necessita dell’intermediazione di un operatore sanitario, non è tanto l’esecuzione del test, bensì la corretta comprensione dei risultati. Lascia-

re i cittadini da soli di fronte a questi dati, all’interno di un istituto bancario, è una forzatura pericolosa, anzitutto in termini sanitari».

Farmacie specializzate

rinnova il consiglio Le Farmacie specializzate di farmacisti preparatori - network cui aderiscono seicento titolari hanno un nuovo Consiglio di amministrazione, guidato da Paolo Borgarelli di Torino. Ad affiancarlo otto nuovi delegati d’area: Alessandra Vita e Paola Pirastu (Liguria, Lombardia, Pie-

monte, Valle D’Aosta e Sardegna), Francesco Fratto e Cristina Lolli (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto), Emilia Bernocchi e Luca Ievolella (Lazio, Marche, Toscana e Umbria), Giovanni Grillo e Carlo Marinetti (Abruzzo, Basilicata, Calabria,

Campania, Molise, Puglia e Sicilia). «Sono pienamente convinto che l’appartenenza a un gruppo coeso», dichiara Borgarelli. «permetta alle farmacie di affrontare i cambiamenti di questi anni. L’evoluzione del mercato richiede un impiego di energie e di investimenti troppo importanti da

sostenere singolarmente. Ho intenzione di portare tutta la mia esperienza al gruppo affinché il nostro network si consolidi e continui a crescere».

Tumori, pazienti alle prese

con il dolore intenso È italiano lo studio Iops-Ms, il più grande al mondo su quello che in inglese si definisce Breakthrough cancer pain (Btp), con 4.000 persone di 32 centri coinvolte. Il sintomo dura fra 30 e 60 minuti, fino a cinque gli episodi al giorno e va distinto dalla forma cronica. In Italia ogni anno interessa 150.000 nuovi pazienti oncologici, con un impatto significativo sulla qualità della vita nell’85 per cento dei casi. Nello studio, pubblicato sulla rivista Cancers, l’età media dei pazienti arruolati era di circa 65 anni, colpiti da diversi tipi di neoplasia e in differenti condizioni assistenziali, cioè curati nei reparti di oncologia, in hospice, in day hospital o al domicilio. La frequenza media quotidiana del Btp era pari a 2,4 episodi al giorno (il 64,4 per cento ne presentava 1-2, il 29,4 tra 3 e 4, il 6,2 arrivava fino a 5). L’intensità media del dolore era pari a 7,5, per la maggioranza dei pazienti (73,9 per cento) di 7. Nel 69,5 per cento dei casi il sintomo non era riconducibile a una causa particolare (Btp non prevedibile), quindi spontaneo e scollegato da atti volontari (per esempio per tentativi di alimentazione, minzione, tosse o per movimenti in presenza di metastasi ossee). Il tempo necessario per raggiungere il picco più alto di dolore era inferiore o uguale a dieci minuti nel 68,9 per cento dei pazienti e superiore a dieci minuti nel 31,1 per cento. La durata media degli episodi (non trattati) era di 43,3 minuti. Per l’85 per cento dei pazienti il Btp ha causato limitazioni alle attività quotidiane (moltissimo per il 28,1 per cento, molto per il 56, poco per il 13,5, per nulla per l’1,7). (Fonte: Farmacista33)

