Punto effe 19 2017

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Anno XVIII | N° 19 4 dicembre 2017 | www.puntoeffe.it

2017 il partner quotidiano a cui affidarsi per curare in sicurezza

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30/03/17

PARLIAMONE La gestione della cronicità

convegni Identità cercasi

attualità La sicurezza in farmacia

IL NODO

PREVENZIONE Il punto sull’incidenza dei tumori in Italia e sulle prospettive terapeutiche con la prima donna presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica

Stefania Gori


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Anno XVIII | N° 19 4 dicembre 2017 | www.puntoeffe.it

2017 il partner quotidiano a cui affidarsi per curare in sicurezza

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30/03/17

PARLIAMONE La gestione della cronicità

convegni Identità cercasi

attualità La sicurezza in farmacia

IL NODO

PREVENZIONE Il punto sull’incidenza dei tumori in Italia e sulle prospettive terapeutiche con la prima donna presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica

Stefania Gori




SOMMARIO

Editoriale| Fiorirà l’aspidistra

4

Controcorrente| La farmacia della coscienza

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InnovAzione| Regole, conoscerle per cambiarle

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Interventi| Una nuova linfa

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Un farmacista a scuola| Un progetto sulla psoriasi

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PARLIAMONe

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GESTIONE DELLA CRONICITÀ | Puntare sulla aderenza

primo piano INCONTRI | Stefania Gori 20

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CONVEGNI | Il quinto Osservatorio Th.Kohl 24 ATTUALITÀ | Rapine in farmacia, fenomeno in calo 28

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MEDICINA | In gestazione

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COSMESI | Attraverso il viso

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RUBRICHE Legale | L’usucapione Iniziative | Per un’offerta mirata Iniziative | Leggere la salute Intervista a... | Un cammino da proseguire Dalle aziende | Aggiornamento di rigore Spigolature Il libro | Imparare a volare

36

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Stefania Cifani, Elisa Da Vinci, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Umberto Paolucci, Davide Petrosillo, Chiara Romeo

Editore EDRA S.p.A.

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Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it Collaboratori Maurizio Bisozzi, Mercedes Bradaschia, Claudio Buono, Sergio Cattani,

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dicembre 2017 |

Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it

Consigli The Blind Spot | Grande è bello

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trattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2016 - 31/12/2016 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.661 Diffusione media: 10.376 Certificato CSST n. 2016-2602 del 2/3/2017 Società di Revisione: REFIMI

Testata Associata


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editoriale

F

di Paolo Vintani

iorirà

l’aspidistra

Nel romanzo di Orwell il protagonista combatte per una vita il dio denaro, vedendo nella onnipresente pianta di aspidistra, all’ingresso delle case della middle-class londinese, l’emblema della uniformità. Ma alla fine cede e anche alla sua porta nascerà l’odiata pianticella. A settembre l’avevo scritto che c’era un’aria strana, e che l’odor di capitale rendeva l’atmosfera più nebulosa: avrebbe potuto servire a risollevare o a distruggere per sempre la farmacia come siamo abituati a concepirla. Certo si stanno “muovendo” molte cose, e comunque il mondo procede imperterrito. Molte riunioni si fanno sul territorio e Federfarma con le sue entità provinciali organizza incontri, sempre affollatissimi, per rispondere ai dubbi degli associati. E sì perché non solo ci sono dubbi ma ci sono anche necessità, la possibilità di fare società con non laureati in Farmacia, in primis, risolve molti problemi familiari (dove magari un figlio minore ha scelto un altro indirizzo di studio). La possibilità di fare società di persone comunque c’era già, ora si ampliano le possibilità. Ma attenzione, per quel che dicono i tecnici che Srl piuttosto che Spa, non necessariamente sono la risoluzione e soprattutto portano a un modus operandi quotidiano ben diverso

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da quello che un titolare di farmacia ha perpetuato negli anni e al fatto che si risponde sempre anche patrimonialmente in caso di bilanci non corretti. Mi era piaciuto il romanzo citato, e il protagonista Gordon, l’ho seguito fino alle ultime pagine con simpatia e stimolandolo (nella mia mente) a continuare la sua strenua battaglia. Aveva ambizioni letterarie e sarebbe vissuto sempre più in ristrettezze, evitando di conformarsi alle abitudini,che comunque costano, dei suoi pari. Ma rifacendomi all’incipit del libro San Paolo scriveva “la carità è paziente, è benigna; la carità non invidia…”; il prologo orwelliano dice invece “il denaro sa resistere a lungo, ed è benigno; il denaro non invidia...”. Dunque cogliamo la pazienza del denaro, probabilmente il tentare di espiantare l’aspidistra non è la soluzione. Ma neanche seguire le prime illusioni che ci si presentano, perché rischiamo che, per non essere mangiati, mangiamo noi stessi per sfamarci. Predico che tra un quinquennio avremo uno scenario più definito e più tipologie di farmacie, ma per chi vuole essere ancora il farmacista uomo e soprattutto individuo, prima di piantare e innaffiare due belle pianticelle di aspidistra, ci pensi un po’ su e si informi bene se è la via migliore. Non vorrei mai che dopo l’euforia, illusoria, della farmacia dei servizi, il collega confondesse gli acronimi: in questo caso Spa non significa salus per aquam, bensì società per azioni ed è un ambiente niente affatto rilassante.

Quei piccoli borghesi là, dietro le loro tendine ricamate, coi loro figli, i loro mobili dozzinali e le loro aspidistre, essi vivevano secondo il codice del denaro, senza dubbio, e riuscivano ciò nonostante a conservare la loro dignità. Avevano le loro norme, i loro inviolabili punti d’onore. Si “mantenevano rispettabili”: facevano garrire le loro aspidistre, come bandiere. (George Orwell, Fiorirà l’aspidistra) La redazione di Punto Effe augura buon Natale e felice anno nuovo ai suoi lettori. Appuntamento al 2018!


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corrente

ortnoc

L Sono in aeroporto, in partenza. In qualunque viaggio e con qualunque mezzo di trasporto, arrivato a destinazione, apro la valigia e mi precipito in farmacia. Mai capitato di non dimenticare il farmaco per la pressione o l’aspirina o i fermenti lattici. Anche stavolta nessuna eccezione, tranne quella di accorgermene prima dell’arrivo. Fiero del progresso, entro nella farmacia dell’aeroporto. Mi accoglie una luce accecante, una di quelle capaci di svelare un angolo di sporco anche nel profondo dell’anima, una farmacia della coscienza. È presto per l’imbarco e gironzolo un po’, spendendo il tempo senza riguardo, come chi ne ha il portafoglio pieno. Scaffali ordinati, abbondanti di luce e di prodotti, sento che sto per cedere a un’offerta particolar-

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di Maurizio Bisozzi

a farmacia

della coscienza Un articolo tratto dalla rubrica “Vita in farmacia” di Farma Magazine, testata per il pubblico che dal mese di gennaio avrà distribuzione nazionale

mente seducente di crema anticellulite. Promette cosce e glutei come l’adolescente del visual che mi fissa ammiccante, torcendo il capo all’indietro. Sorride a me e al suo inesistente problema posteriore. Sarà per un’altra vita, sospiro allontanandomi, metti che rinasco donna. Mi accodo a un’africana enorme, con un abito lungo giallo e viola, spettacolare in tutto tranne che nel mascherare le forme, e a una famiglia di asiatici, con un numero imprecisabile di frugoli sparsi per il locale, oltre ai tre che hanno per mano. Gli strilli che salgono dietro le gondole aiutano la madre a tenerne conto e posizione. Dietro al banco il collega, rapido, efficiente e poliglotta, perfettamente a suo agio in una bolla di irrealtà fatta di eterne luci artificiali, aria condiziona-

ta, lingue lontane costrette in un inglese storpiato, clienti sempre e solo sconosciuti. Vengono alla mente i vecchi casellanti delle autostrade, abbandonati nel nulla di un gabbiotto di vetro librato sull’asfalto e migliaia di volti da non poter ricordare, fiaccati da una teoria di auto di cui riconoscere marca e modello, ma mai il conducente. O il barista dell’autogrill, privato, dall’anonimato delle facce, del calore nascosto in tre parole: «Il solito, signore?». Ancora, il portiere di notte del grande hotel, oppresso in un turno dove il cliente morde la reception e fugge veloce verso gli impegni notturni; rientra tardi, verso mattino, stanco e magari un po’ bevuto, il viso segnato, e ricorda a malapena il numero della stanza. Esistenze vissute in un confine di transizione, di contatto tra elementi diversi, un eterno crepuscolo a cavallo tra giorno e notte, senza che sia mai totalmente buio o finalmente luce, un bagnasciuga dove approdano onde in continuazione senza che nessuna si fermi, senza che almeno una sola possa ritornare ancora una volta. Mi scuoto, l’africana è finita a spiaggiarsi sul divano fuori della farmacia, i genitori asiatici a recuperare i figli sparpagliati per ogni dove, davanti a me il farmacista mi guarda e «Desidera?», domanda sorridendo. Lo fisso qualche istante, poi: «In verità niente, dottore, volevo solo chiederle come va, come sta la sua famiglia, cosa farà a Capodanno, le andrebbe un caffè?». Certo, ne gira di gente strana negli aeroporti.


TOSSE ?

STODAL sciroppo ®

I componenti contenuti in Stodal® sciroppo sono tradizionalmente utilizzati dalla farmacologia omeopatica e le diluizioni omeopatiche presenti in Stodal® sciroppo sono preparate in conformità alla Farmacopea Europea in vigore. Uno studio condotto su Stodal® ha dimostrato che: “Lo sciroppo omeopatico testato potrebbe essere un’opzione terapeutica per soggetti con malattie delle alte e basse vie respiratorie in cui la tosse e la sovrapproduzione di muco sono i sintomi principali, poiché il trattamento si è dimostrato ben tollerato ed efficace nel ridurre la viscosità delle secrezioni e nel migliorare la tosse”.

Depositato presso l’AIFA il 24/06/2015

“Questo studio randomizzato, in doppio cieco, contro placebo dimostra che il medicinale omeopatico testato è risultato più efficace e più veloce di un placebo nel dare

sollievo alla tosse causata da URTI senza complicazioni”. (Zanasi A, Mazzolini M, Tursi F, Morselli-Labate AM, Paccapelo A, Lecchi M. Homeopathic medicine for acute cough in upper respiratory tract infections and acute bronchitis: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. Pulm Pharmacol Ther. 2014;27:102-8).

Stodal® sciroppo non contiene sostanze mucolitiche né principi attivi ad azione sedativa che inducono sonnolenza. Stodal® sciroppo, in quanto medicinale omeopatico, è adatto a adulti, bambini, anziani1,2 e pazienti politrattati3-5 . Stodal® sciroppo è utilizzabile in qualsiasi momento della giornata, 3-5 volte al giorno e, previa diagnosi medica, anche per lunghi periodi6. La sua palatabilità favorisce una buona aderenza al trattamento. Stodal® sciroppo: utilizzato da oltre 60 anni in 39 paesi del mondo.

D.Lgs. 219/2006 art. 85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”. D.Lgs. 219/2006 art. 120 1 bis: “Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”. Medicinale non a carico del SSN 1. Boulet J. Homéopathie: l’enfant. Marabout; 2003. p.16,123. 2.Rocher C. Homéopathie: la femme enceinte. Marabout; 2003. p.16. 3. Boiron M, Payre-Ficot A. Omeopatia il manuale per il farmacista. Tecniche Nuove, 1999. p.23. 4.Jouanny J, Crapanne JB, Dancer H, Masson JL. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. I volume. Ariete Salute; 1993. p.81. 5.Bernardini S, Macrì F, Zanino L. Guida all’omeopatia. Società italiana di omeopatia e medicina integrata (SIOMI). Milano: Elsevier; 2008. p. 32-3. 6. Zanasi A, Mazzolini M, Tursi F, Morselli-Labate AM, Paccapelo A, Lecchi M. Homeopathic medicine for acute cough in upper respiratory tract infections and acute bronchitis: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. Pulm Pharmacol Ther. 2014;27:102-8.

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Innovazione

M

di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division

ercato

istruzioni per l’uso Le regole, per stravolgerle bisogna conoscerle

«Amazon in Italia non entrerà perché il nostro mercato ha regole che non lo consentono». «La Gdo non è in grado di vendere farmaci perché non conosce le regole della filiera». «Le catene in Italia non sfonderanno perché non conoscono le regole di fidelizzazione del paziente italiano, che è diverso da quello degli altri Paesi». Frasi sentite o lette. Ma siamo così sicuri che una multinazionale non analizzi nel dettaglio un Paese e le sue regole istituzionali e di mercato? Le aziende non improvvisano le proprie strategie, non fanno scelte di pancia o per sentito dire. Questo non vuol dire che non sbaglino mai ma, di certo, se sbagliano non è perché non conoscono le regole. Gli errori vengono più facilmente commessi quando i mercati sono dinamici, non quando sono immobili come il nostro. Non vi sembra immobile? Confrontatelo con la Cina o con i vari Paesi emergenti: regolamentazioni che cambiano ogni sei mesi, cultura ed epidemiologie diverse e soprattutto instabili anche nel breve (sì anche l’epidemiologia, le patologie occidentali sono entrate da poco e colpiscono le fasce più giovani), potere di acquisto che di modifica di continuo al rialzo e al ribasso a seconda delle fasce di popolazione, aziende partner che entrano (vedi l’acquisto da parte di Walgre-

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ens della catena statale GuoDa Drugstores obiettivi, dei prodotti in lancio? Cosa sappiain Cina) mentre altri partner escono (vedi mo dei nostri competitor non farmacie, delle McKesson che vende il suo business di diloro organizzazioni, delle loro capacità finanstribuzione intermedia cinese all’impresa loziarie, delle loro strategie e dei loro business, cale Shanghai Pharmaceuticals Holding Co). dei loro servizi? E anche rispetto al nostro Non si può innovare se non si conoscono le paziente, che crediamo di conoscere molto regole. Ho invece la sensazione che siano bene: dove compra quelle categorie di propiù i player interni che non conoscono le redotto che non compra da noi, come è camgole, talmente convinti di conoscerle da non biato il suo modo di informarsi, che rapporto vederle e non studiarle. Il mondo della farha con l’e-commerce, di quali brand si fida? maceutica è all’interno della sanità e sempre Se vogliamo innovare, cambiare le regole di più vi sarà integrato, come sta emergendo che in questo momento non sono molto fadai nuovi Piani sanitari e socio-sanitari, che vorevoli alla farmacia indipendente, essere prevedono un abbattimento dei silos profesriconosciuti come dispensatori di salute e sionali e finanziari tra diagnostica, specialinon solo di farmaci, dobbiamo prima conostica, farmaceutica, scere le regole del gioricovero, riabilitazione e co. Ma a volte non cosa sappiamo socio sanitario. Quanto conosciamo nemmeno conosciamo strategie quelle del “nostro” giodei nostri complessive e strutture co: quanti sanno che i competitor organizzative delle Asl margini sono stati libenon farmacie (o in qualunque modo ralizzati nel 2010 e i e delle loro si chiamino oggi) cui prezzi del farmaco su organizzazioni? prescrizione nel 2012, facciamo riferimento? Quanto delle regole per che solo il 61 per cento la remunerazione delle attività di prevenziodei farmaci di fascia A e fascia C passano ne, dei servizi domiciliari? Quanto dei modeldalla farmacia (considerando anche la Dpc), li di stoccaggio, distr ibuzione e che l’indicatore principale di reddittività del dispensazione dei farmaci innovativi? Cosa nostro business è il Gmroi? sappiamo dei meccanismi di budget delle È il momento di stravolgere le regole a nostrutture sanitarie pubbliche e dei loro mostro vantaggio, anche per il bene dei paziendelli di acquisto? E le regole del mercato? ti, ma per farlo c’è parecchio da studiare: Quanto conosciamo la struttura organizzatinon solo previsioni per il futuro, ma anche va delle aziende farmaceutiche, dei loro conoscenza olistica del presente.



