Punto effe 2 2017

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2017

Anno XVIII | N° 2 2 febbraio 2017 | www.puntoeffe.it

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SOMMARIO Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione) Editore EDRA S.p.A. Direzione editoriale Giorgio Albonetti

5 | Editoriale

Direttore responsabile Laura Benfenati - l.benfenati@lswr.it

PARLIAMONE

Redazione Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

Dal mondo

Collaboratori Silvia Ambrogio, Umberto Borellini Paola Brusa, Claudio Buono, Attlilia Burke, Maurizio Guerra, Pierangelo Lomagno, Luigi Marafante, Paolo Mariani, Federico Marzari, Bruno Riccardo Nicoloso, Marco Parente, Carlo Zoia

6 | India, e-pharmacy da regolamentare Interventi

8 | Referendum nella categoria Tra noi

12 | Una questione delicata

Pubblicità Massimiliano Donati Responsabile Commerciale ADV dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.368

PRIMO PIANO Incontri

Maurizio Bisozzi

Marketing

Big Data in farmacia

Retail

Il nuovo punto vendita

16 20 24

Farmacie astronave

Tecnologia ed efficacia 28

Attualità

Per un consumo responsabile 31

Professione

Cannabis di Stato, il punto della situazione 33

Convegni

Se la coperta è corta

Farmacologia

Un tema dibattuto

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35 37

Nutraceutica

Rischio cardiovascolare: per una corretta gestione 40

Omeopatia

I traumi sportivi

Cosmesi

44

Disidratazione, cosa fare 46

Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it Tel. 02.88184.222 Immagini Fotolia, Thinkstock. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori Stampa Grafica Veneta S.p.A., Via Malcanton 2, 35010 Trebaseleghe (PD)

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Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

RUBRICHE 47 | Legale 52 | Iniziative 54 | Farmanews 56 | Spigolature 60 | Consigli 64 | Il libro

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2015 - 31/12/2015 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 11.042 Diffusione media: 10.727 Certificato CSST n. 2015-2564 del 25/2/2016 Società di Revisione: Metodo

Testata in corso di certificazione per l’anno 2016 Testata Associata

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EDITORIALE

di LAURA BENFENATI

Le parole

tra le mura

L

e farmacie non sono parafarmacie, grazie al cielo. Se ne faccia una ragione l’ad di Conad Francesco Pugliese, quando accusa i farmacisti di non fare sconti e di speculare sulla salute delle persone. Gli obiettivi che spingono il manager all’attacco frontale nei confronti dei farmacisti sono noti: ampliare il mercato appropriandosi anche della fascia C. Il resto sono chiacchiere strumentali. Punto primo: i risparmi sono tutti da dimostrare. Facciamo un onesto sondaggio e chiediamo ai cittadini se contano di più sconti irrisori o la farmacia sotto casa, in cui si dispensano anche i medicinali con ricetta e si ricevono consigli di qualità di giorno e pure di notte. Sostenere che le farmacie non chiuderanno è ridicolo, è accaduto a tutti i piccoli esercizi

commerciali che hanno dovuto competere con la Grande distribuzione. Quelli di Conad raccontino la verità, se davvero le persone contano per loro più delle cose. Punto secondo: la sostenibilità delle farmacie rurali da parte dello Stato è utopia pura, non ci sono soldi. Bene ha fatto Federfarma a ribattere con un duro comunicato stampa a Francesco Pugliese in cui gli si spiega cosa significa “ruolo sociale” delle farmacie. Splendidamente riassunto nella poesia di Lorenzo Bertolani. Le parole che queste mura assorbono/ andrebbero rese pubbliche./ E pensare che tra i complementari/ non hanno ancora inserito/ l’esame di autocontrollo: 30/ ascolto: 29/ comprensione: 30 e lode./ Farò una proposta ufficiale,/ una raccolta di firme/sostenuta dall’Associazione.

Non è stata una decisione facile. Arriva però un momento nella vita in cui si sente il bisogno di affrontare nuove sfide, di mettersi in gioco, di rendere concreto quel cambiamento che tante volte si è teorizzato nei vari articoli, riferendosi ai farmacisti. E così dopo quasi un decennio pieno di entusiasmo, lascio Punto Effe. E lo lascio in splendida forma, così come lo è Farma Magazine, la rivista lanciata lo scorso anno. Una scelta, la mia, che a cascata ha tante conseguenze positive: prima tra

tutte che l’amico e collega Giuseppe Tandoi avrà il coordinamento redazionale della testata. Ringrazio innanzitutto lui, ma anche Ilaria Tandoi ed Emanuela Contieri, per il grande lavoro di squadra di tutti questi anni, in cui è nata, oltre che una collaborazione professionale, una bella amicizia. E un ringraziamento speciale va all’editore di Edra, Giorgio Albonetti, che mi ha lasciato sempre grande libertà sulla linea editoriale della rivista e ha creduto in bei pro-

5 | febbraio 2017 |

Un sincero grazie a Laura Benfenati per tutta la passione e l’entusiasmo profusi in questo appassionante percorso di rilancio di Punto Effe. I successi raccolti sono di ulteriore stimolo per rafforzare il nostro impegno per costruire il futuro della farmacia: dal prossimo numero la rivista più apprezzata dal farmacista italiano intraprende un ambizioso percorso di crescita e rinnovamento, per essere sempre più l’indispensabile riferimento per la professione. Sinceri auguri per il futuro a Laura e a chi, come tutti noi, ha a cuore la farmacia! L’Editore

getti come Farma Magazine. Con grande determinazione Giorgio sta facendo crescere l’azienda portandola a livelli internazionali e sono certa che sentirete parlare molto di lui nei prossimi anni. E infine un saluto di cuore ai tanti amici farmacisti, ai collaboratori, ai lettori affezionati della rivista e ai compagni di molte battaglie: insomma a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della farmacia italiana e non smetteranno mai di lottare per difenderla.


DAL MONDO

Usa www.businesswire.com

di ATTILIA BURKE

Usa, Walgreens vende naloxone senza ricetta in trentatre Stati Australia www.cairnspost.com.au

Australia, dal 2018 medicinali con codeina solo su prescrizione In Australia i farmacisti del Far North hanno ampiamente criticato la decisione da parte dello Stato di far diventare la codeina un farmaco vendibile solo su prescrizione. Le ragioni della protesta? Secondo i farmacisti questa decisione andrebbe a gravare sull’economia locale mettendo anche sotto pressione il Sistema sanitario. Questo provvedimento, secondo Trent Twomey, il consigliere nazionale della Pharmacy Guild of Australia (organizzazione nazionale che supporta i titolari di farmacia), un’ampia parte della popolazione a dover fissare una visita dal dottore anche per trattare problemi relativamente leggeri come l’emicrania e il mal di testa. Alla fine dello scorso anno la Therapeutic goods administration (Tga) ha stabilito che il rischio di dipendenza e overdose da codeina fosse troppo elevato per continuare a classificare come Otc i farmaci contenenti la molecola in questione, tuttavia bisognerà aspettare febbraio del 2018 per vedere farmaci antidolorifici contenenti codeina solo su prescrizione. «Non penso sia necessario istituire regole che lasciano presupporre che gli australiani siano criminali o incapaci ad assumere correttamente i farmaci, almeno che non venga dimostrato il contrario», ha commentato Twomey. Proprio a tal fine Twomey sta spingendo affinché venga resa obbligatoria in tutte le farmacie del Paese l’installazione di MedsAssist, uno strumento che permette di monitorare i consumi di codeina e i nominativi dei pazienti che ne fanno. Attualmente viene utilizzato dal 70 per cento dei presidi.

In Usa il naloxone si vende senza obbligo di ricetta, almeno questo è ciò che avviene nelle farmacie Walgreens di trentatre Stati, di cui gli ultimi tre, Mississippi, Missouri e Washington D.C., entrati a far parte della lista solo lo scorso dicembre. L’iniziativa Walgreens è uno dei tanti interventi che, nell’ambito del piano nazionale contro l’abuso di droghe e in particolare di oppioidi, mirano a ridurne l’utilizzo. L’abuso di sostanze stupefacenti in Usa continua a mietere più vittime degli incidenti autostradali: secondo i dati raccolti nel sondaggio nazionale sull’utilizzo di farmaci e sulla salute, nel 2015 quasi 19 milioni di americani hanno abusato di farmaci venduti su prescrizione. Già nei primi mesi del 2017 Walgreens conta di aggiungere alla lista degli Stati dispensatori di naloxone senza prescrizione anche Arkansas, California, Connecticut, Iowa, Kentucky, Nevada e Tennessee. Il naloxone, che può essere utilizzato in caso di overdose da eroina o da altri oppiacei per invertirne gli effetti, viene somministrato mediante iniezione o spray nasale. «Rendendo il naloxone disponibile senza prescrizione medica stiamo facilitando l’accessibilità del farmaco da parte dei pazienti e dei loro familiari in modo da avere prontamente disponibile il prodotto in caso di bisogno», afferma Rick Gates, vice presidente del gruppo Walgreens, «lo scopo delle farmacie è quello di aiutare i pazienti e noi siamo impegnati a rendere più accessibile naloxone nelle comunità in cui operiamo».

6 | febbraio 2017 |


DAL MONDO

India http://economictimes.indiatimes.com

India, Governo al lavoro per regolamentare le vendite on line

Emirati Arabi Uniti www.thenational.ae

Emirati, necessarie norme più rigorose Gli Emirati Arabi Uniti necessitano di regole severe per tenere a freno la smodata dispensazione di farmaci da automedicazione e anche di antibiotici che vengono liberamente venduti dai farmacisti, anche laddove non necessari, per il trattamento di disturbi minori. Ciò che accade in questo Paese non nasce da un mancato rispetto delle regole quanto più dall’inesistenza delle stesse: gli Eau, infatti, sono tra i pochi Paesi dove gli antibiotici possono essere acquistati senza prescrizione medica. A lanciare l’allarme sono i ricercatori della University of science and technology di Ajman, capitale dell’omonimo Stato, il più piccolo degli Eau. Secondo i ricercatori, il farmacista, avendo la possibilità di interfacciarsi rapidamente con i pazienti, talvolta agevolando il salto a pie’ pari del passaggio dal medico, gioca un ruolo di crescente importanza per il mantenimento dello stato di salute della popolazione, e permette ai pazienti di risparmiare tempo e denaro. Tra i problemi di maggiore impatto c’è l’utilizzo smodato di antibiotici, oltre che l’elaborazione di diagnosi spesso non corrette e l’assunzione di combinazioni di farmaci errate, che costituiscono un vero e proprio rischio per la salute. «Ci dovrebbero essere più programmi di sensibilizzazione del pubblico sui pericoli legati all’assunzione di farmaci da automedicazione», afferma Zeeshan Khan, specialista di medicina interna a Dubai. «La cosa più importante da considerare è che la politica sugli antibiotici non è sufficientemente restrittiva». D’altro canto, i rappresentanti dei medici, sostengono che i farmacisti non siano sufficientemente qualificati per elaborare una diagnosi accurata e i medici dovrebbero essere le uniche persone a prendere decisioni su quali farmaci utilizzare sulla base di una accurata diagnosi, analisi di laboratorio e altri test. Attualmente la Health Authority di Abu Dhabi sta lavorando a un nuovo programma di gestione degli antibiotici che ha lo scopo di limitarne la dispensazione.

Il governo indiano si è messo al lavoro su quello che i farmacisti reputano un problema non da poco, ovvero la mancanza di leggi che regolino la vendita di medicinali on line nel Paese. In concomitanza con una serrata globale delle farmacie organizzata in segno di protesta contro la vendita indiscriminata di farmaci sul web, succede che in India gli organismi statali adepti si sono finalmente messi al lavoro per regolamentare l’attività di start up come 1mg.com, Bookmeds, mChemist, Medidart, Medlife, Medstar, Netmeds, Pharmeasy e Zigy.com le quali, secondo la stampa locale, avrebbero dato una stangata agli affari dei rivenditori “vecchio stile”, ovvero le farmacie. Secondo i farmacisti non si tratterebbe solo di una questione di affari ma di vera e propria sicurezza per i pazienti che usufruiscono dei servizi on line, ed è proprio questo che ha spinto tutte le organizzazioni di farmacisti del Paese a proclamare lo sciopero generale dei presidi di tutto il territorio alla fine del 2016. Se da una parte i farmacisti “vecchio stampo” spingono affinché vengano stilate regole rigorose sulla vendita on line, dall’altra lo stesso governo riconosce l’importanza dell’adozione della vendita via web in quanto mezzo che permette di raggiungere una più ampia fetta di popolazione e in particolare le zone più remote dove l’accesso ai medicinali è maggiormente complicato. La regolamentazione della vendita di farmaci on line prevederebbe anche l’implementazione di un vero e proprio sistema di ricette elettroniche, mentre oggi è sufficiente eseguire una scansione della ricetta cartacea. Secondo il National institution for transforming India (l’organismo del governo indiano che si occupa della progettazione di politiche e programmi strategici validi sul lungo periodo) l’adozione della suddetta politica, «sarebbe molto onerosa e ingiusta nei confronti delle e-pharmacy, oltre a rendere il modello on line impraticabile». D’altro canto, il governo è del parere che leggi chiare che regolamentino il mondo delle farmacie on line consentiranno alle stesse di svolgere il proprio lavoro in un ambiente più amichevole e potrebbe anche incoraggiare più imprenditori a intraprendere questo tipo di attività.

7 | febbraio 2017 |


INTERVENTI

di MAURIZIO GUERRA, farmacista

Referendum nella categoria

I

“sindacati” sono associazioni di privati che “possono” ottenere dallo Stato il riconoscimento legale e la conseguente personalità giuridica al fine di rappresentare e tutelare i lavoratori, oppure i “datori di lavoro”, delle varie categorie produttive. Sono ancora disciplinati dalle norme del diritto comune, in particolare dagli art. 36, 37 e 38 del codice civile, a causa della mancata attuazione dell’art. 39 della Costituzione, e costituiscono, pertanto, mere associazioni non riconosciute, e cioè “enti di fatto”, libere di agire e di organizzarsi come meglio ritengono. Il sindacato è definito “parte sociale” e si esprime attraverso la contrattazione collettiva, strumento principale per regolamentare i rapporti di lavoro, e la sua rappresentatività è il titolo che dà il potere di firmare “accordi vincolanti” per tutti gli operatori del settore cui l’accordo si riferisce (art. 39 Costituzione); nel caso delle farmacie l’accordo principale è la Convenzione con lo Stato. Esistono sindacati dei lavoratori subordinati o parasubordinati e sindacati dei datori di lavoro datoriali o autonomi, questi ultimi sono sindacati a tutti gli effetti, poiché svolgono le funzioni di rappresentanza, tutela e assistenza dei propri iscritti. In Italia ve ne sono centinaia, suddivisi per tipologia o per settore, esempi: Api, Confartigianato, Confagricoltura, Confcommercio, Confcooperative,

C o n f e s e r c e nt i , C o n f i n d u s t r i a , Conftrasporti, Federfarma, Federmeccanica. Oltre a questi ci sono anche i sindacati dei liberi professionisti, come la Fimmg. Azioni sindacali recenti sono state quelle dei padroncini, dei taxisti, degli avvocati e degli edicolanti. Da evidenziare che, come per i lavoratori subordinati, non è obbligatoria l’iscrizione di un’impresa o di un lavoratore autonomo a un’associazione sindacale. Sul referendum costituzionale che, nelle intenzioni, poteva cambiare le sorti di questo Paese, lo schieramento del sindacato dei titolari di farmacia è stato più che netto; infatti, nelle parole della presidente di Federfarma, Annarosa Racca, non è trapelato alcun dubbio: «...il Sì al referendum per la sanità italiana rappresenta un’occasione storica e, come tale, non va sciupata...». Insomma, la confederazione dei titolari si è schierata, insieme alla Cisl, per promuovere le riforme volute dal governo Renzi, uniche due sigle sindacali a favore delle scelte governative per trasformare la Costituzione. Ora il No ha stravinto, la riforma non si fa, Renzi ha sbattuto il muso, e i titolari di farmacia? Tutto questo senza un mandato della categoria, con la sola e unica responsabilità dei massimi vertici e senza le ovvie dimissioni conseguenti alla chiara posizione degli italiani e dei farmacisti tra loro. 8 | febbraio 2017 |

Nessun legame

Da quando esistono i sindacati, a parte nel socialismo reale, nessun legame deve esistere tra partiti e sindacati, tra politica e categorie. Il sindacato dei titolari no, da sempre si schiera, quasi sempre con chi perde. E allora? Un sindacato vero, non un’associazione benefica o umanitaria o di servizio, si pone, nei confronti di chi legifera e governa, in posizione neutra: schierarsi da una parte o dall’altra è un errore grossolano e ingenuo. Credere davvero di ottenere benefici nel caso in cui quella parte vinca è una pia illusione, se poi quella parte perde, l’altra se ne ricorderà (i politici sono come gli elefanti) e non prenderà mai più in considerazione chi ha remato contro. A parte questo, è compito di un sindacato avere continuativi contatti con tutti gli istituti pubblici: presidenza del Consiglio dei Ministri, ministeri, presidenti del Parlamento, presidenti di Commissioni, parlamentari, Corte dei Conti, Consulta, e funzionari di ogni istituzione, al fine di essere conosciuti, di essere tenuti al corrente, considerati, e soprattutto convocati. Dal 1998, non è stato più rinnovato l’Accordo nazionale triennale (Ant) delle farmacie con lo Stato, per il servizio di dispensazione dei farmaci per conto del Ssn (ma nel frattempo lo Stato ha variato unilateralmente quasi tutti i parametri compresi nella suddetta Conven-


INTERVENTI

Ci sono le elezioni di Federfarma a breve, qualche spunto interessante di riflessione

zione, primo fra tutti l’esclusiva della dispensazione del farmaco, con la legge 405/2000 e la successiva legge Bersani 223/2006); il sistema remunerativo delle farmacie per tale servizio è fermo al 1° gennaio 1997: il 33,35 per cento di margine alle farmacie, meno l’eventuale percentuale per il grossista che può arrivare fino al 6,65 per cento ma, nel frattempo sempre unilateralmente, lo Stato ha imposto sconti differenziati sul prezzo al pubblico dei farmaci. Inoltre, lo Stato, sempre unilateralmente, ha anche liberalizzato il prezzo dei medicinali (decreto Bersani sugli Otc, poi decreto Salva Italia di Monti, 201/2011 sui Sop, e quindi decreto Cresci Italia, 1/2012 su tutti i farmaci), creando in tal modo una concorrenza destabilizzante tra grandi e piccole farmacie, tra farmacie di grandi e di piccolo centri, tra farmacie e supermercati, tra farmacie e altre attività commerciali. La motivazione dichiarata era avvantaggiare il consumatore e muovere l’economia di mercato, in realtà, hanno messo in crisi una delle categorie di sanitari più vicina alla popolazione, più utile a essa e allo Stato, diminuendone notevolmente i ricavi e soprattutto la redditività, ottenendo solo un abbassamento del servizio e della sicurezza per i cittadini, semplicemente perché i farmaci non sono un bene commerciale di mercato e i pazienti non sono consumatori. Infine, l’entrata del capitale nella proprietà delle farma-

cie non è stata ostacolata, non è stato alzato un muro di fronte al definitivo smantellamento di un sistema garantista per il cittadino e per lo Stato, a favore di multinazionali della distribuzione e della produzione. Questo è l’obiettivo vero degli ultimi governi, su spinta della grande finanza mondiale ed europea, e a favore della distruzione di un sistema sanitario pubblico (tipico di una società civile e moderna) per creare un sistema sanitario privato, incentrato su fatturati e lucro e non sulla salute dei cittadini. Tutto questo il sindacato non lo ha fatto, si sa che ci sono tavoli di trattative aperti da anni, nulla fino a oggi è stato ottenuto a favore delle farmacie, solo penalizzazioni firmate dai dirigenti senza mai una consultazione di base, come avverrebbe in qualsiasi sindacato vero. A maggio ci saranno le elezioni della nuova dirigenza ma non c’è, né ci sarà, un rinnovo del sistema in senso democratico, nessuno lo sta proponendo, nemmeno, secondo me, i giovani turchi (parafrasando la politica) che si stanno affacciando per sostituire la dirigenza. Un programma di democratizzazione del sindacato attraverso la partecipazione di tutti i titolari alle fasi sindacali e organizzative, nessuno lo sta ancora proponendo. Questo sì sarebb e un interessante referendum per i 17.000 titolari sulle modifiche della Costituzione di Federfarma. I punti essenziali: iscrizione diretta delle farmacie a Fe9 | febbraio 2017 |

derfarma nazionale, senza altri livelli sindacali; istituzione del Congresso nazionale con funzioni di partecipazione diretta alla modifica dello statuto, alle elezioni dei vertici sindacali, all’approvazione dei cambiamenti normativi; limitazione a soli due mandati consecutivi per qualsiasi carica sindacale e incompatibilità totale con qualsiasi altra carica di categoria, sia istituzionale, sia cooperativistica, sia direttiva di organi in qualche modo alternativi o in contrasto con quelli sindacali; eliminazione dei baronati provinciali e dei principati regionali, in conflitto e in concorrenza tra loro per meri motivi di potere, sostituendoli con uffici locali di rappresentanza sindacale; separazione interna, con indipendenza economica, strutturale e operativa delle due categorie, rurale e urbana, che hanno interessi del tutto differenti e molto spesso sono in competizione (tranne quando serve usare i rurali per sfruttarne la capillarità, il sacrificio e l’efficienza nei momenti di confronto cruciale con lo Stato); formazione e utilizzo di commissioni permanenti per il rapporto con le singole istituzioni pubbliche; scuola di formazione dei futuri (e attuali) quadri dirigenti in: diritto e legislazione; politica e sindacalismo; economia e gestione; comunicazione e informazione.