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Spigolature

Pillola del giorno dopo

Verona: non sia abitudine L’approccio a un farmaco come la “pillola del giorno dopo”, particolare per la salute della donna, non può essere mediato da una campagna informativa affidata a volantini distribuiti davanti alle scuole come accaduto a Verona; il rischio è di banalizzare l’uso di questo contraccettivo che dovrebbe essere emergenziale. A puntare il dito contro la metodologia di approccio è Federfarma Verona. In una nota, Arianna Capri, vicepresidente dell’associazione afferma: «Già siamo preoccupati per l’abitudine all’utilizzo da parte delle giovani donne di questo contraccettivo che dovrebbe essere solo ed esclusivamente emergenziale e non ci sembra il caso di parlare per strada e senza il dovuto supporto tecnico scientifico di un argomento che coinvolge a pieno la salute della donna apportando una massiccia carica ormonale non certo priva di importanti controindicazioni. Nel monitoraggio divulgato un mese fa e condotto da Federfarma Verona in 84 farmacie di tutta la provincia a cavallo dell’entrata in vigore della cosiddetta liberalizzazione alle donne maggiorenni della “pillola del giorno dopo”, è emerso un aumento delle vendite del 700 per cento del principio attivo ulipristal acetato che è stato liberalizzato soltanto per le over 18 mentre per le minorenni è necessaria la ricetta medica non ripetibile. Nei nostri interventi didattici presso gli istituti scolastici rileviamo quanto, soprattutto per la fascia di età degli alunni che frequentano le secondarie di secondo grado, sia necessaria la corretta informazione sui farmaci Sop che spesso vengono interpretati come più “leggeri e fruibili” e quindi da assumersi senza troppi approfondimenti, in totale autonomia». Fonte: Farmacista33

Violenza sulle donne

un progetto a Teramo Le farmacie della Provincia di Teramo aderiscono – al momento nella misura dell’80 per cento - al Progetto Artemisia, divenendo pertanto un primo “Sportello di aiuto”, punto di informazione e orientamento per le donne vittime di violenza, maltrattamenti ed abusi. Si tratta della prima rete abruzzese di questo genere, fortemente voluta dalla comm i s s ione Pa r i opp or t u n i t à del l a Provincia di Teramo. Federfarma Tera-

mo e Ordine dei farmacisti della provincia di Teramo hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa. Le farmacie saranno formate e informate dalle operatrici del Centro anitviolenza “La Fenice” su come offrire supporto e orientamento primario. La loro presenza capillare sul territorio sarà di grande importanza anche per la distribuzione del materiale contenente i contatti del citato Centro “La Fenice” e della Casa rifugio Maia.

Cannabis, in arrivo

primi lotti a Thc più alto Oltre alla varietà alla varietà FM-2, sono ora disponibili i primi lotti di sostanza attiva a base di cannabis denominata Cannabis FM-1 prodotta dallo Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze e caratterizzata da una percentuale più alta di Thc compresa tra il 13 e il 20 per cento e con cannabidiolo (Cbd) inferiore all’1 per cento. Lo comunica una nota protocollare del ministero della Salute che informa le Federazioni degli Ordini dei medici e dei farmacisti e gli assessorati alla Sanità di Regioni e Provincie autonome,

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dell’inizio della commercializzazione della sostanza attiva di origine vegetale a base di cannabis di produzione nazionale: «Si comunica che oltre alla varietà FM-2 (Thc compreso tra il 5 e 1,8 per cento e di Cannabidiolo - Cbd tra il 7,5 e il 12 per cento), sono disponibili i primi lotti di sostanza attiva a base di cannabis denominata Cannabis FM-1 prodotta dallo Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze, costituita da infiorescenze essiccate e triturate, contenente percentuali di Thc comprese tra il 13 e il 20

per cento e di Cbd inferiori all’1 per cento». Per ambedue le varietà, la distribuzione alle farmacie avviene sotto la responsabilità dello Stabilimento Farmaceutico, al prezzo di euro 6,88 al grammo (+Iva). La richiesta deve essere inoltrata dalle farmacie con buono acquisto direttamente allo stabilimento. Ulteriori informazioni sono disponibili sul portale del ministero della Salute, nella sezione dedicata ai medicinali stupefacenti e precursori di droghe. Fonte: Farmacista33


