Punto effe 4 2018

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Anno XIX | N° 4 2 marzo 2018 | www.puntoeffe.it

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SOMMARIO

Editoriale| Stati Generali: the butterfly effect

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Controcorrente| Non sono solo canzonette

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InnovAzione| Modelli retail

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Interventi| A proposito di fake news

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Un farmacista a scuola| Quando l’alimentare è agro

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PARLIAMONe

UN’INDAGINE PARLAMENTARE | Sanità da salvare

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primo piano

INCONTRI | Salvatore e Rosanna Caruso 20

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RETAIL | Per mettersi in luce 26 ATTUALITÀ | Anni cruciali 30 VETERINARIA | Un dovere collettivo 32

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FARMACOLOGIA | Ultime evidenze

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MEDICINA | Longevità ma in salute

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RUBRICHE Fiscale | Misure in bilancio

Farmanews | Un’opzione in più Legale | Socio in utroque Intervista a... | A tutta galenica Dalle aziende | Provato per voi Dalle aziende | A tutto campo

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What’s up Il libro | Ascoltare il proprio corpo Spigolature Consigli The Blind Spot | La nuova frontiera

Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)

Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

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marzo 2018 |

Collaboratori Maurizio Bisozzi, Mercedes Bradaschia, Carla Carnovale, Sergio Cattani, Stefania Cifani, Stefano De Carli, Carla De Meo, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Federico Marzari, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Elena Penazzi, Davide Petrosillo, Chiara Romeo, Roberto Edoardo Villa Responsabile pubblicità Stefano Busconi dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it

Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it - Tel. 02.88184.222 Immagini Shutterstock, Thinkstock.

I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori

Stampa Grafica Veneta S.p.A., Via Malcanton 2, 35010 Trebaseleghe (PD) Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori

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saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione Per il periodo 1/1/2017 - 31/12/2017 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.519 Diffusione media: 9.660 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.


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editoriale

S

di Paolo Vintani

The Butterfly Effect

È un film di fantascienza. Narra delle vicende di Evan, alle prese con un potere particolare che gli permette di modificare eventi chiave accadutigli nel tempo, modificando quindi il presente del momento in cui decide di cambiare un episodio del suo passato. Cinque diverse ipotesi di quell’episodio regaleranno allo spettatore altrettante trame di una vita (ispirato al citato Rumore di tuono.) Devo ammettere che nonostante il tempo avverso, ma semplicemente nonostante la pigrizia che spesso prende i titolari di farmacia, il rumore di tuono c’è stato: ineccepibile il coinvolgimento, un evento mediatico importante per la categoria. Luci, colori, affascinanti presenze femminili e politici ossequiosi, se dovevamo dimostrare di esserci… c’eravamo. Come ha concluso giustamente il presidente Cossolo, a sentire tutti gli schieramenti politici la farmacia può stare tranquilla. Tutti avevano un parente farmacista, e tutti ricordavano la trinità parroco-carabi-

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tati Generali:

niere-farmacista. Fantastico. Ho anche appreso da un probabile rappresentante della Regione Lazio che in farmacia si potrebbe misurare la pressione…. non ci avevo mai pensato. Indiscutibilmente le danze sono state condotte bene e fa bene sentire un senso di appartenenza, anche se i toni roboanti non sono nel mio Dna, ma capisco che sono al passo con i tempi. La farmacia, come per incanto, si trasformava, con un battito d’ali di farfalla, da presidio sanitario a coordinatrice della sanità locale, senza tralasciare l’aspetto commerciale e di rete. Sinceramente mi ha fatto bene questa scarica adrenergica, vorrei tanto che adesso questa capacità di comunicazione si trasferisse all’uomo della strada, che si riesca a tradurre al cittadino non nuovi modelli ma ciò che sempre siamo stati, un esercizio di pubblica utilità, che non può giocare con le regole del mercato libero mantenendo una condotta ineccepibile, perché mi sento di dire che il farmacista indossa una divisa. Da semplice farmacista dietro al banco chiedo quindi ai vertici di Federfarma di urlarlo al Paese, come hanno dimostrato di saper fare con i politici. Come nel film scenari diversi, come nel racconto si reincontrano i protagonisti e i ricordi non coincidono. E mi chiedo come il protagonista, potremmo farla rivivere questa debole farfalla, riuscirà ancora a volare la farmacia? Io ci credo.

Prese la farfalla dorata con le dita che gli tremavano. «Non potremmo» supplicò il mondo, se stesso, l’impiegato, la Macchina «non potremmo riportarla indietro, non potrem-mo farla rivivere? Non potremmo ricominciare da capo? Non potrem-mo…». (Ray Bradbury, Rumore di tuono A Sound of Thunder )



corrente

N

di Maurizio Bisozzi

on sono

ortnoc

solo canzonette Ogni anno il Festival di Sanremo, rito pagano per eccellenza, ci fa ripercorrere la storia della nostra vita

E pure quest’anno è arrivato, glorificato, celebrato e finalmente andato. Dico il Festival di Sanremo, proprio lui. Non so chi abbia vinto, non ho visto nemmeno una serata, afflitto come sono da quel limitante radical-snobismo di cui Michele Serra è alfiere e guru, ma poco importa. Il rito è stato officiato, il salotto buono della canzone è stato tirato fuori dal cellophane, spolverato, sprimacciato e offerto alle nobili natiche dei canzonettisti. L’attesa del festival è la versione pagana di quella del Natale: strade deserte, percorse con frettolosa vergogna da pochi reietti, milioni di schermi accesi al posto delle luci sull’abete, l’evento sta scendendo tra noi, dove viene accolto con aspettative e trepidazione; poi, quando finisce, tirano tutti un sospiro di sollievo. Calato il sipario siamo liberi dall’ossessione del regalo a tutti e di tutti i costi, dai parenti insopportabili che abbiamo accuratamente evitato per un anno, dall’obbligo di abbuffarci di dolci e note smielate, dalla pesantezza dei torpori che ci assale a fine pranzo o a fine serata tv. Eppure il festival non è un rampicante infestante, un parassita nefasto, ma una parte profonda del nostro fusto, è cresciuto insieme e dentro

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stesso, come l’Ananase o le supposte di glidi noi, nei cerchi concentrici che accumucerina della Carlo Erba. La vita dietro al liamo negli anni. Noi allungavamo i rami, banco, un ripetuto festival quotidiano con mettevamo foglie, tiravamo fuori gemme, le gioie dei vincitori sul podio o sulle polmosbocciavamo, e lui era lì, mischiato alla niti e i drammi degli sconfitti: lacrime all’Alinfa che ci percorre dalle foglie alle radici. riston dietro le quinte e nel retro della E lui le radici le ha piantate nella storia di farmacia del figlio e la sorella di chi non ce ognuno, tutti abbiamo ricordi legati a una l’aveva fatta. Non mancano le grandi trageedizione, a una canzone, a un vincitore. die a legarci ancora al Una traccia indelebile, festival della canzone: un segno profondo, siricordi dalla città ligure l’eco mile a quello impresso sbiaditi, dello sparo a spegnesu di noi dalle prime scoloriti, re la voce di Luigi scatolette di farmaci come le Tenco, da noi l’eco che abbiamo appeso immagini tv della talidomide a al nostro pentagramcancellare la parola ma professionale. Nilin bianco normalità dalla vita di la Pizzi come il nostro e nero migliaia di famiglie. Aminomal antiasmatico, Tony Dallara il Ro- che arrivavano Molte cose sono dal teatro cambiate da quando mila Expectorans, Nilla Pizzi ringraziaDomenico Modugno ariston va dei fiori: si è evolul’Elmitolo, l’Equipe 84 to il gusto, il costume, abbiamo diverse e i Rokes i vari Ceporin e Cefamezin. abitudini, vizi, ascoltiamo altra musica e Chi ricorda Bobby Solo non può avere diparliamo perfino una lingua diversa da almenticato la Baralgina o le supposte di lora. Della farmacia e delle cartine di perMarespin. manganato di potassio nemmeno ne parlo Ricordi sbiaditi, scoloriti come le immagima, come Edward Zwick fa pronunciare ni tv in bianco e nero che arrivavano dal all’imperatore giapponese nella scena fiteatro Ariston, le fustelle da staccare e nale de L’ultimo Samurai: «Ci siamo mocucire sulle ricette, i capelloni finti contedernizzati, abbiamo treni e armi da fuoco, statori di un sistema nel quale si arricchiautomobili e telegrafo, ma guai se perdiavano. Solo Gianni Morandi resiste agli mo di vista la nostra anima, il senso di chi insulti del tempo, alle nuove leve canore, siamo e da dove veniamo». inossidabile, imperterrito e uguale a se


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Innovazione

M

di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division

odelli

retail Quando la convenienza si somma al valore aggiunto

In Italia ci sono tre convinzioni diffuse in ambito di mercato: (1) convenienza e qualità non sono conciliabili e alla qualità deve essere riconosciuto un prezzo più elevato; (2) nei settori nei quali vengono distribuiti al dettaglio prodotti con brand molto forti l’innovazione si limita a strumenti di retailing mix e non al posizionamento strategico; (3) le forme distributive che all’estero hanno successo (per esempio e-commerce e discount) non sono efficaci nel nostro Paese perché il consumatore italiano è diverso. Ecco, Aldi smonta tutti e tre questi preconcetti. Aldi nasce a Essex in Germania, nel 1913, come negozio di alimentari a conduzione familiare; oggi è tra le più importanti multinazionali della Gdo al mondo, che conta più di 5.900 punti vendita in undici Paesi e quattro continenti: Europa, America, Asia e Australia. La value proposition di Aldi è mettere l’alta qualità alla portata di tutti. A questo scopo segue pedissequamente procedure certificate di qualità e di sicurezza per la selezione dei prodotti attraverso piani di analisi programmati e test sensoriali su tutto l’assortimento. Una logistica accurata ed efficiente consente di garantire la fre-