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PARLIAMONE TRA NOI

di ATTILIA BURKE

Una questione delicata

I

l “farmacista-grossista” nel panorama farmaceutico italiano è una figura relativam e nt e g i ova n e : n a s c e , infatti, dieci anni fa, con l’entrata in vigore della legge Bersani. Ai tempi forse non ci si aspettava che l’eliminazione dell’incompatibilità tra distribuzione intermedia e finale si sarebbe tradotta in un incremento esponenziale del numero dei grossisti e che questo fenomeno avrebbe costituito terreno fertile per il radicamento di quella che oggi è un problema che grava in primis sui cittadini: l’indisponibilità di farmaci sul mercato interno.

Controindicazioni

Secondo la definizione dell’Agenzia italiana del farmaco, si parla di “indisponibilità” quando la carenza momentanea di un farmaco «è causata da distorsioni delle dinamiche distributive correlate ad attività di esportazione

parallela». Attraverso il parallel trade, infatti, è possibile vendere all’estero i farmaci acquistati in Italia direttamente dalla case farmaceutiche. Nel nostro Paese si parla in particolare di “export parallelo”, perché i prezzi dei farmaci sono più bassi rispetto a quelli di altri Stati europei e, quindi, esportandoli è possibile venderli con margini più redditizi. In Italia l’equazione che deriva dalle cosiddette “lenzuolate” di Bersani è molto semplice: più grossisti ci sono, più è difficile monitorarne l’operato, maggiori sono le probabilità che molti di questi abbiano intrapreso l’attività in questione per ragioni speculative. Il parallel trade è un’attività consentita dalla legge e «una restrizione di questa pratica andrebbe contro l’articolo 28 e 30 del trattato di Roma sulla libera circolazione delle merci», afferma Fabrizio Gianfrate, docente di Farmacoeconomia ed economia sanitaria all’Università degli Studi di Ferrara. «Il settore farmaceutico è 12 | febbraio 2017 |

quanto di più regolato e pianificato esista in qualunque ambito commerciale economico-produttivo ed è quindi l’antitesi del libero mercato: da una parte c’è la liberalizzazione del movimento delle merci che incentiva a venderle dove si vuole, dall’altra vengono imposti margini di redditività fissi per legge. Un’incongruenza da cui non si esce». Fino a pochi mesi fa la legislazione italiana in materia era molto confusa; nel tentativo di dare un ordine alla stratificazione di norme che ne complicava di molto l’interpretazione, è stato siglato un documento, condiviso da tutti gli attori della filiera e dalle istituzioni, che racchiude e riassume tutti i dettagli dei regolamenti. A sottoscrivere il documento, Aifa, Farmindustria, Assogenerici, Federfarma Servizi, Associazione distributori farmaceutici (Adf), Federfarma, Assoram e le Regioni Lazio e Lombardia. Nel documento sono stati raccolti i principi normativi fondamentali che


PARLIAMONE TRA NOI

Farmacisti-grossisti e commercio parallelo, il punto della situazione in Italia

regolamentano il settore e che toccano i diversi aspetti della distribuzion e , i n p a r t i c o l a r e q u e l l i ch e intervengono sulla «attività di distribuzione all’ingrosso svolta dal titolare di farmacia (farmacista o società di farmacisti)». Vengono poi riportate le norme che, in modo differente, disciplinano le «attività di distribuzione all’ingrosso dei medicinali e di vendita al dettaglio».

Magazzini diversi: il caso del Tar Lazio

Tra le norme riportate anche nel documento condiviso un punto è molto chiaro: per quanto la medesima persona possa svolgere sia l’attività di grossista di medicinali sia di farmacista, le due attività devono rimanere completamente scollegate tra loro e in particolare i magazzini devono essere separati senza possibilità di passaggio di prodotti dal magazzino della farmacia a quello del grossista. Inoltre, il grossista per essere definito

tale deve rispondere a determinati requisiti tra i quali, per esempio, l’obbligo di detenere almeno il 90 per cento dei farmaci in commercio, compresi i medicinali della tabella 2 (che richiedono un’autorizzazione a parte dal ministero della Salute). Ad aver suscitato notevoli polemiche è stata una recente sentenza del Tar Lazio (sentenze da 11238 a 11242 pubblicate l’11 novembre 2016) nella quale il parere dei giudici viaggia in direzione opposta rispetto ad alcuni dei principi stilati nel documento condiviso. L’oggetto della discussione è il passaggio di prodotti dal magazzino della farmacia a quello del grossista. In particolare, nella sentenza 11240 viene riportato che i ricorrenti (farmacisti-grossisti del napoletano) «per ovviare agli effetti di un atteggiamento distorsivo della concorrenza serbato dalle industrie farmaceutiche, ostili ai farmacisti grossisti cui fornirebbero i medicinali senza continuità e con prezzi maggiori di quelli prati13 | febbraio 2017 |

cati alle farmacie, sarebbero stati costretti, per rimanere sul mercato, ad acquistare con il codice univoco della farmacia i medicinali per poi trasferirli, con un do cumento di trasporto interno (Ddt), dal magazzino della farmacia a quello separato di grossista per la successiva vendita ad altre farmacie o ad altro grossista nel rispetto della normativa di settore». A tal proposito si sono espressi sia le istituzioni sia tutti gli attori della filiera, rimarcando che «la posizione delle amministrazioni e della filiera rispetto ai diversi aspetti tecnici della distribuzione, ivi incluse le transazioni citate nel ricorso, è stata chiarita in maniera inequivoca con il documento condiviso sottoscritto nelle scorse settimane», afferma il direttore dell’Ufficio qualità dei prodotti e contraffazione dell’Aifa Domenico Di Giorgio. Sembrerebbe quasi, dunque, che ci si appelli a una sorta di “giustificazione” nel violare le regole in quanto “reazione” a comportamenti


PARLIAMONE TRA NOI

scorretti delle controparti, mentre «qualora la condotta delle aziende risultasse “distorsiva della concorrenza”, come dichiarato dai ricorrenti, l’autorità competente e sicuramente interessata a intervenire sarebbe l’Agcm».

A livello europeo

Il problema del grey market dei farmaci non è solo italiano. Più volte l’Italia ha provato a richiamare l’attenzione dell’Europa su questo tema con diverse interrogazioni parlamentari, ultima quella dell’eurodeputato (Pd) Massimo Paolucci, il quale, a fine novembre, aveva chiesto alla Commissione di intervenire per colmare il vigente vuoto normativo a livello europeo in materia di parallel trade di medicinali. Tuttavia, se prima si parlava solo di sporadiche interrogazioni che venivano puntualmente liquidate dalla Commissione europea senza risultati, la svolta arri-

va proprio nel mese di gennaio 2017. In questo periodo, infatti, il Parlamento vota per approvare la relazione sull’accesso ai farmaci, all’interno della quale è stato introdotto un passaggio in cui si invita la Commissione europea a non chiudere più gli occhi davanti al fenomeno dell’indisponibilità dei farmaci che affligge numerose nazioni aderenti all’Ue. Con l’approvazione di questa relazione «il Parlamento, in forma ufficiale e solenne, dice alla Commissione Europea e agli Stati nazionali che il mercato parallelo va regolamentato per garantire un accesso eguale e certo ai farmaci essenziali», spiega Paolucci. Dunque non è più il singolo parlamentare a intervenire ma l’intero Parlamento europeo. In particolare, una volta approvato il tutto, il Parlamento chiederà «alla Commissione e al Consiglio di definire meglio il concetto e analizzare le cause delle carenze di medicinali e, a questo proposito, valutare l’impatto del commercio parallelo e delle quote di approvvigionamento, di stabilire e aggiornare insieme a Stati Membri, Ema e le principali parti interessate un elenco di farmaci essenziali che sono a corto di fornitura, utilizzando l’elenco Oms come riferimento, per controllare il rispetto dell’Articolo 81 della Direttiva 2001/83/Ue sulla carenza di approvvigionamento, esplorare i meccanismi per affrontare il ritiro di farmaci efficaci dal mercato per ragioni meramente commerciali e di assumere iniziative per porre rimedio a queste carenze». 14 | febbraio 2017 |

I distributori intermedi

A ricordare che tutte le grandi aziende e cooperative che operano nel settore della distribuzione intermedia e che fanno parte delle associazioni che hanno sottoscritto il documento condiviso giocano secondo le regole, sono le istituzioni stesse. «Quelle con cui ci confrontiamo sono distorsioni specifiche, che riguardano un numero limitato di op eratori che danno esclusiva priorità al business, in un settore in cui invece, gli operatori della filiera distributiva e le rispettive sigle rappresentative, in piena sintonia con le amministrazioni competenti, hanno dimostrato massima attenzione e precedenza alla tutela della salute pubblica», sottolinea Di Giorgio. A ribadire il concetto in più occasioni erano stati gli stessi attori della filiera. «Chi segue l’attività politica svolta da Federfarma Servizi sa che ormai da anni quella del contrasto alla irreperibilità dei farmaci distolti dal nostro mercato interno per essere destinati a più redditizi mercati esteri, è diventata una delle principali battaglie portate avanti dalla nostra associazione», afferma il presidente Antonello Mirone su F-online, la testata di riferimento dell’associazione. «Le imprese associate a Federfarma Servizi, di proprietà di titolari di farmacia, riuniti sotto forma di cooperative o sotto altra forma giuridica, pur essendo distributori, non svolgono attività di esportazione parallela, tant’è che hanno fornito sotto la loro responsabilità dichiarazione in tal senso all’Aifa». A esprimersi sul tema anche Adf, il cui presidenti Mauro Giombini ha voluto sottolineare nuovamente che «i grossisti veri sono in regola».


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INTERVISTA

Un anno di LAURA BENFENATI

con Farma Magazine

È

già passato un anno. La bella avventura di Farma Magazine, la rivista distribuita in oltre 200.000 copie nelle farmacie di tutto il Lazio e di Torino e provincia, è partita nel novembre 2015, con un’inaugurazione in grande stile all’Hilton di Roma, alla presenza di più di 1.000 farmacisti, del ministro Lorenzin, del presidente del Lazio Nicola Zingaretti e dell’allora direttore generale di Aifa Luca Pani. Un anno intenso di stretta collaborazione tra noi di Edra e la redazione romana, guidata da Maurizio Bisozzi, che è un eccellente scrittore, prima di tutto, ma anche un farmacista titolare e un esponente del consiglio di Federfarma Roma. È stata sua e di Vittorio Contarina l’idea di una nuova testata rivolta ai cittadini che frequentano le farmacie. Un anno di Farma Magazine: il bilancio di questa esperienza, come farmacista e come direttore della rivista. È stata una sfida e penso di poter dire che l’abbiamo vinta, realizzando una rivista diversa dalla tante distribuite nelle farmacie e che trattano quasi esclusivamente di argomenti sanitari. Per carità, fatte benissimo, argomenti interessanti e sviluppati professionalmente, ma noi di Federfarma Roma avevamo in mente qualcosa di nuovo, che potesse avvicinare ancora di più la farmacia al cittadino. Ampliando le tematiche trattate, abbia-

mo raggiunto un maggior numero di lettori, rafforzando e articolando la relazione tra farmacia e utente. Quali sono stati gli incontri che ti hanno dato più soddisfazione? Difficile dirlo, i volti delle copertine di quest’anno sono stati tutti di personaggi famosi e prestigiosi, ognuno nel suo campo; per me è stata ogni volta un’emozione diversa. Un ricordo particolare è senz’altro l’intervista al ministro Beatrice Lorenzin, sia per la carica da lei ricoperta, sia per il clima di confidenza subito creatosi. Beatrice Lorenzin, oltre a svolgere il suo ruolo con competenza e attenzione, è una donna fantastica nei rapporti umani, è stato facile entrare in sintonia con i suoi modi, mai altezzosi o distaccati. Un altro 16 | febbraio 2017 |


INTERVISTA

chi: Creme e truc tutti i consigli etto utilizzo per un corr entari Allergie alim a, in età pediatric la i rischi a scuo

Malattia di Alzhe verso un futur imer: o migliore? Vitamine e mine rali: validi aiuti per il benessere Mensile Anno I, n. 2 Febbraio 2016

Mensile 1 Anno I, n. Gennaio 2016

Men An sile Aprilno I, n. e 20 4 16

enzin Beatrice Lor

Un ministro ma supermam

A colloquio con il direttore Maurizio Bisozzi, prima di tutto eccellente scrittore oltre che titolare di farmacia ed esponente del sindacato romano bellissimo ricordo mi è rimasto da Lola Ponce, grande artista che ha voluto ricordare nell’intervista l’occasione della nostra conoscenza. Era arrivata a Roma giovanissima, per partecipare al provino di selezione per il ruolo di Esmeralda nel musical di Cocciante Notre dame de Paris. Arrivò con il padre e prese alloggio nell’albergo di fronte alla mia farmacia. L’aria condizionata nel lungo volo dall’Argentina l’aveva resa afona, l’incubo di ogni artista che sta per salire sul palcoscenico. Venne in farmacia disperata, mancavano solo 48 ore al provino, ma grazie al mio aiuto le tornò la voce quel tanto che bastò a essere la prescelta. Fu l’inizio di una carriera sfolgorante, ancora oggi, dopo tanti anni, ogni volta che viene a Roma passa a salutarmi e ringraziarmi. Come percepisce la rivista il cliente della tua farmacia? Inizialmente l’atteggiamento è stato tra il diffidente e l’annoiato, «la solita rivista» devono aver pensato. Passando i mesi è cresciuta la fidelizzazione dei lettori al prodotto, vengono e si informano sull’uscita successiva, commentano gli articoli, si complimentano per un pezzo di particolare interesse, chiedono spiegazioni e approfondimenti su alcuni spunti. Un contributo tangibile alla crescita della relazione tra farmacista e cittadino.

E a livello sindacale, quali ritorni ci sono stati per l’associazione romana? Fondamentale è stato il viraggio dell’immagine della categoria verso il paziente, del nuovo proporsi con aperture al dialogo costruttivo. Stiamo abbattendo il muro di falsità costruito da alcuni poteri forti sul conto della farmacia, i nostri messaggi arrivano direttamente al lettore e diventano oggetto di confronto. Sia che si parli di liberalizzazioni, sulle quali Tv e carta stampata infilano perle di errori grossolani, sia che si parli di come e in che direzione stia andando la nuova farmacia del terzo millennio. Da più di un anno sei ai vertici di una delle Federfarma più attive: com’è, da dentro, il sindacato? Dopo lustri nel Consiglio dell’Ordine di Roma, pensavo di aver accumulato un’esperienza completa del mondo della farmacia; e mi sbagliavo. È forse inutile ripeterlo, ma le situazioni si conoscono solo standoci dentro, e posso garantire che dentro Federfarma Roma si respira entusiasmo e impegno, voglia di incidere realmente sui cambiamenti che ci aspettano. Vogliamo, per una volta, anticipare i tempi e non rincorrere con affanno quanto deciso in altri ambiti, stiamo muovendoci con decisione per affermare un’identità di categoria forse diluita, se non del tutto persa. Fatica enorme, ma unità e compattezza, gioco di squadra, ruoli assegnati per eccellenza e non per 17 | febbraio 2017 |

Martina Colom bari

In farmacia per i bam bini

16/12/15

Lola

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altri e meno brillanti motivi, ci stanno dando un mucchio di soddisfazioni. Molto bella l’operazione trasparenza sui costi che, tra i pochi in Italia, avete realizzato in Assiprofar: ce la racconti? Era uno dei nostri punti irrinunciabili quando formammo la squadra per proporci ai colleghi nella tornata elettorale, e fummo premiati con l’ingresso di tutti e trenta i candidati della nostra lista. Uno dei primi atti fu quello di dare una svolta, come si dice dalle nostre parti, alla comunicazione con gli iscritti, spalancando le porte dei conti, delle spese, degli investimenti. Tutti elementi riportati solo, e in maniera aggregata, nelle assemblee di bilancio. Oggi sul sito dell’Associazione lo spesometro viene aggiornato quasi in tempo reale e ogni iscritto può verificare come stanno andando i conti dell’associazione alla quale versa fior di quattrini e avere una misura reale del loro impiego. Quali dovrebbero essere le priorità, a tuo parere, del sindacato nazionale nel 2017? Qui dovremmo aprire un vero cahier de doleances, elencare errori strategici e ritardi nell’azione, non solo nella reazione. La lista della spesa non sarebbe breve, allo stato in cui siamo tutte le azioni da intraprendere hanno il carattere non di priorità, ma di vera e propria urgenza. Dal rinnovo della

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INTERVISTA

Convenzione, al riconoscimento del nuovo ruolo svolto oggi dalle farmacie, dalla nuova remunerazione che slitta di anno in anno come una slavina e il cui ritardo rischia di travolgerci e che deve tener conto che la farmacia non è più solo il luogo di distribuzione del farmaco, ma un vero centro di dispensazione della salute. Passando per la trasparenza dei costi del sindacato e la condivisione delle iniziative sindacali da intraprendere. Un gran lavoro ci aspetta, occorrono energia e entusiasmo, accortezza e lungimiranza, dobbiamo alzare lo sguardo non sul domani, ma sul dopodomani. Tu sei al banco tutti i giorni: quali sono i problemi principali che un titolare deve affrontare quotidianamente? Personalmente trovo insopportabile il carico di adempimenti burocratici che ci allontana dal contatto con il paziente. A me pesano enormemente le mille norme, non tutte comprensibili, con cui dobbiamo fare i conti. La farmacia media italiana è a conduzione familiare o poco più, con tre-quattro addetti. Però dobbiamo seguire corsi di aggiornamento sulla sicurezza nei posti di lavoro, con tanto di nomina di un rappresentante dei lavoratori, manco fossimo un’azienda siderurgica con altoforno in funzione H24. Le piccole realtà dovrebbero essere sollevate da inutili incombenze. Non voglio parlare dei continui interventi che limitano e svuotano di senso la nostra professione, ultimo quello che ci vieta di miscelare un po’ di rabarbaro con finocchio. Ci trattano alla stregua dei Borgia, attentatori alla salute pubblica, quando ne siamo il primo baluardo e solo la nostra competenza professionale può difendere il cittadino dall’uso improprio o abuso di prodotti che magari vengono poi venduti liberamente in altri

esercizi commerciali. Ecco, trovo tutto ciò davvero umiliante. L’aggregazione, le catene sono un’opportunità o una mannaia, secondo te, per la farmacia italiana? Non considero l’aggregazione un’opportunità, la definirei piuttosto una scelta obbligata. Il panorama del mondo è cambiato e altrettanto è successo a quello della farmacia. Ricordiamoci le parole di Darwin: non è la specie più forte a sopravvivere, ma quella che meglio sa adattarsi ai cambiamenti. L’uscita della fascia C è ancora un pericolo concreto, al contrario di quanto affermano i vertici di Federfarma? Certamente. La nascita in Italia di un animale ibrido e senza precedenti nel mondo come la parafarmacia con obbligo di farmacista è un omaggio alla italica fantasia. Ma è un’inutile offesa al buon senso. Fino a che resterà il farmacista fuori dalla farmacia ci sarà la minaccia di farlo seguire dal farmaco. Sei molto presente nei dibattiti televisivi: quale è la percezione che si ha del sistema farmacia nei salotti Tv? Direi una buona conoscenza superficiale e una scarsa delle reali dinamiche del mondo della dispensazione del farmaco in Italia. Girano molti luoghi comuni e pregiudizi, in Farma Magazine perseguiamo lo scopo di rivelare al lettore quante false verità gli vengono propinate, anche in buona fede, dalla stampa. Sarebbe auspicabile una maggiore presenza e capacità di intervento del farmacista nelle trasmissioni televisive. Bella l’iniziativa dello spot di Federfarma Roma, come è nata questa idea? Nasce dall’ottica di rivalutare e indicare 18 | febbraio 2017 |

al cittadino il reale valore del servizio svolto dalle farmacie, un’eccellenza che va oltre il semplice gesto di consegnare un prodotto, ma fonda il suo stesso senso nel rapporto umano e professionale tra il professionista e il paziente. Un rapporto che rappresenta l’essenza del nostro lavoro e che determinate forze cercano dolosamente di annebbiare, relegandoci al ruolo di semplici e manco sempre onesti, bottegai. Sei ottimista sul futuro della farmacia? Assolutamente. Abbiamo un patrimonio culturale e professionale millenario alle spalle, siamo inseriti nel vivo delle reti sociali e sanitarie del Paese, godiamo di una stima e credibilità da parte del cittadino che solo noi saremmo in grado di distruggere. Il nostro problema è quasi solo di ordine psichiatrico: abbiamo posto in noi i semi dell’autodistruzione, cerchiamo di non innaffiarli. Un’ultima domanda: se tuo figlio tredicenne decidesse di iscriversi a Farmacia, ne saresti contento? Non so, sinceramente. Dipende da cosa si aspetta dalla professione del futuro, che non sarà la stessa che vede quotidianamente esercitare dal padre, potrebbe essere per lui una sfida eccitante. Oggi quando leggo di software avanzati che gestiscono i turni di servizio del personale, mi rendo conto di quanto la mia visione della professione soffra di un tardo romanticismo, destinato a scomparire. Purtroppo, e questo è un errore frequente, non tutto il progresso è quello che viene dopo, e in genere se ne ha contezza quando è tardi per tornare indietro. Come vedi, nel finale sono di nuovo inciampato in un gozzaniano, quasi patetico, romanticismo da inguaribile sognatore.