interventi

U

di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

na nuova

linfa

Il rinnovo dei consigli degli Ordini all’insegna di una maggiore presenza delle giovani generazioni

Ricordo una breve sequenza del film L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, in cui un abile contadino, sfruttando in un preciso momento dell’anno condizioni ideali di luce e temperatura, riesce a ottenere bellissimi pomodori fuori stagione, con sorpresa di tutti e vantaggio economico per lui stesso. Il trucco consisteva nella semina precoce in luogo protetto e nell’interrare le pianticelle al tempo giusto, a ridosso della parete della stalla più esposta al sole e, infine, seguirle nella crescita con amorevoli cure. L’accostamento di questa immagine all’ingresso di diversi giovani nei nuovi consigli degli Ordini dei farmacisti, come avvenuto nella stagione dei rinnovi 2017, sarà forse un po’ arduo e rischia di essere irriguardoso, ma evidenzia molto bene un concetto: la sapiente azione di un lungimirante maestro è ancor più proficua, se dedita anche alla rigenerazione che porterà a sicuri nuovi frutti. La sfida è vinta, quindi, quando il percorso si fa virtuoso, incardinando all’esperienza e alla saggezza la volontà di investire in chi è fonte di nuovo entusiasmo e innovative idee, ossia, credere nella linfa che porta a nuovo vigore. D’altronde, bene ha fatto chi, prima di noi, con questo criterio, ha concepito le orga-

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sistema, ossia considerare e valorizzare nizzazioni che si sono poi rivelate come ogni particolare dell’intero corpus, sfrutscuole di formazione, ossia veri e propri “vitandone le intime risorvai”, tanto per rimanere se, ma senza perdere la in tema. Sto pensando alle Agifar che, nel tem- cooperazione visione globale e le finalità condivise, pertanto, po, hanno formato geneunità razioni di farmacisti che e compattezza evitando personalismi e individualismi. oggi sono alla guida dei sono fattori La promozione di scamdiversi organi di goveressenziali bi, staffette e sinergie è il no della categoria, fino migliore dei modi per ai livelli più alti. Posso per operare in coordinamentestimoniare come, meaffrontare to, come in una grande mori del loro percorso di questo orchestra, alla ricerca crescita, questi dirigenti tempo di del medesimo risultato, siano ora essi stessi procambiamenti nel comune interesse pugnatori della rigeneradelle diverse componenzione, tanto da essere ti della stessa categoria. Cooperazione, uniconsiderati dai più giovani come modelli tà e compattezza sono quindi fattori da seguire. Viene poi spontaneo estendere essenziali per affrontare questo importante il pensiero di questo travaso, dai vivai alla tempo di cambiamenti, promuovendo la fase produttiva, al valore della concertaziomodernità e l’insostituibilità di una profesne tra i diversi organi rappresentativi della sione da esercitare in una farmacia che professione e della farmacia. Credo a nescontinui ad essere colonna portante dell’insuno possa sfuggire quanto, oggi più che tero sistema sanitario del nostro Paese. mai, sia importante seguire una logica di



un farmacista a scuola

I

«Da quando sono adolescente soffro di psoriasi grave e diffusa in tutto il corpo. Cuoio capelluto, braccia, gambe, petto, schiena, seno, ascelle, zone intime, orecchie, unghie, gambe: niente mi è stato risparmiato. Devo affrontare quotidianamente i problemi legati a questa malattia socialmente invalidante. Negli anni, ho provato tantissimi rimedi che mi sono stati proposti, sia dalla medicina ufficiale sia da quella cosiddetta “alternativa” (con un po’ di scetticismo, ma tentare non nuoce, quando c’è in gioco un problema come la psoriasi). Tracce di remissione? Solo dopo avere provato farmaci sistemici. E anche di questi, purtroppo, ne ho dovuti passare al setaccio parecchi. Essendo una giovane donna, mi trovo anche a dover trovare soluzioni creative per affrontare la quotidianità della malattia. Soluzioni estetiche e pratiche, così come risposte semplici da dare a chi non ci conosce o non conosce la patologia, per potersi sentire a proprio agio nel mondo e non avere la sensazione di dover rinunciare a “vivere normalmente” a causa della psoriasi. Questo sito è nato per dare informazioni aggiornate e consigli pratici a coloro che quotidianamente convivono con la psoriasi».

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

Il dolore

che unisce Psoriasi, una malattia invalidante. Il progetto PsoHelp, nato dall’iniziativa di una paziente

Così viene descritto PsoHelp nella sezione “Chi sono” del sito web, da poco nato dalla mente e dalle mani di Sofia Esposito, giovane donna che fin da piccola si è trovata alle prese con una grave forma di psoriasi. Una malattia sistemica, totalizzante, che ti coinvolge da capo a piedi, letteralmente. Essendone sopravvissuta e trovandosi quotidianamente alle prese con tutti quegli accorgimenti che sono necessari per non rinunciare alla Vita (rigorosamente con la V maiuscola), ha deciso di non tenersi tutto per sé, ma di usare quanto imparato per aiutare altre persone segnate dallo stesso destino. Ma PsoHelp è molto più di un sito informativo, è un progetto (auto)educativo, che condensa consapevolezza di sé, capacità comunicative, resi-

lienza e creatività. Per questo Sofia ha portato questa storia nell’aula di una classe scolastica, e l’ha fatto diventare uno storytelling, in cui patologia cronica, emozioni, disturbi alimentari e sguardo verso di sé sono diventati due ore di incontro intenso con ragazze e ragazzi di quarta superiore, alle prese con gli stessi problemi magari, ma con un fardello in meno. E le sensazioni sono state talmente forti che alla fine di questo incontro, in una discussione finale avvenuta solo con me dopo che Sofia se n’era andata, ogni ragazzo/a ha guardato alla propria vita e alle difficoltà quotidiane con uno sguardo più leggero, sentendosi finalmente meno solo. Lunga vita a PsoHelp e a tutte le persone con patologie gravi che urlano al mondo il loro attaccamento alla vita.


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parliamone

P

di Chiara Romeo

untare

sulla aderenza

Il ruolo delle farmacie lombarde nella gestione del paziente cronico, alla luce della nuova delibera che definisce gli enti gestori

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dicembre 2017 |

Le singole Regioni stanno cominciando a mettere in atto il Piano nazionale della cronicità, stilato dal ministero della Salute nel 2016, con lo scopo di disciplinare le modalità di assistenza e tutela del crescente numero di pazienti affetti da malattie croniche, armonizzando a livello nazionale le attività sulla base di un documento condiviso con le Regioni. In Lombardia, la gestione della cronicità è già entrata nel vivo. Si susseguono, infatti, le delibere alla riforma della sanità, la Legge regionale n. 23/2015, che ha visto una riorganizzazione delle Asl nell’ambito di un orientamento alla presa in carico della persona nel suo complesso. Ultima in ordine di tempo, quella che ha definito gli enti gestori. In questo contesto le farmacie possono giocare un ruolo chiave, grazie alla loro capillare distribuzione sul territorio e alle competenze professionali del farmacista. Vediamo alla luce delle nuove delibere, qual è la situazione a livello regionale del ruolo della farmacia nella gestione della cronicità. «Le farmacie sono pronte a rivestire fino in fondo il ruolo di primo presidio del sistema sanitario regionale sul territorio, al fianco dei pazienti cronici e fragili e in collaborazione con i nuovi gestori, istituiti dalla Delibera di Regione Lombardia che riordina l’intera materia della presa in carico delle cronicità», spiega Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia.

«Il nuovo modello di presa in carico dei pazienti cronici e fragili prevede che la loro gestione debba essere sempre più demandata al territorio, per riservare agli ospedali la cura delle acuzie. Vediamo, quindi, con soddisfazione che occupandosi nello specifico della sanità territoriale, il decisore regionale abbia confermato e rafforzato il tradizionale ruolo della farmacia: quello di primo punto di contatto fra i cittadini e il sistema sanitario».

DEFINITI I GESTORI, MA NON CI SONO LE FARMACIE Con l’ultima Delibera regionale, del 3 agosto 2017, sono state fornite alle Ats (Agenzie di tutela della salute, ex Asl), tutte le indicazioni operative da seguire per la valutazione dell’idoneità dei gestori, co-gestori ed erogatori, concretamente avvenuta entro il 30 settembre scorso. Per il riconoscimento delle filiere erogative dei Mmg/Pls, la scadenza era il 30 novembre scorso. Inoltre è stata ammessa una maggiore elasticità, rispetto all’arco temporale di 180 giorni entro il quale i gestori dovranno definire e dichiarare gli erogatori di cui intendono avvalersi. Di fatto, «in questa delibera ultima non vi è nulla che riguardi le farmacie che sono invece direttamente interessate alle disposizioni della Delibera del 4 maggio 2017», spiega Gianni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo. «Quest’ultima


parliamone | dicembre 2017 15


parliamone ha, tra l’altro, chiarito che le tariffe di presa in carico stabilite con la Delibera del 30 gennaio 2017 (che si riferiscono per ogni patologia cronica alla spesa ambulatoriale, farmaceutica territoriale, ospedaliera e sociosanitaria) rappresentano il costo onnicomprensivo atteso su base annuale. Invece, per favorire, la certificazione da parte dei gestori, della reale capacità di presa in carico dei pazienti e determinare un uniforme metodo di verifica dei requisiti dei candidati gestori, dalla tariffa onnicomprensiva, sono state isolate, con una particolare metodica, solo alcune prestazioni ambulatoriali che vanno a costituire il “set di riferimento”». Sulla base di questi set, specifici per ogni patologia, sono state rimodulate le tariffe della presa in carico, che così rappresenteranno uno dei riferimenti per la compilazione delle pagelle di valutazione dell’operato dei gestori. «Ciò vuol dire», prosegue Petrosillo, «che i consumi e i trend prescrittivi in questa prima fase, costituiranno, solo come funzione residua, uno degli indicatori di processo per la misurazione dell’efficacia e della congruità delle attività dei gestori».

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dicembre 2017 |

UN NODO NELLA PRESA IN CARICO

medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta; la partecipazione ed erogazione di prestazioni di analisi e di La Delibera del 4 maggio 2017 ha per la telemedicina anche sulla base di proprima volta richiamato il ruolo delle fargrammi predefiniti di monitoraggio e macie che «in raccordo con il gestore rapscreening, per quanto autorizzabili; i serpresentano un nodo della rete di presa in vizi alla persona connessi ai piani di zocarico con particolare riferimento alla na, previo accordo promozione dell’aderensottoscritto con i Coza terapeutica ed altre La Delibera muni interessati, in attività per le quali rapdel 4 maggio raccordo con le Ats; i presenta un valore aggiunto la prossimità 2017 ha per la programmi di aderenza alle terapie in collaterritoriale con i pazienprima volta borazione con i medici ti», precisando che «il richiama t o di medicina generale, coinvolgimento avviene il ruolo il pediatra di libera con modalità trasparenscelta, gli specialisti ti e regolate dall’Ats di delle ambulatoriali convenriferimento». farmacie zionati, sia singoli sia L’art. 84 della Legge reorganizzati in Aft e gionale 33/2009, recenUccp, nell’ambito dei modelli di presa in temente modificata con la Lr 6/2017, carico e attraverso strumenti validati, al «elenca una serie di servizi erogabili trafine di valutare la comprensione da parte mite farmacia», sottolinea Petrosillo, «tra del paziente dell’uso del farmaco, l’allinecui: l’orientamento del cittadino al coramento alle indicazioni del medico curetto utilizzo dei medicinali prescritti, al rante e l’eventuale assunzione di farmaci fine di favorire l’aderenza alle terapie da automedicazione che possono intermediche, in coordinamento con le Aft e ferire con il trattamento». le Uccp e a supporto delle attività del


occhiello

LINEA

I SUPEREROI CONTRO I DISTURBI STAGIONALI

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È in questo contesto che ci sono i margini per un maggiore coinvolgimento della farmacia infatti, prosegue Petrosillo, «i contenuti di questo articolo di legge potrebbero costituire più dettagliatamente lo specifico ruolo della farmacia nell’ambito della presa in carico, affidandole un più preciso ruolo giuridico, stabilendone il perimetro a livello regionale e superando così la probabile disomogeneità conseguente a sicure diverse declinazioni del rapporto tra farmacie e Gestori in ogni singola Ats. C’è poi da risolvere il problema delle risorse specifiche da allocare per remunerare le farmacie, in modo da renderle operative sotto ogni punto di vista, e quello dell’attesa apertura alle farmacie del dossier farmaceutico». Per concludere: «Intravedo qualche criticità nel caso in cui sarà il gestore a rilasciare le prescrizioni farmaceutiche, ad esempio a pazienti che lo avranno scelto, ma che al tempo stesso sono assistiti da Mmg che non intendono aderire al progetto e, per tale motivo, dovranno limitarsi solo alla prescrizione di farmaci non correlati alla patologia cronica. Qui sarà importante monitorare lo spostamento fisico delle prescrizioni dagli ambulatori dei Mmg ai centri specialistici».

A LECCO IL PRIMO PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE Un primo esempio di collaborazione tra Ats e farmacie arriva dalla provincia di Lecco. Infatti, il 13 settembre 2017, è stato firmato il protocollo di collaborazione tra l’Ats della Brianza e le farmacie della provincia di Lecco che recepisce la disponibilità di queste ultime nell’implicarsi concretamente nel nuovo processo di presa in carico dei pazienti cronici. A siglare l’accordo Andrea Braguti, presidente di Federfarma Lecco e Massimo Giupponi, direttore generale dell’Agenzia di tutela della salute. «Si tratta del primo esempio in Lombardia di coinvolgimento diretto delle farmacie nella nuova modalità di gestione dei pazienti cronici prevista dalla Riforma sanitaria lombarda e che assume ancora più importanza vista la vicinanza e la prossimità di questi enti con i cittadini».