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schezza ogni giorno di frutta e verdura. zionamento - moderna, essenziale e grePane e dolci vengono sfornati più volte en - agli strumenti di cross selling con nell’arco della giornata per fornire il maspromozioni su prodotti durevoli in partsimo della fragranza a prezzi ragionevoli. nership con le aziende (di qui il tipico sloSe in Germania il format è una sorta di digan «entri per comprare il pane fresco e scount evoluto, in Italia dopo anni di stuesci con un trapano». Sono innovativi andio dei consumatori del nostro Paese, è che gli strumenti di engagement tramite stato creato un format ad hoc. Il 15 per la condivisione del valore “italianità”, nocento delle referenze sono dei marchi più nostante l’azienda sia tedesca, come la noti, l’85 per cento di linee dell’insegna, presentazione da parte di cittadini italiasono state studiate specificatamente per ni che di cognome si chiamano Aldi che il consumatore italiano: “Regione che vai” sono state contattate per provare in ante(le tipicità locali, tra cui ortofrutta Igp); “I prima i prodotti, la descrizione di ricette colori del sapore” (ortipiche regionali, o i tofrutta fresca, succhi video di cittadini il caso di frutta, verdure suritaliani all’estero emblematico gelate, minestroni, che spiegano perdi aldi, zuppe, uova, riso, conché nel Paese dove catena tedesca si sono trasferiti acdimenti e conserve); “Natura Felice” (la lidi distribuzione quistano da Aldi. nea biologica); “Il PoAldi rompe gli scheappena dere” (carni lavorate mi e si scontra con i sbarcata in Italia); “Pan del Dì” nostri preconcetti: in italia (i prodotti di panettela qualità si coniuria); “Bonlà” (latte e ga con un’estrema latticini 100 per cento italiani); “Enjoy convenienza, posizionamento innovativo Free!” (prodotti senza glutine e prodotti e esternato da coerenti variabili del retaisenza lattosio); Gourmet (prodotti da forling mix, e un’attenzione all’italianità deno e della tradizione italiana legata a imcisamente superiore a quella di tanti portanti festività) e “Just Veg!” (prodotti di player del nostro Paese. origine vegetale: antipasti, primi piatti, seUn’innovazione di format che spiazzerà il condi piatti, fino ai gelati). mercato. L’hanno fatto loro, chissà se nel Molte poi le innovazioni di retailing mix: settore sanitario lo saprà fare prima un dall’ambientazione coerente con il posiplayer italiano o uno internazionale.



interventi

A

di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

proposito

di notizie Considerazioni a margine del documento Fnomceo che equiparava le farmacie alle palestre. Quando la “bufala” arriva da fonti insospettabili

Nell’ambito dell’evento sura della strada che la sulle fake news, organizzafarmacia deve anto dalla Fnomceo (Federacora percorrere per zione nazionale degli scrollarsi di dosso ordini dei medici chirurghi quella visione supere degli odontoiatri) è stato ficiale di luogo dove, presentato un decalogo è vero che si dispensa sulle intolleranze alimenil farmaco, ma generaltari a firma della stessa mente si fa attività comFnomceo e di dieci sociemerciale. È una visione tà scientifiche di settore, per qualcuno molto comoda e che ci ha con il patrocinio del minifatto già molto male, con le “lenzuolate” del stero della Salute. Come noto, il decalogo 2006 che a loro volta hanno dato la stura a ha sollevato numerose polemiche per quelnuovi appetiti non ancora sopiti. È forse anla parte che accostava le farmacie al grupche una lettura inconsciamente esorcizpo delle strutture di cui zante, per chi vorrebbe non fidarsi, perché non ancora molta che la farmacia non risanitarie e prive di speuscisse mai ad assula strada cifica preparazione, comere quel ruolo che le da fare me le palestre e gli spetta di diritto: presiper sottrarre dio sanitario di comuistituti di bellezza. Poi, un comunicato di nità che assorbe tutte la farmacia Fnomceo ha chiarito tutle funzioni di ausilio e ai soliti to: la pubblicazione del supporto al sistema luoghi comuni decalogo che riportava sanitario. La farmacia la parificazione delle farè, in effetti, luogo di macie alle palestre era una notizia errata, primo accesso, dove, tra l’altro, si svolge poiché riportava un testo non ancora conun serio filtro professionale, tra chi crede di diviso e quindi non autorizzato dalla Fededovere andare al pronto soccorso ma ha razione; in altre parole, una fake news delle solo bisogno di essere rassicurato e chi fake news. Il caso è quindi da chiudere chiede un collirio ma ha invece bisogno classificandolo tra gli equivoci, ma lascia dell’oculista perché ha un corpo estraneo comunque una traccia che fa riflettere. Sì, nell’occhio. Sto scrivendo di cose quotidiaperché quanto è successo dà un po’ la mine molto banali, non sto citando i passi

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avanti compiuti verso la realizzazione della farmacia dei servizi, non ancora giunta al convenzionamento, tuttavia in ambito privato ormai affermata e riconosciuta, con la telemedicina che ha salvato molte vite, con le autoanalisi che sono ormai entrate nell’uso comune e che hanno dato prova di essere un indispensabile mezzo di prevenzione e monitoraggio. Certamente occorrerà fare ulteriori progressi, per esempio verso una standardizzazione delle procedure che, in realtà, sono già consapevolmente parte di programmi di attività condivisi tra le componenti maggiormente rappresentative della categoria. Sono convinto che si debba anche evitare di prestare il fianco alle critiche, scegliendo accuratamente di erogare solo servizi che sono supportati da evidenze scientifiche. La strada quindi è ancora lunga, ma non siamo al primo passo. La costruzione della farmacia del futuro che dovrà assumere nuovi ruoli, per esempio nella presa in carico del paziente cronico, non sarà veloce. Ci vorranno passi istituzionali per i quali chi ci rappresenta sta lavorando; e resta il compito di agevolare il processo, credendoci fermamente e investendoci rigorosamente.



un farmacista a scuola

Q

di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

uando

l’alimentare è agro Libri e documentari sullo sfruttamento del lavoro in un istituto alberghiero in Trentino

L’ultima volta che con Wolf mentario di Stefano Liberti del 2014, The Bukowski siamo andati a dark side of italian tomato, metteva in luce tenere una lezione a scuola come l’economia legata alla raccolta di queè stato nell’ottobre del sto frutto in Ghana fosse stata fortemente 2016. Allora, si parlava del compromessa dalla “invasione” dei prodotti suo primo libro La danza a base di pomodoro made in Italy. Il basso delle mozzarelle in cui anaprezzo di questi era possibile solo grazie allizzava con piglio da entolo sfruttamento dei lavoratori, a loro volta mologo la narrazione spesso ghanesi, pagati a cottimo nelle pianoperata dai principali playtagioni del sud Italia. er del mondo alimentare L’analisi di questo fenomeno con i ragazzi è italiano: Eataly, Coop e stata di forte impatto, e con l’aiuto di tutta Slow Food. In occasione la classe abbiamo tracdel suo secondo libro La ciato alla lavagna le santa crociata del porco principali differenze tra ogni giorno (edizioni Alegre), e dopo i media parlano lavoro e schiavitù. Proil grande successo del prio di schiavi si parla di schiavitù primo incontro, l’Istituto infatti ogni anno sui in relazione ai principali mass media alberghiero di Ossana raccoglitori (Trento) ha voluto accoitaliani, in riferimento ai glierlo di nuovo, creando raccoglitori di frutta e di frutta nei un’occasione di incontro verdura nei campi della campi della con la quarta classe, Penisola (spesso di origipenisola quella di specializzazioni extracomunitarie). ne. Dopo una fase di proLe caratteristiche emergrammazione, avvenuta durante il corso di se del mondo del lavoro a cottimo nella sua scienze dell’alimentazione che ho tenuto forma contemporanea e quelle della schiaprima di Natale, abbiamo passato tre ore vitù così com’era nell’Ottocento sono risulscolastiche a sviscerare temi connessi con il tate avere svariati punti di contatto, al punto mondo dell’alimentazione, il lavoro, le sue riche le narrazioni che descrivono il problema cadute sociali, le narrazioni che sono condel caporalato come “forma di schiavitù monesse. Il primo approfondimento ha derna” sono apparse agli occhi dei ragazzi riguardato le condizioni di lavoro legate alla stessi piuttosto approssimative, se confronraccolta di pomodoro in sud Italia. Un docutate con altre forme di schiavitù che di diffe-

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rente hanno solo la legalità, ma non la reale condizione dei lavoratori. In secondo luogo, dopo la visita a un importante centro commerciale dedicato all’alimentazione a Milano, sono state raccolte le impressioni dei ragazzi e delle ragazze. Le principali osservazioni hanno riguardato la sua esclusività e la capacità di coniugare la “sostenibilità” dei cibi proposti con la strutturazione dell’offerta e l’organizzazione tipiche del supermercato. Questo aspetto, apparentemente contraddittorio, è stato apprezzato dalla classe, abituata a vedere certi alimenti solo in contesti rurali, in irraggiungibili (per il prezzo) bio-store o in piccoli negozi di prodotti tipici. Grazie a Bukowski tuttavia è stato approfondita anche la parte più in ombra di questi supermercati del “buono, pulito e giusto”: il grande effluvio di soldi pubblici per la loro realizzazione, il ruolo di gentrificatori nei quartieri dove sorgono e infine la grande percentuale trattenuta sul prezzo al pubblico, che rende molto difficile la presenza dei piccoli produttori sui loro scaffali. Alla fine della mattinata, aver puntato la luce sulle contraddizioni legate a una fetta importante delle produzioni agroalimentari italiane ha aiutato a stimolare il senso critico dei ragazzi e delle ragazze, oltre che a rendere le loro menti libere di pensare lontano dagli stereotipi che vengono loro presentati. Tra pochi mesi saranno liberi di affrontare il mondo del lavoro: ne avranno bisogno.



parliamone

U

di Mauro Miserendino

na sanità

da salvare

Il Documento sulla sostenibilità del Ssn promosso dal Senato invita il prossimo governo a operare per avvicinare l’assistenza ai più deboli, anche tramite la farmacia territoriale, e a disciplinare la sanità integrativa. A colloquio con il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri vice presidente Fofi

