Punto Effe n. 3/2019

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Anno XX | N° 3 19 febbraio 2019 | www.puntoeffe.it

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11/01/19

PARLIAMONE La farmacia in Europa

MERCATO In lieve flessione

VETERINARIA In tema di cronicità

I CARDINI

Marina Colli

dellagestione Formazione, relazione e affidabilità sono parole chiave da cui non si può prescindere. Il pensiero di una titolare di Carpi, nel modenese, che crede molto nel ruolo sociale della farmacia


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SOMMARIO

Editoriale | Numero chiuso? Sì, no, forse

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Innovazione | Per frenare l’emorragia

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Interventi | Lo spazio dei giovani

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Un farmacista a scuola | Farmacisti possibili

PARLIAMONe

RAPPORTO PGEU | La nuova frontiera

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primo piano

LA BUONA GESTIONE | Che fine ha fatto il credito? 16

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ECHI DAL WEB | Allarme occupazione

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INCONTRI | Marina Colli

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PROFESSIONE | Un osservatorio privilegiato

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MERCATO | In lieve flessione 28

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VETERINARIA | In tema di cronicità

RUBRICHE Legale | No al trust in farmacia Fiscale | Dubbi interpretativi Intervista a... | Direzione farmacia Consigli Il libro | Frutteto mediterraneo The Blind Spot | Oltre i luoghi comuni

28 Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)

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Collaboratori Francesca Baratta, Paolo Brusa, Sergio Cattani, Stefano De Carli, Federica Di Cesare, Francesca Giani, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Viki Nellas, B. R. Nicoloso, Luca Pani Responsabile pubblicità Stefano Busconi dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294

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febbraio 2019 |

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di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

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MALESSERI STAGIONALI?


editoriale

N

di Giuseppe Tandoi

umero chiuso?

Sì, no, forse

La Fofi ha lanciato l’allarme: se si va avanti di questo passo entro una ventina d’anni i 13.000 disoccupati odierni saranno diventati 60.000. Si parla di laureati in Farmacia, ovviamente. E si tratta di stime: nell’era delle rivoluzioni digitali (al plurale), non è semplice immaginare come evolverà la professione. Due decenni, in questo senso, sono un’eternità. Resta il fatto che la Federazione degli ordini ha messo il dito nella piaga: la questione occupazione va affrontata ora, non è più rinviabile (leggete gli Echi dal web su questo numero). Il rischio - fa notare il presidente Mandelli - è quello di creare false aspettative tra i futuri studenti, vanificando le spese sostenute dalle famiglie per garantire loro l’accesso all’università. Ma ancora più importante è, in prospettiva, legiferare in modo che l’accesso al corso di laurea in Farmacia sia garanzia non solo di occupazione ma anche di preparazione qualificata. Il Parlamento ci sta lavorando (con i suoi tempi) e proprio per questo il presidente della Fondazione Cannavò Luigi D’Ambrosio Lettieri è stato audito in Commissione Cultura della Camera. Ma veniamo al dunque: il numero chiuso è la soluzione? Il libero accesso alla Facoltà è davvero foriero di guai peggiori? La Fofi propone una via di mezzo: libera iscrizione al corso e poi selezione, al termine del primo anno, basata sui risultati ottenuti dagli studenti e con un occhio all’andamen-

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febbraio 2019 |

to del mercato del lavoro. Una proposta sensata che, senza chiudere le porte a nessuno, mette tuttavia dei paletti che distolgano i meno motivati dal proseguire il cammino. Optando, magari, per un’altra facoltà. La redazione di Farmacista33, da parte sua, ha lanciato un sondaggio sulla pagina Facebook, ponendo una alternativa secca: preferite il libero accesso o il numero chiuso? Senza vantare alcuna pretesa di scientificità, il “referendum” (oggi sono di moda) ha visto una partecipazione molto ampia oltre 450 pareri nel momento in cui scriviamo - e alla fine un esito netto: il 71% si è detto favorevole al numero chiuso, il restante 29 al libero accesso. Numerosi e articolati anche i commenti. C’è chi ritiene quella del numero chiuso una strada obbligata; chi sostiene (un po’ sulla linea Fofi) essere più importante la qualità degli anni di studio delle limitazioni all’entrata; chi ancora invoca il diritto allo studio come un principio inderogabile, contraddetto da quanti non vogliono più vedere giovani che “bivaccano” in università senza costrutto. Un’altra istanza importante: non pensiamo soltanto alle iscrizioni ma anche ad aggiornare il corso di laurea, rendendolo più consono alle nuove opportunità professionali. O, nel caso di chi lavora dietro il banco, a un modo diverso di “fare il farmacista”. Opinioni lecite e, tutte, con un fondo di ragione. Al legislatore il compito di arrivare a una sintesi virtuosa.

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Innovazione

P Da quanto tempo ormai si parla di riconoscimento istituzionale della farmacia? Credo che lo si faccia a ragion veduta da quando i farmaci hanno smesso di transitare dalla farmacia. Nel 2017 la spesa per i farmaci dispensati attraverso le modalità alternative di erogazione, ovvero Distribuzione diretta e per conto, è stata pari a 8.168 milioni di euro. Il 19,9 per cento riguarda la Dpc, ben l’80,1 per cento la “diretta” in senso stretto. E la diretta si è portata via i pazienti, tanto che l’intero fatturato della farmacia è in calo, solo in parte compensato dai ricavi legati alle categorie cosiddette commerciali: il turnover totale a valore prezzo al pubblico della farmacia nel 2017 ha chiuso a 24,5 miliardi di euro, con un decremento dello 0,9 per cento rispetto al 2016. E non è tutto. Progressivamente i nuovi farmaci stanno sostituendo quelli tradizionali: il 50 per cento dei dieci farmaci top seller è biologico. Questa categoria in Italia rappresenta il 18 per cento della spesa dei farmaci rimborsabili (oltre quattro miliardi di euro). Solo 200 milioni, ovvero il 6 per cento, passano dalla farmacia e il trend dei farmaci biotech dispensati dalle farmacie è in riduzione (-9 per cento). Ma solo il 26 per cento è dispensato a pazienti ricoverati, quindi è un farmaco

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febbraio 2019 |

di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division, Focus Management Consultant

er frenare

l’emorragia Il futuro della farmacia è nelle partnership con gli altri operatori del sistema, a partire da aziende sanitarie e imprese farmaceutiche

che il paziente assume anche a domicilio. rifiche e controlli. Reti che parlino con tutte Assistito da chi? Assistito dai Patient suple aziende che ruotano intorno al paziente: port program, aziende di servizi medici, farAsl, ospedali, case della salute, erogatori di maceutici, infermieristici, digitali e servizi sanitari, aziende farmaceutiche. amministrativi (call center) che l’industria Non sono più sufficienti i confronti istituziofarmaceutica mette a disposizione delle nali. Nessuno è onesto nei propri propositi strutture sanitarie. in una situazione istituzionale: le parti non Se la farmacia concentra il suo valore possono che affermare di attribuire un enornell’atto di dispensazione del prodotto rime valore una all’altra. Peccato che al moschia di essere esautorata nelle sue funziomento dei fatti questo valore non venga ni. Come le imprese farmaceutiche cercano quasi mai concretamente riconosciuto. di mettere sul piatto i propri servizi, tra i Occorrono invece nuovi modelli, anche quali la consegna a domicilio del farmaco, contrattuali, per sviluppare partnership. allo stesso modo è indispensabile che lo facPartnership, non progetti. I progetti hanno cia anche la farmacia. una fine per definizione, un orientamento Mi direte la farmacia lo sta già facendo, epdi breve periodo. Partnership invece è un pure la cosiddetta farmapercorso che si decide di i confronti cia dei ser vizi, che affrontare insieme, defifesteggia il suo decimo nendo insieme gli obietistituzionali compleanno, non decolla. tivi e le regole. Sono hanno fatto E non decolla perché la sempre più diffuse infatti il loro tempo, le applicazioni di partefarmacia non è un’imprenon sono sa unica. Non esiste la nariato pubblico-privato farmacia, ma le farmacie. in ambito sanitario per la produttivi Non è certo Farmindudefinizione congiunta di stria a contrattare i servizi con chi acquista i Pdta. Le reti di farmacie dovrebbero sviprodotti, ma la singola azienda farmaceutiluppare partnership per la definizione di ca. Chi può negoziare per tante imprese farmodelli innovativi di assistenza, che sfrutmacie che giustamente sono libere o meno tino le competenze del farmacista e il di attivare un servizio? Chi ha l’autorità di touch point costituito dalla farmacia. garantire il rispetto di protocolli da parte di In momenti di profonda discontinuità più imprese farmacie? Servono reti, reti che non va modificata solo la value proposipossano erogare servizi in maniera approtion, ma vanno anche stravoltele regole priata e validata e che possano garantire veper definirla.



interventi

L Sembra ieri quando, con un gruppo di colleghi amici in un bar di via Carducci a Milano, dopo una riunione presso l’Università Cattolica, si facevano progetti. Tra questi quello di una piattaforma di confronto tra farmacisti che consentisse di preparare del materiale scientificamente validato e pronto da condividere sui vari canali social delle farmacie, per combattere le fake news e promuovere una corretta informazione scientifica a tutela della salute. Sembra ieri, eppure sono già passati due anni, durante i quali quel sogno appena abbozzato si è realizzato: abbiamo creato un gruppo di lavoro, formato dai farmacisti proprio grazie alla collaborazione con l’Università Cattolica e, infine, portato alla luce Farmacommunity. Un team di farmacisti ora è operativo e correttamente formato per realizzare quei contenuti

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febbraio 2019 |

di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

o spazio

dei giovani Da un gruppo di amici alla Farmacommunity, oggi con il supporto della Fondazione Umberto Veronesi

che, fino a qualche tempo fa, a me, giovane farmacista, sembravano un’utopia. A loro si è affiancato un board di opinion leader, professionisti di alto profilo che, a loro volta, realizzano una documentazione pronta per la diffusione. Il tutto veicolato tramite la piattaforma creata ad hoc, www.farmacommunity.it, che abbiamo presentato ufficialmente a Milano, al Pirellone, lo scorso novembre. La parola d’ordine però è “non fermarsi”. Oggi raggiungiamo una nuova tappa con l’acquisizione della prestigiosa collaborazione, nella realizzazione dei contenuti di Farmacommunity, della Fondazione Umberto Veronesi, un’eccellenza nel campo della ricerca scientifica, della prevenzione e della progettualità finalizzata al bene dell’individuo. Questo contributo non può che certificare e impreziosire l’impegno e la missione di Farmacommunity. Come

giovane farmacista, devo dire che ho trovato emozionante iniziare questa nuova collaborazione. Da un lato, riempito d’orgoglio nel constatare come la nostra creazione, appena nata, sia già in grado di interagire con i “grandi”, e dall’altro nel ritenerla un giusto riconoscimento per il lavoro svolto da un gruppo di ragazzi, legati tra loro dalla passione per il lavoro per cui hanno studiato. Sono colleghi, poi diventati amici, che ho avuto la fortuna di conoscere in questa esperienza e che sacrificano il loro tempo libero per dedicarsi alla professione, senza alcun riconoscimento economico, ma con il solo fine di fornire un piccolo contributo per la professione. Mi piace vedere questa esperienza come un incoraggiamento per chi si affaccia al mondo delle istituzioni dei giovani. Ricordo bene quando, alle mie prime esperienze di presidente locale di Agifar Bergamo, toccavo con mano la sfiducia dei giovani colleghi, sentendomi spesso dire che non c’era spazio per i giovani ed era inutile lanciarsi in nuovi progetti che non avrebbero mai trovato un sostegno economico e un appoggio politico. Ecco, forse questo è il messaggio più importante che mi piacerebbe affidare a chi verrà dopo questo gruppo: lo spazio per i giovani c’è ed è anche molto ampio, basta avere le idee giuste e non smettere mai di crederci.



un farmacista a scuola

F

armacisti

possibili

Tra le attività che vengono proposte alle classi di terza media ci sono quelle relative all’orientamento scolastico. Si tratta di una serie di incontri, conferenze e colloqui durante i quali si propongono esempi, spunti di riflessione, percorsi volti ad aiutare gli studenti a scegliere la scuola superiore in maniera il più possibile consapevole. Se andiamo indietro con la memoria a quando ognuno di noi ha compiuto questo grande passo, non possiamo negare incertezze e fosche nubi all’orizzonte, ma contemporaneamente l’entusiasmo che ogni grande passaggio porta con sé. Come scrivevo qualche mese fa, non deve essere un momento di transizione indolore, dal momento che in Italia nel periodo 1995-2017 tre milioni e mezzo di studenti non hanno completato le scuole superiori. Si vede che la scelta compiuta non era quella giusta, oppure che la difficoltà di cambiare ha

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

febbraio 2019 |

Trasmettere la passione per una professione ai ragazzi di terza media. Quanti di loro, tra qualche anno, avranno la “vocazione”?

scoraggiato quelli in condizioni più difficili. O semplicemente che la scuola li aveva stancati, al punto da preferire altre strade. Questi numeri e l’esperienza personale ci ricordano come l’orientamento sia un momento molto importante, da affrontare con grande attenzione. Per questo motivo ho risposto con grande entusiasmo quando una scuola media mi ha chiamato per incontrare le sue quattro classi di terza. Si trattava di un’occasione insolita e divertente: nella palestra dell’istituto erano state ricreate dieci microzone provviste di sedie in cerchio e tavoloni, dove altrettante professioni venivano presentate da parte di loro esponenti. Ogni gruppo di ragazzi aveva a disposizione mezz’ora per fare domande libere per capire cosa facessimo e perché. E qua è venuto il bello. Facile spiegare cosa fa un farmacista, la quotidianità e cosa abbia-

mo studiato. Più difficile parlare degli ideali che lo animano, quelli che ti spingono avanti ogni santo giorno, quelli che ti hanno fatto scegliere proprio questa professione. E così non si è parlato solo di fustelli e mortai, ma anche di solidarietà, amore per le persone, spirito di servizio per le comunità e convinzione nella necessità di combattere l’abuso di farmaci. Pensieri grandi, che tiriamo fuori sempre meno spesso ma che sono fondanti della nostra professione. E così le due ore di confronto con gli studenti sono volate e mi sono accorto di aver detto solo poche cose, e ben diverse, rispetto a quelle che mi ero segnato il giorno precedente. Ma forse andava bene così, o no? Per capirci qualcosa di più, dopo qualche settimana ho scritto all’amica professoressa, chiedendo un ritorno sulla giornata, qualcosa del tipo «Ho fatto venire a qualcuno la voglia di fare il/la farmacista?». Lei ha risposto che in molti erano rimasti colpiti, ma non per i mortai, le scatolette di farmaci e le stampe di piante da antichi erbari, bensì per l’amore per la professione e i grandi ideali che mi animavano. Ho riattaccato il telefono con il cuore gonfio di gioia e ho imparato una cosa: indossare un camice senza riempirlo di grandi pensieri è come maltrattarlo. Me lo ricorderò sempre, ogni volta che lo riappendo alla gruccia.