INTERVISTA | Paolo Nucci Unione Tecnica Italiana Farmacisti

2017

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MARKETING

di PAOLO MARIANI, Università degli Studi Milano-Bicocca

Big Data

in farmacia

T

ermini come Internet, Blog, Chat, Forum sono ormai entrati nel nostro linguaggio comune così l’utilizzo di applicazioni quali Twitter, What’s up, Facebook, per citarne solo alcune, sono entrate nel vissuto quotidiano. E pensare che dagli anni Sessanta quando è nata Arpanet, il primo passo verso Internet, agli anni Ottanta dove inizia la presenza diffusa della rete, il processo di sviluppo di queste nuove tecnologie non avrebbe fatto pensare a una così veloce contaminazione come quella avvenuta. Con l’era del web 2.0, quella che ha di fatto trasformato la rete da sostanzialmente unidirezionale a partecipativa come in una piazza virtuale, è iniziata anche quella delle tracce digitali. Ogni nostra interazione lascia una impronta, in qualche parte del mondo, in qualche server di qualche azienda, in un certo contenitore/file. Per quanto si possa fare attenzione alla propria privacy buona parte delle nostre interazioni sono visibili a altri e utilizzabili da altri. Sono frasi, parole, immagini, fotografie, video, cifre, numeri, posizioni geografiche solo per elencare alcuni dei “dati” che rimangono impigliati nella rete. Poi ci sono le transazioni che effettuiamo consapevolmente con aziende, per esempio i prelievi bancomat, o con enti pubblici, come per esempio le prescrizioni mediche, alle quali sovente concediamo livelli di condivisione delle

È l’era delle tracce digitali e questa mole di informazioni non si interroga ma si ascolta

informazione ridotti ma che rese anonime rappresentano tracce fruibili. Ci sono anche le preferenze desunte dalle console dei videogiochi, gli acquisti on line, la fruizione dei canali televisivi a pagamento, e così via. Tutti questi dati compongono un insieme gigantesco e in continuo accrescimento, istante per istante, in ogni luogo del mondo, generato spesso inconsapevolmente da milioni di persone, con riferimento a tantissime tematiche.

Le sette V

Questo enorme giacimento informativo viene usualmente definito come Big Data. Non bisogna lasciarsi ingannare da una prima traduzione dei termini, non solo sono grandi dati o più semplicemente tanti dati, hanno caratteristiche ben precise. Per meglio connotare il tema è possibile fare riferimento alle sette V che evidenziano il diverso approccio al dato. Il volume dei dati rappresenta il primo concetto immediatamente tangibile, sono tantissimi, se si era abituati a ragionare in termini di megabyte ora la misura è quella degli zettabyte, per visualizzare la dimensione uno ZB equivale a 10 elevato alla 21, in altri termini 1.000.000.000.000.000.000.000 di byte, quest’ultimo è normalmente formato da 8 bit utilizzati per codificare un singolo carattere alfanumerico in un computer. La velocità di collezione del dato, i Big 20 | febbraio 2017 |

Data sono raccolti in tempo reale, mentre i dati ai quali siamo stati abituati non erano così “freschi”. La varietà è la caratteristica principe, di solito le applicazioni analitiche si conducono su dati strutturati, con variabili definite e posizionate all’interno di un tracciato di registrazione delle stesse, e generalmente provenienti da un’unica fonte, un unico “produttore” del dato. I Big Data sono dati strutturati e non strutturati, per esempio numero di prescrizioni e immagini radiografiche, da integrare poiché provenienti da più fonti, molto di frequente diverse tra loro. Il valore delle informazioni derivanti da questo approccio, contrariamente a quello dei dati che viene percepito come elevato, rimane in larga misura da di-


MARKETING

mostrare. La veridicità dei dati è accettata mentre quella dei Big Data appare contenuta: in una recente indagine riportata da Ibm un manager su tre non ha fiducia sulle informazione desunte da applicazioni di Big Data e non le userebbe per prendere decisioni. La visualizzazione delle informazioni rappresenta una delle chiavi per la condivisione e comprensione delle stesse e a oggi presenta un profilo elevato per i dati mentre si presta ancora a essere definita per i Big Data. Ultimo aspetto è quello legato alla durata della validità del dato, il dato così come oggi lo conosciamo ha, in relazione alle diverse destinazioni di indagine, una percezione elevata. Di contro quella sui Big Data appare non solo limitata ma si presenta con una defini-

ta e elevata obsolescenza temporale. Una sintesi delle caratteristiche riferite alle due definizioni è riportata nella tabella 1. Solo quanto appena esposto

porta i Big Data a rappresentare oggi la nuova frontiera dell’analisi dei dati e della trasformazione degli stessi in informazione. tabella

Dati vs Big Data Dati

Big Data

Volume

Megabyte MB – 10 ^6

Zettabyte ZB – 10^21

Velocità

Non in tempo reale Strutturati e raramente integrati da più fonti

Varietà

Tempo reale Strutturati e Non strutturati Da integrare poiché da più fonti

Valore

Elevato

Da dimostrare

Veridicità

Elevata

Contenuta

Visualizzazione

Elevata

Da definire

Elevata

Limitata e con elevata obsolescenza temporale

Validità

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MARKETING

Il settore della salute visto dalla farmacia ci pone di fronte a un set di dati complessi che per caratteristiche può essere definito Big Data

Dalle schede di dimissione ai post

Il settore della salute è tra quelli che nel tempo ha generato la maggior quantità di dati e seguita a generarne sempre di più. I motivi di questa proliferazione sono i più diversi, si passa da quelli puramente gestionali e amministrativi come la tenuta dei registri o le schede di dimissione dei pazienti ospedalieri per citarne solo alcune, a quelle legate alla salute intesa come benessere, siti e forum dedicati all’alimentazione piuttosto che all’essere in forma fisica. Oppure si possono considerare i post che le mamme pubblicano in internet su tematiche inerenti la cura dei neonati oppure le richieste di consigli medici che coinvolgono via via sempre più patologie. Ci sono anche i messaggi sui social media, gli aggiornamenti di stato su Facebook, le pagine web. Vanno considerati anche i dati provenienti dalle assicurazioni, i riferimenti demografici, sociali ed economici. I Big Data, una volta interpretati, potrebbero essere di notevole aiuto al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria, al supporto delle decisioni cliniche, alla sorveglianza delle malattie, alla gestione della salute pubblica, alla riduzione dei costi per l’intero sistema sanitario. Per esempio potrebbero essere fruiti a fini di prevenzione attraverso l’identificazione di

tipologie di pazienti sui quali fare comunicazione mirata; di aderenza alla terapia migliorando sia l’aspetto clinico sia quello economico; di monitoraggio sulla diffusione di patologie; di indirizzo su stili di vita e approcci terapeutici; di arruolamento per studi clinici; di analisi per coorti e l’elenco potrebbe andare avanti per molto ancora. Come ricordava The Economist si fa sempre più strada la medicina basata sulle evidenze, i modelli Real Word, dove non solo i medici ma anche i computer vengono coinvolti per la definizione di diagnosi e trattamenti. Deve essere comunque ricordato che esistono ancora difficoltà nella digitalizzazione dei dati sulla salute: sono di tipo amministrativo, tecnico e in particolare etico, senza dimenticare i vincoli legati al rispetto della normativa sulla privacy.

Il caso Google Flu Trends

Tra i casi più noti e controversi di utilizzo di dati provenienti dalla rete si ritrova quello di Google Flu Trends che consente, in tempo reale, di conoscere quante persone siano state colpite dal virus stagionale che ha portato loro l’influenza. L’ipotesi è che esista una stretta correlazione tra il numero di persone che cercano argomenti relativi all’influenza e il numero di persone che manifestano effettivamente sintomi influenzali. È immediato pensare che non tutti gli utenti che effettuano ricerche digitando la parola influenza siano realmente malati, ma l’unione di tutte le domande di ricerca relative all’influenza contribuisce alla definizione di un modello. Calcolando la frequenza di queste ricerche, viene stimato il livello di diffusione dell’influenza in vari Paesi e Regioni del 22 | febbraio 2017 |

mondo, ma non in Italia. Il progetto ha ricevuto diversi riconoscimenti nel corso degli anni ma è stato anche criticato, sembra infatti che i suoi dati abbiano sovra-stimato il numero di persone che si sono realmente ammalate in alcuni anni ma rimane comunque un’interessante iniziativa di sorveglianza.

In farmacia

La farmacia in tutto questo si presenta come insieme di fonti generatrici di dati. Partendo dai social, le farmacie che hanno un proprio profilo Facebook sono in continuo aumento, sono numerosi i blog di farmacisti e i siti internet che consentono interazioni. La movimentazione dei prodotti sia etici sia non etici rappresenta una delle principali fonti informative dell’intero comparto della salute, prescrizioni e tracciati dei gestionali per la vendita sono di fatto una preziosissima collezione dinamica di dati. I sistemi di prenotazione delle visite, i risultati della diagnostica effettuata, l’attività di prevenzione realizzata di concerto con il Servizio sanitario nazionale, la relazione con le strutture ospedaliere sono alcuni dei generatori di dati. Il settore della salute visto dalla farmacia ci pone di fronte a un set di dati complessi che per caratteristiche può essere definito Big Data. Ma questo assaggio di futuro vede alcune sfide: la prima è rappresentata dalla presa di coscienza della presenza di questo nuovo ambito informativo; la seconda dalle modalità di analisi, vista l’impossibilità di utilizzare strumenti tradizionali; la terza dall’interpretazione delle evidenze. Per la farmacia una grande opportunità di conoscenza, ricordando sempre che i Big Data non si interrogano ma si ascoltano.


OCCHIELLO | occhiello

23 | febbraio 2017 |


RETAIL

Il nuovo di FEDERICO MARZARI, MOODproject.it

punto vendita

N

ei precedenti articoli abbiamo analizzato il nuovo cliente, un consumatore sempre più smaliziato, tecnologico, infedele, desideroso di nuovi stimoli, curioso e ben disponibile verso le nuove opportunità che gli vengono offerte. Un cliente che, in un periodo definito dai sociologi come “l’era dei non-bisogni”, ricerca invece gli oggetti del desiderio, articoli che lo appaghino per innovazione, design, moda, fashion, glamour, ecc. ma anche per prezzo e rassicurazione. Abbiamo trattato gli aspetti dei nuovi scenari di un mercato in continua evoluzione e che inevitabilmente definisce nuove scommesse e propone nuovi ambiti di competizione. Si sono approfonditi elementi di multicanalità, ovvero il mettere in relazione cliente e marca attraverso diversi canali di comunicazione: quindi ricerca di nuove formule di dialogo con il cliente, che non avvengono più solamente all’interno del negozio fisico (off line), ma anche e sempre di più, anche grazie a nuovi strumenti digitali (on line). Una nuova capacità di parlare con linguaggi diversi, utilizzando tecnologie e metodologie differenti. Non scegliere quindi una cosa rispetto all’altra, ma invece aggiungere più canali, integrare e allargare a un sistema molto più ampio di relazioni. È ormai certo che il negozio fisico, tradizionale, stia vivendo un periodo di profonda crisi, di grande difficoltà nel

scegliere la direzione per un giusto riscatto. Il nuovo punto vendita deve saper comunicare in maniera innovativa, e per farlo, oggi, è inevitabile utilizzare tutti gli svariati mezzi a nostra disposizione, primo tra tutti i social media. Sappiamo, per nostra esperienza diretta, che una parte consistente del nostro tempo è dedicato all’aggiornamento del sito, alla creazione di contenuti, allo sviluppo di messaggi commerciali e promozionali. Conosciamo le difficoltà per la costruzione di una solida relazione di fidelizzazione con il cliente. È ormai data per scontata una conoscenza tecnica e degli strumenti informatici che ci permetta di sviluppare e implementare tutto questo. I negozi non hanno alternative, devono evolversi, devono diventare, proprio grazie all’innovazione tecnologica, luoghi dove non soltanto si ottengono risultati di vendita, ma si costruisce e si alimenta, seguendo le necessità e i bisogni del nuovo consumatore, una formula di fidelizzazione della clientela. Tutto questo ci permetterà di dialogare con questi nuovi consumatori, direttamente, comprendendo, profilando, segmentando le diverse esigenze, i gusti e i consumi.

Dal cliente nel negozio al negozio con il cliente

Oggi non possiamo competere in un mondo digitale se non siamo pronti a modificare alcuni nostri comportamenti. 24 | febbraio 2017 |

Dobbiamo accettare che in futuro sarà il consumatore a dettare le nuove regole del gioco e ancora che dovremo riformulare ed evolvere le nostre offerte in termini di on line e off line, in poche parole cambiare e farlo velocemente. Il ruolo del negozio fisico si trasforma, non più e non solo punto per la vendita diretta, ma anche e soprattutto luogo di riferimento, di scambio, di relazioni. Approfondire quindi le nuove linee guida del punto vendita è diventato ormai indiscutibile, e diventa fondamentale per definire i nuovi scenari e le prospettive future di questa incredibile macchina per vendere. Tutti noi, quando non dominiamo in maniera approfondita una nuova realtà di mercato, siamo più inclini a pensare alle problematiche che alle opportunità, dobbiamo invece sforzarci di comprendere che le innovazioni nel settore retail rappresentano concrete opportunità di sviluppo e incrementano i nostri obiettivi di business. L’innovazione tecnologica, assicurata da smartphone, tablet ecc., che in ogni momento stringiamo tra le mani, ci permette di essere connessi in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo. Internet, la rete, ha infatti legittimato la trasformazione dei concetti di spazio (distanza) e di tempo, garantendoci di essere, e quindi comprare, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Scegliere oggetti seduti nel divano a ca-


RETAIL

Il negozio tradizionale è ancora al centro del processo di acquisto, ben lontano dal divenire una formula di distribuzione destinata a scomparire sa propria, comprare con la semplicità di un click, e la successiva consegna a domicilio sono ormai una concreta realtà in diversi Paesi del mondo. Il negozio tradizionale, per fortuna, rimane il luogo in cui il consumatore conclude la maggior parte dei propri acquisti, infatti una sempre più cospicua parte di consumatori effettua una ricerca on line, per poi concludere l’acquisto in negozio. Il cliente è definitivamente cambiato e sempre più riesce a utilizzare la tecnologia per i propri consumi.

Una strategia vincente

Dati questi presupposti, sembrerebbe imminente il declino della formula negozio, e questo in parte corrisponde al vero, ma è altrettanto importante specificare che stiamo assistendo a una completa trasformazione del ruolo del punto vendita, con nuove declinazioni, prospettive e ambizioni. In maniera molto chiara, emerge il fatto che il negozio tradizionale è ancora

al centro del processo di acquisto, ben lontano dal divenire una formula di distribuzione destinata a scomparire. Sono diverse le ragioni per le quali il cliente sceglie ancora il punto vendita tradizionale: infatti, nonostante i progressi tecnologici, non esiste ancora un altro canale distributivo che possa sostituire il negozio e replicare l’esperienza di relazione tra persone, marca e prodotto. La possibilità di vedere, toccare e provare la merce è certamente tra le prime motivazioni di scelta, ma indubbiamente conta molto anche la gratificazione istantanea di possedere il prodotto dopo l’acquisto e la straordinaria esperienza di relazione, di contatto, che si sviluppa con il personale del negozio, che può indirizzare il cliente verso la miglior scelta del prodotto giusto. In quest’epoca fortemente digitale e tecnologica, appare sempre più evidente quindi, la richiesta del cliente di interagire con il personale del negozio, 25 | febbraio 2017 |

facendosi aiutare, chiedendo consigli e supporto tecnico. È in questo quadro che le risorse umane del punto vendita potranno fare la differenza. Una mirata formazione continua, fatta di professionalità, di talento, di passione e di comunicazione inter-personale, saranno elementi discriminanti per il futuro. Le persone della vendita, quotidianamente a diretto contatto con il consumatore, potranno divenire elemento fondamentale per costruire una strategia vincente, fatta di fiducia e fedeltà alla marca. Non esiste un’unica formula, un unico concept da applicare a tutti i punti vendita indistintamente, ogni impresa e nel proprio settore merceologico dovrà scegliere in base alle proprie caratteristiche, al consumatore target, al posizionamento marketing, alla strategia commerciale e al proprio indirizzo di base business. Ogni azienda, dovrà ragionare in maniera diversa, valorizzando le proprie caratteristiche, differenti per lo-


RETAIL

cation, per format, per dimensioni, per numero di punti vendita, per soluzioni e proposte tecnologiche da inserire nell’attività. Nonostante tutto sono però evidenti degli estremi, delle polarizzazioni del punto vendita che devono farci riflettere. Da una parte si profila il prezzo, l’alta convenienza, dove in un negozio quasi minimal, con limitate scelte di prodotto a disposizione, con poco personale, sarà l’efficacia, l’efficienza e la velocità di consegna per tempi e modi che garantirà grandi performance ( i nt e r e s s a nt e l a f o r mu l a Click&Collect: ordino da casa e ritiro in negozio, ma anche valuto in negozio, provo, ordino e consegna a casa) e per cui le parole chiave di questo imminente futuro dovranno essere: velocità, convenienza e flessibilità. Dall’altra, quasi un eccesso di teatralità, di store-concept esagerato, dove grazie ad arredi, illuminazione, tecnologie, interattività, multi-sensorialità, si garantirà una shopping experience all’eccesso, dove il cliente avrà il più alto grado di emozione e di soddisfazione nel processo d’acquisto. Il ruolo del negozio fisico è quindi in profondo cambiamento: da luogo deputato alle sole vendite, si trasforma in luogo di esperienze, un luogo dove ricercare informazioni, un luogo dove erogare servizi, un luogo dove creare relazioni con la marca. Le relazioni in store e on line dovranno essere unificate, accompagnando il cliente in maniera fluida tra spazi fisici e virtuali, creando una continuità che sia anche una forma vincente di fidelizzazione. Il settore retail sta vivendo grandi cambiamenti e la tecnologia sarà la protagonista di tutto questo. Il negozio digitale, prossima tappa

dell’evoluzione del commercio dovrà: intrattenere, informare e interagire. Tutte queste tecnologie le ritroveremo nelle vetrine, negli interni e in tutti gli aspetti di comunicazione digitale e social.

Nuovi strumenti tecnologici

I nuovi consumatori quando entrano in un negozio sono sempre più interessati a vivere un’esperienza arricchita di innovazioni tecnologiche e digitali. Le aree di maggior interesse sono la possibilità di controllare con il proprio smartphone la disponibilità di prodotto, le giacenze, i colori e le alternative, la facilità e la velocità di pagamento, garantita dalla presenza di casse self service o grazie ad app scaricabili su cellulare, che assicurano pagamenti protetti e la possibilità di ricevere offerte personalizzate e in tempo reale, già direttamente passeggiando nel negozio o di fronte alle vetrine. Altro esempio concreto di tecnologia, ormai considerata inderogabile, è il wi-fi nel punto vendita, sempre più auspicata per tutto il mondo retail e che rappresenta una realtà di ospitalità non più negoziabile. App su smartphone che forniscono un avatar digitale con una guida personalizzata tra gli scaffali e che suggeriscono confronti tra i prodotti presenti (tecnologie di indoor Gps), sono già realtà in gran parte della Grande distribuzione degli Stati Uniti. L’operazione dello showrooming (pratica secondo la quale entriamo in un negozio per vedere oggetti fisici, li proviamo, li scegliamo e poi li compriamo sul web) si evolve e smette di andare a vantaggio solo delle aziende che vendono sul web. Diverse formule di collaborazione commerciale sono già in 26 | febbraio 2017 |

test e, in un imminente futuro, garantiranno accordi tra negozi fisici e digitali, dove infatti i primi forniranno un coupon per comprare quello stesso prodotto sul web, direttamente in negozio o a casa propria. Questa nuova modalità commerciale di fatto riconoscerà il valore economico dello showrooming, attribuendo al negozio fisico parte dei ricavi fatti sul web. La nuova relazione negozio-cliente diventa continua e prosegue anche lontano dal luogo fisico e oltre gli orari di chiusura. Il punto vendita invierà coupon dedicati e costruiti secondo la profilazione del cliente, potrà fidelizzare, invitando a recarsi in negozio, suggerirà proposte e soluzioni personalizzate. Anche l’ambito delle vetrine otterrà grandi vantaggi: si potranno, infatti, attivare servizi di window shopping, per consentire l’acquisto via internet di fronte alle vetrine anche quando il negozio è chiuso (basta una foto a Qr Code sull’etichetta). Questa infinità di informazioni, fornite dal cliente, andrà a riempire enormi database, che permetteranno al commerciante di analizzare e profilare il proprio cliente per definire in maniera puntuale strategie e azioni mirate (Analytics su Big Data). Ulteriori dati ci saranno forniti da sensori, videocamere e altro che tracceranno i movimenti e le abitudini dei clienti, di fronte a vetrine e all’interno dei negozi. È questo il futuro: uno scenario che ci abituerà a vedere azioni che fino a ieri erano prerogativa dell’e-commerce, ma che oggi vanno applicate anche al punto vendita fisico, in una reale e concreta fusione tra i due mondi analogico e digitale, rendendo l’esperienza d’acquisto unica e distintiva.


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FARMACIE ASTRONAVE

di CLAUDIO BUONO

Tecnologia ed efficacia

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innovare per stare al passo con i tempi, pur nel rispetto della tradizione, ma anche per offrire una collocazione più adatta alle esigenze del personale e della clientela. Questo lo spirito che ha animato la decisione di Roberto Mutti di dare un nuovo volto alla storica farmacia Sacchi di cui è titolare. Un grande passo in avanti che ha permesso a questa realtà - fondata negli anni Trenta dal dottor Angelo Sacchi e situata in

corso Acqui 36, nel quartiere Cristo di Alessandria - di cambiare decisamente aspetto, grazie al recente intervento di ristrutturazione totale dello spazio (sia vendita, sia back office) e al conseguente ampio utilizzo della tecnologia. Questo ha consentito di migliorare l’efficienza della struttura sotto tanti punti di vista, a partire dalla gestione facilitata di prodotti e servizi, rendendo ancora più marcato il distacco dal precedente esercizio, dove tutto, dall’arredamento 28 | febbraio 2017 |

all’ambiente stesso, caratterizzato da volte a botte e mattoni a vista, parlava di tradizione. E di quest’aria di rinnovamento hanno indubbiamente beneficiato tanto i clienti quanto i dipendenti.