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I servizi inseriti nei protocolli, fatto salvo il ruolo di dispensazione del farmaco, si articolano in attività d’interfaccia sul territorio tra paziente arruolato, Mmg, strutture erogatrici e i gestori; prestazioni di Assistenza domiciliare integrata, che consentono di non spostare il paziente verso le strutture sanitarie, diminuendone quindi anche il costo sociale; servizi di telemedicina; test per glicemia, colesterolo e trigliceridi, emoglobina, emoglobina glicata, creatinina, transaminasi, ematocrito e test per misurazione dei componenti delle urine; farmacovigilanza; programmi di prevenzione e screening; programmi di educazione/informazione sanitaria anche in collaborazione con altri operatori della rete dell’offerta, ai fini della prevenzione primaria e secondaria. Inoltre è stato inserito il servizio di verifica dell’aderenza alla terapia, con l’utilizzo dei mezzi informatici che verranno messi a disposizione, anche attraverso applicazioni. Se su altri aspetti alcune farmacie possono essere più in difficoltà nel mettere in pratica i servizi, «su questo punto il farmacista è forte delle sue competenze professionali e può veramente fare la differenza nella presa in carica del paziente cronico. Si tratta di un servizio che veramente tutte le farmacie possono fornire, perché già in possesso di competenze e strumenti», sottolinea Braguti «e i vantaggi sono su due fronti, come già evidenziato in numerosi studi scientifici: una minore incidenza di complicanze si traduce sia in migliore salute e qualità di vita del paziente sia in un risparmio per il sistema sanitario». «Nonostante il nostro impegno come provincia di Lecco, è chiaro che ci siano delle criticità per il farmacista nella Legge 23/2015 che ha visto la riforma della sanità in Lombardia», spiega Braguti, «se si va cercare quante volte sono presenti nel testo di legge le parole farmacia e farmacista si trovano solo quattro volte a fronte delle 23 volte del medico di medicina generale e delle sette dell’infermiere. Questo per sottolineare come ci sia una diversa considerazione delle professionalità da parte di una politica lombarda che sembra aver dimenticato il farmacista». Infatti, conclude Braguti «nelle successive delibe-

Andrea Braguti, presidente Federfarma Lecco

re la farmacia dei servizi è stata inserita, ma senza alcuna risorsa economica per la sua messa in pratica. Risorse che in futuro speriamo ci vengano riconosciute, per esempio riallocando proprio il risparmio ottenuto da una migliore aderenza terapeutica».

IL VALORE AGGIUNTO Dunque, ancora una volta, emerge come l’aderenza alla terapia sia il vero valore aggiunto che il farmacista può fornire ai pazienti e al Ssn. Infatti, «se il modello della cronicità lombarda apre importanti spazi d’intervento che la farmacia potrebbe tranquillamente occupare», aggiunge Petrosillo, «un discorso a parte va fatto per l’aderenza alle terapie. Il Pai elettronico si presta già da sé a una verifica dei consumi del paziente, nel momento in cui prevede il programma terapeutico da seguire quali-quantitativamente; lo si evince chiaramente dal tutorial per la compilazione del Pai, pubblicato da Regione Lombardia lo scorso settembre. Tuttavia, la vera aderenza si raggiunge tramite un rapporto diretto con il paziente che parta dall’analisi dei comportamenti nell’utilizzo dei farmaci e si completi con la rilevazione di anomalie, la fornitura di informazioni correttive e la verifica di comprensione. Solo attraverso questa attività complessa, che deve esser svolta in modo continuativo e richiede le competenze professionali del farmacista, si possono raggiungere interessanti miglioramenti del profilo di cura del paziente cronico e risparmi per il sistema, già documentati scientificamente».


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incontri

P

di Stefania Cifani

iù risorse

sulla prevenzione

Il punto sull’incidenza dei tumori in Italia e sulle prospettive terapeutiche con Stefania Gori, prima donna presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica

Stefania Gori, dal 2007 componente del Consiglio direttivo nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica, è la prima donna eletta Presidente dell’Aiom. Dopo aver lavorato nell’Oncologia medica di Perugia, dal 2013 è il direttore del dipartimento di Oncologia medica dell’Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar (Verona). «L’Aiom ha oltre quarant’anni di storia», ricorda, «e rappresenta oggi il punto di riferimento oncologico per medici, operatori sanitari, istituzioni sanitarie regionali e nazionali. I cambiamenti legislativi verificatisi nel corso del 2017 (Legge Gelli-Biondi del marzo 2017 e Dm Lorenzin dell’agosto 2017) hanno determinato un cambiamento di statuto di Aiom per espletare i requisiti necessari per richiedere l’iscrizione dell’associazione nell’elenco, istituito dal ministro della Salute, delle Società Scientifiche riconosciute per l’elaborazione di Linee Guida».

Dottoressa Gori, quali sono gli obiettivi dell’associazione? Per i prossimi anni Aiom curerà la formazione e l’aggiornamento dei propri soci. Un altro obiettivo strategico riguarderà l’elaborazione di Linee guida multidisciplinari caratterizzate da metodologie Grade (Grading of recommendations assessment, development and valutino), revisione periodica, pubblicazione sul sito Aiom.

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Nel 2017 sono stati stimati in Italia 369.000 nuovi casi di tumore. Un dato in crescita? Da molti anni Aiom, in collaborazione con Airtum e con Fondazione Aiom, elabora I numeri del cancro in Italia, che permette la divulgazione dei dati epidemiologici: incidenza, mortalità, sopravvivenza a cinque anni e prevalenza per vari tipi di tumore. Dall’analisi di questi numeri emergono alcuni dati molto interessanti per l’Italia. In conseguenza dell’invecchiamento della popolazione italiana aumentano le nuove diagnosi di cancro (valutando i dati grezzi). Negli ultimi anni (2012-2013-2014) la mortalità per cancro ha invece raggiunto un plateau. Inoltre il numero di persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tu-


incontri

Un altro obiettivo strategico riguarderà l’elaborazione di linee guida multidisciplinari

more aumenta progressivamente; complessivamente oggi sono oltre 3,3 milioni, il 30 per cento dei quali può essere considerato “guarito”.

Perché si verifica tutto questo? Questo si deve a due ragioni. In primo luogo oggi possiamo ridurre l’incidenza di alcuni tumori. Un esempio in tal senso è la riduzione dell’incidenza dei tumori del polmone negli uomini (ma non tra le donne), come conseguenza della diminuzione dell’abitudine al fumo. Inoltre oggi sono in aumento, per esempio grazie agli screening, le diagnosi di tumore in fase iniziale che rendono possibili trattamenti più conservativi e una migliore prognosi.

Quali sono le principali novità terapeutiche in campo farmacologico? Oggi le novità più importanti sono rappresentate dalle terapie a bersaglio molecolare e dall’immunoterapia.

Parliamo delle prime? Con i farmaci a bersaglio molecolare diretti contro specifici target possiamo registrare lunghe sopravvivenze in alcuni

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incontri

Il Patto nazionale contro il cancro

piccoli sottogruppi di pazienti identificati in base alla biologia molecolare. Sono piccole frazioni di varie neoplasie (per esempio, nei carcinomi polmonari non microcitoma soltanto il 10-15 per cento risultano EGFR mutati, il 4 ALK traslocati e l’1 per cento sono ROS-1 positivi; nei carcinomi mammari solo il 15-20 per cento sono HER2 positivi) ma comunque il continuo progredire delle conoscenze biomolecolari sta aumentando il numero di pazienti che possono essere identificati come portatori di una alterazione che può diventare il bersaglio di uno specifico farmaco.

E l’immunoterapia? L’immunoterapia utilizza oggi anticorpi monoclonali diretti contro bersagli specifici determinando la “riattivazione” del sistema immunitario del paziente, che così torna a essere capace di riconoscere le cellule tumorali come qualcosa di estraneo e di combatterle.

Queste terapie hanno portato miglioramenti nella sopravvivenza? Nel melanoma maligno metastatico e nel carcinoma polmonare non microcitoma metastatico abbiamo registrato circa il

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La necessità di un Patto contro il cancro è stata fortemente sottolineata in occasione del XIX Congresso nazionale Aiom, svoltosi recentemente a Roma. Una iniziativa che a livello nazionale garantisca una strategia unitaria per combattere la malattia, dalla prevenzione alle terapie, dalla riabilitazione alla ricerca e fino all’innovazione. Il programma, hanno sottolineato gli oncologi, si rende necessario per andare oltre i benefici, pur riconosciuti, resi possibili dal Fondo per i farmaci anticancro innovativi istituito per la prima volta nell’ottobre del 2016 per sostenere l’accesso alle cure. Si tratta di 500 milioni di euro destinati all’acquisto di nuove terapie che rischia di non essere sufficiente a far fronte al costo di farmaci sempre più innovativi ed efficaci.

30 per cento di malati che sopravvivono a lungo, anche dopo la sospensione del trattamento, ma non riusciamo ancora a identificare “quali” siano le caratteristiche di queste persone: la ricerca sta lavorando attivamente anche in questo contesto.

Come sostenere la spesa per queste terapie? Negli ultimi dieci anni in Italia sono state messe a disposizione dei pazienti circa quaranta nuove molecole anticancro e il Fondo varato dal Governo nel 2016 ha assicurato nel 2017 l’accesso a sei farmaci innovativi (due in ematologia e quattro in oncologia). La spesa è stata ben governata con una condivisione tra istituzioni, oncologi e pazienti. Ma è necessario trovare nuove fonti per sostenere l’innovazione e per garantire a tutti i malati le nuove molecole. Oggi oltre 3,3 milioni di cittadini vivono dopo la diagnosi, il 24 per cento in più rispetto al 2010. Armi efficaci, come la chemio-

È quindi necessario, secondo i clinici, mettere in atto misure strutturali, dal momento che oggi oltre un milione di italiani ogni anno è costretto a cambiare Regione per curarsi. In linea con quanto già avviene in paesi come l’Australia, la Norvegia e l’Irlanda, il Patto sarebbe da finanziare con l’aumento del prezzo delle sigarette, nella misura di un centesimo in più a sigaretta. Ogni giorno infatti in Italia più di 270 nuove diagnosi di tumore sono riconducibili al fumo. A preoccupare è soprattutto la diffusione del tabagismo fra le donne, con conseguenze evidenti sull’incidenza del tumore del polmone che in quindici anni è aumentata da 7.962 diagnosi nel 2003 a 13.600 nel 2017 (+3,1 per cento annuo), circa il triplo che negli uomini.

terapia più attiva e meglio tollerata, le terapie a bersaglio molecolare e l’immuno-oncologia determinano un miglioramento della sopravvivenza con una buona qualità di vita.

In Italia per la prevenzione si spendono ogni anno cinque miliardi di euro (2014), pari al 4,22 per cento della spesa sanitaria totale. Una misura sufficiente? La prevenzione è uno dei settori che fino a oggi ha subito in maniera più profonda le politiche di razionamento. Per questo serve più impegno in questo campo: il 40 per cento dei casi di tumore, pari a 147.600 mila diagnosi ogni anno nel nostro Paese, potrebbe essere evitato grazie agli stili di vita sani (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta), all’applicazione delle normative per il controllo dei cancerogeni ambientali e all’implementazione degli screening.


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convegni

I

di Giuseppe Tandoi

dentità

cercasi

Il punto sulla professione nel tradizionale Osservatorio di Th.Kohl, tenutosi a Roma nella sede del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico

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L’Osservatorio Th.Kohl, giunto alla quinta edizione, è ormai appuntamento fisso di confronto sui temi di maggiore attualità che attraversano il mondo della farmacia. Q ues t a volt a è s t ato anche l’occasione per celebrare i dieci anni di vita di Pharmathek, società del gruppo che si occupa di automazione in farmacia. Il racconto dei titolari che hanno dec i so di avva lersi del m agazzi no automatizzato è stato utile a comprenderne le più profonde motivazioni: necessità di maggiore spazio al pubblico, razionalizzazione dei tempi di servizio, volontà di dare soprattutto un impulso di modernizzazione alla professione, in chiave imprenditoriale.

LE RELAZIONI Dalla relazione di Gadi Schoenheit, vice presidente di DoxaPharma, risulta un quadro sfaccettato, quello che emerge da un’indagine svolta su 500 farmacie rappresentative della realtà nazionale. La vocazione alla cooperazione, al “fare rete”, riguarda un quarto del campione mentre un altro quarto è rappresentato da titolari ancora vincolati a una visione tradizionale della professione, nonostante gli ultimi quindici anni di novità legislative abbiano provveduto abbondantemente a scardinare il sistema consolidatosi per decenni. Il 17 per cento del campione vive la cooperazione “come delega” e, infine, il restante 33 per


convegni

le farmacie poco inclini al cambiamento coprono ancora una quota che sfiora il 40 per cento

cento fa capo alla categoria dei “piccoli imprenditori”. Quasi il 60 per cento del campione rientra nei parametri di una farmacia “ad alta specializzazione”, anche se le farmacie refrattarie al cambiamento occupano ancora una quota che sfiora il 40 per cento. Più in generale, si riscontra una crescente tendenza a rivendicare un ruolo più centrale della farmacia all’interno del Ssn, a una maggiore differenziazione in base alla peculiarità dei servizi offerti. Ma come creare questa identità “unica” della singola farmacia? Nella visione di Schoenheit tutte le componenti sono determinanti: la comunicazione con i medici, l’adeguamento delle piattaforme

digitali, la pharmaceutical care, una leadership che deve essere «del farmacista e non della farmacia», un layout che coinvolga anche emozionalmente chi vi entra ogni giorno. Altro elemento di riflessione: dall’indagine del 2017, come da quella del 2015, risulta che l’avvenire della farmacia dipende più dal “contesto normativo in cui ci si deve muovere” che “da lei stesso e dalle sue decisioni”. Quanto alle eventuali catene prossime venture Luca Pellegrini - docente allo Iulm di Milano e presidente di TradeLab - ne sintetizza il probabile approccio: rapida creazione di reti, acquisto di farmacie in difficoltà, forte enfasi sulla convenienza, ampliamento delle aree a libero servi-

zio, pressione sui fornitori, grande impulso ai prodotti a marchio. I risultati? Da valutare non nell’immediato ma nell’arco di cinque anni. E le farmacie indipendenti? Devono controbattere rafforzando il rapporto di empatia con il proprio bacino clienti. Alcuni strumenti da adottare: più attenzione alla comunicazione a livello locale; stimolare il cross selling sul commerciale: assortimenti differenziati, enfasi su nuovi prodotti; usare le competenze professionali in particolare sul commerciale; promozione ancorata a strumenti di loyalty; custo-

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convegni Gadi Schoenheit, vice presidente di DoxaPharma

Mark De Simone, consigliere delegato della francese Welcoop

Luca Pellegrini, presidente di TradeLab

mer relationship management integrato con il servizio del personale. Mark De Simone, consigliere delegato della cooperativa francese Welcoop, azienda leader nel settore dell’healthcare e della fornitura di prodotti e servizi per l’assistenza sanitaria, illustra la struttura paziente-centrica del sistema sanitario francese. Amplissima la gamma delle attività che Welcoop offre al pubblico: tecnologie informatiche, servizi di home care, generici, prodotti di wellness, reti e franchisng, logistica. In tutto questo, De Simone attribuisce alla farmacia un ruolo fondamentale: deve essere un’impresa di salute e benessere in grado di interagire con altri professionisti della salute ma anche di sfruttare a pieno le potenzialità

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digitali per monitorare il paziente, in chiave di prevenzione e di pharmaceutical care. Va ricordato che in Francia il sistema farmacia non è stato attraversato dalle spinte liberalizzatrici che hanno invece toccato quello italiano. Almeno per ora, visto che Oltralpe se ne discute.

