Anno XVII | N° 2 4 febbraio 2016 | www.puntoeffe.it
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SOMMARIO Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione) Editore EDRA S.p.A. Direzione editoriale Ismaele Passoni, Giorgio Albonetti Direttore responsabile Laura Benfenati - l.benfenati@lswr.it
5 | Editoriale
Redazione Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it
PARLIAMONE
Collaboratori Mariasandra Aicardi, Rachele Aspesi, Elena Bottazzi, Attilia Burke, Francesco Capri, Stefania Cifani, Giuliano Corti, Francesco Fabietti, Rossella Gemma, Corrado Giua, Bruno Riccardo Nicoloso, Ambra Pedrazzini, Savino Roggia, Marcello Tarabusi, Giovannni Trombetta, Carlo Zoia
Tra noi
6 | Distribuzione, regole uguali per tutti Dal mondo
10 | Farmacie on line in India Interventi
Pubblicità Giancarlo Confalonieri Direzione commerciale dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.368
13 | Cara Conad ti scrivo
Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294
PRIMO PIANO Incontri
Paolo Nucci
Gestione
Una visione integrata
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Comunicazione
Claudio Galeno o della professione
Propiltiouracile capsule 28
Medicina
Terapie preventive
30
Farmacia clinica 21
Social
Comunicare con Facebook
Galenica
Acne: come trattarla in farmacia
Nutrizione
Irisina, l’ormone degli sportivi
Cosmesi
Belli per sempre
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Omeopatia 24
Malattie da raffreddamento
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40 44
Abbonamenti Tel. 02.88184.317 Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it Tel. 02.88184.222 Immagini Fotolia, Thinkstock. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori Stampa Tiber S.p.A., Via della Volta 179 25124 Brescia
RUBRICHE
38
48 | Legale 52 | Fiscale 57 | Farmanews 58 | Spigolature 60 | Consigli 64 | Il libro
Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.
Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica
40 2 | febbraio 2016 |
Per il periodo 1/1/2014 - 31/12/2014 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 13.498 Diffusione media: 13.107 Certificato CSST n. 2014-2521 del 3/3/2015 Società di Revisione: Metodo
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4 | gennaio 2016 |
EDITORIALE
di LAURA BENFENATI
Le vostre storie
A
inizio anno possiamo contare già due attacchi alla categoria: quello ingeneroso del direttore dell’Agenzia delle entrate sull’inefficienza nell’invio dei dati relativi agli scontrini fiscali e quello, nella cronaca lombarda, sulla “lobby dei farmacisti” (tanto per cambiare), contenta che le farmacie del famigerato concorso straordinario non siano state ancora aperte nella Regione. Per quel che riguarda la prima questione, Federfarma ha prontamente chiarito che solo l’11 agosto 2015 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto contenente le specifiche tecniche per l’invio dei dati ed è stato quindi possibile procedere all’adattamento dei gestionali delle farmacie. I dati relativi alle spese dei cittadini nel 2015 non potranno quindi essere completi ma non è certo colpa delle farmacie. Sulla questione del concorso nessuno ovviamente ricorda più quanto la categoria nel 2011 si fosse opposta alla diabolica idea di non prevedere una prova d’esame, che avrebbe indubbiamente decimato i concorrenti, privilegiando il merito e probabilmente i giovani. Conseguenze, invece, del geniale concorso senza esami partorito dal Governo Monti? Anni di tempo perso dell’amministrazione pubblica a verificare titoli di studio e curriculum degli oltre 5.000 partecipanti solo in Lombardia. E le farmacie ancora non
Durante FarmacistaPiù, a Firenze, una giuria premierà le migliori testimonianze di etica del farmacista
si aprono, ovviamente. Cosa c’entrano i titolari di farmacia vorremmo capirlo. I farmacisti sul territorio sono ben altro da quello che, non senza malizia, viene descritto sui giornali. Sono innanzitutto presidio, sono assistenza costante e quotidiana a malati, anziani, persone sole e indigenti, il loro è un continuo “prendersi cura” di giorno e di notte, dei cittadini. È sostegno alla polis, al contrario della Gdo demolitrice del tessuto sociale, che ben racconta l’amico Savino Roggia a pagina 13. È professione contro puro mercato. È etica e per questo teniamo particolarmente al Contest Farmacia Etica Marco Belli e Marco Masini, che intende raccontare e premiare l’etica quotidiana di migliaia di farmacisti. Attendiamo le vostre storie (www.storiedifarmacisti.it), i vostri bei racconti sulla quotidianità della farmacia: una giuria, durante FarmacistaPiù - che si terrà a Firenze dal 18 al 20 marzo - premierà le migliori testimonianze. I racconti saranno successivamente raccolti in un libro, in cui verrà effettuata un’analisi semantica delle storie da parte dell’Osservatorio italiano di medicina narrativa. Non perdete questa occasione di raccontare, in tanti, cosa sia davvero oggi la farmacia italiana. 5 | febbraio 2016 |
PARLIAMONE TRA NOI
di ROSSELLA GEMMA
Regole uguali per tutti Distribuzione intermedia dei farmaci, Federfarma Servizi chiede “aiuto” al Ministero
L
a distribuzione intermedia del farmaco è un “servizio pubblico” affidato a una rete capillare di soggetti autorizzati che garantiscono su tutto il territorio nazionale la reperibilità dei farmaci in commercio, la tempestività della consegna, la corretta conservazione del farmaco. La normativa di riferimento (D.lgs 219/2006, artt. 99 - 112) prevede, infatti, l’emanazione di un provvedimento di autorizzazione alla distribuzione all’ingrosso da parte della competente Regione o Provincia e/o da autorità delegata. Il provvedimento di autorizzazione è rilasciato solo a seguito di una verifica ispettiva dell’idoneità dei locali alla corretta conservazione
e della verifica della presenza di un responsabile con specifici requisiti culturali e professionali. Ma anche il titolare dell’autorizzazione alla distribuzione all’ingrosso è tenuto per legge a una serie di obblighi che, nell’ultimo periodo, hanno sollevato qualche polemica tra gli operatori del settore tanto da necessitare l’intervento chiarificatore del ministero della Salute. Per Giancarlo Esperti, direttore generale di Federfarma Servizi, «Chi opera in questo settore ha l’esigenza di interpretare e quindi applicare le regole della normativa vigente ma abbiamo ritenuto indispensabile che dal ministero si ribadissero concetti importanti, perché quando si gioca le regole devono essere uguali per tutti». 6 | febbraio 2016 |
Una rete adeguata
L’adempimento dei requisiti previsti dal Dlgs 219/06 in tema di distribuzione intermedia dei farmaci devono essere garantiti da un singolo distributore e non possono essere condivisi da più persone in modo da raggiungere la dotazione minima richiesta. Così la direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della Salute ha risposto a Federfarma Servizi che chiedeva alcune spiegazioni in merito all’interpretazione dei requisiti richiesti dal sopracitato Dlgs 219/06. «Le norme in questione perseguono lo scopo di garantire che la rete distributiva sia adeguata e sufficiente rispetto alle
PARLIAMONE TRA NOI
necessità del servizio farmaceutico», hanno spiegato dal Ministero. «La loro ratio, nonché il complesso della disciplina in tema di distribuzione, che individua precisi obblighi e responsabilità in capo al singolo distributore, unitamente ai puntuali adempimenti connessi alla tracciabilità del farmaco, porta a escludere che due distributori in possesso di due distinte autorizzazioni alla distribuzione possano condividere locali, personale e dotazioni».
Nessuna condivisione
«Il locale», si legge nella risposta del Ministero, «deve far capo a un singolo distributore che sarà responsabile dei
medicinali in esso stoccati. Ne discende pertanto che, oltre ai locali, non vi possa essere condivisione né della persona responsabile né tantomeno delle dotazioni minime». Si chiarisce, infine, che «il dettato normativo non consente in alcun modo di interpretare la predetta disposizione nel senso che più distributori possano condividere medicinali al fine di raggiungere le dotazioni minime richieste». Insomma, un vero punto fermo nel settore della distribuzione intermedia dei farmaci. «La risposta del ministero è stata limpidissima, ha ribadito Giancarlo Esperti, «ed è stata mandata a tutte le Regioni e alle Asl affinché si faccia chiarezza una volta per tutte. Dal mo7 | febbraio 2016 |
mento che Federfarma Servizi rappresenta un certo numero di aziende associate, era importante che fossimo noi a stimolare questi chiarimenti. Chi applica le regole fa parte del gioco, chi non le applica ne deve restare fuori». E non nasconde una punta di amarezza. «Purtroppo, la domanda per essere autorizzati a divenire grossisti», spiega il direttore generale di Federfarma Servizi, «la fa il soggetto singolo, che non è tenuto a specificare se è anche un farmacista o no, e questo credo abbia nel tempo provocato una serie di consuetudini poco in linea con la normativa vigente, ora però, ribadita dal ministero e quindi meno aggirabile».
PARLIAMONE TRA NOI
Ddl Concorrenza, Federfarma Servizi condivide le obiezioni della commissione Sanità del Senato Federfarma Servizi plaude alle osservazioni della Commissione Sanità del Senato sul Ddl Concorrenza, circa il rischio che l’articolo 48 legittimi la creazione di posizioni dominanti nella distribuzione farmaceutica, in antitesi a quello che dovrebbe essere il principio guida del disegno di legge stesso. Per il presidente, Antonello Mirone, infatti, è importante che «in un momento di forte crisi per il comparto del farmaco, non si favoriscano le condizioni per la costruzione di pericolosi oligopoli economici da parte dei grandi Capitali, pronti a entrare nelle farmacie italiane». Questa ipotesi, secondo il presidente Federfarma Servizi, frustrerebbe quella funzione socio-assistenziale da sempre svolta dal farmacista al servizio della collettività.
L’Associazione nazionale di rappresentanza delle aziende di distribuzione di proprietà dei titolari di farmacie, condivide anche la preoccupazione della Commissione del Senato in merito alla necessità di prevedere termini e requisiti più rigorosi che garantiscano la direzione della farmacia da parte di un socio farmacista dotato di concreta e comprovata esperienza professionale. Come ricorda il presidente Mirone, «l’unico professionista che da sempre svolge con premura deontologica un ruolo sanitario all’interno dei presidi territoriali nazionali - quali devono essere considerate le farmacie - è e deve rimanere il farmacista». Per quanto riguarda il tema dell’incompatibilità, infine, Federfarma Servizi condivide i timori della Commissione sulla partecipazione alle società titolari della gestione di farmacia da parte di categorie di soggetti che svolgono attività potenzialmente in conflitto di interessi con il bisogno di salute del paziente.
8 | febbraio 2016 |
Secondo il presidente dell’associazione, il distributore farmaceutico non corre alcun rischio di questo tipo e il legislatore lo comprese già dieci anni fa quando in sede di elaborazione del D. Lgs. 219/2006 escluse l’incompatibilità tra l’attività di distributore all’ingrosso e quella di farmacista. La preoccupazione, piuttosto, dovrebbe essere quella di regolamentare in modo più preciso i requisiti necessari per il rilascio dell’autorizzazione alla distribuzione, così da evitare che accanto ai distributori realmente accreditati vi siano anche altri soggetti intenti a sottrarre farmaci al mercato nazionale per trarre maggiori guadagni dalla vendita all’estero. Secondo Federfarma Servizi, quindi, l’introduzione di un’eventuale incompatibilità per il farmacista tra la gestione di una farmacia e l’attività di distribuzione intermedia non risolverebbe alcun presunto conflitto di interessi, né consentirebbe - purtroppo - di risolvere l’annoso problema della carenza dei farmaci, come alcune forze politiche vorrebbero far intendere. Come evidenzia il presidente Mirone, «l’unico effetto che si produrrebbe è quello di sconvolgere l’intero sistema della distribuzione farmaceutica garantita da decenni su tutto il territorio italiano dalla professionalità e impegno delle cooperative e società di farmacisti, che nel corso del tempo hanno creato dei veri standard di riferimento per l’intero comparto». Federfarma Servizi, pertanto, confida che si prosegua in un attento esame del tema della incompatibilità alla luce del delicato ruolo sociale che la distribuzione intermedia svolge da sempre all’interno del Sistema sanitario nazionale. Rossella Gemma
NUTRIZIONE
9 | febbraio 2016 |
DAL MONDO
Nuova Zelanda Radio New Zealand, www.radionz.co.nz
di ATTILIA BURKE
Forniture trimestrali di farmaci con singola prescrizione, protesta dei farmacisti: rischio sprechi e terapie “incontrollate” Infectious Disease Special Edition, www.idse.net - Mondo
Lotta all’antibioticoresistenza, Fip pubblica nuove linee guida Il farmacista deve giocare un ruolo attivo nella lotta all’antibioticoresistenza: un nuovo documento dell’International pharmaceutical federation (Fip) spiega dettagliatamente quali siano le strategie che l’esperto del farmaco deve adottare per promuovere un corretto utilizzo della terapia antibiotica. La Fip, Federazione internazionale delle associazioni dei farmacisti e degli specialisti in scienze farmaceutiche, è un’organizzazione non governativa che mantiene rapporti ufficiali con l’Organizzazione mondiale della sanità. Tra le strategie proposte nel documento Fighting antimicrobial resistance: The contribution of pharmacists, consultabile sul sito www.fip.org, ci sono programmi di gestione per ottimizzare la prescrizione di antibiotici negli ospedali, ma anche suggerimenti su come e quando consigliare, per esempio, il vaccino antinfluenzale per scongiurare eventuali infezioni batteriche, e così via. Nel paper la Fip evidenzia i più comuni “errori” dei cittadini che ignorano i rischi connessi a un uso scorretto di questi farmaci. In particolare la cattiva tendenza a non portare a termine il ciclo di terapia e a “conservare” a casa ciò che avanza del farmaco per poi riutilizzarlo in un secondo momento senza la prescrizione del medico e in seguito ad autodiagnosi. A risentire di questa malpractice non è solo la salute dei cittadini ma gli stessi sistemi sanitari sui quali gravano i costi extra dovuti a terapie scorrette. «Questo documento informativo dimostra quanto i farmacisti possano contribuire alla lotta contro l’antibioticoresistenza, per questo è essenziale la loro partecipazione ai piani di azione mirati a ridurre e scongiurare tale fenomeno», afferma Luc Besançon, amministratore delegato e segretario generale della Fip.
In Nuova Zelanda è polemica tra i farmacisti sulla decisione della Pharmac - agenzia governativa che prende decisioni sui finanziamenti pubblici dei medicinali e dei dispositivi medici di consentire ai cittadini di ritirare con una singola prescrizione l’equivalente in medicinali di tre mesi di terapia. Attualmente, per alcune categorie di farmaci come beta-bloccati, ibuprofene e paracetamolo, è possibile che un paziente si presenti al bancone in farmacia e, ricetta alla mano, ritiri tre mesi di terapia. Le preoccupazioni espresse dai farmacisti al riguardo sono principalmente tre: la mancanza di monitoraggio dei pazienti per ciò che riguarda l’aderenza alla terapia; lo spreco totalmente irrazionale di farmaci legato a questa nuova politica di dispensazione; e l’impossibilità di controllare se vi siano sovraprescrizioni di alcune categorie di medicinali. «Una coppia entra in farmacia, la moglie ritira 720 paracetamoli e lo stesso fa il marito: improvvisamente i coniugi si ritrovano in casa 1.500 compresse, ma il governo non si preoccupa di questo», afferma Warren Flaunty, farmacista di Auckland. Nessuno può controllare che i farmaci dispensati vengano poi correttamente assunti dai pazienti, e ciò si traduce anche in uno sperpero di risorse: si stima che in Nuova Zelanda gli sprechi legati ai prodotti farmaceutici ammontino a circa 40.000.0000 di dollari l’anno. «Può succedere che una persona ritiri i medicinali per tre mesi e poi segua la terapia solo per due settimane, questo spiega l’aumento di farmaci inutilizzati che non vengono neanche restituiti alle farmacie», afferma Barrie Peake, chimico ambientale presso l’Università di Otago. L’intento di Pharmac, con questa iniziativa, è quello di agevolare i pazienti in terapia cronica, per i quali costanti e ripetute visite in farmacia potrebbero rappresentare una complicazione a livello organizzativo. «Nella maggior parte dei casi per i pazienti è più conveniente ritirare le loro medicine tutte in una volta piuttosto che dovere tornare più volte in farmacia», si legge in un comunicato ufficiale di Pharmac.
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DAL MONDO
Emirati Arabi Emirates 24/7, www.emirates247.com
Farmaci innovativi a prezzi ridotti a partire dal 2016
India The Economic Times, www.economictimes.com
India, farmacie on line al palo a causa delle ricette sbagliate
In India le farmacie on line stanno cercando di penetrare in un mercato da un miliardo di dollari ma le difficoltà non sono poche. Le farmacie virtuali ci sono, i pazienti che tentano di usufruirne anche, ciò che impedisce ai “nuovi arrivati” di accaparrarsi una fetta di mercato è, invece, un problema di natura tecnica, un banale intoppo che sta costando molto a chi lavora con l’on line: circa la metà delle prescrizioni mediche ricevute, infatti, vengono respinte a causa di errori e imprecisioni sulle ricette. «Gli indiani sono abituati a comprare farmaci senza prescrizione e le farmacie on line sono le aziende più rispettose della legge in assoluto. Per questo motivo sul nostro sito non è possibile visualizzare un farmaco a meno che non venga fatto l’upload della prescrizione», spiega Rajiv Gulati, cofondatore di Mchemist, start-up con sede a New Delhi. Gulati ricorda che, negli ultimi mesi, il tasso di rifiuto degli ordini effettuati on line presso la sua azienda ha raggiunto quasi il 30 per cento a causa dell’incompletezza delle prescrizioni che non erano datate o non riportavano le credenziali del medico prescrivente. «I pazienti cronici sono riluttanti a tornare dai medici perché devono pagare la tassa di consultazione», afferma Hemant Bhardwaj, amministratore delegato di Zigy, venditore on line di farmaci che ha dovuto cancellare ben l’80 per cento degli ordini ricevuti a causa di prescrizioni non valide. In questo modo i pazienti finiscono per andare nelle farmacie più vicine e ottenere quello che vogliono senza seguire le norme dell’Fda americana. Le farmacie on line, già alle prese con l’opposizione dei competitor tradizionalisti e sotto stretto controllo delle autorità di regolamentazione, ora dovranno investire larga parte dei propri fondi per istruire i pazienti su come vadano compilate le ricette. Alcune stanno già cercando di migliorare le prestazioni offerte aggiungendo servizi supplementari, per esempio contribuendo a fissare gli appuntamenti con i medici sulla loro piattaforma, ma anche pagando le tasse di consultazione per i pazienti bisognosi.
A partire dal primo gennaio 2016 i prezzi di 142 farmaci innovativi sono stati ridotti, in base alla sesta edizione dell’iniziativa del ministero della Salute degli Emirati arabi uniti (Uae) Reduction in Medicine Prices. «Il 77 per cento dei farmaci di cui i prezzi saranno ridotti drasticamente includeranno quelli per il sistema nervoso centrale; l’8 per cento quelli per le malattie ostetriche, ginecologiche e i disturbi urologici; il 5 quelli per le malattie letali e la depressione del sistema immunitario; il 4 per l’orecchio, il naso, le malattie della gola, medicine nutrizionali e le malattie del sangue; l’1 per i disturbi del sistema immunitario, vaccini e la cura degli occhi», spiega Amin Hussain Al Amiri, assistente sottosegretario per la Sanità pubblica Uae e vice presidente dell’Alto comitato per i prezzi e la registrazione dei farmaci. L’iniziativa ha coinvolto 22 aziende farmaceutiche mondiali e produttori di farmaci locali, regionali e internazionali. Il progetto fa sì che i prezzi dei farmaci venduti negli Emirati arabi uniti siano più bassi rispetto ai prezzi di quelli in commercio in altri Paesi del Golfo. Al Amiri sottolinea che la collaborazione positiva tra il ministero della Salute e l’industria farmaceutica nel corso delle passate cinque edizioni aveva portato notevoli benefici, specialmente per i pazienti affetti da malattie croniche, virali, cardiache, neurologiche e da patologie tumorali. Inoltre, negli scorsi anni nessuna farmacia ha mai violato le agevolazioni sui prezzi dei farmaci previste dall’iniziativa.