Layout e automazione

Tra le novità che hanno contribuito in modo decisivo a proiettare questa struttura nel futuro, emerge senz’altro l’automazione del magazzino, grazie a un robot che garantisce la corretta mo-


FARMACIE ASTRONAVE

La Farmacia Sacchi di Alessandria: una realtà cresciuta nel tempo

vimentazione dei prodotti e che, sottolinea con palese soddisfazione di Mutti, «ha consentito, in soli due giorni, di classificare e ordinare, oltre 20.000 prodotti». Il sistema permette agli operatori di far giungere alle loro postazioni il farmaco desiderato, tramite un nastro trasportatore della lunghezza di circa una quindicina di metri, premendo semplicemente un pulsante. Una novità particolarmente apprezzata, se non addirittura indispensabile, alla luce della recente ristrutturazione dell’esercizio a cura di Mobil M Italia, leader nella progettazione di farmacie innovative e al passo con i tempi. A tale proposito, Roberto Mutti tiene a sottolineare come la sua scelta sia caduta su Mobil M proprio per l’organizzazione strategica dell’azienda che, oltre a occuparsi in senso stretto dell’arredamento modulare del nuovo esercizio, ha coordinato i vari interventi, sia sul piano architettonico sia, in un secondo momento, su quello della comunicazione del punto vendita e del visual merchandising. Nella farmacia Sacchi il bancone è stato sostituito da postazioni più agili, distribuite su un’ampia superficie di circa 200 mq, di cui 120 dedicati alla libera vendita. Dietro a ciascuna un farmacista esperto e preparato è pronto ad accogliere le richieste degli utenti e a consigliare il prodotto più adatto alle

specifiche esigenze. Facile intuire quindi, in tale contesto, l’utilità di poter richiamare tutto da un impianto robotizzato e ottenere una consegna al banco, senza alcuno spostamento dell’addetto, che così è libero di dedicarsi al pubblico senza inutili perdite di tempo alla ricerca del prodotto richiesto. Oggi, infatti, sono più pressanti le richieste di consigli rivolte al farmacista da parte di una clientela già di per sé informata, grazie soprattutto al web, ma non per questo meno disposta ad essere aggiornata circa le peculiarità e le modalità di utilizzo di un determinato prodotto. «Proprio per permettere a chi entra in farmacia di sentirsi maggiormente a proprio agio, e con l’intento di evitare il più possibile il formarsi di code più o meno lunghe e sempre mal sopportate dagli utenti in attesa di essere serviti, nella nuova organizzazione degli spazi ho voluto una netta separazione tra l’area commerciale e di libera vendita e quella dedicata alla distribuzione di farmaci etici e ai servizi professionali alla clientela», dice Mutti, che non manca di sottolineare come il ricorso all’hi-tech abbia indubbiamente consentito di migliorare l’efficienza della struttura sotto tutti i punti di vista. Ecco allora che, assecondando la nuova filosofia della farmacia, appena varcato l’ingresso dell’esercizio salta subito all’occhio l’originale disposizione degli 29 | febbraio 2017 |

spazi, che appaiono separati l’uno dall’altro, il che trasmette la sensazione di una migliore gestione delle aree e di maggior rispetto della privacy. Due “isole”, proprio in prossimità dell’entrata, ciascuna con un compito ben preciso, creano fin da subito un’atmosfera di accoglienza a chi varca la porta dell’esercizio. La prima è dedicata alle richieste di una clientela che va di fretta e che quindi è meno disposta a mettersi in fila per acquistare un semplice farmaco da banco o per ritirare un prodotto già prenotato. L’altra, invece, è specificamente orientata alla dermocosmesi e all’integrazione alimentare. Qui, supportato dalla presenza di una farmacista specializzata in tecniche cosmetiche, l’utente viene guidato nella scelta dei migliori articoli relativi a queste due categorie di prodotti e, volendo, può anche sottoporsi a un check up cutaneo. Addentrandoci nel locale troviamo poi altre postazioni, corrispondenti ad altrettanti reparti della farmacia, come quello dedicato ai farmaci veterinari, ai prodotti omeopatici, per l’infanzia, ortopedici, per l’igiene in generale, fino al reparto dedicato alle preparazioni officinali e magistrali (la farmacia, dotata di due laboratori, si è


FARMACIE ASTRONAVE

L’importanza di un progetto di comunicazione a 360 gradi, che guidi il cliente verso l’area di suo interesse affermata come piccola eccellenza locale nella produzione di prodotti galenici in forma personalizzata per ogni specifico paziente). All’interno della farmacia è possibile effettuare anche diverse analisi in modo rapido e senza lunghe attese: esami generici quali glicemia, colesterolo, holter pressorio, test di gravidanza, o controlli più specifici come test per le intolleranze alimentari, elettrocardiogramma, Moc (Mineralometria ossea computerizzata). E per gli acquisti “a distanza” è sempre possibile affidarsi a un fornitissimo store on line. Il progetto di comunicazione ha coperto tutti gli aspetti di informazione verso i clienti, sia all’interno della farmacia sia all’esterno e attraverso i media digitali. Informazioni chiare e ben visibili indirizzano la clientela verso l’area di suo interesse. «Del nuovo aspetto tecnologico ha indubbiamente beneficiato anche la gestione delle scadenze dei farmaci», evidenzia il titolare. «Al momento di affidare i prodotti al robot, che poi provvederà in automatico all’immagazzinamento, verifichiamo la loro giacenza e se risulta inferiore all’anno,

impostiamo la data di scadenza, cosicché il sistema possa provvedere a espellerlo al momento stabilito, per consentirne lo smaltimento. Un sistema che ci permette di ottimizzare la gestione del magazzino e di evitare sprechi».

Più sicurezza

L’inserimento di casse automatiche ha permesso anche al titolare di affrontare efficacemente una nota dolente come le rapine in farmacia. Le due postazioni vicine all’ingresso, le più esposte all’eventuale aggressione di un malintenzionato, non dispongono di casse con soldi contanti, sostituite da un sistema di cash management a circuito chiuso che offre indubbi vantaggi, a partire dalla sicurezza ed efficienza nella gestione del contante. Il denaro, infatti, è sempre al sicuro come in una sofisticata cassaforte e sotto controllo in tutte le fasi della sua movimentazione: viene così automatizzata la gestione della contabilità giornaliera, il che consente un azzeramento delle differenze di cassa e degli ammanchi. Dopo che l’operatore ha provveduto a scannerizzare gli articoli acquistati, il 30 | febbraio 2017 |

cliente immette il denaro (monete o banconote) negli appositi slot. L’erogazione automatica del resto elimina ogni possibile margine di errore, cosa che può sempre accadere quando l’operazione viene effettuata manualmente. Nel corso della giornata, le banconote in eccesso vengono trasferite automaticamente alla cassetta di deposito sigillata che si trova all’interno del terminale e che verrà svuotata solo previa autorizzazione e conseguente sblocco del sistema a fine giornata. Infine, il sistema procede a una verifica istantanea del contante immesso, permettendo di individuare immediatamente eventuale denaro falso. Questa, in sostanza, la nuova farmacia Sacchi, una realtà che è cresciuta nel tempo, trasformandosi in un vero e proprio centro servizi che oggi - anche grazie alla rinnovata strategia di marca, in grado di far coesistere nuove tecnologie e tradizione - punta a ridisegnare il ruolo del farmacista in funzione del nuovo contesto economico e sociale, pur restando fondamentale il rapp orto umano con il cliente-paziente.


COMUNICAZIONE ATTUALITÀ

di CLAUDIO BUONO

Un consumo responsabile

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Il primo Self Care Forum di Assosalute a Milano

ffermare l’imp ortanza dell’automedicazione e del ricorso ai farmaci senza obbligo di prescrizione come pratica appropriata per il trattamento dei più comuni disturbi di salute. È quanto sottolinea la proposta di Consensus Document, presentata nel corso dell’evento “Farmaci di automedicazione: consapevolezza e responsabilità per la salute del sistema”, all’interno del primo Self Care Forum organizzato da Federchimica Assosalute a Milano e a cui hanno partecipato aziende, esponenti delle istituzioni, dei medici e dei farmacisti.

I contenuti

Nel documento si ribadisce che informazione, comunicazione, responsabilità e collaborazione sono le parole chiave di un percorso che dovrà coinvolgere tutti gli operatori del sistema salute in un quadro sempre più complesso e di crescente attenzione e richiesta di autonomia e responsabilità da parte dei cittadini, anche per quanto riguarda le scelte sulla propria salute, e di complessiva attenzione ai profili di appropriatezza e sostenibilità del nostro servizio sanitario. Come sottolinea Agnès Regnault, presidente di Assosalute, «il forum, che diventerà un appuntamento annuale, ha l’obiettivo di rafforzare il dialogo con tutti gli stakeholder. Ci auguriamo, quindi, di poter costruire una

collaborazione di valore con tutti gli attori coinvolti, che conduca a una posizione congiunta a favore della corretta automedicazione». Essa va posta al centro dell’attenzione delle autorità sanitarie e degli organi di Governo in modo che, attraverso progettualità concrete, possa divenire una scelta consapevole e informata da parte dei cittadini, oltre a rappresentare un passo importante verso la valorizzazione economica e sociale del settore, a sostegno della salute individuale e del Ssn. Uno degli obiettivi principali del Forum è stato proprio quello di portare a conoscenza delle istituzioni la necessità di adottare politiche sanitarie che consentano un corretto sviluppo di 31 | febbraio 2017 |

questo comparto, che molto potrebbe dare anche in termini di appropriatezza e sostenibilità del sistema, in un quadro sempre più complesso e impegnativo di gestione delle risorse a disposizione. In questo scenario, infatti, uno sviluppo responsabile e appropriato dell’automedicazione può avere vantaggi anche per la razionalizzazione del mercato farmaceutico e il contenimento della spesa pubblica.

Alcuni dati

Secondo i dati emersi da uno studio sugli effetti economici del cambiamento dello status regolatorio dei farmaci senza obbligo di prescrizione (il cosiddetto switch), condotto nel corso del 2016 dal


ATTUALITÀ

Cergas Bocconi e presentato da Claudio Jommi (professore associato presso l’Università degli Studi del Piemonte orientale), esiste uno spazio per ampliare il numero dei medicinali liberamente accessibili da parte del cittadino e in merito a ciò, un allargamento dell’offerta terapeutica disponibile in automedicazione, maggiormente allineata a quanto avviene in Europa (dove tutta una serie di farmaci, dagli antiulcera agli antiasmatici, non sono soggetti a ricetta), porterebbe a un potenziale alleggerimento dei conti del Ssn. Lo studio ha preso in considerazione diciassette Paesi europei: in base ai dati dell’Aesgp (Association of the european self-medication industry) la spesa più alta per i farmaci da banco si è avuta in Svizzera con 109 euro, mentre la più bassa in Grecia con 21 euro. Nel nostro Paese, nonostante la tendenza all’automedicazione sia in aumento, è evidente un gap in termini di ricorso all’automedicazione: nel 2016 si è registrato, infatti, un esborso pro capite per i prodotti senza obbligo di prescrizione medica, ben al di sotto degli standard europei: 31 euro, rispetto a una media continentale di 50 euro circa. Come sottolinea Jommi, «con lo switch, il

mercato italiano degli Otc crescerebbe del 58 per cento a volumi e del 90 per cento a valori. La spesa per i pazienti salirebbe a 900 milioni (alleggerita però dal fatto che già si versa una quota di ticket) ma il risparmio per il Ssn sarebbe di circa 844 milioni di euro l’anno, a cui vanno aggiunti quelli sui costi delle visite evitate dai medici (che potrebbero dedicare il loro tempo a favore di patologie di maggiore impatto e alla cura di pazienti complessi) e sul valore economico del tempo risparmiato dai cittadini che non si dovranno più recare in ambulatorio. Affermare una cultura dell’automedicazione sembra essere, quindi, la strada giusta da seguire: vorrebbe dire, infatti, innescare un meccanismo virtuoso in grado di liberare risorse (si parla di 1,7 miliardi) a vantaggio della spesa per i farmaci innovativi destinati ad altre patologie, ottimizzando nel contempo la spesa farmaceutica rimborsata dalle casse del nostro sistema sanitario. Particolare attenzione meritano i risultati di un’indagine che ha fotografato le abitudini di salute e autocura di un campione di popolazione compresa tra 18 e 28 anni. I dati rilevati mostrano che la tendenza all’automedicazione risulta ben pre32 | febbraio 2017 |

sente tra i giovani: il 60 per cento afferma di risolvere i comuni disturbi o sintomi lievi in autonomia, ricorrendo ai farmaci senza obbligo di ricetta, e riconoscendo nel medico e nel farmacista dei professionisti cui chiedere consiglio in caso di bisogno. Circa la metà si reca in farmacia almeno una volta al mese, per acquistare in prevalenza antidolorifici (73 per cento) e antinfluenzali (59). È stata, inoltre, rilevata una elevata tendenza a informarsi su argomenti relativi alla salute (64 per cento del campione). Parlando di automedicazione, Mario Melazzini, direttore generale dell’Aifa, mette in evidenza che, trattandosi di molecole che possono provocare eventi avversi se assunte in dosi o momenti sbagliati, non bisogna mai ricorrere all’autodiagnosi, ma piuttosto instaurare un colloquio costante col proprio medico o farmacista di fiducia: «Come Agenzia del farmaco abbiamo fatto molto, utilizzando per i foglietti illustrativi un linguaggio più semplice, così da renderli chiari e comprensibili a tutti. Un linguaggio che però, quando si tratta di farmaci pensati per un utilizzo autonomo, deve essere necessariamente ancora più diretto».


COMUNICAZIONE PROFESSIONE

di ATTILIA BURKE

Cannabis di Stato

il punto della situazione Approvvigionamento e allestimento nelle farmacie territoriali

A

partire da fine dicembre sono in commercio i primi lotti di Cannabis di Stato. Attualmente possono approvvigionarsi del prodotto “made in Italy” tutte le farmacie territoriali e ospedaliere che inoltrano la richiesta all’Istituto farmaceutico militare di Firenze: chi prima arriva meglio alloggia, secondo il ben noto broccardo, perché per ora i chilogrammi di Cannabis nazionali disponibili sono solo 20, anche se a Firenze si sta lavorando a pieno ritmo e già per il 2017 «verrà garantita una produzione di almeno 100 kg di infiorescenze - spiega il colonnello dell’Istituto Antonio Medica a Punto Effe - e siccome sappiamo che il fabbisogno nell’ultimo anno è cresciuto ci stiamo organizzando e siamo già pronti ad aumentare la produzione, se necessario».

L’ordine

Le modalità di approvvigionamento del prodotto sono riportate per esteso in maniera chiara sul sito internet dell’Istituto farmaceutico militare, oltre che sul sito del Ministero della salute. In particolare è necessario inviare direttamente all’Istituto: un Buono acquisto stupefacenti di cui al Decreto ministeriale 18 dicembre 2006, sul quale bisogna indicare: “Cannabis Fm2 (Cannabis infiorescenze macinato) flacone da 5 g» e l’Ordine di Acquisto del farmaco da parte dell’ente richiedente. Tale ordine deve obbligatoriamente contenere l’indirizzo di posta elettronica della struttura richiedente, alla quale sarà inviata la fattura ed eventuali comunicazioni; in mancanza di tale dato gli ordini non verranno evasi. Inoltre, la quantità del farmaco richiesto con l’Ordine d’acquisto deve corri33 | febbraio 2017 |

spondere esattamente al Buono acquisto, la documentazione inviata deve essere chiara e leggibile e sull’Ordine d’acquisto devono essere riportati i dati necessari alla fatturazione elettronica (Cod. Cig e Cod. univoco), come previsto dalla normativa vigente. Il prodotto attualmente disponibile ha scadenza maggio 2017.

Il prezzo

Il prezzo della Cannabis di Stato è di 6,88 al grammo, Iva esclusa (10 per cento) più 2 euro di spese di spedizione, meno di un terzo del prezzo che i farmacisti che si approvvigionavano dall’Olanda (circa 20 al grammo con Iva) erano soliti pagare fino allo scorso aprile, quando la distribuzione intermedia ha deciso di rendere il prodotto più concorrenziale ribassando il prezzo fino ad arrivare a 8,8 euro al grammo


PROFESSIONE

più Iva. La Cannabis di Stato attualmente è venduta come macinato in flaconi da 5 g al prezzo complessivo di 34,40 euro al netto da Iva e spese di spedizione.

I vantaggi

A fare la differenza per chi allestisce il prodotto «è sicuramente il certificato di analisi che accompagna la Cannabis di Stato che sembra essere più chiaro e comprensibile rispetto a quello dei prodotti di importazione», spiega a Punto Effe il segretario Sifap Marco Fortini. Infatti quando ci si riferisce a una pianta, la necessità di standardizzare si scontra con le evidenti difficoltà che si presentano a chiunque affronti estrazioni di tipo fitoterapico; il certificato di analisi “nostrano” sembrerebbe risolvere, dunque, alcuni aspetti critici derivanti dalla scarsa chiarezza del certificato di analisi della Cannabis di importazione e questo è basilare per favorire la riuscita della standardizzazione degli allestimenti alla quale sta lavorando la Sifap». Inoltre, si parla di infiorescenze femminili essiccate e macinate, dunque di una polvere che «qualora la granulometria lo permettesse, potrebbe facilitare l’allestimento di capsule preriempite al posto delle cartine», spiega Fortini, «per chi deve preparare un quantitativo rilevante di prodotto, specialmente farm a c i e o s p e d a l i e r e , m a a n ch e territoriali; si tratta sicuramente di una svolta che permette di risparmiare un notevole quantitativo di tempo all’operatore».

Le varietà di Cannabis

Le varietà di Cannabis da importare a disposizione sono Bedrocan, Bedro-

binol, Bediol, Bedica e Bedrolite. Ognuno di queste ha una concentrazione differente di Thc e Cbd. C’è poi il Betropur che è però disponibile solo in Canada o per scopo di ricerca. In Italia, invece, al momento l’Istituto farmaceutico militare ha messo a punto un solo tipo di Cannabis simile al Bediol olandese. Tuttavia, «stiamo mettendo a punto un’altra varietà di Cannabis che contiene solo Thc in elevata concentrazione, speriamo di averla a disposizione già per il 2017», spiega Antonio Medica. Sappiamo che per alcune patologie i medici preferiscono utilizzare la Cannabis a elevate concentrazione di Thc, mentre quella che contiene i due principi attivi che stiamo già producendo sembra sia più facilmente impiegabile per le restanti patologie perché il Cbd, che non ha azione stupefacente psicotropa, ha però azione compensativa su quelli che sono gli effetti collaterali che il Thc tende a dare se assunto a solo. Ci sono poi altri medici che vorrebbero un prodotto che contiene solo Cbd perché sembrerebbe essere efficace per trattare l’epilessia pediatrica».

Una necessità terapeutica

È fondamentale chiarire che le preparazioni a base di Cannabis «rivestano un carattere di necessità terapeutica e quindi hanno un valore aggiunto e per questo necessitano di ordine, condivisione e standardizzazione di comportamenti e metodiche per il bene del paziente», spiega Fortini. La situazione a tutt’oggi è chiara nelle intenzioni, ma deve essere tradotta in uniformità e standardizzazione di comportamenti, ed è proprio in questa direzione che si sta muovendo Sifap». 34 | febbraio 2017 |

Forme farmaceutiche

Il farmacista può allestire cartine o capsule apribili per decozione o inalazione, poi ci sono gli estratti. «Si tratta principalmente di cartine, qualcuno ha proposto delle capsule apribili», spiega Fortini. «Nel decreto ministeriale del 2015 si parla poi di estratti che sono per la maggioranza oleosi, ci sono poi quelli con altri solventi, soprattutto idroalcolici, ma sono descritti anche estratti con polialcoli. Il metodo di preparazione di questi estratti può determinare una notevole variazione della concentrazione di principio attivo nel prodotto finale e per questo motivo è obbligatoria la titolazione del preparato ottenuto».

Gli obiettivi Sifap

Sifap «mira a tutelare i pazienti prendendosi carico della parte scientifica di preparazione dei prodotti, uniformando e standardizzando dei comportamenti», spiega Fortini. «L’obiettivo numero uno è quello di pubblicare una monografia della pianta in Farmacopea, il secondo è quello di preparare una monografia della metodica di allestimento. Quello che sinora è stato fatto è una procedura già accreditata e già pubblicata nel formulario Sifap per l’estrazione oleosa di Bedrocan con preriscaldamento in stufa. La seconda procedura in corso di validazione è l’estrazione oleosa di Bediol senza preriscaldamento in stufa. Standardizzando le metodiche riferite soprattutto all’estrazione oleosa, Sifap mira a permettere l’utilizzo del prodotto senza dover ricorrere alla titolazione. La prima metodica è già stata pubblicata sul formulario galenico Sifap». Per promuovere maggiore awareness sul tema Sifap partecipa e organizza corsi sia nelle sedi universitarie che nelle sedi degli Ordini e delle Federazioni.


CONVEGNI

di CLAUDIO BUONO

Se la coperta è corta

I

l sistema sanitario universalistico caratteristico del nostro Paese, così come l’abbiamo conosciuto, a breve non sarà più sostenibile. La coperta è corta: risorse limitate e vincoli di bilancio sempre più stringenti da un lato, terapie innovative ad alto costo, aumento dell’aspettativa di vita e trasformazione di malattie un tempo gravi in patologie croniche dall’altro. Forze contrastanti che ne minano le fondamenta. Il problema è già all’ordine del giorno per gli ospedali italiani, che si trovano a operare scelte difficili circa la presa in carico dei pazienti. Che fare, allora? Per discuterne l’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) di

La sostenibilità del Ssn al centro di un incontro organizzato dalla Asst di Monza Monza ha organizzato, presso l’Ospedale San Gerardo, il convegno “La sostenibilità del Servizio sanitario nazionale alla luce del quadro economico attuale”. Al centro del dibattito la necessità di operare scelte di fondo riguardo ai servizi sui quali investire.