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«Quando si parla di sanità oggi, nel 2018, spesso si dimentica un importante momento storico. Nel novembre 2012 l’allora presidente del consiglio Mario Monti lanciò un allarme affermando che il Servizio sanitario nazionale era a rischio e non si sarebbe riusciti a garantirlo senza forme di finanziamento diverse dalla mano pubblica. Soggetti politici e sindacali lessero in quel grido la volontà di andare verso forme di privatizzazione della sanità o di creare una sanità solo per ricchi. All’inizio della nuova legislatura partii da quella dichiarazione per chiedere un’indagine conoscitiva per analizzare criticità e soluzioni. Oggi quest’indagine c’è, si chiama “Documento sulla sostenibilità del Ssn”, offre alcune risposte e ci dice che, pur rappresentando per la democrazia e per la società italiana un patrimonio fondamentale, la sanità universalista, solidale, equa è in pericolo e rischia di saltare di qui a qualche anno». Luigi D’Ambrosio Lettieri, senatore della XVII legislatura e vice presidente Fofi, parla dell’indagine della Commissione sanità coordinata insieme alla senatrice Nerina Dirindin. Un Rapporto pubblicato lo scorso gennaio che potrebbe influenzare i programmi dei partiti alla vigilia delle elezioni, ma finora non lo fa più di tanto (tabella 1). Se quasi tutto l’arco costituzionale scommette su politiche di rifinanziamento del Servizio sanitario - da 1 a 2,25 miliardi di euro l’anno - e ventila una manovra sui fondi

integrativi, è “merito” del documento. Che segnala vento di Burian per questa grande opera italiana. «Sarebbe un peccato mortale ignorare problemi di sostenibilità esistenti per venire incontro a chi accusa gli allarmi sulla tenuta Ssn di destrutturare il sistema», ammonisce D’Ambrosio Lettieri. «La XII Commissione ha evidenziato che il Ssn è in condizioni di grave affanno per una serie di motivi. Il primo è la decrescita del rapporto tra il suo finanziamento e il prodotto interno lordo. Oggi è al 6,5 per cento ma è previsto dall’ultimo Documento di programmazione nel 2020 al 6,3 e l’Ocse dice che sotto il 6,5 del Pil un servizio sanitario pubblico non si regge. Ogni punto percentuale in relazione al Pil vale 16 miliardi di euro, ogni decimo di punto è oltre un miliardo e mezzo. Causa invecchiamento della popolazione e boom delle cronicità, la spesa sanitaria in Italia, pubblica e privata, oggi intorno ai 154 miliardi di euro, per il 2030 è prevista salire a 250 miliardi di euro; non è possibile con simili dinamiche sostenere una spesa pubblica di oltre il 7 per cento del Pil, e la Commissione pone un problema di sostenibilità economica. Ma si registrano altri punti di criticità, a partire dall’aumento della spesa privata, mentre fasce di popolazione restano escluse da prestazioni essenziali per motivi sia economici sia attinenti alle lunghe liste d’attesa, o alla disomogenea copertura territoriale di certi servizi. Un terzo elemento di criticità è il preoccupante squi-


parliamone librio nell’offerta dei servizi sanitari; la cabina di regia che al ministero della Salute misura gli adempimenti delle Regioni nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza segnala che ci sono almeno otto Regioni “insufficienti”. Di fatto, al Sud non sono garantiti il diritto d’accesso alle cure previsto all’articolo 32 della Costituzione e il rispetto dei Lea. Una quarta criticità è il mancato contrasto agli sprechi e alle corruzioni. È difficile stabilire quale possa essere il costo del malaffare, ma è noto dalle cronache giudiziarie che i livelli di corruzione sono diffusi e in non pochi casi le prestazioni offerte dal Ssn sono utilizzate in modo scorretto, anche per creare consenso politico».

A proposito di sprechi, noi ricoveriamo meno di altri Paesi, siamo più “appropriati” su asma e diabete, ma quei risparmi si perdono, per esempio, nella minore diffusione dei farmaci equivalenti, che è la metà rispetto al resto d’Europa. Il nostro consumo di questi farmaci è inferiore al resto d’Europa. Il problema è per lo più culturale. L’italiano tende più di altri ad attribuire al farmaco di marca un valore aggiunto. Un piccolo passo è stato percorso, è partita un’opera di educazione sanitaria e sono state introdotte le liste di trasparenza spingendo medici

e farmacisti verso un maggiore impegno. Anche se non possiamo dirci ancora soddisfatti, la coscienza cresce.

I fondi integrativi del Ssn sono dunque ineludibili? Quaranta miliardi di spesa privata, per l’80-90 per cento sborsata di tasca propria dagli italiani e non mediata da forme assicurative (tabella 3), costituiscono una spesa ingente a carico di tutti noi, che può ridursi incentivando il ricorso a forme di mediazione della spesa; un Fondo sanitario che contratta volumi di prestazioni realizza economie di scala rispetto a una pluralità polverizzata di singoli, e quindi un risparmio. Se evitiamo di intervenire in questa materia, continueremo ad avere un privato che opera senza regole; al contrario sono dell’idea che una competizione virtuosa con il pubblico avvantaggerebbe il Paese. Atteggiamenti fortemente ideologizzati a salvaguardia del Ssn possono, temo, crea-

| marzo 2018 15


parliamone

Tabella 1 POCHERISPOSTENEIPROGRAMMIDEIPARTITI re il risultato opposto rispetto all’obiettivo di rinforzare la sanità pubblica. Il principio di universalità - oggi a rischio, con cittadini esclusi da prestazioni o da una loro appropriata erogazione - sarà sempre più disatteso se non si arriverà a un ammodernamento complessivo del sistema sanitar io in cui i fondi integrativi acquisiscano un ruolo più forte. Certo, questi fondi vanno disciplinati con apposite norme che li portino a ricoprire una funzione non sostitutiva ma integrativa del Ssn. Il welfare aziendale deve porsi come bastone di sostegno della sanità pubblica, occorre che il legislatore specifichi come debbano funzionare i fondi integrativi, quali debbano essere i criteri d’accesso, quali prestazioni erogare e a quali condizioni. Né va bene che il privato eroghi prestazioni già offerte, deve piuttosto orientarsi verso i servizi che il pubblico non riesce a dare: se incentiviamo e regolamentiamo l’offerta di prestazioni complementari a quelle del Ssn avremo anche un rafforzamento di quest’ultimo.

Come si fa a garantire un Ssn galleggiando ai livelli minimi di sopravvivenza? Il Paese va rimesso in piedi dopo una crisi che ha mandato in sofferenza le politiche di welfare e non bastano interventi estemporanei. Serve una buona governance e per attuarla abbiamo bisogno di un management che, fatto salvo il rapporto fiduciario con la politica, sviluppi linee di condotta autonome e non sudditanza, forte di competenze certificate. E fissi delle priorità: trent’anni fa, in farmacia si passava a carico dello stato anche l’amaro. Oggi un simile comportamento sarebbe una stortura. Per garantire i Lea da nord a sud servono un controllo preventivo del rigore scientifico di ciò che stiamo garantendo e una lista di priorità delle prestazioni. Non possiamo più accettare il cazzotto nello stomaco rappresentato dal centellinare il sofosbuvir ai malati di epatite C. Creare barriere all’accesso a farmaci efficaci contro malattie gravi crea problemi etici ed insidie. Parimenti occorre ricordare che il 75 per cento delle risorse sanitarie è assorbito dalle cronicità, e la popolazione sopra i 65 anni nel 2030 costituirà il 30 per

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D’Ambrosio Lettieri, che in questa legislatura è stato senatore di Forza Italia e poi di Noi con l’Italia, osserva come nei programmi elettorali si sia vista poca politica sanitaria. «È difficile spesso capire se dietro i titoli di un programma ci sia qualcosa di più solido. Mi auguro all’atto pratico vi sia una diffusa consapevolezza delle cose da fare». Vediamo da vicino le proposte.

- Forza Italia - Lega - Fratelli d’Italia

Accesso ai fondi strutturali per finanziare la sanità nelle regioni del Sud; incentivazione alla competizione tra pubblico e privato ma con regole scritte dal legislatore; più impulso all’autonomia regionale per trovare modelli assistenziali vicini alla gente; abolizione del ticket per i cittadini sopra i 65 anni; impulso ai fondi integrativi del Ssn ma con regole; introduzione del criterio dei costi standard per confrontare le disparità tra oneri sopportati da un ospedale all’altro.

- Pd - Più Europa

Incremento del Fondo sanitario nazionale di un miliardo l’anno per cinque anni di legislatura; maggior finanziamento del fondo farmaci innovativi; impulso ai fondi integrativi Ssn; fondo per la non autosufficienza con incremento delle indennità di accompagnamento calibrato per reddito; abolizione del superticket da dieci euro a ricetta. Da Più Europa: indipendenza dei manager sanitari dalle scelte di colore politico; commissariamento delle Regioni anche in caso di scarsità di servizi erogati; previsione di finanziamento in quota fissa dell’emergenza invecchiamento.

Movimento 5 Stelle

Incremento del Fondo sanitario nazionale di 12,5 miliardi in cinque anni di legislatura con contemporanea lotta a corruzione e sprechi che rappresentano 6+14 miliardi di maggior esborso per il Ssn; piano 10.000 assunzioni di sanitari immediate; licenza obbligatoria per produrre farmaci innovativi da principi a brevetto non ancora scaduto ove indispensabili per salvare vite in Italia ma troppo cari; lotta senza quartiere al conflitto d’interesse sanitari-industria

Liberi e Uguali

Gigantesco piano di 40.000 assunzioni sanitari; abolizione ticket e superticket bilanciata da introduzione a tappeto di farmaci equivalenti e medicina basata sulle evidenze per diagnosi e terapia oltre che lotta alla corruzione.