FARMACIA

Daniel Fiacchini, Giancarlo Icardi Pier Luigi Lopalco, Michele Conversano

#COMUNICARE i #VACCINI per la #SALUTE pubblica Per aiutare gli operatori sanitari a comprendere come si comunica, come contrastare con il dialogo le percezioni sbagliate e come confrontarsi sempre sul piano della razionalità nasce “#Comunicare i #vaccini per la #salute pubblica”, scritto da alcuni dei massimi esperti in materia di vaccini: Daniel Fiacchini, Giancarlo Icardi, Pier Luigi Lopalco e Michele Conversano. Il manuale, con un linguaggio semplice e chiaro, mette a disposizione di tutti le conoscenze essenziali e indispensabili per poter attuare corrette strategie comunicative e per poter affrontare al meglio il dibattito sul tema delle vaccinazioni. Il libro propone un percorso che parte dalla costruzione della credibilità del comunicatore e dal miglioramento della comunicazione istituzionale, per poi analizzare la comunicazione su vecchi e nuovi media, i colloqui individuali con i genitori esitanti e la gestione di un dibattito pubblico.

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consigli

di Luigi Marafante

Ai primi

freddi

QUANDO LA BRUTTA STAGIONE AGGREDISCE LE VIE RESPIRATORIE NaturFlu della linea NaturLabor è un integratore alimentare a base di miele, propoli ed estratti vegetali. L’eucalipto favorisce un’azione emolliente e lenitiva della mucosa orofaringea grazie al suo effetto balsamico; l’altea, l’adhatoda e la drosera agiscono sulla funzionalità delle secrezioni bronchiali, il sambuco migliora la

funzionalità delle prime vie respiratorie. Il miele svolge la sua azione grazie a una proteina prodotta dalle api, chiamata “Difensina1”, in grado di inibire la crescita di alcuni batteri. La propoli è un ingrediente ricco in flavonoidi e acidi fenolici, in grado di inibire la crescita di alcuni batteri agendo sulla divisione cellulare. L’eucalipto,

il timo e l’adhatoda sono ingredienti ricchi in oli essenziali che vengono assorbiti nel tratto gastrointestinale, escreti per via polmonare, provocando un effetto espettorante per via diretta. L’edera e la liquirizia sono ricche in saponine, sostanze che determinano irritazione della mucosa gastrica in quanto non assorbite. www.naturlabor.it

PER EQUILIBRARE LA CARENZA DI MAGNESIO Il magnesio è un minerale che contribuisce al normale metabolismo energetico, al normale funzionamento del sistema nervoso e alla normale funzione muscolare. Un’alimentazione non corretta o situazioni di aumentato fabbisogno (stress, aumentata attività fisica anche lavorativa, sindrome premestruale, gravidanza, allattamento) possono causare carenze di questo minerale. Magnosol Fast di Mylan è un integratore utile per equilibrare la carenza di magnesio in situazioni di stress, aumentata attività fisica o lavorativa, sindrome premestruale, gravidanza o allattamento; senza zuccheri, senza lattosio, senza glutine. www.mylan.it

DALL’ANTICA TRADIZIONE PERUVIANA Infuso Cacao Bio di Specchiasol una nuova tisana, gustosa ma delicata, a base di gusci di cacao tostati, e arricchita da note speziate di cannella e chiodi di garofano, accompagnate dal gusto fruttato delle scorze di arancio dolce. Un’alternativa alla classica cioccolata calda. Una deliziosa bevanda, dal profumo di cioccolato e dall’aroma delicato che richiama quello del tè nero ma con note finali di tostato e cacao. Infuso Mate Bio, a partire dalle foglie dell’albero yerba mate si ricava questa bevanda mate, apprezzata da secoli dalla popolazione dell’America del Sud per la sua azione tonico-stimolante. Ideale per chi cerca una bevanda energizzante alternativa al caffè. www.specchiasol.it

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consigli

UN NATALE A TUTTO GOOVI

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Il collagene è la proteina principale del tessuto connettivo che protegge e avvolge i muscoli e gli organi interni: si trova in ossa, cartilagini, muscoli, tendini, membrane, vasi sanguigni e pelle. Il processo di idrolisi permette al collagene di essere altamente assimilabile, altrimenti avrebbe un peso molecolare troppo pesante per poter essere assorbito dal nostro corpo. Il collagene idrolizzato Colpropur di Protein viene sottoposto a un procedimento enzimatico, senza aggiunta di additivi chimici, che lo rende completamente naturale e che quindi non necessita di pause durante la sua assunzione. www.protein.es

