Punto effe 4 2017

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2017

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SOMMARIO

23

Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione) Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

5 | Editoriale

PARLIAMONE Tra noi

6 | Nuovi Lea: più forza al territorio

PRIMO PIANO FarmacistaPiù

Al via la quarta edizione 12

Retail

L’arte di esporre

16

Attualità

Sempre più solidali

23

Farmacologia

Una scelta obbligata

26

Cosmesi

Mercato capelli: un’occasione da cogliere 34

Nutrizione

Al femminile

Omeopatia

Disturbi stagionali

36 40

40

Collaboratori Silvia Ambrogio, Claudio Buono, Carla Carnovale, Stefania Cifani, Rossella Gemma, Luigi Marafante, Federico Marzari, Luca Pani, Bruno Riccardo Nicoloso Pubblicità Massimiliano Donati Responsabile Commerciale ADV dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.368 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it Tel. 02.88184.222 Immagini Fotolia, Thinkstock. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori Stampa Grafica Veneta S.p.A., Via Malcanton 2, 35010 Trebaseleghe (PD)

36

Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

RUBRICHE 44 | Legale 46 | Intervista a... 48 | Il libro 52 | Farmanews 54 | Spigolature 60 | Consigli 64 | The Blind Spot

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2015 - 31/12/2015 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 11.042 Diffusione media: 10.727 Certificato CSST n. 2015-2564 del 25/2/2016 Società di Revisione: Metodo

Testata in corso di certificazione per l’anno 2016 Testata Associata

2 | marzo 2017 |


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EDITORIALE

di PAOLO VINTANI

Le scuderie

della farmacia

I

n questi ultimi mesi, presso la mia farmacia, ai classici tirocinanti universitari si sono aggiunti ragazzi di un istituto chimico. In un programma studio-lavoro l’istituto manda quindici giorni in un’azienda che possa offrire un panorama del lavoro reale vicino al percorso di studio che sta facendo il ragazzo. È bello vedere gironzolare in laboratorio e nei locali della farmacia tanti giovani, l’atmosfera, immodestamente, è quella delle scuole filosofiche ateniesi (finché qualcuno mi rifilerà un po’ di cicuta). Si discute, si parla di leggi e di preparazioni. Portano gioia e allegria, curiosità e illusioni: una tirocinante universitaria (in ritardo con gli esami) mi ha chiesto piangendo di venire perché sapeva che la possibilità di “fare laboratorio” era maggiore che in altre farmacie e voleva ritrovare lo spirito della professione. Il ragazzo dell’istituto, invece, alla richiesta di chi fosse il suo professore ha risposto che era Rocco Siffredi. Il sottoscritto, basito: «Ma sei sicuro si chiami così?». Il professore si rivelò Rocco Santoro… Imbarazzo generale, disillusione personale di non diventare maestro di arti amatorie. Sembrano puledri in attesa di correre nelle praterie, ma giunge il tempo di dire loro la verità: fuori del recinto della farmacia non esiste un posto sicuro, non sarai trattato da cavallo di razza, e rischi di andare a fare il ciucco.

Questa prefazione per introdurre un argomento È bello vedere d r a m m a t i c a m e nt e gironzolare pragmatico e penoin laboratorio so: l’occupazione. I e nei locali commenti sull’uso della farmacia dei voucher emersi negli ultimi mesi tanti giovani. ne sono la prova, Si discute, si parla sembra che da quandi leggi e do la laurea in Farmadi preparazioni cia è diventata laurea in Scienza del farmaco l’agognato e faticato diploma abbia avuto una diminuitio capitis. Uscita dall’università la nostra generazione non aveva problema di assunzione. Le farmacie con il calo quantomeno della redditività piuttosto che del fatturato nicchiano a cercar nuovi dipendenti. Ha ragione il professor Novellino quando dice che la figura del farmacista è «rimasta ancorata alla dispensazione dei farmaci, non facendo così quel salto di qualità che permettere ai giovani laureati di trovare anche altri sbocchi professionali» (Farmacista 33). Importante è comunque il riconoscimento economico dell’atto professionale, che vedo anche in un’indicazione dietetica o nel fare un analisi. Mi piace pensare a una definizione di prestazione salutistica (ma prestazione) quindi valutabile anche in termini di remunerazione. 5 | marzo 2017 |


PARLIAMONE TRA NOI

di MAURO MISERENDINO

Nuovi Lea: più forza al territorio

V

accini nuovi, più esenzioni per le malattie croniche, un approccio più razionale a esami specialistici e ricoveri, un accesso “riordinato” alle protesi: il decreto del presidente del consiglio Paolo Gentiloni sui Livelli essenziali di assistenza riafferma le prestazioni a carico della sanità pubblica, sostituendo i vecchi elenchi del Dpcm 29 dicembre 2001. Ora il problema è garantirle il passaggio dalla carta ai fatti e in tempi di crisi non è scontato. Ma vediamo che cosa sono i nuovi Lea. Intanto, la differenza rispetto al passato: sono escluse prestazioni non necessarie, o di efficacia non dimostrabile o usate in modo inappropriato rispetto alle condizioni cliniche dei pazienti e quelle che, a

parità di beneficio, costano più di altre. Rientrano prestazioni tecnologicamente avanzate, ma considerate sperimentali nel 2001, o eseguibili in sicurezza solo da degenti in ospedale. Si limita l’uso di test e interventi oggi ritenuti obsoleti. Salgono da 43 a 108 i Drg in cui il ricovero ordinario è considerato inappropriato, e 24 prestazioni passano da day surgery ad ambulatoriali. Per esempio, sull’operazione di cataratta il paziente non affetto da patologie croniche che lo esentino dovrà pagare un ticket in base al reddito o all’età, a condizioni ancora da valutare a livello regionale. I ricoveri in day hospital saranno limitati a «pazienti non collaboranti che richiedono accompagnamento di personale della struttura» o che «richiedono monitoraggio prolungato», e a prestazioni co6 | marzo 2017 |

me chemioterapia, terapie endovenose di oltre un’ora, procedure terapeutiche invasive con problemi di sicurezza. Entro marzo le Regioni con decreto adotteranno i criteri per il passaggio ad ambulatoriali di diagnosi e terapie non rientranti nei criteri di cui sopra, con un risparmio di venti milioni per le casse dello Stato (box 1).

Appropriatezza in ricetta

All’allegato 4 (tabella 1) il Dpcm introduce condizioni di erogabilità per tutte le prestazioni specialistiche a carico del Servizio sanitario. Il medico che prescrive un esame a carico della sanità pubblica dovrà inserire una nota che motivi la prescrizione, pena sanzioni che le Regioni potranno individuare con un accordo previsto a marzo, quan-


PARLIAMONE TRA NOI

Confermata la farmacia dei servizi e grazie ai nuovi Livelli di assistenza prospettive nell’assistenza domiciliare, spazi possibili sulle vaccinazioni. Unico nodo, le risorse

do si darà attuazione alla prima fase del decreto. Il decreto individua poi indicazioni di appropriatezza prescrittiva, che indirizzano la prescrizione ma non la vincolano. La ricetta era già condizionata dal dicembre 2015, quando il decreto sull’appropriatezza aveva legato esami e test specialistici a carico Ssn a «condizioni di erogabilità» che, ove non rispettate, spalancavano al medico la via del contenzioso con l’Asl e all’azienda sanitaria davano la chance di trattenere gli importi degli esami fino alla concorrenza delle quote variabili dello stipendio per le spese impropriamente cagionate dal medico al Ssn. Ora gli esami soggetti a condizione prescrittiva sono scesi da circa duecento a poche unità. In tutti gli altri casi, si parla di indicazioni di appro-

priatezza (box 2). Come per la prescrizione del colesterolo ogni cinque anni in assenza di fattori di rischio, dopo lo screening che la sanità pubblica passerà a tutti a quarant’anni. Le prestazioni sono garantite se il medico formula il quesito diagnostico in ricetta. In allegati ad hoc, le condizioni di erogabilità per densitometria ossea, laser a eccimeri anti-miopia, e per la gravidanza, dove restano le prestazioni del 2001.

Nuove esenzioni

Sono stati riscritti gli elenchi delle malattie croniche e rare che danno diritto all’esenzione dal ticket: entrano tra i cronici i malati di celiachia, endometriosi media e grave, gli affetti da sindrome da talidomide e del rene policistico, e diventa motivo d’esenzione la bronco 7 | marzo 2017 |

pneumopatia da media a grave. Entrano nei Lea pure diagnosi precoce, cura e trattamento individualizzato dell’autismo ex legge 134/2015. Entro giugno il ministero della Salute, previa intesa con le Regioni, aggiornerà le linee d’indirizzo degli interventi assistenziali nei disturbi dello sviluppo (Dps) come l’autismo. Sull’adroterapia (terapia radiante con particelle pesanti, ioni e protoni, per tumori resistenti o per tessuti indeboliti da precedenti trattamenti) e sulla radioterapia stereotassica, la commissione per l’aggiornamento dei Lea presieduta dal presidente del consiglio entro fine febbraio darà ulteriori indicazioni di erogabilità. Ministero e Regioni con decreto dovrebbero definire già questa primavera i percorsi diagnostico-terapeutici per le cronicità, i criteri per


PARLIAMONE TRA NOI

box

1

Erogazione sub iudice per colpa dei debiti regionali L’allarme è di questi giorni, metà stanziamento potrebbe andarsene per colmare debiti pregressi. E 422 dei 771 milioni di euro che lo stato aveva stanziato in più sul Fondo sanitario nazionale per erogare i nuovi Livelli di assistenza, ora si apprende che li devono sborsare le sole Regioni a statuto ordinario per colmare una partita di spesa cui le Regioni a statuto speciale non erano obbligate ad adempiere. Siamo punto e a capo. Rileva il coordinatore del Tribunale dei diritti del malato Tonino Aceti che «togliere 420 milioni al Fondo sanitario nazionale significa mandare in soffitta i nuovi Lea prima ancora della loro registrazione alla Corte dei Conti e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. O significa che alla prima revisione, prevista per il 28 febbraio, ci sarà una riduzione delle prestazioni che saranno garantite ai cittadini». In realtà la spesa per i Lea sarebbe di 3 miliardi di euro e passa sui 113 miliardi previsti per il Fondo sanitario nazionale, ma alcune prestazioni sono in parte erogate da tempo in molte regioni. Dai circa 800 milioni ricavati dalle riflessioni per integrare questi servizi in tutta Italia vanno poi tolti almeno 20 milioni di euro di prestazioni non più erogabili in regime di ricovero o day-surgery. Commenta Nerina Dirindin, senatrice Pd della commissione Sanità ed economista sanitaria: «I nuovi Lea sono un impianto solido che conferma le prestazioni del 2001 e le arricchisce sistematizzando l’offerta. Ricordo però che non sono erogabili subito dopo la pubblicazione in Gazzetta, attesa in questi giorni: nei prossimi mesi alcuni decreti dovranno renderli attuabili e affronteranno il nodo delle risorse. In questa fase si è preferito dare la prelazione ai contenuti qualitativi, ai diritti esigibili dai cittadini, rispetto ai contenuti quantitativi, le risorse».

box

2

Indicazioni di appropriatezza e condizioni di erogabilità Condizioni di erogabilità: sono riferite allo stato clinico del destinatario, alla destinazione (per esempio se è di diagnosi o di terapia) e al tipo di medico che prescrive e alla preesistenza e all’esito di accertamenti pregressi. Sono erogate dal Ssn se il medico oltre al quesito inserisce il numero della nota in allegati 4D. Indicazioni di appropriatezza: sono prestazioni erogate dal Ssn «a seguito di autonoma e responsabile valutazione del medico circa la loro utilità in relazione al caso clinico. Il medico deve riportare il solo quesito diagnostico».

valutare le evidenze costo-efficacia dei vaccini e per l’assessment delle nuove tecnologie e gli studi di prevenzione.

Protesi

All’allegato 5 sono inseriti dispositivi informatizzati che quindici anni fa non c’erano. Le prestazioni riguardano protesi, ortesi e ausili prescrivibili da medi-

ci o esercenti professioni o non soggetti a prescrizioni. Nel primo caso, le Regioni possono “ulteriormente declinare” attività e competenze dei sanitari per dare di più ai residenti. Pure per prescrivere protesi i medici dovranno rispettare note e indicazioni limitative. Le Regioni disciplinano l’elenco degli erogatori e istituiscono il Piano assistenziale indivi8 | marzo 2017 |

duale (Pai) indicante le patologie che richiedono protesi. Se il paziente ha bisogno di manufatti su misura, si fa autorizzare dall’Asl che coprirà il prezzo dell’analoga protesi di serie, mentre la manodopera per le modifiche ottenute resta a suo carico.

Nuovi vaccini

Finora sono stati a carico pubblico i vaccini obbligatori contro difterite, tetano e pertosse, l’antipolio (quattro dosi scandite fino ai sei anni), anti-epatite B, anti-Haemophilus influenzae, morbilloparotite-rosolia. Risale al 2008 l’introduzione dell’antipapilloma per le ragazze a dodici anni. Anziani, malati cronici, donne in gravidanza e lungodegenti possono praticare l’antinfluenzale, e per gli over 65 c’è l’antipneumococco. Da quest’anno arriveranno gradualmente l’anti-papilloma per i maschi a dodici anni, l’anti-meningococco B per i bambini a pochi mesi di vita e l’anti-meningococco tetravalente contro i ceppi A-C-W-Y135 per gli adolescenti. Inoltre, arrivano l’antirotavirus e l’antivaricella (prima dose di due al quindicesimo mese di vita), il vaccino anti-herpes a 65 anni e il richiamo antipolio in adolescenza. I target sono ambiziosi: le Regioni dovrebbero raggiungere il 95 per cento di copertura per tutti i nuovi vaccini entro il 2018 tranne che per il pneumococco dell’anziano (dove comunque dovrebbero salire in due anni dall’attuale 40 al 75 per cento) e per lo zoster (50 per cento di copertura entro il 2018).