COMUNICARE Infine, la comunicazione. Omnicanalità e personalizzazione sono la nuova frontiera - sottolinea Pier Francesco Verlato, direttore marketing di Th.Kohl - così come è fondamentale la necessità di una «immagine coordinata» della farmacia, di una identità fortemente riconoscibile all’esterno, al di là dei canali utilizzati per promuoverla. «Tutto in una farmacia, dalla

tutto in una farmacia comunica qualcosa al cliente, dalla cartellonistica al layout

cartellonistica al layout, dal camice del farmacista al suo biglietto da visita, comunica qualcosa al cliente. Nel migliore dei casi, comunica professionalità e fiducia. Nel peggiore dei casi, inadeguatezza e freddezza. Messaggi che incideranno sull’esperienza di acquisto degli utenti e che quindi è importante imparare a gestire. Perché se comunicare è indispensabile, imparare a comunicare bene lo è ancora di più».


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attualità

U

di Umberto Paolucci

n fenomeno

in calo

Rapine in farmacie, il punto della situazione a Roma e provincia con il questore Guido Marino. Alcune misure per ridurre i rischi

Guido Marino, dal febbraio scorso questore di Roma, nella sua carriera più che trentennale nella Polizia di Stato, ha ricoperto importanti ruoli nella lotta alla criminalità organizzata. Come primo incarico ha prestato servizio presso la Questura di Bergamo, ha quindi lavorato alla Squadra Mobile di Milano e, nella stessa sede, presso il Centro Operativo della Dia. Dal 1995 ha diretto la Squadra Mobile di Genova e dal giugno 1997 quella di Palermo, dove nel 2002 è diventato vice questore vicario. Dopo la promozione a dirigente superiore, ha guidato alcune importanti questure del Mezzogiorno, ultima delle quali quella di Napoli. Lo abbiamo incontrato per parlare di sicurezza delle farmacie.

Dottor Marino, il fenomeno delle rapine nelle farmacie ha subito un incremento o un decremento nell’ultimo anno? Negli ultimi anni si è registrato un sensibile calo dei reati. Questo trend positivo - che ha visto nel 2016 una riduzione di oltre il 30 per cento - con riferimento alle rapine ai danni delle farmacie, dovrebbe essere confermato anche per l’anno in corso, per quanto riguarda la provincia di Roma.

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Quale sistema di intervento è stato adottato per raggiungere tale risultato? Il risultato è il frutto di una sinergica azione di più componenti che hanno portato alla elaborazione di specifiche strategie di prevenzione. Queste sono state elaborate sulla base dell’analisi degli eventi registrati, ricostruiti nei minimi dettagli anche con il contributo delle stesse vittime, per individuare il modus operandi, le tempistiche, le aree maggiormente interessate dal fenomeno, ma anche grazie all’evoluzione tecnologica dei sistemi di allarme.

Quanto ha inciso il Piano coordinato di controllo del territorio e quali tipi di accordi sono stati presi con i Carabinieri? Il Pcct, operativo dal marzo del 2016, è risultato essere un elemento vincente sotto il profilo della prevenzione dei reati e quindi delle rapine ai danni delle farmacie. Infatti, da un lalto ha determinato una razionalizzazione e una omogeneizzazione dell’impiego delle risorse e, dall’altro, ha creato una maggior sinergia tra le forze di polizia a competenza generale con un continuo scambio delle informazioni, anche in tempo reale, necessario e irrinunciabile per attuare un efficace prevenzione.

Guido Marino, questore di Roma e provincia

Esistono richieste di vigilanza privata per i controlli delle farmacie? Questo dato non è giunto alla mia evidenza, viceversa ho registrato un notevole interesse da parte della categoria ad approfondire le tematiche della sicurezza del settore.

Esiste una forma di partenariato o interscambio di informazioni tra le forze dell’ordine e gli esercenti? Ormai da tempo abbiamo avviato, in collaborazione con Federfarma, una proficua collaborazione, con la finalità di elevare il grado di sicurezza delle farmacie. Questo obiettivo può essere raggiunto e siamo già sulla buona strada, sia con lo scambio continuo di informazioni con i consolidati “Punti di contatto” istituiti


attualità presso l’Ufficio prevenzione generale e Soccorso pubblico (Upg e Sp) della Questura, sia fornendo ai farmacisti, prevedendo ulteriori incontri formativi con il personale della Polizia di Stato, una consapevole conoscenza del fenomeno e delle possibili azioni di contrasto che possono singolarmente essere attuate.

La tecnologia impiegata per il contrasto al fenomeno delle rapine risponde pienamente alle esigenze di sicurezza? La tecnologia costituisce, oggi, un valore aggiunto per la “politica di contrasto” del fenomeno criminale di cui stiamo parlando. Siamo passati dalla canonica richiesta di intervento tramite telefono, di norma postuma all’evento, all’immediato invio dell’allarme per mezzo dei sistemi telematici oggi presenti in molte farmacie. Il balzo in avanti, comunque, si è compiuto con i sistemi di “videosorveglianza/videoallarme anti rapina, previsti da appositi protocolli, che consentono non solo l’invio dell’allarme ma anche e soprattutto l’immediata visione del luogo dell’evento da

parte della forza di polizia che prende in carico l’allarme. Questo consente, contrariamente al passato, di modulare l’intervento e di avere informazioni “certe” sullo stato dell’evento e sull’autore.

Esiste un modo per segnalare all’autorità di polizia movimenti sospetti da parte degli esercenti? Oltre ai punti di contatto noti, la segnalazione di eventuali persone che per il loro atteggiamento destano sospetto o timore può e, vorrei dire, “deve” essere segnalata alle forze dell’ordine anche tramite il Numero unico per le emergenze 112 per le aree servite dal servizio o chiamando i tradizionali numeri per l’emergenza 112 o 113.

Quanto influisce l’architettura dell’esercizio commerciale sulla sicurezza dell’attività e dei dipendenti? Considerando la tempistica con la quale una rapina si “consuma”, ritengo che “l’architettura” dell’esercizio commerciale debba essere pensata in modo da ren-

dere non agevole l’azione criminale. Il posizionamento della cassa, la visibilità dall’esterno, la presenza di porte ad apertura “comandata”, sono fattori che possono contribuire a elevare il grado di sicurezza rendendo “meno appetibile” l’obiettivo.

Quali possono essere ulteriori iniziative utili a scoraggiare un malintenzionato all’interno di una farmacia? L’obiettivo del criminale è quello di ricavare dalla sua azione, nel minor tempo possibile e con il minore rischio, un utile. Questo, di norma, è costituito dal denaro. Quindi bisogna operare sia sul fronte della deterrenza rendendo, per esempio, chiaramente percepibile la presenza dei sistemi di videollarme antirapina collegati con le forze di polizia, anche mediante l’apposizione di appositi cartelli; sia sul fronte della “tutela” del denaro o comunque dei “farmaci di valore”. Questi beni dovrebbero essere non facilmente accessibili e presenti, comunque, in quantità tali da non giustificare l’assunzione del rischio da parte del malvivente.

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medicina

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di Claudio Buono

n gestazione Diabete in gravidanza, più facile tenerlo sotto controllo

Sono oltre sessanta milioni in tutto il mondo le donne in età fertile che soffrono di diabete. Una su sette sviluppa questa malattia durante la gravidanza: in questo caso si parla di diabete gestazionale, una condizione caratterizzata dall’incapacità, da parte dell’organismo materno, di produrre insulina in quantità sufficiente per soddisfare le aumentate esigenze della gravidanza, e quindi di utilizzare e assorbire gli zuccheri in modo corretto. Secondo i dati di prevalenza nazionali, nel nostro Paese sono oltre 40.000 l’anno le gravidanze complicate dal diabete di tipo 2.

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Per tutte queste donne, le sfide da affronCHI RISCHIA DI PIÙ tare non sono solo relative ai tanti cambiaglucosio nelle urine) nella graviL’insorgenza del diabete gestazionamenti dovuti alla gestazione, ma anche al danza in corso. le può essere agevolata dai controllo della malattia stessa. Del tema si seguenti fattori di rischio. Macrosomia (neonato è discusso a Milano nel corso dell’inconcon peso alla nascita Familiarità positiva tro su “Diabete in gravidanza: rischi e sosuperiore a 4 kg) in per diabete mellito di luzioni per la salute della donna e del gravidanze precetipo 2 in parenti di bambino”. Come sottolineato da Enrico denti. primo grado. Ferrazzi, ordinario di Ostetricia e ginecoloEtà superiore ai Sovrappeso o gia presso l’Università di Milano e coordi35 anni. obesità prima delnatore Area medicina materno-fetale della la gravidanza (il Avere già avuto Società italiana di ginecologia e ostetricia tes suto adiposo un diabete gesta(Sigo), «il diabete è la patologia della graproduce una serie di zionale in una gravividanza più frequente e può diventare sostanze che concorrodanza precedente. un’esperienza complessa da gestire e una no allo sviluppo dell’insuliUna ridotta tolleranza minaccia per la salute della mamma e del noresistenza). al glucosio (IGT), condizione in bambino». Questo è particolarmente vero cui la glicemia (a due ore dal carico oraSoffrire di ipertensione arteriosa. per le donne che hanno sviluppato il diale con 75 grammi di glucosio) ha valori Essere affette da sindrome dell’obete gestazionale che, se non controllato, compresi tra 140 mg/dl e 200 mg/ dl. vaio policistico. potrebbe portare il nascituro a svilupparsi Valori alterati di glicemia a digiuno Appartenere a un gruppo etnico più del dovuto, con il rischio di un parto (da 110 a 125 mg/decilitro). (ispanico, asiatico, africano) ad alta difficile, difficoltà respiratorie alla nascita, prevalenza di diabete. Una marcata glicosuria (presenza di morte perinatale ed emorragie materne post partum. Da aggiungere, poi, che il bambino, crescendo, ha un rischio sei volte maggiore di soffrire di diabete e obesilore, si è dimostrato sicuro e accurato anPER UN CONTROLLO tà. «Perciò», spiega Ferrazzi, «una volta che nelle donne in dolce attesa. Con COSTANTE diagnosticato il diabete gestazionale, è FreeStyle Libre il monitoraggio della gliceLe donne con diabete hanno la necessità opportuno modificare stile di vita e alimia viene effettuato grazie a un piccolo e di misurare frequentemente i livelli di glumentazione: una moderata ma regolare discreto sensore che si applica sulla parte cosio (dalle quattro alle dieci volte al giorposteriore del braccio ed è progettato per attività fisica, una dieta corretta che conno) in quanto un accurato monitoraggio rimanere applicato al corpo fino a quattorsenta anche la gedella glicemia è redici giorni. Il dispositivo misura ogni mistione adeguata quisito fondamentaUNA VOLTA nuto i livelli di glucosio nei fluidi del peso, nonché il le per ottenere un DIAGNOSTICATO interstiziali, eliminando la necessità delle mantenimento di buon controllo metafrequenti punture del dito. Successivaun accurato conbolico e, quindi, per IL DIABETE mente, un apposito lettore passato sul trollo dei valori delun esito favorevole GESTaziONALE sensore, rileva in un solo secondo il valola glicemia durante materno e fetale delÈ OPPORTUNO re scansionato. Come ha dimostrato un tutta la fase della la gravidanza. «Un MODIFICARE recente studio clinico, soggetti diabetici gravidanza, sono sistema innovativo che hanno utilizzato FreeStyle Libre hanessenziali per la saFreeStyle Libre di STILE DI VITA no trascorso meno tempo in condizioni lute della donna e Abbott che ha di E ALIMEnTAZIONE di ipoglicemia (anche notturna) senza del bambino e aiurecente ottenuto la nessun aumento dell’emoglobina glicatano a ridurre al cer tificazione CE ta, rispetto ai tradizionali sistemi di autominimo il rischio di conseguenze sul na(Conformité Européenne), può essere un monitoraggio della glicemia. Inoltre, scituro». Fortunatamente, nel 90 per cento momento di ulteriore evoluzione nel tratvalutazioni tramite l’utilizzo di Real world dei casi il problema si risolve dopo il partamento della gestante con diabete», didata hanno dimostrato che la possibilità to, anche se va detto che le donne in quechiara Ester Vitacolonna, associato di effettuare misurazioni giornaliere più stione sono maggiormente a rischio di presso la Scuola di medicina e scienze frequenti (mediamente 16 contro i 3-5 dei sviluppare il diabete di tipo 2 in un modella salute dell’Università di Chieti e cotradizionali sistemi con puntura del polpamento successivo della vita (cosa che avordinatore nazionale del gruppo di studio strello) è associata a un controllo notevolviene entro cinque-dieci anni in oltre il 50 Diabete e gravidanza Amd Sid. Il sistema, mente migliore del glucosio. per cento dei casi). oltre che semplice da usare, rapido e indo-

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Nutrizione | dicembre 2017 35


cosmesi

A

di Elisa Da Vinci

ttraverso

il viso

La detersione della pelle è un’azione fondamentale per garantire al volto luminosità e morbidezza, purché effettuata con i prodotti giusti consigliati dal farmacista

La detersione del viso è un’azione indispensabile della beauty routine di giovani, donne, uomini e persone mature. Se una volta la prima attività del mattino era quella di “lavare la faccia” oggi tutti sappiamo che per pulire il volto da impurità, residui di trucco, eccesso di grasso e agenti inquinanti che si depositano durante il giorno, la detersione va effettuata di sera, prima di andare a dormire per lasciare la pelle pulita. Il perché è presto detto: proprio di notte cheratinociti e fibroblasti si autoriparano dai danni subiti durante il giorno purché l’epidermide sia detersa e non occlusa da impurità e maquillage che, se non rimossi efficacemente, possono rendere la pelle secca e fragile, aumentare il numero di cellule morte, favorire la formazione di comedoni, provocare dermatiti con arrossamenti, pruriti e infiammazioni, far apparire la pelle grassa untuosa e lucida, accelerare i fenomeni di invecchiamento cutaneo. La detersione serale, quindi, è di fondamentale importanza ed è un segmento di mercato interessante per la farmacia, canale a cui si rivolgono sempre più i consumatori di tutte le età per essere consigliati al meglio sui prodotti da utilizzare per la propria tipologia di epidermide. Tuttavia gli analisti concordano sul fatto che le persone vogliono avere la pelle del viso più luminosa e uniforme e che per ottenerla la detersione personalizzata è un passo fondamentale a tutte le età.

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Lo sottolinea anche Domenica Pizzuti (nella foto), cosmetologa e referente Aideco (Associazone italiana dermatologia e cosmetologia) per la Lombardia: «La pelle rappresenta l’elemento che contribuisce a differenziarci gli uni dagli altri grazie a numerose caratteristiche che determinano il biotipo cutaneo e rendono ogni singolo individuo unico. Attraverso l’analisi della pelle cerchiamo di individuare le tipicità e le esigenze che possono variare notevolmente nel corso dell’esistenza a seconda dell’età, delle abitudini di vita o in presenza di particolari situazioni fisiopatologiche. La conoscenza della tipologia di pelle da detergere è fondamentale per stabilire la routine quotidiana più adatta affinché si riesca a mantenere in equilibrio e buono stato l’area trattata».