11 | febbraio 2016 |
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INTERVENTI
Cara Conad ti scrivo
Il destino delle farmacie non è affare vostro, è faccenda del territorio. Voi siete solo demolitori di polis di SAVINO ROGGIA, farmacista
F
inalmente allo scoperto. Dopo manovre e bordate a iosa, eccoci a illuminarvi su alcune zone d’ombra. Senza depotenziare il dualismo che v’ispira, vi assicuro che il vizietto del farmacista di farsi cogliere impreparato è funzionale al mai confondere il vero con il verosimile. Non equivocate: non è uno sprovveduto alla Ipometeo. La sua immobilità è di superficie. Non vi ha mai tolto il merito circa il disordine coltivato intorno al farmaco. E non solo per via delle vostre melodie sul collettivismo e sul suo opposto, il liberalismo. Memorabile quello di inventarsi a tavolino i problemi (abbiamo perso il conto del totale), per provocare reazioni nel pubblico e quindi elevarlo a mandante delle lenzuolate che vanno a vostro favore. E la tattica della gradualità nell’esporre gli appetiti, e avutane legittimazione, nel differirne il banchetto attuativo per rendere digesta la vendita del pharmakos nelle vostre cattedrali. E la strategia della
distrazione da grande lobby di potere, e del manovrare su provvedimenti esiziali del fare comunità, mentre gran parte dei suoi componenti veniva distratta da feste, giostre e paure varie. Il destino della farmacia NON è affare vostro e neppure quello del farmacista: è faccenda del territorio, del quartiere ovvero delle persone che colà ci vivono. E ora, voi, maestri nel guidare falangi e centurie, avete deciso di uscire in campo aperto e lanciarvi nello scontro frontale. Cosa è successo? Diteci senza narrazioni suggestive. Parlateci come si dovrebbe di fronte a un pubblico adulto. E lasciate stare il salvagente degli affari che traballano: la decrescita, quella intelligente, in farmacia e non solo, è realtà. Attaccandola de visu superate le motivazioni economiche, mirate all’umanità che la motiva e all’anima che dentro ci lavora e la sostiene. Sembra il copione del generale che, appesantito dai ricordini pettorali e tradito dal tempo che fu e dai sol-
dati ormai in fuga, si lancia nell’ultimo disperato assalto. Vi sentite forse accerchiati dai vostri errori? Siete sorpresi dalle iniziative della farmacia? Avete compreso che il pharmakos in farmacia è cura e veleno, mentre nei vostri templi è cura a prescindere? Siete caduti nella trappola del terzo incomodo, del cosiddetto capitale che naturalmente tifa e tiferebbe per la farmacia casa unica delle medicine? Oppure peggio: tremate all’idea che la prosperità al di fuori delle trappole del consumo infinito sia cosa sana e giusta? E quindi siete in preda al rimorso, al sentimento che non lascia godere dei benefici mal incassati? Avete la nostra comprensio-
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ne: nella chiesa del libero mercato è facile inseguire il dio sbagliato. Non solo lo stupor mundi, Federico II, si rivolta nell’urna palermitana, non solo i gradi alti della giustizia vi biasimano, ma pure i cittadini vi pesano diversamente segnandovi come demolitori di polis: primi divoratori di terra coltivabile, desertificatori dei commerci e asfaltatori della civiltà alimentare. Non è forse vero che nei vostri negozi non c’è certezza di poter acquistare un olio di oliva extra vergine di marca per due volte consecutive? Lasciamo stare quindi l’assunto che le liberalizzazioni in toto possano produrre posti di lavoro e benessere: i dubbi, superano le evidenze.
INTERVISTA
Con gli occhi di STEFANIA CIFANI
nelle mani
L
a sala d’attesa dello studio milanese di Paolo Nucci è un allegro viavai di piccoletti che arrivano da tutta Italia, giocano con i peluche, leggono libri, guardano “Il Re Leone” in un grande televisore. Alcuni di loro hanno bende su uno degli occhi. Molti di questi bambini al luminare dell’oculistica pediatrica e alla sua squadra straordinaria devono molto. Quali sono le principali patologie oculistiche dell’età pediatrica? I problemi più facilmente riscontrabili nel bambino riguardano l’ambliopia, ovvero l’occhio pigro, lo strabismo, fino alle problematiche legate all’allergia. Vi sono poi malattie più importanti, come la cataratta e il glaucoma congeniti, o il retinoblastoma, un tumore tipico dell’età infantile. Si tratta di condizioni rare, la cui incidenza è approssimativamente di 4 casi su 10 mila per la cataratta, leggermente inferiore per il glaucoma e il retinoblastoma. Come avviene la diagnosi in questi casi? Tutte possono essere individuate mediante il test del riflesso rosso, che permette di vedere attraverso tutte le parti normalmente trasparenti dell’occhio e individuare, per mezzo dell’alterazione del riflesso, la presenza di eventuali blocchi a queste vie ottiche.
In molte strutture il test viene effettuato al punto nascita e benché non sia infallibile, soprattutto se sono presenti lesioni periferiche o insufficiente dilatazione, è l’unico di cui pediatri e neonatologi dispongano per la diagnosi precoce di queste condizioni. L’esame è relativamente semplice da 14 | febbraio 2016 |
I problemi più facilmente riscontrabili nel bambino riguardano l’ambliopia, ovvero l’occhio pigro, lo strabismo, fino alle problematiche legate alle allergie
INTERVISTA
La miopizzazione delle nuove generazioni e l’importanza, nel bambino, della diagnosi precoce di patologie oculari complesse. Non oltre i tre anni la prima visita oculistica eseguire ma non altrettanto da interpretare, poiché occorre possedere una buona esperienza. La valutazione deve essere eseguita entro le prime 4-6 settimane di vita del bambino. È quello infatti il periodo durante il quale una cataratta congenita misconosciuta potrebbe causare, in futuro, il verificarsi di danni irreversibili. Tutti i processi fisiologici di crescita e maturazione del sistema visivo necessitano infatti di una fase di apprendimento che non può essere interrotta precocemente. Questo perché nasciamo senza saper vedere, e tutto ciò che ostacola il processo di apprendimento della visione ne pregiudicherà il futuro sviluppo. Per fare un esempio, se un occhio non trasferisce un’immagine nitida alla retina il cervello finirà per escludere quell’occhio considerandolo non utile. Le prime settimane sono fondamentali per lo sviluppo delle connessioni neuronali, processo che proseguirà fino ai 6-7 anni di età. E la prognosi? Le tre condizioni possono essere affrontate e risolte chirurgicamente, purché l’intervento sia tempestivo, nelle prime sei settimane. Anche nel caso del retinoblastoma, che è pur sempre un tumore maligno, una altissima percentuale di bambini vede salva la propria vita grazie a una diagnosi precoce, anche se, a volte, casi già in diffusione comportano
l’enucleazione del bulbo. È bene però tenere sempre presente che operare l’occhio di un bambino, un organo molto piccolo del peso di 7 grammi e in rapidissima evoluzione, richiede una tecnica complessa e che, proprio perché abbiamo a che fare con chi sta imparando a vedere esistono anche problematiche legate alla riabilitazione. Una situazione quindi ben diversa da quella riscontrabile negli adulti. L’intervento di cataratta congenita in un neonato comporta una prognosi un po’ meno positiva rispetto a quello eseguito in un anziano, che presenta invece scarsissimi rischi. E di questo i genitori devono essere informati. Quali sono invece i difetti visivi più comuni? Il più diffuso e meno grave è in assoluto la miopia. Oggi stiamo andando verso una miopizzazione delle nuove generazioni, per ragioni facilmente comprensibili dal punto di vista dell’evoluzione. I bambini e ragazzi di oggi sono infatti sempre più abituati e stimolati sullo svolgimento di attività da vicino. Tendono quindi a sviluppare il difetto di vista che più gratifica la visione ravvicinata: un miope vede meglio da vicino, vede più a lungo meglio, avrà meno bisogno di occhiali da vicino quando sarà grande. La miopia è più funzionale alle attività di studio e lavoro che il nostro mondo ci propone. A riprova di questo sappiamo che in Giappone 15 | febbraio 2016 |
o a Singapore, dove il livello di scolarizzazione è altissimo, la miopia incide per l’80 per cento, mentre in alcune tribù africane è del tutto inesistente. Che ruolo ha la diffusione di dispositivi tecnologici? I bambini della mia generazione giocavano all’aperto nei cortili, la televisione occupava un tempo molto limitato e lo svago escludeva attività che richiedessero una visione ravvicinata. Oggi un bambino trascorre ore in classe, fa uso di videogiochi e smartphone, nella migliore delle ipotesi legge. Uno stile di vita che fa sì che il sistema visivo venga iperaccomodato sulla visione da vicino, con un orizzonte molto piccolo. In una situazione del genere si finisce per diventare più miopi, per questo i bambini dovrebbero trascorrere almeno un’ora al giorno all’aperto. Altri difetti? La miopia è pervasiva ma relativamente poco importante in termini di conseguenze: il miope, anche in presenza di squilibrio visivo tra i due occhi, molto difficilmente diventerà ambliope a differenza dell’ipermetrope che è anche più tendente allo strabismo. L’astigmatismo, infine, non è mai così grave sia per la sua natura sia per la modesta entità del difetto; squilibri visivi importanti possono tuttavia dare origine alla comparsa di occhio pigro. Per tutti
INTERVISTA
questi casi esistono le opportune correzioni: se gli occhiali rappresentano in larghissima parte la scelta ottimale, le lenti a contatto hanno un ruolo importantissimo nella terapia di alcuni patologie, come nel post intervento per cataratta congenita. Inoltre per difetti elevati permettono una migliore correzione. La chirurgia refrattiva richiede in genere il completo sviluppo e la stabilizzazione del difetto, solo in situazioni particolari e ben selezionate può essere praticata anche in età pediatrica. Quanto conta l’ereditarietà? I difetti della vista sono già presenti alla nascita: si nasce ipermetropi, astigmatici e anche con alcuni tipi di miopia. Da genitori miopi nasceranno più facilmente figli miopi, essendo il difetto legato in buona parte alle dimensioni del bulbo oculare, caratteristica trasmessa per via ereditaria così come, per esempio, la statura. La miopia scolare compare invece dopo gli 8 anni, con il peggioramento della capacità visiva da lontano, e tende a crescere fin dopo la pubertà. Da una recente ricerca condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e dell’adolescenza Paidoss su un campione di 1.000 genitori risulta che il 25 per cento porterebbe il bambino alla visita oculistica quando ha imparato a leggere, mentre solo l’11 per cento sa che va effettuata entro i 3 anni. L’informazione è ancora carente. Quando effettuare il primo controllo? A prescindere da qualsiasi altro sospetto o situazione ereditaria nota, a tre anni ogni bambino dovrebbe essere sottoposto a una visita oculistica. Ovvia-
mente se si ravvisano atteggiamenti anomali anche prima. Non è il caso di allarmarsi più di tanto se il bambino si avvicina alla televisione, quasi volesse entrarci, perché qui contano molto anche la curiosità e la voglia di partecipare. Ma se storce gli occhi o sembra non avere una fissazione prontissima, certamente un controllo è opportuno. L’oculista è lo specialista di riferimento e con l’oculista bisogna instaurare un rapporto di fiducia continuativo. Deve però essere chiaro che visitare gli occhi di un bambino non è cosa facile e alcuni dettagli possono fisiologicamente sfuggire; per questo il bambino va visto e rivisto, con una raccomandazione: non demandare tutto al medico, spesso l’intuito di genitori o nonni è di grandissimo aiuto nell’avviare diagnosi difficili. Mi può parlare del rapporto con il paziente? Si tratta di un rapporto particolare. Oggi lo specialista che si occupa di bambini con loro si interfaccia direttamente, grandi o piccoli che siano. E la relazione medico-genitore-bambino è cambiata. In passato si chiedeva al genitore di mediare su ogni aspetto, oggi si tende a interagire direttamente con il piccolo paziente. Un approccio molto gradito dal genitore, rassicurato da un medico che si sappia rapportare con il bambino. Cosa possiamo dire di alimentazione e vista? Sappiamo, da evidenze di ricerca, che integratori e antiossidanti sono efficaci e fanno bene, le molecole più interessanti sono la luteina e la zeaxantina. Si tratta però di sostanze già presenti in natura e che seguendo buone indicazioni nutrizionali possono essere introdotte anche attraverso la dieta. La necessità di 16 | febbraio 2016 |
integrarle deve sempre essere discussa con il neonatologo e il pediatra. Ci sono novità in chirurgia? Negli ultimi trent’anni l’oculistica è totalmente cambiata. L’impianto della lente intraoculare nell’anziano è oggi l’intervento più praticato al mondo. L’intervento laser per la chirurgia refrattiva è entrato a far parte della routine clinica, con apparecchiature sempre più innovative. Inoltre oggi si può parlare di tecniche di bioingegneria e nanotecnologie applicate alla chirurgia dell’occhio. E non va dimenticato che la vera microchirurgia è propria dell’oftalmologia. L’Italia occupa una posizione di tutto rispetto nello sviluppo e ricerca in questo settore, nonostante le difficoltà in cui versano le nostre Università e le scarse risorse destinate alla ricerca scientifica. Quali miti da sfatare in oftalmologia? Più d’uno. Per esempio che il mal di testa sia legato a difetti visivi, cosa che non avviene quasi mai. Non è l’occhiale che risolve il mal di testa; semmai l’oculista, esaminando il fondo dell’occhio può verificare l’eventuale presenza di masse attraverso la misurazione dell’ipertensione endocranica. Secondo un’altra falsa credenza, poi, gli occhiali correggerebbero il difetto visivo. Non è così, sono la genetica e le abitudini di vita a influenzare le capacità visive. O ancora, che l’occlusione possa raddrizzare un occhio strabico. In realtà rinforza l’occhio debole ma non risolve il problema di allineamento. E infine aggiungo, attenzione a venditori di fumo: oggi non è infrequente che figure diverse dal medico specializzato in oftalmologia rivendichino competenze in questo campo.
INTERVISTA | Paolo Nucci
17 | febbraio 2016 |
GESTIONE
di LAURA IACOVONE, dipartimento di Economia, management e metodi quantitativi, Università di Milano e Università Bocconi
Una visione integrata
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ai primi anni Novanta a oggi la farmacia italiana ha attraversato una costante evoluzione determinata dai mutamenti delle esigenze in linea con le trasformazioni sociopolitiche e culturali e dal conseguente progressivo aumento della pressione competitiva all’interno del settore. Il concetto di pressione competitiva è tuttavia ben più ampio della semplice concorrenza tra farmacie, in quanto attiene a tutte le forze che in qualche modo possono, direttamente o indirettamente, condizionare le scelte strategiche di un’impresa. In questa ottica, le pressioni competitive possono derivare dai cambiamenti del contesto di riferimento (per esempio a livello di normativa, welfare e sistema sanitario nazionale), cosi come in virtù delle dinamiche competitive nei rapporti con i fornitori e rispetto ai comportamenti della domanda. O, ancora, quale conseguenza indiretta delle strategie messe in atto da potenziali concorrenti (anche esteri, quali Boots) e da punti di vendita ritenuti dai consumatori parzialmente sostituibili dalla farmacia (come le erboristerie e le parafarmacie).
Risposte strategiche
La risposta strategica del canale nel suo complesso sembra potersi sintetizzare identificando, si perdoni la dovuta semplificazione, una polarizzazione a favore
La creazione di valore dell’azienda farmacia: dal marketing agli economics
di tre atteggiamenti imprenditoriali: il mantenimento dello status quo, nella speranza di poter godere di un certo vantaggio di rendita il più a lungo possibile; lo sviluppo commerciale delle farmacie, alla ricerca di nuove linee di prodotto o opportunità di business, in grado di compensare una strutturale riduzione della marginalità; il recupero del valore originario della professione, cercando di individuare nuovi percorsi di sviluppo e fonti di innovazione a livello di offerta e di servizi, in linea con una visione di assistenza maggiormente distribuita a livello territoriale. Qualunque percorso evolutivo si sia intrapreso, il farmacista si è da sempre scontrato con l’esigenza di investire nella propria crescita professionale, anche lungo percorsi formativi piuttosto lontani dal proprio background originario, come quello manageriale ed economico-aziendale in senso stretto. Dal punto di vista operativo, ciò ha determinato anche la decisione di sopperire ad alcune specifiche mancanze, ogni qualvolta ve ne fosse bisogno, ricorrendo al contributo di terzi attori (dai commercialisti ai consulenti di marketing; dai grossisti e/o cooperative, alle imprese di produzione dei diversi comparti merceologici). Le modalità di collaborazione, tuttavia, non sempre tendono realmente a trasferire conoscenze e competenze all’interno dell’organizzazione, quanto 18 | febbraio 2016 |
meramente a rispondere a una richiesta di prestazioni, spesso orientata al breve periodo. Può quindi accadere che il farmacista titolare e l’azienda farmacia non riescano di fatto a colmare il gap esistente, per diventare maggiormente autonomi nei processi decisionali d’impresa. Un altro rischio molto frequente in termini culturali, strettamente connesso al precedente, è quello di intendere i diversi ambiti gestionali come entità distinte, affrontandole a compartimenti stagni (bilancio, gestione del magazzino, politica degli acquisti, marketing, comunicazione esterna, sito web, social network, visual merchandising, comunicazione e così via) e perdendo di vista le conseguenze logiche delle scelte strategiche su quelle di natura tattica e operativa (e soprattutto viceversa), nonché i reciproci effetti che ognuna di queste aree ha su tutte le altre.
Paralleli
A titolo esemplificativo, potremmo paragonare la farmacia a un essere vivente che, per continuare a vivere, ha bisogno di approvvigionarsi costantemente. Come ben sappiamo, ogni persona non è certo solo un mero insieme di organi, ma un sistema estremamente articolato e complesso, fortemente interconnesso, tale per cui la perdita di energia o una malattia vera e propria in una determinata parte dell’organismo
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può produrre scompensi e complicanze in organi anche molto diversi. Cosí alla medicina tradizionale si sono via via affiancate altre discipline e modalità di intervento alternative (agopuntura, osteopatia, eccetera), che se gestite in modo sinergico consentono un approccio olistico nei confronti dell’individuo e il recupero di un certo equilibrio. È infatti una profonda conoscenza dell’insieme e delle reciproche interconnessioni che ci consente di esprimere una visione prospettica affidabile e di valutare l’effettiva necessità di un intervento e la qualità dello stesso. In questo senso, si è quindi deciso di proporre in questo e nei prossimi numeri una prospettiva di analisi dell’evoluzione del marketing nel settore farmaceutico e della farmacia leggermente diversa rispetto a quella tradizionale, valorizzando per ognuno dei temi approfonditi - dalle decisioni strategiche alle singole scelte operative - non solo le ripercussioni sulla dimen-
sione prettamente economico-aziendale, ma su tutte le altre aree e funzioni, quali la struttura organizzativa, le politiche di acquisto, il magazzino, il sistema informativo. Valga a esempio come alcuni dei temi più attuali - quali la creazione di un sito web o di un vero e proprio sito di e-commerce - siano spesso affrontati e valutati in una situazione di incompletezza di informazioni, con il rischio che possa essere privilegiata una prospettiva piuttosto che un’altra, sulla base di sentiment o trend settoriali passeggeri. Allo stesso modo le tradizionali logiche di gestione del magazzino possono essere condizionate da apparenti vantaggi di breve periodo (come la concessione di uno sconto particolarmente significativo), sganciando tale processo decisionale dall’analisi dei comportamenti attuali della domanda, che possono differire di molto dalla realtà rappresentata dallo storico degli acquisti, consolidatosi nel 19 | febbraio 2016 |
tempo. In altri termini, i contributi che verranno offerti all’attenzione dei lettori avranno l’obiettivo non solo di enfatizzare le ripercussioni, economiche e non, di ogni scelta di marketing, ma anche, se non soprattutto, le conseguenze della mancata analisi delle stesse, prima di compiere un qualsiasi investimento o scelta aziendale. Va da sé, infatti, che la mancata assunzione di un dipendente potrebbe alleggerire la struttura di bilancio, ma danneggiare la qualità percepita del servizio offerto. Allo stesso modo, un acquisto in grandi quantità di un prodotto stagionale potrebbe determinare potenzialmente - nel caso di un’alta rotazione - un incremento di marginalità, ma anche ridurre la varietà d’offerta agli occhi del cliente, traducendosi in un danno d’immagine, con conseguente riduzione delle vendite del prodotto e, nel medio lungo, un calo della funzione di domanda dell’intera farmacia.
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to in merito alle scelte fatte nell’ambito A tale riguardo, si procederà pertan- della gestione caratteristica, ha delle to distinguendo innanzitutto tutti implicazioni dirette sugli economics gli aspetti di marketing esterno della d’impresa, a partire dagli effetti sull’imfarmacia, dalle decisioni di marke- magine percepita e quindi sul livello medio dei prezzi della farmacia. ting interno. Nel primo caso si considereranno in- Allo stesso modo, le scelte operative nanzitutto le implicazioni delle indagini possono creare o distruggere valore e delle valutazioni attinenti alla microe- d’impresa, con ricadute dirette e indiconomia della farmacia (domanda e rette sulla marginalità, spesso sottovaconcorrenza), condotte rispetto alle lutate. Basti pensare agli effetti di un prassi più diffuse, confrontate con quel- category management gestito in ottica le che possono essere definite ottimali, mono-brand piuttosto che a favore delle nella misura in cui sono in grado di ri- logiche di fidelizzazione alla farmacia; durre il coefficiente di errore nell’ambi- un’errata comunicazione; all’abuso o to dei processi decisionali. In questa non corretto ricorso alle promozioni ottica rientra anche il valore conoscitivo (off line e on line); alla comunicazione d’immagine insita in alcune sceldelle ricerche di mercato e il site di visual merchandising gnificato (anche in termini particolarmente aggreseconomici) degli indici sivo; a un orario di normalmente utilizL’applicazione zati per valutare la delle medesime logiche apertura non adeguato alle esigenze soddisfazione e/o e strumenti propri dell’utenza; o, anla fedeltà della del marketing al mercato cora, alla non corclientela o il poteinterno dei propri retta informazione re dei competitor. collaboratori può portare fornita dal persoAltrettanta rilenale di vendita che vanza all’interno a risultati può aver condizionadelle scelte di marsorprendenti to la scelta di un proketing strategico deve dotto o la possibilità di essere attribuita allo fruire di un servizio sanitastudio dei punti di forza e di rio. Va peraltro evidenziato come la debolezza dell’azienda in quanto tale (analisi interna), rispettivamente in stessa rilevazione di tali eventi propri merito alle caratteristiche e al valore della cosiddetta customer experience, dei propri portfolio attività (offerta di siano essi positivi o negativi, rappresenbeni e servizi) e portfolio di risorse e ta di per sé un ulteriore fonte di valore competenze; della stessa immagine e re- per la farmacia - economico e non putazione a livello locale; della struttu- considerata sempre più strategicamente ra dei costi (fissi e variabili) e/o del rilevante. livello di indebitamento aziendale. An- Con riferimento invece al secondo che la conseguente definizione del posi- punto, per marketing interno si intenzionamento competitivo della farmacia, de l’insieme di strategie e politiche tespesso nella realtà ricavabile a posterio- se a conquistare il primo cliente ri sulla base delle percezioni del merca- dell’azienda in assoluto, ossia i propri
Esterno e interno
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dipendenti, considerati quale fonte primaria del vantaggio competitivo dell’impresa. L’applicazione delle medesime logiche e strumenti propri del marketing al mercato interno dei propri collaboratori può portare a risultati sorprendenti, sempre che il “prodotto” - ossia le specificità del ruolo e le condizioni alle quali si vuole che sia erogato il servizio al cliente finale - siano motivo di gratificazione e di crescita professionale, sotto i diversi punti di vista. In questo ambito, non si fa pertanto solo riferimento ai più noti meccanismi di incentivazione, che sono peraltro una delle leve operative a disposizione, quanto agli effetti di una diversa impostazione della gestione delle risorse umane, nella misura in cui esse vengono messe in grado di poter esprimersi come individui oltre che come professionisti.