Tabella 2 INDICAZIONIDELRAPPORTO PERILPROSSIMOLEGISLATORE

Riordino complessivo della sanità integrativa finalizzandola a un concreto sostegno al Ssn Inserimento delle infrastrutture sanitarie tra gli investimenti finanziabili con fondi strategici europei del piano Juncker Verifica dei Lea in tutte le Regioni e in particolare in quelle in Piano di rientro Piano di assunzioni di sanitari che superi il blocco dei contratti Normative che per valorizzare il nuovo personale introducano sinergia tra atenei (formazione e ricerca) e Ssn (assistenza) Subito decreti attuativi della legge sulla sicurezza delle cure 24/17, che dà a paziente diritto a risarcimento in tempi brevi, e tranquillità ai sanitari, contrastando la medicina difensiva Scommessa sull’Ict: e-prescription e e-booking, Fascicolo sanitario e cloud; il dossier farmaceutico, parte integrante del Fse, può consentire il governo della spesa agevolando l’attuazione della pharmaceutical care Individuazione di strumenti per il «rientro nella legalità» di aziende sanitarie commissariate o interessate da fenomeni di corruzione


Il Documento Agenas rivela che la spesa per la prevenzione è al 4,5 per cento e non allo 0,5 del Fondo sanitario nazionale. Come è stato fatto il calcolo in funzione del quale saremmo secondi dietro la Finlandia e a livelli scandinavi? Sulla prevenzione non siamo fanalini di coda in Europa ma neanche ai primi posti. In rapporto alla spesa pubblica è lo 0,5 per cento, ma in rapporto al Fondo sanitario nazionale è al 4,5, livello lusinghiero, tenuto conto che la media Ocse è il 2,8 della spesa per la salute dei Paesi membri. Il problema è che questo 4,5 per cento del Fsn va diviso per sessanta milioni di italiani e va parametrato a un Fondo sanitario comunque più contenuto di altri. In sintesi, ognuno di noi spende in prevenzione 98 euro l’anno contro 210 spesi da un cittadino britannico. È un dato migliorabile, eppure abbiamo fatto miracoli grazie ai medici e a tutti gli operatori Ssn. Che - come conferma l’indagine - non sono adeguatamente ricompensati.

Abbiamo il personale medico e infermieristico più vecchio d’Europa… Non solo. Abbiamo reparti sguarniti, orari e turni di lavoro a volte insostenibili, e sul primario ricadono verosimilmente responsabilità e stress maggiori: si parla di professionisti che hanno tra le mani le vite umane. Le norme che hanno bloccato il turnover e la retribuzione in questi anni forse hanno risolto i deficit delle Regioni ma con costi enormi sotto il profilo dell’as-

SOSTENIBILITÀ DEL SSN, farmacie in primo piano nEL DOCUMENTO Il documento sulla sostenibilità del Ssn licenziato dalla XII Commissione Igiene e sanità del Senato il 10 gennaio scorso offre informazioni non inattese ma da un’angolazione nuova. Intanto, l’Italia è invecchiata pur spendendo meno di come ci aspettassimo dieci anni fa. L’invecchiamento della popolazione impatta infatti in modo contenuto sulla spesa sanitaria nel medio-lungo periodo (- 0,5 punti sui 4,3 di aumento della spesa sanitaria tra il 1995 e il 2009) e impatta meno delle nuove tecnologie e dell’aumento dei costi produttivi e di personale. Noi siamo riusciti a tenere bassi anche questi ultimi bloccando per nove anni gli aumenti contrattuali e perdendo 40.000 unità nel Ssn per lo stop al turnover (tra 2009 e 2014 siamo scesi da 691 a 653.000 addetti). Sempre nello stesso periodo c’è stato un progressivo disimpegno nell’offerta del Ssn: la spesa è diminuita di un 1,1 per cento, mentre è aumentata in Paesi di pari taglia come la Germania (+2 per cento) e la Francia (+0,8). Se nel resto dell’Unione Europea al contrarsi della spesa pubblica corrisponde un boom della spesa privata, magari mediata da mutue e assicurazioni, in Italia è cresciuta la rinuncia alle cure dei più poveri con punte del 18 per

sistenza e delle condizioni di lavoro, costi che hanno pagato cittadini e sanitari.

Quale ruolo possono avere le farmacie territoriali nello sviluppo del servizio sanitario dei prossimi anni, a partire dal Rapporto? Un po’ anche grazie al mio concorso di vice presidente Fofi, abbiamo evidenziato il ruolo delle farmacie portando documenti recenti ed eloquenti: da una parte il Piano nazionale cronicità elaborato dal ministero della Salute e dall’altra il documento integrativo all’atto di indirizzo per la Convenzione delle farmacie territoriali inoltrato lo scorso 8

cento in Sardegna e oltre il 20 a Olbia (figura 2). E i fondi integrativi? Su un campione di nove milioni di iscritti solo un quarto dà un giudizio davvero positivo, per il resto l’incentivazione della sanità integrativa rischia di sguarnire l’offerta pubblica e creare ulteriori rinunce alle cure. Sulle politiche del farmaco il documento chiede un’attenta valutazione nello scegliere principi innovativi a elevato value costo-efficacia, da rendere accessibili in tutte le regioni, rimborsati in base al raggiungimento di endpoint specifici, monitorati periodicamente. Si chiede inoltre la promozione di una ricerca indipendente. Infine, le farmacie saranno sempre più indispensabili dati i continui accorpamenti dei punti di erogazione di prestazioni sanitarie da parte del Ssn, che rendono sempre più arduo l’accesso alle cure e alla prevenzione ai cittadini. L’atto di indirizzo per la prossima Convenzione le promuove come presidi di prossimità per monitorare la compliance dei pazienti cronici in cura, per esempio proprio per asma e diabete, come supporti per l’educazione sanitaria delle famiglie e per gli screening oncologici oltre che come luoghi dove prenotare sotto casa esami Ssn in tempi contenuti.

parliamone

cento degli italiani. Le patologie di questa popolazione in termini di costo costituiscono l’80 per cento di tutta la spesa per le cronicità. Dobbiamo rilanciare la medicina territoriale per dare risposte appropriate ed efficaci evitando ai pazienti di ricoverarsi in ospedale con costi insostenibili al sistema. Inoltre, la politica sanitaria non è solo prevenzione, diagnosi e cura ma deve estendersi al contrasto alla povertà e alle politiche ambientali, due contesti che hanno ricadute immediate sullo stato di salute dei cittadini.

marzo 2017 dal Comitato di settore: due atti, uno del governo e l’altro delle Regioni, che delineano il ruolo della farmacia dei servizi e che ho trasmesso al Parlamento futuro. Al paragrafo 28, dedicato alle farmacie, si accenna allo sviluppo di servizi cognitivi come supporto a non autosufficienti, campagne di screening, informatizzazione, ma anteporrei in termini d’importanza l’attività che facilita l’aderenza dei pazienti alle terapie. Infatti risponde a due istanze: l’efficientamento delle terapie e lo sviluppo del governo della domanda. Se l’Agenzia del farmaco nel rapporto Osmed ci racconta che il livello di disobbedienza alle posologie prescritte dal medico è talora elevatissimo,

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parliamone

si capisce come l’attività del farmacista sia centrale nel monitorare il corretto uso dei medicinali. Presa in carico del paziente e miglioramento nell’assunzione del farmaco rappresentano due capitoli critici e svariati miliardi di spesa che, ove non controllati, contribuiscono a produrre un grave pregiudizio alla salute degli italiani».

Le restrizioni imposte alla sanità pubblica, in particolare nelle Regioni sotto piano di rientro, hanno contribuito, dal 2010 a oggi, a contenere in modo significativo la spesa sanitaria, ma stanno producendo effetti preoccupanti sul funzionamento dei servizi e sull’assistenza erogata ai cittadini (grafico 1). Tra 2012 e 2016 la spesa privata non è cresciuta in funzione del decrescere della spesa pubblica, come si vede dall’anomalo andamento del 2013, anzi è avvenuto il contrario, gli italiani non si sono assicurati con forme volontarie, la crescita del ricorso alle assicurazioni si è avuta negli anni di “ri-crescita” dell’investimento pubblico. Ma se le assicurazioni non decollano, fondi sanitari chiusi, fondi “doc” e welfare delle imprese tutti insieme fanno appena un miliardo e mezzo di euro.

Tabella 3 SPESAPRIVATAQUASITUTTAOUTOFPOCKET, POLIZZEVOLONTARIEINCALO, FONDISANITARIANCORAMENODIFFUSI

Regime di finanziamento

2012

2013

2014

2015

2016

Pubblica amministrazione e Regimi di assicurazione sanitaria a contribuzione obbligatoria

110.001 109.254 110.556 110.830 112.182

Pubblica amministrazione

109.597

108.748

110.112

110.375

111.725

Regimi di assicurazione sanitaria a contribuzione obbligatoria

404

506

444

455

457

Regimi di finanziamento volontari

3.160

3.132

3.241

3.400

3.388

Assicurazioni sanitarie volontarie

2.271

2.179

2.157

2.247

2.211

Regimi di finanziamento da parte di istituzioni senza scopo di lucro

417

467

510

570

576

Regimi di finanziamento da parte delle imprese

472

486

574

583

601

Spesa diretta delle famiglie

31.324

31.262

32.353

33.799

33.930

Totale

144.485 143.648 146.150 148.029 149.500

Fonte: Istat 2017

Grafico 1 RINUNCIAALLECURE,LASITUAZIONEPEGGIOREINSARDEGNA, mOTIVIECONOMICIPIU’MARCATIINCALABRIAECAMPANIA

Persone (%) che hanno rinunciato a prestazioni sanitarie o a farmaci, per regione - 2013

18

per motivi economici

marzo 2018 |

ITALIA

Sardegna

Calabria

Sicilia

Puglia

Lazio

Abruzzo

Campania

Basilicata

Molise

Veneto

Marche

Emilia-Romagna

Piemonte

Umbria

Friuli-Venezia Giulia

Toscana

Liguria

Lombardia

Aosta-Vallée d’Aoste

Bolzano-Bozen

per altri motivi Trento

20,0 18,0 16,0 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0


FITOTERAPIA

28 occhiello

PERCORSO FORMATIVO IN

crediti

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DALLA PIANTA AL FARMACO: UNA OPZIONE DI ECCELLENZA IN FITOTERAPIA

OBIETTIVO DEL CORSO

I prodotti vegetali rappresentano un mercato in costante sviluppo e sono scelti da un numero sempre crescente di persone che li utilizza per mantenere un buono stato di salute. I prodotti vegetali sono commercialmente disponibili come farmaci propriamente detti, ma anche e soprattutto come integratori alimentari e, ad uso topico, come dispositivi medici e cosmetici. L’ampia offerta che si propone al consumatore è quindi molto variegata e disomogenea; per questo è fondamentale che vi sia una forte competenza da parte del farmacista nell’orientare il cittadino verso prodotti sicuri, efficaci e di qualità. Nell’arco del corso verranno altresì fornite indicazioni dettagliate sulla gestione del cliente/paziente al banco, per rispondere al meglio alle sue necessità tramite un consiglio competente e professionale di prodotti fitoterapici.