Le risorse

Come dichiara Walter Gualtiero Ricciardi, presidente dell’Istituto supe-

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riore di sanità, «il presente ci impone scelte più radicali che comportano una riallocazione delle risorse da un ambito che già produce valore a un altro che ne produca ancora di più. Il che implica inevitabilmente una rinuncia, seppure in vista di un vantaggio maggiore. Se, dunque, da una parte è necessario spostare risorse dalla cura alla prevenzione, perché in Europa investiamo in quest’ambito solo il 3 per cento dei budget della sanità, dall’altra occorre evitare di allocare troppe risorse sulla cronicità e sulla non autosufficienza, aree nelle quali registriamo bisogni enormi, ma che sono di natura eminentemente socio-assistenziale e non sanitaria in senso stretto, per cui vanno affrontati con altri strumenti e attraverso differenti strategie». Razionalizzazione come sinonimo di sostenibilità, dunque, «ma a un taglio della spesa non deve però corrispondere una riduzione dei servizi, come si è verificato in alcune Regioni sottoposte a piano di rientro», rimarca Eugenio Pessina, docente di Public management alla Cattolica di Milano. «A


CONVEGNI

fronte di una sanità che nel prossimo futuro non potrà certo contare su un incremento delle risorse, la strada da percorrere è quella che vede anche la valorizzazione delle risorse umane come contributo fondamentale alla produttività della spesa». Tema, quello della valorizzazione delle risorse umane, che sta particolarmente a cuore di Cristina Messa, rettore dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, per la quale occorre investire in un’articolata integrazione di conoscenze e competenze da far acquisire da subito ai giovani professionisti della sanità, sia nelle aule universitarie sia nei policlinici e negli ospedali integrati alle realtà accademiche, al fine di poter creare un sistema ancora più sostenibile e competitivo. «È necessario, pertanto, rafforzare l’interazione e la collaborazione fra le diverse strutture sanitarie nell’intento di disporre una rete di intervento e operatività tra tutti gli attori coinvolti, dai medici di famiglia ai grandi ospedali fino alle cliniche ultra specializzate», puntualizza Messa. «Solo così sarà possibile ampliare e innovare la gamma dei servizi, innalzare la qualità delle prestazioni e intervenire con la corretta incisività sui costi di gestione». Sul tema di come difendere l’universalità del nostro sistema sanitario Matteo Stocco, direttore generale della Asst monzese, sollecita il passaggio dal “curare” al “prendersi cura”, obiettivo prioritario della Legge 23/2015 che ha approvato la recente riforma del servizio socio-sanitario della Regione Lombardia. «Una legge», evidenzia il vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, «che ci ha consentito di rendere ancora più innovativo un modello già eccellente

anche in tema di gestione delle risorse economiche. Basti ricordare che se tutta l’Italia Il 35 per cento applicasse in sanità i costi degli ospedali italiani sostenuti a livello lombarnon rispetta i criteri do, si risparmierebbero 23 della clinical miliardi di euro l’anno, competence, ma spesso una cifra equivalente a si preferisce lasciare una manovra finanziaria». «È un dato di fatto, operative anche invece, che più del 35 per le strutture cento degli ospedali italiani meno efficienti non rispetta la clinical competence e che non di rado, con scarso senso di responsabilità, si preferisce lasciare operative anche quelle strutture, magari piccole, che convivere con una serie di problemi di in termini di efficienza sono sotto gli salute che non possono essere complestandard clinici di base», ribadisce tamente risolti; tra questi la cronicità, Francesco Longo, docente di Econo- ma anche la non autosufficienza tipica mia delle aziende sanitarie all’Univer- dell’età avanzata». sità Bocconi. Si propone quindi una strategia in cinque mosse, meglio cinque W Un piano in cinque W Why, Where, Who, What, When - su Diffuso a margine del convegno, il come affrontare queste due problemadocumento “5 W per la sostenibilità tiche, che insieme incidono per il 70 del Servizio sanitario nazionale” par- per cento sulla spesa sanitaria. Si te dall’assunto di come sia necessario tratta, in pratica, di investire nella modificare il nostro approccio sanita- prevenzione e negli interventi precoci rio alla malattia, trasformando al di diagnosi e di cura; di far crescere contempo quello culturale alla salu- cittadini responsabili e in grado di te. Due autentiche rivoluzioni rese gestire la propria salute in tutte le faimprocrastinabili dalla transizione si della vita; di riorganizzare il moepidemiologica, cioè dall’aumento dello di richiesta e di erogazione delle delle patologie croniche dovuto all’in- prestazioni; di sviluppare nuovi movecchiamento della popolazione: delli di gestione integrata e decentra«Occorre riscoprire il significato del- ta delle cronicità; di sviluppare e la longevità» recita il documento, implementare a livello nazionale «evitando la tentazione di voler vive- un’efficace infrastruttura di informare a tutti i costi come ventenni, giac- tion technology, che faciliti l’accesso ché l’età media, in Italia, si avvicina del cittadino alla sanità e consenta al ai settant’anni. È altresì necessario sistema di avvalersi in concreto della cominciare a immaginare la sanità promessa dei big data, per anticipare non come un servizio che guarisce, e per comprendere più a fondo i nuoma come un supporto che ci aiuta a vi bisogni sanitari. 36 | febbraio 2017 |


FARMACOLOGIA

di CARLA CARNOVALE, Servizio di Farmacovigilanza, Uo Farmacologia Clinica, Ospedale Sacco-Polo universitario, Asst Fatebenefratelli-Sacco, Milano

Una discussione aperta

Contraccettivi orali e insorgenza di disturbi psichiatrici: correlazione causale o causalità? Lo stato dell’arte

D

opo la sua prima introduzione negli Stati Uniti nel 1960, la pillola anticoncezionale ha avuto un enorme impatto sociale, divenendo in poco tempo il metodo contraccettivo più largamente utilizzato dalle donne in età fertile, grazie soprattutto al facile utilizzo e all’elevatissima percentuale di efficacia (99 per cento). Nonostante il suo impiego sia fortemente condizionato dalle tradizioni culturali e dalla nazione di appartenenza, sono oggi più di cento milioni le donne che nel mondo ricorrono ai contraccettivi orali. Recenti stime in merito indicano una prevalenza d’uso del 18 per cento nei Paesi sviluppati che, sfiora invece il 7 per cento in quelli in via di sviluppo. Il primato spetta ai Paesi Bassi, dove le percentuali di utilizzo raggiungono il 60 per cento, mentre il 27 per cento delle donne utilizza correntemente la pillola nel Regno Unito; in Italia le donne tra i 15 e i 44 anni che ricorrono ai con37 | febbraio 2017 |


FARMACOLOGIA

Benché siano farmaci sicuri ed efficaci, un numero sempre crescente di donne e adolescenti interrompe prematuramente l’assunzione del contraccettivo

traccettivi orali rappresentano il 16,2 per cento, relegando il nostro Paese al quattordicesimo posto della classifica europea. I contraccettivi orali rappresentano dunque un’importante evoluzione di circa cinquant’anni di studi, la loro sicurezza d’uso è garantita oltre che dal consolidato utilizzo nella pratica clinica quotidiana, anche da innumerevoli lavori scientifici che hanno valutato approfonditamente sia i rischi sia gli effetti benefici nel lunghissimo termine.

Alterazioni dell’umore

Nonostante la comodità e il buon profilo di sicurezza e di efficacia, un numero sempre crescente di donne e adolescenti interrompe prematuramente l’assunzione del contraccettivo. Tra le motivazioni responsabili di una mancata compliance, l’insorgenza di eventi avversi correlati all’utilizzo della pillola rappresenta la causa più influente. Parallelamente alla comparsa di fastidiosi inestetismi fisici, quali aumento di peso, gonfiore e acne, recentemente l’attenzione è rivolta alla possibile insorgenza di importanti alterazioni dell’umore e al loro impatto in termini sanitari e sociodemografici. Storicamente l’uso di contraccettivi ormonali è stato associato alla comparsa di disturbi dell’umore e a un’aumentata incidenza di depressione (dal 20 al 50 per cento) in diverse sottopopolazioni di donne (i primi lavori scientifici che ne documentano la possibile associazione

risalgono al 1980). In una interessante revisione sistematica della letteratura che copre un periodo di osservazione di circa trent’anni anni, si denota come le percentuali di donne che volontariamente sospendono la terapia a causa dell’insorgenza di alterazioni dell’umore siano significativamente più elevate negli anni passati (circa il 33 per cento), rispetto a oggi. È opportuno infatti considerare che un tempo i dosaggi ormonali erano notevolmente superiori a quelli a oggi correntemente utilizzati per la contraccezione; di conseguenza, gli effetti avversi somatici causati dalle vecchie formulazioni potrebbero aver giocato un ruolo determinante nell’alterazione dell’umore clinicamente rilevante manifestato dalle donne arruolate in questi studi meno recenti. Da allora molte le migliorie apportate, in termini di safety; sono state difatti introdotte decine di formulazioni contenenti dosaggi inferiori che vantano comunque una elevatissima efficacia terapeutica associata a una minore insorgenza di effetti indesiderati. Nonostante ciò, di recente sono emerse interessanti ricerche in merito che risollevano il problema, approfondendo la possibile relazione causale tra l’utilizzo della pillola anticoncezionale e la comparsa di depressione maggiore. Sono infatti sempre più numerosi gli studi forniti dalla letteratura scientifica internazionale che documentano l’elevata incidenza di sintomi quali ansia, irritabilità, aumentata suscettibilità allo stress e alterazioni repentine dell’umore. Ancor più allarmanti le segnalazioni di depressione e disturbi psichiatrici responsabili di un aumentato rischio di suicidio insorti in donne sottoposte al trattamento con contraccettivi orali. 38 | febbraio 2017 |

Le ultime evidenze

È recentissimo (settembre 2016) l’ultimo studio scientifico che ha valutato il possibile aumentato rischio di insorgenza di depressione in donne sottoposte al trattamento con contraccettivi ormonali. Lo studio, condotto dal gruppo di ricercatori dell’Università di Copenaghen, ha approfondito il possibile nesso causale andando a rilevare il concomitante utilizzo di farmaci antidepressivi, soprattutto tra le adolescenti. È importante considerare che la prevalenza della depressione lungo la durata della vita è il doppio nelle donne rispetto agli uomini e i sintomi caratteristici si evidenzierebbero solo nella pubertà; ragion per cui, gli ormoni sessuali femminili rappresenterebbero un importante fattore di rischio. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi alle prescrizioni e diagnosi mediche, estrapolati da due registri nazionali (il National prescription registry e lo Psychiatric central research register), relativi a più di un milione di donne e adolescenti di età compresa tra i 15 e i 34 anni, per un intervallo temporale di tredici anni (2000-2013). Sono state escluse dallo studio tutte le donne con diagnosi di depressione effettuata prima dell’anno 2000, e tutte quelle che erano affette da disturbi psichiatrici importanti o che avevano fatto uso di antidepressivi. Tra i criteri di esclusione anche la presenza di trombosi venosa, cancro e assunzione di trattamenti per l’infertilità a causa dell’incompatibilità di queste condizioni con l’assunzione di contraccettivi ormonali. Il campione di donne preso in considerazione è stato quindi tenuto sotto osservazione per circa sette anni. Circa il 55 per cento del totale avrebbe utilizzato contraccettivi ormonali durante tutta la


FARMACOLOGIA

durata dello studio; nello stesso periodo, a 133.178 donne sarebbe stato prescritto un farmaco antidepressivo, mentre per 23.077 sarebbe stata effettuata diagnosi di depressione. Rispetto alle donne che non avevano mai fatto uso di contraccettivi orali, quelle che avevano assunto la pillola avevano il 23 per cento di probabilità in più di avere una prescrizione di farmaci antidepressivi. Le donne che usavano anticoncezionali a base di solo progesterone avevano il 34 per cento di probabilità in più di assumere antidepressivi. Un effetto simile è stato scoperto anche tra le donne che assumono contraccettivi ormonali in altre forme, per esempio i cerotti transdermici o l’anello vaginale. In particolare, per le donne che facevano uso della spirale il rischio raggiungeva il 60 per cento ed era del doppio per le donne che usavano il cerotto. Un rischio maggiore è stato inoltre rilevato tra le adolescenti. Rispetto alle ragazze tra i 15 e i 19 anni che non usavano contraccettivi, le adolescenti avevano difatti un rischio dell’80 per cento maggiore di assumere antidepressivi quando prendevano la pillola. Tale rischio aumentava fino al 120 per cento tra le ragazze che usavano pillole con solo progestinici (box in alto). Molte le ricerche precedenti che hanno cercato di far luce sulla correlazione causale tra contraccezione e depressione, tuttavia nella maggior parte dei casi i risultati prodotti si sono rivelati contrastanti a causa della diversa metodologia degli studi, in particolar modo per il differente campione di donne arruolato e per il diverso setting e arco temporale considerati. Anche in questo caso, nonostante l’ampio campione di donne arruolate e il lungo arco temporale presi in esame consentano di effettuare un’accurata indagine, gli stessi autori racco-

I risultati, in sintesi, dello studio danese Gli autori dello studio preso in esame hanno rilevato che il 55 per cento delle donne e delle adolescenti ricorre alla contraccezione ormonale per il controllo delle nascite. Per queste donne il rischio di incorrere in una diagnosi di depressione o di prescrizione di farmaci antidepressivi (rispetto a chi non faceva uso di contraccettivi ormonali) varia in base all’età e al diverso metodo utilizzato (pillole, cerotti, anelli, sistemi ormonali intrauterini). In particolar modo, per le adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni, i ricercatori hanno osservato che nel loro caso il rischio di prescrizione di antidepressivi e di diagnosi di depressione risultava più alto rispetto alle altre donne. Sono state inoltre rilevate importanti differenze anche in base al tipo di pillola: le ragazze che usavano la pillola combinata (estrogeni + progestinici) hanno mostrato un rischio relativo di 1,8 volte maggiore rispetto alle donne più grandi; per le ragazze che assumevano pillole di solo progestinico il rischio era più alto di 2,2 volte. Per i dispositivi ormonali diversi dalla pillola sono stati registrati rischi relativi più elevati: per il cerotto anticoncezionale, il rischio era maggiore di 2,0 volte; per l’anello, 1,6 volte; per il sistema intrauterino ormonale di 1,4 volte.

mandano di leggere con cautela i risultati della ricerca, seppur i dati sembrerebbero suggerire e supportare una correlazione causale possibile. Diversi fattori infatti potrebbero aver inficiato gli esiti ottenuti, su tutti il fatto che i farmaci antidepressivi possono essere prescritti per molteplici e svariate ragioni. Le proporzioni del dato potrebbero inoltre aver risentito della mancata prescrizione di contraccettivi in donne già predisposte o a rischio di insorgenza di depressione. In questa sottopopolazione di donne, in genere si sconsiglia infatti l’assunzione della pillola, di conseguenza il dato ottenuto in questo studio potrebbe esser stato sottostimato. In base dunque alle recenti evidenze, è comunque consigliabile non smettere di utilizzare i contraccettivi ormonali a causa di questa associazione. Sono e saranno infatti necessari ulteriori stu39 | febbraio 2017 |

di per confermare definitivamente (o smentire) tale correlazione causale e verificare che i risultati siano ripetibili in altre popolazioni. In conclusione, i dati oggi a disposizione non consentono di sostenere con certezza che contraccettivi come la pillola siano causa di depressione. È comunque auspicabile che le donne alla ricerca di un metodo contraccettivo efficace e sicuro si interfaccino con il proprio ginecologo al fine di valutare i pro e i contro delle diverse opzioni a disposizione, scegliendo se assumere la pillola o utilizzare altri metodi sulla base della valutazione del profilo rischio/beneficio delle diverse alternative disponibili sul mercato e riportino al proprio medico curante e al farmacista di fiducia eventuali reazioni avverse al trattamento, soprattutto se suggestivi di importanti alterazioni dell’umore.


NUTRACEUTICA

di SILVIA AMBROGIO, biologa nutrizionista

Per una corretta gestione

V

olgeva al termine l’estate che vedevano la luce le nuove Linee guida per la gestione delle dislipidemie redatte a quattro mani dalla Società europea di cardiologia (Esc) e della Società Europea per l’aterosclerosi (Eas). Molte le novità introdotte da queste linee guida, tra cui spicca la raccomandazione, per la prima volta, di inserire nel calcolo del rischio cardiovascolare anche i valori di colesterolo Hdl, finora non considerati negli algoritmi delle carte del rischio. Sotto esame anche il colesterolo Ldl non tanto in termini di indiscussa relazione tra riduzione dei suoi valori e riduzione di mortalità e morbilità cardiovascolare, quanto in termini di modalità di riduzione. In questo documento azione farmacologi-

ca e non farmacologica, ovvero attività fisica, approccio dietetico e riduzione del peso, sono state messe a confronto e si evidenzia il ruolo modesto dell’attività fisica e della riduzione del peso (riduzione di circa 8 mg/dl per ogni 10 kg di peso persi) sui livelli di Ldl, mentre è di notevole rilevanza il ruolo favorevole sui livelli di Hdl, trigliceridi e sulla insulino-sensibilità. Ma la vera novità del documento riguarda l’esame degli integratori alimentari e degli alimenti funzionali, ovvero quei cibi o prodotti commerciali che possono essere di supporto concreto alla terapia farmacologica o un primo esclusivo approccio terapeutico. Esamina che ha riguardato non solo l’efficacia sul target, ma anche la dimostrazione di buona tollerabilità e l’as40 | febbraio 2017 |

senza dei principali effetti indesiderati. Va detto che nel complesso, i dati disponibili sugli alimenti funzionali finora raccolti sono incompleti perché mancano spesso informazioni sistematiche rispetto alle diete di base dei soggetti e i tempi di osservazione sono troppo ristretti rispetto alla storia naturale della dislipidemia e del rischio cardiovascolare.

Fitosteroli

Si stima che ogni giorno un abitante del bacino mediterraneo assuma con l’alimentazione una media di 500 di mg steroli vegetali, contro una media di 250 mg/die in Nord Europa, con il consumo quotidiano di oli vegetali, ortaggi, frutta fresca, castagne, cereali e legumi. I principali fitosteroli - sitoste-


NUTRACEUTICA

Trattamento del rischio cardiovascolare e delle dislipidemie, le nuove linee guida

rolo, campesterolo e stigmasterolo competono con il colesterolo per l’assorbimento intestinale, modulando in tal modo i livelli di colesterolo totale. E a partire da questa evidenza l’industria alimentare li ha inseriti in oli vegetali, creando “margarine funzionali”, e yogurt che promettono una riduzione nel tempo dei valori ematici: purtroppo le matrici alimentari non influenzano in modo significativo l’efficacia ipocolesterolemizzante dei fitosteroli anche se utilizzati nelle corrette dosi efficaci. Il consumo giornaliero di 2 g di fitosteroli abbassa il colesterolo totale e l’Ldl del 7-10 per cento in esseri umani (con un certo grado di eterogeneità fra individui), mentre ha poco o nessun effetto sull’Hdl e sui livelli di trigliceridi.

Mancano totalmente gli studi di correlazione sull’effetto cardiovascolare, anche se è ben evidente il ruolo della riduzione delle Ldl sul rischio indipendentemente dal meccanismo coinvolto, ed è d’obbligo un monitoraggio nel tempo che garantisca la sicurezza di chi fa uso regolare di prodotti arricchiti in fitosteroli. Nel frattempo è certamente utile rivedere lo stile alimentare con una dieta equilibrata ricca di questi nutrienti e consigliare il ricorso a questo tipo di alimenti funzionali (almeno 2 g/giorno con il pasto principale) per individui con alti livelli di colesterolo, ma bassi o intermedi fattori di rischio, e in aggiunta alla terapia farmacologica in molti pazienti ad alto rischio che non riescono a raggiungere gli obiettivi di colesterolo Ldl con statine o che non possono assumere statine. Utili anche per adulti e bambini (sopra i sei anni) con una storia di ipercolesterolemia familiare.

Monacoline e riso rosso fermentato

Il riso rosso fermentato altro non è che riso comune fermentato da vari ceppi del Monascus purpureus, chiamato anche lievito rosso per via della sua colorazione e utilizzato in Cina come colorante alimentare e aromatizzante per secoli. Durante l’attività fermentatrice, questo lievito si arricchisce di 41 | febbraio 2017 |

monacoline, un gruppo di sostanze che agiscono con un meccanismo di inibizione della idrossimetilglutaril-coenzima A (HMG-CoA) reduttasi sui livelli lipidici. Molte sono le preparazioni commerciali a base di riso rosso fermentato in cui non solo la qualità può variare enormemente, ma anche la stessa concentrazione di monacoline. Inoltre la sicurezza a lungo termine del consumo regolare di questi prodotti non è completamente documentata e sono noti casi in cui sono stati segnalati in alcune persone che utilizzavano questi nutraceutici effetti collaterali simili a quelli osservati con statine.

Fibre e soia

I dati disponibili dimostrano un abbassamento dei valori di colesterolo totale e di colesterolo Ldl per effetto del beta-glucano, fibra solubile in acqua, da avena e orzo. Il vantaggio è che alimenti arricchiti con queste fibre sono ben tollerati ed efficaci, a una dose giornaliera di almeno 3 g/die, per cui è possibile raccomandarli in un contesto dietetico quotidiano. Anche la proteina di soia ha dimostrato di indurre un modesto abbassamento dei valori di Ldl in caso di sostituzione alimenti ricchi di proteine di origine animale, ma i dati raccolti sono davvero scarni e inconcludenti poiché negli studi non sono state prese in considerazione altre varianti dietetiche.