Infine
Un ultimo contributo verrà dedicato a una visione di sintesi, riassuntiva e sufficientemente schematica, degli ambiti di interazione tra marketing ed economics d’impresa, in modo da avere il controllo dei possibili nessi causaeffetto nei processi decisionali di un’impresa di servizi, tipicamente trasversali rispetto alle diverse aree funzionali. Allo stesso tempo, tale sintesi ha l’obiettivo di stimolare la richiesta da parte del farmacista di nuovi e diversi strumenti conoscitivi tesi a presidiare le dinamiche prettamente contabili e finanziarie, per poterle valutare, in tempo quasi reale, in relazione alle scelte più propriamente strategiche di mercato, ampliando la propria conoscenza e, quindi, la visione prospettica dello sviluppo della propria attivitá.
COMUNICAZIONE
Claudio Galeno
o della professione Storia e attualità di un grande comunicatore. Un’eredità culturale che la farmacia non può dimenticare
di GIULIANO CORTI, filosofo
I
l grande merito di Galeno e, in un certo senso, l’anima di tutto il suo operare, come medico e filosofo, parte dal presupposto che il corpo è un insieme organico di precise funzioni fisiologiche animate dal pneuma, lo spirito vitale. Cosa non scontata a quei tempi in cui gli atomisti e gli empirici dettavano legge. Il medico, per Galeno, deve quindi esercitare la propria arte all’interno di un orizzonte professionale unitario in cui ricerca, diagnosi e terapia hanno come costante punto di riferimento la persona, la competenza del medico; la guarigione come finalità. «Lo scopo dell’arte medica è la salute, il fine è ottenerla». La professione dunque è per lui il «luogo istituzionale ed etico» dove mestiere, innovazione e tradizione s’incontrano trovando una sintesi evolutiva. Dai tempi di Galeno - il quale visse gran parte della sua vita nella Roma del II secolo d.C. come medico personale dell’imperatore Marco Aurelio prima, e di Commodo e Settimio Severo poi - la scienza medica e farmacologica hanno fatto naturalmente enormi progressi. Purtroppo questi progressi negli ultimi anni hanno messo in discussione quella visione unitaria della professione e della scienza di cui Galeno parlava. In tal modo la natura umanistica della professione e dell’arte medica ha perso terreno a tutto vantaggio di quella visione empiristica e settoriale che Galeno contrastò
vivacemente non solo nella sua pratica quotidiana di medico ma anche in tutti i suoi scritti. Una messe immensa di osservazioni, deduzioni e conclusioni che nel suo insieme rappresenta ben un ottavo dell’intera letteratura greca giunta fino a noi. Per Galeno la visione unitaria è indispensabile per portare a compimento quella che considera una sua missione fondamentale, cioè «l’educazione alla professione del medico». Proprio per lasciare ai posteri una memoria scritta del suo pensiero e della sua pratica egli dettò, senza sosta, ai suoi assistenti quella sterminata raccolta di testi che va sotto il nome di Corpus Galenicum. Questa opera di comunicazione e divulgazione gli stava talmente a cuore che, per sua stessa ammissione, una ventina di scrivani annotavano le sue parole e le sue riflessioni in ogni circostanza in cui si trovava a operare. Galeno in definitiva credeva fermamente nella comunicazione del sapere e non riteneva di tener segreta la propria arte come molti dei suoi rivali in quella Roma dalla quale per un breve periodo dovette fuggire per timore di essere assassinato. Quando sentì avvicinarsi la fine donò tutti i suoi manoscritti alla biblioteca del Tempio della Pace. E anche se un incendio nel 199 d. C. divorò la biblioteca, la sua fama era talmente vasta e i suoi scritti talmente ricercati che il corpus delle opere superstiti rappresenta ancora oggi un sussidio fonda21 | febbraio 2016 |
mentale per insegnare i valori etici e scientifici della professione.
Volontà denigratoria
Tutto questo per dire che le professioni come insieme di conoscenze e di ethos, di episteme ed etica, di sapere scientifico e responsabilità sono presidi indispensabili alla buona crescita del corpo sociale. Non solo in campo medico. Purtroppo invece il nostro tempo sembra augurarsi quotidianamente il declino
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delle professioni a favore, si dice, dei servizi al consumatore. Le argomentazioni insistenti di alcuni politici e degli uomini di marketing (marketing della salute incluso), attraverso l’apologia quotidiana del principio di efficienza e funzionalità tecnica, erodono giorno dopo giorno la reputazione delle professioni utilizzando fatti di cronaca spicciola e generalizzazioni insensate. Le professioni sono viste come sopravvivenze arcaiche di un epoca senza concorrenza e quindi devono adattarsi ai tempi del libero mercato. Principio in parte condivisibile, se non fosse che poi la concorrenza senza regole, precetti e metodo, spinta al massimo, invaghita della propria funzione innovatrice, finisce col favorire gli oligopoli e una visione disumanizzata della vita sociale, sempre più asservita alle logiche gelide della tecnica che ha perso l’accezione originaria di “arte” - nel senso di “perizia”, “saper fare”, “saper operare” - a tutto vantaggio di quelle realtà che eleggono la cosiddetta razionalizzazione del mercato a feticcio del margine di profitto. Si sostiene addirittura che gli Ordini professionali in sé siano di ostacolo alla crescita, invocata come panacea universale, senza tener conto del fatto che la metafora del “crescere” evoca un’immagine e un concetto inseparabili dall’idea stessa della vita. Non si tiene conto del fatto cioè che la crescita non è una retta che tende all’infinito, ma una linea sensibile al tempo, soggetta ai ritmi delle stagioni e alle età dei viventi. Un individuo adulto cresce in modo diverso e con ritmi differenti da quelli di un bambino. E così anche gli alberi. Ridurre tutto a percentuale, mortificando la crescita a puro valore numerico, a bruto dato incrementale, a percentuale enigmatica, è un errore. Ed è anche
un’offesa al buon senso. Ma si sa che le percentuali servono a disegnar grafici e prospetti e così la statistica impera a danno delle professioni, legate non solo alle quantità, com’è ovvio che sia, ma anche alle qualità dell’operare. Il “mercatismo”, l’ideologia che non ha altra regola che l’aumento lordo delle quote di mercato, svilisce le professioni in nome della ragion di mercato, ricorrendo talvolta anche ad argomenti generici e a generalizzazioni immotivate. Si potrebbero fare molti esempi di come professori, avvocati, medici, giornalisti siano additati quotidianamente al pubblico come i principali responsabili del fatto che la società non si adegua ai canoni della modernità tecnica, che prevede invece intercambiabilità, riduzione delle regole, competizione spietata. La “società liquida” - ben descritta da Zigmut Baumann - del consumismo e della globalizzazione dilagante tende cioè a liquidare le professioni perché le considera elementi di rigidità del sistema. Una tesi tutta da dimostrare e che purtuttavia gode di grande ascolto nell’immaginario del consumatore medio. Perché si presta a un uso propagandistico del concetto secondo il quale il professionista, animato da intenti corporativi ed egoistici, è nemico della libera concorrenza che invece opera a tutto vantaggio del cittadino consumatore. Al contrario invece le professioni, proprio perché pubblico esercizio di un sapere codificato e legato all’insegnamento e all’apprendimento, sono importantissimi dispositivi di compensazioni degli interessi. L’esercizio della professione ha nel proprio codice genetico la centralità della persona: sia essa studente, assistito, paziente o cittadino informato. E questa centralità della persona distingue il professionista dal tecnico puro. 22 | febbraio 2016 |
Venendo alla farmacia e al farmacista, difendere la professione significa soprattutto difendere gli interessi veri del consumatore-paziente. Quella persona che entra in negozio per soddisfare un bisogno legato alla sfera della salute, del benessere o dell’igiene in senso ampio. Questa persona ha bisogno di ascolto e indicazioni, di moniti e avvertenze, mentre la farmacia, ridotta a puro e semplice esercizio commerciale, non favorisce né l’ascolto né il consiglio. Ma allora ci si chiede com’è possibile rivitalizzare la funzione e la professione del farmacista? Innanzitutto restituendogli gli strumenti che gli permettono di esercitare al meglio la professione, favorendo quelle capacità professionali su cui si è formato.
Una competenza magistrale
Al tempo dei Comuni la Corporazione degli speziali era inclusa tra le sette arti maggiori e considerata una tra le più importanti nella società dell’epoca. Ancora agli inizi del secolo corso la gran parte dei rimedi venduti in farmacia venivano preparati in farmacia. La figura professionale del farmacista andava quindi ben oltre il ruolo di distributore di farmaci al dettaglio. La farmacia non era solo il negozio delle medicine, ma anche il luogo dove si allestivano i cosiddetti rimedi galenici. Un termine forse impreciso, ma il cui significato accosta il farmaco alla perizia e alla responsabilità del farmacista. Preparando una ricetta, misurando i dosaggi, il titolare della farmacia, in quanto depositario dell’arte farmaceutica stabiliva immediatamente un rapporto fiduciario con il cliente: da persona a persona, da professionista a paziente. Con lo sviluppo dell’industria farmaceutica, che ha messo a disposizione del
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pubblico farmaci sempre più efficaci e specialità medicinali brevettate dalle case farmaceutiche, le preparazioni galeniche magistrali hanno perso non solo importanti quote di mercato ma anche smarrito la propria identità di farmaci preparati su misura, e su ricetta medica, dal farmacista. Questa tendenza negli ultimi anni si è invertita proprio perché vi sono molti settori in cui la soggettività del bisogno predilige la preparazione di rimedi ad hoc e anche i medici hanno rivalutato i galenici. Basti pensare al grande capitolo della terapia del dolore, alle esigenze dermatologiche oppure alla regolazione delle funzioni fisiologiche per capire come vi sia un ampio spazio di convivenza all’interno della farmacia dei galenici accanto alle specialità medicinali vere e proprie. Tralasciando le complesse questioni legate alla normativa, ma concentrandoci esclusivamente sulle ricadute comunicazionali dei preparati galenici, magistrali e officinali, si può affermare che essi hanno la funzione di migliorare la notorietà d’insegna della casa. Si potrebbe prendere a esempio (ovviamente non alla lettera, date le esigenze normative del settore farmaceutico) quella grande operazione di comunicazione della qualità che ha valorizzato la produzione e la vendita di prodotti unici, frutto del lavoro e della perizia dei produttori, molti dei quali hanno aderito ai protocolli dei presidi Slow Food. Un’iniziativa caratterizzata da una forte valenza etica, che ha dimostrato come nei mercati maturi e saturi il negozio ha l’esigenza di trasmettere competenza di prodotto e non solo capacità d’intermediazione. La percezione di competenza del produttore e del negoziante orienta i consumatori e i fatturati verso prodotti caratterizzati da margini più vantaggio-
si. E le buone performance continuano, come dimostrano i dati di vendita. Impariamo dunque da quei settori che hanno saputo mettere la propria passione e reputazione a disposizione del consumatore. Perché il prodotto non ha solo una valenza commerciale, ha anche una funzione attrattiva di comunicazione di competenza. A una condizione, però, che si proponga come un bene prodotto pensando alle esigenze del consumatore in quanto persona fisica. Da questo punto di vista le farmacie hanno l’opportunità di utilizzare sia i galenici magistrali preparati ad hoc su ricetta medica, sia i galenici officinali come veicoli di un messaggio, semplice e immediato di cura personalizzata. I galenici magistrali e officinali rappresentano un argomento molto convincente per rinsaldare quel rapporto di fiducia che è fatto anche di spiegazioni, proposte, ed educazione al concetto di cura. Ormai è assodato che il mercato delle specialità medicinali e dei farmaci equivalenti genera sempre meno margine ed è sempre più standardizzato. E d’altro canto allargare l’offerta non può significare mettere a repentaglio l’identità del proprio negozio. I galenici invece ampliano non solo l’offerta ma anche la competenza di prodotto e di servizio, rafforzano l’identità della farmacia come luogo della cura personalizzata, in stretta collaborazione con il medico curante. Sì perché la suddivisione tecnica del lavoro tra il medico curante e il farmacista è anch’esso un problema da affrontare. Innanzitutto ripristinando quel sodalizio fra professionisti che però in questi ultimi decenni si è allentato, proprio perché le ragioni della tecnica e dell’industria tendono a suddividere 23 | febbraio 2016 |
sempre più le competenze e le professioni. Per cui si potrebbe dire che, paradossalmente, la tecnica ama il particulare. Ovviamente stiamo parlando di preparazioni magistrali e officinali che dipenderebbero comunque in gran parte dall’approvvigionamento dei principia presso laboratori industriali. In definitiva i preparati galenici oltre a restituire competenza al farmacista possono innescare un circolo virtuoso di fidelizzazione del cliente anche sui prodotti da banco e perfino per le preparazioni cosmetiche. Generando così non solo utili ma anche notorietà d’insegna. Un circolo virtuoso che, se ben governato, può agire in controtendenza rispetto agli andamenti economici degli ultimi anni. E poi ogni preparato non può prescindere dalla confezione e dall’etichetta e anche qui le possibilità di veicolare un’immagine identitaria della farmacia attraverso il packaging sono notevoli. In definitiva i galenici legati all’insegna della farmacia contribuiscono in maniera notevole ad aumentare la distintività del negozio, allontanando la farmacia da quella percezione di drugstore che l’assedio delle parafarmacie da un lato e dei corner della Gdo dall’altro sta generando in modo insensato. A scapito di un funzionamento corretto del mercato, che ultimamente sta mostrando un’inclinazione fatale alla bulimia da parte dei grandi marchi. Per la verità in quasi tutti i settori.
SOCIAL
di FRANCESCO FABIETTI (SocialGraph)
Comunicare
con Facebook
A
bbiamo già iniziato ad esplorare su Punto Effe il mondo dei social media per promuovere la nostra farmacia ed acquisire una maggiore capacità di raggiungere i nostri (vecchi e nuovi) clienti, descrivendo i veloci mutamenti in corso nel mondo della comunicazione digitale e introducendo molti degli strumenti in nostro possesso per connetterci al pubblico in rete. Da questo numero iniziamo un percorso di approfondimento sulle piattaforme social e in genere sugli strumenti di digital marketing, evidenziandone limiti e possibilità attraverso brevi guide operative per utilizzarle al meglio. Per il primo appuntamento abbiamo scelto di fare una panoramica sul mondo di Facebook, toccando tutti i temi principali per iniziare a utilizzare lo
strumento e per ottimizzarne i risultati. Nei prossimi mesi i singoli aspetti verranno approfonditi e corredati di schede pratiche per guidare i meno preparati a un uso efficace e indolore del più diffuso tra i social media.
Perché Facebook?
Facebook è il principale snodo di comunicazione digitale nel mondo. In Italia i numeri sono impressionanti: circa 28.000.000 sono gli utenti registrati e circa in 20.000.000 lo utilizzano quotidianamente (di cui 16.000.000 da mobile). Il 50 per cento dell’intera popolazione quindi e quasi l’80 per cento di quelli che hanno una connessione stabile in banda larga. Dei 20.000.000 attivi ogni giorno più di 6.000.000 (uomini e donne con un età compresa tra i 13 anni e i 65) si è di24 | febbraio 2016 |
chiarata interessata a tematiche legate alla salute, ha dato il proprio like a pagine o ha condotto ricerche all’interno del social network legate a questo tema. Il bacino di utenti è quindi incredibilmente ampio. Resta da capire come coinvolgerlo e trasformare i lettori in acquirenti.
Costruire una posizione social
La prima domanda che dobbiamo porci è «Che tipo di account dobbiamo utilizzare?» Ci viene in aiuto Facebook fornendoci due soluzioni distinte e dandoci linee guida piuttosto chiare. Sono due le strutture formali che possiamo utilizzare all’interno del social network: il profilo personale e la pagina “attività” (abitualmente chiamata “pagina fan”). Di regola Facebook imporrebbe che l’ac-
SOCIAL
Un percorso di approfondimento sulle piattaforme social e sugli strumenti di digital marketing
La pagina può gestire campagne pubblicitarie, sponsorizzare singoli post e avere reportistica dedicata sulle attività svolte sulla piattaforma e il loro risultato. Quindi se fino a ora avete gestito la vostra posizione su Facebook da un vecchio account appositamente rinominato per l’occasione (per esempio da Mario Rossi a Farmacia Rossi) è ora di riorganizzare i vostri presidi, tornare a riappropriarvi del vostro profilo e della vostra identità personale (il cui corretto utilizzo sarà fondamentale per una buona gestione della pagina, come scoprireSe offriamo solo mo nelle prossime setcontenuti promozionali timane) e di creare una pagina tutta e commerciali, nuova per la vostra il lettore ne sarà sempre farmacia. meno attratto,
perché non avrà ragione di condividerli con i suoi contatti
count p ersonale non sia legato a un’attività commerciale ma a una persona fisica, reale e con dati anagrafici veritieri. A sua volta ogni account personale può essere legato a infinite pagine fan. Al di là delle norme della piattaforma è anche la convenienza che ci spinge a strutturare la nostra posizione in questo modo. Due le principali motivazioni. L’account personale (da qui in avanti solo “l’account”) ha degli “amici”, deve stringere quindi un rapporto bidirezionale con gli altri utenti mentre la pagina fan (da qui in avanti “la pagina”) ha appunto dei fan che seguono le sue attività in maniera monodirezionale e autonoma (basta un like e cominceranno ad avere aggiornamenti sulle nostre iniziative).
Costruire l’identità social
Ora che il vostro account e la pagina sono on line possiamo iniziare a costruire un modello di comunicazione efficace. Le prime due domande da porci sono «Qual è il pubblico a cui mi riferirò?» e «Che messaggio voglio trasmettere?». La prima domanda sembra inutile e la risposta scontata: «Voglio raggiungere tutti!». In effetti la farmacia non necessariamente ha uno specifico target di riferimento e si rivolge al così detto mass market. Tutti hanno bisogno prima o poi delle competenze del farmacista e tutti, nel corso della vita, rientriamo in differenti categorie di utenti. La comunicazione pubblicitaria in generale e quella digital in particolare hanno però la necessità di segmentare il più possibile il target di 25 | f ebbraio 2016 |
riferimento così da costruire una strategia comunicativa più efficace. Dando per scontato che alcune linee comunicative saranno rivolte al pubblico generalista, l’esercizio da fare è quello di individuare categorie che per il vostro punto vendita sono strategiche perché già fortemente presenti tra i vostri consumatori abituali o al contrario perché assenti e quindi da “conquistare”. Una volta scelto con chi parlare resta da capire come. Prima indicazione: la vostra pagina non è una vetrina pubblicitaria. Facebook viene utilizzato per restare in contatto e condividere informazioni con la propria rete. L’uso dei like per seguire le pagine rientra in questa dinamica. L’utente trova interessante o utile avere aggiornamenti su un determinato tema perché ne ricava un vantaggio soprattutto in termini di spendibilità con la sua rete sociale. I video, le immagini, i post e in generale le informazioni che vengono raccolte da ogni singolo utente sono spesso usate da quest’ultimo per costruire una personale strategia di comunicazione con il proprio pubblico. I contenuti verranno ripubblicati e condivisi quando il lettore troverà siano validi nella definizione della propria identità digitale. Se offriamo solo contenuti promozionali e commerciali sarà sempre meno attratto da questi perché non avrà ragione di condividerli con i suoi contatti. Un esempio: la pagina della farmacia pubblica due contenuti rivolti alle donne in gravidanza. Il primo riguarda una promozione relativa a un integratore alimentare adatto alla gestazione mentre il secondo è un articolo con consigli alimentari per le future mamme. All’interno del secondo post si fa anche riferimento allo stesso integratore venduto nella nostra farmacia a un prezzo scon-
SOCIAL
tato. Nel primo caso il messaggio arriverà solo agli utenti già fan della nostra pagina. Anche gli interessati al tema o al prodotto saranno poco inclini a leggere davvero il contenuto dell’intervento perché recalcitranti di fronte a uno spot e certamente in pochissimi commenteranno l’intervento, metteranno il loro like o lo condivideranno sulla propria bacheca. Nel secondo caso, visto il carattere informativo del post, saranno in molti a leggerne il contenuto e qualora lo trovassero interessante saranno propensi ad alimentarne la diffusione condividendolo con i rispettivi amici. Nel secondo caso abbiamo fornito un servizio al nostro pubblico, comunicato la nostra iniziativa promozionale e allargato la nostra schiera di lettori: ora anche gli amici dei nostri fan hanno letto il post e ci conoscono!