Farmacie e fragilità

L’articolo 8 comma 2 conferma i nuovi servizi autorizzati dall’articolo 11 della Legge 69/2009. Le farmacie possono essere coinvolte dai piani regionali nell’erogazione dell’assistenza domici-


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PARLIAMONE TRA NOI

tabella

1

DAL PIANO VACCINALE AI NOMENCLATORI, TUTTI GLI ALLEGATI DEL NUOVO DECRETO Allegati Contenuto

Esempi

Allegato 1

Meningococco B e 4 ceppi, HPV maschi, rotavirus,

Programmi di sorveglianza, prevenzione e vaccinazione

varicella, antipolio, Herpes zoster anziani

Allegato 2

Sacche per stomie, cannule tracheali, cateteri,

Elenchi ausili monouso per cura e protezione personale

medicazioni

Allegato 3

Presidi per diabetici ed ausili erogabili dal Ssn

Strisce reattive, pungi dito, siringhe insulina,

per malati rari

microinfusori, dietetici per fibrosi cistica,

alimenti senza glutine

Allegato 4

Nuovo nomenclatore delle prestazioni specialistiche ambulatoriali classificate per branca di utilizzo

• All 4 A

Condizioni di erogabilità densitometria ossea

• All 4 B

Condizioni di erogabilità chirurgia refrattiva miopia

• All 4 C

Condizioni alle quali Ssn eroga prestazioni odontoiatriche

• All 4 D

Condizioni di erogabilità di esami diagnostici di laboratorio e strumentali, per la procreazione

assistita e per la genetica

• All 4 Far

Lista di farmaci dosabili con metodi cromatografici

• All 4 Lab

Lista malattie diagnosticabili con test di genetica medica, citogenetica, oncoematologia, immunogenetica,

anatomia patologica

Allegato 5

Elenco degli ausili di serie e su misura

• Elenco 1

Nomenclatore delle protesi e delle ortesi su misura

• Elenco 2 A Dispositivi di serie che richiedono apporto

Guaine corsetti esoscheletri collari tutori protesi ortesi

auricolari ventilatori carrozzine caschetti sponde

di tecnico abilitato

• Elenco 2 B Dispositivi di serie che non richiedono tecnico abilitato Allegato 6 • All 6 A

Lista DRG alto rischio inappropriatezza

Tunnel carpale iride retina cristallino; ernie;

in ricovero ordinario

interr. gravidanza

• All 6 B

Lista DRG alto rischio inappropriatezza in day surgery

Ernia inguinale crurale ombelicale, artroscopia,

cataratta, cristallino, amputazione dita, litotripsia

Allegato 7

Ne entrano 110 nuove tra cui sarcoidosi, sclerosi

Elenco delle malattie rare

sistemica progressiva e miastenia grave

Allegato 8

Entrano Bpco moderata-mediograve-grave; rene

Elenco delle malattie croniche

policistico; endometriosi III-IV; malattie renali croniche;

sindrome da talidomide; celiachia (dalle malattie rare)

• All 8 bis

Elenco transitorio prestazioni individuate

per malattie croniche

Allegato 9

Disciplina erogazione dell’assistenza termale

a carico Ssn

Allegato 10

Protocolli tutela gravidanza a rischio

• All 10 A

Prestazioni pre-concezionali

• All 10 B

Prestazioni controllo gravidanza fisiologica

comprese ecografie

• All 10 C

Condizione accesso a diagnosi prenatale invasiva

liare integrata ai pazienti residenti nel loro territorio, nei programmi di educazione sanitaria, nelle campagne di prevenzione delle principali patologie

Confermata

Rischio procreativo prevedibile a priori o rilevato in corso di gravidanza

a forte impatto sociale; possono effettuare analisi di laboratorio di prima istanza (esclusi prelievi di sangue o plasma con siringhe); e possono pre10 | marzo 2017 |

notare gli esami su richiesta dei pazienti. L’assistenza domiciliare integrata è peraltro suddivisa in quattro livelli, gli ultimi dei quali di ambito ospedaliero. Sul territorio è garantita la dispensazione di medicinali in fascia A di cui al Decreto legge 536/93 «ove l’erogazione non è affidata direttamente alle strutture regionali». Limitatamente ai principi attivi, per ciascuno dei quali sono in commercio diversi prodotti, la fornitura attraverso la farmacia è assicurata fino alla concorrenza del prezzo più basso tra quelli dei farmaci disponibili nel normale ciclo distributivo regionale. Se arrivano esiti positivi dalle sperimentazioni a partire dalla fase II, il Ssn garantirà inoltre sul territorio italiano i farmaci innovativi ancora non commercializzati in Italia e quelli in commercio per indicazioni differenti da quelle autorizzate, ove non vi sia nel nostro Paese valida alternativa terapeutica. La sanità pubblica garantisce poi, con meccanismi che ogni Regione dovrà predisporre, alimenti per malati di patologie metaboliche congenite e fibrosi cistica ove accertate da centri di riferimento; offre sostituti del latte materno ai figli di madri sieropositive Hiv, cibi senza glutine ai celiaci entro i massimi di spesa mensile indicati dal ministero della Salute e le Regioni dispensano con loro regole i dietetici ai nefropatici cronici. Il presidente di Federfarma Annarosa Racca ha auspicato che le farmacie siano coinvolte pure «nelle campagne vaccinali, come avviene in altri Paesi europei, sia per quanto riguarda la diffusione ai cittadini di una corretta informazione, che contrasti la diffusione di notizie false, sia per la concreta attuazione delle vaccinazioni».


NUTRIZIONE | occhiello

11 | marzo 2017 |


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e n’è davvero per tutti i gusti: oltre 200 relatori e 40 convegni di spessore sulla professione e sulle politiche della Salute. Questo, in sintesi, il programma del quarto Congresso nazionale dei farmacisti italiani, FarmacistaPiù 2017, in programma a Milano, presso il Centro congressi MiCo il 17, 18 e 19 marzo. «FarmacistaPiù continua a rappresentare un’occasione unica di confronto sulle sfide in atto tra tutti gli attori, politici, scientifici e istituzionali con l’unanime obiettivo di cogliere idee e opportunità per il rilancio del ruolo professionale del farmacista, nel contesto dei cambiamenti in atto», sottolinea il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente del Comitato Scientifico. Esso ha svolto un lavoro impegnativo e appassionante, relazionandosi proficuamente con molteplici interlocutori, al fine di allestire un programma congressuale ricco di spunti e volto a sugggerire concrete opportunità di crescita per il settore. Tra i rappresentanti istituzionali che arricchiranno il dibattito con il loro autorevole contributo, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il vice ministro dello Sviluppo Economico Antonio Gentile e il sottosegretario

La professione tra innovazione e politiche della salute per lo Stato e il mercato all’Istruzione Angela D’Onghia. Un ruolo di rilievo è riservato anche quest’anno alle associazioni di categoria, alle società scientifiche e agli organismi professionali, oltre al parterre di aziende che, sotto la spinta di una rinnovata e proficua collaborazione, supporteranno le diverse iniziative in campo.

I contenuti

Tre sono le principali direttive sulle quali si articola l’evento milanese: formazione, occupazione e protagonismo territoriale. Uno degli argomenti cari alla Federazione degli ordini è, come di consueto, la condivisione di prospettive funzionali al superamento delle criticità e all’attualizzazione della professione farmaceutica tra Stato e mercato. Al centro dell’attenzione, naturalmente, anche il tema caldo del Ddl Concorrenza, in discussione alle Camere; un’occasione unica per ascoltare i rappresentanti del Governo e del Parlamento su quello che è lo stato dell’arte. Non poteva mancare quella che forse è la questione più scottante del momento: il binomio formazione-occupazione per i neo laureati in Farmacia. Il lavoro non è più garantito per loro e, in più, recenti cronache hanno portato al13 | marzo 2017 |

la ribalta episodi - vedi il caso del collaboratore pagato con i voucher - che indicano come una professionalità come quella del farmacista rischi la precarizzazione purtroppo tipica di tanti altri impieghi che vedono protagonisti giovani laureati o diplomati. Non solo, ci sarà da discutere, al MiCo, anche di un tema strettamente connesso: la necessità di adeguare il patrimonio dei saperi del farmacista, in coincidenza con il ruolo rinnovato che egli è chiama-

Sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri, vice presidente della Fofi e presidente del Comitato scientifico di FarmacistaPiù


FARMACISTAPIÙ

to a svolgere, anche in relazione al Patto per la salute e ai compiti previsti dai nuovi Livelli essenziali di assistenza. Inoltre, la quarta edizione di FarmacistaPiù punterà su un nuovo modello per favorire il dialogo interno alla categoria, a partire dal territorio, attraverso il coinvolgimento diretto nelle attività congressuali dei Consigli degli Ordini. Essi sono chiamati a dare un contributo concreto mediante l’istituzione di tavoli tematici: opportunità di riflessione sugli aspetti centrali dello scenario in cui si trovano a operare e sulle principali linee evolutive. Un lavoro culminante, per ogni tavolo, in un documento che esprimerà la posizione di ciascun gruppo sul tema trattato e che sarà poi condiviso per elaborare e costruire proposte utili al rinnovo dell’agenda federale.

Un momento fondante

FarmacistaPiù - come dichiarato dal senatore Andrea Mandelli, presidente

Sen. Andrea Mandelli, presidente della Fofi

della Fofi, in occasione dell’edizione 2016, tenutasi a Firenze - continua a essere un momento fondante per la categoria dei farmacisti. La sua formula è in continua evoluzione. «Quest’anno», ricorda Mandelli, «sarà un’occasione preziosa per l’aggiornamento dell’agenda federale che raccoglie le istanze del territorio e i temi salienti per la professione. Tra i vari argomenti di interesse, vi è quello legato all’aderenza alla terapia: la Fofi si impegna a tracciare gli standard professionali e a realizzare un percorso che evolva l’esperienza di successo dell’I-Mur. Oltre a questo - in linea con la visione del ministero della Salute e dell’Aifa - la Federazione presenterà un percorso realizzato in collaborazione proprio con l’Agenzia del farmaco, per la formazione del farmacista sui farmaci innovativi». «Anche quest’anno FarmacistaPiù rappresenta una grande opportunità per una categoria che vuole interrogarsi su quello che sarà il ruolo del farmacista del futuro», aggiunge Maurizio Pace, segretario della Fofi. «Bisognerà che egli prenda sempre più atto del cambiamento in corso e del fatto che la sua figura sarà di supporto al medico e agli altri operatori sanitari. La grande novità di questa quarta edizione è il coinvolgimento diretto degli Ordini, attraverso tavoli tematici, i cui argomenti spaziano dai servizi in farmacia, al codice deontologico, alla governance farmaceutica, al laboratorio di idee per guidare il cambiamento. Altro argomento fondamentale è l’apertura ai 14 | marzo 2017 |

Maurizio Pace, segretario della Fofi

capitali in farmacia: nelle prossime settimane il Ddl concorrenza verrà discusso e si giungerà a uno snodo importante. È quindi necessario capire tutti insieme cosa questo comporterà». Il tema dell’innovazione è anche al centro del convegno organizzato da Utifar. «È l’occasione giusta per fare il punto della situazione sulle evoluzioni della tecnologia applicate al campo professionale, non solo in termini di grandi processi ma anche di modalità di intervento immediatamente utilizzabili», dichiara Eugenio Leopardi. «L’adeguamento del ruolo e delle competenze del farmacista deve essere attuato anche sfruttando gli strumenti messi a disposizione dall’innovazione tecnologica, per rispondere sempre meglio all’offerta di servizi, in un’otti-


FARMACISTAPIÙ

ca di miglioramento dell’assistenza sul territorio. Al convegno sull’argomento, ricco di spunti concreti, interverranno due esperti di innovazione: Luca Pani e Giovanni Monti». «Tra le numerose sessioni di questa quarta edizione», mette in evidenza Enrica Bianchi, presidente della Fondazione Cannavò, «molte offrono occasioni di aggiornamento professionale: argomenti attuali e pratici, con la possibilità di ottenere gratuitamente fino a trenta crediti Ecm. Insomma, i principi attivi e gli eccipienti per un eccellente risultato ci sono tutti: sta a noi farmacisti saper cogliere questa chance ed essere davvero i protagonisti della nostra professione». «Il vero aspetto innovativo di questa edizione di Farmacistapiù è, a mio avviso, costituito dai tavoli tematici affidati ai territori», conferma Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino e consigliere della Regione Piemonte. «Questo tipo di impostazione consente infatti di fare partecipare tutti i Eugenio Leopardi, presidente di Utifar

Enrica Bianchi, presidente della Fondazione Cannavò

colleghi e di raccogliere spunti dalla categoria intera. Il profilo della nostra professione nei prossimi anni non potrà essere il frutto della riflessione di pochi ma il risultato della somma delle sensibilità e delle espressioni di tutte le componenti. Come nel 2006 il documento di Palazzo Marini fu la traccia che indicò il cammino di sviluppo della professione per i dieci anni a seguire - vedi per esempio la farmacia dei servizi - così questa edizione di FarmacistaPiù potrà mettere le basi per il documento di indirizzo che ispirerà il nostro futuro».

E molto altro

Quello sopra delineato non è che un rapido sguardo al calendario e ai con15 | marzo 2017 |

Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino e consigliere della Regione Piemonte

tenuti della quarta edizione di Farmacista Più. Ci saranno poi i convegni organizzati da Fenagifar, Assofarm, Conasfa, gli approfondimenti che vedranno protagonista, tra gli altri, Erika Mallarini, docente della Sda Bocconi e grande studiosa del sistema farmacia. Senza dimenticare i premi: alla Solidarietà “Cosimo Piccinno”; allo Studio “Giacomo Leopardi”; all’Innovazione “Renato Grendene”. E ci sarà anche - e qui ci scusiamo perché parliamo di noi stessi - l’incontro dedicato a Punto Effe che presenterà le innovazioni grafiche ed editoriali della rivista a partire dal numero 5/2017. Quando? Il 17 marzo alle 13.


RETAIL

L’arte di esporre di FEDERICO MARZARI, MOODproject.it

Visual merchandising, non solo una moda: istruzioni per l’uso

O

ggi è di gran moda parlare di visual merchandising. Sembra che una cosa, di fatto sempre esistita, sia diventata tutto d’un tratto protagonista dei giorni nostri. Su questo tema si è davvero scritto molto e certamente non si può in poche pagine concentrare tutto il sapere di una materia così vasta: questo deve essere, però, uno stimolo, un’esortazione ad approfondire il tema. Oggi “fare commercio” significa andare a studiare tutti i diversi aspetti e analizzarli, per poi declinarli ed applicarli alla propria attività.

Ieri e oggi

Le logiche del merchandising, cioè del prodotto, si sono molto evolute diventando sempre più nevralgiche nella gestione delle attività commerciali. Le nuove tecniche, non certo scoperte originali ma re-invenzioni strutturate, sono ormai applicate nei diversi campi delle aziende, spaziando dalla distribuzione alla produzione. Tutto questo nasce, infatti, per migliorare la gestione commerciale delle merci nei punti vendita, ma soprattutto con l’intento di capire e soddisfare le nuove esigenze dei consumatori. L’origine è certamente anglosassone e trova nella grande distribuzione americana, dalla metà del Novecento in poi, la giusta consacrazione e impor-

tanza. Come spesso succede, i termini inglesi sono di difficile traduzione in italiano, ma vediamo di tracciare gli elementi fondamentali della definizione di visual merchandising che in sintesi si può riassumere come «l’insieme delle tecniche e dei metodi che contribuiscono a dare importanza al ruolo propositivo alle merci, grazie ad una perfetta esposizione, un’attenta ambientazione ed una corretta gestione e rotazione del prodotto». In maniera molto più sintetica, noi preferiamo definire il visual merchandising come «l’arte di esporre», o ancora come «il marketing operativo sul punto vendita». I visual merchandiser, professionisti che in maniera tecnica e specialistica applicano nelle aziende commerciali queste culture, sono spesso in Italia scambiati con i vetrinisti, figure molto importanti nello scenario del punto vendita, ma che certamente non controllano tutte le leve d’azione necessarie per la promozione e la vendita di un prodotto. Il visual merchandiser è, infatti, quasi uno space-manager, un professionista che permette di aumentare la redditività del punto vendita ottimizzando ogni singolo metro quadrato del negozio. Gli aspetti creativi ed emozionali dell’allestimento dei prodotti, in vetrina e all’interno del negozio, sono infatti fondamentali e sono prima di tutto frutto di una precisa strategia 16 | marzo 2017 |

commerciale e mai svincolati e interpretati in base alla sola creatività o estrosità espositiva. L’arte di esporre diventa quindi il veicolo primario per accrescere l’immagine totale del negozio e la sua qualità percepita. L’evoluzione del punto vendita ha dimostrato ampiamente come si sia passati dalla vendita di beni alla vendita di superficie espositiva, alla vendita di idee. La filosofia del visual merchandising si manifesta nel concetto che questi criteri sono prima di tutto un servizio per il cliente, come un’arte scientifica che permette all’offerta e alla presentazione dei prodotti quasi di auto-promuoversi, diventando emozione e al contempo informazione. L’importanza di questa ottimale gestione commerciale si manifesta in diverse direzioni che aumentano le performance economiche del punto vendita perché: ha certamente un ruolo di sempre maggior rilievo nel processo di creazione a qualificazione dell’immagine globale del negozio; è una variabile di marketing operativo nel punto vendita la cui efficacia è misurabile e modificabile in tempi brevi; agisce nello stadio finale del processo d’acquisto, agevolando acquisti multipli ed enfatizzando le emozioni; permette di equilibrare e migliora-


RETAIL

re la redditività dell’intera superficie di vendita. Appare quindi chiaro come sia ormai fondamentale definire una strategia, un progetto che, partendo da queste necessità, si declini nel punto vendita e faciliti il lavoro di tutti gli operatori coinvolti nel processo di vendita. La definizione di precisi criteri espositivi, un’attenta e disciplinata ge-

stione degli stock e ancora un professionale studio sul tipo di attrezzature espositive, che devono essere flessibili e specifiche a seconda del tipo di merce, è ormai inderogabile per raggiungere apprezzabili performance economiche. L’obiettivo ultimo è certamente quello di battere la concorrenza, ma ancora di essere percepiti dal cliente 17 | marzo 2017 |

come unici e assolutamente diversi, innovativi e propositivi.