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Oggi l’universo Fila non include soltanto il mondo dell’abbigliamento e degli accessori sportivi, di recente infatti l’azienda ha deciso di investire le proprie risorse anche nel settore cosmetico. Dalla collaborazione tra Fila e Coswell - azienda specializzata nella produzione di cosmetici e fragranze innovativi e di alta qualità per la cura e il benessere della persona - nasce la linea di cosmetici unisex per lo sport Change the Game. La gamma Fila comprende l’Acqua-Sport profumata Fila n°1 Men e lo Shampoo & Shower Fila N°1 Men. Per le donne invece viene proposta l’AcquaSport profumata Fila n°1 Women, abbinata allo Shower Gel Fila N°1 Women. www.eurocosmesi.com/marchi/fila

Ecco l’imperdibile cofanetto proposto da CBN per le pelli più affaticate e stressate. Il regalo perfetto per chi ama prendersi cura del proprio viso con prodotti efficaci, arricchiti con ingredienti di origine vegetale. Il cofanetto Natale firmato CBN è composto da Age Controle Peaux Normales/Mixtes, trattamento in crema antietà a elevatissimo potere rigenerante e da Age Controle Serum che ristruttura e ripara il Dna delle cellule dell’epidermide danneggiate, combatte l’invecchiamento precoce riattivando le funzioni vitali. Stimola la produzione di nuovo collagene ed elastina.

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SCRUB CORPO, PURIFICANTE E DETOSSIFICANTE Zinnibiri, Juniper Body Scrub, grazie ai cristalli di sale e zucchero grezzo, alla polvere di ginepro sardo e al bouquet di oli essenziali di elicriso, rosa canina, rosmarino, lentisco, daucus carota e calendula presenti, questo gom-

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mage è il segreto di bellezza per una pelle morbida e divinamente profumata. Dalla texture granulosa e compatta e dall’intenso profumo di macchia mediterranea sarda, grazie agli attivi presenti al suo interno, questo scrub

possiede spiccate proprietà leviganti grazie alla sua capacità di asportare le naturali cellule morte presenti nella cute. Il particolare mix di olii essenziali garantisce inoltre un importante effetto nutriente e antiossidante. www.officinadellasalute.org


Umberto Borellini

MANUALE DI COSMETOLOGIA DALLA DERMOCOSMESI FUNZIONALE ALLA COSMECEUTICA

consigli

FARMACIA

Disponibile la nuova edizione del successo editoriale di Umberto Borellini che, con il linguaggio semplice e chiaro che lo contraddistingue, torna a condensare la sua esperienza ormai trentennale nel campo della ricerca dermo-cosmetica. L’Estetista, il Dermatologo, il Medico estetico e il Farmacista troveranno, in questo volume aggiornatissimo, risposte sicure e complete per il proprio interlocutore. L’assunto centrale della cosmetologia è da sempre lo stesso: rispettare la pelle, un organo vitale, intelligente e fisiologicamente importantissimo che si connette strettamente ai sistemi endocrino, nervoso e immunitario e dalla cui salute passa quella dell’intero organismo. I cosmetici, a differenza dei farmaci, sono usati quotidianamente, ed è per questo che l’uso di creme, detergenti, prodotti per il make-up o deodoranti deve fondarsi su una più profonda consapevolezza delle loro caratteristiche. Il volume è aggiornato con le sequenze formulative per i trattamenti estetici più richiesti, i nuovi neurocosmetici e la nomenclatura INCI con i suoi ingredienti, la cosmeceutica, i biodoranti e gli oli eudermici, i profumi e molto altro ancora.