PER OGNI PELLE Per consigliare i prodotti di detersione più adatti vanno rilevate le caratteristiche epidermiche della persona che si rivolge al farmacista: «Una pelle normale presenta un colorito chiaro e omogeneo, è luminosa, trasparente e non presenta imperfezioni quali osti follicolari dilatati, macchie, comedoni, rughe, desquamazione e screpolature. È una tipologia di pelle rara negli adulti ma molto frequente nei bambini in età puberale. Dal punto di vista fisiologico la pelle normale è ben idratata e presenta un film idrolipidico equilibrato. Una detersione delicata è la più adatta, con una propensione al

mantenimento dell’idratazione con elementi protettivi e antiage utili a prevenire i segni del tempo. Alle persone con questa tipologia di cute va consigliato l’utilizzo di latte e tonico o creme detergenti a risciacquo». Peculiarità di una pelle mista, invece, sono l’effetto “lucido”, soprattutto a livello della fronte e del naso, caratteristico di una cute grassa, ma anche aree con desquamazione e assottigliamento tipiche di una epidermide secca. Ha una composizione del film idrolipidico disomogenea e risente molto dei cambiamenti di clima e di stagione. I detergenti, in questo caso, secondo Pizzuti, de-


mentre sono ideali prodotti contenenti sostanze calmanti, emollienti e nutrienti. Una pelle cuperosica, infine, appare calda e secca, con presenza di capillari rotti e reticoli venosi di colore rosso-violaceo. Spesso questo stato è una conseguenza di cuti già secche e sensibili. Anche in questo caso va suggerito l’utilizzo di detergenti delicati con principi emollienti, antiage e calmanti, senza dimenticare che è indispensabile la protezione dai raggi solari.

cosmesi

vono essere idratanti e sebo normalizzanti evitando, però, l’impiego di ingredienti ad attività comedogenica. Se c’è una tipologia di epidermide che vede nella detersione una componente fondamentale della propria salute e della propria bellezza è la pelle grassa, come sottolinea la cosmetologa: «Una pelle grassa e a tendenza acneica appare lucida e oleosa, con pori dilatati, arrossamenti e cicatrici da acne. Tutto ciò è determinato da ipersecrezione sebacea e fattori ormonali, maggiormente evidenti in età puberale. L’azione dei batteri, a livello follicolare, può scatenare reazioni infiammatorie con formazione di papule e pustole che trasformano una pelle grassa in una a tendenza acneica. La detersione, in individui che hanno questa cute, è fondamentale. Bisogna prevenire l’ipersecrezione sebacea e la proliferazione batterica, utilizzando prodotti che svolgono un’azione astringente dei pori ma, nel contempo, abbiano un effetto idratante. In questi casi una detersione aggressiva peggiorerebbe la situazione causando un “effetto rebound” cioè una produzione ancora più importante di sebo. A queste persone vanno consigliati detergenti a risciacquo, formulazioni in gel o schiumogene, contenenti elementi disinfettanti e, nello stesso tempo, idratanti. L’azione potrebbe essere rafforzata dall’utilizzo di maschere a base di argilla con capacità igroscopiche e gommage leggeri (almeno una o due volte la settimana) per effettuare una detersione più profonda ma sempre delicata». Una detersione soft è invece ideale per la pelle secca e disidratata che diventa molto spesso anche sensibile. È una condizione in cui ci si trova di fronte a una carenza di lipidi e acqua, invecchiamento precoce e mancanza di elasticità. Il mantello idrolipidico risulta danneggiato e quindi la cute è priva di protezione. Per questo va trattata con detergenti in grado di mantenere i normali fattori di idratazione cutanea e con sostanze che riducono l’evaporazione dell’acqua con aggiunta di lipidi quali ceramidi, acidi grassi e fosfolipidi. A questi soggetti va sconsigliato l’utilizzo di detergenti con alti contenuti di conservanti e deodoranti (sostanze poco gradevoli a una pelle particolarmente sensibile e tendente ad arrossarsi),

IL DETERGENTE IDEALE Le caratteristiche di un detergente ideale, quindi, dipendono dall’età ma anche dalla tipologia di cute che l’individuo presenta. La pelle giovane, infatti, richiede una detersione più accurata, vista la condizione ormonale sviluppata. In età adulta, invece, l’ideale è

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cosmesi

puntare su una detergenza più delicata e restituiva in grado di non aggredire la pelle donando, nel contempo, idratazione e nutrimento. Ci sono diversi prodotti per la pulizia della pelle del viso che vanno valutati insieme a chi poi li utilizzerà sapendo, per esempio che i tradizionali saponi hanno una grande capacità sgrassante ma possono risultare troppo aggressivi, soprattutto in aree delicate quali contorno occhi e labbra. Latte detergente e tonico sono i due prodotti principe di una detersione corretta, a cui si è aggiunta, in tempi più recenti, l’acqua micellare ma bisogna sempre partire dalle caratteristiche dell’epidermide dell’individuo. Per esempio nel caso di pelle cuperosica o disidratata l’utilizzo di latte detergente e tonico è sicuramente più adatta rispetto a una detersione con sapone tradizionale. «Un latte detergente composto da una emulsione a base oleosa», spiega Pizzuti, «mentre deterge riesce a restituire alla cute elementi mancanti quali lipidi o acqua. Inoltre, grazie a questa struttura, si favorisce l’assorbimento delle particelle grasse di make up o eventuali residui di smog e impurità che, durante la giornata, si depositano sulla cute. Il tonico, inoltre, ha un ruolo molto importante sia per effettuare una pulizia più accurata, rimuovendo perfettamente eventuali residui di latte detergente e sporco in

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IL BIOTIPO CUTANEO

IL CONCETTO DI DETERSIONE ORMAI NON È PIÙ LEGATO AL SOLO UNIVERSO FEMMINILE

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esso inglobato, sia perché avendo caratteristiche astringenti e rinfrescanti dona sollievo e una gradevole sensazione di benessere. Infatti, il tonico va consigliato al posto dell’acqua micellare di fronte a pelli grasse e tendenzialmente acneiche perché aiuta a mantenere il grado di acidità dell’epidermide. L’acqua micellare, invece, è un prodotto in grado di equilibrare il pH della pelle, idrata e pulisce a fondo lasciando una sensazione di freschezza e morbidezza. È ben tollerata anche dalle pelli molto sensibili ma, purtroppo, è poco efficace con i residui di trucco per i quali invece è ideale, per le sue caratteristiche formulative, il latte detergente». Secondo la cosmetologa, quindi, una routine quotidiana corretta ed efficace dovrebbe prevedere l’utilizzo di tutti e tre questi prodotti mentre è necessario prestare attenzione all’impiego delle cosiddette salviette detergenti “2 in 1” che vanno adottate solo in caso di necessità perché risultano essere molto aggressive e poco idratanti, con una concentrazione di attivi alta che, molto spesso, non è tollerata dalla pelle, specie se delicata. Senza considerare poi che l’azione meccanica necessaria per rimuovere il make up può portare ad arrossamenti e irritazioni. Per questo le salviettine “2 in 1” non sono indicate per chi ha bisogno di una detergenza delicata e profonda.

Oltre alla detersione tradizionale, molta importanza si dà anche agli struccanti studiati per la rimozione del make up che è una delle azioni indispensabili da compiere la sera prima di andare a dormire. «È bene scegliere», precisa la referente Aideco, «un prodotto in base alle caratteristiche del biotipo cutaneo. I prodotti a base oleosa sono molto indicati come struccanti perché hanno una maggiore capacità di inglobare le particelle grasse del trucco e rimuoverle efficacemente. Per asportare il maquillage dal viso, quindi, vanno molto bene gli struccanti bifasici che hanno una grande parte lipidica in grado di detergere per affinità. Nella scelta del prodotto va anche valutata, però, la gradevolezza e le abitudini di detersione della consumatrice. Per quanto riguarda la detersione, quindi, è possibile spaziare fra latte detergente, prodotti bifasici, gel struccanti, creme detergenti o schiumogeni, senza dimenticare di completare il tutto con acqua micellare o tonico». Da tempo ormai il concetto di detersione non è più relegato solo all’universo femminile poiché sempre più anche quello maschile sta imparando a utilizzare prodotti alternativi al classico sapone. «In questo caso va ricordato che la pelle maschile ha uno spessore maggiore e un’abbondanza di fibre collagene ed elastiche», conclude Pizzuti. «Il sistema pilifero è più sviluppato, la produzione di sebo maggiore e i follicoli pilo sebacei più dilatati; tutti fattori che aumentano la predisposizione all’acne anche se la cute dell’uomo invecchia più lentamente rispetto a quella femminile. Tuttavia la pelle maschile richiede una detergenza facile e veloce con prodotti dalle texture leggere e poco untuose. Per questi soggetti, quindi, sono consigliabili detergenti idratanti a risciacquo schiumogeni o gel poco profumati e colorati. In conclusione, un farmacista, per consigliare la detersione più adatta alla propria clientela, deve sicuramente conoscere le abitudini quotidiane e la cute da trattare, considerando anche le condizioni climatiche o gli eventuali cambiamenti ormonali o fisiologici della persona».



Legale

L’

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

usucapione

Il possesso nel tempo dell’azienda per l’esercizio di una farmacia ne può trasferire la proprietà?

Una delle problematiche che potrebbe interessare i frequentatori presbiti di questo osservatorio nella esegesi dell’articolo 7, comma 1, della Legge n. 362/1991 come modificato dall’articolo 1, comma 157, della Legge n. 124/2017 sulla apertura al capitale di soggetti non idonei all’esercizio di farmacia nelle società speziali che ne possono divenire titolari (Punto Effe n. 18/2017: “Dissonanze 2.0”) dovrebbe essere quella relativa alla ricaduta della novella normativa nelle ipotesi che possano coinvolgere più in generale il regime di una farmacia caduta in successione e gestita a suo tempo in un’atipica società di fatto da eredi non farmacisti ma comproprietari dell’azienda per il suo esercizio che, al momento della successione di uno di essi, venga affidata in gestione provvisoria a un suo erede non farmacista che la continui a condurre nella precedente atipica forma di società di fatto con il superstite comproprietario non farmacista dell’azienda, che poi la trasferisca a un farmacista idoneo che estrometta il gestore provvisorio non farmacista, e venga riconosciuto titolare della farmacista e gli opponga l’usucapione dell’intera azienda per effetto del possesso che, protratto per un certo tempo e di altri requisiti, ne abbia prodotto l’acquisto della proprietà a norma dell’articolo 1158 del Codice Civile: res habilis, titolus, possessio, fides, tempus (Giustiniano, I, 2, 49). L’ipotesi datata nel tempo è stata esami-

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nata dalle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione, 5 marzo 2014, n. 5087, che ha fissato per la prima volta due principi di diritto che sono fondamentali non solo in punto di usucapione dell’azienda per l’esercizio di una farmacia, ma di titolarità di un tale diritto e del suo trasferimento negoziale e successorio, affermando che in linea di principio occorre distinguere l’autorizzazione (recte, concessione) all’esercizio della farmacia, che è un atto ammnistrativo non trasferibile a norma dell’articolo 112 del T.U. Leggi sanitarie n. 1265/1934 e dell’articolo 12 della Legge n. 475/1968, dalla azienda, che è il complesso dei beni organizzati per l’esercizio dell’impresa farmaceutica, ma che la titolarità del diritto d’esercizio della farmacia è giuridicamente indissociabile dalla proprietà dell’azienda farmaceutica: di tal che il ricoscimento del trasferimento della titolarità della farmacia non è possibile se insieme col diritto d’esercizio della farmacia non venga trasferita anche l’azienda commerciale che vi è connessa. Su questa premessa le Sezioni Unite hanno fissato le seguenti massime che hanno fatto sobbalzare la fantasia giuridica di qualche “esperto” del settore: «In tema di farmacie l’assoggettamento a regime pubblicistico, con riguardo sia alla preventiva autorizzazione, sia al successivo controllo da parte dell’Amministrazione sanitaria sulla relativa attività, nonché

l’inderogabile coincidenza della qualità di titolare con quella di gestore della farmacia, non escludono la configurabilità di posizioni di diritto soggettivo di persone diverse dal titolare-gestore e, in particolare, non comportano la nullità degli acquisti derivati mortis causa o inter vivos che abbiano il loro fondamento nella previsione dell’articolo 369 T.U. n. 1265/1934». «Ai fini della disciplina del possesso e dell’usucapione, l’azienda, quale complesso dei beni organizzati per l’esercizio dell’impresa deve essere considerata come un bene distinto dai singoli componenti, in quanto tale suscettibile di essere unitariamente posseduto e, nel concorso degli altri elementi indicati dalla legge, usucapito (in applicazione di tale principio, viene riconosciuta nella fattispecie l’usucapibilità, da parte del proprietario della metà dell’azienda per l’esercizio della farmacia caduta in successione e del cui diritto d’esercizio era divenuto titolare e l’aveva esercitata per vent’anni comportandosi quale unico proprietario, anche dell’altra metà dell’azienda per l’esercizio della farmacia». «Ai fini dell’usucapione non è necessaria l’interversione di un possesso originariamente comune, essendo in tal caso sufficiente che la parte abbia posseduto per il tempo necessario, animo domini, in modo esclusivo e incompatibile con la possibilità di fatto di un godimento comune».


Per maggiore chiarezza del decisum viene qui riassunto l’antefatto riguardante una farmacia legittima (articolo 368, T.U. n.1265/1934) della cu azienda, in periodo antecedente ala entrata in vigore della la Legge n. 475/1968, sono contitolari per successione dal padre M. (farmacista) due fratelli F e A. (non farmacisti). Alla morte di F. (non farmacista) il nipote G. (non farmacista) figlio di A. (non farmacista) ed erede per il 50 per cento della quota dell’azienda farmaceutica caduta nella successione di F. (non farmacista) e ottiene nel 1951 la gestione provvisoria della farmacia in cui collabora la sorella E. (non ancora farmacista) figlia di A. (non farmacista), la quale riceve nel 1957 in donazione dal padre A. (non farmacista) l’intera azienda farmaceutica insieme al suo diritto d’esercizio e, divenuta titolare della farmacia, estromette il fratello G (non farmacista) dalla sua gestione per poi trasferire nel 1988 la farmacia alla propria figlia C. (farmacista). Nel 1997 il signor G (non farmacista) conviene in giudizio la nipote C. (farmacista) perché venga dichiarata la nullità la donazione della azienda farmaceutica in favore della sorella E., dante causa della nipote C. (farmacista) e venga riconosciuto egli stesso titolare della farmacia. La nipote C. (farmacista) oppone l’usucapione ventennale della intera azienda per l’esercizio della farmacia di cui è titolare. Il Tribunale nel 2001 dichiara la nullità della donazione limitatamente alla quota del 50% della azienda farmaceutica spettante al signor G. (non farmacista) quale erede della quota riferibile allo zio F. (non farmacista) e nel contempo dichiara l’usucapione ventennale della intera azienda farmaceutica in favore della donataria E. (farmacista) dante causa della figlia C (farmacista). La causa viene proseguita dall’erede (non farmacista) del signor G nei confronti della cugina C. (farmacista) e la Corte d’appello conferma nel 2007 la sentenza del Tribunale: nel 2014 si pronuncia al Corte di Cassazione respingendo il ricorso per la sua riforma. A questo punto si rassicurano i frequentatori presbiti di questo osservatorio legale che siano arrivati fin qui nel labirinto del-

Legale

L’IPOTESI E IL QUESITO

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Legale

Occhiali da vedere per vedere: L’OTIUM DI UN GRANDE AVVOCATO

la vicenda (che ha occupato nei tre gradi del giudizio quattro generazioni di una stessa famiglia per la verità litigiosa) sulla attualità del contrasto tra la teoria atomistica e la teoria unitaria dell’azienda per l’esercizio di una farmacia, ma che, ben difficilmente - nel vigore dell’articolo 11 della Legge n. 475/1968, confermato dall’articolo 11 della Legge n. 362/1991 e non smentito all’articolo 1, comma 157, della Legge n. 124/2017 sulla biunicità del diritto d’esercizio di una farmacia privata e della azienda a questo afferente- un tale contenzioso possa residuare o rifiorire almeno in questi termini sia per quanto riguardi la domanda principale sulla cessione dell’azienda per l’esercizio di una farmacia, sia per quanto riguardi la riconvenzionale sulla sua usucapione, che meritano una riflessione in fatto prima ancora che in diritto, ma che denunciano come gli istituti civilistici possano travalicare il divenire della legislazione speciale per l’esercizio di una farmacia che si pone tra il diritto pubblico e il diritto privato e che l’esegeta ne possa trarre insegnamento nel togliere il loglio dal grano, per poter ricorrere a detti istituti, tra cui quello dell’usucapione, anche nel sistema farmacia, quale unicum di professione-struttura-servizio.