parliamone

L Tra circa dieci anni, nel 2028 - sono i dati del focus sulla cronicità dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dell’Università Cattolica - il numero di malati cronici salirà a venticinque milioni, mentre i multi-cronici saranno quattordici milioni. E se, da un lato, è quanto mai fondamentale per il sistema sanitario orientare i servizi tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione, potenziando quindi l’assistenza a lungo termine e quella di prossimità, dall’altro, la flessione del numero di medici e infermieri sul territorio non accenna ad arrestarsi. Un dato, quest’ultimo, che mette in allarme, ma, in molti parti d’Europa, sono in atto alcuni fenomeni che, in prospettiva, potrebbero dare un po’ di respiro: la crescente sovrapposizione di competenze dei ruoli professionali, la sempre maggiore tendenza a lavorare in équipe multiprofessionali, l’approccio alla gestione del paziente personalizzato, integrato e multidisciplinare. Trend, questi, visibili anche tra i farmacisti che «in molti Paesi europei stanno sviluppando una modalità relazionale che metta il paziente al centro e stanno ampliando i servizi di assistenza primaria disponibili attraverso le farmacie di comunità». Questo uno degli spunti che emergono da Farmacia 2030: il modello di farmacia per l’Europa, il documento programmati-

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febbraio 2019 |

di Francesca Giani

a nuova

frontiera Il documento programmatico del Pgeu, associazione dei farmacisti europei, traccia la strada della professione da qui a dieci anni

co del Raggruppamento farmaceutico dell’Unione europea (Pgeu), pubblicato a inizio febbraio, che vuole mettere in luce le sfide e le opportunità che i farmacisti di comunità europei si troveranno ad affrontare nei prossimi anni e tracciare la strada, per tutte le associazioni farmaceutiche nazionali aderenti al Pgeu, verso la farmacia del futuro. Il documento, che individua alcune linee evolutive che dovranno investire la professione per continuare a garantirsi un ruolo nell’assicurare la qualità delle cure, la sicurezza dei pazienti, l’accessibilità all’assistenza, la sostenibilità del sistema, è, di fatto, un aggiornamento del Libro bianco pubblicato dal Pgeu nel 2012 e rappresenta la visione di farmacia europea.

IL CONTESTO Punto di partenza è la consapevolezza che i farmacisti di comunità siano «i professionisti sanitari più accessibili in Europa. Hanno un contatto continuo con i pazienti, grazie agli orari di apertura delle farmacie prolungati, e offrono consulenza sanitaria senza appuntamento. Inoltre, quasi due terzi degli europei è in grado di accedere a una farmacia nell’arco di cinque minuti, mentre il 98 per cento riesce farlo entro un range di trenta minuti». I farmacisti di comunità, per altro, rappresentano «il primo e l’ultimo

punto di contatto del paziente con il Sistema sanitario, con un contributo inestimabile alla salute di oltre 500 milioni di persone in tutta Europa». Se si va dal medico nel momento in cui si ha già qualche sintomo in corso, si accede a una farmacia anche quando si pensa di essere sani. «In questo quadro, allora, i farmacisti di comunità hanno la possibilità di cogliere segnali dell’inizio di una patologia o cambiamenti nello stato di salute, intercettando quei cittadini affetti da patologie a cui non è ancora stata fatta una diagnosi». Ma anche di seguire il decorso di malattie, soprattutto croniche, riferendo ai medici situazioni che necessitano un intervento: «Chi è affetto da patologie croniche, soprattutto quando deve seguire una terapia, entra in una farmacia di comunità più spesso di quanto faccia visita a qualsiasi altro professionista sanitario. Il farmacista di comunità rappresenta un supporto per l’empowerment del paziente rispetto al proprio stato di salute e gioca un ruolo di primo piano nella promozione della salute, nella prevenzione e nella gestione del progresso della patologia».

FARMACIA 2030 Se già oggi, quindi, in molte parti d’Europa, «i farmacisti territoriali sono in grado di fornire servizi di assistenza ai


parliamone | febbraio 2019 13


parliamone

Dieci raccomandazioni Tra gli obiettivi del Pgeu c’è anche quello di far sì che «i farmacisti territoriali siano riconosciuti come fondamentali professionisti sanitari capaci di dare un contributo dinamico, sostenibile e in continua evoluzione, alla salute degli individui e delle comunità, rafforzando allo stesso tempo i sistemi sanitari europei». Alla luce dei profondi cambiamenti che stanno investendo e investiranno sempre di più la sanità europea, nel Documento Pgeu ci sono dieci raccomandazioni chiave per il futuro che potrebbero portare a «soddisfare le esigenze dei pazienti e dei sistemi sanitari europei, che possono diventare così sostenibili e resilienti». Le riportiamo di seguito: 1. Massimizzare i benefici, per i pazienti e per i sistemi sanitari, degli interventi dei farmacisti territoriali attraverso la promozione di nuovi servizi che aumentino i benefici dei trattamenti e l’aderenza terapeutica e, allo stesso tempo, minimizzino i rischi; 2. coinvolgere i farmacisti territoriali in modelli di assistenza collaborativa; 3. consentire ai farmacisti in farmacia l’accesso a tutte le informazioni sanitarie rilevanti dei pazienti e dei farmaci assunti;

pazienti nel corso del loro trattamento, dall’analisi e valutazione dei bisogni del paziente, al supporto nella gestione delle condizioni di cronicità e nel percorso di cura», qual è allora la via da seguire per sviluppare ulteriormente il ruolo e il valore della farmacia per l’assistenza sanitaria? Un’importante «sfida», mette in luce il Documento, è «la fornitura di nuovi servizi in collaborazione con altri operatori sanitari e strutture assistenziali, come parte di un modello di assistenza integrata e di continuità delle cure». E, in questa direzione, è fondamentale «una collaborazione professionale con tutte le parti coinvolte nella cura del paziente, importante sia nell’assistenza secondaria che primaria, nonché lo sviluppo di strumenti integrati di e-health che sono sempre più utili per coordinare tale collaborazione».

LA SANITÀ DIGITALE Ecco allora che un capitolo importante di evoluzione sono le nuove tecnologie: «Vi sono numerosi esempi di servizi Ict innovativi nelle farmacie territoriali europee, e la professione riconosce il supporto complemen-

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febbraio 2019 |

4. consultare i farmacisti sull’utilizzo di nuove soluzioni digitali in ambito sanitario; 5. consentire ai farmacisti di essere parte attiva nel progresso della digitalizzazione dell’assistenza; 6. supportare i farmacisti nell’integrare la farmacogenomica, le regole cliniche convalidate e i dati reali nella loro pratica quotidiana, al fine di migliorare la sicurezza del paziente; 7. supportare i farmacisti in farmacia nell’offerta di screening sanitari, nella gestione dei farmaci assunti dai pazienti e nella promozione della salute, al fine di ridurre l’onere complessivo derivante dalla diffusione delle malattie croniche; 8. stabilire quadri normativi di riferimento per massimizzare il valore della rete capillare delle farmacie; 9. assicurare che i farmacisti territoriali possano fornire ai pazienti tutta l’ampia gamma di farmaci e dispositivi medici di cui hanno bisogno; 10. assicurare che la remunerazione dei farmacisti territoriali rifletta in maniera adeguata il loro contributo al miglioramento dell’assistenza farmaceutica, a ridurre l’onere su altre forme di assistenza e a supportare la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari.

tare che tali innovazioni offrono alla pratica professionale quotidiana della farmacia». Non a caso, «i farmacisti territoriali hanno compiuto, in maniera proattiva, significativi investimenti nelle infrastrutture Ict negli ultimi tre decenni. Ciò li mette in posizione ideale per svolgere un ruolo fondamentale nella progettazione, sviluppo, test, implementazione di progetti di e-health, in coerenza con la propria pratica professionale. Le innovazioni in farmacogenomica, così come l’accesso alle schede pazienti e ai loro parametri fisiologici (come la funzionalità renale), offrono ai farmacisti ulteriori strumenti per condurre valutazioni farmacologiche complete, con la possibilità anche di raccomandare i farmaci e le dosi appropriate in base alle esigenze dei singoli pazienti». Ma «l’Ict crea anche il potenziale per il monitoraggio e la cura a distanza, l’accesso in scrittura alle cartelle cliniche condivise, la consulenza affidabile del farmacista nei servizi online, l’analisi di grandi archivi di dati, registri e altri database per studi epidemiologici». Non a caso, «l’utilizzo di dati reali nelle attività di farmacovigilanza, di aderenza e di ef-

ficacia dei farmaci, al fine di migliorare la tutela della salute di ogni singolo paziente, è un’attività ampiamente diffusa nelle farmacie territoriali». Ma «l’Ict può essere di supporto anche alla comunicazione bidirezionale tra farmacisti e altri operatori sanitari, anche se le farmacie dovrebbero essere meglio integrate all’interno dei Servizi sanitari e periodicamente consultate per attuare concrete misure di minimizzazione del rischio relativo all’uso dei farmaci».

UNA POLITICA SANITARIA BASATA SULL’EVIDENZA Inoltre, i dati che i «farmacisti territoriali hanno la possibilità di raccogliere, possono poi contribuire a elaborare politiche sanitarie basate sulle evidenze e migliori pratiche nella cura dei pazienti. Per esempio, i dati raccolti nel corso di audit clinici sulla pratica professionale, sulla valutazione del servizio, sull’analisi di efficacia dei costi, sugli studi sulla sicurezza ed efficacia delle nuove Aic possono dimostrare il valore che i servizi farmaceutici offrono in termini di migliori risultati e costi ridotti per i servizi sanitari».


Un altro tema importante riguarda l’accessibilità all’assistenza farmaceutica e la gestione di carenze e indisponibilità di farmaci: «Nel 2018, tutte le farmacie territoriali hanno dovuto affrontare con maggiore intensità il problema delle carenze e hanno impiegato in media quasi un’ora al giorno per cercare di risolvere problematiche legate all’irreperibilità di alcuni prodotti». In questo frangente, si è dato maggiore impulso alla collaborazione con «autorità nazionali, produttori e tutti gli altri soggetti coinvolti, a livello nazionale ed europeo, per rafforzare la catena di approvvigionamento dei medicinali e rendere ancora più sicura la filiera, impedendo oltre tutto che farmaci contraffatti potessero arrivare nelle mani dei pazienti». Così, tra le misure messe in campo - e da potenziare - per venire incontro ai bisogni dei pazienti «c’è anche l’approvvigionamento alternativo o la dispensazione di una preparazione magistrale in situazioni di emergenza. Nei casi in cui i farmaci non siano disponibili in dose o forma corretta per il singolo paziente - per esempio per bambini o adulti che richiedono una

terapia personalizzata - i farmacisti territoriali possono ricorrere alla galenica. Inoltre, in un certo numero di Paesi europei, i farmacisti preparano in farmacia dispositivi di somministrazione individuale in singole dosi per pazienti con regimi di trattamento complessi».

SALUTE E TUTELA DELL’AMBIENTE Ci sono poi tematiche di più ampio impatto, come quelle ambientali: «Trattare i farmaci e dispositivi medici scaduti è importante per la salute e il rispetto dell’ambiente. I farmacisti in farmacia possono consigliare i pazienti sull’adeguata gestione e smaltimento dei resi. Inoltre, poiché le industrie producono in misura sempre maggiore farmaci “ecologici”, i farmacisti territoriali sono in una posizione ideale per fornire informazioni a pazienti e consumatori sulla disponibilità di tali medicinali».

LE CRITICITÀ A ogni modo, come si è visto, «le farmacie aiutano a ridurre il peso gravante su altri servizi sanitari fornendo un’ampia

gamma di servizi e contribuendo a migliorare la salute pubblica». L’efficacia dei servizi in farmacia è stata ormai ampiamente dimostrata ma c’è anche da dire che «i farmacisti territoriali prefinanziano l’Ssn con le proprie risorse, conservando scorte adeguate in farmacia di medicinali etici e dispositivi medici. Ciò significa che i pazienti non hanno bisogno di pagare anticipatamente per i loro farmaci ma pagheranno solamente la loro quota parte al momento della dispensazione. Inoltre, le farmacie facilitano anche la fatturazione». A fronte di tutto questo, continua il documento «alcune misure, attualmente in discussione in alcuni Paesi, rischiano di portare a una crescente “mercificazione” del settore farmaceutico. E questo potrebbe influire negativamente sulla sostenibilità della rete delle farmacie e quindi sulla qualità generale del servizio. La conseguenza non potrà che essere l’aumento dei costi complessivi della rete delle farmacie, mentre è cruciale che le farmacie rimangano finanziariamente sostenibili, per mantenere la resilienza dei sistemi sanitari».

parliamone

ACCESSIBILITÀ AL FARMACO

Passarani (segretaria Pgeu): big data, sfida anche per i farmacisti Cronicità, sostenibilità dei sistemi sanitari, big data. Sono tante le sfide per la sanità del futuro e i farmacisti di comunità di tutta Europa sono pronti a potenziare il loro contributo alla salute dei cittadini e ad acquisire un ruolo sempre più vitale nei sistemi sanitari. È il commento che arriva dal Pgeu all’indomani della pubblicazione del documento programmatico “Farmacia 2030”, a cui è seguito anche un Position paper sui big data. I farmacisti di comunità, sottolinea Ilaria Passarani, segretaria generale del Pgeu, vogliono essere sempre più riconosciuti e usati come «professionisti della salute dalle elevate competenze» e giocare sempre di più un ruolo nei cambiamenti dei sistemi sanitari che vedono al centro «la personalizzazione delle cure, un approccio orientato sul paziente, la digitalizzazione della sanità». È proprio nella loro missione quotidiana che è visibile «l’impegno dei farmacisti verso la salute in generale e, in particolare, un uso sicuro, appropriato, responsabile ed efficace delle medicine».