NUTRACEUTICA

rina e il placebo, oltre all’intervento sullo stile di vita in entrambi gruppi, ha mostrato come la berberina abbia ridotto in modo più efficace rispetto al placebo i livelli di colesterolo Ldl e trigliceridi nel plasma. Questo studio ha dato indicazioni di utilizzo promettenti, ma l’efficacia di berberina per il trattamento della dislipidemia ha bisogno di essere ulteriormente convalidata.

Policosanoli e berberina

I policosanoli sono una miscela di sostanze naturali costituite da una complessa miscela di alcoli alifatici lineari a lunga catena, isolati e purificati da sostanze cerose della canna da zucchero (Saccharum L. officinarum), dal riso o dal germe di grano. Questi composti hanno goduto di fama come trattamento coadiuvante nei casi di colesterolo alto, ma in questa riesamina hanno considerato studi che mostrano come i policosanoli estratti dalla canna da zucchero, riso o germe di grano non abbiano alcun effetto significativo sul colesterolo Ldl, Hdl, sui trigliceridi, sulla lipoproteina apoB, sull’omocisteina, sul fibrinogeno e sui fattori di coagulazione del sangue. Analizzata anche la berberina, che una recente metaanalisi ha valutato nei suoi effetti sui lipidi plasmatici negli esseri umani. In questo caso gli studi mostrano un’eterogeneità statisticamente significativa, sono stati tutti eseguiti in Cina e l’etnia considerata nello studio è stata esclusivamente quella asiatica. La valutazione comparativa tra l’uso di berbe-

Omega 3

Grande attesa per il ruolo degli acidi grassi omega 3, poiché tutte le evidenze scientifiche fin qui acquisite sostengono la raccomandazione di mangiare pesce almeno due volte a settimana e assumere integratori a basso dosaggio di acidi grassi omega 3 per ridurre il rischio di morte cardiovascolare e ictus come forma di prevenzione primaria. Queste evidenze non sono state messe in discussione, ma la stessa accortezza in termini alimentari e di integrazione ha dimostrato di non avere grandi effetti sul metabolismo delle lipoproteine plasmatiche. Dosi farmacologiche di acidi grassi omega 3 (2-3 g/die) riducono i livelli di trigliceridi fino al 30 per cento, ma un dosaggio superiore può aumentare il colesterolo Ldl. Nel dettaglio, l’acido alfa-linolenico (un acido grasso omega 3 a catena media) presente nelle castagne, in alcune verdure e alcuni oli di semi è meno efficace sui livelli di trigliceridi. Nel complesso tutti gli acidi grassi a lunga catena di questa serie riducono la risposta lipemica postprandiale. 42 | febbraio 2017 |

Quale dieta

I risultati dello studio Predimed sono chiaramente a sostegno di una dieta mediterranea tradizionale come approccio efficace alla prevenzione primaria e secondaria nella malattia cardiovascolare, supportata da uno stile di vita attivo. Non dovrebbe essere necessario ripeterne le linee guida, ma repetita iuvant: consumo regolare di olio extravergine di oliva, frutta, noci, verdure e cereali; un consumo moderato di pesce e pollame e un basso apporto di latticini, carne rossa, carni lavorate e dolci; il vino va consumato con moderazione. Una delle caratteristiche importanti di questo tipo di dieta è rappresentato dal consumo di grandi quantità di frutta e verdura di vario tipo che forniscono una quantità sufficiente e varietà di minerali, vitamine e antiossidanti, in particolare polifenoli. Nuove prove stanno emergendo circa i possibili effetti benefici di questi composti, presenti nell’olio d’oliva, vino rosso, caffè, tè e cacao, sull’infiammazione subclinica e sulla funzione endoteliale, come così è ormai evidente la loro influenza benefica sui trigliceridi plasmatici a digiuno e in particolare nel periodo post-prandiale. Per quanto riguarda il consumo di pesce, almeno due porzioni a settimana sono consigliate alla popolazione generale per la prevenzione, insieme al consumo regolare di altre fonti alimentari di omega 3 (noci, soia e olio di lino). Per la prevenzione secondaria invece non si raccomanda più un’integrazione di questi acidi grassi in quei soggetti che hanno già subito un danno vascolare. Ulteriormente limitata l’assunzione di sale, a 5 g/die, non solo attraverso la riduzione della quantità di sale utilizzato per condire, ma soprattutto riducendo il consumo di alimenti conservati mediante aggiunta di sale.


NUTRIZIONE

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OMEOPATIA

di CARLO ZOIA, direttore della Farmacia Bortignon-Zoia a Peseggia (Ve)

I traumi

sportivi

L’attività fisica, sempre più diffusa, non è immune da rischi

F

ino a pochi decenni fa lo sport era soprattutto appannaggio di professionisti, atleti che lo facevano per lavoro. Oggi la maggior parte delle persone pratica attività sportiva per diversi motivi: è aumentato il numero di chi lo fa per professione, moltissimi bambini e adolescenti sono iscritti a società sp ortive e praticano quasi quotidianamente uno sport. Sono diversi gli adulti che frequentano con costanza una palestra dove praticare le più disparate attività ginniche; molti si recano con regolarità sui campi da tennis o da calcetto, vanno in piscina, fanno jogging. C’è anche chi fa attività fisica soltanto durante il fine settimana, una vacanza o semplicemente quando viene la voglia di muoversi, per esempio con l’arrivo della bella stagione.

È indubbio che praticare un’attività sportiva comporti considerevoli benefici, sia fisici sia psichici, e tuttavia capita che a volte si verifichino traumi a livello muscolo-scheletrico; in molti di questi casi i medicinali omeopatici possono essere un valido aiuto.

Crampi

Sono dolori muscolari improvvisi e violenti causati dalla contrazione involontaria di un muscolo. La contrazione e il dolore scompaiono in pochi secondi ma a volte il dolore può persistere per alcuni giorni. La causa in genere è dovuta a un’insufficiente ossigenazione del muscolo, alla carenza di sali minerali e a volte a uno sforzo eccessivo, prolungato o improvviso. Il modo più efficace per risolvere un crampo consiste nel contrarre il muscolo antagonista a quello colpito. Per prevenire i 44 | febbraio 2017 |

crampi è utile praticare attività fisica in modo regolare e fare stretching per favorire l’allungamento dei muscoli. In ogni caso è importante reintegrare i liquidi e i sali minerali, soprattutto magnesio e potassio, ma anche calcio e sodio. Inoltre, consiglio di assumere i medicinali omeopatici Arnica montana 9 CH, Lacticum acidum 5 CH e Cuprum metallicum 9 CH, 5 granuli di ognuno da ripetere anche ogni ora fino a risoluzione.

Distorsioni

Sono causate da traumi e provocano danni alle articolazioni, soprattutto legamenti e tendini. In genere, a favorirle è un insufficiente tono muscolare e per questo motivo è facile che il soggetto sia uno sportivo occasionale. Le articolazioni interessate solitamente sono ginocchio, polso, gomito e caviglia.


OMEOPATIA

In caso di distorsione si consiglia Arnica montana 9 CH, cinque granuli ogni quindici minuti per la prima ora e poi ogni due ore In caso di distorsione occorre applicare ghiaccio, comprimere con un bendaggio rigido e mettere a riposo l’arto interessato. Suggerisco di assumere Arnica montana 9 CH, 5 granuli ogni quindici minuti per la prima ora, e poi ogni due ore, a seconda del miglioramento. È utile associare Ruta graveolens 5 CH, 5 granuli tre volte al giorno, perché questo medicinale omeopatico ha un’azione elettiva sui tessuti fibrosi, tendini, legamenti e periostio. Invece, consiglio Rhus toxicodendron 5 CH, 5 granuli tre volte al giorno, nelle sequele di distorsioni e al momento della riabilitazione, quando il dolore diminuisce con il lento movimento. Se la distorsione è accompagnata da edema, ad Arnica montana 9 CH associo Apis mellifica 9 CH e Bryonia 5 CH, 5 granuli di ognuno anche ogni ora, diradando la frequenza al miglioramento. A livello topico è importante applicare Arnica montana localmente tre volte al giorno: in genere suggerisco una formulazione in gel a base di Arnica montana in tintura madre al 7 per cento, perché garantisce un’ottima penetrazione transcutanea, non necessita di massaggio, si applica facilmente anche in zone pilifere e dà sensazione di freschezza.

rottura di piccoli capillari; ematoma se si ha rottura di vasi sanguigni: abrasione se vi sono microrotture di strati superficiali dell’epidermide; escoriazione se la rottura interessa strati più profondi e si accompagna a lesioni vascolari. In caso di cute integra consiglio di applicare localmente la suddetta formulazione in gel a base di Arnica montana, tre volte al giorno, in quanto favorisce il riassorbimento del travaso ematico e riduce il dolore grazie ai lattoni sesquiterpenici e ai flavonoidi. Se la cute è lesa, Arnica montana a livello topico è controindicata. In entrambi i casi, suggerisco di assumere Arnica montana 9 CH associata a Hamamelis virginiana 5 CH, 5 granuli di entrambi tre volte al giorno.

Contusioni

Fratture

Sono lesioni conseguenti a un trauma non così forte da provocare una ferita. Si parla di ecchimosi nelle lesioni con

Un momento di disattenzione, un colpo troppo forte, una caduta rovinosa: sono diversi i motivi che possono portare a 45 | febbraio 2017 |

una frattura. In questi casi, per controllare il dolore, ridurre la formazione di ematomi e accelerare il riassorbimento dell’edema post traumatico suggerisco Arnica montana 9 CH, 5 granuli ogni quattro ore. Per accelerare il processo riparativo a livello del callo osseo consiglio in genere Symphytum officinale 5 CH, 5 granuli da assumere tre volte al giorno per tutto il periodo di immobilizzazione.

Affaticamento muscolare

È una condizione frequente negli atleti, ma anche soprattutto in chi fa sport a livello amatoriale. Infatti si manifesta soprattutto dopo un lungo periodo di inattività o dopo uno sforzo molto intenso. In questo caso consiglio di applicare Arnigel localmente prima e dopo lo sforzo muscolare e Arnica montana 9 CH granuli tre volte al giorno dopo lo sforzo fino a scomparsa della sintomatologia.


COSMESI

di UMBERTO BORELLINI, cosmetologo

Disidratazione cosa fare

D

isidratazione, screpolature e arrossamenti, queste sono le conseguenze per chi snobba i cosmetici durante l’inverno. I cosmetici, si sa, non fanno miracoli ma per quanto concerne l’idratazione, la protezione, la riparazione e la normalizzazione, invece sì. Esistono formulazioni mirate, adatte soprattutto alla stagione fredda, che sono veramente utili per salvare la pelle.

Manifestazioni

La disidratazione interessa principalmente lo strato più esterno della pelle (corneo) che può contenere una percentuale d’acqua che può arrivare al 30 per cento. Questo patrimonio d’acqua è dovuto a due fattori: la Water holding capacity (Whc), che corrisponde alla capacità della pelle di trattenere l’acqua per affinità chimica (e qui servono gli idratanti classici: acido ialuronico, mucillagini, proteine eccetera); la funzione barriera, che blocca la fuoriuscita di liquidi con meccanismo fisico. In questo caso sono utili le texture ricche e corpose che, creando un film sullo strato corneo, ne rallentano l’evaporazione. Importante è rallentare, non bloccare come fanno i petrolati e gli oli minerali occlusivi. Via libera dunque a jojoba, olio di mais, mandorle dolci, argan, oppure ingredienti più corposi come il burro di karité o la tradizionale 46 | febbraio 2017 |


COSMESI

Winter cosmetology, i rimedi fitocosmetici cera d’api. Quindi una pelle ben idratata è dotata di uno strato corneo ricco di molecole che trattengono acqua e pure di un’efficace interdizione contro l’evaporazione dei fluidi (funzione barriera) dovuta alla sua struttura a “muro cementato”. I mattoncini del muro (corneociti) sono costituiti da cheratina (che è una proteina) e sono compattati dal cosiddetto “cemento lipidico intercorneocitario” che è formato da ceramidi, colesterolo, trigliceridi e acidi grassi. Quando la funzione barriera di questi collanti è deficitaria può aumentare la Tewl (Trans epidermal water loss) e quindi può aumentare la dispersione di liquidi. È importante poi distinguere la pelle secca, o ipolipica, da quella disidratata. La cute, infatti, produce autonomamente il mantello idro-lipidico composto da una fase acquosa e da una fase grassa, attraverso le secrezioni sudorali e sebacee. Questo particolare mantello naturale ha un pH leggermente acido (4,5-5,5) e svolge un’azione protettiva. Occorre restituire le sostanze funzionali lipofile alla cute secca e apportare sostanze idrofile e antievaporanti alla pelle disidratata. La fitocosmesi nel trattare la pelle arida si avvale quindi di sostanze restitutive quali oli di origine vegetale e di ceramidi oppure di vere e proprie di cere (api o vegetali come come la Jojoba) o il burro di Karitè che sono in grado di aumenta-

re la funzione barriera. Queste sostanze sono in grado di apportare nutrimento alla cute senza incorrere nei rischi provocati dall’uso dei derivati minerali, poco affini alla cute e troppo occlusivi. Conseguentemente migliorerà anche l’idratazione cutanea: i lipidi quindi possono svolgere contemporaneamente funzioni restitutive e idratanti.

Pelle e acqua

Si possono distinguere due tipi di idratazione: profonda e superficiale. La prima è collegata all’invecchiamento delle fibre collageniche del derma ed è influenzabile in modo indiretto; la seconda è mantenuta in condizioni fisiologiche dal Nmf (Natural moisturizing factor), miscela complessa di sostanze presenti sulla superficie dello strato corneo. L’idratazione superficiale o soltanto idratazione può essere modificata dall’esterno utilizzando formulazioni cosmetiche adatte.

Sostanze idratanti

Esistono vari modi per contribuire alla idratazione a seconda delle teorie seguite dai formulatori: l’impiego di oli minerali e di vaselina, che formano sulla pelle un sistema occlusivo ostacolante l’evaporazione dell’acqua che può causare, a lungo termine, affezioni cutanee come la acantosi dovuta essenzialmente alla scarsa affinità di questi idrocarburi 47 | febbraio 2017 |

con la cute e alla macerazione dei tessuti. Ma se ci si appresta a raggiungere il polo Nord con i cani da slitta, anche queste sostanze molto dense e untuose possono essere utilissime, poiché sono in grado di creare una vera e propria barriera fisica (gli Eschimesi infatti usano il grasso di foca). La ricostruzione del Nmf o l’utilizzo di qualche sostanza di cui è costituito. Quindi, tra gli ingredienti più usati, troviamo vari amminoacidi, il Pca (acido pirrolidon carbossilico), l’acido lattico e i suoi sali che fanno parte del film idrolipidico. Sostanze umettanti con funzione idratante di origine naturale (e quindi fisiologicamente più affini alla cute) in grado di formare un film sullo strato corneo e in grado di trattenere l’acqua. Tra essi ricordiamo la betaina da barbabietola e l’acido ialuronico, alcune mucillagini di origine vegetale (aloe) o marina (alghe). Quindi, riassumendo due strategie: formule ricche e corpose di oli e burri per proteggere, sostanze idratanti per trattenere meglio l’acqua sulla pelle. E se si arriva tardi e il freddo ha danneggiato la cute? Anche in questo caso la fitocosmesi offre soluzioni per lenire e disarrossare la pelle.

Fitoestratti ad azione lenitiva

Le piante utili allo scopo di alleviare lo stato infiammatorio cutaneo sono quelle


COSMESI

ricche in azuleni, flavonoidi, mucillagini. Camomilla. Principi attivi: il più importante è il bisabololo (disinfiammante), colina, inositolo, mucillagini, apigenina-7-glucoside, apigenina, acetilglucoside, luteolina, quercitina, rutina, flavonoidi e azulene (l’olio essenziale contiene il camazulene che è responsabile della colorazione blu). All’interno dei preparati cosmetici, i flavonoidi come l’apigenina e la luteolina hanno attività antinfiammatoria e antimicrobica; da usarsi perciò nelle infiammazioni della pelle, nell’eczema, nelle dermatosi, nelle congiuntiviti. L’olio di camomilla è germicida e battericida, l’azulene è cicatrizzante e antiflogistica, si impiega in saponi e creme, come emolliente e disarrossante. Malva. Componenti: mucillagini, tannini, glucoside antocianico, malvina, flavonoidi, acido clorogenico e caffeico, potassio, vitamine A, del gruppo B, C ed E. Ha proprietà emollienti, ammorbidenti, antinfiammatorie, lenitive. Calendula. Componenti: glicosidi triterpenici, saponosidi, alcoli triterpenici, (azione antinfiammatoria), steroli, carotenoidi, caroteni, xantofille, flavonoidi, olio essenziale, monoterpeni, sesquiterpeni, (azione antimicrobica), polisaccaridi,(azione immunostimolante), composti azotati, allantoina, vitamina C, mucillagine, gomme, sostanze amare, resine, fenoli, tannini pirogallici, contiene in quantità elevate manganese e carotene, calendulina, licopina, acido malico, esteri colesterolinici degli acidi grassi laurico, miristico e palmiti-

co. Utile per nutrire e idratare la pelle del viso e del corpo, per pelli secche, screpolate, delicate, facilmente arrossabili, dermatosi eritematose, eritema da pannolino, lievi ustioni, eritema da agenti chimici e geloni. I preparati a base di Calendula migliorano l’equilibrio di idratazione cellulare della cute, migliorano la formazione di nuove cellule, la circolazione sanguigna e il tono della cute. Aloe. Il succo è estratto dalla base delle foglie. Contiene: acido aspartico, acido folico (importante tra l’altro per il mantenimento di una pelle sana), acido glutammico, 17 aminoacidi (di cui otto essenziali), vitamine del complesso B (B1,B2, B6,B12), ferro, sorbitolo ( che aiuta l’assorbimento delle vitamine e dei minerali), vitamina A (antiossidante, essenziale alla crescita dei capelli e per la rigenerazione cutanea), vitamina C, tocoferolo (vitamina E); contiene inoltre i salicilati, che hanno azione antinfiammatoria e analgesica, il lattato e il magnesio (ottimi antistaminici, alleviano il prurito e le irritazioni cutanee). Passiflora. Principi attivi: alcaloidi, armano, passiflorina, apigenina, luteolina, quercetolo, fitosteroli, acidi fenoli, cumarine, eterosidi, cianogenici, tracce di olio essenziale, flavonoidi, vitexina, isovitexina, saponaria, rutina, quercetina, apigenina, luteolina, oli essenziali. Per via interna è utile per ridurre gli stati d’ansia. In cosmetica è altamente lenitiva. Fiori d’arancio. Si utilizza l’olio essenziale ottenuto dai fiori. Nella varietà dei fiori di arancio dolce sono presenti: olio essenziale 0,4-0,55, limonene 90 per cento e linalolo, aldeidi, citroflavonoidi, carotenoidi, esperidina e flavonoidi. Altea. Componenti: mucillagini, polifenoli, steroli. Si usa come emolliente per pelle e mucose irritate. 48 | febbraio 2017 |

Fitoestratti ad azione capillaro-protettiva

Sono utili soprattutto nel trattamento della cute arrossata. Mirtillo. Componenti: antocianosidi, acidi organici, tannino, zuccheri, acido ascorbico, flavonoidi, manganese, cromo, glicosidi antocianici, pectina, provitamina A, complesso B, vitamina C. I frutti contengono antocianosidi (cianidina, peonidina, delfinidina, petunidina, malvidina e delfinidina), che hanno la proprietà di rinforzare il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni, migliorandone così l’elasticità, con un aumento, quindi, della tonicità delle vene e una diminuzione della permeabilità capillare. I flavonoidi e le vitamine A e C sono poi degli ottimi antiradicalici. Liquirizia. Componenti: saponine triterpeniche, glicirrizina, amido, D-glucosio, zuccheri, saccarosio, mannite, amine, gomme, cere, olio volatile, principio amaro, lignina, aminoacidi, flavonoidi (liquiritina), isoflavonoidi, fitosteroli, cumarine (la concentrazione massima di glicirrizina è nella corteccia, la radice mondata ne perde il 30-40 per cento). Il principio attivo più importante della pianta è rappresentato dalla glicirrizina (concentrata essenzialmente nelle parti legnose della pianta), un glicoside triterpenico che per idrolisi libera acido D-glucoronico, e acido glicirretico; quest’ultimo ha una forte attività disinfiammante, anche sulla pelle con couperose. E per i clienti che vanno in montagna, ricordare loro che i raggi Uv non scherzano. Quindi alle buone formulazioni sin qui lette, verificare l’aggiunta di filtri e schermi (tipo ossido di Zinco), sempre ben indicati in etichetta dalle sigle Spf e Uva.