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Nei giorni scorsi è stato celebrato a Palazzo Vecchio (ove è stata murata nel “Palazzo dei padri” un’epigrafe in sua memoria) Piero Calamandrei in un Convegno su “L’uomo, il giurista, l’intellettuale” in cui è stato ricordato anche il suo autoritratto. L’autoritratto di Piero Calamandrei ha illustrato lo scorso anno su questa rivista (Punto Effe n. 17/2016: “La Costituzione presbite”) l’intervento sulla Costituzione presbite in occasione dell’autoritario tentativo di una sua riforma, che è stato respinto mediante referendum dal popolo sovrano ed è stato forse scambiato per un loisir ben strano per un giurista impegnato ai suoi livelli. Il che può sembrare vero, se solo si pensi alla cattedra universitaria (ottenuta a ventiquattr’anni) e agli studi sul processo civile (che l’hanno poi fatto collaborare, con Francesco Carnelutti ed Enrico Redenti, alla redazione del Codice di rito civile). Per non dire dell’affinità elettiva avuta con i fratelli Rosselli che si è tradotta nella attività di costituente (nella Commissione dei 75 che ha redatto la bozza della Costituzione) e di costituzionalista (già nella difesa dello scrutinio costituzionale sulle leggi fasciste ancora in vigore di cui alla prima sentenza della Corte Costituzionale n. 1/1956) e anche di parlamentare (nel gruppo che ha fatto fallire la proposta della “legge truffa” del 1952 sul premio di maggioranza) e di consigliere comunale (se pure, come primo degli eletti della lista di maggioranza, abbia rinunciato alla fascia di sindaco di Firenze), ma pure nella direzione del Ponte: la sua rivista, che ha costituito un punto fermo politico nella ricostruzione dell’Italia dal ventennio della vergogna. Ma può soprattutto sembrare inconsueto se solo si pensi alla sua attività di avvocato (dal suo primo processo al fronte

della prima guerra mondiale avanti una Corte marziale in difesa di otto fantaccini imputati di diserzione, che riuscì a salvare dalla fucilazione e non fu certo il più facile dei processi rispetto a quelli poi celebrati avanti la Consulta o la Corte di Cassazione civile): munus publicum (ove la rosa etica vince la norma scritta, secondo il suo Elogio dei giudici scritto da un avvocato) ritenuto prevalente rispetto alla stessa sua dottrina giuridica, secondo una logica espressa anche negli impegni istituzionali di rettore dell’Università di Firenze e di presidente del Consiglio nazionale forense, nonché di Accademico dei Lincei. Attività tutte divise con quella universitaria e forense che pure gli hanno consentito di intrattenere un carteggio con Benedetto Croce e con Thomas Mann, di pubblicare un saggio fondamentale su Benvenuto Cellini, ma anche di frequentare gli Amici della Musica (per il suo Debussy) ovvero più semplicemente di condividere gli affetti dei suoi cari nella sua casa di campagna (il cui Inventario viene letto nelle scuole) o di conversare di scienza e di cultura con gli amici al Pover’omo del Forte dei marmi, e qui di trovare anche il tempo e la voglia di dipingere (e non solo autoritratti) nella tradizione degli ultimi macchiaioli. Questi era ed è Piero Calamandrei che ci ha lasciato a settant’anni, sessant’anni fa, ma la cui memoria è ancora viva per chi si è formato alla sua Scuola, da cui sembrano aver appreso ben poco i pronipoti ricostituenti (bocciati nel 2016) che pure hanno frequentato le stesse aule di via Laura ove hanno insegnato i padri costituenti Piero Calamandrei e Giorgio La Pira, la cui presenza, pur sotto antagonisti profili politici uniti tra loro dalla Carta della libertà non disgiunta dalla legalità, è attuale per chi l’ha sentita e la sa ancora sentire.


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a cura della Redazione

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Per un’offerta mirata

La nuova visione del mercato di New Line che, con StaffMap, punta all’analisi del potenziale per ogni bacino di utenza

Si è tenuta a Milano la presentazione in anteprima per i farmacisti della nuova visione del mercato secondo New Line Ricerche di Mercato. Molto interesse da parte dei farmacisti per il tema del bacino di utenza e della sua importanza per la definizione di un’offerta mirata adeguata al proprio pubblico. «Da sempre lavoriamo con e per le farmacie, anche questa volta abbiamo voluto condividere con loro in anteprima la grande innovazione che lanciamo sul mercato con StaffMAP™», ci racconta Elena Folpini, direttore generale della società. StaffMAP™ è l’evoluzione di una serie di servizi che New Line ha affinato nel tempo, grazie alla collaborazione di farmacisti e aziende. Nel 1992 Staff-Statistiche dalla Farmacia alla Farmacia, che misura le performance delle farmacie nelle diverse categorie merceologiche. Nel 2000 Fast, la versione specializzata per la dermocosmesi, realizzata in collaborazione con Vichy. Nel 2002 Apoteca Natura Data System, approfondimento unico nel mondo della fitoterapia creato per Aboca. Nel 2005 Marketing&Analisys, in collaborazione con Sanofi per il mondo dell’automedicazione. Nel 2009 Sestante, realizzato in collaborazione con Unifarm, che approfondisce l’aspetto della possibile concorrenza della Gdo. «Ora proponiamo una nuova visione che fornisce a ogni farmacia indicazioni precise circa il suo potenziale rispetto alle caratteristiche del proprio bacino di utenza», afferma Folpini. Nel tempo sono stati realizzati molti studi sul comportamento e sulle aspettative

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Tabella Esempiodibacinodiutenza aelevataquotadibambini EXTRA FARMACO FATTURATO

SCONTRINI EXTRA FARMACO

VALORE MEDIO (EURO)

MEDIA ITALIA

17,33

MEDIA BACINO

17,01

BEST BACINO

19,61

dei consumatori rispetto al canale e rispetto alle categorie di maggior rilevanza per la farmacia. Fino a oggi però non erano mai state correlate le vendite con la domanda specifica espressa da un certo target. Per correlare le vendite alle richieste delle persone, occorre prima di tutto definire per ciascuna farmacia italiana il suo bacino di utenza. Il termine è molto abusato, in realtà indica, topograficamente, l’area raggiungibile a partire da un punto che si colloca in una mappa (baricentro) seguendo le strade percorribili a piedi o in auto. «Siamo andati oltre e abbiamo legato a ogni bacino di utenza quegli elementi specifici della popolazione e dell’area che determinano la domanda in farmacia. Il nostro studio, basato su modelli econometrici messi a punto in tanti anni di esperienza nel settore, ci fornisce il metodo scientifico per dare una risposta.» La novità è anche il superamento dei modelli di prossimità che confrontano farmacie della stessa zona, le più vicine, che hanno il limite di non tenere conto

delle differenze in termini di popolazione che esistono anche tra quartieri limitrofi nelle grandi città oppure tra Comuni o frazioni diversi appartenenti alla stessa area geografica. I modelli basati sulla prossimità fanno riferimento a elementi spesso disomogenei. New Line ha identificato ben 120 tipologie di bacini di utenza diversi, per ciascuno dei quali è stato elaborato il modello di riferimento che aiuta il farmacista a orientarsi per capire quale sia il suo massimo potenziale in ogni categoria merceologica. Nella tabella osserviamo uno dei “bacini tipo”. In questo tipo di bacino, ad elevata quota di bambini, la farmacia Best Performer realizza mediamente il 61,9 per cento in più rispetto alla Farmacia media, con un valore per scontrino commerciale di 2,60 euro superiore. StaffMAP™ non fornisce solo il dato sintetico dell’extra farmaco ma esamina tutte le aree merceologiche con dettaglio di aziende e prodotti, fornendo a ciascuna farmacia spunti concreti per una crescita inaspettata e possibile



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Leggere

la salute Farma Magazine, la voce della farmacia, diventa nazionale

Dopo due anni di rodaggio, Farma Magazine, dal 2018, diventa nazionale. La novità è diventata ufficiale nell’ambito di un evento tenutosi a Roma: “Educare alla salute per curare l’Italia”. Nato da un’idea di Federfarma Roma e del gruppo Edra, Farma Magazine è stato per due anni distribuito al pubblico nelle farmacie del Lazio e, poi, della provincia di Torino. Obiettivo principale, fare informazione sulla salute in termini credibili e alla portata di tutti, coniugandola con rubriche più “leggere” sul cinema, la lettura, lo sport, la musica e così via. Ora il grande salto, la rivista diventa, da gennaio, a diffusione nazionale, con una tiratura di 1,7 milioni di copie. La presentazione a Roma, alla presenza del ministro della Salute Lorenzin e di politici di tutti gli schieramenti. «Farma Magazine è stato e ancor più sarà in futuro», afferma Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma e vice presidente di Federfarma, «lo strumento per fare educazione sanitaria sul territorio e

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promuovere campagne rivolte ai cittadini attraverso la rete capillare delle farmacie. Solo per fare un esempio, sull’ultimo numero di Farma Magazine è stato pubblicato un dossier nel quale i Carabinieri spiegano alla cittadinanza come difendersi dalle truffe domestiche e non solo, che coinvolgono in particolare i soggetti più fragili. Un’iniziativa che vogliamo ripetere su scala nazionale». «Bisogna essere capaci di “ingaggiare” il cittadino”», gli fa eco Marco Cossolo, presidente di Federfarma, «di coinvolgerlo nei progetti a tutela della salute pubblica, per i quali un periodico come Farma Magazine svolgerà una funzione essenziale. Da parte sua Federfarma continua a puntare sulla prevenzione primaria, come dimostrano i 160.000 screening gratuiti della glicemia realizzati nell’ambito del DiaDay». «Occorre costruire una cultura della salute», è l’invocazione di Beatrice Lorenzin, «mai come nel periodo che ho passato al-

la guida del Ministero mi sono resa conto di quanto sia importante comunicare la salute in modo corretto, mediante pubblicazioni credibili come Farma Magazine. In questi anni ho dovuto affrontare il caso Stamina e il movimento no vax, solo per fare due esempi di tesi prive di alcun valore scientifico». Farma Magazine, va ricordato, non è solo una rivista cartacea, ma anche un sistema multicanale: è scaricabile tramite App, disponibile su Google Play e App Store, su web e sui social, consentendo di accedere rapidamente e con facilità a tutti i contenuti presenti sul cartaceo. «In una fase storica in cui il benessere e la salute sono il primo pensiero della maggior parte dei cittadini, in cui la sostenibilità del Ssn è sempre più dipendente dall’empowerment del cittadino, dalla sua capacità di prendersi cura della sua salute, è evidente quanto il proliferare di informazioni errate, da stamina ai vaccini, possa risultare critico», conclude Ludovico Baldessin, Chief business and content officer di Edra. «È indispensabile per tutti gli attori del sistema porre maggiore attenzione all’educazione alla salute, anche valorizzando autorevolezza e familiarità del farmacista e della narrazione di Farma Magazine, che rappresenta un aiuto al cittadino su molteplici temi, dalla medicina ai farmaci, dalla nutrizione all’assistenza domiciliare».



INTERVISTA A...

di Giuseppe Tandoi

Un cammino

da proseguire

All’indomani della chiusura del primo DiaDay, Salvatore Butti - responsabile della business unit Generics, Otc & Portfolio - definisce «molto positivo» l’esito dell’iniziativa che ha coinvolto 7.000 farmacie e di cui Teva era main sponsor. «I 160.000 screening eseguiti in farmacia sono un ottimo risultato. Teva, da parte sua, è più che soddisfatta di partecipare a progetti come questo che contribuiscono a evidenziare il ruolo sociale della farmacia e a riqualificare la professionalità del farmacista, in termini di presa in carico del paziente e di educazione sanitaria. Che io mi ricordi il DiaDay è la più

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grande iniziativa di prevenzione svolta sul territorio, visto che ha coinvolto quasi la metà delle farmacie italiane». Lo raggiungiamo al telefono per l’intervista quando si trova a Ragusa per la decima e ultima tappa di “Panorama d’Italia”, progetto itinerante di scoperta della Penisola cui Teva Italia partecipa sollecitando il dibattito e sensibilizzando i cittadini a una maggiore conoscenza dei farmaci equivalenti. Un’altra delle iniziative che mettono in risalto la dimensione sociale e culturale del gruppo, insieme, per esempio, al Premio Innova S@ lute e alla app YourTeva sul benessere e gli stili di vita.

Prevenzione e aderenza alla terapia - sottolinea Butti - sono gli elementi cardine che caratterizzano la farmacia del futuro. «Anche qui a Ragusa abbiamo raccolto tutti gli stakeholder (medici, farmacisti, istituzioni...) per parlare di questi temi, con uno scambio di opinioni molto proficuo».