Con il contributo scientifico di

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Dalla pianta al farmaco. Il farmaco vegetale: una opzione di eccellenza in fitoterapia. I problemi di qualità legati agli estratti vegetali: titolazione, standardizzazione. Gli estratti vegetali utili in caso di ipertrofia prostastica: fisiopatologia e focus su Serenoa repens e Urtica urens. La fitoterapia nella cura della depressione: focus su Hypericum perforatum. I probiotici: evidenze scientifiche ed utilizzo in terapia. Relatori: Prof.ssa Daniela Giachetti, Prof. Antonio Manganelli. La fitoterapia nelle malattie da raffreddamento. Fisiopatologia e prevenzione delle infezioni virali; focus su Pelargonium sidoides. La fitoterapia in dermatologia; focus su Cardiospermum halicacabum. Relatori: Prof. Danilo Carloni.

Le piante del SNC. Fisiopatologia dell’insonnia. Focus su Valeriana officinalis e Melissa officinalis. L’approccio fitoterapico nel trattamento dello stress. Fisiopatologia. Piante adattogene: focus su Rhodiola rosea. Relatori: Prof. Marco Biagi, Prof. Gennaro Crispo e Prof. Giuseppe Palmiotto. La gestione del cliente/paziente al banco. Il “consultative selling” per gestire con efficacia la relazione e il processo di vendita come processo di consulenza per il consiglio persuasivo. L’evoluzione del ruolo del farmacista come “prescrittore” di trattamenti. Esercitazioni di gruppo. Relatori: Prof.ssa Martina Raffaglio, Prof.ssa Paola Caiozzo e Prof.ssa Giordana Taggiasco.

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Il corso è a numero chiuso: numero massimo 50 partecipanti.

8 APRILE / 6 MAGGIO / 10 GIUGNO / 16 SETTEMBRE

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M O D A L I TÀ I S C R I Z I O N E

Le pre-richieste di iscrizione al corso, complete di dati anagrafici, dovranno pervenire alla segreteria organizzativa: • a mezzo fax al numero 055 661433 • tramite email, al seguente indirizzo: bresciani@brescianiformazione.it L’iscrizione al corso verrà perfezionata, fino al raggiungimento dei posti disponibili, compilando l’apposita scheda di adesione che il provider invierà via email, ed effettuando il saldo della quota di partecipazione di € 205.00 + iva 22%, che dovrà pervenire tramite bonifico intestato a:

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La quota d’iscrizione comprende: Coffee break

Attestato di partecipazione

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| marzo 2018 19


incontri

F

di Elena Penazzi

armacia

è impresa

Un ampio spazio aperto al pubblico, aree tematiche e molteplici attività, prima tra tutte il laboratorio di galenica, che allestisce anche preparazioni veterinarie. Ma la priorità resta il consiglio qualificato. La farmacia Caruso di Siracusa

La Farmacia Caruso, rappresenta alla lettera quello che significano i temi: specializzazione, servizio, differenziazione. Il titolare, Salvatore Caruso e sua moglie, Rosanna Magnano, sono infatti divenuti negli anni un punto di riferimento a Siracusa e non solo, per ciò che riguarda il mondo della farmacia e in particolare per le preparazioni galeniche, fitoterapiche e il settore alimentazione speciale.

La vostra non è una farmacia “nella media”: oltre cinquecento metri quadri di area aperta al pubblico. Come sono distribuiti? Abbiamo distribuito questa ampia area suddividendola in tre punti vendita tematici: farmacia vera e propria, Glutinò, dedicato all’alimentazione speciale, e Carusino, il negozio dedicato al mondo delle mamme e dei bambini. Questi tre punti vendita sono distinti nella comunicazione, ma perfettamente coerenti tra loro per quanto riguarda i valori. Accoglienza, competenza, empatia e disponibilità rimangono i punti cardine della attività quotidiana della farmacia e dei nostri quindici collaboratori.

Come è formata la vostra squadra? Il nostro staff è eterogeneo, abbiamo sempre creduto in un alto livello di specializ-

20

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zazione, quindi oltre ai farmacisti al banco etico e in laboratorio, la responsabile del reparto fitoterapico è una dottoressa laureata in Scienze erboristiche, la responsabile della dermocosmesi è una specialist in dermocosmetica e make up, quella delle consulenze alimentari è una biologa. Queste differenti competenze esaltano, a nostro modo di vedere, le caratteristiche di ognuno e dell’intero team, perché consentono un continuo scambio di vedute e conoscenze, che permettono di affrontare le problematiche e le esigenze dei clienti da diversi punti di vista.

Dottor Caruso, producete integratori e li vendete sia al pubblico sia ad altre farmacie. Da dove nasce la passione per la galenica e la fitoterapia? La passione nasce insieme alla farmacia, fondata da mio padre nel 1976. La galenica rappresenta in tutto e per tutto le mie radici ed è per me la sublimazione del lavoro del farmacista, nella sua capacità di preparare secondo arte quanto di più personalizzato possibile per chi dovrà farne uso. La fitoterapia in particolare è il cuore della nostra proposta di automedicazione. Il nostro claim recita così: «Ci prendiamo cura di te, naturalmente». La mia passione per il naturale, dal mio ingresso in farmacia nel 1997, ha connotato il nostro consi-


incontri glio, rendendolo oggi una prerogativa che ci contraddistingue e in molti casi orienta la scelta del consumatore verso il nostro punto vendita.

Come è organizzato il laboratorio di produzione? Quante e quali preparazioni allestite? Il laboratorio galenico occupa attualmente a tempo pieno due collaboratori, laureati in Ctf. È stata una nostra precisa volontà affidare questo reparto strategico a due tecnici, che potessero in questo ruolo dare sfogo alla loro passione e alle loro ambizioni. Oltre alle preparazioni estemporanee, che sono decine al giorno, e ai multipli che rappresentano anche le nostre proposte al banco, allestiamo preparazioni di cannabis terapeutica. Il nostro ideale è una farmacia che non dica mai che la preparazione prescritta non è allestibile. Lavoriamo ogni giorno per migliorare le nostre com-

la fitoterapia, in particolare, è il cuore della nostra proposta di automedicazione petenze e le attrezzature per essere all’altezza di questa ambizione.

Tra le vostre preparazioni fitoterapiche, ce ne sono alcune di cui andate particolarmente fieri? Sì, le nostre preparazioni sono come dei figli e dire quale preferiamo non è semplice. Di sicuro andiamo particolarmente fieri della nostra preparazione con riso rosso che ci dà, ormai da anni, ottimi risultati.

Oltre alla galenica, ci sono anche gli integratori... Proprio così. Dodici anni fa abbiamo crea-

to dodici anni fa un laboratorio esterno, autorizzato dal ministero della Salute, che produce integratori alimentari conto terzi. Questa idea è nata quando, nel 2006, non riuscivamo più a far pronte alla domanda di integratori e non potevamo soddisfarla con i multipli del nostro laboratorio galenico; a quel punto abbiamo deciso di esternalizzare la produzione dei nostri integratori in una struttura adeguata e autorizzata. Abbiamo notificato le preparazioni storiche al Ministero ed è iniziata così. Attualmente Integro produce integratori per conto terzi, è un’attività a sé stante che dà lavoro e ha molti clienti in tutta Italia.

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incontri Vi occupate, diceva, della produzione di cannabis. Una scelta data dalla richiesta del mercato? È difficile gestire questa sostanza? Ci occupiamo della cannabis da quando la normativa ha permesso di allestirla. Ci siamo formati e confrontati più volte con i più autorevoli preparatori e i più qualificati medici per essere pronti. Così la prima prescrizione non ci ha trovato impreparati. La scelta è dettata dalle prescrizioni e dalla necessità di far fronte a un’esigenza sempre più crescente. Gestire le preparazioni di cannabis terapeutica non è difficile, una volta sviluppate le necessarie competenze e aver organizzato tutto il laboratorio secondo le norme. Noi farmacisti siamo da sempre abituati a gestire materie delicate, per esempio i farmaci stupefacenti. Nulla di impossibile quindi.

La carenza sul mercato di cannabis terapeutica è di drammatica attualità… Proprio così. Da quando l’uso della cannabis terapeutica è stato consentito, visti i ri-

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sultati positivi della sua applicazione, la richiesta da tutta Italia è cresciuta; di contro l’approvvigionamento non è stato proporzionale. Questo comporta lunghe attese, anche di mesi, per pazienti che hanno visto la loro qualità di vita migliorare notevolmente per poi arrestarsi brusca-

mente. Per chi come noi, fa queste preparazioni, è straziante dover rimandare le richieste e non riuscire a dare risposte precise sui tempi di attesa. Speriamo che a breve questa situazione si normalizzi e che chi ha necessità di tale terapia possa usufruire di un servizio continuativo.


incontri

gestire le preparazioni di cannabis terapeutica non è difficile, una volta sviluppate le necessarie competenze il servizio e un consiglio competente e professionale sono quello che offriamo ai nostri clienti. Siamo convinti che questo paghi molto di più rispetto alla politica di prezzo.