Tra le varie evoluzioni, proprio i big data rappresentano una fondamentale frontiera: «I farmacisti di comunità considerano le nuove tecnologie come un fondamentale supporto per il consiglio professionale al paziente e per offrire servizi efficienti, sostenibili e di alta qualità. Tali professionisti hanno le infrastrutture e le competenze necessarie a compiere questo salto, perché già oggi nella loro attività quotidiana si appoggiano al supporto digitale per migliorare il servizio al paziente». Anche per questo «sarebbe importante facilitare la produzione di big data nel sistema salute, assicurando l’interoperabilità e l’interconnessione dei dati. Ai farmacisti di comunità dovrebbe essere permesso di aggiornare i dati sulla salute» e, in ogni caso, «andrebbero implementati sistemi di collaborazione tra professionisti della salute, così da promuovere al massimo l’integrazione nella primary care».

| febbraio 2019 15


La buona gestione

C

di Marco Alessandrini, Amministratore Delegato di Credifarma Spa

he fine

ha fatto il credito?

Il supporto finanziario alle farmacie non trova più nelle banche commerciali un interlocutore privilegiato. Il ruolo degli istituti specializzati

Da parte delle aziende, in modo particolare delle piccole e medie imprese, si sente spesso parlare di stretta creditizia, di difficoltà di accesso al credito, del tempo eccessivo che trascorre per ottenere risposte alla domanda di finanziamento. Ma qual è veramente la situazione? Partiamo dai dati della Banca centrale europea attraverso il grafico 1, che evidenzia il calo dello stock di credito in Italia nel periodo 2012-2018.

In sei anni si è passati da un’erogazione di credito di circa 910 miliardi di euro a poco più di 670 miliardi. Si tratta di una riduzione particolarmente importante, del 26 per cento. Considerando che il dato è relativo alle aziende in generale, se spostiamo la nostra analisi alle piccole imprese, certamente uno degli assi portanti del sistema azienda nel nostro Paese, otteniamo un indicatore ancora più importante. In questo caso la ri-

Grafico 1 LostockdicreditoinItalia2012-2018, totaleaziende

950

900

-24%

850 Miliardi di € 800

750

700

650

2012

2013

Fonte: analisi statistiche Bce

16

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2014

2015

2016

2017

10/2018


piccoleimprese

175

165

-29%

155 Miliardi di € 145

135

125

115

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Fonte: elaborazione su basi statistiche Banca d’Italia

Rispetto al periodo precrisi, nel’eurozona il credito all’economia è cresciuto del 5 per cento, percentuale che sembra bassa ma è in realtà alta rispetto al dato italiano

10/2018

duzione di 51 miliardi incide per il 29 per cento. Per contestualizzarci nell’Eurozona, rispetto al periodo pre-crisi, il credito all’economia è cresciuto del 5 per cento, una percentuale che potrebbe sembrare bassa in assoluto ma che invece appare elevata se paragonata a quella italiana. Negli Usa la crescita è stata del 40 per cento. La contrazione del credito impatta soprattutto le imprese tendenzialmente meno strutturate e con un accesso ai capitali certamente meno ampio rispetto alle aziende di medie e grandi dimensioni. Dal momento che il tema della crescita è sull’agenda di tutte le istituzioni e delle forze politiche, dovremmo domandarci come facciamo a realizzare una vera crescita se il credito non viene messo a disposizione delle aziende. Del resto, è risaputo, in Italia l’accesso al mercato dei capitali è ancora in ritardo rispetto ad altri Paesi e quindi è imprescindibile avere un sistema bancario che faccia la sua parte. La farmacia italiana si trova oggi a operare con gli stessi attori della filiera bancaria che la “corteggiavano” in passato ma che adesso hanno un atteggiamento più distaccato. La farmacia richiede infatti una forma di supporto finanziario per il ripianamento delle passività onerose, e lo spostamento del debito da breve a medio lungo termine, che le viene generalmente negata dalle banche commerciali, più tradizionali. Dunque, il credito non arriva più alle farmacie? In realtà non è proprio così: fanno eccezione le banche commerciali, qualora beneficino però di un’ancillarità derivante da altri prodotti collocati sul cliente, che si rivolgono sia alla sfera aziendale sia a quella personale. Infine gli istituti specializzati maggiormente consapevoli della valutazione del rischio, che riescono a proporre soluzioni e articolazioni tecniche di effettivo supporto al sistema farmacia in un momento come questo dove sono necessarie risposte veloci, certe, e articolate. Tramontata la cultura generalista, la gestione specialistica del supporto finanziario in grado di creare valore per il cliente costituirà sempre di più un fattore di successo.

La buona gestione

Grafico 2 LostockdicreditoinItalia2012-2018,

| febbraio 2019 17


echi dal web

A

di Francesca Giani, Farmacista33

llarme

occupazione

Laurea in Farmacia, nei prossimi anni si calcola un fabbisogno pari a zero. La Fofi propone lo sbarramento meritocratico dopo il primo anno

18

febbraio 2019 |

Il fenomeno viene denunciato ormai da diverso tempo e proprio di recente è stato riproposto all’attenzione della politica. Se, da un lato, il numero di laureati in Farmacia e Ctf tende, di anno in anno, ad aumentare, la capacità del mercato del lavoro di assorbire i nuovi professionisti non va di pari passo, tanto che il fabbisogno stimato di farmacisti per il sistema sanitario nel suo complesso per il 2019-2020 viene indicato pari a zero. Una situazione, questa, che mette a rischio le prospettive occupazionali: nell’arco di un ventennio il numero di disoccupati potrebbe raggiungere «circa 50.000 unità, a cui andranno a sommarsi i 13.000 farmacisti già disoccupati oggi, sui 100.000 iscritti agli ordini professionali». A fare il quadro, in un’audizione presso la VII Commissione della Camera (Cultura, scienza e istruzione) è Luigi D’Ambrosio Lettieri, vice presidente Fofi e presidente della Fondazione Cannavò, che rilancia la proposta del numero chiuso nazionale, programmato sulla base del fabbisogno effettivo, nella modalità dello sbarramento su base meritocratica dopo il primo anno di corso. L’intervento è avvenuto nel corso dell’esame abbinato, in sede referente, degli otto progetti di legge relativi all’accesso ai corsi universitari, durante il quale sono state audite anche le federazioni degli Ordini dei medici, dei veterinari e degli infermieri. «Ci troviamo di fronte a un vero allarme, che

la Fofi va denunciando già dal 2006», è la riflessione di D’Ambrosio Lettieri, «e che sta emergendo anche dal tavolo con il ministero della Salute istituito quasi quattro anni fa all’interno del progetto europeo per la definizione delle metodologie per la determinazione dei fabbisogni di personale» del sistema sanitario nel suo complesso con una prospettiva di venticinque anni, partito in via sperimentale su medici, odontoiatri, farmacisti, infermieri e ostetrici e ora a regime. «Per l’anno 2016-2017 il fabbisogno di farmacisti è stato quantificato in 1.279 unità, mentre abbiamo registrato 4.700 laureati, di cui 4.000 poi iscritti agli albi;


echi dal web nel 2017-2018 il numero delle richieste del sistema era di 448, con un totale di laureati che non si è discostato dalla precedente rilevazione; e per il 2019-2020 come Fofi indichiamo un fabbisogno pari a zero. Alla luce di questi dati, nel prossimo ventennio la proiezione che può essere fatta ci consegna un numero di disoccupati, nel comparto, di circa 50.000 unità, a cui andranno ad aggiungersi i 13.000 farmacisti già disoccupati oggi, sui 100.000 iscritti agli ordini professionali». In questa situazione, va rilevato che «oggi, i corsi di laurea in Farmacia e Ctf prevedono un accesso libero, con una programmazione di ambito territoriale, commisurata alle

possibilità di risorse umane e strutturali delle singole università». Quello che invece sarebbe necessario «è rendere coerente la programmazione degli accessi alle università, formulata a livello nazionale, con l’effettivo fabbisogno del territorio. Altrimenti il rischio è di illudere i giovani». In particolare, la proposta è di superare il sistema dei «quiz, che non è adeguato», per «introdurre, invece, meccanismi di meritocrazia»: «accesso libero, quindi, al primo anno e solo al termine prevedere un criterio selettivo basato sul raggiungimento di un numero minimo di crediti», con una selettività coerente con il fabbisogno di professionisti.

Sul tema è intervenuto anche il presidente della Fofi Andrea Mandelli: «Una nuova regolazione non è più rinviabile, innanzitutto per non continuare a creare professionisti disoccupati o sotto-occupati, anche in considerazione dei sacrifici, economici e non solo, che sostengono studenti e famiglie. L’analisi e la proposta presentate dalla Federazione in Commissione Cultura della Camera, basate anche sulle altre esperienze europee, vanno nella direzione di premiare il merito dei singoli e di garantire al Servizio sanitario e al Paese professionisti adeguatamente formati, motivati e in numero adeguato ai bisogni di salute della popolazione».

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incontri

I

di Elena Penazzi

cardini

della gestione

Formazione, relazione e affidabilità sono parole chiave da cui non si può prescindere. È il pensiero di Marina Colli, titolare a Carpi, nel modenese, che crede molto nel ruolo sociale della farmacia

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febbraio 2019 |

macie sono: formazione, relazione e affiConosco Marina Colli da tanti anni e le dabilità. parole con le quali la descriverei sono “energia e positività”. Titolare di una bella farmacia a Carpi, in provincia di ModeCominciamo da formazione. na, collabora con i suoi fratelli nella Formazione sta a significare tutto il patrigestione anche di una seconda farmacia, monio di competenze e professionalità la Farmacia del popolo, situata a due chidel farmacista, a cui ormai vengono fatte lometri mezzo di dirichieste che spaziastanza. «Si trova su no nei campi più diil progresso una strada di pas s parati. Uno dei tecnologico aggio e quindi ha vantaggi di avere anche una clientela, una bella squadra è non è tutto, per così dire occal’alta specializzaziola relazione sionale. Inoltre c’è ne, resa possibile umana una percentuale di grazie all’approfoncontinua stranieri residenti dimento di compepiù alta rispetto alla tenze diverse. In a essere mia zona per cui l’euna delle farmacie, essenziale tà media è più gioper esempio, c’è un vane e le esigenze reparto molto attivo sono diverse». di veterinaria, nell’altro di alimentazione speciale.

Dottoressa Colli, partiamo dall’inizio: ci racconta la storia della sua farmacia?

Seconda parola chiave: relazione.

Ho lavorato quattro anni nella farmacia di famiglia e nel 1992, con i miei fratelli, abbiamo vinto all’asta una farmacia comunale. Ora, quindi con mio fratello e mia sorella, gestiamo le due farmacie in modo coordinato, ma allo stesso tempo adeguato alle esigenze delle nostre clientele, che sono diverse tra di loro. Sono tre le parole che userei per descrivere entrambe le far-

Nonostante l’incredibile evoluzione tecnologica di questi ultimi anni, esistono ambiti, come quello della salute e della cura della persona, dove la relazione umana e professionale continua a essere essenziale. Il fatto che un professionista ti accolga, ti ascolti, si metta a disposizione per risolvere un problema credo abbia un enorme valore per i no-


incontri stri utenti/pazienti. È da qui che nasce poi la soluzione, che sia un prodotto un servizio o anche solo un consiglio: non lo consideriamo tempo perso ma tempo dedicato.

Terza parola chiave: affidabilità. In questa società liquida, come la descrive Baumann, le persone cercano ancora approdi sicuri e la farmacia per il suo ambito è in grado di esserlo nella rete sanitaria. Ce ne accorgiamo tutti i giorni al banco di quanto le persone cercano sostegno e qualcuno che si prenda a cuore la loro situazione, ovvero realizzi appieno il concetto del take care.

Farmacia di quartiere: avete messo in pratica questo concetto in maniera molto attiva, organizzando azioni di marketing e coinvolgendo le attività commerciali di tutta la via. Crediamo molto in una farmacia radicata nel territorio, di prossimità, inserita nel tessuto sociale, inclusiva. Par dare un’idea di quanto siamo sicuri dell’importanza di questo concetto, posso raccontare che q ualche anno fa, per esempio, insieme ai commercianti della zona abbiamo ideato “Via Pezzana Social Street”, organizzando eventi rivolti al quartiere come le feste di Natale in

farmacia e una mangiata di gnocchi a primavera con gli anziani. Ora cerchiamo di sostenerci tra di noi e se si organizza qualcosa ci aiutiamo.

Da qualche anno avete scommesso sull’alimentazione biologica e avete costruito un reparto apposito. Soddisfazioni, problematiche, come fate a far crescere questo ambito? Lavoriamo molto su informazione ed educazione alla salute attraverso diverse iniziative dedicate alla popolazione, investendo in maniera sostanziosa sul benessere legato alla corretta alimentazio-

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incontri ne, offrendo anche prodotti e consulenze professionali per esigenze di particolari regimi alimentari. Da due anni abbiamo ampliato il reparto celiachia e alimentazione e anche per questo reparto c’è una figura specializzata. È un tema di grande interesse generale e la clientela è più ricettiva e più curiosa. Inoltre proponiamo analisi su intolleranze, disbiosi, conferenze in farmacia con nutrizionista e psicologa per approfondire questi temi e divulgarli in modo appropriato. La partecipazione, con una media di ottanta persone e l’interesse suscitato ci hanno soddisfatto e siamo convinti di essere sulla giusta strada.

E il biologico? Il reparto di alimenti biologici è molto limitato, commercialmente parlando. Quello che ci differenzia è soprattutto il servizio delle analisi, considerato che ormai i supermercati della zona si sono attrezzati. La nostra priorità è aiutare le

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febbraio 2019 |


incontri persone ad alimentarsi il più correttamente possibile, secondo le loro patologie, e offrire alimenti di qualità anche nel senza glutine.

Siete tanto attive anche sui corsi e le lezioni tenute in farmacia. Ci parla di quelle a cui è più legata? Oltre al ciclo sull’alimentazione di cui parlavo prima, molto gradito è stato il corso sulla disostruzione pediatrica tenuto dalla Croce Rossa, che abbiamo dovuto ripetere nelle due farmacie, per le numerose richieste. La prossima iniziativa sarà una festa della donna alternativa, insieme a un’associazione di pazienti del nostro territorio. Stiamo attenti alla attualità delle richieste di conoscenza del pubblico mantenendo alta la qualità.

