Punto effe 3 2017

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Anno XVIII | N° 3 23 febbraio 2017 | www.puntoeffe.it

IV CONGRESSO DEI FARMACISTI ITALIANI MILANO 17 | 18 | 19 MARZO, MiCo Centro Congressi

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Il sistema sanitario A colloquio con uno dei ricercatori più influenti a livello mondiale

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SOMMARIO

Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)

6

Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

5 | Editoriale

Collaboratori Silvia Ambrogio, Rachele Aspesi Claudio Buono, Attlilia Burke, Stefania Cifani, Elisa Da Vinci, Luigi Marafante, Luca Pani, Roberto Pulcri Bruno Riccardo Nicoloso

PARLIAMONE Tra noi

6 | Antitrust-industria: obiettivi comuni

Pubblicità Massimiliano Donati Responsabile Commerciale ADV dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.368 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294

PRIMO PIANO Incontri

Giuseppe Remuzzi

FarmacistaPiù

Ritorno a Milano

12 16

Attualità

Congiunturale cosmetica 20

Galenica

Misure restrittive

26

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Omeopatia

Rimedi contro l’insonnia 26

Professione

Dell’altro emisfero

Convegni

Il valore della filiera

30 36

Nutrizione

In caso di infertilità maschile

Cosmesi

40

Il profumo: un prodotto senza tempo 44

44

Abbonamenti Tel. 02.88184.317 Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it Tel. 02.88184.222 Immagini Fotolia, Thinkstock. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori Stampa Grafica Veneta S.p.A., Via Malcanton 2, 35010 Trebaseleghe (PD) Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

RUBRICHE 48 | Legale 53 | Il libro 54 | Intervista a.. 57 | Spigolature 60 | Consigli 64 | The Blind Spot

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2015 - 31/12/2015 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 11.042 Diffusione media: 10.727 Certificato CSST n. 2015-2564 del 25/2/2016 Società di Revisione: Metodo

Testata in corso di certificazione per l’anno 2016 Testata Associata

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editoriale

“Leggete senza pensare oppure concentratevi su ogni parola ma continuate a camminare”

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EDITORIALE

di PAOLO VINTANI

Epiche gesta

L

a farmacia da almeno un decennio si trova di fronte a enormi cambiamenti, forse solo negli ultimi tempi abbiamo realizzato che indietro non si torna, è l’ora delle decisioni. Vorrei inquadrare il momento proponendo un paralellismo degno: rievocare gesta epiche quale specchio del mondo della farmacia e come orientamento alle azioni da poter intraprendere. Allo stato dell’arte: vediamo la farmacia come la bella Elena che si compiaceva della vita da regina di Sparta, un seduttore Troiano, quando un tal Paride (che potremmo rendere icona dell’ingresso del capitale) riesce a trascinarla al di là dell’Egeo. Ma il Re Priamo, con tutta la città (leggere la politica), è pronto a scommettere sull’amore tra i due, tanto da disporsi alla guerra. Anche Ettore, strenuo difensore delle tradizioni - unità familiare, patria, coraggio, purezza (Fofi) - si accinge ad accettare il nuovo mondo. Nella radura sottostante le mura di Troia si apprestano quindi le truppe Achee (che poi non sono altro che le possibili realtà che opereranno sul mercato), rappresentanti di regni diversi. Si intravedono giganti capitalistici, il prode Aiace, che spaventa ma ancor non si muove. Il bell’Achille (retail di gruppi di farmacie) scenderà in campo ma, come la trama suggerisce, non basta indossare una lucente armatura, l’amico Patroclo fu ucciso quando ebbe l’ardire di farlo. Non è l’armatura

(l’insegna) che fa il guerriero, è l’uomo. La sua capacità di essere protagonista e di essere unico. Sono convinto che anche questa Farma Iliade ci porterà a enormi cambiamenti, con vantaggi e svantaggi, con vittoriosi e perdenti; quello su cui dobbiamo concentrarci, e mi riferisco a chi fa informazione e cultura, è il tentativo di essere la Google Map della farmacia. Non è quindi nostro compito indirizzare la politica della farmacia, ma offrire a chi fa politica e soprattutto al singolo farmacista (che, lasciatemelo dire, si può proprio definire eroe moderno) sempre più scelte e opportunità di crescita. La teoria dell’evoluzione ci insegna che chi evolve non è il più forte, ma chi si sa adattare meglio all’ambiente. Quindi, più si conosce l’ambiente, più si ha possibilità di sopravvivere. Ulisse risolse il conflitto, giocando d’astuzia capendo il lato debole non tanto dei Troiani, ma dell’uomo... celebrare e celebrarsi. Un cavallo di legno da far ardere quale gioco rituale fu fatale per Troia. Chiaro, è solo un “gioco di ruolo”. Finora Punto Effe ha saputo dare tanto, il desiderio è quello di una maggiore propensione a essere curiosi. Per troppo tempo la farmacia ha scimmiottato mondi paralleli, traducendo le esperienze del supermercato (allora si diceva così) nella sua realtà; oggi la Gdo è un concorrente dichiarato. L’inizio della farmacia dei servizi è stato quello di 5 | febbraio 2017 |

proporre micro ospedali o mini Spa, oggi i poliambulatori offrono servizi e le Spa iniziano a essere in crisi. Essere curiosi è ricerca di una propria via, di una propria identità. Credo che i poemi epici siano lo specchio della natura umana, che non varia granché: quel che vale è essere sempre se stessi. E Federfarma dove sta in tutto questo? Potrà essere una Grecia Ellenica ricca di storia, cultura, curiosità e pronta a innovazioni culturali. Oppure una Grecia moderna... A lei la scelta.

La professione del farmacista nel cuore. La voce di chi in farmacia ci vive e ci lavora. Punto Effe da questo numero si apre con l’editoriale di chi, pur lavorando dietro un banco, cerca di guardare verso nuovi orizzonti. L’Editore


PARLIAMONE TRA NOI

di ATTILIA BURKE

Obiettivi comuni

L’

era della diffidenza tra Antitrust e industria farmaceutica è finita. Sono solo vecchi cliché quelli che vedono il controllore e il controllato guardarsi con aria scettica perché quando l’obiettivo è comune le tensioni si allentano in favore di una collaborazione propositiva. Questo il messaggio che emerge dall’incontro tenutosi a Roma tra i vertici di Farmindustria, dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato e di Aifa: “Antitrust e industria farmaceutica: dialogo sulle nuove sfide della competi-

tività». Un obiettivo comune tra le parti esiste eccome ed è quello di «rendere accessibile prima possibile i prodotti dell’innovazione nella tutela della salute del paziente, garantendo a un’industria che ha un valore per il Paese le possibilità di cui necessita per continuare a crescere». Parola del presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi. Aggiunge il presidente dell’Agcm Giovanni Pitruzzella che quella farmaceutica «è un’innovazione che giova alla crescita economica e alla tutela dei diritti di un consumatore particolarmente debole, il consumatore malato». 6 | febbraio 2017 |

Un settore cruciale

Nel cammino verso la realizzazione di questo proposito, le istituzioni hanno preso coscienza del valore che l’industria farmaceutica ha per il Paese. «Il settore farmaceutico è di enorme importanza sia per la salute sia per l’economia. È necessario che lo sviluppo del settore possa avvenire in un contesto in cui siano rispettate le regole della concorrenza, che favorisce l’innovazione e la riduzione dei prezzi», afferma Pitruzzella. Da parte sua Scaccabarozzi spiega quanto importante sia per Big Pharma, in Italia, il lavoro svolto dall’Antitrust: «Un fat-


PARLIAMONE TRA NOI

Antitrust e industria farmaceutica, l’era delle tensioni è finita. Un incontro a Roma

tore competitivo come una regolazione del mercato fatta in modo efficiente ed efficace è più importante della pressione fiscale e anche degli incentivi finanziari. Avere politiche di concorrenza stabili è fondamentale anche a parità di risorse». Su quale sia il primo passo per raggiungere l’ambiziosa meta, Farmindustria, Agcm e Aifa sono d’accordo: serve certezza delle regole. «Credo sia fondamentale tracciare il più possibile elementi di prevedibilità perché parliamo di un’industria - quella farmaceutica - che deve innovare e quindi fare piani di lungo periodo», precisa

Pitruzzella. Un chiaro appello a una maggiore stabilità della legislazione arriva anche da Farmindustria: «Chiediamo certezze, perché questo è l’unico modo per fare squadra con le istituzioni e attrarre investimenti» sottolinea Scaccabarozzi.

L’accordo Aifa-Agcm

Un primo passo verso la stabilità si è concretizzato con la recente firma dell’accordo tra l’Aifa e Agcm, un documento che ne sancisce la cooperazione e prevede la condivisione di documenti, dati, informazioni e il confronto continuo tra le parti. 7 | febbraio 2017 |

La cooperazione prevede, tra le altre cose, la segnalazione reciproca di casi in cui, nell’ambito dei procedimenti di rispettiva competenza, emergano ipotesi di violazione di disposizioni alla cui applicazione è preposta l’altra parte. Tali segnalazioni potranno riguardare, per esempio, l’attività di negoziazione dei prezzi di farmaci che l’Agenzia svolge in contraddittorio con le imprese farmaceutiche e/o casi di contraffazione e/o di vendita a distanza di prodotti farmaceutici che emergono nell’ambito delle attività di competenza dell’Autorità. «Questa collaborazione sarà utile anche al mer-


PARLIAMONE TRA NOI

e oncologici, in un momento di difficoltà, dimostra che l’Italia è un Paese che crede nell’innovazione».

La proprietà intellettuale

cato e alle imprese del farmaco, protagoniste di un settore cruciale per l’economia e lo sviluppo del Paese», afferma Pitruzzella. «Bisogna dare certezze a un settore cruciale per l’economia, come quello del farmaco, e per questo è decisivo che le regole siano chiare».

Sul versante industriale

L’iniziativa è stata accolta positivamente anche dalle stesse aziende farmaceutiche, indirettamente coinvolte nell’accordo. «Il protocollo va nella direzione della tutela del paziente, intende garantire l’accesso ai nuovi farmaci ai malati e un equilibrio economico di tutto il settore in cui il farmaceutico si trova a operare. Noi siamo pronti a giocarci tutta la nostra trasparenza, così come abbiamo già reso trasparenti tutte le transazioni tra noi e la classe medica», commenta Scaccabarozzi. «In Italia l’industria farmaceutica rende più di quanto prende». E passa ai numeri: una pre-

senza del 40 per cento di aziende a capitale italiano che hanno un alto indice di internazionalizzazione. Se si considera la produzione industriale degli ultimi cinque anni, si nota che il manifatturiero ha segnato un -7 per cento mentre la farmaceutica ha risposto bene alla crisi: il valore della produzione ha visto un aumento del 15 per cento. Le aree in crescita negli ultimi anni sono state essenzialmente due: autotrasporti e industria farmaceutica. «Il farmaceutico in Italia ha una presenza industriale estremamente forte, siamo secondi solo alla Germania e credo che nel prossimo anno e mezzo saremo davanti. La capacità pro capite è già superiore a quella tedesca. Abbiamo aumentato l’export, l’Italia sta diventando un hub per la pro innovation: in Europa sono state approvate sei terapie avanzate e di queste tre sono nate in Italia. La legge di Stabilità ha dato un grande segnale in questa direzione: avere trovato fondi per i farmaci innovativi 8 | febbraio 2017 |

Sul fatto che la farmaceutica possa essere un motore di crescita per il Paese l’Agcm concorda. Pitruzzella, tuttavia, tiene a precisare quanto sia «necessario che questo sviluppo, al quale guardiamo con enorme favore, possa avvenire in un clima e in un contesto in cui siano rispettate le regole della concorrenza, nel convincimento che la concorrenza favorisce l’innovazione e una riduzione dei prezzi nel medio termine. Naturalmente concorrenza non significa che vadano pregiudicati i diritti di proprietà intellettuale». E la proprietà intellettuale è stato proprio uno dei temi al centro dell’incontro. Secondo il consigliere del ministero dello Sviluppo economico (Mise) per le politiche industriali Paolo Bonaretti, andrebbero rivisti, a livello europeo, alcuni dei termini che la caratterizzano: «Siccome non si può negoziare un prezzo omogeneo di un farmaco in un sistema di Paesi che hanno Pil diversi e regole diverse, bisognerebbe quantomeno intervenire sulla questione della proprietà intellettuale, per evitare abusi di posizioni dominanti come forse in un caso quello dell’epatite C - si è registrato. Ma soprattutto per cominciare a dare certezze alle imprese e ottenere una relativa riduzione dei costi». L’Agcm, nel sottolineare l’importanza del mantenimento dei brevetti in quanto strumento utile a stimolare l’innovazione, ricorda che l’utilizzo degli stessi non è sempre appropriato. «I costi delle imprese vengono recupe-


PARLIAMONE TRA NOI

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PARLIAMONE TRA NOI

rati tramite la proprietà del brevetto farmaceutico che ha quindi un ruolo essenziale per agevolare l’innovazione», afferma Gabriella Muscolo dell’Autorità. «Il rapporto tra tutela brevettuale e Antitrust è visto in termini di complemetarietà e non di conflitto. La complementarietà può diventare conflitto quando l’utilizzo del brevetto farmaceutico sconfina nell’abuso. Le stesse condotte lecite in determinati contesti possono diventare strategie illecite in altri: bisogna identificare i singoli episodi, valutandoli caso per caso. A tal proposito sono state individuate specifiche strategie di abuso. Per esempio, il deposito di domande divisionali non è abuso ma può diventarlo in un determinato contesto di condotte, quando si punta ad allungare il tempo di esame di un brevetto. Oppure si ricorre al cluster di brevetti, cioè al deposito di numerosi brevetti per lo stesso medicinale. E ancora, alla gestione strumentale dei brevetti di secondo uso».

La competizione e il rischio Usa

Il comparto farmaceutico presenta anche caratteristiche di competitività interna: all’interno di una stessa azienda può manifestarsi una lotta silenziosa mirata ad attrarre investimenti in ricerca, produzione e sviluppo nel proprio Paese piuttosto che in altri. In quest’ottica, giocano un ruolo chiave una regolamentazione stabile e l’eliminazione di p olitiche penalizzanti per gli investitori. «Oggi il 60 per cento del nostro settore è fatto di aziende a capitale estero che investono nel Paese; gli Stati Uniti, per esempio, investono nella farmaceutica in Italia come non investono da nessun’altra parte», spiega Scaccabarozzi. In virtù di questo, risulta evidente che la politica che Trump intende applicare, chiedendo a gran voce un ritorno della produzione negli Stati Uniti, mette a rischio il mercato italiano: «Sentiamo in questi giorni dalla stampa internazionale parlare molto di protezionismo», 10 | febbraio 2017 |

commenta il presidente di Farmindustria, «e stiamo correndo un rischio notevole: noi tutto quello che si chiede in America lo abbiamo già e dobbiamo fare il massimo dello sforzo per mantenerlo. Se passa questo tipo di impostazione, non vedo perché un’azienda americana debba mantenere gli investimenti nel nostro Paese invece di riportare tutto “a casa sua”, come si invoca. Per questo dobbiamo fare squadra, per mantenere qui gli investimenti in produzione, ricerca, innovazione e occupazione piuttosto che pensare al payback. La governance deve essere rivista, non è possibile che molti dei nostri investimenti vadano a colmare inefficienze di gestione».

Il fronte regolatorio

E sulla questione del payback una precisazione, non certo irrilevante, arriva dal direttore generale dell’Aifa Mario Melazzini: «Dobbiamo valutare sicuramente la questione del payback e dei tetti: esistono norme ben precise sulla scorta delle quali noi eseguiamo calcoli e, in seguito, andiamo a emettere Determine. Se queste norme non vanno bene la politica le deve cambiare. Abbiamo bisogno di strumenti nuovi per poter garantire la sostenibilità del sistema, ci vuole una nuova governance e su questo il ministro della Salute è d’accordo con il ministro dello Sviluppo economico. Rimane quindi fondamentale il confronto con le Regioni perché c’è un percorso che deve essere fatto senza disomogeneità. Il modello dovrebbe essere quello dell’Fda americana: ciò che esce dall’Agenzia regolatoria statunitense viene applicato indistintamente in tutti gli Stati, in maniera omogenea».


NUTRIZIONE | occhiello

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INTERVISTA

di STEFANIA CIFANI

Il sistema sanitario è il bene più prezioso

I

l nefrologo Giuseppe Remuzzi dal 1999 è direttore della struttura complessa di nefrologia e dialisi dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. Dal 1983 inoltre è Coordinatore delle ricerche dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo, che comprende i Laboratori del Centro Anna Maria Astori e il Centro di ricerche cliniche per le malattie rare. Dal 2015 è professore ordinario presso l’Università Statale di Milano, dove è stato chiamato a ricoprire “per chiara fama” la cattedra di Nefrologia. Nel 2016 Thomson Reuters lo ha inserito nella lista dei 3.100 ricercatori più influenti al mondo, che hanno cioè firmato le pubblicazioni scientifiche più citate, per il periodo 2003-2013. Le malattie renali croniche sono in aumento e interessano oltre tre milioni di individui in Italia. Come si caratterizzano? Con il termine di malattia renale cronica si designa un vasto numero di malattie diverse che colpiscono il rene e che possono causare la perdita della funzione di questo organo. Molte di queste malattie sono causate da alterazioni del sistema immune o da mutazioni genetiche. Anche diabete mellito e ipertensione sono cause 12 | febbraio 2017 |


INTERVISTA

A colloquio con il nefrologo Giuseppe Remuzzi, uno dei ricercatori più influenti a livello mondiale molto importanti di malattia renale cronica. Molte di queste diverse malattie renali spesso danno segni di sé solo quando la funzione del rene è irrimediabilmente compromessa e diventa necessario ricorrere alla dialisi o al trapianto. Ogni rene è composto da un milione di glomeruli (piccoli agglomerati di capillari) che costituiscono quelle che si chiamano le unità funzionali. Se ne possono perdere anche l’80 per cento senza avvertire disturbi. Il rene ha la straordinaria capacità di lavorare anche con poche unità funzionali attive, poiché le restanti compensano quelle che non funzionano più.

prevenire molte malattie renali. Per altre invece possiamo fare molto. Per esempio, una cura precoce e adeguata di ipertensione arteriosa e diabete mellito può ridurre il rischio della nefropatia causata da queste condizioni o rallentarne molto la progressione. È importante praticare attività fisica, curare l’alimentazione che non deve essere troppo ricca di sale, ed evitare l’esposizione a sostanze tossiche. In caso sia necessario assumere antibiotici, per esempio, è opportuno controllare la funzione renale che, se compromessa, riduce la quantità di farmaco che l’organismo è in grado di tollerare senza danneggiare il rene.

Quali sono le terapie farmacologiche? La malattia renale cronica ha la caratteristica di progredire più o meno rapidamente nel corso del tempo verso la fase finale. Per molte forme di malattia renale cronica, con farmaci appartenenti alla categoria degli Aceinibitori, che riducono la pressione nei capillari del glomerulo e il superlavoro a cui il rene è sottoposto in caso di perdita di alcune unità funzionali, si ottiene un significativo rallentamento di questa progressione verso la dialisi.