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LEGALE

a cura dello studio dell’avvocato BRUNO RICCARDO NICOLOSO Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

Di male

in peggio

N

on tutti possono ricordare che, fino a una trentina d’anni fa, i farmacisti ospedalieri erano inquadrati tra il personale amministrativo e non tra il personale sanitario degli enti ospedalieri - poi divenuti presidi delle Aziende ospedaliere o delle Unità sanitarie locali - e che ci volle un articolato contenzioso giurisdizionale per ricondurre la farmacia ospedaliera a un «servizio di diagnosi e cura» (Tar Toscana, 4 agosto 1986, n. 522, avvallata dal Consiglio di Stato, 2 settembre 1993 n. 841) e per veder inquadrati i farmacisti ospedalieri tra il personale sanitario (Consiglio di Stato 23 settembre 1993 n. 908), con la conseguente equiparazione del direttore di farmacia ospedaliera al primario medico e i farmacisti collaboratori agli aiuti medici, ma con un’apodittica differenziazione sul piano economico ove è stata negata ai primi non solo l’indennità medica ma anche l’indennità di aggiornamento professionale (Consiglio di Stato 31 dicembre 2007, n. 6789). Ciò, seguendo un’acritica distinzione concettuale tra il medico e il farmacista, che sono invece i protagonisti del medesimo intervento sanitario pur distinto nei due momenti operativi. Molti dovrebbero invece ricordare come una tale acriticità si sia trasferita nella mancata equiparazione del farmacista al medico in formazione speciali-

stica (destinatario del contratto di formazione previsto dal Dlgs n. 368/1999 nella misure del Dpcm 7 marzo 2007) ancorché l’articolo 8 della Legge n. 401/2000 avesse esteso la programmazione delle Scuole di specializzazione previste per i dottori in Medicina anche ai laureati in Farmacia in formazione post laurea, ipotizzando una ripartizione delle relative borse di studio in favore degli uni e degli altri nell’ambito di «risorse già previste» e quand’anche in tale ottica i decreti Miur 1 agosto 2005 e 10 marzo 2009 avessero adeguato i rispettivi ordinamenti didattici ricompresi nella Macroarea Sanitaria (medica e farmaceutica) volti a un complementare sbocco professionale nell’ambito ospedaliero. Ed è del pari nota ai più l’azione giudiziaria promossa senza successo dai farmacisti ospedalieri per ottenere la loro equiparazione economico-normativa ai medici nelle parallele formazioni specialistiche: ciò attraverso una decisione adeguatrice della mens legis di cui al citato articolo 8 della Legge n. 401/2000 nel contesto degli articoli 3, 34, 35, 36, 97, 117 e 118 della Costituzione, previo uno scrutinio additivo da parte della Consulta. Tale iniziativa è infatti naufragata in sede di giustizia civile, ove la disparità di trattamento dei medici rispetto ai farmacisti nei rispettivi percorsi di formazione specialistica è stata apoditticamente riferita a un diverso 50 | febbraio 2017 |

ambito della tutela del diritto alla salute, che è (sarebbe) riferibile alla stessa normativa sulle Scuola di specializzazione disciplinate dal Dlgs n. 368/1999 d’attuazione della Direttiva comunitaria 93/C6 CE, che ipotizza (ipotizzerebbe)


LEGALE

La “buona scuola” boccia l’equiparazione tra il farmacista e il medico in formazione specialistica (sarebbe) atta a giustificare un analogo trattamento economico e normativo (Tribunale ordinario di Roma, 2 marzo 2015 n. 5003); né un miglior risultato ha ottenuto in sede amministrativa l’istanza di adempimento, da parte delle università della previsione normativa di cui all’articolo 8 della Legge n. 401/2000 (Consiglio di Stato, 11 marzo 2015, n. 1213), che ha provocato indagini senza risultato (Punto Effe n. 7/2015: “I medici son medici, i farmacisti no”).

Il seguito

una ben diversa formazione dei medici rispetto ai farmacisti rispetto a tale finalizzazione: di tal che necessariamente consegue (conseguirebbe) che la stessa riconduzione degli uni e degli altri in una unica Macroarea Sanitaria non sia

La questione per contro ha avuto un’appendice a dir poco sconsolante, in quanto, da un lato, il Decreto interministeriale, 15 febbraio 2015, n. 68 di riordino delle Scuole di specializzazione della Macroarea sanitaria, ha collocato la Scuole di specializzazione in Farmacia ospedaliera nell’Area dei servizi clinici, ma senza riconoscere ai farmacisti nella relativa formazione specialistica il trattamento riservato ai medici nella parallela formazione specialistica, tradendo così le logiche della Legge 401/2000 e, d’altro lato, ancor peggio, il Decreto legge 29 marzo 2016 n. 42, convertito nella Legge 26 moggio 2016, n. 89 sulla “buona scuola”, ha previsto all’articolo 2 bis: «(Scuole di specializzazione non mediche) 1. Nelle more di una definizione organica della materia, le scuole di specializzazione riservate alla categoria 51 | febbraio 2017 |

dei… farmacisti… sono attivate in deroga alle disposizioni di cui al primo comma dell’articolo 8 della Legge 23 dicembre 2000, n. 401...». Se il primo intervento amministrativo ha reiterato la sperequazione in atto tra i farmacisti e i medici in formazione specialistica, il secondo intervento legislativo ha tagliato alla radice ogni possibile rimedio, facendo venire meno lo stesso riferimento normativo che l’avrebbe potuto consentire. C’è da rimanere pensosi, come il Dottor Gachet nel quadro di Van Gogh, se mai questo sia il modo di valorizzare il nesso di causalità tra la formazione specialistica e il ruolo professionale del farmacista ospedaliero nel contesto della farmacia clinica, quale infungibile servizio di diagnosi e cura a tutela della qualità e della dignità della vita mediante la cura della salute e la terapia del dolore, che devono essere garantite attraverso l’intervento multidisciplinare dei medici e dei farmacisti nell’ambito dei presidi ospedalieri del Servizio sanitario nazionale. *Per un approfondimento: A. VillaniB.R. Nicoloso, “Dalla farmacia officinale al la farmacia clinica verso il pharmaceutical care: il ruolo della farmacia e del farmacista ospedaliero nella continuità della cura”, in Sanità pubblica e privata, 2016, fascicolo 2, pagina 5 sgg.


INIZIATIVE

di MARCO PARENTE, Dip. Scienza e Tecnologia del farmaco, Università di Torino, PIERANGELO LOMAGNO, esperto di Storia della Farmacia, e PAOLA BRUSA, Ordine dei farmacisti della provincia di Torino

L’antica farmacia di San Salvatore

N

el 2014 è stata fatta richiesta a Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino - e a Paola Brusa, docente presso l’Università di Torino (dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco), di collaborare a un progetto per la valorizzazione di antichi vasi da farmacia risalenti al Settecento 1700 e rinvenuti nel convento di San Salvatore, che sino ai primi del Novecento ha ospitato una delle più grandi farmacie di Gerusalemme). Tale studio fa parte della progettualità del Terra Sancta Museum con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale dell’area di Gerusalemme e della Palestina grazie alla collaborazione internazionale tra il Gabinetto della Sindaca (area Cooperazione internazionale e pace) e i partner territoriali locali, come l’Associazione di Terra Santa che insieme ai Frati Francescani della Custo-

dia di San Salvatore sono i responsabili del Progetto. Si stabilirono i seguenti obiettivi: studio dei vasi/oggetti e dei testi inerenti conservati presso la sede dell’Archivio Storico della Custodia di Terra Sancta. Tale parte di progetto sarà realizzata attraverso stage di studenti o borsisti dell’Università di Torino a Gerusalemme. Studio delle forme farmaceutiche, dell’attività curativa del loro contenuto con confronto tra il XVII-XVIII secolo e i tempi odierni. Studio formulativo per un possibile allestimento di prodotti simili utilizzabili al giorno d’oggi. Ricerca on-line di dati relativi a farmacie e dispensari medici di altre Custodie presenti nel mondo. Collaborazione alle strategie di allestimento della sala museale e al progetto di una sezione interattiva multimediale. Studio di fattibilità ed eventuale realizzazione di un mini laboratorio didattico da inserire nella sala museale dedicata alla Farmacia. Dopo il primo approccio conoscitivo della realtà della Terra Santa la ricerca, che si è avvalsa anche del contributo di Pierangelo Lomagno, esperto di Storia della darmacia, è proseguito con lo sviluppo di una tesi di laurea e un’analisi approfondita di alcuni testi in italiano volgare contenuti nella Custodia, in par52 | febbraio 2017 |

La rivalutazione di un patrimonio della Terra Santa, a Gerusalemme ticolare del Ricettario farmacia, 1778 che conteneva nella seconda delle sue tre parti una ricca descrizione delle preparazioni galeniche. Su un precedente numero di PuntoEffe abbiamo riportato un commento sulle molteplici preparazioni, alcune ancora allestibili tout court oggi, altre modificandone la composizione per la tossicità dei componenti. Negli ultimi mesi è stato approfondito lo studio su un numero ridotto di preparazioni ritenute di maggior rilievo per l’interesse storico-culturale. Successivamente abbiamo presentato una proposta per l’allestimento delle due sale museali dedicate alla farmacia francescana: la prima dedicata alla ricostruzione dell’ambiente originale dell’antica farmacia di San Salvatore, che tra l’altro per molti aspetti ricorda anche La farmacia delle Rosine di Torino e risalente al medesimo periodo storico; la seconda sala potrebbe contenere componenti multimediali e un piccolo laboratorio didattico per i turisti. La ricerca sulla presenza di altre farmacie in altre Custodie o di Missioni ha evidenziato che, probabilmente, non sono esistite altre realtà come quella


INIZIATIVE

Oggetti che raccontano la storia

della farmacia di San Salvatore a Gerusalemme. I risultati sono stati presentati di fronte all’intera delegazione dei partner Italiani e di Gerusalemme durante il seminario svoltosi il 30 novembre a San Salvatore. L’esperienza, di alto livello sia culturale sia scientifico per tutte le realtà coinvolte e i risultati ottenuti, ha permesso di progettare il mantenimento della collaborazione tra l’Ordine dei Farmacisti di Torino, l’Università degli Studi di Torino e il Terra Sancta Museum almeno fino al 2018-2019, quando le sale della farmacia dovrebbero essere completate. L’incontro con il console Generale d’Italia a Gerusalemme e il vicensindaco di Torino ha inoltre permesso di evidenziare anche l’interesse politico nel proseguo di progetti di collaborazione internazionale tra realtà territoriali di Torino, dei territori Palestinesi e di Gerusalemme.

Nel convento di San Salvatore si è tenuta una mostra di oggetti dell’antica farmacia della Custodia di Terra Santa. Un serie di vasi e libri antichi conservano la memoria del luogo, ancora oggi conosciuto in tutto il mondo, e che ha visto i propri oggetti esposti in musei celebri come quello di Versailles. Nota fin dal 1353, la farmacia era importante in tutto il territorio, in quanto per lungo tempo unico punto di riferimento per la cura dei malati a Gerusalemme. La farmacia della Custodia di Terra Santa è stata a lungo oggetto di studio da parte di Paola Brusa (Università di Torino e Ordine dei Farmacisti di Torino,) che, in occasione dell’apertura dell’esposizione, ha comunicato i risultati della sua ricerca. Nella conferenza ha raccontato il percorso di progettazione e allestimento museale del Terra Sancta Museum per i vasi e gli oggetti della farmacia di San Salvatore. Una delegazione ha rappresentato il Comune di Torino, il cui coinvolgimento punta a collaborare all’apertura del Terra Sancta Museum. Presente alla conferenza anche Antonio La Rocca, direttore del programma che lavora agli interventi di questo progetto anche per quanto riguarda quelli relativi ai beni culturali. «Occupandomi delle farmacie e girando il mondo cerco sempre di andare a capire cosa facevano, come vivevano e gli oggetti ci dicono molto», racconta Brusa. «Questo posto era un punto di riferimento per curare le malattie. Avendo una farmacia potevano preparare le medicine, invece di aspettare che arrivassero da oltremare». Allo studio hanno collaborato anche Marco Parente, visibilmente emozionato davanti agli oggetti della sua ricerca, e Pierangelo Lomagno, esperto di storia della farmacia. Dall’esame dei vasi e dei componenti delle medicine si è arrivati fino alla progettazione della realizzazione di un laboratorio multimediale. A collaborare alla mostra di San Salvatore anche Sara Cibin, di Ats, che si è occupata di scegliere materialmente i pezzi da esporre, insieme al restauratore, in base alla rappresentatività delle scuole e delle tipologie. «I vasi raccontano la storia della Custodia e il ruolo importante che hanno avuto i francescani in Terra Santa», spiega Cibin. I pezzi esposti sono di un periodo che oscilla tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo e provengono da Venezia, Savona e Torino. «Siamo molto contenti che il comune di Torino collabori con noi e siamo anche disposti ad accettare alcuni suggerimenti, che vanno discussi con coloro che stanno studiando il progetto del museo», commenta Padre Eugenio Alliata, archeologo della Custodia. «Esso si svolge a poco a poco. È diviso in tre settori: il settore multimediale, situato alla Flagellazione, già aperto da alcuni mesi. C’è poi il settore archeologico, che è il rinnovamento di quello che esisteva prima, che speriamo di completare entro l’anno prossimo. C’è poi il settore storico artistico,che verrà allestito al convento di San Salvatore con pezzi provenienti dal Museo della Flagellazione, come quelli della farmacia, e altri nuovi». Beatrice Garrera

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FARMANEWS

di STEFANIA CIFANI

Un’arma in più

Le biotecnologie al servizio delle malattie infiammatorie intestinali

U

n nuovo farmaco biotecnologico è disponibile per il trattamento della colite ulcerosa e della malattia di Crohn. Si tratta di vedolizumab, primo anticorpo monoclonale umanizzato ad azione antinfiammatoria selettiva a livello intestinale. La particolarità del meccanismo di azione di questo farmaco sta nella capacità di legarsi in modo specifico all’integrina alfa4b eta7 (a4b7) impedendo il passaggio dei linfociti dal circolo sanguigno alla parete intesti-

nale, sede dell’infiammazione cronica alla base delle Malattie croniche intestinali (Mici). Le Mici interessano oltre quattro milioni di persone nel mondo; in Italia la stima è di circa 200.000. L’esordio avviene tipicamente in giovane età, tra i venti e i trent’anni, con sintomi che possono comprendere dolori addominali, sanguinamento, diarrea, profonda stanchezza fino a febbre e perdita di peso. La colite ulcerosa si localizza nell’intestino crasso, nella mucosa del retto e del colon,

mentre la malattia di Crohn può colpire tutto il tratto gastrointestinale. La diagnosi arriva spesso in ritardo e il decorso è caratterizzato da fasi di attività alternata a periodi di remissione. Al di là delle complicanze, che possono sfociare in ostruzione, perforazione, fistole e ascessi, si tratta di condizioni croniche che si accompagnano a un pesante condizionamento della qualità della vita sociale e familiare oltre che personale. Per le malattie croniche intestinali infatti non esiste una cura risolutiva. Le terapie tradizionali, prevalentemente corticosteroidi e immunosoppressori, hanno l’obiettivo di indurre e mantenere la remissione o consentire periodi di tempo durante i quali i pazienti non manifestino sintomi. L’introduzione del farmaco potrebbe rispondere ai bisogni insoddisfatti dei malati anche per le modalità di somministrazione che prevedono, a regime, un’infusione endovenosa della durata di trenta minuti - alla dose raccomandata di 300 mg - ogni otto settima-

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ne. «Il disagio che caratterizza chi è affetto da Mici», dichiara Salvatore Leone, direttore generale di Amici Mici Onlus, «è dovuto al fatto che si tratta di patologie caratterizzate da una “disabilità” cronica ma “invisibile”, sulla quale i pazienti stessi fanno calare un muro di silenzio, poiché i sintomi sono sgradevoli anche solo da raccontare. L’avvento del nuovo farmaco ha un impatto positivo anche dal punto di vista psicologico, poiché fornisce una nuova speranza a chi ha una storia di fallimenti terapeutici alle spalle, la cui soluzione spesso paventata è quella definitiva, la chirurgia». Vedolizumab è il primo farmaco della nuova classe di target therapy anti-integrine ed è stato approvato per i pazienti con colite ulcerosa o malattia di Crohn attiva, in forma moderata-grave che hanno mostrato una risposta inadeguata, perdita di risposta o che sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale e/o a un antagonista del fattore di necrosi tumorale alfa (TNFa).


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“Preparatevi a ribaltare tutte le conoscenze che avevate sull’autismo. Con una ricerca meticolosa, Steve Silberman svela sorprendenti verità sulla storia dell’autismo, a partire dalla falsa idea per cui sarebbe ‘epidemico’. Preparatevi a condividere la profonda comprensione che l’autore ha per le tante, differenti persone che oggi includiamo nello spettro autistico. Silberman guarda con interesse anche ai cattivi della storia e questo è allo stesso tempo commovente e opportuno, nel momento in cui ci chiede di abbracciare la diversità. Questo racconto eroico e appassionante è un contributo fondamentale alla storia dell’autismo.”

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Iri e New Line Ricerche di Mercato in partnership Information Resources, Inc. (Iri), leader mondiale nella fornitura di informazioni sui mercati del largo Consumo e sullo shopper, nelle analisi predittive e nella generazione di insight strumentali alla presa di decisioni e New Line Ricerche di Mercato, azienda specializzata in analisi di mercato, consulenza e report per il sistema farmacia italiano, hanno siglato un accordo di collaborazione finalizzato a offrire al mercato Consumer Health servizi di informazione e consulenza che consentano di analizzare e monitorare al meglio le dinamiche del comparto in Italia. L’accordo tra le due società unisce e potenzia le competenze uniche e distintive

delle due aziende: la profonda conoscenza dei mercati Consumer Health e del canale farmacia di New Line Ricerche di Mercato e l’indiscussa posizione di rilievo raggiunta da Iri nel settore del largo consumo e della distribuzione organizzata. «Questa partnership permetterà di offrire un immediato cambiamento nel valore della nostra offerta grazie a una visione unica e completa di tutte le dinamiche che caratterizzano il mondo del Consumer Health e alla possibilità di sfruttare competenze complementari nei canali della Grande distribuzione organizzata e della farmacia» commenta Angelo Massaro, amministratore delegato di Iri Italia.

Iperteso un italiano su tre Rinnovato l’allarme ipertensione nel corso di un congresso cardiologico internazionale svoltosi a Brescia e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini. Un italiano su tre ha livelli elevati di pressione, una situazione che ha implicazioni non soltanto mediche ma anche sociali ed economiche. «Stiamo parlando di una condizione che interessa l’apparato cardiovascolare che può portare a gravi conseguenze soprattutto a carico di arterie, cuore, rene e cervello», sottolinea Enrico Agabiti Rosei, presidente della European society of hypertension e della Fondazione. «Si calcola che nel mondo provochi ogni anno oltre otto milioni di decessi. La Società europea di ipertensione è molto attenta a questo scenario ed è impegnata al miglioramento del controllo della pressione nella popolazione generale. Uno degli strumenti principali è l’informazione, sia dei cittadini sia dei medici». Il focus oggi è rivolto al miglior trattamento per ridurre il rischio cardiovascolare, l’analisi di nuovi fattori di rischio, l’associazione tra problemi cardiovascolari e altre condizioni, l’ipertensione nei bambini e negli adolescenti, la differenza di trattamento tra uomini e donne.

Guida sugli oppiacei in farmacia È disponibile dal 23 gennaio, nelle farmacie italiane, la “Guida informativa all’utilizzo degli oppiacei”, a cura di EuroPain Laboratory, un gruppo di professionisti con un’esperienza ultraventennale in algologia, coordinato da Rossella Marzi, direttore scientifico di EuroPain Laboratory e coordinatore della Rete algologica piemontese. L’obiettivo è spiegare ai cittadini, attraverso un linguaggio semplice e divulgativo, l’importanza dell’impiego dei farmaci oppiacei per una corretta gestione del dolore, fornendo risposte a dubbi e perplessità che continuano a sussistere circa questa categoria di analgesici. L’iniziativa, resa possibile grazie alla collaborazione con la Regione Piemonte, intende superare l’oppiofobia ancora presente nella popolazione, a vantaggio di una migliore appropriatezza terapeutica nel controllo della sofferenza. «Per ottenere il massimo beneficio dalle terapie farmacologiche, riducendo al minimo l’incidenza di effetti collaterali», sottolinea Marzi, «è importante che il paziente sia correttamente informato circa la scelta prescrittiva del medico, superando paure e dubbi immotivati».

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SPIGOLATURE

Congresso Fenagifar a FarmacistaPiù La Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti a conclusione del mandato triennale del Consiglio Direttivo, presieduto da Pia Policicchio, organizza il suo decimo congresso nazionale dal 18 al 19 marzo prossimi a Milano, nel corso della quarta edizione di FarmacistaPiù. «È una tappa importante per la Federazione», recita un comunicato Fenagifar, «soprattutto perché quest’anno si svolgerà all’interno della prestigiosa cornice di FarmacistaPiù. In questo modo saremo ancor più a contatto

con la realtà e l’evoluzione della professione. Ormai da troppo tempo la parola “innovazione” è abusata tanto quanto il termine di “sfide future della professione”; come giovani farmacisti non vogliamo che temi come questi restino in un contesto astratto, ma intendiamo calarli nella realtà del nostro quotidiano e affrontarli in maniera pragmatica ed efficace. L’innovazione è qualcosa che ci appartiene e con cui dobbiamo confrontarci da subito per poter governare il futuro».

Giornata internazionale della medicina omeopatica Il 10 aprile prossimo, in occasione della Giornata internazionale della medicina omeopatica, si svolgerà “Stiamo bene… naturalmente!”, iniziativa promossa da Amiot (Associazione medica italiana di omotossicologia) su tutto il territorio nazionale. Per tutta la giornata gli studi medici, odontoiatrici e veterinari associati offriranno al pubblico consulti gratuiti per sensibilizzare sull’importanza di un corretto stile di vita, illustrare le basi di una corretta prevenzione dei mali di stagione, delle allergie, delle intossicazioni

dell’organismo, dei dolori cronici o di altri malesseri, e sulle terapie d’avanguardia per prendersi cura di sé e prevenire i disagi e le malattie, oltre a un aggiornamento sulle ultime novità in ambito terapeutico. Il progetto si avvale del sostegno non condizionato di Guna.