Cosa è cambiato con l’arrivo di tua figlia in farmacia. Nuova generazione, nuovo approccio al mondo della farmacia? L’innovazione si realizza in moltissimi modi e ha anche una dimensione umana, familiare. Da due anni, infatti, lavora con me mia figlia e il suo contributo è decisivo nel gestire molto meglio la parte social. Ha portato una ventata di freschezza e di en-

tusiasmo a tutti noi già rodati che vediamo la sua passione. Lei ci insegna il valore dell’innovazione e della capacità di rimanere flessibili. Inoltre con lei si ragiona molto su quale sarà il cliente del futuro perché la farmacia rimanga un punto vendita a cui le persone si rivolgono. La presenza di diverse generazioni nella squadra è un punto di forza: ognuno porta il suo contributo al risultato comune. Mia figlia impara molto assorbendo il cammino che in questi anni la squadra ha percorso mettendo in comune le diverse competenze.

Siete molto attivi nella dermocosmesi e avete una cabina estetica. Credete che questo settore posso ancora crescere, avete riscontrato difficoltà negli ultimi anni? Sì, l’anno scorso abbiamo investito sulla cabina estetica, ampliando orari e servizi grazie a una professionista che è molto in sintonia con il nostro mood, ovvero ha un approccio di tipo olistico e integrato alla cliente, che ci permette di proporre un intervento a tutto tondo. Estetico, cosmetico e nutrizionale. Ha frequentato anche il corso per l’estetica nell’oncologia: di nuovo torna l’importanza delle relazioni e delle persone.

la presenza di generazioni diverse nella squadra è un’arma in più, ognuno porta il suo contributo

Siete preoccupati dall’arrivo delle catene e dei capitali? No, non abbiamo paura delle catene, che al momento sono ferme al prodotto e al prezzo, che certamente il cliente apprezza, ma non bastano. Noi facciamo parte di un consorzio che elabora strategie comuni, stiamo ripensando l’assortimento e mettiamo al centro il paziente/cliente con tutte le sue esigenze a cui dedicare il tempo necessario. È molto importante avere un progetto allargato, al di fuori dalle pareti delle nostre farmacie e condiviso da tutti i nostri collaboratori, che si attivano per realizzarli.

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professione

U

Francesca Baratta e Paola Brusa, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco, Università di Torino

n osservatorio

privilegiato

La farmacia di comunità come setting real life nell’identificazione di pazienti cefalalgici misconosciuti e sentinella epidemiologica sul territorio

Nel 2014 è iniziata una collaborazione con la Fondazione italiana cefalee-onlus sfociata in un Progetto regionale piemontese che prevedeva la raccolta di questionari sull’uso di medicinali nei pazienti che chiedono l’assistenza del farmacista per un attacco di cefalea. Grazie agli interessanti risultati ottenuti da un primo studio regionale piemontese del 2014, il dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco dell’Università di Torino, la Fondazione italiana cefalee-onlus, l’Asl SCaDU Servizio sovrazonale di epidemiologia e l’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino - sotto l’egida della Fofi - hanno deciso di esportare il Progetto a livello nazionale.

I CONTENUTI Lo studio, svolto a partire dal 2016 è stato disegnato come una survey trasversale basata su interviste faccia-faccia farmacista-paziente con questionari redatti da esperti sulla base della letteratura scienti-

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febbraio 2019 |

fica. Le farmacie che hanno partecipato sono state 514 e i 610 farmacisti aderenti hanno preso parte a un percorso di formazione previsto dal Progetto e univoco su tutto il territorio nazionale, in modo che i dati fossero raccolti nella maniera più uniforme possibile. Al termine del percorso formativo il farmacista doveva rispondere a un questionario di verifica dell’apprendimento. Ogni farmacia aveva l’obiettivo di arruolare un massimo di cinque soggetti/ mese per i sei mesi della sperimentazione. Dei 610 farmacisti formati, 446 hanno somministrato i questionari per la raccolta dei dati previsti nell’ambito dello studio. In particolare, i questionari sono stati compilati autonomamente e 4.425 sono risultati essere stati compilati correttamente. L’adesione territoriale da parte della farmacia di comunità per un Progetto su base volontaria ha portato alla luce differenti criticità, soprattutto relative alle difficoltà organizzative, ma si è rivelata anche un

potente strumento di raccolta di dati epidemiologici con una capillarità che poche altre organizzazioni possono vantare; nel corso della survey sono stati raccolti dati con la più elevata numerosità ed estensione territoriale al mondo sull’argomento delle cefalee. In particolare, dai dati raccolti è emerso che i risultati dell’indagine italiana confermano il dato ben noto di una maggior prevalenza nel sesso femminile delle cefalee primarie in generale e dell’emicrania in particolare. Inoltre, il 7,2 per cento dei soggetti che afferiscono in farmacia alla ricerca di un sintomatico per il mal di testa presenta una cefalea cronica (almeno quindici giorni al mese in media di mal di testa nel corso degli ultimi tre mesi); se poi consideriamo i 1.765 soggetti che avevano un’emicrania definita ben 274 (15,5 per cento) erano affetti da emicrania cronica. Dati interessanti si sono rilevati inoltre circa l’uso dei farmaci sintomatici:


CONCLUSIONI In considerazione dei risultati ottenuti sul territorio italiano, è possibile affermare che la farmacia può rappresentare non solo un osservatorio di grande interesse

per chiarire diversi aspetti del problema cefalea, ma, attraverso i consigli e le indicazioni che il farmacista può essere in grado di fornire, può costituire la chiave di volta per potere avviare le prime mosse necessarie a instaurare una corretta gestione del paziente con cefalea. L’utilizzo della farmacia come sentinella epidemiologica, data la capillarità e il contatto con una larga platea di soggetti in Italia, ha permesso di ottenere un quadro epidemiologico più affine al real life rispetto ai centri specialistici. La rilevanza è ancora maggiore data l’assenza di flussi informati su tale patologia, almeno in Italia. Questo permetterà di compiere scelte strategiche coerenti con i fabbisogni clinici della popolazione più vicini alle reali necessità. Inoltre, l’individuazione precoce e l’invio agli specialisti o ai centri cefalea soprattutto di emicranici non diagnosticati possono evitare il peggioramento di stati cronici e l’abuso di medicinali, nonché ridurre costi diretti e indiretti per il Servizio sanitario nazionale.

professione

circa due terzi dei soggetti con emicrania definita riesce il più delle volte a bloccare l’attacco con i farmaci sintomatici, ma solamente poco più di un terzo di loro assume triptani per cercare di bloccare gli attacchi, nonostante la specificità e l’utilità di questa classe di farmaci, ormai in commercio da oltre venticinque anni. Circa un quarto dei soggetti con emicrania definita ha dichiarato un’assunzione di farmaci sintomatici tale da configurare Moh (Medicines overuse headache, cefalea da abuso di medicinali). Inoltre, circa la metà dei soggetti arruolati riteneva che il proprio mal di testa non fosse una malattia e gestiva in proprio il disturbo senza ricorrere a alcuna figura medica. Gli emicranici hanno una maggior consapevolezza di malattia ma comunque circa un terzo di loro non si rivolge a alcun medico.

BIBLIOGRAFIA Dal 2014 a oggi diversi articoli relativi agli studi sopra descritti sono stati pubblicati su riviste internazionali: Brusa P, Allais G, Scarinzi C, Baratta F, Parente M, Rolando S, Gnavi R, Spadea T, Costa G, Benedetto C, Mana M, Giaccone M, Mandelli A, Manzoni GC, Bussone G. “Self-medication for migraine: A nationwide cross-sectional study in Italy”. PLoS One. 2019 Jan 23;14(1):e0211191. doi: 10.1371/journal.pone.0211191. | Brusa P, Parente M, Allais G, Rolando S, Costa G, Gnavi R, Spadea T, Giaccone M, Mandelli A, Mana M, Baratta F, Benedetto C, Bussone G. “Community pharmacies as epidemiological sentinels of headache: first experience in Italy”. Neurol Sci. 2017 May;38(Suppl 1):15-20. doi: 10.1007/s10072017-2908-7. | Brusa P, Allais G, Rolando S, Baratta F, Giaccone M, Bussone G, Allais R, Benedetto C. “Migraine attacks in the pharmacy: a gender subanalysis on treatment preferences”. Neurol Sci. 2015 May;36 Suppl 1:93-5. doi: 10.1007/s10072-0152156-7. | Brusa P, Allais G, Bussone G, Rolando S, Giaccone M, Aguggia M, Benedetto C. “Migraine attacks in the pharmacy: a survey in Piedmont, Italy”. Neurol Sci. 2014 May;35 Suppl 1:5-9. doi: 10.1007/s10072-014-1733-5. | Giaccone M, Baratta F, Allais G, Brusa P. “Prevention, education and information: the role of the community pharmacist in the management of hea

daches”. Neurol Sci. 2014 May;35 Suppl 1:1-4. doi: 10.1007/ s10072-014-1732-6. Sono inoltre in fase di pubblicazione sulla rivista Neurological Sciences i seguenti due testi: “Prevention, education and counselling: the worldwide role of the community pharmacist as an epidemiological sentinel of headaches”. | “Awareness of disease and access to migraine centres by patients’ educational level”. Di seguito si riportano le affiliazioni degli autori che negli anni hanno partecipato al gruppo di ricerca: Gianni Allais, Sara Rolando e Chiara Benedetto, dipartimento di Scienze chirurgiche, Centro cefalee della donna, Università di Torino | Paola Brusa e Francesca Baratta, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco, Università di Torino | Gennaro Bussone, Gian Camillo Manzoni e Gianni Allais, F.I.C.E.F Onlus-Fondazione italiana cefalee, Milano | Cecilia Scarinzi, Roberto Gnavi, Teresa Spadea, Giuseppe Costa, SCaDU- Servizio sovrazonale di epidemiologia, Asl To3, Grugliasco (Torino) | Marco Parente, Federfarma Torino | Massimo Mana, Federfarma Piemonte, Atf Informatica | Mario Giaccone e Paola Brusa, Ordine dei farmacisti della Provincia di Torino | Andrea Mandelli e Mario Giaccone, Fofi

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mercato

I

di Viki Nellas, New Line Ricerche di Mercato

n lieve

flessione Il consuntivo 2018, più ombre che luci

Il mercato complessivo della farmacia nel 2018 registra un giro di affari di 25.213 milioni di euro, in flessione rispetto all’anno prima, con un trend del -1,8 per cento a fatturato e del -1,0 a pezzi (dati di consuntivo 2018, elaborati da New Line Ricerche di Mercato), come si vede nel grafico 1.

GLI INGRESSI Il trend negativo a volumi riflette un calo della domanda rivolta alla farmacia, dina-

mica riscontrata a partire dal 2016, momento dal quale si comincia ad assistere a una riduzione del giro d’affari e a una contrazione sempre più consistente del numero medio di scontrini. L’andamento degli ingressi medi mensili per farmacia evidenzia, anche per il 2018, un calo del 2,1 per cento del numero di scontrini per punto vendita, dovuto, da un lato, alla riduzione generale dell’afflusso ma anche all’incremento del numero totale

di farmacie presenti sul territorio (+2,2 per cento rispetto allo scorso anno). A partire dal 2015, si registra un elevato aumento delle nuove aperture che ha portato, nel 2018, il numero totale di punti vendita a 19.000 (il 6,3 per cento di farmacie in più rispetto al 2015, pari oltre a 1.100 punti vendita). La sostanziale stabilità della performance per singolo scontrino, sia a fatturato sia a pezzi, rivela come la dinamica negativa registrata nel canale sia da attribuire principalmente

Grafico 1 ilmercato2018compartopercomparto +8,1%

-1,8%

-3,5%

-5,7%

TOTALE 25.213 Mio

ETICO 14.699 Mio

ETICO BRANDED 12.099 Mio

+0,5%

+1,3%

-1,6% ETICO EQUIVALENTE 2.600 Mio

AUTOMEDICAZIONE 2.250 Mio

SOP 573 Mio

EXTRAFARMACO 8.265 Mio

32,8%

COMM 41,7%

10,3%

8,9%

2,3% QUOTA %

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

febbraio 2019 |

OTC 1.677 Mio

48,0%

ETICO 58,3%

28

+0,6%

6,7%


mercato a un decremento del traffico per singolo punto vendita: chi entra continua a mostrare, a livello macro, lo stesso comportamento di acquisto, ma complessivamente sono meno le persone che entrano in farmacia (tabella 1). Il fenomeno appena descritto trova riscontro anche nell’andamento mensile degli ingressi medi giornalieri: si può notare infatti come, nel 2018, gli ingressi siano ancora in diminuzione (mediamente in calo del 2,9 per cento rispetto al 2017, corrispondenti a circa sei scontrini in meno al giorno), riportando valori minimi rispetto alla serie storica dal 2012, a eccezione del mese di gennaio, in corrispondenza del periodo di picco dell’influenza della stagione 2017-2018 (grafico 2).