Come è possibile tenere sotto controllo la funzionalità renale? La concentrazione di creatinina nel sangue, misurabile attraverso un semplice prelievo, è un indicatore molto preciso della funzionalità renale. I nostri muscoli ne producono infatti una certa quantità che viene poi eliminata attraverso le urine; se il livello di creatinina è superiore ai limiti siamo in presenza di una sofferenza del rene. Un altro modo per accorgerci precocemente della presenza di una malattia renale consiste nell’eseguire regolarmente, una volta all’anno a partire dai 40 anni, un esame delle urine. Se i reni sono in salute nelle urine non devono essere presenti trac-

È possibile prevenire la malattia renale cronica? In realtà non conosciamo il modo di

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ce di globuli bianchi, globuli rossi e proteine. Bere molta acqua è utile? Bere in abbondanza pensando di poter proteggere il rene da disfunzioni non è necessario. L’indicazione di bere anche senza avvertire lo stimolo della sete è valida per anziani o bambini molto piccoli, che hanno perso o non ancora acquisito il senso della sete. Al di fuori di queste categorie non è invece necessario bere senza sentirne la necessità, nemmeno durante l’attività sportiva agonistica, poiché il nostro sistema di regolazione è molto preciso. Diverso è il caso in cui vi sia, per esempio, familiarità per calcoli renali. In questi casi assumere liquidi in abbondanza e seguire un’alimentazione povera di sale e di proteine animali può evitarne la formazione. Quali progressi sono stati fatti nella terapia farmacologica delle malattie renali croniche? Oggi la nefrologia sta vivendo una fa-


INTERVISTA

Ci sono farmaci nuovi da usare nella fase successiva al trapianto? Una novità La ciclosporina è attualmente insomolto importante stituibile e rappresenta il cardine di questi anni della terapia antirigetto. Esistoè rappresentata no poi nuovi farmaci che però dal trapianto di reni non offrono, a fronte di un costo da donatori anziani. molto elevato, vantaggi significativi. Il farmaco più recente si Spesso gli ultrasettantenni chiama belatacept ma ha mopresentano organi strato di non risolvere i problemi in ottime condizoni di rigetto cronico.

molto ben tollerati e nella maggior parte dei casi curano la malattia con una sola somministrazione.

se che si potrebbe definire “magica”: possiamo risolvere molto bene malattie che un tempo erano incurabili grazie a farmaci in precedenza utilizzati solo per trattare malattie ematologiche. Le nostre ricerche hanno evidenziato che anticorpi monoclonali come rituximab e ofatumumab sono in grado di far fare alla storia naturale di alcune malattie, per esempio la glomerulopatia membranosa che è una forma di malattia renale immunologica molto frequente tra gli adulti, un enorme passo avanti. Rispetto ai farmaci usati in passato, come la ciclofosfamide che causava molti effetti collaterali gravi, questi sono

Secondo dati del ministero della Salute i trapianti di rene sono in aumento, grazie agli interventi eseguiti da donatori viventi. Quali altre novità in questo campo? Una novità molto importante è rappresentata dal trapianto di reni da donatori anziani. Dopo anni di studi sugli animali abbiamo visto che è possibile sostituire un rene mancante con due reni anche non in perfette condizioni, e abbiamo iniziato a prelevare i reni da persone di età superiore agli 80 anni. Una valutazione al microscopio eseguita prima del trapianto con una biopsia renale permette di valutare la qualità degli organi, e di decidere in primo luogo se possano essere utilizzati, e se trapiantarne uno o due nello stesso ricevente. Va detto comunque che molto spesso un ultrasettantenne presenta organi in ottime condizioni, la cui possibilità di durata nel tempo è superiore all’aspettativa di vita del ricevente al momento del trapianto. 14 | febbraio 2017 |

A che punto è la ricerca sulle cellule staminali? Ciò che abbiamo in mano oggi è poco, ma in futuro sarà molto importante. Per ora grazie alle cellule staminali siamo in grado di curare la maggior parte delle malattie ematologiche, le malattie della cornea e alcune malattie della pelle. Per quanto riguarda la ricerca, si iniziano a vedere risultati nel campo della Sla e di altre malattie autoimmuni del Sistema nervoso centrale. Nel campo delle malattie renali e del trapianto, noi come altri centri nel mondo siamo molto impegnati a esplorare la possibilità che queste cellule da un lato favoriscano la riparazione dei tessuti danneggiati dalle malattie e dall’altro riducano il rischio del rigetto e permettano di ridurre l’impiego di farmaci immunosoppressori, molto efficaci ma non privi di tossicità. Cosa risponde a chi critica il Servizio sanitario nazionale italiano? Rispondo che è la cosa più preziosa che abbiamo e che dobbiamo andarne fieri. È stato “inventato” in Inghilterra, e nel 1978 con la legge n. 833 è stato fatto nostro, compiendo un atto di grandissima civiltà. Un sistema


INTERVISTA

universalistico e solidale dove chiunque ha la garanzia di potersi curare senza distinzione di reddito, con una spesa sanitaria peraltro contenuta: per curarci spendiamo mediamente 2.600 euro all’anno, meno della Francia che ne spende quasi 3.500 e della Germania che arriva a 3.700, per non parlare degli Stati Uniti. Quali sono invece i difetti del Ssn? Certo non tutto funziona bene, e non dappertutto, ma penso che questo dipenda da problemi di organizzazione, di persone, di scelta dei direttori generali delle strutture ospedaliere, ancora molto spesso legata alla politica. È questo forse il problema più grave della sanità italiana. È necessario separare la politica dalla gestione e scegliere i direttori delle Asl e degli ospedali sulla base delle competenze. La questione dell’appartenenza ad un partito non riguarda solo il direttore generale: a loro volta infatti i direttori generali scelgono i primari e i direttori di dipartimento privilegiando il criterio di appartenenza politica piuttosto che le competenze. Per limitare il potere del direttore generale (che oggi molti giudicano eccessivo) non c’è bisogno di tornare al consiglio di amministrazione, basta valorizzare il collegio di direzione (che c’è già per legge) e la direzione sanitaria. In fondo perché un ospedale funzioni bene servono solo i migliori medici, gli uomini giusti al posto giusto. Come risolverebbe il problema delle liste di attesa? Le liste d’attesa andrebbero gradualmente eliminate, ma senza aumentare l’offerta di prestazioni. Impegnare altri specialisti o aumentare le visite

porta a una riduzione delle liste nel breve periodo, ma in poco tempo il sistema si riorganizza su un nuovo livello di domanda. Questo riduce anche la necessità di ricorrere al ticket. Molte Regioni l’hanno introdotto per fare quadrare il bilancio, ed è servito, ma la strada giusta è un’altra: risparmiare su prestazioni e sulle terapie non efficaci e quindi non necessarie. “Efficace” in un contesto di medicina basata sull’evidenza coincide con “essenziale” e dovrebbe essere la base di quello che oggi si chiama Lea (Livelli essenziali di assistenza). Quali altri interventi suggerirebbe per migliorare il Ssn? L’attività privata intramoenia che i medici svolgono negli ospedali pubblici va ripensata in accordo con le organizzazioni dei medici, con l’obiettivo di trovare soluzioni più eque per il cittadino. Non deve succedere che all’interno della stessa struttura, chi ha possibilità economiche possa essere curato prima e meglio di chi non le ha. Questa situazione è vissuta come ingiusta da parte degli ammalati ed è difficile da sostenere per un’attività che si configura come servizio pubblico. Le esigenze di chi desidera un trattamento alberghiero migliore, e se lo può permettere, possono essere rispettate, ma non devono realizzarsi sottraendo energie al sistema, e a scapito di chi non ha possibilità economiche. E per quanto riguarda gli interventi sul territorio? Per ogni provincia ci dovrebbe essere un piano di riorganizzazione che metta in rete le varie strutture ospedaliere (pubbliche e private) di quel 15 | febbraio 2017 |

territorio in una attività integrata che eviti sovrapposizioni e spreco di risorse e che tenga conto anche delle esigenze degli ammalati di malattie rare. Le strutture inefficienti o ridondanti - o anche solo troppo piccole p er svolgere b ene attività essenziali - vanno chiuse. Si potrà considerare a seconda delle situazioni locali di convertirle in strutture di lunga degenza, di cui c’è e ci sarà sempre di più grande bisogno e che hanno costi inferiori a quelli degli ospedali. Più strutture di lunga degenza consentono agli ospedali ricoveri più brevi, a costi inferiori e una migliore organizzazione. Cosa pensa della recente decisione di chiudere i punti nascita che contano meno di 500 parti all’anno? La trovo una decisione ottima, partorire in piccoli centri dove il volume di casi è basso può essere molto pericoloso; suggerirei di proseguire su questa strada. Gli ospedali che erogano un basso numero di prestazioni andrebbero chiusi perché rappresentano uno spreco di denaro pubblico e non garantiscono cure efficaci. Si tratta di decisioni impopolari ma necessarie, che dovrebbero essere dettate dal senso di responsabilità degli amministratori pubblici. E la ricerca scientifica in Italia? La ricerca va avanti nonostante gli scarsissimi fondi a essa dedicati, ed esistono alcuni gruppi di ricerca molto forti. Tra le pubblicazioni scientifiche di maggior rilievo infatti i nomi italiani sono sempre molto presenti. Si potrebbe dire che in Italia, con quel poco che c’è, si riescano a fare miracoli.


FARMACISTAPIÙ

a cura della REDAZIONE

Ritorno a Milano

L

a quarta edizione di FarmacistaPiù, il congresso nazionale dei farmacisti italiani, voluto da Federazione degli Ordini, Fondazione Francesco Cannavò e Utifar, e organizzato da Edra, si terrà a Milano, presso il Centro congressi MiCo dal 17 al 19 marzo. Professione, innovazione, politiche per la salute, sostenibilità del sistema: questi i capisaldi del più importante evento culturale della professione, un’occasione unica di approfondimento, formazione e confronto tra gli operatori del settore salute, le istituzioni, le associazioni e l’industria farmaceutica. Ne parliamo con i protagonisti della manifestazione che si impegnano anche quest’anno a esprimere l’eccellenza culturale attraverso un ricco programma, all’insegna della qualità, che si articola nei numerosi appuntamenti convegnistici.

LE NUOVE SFIDE Senatore D’Ambrosio Lettieri, quali sono gli obiettivi dell’edizione 2017? La quarta edizione del Congresso nazionale dei farmacisti italiani intende per prima cosa valorizzare le proposte e le competenze provenienti dal territorio, attraverso il pieno coinvolgimen-

to dei rappresentanti territoriali ai tavoli tematici di lavoro. Questi affronteranno i temi di maggiore attualità: le novità legislative per il farmacista e per la farmacia, la governance farmaceutica, i farmaci innovativi, il codice deontologico, le evidenze emerse dell’osservatorio nazionale sulla farmacia dei servizi e le risultanze del congresso Fenagifar, che si svolgerà in seno a FarmacistaPiù. Uno dei principali obiettivi è tenere alta l’attenzione sui temi della politica professionale, contestualmente a un confronto con tutti i protagonisti della filiera, gli interlocutori istituzionali, le società scientifiche, gli organismi professionali. E sul fronte aziendale? Il parterre delle aziende che parteciperanno a supporto dell’iniziativa, sulla spinta di una rinnovata e proficua collaborazione, è rilevante. La finalità è quella di disegnare, tutti insieme, prospettive funzionali al sup e r a m e nt o d e l l e criticità e alla attualiz16 | febbraio 2017 |

zazione della professione farmaceutica, in una realtà che si presenta difficile poiché in continua evoluzione. FarmacistaPiù rappresenta una occasione unica per comunicare le linee di sviluppo dell’attività di politica professionale che la Fofi ha nella sua agenda programmatica e, insieme, avvalersi degli esiti di un utile confronto interno ed esterno alla professione, necessario a meglio orientare il suo percorso. Quali saranno i principali argomenti affrontati? Le riunioni plenarie della Fofi riguarderanno temi di politica istituzionale, a partire dalla ridefinizione della professione farmaceutica tra Stato e Mercato, in una logica finalizzata a salvaguardare la tutela della salute e il servizio socio-assistenziale sanitario reso al cittadino. Altri temi istituzionali riguarderanno l’evoluzione del panorama legislativo del comparto e gli aspetti inerenti la formazione e l’occupazione, con sp ecifico Sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri, vice presidente della Fofi, e presidente del Comitato scientifico di FarmacistaPiù


FARMACISTAPIÙ

Dal 17 al 19 marzo, al centro Congressi MiCo, la quarta edizione di FarmacistaPiù, casa di tutti i farmacisti riferimento alla riforma del Piano di studi e alla disamina della situazione occupazionale, che rappresenta una vera e propria emergenza. Sarà altresì dedicato uno spazio importante alla valutazione delle proposte di riorganizzazione della farmacia in un mercato segnato dalla presenza di capitali. Senza dimenticare i premi. Proprio così. Anche quest’anno è stato istituito il Premio allo Studio, che intende valorizzare le migliori tesi di laurea sui farmaci innovativi, sulla pharmaceutical care e sull’antibioticoresistenza. E poi il Premio all’innovazione, che intende selezionare e premiare le progettualità professionali maggiormente significative, sotto il profilo della proposta innovativa per il ruolo del farmacista.Infine, il Premio alla solidarietà, per dare voce alle iniziative solidali che animano la professione farmaceutica.

UNA PROFESSIONE CHE EVOLVE Senatore Mandelli, quali motivi hanno condotto alla scelta, come sede di FarmacistaPiù 2017, del prestigioso cento congressi milanese MiCo? Alla base di FarmacistaPiù c’è il concetto di una professione in costante evoluzione, impegnata nella costruzione consapevole del futuro del farmaco, del servizio farmaceutico e della sani-

La professione tra innovazione e politiche della salute per lo Stato e il mercato

tà. Ci sembra che MiCo sia diventato il simbolo di una tensione analoga, di una spinta al rinnovamento e all’apertura verso il mondo che però tiene ferme le tradizioni e la cultura della città: da sempre Milano ha avuto nella Fiera Campionaria, che in questa zona è nata, uno dei suoi segni distintivi. Ci sono poi considerazioni legate alla logistica, ai trasporti e alla capacità di accoglienza della struttura. Ci può rivelare quali saranno le principali novità e quali invece le conferme della prossima edizione? Le conferme nascono dallo spirito stesso della manifestazione: ci saranno il contributo delle diverse componenti professionali, il dibattito sui temi più attuali della pratica professionale, il confronto con la politica. La novità più importante sarà un maggiore coinvolgimento diretto dei Consigli degli Ordini nelle attività congressuali: li chiamiamo a dare un contributo concreto, affiancando al modello del “convegno frontale” quello del vero e proprio workshop. Per questo sono stati istituiti i tavoli tematici, momenti di riflessione ed elaborazione sugli aspetti centrali dello scenario in cui ci troviamo a operare e sulle principali linee evolutive: l’apertura ai capitali e i farmaci innovativi, per citarne soltanto due. Un lavoro che culminerà per ciascun tavolo in un documento che esprimerà la posi17 | febbraio 2017 |

Al centro del dibattito anche l’evoluzione del panorama legislativo e gli aspetti inerenti la formazione e l’occupazione

Sen. Andrea Mandelli, presidente della Fofi

zione della professione sul tema trattato. Ritornando al tema dell’apertura ai capitali, vogliamo riservare uno spazio in cui gli attori del settore illustrino il loro business model così da spostare il discorso dalle linee generali alle prospettive concrete, permettendo ai farmacisti di confrontare e valutare le diverse proposte in campo. Un’offerta più ampia, dunque. Esatto, mantenendo però fermo un principio che mi è particolarmente ca-


FARMACISTAPIÙ

Premio alla solidarietà “Cosimo Piccinno” Il valore solidaristico della professione del farmacista, da sempre a stretto contatto con i cittadini e con il territorio, è l’elemento fondante della sua professione: dall’efficiente macchina organizzativa guidata dai farmacisti volontari, che si è messa in moto in occasione del recente terremoto in Centro Italia, alla raccolta di farmaci per i bisognosi della comunità, alle innumerevoli iniziative di solidarietà che intercettano i bisogni delle fasce deboli della popolazione È con queste premesse che chiediamo ai nostri lettori di segnalarci eventuali situazioni meritorie di cui fossero a conoscenza, compilando l’apposito form sul web: www.farmacistapiu.it/cont/partecipa-premio-solidarieta/62/partecipa.asp: Regolamento e Bando sono consultabili sul sito www.farmacistapiu.it. La domanda e la correlata documentazione dovranno essere caricate attraverso l’upload sull’area del sito entro e non oltre il 20 febbraio 2017. Segreteria organizzativa: segreteria@farmacistapiu.it; tel. +39 88.18.41.11

ro: da FarmacistaPiù si esce portando con sé non un campione omaggio o un catalogo, ma un’idea, uno spunto che possano arricchire la propria attività e il proprio ruolo all’interno della società. Mi aspetto che i colleghi che parteciperanno ricavino la consapevolezza che lo scenario sta mutando e non siamo di fronte soltanto a elementi negativi, e che la Federazione sta mettendo a frutto tutte le migliori energie per guidare l’evoluzione della professione. Tra i temi al centro della discussione ci sarà l’occupazione: i dati per i neolaureati non sono, infatti, dei più incoraggianti. In effetti la situazione è grave, e ancora non si vedono all’orizzonte provvedimenti utili a un’inversione di rotta. Come abbiamo denunciato, proprio l’anno scorso nell’edizione fiorentina di FarmacistaPiù, il saldo tra il numero di farmacisti che il servizio sanitario può impiegare e quello dei laureati ogni anno segna un forte esubero, che è l’anticamera di disoc-

cupazione, sottooccupazione e condizioni di lavoro al ribasso. Il primo passo, dunque, è rendere realmente operante il numero chiuso o programmato che dir si voglia, ma anche evitare il proliferare dei corsi di laurea nel territorio nazionale. È anche e soprattutto una questione di onestà nei confronti dei giovani (e delle loro famiglie) che si iscrivono a Farmacia e Ctf pensando a un percorso che, per quanto impegnativo e oneroso, conduce sicuramente all’occupazione. Purtroppo non è più così. Altrettanto indispensabile è la riforma del corso di laurea perché si adatti - come già detto quando ancora la crisi non si palesava con questa forza - ai mutamenti che il servizio farmaceutico, il comparto del farmaco e la sanità in senso lato stanno attraversando in tutto l’Occidente industrializzato.

IL CONTRIBUTO DI UTIFAR Dottor Leopardi, quali sono le principali iniziative che l’Unione tecnica italiana farmacisti promuove attraverso FarmacistaPiù? 18 | febbraio 2017 |

L’attenzione di Utifar sarà incentrata sull’innovazione. In particolare, stiamo organizzando un convegno che vuole fare il punto su quelle che sono le evoluzioni della tecnologia applicate al campo sanitario. Argomento che il farmacista conosce poco e che contribuisce ad accrescere quel bagaglio culturale che si rivela sempre molto utile nella sua pratica quotidiana. Saranno chiamati in causa esperti del settore, che ci illustreranno tutte le nuove applicazioni che in un prossimo futuro verranno utilizzate per il benessere del cittadino e per monitorare il suo stato di salute. Gli obiettivi prioritari che intendete perseguire? Utifar persegue l’obiettivo di accrescere la professionalità del farmacista, al di là del ruolo di dispensatore del farmaco. Vogliamo trasferire a chi parteciperà alla manifestazione, un concetto fondamentale: il farmacista deve evolvere, conoslidare il suo ruolo e il suo bagaglio culturale. Deve potersi proiettare verso un futuro fatto di offerte di servizi al cittadino, che con il tempo speriamo vengano anche riconosciuti dallo Stato.

Eugenio Leopardi, presidente di Utifar


FARMACISTAPIÙ

IL RUOLO DELLA FONDAZIONE CANNAVÒ Dottoressa Bianchi, con quali propositi la Fondazione da lei presieduta affronta le nuove sfide poste dalla professione? Il farmacista si trova a operare in una situazione in cui sono cambiati i bisogni dei pazienti, è cambiata la cultura della salute e il modo di accedere alle informazioni. A dispetto delle apparenze, quindi, oggi i cittadini - per usufruire appieno delle prestazioni sanitarie così come per farsi carico della propria salute - hanno ancora più bisogno di rivolgersi a figure di riferimento preparate, sempre più versatili, tali da poter fungere da guida ma anche da fornire direttamente una gamma di servizi e prestazioni sempre più ampia. Dalla piccola diagnostica alla consulenza approfondita sui farmaci, dalla prenotazione delle prestazioni specialistiche alle campagne di prevenzione ed educazione sanitaria. La Fondazione Cannavò è sempre stata al fianco del farmacista, ponendo al centro della sua attenzione l’aggiornamento professionale quale elemento imprescindibile per costruire un futuro alla professione e per soddisfare le esigenze del cittadino. FarmacistaPiù è un esempio concreto di come la Fondazione Cannavò, insieme a Fofi e Utifar, si adoperi per un farmacista più consapevole dei suoi valori e dell’evoluzione cui è chiamato.