In sintesi

Quindi, quando parliamo di visual merchandising intendiamo: un focalizzato e attento servizio al cliente; una maggiore facilitazione del processo di ricerca del prodotto;


RETAIL

in maniera confusa, esaltano più gli aspetti negativi della percezione, lasciando nel visitatore un’idea sbagliata e che facilmente lo porta ad allontanarsi senza acquistare nulla.

Alcune regole

un miglioramento della visibilità ed emozionalità della merce esposta; un aumento degli stimoli che fanno accrescere frequenza e visite della clientela; un miglioramento delle informazioni e della comunicazione verso il consumatore; una corretta costruzione di una sequenza merceologica grazie a sapienti adiacenze, layout percorsi e focal points; un quasi maniacale monitoraggio sulle richieste e sui movimenti dei clienti nel negozio con i relativi rapporti economici tra visitatori ed acquirenti. Se ancora non vi sembra abbastanza procediamo e, a tutti questi argomenti, dobbiamo poi aggiungere gli aspetti legati alla composizione espositiva e alle regole di percezione visuale. Una frase ormai celebre recita che all’interno di un punto vendita

«non abbiamo mai una seconda occasione per fare bella figura»: infatti, pochi gesti sbagliati o un’immagine confusa o distorta influenzano le scelte del nostro cliente. Entrare in un punto vendita e trovarsi di fronte a disordine, montagne di scatoloni o prodotti esposti in grande quantità e

18 | marzo 2017 |

Una prima e importante regola di percezione visiva, detta della triangolazione, insegna la corretta visualizzazione del prodotto. Dobbiamo sempre cercare di ricondurre la composizione spaziale alla figura del triangolo, immagine facilmente riconoscibile dall’occhio umano. Questo semplice schema può essere proposto all’interno di vetrine, come pure nel negozio, per valorizzare la composizione dei prodotti esposti. Non sono determinanti gli angoli interni al triangolo, l’importante è che tutti gli oggetti esposti siano all’interno del triangolo compositivo (figura sotto). Altro importante aspetto è quello legato alla prospettiva, alla profondità visuale. Entrando dall’ingresso del negozio dobbiamo avere la capacità di vedere alcuni punti di attrazione (focalpoints) che attirano la nostra curiosità e ci portano a percorrere il cammino


NUTRIZIONE

19 | marzo 2017 |


RETAIL

Una frase ormai celebre recita che all’interno di un punto vendita “non abbiamo mai una seconda occasione per fare bella figura”

che ci divide dal prodotto esposto. Sono dei punti di visione “privilegiati”, purtroppo molte volte poco sfruttati, spesso collocati in corrispondenza di un percorso di traffico e devono essere gestiti come “rafforzativi” di un messaggio o di prodotti particolarmente interessanti o promozionali. Questo aspetto di prospettiva è particolarmente significativo nel caso di spazi molto grandi, dove una composizione troppo omogenea non induce a muoversi e non invita a procedere verso il punto di attrazione. Sarà infatti proprio l’elemento di contrasto, il punto focale, che diventa elemento distonico rispetto al resto e tende ad attirarci (figura a destra). All’interno di un negozio di media dimensione, dobbiamo sempre avere almeno 3-4 punti focali che richiamano la nostra attenzione. Questa facilità di lettura invita il cliente a muoversi agevolmente e oltre a rendere più evidente l’offerta lo orienta facendolo scegliere di percorrere l’area che più gli interessa. Altro aspetto molte volte sottovalutato è la leggibilità frontale del prodotto esposto, che dal fronte fino alla parete dovrebbe essere distinguibile e percepibile. Porre degli oggetti grandi e alti nel cono visuale, a parte particolari scelte di progetto, rompe la continuità, distogliendo l’attenzione dell’individuo. Anche oggetti messi lungo i percorsi, di traverso, come tavoli, mobili o altre attrezzature, distolgono la curiosità del cliente e in-

terrompono il flusso del percorso all’interno del negozio. Come si può ben capire svolgere un corretto progetto di visual merchandising impone conoscenze che spaziano in vari campi e che impattano sull’emozionalità del punto vendita e sulla percezione del cliente. Il corretto layout, ovvero la disposizione delle attrezzature di arredo all’interno di un negozio, è davvero fondamentale per un reale colloquio con il consumatore. Grazie a un ragionato layout riusciamo a definire i criteri e i metodi di assegnazione della superficie di vendita alle sue diverse funzioni, tipo di prodotti e segmentazione della classificazione merceologica. Si progetta quindi la suddivisione della superficie in: espositiva, vetrine, aree di riserva, spazio cassa, area servizi, zone relax, aree di lavorazione, disposizione delle attrezzature, delle vie di uscita e 20 | marzo 2017 |

di accesso, dislocazione dei reparti, definizione delle dimensioni dei corridoi. L’obiettivo del layout è proprio infatti di orientare il flusso di traffico della clientela, eliminare le code, gli intoppi e le situazioni di disagio, facilitare quindi il processo d’acquisto e rendere piacevole l’attività dello shopping. Di tutti questi aspetti e in maniera più approfondita e dettagliata avremo modo di parlarne nei prossimi articoli. Dopo questa lunga analisi ci preme sottolineare ancora un’ultima raccomandazione: i negozi, infatti, devono evitare assolutamente confusione, duplicazione, contraddizione e frammentazione. In conclusione il visual merchandising è indispensabile al successo del negozio quanto la merce stessa e ci impone un continuo controllo di tutti i segnali comunicativi che trasmettiamo.


NUTRIZIONE

21 | marzo 2017 |


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22 | marzo 2017 |


COMUNICAZIONE ATTUALITÀ

di ROSSELLA GEMMA

Sempre più solidali Giornata di raccolta del farmaco, anche quest’anno numeri in crescita

È

tornata in tutta Italia, lo scorso 11 febbraio, la Giornata di raccolta del farmaco. Un’iniziativa che si basa su un gesto semplice e caritatevole: acquistare uno o più medicinali da banco da donare alle persone bisognose che in Italia sono sempre di più. La povertà sanitaria, infatti, è un fenomeno in crescita, come testimoniano i dati degli oltre 1.600 enti caritativi convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, che nel 2016 hanno visto crescere i propri assistiti del 37,4 per cento e sono arrivati ad aiutarne oltre 557.000, il 12 per cento dei poveri italiani. Un grande successo la raccolta di quest’anno, che ha raggiunto le oltre 370.000 confezioni di farmaci, contro le 353.801 dell’edizione 2016 (+4,6 per cento). Una vera e propria staffetta della solidarietà che consentirà di aiutare più di 578.000 persone (+3,7 rispetto ai 557.000 del 2016) assistite da 1.723 enti caritativi convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus (contro i 1.663 dell’anno scorso). La Giornata si è svolta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, in collaborazione con Aifa, Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute e BFResearch. «Ci sono 4,6 milioni di poveri (500.000 in più dell’anno precedente) in Italia», spiega Paolo Gradnik, presidente della

Fondazione Banco Farmaceutico Onlus. «Molti dei quali non possono spendere neanche un euro per il ticket, sono privi del medico di base perché fuori da ogni contesto sociale, o sono anziani, lavoratori disoccupati, mamme sole e migranti che hanno perso tutto. Sono loro che devono essere aiutati».

I numeri

All’iniziativa hanno aderito 3.850 farmacie (+4,6 per cento rispetto al 2016) e in quest’occasione i farmacisti hanno donato 590.550 euro. La realizzazione è stata possibile grazie al supporto di più di 14.000 volontari. Gli enti assistenziali convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico Onlus hanno espresso un bisogno pari a 1.035.925 farmaci e con i medicinali raccolti durante la Giornata 2017 sarà possibile rispondere al 36 per cento di tale fabbisogno. I farmaci acquistati saranno consegnati direttamente agli enti convenzionati. In sedici anni si è raggiunta quota 4,1 milioni di farmaci messi insieme durante la Giornata di raccolta (controvalore commerciale: circa 24 milioni di euro). Parallelamente, negli ultimi tre anni è salita anche la richiesta di medicine da 23 | marzo 2017 |

parte degli enti convenzionati con il Banco Farmaceutico, del 16 per cento. Le difficoltà non riguardano però solo i poveri: oltre 12 milioni di italiani e 5 milioni di famiglie hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per ragioni di tipo economico, secondo l’ultimo Rap-


ATTUALITÀ

porto sulla povertà sanitaria realizzato dal Banco Farmaceutico in collaborazione con l’Osservatorio donazione farmaci (titolo Donare per curare: povertà sanitaria e donazione farmaci).

Farmaci ai terremotati

Non si dimenticano le popolazioni che, ancora dopo mesi, fanno i conti con le scosse di assestamento. Sono stati consegnati alla Croce Rossa, comitato di Matelica, 726 confezioni di medicinali, donati da LloydsFarmacia-Gruppo Admenta Italia, con il sostegno di Banco Farmaceutico e su richiesta dell’Aifa. In particolare, sono stati donati

antinfiammatori, antipertensivi, antiemetici, analgesici, colliri, antibiotici per uso locale, soluzioni per uso parenterale e presidi medico chirurgici (siringhe, siringhe per insulina, collari, misuratori per pressione). «Aiutare la popolazione colpita dal terremoto, per noi, significa mantenere l’impegno nel tempo. Ci sono persone», sottolinea Gradnik, «che non possono permettersi di acquistare medicinali ora e ce ne saranno, purtroppo, anche in futuro. C’è realmente bisogno dell’aiuto di tutti».

Una farmacia sociale a Palermo

Una farmacia sociale per distribuire farmaci gratis alle 500 famiglie in gravi difficoltà economiche assistite dall’Istituto Villa Nave delle Suore teatine, a Palermo. La farmacia, che aprirà tra un mese, funzionerà grazie ai farmaci 24 | marzo 2017 |

donati dal Banco Farmaceutico tramite la Giornata di raccolta del farmaco, il surplus di produzione delle industrie e grazie al contributo di Federfarma Palermo che indicherà farmacisti volontari per coprire i turni di apertura. L’idea è quella di riuscire ad aprire la farmacia sociale anche all’esterno, per tutti i bisognosi. «Un obiettivo a cui Federfarma Palermo ha già dato la sua disponibilità sin d’ora, a conferma», sottolinea il presidente Roberto Tobia, «del ruolo sociale sempre più forte che i farmacisti palermitani intendono assicurare per dare risposte a quanti, per esempio, non possono più neanche pagare il ticket sui farmaci salvavita dispensati dal Servizio sanitario nazionale». Conti alla mano, le 65 farmacie di Palermo impegnate nella Giornata hanno raccolto il 20 per cento di medicinali in più rispetto al 2016.


COMUNICAZIONE

25 | marzo 2017 |


FARMACOLOGIA

di CARLA CARNOVALE Servizio di Farmacovigilanza, Uo Farmacologia Clinica, Ospedale Sacco-Polo universitario, Asst Fatebenefratelli-Sacco, Milano

Una scelta obbligata

C

omplice l’elevato numero di patologie e affezioni tipicamente prevalenti nella popolazione pediatrica, i bambini sono continuamente esposti all’utilizzo di un ampio spettro di farmaci (pur rappresentando una fetta numericamente minoritaria rispetto alla popolazione generale). Secondo una recente stima condotta dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (Osmed), responsabile del monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata a livello nazionale e regionale, la fascia di età compresa tra 0 e 2 anni rappresenta il gruppo pediatrico con il più elevato consumo di farmaci (oltre 82 dosi giornaliere/1.000 abitanti); quasi la metà dei principi attivi dispensati appartengono alla categoria dell’apparato respiratorio (tredici principi attivi), seguiti dai farmaci antimicrobici (sei principi attivi). Tuttavia, nonostante il diffuso ricorso al trattamento farmacologico nella pratica clinica pediatrica, la maggior parte dei farmaci disponibili sul mercato sono stati studiati e sperimentati quasi esclusivamente nella popolazione adulta e di conseguenza sono spesso privi dell’autorizzazione per l’uso specifico nei bambini.

Criticità

La carenza di sperimentazioni cliniche in questa fascia della popolazione rap-

presenta infatti una delle criticità maggiormente connesse alla delicata gestione farmacologica in pediatria. A livello mondiale, meno del 15 per cento di tutti i farmaci commercializzati e meno del 50 per cento di quelli espressamente destinati ai bambini vengono commercializzati sulla base di studi mirati in grado di attestarne il profilo di rischio/beneficio nella popolazione pediatrica. Esistono setting di cura particolarmente complessi come la neonatologia, l’oncologia e la psi26 | marzo 2017 |

chiatria in cui tale percentuale sale addirittura all’80-90 per cento. Di recente uno studio condotto negli Stati Uniti ha infatti evidenziato che il 90 per cento dei farmaci antidepressivi prescritti per i bambini e gli adolescenti in sede ambulatoriale, non possiede un’indicazione approvata da parte dell’Fda. Tale scenario è chiaramente una diretta conseguenza dello scarso coinvolgimento dei bambini negli Studi clinici randomizzati (Rct) eseguiti con lo sco-


FARMACOLOGIA

Origini e modalità dell’uso off-label dei farmaci in pediatria

po di assicurare la qualità, la sicurezza e l’efficacia dei farmaci disponibili in commercio. A livello globale, dati in merito indicano che circa il 68 per cento di tutti gli Rct coinvolgono solo la popolazione adulta, il 18 per cento comprende anche minorenni, e soltanto il 14 interessa esclusivamente la fascia di età 0-18 anni. Restringendo il campo di indagine a livello italiano, il panorama non migliora sensibilmente. I motivi legati al limitato arruolamento dei bambini nelle sperimentazioni

cliniche sono principalmente riconducibili a motivazioni di tipo etico, pratico ed economico. Il principio etico di tutela dei minori e le difficoltà pratiche legate all’arruolamento di una popolazione estremamente disomogenea con caratteristiche molto diverse (neonati, lattanti, infanti, adolescenti) con conseguente frazionamento del campione, rappresentano a oggi le criticità che ostacolano maggiormente la conduzione di studi clinici pediatrici. A questo va aggiunto il ridotto numero di pazienti pediatrici per numerose patologie, la necessità di preparare formulazioni farmaceutiche appropriate per i bambini (che per esempio possono avere difficoltà a deglutire le compresse) e le problematiche correlate al reclutamento di pazienti attraverso il consenso informato dei genitori. Da considerare inoltre, la riluttanza da parte delle case farmaceutiche ad affrontare i costi di una sperimentazione ritenuta non remunerativa in considerazione di un mercato pediatrico poco sviluppato e quindi economicamente poco appetibile. Infine, dato il numero relativamente contenuto di bambini arruolabili, per ottenere delle statistiche sufficientemente ampie, la maggior parte delle sperimentazioni pediatriche viene condotta grazie al coinvolgimento di vari centri (studi multicentrici) con conse27 | marzo 2017 |

guenti costi per le strutture e tempi burocratici sensibilmente più lunghi.

Dalla sperimentazione alla pratica clinica

Sulla base di tali evidenze, nella pratica clinica pediatrica l’approccio farmacologico pediatrico viene supportato dalle informazioni ottenute dagli Rct condotti sulla popolazione adulta; i dosaggi dei farmaci per i bambini sono spesso quindi ricalcolati in base al peso o alla superficie corporea. Tuttavia i bambini differiscono sensibilmente dagli adulti non solo in termini di peso ma anche per via di specifiche caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche. Per esempio, il fegato dei neonati, specialmente se prematuri, ha una scarsa capacità di eliminare i farmaci, e la funzione renale è ancora immatura. Questi fattori determinano una ridotta eliminazione dei farmaci, rendendo quindi necessaria un’ulteriore diminuzione dei dosaggi rispetto al semplice valore “aggiustato” in base al peso. Al contrario, i bambini in età prescolare possono avere un’aumentata capacità metabolica e richiedono quindi dosi più alte. Inoltre il rapporto superficie corporea/peso nei bambini può essere fino a tre volte maggiore che negli adulti, provocando un maggiore assorbimento dei farmaci per somministrazione topica.