EQUIVALENTI IERI E OGGI C’è poi l’annosa questione della diffusione limitata dei generici nel nostro Paese che, affacciatosi tardi sul mercato, sconta ancora le conseguenze di qualche pregiudizio negativo, mai del tutto sconfitto. «Il discorso sulla diffusione dei

generici in Italia», riflette Butti, «sarebbe molto lungo. Basti pensare che negli Stati Uniti già negli anni Sessanta si parlava di sostituibilità e nel 1980 fu pubblicato il primo Orange Book. In Italia, invece, il mercato degli equivalenti è molto più giovane, ha una ventina d’anni; in più c’è una non omogenea conoscenza sul territorio del concetto di bioequivalenza. Persistono, in Italia, alcuni luoghi comuni sui generici che ne frenano la completa affermazione e che andrebbero sfatati; è un discorso di maggiore consapevolezza e cultura sull’argomento. Non dimentichiamoci che i risparmi generati, per le casse pub-


bliche, dalla diffusione di questi farmaci hanno avuto riflessi anche sui fondi destinati ai farmaci innovativi». Certo è che, quando scade un brevetto, il paziente per avere il farmaco branded deve pagare di tasca sua il divario tra prezzo di rimborso e prezzo di vendita del brand (circa un miliardo l’anno). «Attenzione però a non generalizzare, la diffusione dei generici varia molto da regione a regione. Si parte dal 41 per cento di Trento per scendere al 18-19 di alcune aree del sud. E tuttavia non sono pessimista. Se pensiamo che le confezioni di farmaci off patent vendute in un anno sono 1,4 miliardi, 400 milioni di

esse sono di generici. Sono numeri ragguardevoli, ma c’è ancora molto da fare e Teva sta cercando di dare il suo contributo attraverso iniziative che coinvolgono, tra gli altri, le associazioni di medici e di farmacisti». Si poteva fare qualcosa di più, a livello istituzionale? «Direi di no, non mi sento di avanzare particolari rilievi, semmai devo dire che le criticità di presentano sul territorio. La Legge 405/2001 ha dato origine a notevoli disomogeneità nella distribuzione, sia tra Regione e Regione sia tra singole Asl. Tirando le somme, però, bisogna dire che il mercato del “fuori brevetto” ha contribuito largamente a far sì che la spesa farmaceutica territoriale sia ormai sotto controllo, favorendo l’ingresso dell’innovazione». A questo proposito alcuni, molti, sostengono, che se anche i farmaci innovativi passassero dalla farmacia, i farmacisti non sarebbero preparatissimi a dispensarli… «Certo è un tema da affrontare, facendo leva sulla formazione e sul continuo aggiornamento professionale. Al di là di tutto, oggi il tema cruciale è quello della presa in carico del paziente cronico. Non è più la dimensione economica a essere prioritaria quanto quella dell’assistenza sul territorio. E a mio parere

la questione della presa in carico può essere affrontata efficacemente soltanto partendo da un più solido legame tra medico di medicina generale e farmacista». La preparazione, in par ticolare, di quest’ultimo deve essere, secondo il manager Teva, adeguata alle esigenze di pazienti cronici, che spesso assumono più farmaci (e per sempre), sui quali il professionista deve essere in grado di fornire una consulenza a tutto tondo, con una particolare attenzione alle eventuali interazioni tra medicinali.

CAMBIAMENTI GRADUALI Inevitabile una domanda, in chiusura, sull’ultima “rivoluzione” che ha interessato il sistema farmacia nazionale, quella del via libera ai capitali nella proprietà. «La mia sensazione è che il cambiamento provocato da questa novità legislativa sarà molto graduale. Alcuni dei player che avevano spinto perché si andasse in questa direzione stanno prendendosi un periodo di riflessione, a partire dalle multinazionali della distribuzione e dai fondi». In effetti chi si aspettava una repentina trasformazione dell’assetto attuale è rimasto deluso, anche perché permangono alcuni

intervista a...

Il sostegno al DiaDay e ad altre iniziative a carattere sociale. I progetti di Teva Italia delineati da Salvatore Butti, responsabile dell’area generici, Otc e portfolio

Salvatore Butti, Senior Director Business Unit Generics, Otc & Portfolio di Teva Italia

dubbi interpretativi sul testo di legge. Ma. prima di tutto, c’è la domanda alla base di ogni investimento imprenditoriale: è un buon affare? «Consideriamo che il numero delle farmacie veramente appetibili non è elevatissimo», conclude Butti, «e, in ogni caso, dovranno passare almeno ventiquattro-trentasei mesi perché si possano fare le prime valutazioni sui nuovi scenari. Detto questo, la legge scaturita dal Ddl Concorrenza a me non piace, credo che il farmaco sia un bene diverso da tutti gli altri e che l’indipendenza delle farmacie lo tuteli al meglio. Poi c’è il discorso aziendale, per Teva e per le altre aziende del settore si apriranno nuove opportunità, con le quali ci misureremo. Quello che immagino è, forse, un leggero restringimento dell’arena competitiva».

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di Autore

dalle aziende

Aggiornamento titolo dititolo rigore

Un corso Ecm Fad, rivolto a tutti i farmacisti, sommario sul tema dell’aderenza terapeutica nell’ipotiroidismo È on line dal 2 ottobre scorso e ci rimarrà fino al primo ottobre 2018 il corso Ecm Fad sull’“Importanza dell’aderenza terapeutica nel paziente ipotiroideo”, organizzato da Edra con un unrestricetd grant di Ibsa Farmaceutici Italia. Il corso è rivolto a tutti i farmacisti, territoriali e ospedalieri, e garantisce sei crediti Ecm. Responsabile scientifico, Gianluca Aimaretti, direttore Scdu Endocrinologia dell’Aou Maggiore della Carità di Novara. Presupposto dell’iniziativa, peraltro comune a numerose patologie, è che circa il 50 per cento dei soggetti affetti da ipotiroidismo e in trattamento con terapia ormonale sostitutiva presenta una scarsa aderenza al trattamento, in maniera indipendente dall’età. I tre moduli nei quali si articola il corso sono incentrati sull’“Inquadramento diagnostico terapeutico del paziente con ipotiroidismo”; sui “Cambi di terapie tra diverse formulazioni di levotiroxina sodica e loro effetti: esempi dalla pratica clinica”; sull’“Appropriatezza e compliance nel paziente ipotiroideo: ruolo degli operatori sanitari e in particolare del farmacista”. Il percorso didattico, quindi, dopo un inquadramento diagnostico terapeutico del paziente con ipotiroidismo, pre-

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senta alcuni esempi pratici circa gli effetti sui pazienti ipotiroidei in seguito a diversi approcci terapeutici con levotiroxina, per concludere fornendo alcuni utili consigli su come il farmacista può aiutare i soggetti afflitti da ipotiroidismo a migliorare la loro aderenza alla terapia. La possibilità di ricorrere sempre più a terapie “misurate” sul pa-

ziente rappresenta, infatti, un’arma di sicuro effetto contro la scarsa compliance che caratterizza trattamenti farmacologici di comprovata efficacia. Nel caso dell’ipotiroidismo determinante è la scelta del tipo di farmaco, in quanto è dimostrato che alcune formulazioni sono in grado di assicurare una migliore disponibilità di principio attivo,

anche se assunte con la colazione, e, di conseguenza, garantire la massima efficacia del trattamento, nonché un aumento dell’aderenza da parte del paziente. INFO Per iscriversi al corso accedere al sito http://farmacistapiu.ecm33.it/course/info. php?id=21.



Spigolature

Corrado Giua Marassi

Inquadramento clinico e gestione dei disturbi minori in farmacia Questo testo accompagna e supporta il farmacista verso il nuovo modello clinical pharmacy: da una professione incentrata sul farmaco a una incentrata sul paziente e sulla sua salute in termini di prevenzione e terapia. La scelta del farmaco appropriato, il monitoraggio dei suoi eventuali eventi avversi, la verifica del suo impiego in maniera razionale e sicura nonché la promozione della salute diventano quindi parte essenziale della professione del farmacista. Nel volume sono presi in esame i disturbi minori affrontabili dal farmacista, suddivisi per aree di gestione, tra quelli digestivi, muscolo scheletrici, dermatologici, delle vie aeree e del sistema nervoso centrale nonché i problemi specifici dell’età pediatrica, alla salute della donna e alla medicina dei viaggiatori. Una guida per il farmacista partendo dalla definizione della problematica e proseguendo con i quadri di presentazione dei sintomi, i casi in cui inviare il paziente al medico (red flag), l’inquadramento clinico, l’approccio terapeutico ed educazionale e le domande di autovalutazione.

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il tour di Cef Si è concluso il roadshow della Cooperativa esercenti farmacia-Cef di Brescia, all’insegna dello slogan “Vivi da protagonista la Tua Cooperativa”. Sette le tappe effettuate nel 2017 con 1.700 soci incontrati nei vari eventi di Bolzano Vicentino, Roma, Bari, Erba, Pisa e Bergamo, l’ultima a Brescia, dove il gruppo è nato nel 1934. Considerate dai

soci di tutta Italia un appuntamento ormai fisso, le convention Cef offrono un’occasione di confronto tra dirigenza della Cooperativa e farmacisti titolari, consentono di tastare il polso dei territori dove il gruppo è presente, incontrare e condividere con gli associati progetti e strategie dell’azienda. Il presidente di Vittorino Losio ha ribadito che tra i pro-

grammi del gruppo c’è quello di acquisire farmacie di proprietà: «Non compriamo per fini speculativi ma soltanto per proteggere il nostro settore dall’ingresso di altri soggetti, che ragionano con logiche ben diverse dalle nostre, pericolose per la stabilità del comparto. Proprio per questo il nostro progetto è perfettamente coerente con la rete

delle reti di Federfarma e Federfarma Servizi. Continuiamo a condividere gli obiettivi di quel progetto e collaboreremo come abbiamo fatto finora, per portarlo a compimento».

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Concluso

Campagna di vaccinazione

in Piemonte

La campagna stagionale di vaccinazione contro l’influenza è partita lunedì 6 novembre. L’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte ha l’obiettivo di raggiungere il 75 per cento dei soggetti interessati e, come ogni anno, il Servizio sanitario regionale offre gratuitamente la vaccinazione influenzale ai soggetti più a rischio. In Piemonte, nella campagna sono coinvolti anche i farmacisti che, in base all’accordo firmato dalla Regione con Federfarma e Assofarm, consegneranno ai medici e ai pediatri i vaccini che l’Asl di appartenenza del medico ha deciso di utilizzare. I farmacisti, inoltre, si impegnano anche a sensibilizzare i pazienti sull’importanza della vaccinazione, come previsto dall’intesa sottoscritta lo scorso anno e ribadita per l’anno 2017/2018.

Vidas plaude

al biotestamento All’indomani dell’approvazione della legge sul biotestamento ci sembra corretto riportare il commento di una esponente dell’associazione Vidas, impegnata da 35 anni nell’assistenza ai malati terminali e che oggi cura ogni anno 1.600 pazienti. Comunque la pensino i nostri lettori - la discussione parlamentare è stata molto accesa e non ha visto convergere sul voto positivo tutte le forze in campo - la normativa appena varata rappresenta

una svolta nella legislazione del nostro Paese su un tema etico così sensibile. «Finalmente, la legge che stavamo aspettando da tempo è stata approvata», dichiara il direttore scientifico di Vidas, Barbara Rizzi. «Una legge chiara, forse non perfetta, ma sicuramente capace di aiutare a capire e meglio affrontare i temi del fine vita. Una legge soprattutto a favore della vita, che dice della volontà di rispettare anche l’auto-

determinazione di ciascuno di noi e del desiderio di aiutare le persone a dialogare più apertamente indipendentemente dall’età, dalla professione, dal livello di cultura o dal proprio stato di salute. E che, in particolare, promuove la comunicazione medico-paziente. Fa piacere che una legge di indubbio valore civile abbia trovato un forte consenso in Senato nonostante questa non facile conclusione della legislatura».

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Il Caduceo d’oro a Bari

Molti gli spunti offerti dalla tavola rotonda sul “Welfare negli anni della crisi: politiche per la salute e accesso al farmaco” organizzata nell’ambito del Caduceo d’oro - giunto alla dodicesima edizione - dall’Ordine dei Farmacisti di Bari e Bat a Bari,. «Se aumentano in maniera vertiginosa sia le persone che rinunciano a curarsi soprattutto per problemi economici, sia quelle costrette a ricorrere al privato, anche indebitandosi, per tempi di attesa lunghissimi e difficoltà di accesso alle terapie, significa che non siamo più di fronte a un sistema virtuoso e universale, ma a un sistema iniquo che deve essere corretto», sottolinea il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Ordine interprovinciale di Bari e Bat. «Anche l’investimento che si fa per le cronicità, l’assistenza agli anziani, la disabilità, la prevenzione è insufficiente e l’introduzione dei nuovi Lea si carica di contraddizioni laddove scopre il fianco alla incertezza su risorse e valore scientifico delle prestazioni». Aperto dallo studio sullo stato di salute del Ssn della Sda Bocconi presentato da Sandro Castaldo, il dibattito ha acceso i riflettori sulla condizione di logoramento, profonda sofferenza e crisi strutturale in cui si trova il Ssn, caratterizzato da una sanità a macchia di leopardo, con ben sette Regioni al di sotto della soglia che garantisce i Lea e un Sud sempre più penalizzato anche dai criteri di riparto del Fsn. Il prestigioso riconoscimento del Caduceo è stato assegnato quest’anno al presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, e al direttore del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, testata che quest’anno festeggia 130 anni di informazione, Giuseppe De Tomaso.

Omeoimprese

no alla caccia alle streghe «La tragica morte del bimbo spagnolo nasce da una storia di deviazione e degrado culturale che non ha nulla a che vedere con l’omeopatia. Qui parliamo di scelte terapeutiche sbagliate, che probabilmente non sono nemmeno imputabili a un medico. Se ho in atto un infarto, non mi curo con farmaci da banco né con l’omeopatia, corro in ospedale. Così se mi viene riscontrato un tumore, mi affido a un oncologo. Piuttosto

utilizzo i farmaci omeopatici per alleggerire gli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia. L’omeopatia ha delle sue peculiarità e caratteristiche, come tutte le classi farmaceutiche. Purtroppo episodi come questi offrono l’appiglio ai detrattori della nostra medicina per avviare controffensive mediatiche durissime. Perché questo clima da caccia alle streghe? E perché solo in Italia?». Questo, in sintesi, lo

sfogo di Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, in reazione a un fatto di cronaca che ha ridato fiato ai detrattori dell’omeopatia. Che, secondo Gorga, con il tragico evento non ha nulla a che fare.

Takeda Italia

vince Le Fonti Awards Takeda Italia si è aggiudicata e per il secondo anno consecutivo il premio “Le Fonti” Awards, per la categoria Eccellenza dell’Anno Innovazione Digitale Settore

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Farmaceutico, con la motivazione: «Per essere un’eccellenza di livello internazionale nel settore farmaceutico. In particolare per il progetto MyHospitalHub, una App che semplifica la relazione tra strutture ospedaliere e paziente garantendo sicurezza e funzionalità nella comunicazione post dimissione grazie a uno scambio di informazioni continuo ed efficace». Il progetto MyHospitalHub, è stato realizzato in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele di Milano, in particolare con l’Unità di Ematologia e trapianto di mi-

dollo osseo, dove è stato implementato. «MyHospitalHub è un progetto concreto che ha l’obiettivo di agevolare la relazione tra ospedale e paziente dopo la dimissione. Grazie a questa piattaforma digitale i medici posso stare in contatto diretto con i loro assistiti per avere aggiornamenti costanti sullo stato di salute e questo è particolarmente importante quando i pazienti hanno necessità di essere seguiti anche a distanza per lungo tempo» afferma Fabio Ciceri, primario dell’Unità Operativa.