Enrica Bianchi, presidente della Fondazione Cannavò

Premio allo studio “Giacomo Leopardi” Il Premio per la migliore tesi di laurea in Farmacia e Ctf si propone di valorizzare i lavori dai contenuti innovativi in tre ambiti: farmaci biologici tra innovazione e sostenibilità; pharmaceutical care: l’aderenza terapeutica per l’efficientamento delle terapie e il governo della spesa; l’antibiotico resistenza: best practices per la prevenzione, la sorveglianza e piani di monitoraggio e controllo. Sono ammessi a partecipare al concorso i laureati in Farmacia o Chimica e tecnologia farmaceutiche che abbiano conseguito il titolo presso un’università italiana nel corso dell’anno 2016, con una votazione non inferiore a 100/110. La domanda di partecipazione dovrà essere inviata, entro e non oltre il 20 febbraio 2017, tramite la compilazione on line dell’apposito form su www.farmacistapiu.it/cont/partecipa-al-concorso/11/partecipa-concorso.asp Ai primi tre classificati saranno conferiti, a insindacabile giudizio della giuria, tre premi in denaro pari a 3.000 euro per ciascuna delle tesi giudicate meritevoli. La proclamazione ufficiale dei vincitori con la consegna dei relativi premi si terrà nel corso di FarmacistaPiù. Regolamento e Bando sono consultabili sul sito www.farmacistapiu.it. Segreteria organizzativa: segreteria@farmacistapiu.it; tel. +39 88.18.41.11

Premio all’Innovazione nella professione “Renato Grendene” Il Premio si propone di valorizzare e diffondere le migliori esperienze innovative che abbiano determinato benefici per i pazienti e/o il miglioramento dei livelli di governance del comparto, affinché attraverso la condivisione dell’esperienza, le best practices possano diventare un modello replicabile. Sono ammessi a partecipare al Premio tutti i farmacisti iscritti all’Albo. La domanda di partecipazione, da inviare entro il 20 febbraio prossimo, è compilabile sul sito www.farmacistapiu.it/cont/partecipa/cont/partecipa-premio-innovazione/59/ partecipa.asp. Regolamento e Bando sono consultabili su www.farmacistapiu.it. La proclamazione ufficiale dei vincitori con la consegna dei relativi premi si terrà nel corso di FarmacistaPiù. Segreteria organizzativa: segreteria@farmacistapiu.it; tel. +39 88.18.41.11.

Cosa si aspetta da FarmacistaPiù? Mi aspetto che questo Congresso possa coinvolgere tutta la grande famiglia dei farmacisti, attraverso un confronto costruttivo, fatto di idee concrete che permettano di delineare il futuro di un 19 | febbraio 2017 |

comparto, quello farmaceutico, che rappresenta una delle eccellenze del nostro Paese. Mi auguro che FarmacistaPiù possa contribuire a risvegliare nel farmacista, l’orgoglio e la consapevolezza di fare una bellissima professione.


ATTUALITÀ

di ELISA DA VINCI

Un’ascesa costante

L’

appuntamento con i trend di mercato cosmetico arriva proprio nell’anno in cui Cosmetica Italia, l’associazione delle imprese del settore, compie il suo mezzo secolo di storia. Una storia di prodotti che ormai fanno parte della nostra quotidianità. Il compleanno di Cosmetica Italia vedrà in questo 2017 tre importanti appuntamenti: Cosmoprof (la fiera di settore più importante per il mercato beauty) che si tiene a Bologna dal 17 al 20 di marzo; a Milano, a giugno, l’assemblea pubblica dell’associazione; e il 6 novembre a Roma, un evento che coinvolgerà le istituzioni nazionali. Durante questi mesi saranno molte le occasioni per ricordare la storia della cosmetica italiana con mostre, eventi interattivi, lo sviluppo di una pagina Facebook e molto altro. Il tutto per ribadire che il settore cosmetico presenta ancora un trend in attivo, nonostante andamenti diversificati per i vari segmenti di un mercato che, globalmente, ha ormai superato i 10 miliardi di euro (10,5 miliardi di euro nel 2016, dato previsionale, con una crescita del 5 per cento rispetto all’anno precedente). Di questo valore, 6.230 milioni di euro sono il fatturato del mercato Italia (+0,6 per cento rispetto al 2015) mentre 4.270 milioni (+12 per cento) è il valore dell’export. È stato il presidente di Cosmetica Ita-

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ATTUALITÀ

I dati della Congiunturale di Cosmetica Italia mostrano anche per il 2016 una crescita del mercato pari al 5 per cento, con andamenti diversificati per canali tradizionali, professionali e vendite digitali lia, Fabio Rossello, a inquadrare questo andamento nel panorama economico mondiale che vede ancora il nostro Paese segnare una crescita lenta del Pil (+0,8 per cento a fine 2016 e proiezioni 2017 dello 0,9 per cento) mentre nazioni come gli Stati Uniti viaggiano sul +2 per cento. Da più parti, inoltre, si parla di uno stop alla globalizzazione, anche a fronte di situazioni internazionali nella direzione del protezionismo come la famosa Brexit e le nuove politiche del neo presidente americano Trump. Per questo anche le proiezioni del Centro studi di Cosmetica Italia, per il 2017, vedono sostanzialmente una crescita ancora del 5 per cento globalmente, con un +0,8 per cento per il fatturato sul mercato domestico e un +11,5 per l’export. Prevedibile anche una crescita dell’inflazione e, conseguentemente, una lievitazione dei prezzi delle materie prime e dei prodotti.

La farmacia

A fine 2016 i canali, suddivisi in tradizionali e professionali (in crescita dello 0,5 per cento i primi per un valore di 5.730 milioni di euro e dell’1,3 per cento i secondi, per 500 milioni di euro), hanno avuto andamenti diversi con buone riprese per alcuni e flessioni per altri. Dopo anni di andamenti positivi, superiori alla media, il consumo dei cosmetici in farmacia, nel 2016, ha mostrato alcuni segni di difficoltà, tanto che il

comparto ha chiuso l’anno praticamente a zero (con +1 per cento nel primo semestre e un -1 negli ultimi sei mesi dell’anno) e un valore di fatturato pari a 1.800 milioni di euro. Questo ha spinto gli analisti del Centro studi di Cosmetica Italia a prevedere un 2017 in debole ripresa (+0,5 per cento). Dato che nell’ultimo trimestre dell’anno passato la contrazione del comparto è stata elevata, si attende di misurare il trend nel medio periodo. Le cause di questo andamento, secondo gli analisti, sono da ricercarsi nella differenziazione degli acquisti legato ai fenomeni della multicanalità (compresa la crescita degli acquisti on line) e nelle mutate esigenze che il pubblico rivolge ai diversi punti vendita. Tuttavia, la fiducia che i consumatori ripongono nel canale farmacia, i suoi livelli di affidamento, di specializzazione, oltre alla cura dei 21 | febbraio 2017 |

Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia

servizi accessori, spiegano la generale tenuta del canale. In futuro, però, dicono ancora le analisi del Centro studi Cosmetica Italia, occorrerà misurare l’influenza sugli andamenti di situazioni esogene come il Ddl Concorrenza, che condizionerà il rafforzamento della filiera e il contatto tra industria e distribuzione. Oggi, entrambi investono in modo sinergico sull’identità della farmacia, sul posizionamento e sulla caratterizzazione dei suoi clienti ma, domani, lo scenario potrebbe cambiare.

Gli altri canali

Tra gli andamenti positivi si segnalano quelli dei comparti Acconciatura professionale e Centri estetici che hanno


ATTUALITÀ

Gianandrea Positano, responsabile del Centro studi di Cosmetica Italia

chiuso il 2016 con una crescita, rispettivamente, dell’1 e del 2,1 per cento, grazie a una ripresa della frequentazione e dei consumi, mentre sembra proseguire a passo spedito la crescita delle vendite dirette (che comprende anche la parte di e-commerce) che, soprattutto per merito del web, nell’anno trascorso, ha segnato un incremento superiore a tutti gli altri canali raggiungendo il + 7,8 per cento. L’interesse dei consumatori verso il mondo del naturale e del green ha sostenuto l’andamento del canale Erboristeria che, anche nel 2016, ha mostrato un incremento dell’1,7 per cento e anche la profumeria è tornata a crescere dello 0,9 per cento e continua a detenere il secondo posto dietro al comparto Gdo che, invece, pur costituendo il 40 per cento di tutto il mercato cosmetico con i suoi 3.800 milioni di euro (fatti per molta parte anche di prodotti di igiene), ha chiuso il 2016 in flessione dell’1,1 per cento. Tuttavia, all’interno di questo canale, iper e supermercati sono stati in sofferenza, mentre drugstore e negozi specializzati cura casa e persona hanno avuto andamenti positivi. Sempre positiva poi è la crescita del fatturato delle aziende “terziste” (che a fine dell’anno passato hanno segnato un +4,2 per cento) che si pongono in modo trasversale verso gli altri canali. Le previsioni per il primo semestre 2017 di Cosmetica Italia parlano di un +1,1 per cento per il canale Acconciatura, un +2,2 per cento per l’Estetica,

un +2 per cento per l’Erboristeria, un +1 per cento per la Profumeria, un +7,5 per cento per la Vendita diretta, un +4 per cento per i Terzisti, mentre l’unico comparto negativo dovrebbe riguardare ancora il mass market con un -0,8 per cento.

Scenari futuri

Come in ogni Congiunturale di Cosmetica Italia si sono poi disegnati gli scenari nei quali aziende produttrici e canali distributivi dovranno muoversi, anche in funzione di ciò che avviene al di fuori dei nostri confini nazionali ma che potrebbe impattare sui comportamenti dei consumatori. A tracciare un profilo è stato Gianandrea Positano, responsabile del Centro studi di Cosmetica Italia che, partendo dai dati Mintel - un istituto di ricerca che analizza i trend della cosmetica a livello mondiale - traccia la traiettoria di settore nel Beauty Trend Watch. Nel 2016 sono stati rilevati ben 146.000 lanci di prodotti cosmetici nel mondo di cui 92.000 nuovi e, di questi ultimi, 23.000 hanno riguardato vere e proprie nuove formulazioni, mentre 69.000 sono stati i rilanci o i re-packaging. Le tendenze emergenti nel settore sono state raggruppate p er macrocategorie e hanno visto per il comparto capelli crescere lo sviluppo di prodotti etnici, mentre, per esempio, nel make up è importante la 22 | febbraio 2017 |

shopping experience in ambito multicanale e, nei prodotti antietà, la multifunzionalità e il ricorso a concetti dermocosmetici. Nel campo dei prodotti corpo cresce l’attenzione alle reazioni biologiche alle varie formulazioni, che devono anche essere modulabili. Infine, sempre più si assiste alla sostituzione delle microplastiche con materie prime naturali e, per il 2017, ci sarà una grande attenzione ai prodotti cosmetici per bambini, sui quali l’industria farà elevati investimenti; alle fragranze sempre più green e alle confezioni “mini” da portare in borsetta e in aereo. Per i prossimi cinque anni gli elementi vincenti si occuperanno di texture e cosmetici funzionali. Un esempio sarà proprio portato al prossimo Cosmoprof di Bologna nel quale si potranno vedere delle nuove polveri/gelatine utilizzabili per modificare il proprio look. Molto interessanti sono anche i dati che fanno riferimento a tutti gli strumenti digitali per mettere sempre più in contatto le aziende, i brand e i distributori con il consumatore finale. E se si comincia a parlare di intelligenza artificiale applicata dal punto vendita al consumatore, le parole chiave dei prossimi dodici mesi, secondo il Beauty Trend Watch e gli operatori saranno queste: social commerce, geolocalizzazione delle promozioni e delle offerte, App dedicate alla vendita, marketplace orizzontali, mobile commerce, commercio digitale b2b tra le aziende, arricchimento dei database aziendali con dati provenienti dai consumatori. Senza trascurare anche la visione di “gioco” per coinvolgere i clienti attivi e potenziali o i marketplace verticali specializzati.


OCCHIELLO | occhiello

23 | febbraio 2017 |


GALENICA

di STEFANIA CIFANI

Misure

restrittive

F

inocchio, rabarbaro, ficus, aloe. Sono solo alcuni dei quaranta principi che il Decreto ministeriale datato 22 dicembre 2016 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio 2017 ha incluso nella lista delle sostanze che non possono essere utilizzate per allestire preparazioni galeniche (vedi box a pag. 25). Il divieto riguarda anche la prescrizione delle stesse sostanze da parte del medico.

I dettagli

Non si tratta del primo provvedimento di questo tipo. Il decreto fa seguito infatti ad altri pubblicati a partire dal 2015, che vietavano l’uso di diversi principi attivi nella preparazioni magistrali a scopo dimagrante. «In questo campo la galenica è di estrema importanza», afferma Paola Minghetti, docente ordi-

nario presso il dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Università di Milano e presidente della Società italiana di farmacisti preparatori (Sifap), «i farmaci approvati per il trattamento dell’obesità sono pochi e riservati a chi presenta particolari condizioni ed esigenze terapeutiche. Le preparazioni magistrali sono una valida opzione terapeutica per soddisfare le esigenze di molti pazienti, nell’ottica di una terapia il più possibile personalizzata. Al tempo stesso però la distinzione tra persona obesa e in sovrappeso dovrebbe essere più marcata, per evitare usi impropri». In precedenza era già stata vietata la prescrizione da parte del medico e l’allestimento da parte del farmacista di preparazioni magistrali a scopo dimagrante. Tra maggio e luglio 2016 sono state infatti oggetto di divieto anche fenilpropanolamina/nore24 | febbraio 2017 |

fedrina e pseudoefedrina. In agosto un altro decreto ha aggiunto alla lista triac, clorazepato, fluoxetina, furosemide, metformina, bupropione e topiramato. Considerando anche le disposizioni del 2015, sono ora in totale cinquanta le sostanze soggette a tali restrizioni. Nel testo viene inoltre specificato che «è fatto divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di eseguire preparazioni magistrali contenenti i principi attivi in combinazione associata tra loro» e che è «vietato ai medici di prescrivere e ai farmacisti di allestire per il medesimo paziente due o più preparazioni magistrali singole contenenti uno dei principi attivi» in oggetto. Il decreto, infine, prevede, «a scopo cautelativo», una disposizione che vieta «ai farmacisti la preparazione - e la prescrizione da parte dei medici - di preparazioni magistrali


GALENICA

In un recentissimo Decreto ministeriale un elenco di sostanze da non utilizzare nell’allestimento di preparazioni galeniche. Il commento della presidente della Sifap Paola Minghetti La lista delle 40 sostanze vietate, in base al Decreto ministeriale del 22 dicembre 2016 - Sertralina - Buspirone - Acido ursodesossicolico - Pancreatina f.u. XI Ed. - 5-idrossitriptofano - Tè verde e.s. caffeina - Citrus aurantium e.s. sinefrina - Fucus e.s. iodio totale - Tarassaco e.s. inulina - Aloe e.s. titolato - Boldo e.s. boldina - Pilosella e.s. vitex - Teobromina - Guaranà e.s. caffeina - Rabarbaro e.s. reina - Finocchio e.s. - Cascara e.s. cascarosidi - 1-(beta-idrossipropil) teobromina - Acido deidrocolico - Bromelina - Caffeina

- Cromo - d-fenilalanina - Deanolo-p-acetamido benzoato - Fenilefrina; - Fucus vesciculosus estratto secco; - L-(3 acetiltio-2(S)-metil propionil)-L-propil-L-fenilalanina; - Senna - Spironolattone - Eobromina - L-tiroxina - Triiodotironina - Zonisamide - Naltrexone - Oxedrina - Fluvoxamina - Idrossizina; - Inositolo; - L-carnosina; - Slendesta

contenenti principi attivi finora noti per essere impiegati nelle preparazioni galeniche a scopo dimagrante, per le quali non esistono studi e lavori apparsi su pubblicazioni scientifiche accreditate in campo internazionale che ne dimostrino la sicurezza in associazione». «Il ministero della Salute è più volte intervenuto nell’ambito dei prodotti anoressizzanti, ma quest’ultimo decreto è particolarmente critico in quanto il divieto viene esteso anche a sostanze vegetali di uso comune, che il medico usa in associazione a sostanze chimiche in alcune terapie», prosegue Minghetti. «Il

testo inoltre presenta una forma di ambiguità: non è chiaro se il divieto sia limitato alle sole preparazioni a scopo dimagrante o vada inteso in assoluto. Non bisogna infine dimenticare che queste sostanze vegetali sono presenti anche nei preparati industriali, non toccati dal decreto. Si tratta di un aspetto inaccettabile, gli integratori possono essere venduti senza ricetta medica, mentre a essere colpiti sono i preparati galenici dispensabili solo con prescrizione medica. Non sta certo ai farmacisti stabilire la pericolosità delle sostanze, e in caso di pericolo è giusto vietarli così come 25 | febbraio 2017 |

fermare gli abusi. Ma se si afferma che il prodotto è pericoloso, allora il divieto dovrebbe valere sia per i prodotti industriali sia per quelli magistrali».

Un tavolo per discuterne

Le reazioni di Fofi, Federfarma e Sifap non si sono fatte attendere. «Al momento il Ministero ha accolto le richieste delle associazioni ed è stato aperto un tavolo di discussione in merito a questi decreti e alle loro possibili modifiche. Certo sarebbe stato preferibile se il parere dei professionisti fosse stato chiesto in anticipo, prima di emettere un provvedimento tanto restrittivo», conclude Minghetti. «Ma si tratta di un segnale importante, utile per discutere in dettaglio le motivazioni che hanno portato a queste misure e cercare di distinguere le situazioni che è giusto regolamentare con un decreto da quelle per cui non ve ne è la necessità. Ci auguriamo che questo lavoro porti a rivedere l’intera normativa». Nel frattempo il Tar del Lazio, in seguito ai ricorsi presentati da Sifap e Galenic scientific association, ha annullato con due sentenze i decreti del 27 luglio e del 2 dicembre 2015, riguardanti rispettivamente il divieto della pseudoefedrina e dell’efedrina, motivando la decisione con il fatto che il divieto fosse stato posto in mancanza di prove sufficienti a dimostrare l’effettiva pericolosità delle sostanze per la salute.


OMEOPATIA

di ROBERTO PULCRI, medico chirurgo esperto in omeopatia e agopuntura, Garante di branca omeopatia Centro ospedaliero di medicina integrata Pitigliano/Grosseto Asl Sudest Toscana

Da curare dolcemente I possibili rimedi contro l’insonnia

L’

insonnia è il disturbo del ritmo sonno veglia più diffuso in tutto il mondo. Secondo le definizioni utilizzate, ne sono affetti più di un terzo della popolazione mondiale e circa il 10 per cento soffre di una forma di insonnia tale da richiedere un intervento terapeutico. Nonostante tutto questo l’insonnia rimane scarsamente riconosciuta dai medici e quindi sotto-diagnosticata o non trattata correttamente. Si stima che circa il 6o per cento degli insonni non abbia mai parlato dei disturbi del sonno con il proprio medico. Il mancato riconoscimento e il mancato trattamento di questo disturbo determinano perciò importanti ripercussioni mediche e sociali, riducendo significativamente le performance occupazionali del paziente e in generale riducendone la qualità della vita. Il termine insonnia definisce l’esperienza soggettiva del paziente di un sonno insufficiente o di scarsa qualità. Per una corretta diagnosi è opportuno valutare questa patologia per le sue caratteristiche secondo uno o più indicatori notturni: difficoltà ad iniziare a dormire; difficoltà a mantenere la continuità del sonno; risveglio precoce al mattino; sonno non ristoratore; Oltre agli indicatori notturni, il paziente può riferire anche sintomi diurni,

quali: sensazione generica di fatica o malessere, cefalea, sintomi gastrointestinali non attribuibili ad altre cause, se non alla “perdita di sonno”, ridotte energie e motivazione per svolgere i compiti abituali, difficoltà di attenzione, concentrazione o deficit di memoria, facilità a compiere errori sul lavoro o incidenti stradali, alterazioni delle “funzioni” sociali, disturbi del tono dell’umore e irritabilità ed ovviamente sonnolenza diurna.