Cosa postare e in che modo
Cosa pubblicare quindi, con quale frequenza e con che linguaggio? All’argomento dedicheremo un articolo nei prossimi numeri ma iniziamo con alcune indicazioni di massima. Una volta selezionato il target cerchiamo di definire quali sono gli strumenti comunicativi più efficaci per raggiungerlo. Se l’obiettivo principale per cui siamo on line è farci conoscere e diffondere il più possibile i nostri messaggi, il primo passo è quello di estendere la rete dei nostri fan e successivamente produrre contenuti interessanti così che siano i nostri stessi utenti ad aiutarci ad ampliare la portata della nostra comunicazione. Una buona regola da seguire, anche se non in maniera eccessivamente rigida, è quella di alternare post smaccatamente promozionali a quelli di carattere informativo/di intrattenimento con una proporzione di 3
a 10: solo se ben diluiti i messaggi promozionali saranno accolti senza fastidio dai nostri lettori. La frequenza di pubblicazione varia molto dal segmento di pubblico e dai temi scelti ma possiamo generalizzare consigliando di non scendere mai sotto un’uscita quotidiana e di non superare mai la soglia dei 3/5 post al giorno. All’interno di questa forbice dovremmo poi alternare diverse tipologie di messaggio per rendere meno monotona la nostra presenza sulla bacheca dei fan. Scegliendo di pubblicare quattro post nell’arco delle 24 ore questi potrebbero essere così suddivisi: un intervento promozionale sulle attività della farmacia (sconti, iniziative, presentazioni nuovi prodotti); un intervento informativo indirizzato a uno dei target individuati (brevi articoli, materiale di approfondimento, analisi o anche commenti e interventi a partire dai casi di attualità. In questi giorni “l’allarme” per le morti in gravidanza, per esempio); un intervento più leggero e di intrattenimento (auguri in occasione delle feste, un buon giorno, la pubblicazione di video o di contenuti multimediali particolarmente virali in questo periodo); la riposta a un quesito o a un problema legato alla salute e magari vicino agli interessi promozionali di giornata (per esempio, la proposta di un rimedio naturale contro il mal di testa e la richiesta di condividere i problemi legati a questa patologia). Sarà un fattore determinante per il vostro successo on line riuscire a stabilire un contatto diretto e un dialogo con i lettori. Non bisogna essere intimiditi se si rischia di uscire marginalmente dalle tematiche legate alla salute o dai propri bisogni commerciali diretti. L’account 26 | febbraio 2016 |
della nostra farmacia deve essere gestito come fosse quello di una persona reale: ha gusti, opinioni, un carattere che deve essere riconoscibile e con il quale il lettore deve nel tempo poter stringere un rapporto ed entrare in dialogo.
Lettura dei dati
Individuato il target, focalizzati gli obbiettivi e, definito un piano editoriale, non ci resta che controllare se i nostri sforzi stanno dando frutti. Nei prossimi numeri vi forniremo una guida all’utilizzo degli strumenti di controllo di Facebook (Facebook insight), per ora ci limiteremo a dire che un’analisi delle nostre attività è necessaria per comprendere i meccanismi di diffusione dei contenuti e il grado di interesse generato nei lettori. Ci dà uno spaccato sociodemografico dei nostri utenti e ci permette di porci due domande fondamentali per migliorare le nostre campagne: «Il pubblico che realmente raggiungo è quello che mi aspettavo/volevo raggiungere?». «I contenuti che hanno avuto il maggior riscontro di cosa si occupavano in confronto a quelli che hanno prodotto effetti deludenti?». Perché se una strategia di comunicazione ha come obiettivo quello di migliorare il nostro posizionamento su uno specifico target e di veicolare un determinato messaggio, spesso dall’analisi dei risultati possiamo capire che il messaggio selezionato, le tematiche affrontate e anche lo stesso target di riferimento vanno rivisti alla luce della reale composizione del pubblico che tutti i giorni si confronta con i nostri post. Saranno spesso i lettori a dirci indirettamente chi sono e cosa sarà più opportuno dire loro.
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GALENICA
a cura di SIFAP
Propiltiouracile capsule Composizione
Propiltiouracile mg secondo prescrizione Silice colloidale anidra q.b.
Valore aggiunto della preparazione
La presente formulazione è orfana in Italia, il principio attivo è presente nella Farmacopea Europea 8.0 e in commercio in numerosi Stati europei (Germania, Francia, Austria, Grecia, Repubblica Ceca e altri ancora). Viene prescritto a varie concentrazioni, generalmente comprese tra 20 e 60 mg. Dal 2006 Aifa ha autorizzato l’importazione in ambito ospedaliero del medicinale di origine industriale in commercio in Europa per il mantenimento della continuità terapeutica (Propycil® 50 mg 60 cpr).
Indicazioni terapeutiche
Il propiltiouracile o 6-n-propiltiouracile è un farmaco antitiroideo (tireostatico) in grado di bloccare la sintesi degli ormoni tiroidei. È utilizzato in caso di ipertiroidismo, di interventi sulla tiroide e anche prima e dopo trattamento con radioiodio di un ipertiroidismo.
Controindicazioni e avvertenze speciali1
Il propiltiouracile ha dimostrato una maggiore epatotossicità rispetto ad altri farmaci antitiroidei quali carbimazolo o
Una formulazione in commercio in vari Paesi europei ma orfana in Italia
tiamazolo. I pazienti dovrebbero essere informati sui possibili sintomi, quali anoressia, prurito, ittero, dolore al quadrante superiore destro, e, in caso di loro comparsa, soprattutto nei primi sei mesi di terapia, devono consultare immediatamente il medico. In presenza di insufficienza epatica può essere necessario ridurre le dosi. Il propiltiouracile deve essere somministrato con cura e in dosi ridotte nei pazienti con insufficienza renale.
Attenzione
Il Martindale riporta dosi giornaliere anche molto elevate, nei casi più severi sino a 1200 mg giornalieri; normalmente dopo una/tre settimane si hanno miglioramenti e la dose viene progressivamente diminuita fino ad una di mantenimento da 50 mg a 150 mg al giorno. Nella Tabella n. 8 della FU XII ed., a pagina 1.395, sono riportate le dosi massime, il pro dose pari a 200 mg e il pro die di 600 mg, quindi a fronte di prescrizioni mediche superiori la ricetta è spedibile solo se il medico appone sulla ricetta la dicitura “sotto la mia responsabilità” o analoga.
Scelta degli eccipienti
In relazione alla misura di capsula disponibile e alle caratteristiche della polvere è possibile impiegare silice colloidale anidra2 e talvolta, lattosio, 28 | febbraio 2016 |
amido o maltodestrina (vedi Preparazione).
Valutazione del rischio
Applicando il position paper “Formule magistrali Sifap” (www.sifap.org) il grado di rischio è medio-basso.
Preparazione
Il propiltiouracile di odore pungente, sapore con leggero retrogusto amaro, colore bianco, si presenta in forma polverosa, al tatto simile all’amido. Per queste sue caratteristiche è assolutamente necessario evitare la triturazione, ma effettuare una “delicata” miscelazione con eccipienti non usando mortai a fondo rugoso poiché il p.a. vi rimarrebbe adeso; quindi optando per un mortaio di bachelite o vetro o porcellana a fondo liscio. Inoltre, per evitare la formazione di agglomerati è consigliabile porre la quantità prevista di silice colloidale anidra nel mortaio, quindi farvi cadere sopra il p.a. e infine procedere alla miscelazione. Per il dosaggio di 25 mg in capsula misura 3, la miscelazione comporta l’impiego di solo silice colloidale anidra (circa 8 mg per cps) che consente di agevolare l’operazione di riempimento. Per il dosaggio di 50 mg in capsula misura 2, utilizzare solo silice colloidale anidra (circa 12 mg per cps). Disponendo di capsule misura 0 la quantità di silice
GALENICA
colloidale anidra da utilizzare oscilla tra 25 e 30 mg per cps. Qualora si disponga di un p.a. con caratteristiche di scorrimento diverse, la situazione dovrà essere valutata caso per caso ricorrendo eventualmente ad altri eccipienti, quali lattosio, maltodestrina o amido di mais.
Controlli di qualità
Data limite di utilizzazione
Sei mesi compatibilmente con il periodo di validità residuo di ogni componente; qualora ciò non fosse possibile, il 25 per cento della validità residua del componente che scade prima. Esempio: se il p.a. scade fra un anno, la validità da attribuire al preparato è di 3 mesi.
Disponendo di una bilancia elettronica sensibile al milligrammo (terza cifra decimale), si può rapidamente effettuare il saggio dell’uniformità di massa su un campione significativo, per esempio il 10 per cento delle capsule realizzate. Si opera prendendo a caso 10 capsule, queste si pesano ottenendo il peso x che diviso per 10 (cioè il numero delle capsule pesate) darà m definito peso medio. Si pesano quindi una ad una le dieci capsule prescelte e nessuna deve risultare con un peso esterno al valore m±10 per cento. Esempio. Le 10 cps prescelte pesano 2,5 g. Tale valore diviso per 10 dà 250 mg, cioè il peso medio m. Pesando una a una le 10 capsule prescelte nessuna deve avere un valore esterno a m±10 per cento, cioè nessuna deve avere un peso maggiore di 275 mg, né minore di 225 mg, ma tutte devono essere comprese nell’intervallo 225/275 mg.
Ragione sociale indirizzo e telefono della farmacia. Nome del medico e Nome del paziente (ove riportato dal medico). Prep. n. desunto dal numero attribuito alla ricetta - data… - utilizzare entro il … Composizione quali-quantitativa completa di principio attivo ed eccipienti (Dm 18.11.03). Posologia come indicata dal medico (deve essere presente per il controllo della dose massima). Prezzo di vendita scorporato in sostanze3 (esclusi eccipienti art. 6 TNM), onorario, costo del recipiente (quando non si tratti di scatola, carta o cartone). Uso interno. Tenere lontano dalla portata dei bambini. Conservare lontano da fonti di calore e dalla luce. Non disperdere nell’ambiente.
Modalità d’uso e posologia
Tipo di ricetta
Di esclusiva pertinenza del medico.
Etichetta
RR.
29 | febbraio 2016 |
Adempimenti del farmacista
Il farmacista conserva ordinatamente per sei mesi copia della ricetta sulla quale appone un numero progressivo da riportare in etichetta, la sua firma e una copia dell’etichetta (Dm 18.11.03). L’originale della ricetta - ha validità di sei mesi, spedibile dieci volte - si restituisce apponendo timbro della farmacia, data di spedizione, prezzo praticato anche espresso in cifra unica. Il contenitore del propiltiouracile deve riportare un numero progressivo riferito all’anno, per esempio 25/15, e la data di primo utilizzo. Note
Componendo su Google “propiltiouracile foglietto illustrativo - compendium” è possibile stampare il foglietto illustrativo in lingua italiana presente nell’informatore svizzero chiamato compendium. 2 Il nome commerciale della silice colloidale anidra è Syloid®. 3 Quando una sostanza non è riportata nella TNM il prezzo di vendita si ottiene raddoppiando quello di acquisto (art. 5 TNM). Operativamente, si considera il costo senza Iva perché questa si scarica a monte, si raddoppia e si aggiunge Iva al 10 per cento. Esempio: pagati 100,00 euro + Iva 22,00, cioè 122. Si considera 100,00 e si raddoppia ottenendo 200,00 su cui si aggiunge Iva al 10 per cento, cioè 20,00 per un totale di 220,00 euro Iva inclusa. 1
MEDICINA
Terapie di ROSELLA GEMMA
preventive
I
l Parkinson, seconda malattia degenerativa per prevalenza dopo l’Alzheimer, colpisce in Italia circa 250.000 persone, numero destinato a raddoppiare nei prossimi quindici anni, dal momento che ogni anno si registrano circa 6.000 nuovi casi, con un’incidenza da 1,5 a 2 volte maggiore negli uomini rispetto alle donne. Nonostante il Parkinson venga spesso etichettato come malattia della terza età, una persona su cinque ha meno di cinquant’anni al momento della comparsa dei primi sintomi. Rimanere attivi il più a lungo possibile può prevenire il Parkinson e, insieme alle terapie più avanzate e a un approccio multidisciplinare, può contribuire a rallentare la progressione della malattia migliorando la qualità della vita in tutte le sue fasi. Questo il messaggio chiave della Giornata nazionale del Parkinson, tenutasi il 28 novembre scorso e promossa dall’Accademia Limpe-Dismov.
I contenuti
La Giornata nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della patologia. «Le ultime evidenze scientifiche dimostrano che chi pratica regolarmente un’attività fisica ha un rischio inferiore del 43 per cento di sviluppare la malattia di Parkinson, mentre i parkinsoniani che continuano a praticare attività fisica e 30 | febbraio 2016 |
Malattia di Parkinson, seimila nuovi casi ogni anno e non solo nella popolazione anziana. L’importanza dell’attività fisica
MEDICINA
sport non solo mantengono nel tempo una migliore autonomia ma presentano anche una evoluzione più lenta e meno invalidante rispetto a quelli che conducono una vita più sedentaria», dichiara Alfredo Berardelli, del dipartimento di Neurologia e psichiatria dell’Università La Sapienza. Una prospettiva multidisciplinare nella gestione delle persone con malattia di Parkinson e le terapie farmacologiche più avanzate aiutano, secondo gli esperti, a gestire la malattia per lungo tempo, mentre l’attività sportiva, le terapie fisiche e riabilitative e piccoli cambiamenti nello stile di vita possono facilitare la gestione del Parkinson, la mobilità dei pazienti e quindi la loro autonomia. Nelle persone con malattia di Parkinson, infatti, l’esercizio fisico può aiutare a migliorare l’equilibrio e ridurre del 70 per cento le cadute, che sono la più comune causa di accesso al Pronto soccorso. In occasione della Giornata circa 90 strutture sanitarie sono state messe a disposizione dei pazienti e dei caregiver. Il costo annuale per paziente affetto da malattia di Parkinson varia fra 3.500 e 4.800 euro per il Ssn, fra 1.500 e 2.700 euro per i malati e fra 10.000 e 17.000 euro per la società. Riportando questi dati al numero di persone con malattia di Parkinson presenti in Italia, è stato calcolato che il carico totale per il Ssn, relativo a questa patologia, sia compreso fra 1,1 e 1,3 miliardi di euro e quello per la società fra 2,2 e 2,9 miliardi di euro. A illustrare i risultati dello studio condotto per quantificare la spesa che Ssn, malati di Parkinson, famiglie e Società sostengono per la malattia, Americo Cicchetti, direttore dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Uni31 | febbraio 2016 |
I parkinsoniani che praticano attività fisica presentano un’evoluzione più lenta e meno invalidante rispetto a quelli che conducono vita sedentaria
versità cattolica del sacro cuore (Altems).
La diagnosi
Nella malattia di Parkinson la diagnosi preclinica viene fatta alla persona “apparentemente” sana, che non manifesta ancora i sintomi motori tipici della patologia, mentre la diagnosi precoce avviene quando i primi segni clinici sono già comparsi, sebbene siano ancora incerti o sfumati. «La diagnosi preclinica permette di anticipare di molti anni la comparsa della malattia di Parkinson e di modificarne addirittura il decorso attraverso una tempestiva terapia a base di farmaci dopaminergici o di farmaci neuroprotettivi». Il fattore tempo rappresenta una questione cruciale se si pensa che alla comparsa dei primi sintomi motori, come lentezza nei movimenti o tremore a riposo, la malattia ormai non può più essere bloccata in quanto risulta già in una fase troppo avanzata. Per diagnosticare la malattia di Parkinson sono stati individuati segni preclinici e precoci molto precisi che a volte, però, possono essere la manifestazione di altre malattie neurodegenerative. Di recente, quindi, è stata introdotta nella pratica clinica la diagnostica differenziale dei diversi campanelli d’allarme che interessano la malattia di Parkinson: per esempio, il disturbo del comportamento del sonno in fase Rem può riguardare, in fase preclinica, la patologia oppure riferirsi al tremore essenziale. Il trattamento della sintomatologia «deve essere personalizzato, sulla base delle caratteristiche
MEDICINA
espresse nella persona affetta dalla malattia di Parkinson, al fine di offrire le risorse terapeutiche più opportune, a seconda del quadro clinico, dell’evoluzione e del comportamento individuale», fanno sapere dalla Società italiana di neurologia (Sin). Le competenze neurologiche sono, inoltre, cruciali nelle fasi avanzate della malattia al fine di definire l’approccio terapeutico più adeguato alle problematiche in grado di compromettere la qualità della vita (disturbi del sonno, deficit cognitivi, difficoltà di deglutizione, costipazione eccetera). L’impatto della malattia di Parkinson è gravato dall’evidenza che alcuni sintomi motori - soprattutto nelle fasi intermedia avanzata della malattia - non hanno adeguata risposta alle terapie farmacologiche. Il malato presenta disturbi che limitano la sua capacità di muoversi, anche all’interno delle mura domestiche, e diminuisce progressivamente la sua autonomia.
La distribuzione regionale
Sebbene siano tanti in Italia i malati di Parkinson, la loro distribuzione geografica non è omogenea. Il numero maggiore di casi, infatti, si registra in Veneto col maggior tasso di malattia a Padova: 26,28 casi ogni 10mila abitanti. Il valore più basso invece in Sardegna, a Sanluri: appena 2,98 casi per 10.000, che, in linea con la bassa prevalenza dell’isola, assegnerebbe il primato di località più indenne da Parkinson d’Italia. Sono i dati di una ricerca realizzata, in occasione della Giornata nazionale, dall’Accademia Limpe-Dismov per definire la prevalenza in Italia dei pazienti affetti da malattia di Parkinson, avvalendosi delle richieste di esenzioni presentate nelle varie Asl. Al
* Tasso di malati di Parkinson nelle varie regioni. Fonte: Limpe-Dismov - dati analizzati e cartografati da Anna Maria Nannavechia
Centro-Sud, dove si registrano comunque le frequenze più basse, le prevalenze maggiori si osservano nelle Asl dei capoluoghi (Napoli, Bari, Palermo): ciò potrebbe far pensare a un maggior accesso ai servizi per richiesta di esenzione, piuttosto che a una maggior prevalenza di malattia. 32 | febbraio 2016 |
Sempre secondo la Limpe-Dismov le cadute di cui i parkinsoniani sono vittima (pari al doppio degli altri anziani), procurano spesso lesioni che riducono ulteriormente la loro mobilità con conseguente indebolimento. Due terzi di loro cade con una frequenza molto elevata, con perdita
MEDICINA
d’indipendenza e aumento del rischio di ospedalizzazione. Secondo lo studio - realizzato in diciannove centri della Penisola, coordinato da Giovanni Abruzzese dell’Università di Genova rispetto al 17 per cento degli anziani di controllo, sia al Nord che al Sud, ben il 42 per cento dei parkinsoniani cade almeno una volta l’anno anche a causa di fattori come età, durata e gravità della malattia, stato cognitivo, presenza di ansia e depressione, ma soprattutto la durata di malattia e alcuni specifici disturbi del cammino.
La stimolazione automatica periferica
Da diversi anni, un gruppo di ricercatori svizzeri ha sviluppato un nuovo trattamento non invasivo con l’obiettivo di consentire ai pazienti di migliorare il controllo dei sintomi motori senza la necessità di aggiungere ulteriori terapie farmacologiche a quelle già in uso. Focalizzata l’attenzione sul sistema nervoso periferico, che ha una sensibilità ridotta nei soggetti con Parkinson. Questo ha portato alla messa a punto di una tecnica di stimolazione, e di un dispositivo meccanico per erogarla in modo automatico. I risultati di uno studio italiano recentemente pubblicato sul Journal of Parkinson’s Disease, mostrano come la terapia Amps (Automated mechanical peripheral stimulation) erogata con il dispositivo medico “Gondola”, sia in grado di indurre miglioramenti nei parametri spazio-temporali del cammino in persone con Parkinson. In particolare, è stato documentato il collegamento tra la condizione clinica del paziente (cioè con la gravità dei sintomi motori) con la percentuale di miglioramento nei principali parametri del cammino (lun-
ghezza del passo, velo cità, cadenza e propulsione, dopo) che si riscontrano dopo il trattamento: più compromessa è la situazione clinica e maggiore è il miglioramento ottenuto. Lo studio, condotto da Fabrizio Stocchi, responsabile del Centro per la cura e la diagnosi del Parkinson dell’Irccs Nell’acido San Raffaele Pisana di Roma, evidenzia versity a Baltimora. acetilsalicilico come i valori medi L’acido salicilico è o in farmaci derivati dei parametri moun composto affipotrebbe nascondersi tori dei pazienti ne ed è anche una la chiave con Parkinson, molecola presente contro molte dopo il trattain molte piante, malattie mento mostrino inoltre si può proun avvicinamento durre sinteticamenneurodegenerative apprezzabile a quelli te in laboratorio. del gruppo di controllo Gli esperti americani di persone sane. Rispetto hanno dimostrato che l’acialle misurazioni effettuate prima do salicilico può bloccare l’azione della stimolazione e al gruppo di con- deleteria dell’enzima Gapdh che, in trollo, una seduta di terapia Amps ha condizioni di stress ossidativo (presenprodotto un miglioramento medio del za di radicali liberi), penetra nel nu14,85 nella lunghezza del passo, del cleo delle cellule e le danneggia fino a 14,77 per cento nella velocità del cam- ucciderle. Secondo gli esperti l’azione mino e del 29,91 nella propulsione. di questo enzima gioca un ruolo importante nella neurodegenerazione e Una molecola attiva non a caso un farmaco oggi in uso concontro la malattia tro il Parkinson, il deprenyl, agisce Nell’acido acetilsalicilico o in farmaci proprio su Gapdh. Gli scienziati Usa derivati potrebbe nascondersi la chiave hanno anche dimostrato che vari salicicontro molte malattie neurodegenera- lati estratti dalla liquirizia o prodotti tive: infatti, l’acido salicilico è risulta- artificialmente in laboratorio esercitato in grado di bloccare un enzima che no su Gapdh un’azione ancora più pogioca un ruolo importante in malattie tente dell’acido salicidico. Una volta neurodegenerative quali Alzheimer, chiarito meglio in che modo l’acido saParkinson e corea di Huntington, l’en- licidico e i suoi derivati agiscono su zima Gapdh. Reso noto sulla rivista Gapdh, si potrà puntare allo sviluppo Plos One, è il risultato di una ricerca di nuovi potenti farmaci per malattie condotta presso la John Hopkins Uni- neurodegenerative. 33 | febbraio 2016 |
FARMACIA CLINICA
di CORRADO GIUA, docente Master Clinical Pharmacy Università di Milano e Cagliari e AMBRA PEDRAZZINI, ricercatore Società Italiana Farmacia Clinica (SIFAC)
Acne: come trattarla in farmacia
L’
acne è una malattia della pelle a evoluzione solitamente benigna, largamente diffusa a livello mondiale, che colpisce più frequentemente la popolazione giovanile. Si stima che nei Paesi occidentali l’acne affligga l’80 per cento degli adolescenti, il 10 per cento di questi in forma severa. I soggetti maggiormente a rischio sembrerebbero essere gli adolescenti figli di genitori che a loro volta hanno combattuto contro l’acne durante l’adolescenza. Di fatti è riconosciuta una familiarità per quanto riguarda la probabilità di sviluppo della patologia acneica. Nonostante l’acne sia una condizione che colpisce in egual misura uomini e donne, è interessante notare alcune differenze per quanto riguarda il decorso della patologia e la severità tra questi due sessi. Nelle donne l’acne, in accordo con la maturità ormonale, tende a manifestarsi più precocemente e generalmente il decorso risulta essere più longevo. Questo probabilmente è dovuto all’esteso intervallo di tempo necessario affinché si abbia una stabilizzazione ormonale e potrebbe spiegare in parte perché in alcune donne la patologia termini in concomitanza con la prima gravidanza. Negli uomini invece le lesioni si manifestano durante l’acme ormonale e in forme più severe. Superata però questa fase l’acne risulta essere definitivamente, o quasi, superata.