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Campagna anti Aids

di Federfarma Cagliari Il primo dicembre, Giornata mondiale contro l’Aids, è partita la prima campagna provinciale di prevenzione dell’Aids in farmacia, promossa da Federfarma Cagliari e patrocinata dalla Assl Cagliari, dall’Associazione giovani farmacisti Sardegna, dal Rotaract Club Cagliari, dall’Interact Club Cagliari, da Arc Onlus. «Dell’Aids non si parla più o quasi», dichiara Francesco Danero, presidente di Federfarma Cagliari (nella foto), «ma la situazione rimane comunque preoccupante: solo in Italia vi sono 130.000 sieropositivi, 4.000 nuovi casi ogni anno e forse 20.000 o più che non sanno di essere Hiv+. Le nuove, straordinarie possibilità di ridurre a zero la carica virale con i trattamenti e di assumere terapie antiretrovirali per prevenire l’infezione, contribuiscono a diminuire la percezione del rischio, soprattutto tra i più giovani.» L’associazione che riunisce tutte le 235 farmacie di Cagliari e Provincia ha così deciso di realizzare una campagna di educazione sanitaria che si svilupperà, oltre che nelle farmacie con la distribuzione di materiale informativo, attraverso i profili social, Twitter e Facebook, dell’associazione.

Epatite C

superati i centomila pazienti curati «Abbiamo dedicato tutte le energie possibili alla vicenda Epatite C perché siamo convinti che una visione della sostenibilità economica in chiave etica sia doverosa. Il nostro Servizio sanitario nazionale, basato su principi solidaristici e universali, si è distinto per la sua capacità inclusiva: basti pensare che al 20 novembre 2017, cioè pochi giorni fa, i pazienti avviati ad almeno un trattamento contro il virus dell’Epatite cronica C risultavano già essere 102.240, ovvero circa il 40 per cento dei 240.000 pazienti che il piano del mi-

nistro Lorenzin intende complessivamente trattare nel triennio. La ricerca però, per definizione, non si accontenta mai: oggi sono otto le terapie disponibili, totalmente rimborsabili grazie ai 500 milioni del Fondo farmaci innovativi istituito dal ministero della Salute. Questi risultati ci dimostrano che, nell’ottica di una collaborazione sincera ed efficace, se ci impegniamo tutti per raggiungere un obiettivo, anche estremamente ambizioso come sembrava questo, i benefici sulla vita dei pazienti sono tangibili». Così

Mario Melazzini, direttore generale dell’Aifa nel suo intervento all’evento “Aifa ed EpaC, una nuova alleanza per l’eradicazione del virus Hcv”, organizzato per stimolare un dibattito su criticità e best practice, rispondendo anche alle domande dei soggetti coinvolti: pazienti, medici, istituzioni locali.

Servizi nelle farmacie lombarde Prevenzione, consulenza nel campo della cosmetica, dell’alimentazione e dei dispositivi medici e poi esami e prenotazioni: sono alcuni tra i servizi offerti dalle farmacie sul territorio lombardo. Secondo una survey condotta sulle farmacie associate di Milano, Lodi, Monza e Brianza, il 40 per cento dei farmacisti dichiara di voler investire nei prossimi anni nella telemedicina e di continuare a offrire servizi concreti come gli screening che nel 2017 hanno visto una grande adesione da parte dei cittadini: nella giornata “Macchie senza paura”, per esempio, sono stati compilati 4.200 questionari per la ricerca del melanoma e 400 persone sono state invitate a recarsi all’Istituto dei tumori per un ulteriore controllo. Per venire incontro alle esigenze di salute dei cittadini è nata la Carta Sani+24, già disponibile in 232 farmacie di Milano, Lodi e Brianza, che dà accesso a diversi servizi di assistenza sanitaria per le famiglie. Il titolare della carta e la sua famiglia, compresi gli animali domestici avranno, grazie all’accordo con Europ Assistance, un medico di base sempre disponibile per una consulenza telefonica, il medico a domicilio, un veterinario e un numero verde per prenotare visite mediche specialistiche a prezzi agevolati. La carta ha un costo di venti euro e ha validità di dodici mesi dalla data di attivazione.

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Dopo il successo di Prove di Volo - Manuale di Psiconautica Elementare e Prove di Volo II - Manuale di Psiconautica Normale continua il viaggio alla ricerca del senso della vita di Luca Pani con Buddha non è un bar - Psiconautica Nuda. L’autore ci ricorda che nella nostra essenza siamo fatti di atomi, di geni e di destino. E il nostro destino è continuare a volare. La Psiconautica infatti ci insegna a volare grazie a tecniche, singole o combinate, in grado di indurre stati particolari di coscienza con il fine ultimo di aumentare la conoscenza di chi siamo. È interessante notare come recentissime ipotesi neurobiologiche sostengano che la coscienza è una proprietà intrinseca di tutte le cose,

come peraltro sostenuto da migliaia di anni di insegnamento buddista. Il risultato di questa lettura è quello di riuscire a intravedere la propria mente senziente, impermanente e diffusa in continuità con tutto ciò che ci circonda. «Ogni volta che un albero, un tramonto, un mare che luccica di stelle mi emoziona, quell’emozione felice è l’Universo che dice: “Che bello!” di se stesso». E poi saper vivere il momento presente nell’istante unico e impermanente in cui siamo felici, in quel riflesso sul mare, in quel sorriso di donna, in quel che sentiamo senza poter capire o contenere. Leggendo Buddha non è un bar il lettore intraprende un viaggio di riflessione nella conoscenza di se stesso al-

Luca Pani (che i nostri lettori ben conoscono) - medico, specialista in Psichiatria, esperto di Farmacologia e Biologia molecolare - è stato, dal 2011 al 2016, il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco e, in seguito, membro dell’Ema. É docente presso l’Università di Miami, città dove vive. Autore di oltre centosessanta pubblicazioni scientifiche con Impact factor medio superiore a 5.0 e di numerosi volumi, dal 1994 ha partecipato in qualità di relatore a oltre mille tra conferenze, seminari e tavole rotonde nazionali e internazionali. Nel 2015 ha pubblicato per Edra, insieme a Filippo Martinez, Prove di volo. Manuale di psiconautica elementare I e II; sempre per Edra ha pubblicato Prescrivere valore. Storia e scienza dei farmaci che fanno vivere più a lungo e meglio, scritto con Gilberto Corbellini. Dal gennaio 2017 è Chief scientific officer di Edra.

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la ricerca della propria mente senziente, impermanente e diffusa in continuità con l’Universo che ci circonda. Perciò, lasciatevi emozionare e leggete senza pensare oppure concentratevi su ogni parola, su tutte le sfumature di colore ma continuate sempre a camminare.

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polifenoli), 171,6 mg di rosa canina e.s. (pari a 120 mg di vitamina C) e 150 mg di agrimonia sommità e.s. Ingredienti funzionali: propoli e.s. decerato e purificato E.p.i.d. (Propolis) titolato al 3% in polifenoli, agrimonia, rosa canina frutti e.s. titolato al 70% in vitamina C. www.specchiasol.it

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CONTRO L’IPERSUDORAZIONE

UN AIUTO SU PIÙ FRONTI Ci attendono giornate intense dal punto di vista digestivo: tra cene di auguri con gli amici, aperitivi con i colleghi, pranzi di Natale e cenoni di Capodanno, intestino, fegato e reni saranno sottoposti ad uno strenuo lavoro. Per non parlare, poi, delle possibili convalescenze dovute agli stati influenzali tipici di questo periodo. Il nostro fisico potrebbe richiedere un aiuto su più fronti: digestivo e ricostituente. L’Olivello spinoso di Vitaflor è da sempre noto per la sua azione di sostegno e ricostituente. Viene usato anche per la sua funzione digestiva e come aiuto nella regolarità del transito intestinale. www.vitaflorbio.it

Mani e piedi sono le parti del corpo dove si trovano la maggior parte delle ghiandole sudoripare. L’arrivo della brutta stagione ci impone l’utilizzo di scarpe chiuse, i piedi respirano meno e all’interno delle calzature si creano spesso cattivi odori. Ciò è ancora più evidente per gli sportivi di ogni genere, ed in particolare gli appassionati di sport sulla neve. Dall’esperienza Dermafresh una emulsione deodorante particolarmente indicata nei casi di ipersudorazione plantare che non potrà mancare nel beauty case di sportivi e appassionati di sci. www.dermafresh.it

LA PENNA SBIANCANTE GLAMOUR

ISPIRATO ALLA FORZA DEL MARE

BlanX Pen è il trattamento ad azione sbiancante, non abrasivo e senza perossidi d’idrogeno, con applicatore soft-touch, da portare sempre con sé per dare un tocco glamour al proprio sorriso, in ogni momento della giornata. È a base di ActiluX, il principio attivo con particelle fotocatalitiche brevettate che sbiancano grazie alla luce, ogni volta che si sorride. Inoltre da oggi contiene Blue Formula, l’attivo che agisce immediatamente con un effetto ottico sbiancante temporaneo. Dopo l’utilizzo, lascia un gradevole aroma delicato, per un effetto fresco e piacevole su smalto e gengive.

Da Laboratorihur nasce un prodotto ispirato alla forza del mare: Guscio d’Ostrica 58 Cream, a base di alghe, collagene marino e ostriche per un’efficace azione ossigenante e ricompattante che donano al viso un nuovo splendore e tonicità. Crema viso super nutriente, anti aging con effetto repaire, a base di guscio d’ ostrica e collagene marino, litzea e gelsomino. Indicata come crema 24 ore, dona alla pelle un immediato turgore e distensione, ideale come prodotto rassodante. È indicata anche per il trattamento di collo e décolletté. www.blanx.it

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L’INTEGRATORE ALIMENTARE PER SPORTIVI Con formulazione unica e innovativa, costituito da 8 aminoacidi essenziali, magnesio e vitamine del gruppo B, con powergrape® e grazie alla sua particolare associazione amminoacidica, Gunamino Formula Sport soddisfa l’esigenza di ogni sportivo in quanto gli 8 aminoacidi essenziali sono miscelati in un rapporto che equivale allo stesso rapporto presente nell’organismo umano. Viene riconosciuto immediatamente dall’organismo e assorbito in pochi minuti; non produce scorie azotate e non sovraccarica reni e fegato; fornisce, nel minor peso e volume, il massimo valore proteico rispetto ad ogni altro alimento. www.guna.it

PER IL MAL DI GOLA Propolgemma è un complesso molecolare frutto della ricerca Aboca, composto da resine, polisaccaridi e lignine ottenuto da gemme di pioppo nero, dalla cui resina le api ricavano la propoli europea. Grazie a un particolare processo estrattivo multifrazione, Propolgemma si caratterizza

per la presenza dei componenti principali tipici della propoli uniti a composti funzionali del tessuto vegetale della gemma di pioppo. La ricerca Aboca ha sviluppato così un complesso molecolare con particolari capacità di protezione delle mucose del cavo orofaringeo.

SUPPORTO NUTRIZIONALE AL SISTEMA IMMUNITARIO Durante l’inverno è importante fornire all’organismo, in primis con l’alimentazione, tutti quei nutrienti che contribuiscono al buon funzionamento del sistema immunitario. Immuno Supplement è un integratore alimentare a base di vitamina C, vitamina D3, beta 1,3/1,6 glucani, zinco, rame, selenio e concentrato di frutti (83:1) di sambuco. Le vitamine C e D, lo zinco, il selenio e il rame contribuiscono al buon funzionamento del sistema immunitario. Il sambuco supporta le naturali difese dell’organismo e favorisce la fluidità delle secrezioni bronchiali e la funzionalità delle prime vie respiratorie.

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IL PASTO SOSTITUTIVO CON MELA E CRUSCA DI AVENA Per la perdita e il mantenimento del peso, Pesoforma pres e nt a u n nu o vo p a s t o sostitutivo: uno Smoothie a base di crusca di avena, mela e con un pizzico di cannella,

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fibre, perfetto per smaltire qualche chilo di troppo o per mantenere la forma fisica con un pasto tutto naturale. Fa parte della nuovissima gamma Pesoforma Nature. www.pesoforma.com



The Blind Spot

di Luca Pani

Grande

è bello Moneta virtuale e big data, affluenti nel fiume della sanità futura

Cosa ha a che fare la moneta virtuale Bitcoin con il modo in cui ci prenderemo cura della nostra salute tanto da farci vivere molto più a lungo e meglio? La tecnologia Blockchain (tradotta infelicemente in “catena a blocchi” ovvero “a blocchi concatenati”) alla base del Bitcoin è già considerata il nuovo, e per il momento unico, paradigma con cui condividere i dati in rete capace di portare il mondo digitale a un altro livello di sicurezza e, soprattutto, di produttività. Un blockchain è una forma di database distribuito, costituito da pacchetti di dati registrati digitalmente (un blocco appunto) immodificabili perché archiviati in una catena lineare a cui viene attribuita una stringa di codice criptografica e unica. La bellezza di questa tecnologia è che si tratta di procedure de-centralizzate, dove ogni dispositivo che partecipa alla catena conserva al suo interno una copia identica degli stessi blocchi, immodificabile. Si comprende immediatamente come questa catena

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Prima di tutto la discussione sui Big Data potrà smettere di occuparsi stucchevolmente delle famose quattro V (volume, velocità, varietà e veridicità) e affrontare l’unico vero elefante nella stanza, ovvero la sicurezza. In secondo luogo è singolare notare che l’applicazione di Blockchain ai dati di salute riesce a far incontrare gli ultimi due baluardi della vera democrazia che ci sono rimasti: le malattie e l’informatica. La solidità e l’accesso controllato ai dati sensibili di ognuno di noi sono i due pilastri su cui ruota la sfida di tutti i sistemi sanitari. Immaginate un mondo sanitario dove il paziente aggiorna in tempo reale i dati di farmacovigilanza che lo riguardano (abbiamo già visto che un accordo simile è operativo negli Stati Uniti tra Patient-like-me e Walgreens). In ogni istante la condivisione rende il dato più affidabile e possa essere cruciale per archiviare inforcerto per elaborazioni successive e la promazioni sensibili come quelle che riguarprietà del singolo blocco sul proprio dispodano la nostra salute. sitivo autorizza a partecipare a questa Alla fine del 2016, quando iniziai a parlare condivisione È tuttavia l’ultiin occasioni diverse mo aspetto a essere quello con Richard Etwaru gli ultimi più importante, perché (Chief digital health di Ims-Quintiles), Wil- due baluardi Blockchain sembra davvero essere la soluzione per liam King (Ceo di della vera costruire immense banZephyr Health) e Giordemocrazia che dati sanitarie in modo gio Albonetti (presiche ci sono universalmente accessibile, dente di Edra Lswr) rimuovendo i rischi e amplidell’oppor tunità di rimasti: usare questa tecnolo- le malattie e ficando le opportunità anche predittive che derivano gia per criptare i dati l’informatica dalla loro analisi intelligente. sensibili che riguardaIn questo modo il volume no la nostra salute, dei dati acquisisce valore e l’informaziosembrava che ci sarebbe stato molto da ne diffusa, granulare e dettagliata riesce attendere per risolvere una serie di problefinalmente a diventare nuova conoscenmi tecnici che la rendono ancora perfettiza, qualcosa che oltre vent’anni di interbile. Meno di un anno dopo la possibilità net massivo non sono ancora riusciti a che questo avvenga non è poi così tanto consegnarci. remota per almeno tre motivi.



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