I più colpiti

Le categorie maggiormente a rischio di insonnia sono a carico di lavoratori turnisti; il soggetto costretto al lavoro in turni può lamentare insonnia o eccessiva sonnolenza diurna a causa di un orario lavorativo che coincide con il consueto periodo di sonno. Anche l’età avanzata riduce le ore di sonno e numerosi studi mostrano che la prevalenza dell’insonnia è maggiore nelle persone anziane rispetto ai giovani adulti (25 per cento in età compresa tra 65 e 79 anni contro il 16 per cento nell’età compresa tra 18 e 64 anni). La maggiore prevalenza tra gli anziani non è solo dovuta all’età, ma anche a possibili comorbidità per condizioni mediche associate. Il sesso femminile presenta maggiore prevalenza d’insonnia rispetto al sesso maschile, con picchi di maggiore incidenza nel periodo del menarca e della menopausa e, talvolta, durante la gravidanza. L’inci26 | febbraio 2017 |

denza maggiore è legata oltretutto a condizioni di disagio sociale perché l’insonnia si riscontra con maggior frequenza tra i soggetti con basso reddito o bassa scolarizzazione e in situazioni di disagio familiare (divorzi, separazioni, vedovanze). L’insonnia è comunque correlata a tutti i fattori stressogeni che alterano in primo luogo in modo significativo il fisiologico recupero del ritmo sonno veglia. Le conseguenze cliniche sono numerose e si manifestano con uno stato di sonnolenza diurna, aumento del rischio di sviluppo di malattie psichiatriche, più frequentemente di tipo depressivo, alterazioni a carico del sistema cardiovascolare, in particolare, è stato rilevato un aumentato rischio d’ipertensione; insorgenza di disturbi endocrino-metabolici; maggior rischio di sviluppare obesità e diabete di tipo 2, per la mancata secrezione di leptina (ormone della sazietà) nelle ore notturne. Malessere psico-fisico, disturbi dispeptici, riduzione del rendimento lavorativo, riduzione delle performance scolastiche. Nei bambini sussiste il rischio di deficit permanenti dell’attenzione e dell’apprendimento. Disturbi cognitivi, della memoria e dell’attenzione; disturbi nell’ambito sociale e relazionale, ridotta disponibilità nei rapporti interpersonali, irritabilità, riduzione delle capacità adattative, e soprattutto un peggioramento complessivo della qualità di vita.


OMEOPATIA

Le tipologie

L’insonnia può essere acuta o cronica. Tra le forme acute, ci possono essere insonnie occasionali, e insonnie transitorie come quelle stagionali. Tra le forme croniche si distinguono le insonnie persistenti e le insonnie recidivanti. Fermo restando che ogni paziente ha un proprio fabbisogno di sonno, stabilito dall’ipnotipo (breve o lungo dormitore), la gravità dell’insonnia dipende dal numero di notti insonni per settimana. L’insonnia è grave quando è presente per almeno tre notti alla settimana e per almeno un mese. Sotto il profilo sintomatico, è possibile distinguere tre tipi di insonnia: insonnia “iniziale”, il disturbo più frequente. Si identifica con la difficoltà ad addormentarsi. L’insonne si agita nel letto, rigirandosi alla ricerca di una posizione ottimale che concili il sonno, oppure si alza, accende la luce, gira per casa, beve qualcosa, si dedica alla lettura ed a ogni altro espediente che possa aiutarlo a dormire, ma senza successo, fino a quando non cade addormentato solo alle prime luci dell’alba; insonnia “intermittente o lacunare: in certi soggetti il sonno rimane leggero

per tutta la notte, intervallato da frequenti e brevi risvegli, talvolta in seguito a incubi. In genere, i soggetti che presentano questo tipo di insonnia, riferiscono al proprio medico di non poter chiudere occhio tutta la notte, ma in realtà, essi dormono solo male. Altre volte invece il soggetto si sveglia una o più volte durante la notte rimanendo sveglio per un periodo discretamente lungo, ma tali periodi di veglia sono intervallati da fasi di sonno normali. insonnia “terminale”: il terzo e ultimo tipo di insonnia, caratterizzata da un risveglio spontaneo precoce (alle prime luci dell’alba) dei soggetti che ne sono affetti i quali non sono capaci di riaddormentarsi. L’approccio terapeutico è strettamente legato alla diagnosi. Quando ciò non è possibile, bisogna istruire il paziente sull’igiene del sonno: ridurre l’assunzione di alcool, anticipare la cena, svolgere attività fisica di giorno, fare un bagno prime di andare a dormire e coricarsi sempre alla stessa ora. I soggetti con insonnia intrattabile vanno indirizzati verso le tecniche di rilassamento e/o la terapia cognitivo-comportamentale. Le benzodiazepine a emivita bre27 | febbraio 2017 |

ve possono essere utili per l’insonnia acuta, ma devono essere usate massimo per due settimane, perché si instaura dipendenza. Gli ipnotici non benzodiazepinici agiscono sui recettori delle benzodiazepine ed è stata riferita dipendenza. Alcuni anti-istaminici (prometazina) ed antidepressivi (amitriptilina, trimipramina, trazodone, mirtazapina) non creano dipendenza e migliorano il sonno ad onde lente, ma presentano effetti collaterali come la sedazione mattutina e l’aumento di peso.

La scelta omeopatica

L’approccio clinico omeopatico ai disturbi del sonno presuppone la presa in carico del paziente nella sua totalità e unicità. Questo significa che il trattamento non deve essere mirato alla semplice soppressione del sintomo, né la prescrizione di un determinato medicinale omeopatico può essere considerata valida per tutti i tipi di insonnia, perché il malato è valutato nella sua individualità e complessità biopatologica, per poter rimuovere tutte le cause che concorrono a determinare la perdita del sonno ed ottenere così una efficacia terapeutica stabile e duratura. Le compe-


OMEOPATIA

tenze del farmacista esperto in omeopatia possono essere di grande aiuto nella risoluzione dei casi di insonnia sia recente che occasionale, mentre è compito del medico il trattamento di cronicità. La materia medica omeopatica è estremamente ricca di farmaci che contemplano il sintomo insonnia ed è in grado di intervenire soprattutto sull’insonnia recente. Il medicinale omeopatico agisce in maniera dolce e progressiva ma per essere efficace, è necessario che il paziente non abbia la tentazione di associare prematuramente un ipnotico classico, che agisce in modo tempestivo, ma può provocare dipendenza. Per motivi di sintesi indicheremo solo le caratteristiche di alcuni medicinali omeopatici più frequentemente utilizzati, per affrontare i disturbi più comuni del ritmo sonno veglia e che il farmacista potrebbe avere a disposizione nel suo “pronto intervento omeopatico” per suggerire una soluzione sicura ed efficace “all’esercito” degli insonni. Nux vomica 9ch: è un rimedio omeopatico che per le sue proprietà è adatto alle persone mentalmente stressate che soffrono di sovraccarico psichico e che hanno uno stile di vita sregolato, pertanto l’insonnia è causata da stress; in genere sono soggetti, sempre nervosi,

agitati, irritabili, sedentari, che eccedono nel consumo di alcolici e caffè e che soffrono di problemi digestivi e sonnolenza post prandiale, perché mangiano troppo e male soprattutto cibi piccanti e molto speziati. Il risveglio tipico di questi soggetti è tra le tre e le quattro di notte. Coffea cruda ch9: l’insonnia di questo rimedio è generata da agitazione, sia per un stato di nervosismo che per un eccesso di gioia. È un insonne per iperattività cerebrale. Non riesce ad addormentarsi perché la sua mente è affollata di pensieri, resta lucido e pensa a tutto ciò che ha fatto nella giornata o a quello che dovrà fare; ha come un irrefrenabile afflusso di idee che non gli permettono di tranquillizzarsi e prendere sonno. Sono persone oltretutto ipersensibili a qualsiasi minimo rumore. Coffea è anche in grado di attenuare l’ipersensibilità al dolore, che può provocare attacchi di mal di testa o algie dentali e disturbi spastici del ciclo. Ignatia amara ch9: in questi soggetti l’insonnia è provocata da shock emotivi dovuti a improvvisi dispiaceri come lutti o delusioni affettive o per collere trattenute. Il sonno è difficoltoso perché lo stato di agitazione gli impedisce di rilassarsi, è in preda a tachicardia, palpitazioni, oppressione toracica e crisi di pianto. Per addormentarsi hanno bisogno di distrarsi dal loro stato emotivo. Chamomilla ch9: è un medicinale congruo per l’insonnia dei bambini. Questo rimedio è indicato per i piccoli inquieti che dormono solo se vengono cullati e per l’insonnia che deriva dai disturbi della dentizione. Arnica montana ch9: è ideale per l’insonnia che segue a un superlavoro fisico con affaticamento muscolare. 28 | febbraio 2017 |

Caratteristiche importanti per la scelta del rimedio sono la sensazione di indolenzimento muscolare e un’evidente scomodità del letto, legata alla percezione di estrema durezza del materasso. Gelsemium ch9: è uno dei più grandi ansiolitici omeopatici. È adatto ad una persona con sindrome fobico-ansiosa. L’insonnia di Gelsemium deriva dall’ansia che accompagna la paura degli eventi futuri (esami, visite, prove). Le fobie di cui soffre sono paralizzanti e lo tengono sveglio. Spesso il disturbo è generato dalla stessa paura di non riuscire a prendere sonno. Teme anche l’immobilità notturna perché ha paura che “il cuore possa smettere di battere”. Cocculus ch9: è il rimedio per chi ha fatto veglie notturne prolungate nel tempo. L’insonnia che lo caratterizza è detta “degli infermieri o dei turnisti” e di tutti coloro che fanno un lavoro notturno. Il ritmo sonno-veglia viene alterato e questo genera mancanza di sonno notturna e sonnolenza diurna. Il paziente tende a dormire supino con le braccia sopra l’addome. Fa spesso sogni ansiosi che generano ansia ed è bloccato in un circolo vizioso: meno dorme e più fa fatica ad addormentarsi. Arsenicum album ch9: si usa nell’insonnia che colpisce dopo mezzanotte. È caratterizzata da un sonno molto agitato con bruschi risvegli. Il paziente ha una forte irrequietezza mentale, ha paura della morte, fa sogni ansiosi, il lavorio mentale non lo abbandona mai. Durante la notte ha soprassalti e scosse. Se si sveglia non riesce più ad addormentarsi. Stramonium ch9: è utile nell’insonnia dei bambini caratterizzata da incubi notturni (visioni di spettri, mostri, animali) che terrorizzano. Il bambino è


OMEOPATIA

agitato, loquace, violento. La sintomatologia peggiora con l’oscurità che teme moltissimo e migliora con la luce bassa e in compagnia. La posologia dei medicinali omeopatici è in genere correlata alla severità del caso e viene prescritta l’assunzione di cinque granuli un’ora prima di coricarsi da ripetere dopo circa trenta minuti se l’effetto non è immediato.

Fitopreparati

Infine indichiamo alcuni fitopreparati che possono essere ben associati al trattamento dell’insonnia transitoria e che il farmacista può consigliare tenendo in conto delle eventuali controindicazioni trattandosi di estratti ponderali.

Crataegus oxyacantha: nelle turbe del sonno accompagnate da eretismo cardiaco con azione sedativa in situazioni di stress emotivo (attenzione con digitale, beta-bloccanti e farmaci che inducono bradicardia). Escholtzia californica: ha un’attività sedativa e vagamente ipnotica utile nella difficoltà di addormentamento con miglioramento della qualità del sonno (attenzione con farmaci sedativo-ipnotici e antidepressivi. Sconsigliata nelle epatopatie in gravidanza e allattamento). Melissa officinalis: è indicata negli stati d’ansia ed irrequietezza e nelle turbe del sonno secondarie (effetti antagonisti versi il TSH; evitare in gravidanza e allattamento). Passiflora incarnata: è utile nell’ansia,

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irrequietezza, eretismo cardiaco, disturbi gastrointestinali nervosi. Insonnia da eccitazione cerebrale. Insonnia climaterica e menopausale (può dilungare il sonno da barbiturici; può aumentare l’effetto degli antidepressivi e degli anticoagulanti). Matricaria recutita: negli stati di agitazione nervosa con conseguente insonnia (attenzione ad eccedere perchè induce nausea e insonnia). Valeriana officinalis: riduce il tempo di addormentamento e migliora la qualità del sonno. Riduce la frequenza dei risvegli notturni (evitare la concomitanza con farmaci ad attività ipnotica, antistaminici e bevande alcoliche; dilunga il sonno indotto da barbiturici. È controindicato in gravidanza e allattamento).


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di RACHELE ASPESI

Dell’altro emisfero

U

n farmacista in viaggio lo si scova con qualsiasi metal detector. Una piccola valigetta dei medicinali, infatti, non può mancare, distribuita nel bagaglio a mano, al riparo da temperature inadatte e da occhi indiscreti, sempre con sé, per il proprio bene, ma anche per quello degli altri. La mia borsa dei medicinali, accuratamente preparata, studiata e organizzata, però, non è bastata a farmi stare lontana da una farmacia durante il nostro lungo viaggio di nozze in Australia. Il richiamo di conoscere come si lavora dall’altra parte dell’emisfero, quale approccio il farmacista australiano possa avere con il paziente, quale ruolo abbia un collega così differente da noi mi hanno spinta a mettere piede in farmacia.

Il sistema sanitario

Il servizio sanitario pubblico australiano è gestito da Medicare, fondata nel 1984 dal governo federale con il compito di aiutare ad affrontare il costo di prestazioni mediche, ambulatoriali e ospedaliere. Si ha diritto a Medicare se si è cittadini australiani o neozelandesi, residenti permanenti, se si hanno visti temporanei oppure se si è membri di uno stato con cui è stata attuata la convenzione sanitaria nell’ultimo decennio (l’Italia è uno di questi). Medicare offre assistenza anche per

fronteggiare il costo dei medicinali, grazie al Pharmaceutical benefits scheme (Pbs), il piano farmaceutico nazionale, che comprende più di 800 farmaci rimborsati totalmente oppure in parte, pagando un’aliquota fissa che si aggira da quest’anno sui 39 dollari australiani e sui 7 dollari australiani per pensionati e categorie con reddito basso. Tutti i cittadini possono avere informazioni dettagliate circa il costo e le caratteristiche del farmaco (compresi modo di utilizzo ed effetti collaterali) attraverso la banca dati riportata sul sito Pbs, aggiornata mensilmente. Nell’elenco sono presenti tutti i medicinali comprensivi di nomi commerciali ed equivalenti con prezzi differenti: anche il servizio pubblico australiano, come il nostro, ga30 | febbraio 2017 |

rantisce il pagamento del farmaco con il prezzo più basso, mentre la volontà di acquistare un medicinale con uno specifico marchio avrà un costo maggiore per il paziente.

La situazione delle farmacie

L’Australia ha un ampio e variegato insieme di figure sanitarie di cui fanno parte circa 25.000 farmacisti che hanno ottenuto una laurea di quattro anni presso una delle diciassette scuole di scienze farmacologiche del Paese, accreditate dall’Australian pharmacy council (Apc), a cui si iscrivono circa 2.000 studenti l’anno. Interessante è il percorso di studi, uguale per i primi tre anni in tutte le differenti scuole, ma con specializzazioni durante l’ulti-


PROFESSIONE

Riflessioni e appunti di una farmacista in viaggio per l’Australia

mo anno di corso in base a diverse tematiche o necessità territoriali, come il clima, la presenza di aborigeni, le aree ricche di flora e fauna locale. È possibile diventare farmacista anche attraverso un master di due anni in seguito a un anno di pratica presso una struttura farmaceutica autorizzata, che può essere una farmacia di comunità oppure ospedaliera sotto la supervisione di un tutor autorizzato. Il 63 per cento dei farmacisti lavora nelle farmacie aperte al pubblico, mentre l’altra buona percentuale opera in strutture ospedaliere, spesso in team di reparto oppure in ambito di ricerca universitaria. La distribuzione del farmaco spetta solo a chi diventa operatore autorizza-

to alla vendita dello stesso, la cui maggior parte è composta da farmacisti regolarmente registrati, ma anche da una piccola parte di figure sanitarie che possono richiedere l’autorizzazione per la distribuzione diretta del medicinale al paziente; tuttavia tale pratica risulta poco diffusa, specialmente in aree con ampia densità di popolazione e di farmacie. 31 | febbraio 2017 |

L’Australia conta circa 5.700 farmacie, una ogni 4.000 abitanti, la maggior parte inglobata in sistemi di grandi catene come Amcal chemist, Chemmart pharmacy o Terry White chemists, all’interno delle quali l’area dedicata alla distribuzione del farmaco è visibilmente separata dal resto dello spazio commerciale dove si trovano ampie zone dedicate all’integrazione alimentare,


PROFESSIONE

Il titolare della farmacia deve essere sempre un farmacista autorizzato ma la legislazione sul numero di farmacie di cui si può essere proprietari varia da stato a stato alla cosmetica, ma anche ad articoli non prettamente legati al mondo del farmaco: una sorta di negozio nel negozio che permette al turista o al residente l’acquisto di impatto di beni di prima necessità da fazzoletti di carta, a ombrelli, da snack e bevande a cappellini e cartoline. Il titolare della farmacia deve essere sempre un farmacista autorizzato e il numero di farmacie di cui risulta titolare viene regolamentato da leggi differenti per ogni stato, per esempio nel New South Wales e nel Victoria un farmacista può avere il ruolo di titolare in un massimo di cinque punti vendita. Anche in Australia, i farmacisti sono tutelati da vari enti che ne regolamentano l’attività professionale, la formazione (come l’obbligo, dal 2010, di soddisfare 40 crediti di aggiornamento annuali) e il sistema assicurativo-previdenziale. Accanto al farmacista autorizzato alla dispensazione del farmaco, il sistema sanitario sollecita la presenza di un tecnico - uno ogni due farmacisti circa

- addetto al lavoro accessorio, ma indispensabile, della farmacia: l’organizzazione del magazzino, la dispensazione di prodotti cosmetici o non medicinali, soprattutto all’interno di ampie catene di distribuzione. Lo stipendio medio di un farmacista può variare molto a seconda della zona in cui lavora, in base alla densità della popolazione e alla necessità di aperture forzate a orari anche notturni. Per questo la Pharmacy guild of Australia, equivalente della nostra Federfarma, nel 2014 ha negoziato un importante accordo di finanziamento per i successivi cinque anni con il governo per consentire sovvenzioni di incentivo alle farmacie specializzate in determinati settori: gestione delle terapie per la disintossicazione da droghe, controllo nella cura di pazienti che assumono ansiolitici e antidepressivi, attività di collaborazione con altre figure sanitarie (almeno 2, al di fuori dell’ambito farmaceutico). Tra questi, uno dei maggiori servizi è dato dal Medschecks, un articolato sistema per il controllo e la revisione della cura domiciliare di pazienti che assumono terapia plurimedicinale. Un altro ottimo servizio supportato dal sistema sanitario pubblico è quello dell’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie per i bambini presso le farmacie autorizzate con farmacisti specializza32 | febbraio 2017 |

ti, servizio diffusosi molto velocemente dal 2014 dopo il successo del progetto pilota proposto nelle farmacie del Queensland.