Allestite anche preparazioni veterinarie? Certo. Ci prendiamo cura anche dei nostri amici a quattro zampe. Nel nostro laboratorio galenico sviluppiamo, dietro prescrizione veterinaria, forme farmaceutiche personalizzate e specifiche per ogni esigenza di animali domestici e anche esotici: capsule e compresse appetibili, gel e creme per uso esterno. Andando così a colmare le differenti richieste e prescrizioni riguardo palatabilità e modalità di somministrazione.

Un altro fiore all’occhiello, dottoressa Rosanna, è la dermocosmesi. Come è strutturato il reparto, che messaggio date alle clienti, sconti o servizio? Il nostro reparto di dermocosmesi nasce con la ristrutturazione della farmacia avvenuta nel 2011. Anche in questo caso la scelta si è basata sullo sviluppo delle competenze nostre e del nostro personale. Il messaggio del reparto è coerente con quello della farmacia, quindi

Quale tra i tanti ritenete essere il vostro punto forte? Per che cosa siete più riconosciuti dai clienti? Quello che ci distingue maggiormente è il consiglio qualificato. Proprio per questo puntiamo sulla formazione continua del nostro team. Individuando via via aree da perfezionare e approfondire o aggiornare, investendo su questo una cospicua fetta dei nostri utili. Essere all’altezza è un valore a cui oggi non sappiamo rinunciare.

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retail

P

di Federico Marzari MOODproject.it

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in luce

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Š foto di TH.KOHL

Seconda parte di un approfondimento su come progettare l’illuminazione del punto vendita


retail

Abbiamo già parlato della grande importanza di una luce di qualità nel punto vendita. La luce agisce sul nostro stato d’animo e suscita emozioni, sia positive sia negative. Agisce in maniera inconscia sulla disponibilità del cliente a vedere i prodotti esposti; predispone a un rapporto più disteso e sereno, induce a muoversi nell’intero spazio del negozio, permette quindi di modificare le proprie azioni, trasformandoci da semplici visitatori a felici e generosi acquirenti. Diversi studi, di importanti aziende di illuminotecnica hanno dimostrato l’importanza di questi temi ma al contempo hanno evidenziato che non esiste una formula uguale ed applicabile per tutte le merceologie e negozi. Tuttavia, alcune caratteristiche fondamentali che spingono a incrementare il senso di benessere dei clienti che sostano nei negozi, fino a spingerli a soffermarsi più a lungo all’interno, sono stati ampiamente dimostrati e sarebbe un vero peccato non sfruttare queste nuove ricerche e applicazioni. La luce infatti assume grande importanza quando si parla di commercio, rende evidente la differenza tra negozi, influenza nel bene e nel male lo stato d’animo dei consumatori, condizionandone i comportamenti d’acquisto.

EMOZIONI Negli ultimi vent’anni, molte ricerche neuroscientifiche sono riuscite a dimostrare che le emozioni sono i veri motori dei nostri comportamenti. Per il nostro cervello contano solo le situazioni, le persone e gli oggetti che in noi scatenano un’emozione. Insomma, a dare valore e significato al nostro vivere quotidiano sono solo le emozioni e la decisione d’acquisto parte dal processo emotivo e non dal raziocinio. Le decisioni prese a livello di subconscio, che ormai è risaputo valgono il 95 per cento, sono le vere sfide per un negozio che deve competere nel futuro del commercio al dettaglio. Anche il retail marketing, sempre attento alle dinamiche e alle mutazioni del cliente, si sta interrogando sui nuovi temi del neuro-marketing, indagando sulle attività cerebrali e sui metodi neuroscientifici per approfondire l’evoluzione dei processi deci-

© foto di TH.KOHL

sionali subconsci e le reazioni emotive conseguenti. Non si tratta di abbandonare gli strumenti di ricerca di mercato classici, analisi che si basano su sondaggi o domande esplicite - anche se sempre più spesso si è dimostrato che l’intervistato dichiara di pensare una cosa, mentre in realtà agisce in maniera opposta - ma di aggiungere aspetti definiti da “consumatore emotivo”, dove vengono applicati modelli per decodificare i comportamenti e analizzare le reazioni emotive.

non si tratta di abbandonare gli strumenti di ricerca di mercato classici ma di aggiungere aspetti da “consumatore emotivo” | marzo 2018 27


retail

DALLO SHOPPING ALL’ESPERIENZA DEI SENSI Creare scenografie, evidenziare i prodotti, orientare i clienti, sono solo alcuni dei risultati che grazie alla luce, ma soprattutto come conseguenza di un buon progetto illuminotecnico, possiamo raggiungere. Cosa significa allora progettare la luce? In parole semplici possiamo dire che grazie a un sapiente uso della luce riusciremo a incuriosire un cliente che passa davanti alle nostre vetrine; invitarlo a entrare, aiutarlo a superare lo stress della soglia d’ingresso; permettergli un’efficace visione delle merci esposte; prolungargli la permanenza all’interno e stimolarlo negli acquisti. Un progetto illuminotecnico può definirsi riuscito solo quando a tutto questo potremo aggiungere anche aspetti razionali di efficienza energetica, di semplicità di manutenzione e di economici costi di gestione.

IL PROGETTO Vediamo ora di approfondire i contenuti illuminotecnici per una corretta progettazione, sviluppando alcune considerazioni che saranno declinate per le diverse aree del punto vendita. Vetrina: è il biglietto da visita del vostro negozio e si pone come inizio di qualsiasi comunicazione con i passanti. Mette in scena i prodotti, è attiva in ogni momento, ventiquattro ore al giorno. È il nostro palcoscenico e deve incuriosire, attrarre, provocare, ispirare, incoraggiare e invitare a entrare. Le merci esposte devono essere ben visibili e riconoscibili anche da lontano. Progetteremo soluzioni luminose per ridurre i riflessi del sole di giorno (buona regola è tenere accese le luci delle vetrine anche di giorno), mentre per la sera studieremo alternative per non offuscare la vista verso l’interno. Suggeriamo un’illuminazione che evidenzi i contrasti, con gioco di luci e ombre per aumentare l’effetto di profondità, è necessaria un’elevata brillanza e sono consigliati filtri anti-abbagliamento per i passanti. Raccomandiamo un’intensità luminosa tra i 1.500-3.000 Lux, con una temperatura colore tra i 3.000-4.000 K e una resa cromatica Irc di almeno 80.

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Ingresso: è come ricevere ospiti a casa nostra. Dovremo accoglierli, e salutarli, con un ottimo livello di illuminazione, dove cercheremo di risvegliare le aspettative e i desideri. È in quest’area che inizia l’esperienza d’acquisto. L’atmosfera che dobbiamo presentare è di benvenuto, dobbiamo incuriosire e far decidere ai clienti di proseguire l’esperienza di shopping. Suggeriamo una luce che accoglie, rasserena, aiuta a orientarsi tra i vari prodotti esposti. Alcuni punto d’accento con spot andranno sui prodotti di primo impatto, dando un tocco di personalità. Raccomandiamo un’intensità luminosa tra i 800-1.500 Lux, con una temperatura colore tra i 3.000-4.000 K e una resa cromatica Irc di 80. Area centrale: è l’area principale dell’esperienza d’acquisto, qui troviamo espositori, tavoli, scaffali, gondole, che devono presentare i prodotti in maniera ottimale. In quest’area dovremo rallentare la corsa del cliente, che sembra sempre andare di gran fretta, proponendogli invece

momenti di rallentamento con interessanti proposte. Qui il visitatore deve poter vedere la merce esposta e scegliere in tutta tranquillità. I prodotti vanno illuminati per garantire una buona leggibilità delle caratteristiche, delle etichette, dei cartellini prezzi e della grafica a supporto. Suggeriamo un puntamento a luci spot, di densità elevate, sui principali espositori evitando però abbagli per i clienti. I sistemi d’illuminazione devono garantire facilità e flessibilità di orientamento che andranno infatti modificati spesso al variare delle offerte stagionali dei prodotti. Raccomandiamo un’intensità luminosa tra gli 500-1.000 Lux, con una Temperatura Colore tra i 3.000-4.000 K e una resa cromatica Irc di almeno 80-90. Pareti espositive: in quest’area il prodotto deve essere il protagonista, dovremo cercare di far risaltare al massimo le merci rispetto al fondo e ai mobil/contenitori che le espongono. Vanno previsti dei punti focali, dei punti di attrazione, ben illuminati, dove si concentri l’attenzione del cliente, pur


senza abbagli o riflessi. Suggeriamo quindi una luce omogenea, magari con apparecchi a sospensione e di design per garantire una maggiore atmosfera di ricercatezza e benessere. Per garantire tranquillità nelle comunicazioni e al contempo vedere i prodotti esposti su banco, escluderemo luci forti, spot abbaglianti e marcate ombre. Raccomandiamo un’intensità luminosa tra i 500750 Lux, con una temperatura colore di 3.000 K e una resa cromatica Irc di 80.