FARMACOLOGIA

Per di più l’assorbimento, il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci vanno incontro nel tempo a sostanziali processi di sviluppo che possono variare moltissimo nelle diverse fasce di età; tutte queste variabili concorrono a ridisegnare sensibilmente il profilo di sicurezza e di efficacia di un farmaco durante la crescita. Nonostante sia quindi estremamente complesso trasferire i risultati clinici ottenuti nell’adulto, in molte circostanze, farmaci non specificatamente testati sui bambini rappresentano l’unica opzione terapeutica disponibile. Lunghi periodi di utilizzo di questi farmaci consentono l’ottenimento di corpose evidenze scientifiche e cliniche che si rilevano spesso sufficienti per attestare un profilo rischio-beneficio

favorevole, e ne supportano l’uso pediatrico.

L’utilizzo

Alla luce di tali evidenze, la legislazione italiana ed europea consente in questi casi il cosiddetto uso off-label: ovvero, in condizioni diverse da quelle previste, autorizzate e descritte nelle schede tecniche del farmaco in termini di età, posologia, indicazione terapeutica e via di somministrazione. Specifiche necessità cliniche (in caso in cui non sia disponibile una valida opzione terapeutica in termini di indicazione o modalità di somministrazione già approvate) o ipotesi scientifiche sostenute da un razionale farmacologico, consentono il ricorso all’uso off-label di un farmaco. Approfondimenti 28 | marzo 2017 |

con opportuni studi mirati e presupposti scientifici rigorosi possono inoltre comportare anche una modifica delle indicazioni del medicinale oggetto dello studio. La prescrizione di farmaci off-label, consentita e disciplinata da un punto di vista normativo, rappresenta quindi una fonte preziosa che diventa di vitale importanza in particolari setting di cura pediatrici e può inoltre condurre a progressi significativi nella conoscenza e nella terapia di alcune patologie; tale opportunità va però considerata come una risorsa a cui attingere necessariamente in modo oculato. Se da un lato l’off-label consente al piccolo paziente di ricevere una cura, dall’altro lo espone a potenziali rischi in quanto il profilo di rischio/beneficio


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è stato valutato in popolazioni estremamente differenti da chi viene sottoposto al trattamento farmacologico. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato che l’uso di farmaci al di fuori di quanto riportato in scheda tecnica può correlarsi a un’aumentata insorgenza di reazioni avverse da farmaci (inclusi l’inefficacia e l’errore terapeutico). È stato recentemente calcolato che in Europa circa il 60 per cento di tutte le prescrizioni pediatriche sono off-label, e tale approccio rappresenta un’importante causa di aumento di eventi avversi clinicamente rilevanti. Inoltre, considerato che il profilo di tossicità del farmaco varia sensibilmente tra l’adulto e il bambino, la somministrazione off-label di un farmaco in pediatria può di conseguenza determinare l’insorgenza di reazioni avverse inattese e con una frequenza e/o intensità sensibilmente più marcate rispetto alla popolazione adulta.

In questo contesto, un’intensa attività di sorveglianza post-marketing acquista un ruolo di primaria importanza per la raccolta di preziose informazioni valide ad attestare il reale profilo di rischio/beneficio di un medicinale. La rilevazione, raccolta e successiva analisi (sostenuta dalle agenzie regolatorie del farmaco) delle reazioni avverse al farmaco in condizioni di offlabel fornisce a tutti gli operatori sanitari coinvolti a più livelli nella gestione farmacologica del paziente pediatrico, uno strumento conoscitivo estremamente importante per la tutela della salute pubblica nella pratica clinica quotidiana.

Il ruolo delle agenzie regolatorie

Sia a livello europeo sia negli Usa, le agenzie regolatorie stanno attuando diverse iniziative volte a rimuovere

Aggiornamenti sulla sperimentazione clinica pediatrica I dati raccolti dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) e dagli Stati membri tra il 2007 e 2015 documentano importanti passi in avanti nello sviluppo della medicina pediatrica. I miglioramenti prodotti dal Regolamento sono stati recentemente resi noti dall’Aifa che ha rilevato un significativo incremento del numero di autorizzazioni di farmaci pediatrici. Prima della sua entrata in vigore (2004-2006) erano stati autorizzati a livello centrale complessivamente trentuno tra nuovi medicinali e nuove indicazioni per uso pediatrico; nel triennio post-regolamento (2012-2014) il numero è salito a 68. Sono attualmente disponibili farmaci pediatrici per il trattamento di alcune condizioni quali: patologie reumatologiche; malattie infettive (epatite C cronica, infezione da Hiv); ipertensione; tumori pediatrici (leucemia linfoblastica acuta). Gli studi clinici nei bambini avviati grazie al nuovo Regolamento Pediatrico risultano attualmente il 30 per cento di quelli registrati nel database dell’Ue sulla sperimentazione clinica.

30 | marzo 2017 |

Diversi studi dimostrano che l’uso di farmaci al di fuori di quanto riportato in scheda tecnica può correlarsi a un’aumentata insorgenza di reazioni avverse alcune barriere (per lo più) culturali e a incentivare lo sviluppo di farmaci pediatrici mediante il supporto di policy mirate. La soluzione adottata dall’Europa ha preso forma con l’introduzione del Regolamento Pediatrico per la sperimentazione di farmaci per bambini (entrato in vigore in tutti i paesi dell’Unione Europea il 26 gennaio 2007); tale normativa garantisce che esigenze terapeutiche pediatriche in precedenza non soddisfatte vengano studiate con conseguente sviluppo di farmaci appropriati. Ogni azienda produttrice che richiede l’autorizzazione all’immissione in commercio di nuovi medicinali, è tenuta a presentare un Piano di investigazione pediatrica (Pip) al momento dello sviluppo del farmaco, allo scopo di assicurare che tutti i dati necessari riguardanti l’uso del medicinale nei bambini siano ottenuti ove possibile in condizioni di sicurezza. A quasi dieci anni dall’attuazione del Regolamento Pediatrico (vedi box ), in Europa sono stati autorizzati molti più farmaci e sono state date nuove indicazioni per i bambini.


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COSMESI

a cura di NEW LINE RICERCHE DI MERCATO, con il contributo non condizionato di

Mercato capelli

I

occasione da cogliere

l segmento capelli, va ricordato, è il terzo per importanza del mercato cosmetico. Nel 2016 la farmacia ha realizzato 168 milioni di euro contro i 715,1 della Gdo. Il presente articolo è il primo di una serie di tre sull’argomento: sui numeri 7 e 12/2017 di Punto Effe usciranno - sempre con il contributo non condizionato di Phyto, marca leader nel segmento, che offre soluzioni specifiche sia nell’anti-caduta sia nella detersione e bellezza - ulteriori approfondimenti dedicati alla nomenclatura Inci e al tema dei prodotti per il colore. Obiettivo finale: far comprendere al titolare di farmacia quanto ancora inesplorato e, in prospettiva, molto fertile sia questo ambito commerciale, con particolare riferimento alla cura e alla bellezza dei capelli. Il grafico 1 mostra il confronto sul fatturato totale e nei principali segmenti per tipo di formulazione. La leva della convenienza è di sicuro la principale nella Gdo, mentre in farmacia, dove la promessa di efficacia è uno dei driver principali per tutti i segmenti, ci si aspetta la scelta di marche altamente riconosciute per questo tipo di posizionamento, per cui un livello di prezzo maggiore è una conseguenza non discordante. Nel confronto sui prezzi medi i due canali si confermano, a prescindere dalla formulazione, orientati a bisogni di consumo diversi. Diventa quindi importante, per capire

dove si colloca il potenziale maggiore, ragionare in termini di segmenti funzionali, soprattutto quando si guarda alla farmacia. Il grafico 2 mostra i dati delle principali aree definite trasversalmente, includendo cioè tutte le formulazioni correlate (shampoo, balsami, lozioni, maschere eccetera) per ciascun bisogno di consumo. L’area Detersione e bellezza è quella che realizza i valori più elevati e il trend migliore, dopo il segmento Antipediculosi. Mentre i trattamenti Anticaduta mostrano una flessione importante, -5,9 per cento a fatturato in confronto con il 2015. Per completare il quadro abbiamo selezionato, tra le farmacie clienti, le migliori 500 sul mercato capelli, avendo escluso a priori quelle con una dimensione

dell’area commerciale molto al di sopra della media. Il grafico 3 mostra i dati medi delle farmacie best performer: i numeri in gioco mostrano come sia fondamentale gestire con attenzione tutte le aree, progettando un’offerta molto qualitativa, anche e soprattutto nel segmento Bellezza e Detersione, che mostra decisamente il miglior potenziale di crescita: a fronte di un fatturato medio annuo di 33.150 euro, ben 15.200 euro sono ottenuti infatti con questi prodotti, che rappresentano quindi il segmento maggiore per fatturato e quello con il trend in crescita più elevato. L’anti-caduta sembra essere un mercato ormi maturo, bisogna guardare altre opportunità se si vuole crescere e la nuova frontiera è sicuramente la bellezza dei capelli.

Mercato capelli: canali a confronto Milioni € 800

grafico

1

(fatturato 2016)

trend fatturato 2016

715,1

700 600 500

438,5

400 300

-3,8%

200

-3,6%

276,6 -4,2%

-2,7%

168,0

100

-2,5% -3,1% 104,6

63,3

0 TOTALE MONDO CAPELLI

SHAMPOO, DOPOSHAMPOO, LOZIONI

ALTRO

TOTALE MONDO CAPELLI

Totale Iper+Super+Lsp+Casa Toilette

Fonte dati: Iri – Infoscan Census®

34 | marzo 2017 | 15

SHAMPOO, DOPOSHAMPOO, LOZIONI

ALTRO

Totale Farmacia

Fonte dati: New Line Ricerche di Mercato

trend prezzo medio vs 2015 +2,6%


COSMESI

Un ambito, ancora in parte inesplorato, dove non mancano le opportunità per la farmacia. L’opinione di Filippo Manucci, amministratore delegato di Alès Groupe Italia Migliaia €

trend fatturato 2016

Il gap tra farmacia e Gdo nel compar40 to capelli è33,15 tuttora ampio, in termini +18,8% di fatturato. Cosa ne pensa? 30 +13,3% La maggior parte della partita all’inter20 no del mercato si gioca nei 15,23segmenti Bellezza e Detersione. La farmacia si 10 qualifica da sempre come il canale di ri0 ferimento per anti-caduta, integratori e TOTALE MONDO CAPELLI E BELLEZZA problemi specifici ed è DETERSIONE fondamentale che continui a presidiare questi segmenti. Visto però il grande traffico di consugrafico

2

matori che passa in farmacia ogni giorno, sarebbe utile per il canale ampliare il proprio business iniziando a consiglia+10,1% +10,1% re anche Detersione, Bellezza e Colora+2,6% zione. Creare un reparto capelli ha costi 11,40 contenuti, perché il prezzo pubblico medio è inferiore 4,18 per esempio allo2,34 skincare, ma il potenziale è davvero elevato. Nello ANTICADUTA ANTIPEDICULOSI ANTIFORFORA skincare la farmacia ha saputo diventare leader: perchè non dovrebbe fare stessa cosa nella bellezza dei capelli? La far-

Mercato capelli in farmacia: principali segmenti trend fatturato 2016

168,0

180 160

-2,7%

140

-0,6%

120 100

69,7

- 7,8%

54,8

60

29,5

40

13,9

20 0 TOTALE MONDO CAPELLI

grafico

3

DETERSIONE E BELLEZZA

ANTICADUTA

ANTIPEDICULOSI

ANTIFORFORA

Mercato capelli nella farmacia Best performer (fatturato medio 2016) Migliaia €

trend fatturato 2016 40

33,15 30

+18,8%

+13,3%

+10,1%

+10,1% +2,6%

20

15,23 11,40

10

4,18

2,34

0 TOTALE MONDO CAPELLI

DETERSIONE E BELLEZZA

Quanto conta la leva prezzi? Ritengo che il prezzo dei prodotti del mercato capelli in farmacia debba essere premium verso quella della Gdo e che sia compito delle aziende valorizzare i prodotti con una comunicazione orientata non solo sull’efficacia e sulla piacevolezza cosmetica, ma anche sull’incredibile quantità di investimenti in ricerca e sviluppo che esse dedicano al settore.

+1,1%

-5,9%

80

macia deve cercare mercati che fidelizzino e la bellezza e cura dei capelli fanno proprio questo. Basti pensare che le donne italiane sono tra le più alto spendenti al mondo nel segmento capelli.

ANTICADUTA

ANTIPEDICULOSI

35 | marzo 2017 |

ANTIFORFORA

Quali caratteristiche deve avere un brand per aiutare la farmacia a crescere? Innanzitutto deve rispettare le caratteristiche del canale: qualità delle formulazioni, efficacia nei risultati e grande tollerabilità. Phyto garantisce tutto questo, grazie a laboratori di proprietà in cui vengono sviluppate le nuove formulazioni e alla costante collaborazione con centri di ricerca d’eccellenza. Le formulazioni di Phyto hanno un’elevatissima percentuale di attivi naturali e vegetali (fino al 99 per cento). Leggendo l’Inci dei nostri prodotti si vede che usiamo decotti al posto dell’acqua. Inoltre un brand deve trattare in modo completo tutto il comparto, dall’anti-caduta alla bellezza.


NUTRIZIONE

di SILVIA AMBROGIO, biologa nutrizionista

Al femminile

Q

uando si pensa alla relazione tra il cibo e la donna, istintivamente la mente va al differente modo in cui una donna dovrebbe alimentarsi nelle diverse fasi della propria vita, prima della pubertà, durante il suo periodo di fertilità e nella menopausa. Meno conosciuto, seppur sempre più studiato, il ruolo dell’alimentazione nei confronti di patologie dell’universo femminile che coinvolgono molte donne.

Policistosi ovarica

La sindrome dell’ovaio policistico (Polycystic ovary syndrome, Pcos) è uno dei più comuni disturbi endocrini che interessano le donne in età riproduttiva. Di norma comporta l’aumentata secrezione di androgeni da parte

dell’ovaio e del surrene, con i conseguenti disagi dovuti all’iperandrogenismo, e l’aumentata resistenza alla insulina, per lo meno in una alta percentuale di casi. Nella Pcos non esiste una terapia farmacologica curativa e risolutiva, ma è possibile contrastare i disturbi e la sintomatologia tramite svariate scelte terapeutiche e mettere in atto specifiche linee guida alimentari. L’insulino-resistenza che la caratterizza contribuisce infatti all’accumulo di tessuto adiposo in sede viscerale con la conseguenza di aggiungere un ulteriore elemento di disagio nelle donne normopeso, che spesso cercano una soluzione nel dimagrimento oltre il proprio peso forma, e peggiorare il rischio di sviluppare i disordini metabolici correlati all’obesità. Nell’alimentazione di 36 | marzo 2017 |

queste donne è quindi fondamentale limitare gli zuccheri semplici e porre attenzione all’indice glicemico: è importante che i “picchi glicemici”, ovvero i rialzi della glicemia, non siano mai bruschi, proprio per far sì che la produzione di insulina, non adeguatamente utilizzata, non sia eccessiva. Ciò non vuol dire che gli zuccheri debbano essere eliminati, tuttavia andrebbero consumati in quantità controllate e soprattutto cercando di evitare di consumarli da soli, inserendoli in pasti che comprendano alimenti che ne modulino l’assorbimento e ne riducano l’indice glicemico.