La farmacia dei servizi

Le patologie croniche cardiovascolari, le forme tumorali più comuni, e l’invecchiamento di una popolazione sempre più multiculturale hanno portato negli ultimi anni una richiesta di imminente evoluzione da parte della struttura sanitaria australiana e del mondo farmaceutico a contatto con la popolazione. Il farmacista ha incrementato il proprio ruolo di interlocutore immediato con il paziente per il primo consiglio, l’aderenza alla terapia, la comunicazione con il general practitioner, il medico di base. Per questo, dal 2009, sono state istituite nuove misure per ampliare i servizi di supporto ai cittadini, attraverso nuove informazioni sanitarie, l’ingresso di servizi di analisi in farmacia e di farmaco-sorveglianza da parte del farmacista, che ha assunto il ruolo di vero e proprio controllore dell’utilizzo del medicinale. Basti pensare che le ricette di carattere ormai totalmente elettronico, rilasciano al farmacista un quadro completo dello stato di cura del paziente e della terapia in atto, garantendogli la possibilità di effettuare un controllo scrupoloso che eviti inte-


COSMESI | medicina estetica

33 | febbraio 2017 |


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farmacie australiane riguarda il riconoscimento del livello avanzato per alcuni farmacisti altamente specializzati in ambito di servizi e comunicazione con il paziente, attraverso un accurato sistema di credenziali sperimentato già nel 2015 in alcuni Stati che prevede l’analisi della messa in pratica delle specializzazioni del farmacista e il significativo beneficio che il paziente ne può trarre. razioni pericolose o utilizzi scorretti del medicinale. Questa necessaria evoluzione del farmacista ha portato dal 2013 la richiesta al governo, da parte della Pharmaceutical society australiana (Psa) di un approccio più collaborativo alla cura del paziente, tramite un utilizzo decisamente più ampio della competenza del farmacista, con riferimento alle sue vaste conoscenze sui medicinali. In particolare, dal 2013 è stato creato un nuovo progetto per lo sviluppo e l’aggiornamento delle norme di buona pratica per l’attività clinica del farmacista sui singoli pazienti, al fine di ridurre al minimo il rischio di uso scorretto dei farmaci. Questo nuovo ruolo del farmacista, in relazione con le altre figure sanitarie che ruotano attorno al paziente, comporta una revisione costante dei medicinali in uso, il controllo in merito alla corretta posologia prescritta, l’analisi delle possibili interazioni tra farmaci e alimenti. All’interno del medesimo progetto, solo in alcune specifiche farmacie, sono stati previsti anche ruoli più specializzati per lo svolgimento di altri servizi, come la produzione di medicinali sterili personalizzati, somministrazioni di farmaci sperimentali, allestimento di principi attivi con dosaggi specifici. Un’ultima novità nelle

Una visita in periferia

Tutta questa curiosità per la farmacia australiana mi portò ad affidarmi a una farmacia in disparte, lontana dalla centralità delicatamente chiassosa di qualche centro commerciale a Sydney vicino a Circular Quay, preferendo una carina bottega, al di là dell’Harbour bridge, nella zona residenziale di Kirribilli. Entrando dalle porte aperte per il leggero caldo primaverile, non notai subito l’angolo del farmacista: evitando a fatica l’acquisto di beni inutili ma allettanti, astutamente posti all’ingresso, avvicinandomi nella parte centrale dello spazio commerciale, cominciai a ritrovarmi in un mondo che conoscevo, con integratori alimentari e nutraceutici a farla da padrone, in confezioni che spaziavano dagli utilissimi monodose alle convenienti pezzature da 200 capsule. Mi soffermai nel reparto di igiene orale, dove trovai un gel che credevo potesse risolvere un fastidioso problema di afte apparse qualche giorno prima; dal retro un atletico farmacista in camice e cravatta mi porse il suo aiuto, chiedendomi di aprire la bocca e visionare le mie afte. Scoprii così che esse avevano una forma particolare tipica ovoidale probabilmente dovute alla pi34 | febbraio 2017 |

taya, il frutto di un cactus consumato in Australia che attira molti turisti che, incuriositi e piacevolmente colpiti dal sapore, ne consumano con frequenza giornaliera una buona quantità, ma senza dare alla mucosa buccale il tempo necessario per abituarsene. Mi consigliò uno spray specifico, anziché un gel, e un buon integratore enzimatico; mi prescrisse (scrivendolo su un foglio intitolato “Segui questo consiglio di salute”) il consumo quotidiano di una buona dose di semi oleosi - che potevo ritrovare nel suo health corner di alimenti della salute - legumi e pesce per il recupero di acidi grassi essenziali e di vitamine, utili per la rigenerazione della mucosa. Gli strinsi la mano e lo ringraziai. So quanto vale, professionalmente, la gratitudine di un paziente, il sapere di aver fatto il proprio lavoro con amore e cura. Gli avrei detto: non mollare, caro collega. La liberalizzazione, la capitalizzazione, il marketing e le pubblicità non ti porteranno mai via la tua professionalità e la tua dedizione al lavoro. Il saper consigliare, permettendo al proprio paziente di fidarsi, è un dono che, abbinato allo studio e all’aggiornamento, dobbiamo saper utilizzare, senza lamentela o pessimismo. Il nostro futuro non è il declassamento o il nascondersi dietro a un destino inevitabile, dietro a prodotti commerciali che esulano dal nostro mondo farmaceutico; il nostro futuro è professionalità, è consiglio, è specializzazione. Nonostante la lontananza, non ho scoperto una farmacia tanto differente dalla nostra, ho potuto solo appurare che un farmacista aggiornato e sostenuto da un sistema che crede in lui, non debba smettere di far valere la propria identità.


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Il valore di CLAUDIO BUONO

della filiera

I

l mercato italiano degli integratori alimentari occupa una posizione di leadership nel contesto europeo, che già di per sé vale circa 13 miliardi di euro, di cui il 70 per cento concentrato in Europa occidentale. Oggi, li utilizzano otto connazionali su dieci (fonte dati Gfk), in una logica prevalentemente salutistico-preventiva che ha sostenuto lo sviluppo di nuove categorie di prodotti. L’industria è dunque in forte sviluppo

e alle prese con la sfida degli standard di qualità. Lo confermano i dati emersi dall’indagine del Centro studi Federsalus giunta alla sua seconda edizione e presentata da Marco Testa (foto a sinistra), neo presidente dell’Associazione nazionale produttori e distributori prodotti salutistici, in occasione di un incontro milanese. Dall’indagine risulta che siamo in presenza di un comparto dinamico e molto articolato: negli ultimi dodici mesi mobili (da dicembre 2015 a novembre 2016) i risultati sono stati positivi e caratterizzati da un incremento del fatturato del 6 per cento e da una variazione positiva dei volumi di vendita 36 | febbraio 2017 |

del 4,8 per cento. A seguito di questo trend, il valore di mercato, a fine periodo, e risultato pari a 2,7 miliardi di euro, per un totale di circa 193 milioni di confezioni vendute.

I consumi in farmacia

Il 92 per cento del valore di mercato è appannaggio del canale farmacia, dove gli integratori alimentari rappresentano il secondo comparto a valore dopo il farmaco con obbligo di prescrizione. Dal punto di vista dei consumi, il canale cresce nell’anno mobile del 45 per cento. In farmacia si collocano nelle prime posizioni, per valore generato, le categorie probiotici, sali minerali,


CONVEGNI

Integratori alimentari, un convegno Federsalus a Milano tonici, ipocolesterolemizzanti a base di monacolina, coadiuvanti della funzione intestinale, multivitaminici e multiminerali, venotonici e integratori per il benessere delle articolazioni.

Lavoro e investimenti

Un settore, quello degli integratori alimentari, che in termini di produttività del lavoro, con una stima pari a 77.500 euro, è in linea con i livelli mediani più elevati di produttività dell’economia italiana (79.100 euro, secondo il Report Istat 2016 sui Risultati economici delle imprese) ed è quindi in grado di competere con successo in uno scenario globalizzato come quello attuale. La filiera genera un fatturato totale quotato di 1.080 milioni di euro a fine 2015 (+5,4 per cento rispetto all’indagine dell’anno precedente) e impiega complessivamente 9.000 addetti, informatori medico scientifici e agenti di vendita inclusi. La dinamica degli investimenti, che ha sostenuto l’aumento della produzione e del fatturato, è un chiaro indicatore dello stato di salute del comparto. Come sottolineato da Testa, «delle 112 aziende, tra quelle associate a Federsalus, coinvolte nella seconda indagine dell’Osservatorio, oltre il 50 per cento ha dichiarato di aver incrementato gli investimenti in innovazioni di prodotto (68,9 per cento), marketing e comunicazione (62 per cento), impianti e nuovi macchinari

Focus sui consumatori Secondo lo studio di Gfk, l’uso crescente di integratori quali sali minerali, vitamine e multivitaminici è correlabile a una maggiore attenzione dei consumatori verso la propria salute, dove anche attività fisica, consapevolezza dell’importanza della prevenzione (con un’aumentata predisposizione a sottoporsi a controlli di routine) e presa di coscienza dei danni del fumo (con conseguente abbandono delle sigarette) vedono coinvolte anche fasce di popolazione, come quella maschile e dei nuovi anziani, un tempo meno attente al proprio benessere fisico. Durante l’incontro, Stefania Fregosi, responsabile ricerche quantitative area healthcare Gfk Eurisko ha anche anticipato una nuova indagine il cui obiettivo sarà quello di mettere a fuoco le conoscenze, al momento incomplete, sul consumatore tipo degli integratori alimentari, suddivisi in sei aree principali (multivitaminici e sali minerali, problemi gastrointestinali, disturbi del sonno e d’ansia, estetica, disturbi femminili, cardiovascolare).

(55,6 cento), formazione del personale (52,6), innovazioni di processo (46,7)». L’Osservatorio ha evidenziato anche che la filiera italiana dell’integratore alimentare è decisamente proiettata verso i mercati internazionali. Infatti, quasi il 70 per cento delle aziende associate (contro il 65 per cento del 2015) registra un fatturato proveniente da export e altre attività all’estero. Si tratta delle società con dimensioni maggiori, che operano nel mercato interno da oltre quindici anni e si distinguono per un fatturato medio di 12,2 milioni di euro. Circa il 30 per cento delle suddette aziende esporta oltre un quarto del fatturato e per il 47 per cento di queste, l’export rappresenta oltre il 50 per cento dei ricavi totali. Su tali basi, risulta evidente come la certificazione di qualità assuma un peso rilevante non solo a tutela del mercato italiano e a beneficio del consumatore, ma anche perché coinvolge imprese che indirizzano verso l’esportazione buona parte della loro produzione; e il riconoscimento di caratteristiche di qualità distintive ed evidenti sui mercati esteri è un fattore competitivo vincente. 37 | febbraio 2017 |

In tema di qualità

«Il comparto è solido e in salute ma richiede un presidio per migliorarne l’autorevolezza», rileva Testa. Federsalus sta quindi lavorando in modo attivo per il riconoscimento istituzionale della Filiera di Qualità, nella scia del Progetto Sestante, definito nel 2016 sulla base dei trend chiave del settore degli integratori alimentari. Il nuovo progetto, chiamato Compass, punta a mettere in pratica nel 2017 e negli anni a venire i risultati raggiunti nel 2016, attraverso la definizione di specifici cantieri di lavoro, ognuno con una propria e ben definita area di sviluppo: dal miglioramento dell’immagine del comparto, sia reale sia percepito, alla costituzione e valorizzazione dei rapporti con gli stakeholder, siano essi operatori della salute, centri di ricerca, università e istituzioni. Afferma Testa: «L’obiettivo è ottenere il riconoscimento, presso gli enti nazionali e comunitari, del ruolo dell’integratore alimentare in ambito healthcare per il benessere individuale e anche in termini di welfare collettivo e di risparmio per il Sistema sanitario nazionale».


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NUTRIZIONE

di SILVIA AMBROGIO, biologa nutrizionista

In caso

di infertilità maschile

D

ai dati Iss l’infertilità colpisce circa il 15 per cento di tutte le coppie e si ricorre a questo termine se dopo un anno di rapporti regolari e non protetti la coppia non riesce a concepire. Moltissime sono le cause “non mediche” di questi dati e per lo più sono un mix di fenomeni complessi come lo stile di vita, l’età in cui si cerca un figlio l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative, l’inquinamento. Circa il 35 per cento dei casi di infertilità ha però una causa maschile: un’alterazione nella concentrazione degli spermatozoi e / o la loro motilità e / o la loro morfologia in almeno un campione di due analisi dello sperma, raccolto tra 1 e 4 settimane di distanza (Organizzazione mondiale della sanità, 1999). I radicali liberi contribuiscono alla patogenesi di infertilità maschile e anione superossido, radicale ossidrile e

perossido di idrogeno sono importanti specie reattive dell’ossigeno (Ros) presenti nel liquido seminale. Le cellule germinali maschili a vari stadi di differenziazione hanno il potenziale di generare Ros e sono necessari bassi livelli fisiologici di questi per regolare la reazione acrosomiale e la fusione spermatozoo-ovocita; per mantenere la funzionalità normale, l’eccesso di Ros deve essere inattivato in continuo da antiossidanti presenti nel liquido seminale. Ecco perché negli uomini sani esiste un delicato equilibrio nel tratto riproduttivo tra la fisiologica formazione di Ros e l’attività antiossidante endogena. Gli acidi grassi della membrana plasmatica dello spermatozoo sono suscettibili al danno perossidativo, così come le basi del Dna possono subire i danni da Ros. I pazienti con elevati livelli di stress ossidativo nel liquido seminale hanno 40 | febbraio 2017 |

dimostrato infatti di avere spermatozoi con un numero significativo di interruzioni nei filamenti di Dna, mentre di solito quest’ultimo è protetto dalla sua organizzazione compatta e dalla presenza proprio di antiossidanti nel liquido seminale. Sono tutt’ora sempre in corso studi che mirano a conoscere nel dettaglio proprio l’azione dei radicali liberi sulla vitalità degli spermatozoi e sulla fertilità nel suo complesso.

La promessa degli antiossidanti

Le strategie terapeutiche per migliorare il concepimento naturale e l’esito delle tecniche di riproduzione assistita comportano il ricorso agli antiossidanti, la più importante difesa contro i radicali liberi, sia per il basso costo sia per il relativamente basso rischio di tossicità. Una revisione della letteratura corrente rivela che carnitina, vitami-


NUTRIZIONE

Quando si ha difficoltà a concepire può essere d’aiuto arricchire la propria alimentazione na C e vitamina E hanno chiaramente dimostrato di essere efficaci e possono essere considerati come un trattamento di prima linea. La carnitina è un antiossidante idrosolubile principalmente derivato dalla dieta e svolge un ruolo nel metabolismo energetico dello sperma poiché fornisce il combustibile primario per la motilità degli spermatozoi, i quali mostrano di aumentare i livelli di L-carnitina e L-acetil carnitina durante il passaggio nell’epididimo e di acquisire di motilità. Inoltre contribuisce a proteggere le membrane degli spermatozoi, il Dna e le componenti cellulari dai danni provocati dai Ros e dall’apoptosi. Di vitamina E (a-tocoferolo), importante molecola antiossidante liposolubile, se ne assumono da 50 a 800 mg al giorno, a seconda della quantità di frutta, verdura, tè o vino consumati e questa vitamina protegge dalla perossidazione lipidica le membrane cellulari, comprese quelle dello spermatozoo. La vitamina E può anche essere aggiunta a crioprotettori per proteggere gli spermatozoi da una maggiore esposizione allo stress ossidativo durante la crioconservazione e lo scongelamento, contribuendo a una riduzione della motilità degli spermatozoi. L’idrofilia della vitamina C e la lipofilia della vitamina E possono agire in sinergia per la protezione dall’attacco perossidativo e diversi studi hanno dimostrato che la supplementazione combinata riduce si-

gnificativamente la percentuale di Dna frammentato negli spermatozoi e nel follow-up ci sono stati tassi significativamente aumentati di gravidanza dopo Icsi, anche se la sola somministrazione di alte dosi di vitamina C ed E per via orale per 56 giorni non è riuscita a mostrare un miglioramento dei parametri nel liquido seminale, i tassi di sopravvivenza degli spermatozoi o la riuscita nella gravidanza per coppie con infertilità maschile. L’efficacia di antiossidanti quali glutatione, selenio e coenzima Q10 è stata dimostrata da pochi, ma ben eseguiti, studi e il ricorso a questi antiossidanti può essere considerato trattamento di seconda linea. Nella maggior parte degli studi, la supplementazione di antiossidanti ha migliorato il numero, la motilità, la morfologia e talvolta l’integrità del Dna degli spermatozoi e un lavoro iraniano pubblicato a dicembre ha dimostrato che una combinazione di antiossidanti come la vitamina C, vitamina E, e l’assunzione di CoQ10 possono effettivamente migliorare i parametri seminali. In generale vi è la necessità di ulteriori indagini con studi randomizzati e controllati per confermare l’efficacia e la sicurezza della supplementazione in campo medico con antiossidanti nel trattamento dell’infertilità maschile idiopatica, nonché la necessità di determinare la dose ideale di ciascun composto per migliorare i parametri 41 | febbraio 2017 |

spermatici, i tassi di fertilizzazione e gli esiti di gravidanza.

Il caso Licopene

Il licopene, pigmento rosso che si trova soprattutto nel pomodoro, è un antiossidante d’elezione che ha dimostrato il proprio ruolo benefico nella prevenzione delle malattie croniche, come la malattia cardiovascolare, l’aterosclerosi, il cancro, e le patologie neurodegenerative. Il licopene si ritrova ad alte concentrazioni nei testicoli ed è per questo che sono in corso diversi studi clinici per valutare il suo ruolo nell’infertilità maschile. La somministrazione di licopene (2 mg due volte al giorno per 3 mesi) ha migliorato molti parametri seminali negli uomini con oligo/asteno/teratozoospermia idiopatica non ostruttiva. Tuttavia, questo non è sufficiente per concludere che il licopene porta promesse nell’infertilità maschile. Ma gli studi ci sono: se ne è appena concluso in modo più che promettente uno giapponese che aveva come obiettivo di chiarire gli effetti di un cibo ricco di licopene, il succo di pomodoro, sulla fertilità maschile. Il succo di pomodoro ha migliorato la motilità dello sperma e il principio attivo responsabile si direbbe proprio il licopene, ma il meccanismo è ancora sconosciuto. Per confermare l’effetto del succo di pomodoro stanno progettando uno studio interventistico su larga scala.


NUTRIZIONE

Il ruolo della vitamina D

La vitamina D è una molecola di segnalazione versatile che potrebbe essere correttamente considerata un ormone steroideo funzionale. Attualmente, vi è grande interesse per i suoi possibili effetti “non classici”, in particolare sulla funzionalità delle gonadi maschili. Studi su animali e sull’uomo hanno ormai dimostrato che questa vitamina è coinvolta nella funzione riproduttiva in entrambi i sessi, anche solo perché gli enzimi che metabolizzano lei e il suo recettore sono espressi negli organi riproduttivi: nelle cellule di Sertoli, nelle cellule germinali, nelle cellule di Leydig, nello spermatozoo maturo e nelle cellule epiteliali che rivestono il tratto riproduttivo maschile. Vi è inoltre una crescente letteratura a sostegno dell’esistenza di un rapporto complesso tra la vitamina D e il metabolismo degli androgeni e probabilmente ha un ruolo nello sviluppo della gonade, visto che il suo recettore è espresso in gonociti umani e cellule di Leydig e Sertoli immature dalla sedicesima settimana di gestazione. Come è noto la vitamina D è essenziale per l’omeostasi del calcio sistemico e la funzione ottimale degli spermatozoi può dipendere da un effet-

to diretto della vitamina o essere indirettamente influenzato attraverso proprio l’omeostasi del calcio, che ha già dimostrato di avere un suo ruolo nella riproduttività dell’uomo, soprattutto nella maturazione degli spermatozoi. A livello dell’apparato riproduttore, analogamente al rene, la vitamina D disciplina il trasporto transcellulare del calcio attraverso l’azione di un canale la cui ablazione compromette l’assorbimento del calcio, con conseguente motilità degli spermatozoi ridotta e infertilità nei topi. Purtroppo, per ora, mentre gli studi di associazione hanno documentato un chiaro effetto negativo della carenza di vitamina D sui parametri spermatici, pochi sono gli studi che dimostrano abbiamo un effetto positivo della supplementazione con vitamina D su questi parametri. Anzi, alcuni studi hanno riportato che alti livelli di vitamina D possono avere un effetto altrettanto negativo sulla funzione gonadica.