retail

funzione di unire i diversi settori. Una luce diffusa ed omogenea che garantirà sicurezza e favorirà l’orientamento. Raccomandiamo un’intensità luminosa tra i 300-500 Lux, con una temperatura colore di 3.000 K e una resa cromatica Irc di 80. Aree promozionali: in alcuni punti del negozio, con il giusto dimensionamento della luce, enfatizzeremo la presentazione dei prodotti, invitando il cliente a soffermarsi. Anche la grafica e tutta la cartellistica promozionale andrà posizionata per la migliore leggibilità. Si dovranno eliminare effetti di abbagliamento, di disturbo, che potrebbero infastidire il cliente e allontanarlo. Anche se quest’area fa parte del progetto di illuminazione globale del negozio, dovrà comunque rendersi evidente e distinguersi chiaramente dal contesto circostante. Suggeriamo una densità luminosa elevata, con fasci di luce sulla merce esposta. Saranno necessari punti luce flessibili e orientabili, evitando possibili abbagli per la clientela. Raccomandiamo un’intensità luminosa tra i 1.000-2.000 Lux, con una temperatura colore tra i 3.000-4.000 K e una resa cromatica Irc di almeno 80-90. Banco ricette - Casse: anche se di fatto è l’atto conclusivo del processo d’acquisto, nel rispetto di una visuale globale d’insieè proprio in quest’area che si sedimentano i me. È auspicabile una flessibilità di puntaricordi e di fatto si creano le condizioni per mento, per garantire in ogni momento future visite ed acquisti. Fidelizzare il clieneventuali cambiamenti di offerta merceote significa anche lasciare un’esperienza logica. Suggeriamo un’illuminazione con positiva al momento contrasti elevati, con della conclusione. Dodensità variabili per i bisogna vremo pensare a un’avari prodotti esposti. evit are una rea in grado di attrarre Evitate quindi una luce piatta ed omogeilluminazione grazie a un accurato design, magari tralasciannea. Raccomandiamo omogenea, do un unico grande un’intensità luminosa senza banco, e invece propotra i 1.000-3.000 Lux, contrasti, nendo isole più contecon una temperatura nute, di dimensioni colore di 3.000 K e una per l’intera equilibrate con il resto resa cromatica Irc di superficie del punto vendita, peralmeno 80-90. del punto fettamente posizionate Corridoi: sono l’asse vendita nel layout e che abbiadi scorrimento delle no la forza di trasmettepersone nel negozio e re un’atmosfera di benessere e rilassatezza. rappresentano il sistema di collegamento Consigli, suggerimenti, relazioni dedicate, si tra i vari mondi merceologici. Devono gamescolano in quest’area dove si dovrà anrantire fluidità e facilità di orientamento che pagare e per questo dovremo poter nel punto vendita. Suggeriamo una luce chiaramente leggere il display della cassa, senza contrasti, senza accenti, che avrà la

CONSIDERAZIONI FINALI In conclusione vogliamo proporvi alcune considerazioni e semplici suggerimenti, per ragionare e sviluppare un corretto progetto di illuminazione. Ricordiamoci di: illuminare coerentemente con il tipo di clientela; variare il tipo di illuminamento per le varie zone del negozio; comporre un’illuminazione con luce d’accento per modellare le merci e le strutture espositive; mettere in scena con sistemi flessibili, diversificati, adattandoli alle diverse tipologie di negozi; trasmettere unicità e autenticità; evitare un’illuminazione omogenea, senza contrasti, per l’intera superficie del negozio. ridurre gli illuminamenti generalizzati e omogenei per limitare i consumi energetici; utilizzare eccellenti rese cromatiche, corretti valori K e una giusta densità luminosa delle varie aree; dare risalto alle zone laterali, per meglio evidenziare le pareti espositive; sfruttare i soffitti come elementi di diffusione luminosa progettando innovative soluzioni di design; evitare dannose radiazioni infrarosse ed ultraviolette che scolorano e deteriorano i prodotti; creare scenografie ed effetti da palcoscenico; diffondere senso di benessere; sfruttare, dove possibile, la luce diurna; progettare per ridurre i costi di esercizio; ridurre al minimo la vista dei corpi illuminanti, utilizzando sistemi compatti e miniaturizzati, progettando accuratamente e ideando alternative di mimetizzazione.

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attualità

A

a cura della redazione

nni

cruciali

In un libro Beatrice Lorenzin ripercorre il suo quinquennio alla guida del ministero della Salute. La presentazione a Roma

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Per citare il titolo di un vecchio film, gli ultimi cinque sono stati, per Beatrice Lorenzin, anni vissuti pericolosamente. È lei il ministro della Salute - ma una volta si chiamava Sanità - più longevo della storia repubblicana, visto che ha ricoperto l’incarico per tutta la legislatura appena conclusa, sotto tre diversi governi. Presentando a Roma il volume Per salute e per giustizia, edito da Edra, Lorenzin ha ricordato i cardini della sua attività ministeriale: la riorganizzazione della rete ospedaliera, la riforma degli Ordini, l’aggiornamento dei Lea, la ricerca della sostenibilità attraverso la lotta a sprechi e inefficienze. E poi, fondamentale, la legge sui vaccini, «una scelta coraggiosa e necessaria davanti a un sentimento antiscientifico che pervade la società e una parte di politica, un’azione doverosa per sanare un’emergenza sanitaria causata dal costante arretramento delle coperture vaccinali». Non a caso, la serata romana ha visto l’irruzione nella sala dell’hotel che la ospitava di una delegazione non ben definita del movimento no vax, che ha fatto del Ministro uno

dei suoi bersagli preferiti. Cosa di cui Lorenzin è invece orgogliosa, visto che la sua battaglia contro le crociate antiscientifiche (caso Stamina, no vax....) ha caratterizzato la sua permanenza al Ministero. Eppure non si può ancora parlare di pericolo scampato, anzi. Lorenzin sottolinea il paradosso di un’era, la nostra, nella quale la tecnologia ha aperto orizzonti solo fino a qualche anno fa impensabili e, al contempo, la comunicazione social - come ogni strumento, utile se ben utilizzata - deraglia spesso fino a mettere sullo stesso piano metodo scientifico e opinioni comuni, prive di qualsiasi credibilità. Un ritorno, per molti versi, a un Medioevo fatto di incompetenza, di improvvisazione, di scarsa o nulla educazione scientifica. Fenomeni gravidi di conseguenze, e non da poco, sulla convivenza sociale. Emblematiche le parole del presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, presente alla serata insieme a numerosi altri autorevoli esponenti della sanità nazionale: «Sono quattro anni che lavoro a fianco del ministro Lorenzin e, senza retorica, sono contento che il nostro Paese abbia avuto un Ministro così, appassionato, onesto, impegnato, una persona perbene e “normale” che ha fatto cose straordinarie, tra cui quella, essenziale per il Paese, di aver garantito la sopravvivenza del nostro Servizio sanitario nazionale». L’auspicio è che il suo successore ai vertici del Ministero prosegua sulla stessa strada.



U veterinaria

Rubrica a cura di Associazione Medici Veterinari Italiani

di Roberto Edoardo Villa, Università degli Studi di Milano, dip. di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare (Vespa)

n compito

collettivo La farmacovigilanza veterinaria è spesso disattesa ma deve coinvolgere sempre di più le figure sanitarie, farmacisti compresi

La farmacovigilanza, se considerata unitamente al complesso di informazioni relative a produzione, distribuzione e commercializzazione dei preparati medicinali (farmacosorveglianza), rappresenta un aspetto peculiare ed essenziale per la gestione del farmaco veterinario. La normativa recante il Codice comunitario dei medicinali veterinari (Dlgs 193 del 6 aprile 2006) obbliga il veterinario, il farmacista e il titolare dell’Autorizzazione all’immissione in commercio, a segnalare «ogni sfavorevole e inatteso segno clinico, sintomo o malattia temporaneamente associati con l’uso di un prodotto medicinale veterinario» (artt. 91-99). È importante ricordare che il mancato rispetto degli obblighi di comunicazione e segnalazione previsti dagli articoli 91 e 96 del Dlgs 193 da parte delle figure professionali citate, è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 2.600 a 15.500 euro (art. 108, comma 13).

LACUNE DA COLMARE Nonostante in campo veterinario la farmacovigilanza rivesta un’importanza notevole (in virtù dell’ampio ricorso all’uso in deroga, delle implicazioni connesse alla produzione di alimenti e all’impatto ambientale), essa purtroppo viene spesso disattesa. Le ragioni di tale diffusa inadempienza sono molteplici: inadeguata formazione delle diverse categorie professionali coinvolte; scarsa in-

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formazione; poca attenzione da parte delle autorità; eccesso di carico burocratico sull’attività di segnalazione e mancanza di un tangibile feed back ai segnalanti in termini di miglioramento apportato all’utilizzo dei prodotti farmaceutici. Per ottenere un efficiente sistema di farmacovigilanza, oltre a coinvolgere attivamente le figure professionali più volte ricordate, bisogna sensibilizzare chiunque si ritrovi a utilizzare, gestire e somministrare il farmaco agli animali (da compagnia e da reddito). Il veterinario in primis, ma anche il farmacista, devono responsabilizzare i proprietari e gli allevatori a seguire l’andamento della terapia, sollecitando la comunicazione di qualsiasi effetto osservato al di fuori di quelli terapeutici auspicati. I punti da tenere in considerazione per la segnalazione sono i seguenti: intolleranza clinica; assenza di efficacia attesa; reazioni nell’uomo; sorveglianza epidemiologica di resistenza; potenziali problemi ambientali; violazione dei Limiti massimi residuali (Lmr); utilizzo non specificato del farmaco (extra-label use). Si osservi come, in campo veterinario, oltre alla segnalazione degli effetti avversi nel paziente, nell’utilizzatore e alla eventuale mancanza di efficacia, si è tenuti anche a

comunicare i fenomeni di resistenza, i problemi ambientali, la violazione dei Limiti massimi residuali (Lmr) e l’utilizzo non specificato del farmaco (uso improprio e in deroga). Tali punti sono spesso ignorati, pur rivestendo una grande importanza nell’ambito di alcune rilevanti problematiche di salute pubblica, quali la resistenza batterica, la salubrità degli alimenti e l’alterazione di nicchie ecologiche. Dal punto di vista pratico l’attività di segnalazione avviene attraverso la compilazione di un modulo, scaricabile dal sito del ministero della Salute (vedi box). In alcuni casi la segnalazione non viene fatta perché si pensa di non avere le informazioni sufficienti per una compilazione completa della scheda, o non si ha il tempo e la voglia di ricercarle. In questi casi è comunque meglio effettuare una segnalazione, anche parzialmente incompleta, piuttosto che ometterla. Una volta fatta la segnalazione sarà poi compito del ministero della Salute (Dgsaf, Ufficio 4, Medicinali veterinari) valutare il nesso di causalità tra la terapia e la reazione/i avversa/e, avvalendosi per gli accertamenti necessari anche delle strutture sanitarie quali gli istituti zooprofilattici, l’Istituto superiore di sanità, le università o altri centri di ricerca. È altresì compito del Ministero informare al contempo l’azienda titolare dell’Aic, la quale ha l’obbligo di gestire e registrare tutte le segnalazioni di farmacovigilanza e di riportarle nel Rapporto


veterinaria periodico di aggiornamento sulla sicurezza (Psur), documento fondamentale per la valutazione periodica del rapporto rischio/beneficio (necessaria per il mantenimento in commercio di un farmaco).