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The Blind Spot

di Luca Pani, @Luca__Pani, University of Miami

A mente

fredda Negli Usa si mettono a punto piattaforme in grado di prevenire eventi psichiatrici gravi, partendo dall’uso dello smartphone e dal riconoscimento vocale Quando mi chiedono quali siano le aree principali dove ritengo che la metamorfosi dalla medicina alla tecnologia dell’informazione prenderà corpo rispondo - come già scritto in un precedente numero di The Blind Spot - che, per il momento, sono tre: sensori indossabili e perimetrali per analizzare la biologia e il comportamento umano nella vita reale; l’analisi di pattern che possano aiutare la predizione di eventi di malattia; la costruzione di interfacce diagnostiche terapeutiche uomo-macchina. Mindstrong Health intende coprirle tutte e se tra i suoi fondatori non ci fosse colui che per diciotto mesi ha guidato la divisione sulla salute mentale di Google-Verily e che prima di allora, per tredici anni, è stato direttore generale del National institute of mental health (Nimh) - l’ente americano che distribuisce ogni anno oltre 1,6 miliardi di dollari per la ricerca sulle malattie mentali - sarebbe da classificare come l’ennesima start-up che cerca di vendere un paio di App. Invece la piattaforma di ricerca che i ragazzi di Palo Alto hanno sviluppato non è proprio banale, traccia almeno mille punti dati relativi all’uso dello smartphone, non tanto e non solo a quello che si fa con il telefonino ma come lo si fa. Registra, per esempio, quanto tempo si impiega a scorrere un elenco di contatti o fare clic su un nome. Duecento volontari reclutati negli studi pilota hanno dimostrato come i cambiamenti nella precisione e velocità della tastiera siano

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tre App come quelle di Sharecare, che correlati a cambiamenti di abilità motoricercano indicatori di stress in grado, rie e al tono dell’umore. insieme all’attività fisica, al sonno e altri L’idea è quella di disegnare allarmi antiparametri, di allertare sull’inizio di una fumo digitali per le persone con malattie fase depressiva, magari agitata, cioè di mentali, che avvertano per tempo quanquelle forme che più di tutte portano al do un episodio di rilievo clinico sta per suicidio. presentarsi. Personalmente trovo interesQuesti sistemi utilizzano tecnologie di sante che il governo degli Stati Uniti stia riconoscimento categoriale dei discorsi finanziando parte dei progetti di Minumani (le cose che si dstrong sui pazienti dicono e come si dicoaffetti da disturbi il sostegno no) per poi, alla fine post-traumatici da del governo d i o g n i ch ia m at a, stress in una virtuoamericano chiedere conferma di sa partnership pubad alcuni come si ritiene l’indiblico-privata. viduo stia, grazie a I primi risultati sono progetti semplici domande costatisticamente simindstrong me «Mi sei sembrato gnificativi, con correè un esempio ansioso, che ne penlazioni molto alte, di p artnership si?», oppure «Mi sei ma non è stato ancora dimostrato se que- pubblico-privato sembrato equilibrato, che ne pensi?». Le sto funzionerà nel App di Sharecare riconoscono, inoltre, il mondo reale dell’assistenza clinica, consitono delle relazioni degli utenti tra loro e derando anche tutte le implicazioni normainterpretano i loro comportamenti come tive ed etiche che discendono dall’accesso “dominanti” o “affettuosi”. allo smartphone degli individui virtualmenMolti degli esperti della materia consite per ventiquattro ore al giorno. Per il nuoderano la scansione vocale come un vo Regolamento europeo sulla protezione “selfie emozionale” capace di dirti il tuo dei dati personali sarebbe piuttosto complilivello di stress in tempo reale e quindi cato condurre questi studi e forse anche di modificare, per adattamento, i sucautorizzare l’App di Mindstrong Health nel cessivi comportamenti immediati. Si vecchio continente. preannuncia come una rivoluzione epoQuesto soprattutto perché anche l’uso cale, vedremo se sarà in grado di mantepiù tradizionale del telefono - ovvero nere le promesse: migliorare la salute parlare per comunicare - può essere mentale di tutti noi. contemporaneamente esaminato da al-

PER APPROFONDIRE: https://mindstronghealth.com/ e https://www.sharecare.com/



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