Si può quindi dire che la vitmina D anche in quest’ambito è sotto i riflettori della ricerca, ma ancora è da definire la relazione casuale tra la sua carenza e l’impatto della sua supplementazione sulla funzione gonadica.

Lo zinco

Lo zinco è un minerale essenziale per il normale funzionamento del sistema riproduttivo maschile e gli studi hanno indagato molto bene la relazione tra i livelli di zinco nel liquido seminale e la sterilità maschile, arrivando però a risultati inconsistenti, e gli effetti della supplementazione di zinco sui parametri spermatici. La supplementazione di zinco aumenta significativamente il volume dello sperma, la motilità degli spermatozoi e la percentuale di spermatozoi con morfologia normale e pur essendo necessari altri approfondimenti alche questo micronutriente fornisce speranze nell’infertilità maschile.

Bibliografia 1) Ashok Agarwal & Lucky H. Sekhon. “The role of antioxidant therapy in the treatment of male infertility”. Human Fertility, December 2010; 13(4): 217–225 2) Taglianetti S, De Rocco Ponce M, Ghezzi M and Foresta C. Vitamin-D “Deficiency and Male Reproduction”. Annals of Nutritional Disorders & Therapy. December 26, 2016 3) Yu Yamamoto et all. “The effects of tomato juice on male infertility”. Asia Pac J Clin Nutr 2017;26(1):65-71 4) Ahmadi S, Bashiri R, Ghadiri-Anari A, Nadjarzadeh A. “Antioxidant supplements and semen parameters: An evidence based review”. Int J Reprod Biomed (Yazd). 2016 Dec;14(12):729-736. 5) Zhao J, Dong X, Hu X, Long Z, Wang L, Liu Q, Sun B, Wang Q, Wu Q, Li L. “Zinc levels in seminal plasma and their correlation with male infertility: A systematic review and meta-analysis”. Sci Rep. 2016 Mar 2;6:22386

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NUTRIZIONE Unione Tecnica Italiana Farmacisti

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COSMESI

Il profumo: di ELISA DA VINCI

un prodotto senza tempo

P

rofumi, fragranze, essenze, note odorose fanno parte della vita di tutti i giorni ma sono anche un momento di emozione, gradevolezza e sensorialità a cui donne e uomini possono legare ricordi ed esperienze. Al profumo sono dedicate mostre e manifestazioni (si pensi solo a Pitti Immagine a Firenze o Premium Perfumery a Bologna o a Esxence a Milano) ed esiste anche un’Accademia del profumo. Il profumo è quindi un prodotto di bellezza che è venduto nel canale privilegiato delle profumerie ma che, sempre più, viene acquistato anche in farmacia per molte ragioni. Anche il cinema (come dimenticare Marilyn Monroe che andava a dormire indossando solo due gocce di Chanel n.5) e la letteratura sono legate al profumo. È del 1985 un ri-

conosciuto best seller (Il Profumo di Patrick Suskind) da cui è stato tratto anche un film, la cui trama si intreccia proprio con la ricerca del profumo perfetto, a conferma che dietro questa miscela olfattiva ci sono i segreti dei profumieri (i cosiddetti “nasi” delle grandi case produttrici) e una tradizione che attraversa tutta la storia umana. Se guardiamo agli ultimi dati di Cosmetica Italia, l’Associazione delle imprese del settore beauty, infatti, nel 2015 la vendita di profumeria alcolica in farmacia ha raggiunto gli 11,5 milioni di euro, in crescita del 22,5 per cento sull’anno precedente, con un valore nettamente superiore per le acque di toeletta e profumi femminili (+22,8 per cento rispetto al 2014) ma in crescita sono anche i profumi maschili con 600 mila euro di vendite, in aumento del 18,5 per cento.

Note odorose e fragranze unisex

«I profumi hanno una serie di caratteristiche di fondo - spiega Carla Scesa, docente di Chimica dei prodotti cosmetici all’Università Cattolica di Roma e di Cosmetologia all’Università degli Studi di Siena - e in farmacia ci sono ottimi prodotti che dal punto di vista formulativo non hanno nulla da invidiare a quelli delle grandi marche della profumeria anche se, a volte, possono avere confezioni meno “lussuose” al fine di fornire al consumatore anche un prezzo 44 | febbraio 2017 |

interessante. La base di tutti i profumi è costituita da alcol, acqua ed essenza, mescolate nelle varie percentuali per dar vita alle diverse “anime” del mondo della profumazione come i concentrati, l’eau de cologne, le parfum de toilette e via dicendo. È la nota odorosa che definisce l’alta qualità di un profumo; non per nulla è quella che viene studiata dagli esperti per mesi e anni e che ha un background non solo scientifico ma anche culturale». Concentrazioni diverse dei tre elementi base di un profumo ne determinano il risultato e differenziano i vari prodotti. «Gli elementi che costituiscono il profumo, che è un prodotto molto personalizzante, sono sostanzialmente tre, poi può esserci qualche additivo - specifica la professoressa Scesa - fragranza, acqua e alcol. Quest’ultimo serve a esaltare la nota “di testa” e la fa sviluppare meglio. La fragranza si sviluppa, infatti, in tre note: la testa, il cuore e la coda. La nota di testa è la prima che si percepisce e cattura l’olfatto, poi c’è la nota di cuore o di centro che rimane sulla pelle e, infine, quella di coda che persiste a lungo. La differenza fra profumo e acqua profumata, per esempio, a parità di fragranza, è la persistenza del primo rispetto alla seconda. L’acqua profumata è solitamente più leggera. Queste caratteristiche possono influire sull’uso dei vari prodotti con profumi più “avvolgenti” d’inverno e acque profumate


COSMESI

Le vendite di profumeria alcolica in alcuni periodi dell’anno subiscono un incremento ed è quindi interessante analizzare le peculiarità di queste referenze anche nel canale farmacia più fresche, fiorite e leggere ed evanescenti d’estate». Nel tempo il mercato dei profumi è stato suddiviso in segmenti e oggi si sente spesso parlare di profumeria selettiva, artistica o di nicchia. Nelle proposte in farmacia ci sono prodotti che possono differenziarsi anche per target (femminile, maschile) a cui si rivolgono anche se oggi, nel 2016, a detta dell’intervistata, il mercato sta tornando alle formule unisex che hanno elementi di diversificazione ma dipendono molto dall’uso che ne viene fatto. «Fra le fragranze destinate alle donne e quelle per gli uomini la differenza sta nella nota odorosa - è il suo parere. È vero che ci possono essere profumi da sera oppure profumi sportivi e, questi ultimi, possono essere tranquillamente unisex, proprio perché contengono una nota di testa verde o agrumata, unita a una legnosa e può quindi piacere a consumatori di entrambi i sessi. Il profumo da sera destinato al pubblico femminile, per esempio, è caratterizzato da note più sensuali che afferiscono ai grandi classici. Ci sono infatti famiglie di profumi che risalgono alla fine dell’800 e ai primi del Novecento, che hanno avuto scie di imitazione ma anche di ammodernamento. I profumi femminili sono solitamente molto fioriti ma non è detto perché la scelta di una fragranza è spesso influenzata dalla moda e dallo stile di vita. Una donna, in certi momenti, può usare un profumo

molto sensuale e avvolgente e in altri una fragranza più verde; quello maschile, spesso, è più fresco e sportivo. Gli ingredienti di una nota odorosa possono essere alcune decine e sono coperti da segreto poiché sono considerati alla stregua di una creazione artistica». Dato che la profumazione si sviluppa a contatto con l’epidermide, ovviamente, la tipologia di cute, il film idrolipidico e le sue caratteristiche determinano l’effluvio che ne scaturisce nel tempo. «Ogni test sui profumi deve essere fatto “dal vivo” - aggiunge Carla Scesa - e il prodotto va tenuto in posa anche qualche ora per percepirne completamente le sue note. Diciamo che gli specialisti hanno già nel loro pacchetto formulistico le fragranze più adatte al pubblico femminile o maschile ma tutto dipende dalla nota odorosa. Spesso per l’uomo si usa il tabacco o le note verdi che nei profumi femminili si usano meno».

Alcol o base oleosa?

Proprio il profumo permea ciascun prodotto di bellezza che viene venduto anche nel canale farmacia e sempre più spesso, nella ricerca della novità, accanto alla singola fragranza vengono proposte linee profumate che vanno dalla crema corpo al deodorante, passando per prodotti con forme e aspetti diversificati. «Il profumo alcolico, generalmente, ha la forma di spray o di liquido», sottolinea la professoressa 45 | febbraio 2017 |

Scesa - infatti non esiste un profumo in gel ma, se mai, un gel profumato o una crema profumata. Chi vuol usare il profumo usa i classici, chi invece non gradisce la fragranza alcolica utilizza soprattutto le formulazioni oleose. Tutte le creme vendute sono, solitamente, profumate. In questi prodotti la percentuale della fragranza può variare dallo 0,1 allo 0,5 per cento sia per quelli per il viso sia in quelli per il corpo (anche nei solari)». Recentemente si è diffusa la moda di utilizzare il profumo non solo per il corpo ma anche per i capelli e sono apparsi quindi prodotti dal doppio uso. Secondo l’esperta sono nati probabilmente da una ricerca di mercato e chi ha formulato queste fragranze, oltre a caratterizzarle con composizioni leggere e poco persistenti, ha scelto note odorose che non contrastassero con la secrezione tipica del cuoio capelluto. Diverso, invece, è il caso di prodotti a forte valenza naturale, privilegiata da chi non desidera acquistare profumi che contengono alcol (come, per esempio, le popolazioni islamiche) e che hanno portato quindi i profumieri a un impiego, nelle formulazioni, anche degli oli essenziali che afferiscono, però, a logiche di aromacologia. «Si tratta in genere di profumi in base oleosa che hanno scarse note di testa», sintetizza Carla Scesa, «sono più pesanti e aderiscono di più alla pelle. Sono


COSMESI

SOSTANZE ALLERGENICHE

DENOMINAZIONE INCI

2-benzil-idene-eptanale Alcool benzilico Alcool cinnamilico Citrale Eugenolo 7-idrossicitronellolo Isoeugenolo 2-pentil-3-fenilprop-2-ene-1-olo Salicilato di benzile Cinnamaldeide Cumarine Geraniolo 4-(4-idrossi-4-metil-pentil)cicloes-3-ene-carbaldeide Alcool 4-metossibenzilico Cinnamato di benzile Farnesolo 2-(4-ter-butilbenzil)propional aldeide Linalolo Benzoato di benzile Citronellolo a-esil-cinnamaldeide (R)-p-menta-1,8-diene Ott-2-inoato di metile 3-metil-4-(2,6,6-trimetil-2-cicloesene-1-il)-3-butene-2-one Estratto di Evernia prunastri Estratto di Evernia furfuracea

Amile cinnamale Benzil-alcool Cinnamil alcool Citrale Eugenolo Idrossicitronellolo Isoeugenolo Amil-cinnamil alcool Benzil salicilato Cinnamale Cumarine Geraniolo Idrossi-iso-esil-3ciclo-esene carbossialdeide Alcool dell’anice Benzil cinnamato Farnesolo Butil-fenil-metil-proprionale Linaloolo Benzil benzoato Citronellolo Esil cinnamale Limonane Metil-2-ottionato a-isometil-ionone Evernia prunastri estratto Evernia furfuracea estratto

Fonte: Cosmetovigilanza – News dalle agenzie Regolatorie

un’altra categoria di fragranze e non appartengono alla grande tradizione della profumeria alcolica». Diversa ancora è stata la scelta di alcune case produttrici che, volutamente, hanno immesso nel mercato prodotti privi di profumazione.

Regolamenti e sicurezza

Anche i profumi, come tutti i prodotti cosmetici, sottostanno a una legge che ne regola la sicurezza d’uso. Inoltre, esiste l’Associazione internazionale di fragranza (Ifra, www.ifraorg.org) che ha elaborato norme che costituiscono la base per il sistema di gestione dei rischi, globalmente accettato e riconosciuto, per l’uso sicuro di ingredienti aromatici e ne certifica il corretto impiego da parte dell’industria. Questo è il sistema di autoregolazione del settore, sulla base di valutazioni del rischio, effettuate da un gruppo di esperti indi-

pendenti. «La Direttiva europea n.2003/15/CE che regola la produzione di cosmetici ha individuato all’interno dei profumi 26 note odorose che possono dare e hanno dato a livello dermatologico una risposta allergica più elevata di altri», puntualizza la professoressa Scesa . Solitamente le regole dell’etichettatura dei prodotti cosmetici stabilite dall’Inci (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) prevedono l’uso generico del termine parfum per le fragranze, a eccezione di queste 26 note odorose (contenute nella percentuale superiore allo 0,001 per cento nei prodotti senza risciacquo e dello 0,01 per cento in quelli a risciacquo) che devono essere dichiarate in formulazione per evitare il rischio di fenomeni allergici. In particolare, 16 di queste 26 sostanze identificate possono essere presenti allo stato naturale (limonene, linalolo, geraniolo, ecc.) e quindi la norma mira a informa46 | febbraio 2017 |

re i consumatori sulla presenza di questi ingredienti e a stabilire (vedi tabella) un elenco dei 26 ingredienti regolamentati dalla Direttiva cosmetica». Inoltre, i profumi impiegati come componenti di altri prodotti utilizzati sulla pelle devono sottostare sempre alle regole della Legge sui cosmetici ed è necessario che siano dermatologicamente testati e compatibili con la formulazione (per esempio una fragranza impiegata in detergenti per l’igiene intima deve avere compatibilità con la mucosa e in un solare deve essere testata per l’esposizione ai raggi Uv). Per i profumi usati anche sui capelli a livello di tossicità e sicurezza non c’è nessuna differenza con quelli classici.

Per i soggetti sensibili

In base a queste normative, quindi, per i soggetti con una cute particolarmente sensibile e per i bambini è possibile realizzare profumi privi di queste 26 sostanze che possono quindi essere venduti e impiegati in assoluta tranquillità. «I profumi dedicati ai più piccoli devono essere formulati con pochissimo alcol ed essere molto leggeri - conclude la docente - ed evitare di contenere le 26 note odorose di cui abbiamo parlato. Nelle linee per bambini ci sono profumi fortemente studiati sotto il profilo tossicologico e nascono con l’attenzione a una cute che assorbe molto; sono semplici anche dal punto di vista della formula». Nel consigliare una fragranza alla propria clientela, quindi, il farmacista dovrebbe verificare che la persona non abbia la pelle estremamente sensibile, non abbia avuto una diagnosticata reazione allergica a qualche componente del profumo, non sopporti olfattivamente il prodotto e, nel caso dei bambini, abbia superato i sei mesi di età.


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LEGALE

a cura dello studio dell’avvocato BRUNO RICCARDO NICOLOSO Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

Minerva

e il centauro

U

na delle contraddizioni logiche, prima ancora che giuridiche, riferibili al “potenziamento del servizio farmaceutico” postulato dall’articolo 11 della Legge n. 27/2012 (di cui si sono riempiti i repertori dei Giudici amministrativi: Punto Effe n. 11/2012: “La libecciata”) riguarda la ripartizione delle relative funzioni di programmazione sul territorio che vengono esercitate attraverso la revisione della pianta organica delle sedi farmaceutiche, la cui vigenza, a dispetto delle interpretazioni ministeriali della normativa di riferimento (Punto Effe n. 7/2012: “Scomodare San Tommaso”), è indiscussa in giurisprudenza (dalla prima ordinanza del Consiglio di Stato, 1 marzo 2013, n. 751 alla successiva sentenza del Consiglio di Stato, 19 settembre 2013, n. 4667). La problematica attiene il relativo procedimento, già individuato dall’originaria normativa attraverso una formazione progressiva che prevedeva una fase propositiva di competenza di ciascun Comune, una fase consultiva di competenza di ciascuna Azienda sanitaria locale e di ciascun Ordine dei farmacisti competenti per territorio, e una fase programmatoria di competenza della Regione (articolo 1, legge n. 475/1968 e articoli 4 e 5, Legge n. 362/1991). Tale procedimento è stato mutato dalla novella normativa di cui alla Legge n.

27/2012 che ha sottratto alla Regione la relativa funzione pianificatoria che viene ascritta al Comune per quanto riguarda la revisione straordinaria della relativa pianta organica recante l’istituzione di nuove sedi farmaceutiche mediante l’applicazione del novellato criterio demografico di pianificazione (una sede farmaceutica ogni 3.300 abitanti o frazione superiore al 50 per cento), rimanendo riservata alla Regione solo la competenza per la successiva fase di assegnazione concorsuale delle farmacie afferenti le sedi farmaceutiche di nuova istituzione, così come individuate dai Comuni, che non avrebbero però potuto esercitare su di esse il diritto di prelazione per la titolarità del relativo diritto d’esercizio di cui all’articolo 9, comma 1, della Legge n. 475/1968, temporaneamente sospeso (articolo 11, comma 1, lettera a, et commi 2 e 3, Legge n. 27/2012). La stessa novella normativa ha peraltro disciplinato anche la revisione ordinaria della pianta organica delle sedi farmaceutiche (articolo 11, comma 1, lettera c, Legge n. 27/2012), ma non ha espressamente attribuito al Comune la relativa competenza programmatoria che - secondo l’ubi voluit dixit - rimane quella prevista dalla pregressa normativa, pur riformata per quanto riguarda l’applicazione del novellato criterio demografico di pianificazione già previsto al momento della revisione straordina48 | febbraio 2017 |

ria della relativa pianta organica recante l’istituzione di nuove sedi farmaceutiche a norma dell’articolo 11, comma 1, lettera a) et commi 2 e 3 della Legge n. 27/2012 di cui s’è detto, ma che non è stata riformata per quanto riguarda l’ulteriore applicazione dei criteri topografico ed urbanistico di pianificazione di cui agli articoli 4 e 5 della Legge n. 362/1991, che sono applicabili al momento della revisione ordinaria delle sedi farmaceutiche a norma dell’articolo 11, comma 1, lettera c), della Legge n. 27/2012, la cui competenza programmatoria già ascritta viene mantenuta alla Regione, mentre al Comune viene riservata la relativa attività propositiva nonché l’esercizio del diritto di prelazione di cui all’articolo 9, comma 1, della Legge n. 475/1968 sulla titolarità delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione e la gestione delle relative farmacie che riprende vigore. Una tale dicotomia, ben evidente sul piano concettuale prima ancora che sul piano normativo ed operativo, relativa al rapporto tra le funzioni di programmazione e le funzioni di gestione di un servizio pubblico d’interesse economico generale (Corte Costituzionale, 26 gennaio 2011 n.24), quale è il servizio farmaceutico (Cassazione civile, Sezioni unite, 14 febbraio 2002 n. 3791), impone un doppio livello di programmazione: di tal che,


LEGALE

La posizione dominante del Comune nella pianificazione e gestione delle farmacie se mai tali funzioni vengano ascritte ad uno stesso soggetto, il Comune, si pone un problema in termini d’incompetenza per contrasto con il principio di conformità comunitaria della legislazione concorrente dello Stato e delle Regioni in materia sanitaria di cui all’articolo 117, primo e terzo comma, della Costituzione (Corte Costituzionale, 28 marzo 2006, n. 129) che si aggrava nei casi in cui il Comune sia anche titolare di sedi farmaceutiche , ponendo un ulteriore problema in termini d’incompatibilità in riferimento al principio di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui all’articolo 118, primo e secondo comma, della Costituzione (Consiglio di Stato, parere 18 aprile 2007, n. 456).