Il ruolo degli inositoli

Nell’ambito del trattamento dell’insulino-resistenza è possibile coadiuvare il


NUTRIZIONE

Il ruolo dell’alimentazione nell’ambito di patologie che coinvolgono molte donne

ca l’acido alfa lipoico, che sembra contribuire a migliorare i sintomi, specie se in associazione agli inositoli. Questa sindrome è stata definita anche una “ladra” di femminilità perché i segni e sintomi dell’iperandrogenismo, oltre che i risvolti riproduttivi e metabolici, possono interferire significativamente con l’identità femminile a vari livelli, compresa una difficoltà a relazionarsi con la propria immagine corporea, il che può innescare un disturbo del comportamento alimentare. Occorre quindi grande sensibilità nell’affrontare questo argomento. trattamento con un prodotto a base di inositoli, carboidrati particolari che non vengono utilizzati a scopo energetico ma per altre funzioni, tra cui la capacità antiossidante, che si sono dimostrate insulino-sensibilizzanti. In particolare, gli studi si concentrano sul D-Chiro-Inositolo e sul suo precursore Mio-inositolo, entrambi efficaci anche se con dosaggi molto differenti. La loro attività è legata all’amplificazione del segnale insulinico intra-cellulare, che favorisce l’ingresso di glucosio nella cellula con un miglior controllo della glicemia e la riduzione della secrezione di insulina. Attualmente la ricerca è in espansione e sta prendendo in considerazione anche altre sostanze che in un futuro potranno associarsi e/o sostituirsi alle terapie attuali. Tra queste spic-

Efficacia della supplementazione

Un basso livello sierico di vitamina D si ritrova spesso in donne con sindrome dell’ovaio policistico e alcuni studi in vitro hanno dimostrato che la forma bioattiva di vitamina D è in grado di modulare l’espressione del gene dell’ormone antimulleriano (AMH), una glicoproteina prodotta dalle cellule della granulosa dei follicoli ovarici. Tuttavia, studi in vivo non sono riusciti a dimostrare chiaramente se bassi livelli sierici di vitamina D3 sono coinvolti nell’eccesso di questa glicoproteina nella della sindrome dell’ovaio policistico. Uno studio di quest’anno ha però dimostrato su un campione di 500 donne con PCOS che la supplementazione di vitamina D può essere utile per lo sviluppo 37 | marzo 2017 |

follicolare e la regolazione del ciclo mestruale e il ruolo della vitamina D resta tuttora molto interessante. Un altro ambito di sperimentazione riguarda l’integrazione con omega-3: i risultati stanno dimostrando che questa può avere alcuni effetti benefici sulle caratteristiche biochimiche, come LH, LH / FSH, e sull’adiponectina.

Endometriosi

Le diete carenti di nutrienti si traducono in cambiamenti nel metabolismo lipidico, un maggiore stress ossidativo e possono promuovere anomalie epigenetiche, con un provato coinvolgimento nella genesi e progressione della malattia. In particolare, una carenza di acido folico, vitamina B12, zinco e colina può interferire con la metilazione del Dna, con conseguente anomalie epigenetiche, dato che regola l’espressione o meno di alcuni geni CpG (citosina-fosfato-guanina): in caso di endometriosi l’ipometilazione di questi può portare alla sovraespressione del recettore per l’estrogeno (ER- ), con un conseguente aumento dei livelli di estradiolo e di prostaglandina E2 (PGE2), che promuovono infiammazione e crescita cellulare. Anche un elevato consumo di carni rosse è associato a più alte concentrazioni di estradiolo ed estrone solfato, e il loro consumo contribuisce all’aumento dei livelli di steroidi circolanti, promuovendo la patologia. Per il


NUTRIZIONE

come tale, vedrà sempre più il supporto dei nutrizionisti per la lotta contro la malattia.

Sindrome premestruale

trattamento e il controllo dell’endometriosi, i farmaci ormonali sono le uniche opzioni attualmente disponibili, spesso senza successo terapeutico e con numerosi effetti collaterali. Negli anni di ricerche sul legame tra questa patologia femminile e la nutrizione alcuni alimenti o molecole hanno dato prova di avere un effetto protettivo, riducendo il rischio di sviluppare la sintomatologia e addirittura di promuovere la regressione della malattia. Si tratta del consumo di alimenti ricchi di omega 3, dotati quindi di effetti anti-infiammatori, cereali integrali, frutta e verdura, preferibilmente biologici. Inoltre la supplementazione con N-acetilcisteina, vitamina D e resveratrolo sembra essere uno strumento promettente nella prevenzione e nel trattamento dell’endometriosi. È noto che il trattamento dell’endometriosi è multidisciplinare e

La sindrome premestruale coinvolge la maggior parte delle donne giovani: la causa esatta di questa sindrome non è chiara e le teorie oggi più accreditate ipotizzano un coinvolgimento tra fattori ormonali e caratteristiche alimentari. La relazione tra l’assunzione di cibo e morbilità è stata valutata in diversi studi, ma in pochi di questi sono state analizzate le abitudini alimentari dei pazienti, con la conseguenza di non avere ancora chiaro il modello alimentare da suggerire. Si sa però che elevati livelli sierici di zinco e la capaci-

tà antiossidante totale sono associati a un minor rischio di sindrome premestruale e questa è maggiormente presente tra le donne che presentano carenza di vitamina D, ferro, calcio e magnesio. In particolare, la regolazione del livello sierico di calcio sembra essere importante nella fase luteale del ciclo mestruale e sodio e magnesio, micronutriente coinvolto nel sistema della serotonina, influenzano la sintomatologia che prevede disagi psicologici, come ansia e depressione, e gastrointestinali, come nausea e stipsi. In attesa quindi di conferme scientifiche sul tipo di dieta, l’evidenza vuole che le donne ricerchino alimenti ricchi in triptofano, precursore della serotonina, e che ciò sia prevenibile aumentando il consumo di cibi o utilizzando integratori che contengano vitamina B6 e magnesio.

Bibliografia 1) Linee Guida Nutrizionali per Pazienti con Sindrome dell’Ovaio Policistico, Università degli Studi di Pavia. 2) Augoulea A, Alexandrou A, Creatsa M, Vrachnis N, Lambrinoudaki I. “Pathogenesis of endometriosis: the role of genetics, inflammation and oxidative stress”. Arch Gynecol Obstet. 2012; 286:99-103. 3) Halpern G, Schor E, Kopelman A. “Nutritional aspects related to endometriosis”. Rev Assoc Med Bras (1992). 2015 Nov-Dec;61(6):519-23. 4) Fathizadeh S, Amani R, Haghighizadeh MH, Hormozi R. “Comparison of serum zinc concentrations and body antioxidant status between young women with premenstrual syndrome and normal controls: A casecontrol study”. Int J Reprod Biomed (Yazd). 2016 Nov;14(11):699-704. 5) Fang F, Ni K, Cai Y, Shang J, Zhang X, Xiong C. “Effect of vitamin D supplementation on polycystic ovary syndrome: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials”. Complement Ther Clin Pract. 2017 Feb;26:53-60

38 | marzo 2017 |


NUTRIZIONE

il calore in caso di TORCICOLLO AFFATICAMENTO/ TENSIONE MUSCOLARE

DOLORI MUSCOLARI DOLORI ARTICOLARI

STRAPPI MUSCOLARI

DISTORSIONI

È un dispositivo medico Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso Richiedi il prodotto al tuo farmacista di fiducia

39 | marzo 2017 |


OMEOPATIA

Disturbi di CLAUDIO BUONO

stagionali

S

econdo i dati diffusi a gennaio 2016, in occasione del XIX Congresso nazionale sulle malattie respiratorie “Asma bronchiale e Bpco: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, la tosse colpisce un italiano su due almeno un paio di volte l’anno e può presentarsi in qualsiasi stagione a causa di fattori diversi (asma, fumo, inquinamento, allergie, reflusso gastrico) anche se è durante i mesi freddi che la percentuale di pazienti che lamentano questo disturbo aumenta considerevolmente. La tosse è il sintomo di più comune riscontro nelle sindromi influenzali e parainfluenzali e può durare anche qualche settimana in più rispetto all’episodio che l’ha originata. Tra le diverse tipologie che la contraddistinguono, definite in base alla presenza o meno di muco (tosse grassa o secca) e alla durata del sintomo (acuta o cronica) - proprio quest’ultima, dicono le statistiche, affligge il dieci per cento della popolazione italiana, soprattutto donne e bambini, e genera cinque milioni di visite mediche l’anno. A ogni modo, di qualunque tipo si tratti, la tosse è un sintomo fastidioso che risulta davvero invalidante, tanto più di notte, quando rende difficoltoso addormentarsi o è causa di frequenti risvegli. Non a caso, un gran numero di persone spesso si rivolge al farmacista prima ancora che al medico alla ricerca di un rimedio in gra40 | marzo 2017 |


OMEOPATIA

Alternative non convenzionali per combattere la tosse

Per la tosse di origine laringo-tracheale con bruciore allo sterno si consiglia Bryonia 9 CH, per quella con tonalità quasi acuta Spongia tosta 9 CH

do di calmarla rapidamente. E proprio di trattamento della tosse, sia nelle forme tipicamente invernali sia in quelle allergiche, ha parlato Mauro Mancino, medico esperto in omeopatia a Pesaro, in occasione di un evento organizzato da Boiron a Milano. Dall’incontro è emerso come, tra i diversi strumenti che rappresentano una valida opportunità terapeutica nel trattamento della tosse, la farmacologia omeopatica offra numerose soluzioni che rispondono alle diverse reazioni personali dei pazienti e che quindi permettono una terapia specifica in base alla sintomatologia manifestata. Inoltre, grazie alle elevate diluizioni, i rimedi omeopatici non presentano generalmente rischi di interazione con altri farmaci o problemi di sovradosaggio, per cui sono adatti a

tutti, grandi e piccoli, inclusi anziani e donne in gravidanza. Se la tosse è secca: all’inizio si manifesta di frequente proprio in questa forma. Tipica delle situazioni irritative della trachea e dei bronchi, è caratterizzata dall’assenza di catarro e può essere accompagnata da fastidio in gola e mal di testa. Per la tosse secca di origine laringo-tracheale con bruciore allo sterno, Mancino consiglia Bryonia 9 CH, mentre per quella con tonalità quasi acuta, l’omeopatico più adatto è Spongia tosta 9 CH. Invece, se la tosse è stizzosa e accompagnata da senso di pizzicore in gola e febbre, andrà assunto Ferrum phosphoricum 9 CH. E in caso di tosse secca notturna, con timbro profondo, che provoca risvegli, è indicato Drosera 30 CH. Se la tosse è grassa: spesso rappre41 | marzo 2017 |

senta la normale evoluzione di quella secca ed è dovuta a flogosi delle vie respiratorie. A chi lamenta tosse produttiva abbondante, con espettorazione facile e astenia, l’omeopata suggerisce Antimonium tartaricum 5 CH; invece, se durante il giorno si presenta grassa, con catarro denso e giallastro, mentre la notte appare secca, è appropriato Pulsatilla 9 CH. Per quella caratterizzata da accessi violenti a cui fa seguito il vomito, il rimedio da assumere è Ipeca 9 CH. Infine, se il sintomo si manifesta di notte, rendendo difficoltoso il riposo, l’esperto consiglia Drosera 30 CH. Per tutti questi medicinali, la posologia è di 5 granuli (da sciogliere preferibilmente sotto la lingua) ogni tre ore, diradando la somministrazione al miglioramento dei sintomi.


OMEOPATIA

Mauro Mancino consiglia di assumere il prima possibile una dose globuli di un prodotto omeopatico che contribuisce sia a ridurre in modo significativo il rischio di contrarre raffreddore, influenza e sindromi parainfluenzali sia a favorire una rapida risoluzione di questi disturbi stagionali. Più in generale, per un adeguato trattamento preventivo, è utile prendere una dose globuli ogni settimana, da settembre ad aprile, versando e sciogliendo l’intero contenuto direttamente in bocca, preferibilmente sotto la lingua.

In primavera Mucolitici vietati ai più piccoli L’Aifa ha condotto un’analisi sui dati di farmacovigilanza, nazionali e internazionali, i cui risultati hanno rivelato come le sostanze mucolitiche (acetilcisteina, carbocisteina, ambroxolo, bromexina, sobrerolo, neltenexina, erdosteina e telmesteina) siano la causa di un aumento delle secrezioni bronchiali nei bambini sotto i due anni. E che queste ultime, per le ridotte capacità tossigene dei piccoli, possono provocare difficoltà respiratorie anche gravi e vomito vischioso. Nel novembre 2010, per i medicinali che contengono tali sostanze, l’Aifa ha adottato un provvedimento restrittivo che ne vieta l’uso nei bambini in questa fascia di età. Diversamente, i medicinali omeopatici, non contenendo mucolitici, possono essere somministrati con sicurezza anche nei primissimi anni di vita.

Quando la tosse presenta caratteristiche differenti o difficilmente qualificabili, il medicinale (sciroppo o granuli) consigliato è un complesso a base di Pulsatilla, Rumex crispus, Bryonia, Ipeca, Spongia tosta, Sticta pulmonaria, Antimonium tartaricum, Myocarde, Coccus cacti e Drosera, normalmente utilizzati nel trattamento della tipologia secca e produttiva, che agiscono sinergicamente e hanno il fine di regolare la risposta dell’organismo a livello sia delle secrezioni sia della tosse spasmodica, permettendo così di ridurre la frequenza e

l’intensità degli attacchi. Indicativamente, la posologia è di 15 ml di sciroppo per gli adulti e di 5 ml per i bambini, tre-cinque volte al giorno. O di 5 granuli ogni ora (per adulti e bambini), diradandone l’assunzione in base al miglioramento dei sintomi.

Prevenzione invernale

In inverno la tosse è spesso correlata a influenza, sindromi simil-influenzali o raffreddore. Quando qualcuno si ammala, per evitare il contagio (in famiglia, in ufficio o nei luoghi chiusi e affollati), 42 | marzo 2017 |

Una tipica manifestazione delle allergie respiratorie è la tosse. Si tratta, infatti, di un meccanismo volto ad allontanare l’allergene che scatena la reazione dell’organismo e che nel tempo può portare a una vera e propria irritazione della gola. Anche in questi casi, l’omeopatia è particolarmente indicata per affrontare adeguatamente il disturbo. A livello preventivo, per preparare l’organismo, è possibile una terapia a base di medicinali omeopatici da iniziare prima del periodo previsto di fioritura delle piante a cui si è sensibili. Per esempio, nel caso di allergia ai pollini dell’olivo, il medicinale omeopatico indicato è Polline di Olivo 30 CH, mentre sarà da preferire Polline di Cipresso 30 CH quando a essere allergizzanti sono i pollini del cipresso. La posologia è di 5 granuli, una-due volte la settimana, nelle sei settimane precedenti la fioritura. Durante la fase acuta, invece, l’esperto consiglia di assumere 5 granuli ogni due ore di Poumon histamine 15 CH indicato per tutte le forme di tosse con una componente allergica o di tipo infiammatorio, diradando la frequenza in base al miglioramento dei sintomi.


NUTRIZIONE

NOVITÀ

editoriale

“Leggete senza pensare oppure concentratevi su ogni parola ma continuate a camminare”

LUCA PANI

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LEGALE

a cura dello studio dell’avvocato BRUNO RICCARDO NICOLOSO Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

La parola “anche” Una congiunzione coordinante non rafforza l’erogazione diretta di medicinali da parte delle Asl

H

a ripreso vigore la tensione che si trascina da anni in ordine alla erogazione diretta di medicinali sul territorio da parte delle strutture aziendali del Servizio sanitario nazionale (articolo 8, Legge n. 405/2001) in alternativa, ma a certe condizioni, alla erogazione istituzionale di medicinali sul territorio in regime convenzionale di livello nazionale da parte della rete delle farmacie ivi pianificate (articoli 28 e 48, Legge n. 833/1978) peraltro coinvolte «anche» nella alternativa forma di assistenza farmaceutica di cui s’è detto mediante accordi di livello regionale che riguardano peraltro solo un aspetto tra le forme di erogazione diretta tra quelle previste della normativa di riferimento, che di seguito viene riferita per consentirne l’esegesi.