Ha questo tipo di reazioni in concomitanza con il ciclo mestruale?
Inquadrare l'età del paziente
È sospetta una causa endocrina
Età > 17 anni
grafico
1
Fattori di rischio
Sta utilizzando un nuovo prodotto per il trucco o un nuovo prodotto cosmetico?
Inquadramento clinico
Nella condizione dermopatologica acneica il problema non è attribuibile alla sua diagnosi, che risulta essere di semplice compimento, quanto alla comprensione della sua severità e delle criticità a questa connessa. Per poter promuovere una corretta valutazione preliminare, e quindi scegliere un’appropriata strategia terapeutica, è utile considerare il grado della patologia. L’acne infatti può essere classificata, in base all’evidenza clinica, in quattro gruppi: lieve, moderata, severa e molto 34 | febbraio 2016 |
Ha recentemente intrapreso una nuova terapia? Che tipo di farmaco sta assumendo?
grave (vedi riquadro a pag. 36). Inoltre per poter considerare globalmente la patologia è utile promuovere un dialogo con il paziente; questo consentirà al farmacista di intuire se la problematica è di natura lieve e transitoria, e per tanto da lui gestibile, o più grave e quindi di competenza medica. Le informazioni che dovrebbero essere indagate riguardano soprattutto l’età di insorgenza della patologia acneica, la durata della condizione, la sua ciclicità nella sintomatologia. Come è già stato accennato, l’acne ha un esordio
FARMACIA CLINICA
Inquadramento clinico e approccio terapeutico giovanile, si manifesta in un età compresa tra i 12 e i 17 anni e nel genere femminile la presenza di eruzioni cutanee tende a intensificarsi in relazione al periodo premestruale. Qualora un soggetto non abbia mai manifestato durante questi anni un disturbo acneico, e questo si presenta in modo improvviso e acuto, ciò potrebbe essere un valido indizio di un disordine endocrino, di una follicolite batterica o di una forma acneica farmaco-indotta che dovrà essere accertata dal medico curante. Inoltre sarebbe opportuno indagare in relazione all’impiego dei farmaci topici o sistemici che il paziente assume, alla natura dei cosmetici e dei prodotti igienici abitualmente utilizzati, e infine sulle eventuali intolleranze alimentari e allergie verso agenti sensibilizzanti. Infine occorre rivolgere una certa attenzione alla sfera endocrino-sessuale della paziente acneica, informandosi sull’eventuale uso di medicinali contraccettivi, regolarità del ciclo mestruale, gravidanza, aumento del peso corporeo, perdita di capelli, onicolisi e difficoltà di concepimento.
Quando inviare il paziente al medico specialista
Il colloquio servirà a mettere in luce, attraverso l’individuazione di segnali d’allarme, anche l’eventuale esistenza di problematiche più gravi, di competenza esclusiva del medico. Il farmaci-
Quando si presenta in modo improvviso e acuto può essere un indizio di un disordine endocrino, di una follicolite batterica o di una forma acneica farmaco-indotta Fa uso di medicinali contraccettivi? Ha un ciclo regolare? è in stato di gravidanza? Soffre di alopecia o onicolisi?
Ha mai utilizzato prima prodotti o farmaci per il trattamento acneico?
È sospetta una causa endocrina
Fallimento al trattamento primario
Red Flag Sono presenti disagi psicosociali
Questo problema incide sulla sua autostima?
35 | febbraio 2016 |
Il paziente accusa dolore forme nodulo cistiche e cicatrici evidenti
grafico
Ha mai pensato di rivolgersi a un medico?
2
FARMACIA CLINICA
tabella
1
Classificazione acne
Severità
Lesioni
LIEVE
LEGGERMENTE EVIDENTI
MODERATA
FACILMENTE EVIDENTI
SEVERA
ASSAI EVIDENTI
MOLTO GRAVE
DETURPANTI
sta acquisirà queste informazioni e sarà lui stesso a promuovere l’invio a consulto specialistico. Le Linee Guida NICE riportano come Red flag le seguenti condizioni: Il soggetto presenta una forma molto grave di acne, dolorosa (nodulo-cistica). Il soggetto è afflitto da problemi sociali dovuti al suo aspetto estetico. Il soggetto mostra processi di cicatrizzazione. Il soggetto presenta una forma acneica moderata ma non risponde al trattamento primario. È sospettata una causa endocrina.
il trattamento dell’acne sono mirati a uno o più dei meccanismi coinvolti nella patogenesi acneica: iperproduzione seborroica dovuta a elevati livelli di androgeni nel sangue; Propionibacterium acnes; ipercheratizzazione con conseguente occlusione del follicolo pilifero; flogosi instaurata a seguito della decomposizione del sebo in fattori proinfiammatori. I medicinali a uso topico comunemente impiegati per il trattamento dell’acne sono: Retinoidi. I retinoidi vantano un’azione comedolitica attraverso la loro azione Approccio terapeutico modulatrice sulla proliferazione epiderIn linea generale, per quanto concerne mica e sulla prevenzione dell’ipercheraal trattamento farmacologico si assumo- tosi, scongiurando per tanto la marcia no due postulati: per l’acne di carattere infiammatoria. I retinoidi sono considelieve non viene intrapresa una terapia rati teratogeni e se assunti per via orale sistemica ma solo topica; per l’acne mo- possono determinare gravissime consederata-grave, per la quale sarà guenze per il feto. Nonostante contemplato l’intervento del non siano comunque domedico specialista, si ricumentate sufficienti Per l’acne corre in linea di massievidenze che dimodi carattere lieve ma a un’associazione strino la loro teranon viene intrapresa tra la terapia sistetogenicità anche una terapia sistemica mica (per lo più a livello topico, è ma solo topica; per l’acne sconsigliato il louna terapia antibiotica per os o mediro utilizzo nelle moderata-grave cinali ormonali) e donne in gravisarà contemplato una terapia topica. danza o nelle donl’intervento In ogni caso, qualsiasi ne intenzionate al dello specialista essi siano, i medicinali concepimento. Perche vengono impiegati per tanto il farmacista do36 | febbraio 2016 |
vrebbe sempre indagare sullo stato e sulle intenzioni della paziente prima di consigliare questo tipo di trattamento. Dato che i retinoidi agiscono a monte dell’origine acneica, sarà necessario un po’ di tempo prima che i risultati terapeutici siano apprezzabili; prima della fase di miglioramento è possibile notare un temporaneo e iniziale peggioramento. Per tanto il farmacista dovrà informare il paziente, rassicurarlo e sostenerlo durante la terapia dinanzi all’iniziale scoraggiamento dovuto al ritardo della risposta terapeutica. Perossido di benzoile. Il perossido di benzoile è un potente battericida di prima scelta, particolarmente efficace nei confronti di P. acnes, la cui particolarità è quella di superare la resistenza batterica. Questa sua azione permette di identificare il perossido benzoile come candidato ideale per la terapia combinata con antibiotici ad applicazione topica o orale. Il perossido di benzoile vanta un’azione sia cheratolitica che comedolitica ed esiste in commercio a diverse concentrazioni e in differenti formulazioni quali detergente o gel che può permanere sulla cute per diverse ore. L’acido salicilico. L’acido salicilico è dotato di una leggera proprietà cheratolitica. La sua azione, per quanto sia più blanda rispetto ad altri medicinali, è di conseguenza anche meno irritativa. Per questo motivo viene generalmente indicato ai pazienti che non tollerano i retinoidi o che per altri motivi non possono intraprendere un trattamento con questi. Generalmente viene utilizzato in associazione ad altri medicinali, ad azione diversa da quella cheratolitica, e proposto in formulazioni galeniche a concentrazioni pari allo 0,2- 0,5 per cento o in alcune preparazioni in-
FARMACIA CLINICA
dustriali in associazione ad altri principi attivi. Antibiotici topici. Gli antibiotici ad applicazione topica più comunemente utilizzati, specialmente in caso di acne sono la clindamicina e l’eritromicina, i cui effetti terapeutici nei confronti di P. acnes, sono ben consolidati nella letteratura scientifica. Tuttavia, è altrettanto nota la perdita progressiva di efficacia dovuta alla ridotta sensibilità di P. acnes nei confronti di questi antibiotici. Per tanto, generalmente, il regime terapeutico indicato prevede un trattamento combinato tra antibiotico e un altro farmaco, come per esempio il perossido di benzoile. In tal caso è bene raccomandare al paziente di impiegare le preparazioni topiche in maniera alternata: una alla mattina e l’altra alla sera. tabella
2
Qualunque sia il consiglio terapeutico, è bene tener in considerazione che il trattamento dell’acne non si riflette in un approccio terapeutico universalistico che può essere per tanto applicato in modo paradigmatico ai diversi pazienti. Infatti un aspetto principe per la strategia farmacologica è rappresentato, oltre che dal corretto inquadramento clinico, dalla responsività individuale di ciascun individuo.
I consigli al paziente
L’acne non è la conseguenza di una insufficiente pulizia del viso. A causa di questa falsa credenza, l’abitudine del paziente è quella di ricorrere a un frequente e continuo lavaggio con prodotti aggressivi e in grandi quantità. In realtà è necessario impiegare piccole quantità
La terapia Farmaci
Durata minima
Durata massima
Retinoidi topici
8-12 settimane
Non specificata
Perossido di benzoile
6-12 settimane
Non specificata
Antibiotici topici
6-12 settimane
Non specificata
Antibiotici orali
1 ciclo completo (in base al tipo di farmaco)
2- 3 mesi
Contraccetivi orali
5 cicli
Non specificata
Isotretinoina orale
16 settimane
24 settimane
Le caselle verdi sono farmaci indicati per il trattamento delle forme acneiche più severe e compromesse e pertanto di competenza esclusiva del medico.
tabella
3
Effetti avversi dei principali medicinali topici Retinoidi
Irritazione della cute con eritema, secchezza, arrossamento, bruciore, prurito. Teratogeni. Nelle prime fasi di trattamento può verificarsi un peggioramento
Irritazione locale, fotosensibilizzazione, azione schiarente Perossido di benzoile cutanea. Iniziare con le concentrazioni minori e poi eventualmente incrementare Antibiotici ad applicazione topica
Progressiva riduzione della sensibilità di P.acnes
Acido salicilico
Azione esfoliante, secchezza, irritazione, fotosensibilizzazione
37 | febbraio 2016 |
di detergenti, possibilmente delicati e non schiumogeni. È importante lavare le zone interessate con acqua tiepida (in modo che l’acqua calda non perturbi ulteriormente l’equilibrio del film cutaneo idro-lipidico), tamponandosi poi con un asciugamano, evitando gli strofinamenti. È bene inoltre impiegare detergenti che non alterino il pH fisiologico della pelle (come per esempio prodotti a base di acido citrico, benzilico, glicolico, mandelico), i quali in alcuni casi possono determinare irritazione locale con conseguente peggioramento del quadro clinico. Le donne dovrebbero ricorrere per il loro make up a prodotti specifici, anticomedonici. Inoltre sarebbe opportuno prediligere l’impiego di prodotti in polvere rispetto a preparazioni liquide o semisolide, contenenti oli o sostanze grasse che favoriscono l’occlusione dei pori e la conseguente comedogenesi. È fondamentale educare il paziente su come applicare i prodotti a livello topico. Va ricordato che i prodotti, esclusi gli antibiotici, non vanno applicati sulla singola lesione ma su tutta l’area interessata, avendo questi principalmente un’azione preventiva. La quantità di prodotto applicato dovrebbe essere circa pari a un cece e lo strato dovrebbe essere il più sottile possibile, in modo da evitare un’eccessiva irritazione o occlusione superficiale. L’aderenza terapeutica è fondamentale per il miglioramento della condizione patologica. È importante pertanto che il paziente segua fedelmente lo schema posologico e che, anche in seguito a un miglioramento, non abbandoni mai la cura onde evitare ricadute. L’acne infatti non è curabile ma gestibile attraverso un trattamento continuo da concretizzare quotidianamente fino al superamento dell’adolescenza o oltre nei casi più gravi.
OMEOPATIA
Malattie di CARLO ZOIA, farmacista, Peseggia (VE)
da raffreddamento
Q
uando ancora non fa così freddo ma l’umidità delle prime piogge rende virus e batteri più aggressivi, iniziano puntualmente le malattie da raffreddamento. Sono i giorni in cui si esce ancora poco vestiti e si prende un colpo di freddo; sono i giorni in cui si esce di casa ben coperti e verso mezzogiorno si può prendere addirittura un colpo di calore. Dal punto di vista dell’omeopatia, sono i giorni di Aconitum, farmaco omeopatico di elezione quando la causa della patologia è il brusco cambiamento atmosferico. Allo stesso tempo sono i giorni di farmaci antivirali poiché la maggior parte delle malattie da raffreddamento è di eziologia virale.
Raffreddore
Un tipico caso è quello della mamma che entra preoccupata in farmacia perché il bambino raffreddato alla scuola materna ha giocato in giardino tutto il giorno, ha sudato e poi preso un colpo di freddo. Personalmente come antivirale consiglio il medicinale omeopatico Oscillococcinum (Anas Barbariae 200k), 3 dosi suddivise nella giornata il primo giorno e poi mattino e sera per un paio di giorni, associando Aconitum 9CH, 5 granuli ogni due ore diradando la frequenza al miglioramento. Nel raffreddore con rinorrea acquosa
irritante che cade dal naso goccia a goccia, all’antivirale associo Al lium cepa 5 CH; se invece l’essudato catarrale è denso, viscoso, giallo-verdastro il medicinale omeopatico sarà Kalium bichromicum 5 CH. Infine, suggerisco Cinnabaris 5 CH in presenza di sinusite, ostruzione nasale con dolore alla radice del naso. In tutti i casi la posologia è 5 granuli ogni due ore, diradando la frequenza al miglioramento. Nei casi più importanti è opportuno associare Ribes Nigrum MG 1DH grazie alle sue proprietà antinfiammatorie.
Tosse
Un sintomo frequente nelle malattie da raffreddamento è la tosse. I farmaci omeopatici di riferimento sono specifici a seconda del tipo di tosse (secca o produttiva) ma anche a seconda della modalità con cui essa si presenta. La tosse secca può essere risolta con Rumex crispus 5 CH (5 granuli tre volte al dì o al ritmo degli accessi di tosse) se si aggrava respirando aria fresca: è il paziente tipico che si presenta in farmacia con una sciarpa che copre la bocca o che tiene la bocca coperta da una mano nel tentativo di filtrare l’aria che inspira. Se invece la tosse secca è aggravata dal minimo movimento e trova sollievo bevendo acqua fresca, il medicinale omeo38 | febbraio 2016 |
I consigli in farmacia per i malanni stagionali
patico che consiglio è Bryonia alba dalla 5 CH alla 30 CH quanto più è presente secchezza delle mucose e sete, 5 granuli da ripetere cinque volte nella giornata. Ancora, se la tosse secca insorge a eccessi spasmodici soprattutto di notte utilizzo Drosera 30 CH 5 granuli due o tre volte al giorno. Invece della tosse produttiva spasmodica, che peggiora all’aria aperta e con il movimento, il farmaco di elezione è Ipeca 9 CH 5 granuli al ritmo della tosse: quest’ultima diventa presto grassa per accumulo di catarro ai bronchi e nei bambini è frequente il vomito per la difficoltà a espettorare catarro. Se invece la tosse è grassa di giorno e secca di notte, tanto da costringere il malato a sedersi sul letto per trovare sollievo, il medicinale omeopatico indicato è Pulsatilla 9 CH, 5 granuli quat-
OMEOPATIA
tro volte al dì. Poiché la tosse molte volte è in evoluzione e non consente una descrizione accurata da parte del paziente, perché non è in grado di descriverla oppure perché sta facendo una commissione per conto di qualcuno, consiglio uno sciroppo omeopatico che per composizione contenga un po’ tutti i tipi di farmaci appena descritti da somministrare a cucchiai 4 volte al dì.
Afonie e mal di gola
In questo periodo molti pazienti sono colpiti da disfonie e afonie che risolvo comunque con due farmaci: Arum tryphillum 5 CH specifico per laringiti di cantanti e oratori, e Arnica 5 CH che ha come organo di elezione i muscoli e perciò anche le corde vocali. Di entrambi i medicinali omeopatici vanno assunti 5 granuli tre volte al giorno
suddivisi nella giornata e alternati tra loro a distanza di almeno 15 minuti. Molte irritazioni della gola e delle vie respiratorie possono essere causate semplicemente dalle condizioni ambientali. In questi casi per prevenire o lenire il disturbo suggerisco alcune utili precauzioni, per esempio non consumare cibi o bevande troppo calde che possono irritare le mucose, favorendo l’aggressione delle stesse da parte di virus e batteri; mantenere nell’abitazione una buona percentuale di umidità (senza esagerare), aprendo spesso le finestre e mettendo sui caloriferi vaschette d’acqua. La temperatura ideale non dovrebbe superare i 20 gradi centigradi. Inoltre un’alimentazione ricca di verdure e frutta ci garantisce un rapporto costante di vitamine A e C che stimolano e rafforzano il sistema immunita39 | febbraio 2016 |
Nel comune mal di gola consiglio Belladonna se la gola è molto arrossata, a diluizioni crescenti dalla 5 CH alla 30 CH, tanto più intensi sono i sintomi, 5 volte al dì
rio. Sono da preferire le verdure di colore arancione e giallo, come carota e zucca, che contengono betacarotene da cui l’organismo ricava vitamina A. Come regola igienica suggerisco di lavarsi spesso le mani perché influente veicolo di contagio. Nel comune mal di gola consiglio Belladonna se la gola è molto arrossata, a diluizioni crescenti tanto più intensi sono i sintomi, dalla 5 CH alla 30 CH, 5 volte al dì. Se invece la parte colpita sono le tonsille che si presentano gonfie, edematose, è indicato Apis 30 CH da ripetere anche ogni ora.
NUTRIZIONE
Irisina, l’ormone di RACHELE ASPESI, farmacista e dietista
degli sportivi
L’
etimologia di questa nuova proteina da poco scoperta lascia già ben sperare: l’irisina, chiamata così in onore della dea Iride, messaggera e portatrice dell’arcobaleno, è oggi oggetto di studio da parte di ricercatori americani. Questo ormone endogeno sarebbe il responsabile dei benefici che sono conseguenti a un allenamento fisico intenso, in quanto ne può replicare gli effetti positivi sull’organismo e potrebbe portare nuove informazioni su possibili trattamenti di malattie dismetaboliche quali il diabete e l’obesità, ma non solo.
La scoperta dell’irisina
L’irisina (o Fndc-5) è un ormone già scoperto nei topi nel 2012, ma dopo gli entusiasmi iniziali fu archiviato come falso mito, perché le analisi utilizzate per misurarne la presenza nell’uomo fallivano sistematicamente. Il vero input alla scoperta della presenza dell’irisina nell’uomo arriva dall’Università politecnica delle Marche, dove l’équipe di Saverio Cinti ha condotto gran parte delle analisi grazie alle quali i ricercatori dell’Harvard Medical School di Boston, guidati da Bruce Spiegelman, hanno svelato la presenza di questo ormone nei tessuti umani, grazie a tecniche di spettrometria di massa, e i suoi meccanismi d’azione.
La scoperta dell’ormone-interruttore del dimagrimento grazie al movimento sarebbe stata testata grazie a una serie di esperimenti di laboratorio condotti sui topi, dimagriti a vista d’occhio proprio grazie all’ormone in questione, e all’introduzione della proteina PGC1-alfa prodotta dal muscolo all’interno di un virus reso inoffensivo. Somministrando per brevi periodi a topi obesi l’irisina, si è potuto notare un netto miglioramento dell’omeostasi del glucosio e la registrazione di un lieve calo ponderale che fa supporre ai ricercatori l’importante ruolo terapeutico dell’irisina nella lotta al sovrappeso e all’obesità.
Meccanismo d’azione
Prodotta in grande quantità dal tessuto muscolare umano durante le attività sportive, la molecola è in grado di operare il meccanismo molecolare detto browning, ovvero di conversione della cellula adiposa bianca, sede di accumulo delle risorse energetiche dell’organismo, in cellula adiposa bruna, metabolicamente più attiva. L’effetto positivo dell’attività fisica sui muscoli è mediato da una proteina chiamata PGC1-alfa, un coattivatore del PPAR-gamma, potente attivatore della lipolisi, attraverso induzione della trascrizione nucleare di irisina. Il movimento muscolare intenso produce PGC1 che, attraverso lo stimolo al 40 | febbraio 2016 |
NUTRIZIONE
Analisi della molecola del benessere prodotta dall’attività fisica PPAR-gamma, permette al nucleo della cellula stessa di produrre grandi quantità di irisina, che innalza i consumi energetici attraverso quattro modalità d’azione interagendo con i grassi, con la tiroide, con la glicemia e con l’attitudine consumatrice della cellula muscolare stessa: stimola la trasformazione di grasso bianco in grasso bruno; induce la trascrizione nella cellula muscolare di particolari proteine dette Ucp (Uncoupling proteins) che utilizzano ATP sotto forma di calore; aumenta la sensibilità del recettore dell’ormone tiroideo in molti tipologie cellulari, con l’esito di indurre un maggior consumo energetico; migliora la sensibilità insulinica delle cellule, inducendo riduzione della massa grassa.