La rilevanza comunitaria

Sotto l’uno e sotto l’altro profilo appare evidente la patologia del rapporto tra le funzioni di programmazione e le funzioni di gestione di un servizio pubblico, quale è il servizio farmaceutico, se mai venga attribuito ad uno stesso soggetto, che viene evidenziata a livello comunitario dal postulato secondo cui «la soluzione di affidare le funzioni di regolazione ed organi ovvero enti di governo pone in forse l’indipendenza ove gli stessi abbiano anche la proprietà o il controllo delle imprese operanti nel settore» (Libro Verde sui servizi di interesse economico generale, 21 maggio 49 | febbraio 2017 |


LEGALE

2003, Com-270, paragrafo 34,41), in relazione alla normativa sulla tutela della concorrenza di cu all’articolo 101 del Tfue (già articolo 81 del Tce) e al Protocollo n.27 allegato al Tue e sulla repressione dell’abuso di posizioni dominanti di cui agli articoli 102, 104 e 106 del Tfue (già articoli 82, 84 e 86 del Tce) nonché dei Regolamenti e delle Direttive stabiliti dal Consiglio per l’applicazione di tali principi a norma dell’articolo 103 del Tfue (già dell’articolo 83 del Tce) nelle logiche della sussidiarietà e della proporzionalità di cui all’articolo 5 del Tce e del Protocollo n. 2 allegato al Tue. Questi principi comunitari s’impongono come l’espressione di un principio dell’ordinamento europeo che vincola quello italiano e pone come necessaria l’attribuzione dei poteri di regolazione dei servizi pubblici locali d’interesse economico generale a un livello di governo diverso da quello individuato come ottimale per la gestione del servizio stesso nelle logiche del Diritto europeo dell’economia, che è di immediata applicazione nell’ordinamento italiano (Corte Costituzionale, 2 dicembre 2011, n.325) ed impongono una interpretazione conforme al diritto comunitario (Corte di giustizia Ue, 24 gennaio 2012, C-282/10, Dominguez). Tale coacervo normativo di livello comunitario non rappresenta pertanto una semplice “raccomandazione”, ma costituisce l’espressione di un principio dell’ordinamento europeo che vincola quello italiano nella definizione del riparto delle competenze tra enti territoriali, e pone come necessaria l’attribuzione dei poteri di regolazione dei servizi pubblici locali ad un livello di governo diverso da quello individuato per la gestione del servizio stesso: ciò per evitare l’effetto anticoncorrenziale

anche se solo potenziale (Corte giustizia Ue, 17 febbraio 2011, C-52/09, Teliasonera AG) ovvero attuato anche in forma indiretta (Tribunale I grado Ue, 1 luglio 2010, T-321/05, Astra Zeneca AG) che ne derivi. Al riguardo deve essere così presa in considerazione la sola possibilità riferibile al Comune, quale ente programmatore del servizio pubblico garantito dalle farmacie comunali, di avere una forte ricaduta imprenditoriale non solo sugli enti strumentali di gestione a dominanza pubblica totalitaria delle farmacie comunali (aziende speciali e consortili di livello comunale e intercomunale, disciplinate dall’articolo 10, lettera a, b, c, della Legge n. 362/1991), ma anche sugli enti autonomi di gestione delle farmacie comunali (società di capitali, disciplinate dall’articolo 10, lettera d, della Legge n. 362/1991), come pure nel contesto dell’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali, ascrivibile anche a quella delle farmacie comunali (in forma diretta di house providing, in forma societaria e in forma concessoria, nella evoluzione della disciplina di cui all’articolo 113 del T.U. n. 267/1990, consolidata nell’articolo 25 della Legge n.27/2012 e nell’articolo 34, comma 20, della Legge n. 221/2012). Tali moduli di gestione delle farmacie comunali possono infatti beneficiare di quote di mercato e di economie di scala già notevolmente superiori ai modelli di gestione delle concorrenti farmacie private (ditte individuali e società personali disciplinate dall’articolo 7 della Legge n. 362/1991), che vengono così discriminati ex lege nell’esercizio della medesima attività economica finalizzata al medesimo servizio pubblico locale d’interesse economico 50 | febbraio 2017 |

generale, che invece viene/deve essere svolto pariteticamente sia dalle une che dalle altre farmacie depositarie dello stesso munus publicum svolto attraverso un’impresa economica finalizzata all’interesse generale (Consiglio di Stato, Adunanza plenaria, 30 maggio 2002, n. 5).

La rilevanza costituzionale

Ad andare di contrario avviso, come pure viene conclamato urbi et orbi da parte dei mentori del municipalismo nella programmazione territoriale del servizio farmaceutico, si pone sotto due concorrenti profili una duplice barriera di natura normativa. La prima, relativa all’individuazione del mercato geografico in sede di programmazione, e la seconda, relativa all’esercizio di una posizione dominante in sede di gestione economica, che incidono palesemente sulla libera concorrenza delle aziende organizzate in forma d’impresa sia per l’esercizio delle farmacie comunali che per l’esercizio delle farmacie private, ma in danno di queste ultime, e si traducono inequivocabilmente in un abuso di posizione egemone da parte delle prime (le comunali) sulle seconde (le private). Ciò, tenuto conto che quest’ultima condizione non esclude l’esistenza di un certo grado di concorrenza delle altre aziende che operano sul mercato, ma pone il soggetto dominante in grado d’influire notevolmente, anche in assenza di un comportamento colpevole, sul modo in cui quella concorrenza si possa svolgere, ma ostacolando, con mezzi diversi da quelli su cui s’impernia una competizione normale tra operatori economici, l’accesso al mercato cui può essere ricondotto anche lo svolgimento di un servizio pubblico


LEGALE

d’interesse economico generale, se pur svolto in concessione (Tribunale I grado Ue, 9 settembre 2009, T-301/04, Cleastream Banking AG): nella fattispecie, sia da parte delle farmacie comunali che da parte delle farmacie private, incidendo in senso negativo sulla conservazione e sullo sviluppo della concorrenza. Ciò, se pure tale aspetto sia “marginale” rispetto al servizio pubblico e sociale che deve essere assicurato in forma paritetica dalle imprese (comunali e private) che lo devono garantire sul territorio (Corte Costituzionale, 10 marzo 2006, n.87). In questo senso la Consulta non dovrebbe rimanere indifferente, se mai la questione dovesse essere portata al suo scrutinio, alle logiche del Diritto europeo dell’economia di cui s’è detto, per quanto riguarda il riferimento al principio di conformità comunitaria, sia quale parametro di legittimità sulla stessa potestà legislativa di cui all’articolo 117, primo e terzo comma, della Costituzione, sia quale indice di riparto delle competenze amministrative, di cui al principio di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza di cui all’articolo 118, primo e secondo comma della Costituzione (Punto Effe n. 17/2012, “Incompetenza e incompatibilità”). Entrambi gli aspetti costituzionali di matrice comunitaria, che attengono la libera concorrenza e l’esercizio di una posizione dominante (Tribunale I grado Ue - 9 settembre 1990, T - 155/06, Tomza AG), segnano la pianificazione ordinaria del servizio farmaceutico sul territorio, ma non sono stati ancora approfonditi dalla giurisprudenza amministrativa, che al momento non sembra essersi nemmeno posta il problema di una tale conformità comunitaria nell’avvalo-

Il conflitto tra l’attività di programmazione e l’attività di gestione di un servizio pubblico locale di interesse generale, quale è il servizio farmaceutico

rare il municipalismo di cui s’è detto nella pianificazione del sistema farmacia sul territorio (da ultimo: Consiglio di Stato, 27 ottobre 2016, n. 4525), quando solo la Consulta come la Minerva nel quadro di Botticelli agli Uffizi - potrebbe/potrà ricondurre secundum tractatum l’impatto propulsore del centauro, (metà) programmatore e (metà) gestore del relativo servizio pubblico e sociale pianificato sul proprio territorio. Di questo vi è peraltro già traccia nell’obiter dictum di valenza manipolatrice del Giudice delle Leggi sul doppio livello di pianificazione che individua una «attrazione verso il basso» nella proposta di localizzazione delle sedi farmaceutiche riservata al Comune, quale portatore delle esigenze farmaceutiche della comunità locale, e una «attrazione verso l’alto» nella loro programmazione riservata alla Regione, quale portatrice delle esigenze del servizio farmaceutico anche in termini di assistenza farmaceutica erogata sul suo territorio per il tramite delle farmacie ivi pianificate, in una tipica sinergia delle Autonomie locali dello Stato apparato (Corte Costituzionale, 31 ottobre 2013, n. 255: paragrafi 7.1. e 7.2.), che ha in questi termini già intravisto la soluzione di una tale problematica con un ragionevole ritorno all’antico (Punto Effe n. 11/2015: “Il doppio livello di pianificazione”). Tale soluzione si pone peraltro in coerente alternativa rispetto alla tranciante quanto dialettica ipotesi di una sopravvenuta illegittimità costituzionale del diritto di prelazione sulla titolarità delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione, che viene riservato al Comune dall’articolo 9, comma 1, della 51 | febbraio 2017 |

Legge n. 475/1968 e viene mantenuto dall’articolo 11, comma 1, lettera c) della Legge n. 27/2012, ma che potrebbe essere invocata a ragione dello stesso conflitto di cui s’è detto tra l’attività di programmazione e l’attività di gestione di un servizio pubblico locale di interesse economico generale, quale è il servizio farmaceutico. Il che condurrebbe a una sua privatizzazione concettualmente contraria all’intensità dell’interesse pubblico coinvolto dal servizio farmaceutico, che viene affidato dallo Stato sociale in regime concessorio alla diarchia delle farmacie pubbliche e private pianificate sul territorio, diversificando peraltro il loro possibile coordinamento con le strutture del Servizio sanitario nazionale (articolo 28, comma 3, Legge n. 833/1978), ma che si pone per ciò stesso a monte di una sua liberalizzazione, se pure l’evoluzione dei modelli e moduli di gestione delle farmacie comunali potrebbe condurre de jure condendo a una razionalizzazione dei sottinsiemi in cui si articola il sistema farmacia pianificato sul territorio. Per un approfondimento: Nicoloso B.R. L’evoluzione del servizio farmaceutico nell’ordinamento giuridico italiano, Comunicazione al Dipartimento di Legge dell’Istituto universitario europeo (Iue) del la Unione Europea, pubblicata anche in Riv. Dir. Farm., 2016, fasc.3.


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IL LIBRO

Conosci il tuo corpo scegli il tuo cibo Il metodo molecolare per una alimentazione consapevole

I

a cura della REDAZIONE

temi della corretta alimentazione e della dietologia hanno ormai assunto, a livello mediatico e pubblicistico, una risonanza persino eccessiva. Non c’è trasmissione televisiva che non offra qualche consiglio nutrizionale, molti sono i libri dedicati - alcuni più divulgativi, altri più per addetti ai lavori - all’argomento. Resta il fatto che, al di là delle mode del momento, in Europa oltre il 50 per cento della popolazione adulta è in sovrappeso e circa il 23 per cento delle donne e il 20 degli uomini è

obeso, secondo le più recenti statistiche dell’Oms.

Un secondo passo

Qui siamo di fronte al secondo volume, edito anche questo da Aboca, che Pier Luigi Rossi - medico nutrizionista tra i massimi ricercatori nella genomica nutrizionale, recente vincitore del premio “Tao Awards 2016 per la Scienza dell’Alimentazione” - dedica al metodo molecolare. In che cosa consiste? Innanzitutto nel superamento del concetto di calcolo giornaliero delle calorie

PIER LUIGI ROSSI Conosci il tuo corpo, scegli il tuo cibo, Aboca, 2016, pp. 197

nel dimagrimento, principio che per decenni è stato alla base di ogni proposta di regime dietetico. «Negli ultimi anni», scrive l’autore, «le scoperte sulla genomica nutrizionale hanno dimostrato che gli alimenti che assumiamo ogni giorno sono in grado di dialogare con le cellule e con il nostro Dna, modulando geni in grado di portare l’organismo verso una condizione di salute e di un sano peso corporeo oppure verso condizioni patologiche, di sovrappeso e di obesità». Se è vero, in pratica, che il cibo presente sulle tavole è uguale per tutti, quanto a composizione chimica, in realtà per ognuno di noi è differente, nel senso che agisce in modo diverso a seconda di chi lo ingerisce. Conoscere il proprio “io biologico” è, per Rossi, il segreto del benessere psicofisico di un individuo. Lo studioso propone un modulo alimentare composto da quattro giorni con “pasti proteici” (dominanza delle proteine sui carboidrati glicemici, pur sempre presenti

53 | febbraio 2017 |

nella giornata alimentare) seguiti da un giorno con “pasti glucidici” (dominanza dei carboidrati glicemici sulle proteine). Al termine dei cinque giorni, il modulo ricomincia da capo con il primo dei quattro giorni proteici. Durante il giorno si consumano cinque pasti, e si mangia ogni tre ore. Fondamentale risulta contenere la dose giornaliera di glutine per proteggere i villi intestinali: per dimagrire, infatti, secondo i principi dell’alimentazione molecolare, occorre partire dall’igiene e dal benessere dell’intestino, così come risulta indispensabile intervenire sul fegato, riducendo la steatosi epatica (grasso nel fegato) per ottenere la netta riduzione della circonferenza addominale. Obiettivo finale: perseguire l’equilibrio tra proteine e carboidrati. Una proporzione che ha lo scopo di mantenere sotto controllo il valore della glicemia e dell’insulina dopo il pasto, la vera chiave per ridurre la massa corporea grassa.


INTERVISTA A...

Il trucco

di ELISA DA VINCI

green per tutti

L

a sua filosofia è già racchiusa nel nome aziendale perché puroBIO cosmetics sa bene come presentarsi al mercato del make up. Dal 2014, infatti, ha scelto di intraprendere la strada produttiva del maquillage consapevole, realizzato tutto in Italia con ingredienti che puntano a mettere in rilievo la bellezza di ogni donna (ma non solo) con mascara, ombretti, matite, fondotinta, rossetti, lipstick, primer, ciprie, che salvaguardino anche la salute della pelle.

Le origini

«L’azienda deve il suo nome alla scelta di esprimere al meglio la sua essenza cioè quella di offrire un cosmetico il più naturale e “puro” possibile senza rinunciare all’alta qualità e alle prestazioni del make up. Nasce nell’aprile 2014, con l’idea di soddisfare desideri ed esigenze delle donne particolarmente attente al benessere della propria pelle», spiega Simona Laera, responsabile marketing della società. «La crescita esponenziale che abbiamo registrato in poco meno di due anni ha reso puroBIO cosmetics un marchio affermato nel mondo del biologico e ci ha portato a chiudere il 2016 con un fatturato pari a quattro milioni di euro». La ricerca di prodotti naturali che siano sicuri e non diano intolleranze, che possano sfoggiare una certificazione sulla filiera produttiva ed entrino, a pieno diritto, nella gamma dei cosmetici

biologici, ha indirizzato le scelte di questa azienda che crede nel valore dell’innovazione. «La scelta di creare referenze make up è nata a seguito dell’osservazione del mercato: povero di prodotti biologici certificati, attraenti e performanti», prosegue Laera. «Da qui è scaturita la voglia di creare prodotti naturali e biologici, made in Italy, senza utilizzare ingredienti nocivi per la salute o testati sugli animali. Sono stati studiati per dare un tono di freschezza al concetto stesso di biologico, spesso chiuso nella sfera delle erboristerie o destinato solo a un certo tipo di clienti già affezionati al prodotto naturale. L’innovazione è l’obiettivo per distinguersi in questo settore». La gamma di prodotti offerti anche nel canale della farmacia è veramente ampia e le varie referenze sono contraddistinte da un packaging minimale ma con un proprio stile e dall’utilizzo di oli e cere vegetali e pigmenti minerali dalle formule semplici, adatte anche a chi ha la pelle particolarmente sensibile e consigliabili anche alle donne in gravidanza. Inoltre, come previsto dalla legge, non sono testati su animali. Oltre ai prodotti trucco, l’azienda propone anche una linea di accessori come pennelli e pochette e il detergente bifasico per la pulizia del viso. «Le nostre consumatrici ci apprezzano particolarmente per i prodotti della base viso, tra i quali spicca il fondotinta Sublime dal finish vellutato, 54 | febbraio 2017 |

dall’alta coprenza e dalla lunga durata. Allo stesso modo, sono di spicco anche le matite all over altamente pigmentate e long lasting. Questo 2017 sarà ricco di tantissime novità, con ampliamento di colori e prodotti che soddisferanno le richieste e le esigenze delle donne che da molto tempo ci richiedono».

La certificazione

Con l’intento di catturare una fascia di clientela molto attenta ai prodotti cosmetici che devono utilizzare sulla propria epidermide senza però rinunciare a una qualità che nulla ha da invidiare ai brand della profumeria, l’azienda si è ritagliata una posizione importante sul mercato. «Le nostre clienti sono donne con fascia d’età dai venti ai cinquant’anni che amano il maquillage di altissima qualità, dai colori intensi e vivaci ma che, contemporaneamente, garantisca il benessere della propria pelle», sottolinea Laera. «Molto spesso, le donne sono affascinate dal nostro marchio stupendosi che, nel make up biologico, si possano realizzare prodotti dalla lunga durata e pieni di colore. E, perché no, anche l’uomo, oggi sempre più attento alla propria


INTERVISTA A...

Prodotti naturali e biologici studiati e realizzati per chi ha a cuore la salute della pelle. Il percorso, appena avviato, di puroBIO cosmetics e il rapporto con il canale farmacia

immagine, può rivolgersi a puroBIO trovando una risposta soddisfacente alle sue domande». Anche questo nuovo target, infatti, sembra esprimere interesse verso determinate referenze, purché siano garantite dal punto di vista dei componenti. «La performance al giusto prezzo è il motto che contraddistingue i nostri prodotti. Con la nostra politica attenta alla natura, evitiamo spese accessorie aggiuntive, come il secondo packaging, al fine di garantire un ottimo prezzo senza compromettere le elevate caratteristiche. In questo modo il mondo del biologico è accessibile e alla portata di tutti. Inoltre, la qualità e le prestazioni delle varie referenze permettono ottenere un make up altamente pigmentato con colori di tendenza che non hanno nulla da inviare ai prodotti di trucco più tradizionali. A garantire l’impegno e la validità dell’azienda nel campo “bio” ci sono le certificazioni: Ccpb, Natrue, Vegan Ok e Nickel tested». La scelta è stata proprio quella di certificare la produzione con diversi marchi privati che sono ormai ricercati dai consumatori: «Il made in Italy e la scelta di essere supportati da Ccpb sono

a garanzia dei prodotti stessi, che evidenziano la qualità e il benessere della pelle. Questo significa attenzione nella ricerca di materie prime, studio accurato della performance dei prodotti; in altre parole, la tradizione artigianale italiana trasportata nel mondo del make up biologico».