I PRODOTTI In aggiunta a questa dinamica, propria del singolo punto vendita, un elemento cruciale che si evidenzia a livello di totale canale è il trend negativo sia a valori sia a volumi registrato dal farmaco etico. Questo riflette in primis il fatto che una minore quantità di farmaco transita per la farmacia; in particolare sono i farmaci innovativi che vengono principalmente dispensati attraverso altri canali, portando così a una riduzione rilevante di valore per la farmacia. L’analisi dei singoli comparti rivela che al risultato negativo complessivo della farmacia ha contribuito principalmente l’area dell’etico di marca che, con una quota

del 48 per cento sul globale e dell’82,3 sul totale farmaco etico, registra un calo a fatturato del 5,7 per cento e un decremento a volumi del 2,8. L’etico equivalente, al contrario, mostra una notevole crescita a fatturato (+8,1 per cento) e un più contenuto aumento a volumi (+1,9), raggiungendo il 10,3 per cento di quota sul globale e il 17,7 rispetto al totale etico, rispetto al quale guadagna 1,9 punti quota rispetto al 2017. Come si può notare dal grafico 3 l’etico equivalente ha raggiunto livelli superiori al 2017 in tutti i mesi del 2018, con la sola eccezione di dicembre, mese nel quale la minore incidenza della patologia invernale ha determinato effetti negativi per il

Tabella 1 ANALISISCONTRINI(VALORIMEDIMENSILIPERFARMACIANEGLIULTIMItreANNI) MEDIA MENSILE

gen - dic 2018

2017

2016

N° medio scontrini per mese ∆%

5.062 -2,1%

5.172 -1,6%

5.255 -0,3%

€ medi per scontrino ∆%

24,74 -0,9%

24,97 +1,6%

24,57 +0,1%

Pezzi medi per scontrino ∆%

2,52 +0,0%

2,52 +0,3%

2,51 -0,2%

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

| febbraio 2019 29


mercato

Grafico 2 Andamentomensiledegliingressigiornalieri 250 200

231 218

223

216

201

198

221

217

217

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205

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202

231

150

205

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213

189

194

195

210

100

50 2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

0 gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

Grafico 3 Andamentodell’eticoequivalente Milioni €

fatturato anno 2017

differenza cumulata 2018 vs 2017

fatturato anno 2018

250 200 150 100 50 0

+21.52

gen

+36.06

feb

+50.72

+66.72

mar mar

apr

+87.06

mag

+103.81

giu

+126.50

lug

+141.37

ago

Fonte: New Line Ricerche di Mercato

farmaco etico nel suo complesso. La patologia influenzale ha infatti avuto una dinamica molto differente tra le due stagioni: la stagione 2017-2018 ha presto avvio a dicembre, mentre la stagione 2018-2019 è partita solo da metà gennaio (fonte Influnet) Per quanto riguarda il farmaco di automedicazione si registra complessivamente una leggera crescita a fatturato (+0,5 per cento), trainata dalla buona performance dei farmaci Otc, e un calo a volumi del 2,4. Gli Otc, con una quota del 75 per cento sul totale automedicazione, segnano un +1,3 a fatturato e un -2,0 a pezzi, mentre i Sop riportano

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un delta negativo sia a valori (-1,6 ) che a volumi (-3,3). L’extrafarmaco, con un giro di affari di 8.265 milioni di euro, chiude il 2018 con un lieve incremento sia a valori sia a volumi (+0,6 per cento), rafforzando la sua incidenza sul globale con una quota a fatturato del 32,8 per cento (+1 circa di quota rispetto al 2017) ed è l’unica macro area che segna una crescita anche a volumi. I mercati che hanno contribuito maggiormente a questa crescita sono gli integratori (+4,2 per cento a valori e 2,5 a volumi) e i dispositivi per la protezione degli apparati (+4,0 per cento a valori e +2,8 a pezzi).

+149.42

+173.39

set

ott

+188.58

nov

+195.07

dic


di Federica Di Cesare, dip. di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare, Università di Milano

veterinaria

I

Rubrica a cura di Associazione Medici Veterinari Italiani

n tema

di cronicità Anche per gli animali di compagnia si allunga la vita media. Una panoramica sulle terapie più diffuse

La trasformazione generale della società occidentale ha portato l’uomo a rapportarsi in modo nuovo con gli animali e nello specifico gli italiani sono un popolo pet-friendly. Secondo una ricerca internazionale il 67 per cento dei nostri connazionali vive con almeno un pet. Altra importante statistica è quella riguardante l’allungamento dell’a-

spettativa di vita degli animali, secondo la quale cani e gatti sarebbero sempre più longevi. Negli ultimi quarant’anni, infatti, la durata della loro vita è raddoppiata: oggi un gatto vive in media quindici anni e un cane dodici. Conseguentemente è normale riscontrare, anche nelle specie veterinarie, un aumen-

to della diagnosi di patologie a carattere cronico che, se correttamente trattate, possono rallentare nella loro progressione, garantendo un miglioramento della qualità di vita degli animali da compagnia. Le malattie croniche che possono colpire i nostri animali sono molte e di diversa natura. Anche se l’età geriatrica non è un requisito neces-

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veterinaria 32

In entrambe le specie (cane e gatto), antinfiammatori steroidei e non steroidei possono essere somministrati in modo combinato. Nonostante l’Oa colpisca più frequentemente il cane, è opportuno ricordare che anche i gatti possono presentare la OSTEOARTROSI patologia. Per questa specie, che presenta L’osteoartrosi (Oa) è una malattia cronica una maggior sensibilità agli effetti della degenerativa che può colpire qualsiasi artisomministrazione cronica degli antinfiamcolazione: essa è la causa più comune di rimatori, occorre prestare maggiore attenziodotta mobilità negli animali e più della ne alla tipologia di farmaci somministrati e metà dei pet in età avanzata presenta queai dosaggi considerati. sta condizione. Gli animali giovani affetti Se per quanto riguarda la lotta alla compoda malattie ortopediche dello sviluppo, nente infiammatoria dell’Oa si ricorre alla specialmente displasia di gomito e anca, classe farmacologica dedicata, per il contendono a mostrare precocemente i segni trollo dell’algia esiste una vasta gamma di di Oa, con un conseguente impatto negatiprincipi attivi con meccanismi d’azione divo sul livello di comfort dell’animale e, in versi tra cui scegliealcuni casi, una dimire: normalmente, nuzione dell’aspettatil’osteoartrosi infatti, si usa associava di vita. La capacità è la causa più re ai sopracitati andi arginare i sintomi t i n f ia m mator i la dell’Oa è fondamentacomune di somministrazione di le per il miglioramenridotta uno o più farmaci to della qualità di vita mobilità con diretta o indiretta di un animale domenegli animali azione analgesica, tra stico affetto da quecui ricordiamo tramasta condizione. e colpisce la dolo, gabapentina, Il trattamento dell’Oa metà amantadina e amiè basato su un approcdei pet in triptilina. Tra queste cio combinato di geetà avanzata molecole, soltanto il stione nutrizionale, tramadolo è registracontrollo del peso, to per l’uso nel paziente veterinario, mentre esercizio fisico, somministrazione di integrale altre molecole ci vengono “prestate” dalla tori alimentari e terapia farmacologica. medicina umana. Quest’ultima assume un orientamento multimodale, con il fine ultimo di contrastare le due principali componenti di questa patoloMALATTIA RENALE CRONICA gia, l’infiammazione e il dolore, diminuendo La malattia renale cronica (Chronic kidney le dosi dei farmaci somministrati in modo disease o Ckd) è una malattia irreversibile e da sfruttarne il sinergismo d’azione e riduprogressiva comune negli animali da comcendone gli effetti collaterali. In ogni caso, pagnia (soprattutto nel gatto anziano), tipil’approccio farmacologico deve mirare alla camente caratterizzata da cambiamenti somministrazione del dosaggio più basso in strutturali e riduzione della funzionalità regrado di garantire l’effetto ricercato, per nale. Gli obiettivi della terapia della Ckd questo la terapia deve essere gestita in mocomprendono il rallentamento della prodo graduale per valutare correttamente la gressione della malattia e il raggiungimento risposta del paziente a ciascuno dei farmaci di una buona qualità di vita dell’animale. Il proposti. Specificatamente, il controllo della primo si ottiene fornendo al paziente una componente infiammatoria dell’Oa si attua dieta dedicata, a basso tenore proteico, ridumediante la somministrazione di farmaci cendo al minimo le conseguenze fisiopatoantinfiammatori sia steroidei (prednisone, logiche della malattia, mentre il secondo prednisolone), sia non steroidei (Fans quali obiettivo identificando e controllando i fattocarprofene, meloxicam e robenacoxib). ri di rischio noti per una rapida progressiosario per la loro insorgenza, sicuramente i soggetti anziani sono più inclini a sviluppare disordini cronici, di cui di seguito riportiamo alcuni esempi.

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ne. Dunque, in abbinamento alla terapia nutrizionale con diete specifiche per la Ckd, dovrebbe essere offerta, secondo necessità, la somministrazione di farmaci quali antiemetici (metoclopramide, maropitant, ondansetron), H2-bloccanti (famotidina, ranitidina), inibitori della pompa protonica (omeprazolo) e stimolatori dell’appetito (e.g., mirtazapina), i quali hanno lo scopo di favorire l’assunzione dell’alimento dietetico terapeutico. Anche il trattamento delle complicanze della Ckd è importante per il miglioramento della qualità di vita degli animali. L’ipertensione è una complicanza comune della Ckd che deve essere monitorata e controllata periodicamente, ma il cui trattamento deve essere iniziato solo quando diventa persistente o quando causa conseguenze a carico di uno degli organi terminali (per esempio l’occhio). I farmaci comunemente usati per controllare l’ipertensione sistemica sono gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (Ace inibitori come benazepril), i bloccanti del recettore dell’angiotensina (sartani come telmisartan) e i bloccanti dei canali del calcio (per esempio amlodipina).

EPILESSIA IDIOPATICA L’epilessia idiopatica (Ei) - cioè la presenza di convulsioni ricorrenti in assenza di una causa specifica sottostante - è un’affezione cronica che colpisce principalmente il cane rispetto al gatto, e che può influenzare molto negativamente la qualità di vita dell’animale. Il trattamento di questa patologia è principalmente medico e, in minor parte, nutrizionale. Gli obiettivi della terapia sono essenzialmente la riduzione della frequenza e della gravità delle crisi, ed è molto improbabile che queste vengano completamente eliminate con i farmaci, un concetto critico che deve essere trasmesso ai proprietari. Il trattamento dei disturbi convulsivi è un equilibrio tra il controllo delle crisi e gli effetti collaterali dei farmaci. Il fenobarbitale è l’agente anticonvulsivante più frequentemente impiegato in medicina veterinaria per il trattamento dell’Ei. Questo farmaco necessita di un monitoraggio periodico della sua concentrazione plasmatica, in quanto al di sotto di un limite


veterinaria minimo rischia di perdere il suo effetto e di risultare inutile per il controllo della patologia, mentre al di sopra del range plasmatico massimo può indurre marcati effetti collaterali. Per molti animali affetti da Ei il solo trattamento con fenobarbitale risulta efficace, tuttavia in altri casi l’unico modo per controllare esaustivamente questo disordine cronico è l’aggiunta di altri anticonvulsivanti. È importante sottolineare che la risposta alla terapia anticonvulsiva multimodale è estremamente soggettiva; per questo motivo il poter ricorrere anche in medicina veterinaria a numerosi principi attivi a meccanismo d’azione diverso (levetiracetam, zonisamide e bromuro di potassio), risulta molto utile.

PATOLOGIE CARDIOLOGICHE Parlando di affezioni croniche degli animali da compagnia è necessario ricordare le patologie cardiologiche. Siano esse alterazioni del ritmo o alterazioni morfologiche/funzionali delle valvole o del muscolo cardiaco, tutte sono accomunate dal carattere cronico e progressivo. In particolare, le cardiomiopatie si riferiscono alle principali malattie del muscolo cardiaco e sono particolarmente comuni nel cane e nel gatto, con differenze nel tipo di affezione sviluppata. Nei cani, con alcune predi-

sposizioni di razza (per esempio Dobermann), la malattia più comune è la cardiomiopatia dilatativa (Dcm), la quale conduce progressivamente a uno sfiancamento del muscolo cardiaco, fino all’insufficienza cardiaca congestizia. Il trattamento di quest’affezione si basa sulla somministrazione di farmaci inotropo positivi (pimobendan) e vasodilatatori (benazepril). Talvolta, in corso di Dcm è possibile che l’alterazione morfologica del muscolo cardiaco induca l’insorgenza di modificazioni del ritmo: la fibrillazione atriale, per esempio, richiede farmaci per rallentare la frequenza cardiaca, la digossina e i bloccanti dei canali del calcio (per esempio diltiazem) possono essere utilizzati a questo scopo. I gatti, invece, hanno maggiori probabilità di sviluppare la cardiomiopatia ipertrofica (Hcm) con un aumento spontaneo dello spessore delle pareti ventricolari, solitamente il ventricolo sinistro. La terapia farmacologica di tale condizione è principalmente rivolta alla riduzione delle resistenze periferiche, con la somministrazione di molecole ad azione vasodilatatrice e diuretica (benazepril e furosemide): infatti, in caso di mancato controllo della pressione sistemica e, conseguentemente, di aumento delle resistenze periferiche, il paziente sarà maggiormente soggetto a scompenso cardiaco, con

aumento del rischio d’insorgenza di edema polmonare acuto. Nei casi in cui la Hcm progredisca, inducendo l’aumento di volume dell’atrio sinistro, il gatto risulterà inoltre a rischio di un evento tromboembolico (in questi pazienti occorre considerare l’eventualità di inserire nel piano terapeutico molecole ad azione anticoagulante, come aspirina, clopidogrel).

VETERINARI, INDUSTRIA, FARMACISTI Nel contesto della terapia delle malattie croniche degli animali domestici appare evidente quanto sia necessario, per il medico veterinario, avere a disposizione un ampio e diversificato numero di molecole da poter prescrivere. Ovviamente, non sempre le formulazioni in commercio (soprattutto quelle dei farmaci a uso umano) risultano appetibili o facilmente somministrabili ai pazienti veterinari: per queste ragioni appare importante il ruolo delle industrie farmaceutiche e del farmacista che, da un lato, possono far fronte alla richiesta di nuove molecole o di vecchie molecole con nuove formulazioni, e, dall’altro, hanno la competenza per andare incontro all’esigenza del paziente veterinario offrendo l’opportunità di diversificare ad hoc le formulazioni attraverso la preparazione di prodotti galenici.

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Legale

N

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@icloud.it)

o al trust

in farmacia

Si ripropone l’ostracismo a un tale discutibile stand by nel sistema farmacia

È passato del tempo da quando la nota decisione del Tar della Lombardia, Brescia, 30 luglio 2014, n. 890 (tuttora all’esame del Consiglio di Stato) ha aperto la strada al trust nell’ipotesi successoria in cui era caduta una farmacia e gli eredi non idonei al suo esercizio non l’avevano voluta trasferire a un buon samaritano, magari attraverso un negozio fiduciario che prevedesse la retrocessione a uno di loro divenuto nel frattempo divenuto idoneo a rendersene titolare ma l’avevano trasferita in trust.