La legge

Articolo 8, comma 1, Legge n. 405/2001, come modificato dall’articolo 52, comma 65, della Legge n. 448/2001: «Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, anche con provvedimenti amministrativi, hanno facoltà di: a) stipulare accordi con le associazioni sindacali delle farmacie convenzionate, pubbliche e private, per consentire agli assistiti di rifornirsi delle categorie di medicinali che richiedono un controllo ricorrente del paziente anche presso le

farmacie predette con le medesime modalità previste per la distribuzione attraverso le strutture aziendali del Servizio sanitario nazionale, da definirsi in sede di Convenzione; b) assicurare l’erogazione diretta da parte delle aziende sanitarie dei medicinali necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale; c) disporre, al fine di garantire la continuità assistenziale, che la struttura pubblica fornisca direttamente i farmaci, limitatamente al primo ciclo terapeutico completo, sulla base di direttive regionali, per il periodo immediatamente successivo alla dimissione dal ricovero ospedaliero o alla visita specialista ambulatoriale». La linea di confine è segnata, nella prima ipotesi, dalla congiunzione «anche» che riguarda direttamente le farmacie territoriali e che sembra rafforzare il rapporto copulativo tra un elemento espresso «la distribuzione attraverso le strutture aziendali» rispetto alla proposizione concessiva «le farmacie predette», ma che attiene solo «i medicinali che richiedono un controllo ricorrente del paziente», prevedendo la conclusione di «accordi» da concludersi a livello regionale per la attuazione da parte loro di una tale forma alternativa di assistenza farmaceutica (articolo 8, comma 1, lettera a, Legge n. 405/2001): vulgo in Dpc, che diverge ri44 | marzo 2017 |

spetto a quella ordinaria prevista dalla normativa sul Servizio sanitario nazionale (articolo 48, Legge n. 833/1978) e attuata secondo le modalità previste dalla Convenzione farmaceutica di livello nazionale (Dpr n. 371/1998): vulgo in Dpt. Non è invece previsto il coinvolgimento delle farmacie territoriali per quanto riguarda l’erogazione diretta dei «medicinali necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare» (articolo 8, comma 1, lettera b, Legge n. 405/2001), e dei «medicinali necessari al fine di garantire la continuità assistenziale… nel primo ciclo terapeutico immediatamente successivo alla dimissione del ricovero ospedaliero o alla visita specialistica» (articolo 8, comma 1, lettera c, Legge n. 405/2001), ma che incide indirettamente nell’economia delle imprese organizzate per il relativo esercizio sul territorio. In questo contesto risulta evidente che l’erogazione diretta dei medicinali da parte delle strutture aziendali del Servizio sanitario nazionale rappresenta una loro facoltà esercitata nell’ambito del buon andamento della loro azione amministrativa (articolo 97 della Costituzione) ma non attiene ex professo il contenimento della spesa farmaceutica che è di portata generale, bensì riguarda uno specifico ambito in cui si colloca teleologicamente riferito a ciascuna delle tre ipotesi e così rispettivamente


LEGALE

Non è previsto il coinvolgimento delle farmacie territoriali nell’erogazione dei “medicinali necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare”

al «controllo ricorrente» (ipotesi a), alla «assistenza domiciliare e/o residenziale» (ipotesi b) e al «primo ciclo terapeutico successivo alla dimissione» (ipotesi c), che hanno una rilevanza prioritaria, in uno al costo sociale posto a carico dell’assistito, in tale forma di assistenza farmaceutica sul territorio.

La reazione e la tutela

In questo contesto si muove la più recente iniziativa dei titolari emiliani di farmacia che hanno attuato uno sciopero (recte una serrata) svoltasi mediante un’interruzione temporanea del servizio farmaceutico, mantenuto peraltro da parte delle farmacie di turno, quale reazione agli eccessi e agli spechi lamentati in relazione a tale forma di erogazione diretta di medicinali sul territorio da parte delle strutture aziendali del Servizio sanitario nazionale Non è questa la sede per una analisi di una tale iniziativa, che sarà stata di certo verificata quo ante in punto di imputazione e di esimenti, mentre la riflessione che viene qui espressa attiene le possibili tutele che possono essere invocate dai titolari delle farmacie territoriali di contro a ogni abuso operato in detta forma di assistenza farmaceutica che è legittima nella misura in cui venga svolta nei limiti e per gli scopi di cui s’è detto. Vengono così in considerazione gli accordi regionali che devono essere con-

clusi dalle associazioni di categoria a livello regionale per fissare la partecipazione «anche» delle farmacie territoriali nella ipotesi di assistenza farmaceutica (in Dpc) che è alternativa a quella istituzionale (in Dpt), che richiederebbero un raccordo da parte della Conferenza Stato-Regioni che ne garantisca una unitarietà nel contesto del federalismo sanitario, ma che dovrebbe riguardare anche i limiti e i contesti in cui le ipotesi di erogazione diretta di medicinali sul territorio ancor prima del suo aspetto economico. Sotto tale profilo appare decisivo l’intervento delle Commissioni paritetiche previste dagli accordi regionali, cui è demandato il vaglio della erogazione della assistenza farmaceutica in Dpc e, così tra l’altro, l’osservanza del «controllo ricorrente» del paziente che costituisce il presupposto dell’erogazione diretta dei medicinali, magari esteso convenzionalmente al limite del «primo ciclo terapeutico» nella parallela erogazione diretta di medicinali al momento della sua dimissione ospedaliera e/o ambulatoriale. Mentre appare del pari necessario l’intervento preventivo della Federazione nazionale delle associazioni di categoria al Tavolo di consultazioni aperto dal ministero della Salute su tutte e tre le forme di erogazione diretta di medicinali da parte delle strutture aziendali del Servizio sanitario nazionale, che è stato esteso alle Regio45 | marzo 2017 |

ni e alla filiera che opera nella produzione/distribuzione/dispensazione di medicinali sul territorio, sempre e nella misura in cui la problematica riguardi non solo il contenimento della spesa di tale forma di assistenza farmaceutica sul territorio, ma i suoi limiti fissati normativamente in funzione dell’ambito in cui può operare nelle tre ipotesi di cui s’è detto. Rimane da dire che l’ordinamento offre in ogni caso ai titolari delle farmacie territoriali un’idonea tutela, attivabile avanti alla giurisdizione ordinaria e amministrativa in relazione a ogni eccesso e alla giurisdizione contabile per quanto attiene il danno erariale che siano comunque connessi alla erogazione diretta di medicinali sul territorio da parte delle strutture aziendali del Servizio sanitario nazionale: ciò in un contenzioso che potrebbe far ricordare i duellanti dell’Orlando Furioso di Fabrizio Clerici, ma un diritto senz’armi non è un diritto. Per un approfondimento: B.R. Nicoloso, “La riforma copernicana delle farmacie”, in Sanità pubblica e privata, 2002, fascicolo 2, (Heri dicebamus).


INTERVISTA A...

Nazionale

a cura della REDAZIONE

e globale

D

na italiano, visione e presenza globale. Forse in pochi sanno che Chiesi Farmaceutici è leader a livello internazionale nell’area della neonatologia ed è una delle aziende italiane che investe di più in Ricerca e sviluppo, focalizzando la sua attività nell’area respiratoria e nelle malattie rare. Innovazione e ricerca assumono infatti un valore strategico su cui l’azienda di Parma ha costruito la propria competitività. Raffaello Innocenti, general manager di Chiesi Italia, la filiale italiana del Gruppo Chiesi, ci illustra l’andamento del gruppo, focalizzandosi sul recente accordo di distribuzione in esclusiva dell’intero listino della Marco Antonetto. Un passo strategico e importante di crescita per Chiesi, che sarà molto più presente all’interno delle farmacie con prodotti di automedicazione, dispositivi medici e una linea di integratori nutrizionali. Dati alla mano, il Gruppo Chiesi è una delle aziende che più investe in Ricerca e sviluppo in Italia. Nel 2016, grazie agli investimenti in Ricerca e sviluppo, il gruppo si è posizionato nei primi quattro posti in Italia tra le aziende del manifatturiero dietro a colossi come Fiat, LeonardoFinmeccanica e Ferrari. Nel 2017 prevediamo di toccare quota 385 milioni di euro di investimenti. Sono numeri

che rendono bene l’idea della filosofia che sta alla base dell’azienda. Un gruppo italiano con vocazione internazionale? Assolutamente sì. L’italianità si manifesta con la forte identificazione con Parma e con tutto il territorio nazionale. A differenza di altri concorrenti, Chiesi non persegue una strategia di sistematica delocalizzazione all’estero della produzione o della ricerca e investe sul territorio italiano creando benessere per la comunità. Nella nostra sede di Parma, lavorano infatti oltre 500 ricercatori. Nonostante questo, l’80 per cento del fatturato lo raccogliamo sui mercati internazionali. In Italia ci stiamo aprendo nuove strade, come dimostra il recente accordo di distribuzione in esclusiva dell’intero listino della Marco Antonetto. Un’operazione che denota come gli obiettivi di Chiesi siano rivolti al territorio italiano. Certamente. Il nostro listino si è ampliato in modo significativo, aprendoci ad aree precedentemente non presidiate nelle farmacie, con prodotti di automedicazione e dispositivi medici, ed entrando nel mercato degli integratori nutrizionali. Questo ci permetterà di raddoppiare le vendite dei prodotti Otc in farmacia, collocandoci tra le prime venticinque aziende nel ranking Ims. 46 | marzo 2017 |

Quale strategia ha mosso questa scelta? Questa operazione ci permette di destagionalizzare il nostro listino che fino a oggi era principalmente legato alle patologie invernali. Quindi una valenza strategica di lungo periodo. Questo è un primo passo per futuri accordi con la Marco Antonetto? L’alleanza tra i due gruppi potrebbe condurre a ulteriori sviluppi industriali con l’azienda torinese diventata famosa con due prodotti che sono entrati nell’immaginario comune: il digestivo Antonetto e la Dolce Euchessina. Oltre a prodotti eccellenti, la Marco Antonetto è riconosciuta come un’azienda innovatrice nel mondo della comunicazione. Il tema Otc è dunque entrato in maniera consistente nella visione strategica del gruppo? Il portafoglio Otc è ora parte della strategia di Chiesi in Italia e si articola su quattro assi principali: respiratorio, trattamento del dolore, gastrointestina-


INTERVISTA A...

Innovazione e ricerca sono le stelle polari di Chiesi Farmaceutici. A colloquio con il general manager della filiale italiana del gruppo, Raffaello Innocenti

le e integrazione alimentare. Sono sicuro che la vision della filiale italiana nel comparto Otc possa diventare un modello di riferimento per lo sviluppo delle altre filiali nel mondo. Un modo per essere sempre più presenti all’interno delle farmacie? Al momento serviamo direttamente più di 10.000 farmacie. Vogliamo diventare per loro un punto di riferimento su tutto il territorio nazionale e la nostra ambizione è posizionarci, in breve tempo, tra le prime cinque aziende nel comparto, sia attraverso una crescita organica sia con acquisizioni. Un punto di riferimento per le farmacie, un progetto ambizioso. Per riuscirci stiamo realizzando iniziative come la “Farmacia del respiro”, tramite la quale sosteniamo il singolo farmacista con un approccio che ne valorizza le due dimensioni: il ruolo di dispensatore di salute e come esercizio commerciale. Nel primo caso con iniziative che ci vedono impegnati con i farmacisti in percorsi di formazione

nello sviluppo del proprio profilo scientifico; nel secondo caso suggerendo una gestione integrata delle linee di prodotti, dando visibilità al brand e ottimizzando le rotazioni e la marginalità. Oltre a questo abbiamo realizzato un portale dedicato, foryou.chiesi.it, per le nostre farmacie clienti, tramite il quale offriamo loro servizi quali il quadro di tutte le informazioni contabili e gli ordini effettuati. Inoltre dedichiamo molte risorse ed energie alla formazione dei nostri agenti I prossimi passi del Gruppo Chiesi? Il focus della nostra azienda è da sempre la ricerca e sviluppo di farmaci innovativi e in ambito respiratorio, dove siamo leader di mercato in Italia, cerchiamo di coprire tutta la gamma di prodotti per la cura delle patologie che vanno dalla prematurità fino al paziente anziano. In questo ambito il Gruppo Chiesi ha da poco depositato presso l’Ema la richiesta di approvazione e autorizzazione all’emissione in commercio di un prodotto Chiesi per le malattie respiratorie che per la prima volta unisce tre principi: la tripla combinazione Ics/Laba/Lama. Questo prodotto, indicato per il trattamento della Bronco pneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è motivo di grande orgoglio per tutti noi: abbiamo anticipato le grandi multinazionali e, soprattutto, è made in Italy. 47 | marzo 2017 |

Raffaello Innocenti, general manager di Chiesi Italia

Fatturato 2016 del Gruppo Chiesi: supera gli 1,5 miliardi di euro.

Investimenti in Ricerca e sviluppo 2016 del Gruppo Chiesi: oltre 330 milioni di euro, pari a circa il 22 per cento del fatturato.

Investimenti in Ricerca e sviluppo previsti 2017 del Gruppo Chiesi: 385 milioni di euro

Numero farmacie servite: più di 10.000 in tutto il territorio nazionale


IL LIBRO

La tribù del talento L’autismo, non una malattia ma una condizione umana

N

di GIUSEPPE TANDOI

euroTribù è la traduzione italiana di un volume uscito negli Usa nel 2015, a firma di Steve Silberman, giornalista di Wired e divulgatore scientifico. Il libro, diventato inaspettatamente un best seller, ha vinto il premio Samuel Johnson 2015, prestigioso riconoscimento britannico. Oltre cinquecento pagine di testo che sono il frutto di cinque an-

ni di studi e indagini sul campo con un unico oggetto: l’autismo. Difficile descrivere in poche righe una tale mole di lavoro, NeuroTribù è molte cose: un’inchiesta giornalistica su larga scala, una ricerca a carattere storico, persino un saggio scientifico, volto a scardinare alcuni luoghi comuni sul disturbo psichico così temuto dai genitori che riscontrano nei loro bambini

STEVE SILBERMAN NeuroTribù Prefazione di Oliver Sacks Lswr, 2016, pp. 544

comportamenti “fuori della norma”. Lo spunto è, come spesso succede, fortuito: per puro caso, in uno dei suoi viaggi di lavoro, Silberman viene a conoscenza del fatto che nella Silicon Valley l’incidenza dell’autismo è stranamente alta. Di lì nasce la curiosità, tipica del giornalista di razza, di lì la volontà di esplorare un campo a lui completamente sconosciuto. Anche il sommario assunto che associa l’autismo alla genialità di chi ne soffre va in effetti meglio delineato, evitando superficiali giudizi che, alla fine, impediscono una reale conoscenza del fenomeno. Come recita il sottotitolo del libro, si tratta di comprendere «i talenti

48 | marzo 2017 |

dell’autismo e il futuro della neurodiversità». In un’intervista al quotidiano inglese The Guardian, all’indomani della vittoria del Samuel Johnson Prize l’autore dichiara: «Sono stato educato a essere sensibile verso la causa degli oppressi. Una delle cose che ho fatto è inquadrare l’autismo non esclusivamente in un contesto clinico o di autodeterminazione ma in un contesto sociale. Ero partito pensando che mi accingessi a studiare una patologia, ma alla fine del mio lavoro mi sono trovato a pensare che stava nascendo un movimento per i diritti civili». Che non sono mai abbastanza.


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49 | giugno 2016 |


INTERVISTA A...

Servizi finanziari a cura della REDAZIONE

su misura

I

n questi anni delicati per l’economia italiana la questione del credito è cruciale anche per il sistema farmacia. Non si tratta soltanto di affrontare situazioni di difficoltà - che pure ci sono in un periodo di scarsa o nulla crescita nazionale ma anche, e soprattutto, di pensare al futuro in termini propositivi, di innovazione, e di trovare partner adeguati che sappiano consigliare e sostenere gli investimenti. Ne abbiamo voluto parlare con Giampiero Bernardelle, amministratore delegato di Farbanca, la banca da vent’anni al fianco, esclusivamente, del canale farmacia. È appena stato pubblicato il Bilancio 2016 di Farbanca: che considerazioni si possono fare in merito? In un contesto globale e settoriale non

certo facile, Farbanca è riuscita a ottenere un risultato economico netto pari a 4,8 milioni (+64 per cento rispetto allo scorso anno) conseguito mantenendo un attento monitoraggio della qualità del credito: infatti l’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale è scesa al 2,34 per cento (dal 2,92 del 2015); la copertura dei crediti deteriorati è di oltre il 58 per cento ma raggiunge il 64 per cento per le sole sofferenze; si tratta di valori che posizionano Farbanca tra le migliori banche italiane e che consentono di proporre all’assemblea dei soci un dividendo pari a 1,28 euro su un valore nominale di dieci euro per azione. Ritengo siano numeri di soddisfazione per i soci ma anche per il settore della farmacia perché lo stato di buona salute della banca ha consentito di mantenere inalterato nell’ultimo 50 | marzo 2017 |

triennio il flusso di nuove erogazioni alle farmacie per quasi cento milioni medi annui. Come si può sintetizzare l’approccio di Farbanca al canale farmacia? In primo luogo, Farbanca è nel canale farmacia e opera solo nel canale farmacia quindi l’approccio è quello di un partner professionale che vuole e deve agire per migliorare il contesto in cui lavora. In secondo luogo, la nostra specializzazione settoriale e la nostra esperienza, con vent’anni anni al servizio del mondo della farmacia, ci consentono di personalizzare il rapporto con il singolo titolare. Cosa intende Farbanca con il concetto di “personalizzazione” del rapporto con il titolare di farmacia? Si


INTERVISTA A...