Comunicazione digitale e marketing

Fin dall’inizio puroBIO cosmetics ha deciso di utilizzare in modo ampio gli strumenti digitali al servizio della propria comunicazione, allo scopo di catturare l’attenzione anche del target più giovane del segmento make up. Una politica che ha dato ottimi risultati: «L’investimento e la pianificazione nel digitale sono di fondamentale importanza per pubblicizzare e promuovere il brand. Attraverso i nuovi media, le richieste del mercato si amplificano gradualmente». L’attenzione sempre più spinta verso il naturale e il biologico nella cosmetica ha portato l’azienda alla ricerca di una proposta multicanale che potesse portare i prodotti make up proprio dove si evidenzia la necessità di un cosmetico sicuro e certificato. «Tra i nostri canali di vendita ci sono anche le farmacie, che ricoprono un ruolo importante», sottolinea Simona Laera. «Per questo ambito distributivo offriamo un supporto di merchandising per consentire una maggiore visibilità del brand 55 | febbraio 2017 |

Simona Laera, responsabile marketing puroBIO cosmetics

all’interno del punto vendita e un servizio di consulenza di professioniste come le make up artist per promuovere e testare i prodotti. Inoltre, destiniamo importanti investimenti pubblicitari on line e cartacei di settore per incrementare la conoscenza del marchio. Infine, di supporto vi è la partecipazione alle fiere di settore. Per far crescere il business dei nostri prodotti in farmacia forniamo un servizio di consulenza per “giornate trucco”, investimenti pubblicitari e merchandising specifico (cartelli vetrina creati ad hoc)». Il binomio make up naturale - farmacia, quindi, è destinato a crescere e svilupparsi nel tempo: «I nostri obiettivi per quest’anno sono quelli di incrementare gli investimenti e le strategie di marketing per ampliare il canale farmacia e acquisire nuovi clienti». Tutte le informazioni su www.purobiocosmetics.it


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STEVE SILBERMAN

NeuroTribù I talenti dell’autismo e il futuro della neurodiversità

BESTSELLER NEW YORK TIMES “Una storia travolgente e penetrante che cambierà il vostro modo di pensare all’autismo”

—dalla prefazione di OLIVER SACKS, autore di Un antropologo su Marte e Risvegli

“NeuroTribù è straordinario. Silberman è riuscito in un’impresa unica: trasformare la storia densa e intricata dell’autismo in un libro che si legge tutto d’un fiato.”

—JOHN ELDER ROBISON, studioso della neurodiversità e autore di Guardami negli occhi

“Preparatevi a ribaltare tutte le conoscenze che avevate sull’autismo. Con una ricerca meticolosa, Steve Silberman svela sorprendenti verità sulla storia dell’autismo, a partire dalla falsa idea per cui sarebbe ‘epidemico’. Preparatevi a condividere la profonda comprensione che l’autore ha per le tante, differenti persone che oggi includiamo nello spettro autistico. Silberman guarda con interesse anche ai cattivi della storia e questo è allo stesso tempo commovente e opportuno, nel momento in cui ci chiede di abbracciare la diversità. Questo racconto eroico e appassionante è un contributo fondamentale alla storia dell’autismo.”

VINCITORE del premio Samuel Johnson 2015

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—UTA FRITH, Professore emerito di sviluppo cognitivo presso la University College London

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56 | febbraio 2017 |


SPIGOLATURE

Premio Oreste Pessina 2017 La XVII edizione del Premio di laurea Oreste Pessina si terrà sabato 18 marzo 2017 presso l’Auditorium Testori, all’interno di Palazzo Lombardia, a Milano, in coincidenza con la quarta edizione di FarmacistaPiù. Il Premio, organizzato in collaborazione con Fofi e Federfarma, è intitolato alla memoria del padre di Stefano Pessina (nella foto), Executive vice chairman e Ceo di Walgreens Boots Alliance, ed è destinato ai giovani laureati e laureandi in Farmacia e in Chimica e tecnologia farmaceutiche. Il concorso premierà anche quest’anno quattro finalisti tra coloro che avranno presentato una tesi sulla “Evoluzione della distribuzione del farmaco e dei prodotti della salute nell’attenzione all’innovazione, ai servizi

A Milano in calo le rapine in farmacia Sono diminuite le rapine nelle farmacie di Milano e provincia nel periodo che va da ottobre 2016 a gennaio 2017: dalle trentuno dell’anno precedente alle diciannove attuali. Il calo è dovuto soprattutto agli arresti di diversi rapinatori seriali, a conclusione delle inchieste che le Forze dell’ordine hanno portato avanti già nel primo semestre del 2016. Si tratta di dati in controtendenza: negli ultimi cinque anni le rapine in farmacia erano sempre aumentate nel periodo invernale. «Grazie alla stretta collaborazione tra Forze dell’ordine e farmacie», osserva Annarosa Racca, presidente di Federfarma, «si è innescato un processo virtuoso che ha permesso l’individuazione e l’arresto di diversi rapinatori seriali. Importanti sono stati l’aumento degli impianti di videosorveglianza nelle farmacie collegati alla Questura e il coordinamento su orari e modalità del pattugliamento delle Forze dell’ordine fuori delle farmacie».

e alle disposizioni normative che regolano l’attività” e si saranno distinti per innovazione, ricerca e merito. I risultati verranno comunicati ai soli candidati vincitori e la valutazione degli elaborati avverrà a giudizio insindacabile della commissione esaminatrice, composta da Annarosa Racca, presidente di Federfarma, Andrea Mandelli, presidente della Fofi, esponenti delle Università di Genova, Pisa, Milano, nonché da Ornella Barra, Co-chief operating officer di Walgreens Boots Alliance.

Occupazione: il richiamo della Fofi «L’episodio del giovane farmacista retribuito attraverso i voucher, e che si vede prolungare l’incarico ogni venti giorni, è un esempio tragicamente perfetto delle contraddizioni della nostra sanità e, in generale, del nostro paese. Non si investe in sanità, ignorando che si tratta di spesa produttiva, e soprattutto non si dà modo di investire nei professionisti, che con la loro opera possono garantire il rendimento di quanto si spende

nella tutela della salute: attraverso l’attività di prevenzione, il supporto all’aderenza terapeutica, la presa in carico del paziente. È questo lo spirito della farmacia dei servizi e delle prestazioni professionali che, divenuta legge dello Stato nel 2009, è ancora lettera morta. Occorre finalmente attivare questo nuovo modello di servizio farmaceutico, consentendo alle farmacie di assumere, di investire nel personale e di

conseguenza garantire anche al servizio sanitario, come dimostrato dai nostri studi, significativi risparmi». Così il senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, commenta i contenuti di un articolo pubblicato recentemente sul Venerdì di Repubblica lo scorso 3 febbraio. Precarietà e sottoccupazione hanno ormai raggiunto anche il mondo della farmacia e il richiamo del presidente

57 | febbraio 2017 |

Fofi è molto chiaro: il diffondersi della flessibilità anche nell’ambito delle professioni sanitarie non può che nuocere alla qualità complessiva del Ssn.


SPIGOLATURE

Simposio Afi a Rimini

Vendite on line, in Francia si mettono i paletti

Un corposo calendario di sessioni tecnico-scientifiche e la presenza di personalità di alto livello saranno al centro dell’edizione 2017 del Simposio promosso dall’Associazione farmaceutici industria (Afi). La 57a edizione dell’incontro si terrà dal 7 al 9 giugno prossimi presso il Palacongressi di Rimini. Titolo e tema conduttore delle giornate sarà “Presente e futuro del settore farmaceutico: problemi e soluzioni”. L’apertura ufficiale del Simposio sarà affidata al presidente Afi Alessandro Rigamonti; a seguire la lectio

magistralis tenuta da Riccardo Palmisano, Ceo di Molmed e presidente di Assobiotec. «La lectio magistralis avrà un taglio decisamente biotecnologico: sarà questo un filone che pervaderà l’intero Simposio, vista l’espansione delle biotecnologie all’interno di tutte le aree dell’industria farmaceutica, che sta trasformando anche l’approccio alla produzione, passando da impianti fissi a impianti flessibili, disposable e monouso» spiega Giorgio Bruno, coordinatore del Comitato scientifico e vicepresidente Afi.

Ipsen, acquisizione nella Primary Care Il gruppo francese Ipsen annuncia di aver firmato un accordo per acquisire una quota di partecipazione nella società Akkadeas Pharma con l’opzione di prendere il controllo della stessa in futuro. Akkadeas Pharma è una società a capitale privato in Italia, che opera nel settore consumer healthcare con un portfolio diversificato e focalizzato nell’area terapeutica gastrointestinale, comprendente probiotici, dispositivi medici ed integratori alimentari. Jean Fabre, executive vice president Primary care di Ipsen afferma che la «partnership strategica consentirà all’azienda di rafforzare la propria presenza in Italia, un paese chiave per la business unit europea».

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La Corte amministrativa di appello di Nantes conferma in una sua recente sentenza che lo stock di medicinali destinati alla vendita on line deve essere obbligatoriamente conservato nei locali attinenti la farmacia. E tuttavia - sottolinea Le quotidien du pharmacien - Philippe Lailler non demorde e si appresta ulteriori ricorsi. Lailler è il titolare di Caen, in Normandia, precursore dell’e-pharmacy, che sta battendosi nelle sedi giuridiche idonee perché gli sia riconosciuto il diritto di detenere i farmaci in questione in un deposito a 3,6 km di distanza dalla sede della sua farmacia. Una battaglia che per ora lo vede sconfitto.


L’Adi contro i “dietologi” televisivi L’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica invita gli autori e i conduttori televisivi a prendere le distanze da presunti esperti e “tuttologi” che mettono a serio rischio la salute dei pazienti. «Ricordiamo prima di tutto agli autori e ai conduttori di programmi televisivi che trattano argomenti di natura scientifica, come la nutrizione o l’alimentazione, che la dieta è una terapia e come tale richiede una diagnosi prima di essere prescritta», precisa Antonio Caretto, presidente dell’Adi. «L’unico professionista autorizzato alla prescrizione terapeutica non è il “tuttologo”, che siede il più delle volte nei salotti televisivi, ma il medico, ovvero uno specialista adeguatamente preparato in materia come il dietologo (medico specializzato in scienza dell’alimentazione)». La nota ufficiale dell’Associazione ribadisce «la pericolosità per la salute che si nasconde dietro prodotti e diete incongrue che fanno parte del cosiddetto fenomeno delle popular diet, ovvero quel genere di diete che godono di un successo mediatico e di pubblico, per lo più temporaneo, in virtù di benefici poco credibili e rafforzati dalla testimonianza di personaggi del mondo dello spettacolo o dello sport».


CONSIGLI

I sali minerali

nella dieta quotidiana

Una soluzione particolarmente indicata nelle carenze di magnesio e potassio di LUIGI MARAFANTE Magnosol di Mylan,

normale funzionamento

al caldo o ad aumentata

l’integratore alimentare

del sistema nervoso

attività fisica o lavorativa,

di magnesio e potassio,

e alla normale funzione

gravidanza, allattamento)

è utile nei momenti

muscolare. Il potassio

possono causare carenze

riscontrabili, quando

di particolare stanchezza

è un minerale che contribuisce

di questi elementi.

vi è una eccessiva

o aumentato fabbisogno

alla normale funzione

Magnosol, in sintesi:

sudorazione (caldo

di questi elementi.

muscolare. Un’alimentazione

a base di potassio

o attività fisica), gravidanza

Il magnesio è un minerale

non corretta o situazioni

e magnesio, utile

e allattamento, senza zuccheri,

che contribuisce al normale

di aumentato fabbisogno

per equilibrare le carenze

senza lattosio e senza glutine.

metabolismo energetico, al

(eccessiva sudorazione dovuta

di magnesio e potassio

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CONSIGLI

PER UN RIPOSO DI QUALITÀ Sleep&Go di Ortis Laboratoires è l’integratore alimentare per un naturale riposo sano e di buona qualità, grazie all’azione di melissa, escolzia, passiflora e luppolo. Per un sonno ristoratore è indispensabile agire sulla sinergia di quattro aree che sono la conseguenza delle diverse cause dell’insonnia: favorire l’addormentamento, attraverso la stimolazione dell’azione del Gaba (sostanza naturalmente rilassante); riequilibrare il sonno, stimolando l’azione della melatonina;

COMBATTERE I BATTERI DEL CAVO ORALE diminuire ansia e stress, diminuendo il livello di cortisol, e diminuire i risvegli precoci, inibendo la produzione di acido glutammico. www.ortis.com

Cibi acidi e batteri causa di placca, tartaro e carie sono i principali responsabili dell’erosione dei nostri denti. Biorepair Plus Protezione Totale è il miglior alleato per la protezione dei denti grazie ai microRepair®, microparticelle attive in grado di penetrare nelle microscalfitture del dente, riparare lo smalto danneggiato e occludere i tubuli dentinali scoperti. Formulazione arricchita con Zinco PCA per contrastare la proliferazione batterica. Ideale per chi soffre di alitosi. www.biorepair.it

LA DETERSIONE DEL VISO SI FA IDRATANTE ISDIN ha sviluppato Ureadin Fusion Micellar Solution, l’acqua micellare che strucca, purifica, tonifica e idrata nel rispetto di qualsiasi tipo di pelle e offre in un solo gesto quattro azioni fondamentali per la cura del viso: deterge delicatamente senza alterare la funzione di barriera della pelle, rimuove con semplicità anche il trucco waterproof e a lunga dura, tonifica e idratata viso, occhi e labbra, preparandoli agli step successivi della propria beauty routine. Esercita inoltre un’azione

LE MIGLIORI TONALITÀ DI ROSSO

emolliente e lenitiva che rende il suo utilizzo adatto anche per pelli particolarmente sensibili o intolleranti ai comuni detergenti. www.isdin.com

Rosso, da sempre colore simbolo dell’amore e della passione, ma anche di vitalità, forza e dinamismo. Fedua, per rendere omaggio a questa nuance così rappresentativa della personalità di ogni donna, propone tre sfumature differenti di rosso per unghie perfette. Il classico Currant Red, l’intramontabile rosso intenso per la donna che ama esaltare la propria sensualità senza tempo. O ancora Strawberry Rouge, eclettico e deciso,

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per chi ama essere al centro dell’attenzione e sa attrarre gli sguardi con sicurezza e fascino. Infine, il più dark e misterioso tra i rossi, il Marasca Rouge, profondo e dalle tinte forti, come la personalità della donna che lo indossa. www.fedua.com


CONSIGLI

PULIZIA IN PROFONDITÀ Tau-marin Antitartaro è lo spazzolino studiato appositamente per pulire in profondità il cavo orale e gli spazi interstiziali dal tartaro. Testina ellittica a scalare 15° e setole in tynex ad altezza ed elasticità differenziata consentono una accurata rimozione del tartaro anche nei punti più nascosti. Un’efficace azione antiplacca per proteggere lo smalto e la brillantezza dei denti, unita all’affidabilità tau-marin per una corretta igiene orale. Tau-marin Antitartaro è lo spazzolino in cui innovazione e tecnologia si uniscono per dare qualità e competenza tecnica nel segmento dell’igiene orale. www.tau-marin.it

IL POTERE DELL’ACQUA TERMALE Un’epidermide sana e bella è compatta, luminosa e morbida. La parola d’ordine per prevenire l’inaridimento della cute è solo una: idratazione. Il miglior alleato per la salute della pelle è senza dubbio l’acqua. Per la cura del viso, i Laboratoires Dermatologiques d’Uriage hanno elaborato il complesso Idro-Termale H2O, elemento portante della gamma, un mix di tre ingredienti che lavorano in sinergia. Tutto il potere idratante dell’Eau Thermale d’Uriage in cinque nuovi trattamenti specifici per il viso: Crema leggera all’acqua, Crema leggera all’acqua Spf 20, Crema ricca all’acqua, Siero all’acqua e Trattamento contorno occhi all’acqua. www.uriage.com

PER ELIMINARE I LIQUIDI IN ECCESSO

UNA PELLE MORBIDA E SATINATA La nuova DepuratingMask di casa Codigen è una crema multifunzione. Grazie ai principi attivi contenuti, la maschera è ideata appositamente per compiere diverse azioni: è depurante, detossinante, remineralizzante, emolliente, tonificante e schiarente dell’epidermide. La presenza dell’argilla e degli estratti di rosmarino e limone permette di eliminare impurità e secrezioni eccessive di sebo della pelle, mentre i principi attivi quali burro di karité, polisaccaridi e molecole idrolizzate di Dna e Rna la nutrono e la idratano in profondità rendendo uniforme il colorito. www.sirpea.com

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Eliminare i liquidi in eccesso richiede qualche piccolo accorgimento, facile a seguire e che può aiutare a rimediare velocemente: ridurre il sale, bere, assumere potassio e muoversi. Protiplus offre un supporto con il Drenante Pro) (Plus, che con il suo esclusivo mix di estratti vegetali aiuta l’eliminazione dei liquidi in eccesso e favorisce il controllo del peso. Il thè verde favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso e l’equilibrio del peso corporeo. Carvi e malva aiutano le funzioni intestinali; il lino aiuta le funzioni del sistema digerente e del transito intestinale. www.protiplus.com


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THE BLIND SPOT - IL PUNTO CIECO

Orizzonti luminosi Blockbuster, Netflix e le farmacie italiane

di LUCA PANI

L

a storia è nota a molti ma forse vale la pena di riassumerla. Nel 2000, all’età di neppure quarant’anni, Reed Hastings, fondatore di una piccola società chiamata Netflix, volò a Dallas, in Texas, per proporre una banale collaborazione a John Antioco, amministratore delegato e presidente del gigante dei Dvd e dei giochi da computer in affitto, Blockbuster. L’idea era semplicissima: Netflix avrebbe commercializzato la marca Blockbuster on line e, in cambio, i quasi 10.000 negozi Blockbuster avrebbero pubblicizzato Netflix che iniziava a mettere i suoi film in rete. Si racconta che Hastings fu cacciato dalla stanza dopo meno di dieci minuti in mezzo a fragorose risate. Sappiamo cosa successe dopo. Nel 2010, Blockbuster andò in bancarotta mentre nello stesso anno Netflix era quotato in borsa 14 miliardi di dollari (oggi ne vale 28) e tutti pensarono che Antioco fosse un idiota. La verità e

che, invece, il presidente di Blockbuster era e, probabilmente, è ancora un manager molto preparato e competente tuttavia incapace di comprendere in pieno le conseguenze di una serie di innovazioni che ricadevano in quello che si definisce the blind spot, ovvero il punto cieco; quello che quando ci apprestiamo a sorpassare una macchina ci nasconde qualcun altro che ha già cominciato a superare la nostra. Per questo abbiamo deciso di intitolare questa rubrica The Blind Spot/Il Punto Cieco, perché vorremmo gettare una luce sulla probabile evoluzione della farmacia e del farmacista del futuro ed evitare che qualcuno ci sorpassi mentre siamo sicuri che la strada sia libera e sicura. Dobbiamo incominciare con il prendere atto che il modello di “tutela della salute” per come lo abbiamo conosciuto sinora è radicalmente e irreversibilmente cambiato. Non è inverosimile che oltre la metà dei farmacisti italiani non ci credano o

non ci vogliano credere ancora. È naturale, anche se probabilmente non è giusto, che sia così. Gli studiosi del comportamento delle reti umane (quella delle 18.200 farmacie italiane lo è di sicuro), lo definiscono il “modello soglia”. Ogni nuova idea, tanto più innovativa peggio è, si deve scontrare con un certo livello di resistenza sino a quando un numero significativo e influente dei componenti del gruppo non adottano nuove strategie che si dimostrano vincenti. Se le condizioni di contesto sono favorevoli la nuova idea e i comportamenti conseguenti possono diventare virali e il cambio di paradigma viene completato più o meno rapidamente. Questo processo è, tuttavia, molto complesso da quantificare perché il passaggio tra gli innovatori e i primi utilizzatori può essere rallentato e complicato da innumerevoli variabili in atto non dipendenti dalla volontà della stragrande maggioranza dei

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Il nostro compito è solo quello di creare un mezzo culturale, adagiato tra la formazione, l’informazione e l’educazione

farmacisti italiani su cui però queste medesime variabili hanno un impatto importante (pensate alle norme sulla remunerazione o quelle sulla nuova governance farmaceutica che vengono di anno in anno rimandate). Dovremmo quindi agire, tutti insieme e molto rapidamente, anche su quelle. Non pretendiamo di sostituirci a chi conosce meglio di noi la sua professione e che - spesso - la svolge da generazioni. Il nostro compito è solo quello di creare un mezzo culturale, adagiato tra la formazione, l’informazione e l’educazione, per fare in modo che tutti i possibili punti ciechi della farmacia del futuro divengano luminosi. Buon lavoro.


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