IL TAR LOMBARDO In quella occasione il Giudice amministrativo di Brescia ha ritenuto che «è illegittimo il diniego del riconoscimento amministrativo del trasferimento della titolarità del diritto d’esercizio di una farm ac ia c ad ut a i n s uc c e s s ione e dell’azienda a questo afferente (articolo 12, comma 3, Legge n. 475/1968) se pure attuato mediante l’istituto del trust - costituto e autorizzato dal Giudice ordinario a norma dell’articolo 320 del Codice Civile in favore di una società trustee (per una

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durata corrispondente al raggiungimento mento della farmacia attuato dagli eredi (didel trentacinquesimo anno di età da parte sponenti) in favore della società (fiduciaria) di tutti gli eredi in favore dei quali dovrà che è divenuta intestataria e gestore, come essere ritrasferita): ciò in quanto l’istituto trustee, della farmacia, pur in presenza di del trust non è uno strumento elusivo delclausole contrattuali che ne limitavano la la normativa farmaceutica (articolo 12, gestione nel loro interesse anche quali beLegge n. 475/1968) bensì il mezzo per ganeficiari del suo ritrasferimento e guardiani rantire la possibilità della sua gestione, ma del subentro generasembra essere intercorle zionale nell’attività di so in una duplice difamiglia in presenza incongruenze m e nt ic a n z a : l ’ u n a dell’istituto concettuale, l’altra opedi eredi ancor privi, a causa della loro età, rativa, riferibili alla censurate dei requisiti richiesti doppia proprietà e sedal tar dalla legge per subengregazione patrimoniale della trare nella titolarità della farmacia caduta in calabria della farmacia caduta successione. in successione»: il che, Sotto il primo profilo viene detto subito, avrebbero potuto otteconcettuale ha destato perplessità la dual nere attraverso un negozio fiduciario con ownership che caratterizza il trust, vale a patto di retrocessione della farmacia (Pundire la doppia proprietà: l’una ai fini della to Effe n. 14/2013: “Fiducia cum amico”) gestione del bene trasferito, che fa capo al nel pieno rispetto della normativa civilistitrustee (nella fattispecie: la società fiduca e pubblicistica (ma con ipotetiche ricaciaria intestataria della farmacia) e l’altra dute fiscali relative al trasferimento/ ai fini del godimento e della destinazione ritrasferimento della farmacia, scongiuradel bene trasferito, che fa capo al settlor ta con il trust: vero intento negoziale?). (nella fattispecie: gli stessi eredi disponenIl Giudice amministrativo di Brescia - forti che hanno anche la vigilanza sulla gese influenzato dalla autorizzazione alla costione della farmacia), tenuto conto che stituzione del trust richiesta dagli eredi al tutto questo esprime un concetto di proGiudice ordinario di Brescia, adito a tuteprietà non proprio allineato a quello conola, sul piano civilistico, dei diritti patrimosciuto non solo dalla nor mativa niali dei minori tra di essi - ha portato la farmaceutica che ricollega la proprietà sua attenzione sulla effettività del trasfericon la gestione dell’azienda per l’esercizio


Legale

di una farmacia (articolo 11, Legge n. 475/1968 pur emendato dall’articolo 11 della Legge n. 362/1991) e il diritto d’esercizio della farmacia con la gestione dell’azienda organizzata in forma d’impresa per esercitarlo (ar ticolo 12, Legge n. 475/1968), ma più in generale con la tradizione romanistica che è contraria a un tale sdoppiamento e alla conseguente compressione del diritto di godimento del bene (nella fattispecie l’azienda per l’esercizio della farmacia) trasferita al trustee (nella fattispecie: intestatario e gestore della farmacia), ma che non ne può disporre se non nell’interesse del settlor (nella fattispecie: gli eredi disponenti, beneficiari e guardiani della farmacia). Sotto il secondo profilo operativo ha destato perplessità la segregazione patrimoniale in virtù della quale il bene (nella fattispecie: l’azienda per l’esercizio della farmacia) costituisce un patrimonio separato rispetto sia al patrimonio del trustee (suo gestore) che al patrimonio del settlor (disponenti) e del beneficiary (beneficiari), di tal che non può essere escusso dai loro creditori: il che, a detta del Tar, sarebbe un’ulteriore garanzia per la farmacia trasferita in trust, così da essere protetta da una sorta di blindatura quando poi il patrimonio personale del trustee non può essere escusso dai creditori dell’azienda per l’esercizio della farmacia. Il che, al contrario, contrasta con il principio cardine del nostro ordinamento civile, secondo cui il debitore (nella fattispecie il titolare della azienda organizzata per l’esercizio della farmacia) risponde, per l’adempimento delle obbligazioni che ha contratto con tutti i suoi beni presenti e futuri (articolo 2740, Codice Civile). Questo, secondo una previsione ancor più penetrante in riferimento ai requisiti soggettivi di ordine generale che sono necessari per l’affidamento di un servizio pubblico in concessione, quale è il rapporto che intercorre tra una farmacia e la pubblica amministrazione e viene attuato in forma di concessione-provvedimento per l’esercizio del servizio farmaceutico e in forma di concessione-contratto per l’erogazione della assistenza farmaceutica garantita dal Servizio sanitario nazionale nel conte-

sto di tale servizio: ciò in un rapporto con la pubblica amministrazione in cui non sono di certo opponibili limitazioni di responsabilità (articolo 1341, Codice Civile), tanto meno se istituzionalizzate (in deroga, per esempio, alla illimitata responsabilità presupposta dall’articolo 48 della Legge n. 833/1978 che ipotizza un rapporto di diritto privato a evidenza pubblica per l’erogazione della assistenza farmaceutica in regime convenzionale). Sotto entrambi i profili è stato sostenuto a contrariis che si potesse ragionevolmente ritenere che la giurisprudenza del Giudice amministrativo di Brescia, nell’accumunare l’azienda per l’esercizio della farmacia

a qualsiasi altra azienda trasferibile in trust, non sembrasse essersi data carico né dello sdoppiamento della sua proprietà, né della sua segregazione patrimoniale, che si traducono in un atipico, quanto inammissibile, fondo patrimoniale sconosciuto alla tassativa previsione normativa riconosciuta espressamente nei rapporti familiari ma tra coniugi (articolo 167, Codice Civile), che avrebbe potuto semmai aggravare la violazione del principio di universalità della responsabilità patrimoniale (articolo 2740, Codice Civile) che è inderogabile nei rapporti concessori con la pubblica Amministrazione, quali sono quelli intercorrenti, come s’è detto, tra

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l’Amministrazione sanitaria e le farmacie integrate nel pluralismo organizzatorio del Servizio sanitario nazionale per garantire un servizio pubblico e sociale, il cui munus si pone a monte rispetto alle stesse ragioni dell’azienda organizzata per il relativo esercizio, che sono ritenute «marginali» (Corte Costituzionale, 10 marzo 2006, n. 87) e rappresenta la mens legis dello stesso divieto posto dalla normativa farmaceutica allo sdoppiamento di cui s’è detto (articoli 11 e 12, Legge n. 475/1968 come riformati dalla Legge n. 362/1991). Tutto questo ha fatto ritenere che di conseguenza il trust, più che rappresentare il mezzo per garantire inequivocabilmente la possibilità del «subentro generazionale» nella farmacia di famiglia (che è invece tipico del negozio fiduciario con patto di retrocessione, rappresentasse una costruzione estranea al sistema farmacia (Punto Effe n. 11/2014: «No trust!»), per giunta utilizzabile anche indipendentemente da tale legittimo intento non sempre perseguito nel ricorso a tale istituto (Punto Effe n. 14/2014: “Un fondo patrimoniale”).

IL TAR CALABRESE Recentemente il Giudice amministrativo di Reggio Calabria sembra aver colto il primo profilo di tale censura al decisum lombardo, ritenendo testualmente, in caso di specie, di «non condividere le argomentazioni tese a evidenziare che il trust sia idoneo a garantire la coincidenza tra la proprietà e la gestione della farmacia e appaia chiara, la voluntas legis (particolarmente evidente dalla semplice lettura degli articoli 11 e 12 della Legge n. 475/1968) di rendere l’esercizio autorizzato della farmacia giuridicamente indissociabile dalla titolarità dell’azienda farmaceutica». Ma è poi andato oltre affermando che «tale principio è stato sottolineato dalla giurisprudenza della Suprema Corte, che ha chiarito come il fine ultimo perseguito dal legislatore sia quello di presidiare l’interesse alla salute collettiva, assicurando che la titolarità delle farmacie spetti a persone qualificate sul piano professionale e iscritte a un ordine professionale, così da essere tenute a rispettare le relative regole giuridiche e deontologiche, e che la gestione delle farmacie e dei relativi servizi e beni sia affidata, agli stessi professionisti, in modo da evitare che le far-

Occhiali da vedere per vedere: Il Barbiere di Siviglia, ossia la precauzione inutile di Giovanni Paisiello Il trust di cui s’è detto ricorda l’opera buffa di Paisiello, rappresentata al Teatro dell’Ermitage di San Pietroburgo nel 1782, che costituisce un punto di svolta nell’evoluzione del teatro operistico della fine del Settecento, per la sua scrittura vivace che rinnova le linee melodiche del canto barocco, e ha costituito la spartito posto a base della elaborazione operata da Gioacchino Rossini, con il titolo Almaviva, il cui debutto nel 1812 fu coperto di fischi dal pubblico romano. Ma poi con il nome di Barbiere di Siviglia ha oggi oscurato la fama della precedente partitura di Giovanni Paisiello e della stessa storia del Barbiere di Siville di Pierre Augustin Caron de Beaumarchais, da cui sono state tratte entrambe. La trama: occorre dirlo? È la vicenda amorosa tra la borghese Rosina e l’aristocratico Conte d’Almaviva che ha un isperato successo grazie agli ingegnosi inganni del barbiere tuttofare Figaro, che cerca di contrastare lo stesso ma senile progetto amoroso del dottor (in Medicina) Don Bartolo, tutore della ragazza, che architetta l’inutile precauzione di togliere la scala dalla finestra di casa per impedire la sua fuga con l’innamorato, e si trova a far da testimone del loro matrimonio già organizzato proprio a casa sua!

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macie possano far capo a imprenditori animati solo da intenti lucrativi». Di tal che «fermo il rispetto di questi principi, però, ripetutamente (da ultimo con la sentenza della Sezione terza Civile, 1 aprile 2014 n. 7525), la Corte di Cassazione ha statuito che ogni figura contrattuale che conferisca a terzi solo diritti di partecipazione economica nell’ambito dell’attività di una farmacia, lasciandone la titolarità, l’amministrazione e la gestione a un farmacista, che abbia conseguito la titolarità o sia risultato idoneo in un precedente concorso, non viola assolutamente la previsione di cui alla Legge 2 aprile 1968, n. 475, articoli. 11 e 12. Dunque, se conseguentemente ampia è la gamma di figure negoziali (tipiche, come il contratto di associazione in partecipazione o atipiche, e dunque tutti i patti di retro vendita o quelli che, comunque, conferiscono a terzi solo diritti di cointeressenza economica su una data attività commerciale) cui è possibile legittimamente ricorrere in presenza di circostanze analoghe a quelle descritte, d’altra parte, però, la tesi dell’utilizzabilità del trust come strumento di trasferimento delle farmacie, pure ampiamente argomentata dalla difesa del ricorrente, con riferimento alla sentenza del Tar Brescia n. 890/2014 del 30 luglio 2014, non è condivisa dal Collegio, quanto meno con riferimento allo specifico trust denominato Farmacia *** al suo esame. Così che «stante che, la ratio della norma è quella di garantire la coincidenza tra proprietà e gestione, allora il trust, o almeno quello stipulato nella fattispecie non sembra lo strumento più adatto allo scopo». Tutto questo perché «sotto un profilo generale, va intanto osservato che indubbiamente, dal punto di vista formale il trustee acquista la proprietà dei beni e ne diventa gestore, ma anche che l’articolo 2 della Convenzione firmata a l’Aja il 1 luglio 1985 stabilisce esplicitamente che i beni del trust, benché intestati al trustee, non fanno parte del patrimonio di quest’ultimo, tanto è vero che i creditori personali del trustee e quelli del disponente non possono aggredire i beni del trust che diventano una sorta di patrimonio separato. Questo patrimonio è amministrato a beneficio del disponente, sulla base di direttive del disponente stesso ed è destinato a tornare nella sua disponibi-


ci dalla comunicazione della presente sentenza a cura della segreteria, o dalla sua notificazione a cura della parte ricorrente se precedente, dovranno provvedere a rimettere in termini la disponente diffidandola ad adottare, entro un termine di decadenza di giorni quarantacinque (pari al periodo residuo che intercorreva tra la data di presentazione della domanda di autorizzazione al trasferimento della farmacia e il termine di scadenza della gestione provvisoria), uno degli strumenti negoziali conosciuti dall’ordinamento interno e idonei a soddisfare la voluntas legis di rendere l’esercizio della farmacia giuridicamente indissociabile dalla titolarità e dalla gestione dell’azienda e, solo all’esito di un’eventuale sua inottemperanza, pronunziare il nuovo provvedimento di decadenza e revoca». In una parola: se gli eredi avessero concluso un negozio fiduciario con patto di retrocessione, tutto questo non sarebbe successo, ma per loro fortuna e a causa dell’inerzia dell’Amministrazione, a detta del Giudice amministrativo di Reggio Calabria, come nell’Annunciazione di Savinio, possono ancora fare quello che avrebbero dovuto fare prima.