Il controllo del peso
Il primo campo di azione di questa molecola può essere senza dubbio quello della dietologia: aumentando artificialmente i livelli di questo ormone, si ottengono effetti benefici simili a quelli della corsa o del nuoto, ossia si bruciano più calorie. Lo studio
condotto da Bruce Spiegelman dimostra che l’espressione della proteina PGC1 nei muscoli del topo stimola la produzione di irisina, che fa da ormone-interruttore per il dimagrimento, attraverso la trasformazione del grasso bianco in grasso bruno, la quale aumenta nettamente, come conseguenza immediata, il dispendio energetico, accelerando il metabolismo, con effetti benefici anche sulla resistenza all’insulina. Per quante diete si impongano, per quante ore si trascorrano in palestra, c’è un fattore innato e unico per ognuno di noi, proprio come il Dna, che determina quanta energia l’organismo possa bruciare: il metabolismo, ossia la spesa energetica di base del corpo di ogni individuo. Quando esso è lento, si fatica a bruciare calorie, mentre chi ha la fortuna di avere un metabolismo molto più veloce, a parità di calorie ingerite, brucia di più. Il metabolismo è, in genere, più lento nelle donne e rallenta con il passare degli anni, ma esistono pur sempre alcuni espedienti per garantirne una lieve accelerazione: fare attività fisica con ritmo incalzante alternata a sforzi lenti e prolungati è senz’altro uno di questi trucchi, in quanto, anche nelle ore successive allo sforzo, il corpo continua a bruciare più calorie di quante consumerebbe a riposo. Al contrario, sottoporsi a diete punitive per dimagrire molto e in fretta 41 | febbraio 2016 |
Il primo campo d’azione di questa molecola può essere senza dubbio quello della dietologia
ha in genere l’effetto di rallentare il metabolismo: il corpo trattiene tutte le energie che può per superare indenne la carestia che gli si sta imponendo. I nuovi sviluppi saranno, in tale ambito, futuri farmaci innovativi in grado di agire sull’irisina e di innescare lo switch del tessuto adiposo bianco in quello bruno. Dopo il fallimento di tante terapie volte a influenzare l’appetito, ora l’attenzione in capo farmacologico potrebbe spostarsi sull’altro versante, quello del movimento, grazie a nuovi farmaci in grado di innescare gli stessi meccanismi che portano al dimagrimento.
Ruolo neurologico
L’irisina sembrerebbe avere anche molte altre funzioni positive sulle reazioni biochimiche dell’organismo, comprese quelle neurologiche. Fare movimento, anche moderatamente, infatti, aiuta non solo a stare bene fisicamente, ma anche a potenziare la capacità di memoria e di ragionamento. La scoperta non è solo valida in sé, ma potrà avere ulteriori, interessanti sviluppi per quanto riguarda, per esempio, la cura di malattie come l’Alzheimer. Dalle ricer-
NUTRIZIONE
L’ultimissima scoperta riguarda l’ulteriore ruolo che l’irisina avrebbe sulla formazione ossea
che, infatti, si sottolinea che l’irisina riesca a produrre un’altra sostanza, nota come Bdnf (Brain-derived neurotrophic factor), che ha la funzione di promuovere la crescita delle cellule cerebrali e senza la quale non avverrebbe alcuna crescita né rinnovamento delle strutture neurologiche, costringendo, dunque, le funzioni del cervello stesso a peggiorare con il passare degli anni. L’irisina, invece, agisce da fertilizzante: più se ne mette nell’orto, rappresentato dal nostro cervello, e più cellule cerebrali germoglieranno, sostituendo quelle che sono giunte alla fine del loro ciclo vitale. Ora il prossimo passo delle ricerche sarà quello di capire quanta attività fisica sia necessaria per innalzare i livelli di irisina nel sangue affinché questa sia efficace a livello cerebrale. Una volta scoperto quale sia il limite soggettivo, a quel punto si potranno impostare programmi di allenamento personalizzati affinché, per esempio, gli studenti sotto esame possano trarne beneficio per mantenere alta la loro capacità intellettiva.
Azione sull’apparato osteoarticolare
L’ultimissima scoperta riguarda l’ulteriore ruolo che l’irisina avrebbe sulla formazione ossea, risultato di una ricerca svolta dall’Università di Bari in collaborazione con l’Università politecnica delle Marche di Ancona. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista americana Pnas (Proceedings of the national academy of sciences of the Usa), una delle pubblicazioni scientifiche più prestigiose a livello accademico internazionale, durato tre anni, cambia l’approccio della terapia utilizzata per le malattie dello scheletro, in quanto è in grado di definire il meccanismo con cui l’irisina anche a basse concentrazioni prodotta da una leggera ma costante attività fisica, generi nuovo tessuto osseo. Inoltre, la svolta apre nuove prospettive per la nascita di farmaci che possano simulare un vero e proprio esercizio fisico: uno sviluppo importante soprattutto per le persone esposte all’osteoporosi, che non possono praticare sport, come anziani o malati geriatrici. 42 | febbraio 2016 |
Il risultato della ricerca ha una marcata rilevanza applicativa per i pazienti anziani in condizioni difficili, in quanto sono i più esposti a danni osteoarticolari, non potendo svolgere attività fisica ed essendo destinati alla riduzione patologica del tessuto muscolare, che a sua volta risente negativamente delle condizioni di ipomobilità o anche di allettamento favorite dalle fratture indotte dall’osteoporosi. L’importante ruolo della scoperta costituisce la prospettiva concreta non solo per la prevenzione dell’osteoporosi con l’attività fisica, ma soprattutto per la cura di patologie dell’osso in pazienti particolarmente difficili, come i soggetti geriatrici. Lo chiamano ormone anti-obesità, ormone del dimagrimento, proteina della memoria, ormone del benessere. E chi meglio di uno sportivo la può produrre? Certi di una ricerca, anche italiana, sul campo, i farmacisti hanno il compito di continuare a proporre l’affiancamento inscindibile di un buono stile di vita alimentare a una attività fisica indispensabile, supportati dalle nuove ricerche scientifiche sul campo.
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Responsabile Scientifico: Paola Brusa Laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Farmacia Professore Associato Università di Torino, Dip. di Scienza e Tecnologia del Farmaco
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Belli per sempre di MARIASANDRA AICARDI, farmacista
Le varie tecniche per i cosiddetti ritocchi: dalla biostimolazione all’impianto di fili, dalla microperforazione multipla della cute ai roller
O
ggi la medicina estetica non è solo uno strumento accessibile a chiunque, ma è un desiderio quasi “ovvio” sentito da migliaia di persone diverse tra loro per condizione sociale e culturale. Elemento trasversale nella società, oramai alla portata di tutti, il fenomeno non è più, e forse non è mai stato, soltanto una questione prettamente femminile. Ce lo raccontano i nostri clienti al banco della dermocosmesi,
o perlomeno ce lo racconta il loro aspetto. Quando l’invecchiamento determina un cambiamento, con un aumento del numero di rughe e la perdita dei volumi, il “passare all’azione” con interventi correttivi che diano risultati rapidi e visibili è una tentazione per molti. «L’unico corpo che oggi sembra essere ben accetto è un corpo assoggettato al proprio dominio», scrive la filosofa Michela Marzano, ne La filosofia del corpo. Mentre Rossella Ghigi, sociologa, in Per piacere. Storia culturale della chirurgia estetica afferma che la grazia e la bellezza non sono più un semplice dono, di cui si è più o meno dotati alla nascita, ma una risorsa su cui investire sulla base del diritto-dove-
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re di piacere agli altri. O a se stessi? Siamo o non siamo nell’era del selfie e dei fotoritocchi? In Italia ogni anno sono più di un milione gli interventi estetici, l’85 per cento dei pazienti sono donne tra i 35 e i 50 anni, ma sono in aumento le giovani e gli uomini: 35.000 interventi al seno, 31.000 agli occhi, 25.000 al naso. Il resto sono ritocchi. Perciò, se risulta davvero difficile rinunciare a farli, almeno mettiamoci in buone mani perché tra botox, filler c’è troppa confusione e troppe poche regole.
Un vuoto normativo
La puntata di Report dal titolo “Belli da paura” ha indagato in questo universo, annunciando che la medicina estetica è “terra libera”: ci sono più controlli e regolamenti per la toilette di una pizzeria che non per aprire un ambulatorio per ritocchi umani. «Ti puoi fidare solo del medico», ha riassunto Milena Gabanelli, «se è responsabile utilizza prodotti collaudati, se è più audace sperimenta direttamente sul paziente, utilizzando le novità delle case farmaceutiche. Se poi utilizza materiali che sono vietati e ti devasta, vai a dimostrare chi è stato, perché non è che girano sempre le fatture o le cartelle cliniche». Alla base del problema, denunciano i diretti interessati, c’è il fatto che né chirur-
COSMESI
Una delle più recenti tecniche per ringiovanire il volto e il collo, di “confine” tra la chirurgia e la medicina estetica, è l’impianto di fili per il lifting mini thread
gia né medicina estetica sono specializzazioni universitarie, come invece lo sono per esempio dermatologia e chirurgia plastica, quelle che più si avvicinano al campo dell’estetica. Esistono scuole e master di specializzazione ma non sono obbligatori, se si esercita nel privato, e dal momento che il Servizio sanitario non copre gli interventi estetici, il rischio di ritrovarsi nella terra di nessuno non è così remoto. Meglio quindi informarsi bene e informare i nostri clienti sui trattamenti “sperimentati” e metterli in guarda su quelli “sperimentali”; inoltre conviene instaurare una buona collaborazione con il medico estetico riguardo sia la routine cosmetica di preparazione alle sedute in ambulatorio che i protocolli a seguire.
La biostimolazione
«La cute, come tutti gli altri organi, per effetto della senescenza subisce alterazioni strutturali geneticamente determinate, il crono-invecchiamento, a cui si associano quelle conseguenti ai fattori ambientali e allo stile di vita: il foto-in-
vecchiamento» afferma Monica Ferri, chirurgo vascolare e medico estetico, «sulla pelle questi danni da invecchiamento determinano una diminuzione dell’idratazione e dei suoi componenti principali: collagene, acido ialuronico ed elastina. Per contrastare queste alterazioni possiamo ricorrere alla biostimolazione mediante iniezione di sostanze che mantengano il più a lungo possibile un equilibrio tra i componenti fisiologici della pelle. Questa pratica consiste in tante piccole iniezioni a livello della cute del viso, del collo, del decollète e anche del dorso delle mani, con rilascio di sostanze in grado di idratare e stimolare le cellule nella produzione delle sostanze carenti: elastina, collagene e acido ialuronico». In merito alle sostanze da iniettare c’è un protocollo di attacco che consiste in quattro sedute, distanziate da una settimana. «Nelle prime sedute si inietta acido ialuronico frammentato, che ha la funzione di stimolo al rinnovamento, e nelle sedute successive si possono aggiungere gli amminoacidi», continua Ferri. «Nell’ultima seduta di 45 | febbraio 2016 |
solito si inietta acido ialuronico più concentrato che agisce richiamando grandi quantità di acqua per ripristinare una corretta idratazione. Il risultato finale è curativo e nello stesso tempo preventivo. La pelle migliora il suo aspetto, appare più giovane, luminosa e riposata e nello stesso tempo si previene la formazione di nuove rughe. L’importante è la costanza con cui si ripetono le sedute. I richiami, ogni 30/60 giorni, permettono di ottenere effetti davvero eclatanti». Una delle più recenti tecniche per ringiovanire il volto e il collo, “di confine” tra la chirurgia e la medicina estetica, è l’impianto di fili per il lifting mini thread. Questo nuovo metodo di intensa biostimolazione, per cui non è necessaria l’anestesia ma è sufficiente raffreddare la parte trattata con ghiaccio secco, è basato sull’inserimento multiplo di mini aghi (29-31 G) sul viso, sul collo e sul decollète, grazie ai quali vengono rilasciati dei sottilissimi fili a base di Polidiossanone (materiale sicuro e biocompatibile, utilizzato anche in cardiochirurgia, che attua e favorisce la co-
COSMESI
esione cellulare) nel derma, per biostimolare e per “tirare” il tessuto grazie alla creazione di una vera e propria rete di sostegno. Durante la manovra di rimozione degli aghetti, indolore e non traumatica, i fili inseriti al loro interno rimarranno nel tessuto provocando un effetto lifting immediato e successiva produzione di collagene endogeno, con un effetto di ringiovanimento cutaneo e aumentata elasticità. Composti di un materiale totalmente riassorbibile, i fili, impiantati in un numero variabile da 20 a 60 a seconda dell’età del paziente, del grado di invecchiamento cutaneo, del cedimento dei tessuti e dell’estensione dell’area da trattare, saranno poi degradati dall’or-
ganismo, per azione idrolitica, estetiche più aggressive. I roller, alcuni nell’arco di 6–8 mesi. Il risultato sono studiati con punte di 0,50 mm per estetico risulterà però molto più essere utilizzati anche a domicilio, auduraturo grazie all’ importante mentano la penetrazione dei prodotti stimolazione endogena che l’im- cosmetici applicati, oltre a indurre una pianto avrà generato. Nono- naturale produzione di collagene. Ristante si tratti di una sultano gli alleati ideali per contrastare procedura molto sicura, in cui i segni d’espressione, le rughe, l’iperle complicazioni sono molto pigmentazione e per il trattamento rare, a parte effetti collaterali dell’alopecia. Anche l’applicazione delle come piccoli ematomi ben onde sonore sulla pelle può essere molcontrollabili, è bene sapere to utile, e non solo per preparare il tesche ci sono alcune controindi- suto prima degli interventi di medicina cazioni assolute, quali la pre- estetica. Possiamo perciò consigliare senza di acne acuta e patologie sempre ai nostri clienti di ricorrere dermatologiche in corso, infezio- all’uso regolare di una spatola ultrasoni sistemiche, allergie conosciute nica, che permette di esfoliare dolcemente le cellule morte e le ai materiali, uso di imimpurità. Gli ultrasuoni sono munosoppressori o ® trasmessi attraverso l’apRoaccutan , patoChi non ama logie tumorali o plicatore che vibra a epatiche in corun frequenza di i trattamenti invasivi so. Chi non 27.000 volte al sepuò optare ama i trattacondo. Questa viper il microneedling menti invasibrazione stimola la o microperforazione vi, può optare rimozione delle celmultipla della cute, invece per il lule morte che resibasata sulla microneedling, duano nello strato stimolazione o micro perfoepidermico, illumirazione multipla nando notevolmente cutanea della cute: una tecl’incarnato e rimuovendo nica innovativa basata le tossine in profondità. sulla stimolazione cutanea Ruotando poi la spatola e agensollecitata dal passaggio ripetuto di do contemporaneamente con specifici un rullo munito di micro aghi. Si trat- movimenti, gli ultrasuoni possono esseta di una tecnica praticamente indolo- re utilizzati per veicolare di principi atre, facile ed economica, con tempi di tivi applicati sulla pelle (sieri a effetto recupero molto brevi, che consente di lifting, soluzioni idratanti, purificanti o stimolare a livello dermico la produzio- rimpolpanti antirughe). Allo stesso ne di collagene ed elastina. Le compli- tempo i bio impulsi ad alta frequenza cazioni sono minime, il p ost stimolano le fibre muscolari sottocutatrattamento semplice e i risultati im- nee svolgendo un’azione liftante e stimediati e durevoli nel tempo. Per que- molante della circolazione sanguigna e sto rappresenta una validissima linfatica, favorendo la riduzione di ocalternativa ad altre terapie medico- chiaie, borse e piccoli solchi cutanei. 46 | febbraio 2016 |
COSMESI | medicina estetica
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LEGALE
a cura dello studio dell’avvocato BRUNO RICCARDO NICOLOSO Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)
Pulsando pede
U
na mina a scoppio ritardato fatta brillare dal Consiglio di Stato con la sentenza 14 dicembre 2015 n. 5667 sui benefici ascritti ai farmacisti rurali sovvenzionati nei concorsi per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche vacanti o di nuova istituzione, che si traducono nella maggiorazione del 40 per cento del titolo professionale fino al massimo di 6,50 punti, a norma dell’articolo 9 della Legge 221/1968, già validata dal Giudice delle leggi (Corte costituzionale 28 dicembre 2006, n. 448/), ha messo in discussione il limite di 35 punti complessivi del titolo per l’attività professionale che è stato fissato dall’articolo 5 del Regolamento di esecuzione previsto dall’articolo 4 della Legge n. 362/1991 e adottato con il Dpcm n. 298/1994, fin qui ritenuto un limite invalicabile (Consiglio di Stato, 20 dicembre 2002, n. 7245). Tale interpretazione evolutiva viene riferita nella fattispecie al concorso ordinario bandito dalla Regione Sardegna (nel 2005) a norma dell’articolo 4 della Legge n. 362/1991, ma ha creato lo scompiglio tra i farmacisti che operano nelle farmacie rurali sussidiate o soprannumerarie e nei corner farmaceutici dei negozi di vicinato che hanno partecipato ai recenti concorsi per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche istituite (nel 2012) a norma dell’arti48 | febbraio 2016 |
LEGALE
Un’interpretazione evolutiva della maggiorazione del titolo professionale nei concorsi accende le speranze dei farmacisti rurali
colo 11 della legge n. 27/2012. Gli uni (e un po’ meno gli altri) sono sul punto di impugnare le relative graduatorie regionali (se non l’hanno già fatto) per invocare tale pronuncia quale precedente giurisprudenziale che conta, quando una tale iniziativa merita quanto meno una ragionevole moderazione. Vi si potrebbero infatti contrapporre motivi di rito e di merito che dovrebbero far prevalere, quanto al risultato, il pessimismo della ragione sull’ottimismo della volontà.
Ragioni di rito e di merito
Sotto un primo profilo di rito potrebbe essere opposta ai farmacisti interessati (che non l’avessero fatto) l’improcedibilità del ricorso per la mancata impugnazione nei termini del bando di concorso, se mai questo avesse fissato testualmente tra i presupposti essenziali della selezione il limite della maggiorazione del punteggio massimo di 35 punti attribuibile per l’attività professionale, così come previsto nel bando del concorso ordinario di cui alla sentenza del Consiglio di Stato n. 5667/2015, quandanche la generalità dei bandi di concorso straordinario in questione non venga fissato espressamente un tale limite, ma venga fatto un semplice richiamo alla normativa di riferimento, così da far dubitare della lesività del relativo bando agli effetti della sua impugnati
L’iniziativa
va (Consiglio di Stato, 12 febbraio giudiziaria, to, 7 gennaio 2013, 2015, n. 758). Ne se mai possibile, n. 24). Sotto un seconsegue che, a potrebbe di certo condo profilo semstretto vigore, privilegiare pre di rito ma con l’alea dei ricorsi effetto assorbente potrebbe essere i farmacisti rurali del primo, potrebbe affrontata dai con l’anzianità essere opposta ai farfarmacisti interessuperiore macisti interessati sati che abbiamo (che non l’avessero fatto) impugnato il bando l’improcedibilità del ricorso di concorso, se lesivo, e per la mancata impugnativa nei comunque la prima graduatotermini della prima graduatoria con- ria concorsuale e le successive graduacorsuale che avesse avallato l’interpre- torie di rettifica: il che renderebbe tazione della normativa messa in comunque ristretto in rito la platea discussione, atteso che l’eventuale im- dei ricorrenti. Mentre a un’ipotetica pugnazione nei termini delle successi- riapertura dei termini d’impugnativa ve deliberazioni di rettifica della conseguente a una richiesta di riesame deliberazione originaria che pur aves- nell’ambito dell’autotutela amminisero reiterato la lesione non può certo strativa si oppongono ben più che dei svolgere le censure che si sarebbero ragionevoli dubbi (Consiglio di Stato, dovute proporre nei confronti della 1 luglio 2011, n. 3939) così come se si prima graduatoria concorsuale che volesse invocare un inapplicabile socnon sia stata impugnata, ma solo cri- corso istruttorio a norma degli articoli ticare le nuove determinazioni se mai 6 e 21 nonies della Legge 241/1990. lesive (Consiglio di Stato, 31 ottobre Nel merito l’iniziativa giudiziaria, se 2014, n. 5410), mentre la mancata im- mai possibile, potrebbe di certo privipugnazione delle deliberazioni di retti- legiare i farmacisti rurali con l’anziafica della deliberazione originaria nità professionale massima (non rende improcedibile l’avvenuta sua superiore ai vent’anni: articolo 5, precedente impugnazione (Consiglio Dpcm n. 298/1994) i quali potrebbero di Stato, 14 aprile 2014, n. 1805). Tut- vedere incrementato di 6,5 punti (artito questo vale a tali fini nelle logiche colo 9, Legge n. 221/1968) il puntegdella distinzione tra provvedimenti gio di 35 punti loro attribuibile confermativi e provvedimenti mera- (articolo 5, Dpcm n. 298/1994) e otmente confermativi (Consiglio di Sta- tenere un punteggio di 41,5 punti ben 49 | febbraio 2016 |
LEGALE
superiore al limite dei 35 punti complessivi attribuibili per l’attività professionale (articolo 5, Dpcm n. 298/1994). Tale limite, come s’è detto, è stato ritenuto irrazionale e imparziale dalla citata giurisprudenza del Consiglio di Stato n. 5667/2015, per la prevalenza, nella gerarchia delle fonti, della Legge 221/1968 sul Dpcm n. 298/1994 (Regolamento di esecuzione della Legge n. 362/1991: articolo 4) che potrebbe fare attribuire loro, con una evidente alterazione del rapporto proporzionale, un punteggio deteriore rispetto a quello attribuibile ai farmacisti rurali con minore attività professionale che a seguito della maggiorazione, pur nei limiti dei 6,50 punti, potrebbero vedere incrementato il punteggio fino a ottenere i 35 punti del punteggio massimo posto come limite assoluto. A contrariis potrebbe essere però opposto che una tale interpretazione del compendio normativo in questione potrebbe forse valere ai fini della valutazione del titolo per l’attività professionale dei candidati nella formazione della graduatoria nel concorso ordinario per l’assegnazione di sedi farmaceutiche di nuove istituzione previsto dall’articolo 4 della Legge n. 362/1991 (quale era quello di cui alla sentenza di Consiglio di Stato n. 5667/2015) ove il punteggio consentito per la valutazione di tale titolo risente comunque dei punteggi decrescenti con il crescere dell’anzianità professionale (articolo 5, Dp cm n. 298/1994) e si cumula
Nel concorso in questione non è prevista una prova attitudinale il cui punteggio vada a incidere sul una noral punteggio ottenuto punteggio mativa nella prova attitudinale complessivo della a nt e r i o r e (articolo 7, Dp cm n. valutazione dei titoli che è con298/1994), ma non sarebbe comunque mutuabile nel concorso straordinario per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione previsto dall’articolo 11 della Legge n. 27/2012, la cui ratio non sembra volere privilegiare l’anzianità professionale ai fini concorsuali, bensì e al contrario prevede non solo un limite d’età dei candidati per la partecipazione al concorso (inizialmente fissato in 40 anni poi portato a 65 anni: articolo 11, comma 5, Legge n. 27/2012), ma anche che nella relativa graduatoria a parità di punteggio prevalga il candidato più giovane (articolo 11, comma 6, Legge n. 27/2012) e stabilisce che, nel caso di concorrenti in forma associata, a parità di punteggio si consideri la media dell’età dei candidati (articolo 11, comma 7, Legge n. 27/2012). Ne consegue che potrebbero essere messi in discussione, a norma dell’articolo 15 delle Preleggi, i criteri e i limiti previsti non solo dal Dp cm n. 298/1994 ma lo stesso limite di maggiorazione di cui alla Legge n. 221/1968, da parte della novella normativa di cui all’articolo 11 della Legge n. 27/2012 che pure li richiama. Ciò, tenuto conto che, a tacere d’altro, in questo concorso straordinario non è prevista una prova attitudinale il cui punteggio vada a incidere sul punteggio complessivo della valutazione dei titoli, calmierando la componente prevista per l’attività professionale su cui opera la maggiorazione, così da aprire la strada a un eventuale ulteriore questione sulla razionalità di un tale rinvio a 50 | febbraio 2016 |
trastante se non incompatibile con la ratio della novella normativa successiva che regola l’intera materia del concorso straordinario in questione.