La personalizzazione del rapporto con il cliente è l’obiettivo primario di Farbanca. A colloquio con l’amministratore delegato Giampiero Bernardelle può parlare di “servizio su misura” per ogni singola farmacia? I nostri clienti sono di varie tipologie: farmacie rurali, di grandi dimensioni, in fase di avvio, storiche. Sono dislocate da Trapani a Gorizia, da Aosta a Lecce, quindi il nostro compito è interpretare le necessità della nostra clientela e, insieme con il professionista, definire un piano di intervento atto ad aiutare il farmacista a sviluppare il suo progetto imprenditoriale, attraverso tutti i possibili step. Ovvero: l’acquisto della prima farmacia, la razionalizzazione dell’indebitamento complessivo, l’acquisto di locali o la ristrutturazione di quelli attuali, la liquidazione di un socio, le trasformazioni societarie, il passaggio della farmacia alla nuova generazione. Sono tante le situazioni nelle quali il farmacista ci chiede di intervenire, situazioni che per noi spesso sono già vissute. siamo ben lieti di mettere a disposizione le nostre esperienze. Come stanno cambiando le esigenze dei titolari? Nell’ultimo periodo è molto interessante seguire il farmacista negli investimenti che sta attuando per adattarsi costantemente alle esigenze del paziente/cliente, nell’ambito di tutti quei servizi che vanno nella logica della farmacia del futuro. Seguiamo il farmacista anche nelle sue esigenze più personali, come l’acquisto della casa per la famiglia o per un figlio

e ovviamente forniamo consulenza per quanto concerne le sue esigenze previdenziali e di gestione del risparmio. Quindi tutti i farmacisti sono conosciuti per nome? È proprio così, la personalizzazione del rapporto è estrema, e quando chiamano in Farbanca per parlare con un operatore della filiale o il commerciale di riferimento, il rapporto è diretto e amichevole, anche perché molti clienti sono con noi da anni e siamo la loro banca di riferimento. Stiamo inoltre concludendo una serie di investimenti tecnologici che ci consentirà di poter dialogare con il cliente anche dal punto di vista visivo, a distanza. Quali sono le nuove idee imprenditoriali che voi state riscontrando all’interno della categoria? Mi sembra superfluo dire che il mondo della farmacia in questo momento è in fermento, non fosse altro per le varie iniziative legislative che nell’ultimo periodo l’hanno interessato o lo stanno interessando. Mi sembra importante segnalare che in farmacia sempre di più sta crescendo l’attenzione al cliente in tutte le sue necessità. Si parte dalla farmacia storica per giungere alla farmacia del benessere e del “bellessere”, partendo dalla grande professionalità del farmacista. Per fare questo servono idee e mezzi finanziari adeguati. Mi sembra di 51 | merzo 2017 |

Giampiero Bernardelle, amministratore delegato di Farbanca

vedere che le idee ci siano, come ci sono i centri di aggregazione di tali idee (reti di impresa, consorzi, eccetera). I mezzi finanziari li possiamo certamente fornire noi, condividendo il percorso di crescita dei nostri clienti. Farbanca sarà presente a FarmacistaPiù con uno stand e parteciperà a un convegno istituzionale sul sostegno finanziario alle farmacie: che significato ha questa presenza all’evento che quest’anno giunge alla quarta edizione? Essere partner di ciascuna farmacia nostra cliente richiede non solo capacità di ascolto ma anche un impegno costante a dare risposte pertinenti e concrete alle esigenze che cambiano del farmacista, attraverso la proposizione di idee ed esperienze. Da sempre Farbanca partecipa e organizza riunioni in cui si dibattono questi temi. Il convegno all’interno di FarmacistaPiù è una preziosa, ulteriore occasione in tal senso, dove si intendono approfondire le tematiche cui ho accennato e suggerire precise soluzioni finanziarie.


FARMANEWS

di STEFANIA CIFANI

Vie aeree:

un aiuto dalla natura Resveratrolo, un agente terapeutico efficace nei confronti dell’infezione virale e dei sintomi a essa correlati

L’

associazione di resveratrolo e carbossimetilglucano (in spray e gocce nasali, dispositivo medico di classe 2) è risultata efficace come coadiuvante per combattere le infezioni virali delle alte vie respiratorie, diminuendone sintomi ed esacerbazioni. Il resveratrolo, un polifenolo naturale che le piante producono in risposta a danni causati da microorganismi, possiede azione antinfiammatoria e antivirale - inibisce la replicazione di rhinovirus, adenovirus e influenza A virus - e migliora il battito ciliare che permette l’eliminazione del muco e quindi il miglioramento della respirazione. Il suo impiego è stato finora limitato dalla sua scarsa stabilità in soluzione acquosa, migliorata dall’associazione con carbossimetilglu-

cano (CMG) che ne ha inoltre aumentato biodisponibilità e velocità di assorbimento. Dopo la valutazione in vitro, l’efficacia del composto è stata testata in soggetti in età pediatrica. «Il nostro gruppo di ricerca», afferma Michele Miraglia del Giudice, associato di Pediatria presso la II Università di Napoli, «ha recentemente pubblicato uno studio in doppio cieco controllato in 76 bambini con infezioni respiratorie ricorrenti affetti da asma bronchiale allergico. L’associazione somministrata in spray nasale si è dimostrata capace di ridurre i giorni con febbre, le visite di emergenza e le assenze da scuola durante tutto il periodo di trattamento. Inoltre, il trattamento tre volte al giorno per due mesi ha migliorato il controllo dell’asma e della rinite allergica, riducendo gli episodi asmatici e l’uso

del salbutamolo». In un altro studio condotto in bambini con rinofaringite acuta, l’uso del prodotto in gocce nasali ha migliorato significativamente, rispetto alla sola soluzione fisiologica, sintomi e ostruzione nasale, tosse, febbre, uso di altri farmaci. Risultati positivi sono stati ottenuti anche nei bambini con rinite allergica. Le Infezioni respiratorie ricorrenti (Irr), molto frequenti nei bambini, si verificano più volte all’anno e sono dovute per il 60 per cento al rhinovirus di cui esistono oltre 110 sierotipi virali diversi. «I tipici sintomi come congestione nasale, rinorrea, infiammazione sono dovuti all’induzione da parte del virus di molecole proinfiammatorie, prodotte dalle cellule della mucosa respiratoria infettate, che reclutano cellule infiammatorie che a loro volta rilasciano molecole proinfiammatorie», precisa Paola Mastromarino, microbiologa e virologa della Sapienza di Roma. «Oltre ai sintomi correlati alle alte vie respiratorie i rhinovirus sono associati ad almeno i due terzi degli episodi di esacer-

52 | marzo 2017 |

bazione dell’asma». La principale causa delle Irr è legata alla immaturità del sistema immunitario. «Nei primi tre anni di vita», afferma Miraglia del Giudice, «esiste una difficoltà nella produzione anticorpale, responsabile anche di una incompleta memoria immunologica, con rischio di recidività della stessa infezione. Anche altri meccanismi di difesa sono immaturi; la riduzione della clearance mucociliare determina infatti un prolungamento della permanenza dei patogeni nelle mucose nasali e faringee, facilitando l’infezione». Se pur non gravi le Irr hanno un impatto sulla qualità della vita, determinano costi, assenze da lavoro e scuola ma soprattutto sono associate all’abuso di antibiotici. Per limitarlo e contenere lo sviluppo di resistenze batteriche, la ricerca si sta indirizzando verso sostanze alternative. «Poiché il resveratrolo non colpisce il virus, ma le vie cellulari utili al virus, la possibilità dell’insorgenza di ceppi resistenti è poco probabile» conclude Mastromarino.



SPIGOLATURE

Mediolanum Farmaceutici acquisisce Therabel Gienne Pharma È stato raggiunto a inizio febbraio l’accordo per l’acquisizione di Therabel Gienne Pharma da parte di Neopharmed Gentili, società appartenente al Gruppo italiano Mediolanum Farmaceutici. Therabel Gienne Pharma, filiale italiana dell’olandese Therabel, detiene un portafoglio di prodotti farmaceutici specialistici, focalizzati sulle aree cardiovascolare, gastroenterologia e dolore. Da parte sua il gruppo italiano vanta un’offerta distribuita su diverse aree, tra cui

il cardiometabolico, il respiratorio, l’osteoarticolare e l’infettivologia. Alessandro Del Bono, amministratore delegato del Gruppo Mediolanum Farmaceutici, sottolinea che «l’acquisizione di Therabel Gienne Pharma è un passo molto importante per lo sviluppo del nostro Gruppo, perché ci consente di rafforzare la nostra presenza in aree strategiche del settore farmaceutico, arricchendo il nostro portafoglio di diversi prodotti ben noti ai professionisti della salute».

Nuovo sito web per Specchiasol Protocollo d’intesa tra Cittadinanzattiva e Abbott Promuovere e tutelare la salute, sulla base di un insieme di valori e obiettivi condivisi. Questo in estrema sintesi il contenuto del Protocollo d’intesa siglato da Abbott e Cittadinanzattiva. Ecco alcuni degli obiettivi contenuti nel protocollo, che si ispira alla Carta Europea dei diritti del malato: mettere il cittadino al centro delle decisioni di politica sanitaria; considerare il punto di vista del cittadino, essenziale e centrale nella definizione e implementazione

delle politiche pubbliche; promuovere campagne di informazione e prevenzione rivolte al cittadino con l’obiettivo di coinvolgerlo direttamente nelle scelte che riguardano la propria salute e la tutela dell’ambiente; sostenere il Servizio sanitario nazionale, anche nell’articolazione delle singole Regioni, affinché si possano potenziare prevenzione, diagnosi, assistenza e accesso alle cure nel modo più trasparente, appropriato, tempestivo, efficace ed efficiente.

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Specchiasol, azienda leader nella produzione di fitoderivati e cosmetici, si rinnova sul web con un completo redesign del proprio sito (www.specchiasol.it). L’approccio è mobile first, caratterizzato cioè dall’attenzione alla navigazione via smartphone e tablet. Il responsive design consente l’adattamento grafico dei contenuti al dispositivo di navigazione, per un’ottima esperienza da tutti i device. Un vero e proprio riferimento per gli utenti che cercano informazioni sui prodotti Specchiasol e suggerimenti sul mondo della natura, della scienza e della salute: grazie alla nuova sezione videoPhytoTV, il gruppo vuole infatti aiutare i propri clienti a raggiungere una consapevolezza sull’utilizzo dei prodotti e sull’influenza che gli elementi naturali hanno sulla salute.


SPIGOLATURE

Medicine non convenzionali sempre più diffuse Sono più che raddoppiati dal 2000 a oggi gli italiani che si avvalgono delle Medicine non convenzionali (Mnc), secondo i dati Eurispes 2017: oltre un italiano su 5 (il 21,2 per cento della popolazione) ne fa uso (+6,7 per cento rispetto al 2012). Quando si decide infatti di non affidarsi alla medicina tradizionale, ci si orienta prima di tutto all’omeopatia (76,1 per cento), seguita dalla fitoterapia (con il 58,7), l’osteopatia (44,8), l’agopuntura (29,6) e, infine, la chiropratica (20,4). «Come rilevato dal rapporto Eurispes», commenta Marco Del Prete, a nome dell’Amiot, Associazione medica italiana di omotossicologia, «l’incremento del ricorso alle Mnc è un dato assodato a livello nazionale grazie a una presa di responsabilità sempre più rilevante delle famiglie e degli individui sul proprio stato di salute, all’autodeterminazione della scelta terapeutica, ma soprattutto a modalità relazionali medico/paziente più sensibili alle esigenze del paziente».

55 | marzo 2017 |


SPIGOLATURE

Janssen, sessant’anni di ricerca in psichiatria È dal 1953 che Janssen decida il suo impegno alla ricerca in psichiatria, da quando cioè il suo fondatore Paul Janssen (nella foto), scomparso nel 2003, iniziò a occuparsi di patologie mentali e nello specifico di schizofrenia. I suoi studi contribuirono a rivoluzionare l’approccio terapeutico ai disturbi mentali, grazie a scoperte in campo farmacologico che hanno segnato la storia della psichiatria nel mondo.

Successi che gli fruttarono la candidatura al Premio Nobel e il primato di ricercatore che a oggi ha scoperto il maggior numero di farmaci antipsicotici nella storia della medicina. «La nostra mission, da sessant’ anni a questa parte, è minimizzare l’impatto delle patologie mentali sui pazienti, grazie alla ricerca di soluzioni terapeutiche innovative. Siamo impegnati nell’identificare nuovi target per la depressione, l’insonnia e la schizofrenia», afferma

Massimo Scaccabarozzi, amministratore delegato e presidente di Janssen Italia. «L’obiettivo è unire l’efficacia terapeutica dei farmaci con la riabilitazione e il conseguente reinserimento in società dei pazienti; lo dimostra il progetto Triathlon Indipendenza, benessere, integrazione nella psicosi - ideato per far fronte alle criticità che, quotidianamente, caratterizzano l’assistenza e il trattamento delle persone che soffrono di psicosi».

I 95 anni della Lilt La Lega Italiana per la Lotta contro i tumori ha compiuto i novantacinque anni di attività: un cammino lungo quasi un secolo che ha sempre visto al centro, anche grazie al supporto di oltre 205.000 soci volontari su tutto il territorio nazionale, il tema della prevenzione come corretto stile di vita. Costituita nel lontano 1922, nel 1927 la Lilt ottenne il riconoscimento giuridico e la qualifica di “Ente Morale”, con decreto di Vittorio Emanuele III, Re d’Italia.

Risale al 1947 la prima iniziativa di piazza per la raccolta fondi, la “Giornata nazionale di propaganda per la lotta contro i tumori”, al fine di acquistare alcune strumentazioni diagnostiche, al 1986 la prima “Giornata mondiale senza tabacco”. Prossimo appuntamento: la Settimana nazionale per la prevenzione oncologica 2017, in programma dal 18 al 25 marzo.

56 | marzo 2017 |

Presidenziali francesi, anche l’automedicazione conta Interessante l’iniziativa presa dall’Afipa, l’associazione francese delle aziende che si occupano di automedicazione. Una campagna stampa avviata sui grandi quotidiani e sui network radiofonici, e, soprattutto, una lettera aperta a 120 politici francesi, compresi i prossimi candidati alle presidenziali e i loro staff, per comprendere «se essi hanno intenzione di promuovere l’automedicazione responsabile in Francia». Un elemento che potrebbe risultare secondario ma che rappresenta in realtà un test per valutare le intenzioni che i candidati alla presidenza della Repubblica hanno in materia di politica sanitaria.


SPIGOLATURE

www.nientemale.it NienteMale è il sito web in cui puoi trovare informazioni e consigli per trattare i vari tipi di dolore che puoi provare

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033/05

DIBASE 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile

2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA

DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione 10 ml contengono: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. 1 goccia contiene: 250 U.I. di vitamina D3. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 0,625 mg pari a 25.000 U.I. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 1,25 mg pari a 50.000 U.I. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 7,5 mg pari a 300.000 U.I. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

3. FORMA FARMACEUTICA

soluzione iniettabile; soluzione orale; gocce orali, soluzione.

4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche

Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D.