Legale

stanza e concludendolo quasi due anni lità. In altri termini, osserva il Collegio che dopo la richiesta di ratifica del trasferimento mentre il diritto di proprietà, nell’ordinamendella farmacia, ma, a tutto concedere, a difto italiano, è concepito nel senso che, in cafidare la ricorrente acciocché provvedesse po al medesimo soggetto titolare, siano ad adottare, ai fini della cessione o, per usaricomprese tutte le facoltà di godimento, di re la formula normativa, del trapasso della gestione e di disposizione dei beni, il trust, farmacia, uno schema negoziale più coeinvece genera proprio quella dissociazione rente con la lettera e la ratio della legge. tra proprietà e controllo, che le norme in teIn sostanza, ritiene il ma di gestione provviCollegio che l’amminisoria delle farmacie il trust strazione regionale vevogliono evitare». in f armacia rificato che, entro il Mentre «nel caso specitermine prescritto, la fico del trust Farmacia non è ora proprietà era stata, sep*** è vero che alla trusuperato pur formalmente, trastee è stato trasferito il dalle logiche sferita a favore di uno diritto d’esercizio nondelle società dei soggetti legittimati ché la proprietà della di capitali all’acquisto dall’articoconnessa azienda, ma, lo 7 della Legge n. a mente dell’atto istitu362/1991, avrebbe dovuto diffidare immetivo, anche vero è che…emerge, in sostanza, diatamente l’interessata ad adottare, entro dal complessivo esame delle disposizioni il termine di decadenza, uno degli strudel trust, la volontà della disponente di evimenti negoziali di cui l’ordinamento intertare l’obbligo di vendere la farmacia a un no dispone e che le avrebbero consentito soggetto abilitato a cui siano trasferiti la di soddisfare le finalità sottese alla costiproprietà e la gestione liberi da condizionatuzione del trust e, solo all’esito di un’ementi esterni e quella di riappropriarsi della ventuale inottemperanza, pronunziare il proprietà, anche formale, della farmacia faprovvedimento di revoca». miliare una volta conseguiti i titoli oggi non Dato peraltro atto che, «secondo la costante posseduti». giurisprudenza amministrativa, i termini di In conclusione il Giudice amministrativo di conclusione del procedimento hanno natuReggio Calabria osserva che «se nel caso di ra ordinatoria e non perentoria, con la conspecie, come si disse, non si può negare che seguenza che normalmente il decorso degli il trustee sia, formalmente, un avente causa stessi non determina la consumazione del dell’erede e che perciò non ricorrevano i potere di provvedere, né l’illegittimità del presupposti per la decadenza, tuttavia, lo provvedimento tardivamente adottato, tutstrumento utilizzato dalla ricorrente per tratavia non è chi non veda come l’amplissimo sferire la proprietà della farmacia in gestiolasso di tempo lasciato trascorrere dall’amne provvisoria, non sembra idoneo a ministrazione convenuta, rispetto al termigarantire, se non sotto un profilo appunto ne di legge per provvedere, non possa puramente formale, la coincidenza tra prorestare senza conseguenze». prietà e gestione, di talché, il giudizio di meDi tal che «alla luce, da un lato, della ritenuritevolezza dell’interesse perseguito dai ta inidoneità dello strumento utilizzato dalcontraenti non potrebbe dare che esito nela (disponente) per trasferire la proprietà gativo, stante che il trust Farmacia *** si della farmacia in gestione provvisoria e, traduce di fatto in una proroga - non consendall’altro, del colpevole ritardo nel provvetita dalla disciplina vigente - del termine dere accumulato dall’amministrazione redell’assegnazione provvisoria della farmagionale, di dover individuare come cia, avente la durata massima sopra indicaappresso, ai sensi dell’articolo 34, comma ta. Tale esito, però, non avrebbe potuto 1, lettera e), del c.p.a., i criteri per addivenicondurre l’amministrazione regionale a dire a una pronuncia satisfattiva della pretesa chiarare sic et simpliciter la decadenza delle ricorrenti: i competenti Uffici dell’amdalla gestione ereditaria, avviando il proceministrazione regionale, entro giorni quindidimento quasi un anno e mezzo dopo l’i-

POSTILLA Non si dica però che il trust in farmacia è ora superato nelle logiche della “società speziale” aperta al capitale di soci non idonei all’esercizio della farmacia (articolo 1, commi 157-160, Legge n. 124/2017), che è ben utile a superare le problematiche mortis causa di una farmacia caduta in successione, ma potrebbe essere ancor più utile inter vivos nel contesto del patto di famiglia (articolo 768 bis, Codice civile) che ne salvi la successione, ma è proprio in riferimento ad una tale apertura che potrebbe risultare appetitoso a un qualche “furbetto” estraneo alle logiche della “società speziale” (Punto Effe n. 5/2015: “Il capitale in farmacia”; e n. 1/2018: “Le violon d’Ingres”), che lo volesse utilizzare in violazione dell’articolo 2740 del Codice Civile: hony soit qui mal y pense. PER UN APPROFONDIMENTO: B.R. Nicoloso, M. Tarabusi: “L’intestazione fiduciaria delle farmacie”, in Sanità pubblica e privata n. 1/2014

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fiscale

D

di Stefano De Carli Studio Luce, Modena

ubbi

interpretativi Le ambigue definizioni di “fatturato Ssn” contenute nella recente normativa sulla determinazione degli sconti per le farmacie

Non c’è pace per gli sconti sul fatturato in distinta contabile. A distanza di un solo anno da quando illustravamo su queste pagine le novità introdotte dal Decreto legge 148/2017 e il parere del ministero della Salute sulla interpretazione del concetto di “fatturato Ssn ”, cambiano, e anche in modo sostanzioso, nuovamente le regole. La Legge 30 dicembre 2018 n. 145 all’articolo 1 comma 551 introduce infatti nuove disposizioni che riguardano sia la quantificazione dello sconto sia la determinazione del parametro di riferimento per incasellare la varie scontistiche, cioè proprio il fatturato Ssn. Ma mentre per gli sconti la novità è senza alcun dubbio da salutare positivamente, in quanto viene introdotta una sorte di “franchigia” per le farmacie che sviluppano un fatturato Ssn inferiore a euro 150.000,00 confermando per il resto la scaletta di scontistica prevista precedentemente, per la fissazione del concetto di fatturato Ssn la soluzione trovata dal legislatore non è così soddisfacente.

LA QUESTIONE Bisogna anzitutto premettere che la questione è stata ampiamente dibattuta negli anni passati ma sembrava che fosse definitivamente risolta in seguito al parere del 22 gennaio 2018 del ministero della Salute, il quale ha inequivocabilmente ritenuto che il dato dovesse essere considerato al netto di Iva, sconti, ticket (di tutti i

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tipi), Dpc, integrative. Il tutto confermato dal pronunciamento del Consiglio di Stato, seppur limitato ai soli sconti e ticket, del 23 maggio 2018. Nonostante tali autorevoli e articolati pareri le Regioni hanno invece quasi sempre insistito nell’applicazione delle loro precedenti delibere, in molti casi del tutto difformi dai richiamati pronunciamenti. Facendo sorgere più di un dubbio sulla buonafede delle loro conclusioni e dimostrandosi più attente alle esigenze di cassa che a obbiettive valutazioni, dal momento che, in altre circostanze come quella dell’interpretazione delle incompatibilità alla titolarità di farmacie in seguito all’emanazione della “legge concorrenza”, si sono dimostrate acriticamente appiattite sulle posizioni ministeriali e dell’organo superiore di giustizia amministrativa. Sta di fatto che ogni Regione d’Italia ha continuato ad avere un fatturato Ssn di riferimento composto da differenti voci, come si può notare nella tabella sottostante in cui vengono indicati un esempio di determina “restrittiva” come quella dell’Emilia-Romagna e una più favorevole, ma meglio sarebbe dire “regolare” e rispettosa sia del testo di legge sia delle varie interpretazioni successive, quale quella della Lombardia. E ciò nonostante il ministero della Salute, nel richiamato parere del 22 gennaio 2018, concluda il suo intervento invitando gli «Assessorati (alla Sanità delle Regioni,

ndr) ad assicurare la più ampia diffusione della presente nota interpretativa al fine di garantire una uniforme applicazione della normativa in argomento su tutto il territorio nazionale» (!). Le precisazioni contenute nel comma 551 della Legge di bilancio 2019 hanno avuto comunque da una parte il merito di fare chiarezza e dare un punto fermo normativo alla vicenda, ma dall’altro hanno introdotto elementi concorrenti il concetto di “fatturato” che meritano più di una riflessione in merito alla coerenza delle scelte effettuate. Vediamole in dettaglio. Vengono compresi nel fatturato Ssn: i farmaci ceduti in regime di Servizio sanitario nazionale; la remunerazione del servizio di distribuzione reso in nome e per conto (Dpc). Questa è la prima voce inspiegabile: non si vede quale correlazione possa esservi tra uno sconto effettuato sul prezzo di vendita di farmaci con una prestazione di servizi, quale è la Dpc. Ciò creerà evidenti storture in quanto verranno penalizzate sul fronte del margine sulle vendite quelle farmacie che si trovano in aree in cui la Distribuzione per conto è particolarmente elevata. Si noti che in quasi vent’anni di diatribe giuridiche mai era stato presa in considerazione l’incidenza della Dpc, proprio perché, a parte il lato letterario della norma originale, manca completamente il nesso con la disposizione di cui alla Legge 662/1996;


fiscale

il fatturato delle prestazioni di assistenza integrativa e protesica erogate in regime di Servizio sanitario nazionale e regionale. Il legislatore include un elemento che è stato invece negato dallo stesso ministero della Salute nel richiamato parere del 22 gennaio 2018 e da giurisprudenza quasi costante, con l’unica eccezione del Consiglio di Stato nella sentenza n. 1683 dell’8 aprile 2014, al quale invece, guarda caso, ci si adegua. Si ricorda che la tesi ministeriale di esenzione si rifà alla lettura del Dm 3 dicembre 2010, nel quale la nozione di fatturato si riferisce alla «erogazione dei farmaci in convenzione al netto dell’Iva»; le quote di partecipazione alla spesa a carico dell’assistito. Decisamente incomprensibile è la decisione di includere solo parte dei ticket, dal momento che vengono esclusi quelli ex lege 405/2001, come vedremo dopo: tutte le tipologie di ticket hanno in comune il fatto di essere somme che rimangono a carico dell’assistito e non del Servizio sanitario nazionale dalla cui determina

Tabella 1 Concorrenzavocifatturato Anno 2018 e precedenti Min. Sal e Cons.S.

Ante 2018 e precedenti Reg. Em. Rom.

Ante 2018 e precedenti Reg. Lombardia

Anno 2019 e successivi

Farmaci ceduti in regime Ssn

si

si

si

si

Remunerazione Dpc

no

no

no

si

Integrative Asl

no

si

no

si

Ticket compartecipazione spesa

no

si

no

si

Iva su ogni voce

no

no

no

no

Trattenute convenzionali e di legge

si

si

si

no

Sconti sul prezzo farmaci

no

no

no

no

Ticket Legge 405/2001

no

no

no

no

Servizi in farmacia

no

no

no

no

Tabella 2 limitifatturatoperscontiridotti Sino ad anno 2017

Anno 2018

Anno 2019

Tipologia sconto

Farmacie rurali e sussidiate

387.343

450.000

450.000

fisso 1,5%

Farmacie rurali e urbane

258.228

300.000

300.000

riduzione 60%

150.000

esenzione

Tutte le farmacie

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fiscale

andrebbero di conseguenza esclusi. Sul punto giurisprudenza e Ministero sono assolutamente concordi e unanimi, ma evidentemente inascoltati. Vengono esclusi dal “fatturato Ssn”: l’Iva. Sul punto non sono necessari commenti, è una esplicita previsione della legge del 1996; le trattenute convenzionali e di legge. Questo è un inaspettato e grottesco regalo. È vero che le tre trattenute sono sottratte a quanto viene erogato alla farmacia, ma è altrettanto vere che le stesse vengono riversate successivamente a Enpaf e Federfarma, per cui alla fine incidono in pieno sul bilancio del Ssn, tant’è che nessuno mai in passato aveva mai avanzato pretese di esclusione per tale voce; gli importi a titolo di sconto trattenuti sul prezzo del farmaco per determinare le somme da rimborsare alle farmacie convenzionate. Viene finalmente riconosciuta in deduzione una voce che peraltro tutti i tribunali interpellati oltre al Ministero avevano ritenuto non rientrante nei limiti per accedere ai benefici; la quota a carico dei cittadini, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, del Decreto legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla Legge 16 novembre 2001, n. 405. Sul punto si veda il commento precedente per quanto riguarda i ticket; la remunerazione delle ulteriori prestazioni per i servizi erogati dalle farmacie ai sensi del Decreto legislativo 3 ottobre 2009, n. 153. Su ciò non vi erano dubbi, ma sorge spontanea la domanda: perché i servizi in farmacia no e la Dpc sì?

CONCLUSIONI Sulla base di tali considerazioni, non si può certo attribuire all’intervento della Legge 145 un valore interpretativo, lo impedisce l’articolo 12 delle preleggi che prevede che «nell’applicare la legge non si può a essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore». Gli elementi che compongono il nuovo concetto di fatturato, a partire dal 2019, nulla hanno a che vedere né con il testo né con la volontà espressa dal legislatore del 1996.

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efficaci per la disciplina del pregresso, Per questo resta francamente inaccettabile laddove conformi alla previgente legislail passaggio del comma 551 in cui si precizione. Tali atti interpretativi, infatti, non sa che vengono «fatte salve le determinasono sottratti al vaglio giurisdizionale dei zioni che le Regioni e le Province autonome competenti Tribunali, i quali rimangono lidi Trento e di Bolzano hanno assunto in beri di disporne l’annullamento, indicanmateria fino alla data del 31 dicembre do diversi principi interpretativi. Oggi la 2018», con il quale si dà un brutto colpo alle questione è sottoposta al vaglio del Consisperanze di rimborso di quelle farmacie glio di Stato, chiamato dalla Regione Pieche avevano sviluppato negli anni scorsi monte a cassare la sentenza del Tribunale un fatturato rientranti nei limiti agevolati seRegionale subalpino, condo le interpretail quale nel 2016 ha zioni corrette così la norma accolto il ricorso di come riconosciute da tre farmacie che congiurisprudenza e Micontenuta testavano l’interprenistero ma eccedenti nella legge i limiti stessi secondo di bilancio 2019 tazione regionale. Laddove il Consiglio le valutazioni di molte apre un di Stato dovesse conRegioni. A tale propocontenzioso fermare l’impugnata sito si riporta il parere sentenza, enunciandell’avvocato Marco con varie do altresì un princiOttino di Farmatutela normative pio interpretativo SrL, società tra avvoregionali generale più favorecati partecipata da vole rispetto a quello Feder far ma: «P ur adottato sino a oggi dalle varie Regioni, comprendendo i timori espressi da molti potrebbe sorgere un diritto soggettivo deloperatori di settore circa la formulazione le farmacie alla restituzione dell’indebito del comma 551, o meglio circa alcune sue versato, con il solo limite decennale della interpretazioni, già adottate da certe Regioprescrizione del diritto. Tale principio, perni, ritengo che tale disposizione sia il frutto tanto, potrebbe financo trascendere i condi una tecnica legislativa più tautologica fini regionali che hanno caratterizzato la che dispositiva. In buona sostanza, mi pare genesi della vicenda e trovare applicazioche il Legislatore sia incorso nel vezzo di ne erga omnes. Ciò, ovviamente, dipendespecificare, in modo probabilmente superrà esclu sivamente dal contenuto fluo, uno dei principi cardine del nostro ordell’attesa sentenza». dinamento giuridico, in vigore dal lontano Certo che viene proprio da pensare che il 1942. In modo inequivocabilmente chiaro, legislatore, in particolare quello in mateinfatti, l’art. 11 delle sopra citate Preleggi ria farmaceutica, non sia proprio in perio(Disposizioni sulla legge in generale do di grazia; pochi mesi fa evidenziavamo 16/03/1942 n. 262) stabilisce che: “La legle incongruenze, la mancanza di coordige non dispone che per l’avvenire: essa non namento e la superficialità nella stesura ha effetto retroattivo”. Il corollario ovvio di di una legge fondamentale per l’ordinatale principio è che le determinazioni antemento di settore, quale la n. 124/2017, e cedenti una novella legislativa rimangono, ora siamo a lamentarci sulla illogicità di per il pregresso, in vigore. Così, nel caso un provvedimento che, seppure molto specifico, la L. 145 del 2018 non travolge più limitato nelle sue conseguenze, può tout court le singole determinazioni regiocomunque comportare un significativo nali; essa, invero, si limita a fornire una deimpatto sulla redditività delle farmacie, finizione univoca di calcolo del cosiddetto anche considerando che sono sempre fatturato Ssn, che troverà applicazione a far più quelle che ne possono essere interesdata dal 2019, così superando la pletora di sate, a causa dell’apertura di nuovi eserinterpretazioni inorganiche che hanno cacizi e del calo generalizzato delle vendite ratterizzato il passato. Le determinazioni reconvenzionate. gionali antecedenti, quindi, rimangono


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INTERVISTA A...

di Giuseppe Tandoi

Direzione

farmacia

Dietro ogni azienda farmaceutica c’è una storia affascinante, che spesso affonda le radici nell’Ottocento. Nel caso di Laboratoires Thea alle origini non c’è un farmacista ma un ufficiale dell’esercito, Paul Chibret, che decide di diventare oculista durante una campagna militare che gli causa una malattia agli occhi. Sarà lui a fondare, nel 1883, la Società francese di oftalmologia, la società scientifica oftalmologica più importante dopo quella americana (Aao). Di generazione in generazione La boratoires

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febbraio 2019 |

Chibret evolve da piccolo laboratorio farmaceutico ad azienda internazionale, fino a fondersi alla fine degli anni Sessanta con un colosso come Merck per dare origine a MSD Chibret. Henri Chibret, figlio del fondatore di Laboratoires Chibret, decide di continuare la tradizione di famiglia con La boratoires Transphyto e nel 1994 fonda Laboratoires Thea. Thea in greco significa “visione”.