L’alea e l’onerosità
All’alea del contenzioso fin qui delineata si potrebbe/dovrebbe aggiungere la sua onerosità, atteso che i ricorsi dovrebbero essere notificati dai farmacisti interessati uti singuli (e non già in forma collettiva) non solo alle Regioni che hanno bandito il concorso, ma anche (per pubblici proclami: Tar Toscana, decreto 4 marzo 2015, n.144 o quanto meno attraverso la piattaforma telematica: Tar Lazio, ordinanza 9 marzo 2015, n. 4330) a tutti i graduati in condizione superiore al ricorrente, quali controinteressati, con la conseguente valenza economica recessiva dell’integrazione del contraddittorio a una pletora di controparti: ciò specie in riferimento al regime delle spese nell’ipotesi di soccombenza. In una parola una tale medusa di problematiche potrebbe/dovrebbe (?) suggerire ai farmacisti interessati di valutare attentamente, come il guerriero di Capistrano, se scendere (o meno) in campo, ed esprimere in caso affermativo un consenso informato al proprio difensore, tenuto peraltro a rendere noto, in uno al preventivo di spesa, il grado di complessità dell’incarico (articolo 9, comma 4, legge n. 27/2012) e magari anche se «più di (un) dubbio nella mente aduni» (Purgatorio, XV, 61).
LEGALE
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PROVE di VOlO Manuale di Psiconautica eleMentare Prove di Volo rappresenta la volontà, il desiderio di volare nella mente umana, interpretando e commentando il mondo di oggi e la sua attualità. Brevi scritti, diffusi settimanalmente dall’Università di Aristan, da semplice divertissment, sono diventati un impegno profondo e non casuale della vita frenetica dell’autore, Luca Pani. I più significativi, ed altri mai pubblicati, sono Versione Brossura accompagnati in Prove di Volo da dipinti di Filippo Martinez, anch’essi selezionati dalla nutrita produzione dell’artista ed inediti. Una collezione di pensieri e immagini, un percorso filosofico che miscela sapientemente, con sicurezza, profondità e senso critico, temi, problemi, stili e contenuti. Prove di Volo è l’espressione della capacità di Luca Pani di confrontarsi apertamente al di fuori del proprio contesto professionale e di volare insieme a tutti quelli che non vogliono smettere di conoscersi e migliorarsi.
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FISCALE
di GIOVANNI TROMBETTA, MARCELLO TARABUSI E FRANCESCO CAPRI, Studio Guandalini, Bologna-Modena-Parma
Personalmente di persona
I
giuristi classici, da Otto von Gierke a Hans Kelsen, o - per guardare alla dottrina “de noantri” - da Francesco Ferrara senior a Francesco Galgano, passando per il grande Tullio Ascarelli, si interrogano da secoli sulla natura della “persona giuridica”, ossia (semplificando ad usum delphini) di quelle organizzazioni sociali (associazioni, fondazioni, enti pubblici e privati, società) a cui la legge riconosce la titolarità di diritti e di doveri, che nei sistemi giuridici arcaici spettavano invece solo alle persone fisiche, ossia agli “esseri nati da ventre di donna”, secondo la celebre e insuperata definizione datane da Tullio Ascarelli. Alcuni studiosi ritengono che i veri soggetti di diritto siano solo questi ultimi, e che la “persona giuridica” sia solo una figura di linguaggio, un’ipostasi (espressione di Galgano) per definire un’organizzazione fatta pur sempre di donne e di uomini a cui la legge attribuisce diritti e doveri specifici come
membri dell’organizzazione di cui fanno parte. Altri invece ritengono che nel diritto moderno gli enti dotati di personalità giuridica siano a tutti gli effetti titolari in proprio di situazioni giuridiche attive e passive. «Perché debbo sorbirmi questo lungo pistolotto?» si chiederà qualche lettore. Il fatto è che il problema della “persona giuridica” sta per irrompere anche nel mondo della farmacia: la società di
Il problema della “persona giuridica” sta per irrompere anche nel mondo della farmacia: la società di capitali è infatti a tutti gli effetti una persona giuridica
52 | febbraio 2016 |
capitali (sia essa spa o srl) è infatti a tutti gli effetti una persona giuridica (art. 2331 c.c.). A essere sinceri, non è un tema del tutto nuovo. Da un lato, infatti, anche le società cooperative, le fondazioni e i Comuni - che già oggi possono essere titolari di farmacia - hanno personalità giuridica; dall’altro anche le società di persone sono considerate, se non vere e proprie persone giuridiche, almeno «soggetti autonomi di diritti e doveri» (e infatti hanno un proprio codice fiscale diverso da quello dei soci). Però, da un lato, le farmacie di cooperative e fondazioni sono un numero limitatissimo, dall’altro le farmacie comunali hanno un regime giuridico di diritto pubblico del tutto speciale. Nelle società in nome collettivo e in accomandita semplice resta comunque centrale la figura dei soci farmacisti, al punto che molte Asl (che conoscono meglio il diritto farmaceutico di quello societario) sono ancora convinte che il
FISCALE
Quando saranno possibili le nuove forme giuridiche della spa e della srl, capiterà di dover valutare se nelle farmacie di famiglia sia opportuna la costituzione di una società di capitali “vero” titolare sia il direttore e pretendono di autorizzare un trasferimento di titolarità a ogni cessione di quote. O, addirittura, si arriva a sostenere la fantasiosa tesi ministeriale della contitolarità della farmacia in capo ai farmacisti associati nel concorso straordinario. Quando saranno possibili le nuove forme giuridiche della società per azioni e della società a responsabilità limitata, capiterà di dover valutare se nelle farmacie di famiglia sia opportuna la costituzione di società di capitali. Uno degli elementi, anche se non l’unico, da prendere in considerazione è quello della pressione fiscale: sul piano fiscale sarà più vantaggioso trasformare le farmacie in srl, impiegare le società di persone o mantenere la titolarità in capo al farmacista?
Simulazioni
Per poter verificare il possibile impatto di natura fiscale dell’adozione delle diverse forme giuridiche all’interno della gestione privata dell’azienda farmacia, sono stati simulati sei scenari così definiti: 1 impresa individuale; 2 impresa familiare con collaboratore farmacista con quota del 49 per cento; 3 impresa familiare con collaboratore non laureato con quota del 49 per cento; 4 società di persone con due soci aventi la medesima quota; 5 società di capitali unipersonale; 6 società di capitali con due soci
tabella
1
aventi la medesima quota. Per poter operare un confronto corretto, per quanto riguarda la tassazione complessiva, sono state considerate tutte le imposte che colpiscono il reddito di impresa. L’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), al lordo delle detrazioni, sul reddito di impresa. Il calcolo di quest’ultima prevede l’applicazione di scaglioni, dettagliati nella tabella 1. Questo significa, per esempio, che su un reddito di impresa di 40.000 euro si dovrà procedere a ripartire tale ammontare negli scaglioni indicati nella tabella 2. L’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), al lordo delle detrazioni, sugli utili distribuiti dalle società di capitali. Il calcolo di quest’ultima prevede una distinzione, in base alla natura della partecipazione, “qualificata” o “non qualificata”. Costituiscono partecipazioni non qualificate quelle che rappresentano una percentuale non superiore al 20 per cento dei diritti di
Aliquote Irpef Reddito prodotto
Aliquota da applicare
fino a 15.000
23
oltre 15.000 e fino a 28.000
27
oltre 28.000 e fino a 55.000
38
oltre 55.000 e fino a 75.000
41
oltre 75.000
43
euro
%
voto esercitabili nell’assemblea ordinaria, ovvero al 25 per cento del capitale o del patrimonio (per le partecipazioni in società quotate le soglie sono ridotte rispettivamente al 2 e al 5 per cento). Nelle società di capitali si fa quindi per lo più riferimento ai voti esercitabili in assemblea: se al socio spetta una quota di voti inferiore o uguale al 20 per cento, si applica un’imposta sostitutiva pari al 26 per cento su tutto il dividendo distribuito; altrimenti, si applicano sempre gli scaglioni Irpef sopra descritti, ma su una base imponibile che è pari al 49,72 per cento (quindi con una riduzione del 50,28 per cento). tabella
Quota Irpef per scaglione di appartenenza Aliquota
Reddito per fascia
IRPEF
15.000 euro
Reddito Prodotto
23%
15.000 euro
3.450 euro
oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro
27%
13.000 euro
3.510 euro
oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro
38%
12.000 euro
4.560 euro
Tot.
40.000 euro
11.520 euro
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2
FISCALE
Contribuzione Inps per collaboratore familiare non laureato
tabella
3
Reddito Prodotto
Aliquota da applicare
fino a 46.123
22,74
oltre 46.123
23,74
euro
%
Ciò significa che gli utili delle partecipazioni qualificate, quindi di maggiori carature, finiscono per scontare una tassazione minore rispetto alle non qualificate: immaginando un dividendo di 40.000 euro, se il socio ha una quota non qualificata pagherà 10.400 euro di imposta sostitutiva dell’Irpef (con aliquota 26 per cento). Se si tratta di quota qualificata soggetta al massimo scaglione Irpef il socio pagherà il 43 per cento, ma calcolato non su 40.000 euro bensì su 40.000 x 0,4972 = € 19.888,00 x 43% = € 8.551,84. Le addizionali regionali e comunali all’Irpef, calcolate sul reddito imponibile; stante l’elevata eterogeneità sia a livello delle singole Regioni che, soprattutto, per i Comuni, l’aliquota scelta per ciascun ente (Regione 1,538 per cento, Comune 0,602) è stata individuata come media sulla base dei dati messi a disposizione dal ministero delle Finanze per l’anno 2013. L’Ires in capo alle società a respon-
sabilità limitata (le società di persone scontano solo l’Irap, mentre ai soci è attribuito, il reddito di impresa in proporzione alle quote possedute). In questo caso l’aliquota è unica e (almeno per ora) pari al 27,50 per cento. L’Irap in capo a ogni tipologia di impresa. Oggetto della tassazione, oltre al reddito, sono gli interessi passivi e il costo sostenuto per il personale (con alcune riduzioni, in parte a forfait e in parte calcolate sui contributi a carico dell’azienda). Poiché variano le aliquote da Regione a Regione (l’aliquota base è il 3,90 per cento), nella simulazione sarà considerata un’aliquota forfettaria, sul reddito ante imposte, pari all’11 per cento (tale percentuale è stata ricavata da un campione di farmacie del territorio nazionale). Da ultimo, occorre prendere in conside-
razione la contribuzione Inps a carico nel caso di collaboratore familiare non laureato (i farmacisti, come è noto, versano alla propria cassa previdenziale Enpaf). Per il 2015, la contribuzione è considerata, con un meccanismo simile a quello esaminato per l’Irpef, come indicato nella tabella 3. Per questi contributi esiste una soglia minima che deve essere versata (il cosiddetto minimale, pari a 3.543,05 euro) e una massima (pari a 17.788,18), cui aggiungere i contributi maternità (7,44 euro). Per complicare ulteriormente lo scenario, questi contributi, in quanto deducibili, ridurranno il carico fiscale per il familiare. Il confronto è stato previsto sulla base di due ipotesi di reddito di impresa: 80.000 e 200.000 euro (tabelle 4 e 5). Contrariamente a quanto si potrebbe
tabella
4
Prima ipotesi: reddito di impresa imponibile 80.000 euro Reddito di impresa € 80.000
IRPEF
Addizionali
IRAP
IRES
INPS
Totale
Impresa individuale
27.570
1.712
8.800
0
0
38.082
Impresa familiare con farmacista
23.040
1.713
8.800
0
0
33.553
Impresa familiare con non laureato
19.650
1.522
8.800
0
8.922
38.894
Società di persone con due soci al 50%
23.040
1.712
8.800
0
0
33.552
Srl unipersonale
6.005
523
8.800
22.000
0
37.328
Srl con due soci al 50%
5.626
524
8.800
22.000
0
36.950
54 | febbraio 2016 |
FISCALE
zato, è possibile individuare un valore soglia, superato il quale, la forma di srl pluripersonale risulta la più conveniente? In effetti ciò è possibile e il break even point (soglia di pareggio) corrisponde a un importo di 140.750 euro di reddito di impresa. Sotto tale imponibile, quando ci sono due soci al 50 per cento la cara vecchia società di persone resta fiscalmente assai appetibile.
su base opzionale al “regime dei dividendi”). In una società di capitali invece si tassa sui soci a fini Irpef solo il dividendo distribuito, mentre la società paga per conto proprio l’Ires. Supp oniamo quindi che si voglia distribuire solo il 75 per cento dell’utile netto (quindi, dato che nell’esempio fatto sopra il risultato netto
Spunti ulteriori
Un ulteriore spunto di interesse riguarda la possibilità di distribuire, nel caso di società a resp onsabilità limitata, solo una par80000 te dell’utile di eserci70000 zio. Nelle società di 60000 persone infatti l’u50000 tile, come nella 40000 ditta individuale, 30000 è tassato con sola 20000 Irpef in capo ai 10000 soci “per traspa0 renza” ossia indipendentemente dal fatto che poi sia stato prelevato o meno (almeno fino a che non sarà introdotta la riforma di cui si parla da anni, che consentirebbe a imprese individuali e società di persone di aderire
Reddito di impresa 80.000 euro
grafico
1
in Im Im divi pre du s p al a co res e n a fa fa Im rm mil a ia p no res cist re a n a So farmfam i di ciet aci liar du à d sta e e ip fa e Sr rma rso lu c n ni isti e pe rs on al e Sr fa l tr rm a ac du is e ti
supporre, il conferimento di un’impresa individuale in una srl (a prescindere dal fatto che sia unipersonale o pluripersonale) non presenta profili di particolare vantaggio fiscale, perché è indubbio che la tassazione in capo al socio è più contenuta (il 49,72 per cento del dividendo distribuito, come indicato in premessa), ma la società di capitali sconta un’ulteriore imposizione pari al 27,5 per cento alla “fonte”. Per chiarire meglio (grafico 1): se la “Farmacia di Grido srl” consegue un utile lordo Ires di 80.000 euro, il risultato netto è ridotto dall’Irap (nell’esempio, 8.800 euro) e dall’Ires (22.000 euro). Facendo riferimento alle altre configurazioni, la presenza di una pluralità di soggetti che ripartiscono il reddito complessivo, consente, con sfumature distinte, una tassazione complessiva comunque migliore rispetto alle due ipotesi analizzate precedentemente (impresa individuale e società di capitali). Volendo simulare un ulteriore incremento a 200.000 euro, emerge una migliore performance fiscale della società a responsabilità limitata con due soci, mentre la forma unipersonale non presenta profili di particolare vantaggio rispetto alle forme pluripersonali (che scontano addizionali comunali e regionali più alte). Ma, sulla base di quanto è stato ipotiz-
Reddito netto
Tassazione
tabella
5
Seconda ipotesi: reddito di impresa imponibile 200.000 euro Reddito di impresa € 200.000
IRPEF
Addizionali
IRAP
IRES
INPS
Totale
Impresa individuale
79.170
4.280
22.000
0
0
105.450
Impresa familiare con farmacista
72.340
4.280
22.000
0
0
98.620
Impresa familiare con non laureato
64.688
3.899
22.000
0
17.795
108.382
Società di persone con due soci al 50%
72.340
4.280
22.000
0
0
98.620
Srl unipersonale
19.744
1.309
22.000
55.000
0
98.053
Srl con due soci al 50%
15.880
1.308
22.000
55.000
0
94.188
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FISCALE
tabella
6
Importi delle singole imposte in base alla tipologia di impresa Reddito di impresa € 200.000 Impresa individuale
7
Addizionali
IRAP
IRES
INPS
Totale
€ 4.280
€ 22.000
€0
€0
€ 105.450
Impresa familiare con farmacista
€ 72.340
€ 4.280
€ 22.000
€0
€0
€ 98.620
Impresa familiare con non laureato
€ 64.688
€ 3.899
€ 22.000
€0
€ 17.795
€ 108.382
Società di persone con due soci al 50%
€ 72.340
€ 4.280
€ 22.000
€0
€0
€ 98.620
Srl unipersonale
€ 19.744
€ 1.309
€ 22.000
€ 55.000
€0
€ 98.053
Srl con due soci al 50%
€ 12.836
€ 1.112
€ 22.000
€ 55.000
€0
€ 90.948
dell’esercizio è 200.000 - 55.000 Ires 22.000 Irap = 123.000, il valore di riferimento sarà 104.550 euro). In questo caso si modifica la tassazione (mentre per le imprese individuali e le società di persone non si hanno modifiche, in quanto come appena illustrato il reddito è attribuito, come ben sanno i titolari e soci, a prescindere dalla percezione). L’utile che viene accantonato, in quanto non distribuito, consente di patrimonializzare la società, e conseguentemente, di costituire una riserva patrimoniale che può essere utilizzata sia per investimenti, per esempio, immobiliari, ma anche in ulteriori acquisti di partecipazioni di altre società di capitali. Va anche ricordato che se il dividendo di una società di capitali è percepito da
tabella
IRPEF € 79.170
un’altra società capitali, la quota imponibile su cui si paga l’Ires è pari al solo 5 per cento, invece del 49,72 previsto a fini Irpef per le persone fisiche. Ricapitolando, se a questo punto i soci sono tre (tutti al 33,33 per cento), di cui una srl, la tassazione sarà distribuita, per un reddito di impresa di 200.000 euro, come nella tabella 7. Se poi i soci posseggono partecipazioni non qualificate, l’utile distribuito alla società partecipante, per 41.000 euro, al netto dell’Ires di 564 euro, sconterà una tassazione in capo ai soci del 26 per cento, e quindi il reddito netto sarà di quasi 30.000 euro.
Suddivisione della tassazione per un reddito di impresa di 200.000 euro Totale imposizione soci persone fisiche
10.678
Totale imposizione srl
77.000
Totale imposizione srl partecipata
564
Totale imposte
88.242
Reddito netto Aliquota
111.758 44,1%
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In sintesi
Come sempre le soluzioni non possono essere prêt-à-porter, ma seguono la regola unicuique suum: non solo perché la convenienza fiscale dipende dalla situazione familiare esistente, ma anche perché le tasse sono solo una delle variabili da tenere presente nella definizione degli assetti proprietari e familiari della farmacia. Qualcuno certamente troverà ancora conveniente mantenere la farmacia «pirsonalmente di pirsona», come direbbe l’agente Catarella; per qualcun altro invece - non ce ne vorrà Enrico Ruggeri per il calembour - il futuro è... un’ipostasi.