4.2 Posologia e modo di somministrazione

DIBASE può essere somministrato a cadenza giornaliera, settimanale, mensile o annuale (vedere paragrafo 5.2). In caso di terapia per via orale, si raccomanda di somministrare DIBASE durante i pasti (vedere paragrafo 5.2). La terapia per via intramuscolare è indicata solo in caso di sindromi da malassorbimento. Prevenzione della carenza di vitamina D: la somministrazione preventiva di DIBASE è consigliata in tutte le condizioni caratterizzate da maggior rischio di carenza o da aumentato fabbisogno. È generalmente riconosciuto che la prevenzione della carenza di vitamina D deve essere effettuata: - in maniera sistematica nel neonato (in particolare nel prematuro), nel lattante, nella donna in gravidanza (ultimo trimestre) e nella donna che allatta alla fine dell’inverno e in primavera, nel soggetto anziano, eventualmente nel bambino e nell’adolescente se l’esposizione solare è insufficiente; - nelle seguenti condizioni: • scarsa esposizione solare o intensa pigmentazione cutanea, regime alimentare squilibrato (povero di calcio, vegetariano, ecc.), patologie dermatologiche estese o malattie granulomatose (tubercolosi, lebbra, ecc.); • soggetti in trattamento con anticonvulsivanti (barbiturici, fenitoina, primidone); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee a lungo termine; • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Trattamento della carenza di vitamina D: la carenza di vitamina D deve essere accertata clinicamente e/o con indagini di laboratorio. Il trattamento è teso a ripristinare i depositi di vitamina D e sarà seguito da una terapia di mantenimento se persiste il rischio di carenza, ad un dosaggio di vitamina D idoneo alla prevenzione (vedi sopra “Prevenzione della carenza di vitamina D”). Nella maggior parte dei casi è consigliabile non superare, in fase di trattamento, una dose cumulativa di 600.000 U.I. all’anno, salvo diverso parere del medico. A titolo indicativo si fornisce il seguente schema posologico, da adattare a giudizio del medico sulla base della natura e gravità dello stato carenziale (vedere anche paragrafo 4.4).

DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione

Le posologie giornaliere sotto indicate possono essere assunte anche una volta alla settimana moltiplicando per sette la dose giornaliera indicata. Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 2-4 gocce al giorno (pari a 500-1.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 8-16 gocce al giorno (pari a 2.000-4.000 U.I. di vitamina D3) per 4-5 mesi. Donne in gravidanza 3-4 gocce al giorno (pari a 7501.000 U.I. di vitamina D3) nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3). In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio fino a 8 gocce al giorno (pari a 2.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 20-40 gocce al giorno (pari a 5.000-10.000 U.I. di vitamina D3) per 1-2 mesi. Istruzioni per l’uso La confezione contiene 1 flacone ed un contagocce. Il flacone è dotato di una capsula a prova di bambino. Il contagocce è dotato di una custodia. Per l’impiego seguire le istruzioni sotto riportate: a. aprire il flacone rimuovendo la capsula nel modo seguente: premere e contemporaneamente svitare (vedi Figura 1); b. svitare la custodia in plastica che avvolge la punta del contagocce (vedi Figura 2); c. inserire il contagocce nel flacone per prelevare il contenuto. Dosare le gocce in un cucchiaio e somministrare (vedasi “Posologia e modo di somministrazione”); d. chiudere il flacone (vedi Figura 3). Riavvitare la custodia sulla punta del contagocce; e. riporre il flacone ed il contagocce nella confezione.

Figura 1

Figura 2

Figura 3

Per aprire il flacone, premere e contemporaneamente svitare la capsula.

Prima di utilizzare il contagocce, svitare la custodia che avvolge la punta.

Per chiudere il flacone, avvitare la capsula (non è necessario premere).

DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale

Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) ogni 1-2 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 16-24 settimane. Donne in gravidanza 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane.

DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale

Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2-4 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 8-12 settimane. Donne in gravidanza 2 contenitori monodose (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane.

DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile

Neonati fino a 24 mesi Prevenzione: Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4-8 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Donne in gravidanza 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. Trattamento: 2 fiale (pari a 200.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 3 mesi. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione.

DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile

Neonati fino a 24 mesi Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ ml gocce orali, soluzione oppure o con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 3 mesi. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) ogni 6 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 6 settimane. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione.

4.3 Controindicazioni

Ipersensibilità al colecalciferolo o a uno qualsiasi degli eccipienti. Ipercalcemia, ipercalciuria. Calcolosi renale (nefrolitiasi, nefrocalcinosi). Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4).

4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego

In caso di somministrazioni prolungate con alti dosaggi, si consiglia di monitorare il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo. Interrompere l’assunzione di DIBASE quando il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo supera i 100 ng/ml (pari a 250 nmol/l). Nei pazienti anziani già in trattamento con glicosidi cardiaci o diuretici è importante monitorare la calcemia e la calciuria. In caso di ipercalcemia o di insufficienza renale, ridurre la dose o interrompere il trattamento. Per evitare un sovradosaggio, tenere conto della dose totale di vitamina D in caso di associazione con trattamenti contenenti già vitamina D, cibi addizionati con vitamina D o in caso di utilizzo di latte arricchito con vitamina D. Nei seguenti casi può essere necessario un aumento dei dosaggi rispetto a quelli indicati: • soggetti in trattamento con anticonvulsivanti o barbiturici (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee (vedere paragrafo 4.5);


• soggetti in trattamento con ipolipidemizzanti quali colestipolo, colestirami-

na e orlistat (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con antiacidi contenenti alluminio (vedere paragrafo 4.5); • soggetti obesi (vedere paragrafo 5.2); • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Il prodotto deve essere prescritto con cautela a pazienti affetti da sarcoidosi, a causa del possibile incremento del metabolismo della vitamina D nella sua forma attiva. In questi pazienti occorre monitorare il livello del calcio nel siero e nelle urine. Pazienti affetti da insufficienza renale presentano un alterato metabolismo della vitamina D; perciò, se devono essere trattati con colecalciferolo, è necessario monitorare gli effetti sull’omeostasi di calcio e fosfato.

4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione

L’uso concomitante di anticonvulsivanti o barbiturici può ridurre l’effetto della vitamina D3 per inattivazione metabolica. In caso di trattamento con diuretici tiazidici, che riducono l’eliminazione urinaria del calcio, è raccomandato il controllo delle concentrazioni sieriche di calcio. L’uso concomitante di glucocorticosteroidi può ridurre l’effetto della vitamina D3. In caso di trattamento con farmaci contenenti la digitale, la somministrazione orale di calcio combinato con la vitamina D aumenta il rischio di tossicità della digitale (aritmia). È pertanto richiesto lo stretto controllo del medico e, se necessario, il monitoraggio elettrocardiografico e delle concentrazioni sieriche di calcio. Un concomitante uso di antiacidi contenenti alluminio può interferire con l’efficacia del farmaco, diminuendo l’assorbimento della vitamina D, mentre preparati contenenti magnesio possono esporre al rischio di ipermagnesiemia. Studi sugli animali hanno suggerito un possibile potenziamento dell’azione del warfarin quando somministrato con calciferolo. Sebbene non vi siano simili evidenze con l’impiego di colecalciferolo è opportuno usare cautela quando i due farmaci vengono usati contemporaneamente. La colestiramina, il colestipolo e l’orlistat riducono l’assorbimento della vitamina D, mentre l’alcolismo cronico diminuisce le riserve di vitamina D nel fegato.

4.6 Gravidanza ed allattamento

Gravidanza Nei primi 6 mesi di gravidanza la vitamina D deve essere assunta con cautela per il rischio di effetti teratogeni (vedi paragrafo 4.9). Allattamento Quando necessario, la vitamina D può essere prescritta durante l’allattamento. Tale supplementazione non sostituisce la somministrazione di vitamina D nel neonato.

4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono disponibili dati sugli effetti del prodotto sulla capacità di guidare. Tuttavia, un effetto su tale capacità è improbabile.

4.8 Effetti indesiderati

Se la posologia è conforme alle effettive esigenze individuali, DIBASE è ben tollerato, grazie anche alla capacità dell’organismo di accumulare il colecalciferolo nei tessuti adiposi e muscolari (vedere paragrafo 5.2). Gli effetti indesiderati segnalati con l’uso della vitamina D sono i seguenti: Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilità. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: debolezza, anoressia, sete. Disturbi psichiatrici: sonnolenza, stato confusionale. Patologie del sistema nervoso: cefalea. Patologie gastrointestinali: costipazione, flatulenza, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, gusto metallico, secchezza delle fauci. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash, prurito. Patologie renali e urinarie: nefrocalcinosi, poliuria, polidipsia, insufficienza renale. Esami diagnostici: ipercalciuria, ipercalcemia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/ rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

4.9 Sovradosaggio

Interrompere l’assunzione di DIBASE quando la calcemia supera i 10,6 mg/dl (2,65 mmol/l) o se la calciuria supera 300 mg/24 h negli adulti o 4-6 mg/kg/die nei bambini. Il sovradosaggio si manifesta come ipercalciuria e ipercalcemia, i cui sintomi sono i seguenti: nausea, vomito, sete, polidipsia, poliuria, costipazione e disidratazione. Sovradosaggi cronici possono portare a calcificazione vascolare e degli organi, come risultato dell’ipercalcemia. Il sovradosaggio durante i primi 6 mesi di gravidanza può avere effetti tossici nel feto: esiste una correlazione tra eccesso di assunzione o estrema sensibilità materna alla vitamina D durante la gravidanza e ritardo dello sviluppo fisico e mentale del bambino, stenosi aortica sopravalvolare e retinopatia. L’ipercalcemia materna può anche portare alla soppressione della funzione paratiroidea nei neonati con conseguente ipocalcemia, tetania e convulsioni. Trattamento in caso di sovradosaggio Interrompere la somministrazione di DIBASE e procedere alla reidratazione.

5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche

Categoria farmacoterapeutica: Vitamina D e analoghi, colecalciferolo. Codice ATC: A11CC05 La vitamina D corregge una situazione carenziale della stessa e aumenta l’assorbimento intestinale di calcio.

5.2 Proprietà farmacocinetiche

Come per le altre vitamine liposolubili, l’assorbimento del colecalciferolo a livello intestinale è favorito dalla concomitante assunzione di alimenti contenenti grassi. Il colecalciferolo è presente nel circolo ematico in associazione a specifiche α-globuline che lo trasportano al fegato, dove viene idrossilato a 25-idrossi-colecalciferolo. Una seconda idrossilazione avviene nei reni, dove il 25-idrossi-co-

lecalciferolo viene trasformato in 1,25-diidrossi-colecalciferolo, che rappresenta il metabolita attivo della vitamina D responsabile degli effetti sul metabolismo fosfocalcico. Il colecalciferolo non metabolizzato viene accumulato nei tessuti adiposi e muscolari per essere reso disponibile in funzione del fabbisogno dell’organismo: per questo motivo DIBASE può essere somministrato anche a cadenza settimanale, mensile o annuale. Nei soggetti obesi si riduce la biodisponibilità della vitamina D a causa dell’eccesso di tessuto adiposo. La vitamina D viene eliminata attraverso le feci e le urine.

5.3 Dati preclinici di sicurezza

Gli studi preclinici condotti in varie specie animali dimostrano che gli effetti tossici si verificano nell’animale a dosi nettamente superiori a quelle previste per l’uso terapeutico nell’uomo. Negli studi di tossicità a dosi ripetute, gli effetti più comunemente riscontrati sono stati: aumento della calciuria, diminuzione della fosfaturia e della proteinuria. A dosi elevate, è stata osservata ipercalcemia. In una condizione prolungata di ipercalcemia le alterazioni istologiche (calcificazione) più frequenti sono state a carico dei reni, cuore, aorta, testicoli, timo e mucosa intestinale. Gli studi di tossicità riproduttiva hanno dimostrato che il colecalciferolo non ha effetti nocivi sulla fertilità e riproduzione. A dosi che sono equivalenti a quelle terapeutiche, il colecalciferolo non ha attività teratogena. Il colecalciferolo non ha potenziale attività mutagena e carcinogena.

6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti

DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: olio di oliva raffinato. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile.

6.2 Incompatibilità

Non sono note eventuali incompatibilità con altri farmaci.

6.3 Periodo di validità

DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: 3 anni a confezionamento integro. Dopo prima apertura del flacone: 5 mesi. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni.

6.4 Precauzioni particolari per la conservazione

Conservare a temperatura non superiore ai 30° C e nella confezione originale per tenere il medicinale al riparo dalla luce. Non congelare.

6.5 Natura e contenuto del contenitore

DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione Flacone in vetro ambrato contenente 10 ml, chiuso con una capsula a prova di bambino in polipropilene. La confezione contiene 1 flacone ed 1 contagocce. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. La confezione contiene 6 fiale. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. La confezione contiene 2 fiale.

6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Nessuna istruzione particolare.

7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO ABIOGEN PHARMA S.p.A. via Meucci 36 Ospedaletto - PISA

8. NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione – flacone 10 ml 036635011. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635047. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635098. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635050. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635062. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635086. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635074. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 6 fiale 1 ml 036635023. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 2 fiale 1 ml 036635035.

9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Ottobre 2010

10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO

Determinazione AIFA del Marzo 2014

25.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 25.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 50.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 50.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 10.000 U.I./ml gocce orali 100.000 U.I. 6 fiale 300.000 U.I. 2 fiale Classe A - RR

5,42 € 8,10 € 8,50 € 15,34 € 5,42 € 4,00 € 3,50 €

25.000 U.I./2,5 ml 4 flaconcini monodose Classe C - RR

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I

l futuro, quello vero almeno, arriva quando si è distratti a guardare da qualche altra parte. Magari troppo vicini al bancone della propria farmacia. Le innovazioni invece vanno veloci come la luce e, talvolta, emergono tutte insieme dal buio del punto cieco (vedi Punto Effe n. 3/2017), creando quello che i tecnici chiamano il “cambio di paradigma”. Le dinamiche sociali di un gruppo articolato e professionale come quello dei farmacisti non differiscono da quelle note per molte altre corporazioni, nel senso più nobile del termine. Le innovazioni saranno colte, dapprima, da un manipolo di entusiasti (early adopters) e quindi diffuse tramite esperienza diretta e/o iniziative culturali come quelle che abbiamo deciso di potenziare con Edra. Il tempo tra la comprensione dell’avanzare delle nuove tecnologie e le loro conseguenze è funzionale alla capacità del sistema di assorbirne l’impatto. La to-

tale mancata comprensione del fenomeno Über da parte dei tassisti sta creando la violenta forma di protesta delle ultime settimane. Senza discutere sulla legittimità o meno della stessa, non possiamo tuttavia fare a meno di notare che - quantomeno - è tardiva. In altri termini, nonostante guidino macchine da tutta la vita non si sono accorti che qualcuno li stava sorpassando. Se pensate che questo non abbia niente a che fare con altre professioni vi invito a fermarvi un attimo a riflettere. Quello a cui assistiamo non è la conseguenza di una concorrenza sleale tra Über e i tassisti ma della cosiddetta economia “liquida” o “di condivisione” che, tramite un software - questo sì - si sostituisce alla necessità e alle azioni che seguono all’avere bisogno di un passaggio in macchina a pagamento. Si tratta di una successione di comportamenti se volete banali ma che, soprattutto, non richiedono una “verbalizzazione umana” sino al momento in cui salite sul ta-

xi e dovete indicare la vostra meta. A breve anche questa operazione diventerà desueta quando cioè p otrete tramite App (in alcuni posti si può fare già adesso e alcune cooperative di tassisti le hanno sviluppate) immettere l’indirizzo di destinazione e pagare senza neppure scambiare una parola con chi guida. Mentre si difendevano privilegi acquisiti da decenni valeva forse la pena di guardare bene l’orizzonte; si sarebb ero intraviste macchine che guidano da sole sponsorizzate da giganti della tecnologia e dell’informatica come Google e Tesla, che rischiano di non farcela neppure loro perché, nel frattempo, i droni volanti che rivoluzioneranno la mobilità urbana sono già in fase di test (i primi entro la fine di quest’anno) da parte di Airbus che, incidentalmente, è la seconda più grande azienda al mondo di aero-

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Mentre si difendevano privilegi acquisiti da decenni valeva forse la pena di guardare bene l’orizzonte

nautica. Direi che tutto questo sarebbe da prendere molto sul serio, senza neppure lontanamente pensare che possa essere fermato protestando contro un emendamento del decreto legge Milleproroghe che sospende, fino al 31 dicembre 2017, una serie di norme in materia di trasporto di persone mediante autoservizi non di linea che, state attenti, era stato deciso nel 2008. Ed è così che, mentre noi prorogavamo, il futuro si è fatto presente e presto sarà già passato, remoto. Buon lavoro.


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