IL PERCORSO «Siamo sempre stati un’azienda esclusivamente orientata

all’oculista ma ora abbiamo deciso di avere tra i nostri partner i farmacisti. Un progetto iniziato a metà del 2018. Il primo passo è stato quello di confrontarci direttamente con un board di farmacisti provenienti da tutta Italia per capire quali potevano essere le loro esigenze. Da gennaio collaboriamo con una società esterna per questa attività di promozione che nel 2019 visiteranno 3.000 farmacie del centro nord, per poi estendere la nostra presenza su tutto il territorio nazionale».

La sintesi è di Alessio Sesselego, amministratore delegato di Thea Farma. Cagliaritano, q uarantacinq ue anni, laurea in Biologia, oggi è alla guida della filiale italiana di Thea e dell’area del sud est europeo. Ha cominciato come informatore in Menarini per passare subito a Thea, con incarichi sempre internazionali. Una lunga fermata in Francia e poi, da un paio d’anni, il ritorno in Italia, come country manager. L’ingresso in Italia di Laboratoires T hea avviene nel 2002, quando il gruppo fran-


intervista a...

La nuova strategia di Thea Farma, azienda specializzata in oftalmologia. A colloquio con l’amministratore delegato Alessio Sesselego

l’unico sito produttivo di proprietà di laboratoires thea si trova in italia, nel milanese

cese acquisisce Farmila, storica azienda nazionale (Farmaceutici Milano), e con essa il sito di produzione di Settimo Milanese, tuttora l’unico di proprietà del gruppo. Sullo stabilimento la capogruppo ha investito, negli ultimi anni, quaranta milioni di euro, puntando su processi produttivi di eccellenza. Per quanta riguarda l’organico di Thea in Italia, a oggi gli addetti sono 240 sommando filiale e sito produttivo. L’immediata affermazione sul mercato di L a boratoires Thea - prima in Francia poi in

tutto il mondo - è dovuta allo sviluppo della tecnologia denominata Abak System, che permette di garantire la sterilità di un collirio senza l’utilizzo di conservanti. A ttualmente la comunità scientifica raccomanda l’utilizzo di colliri senza conservanti, soprattutto per disturbi come la secchezza oculare o le patologie croniche. Ogni anno, nel mondo, si vendono quaranta milioni di questi flaconi e, a oggi, resta il più venduto e sicuramente il più apprezzato. Pur trattandosi di un gruppo a vocazione internazionale, la famiglia Chibret è ancora molto presente nella governance. Molto stretto rimane il rapporto con gli oculisti, storici interlocutori, ancora salda la convinzione che un’azienda possa funzionare grazie allo spirito imprenditoriale di coloro che l’hanno fondata, evitando, se possibile, passi troppo ambiziosi o salti nel buio. Altro elemento positivo evidenziato dall’Ad: le singole filiali godono di una certa libertà di azione, all’interno delle strategie indicate dalla casa madre. Una flessibilità che, finora, ha recato soltanto vantaggi.

OBIETTIVO FORMAZIONE «Per quanto convinti che l’oculista rimanga il punto di riferimento per le patologie oculari, sono numerosi le persone che si rivolgono alla farmacia per avere consigli anche in materia oculistica, soprattutto per piccoli disturbi: calazio, occhio arrossato o che lacrima... Spesso chiedono una soluzione immediata prima di rivolgersi a uno specialista. Vi è la necessità di più formazione sulle patologie oculari e sulle possibili soluzioni. Siamo convinti di poter essere, con i nostri 150 anni di esperienza nel settore, un partner in grado di supportare adeguatamente questo bisogno. L’abbiamo fatto partendo dalla Lombardia per avere un primo feed-back e ora andiamo oltre». E così, a dicembre, Thea Farma ha organizzato un corso in collaborazione con Agifar Bergamo, con al centro uno specialista in oftalmologia. «La nostra intenzione è quella di fare da ponte e creare il giusto livello di collaborazione tra medici oculisti e farmacisti. Il programma di incontri con i farmacisti proseguirà, tramite corsi Ecm, progetti di e-learning», spiega Sesselego,

che ritiene che il valore aggiunto di T hea consista nell’essere una azienda specializzata nei problemi dell’occhio. A oggi i prodotti di punta Thea Farma - che possono essere consigliati dal farmacista - sono Hyabak, a base di acido ialuronico e actinochinolo (filtro UV) per alleviare i sintomi della secchezza oculare e la protezione dai raggi Uv. E Zaditen Oftabak, un collirio antiallergico. Entrambi i prodotti sono senza conservanti in flacone multidose Abak. Inoltre il gruppo propone una gamma di prodotti specificatamente formulati per l’igiene oculare e la cura delle palpebre (Blephaclean, Blaphagel, Blephasol). «Sono anni che lavoriamo sulla igiene oculare e conosciamo l’importanza di una corretta formulazione per trattare un’area così sensibile e delicata come quella palpebrale e perioculare», conclude Sesselego. «Contiamo nei prossimi anni di poter diventare il “Partner competente in oftalmologia” del farmacista, così come cerchiamo di esserlo ogni giorno per l’oculista, anche attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti specifici per il consiglio in farmacia.

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di Luigi Marafante

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della gola

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Le mani, soprattutto durante i periodi più freddi dell’anno, sono le parti del corpo che soffrono maggiormente la disidratazione e le screpolature. Spesso esposte al clima rigido e ai repentini sbalzi termici, possono essere nutrite e protette con piccoli e semplici gesti quotidiani. Da La Farmacia Delle Erbe nascono le Creme Mani con attivi biologici appositamente selezionati per fornire all’epidermide il nutrimento e l’idratazione ottimale. Ideali per un utilizzo frequente e quotidiano, le Creme Mani sono proposte nel comodo formato mini da 75 ml. Sfruttano le proprietà degli ingredienti naturali, favorendo il benessere e il nutrimento della pelle. www.lafarmaciadelleerbe.it

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RIMUOVERE RESIDUI DI CIBO E PLACCA BATTERICA Gli Scovolini Biorepair sono gli unici scovolini interdentali addizionati con microRepair, micro particelle biomimetiche simili per composizione e struttura a quelle presenti nello smalto dei denti, capaci di

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riparare lo smalto e contrastare la formazione della placca. I microRepair penetrano nei più piccoli spazi tra i denti dove non arriva lo spazzolino, proteggendo dalla formazione di depositi di placca, prevenendo

carie e principali patologie gengivali. Gli Scovolini Biorepair sono dotati di setole in Tynex con anima in acciaio ricoperta di polieuretano, per non graffiare lo smalto e le gengive. www.biorepair.it


il libro

di Mercedes Bradaschia

Frutteto

mediterraneo Viaggio tra gli alberi da frutto tipici del mare nostrum, tra scienza e letteratura

Nei primi giardini coltivati, spazi protetti da un muro di pietre o da un intreccio di rami spinosi, ammirando l’accendersi delle fioriture, aspettando il maturarsi dei frutti, gustandone il colore e il profumo e poi il sapore, l’uomo crea un rapporto con l’albero che va oltre quello che miti e tradizioni attribuiscono ai grandi esemplari selvatici delle foreste primigenie, gli “alberi cosmici”, che collegavano simbolicamente, con le radici nel profondo del suolo e la chioma al sole, la terra al cielo, e con il risveglio primaverile e il riposo invernale, la vita alla morte. In questo volume molto suggestivo, ripubblicato secondo il progetto originale, cioè corredato da un ricco apparato iconografico, Giuseppe Barbera, ordinario di Colture arboree all’Università di Palermo, racconta gli alberi da frutto in Italia: dalle limonaie del Garda ai giardini rinascimentali, dalla Conca d’Oro alle pendici dell’Etna. Anche con l’aiuto delle parole di grandi letterati - Pascoli, Gadda, Pavese, Shakespeare, Woolf, Montaigne, Flaubert e molti altri - e delle immagini dei maestri dell’arte che da queste meraviglie arboree hanno tratto ispirazione. La storia degli alberi da frutto nel corso dei secoli si è intrecciata con quella dell’uomo e delle forme del suo abitare, nei giardini romani, in quelli dell’universo islamico, in quelli rinascimentali. Dall’incontro con le antiche culture asiatiche e, successivamente, con la scono-

sciuta natura americana, si è arricchita di specie e di tecniche. Per questo bisogna continuare a parlare degli alberi da frutto per ribadire - di fronte alla cancellazione dei paesaggi tradizionali, alla perdita della biodiversità, alla disgregazione di un universo comune a storie, culture, religioni diverse - la necessità di conservare quel sapere e quel sentire che costituiscono l’identità mediterranea.

TUTTIFRUTTI Viaggio tra gli alberi da frutto mediterranei, fra scienza e letteratura Giuseppe Barbera, Aboca, 2018, pagg. 176

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The Blind Spot

di Luca Pani, @Luca__Pani, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Miami

Oltre i luoghi comuni

Il dibattito sulla cannabis è minato, a livello nazionale e non solo, da pregiudizi e scarsa conoscenza della materia. Alcune considerazioni di carattere scientifico vorrebbero legiferare in materia ignorano. Ci sono sostanze, come Il mercato globale che scommette sugli quelle derivate da piante usi medici della cannabis è stimato in creusate dagli esseri umani scita costante, con percentuali di circa il per decine di secoli a scopo 25 per cento l’anno, sino al 2025, quando terapeutico e ricreativo, varrà oltre venti miliardi di dollari (17,6 miche non hanno l’incombenliardi di euro). za di dovere dimostrare di A proposito della diversa percezione della essere farmacologicamente cannabis medica, ha certamente molto attive. Questo lo sanno tutti aiutato la recente approvazione da parte e tuttavia, nonostante tandella Fda di Epidiolex, il primo cannabidiota tradizione etnobotanica e storica, ciò lo (Cbd) puro di origine vegetale per il tratnon esime coloro che devono regolamentamento di sindromi epilettiche resistenti tare e legiferare sull’uso di queste piante come quella di Dravet e di dal farlo in modo responLennox-Gastaut. Il Cbd è sabile e basato sulle evil’uso solo uno dei due cannabidenze scientifiche. Eppure, il dibattito sulla terapeutico noidi derivati dalla marijuana di attuale interesse cannabis sembra essere della farmaceutico (l’altro è il irrimediabilmente contamarijuana Delta-9 Tetraidrocannabiminato dalla peggiore supè stato nolo = Thc) ma ne esistoponenza politica, nel rumoroso silenzio degli autorizzato no almeno altri 95 che potrebbero dimostrare efesperti della materia. Il fatin 32 stati ficacia terapeutica in dito che trentadue Stati ameamericani verse aree cliniche tra cui ricani, oltre al Distretto di la memoria, il glaucoma, Washington, abbiano autol’appetito, l’analgesia, la spasticità muscorizzato, sebbene in modo differente tra loro, lare e diversi disturbi mentali tra cui l’abula prescrizione della marijuana per indicaso di sostanze. zioni terapeutiche, deriva per lo più da una Questo “riscatto” terapeutico da parte dei mutata percezione sociale e da meno stigcannabinoidi - che secondo alcuni farmacoma associato con l’uso di questa pianta. logi, incluso il sottoscritto, erano e restano Ma ciò non si è accompagnato a maggiori una promettente area di ricerca e sviluppo e conclusivi risultati scientifici sul loro uso terapeutico - era quasi insperato dopo il traricreativo che, infatti, non è stato legalizzagico fallimento di certi farmaci che avevano to dallo stesso numero di Stati. Esiste viceun’azione specifica sui recettori cerebrali e versa il sospetto che alla base di tanto periferici per i sistemi endogeni su cui queentusiasmo spesso acritico verso l’impiego ste sostanze agiscono. Tra tutti spicca ancoa scopo voluttuario e non della cannabis e ra il Rimonabant (nome commerciale dei suoi derivati ci possano essere formidaAcomplia o Zimulti), un agonista inverso dei bili interessi economici che probabilmenrecettori Cb1, autorizzato con grandissime te molti (ma non tutti) tra coloro che

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speranze per il trattamento dei pazienti obesi o in sovrappeso con fattori di rischio quali diabete e dislipidemia, e poi precipitosamente ritirato in Europa nel 2008 (non fu mai autorizzato negli Usa), nemmeno cinque mesi più tardi. A conferma che la cannabis e i suoi derivati meritino tutta la competenza scientifica di cui siamo capaci e poca aneddotica (tantomeno se raccolta dall’uso ricreativo, o finanche medico, millenario) giova ricordare che il ritiro della commercializzazione fu deciso in seguito all’aumentato rischio di gravi effetti indesiderati di tipo psichiatrico, inclusi disturbi depressivi con aumentato rischio suicidario, ansia e aggressività, con percentuali superiori sino a cinque volte rispetto al placebo.


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