FARMANEWS
Menopausa e sessualità
Un nuovo farmaco non ormonale permette di intervenire efficacemente sui sintomi che condizionano la sessualità delle donne, senza le controindicazioni tipiche dei prodotti a base di ormoni di STEFANIA CIFANI
S
ecchezza, bruciore, prurito, dolore durante i rapporti sessuali. Sono i sintomi più lamentati dalle donne quando la scomparsa di estrogeni e progesterone favorisce l’insorgenza dell’Atrofia vulvo vaginale (Avv). Una condizione cronica che tende a peggiorare nel tempo, pregiudicando la relazione di coppia e in generale la qualità di vita. Secondo lo studio europeo Eu Revive, condotto su donne tra i 45 e i 65 anni di età, per la maggior parte sessualmente attive, la secchezza vaginale è il sintomo più frequente (78 per cento) e si accompagna alla dispareunia. Poche le donne consapevoli di questa condizione, complici i medici che, come risulta dalla ricerca, indagano gli aspetti legati alla sessualità in questa fase della vita solo nell’11 per cento dei casi. L’Avv è invece un processo fisiologico quasi inevitabilmente associato alla menopausa. L’assenza di estrogeni fa sì che mucose, vasi sanguigni, nervi e muscoli che compongono l’apparato geni-
to-urinario si assottiglino, perdendo tono e struttura. Da qui rapporti sessuali dolorosi, maggiore frequenza di infezioni, cistiti post-coitali e lesioni. In molti casi i disturbi vanno però oltre la sfera sessuale e il fastidio, dovuto in tal caso principalmente alla secchezza, viene avvertito anche durante una semplice camminata o praticando sport.
Le terapie
La terapia ormonale sostituiva e i trattamenti ormonali locali risolvono i disturbi sessuali e urogenitali. Non tutte le donne possono però farne uso e la terapia sistemica non è in genere consigliata in assenza di disturbi vasomotori imp ortanti. D’altra parte i prodotti a uso locale sono poco graditi e, se ormonali, percepiti come pericolosi. Un nuovo farmaco a base di ospemifene appartenente alla classe dei Serm, modulatori selettivi dei recettori estrogenici, agisce stimolando i recettori degli estrogeni a livello di tutti i tessuti vaginali, ripristinando valori di
Ph normali e una buona lubrificazione. Allo stesso tempo gli studi hanno mostrato che la molecola blocca i recettori estrogenici a livello della mammella. Per questo ruolo antiproliferativo ospemifene è apparso indicato anche per le donne con tumore al seno, purché abbiano completato le cure ormonali. A differenza degli estrogeni inoltre non stimola la crescita della mucosa endometriale e non modifica il profilo tromboembolico della donna. L’efficacia del farmaco, che si assume per via orale alla dose di 60 mg al giorno, è stata testata in donne con Avv con sintomi moderatiseveri. Tre mesi di terapia hanno indotto l’assenza di sintomi nel 60 per cento dei casi, un aumento delle cellule vaginali superficiali e una diminuzione di quelle para basali, che proliferano in assenza di estrogeni, e un calo
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significativo del Ph vaginale. A un anno dall’inizio del trattamento è stato riscontrato un miglioramento dell’elasticità dei tessuti e della lubrificazione, a vantaggio della ripresa dell’attività sessuale. Attualmente sono in corso studi per valutare l’impiego a lungo termine del farmaco, disponibile in Italia da ottobre in fascia C, e il suo impatto nella pratica clinica.
SPIGOLATURE
Guna si rinnova sul web
Premio di laurea Fenagifar La Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti, in collaborazione e con il patrocinio della Fofi e della Conferenza nazionale direttori farmacia e farmacia industriale, istituisce la quinta edizione del “Premio di laurea Fenagifar”. Esso consiste in mille euro da destinare a uno studente laureando o neolaureato in Farmacia o in Ctf particolarmente meritevole. Verranno accettate le candidature di studenti laureandi che al momento della candidatura abbiano conseguito tutti i crediti formativi previsti
dal piano di studi e neolaureati che abbiano preso il diploma dopo il primo gennaio 2015. Il materiale richiesto dovrà essere salvato e/o scannerizzato su cd e poi inviato tramite raccomandata con ricevuta di ritorno - entro e non oltre il 22 febbraio 2016 - al seguente indirizzo: segreteria Fenagifar, c/o Zeroseicongressi srl, Via Benaco 15, 00199 Roma. La premiazione avverrà nel corso del convegno Fenagifar che si terrà durante la terza edizione di FarmacistaPiù (Firenze, 18-20 marzo 2016).
Cambia con il nuovo anno l’intera brand image di Guna, a partire dal restyling del sito www.guna.com. Il claim scelto dal gruppo milanese è “Guna. La scienza senza violenza”, sottolineando così la vocazione dell’azienda, nata 32 anni fa e attualmente presente in 29 Paesi del mondo, alle terapie per la prevenzione delle malattie e la ricerca dell’equilibrio psicofisico ottimale. Tra le molte novità che il sito presenta la sezione di ricerca “Trova farmacia” che consente agli utenti di trovare comodamente la farmacia più vicina; e un’altra denominata “Trova medico”, realizzata in collaborazione con Amiot (Associazione medica italiana di omotossicologia), che permette di scrivere rapidamente un’email per trovare l’esperto più indicato per le differenti patologie.
Milano, meno rapine in farmacia Il dato è locale ma confortante: nel 2015 le rapine nelle 322 farmacie milanesi sono calate del 50 per cento rispetto al 2014, passando da 103 a 54. Lo ha reso noto Federfarma Milano, aggiungendo che, complessivamente, nelle 820 farmacie delle province di Milano, Monza e Lodi, le rapine sono passate da 229 nel 2013 a 159 nel 2014, per scendere a 87 nel 2015. In preoccupante ascesa invece i furti sugli scaffali, fenomeno in crescita livello europeo, come rilevano le statistiche del sito web www.globalretailtheftbarometer.com: le farmacie sono al primo posto in Europa per questo tipo di furti, con ammanchi pari al 2,25 per cento del fatturato 2015.
Sifi annuncia ampliamento del portafoglio Sifi, storica azienda italiana focalizzata sullo sviluppo di soluzioni per le patologie oculari, ha annunciato l’ampliamento della gamma terapeutica offerta, con il ritorno in commercio di un prodotto che ha fatto la storia dell’oftalmologia: il Colbiocin Collirio. L’Aifa ha emanato l’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale a partire dal 6 gennaio 2016 e la disponibilità al pubblico nelle farmacie è prevista entro il secondo trimestre del 2016. Colbiocin è un’associazione di tre antibiotici, due dei quali ad ampio spettro d’azione. Si tratta di un farmaco specificamente indicato nel trattamento delle infezioni oculari esterne. Fondata nel 1935, Sifi è dal giugno scorso, partecipata da 21 Investimenti, private equity che si propone l’obiettivo di supportare la strategia di progressivo sviluppo internazionale del gruppo.
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I settant’anni di Federfarma Torino Ha compiuto settant’anni, celebrati con una grande festa, l’Associazione titolari di farmacia della provincia di Torino. Oggi sono 700 le farmacie associate, che danno lavoro a circa 2.500 dipendenti, oltre ai titolari. Primo presidente del sindacato fu Pasquale Bruno, mentre all’inizio di quest’anno Luciano Platter, presidente per due decenni, ha lasciato il testimone a Marco Cossolo.
Melazzini nuovo presidente Aifa Mario Melazzini succede a Sergio Pecorelli alla guida dell’Agenzia italiana del farmaco. Cinquantasette anni, medico, Melazzini è affetto da tempo da Sindrome laterale amiotrofica (Sla), cosa che non gli ha impedito di svolgere la sua attività professionale e, negli ultimi anni, anche politica, in qualità di assessore alla Sanità della Regione Lombardia. Al neo presidente Aifa - cui Punto Effe alcuni anni fa ha dedicato una copertina - i più sinceri auguri di buon lavoro dalla redazione.
Farris nuovo direttore di Adf Walter Farris, romano, laureato in Giurisprudenza, è il nuovo direttore dell’Associazione distributori farmaceutici (Adf). Succede a Sergio Sparacio, storico direttore, recentemente scomparso, che aveva ricoperto la carica dal 1988. In Adf dal 2003, Farris ha finora svolto l’incarico di direttore Relazioni industriali e regionali, contribuendo tra l’altro allo sviluppo degli accordi regionali per la Distribuzione per conto, dopo essere stato per un lungo periodo direttore di Anadisme, associazione del settore confluita in Adf.
CONSIGLI
Una dieta bilanciata
Specchiasol presenta il nuovo metodo che favorisce il controllo del peso corporeo, basato sulle ultime conoscenze in campo nutrizionale di ELENA BOTTAZZI Il programma SnellBalance è basato sulle ultime conoscenze in campo dietetico e nutrizionale, tenendo conto dei bisogni fisiologici dell’organismo e favorendo l’educazione delle persone a un’alimentazione sana e corretta. Il programma prevede che il soggetto segua le semplici indicazioni dietetiche incluse nella confezione e che s’impegni in una moderata attività fisica. Sono presenti due
fasi: la prima, definita di attivazione, che favorisce la perdita fino a 4 kg, e la seconda per il mantenimento dei risultati raggiunti. Specchiasol ha previsto l’utilizzo di tre integratori alimentari in aiuto al programma alimentare dietetico; Amino W.H.O. bustine è una miscela calibrata di aminoacidi essenziali con quantitativi che rispettano le recenti indicazioni
I GUSTI DEL MAGNESIO Dpiù Natura lancia due nuove versioni di Magnesio Super Extra Pure, l’integratore alimentare in polvere a base di magnesio estratto da rocce marine carbonatiche. Il magnesio è noto per l’aiuto contro stanchezza, ansia, sonno discontinuo, dolori mestruali e cefalea, ma anche per facilitare la digestione. La versione con succo di lampone e frutti di bosco, grazie ad acido ellagico, antociani e fitosteroli del lampone contribuisce a rafforzare le difese naturali, a migliorare la circolazione
della World health organization. Permette quindi di ridurre il peso corporeo preservando la massa magra dell’individuo, stimolando la produzione di Igf-1 e la lipolisi. Carbo Limit bustine contiene beta glucani che favoriscono la riduzione del picco glicemico degli alimenti, modulando il senso di fame che spesso accompagna il regime ipocalorico. La carnitina aiuta la riduzione dell’adiposità
viscerale promuovendo il consumo dei grassi; infine la vitamina B6 è implicata nella mobilizzazione dei trigliceridi dagli adipociti. Peso Balance in capsule contiene te verde, caffé verde, peperoncino e pepe nero, miscela di estratti vegetali che agiscono migliorando il metabolismo di grassi e zuccheri.
DETERGENTE E ANTIETÀ
e a rafforzare i capillari promuovendo un’azione antiossidante. La versione con succo di ananas, grazie alla bromelina, ha una funzione digestiva e di drenaggio e costituisce un aiuto per metabolizzare pasti ipercalorici.
Basata sulle recenti ricerche riguardanti il microcollagene vettorizzato, la Crema Detergente Collagene è una delle novità introdotte da Resultime, per favorire una corretta detersione, contribuendo allo stesso tempo a preservare la giovinezza cellulare del viso. Il prodotto infatti favorisce l’eliminazione delle impurità, rendendo la pelle maggiormente elastica e morbida, pronta per i successivi trattamenti. L’azione levigante e idratante è garantita dalla presenza del collagene, mentre l’elastina e l’acido ialuronico favoriscono maggiore comfort cutaneo. Infine la formulazione è caratterizzata da molecole detergenti e struccanti delicate, che non causano secchezza.
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CONSIGLI
ACIDI GRASSI BENEFICI Solgar Neuro Pesce è un integratore alimentare in perle softgels costituito da olio di pesce concentrato, ottenuto da pesci che vivono in acque fredde, attraverso un processo di distillazione molecolare che assicura l’assenza di metalli pesanti. Presenta una concentrazione bilanciata in Epa e Dha (504 mg di Epa e 378 mg di Dha per perla), che possono essere prodotti nell’organismo umano, ma la conversione è spesso inefficiente; per tale motivo l’integrazione di Epa e Dha risulta utile. Il Dha
CONVALESCENZA E VIGORE in particolare contribuisce a conservare la fisiologica funzione cerebrale e al mantenimento della capacità visiva normale. Epa e Dha contribuiscono inoltre alla normale funzione cardiaca e al mantenimento di livelli normali di trigliceridi nel sangue.
CURE INTIME Saugella Uomo è il detergente pensato per la detersione del corpo e per l’igiene intima maschile; contiene estratti di Eugenia Caryophyllus ed Helicrysum italicum. Questi ultimi presentano differenti azioni: antibatteriche e antimicotiche, ma anche antiossidanti, lenitive, detergenti, deodoranti e antinfiammatorie. Con pH fisiologico, Saugella Uomo può essere usato sia per la detersione quotidiana sia in casi d’infezione come coadiuvante di terapie specifiche della partner. È commercializzato da Rottapharm in flacone da 200 o 500 ml.
In caso di sindromi influenzali e convalescenza si può consigliare l’integratore alimentare Sargenor Plus, formulato c on una combinazione di arginina e vitamina C. La formulazione viene in aiuto in particolare in caso di stanchezza fisica e mentale accumulate, favorendo la restituzione di maggior vigore, risposta agli stimoli e resistenza alla fatica. È privo di zuccheri e glutine; è commercializzato da Meda in confezione da 14 compresse effervescenti da 4,5 g.
CONTRO LA NAUSEA Lo zenzero, noto per le sue virtù digestive, viene studiato da tempo perché ricco di zingiberoli, shoganoli e gingeroli, che secondo numerose ricerche si sono rivelati particolarmente utili contro la nausea. In caso di cinetosi, per averne sempre con sé una scorta di semplice e immediato utilizzo, sono state introdotte le Caramelle antinausea allo zenzero, integratore alimentare della linea P6 Nausea Control Sea-Band, che non inducono sonnolenza e attenuano in modo naturale il sintomo nausea senza causare effetti collaterali.
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CONSIGLI | occhiello OCCHIELLO
IGIENE CON METODO Il Metodo Narhinel di GlaxoSmithKline Consumer Healthcare è composto da due prodotti ad azione combinata: la soluzione salina sterile e l’aspiratore nasale, per offrire un aiuto per ammorbidire il muco e facilitarne l’aspirazione. La soluzione salina, in flaconcini monodose da 5 ml, pronta all’uso e senza conservanti, favorisce l’idratazione delle mucose nasali, ammorbidendo il muco e agevolandone l’aspirazione; può essere usata anche in aerosolterapia. L’aspiratore è dotato d’impugnatura ergonomica anti-scivolo e di ricambi usa e getta in plastica morbida. L’uso combinato dei due prodotti è utile anche nella prevenzione dell’otite media e della rinosinusite.
EQUILIBRIO ACIDO-BASE Per favorire il riequilibrio acido-base, una maggiore alcalinizzazione della matrice extracellulare o la deacidificazione dell’organismo, oltre a drenaggio e detossificazione si può consigliare l’integratore alimentare Gunabasic in bustine. Contiene fosfati, carbonati e citrati in concentrazione bilanciata, per favorire l’azione tampone; è così facilitato il riequilibrio acido-base senza scompensare verso l’alcalinizzazione. Tra i componenti vi sono lo zinco, che contribuisce al fisiologico metabolismo acido-base, e il magnesio all’equilibrio elettrolitico. Gli estratti vegetali di carota e finocchio sono utili per il drenaggio dei liquidi corporei mentre l’estratto vegetale di tarassaco contribuisce alle funzioni depurative dell’organismo. È privo di glutine.
PER RIDONARE IL BIANCO
Planet Pharma presenta Nail Whitener, trattamento sbiancante per unghie ingiallite e macchiate sia a causa del fumo di sigaretta o di trattamenti farmacologici, sia per fisiologico invecchiamento. È caratterizzato da una particolare formulazione a base di urea che, grazie al potere igroscopico, favorisce un’azione idratante sulla lamina CONTRO LA SECCHEZZA ORALE dell’unghia. L’aloe presenta La xerostomia può essere dovuta sia ad alcune patologie, proprietà rigenerative e come la sindrome di Sjogren, sia a terapie con farmaci antinfiammatorie mentre oncologici, antidepressivi triciclici, antipsicotici, la vitamina C rinforza l’azione antiparkinsoniani atropinici, antipertensivi, antistaminici, antidiarroici, sbiancante. Nail Whitener analgesici, antinfiammatori non steroidei. Un principio di xerostomia è pensata anche per può portare a un aumento d’insorgenza di alitosi, carie, gengiviti gli uomini, data e infiammazioni, candidosi orale. Sunstar ha sviluppato Gum Hydral, la caratteristica texture linea dedicata al problema. Il dentifricio e il collutorio sono indicati opaca, che non lascia per persone con bocca sensibile; aiutano a prevenire la carie e tracce “effetto smalto”. favoriscono la remineralizzazione dello smalto. Il Gel idratante dona È commercializzato sollievo alla bocca secca, irritata o danneggiata. Lo Spray idratante in penna con è studiato per l’uso “fuori casa”. erogatore da 5 ml.
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CONSIGLI | occhiello OCCHIELLO
CONTRO LE IMPERFEZIONI Care&Cover Cover Stick: è un pratico correttore in stick ad alta coprenza dalla texture confortevole, molto scorrevole e facile da sfumare. È formulato per contribuire ad eliminare occhiaie, segni e imperfezioni. La formula contiene infatti cere e oli per nutrire a fondo la pelle e offrire una copertura modulabile. Tra gli ingredienti, la Ceramide 2 aiuta a ripristinare e mantenere integra la barriera cutanea, contribuendo a prevenire la disidratazione e a conservare l’elasticità cutanea; la vitamina E, antiage con elevata attività antiossidante, aiuta a ridurre la reattività dei radicali liberi. La formulazione è inoltre
PRONTA ENERGIA L’integratore alimentare Mag Energy di Sanofi è stato sviluppato per offrire un supporto per coloro che hanno uno stile di vita attivo e intenso. La formulazione combina infatti le proprietà del magnesio, che rafforza il regolare metabolismo energetico, a quelle della caffeina, dell’estratto di noci di cola e della vitamina C. La caffeina aiuta a migliorare la concentrazione e aumentare l’attenzione, mentre l’estratto di noci di cola migliora le capacità fisiche e mentali. La vitamina C aiuta infine il regolare funzionamento del sistema nervoso. Grazie alla composizione bilanciata (ogni bustina contiene 300 mg di magnesio, 75 mg di caffeina, 250 mg di estratto di noci di cola e 80 mg di vitamina C ) Mag Energy contribuisce al miglioramento dell’energia fisica e mentale. È disponibile in confezione da 20 bustine orosolubili. arricchita dalle proprietà del riso, potente antinfiammatorio, utile a calmare irritazioni e arrossamenti. Cover Stick è ideale per pelli sensibili.
RIPOSO E SERENITÀ
SPRAY DELICATO
L’integratore alimentare Esyon contiene melatonina e gli estratti secchi vegetali di escolzia, passiflora, valeriana e griffonia. La melatonina contribuisce alla riduzione del tempo richiesto per prendere sonno; l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione, poco prima di coricarsi, di 1 mg. L’escolzia, la passiflora, la valeriana e la griffonia favoriscono invece il rilassamento e un fisiologico riposo notturno. È commercializzato da Syrio in confezione da 15 capsule.
Halykoo di Fidia Farmaceutici presenta lo Spray lenitivo gola con acido ialuronico, contenente una soluzione a base di acido ialuronico e malva proveniente da agricoltura biologica certificata, per aiutare i più piccoli a ridurre la secchezza e l’infiammazione del cavo orale, in caso d’infiammazioni alla gola. L’azione combinata dell’acido ialuronico e del polivinilpirrolidone, insieme alla betaina e alle mucillagini di malva favorisce la formazione di una barriera difensiva sulla mucosa del cavo orale, proteggendolo dalle aggressioni e contribuendo a ridurre l’infiammazione. Il beccuccio erogatore è piccolo e direzionabile in modo da adattarsi alla bocca del bambino; il dolce aroma al miele favorisce l’accettazione del prodotto da parte dei bambini.
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IL LIBRO
La medicina dell’aging e dell’antiaging Le sfide della prevenzione e l’obiettivo, multidisciplinare, di una longevità sana
N
di GIUSEPPE TANDOI
on è uno dei temi all’ordine del giorno: è il tema. Il progressivo allungarsi della vita media a livello globale - pur permanendo un’enorme disparità di benessere tra Paesi ricchi e poveri - impone alla comunità scientifica un compito assai arduo, eppure stimolante: far sì che gli anni in più siano, entro certi limiti, immuni da gravi malattie. Non mera sopravvivenza, in-
somma, ma qualità della vita. Un obiettivo che implica apporti multidisciplinari e studi su più livelli. In questa prospettiva va visto il volume curato da Damiano Galimberti (specialista in Scienza dell’alimentazione e presidente dell’Associazione medici italiani antiaging) con la collaborazione di numerosi accademici e clinici italiani, ognuno dedicato a sviluppare gli argomenti di propria competenza.
DAMIANO GALIMBERTI La medicina dell’aging e dell’antiaging
Edra, 2016, pp. 456
Ad ampio spettro
«La medicina dell’invecchiamento si configura così come una sorta di rivoluzione copernicana», recita il primo capitolo, «il cui obiettivo diventa quello di condizionare l’invecchiamento, ovvero di rendere sereno il trascorrere degli anni in una condizione di essere umano sano, autonomo, libero - il più possibile - dalle patologie cronicodegenerative tipiche dell’età avanzata, in cui il rischio personale di sviluppare una malattia dipende essenzialmente dall’interazione tra l’individuo, l’ambiente circostante e la suscettibilità individuale». Un’opera dagli intenti quasi enciclopedici, tanto articolati sono i contenuti. Solo per citare alcuni capitoli: la senescenza, invecchiamento e longevità; principali biomarker dell’aging; immunosenescenza e inflammaging;
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endocrinosenescenza e range ottimali di laboratorio. I processi di invecchiamento vengono affrontati sotto ogni ottica possibile, da quella cerebrale a quella sessuologica, senza trascurare il ruolo cruciale che nutrizione e attività fisica svolgono nell’agevolare una vecchiaia in salute. Amplissimo il capitolo su “Genetica e aging”, necessario a comprendere il ruolo dei geni nell’insorgenza delle maggiori patologie. Il successful l aging resta una chimera? Per gli autori assolutamente no, soprattutto se verranno incrementati nel prossimo futuro gli studi che «possono contribuire allo sviluppo di una nuova, intera famiglia di farmaceutici o di nutraceutici marcati mitocondrialmente, capaci di alleviare gli stati dell’aging, così come della malattia neurodegenerativa».
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