Convenzionata in calo fino a settembre 2016 Una nota di Federfarma evidenzia che dalla rielaborazione dei dati sulla spesa farmaceutica relativi ai primi nove mesi del 2016 si ricava che la convenzionata cala del 3,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Calano quasi del 2 per cento le ricette prescritte in regime convenzionale mentre c’è un aumento di spesa dell’8,7 per cento per farmaci acquistati dalle Asl e distribuiti in regime dalle farmacie in regime di Distribuzione per conto. A contribuire alla riduzione della spesa convenzionata netta Ssn e delle ricette, secondo quanto rileva Federfarma, c’è, «oltre al crescente ricorso alla Distribuzione diretta e alla Distribuzione per conto da parte delle Asl, la revisione del prontuario (Determina Aifa del 6 ottobre 2015) che ha previsto una riduzione di prezzo di medicinali di fascia A coperti da brevetto o inseriti nelle liste di trasparenza, e gli interventi volti al contenimento delle prescrizioni promosse dalle Asl nei confronti dei medici».

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Nasce Sanofi Pasteur È nata con il nuovo anno la divisione di Sanofi specializzata in vaccini a uso umano. La nuova business unit si chiama Sanofi Pasteur e gestirà anche in Italia e a Malta l’intero portfolio dei vaccini Sanofi, con due sedi, a Milano e a Roma. Tre le aree di intervento: prima infanzia e crescita, vaccini antinfluenzali e per i viaggi. Alla guida della nuova Bu, Mario Merlo (nella foto), nel ruolo di general manager. «Sono emozionato e motivato», commenta. «Oggi dobbiamo proteggere e accrescere il valore della vaccinazione e la sua percezione. Il nostro impegno sarà rispondere alle esigenze di prevenzione delle persone, mentre affrontiamo questa sfida culturale. E lo faremo con umiltà, coraggio e passione».


SPIGOLATURE

L’Aiom e il Piano nazionale vaccini L’Associazione italiana di oncologia medica volge un plauso al ministro Lorenzin per aver sostenuto con forza la necessità di considerare i vaccini quali importanti strumenti di prevenzione, come previsto anche nei nuovi Lea. Al contempo Aiom auspica che le Regioni siano tempestive nel realizzare sul territorio quanto stabilito dal Piano nazionale vaccini, da poco approvato dalla Conferenza Stato Regioni.

«L’allargamento dell’offerta vaccinale stabilita dal Piano è un passo in avanti fondamentale, però è necessario che ogni Regione si attivi quanto prima per garantire la piena attuazione del provvedimento attraverso la chiamata attiva dei cittadini, senza la quale il Piano stesso resterebbe solo una proposizione», spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom. «La nostra

Società scientifica eserciterà un’azione di promozione in tal senso. Le vaccinazioni sono uno strumento di prevenzione primaria, elementi portanti di uno stile di vita sano, al pari di un’alimentazione corretta, dell’esercizio fisico costante e dell’astensione dal fumo di sigaretta. Esistono, infatti, alcuni virus contro cui è possibile vaccinarsi, che possono manifestare gravi conseguenze dopo molti anni dall’insorgenza dell’infezione».

Un portale sulla Distrofia di Duchenne È on line il portale “Tu e Duchenne” (www.duchenneandyou.it), dedicato alla Ddistrofia muscolare di Duchenne, malattia muscolare progressiva causata dalla mancanza di distrofina, che colpisce in primo luogo i bambini maschi. I pazienti che ne sono affetti perdono la capacità di camminare intorno ai dieci anni e incorrono in complicazioni polmonari e cardiache, potenzialmente letali, verso la fine del secondo decennio di vita. Il sito, realizzato da Ptc Therapeutics - azienda impegnata nella ricerca di terapie contro la patologia - si propone principalmente di andare in soccorso dei genitori dei piccoli pazienti. Che cos’è la Duchenne? Come evolverà? Cosa possono fare i genitori, gli amici, la scuola? Domande per le quali è possibile trovare una risposta, formulata in un linguaggio semplice, ma rigoroso dal punto di vista scientifico, e soprattutto nata da anni e anni di esperienza di chi questa malattia l’ha già affrontata, sia come genitore sia come medico. 58 | febbraio 2017 |

Convention di Alphega a Montecarlo Si terrà a Montecarlo il 27 e 28 marzo prossimi l’ottava edizione della Convention Europea di Alphega Pharmacy. Vi parteciperanno oltre mille farmacisti indipendenti da più di nove Paesi Europei. Le sessioni di lavoro dei due giorni mirano a dimostrare come essere sempre più vicini ai propri clienti possa creare maggiore fiducia e fidelizzazione e quindi aumentare il successo dell’impresa farmacia. Tra i relatori di maggior spicco Ornella Barra (Co-chief operating officer, Walgreens Boots Alliance), Juan Guerra (Svp e Md International Wholesale, Walgreens Boots Alliance) e Caitlin Sorrell (Md di Alphega Pharmacy). Per maggiori informazioni consultare il sito www.alphegaconvention.com/it/home.


SPIGOLATURE

No distance for care per aiutare il Tamil La Roche-Posay, in collaborazione con la Onlus Farmacisti in aiuto, ha creato No distance for care, un fondo a favore del pronto soccorso farmaceutico del Tamil Nadu, in India, che garantisce un primo sostegno alla popolazione di quella zona, attraverso la fornitura di terapie, esami e cure gratuite. La Roche-Posay ha selezionato tre farmacisti italiani per portare aiuto concreto in India: Elena Penazzi (Farmacia Zolino di Imola), Ludovica Fadda (Farmacia Fadda-Caboi di Cag liari) ed Enrico Bruno (Farmacia Bruno di Francavilla al Mare). In India, e in particolare nelle aree del Tamil Nadu, la situazione sanitaria è critica a causa dello stato di povertà in

cui versano la maggior parte delle famiglie, costrette a indebitarsi per sostenere le spese mediche. «Collaborare con le popolazioni povere e bisognose per favorire il loro progresso sociale e culturale, permettendo a tutti coloro che hanno beneficiato del nostro sostegno, di poter un giorno operare in autonomia»: questa la filosofia della Onlus.

Fiabe che aiutano a guarire È on line da gennaio www.tiotio.it, un sito che propone una serie digital dei pediatri per le famiglie. Il protagonista è TioTio, peluche dai magici poteri, al centro di avventure da leggere insieme, genitori e figli. Le sue avventure sono inviate via email dal pediatra ai genitori. Il bambino fa conoscenza con TioTio nello studio medico e a casa trova sul tablet o sul computer dei genitori le fiabe in formato stampabile. La serie è un misto di fiaba che favorisce la crescita e il confronto con fantasie e paure infantili. «Il nostro progetto inserisce aspetti della medicina narrativa», spiega Giovanni Borroni, ceo di Wellcare Marketing & Communication, l’agenzia che ha curato il progetto, «in un percorso di educazione con protagonisti genitori e figli insieme ai pediatri che presentano TioTio alle famiglie. Attraverso il personaggio fantasy si crea una immediata empatia e una relazione di fiducia con il medico. Le fiabe, infatti, aiutano a capire meglio la malattia, a spiegarla in un modo più umano e coinvolgente». 59 | febbraio 2017 |

Più prevenzione con “Lavora con il cuore” “Lavora con il Cuore” è la campagna di prevenzione avviata nel 2015 dalla Fondazione italiana per il cuore (Fipic), in condivisione con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con l’intento di valutare i principali fattori di rischio cardiovascolare tramite un semplice test del sangue. Tra dicembre 2015 e febbraio 2016, la campagna si è svolta nelle sedi centrali del ministero del Lavoro, a Roma, coinvolgendo circa 550 persone (25,8 per cento uomini e 74,2 donne), il 56 per cento dei dipendenti. «Con particolare riferimento alle considerazioni sui fattori di rischio cardiovascolare, la campagna ha permesso di evidenziare che il 15 per cento dei soggetti era iperteso, il 44 presentava alti livelli di colesterolo nel sangue, il 23 fumatore, il 20 non svolgeva alcuna attività fisica e il 44 era in sovrappeso, di cui l’11 per cento obeso», afferma Roberto Volpe, ricercatore del Servizio di prevenzione e protezione, Consiglio nazionale delle ricerche-Cnr di Roma. «La bontà di iniziative come questa e l’apporto che può dare la medicina sui posti di lavoro risiedono nell’opportunità di andare a evidenziare quei fattori di rischio su cui si può e si deve agire per una migliore prevenzione». Da non dimenticare che le malattie del sistema cardiocircolatorio rappresentano la prima voce di costo tra le prestazioni previdenziali, con 669 milioni di euro l’anno spesi per assegni ordinari di invalidità e 1,2 miliardi di euro destinati alle pensioni di invalidità.


CONSIGLI

Per la cura

della pelle psoriasica

Una nuova linea completa in quattro referenze di LUIGI MARAFANTE ISDIN presenta Psorisdin,

della cute e del cuoio

la prima linea completa

capelluto, riducendo il prurito

per il trattamento

e l’infiammazione attraverso

e il mantenimento quotidiano

idratanti ed emollienti efficaci

della pelle psoriasica.

e dall’elevata compliance.

Composto da quattro

La nuova linea Psorisdin

referenze, il programma

è formulata con una tecnologia

ISDIN consente di migliorare

a base di componenti

significativamente lo stato

anestetici locali anti-prurito,

desquamativo severo

capace di ridurre i sintomi

causati dall’infiammazione e dalla pelle secca e desquamata, e dall’efficacia dimostrata in tutti gli step della cura della pelle con psoriasi. Dall’igiene quotidiana del corpo

all’idratazione, le referenze ISDIN stabilizzano e offrono un effetto cheratoregolatore alla pelle psoriasica, proteggendola e alleviando prurito e rossore. www.isdin.com/it

IL REGALO PERFETTO PER MAMMA E NEONATO Una baby-bag e una baby-trousse, ricche di tanti prodotti Babygella per la cura della pelle del bambino. Babygella ha pensato al regalo perfetto per l’arrivo di un bebè: una pratica e spaziosa baby-bag e una baby-trousse, comoda da portare anche fuori casa. Babygella baby-bag contiene: talco, bagno delicato 250 ml, shampoo delicato 250 ml, pasta tubo 100 ml, salviettine, 72 pezzi, Babygella baby-trousse contiene: Bagnetto primi mesi, pasta protettiva, salviettine, 15 pezzi. www.babygella.it

PER UN NATURALE TRANSITO INTESTINALE Fave di Fuca Tisana aiuta a ritrovare il naturale transito intestinale grazie alla sua azione lassativa: Fave di Fuca Tisana è il prodotto a base di erbe che, una volta giunte nel colon, agiscono in modo sinergico per favorire la peristalsi, l’eliminazione dei gas e lo svuotamento intestinale. Composizione: Senna e Frangula, che agiscono stimolando la muscolatura intestinale e favorendo il transito intestinale; Malva, dalle proprietà emollienti

per rendere le feci più morbide e facilitarne l’espulsione; Carvi e Finocchio, per favorire la digestione e l’eliminazione dei gas intestinali. www.euritaliapharma.it

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CONSIGLI

UNA BARRIERA CONTRO IL FREDDO Cetaphil Restoraderm D.A. pensato per le pelli sensibili, con la sua triplice azione è l’alleato perfetto anche per le pelli più secche. Una pelle sensibile è più facilmente oggetto di allergie, prurito e bruciori cutanei e anche statisticamente più incline a manifestare photoaging e rughe. La pelle del viso in inverno ha quindi bisogno di più attenzioni e di prodotti specifici. Un ottimo alleato per le pelli più secche è il Fluido Ultra Idratante di Galderma, un idratante

IN REGALO LA PRATICA POCHETTE

intensivo che, grazie alla sua formulazione con ERC5, svolge una triplice azione. www.galderma.it

Quando si fa attività fisica in un ambiente chiuso, caldo e umido, la pelle può disidratarsi e la proliferazione di funghi e batteri è maggiore. Dermico di Dermon è il detergente attivo che aiuta a prevenire le infezioni fungine o batteriche che possono aggredire cute, capelli e unghie provocando fastidiosi arrossamenti, prurito e desquamazione. Principi attivi come l’acido undecilenico, il triclosan e lo zolfo combattono attivamente i microrganismi responsabili delle infezioni. Per rendere la sessione di allenamento ancora più piacevole, Dermon Dermico regala la pratica pochette. www.dermon.it

AFFRONTARE I MALANNI DI STAGIONE I Laboratori ORTIS hanno sviluppato la gamma Propex, una speciale linea di integratori che si basa sulla sinergia di ingredienti naturali: piante, vitamine e propoli. A base di propoli, la gamma Propex si distingue per una doppia azione: alleviante delle vie respiratorie da una parte e fortificante del sistema immunitario dall’altra. Di origine 100 per cento naturale, senza conservanti, senza coloranti, senza zuccheri aggiunti, i prodotti Propex possono essere consumati

PER L’AFFATICAMENTO FISICO E MENTALE

da tutti i membri della famiglia a partire dai tre anni di età (sei anni per le compresse). www.ortis.com/it

Sargenor è un integratore alimentare a base di arginina in fiale da bere al gusto di albicocca. Questo aminoacido può svolgere un ruolo apprezzabile in alcune attività biochimiche utili per il mantenimento del benessere fisico e mentale. In sintesi: è utile negli stati di affaticamento fisico e mentale a seguito di periodi impegnativi, ed è senza glutine.

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Per adulti e bambini in età scolare si consiglia di assumere 1 fiala di Sargenor 3 volte al giorno, preferibilmente prima dei pasti, diluita in mezzo bicchiere d’acqua, però può essere assunta anche senza acqua. www.mylan.it


CONSIGLI

IGIENE INTIMA QUOTIDIANA La linea di detergenti Saugella si arricchisce di una nuova referenza dedicata a tutte le donne in età fertile ed in particolare alle più giovani. Si tratta di un detergente per l’igiene intima quotidiana femminile completamente nuovo che assicura freschezza delicata e protratta nel tempo, protezione efficace e idratazione della mucosa vulvo-vaginale. Associa ad una azione rinfrescante delicata e protratta nel tempo: una protezione efficace grazie all’attività del Thymus vulgaris, una detersione emolliente ed idratante per la presenza

UN KIT PER IL BENESSERE Il Kit Vanity Micro-Elastina di Resultime contiene: la Crème Anti-Age Jour Micro-Elastine, un vero e proprio concentrato di Microelastina; il Sérum Ultra-Tenseur ADN, concepito per rispondere alle problematiche legate all’invecchiamento cutaneo; la Crème Raffermissante Nuit Micro-Elastine, un trattamento dall’insuperabile efficacia rassodante specifico per la notte; il Gel Collagène Régénérant, un trattamento anti-age assolutamente rivoluzionario; la Crème Yeux 5 Expertises, dell’estratto di Calendula un esclusivo trattamento anti-età specifico officinalis e di tensioattivi per il contorno occhi. www.resultime.com delicati con proprietà seborestitutive. www.rottapharm.it

IL NEMICO DEI CHILI DI TROPPO

SUPER IDRATANTE CON EFFETTO LIFTING Naga Emulsione, con il 3% di Sericina, un fluido concentrato, che oltre ad avere la capacità di trattenere l’acqua e ridare il giusto livello d’umidità alla pelle, determina un effetto tensore anti rughe. Il suo contenuto di proteine idrosolubili, ad alto peso molecolare, delle ceramidi vegetali liposolubili e degli oligosaccaridi ciclici, assicura il risultato di un prodotto dalle eccezionali caratteristiche. Può essere usato in qualsiasi momento

della giornata, per ogni tipo di pelle, anche come base al trucco. Risultato: pelle idratata e distesa, le rughe sono meno evidenti e il viso ha un aspetto meno affaticato. www.innoxa-cosmetics.com

Il Panty Corsaro della linea Slimagra di Sanico produce un aumento della temperatura corporea di 2/3 °C, favorendo la lipolisi e il microcircolo, così da apportare ossigeno ai tessuti e indurre un naturale incremento del metabolismo. Innalzando la temperatura corporea, infatti, si sollecita una risposta dell’ipotalamo che, al fine di riequilibrarla, velocizza la circolazione nel sistema sanguigno e linfatico, determinando un aumento del metabolismo e conseguentemente un maggior consumo di calorie. La lunghezza sotto al ginocchio

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gli permette di controllare una zona spesso interessata da cellulite e centimetri in eccesso, ma non raggiunta dal classico pantaloncino. www.sanicareweb.com


CONSIGLI

SINDROME DELL’OCCHIO SECCO Un recente studio dimostra l’efficacia di Proflora, integratore alimentare simbiotico di Guna, costituito da sei ceppi probiotici, nel favorire il miglioramento delle condizioni di DED. La DED è una patologia multifattoriale che coinvolge la superficie oculare e il film lacrimale ed ha una marcata interferenza sulle capacità visive del paziente e sulla qualità della vita. Lo studio mostra come la supplementazione alimentare con un simbiotico a base di Bifidobacterium e Lactobacillus possa essere utile nel migliorare le condizioni di DED attraverso un significativo potenziamento dei sistemi di difesa della superficie oculare. guna.com/it

I RIMEDI VIBRAZIONALI

ANCHE NEI PUNTI PIÙ NASCOSTI Oral-B Genius è il sistema intelligente per la pulizia dentale che combina la rivoluzionaria tecnologia Position Detection con il triplo controllo di pressione e un timer professionale, per aiutare a spazzolare i denti. Oral-B Genius, con le sue innovative caratteristiche, aiuta a migliorare l’igiene orale quotidiana. La rivoluzionaria tecnologia Position Detection combina un innovativo sensore di posizione sullo spazzolino, con un riconoscimento video, grazie alla fotocamera dello smartphone. Le aree della bocca spazzolate vengono tracciate, evitando così che alcune zone vengano saltate. www.az-oralb.it

IL GUSTO DI RIMANERE ATTIVI Con l’invecchiamento si osserva una fisiologica e progressiva diminuzione della massa muscolare, con una degenerazione che va dal 2 al 7 per cento per decennio. La perdita di tono delle fibre muscolari nella popolazione senior viene spiegata principalmente con l’alterazione della sintesi delle proteine del muscolo. LB LYOpharm ha sviluppato una linea di prodotti ideata per rispondere, sia in termini di efficacia che di gusto, alle specifiche esigenze nutrizionali e alimentari della popolazione adulta senior: NutraLYO, l’innovativa gamma di integratori alimentari liofilizzati, ad alto contenuto proteico, con vitamine e sali minerali. www.lyopharm.it

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Per aiutare a ritrovare o perfezionare il naturale equilibrio emotivo, Ama! di Natur ha mixato i migliori rimedi vibrazionali esistenti tra fiori, gemme e animali, dando vita a 12 formule composte che racchiudono tutto lo straordinario potere energetico della natura. Essenze della composizione: Larch (fiori di Bach Healing Herbs), Pavone (essenze animali Wild Earth), Basilic (essenze francesi Deva), Chrysocolla (essenze Alaska, Alaskan Flower Essence Project), Mauve melaleuca (essenze australiane Living), Bush gardenia (essenze australiane Bush), Sticky monkeyflower (Essenze californiane Flower Essence Services). www.natur.it


IL LIBRO

Stanze di un farmacista

Un libro di poesie per festeggiare gli ottant’anni della Farmacia Bertolani

F

di LAURA BENFENATI

armacisti scrittori ne abbiamo incontrati più di uno - il primo lo abbiamo pure sposato - un farmacista poeta non avevamo ancora avuto il piacere. Ringraziamo quindi Lorenzo Bertolani per il prezioso libro che ci ha inviato in redazione. Lorenzo è un poeta, saggista e drammaturgo toscano che fa il farmacista a Badia a Settimo (Scandicci). Il suo lavoro è lo spazio in cui avviene l’incontro con l’altro e come scrive

Enrico Gatta nella prefazione «l’alterità, come i più illuminati tra i teologi e gli psicanalisti non si stancano mai di ripetere in questi nostri tempi di narcisismo acuto, è la condizione essenziale per ogni esperienza affettiva». Il racconto di Bertolani parte dalla sua vita di studente ed è legato a temi di attualità ma anche a memorie personali come il ricordo, molto toccante, del padre morente il giorno del venticinquesimo anniversario della laurea di Lorenzo.

LORENZO BERTOLANI Stanze di un farmacista, 2016, Edm-Edizioni della Meridiana

Studente Le giostre moschine s’accostano ad un silenzio estivo… I primi minuti, il dopopranzo Mi piego sulle formule. Padre, collega Tu morente hai ascoltato le parole sul giorno della mia laurea, quando potei stringerti la mano e chiamarti collega. Avrei pensato tutt’altro per questo giorno di ricorrenza ma niente di meglio oggi del tuo tentativo di stringermi di nuovo la mano. Altre poesie sono strettamente legate ai grandi eventi della storia, come la guerra in Bosnia, vissuta dal banco della farmacia. “Colmare la mancanza” affronta invece il tema della malattia nella percezione dei farmacisti alchimisti e confessori. Colmare la mancanza «Verrà il giorno in cui non potremo

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più curare i nostri malati» così parlò uno specialista, a torto o a ragione… E continuando: «La malattia non sarà soltanto “uno stato di privazione” per il malato ma anche per il medico». Noi, alchimisti e confessori, ponti distesi tra mondi, possiamo colmare questa mancanza con un grammo di “sostanza” del colore del nostro sorriso. Il racconto si sofferma su storie di clienti abituali e su quelle personali, come il ricordo della moglie che aveva un abito blu e bianco la prima volta che è entrata in farmacia. Stupenda, in un’altra poesia, la definizione del bancone «è la banchina/ del molo/dove attraccano/le più elementari/necessità, le futilità/i drammi/più strazianti». La farmacia è oggi più che mai “stanza” per tutti, come scrive il sindaco di Scandicci nella prefazione, «luogo del presidio quotidiano e costante verso la quotidianità».


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