IN CONCLUSIONE Da quanto esposto risulta evidente che un sistema di farmacovigilanza funzionale e funzionante non è concettualmente difficile, così come la sua importanza nella gestione del farmaco è di facile intuizione. Esso infatti può permettere un controllo e una valutazione continua dei prodotti medicinali veterinari e un perfezionamento crescente delle loro condizioni di utilizzo. Per colmare le carenze ancora presenti nel nostro Paese nell’attuazione di questo importante strumento in campo veterinario, è necessario investire risorse nella formazione del personale che opera con i farmaci, quali veterinari e farmacisti, figure professionali che devono poi farsi carico di estendere l’attenzione nei confronti della farmacovigilanza alle altre figure coinvolte nella gestione e nell’accudimento degli animali: allevatori, proprietari e operatori del settore zootecnico, perché l’attività di vigilanza sul farmaco si fa, deve essere fatta… in tanti.

Come inviare le segnalazioni • Si può scaricare il modulo dal portale del Ministero (www.salute.gov.it/portale/ministro/p4_8_0.jsp?label=servizionli ne&idMat=MDV&idAmb=FMV&idSrv= PSK&flag=P) oppure compilarlo direttamente on line (www.salute.gov.it/Farm a c oV i g i l a n z aVe t M o d u l e/ FarmacoVigVetServlet). • Oltre alle informazioni anagrafiche del segnalatore e del proprietario dell’animale bisogna riportare con precisione quelle del/degli animali trattati, del prodotto/i utilizzato/i per la terapia, la posologia e le eventuali terapie per trattare la reazione avversa. Per quanto concerne l’evento osservato bisogna compilare l’apposito spazio, limitandosi a una descrizione sintetica, semplice e veritiera di quanto rilevato. Alla scheda di segnalazione possono essere allegati eventuali documentazioni aggiuntive relative a indagini e referti medici. Nel caso in cui la reazione avversa sia occorsa nell’uomo, la scheda prevede un apposito campo specifico.

• Se la compilazione avviene in forma cartacea la scheda deve essere inviata o al ministero della Salute, mediante posta tradizionale: Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari (Dgsaf), Ufficio 4, Medicinali veterinari, viale Giorgio Ribotta 5, 00144 ROMA); via email a dgsa@postacert.sanita.it; per fax allo 06 5994694. O al Centro regionale di farmacovigilanza di competenza. • La tempistica entro cui deve essere effettuata la segnalazione è di quindici giorni lavorativi per le normali reazioni avverse: reazione dannosa inaspettata che si verifica alle dosi normalmente utilizzate nell’animale a scopo diagnostico o per la profilassi e il trattamento di malattie o di modificazioni dello stato fisiologico. E di sei giorni lavorativi per le gravi reazioni avverse: reazione avversa che può risultare fatale, che minaccia la sopravvivenza, che crea lesioni o invalidità o incapacità o che provoca nell’animale in cura sintomi permanenti o prolungati.

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U farmacologia

di Carla Carnovale, Pharmacovigilance Service, Unit Clinical Pharmacology, Department of Biomedical and Clinical Sciences, University Hospital “Luigi Sacco”, University of Milan

ltime

evidenze

Recenti aggiornamenti in tema di utilizzo degli inibitori di pompa protonica in pediatria

Nonostante il Reflusso gastroesofageo (Rge) nei lattanti rappresenti un processo fisiologico, nella maggioranza dei casi reversibile (si autolimita tra i 12 e 24 mesi)1, la rinomata potenza degli Inibitori di pompa protonica (Ipp) nel contrastare la secrezione acida ha contribuito alla travolgente espansione del loro utilizzo anche nella popolazione pediatrica, a dispetto delle controverse evidenze di efficacia e sicurezza a oggi disponibili.

PREMESSA Il Rge è una condizione comune che colpisce dal 40 al 65 per cento circa di tutti i bambini, solitamente inizia a circa due o tre settimane di vita, mentre il picco di prevalenza si registra prevalentemente intorno ai quattro mesi. Rigurgito post-prandiale, vomito, irritabilità, pianto notturno e difficoltà nell’alimentazione spontanea costituiscono

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Il Rge è un fenomeno fisiologico, tuttavia i sintomi più frequentemente manifestati; di la sua evoluzione in condizione patologiconseguenza tale condizione clinica, tenca può talvolta presentarsi sottoforma di denzialmente non complicata, può essere malattia da reflusso gastroesofageo (Mrnella maggioranza dei casi trattata senza rige), che si verifica quando il reflusso è correre necessariamente a specifici trattacausa di sintomi che menti farmacologici, richiedono una teranell’attesa che il tratto il reflusso pia medica o di comdigerente superiore del lattante inizi a operare gastroesofageo p l i c a n z e , q u a l i difficoltà respiratoin modo funzionale (incolpisce rie, sintomi e segni torno al compimento tra il 40 di esofagite, e da un del primo anno di età). e il accrescimento ponIn genere per i lattanti derale inferiore alla con Rge funzionale 65 per cento media. sono sufficienti dei di tutti Soprattutto nei latpiccoli accorgimenti i bambini tanti è molto difficile che prevedano la corcapire quando il Rge rezione delle abitudini sta evolvendo nella sua forma patologialimentari e di vita, per esempio le modifica, a causa della notevole variabilità dei che della composizione, frequenza e volusintomi e per via dell’assenza di adeguati me dei pasti.


FARMACOLOGIA test diagnostici disponibili su larga scala. A rendere ancor più complicato il quadro generale si inserisce la scarsa disponibilità di informazioni utili per gestire correttamente l’approccio farmacologico, nei casi in cui esso risulti necessario. Tale scenario (difficoltà diagnostica e limitate prove di efficacia e sicurezza dei farmaci in commercio) contribuisce a innescare situazioni potenzialmente pericolose per i piccoli pazienti coinvolti. Nonostante le incerte evidenze relative all’efficacia degli Ipp in ambito pediatrico per la maggior parte dei sintomi per i quali sono prescritti (i pochi studi a oggi condotti sono poco affidabili ed estremamente limitati), negli ultimi anni si è registrato un considerevole incremento del loro uso, anche nei bambini di età inferiore a un anno2. Tale incremento (prevalentemente basato solo sulla presenza di

sintomi piuttosto che su effettive diagnosi differenziali), solleva importanti criticità connesse al possibile inappropriato uso di questa classe terapeutica che determina ricadute negative in termini di salute pubblica ed economici3.

EFFICACIA E SICUREZZA DEGLI IPP In accordo con le Linee guida internazionali emanate dalle Società nordamericana ed europea per la gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (Naspghan/Espghan), gli Ipp possiedono un buon profilo di efficacia per il trattamento dei sintomi della Mrge e per la guarigione dell’esofagite erosiva sia nella popolazione adulta sia nei bambini4. Le evidenze disponibili in merito al possibile uso per i lattanti, concorrono invece a non supportarne l’utilizzo; in linea con

quanto emerge dalle raccomandazioni congiunte delle società, nessun Ipp è stato difatti approvato per questa specifica fascia pediatrica, in quanto in base agli studi clinici controllati randomizzati, l’efficacia degli Ipp e del placebo nel migliorare i sintomi quali il pianto e l’irritabilità sono sovrapponibili. Così come riportano i dati emersi dal trial clinico, non sono state infatti rilevate differenze di efficacia tra l’esposizione al lansoprazolo e al placebo per i sintomi attribuiti alla Mrge nei lattanti di età compresa tra uno e dodici mesi. Sono invece state rilevate reazioni avverse al trattamento con lansoprazolo, tra le quali infezioni del tratto respiratorio inferiore, clinicamente rilevanti5. Risultati simili sono stati di recente registrati anche nei neonati esposti al trattamento con esomeprazolo. Anche in questo caso non è stata rilevata alcuna variazione percentuale statisticamente significativa

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farmacologia

Esposizione precoce agli Ipp e aumento del rischio di fratture nei bambini piccoli In accordo a quanto emerge da una recente ricerca clinica presentata nell’ambito del meeting “Pediatric Academic Societies” a San Francisco nel 2017, la precoce prescrizione di farmaci antiacidi ai bambini al di sotto di un anno di età per il trattamento del Rge, è associata ad un aumento del rischio di sviluppare fratture ossee durante l’infanzia9. Diverse metanalisi e revisioni sistematiche hanno dimostrato un’associazione tra impiego recente e cronico di Ipp e rischio di fratture, sia negli uomini sia nelle donne, nella popolazione generale. In seguito ai numerosi studi epidemiologici precedentemente effettuati che hanno individuato l’aumento del rischio dopo un anno o più di terapia a dosi elevate, la Food and drug administration aveva infatti deciso di avvertire i pazienti e i medici sul possibile aumento del rischio di fratture dell’anca, del polso e delle vertebre associato all’uso prolungato e ad alti dosaggi dei Ipp, decidendo di modificare l’etichetta e la sezione degli avvertimenti dei farmaci antiacidi. Tuttavia, a oggi, tale correlazione in ambito pediatrico non era stata sufficientemente esplorata. Il gruppo di ricerca ha esaminato le cartelle cliniche di 874.447 bambini sani, afferenti al Si-

del numero totale dei segni e sintomi correlati alla Mrge, né degli episodi di reflusso tra i gruppi che assumevano esomeprazolo e placebo6. Tali evidenze sono inoltre state recentemente confermate da una review che ha messo in luce la mancata efficacia degli Ipp sul trattamento di irritabilità e pianto inconsolabile nei lattanti, evidenziando come tale approccio prescrittivo non offra sostanziali benefici per i sintomi per i quali sono invece comunemente e abbondantemente prescritti7. Alla luce di tali evidenze e in accordo con

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stema sanitario militare (Mhs) dal 2001 al 2013; le indagini hanno rilevato che circa il 10 per cento del totale dei soggetti era stato sottoposto ad una prescrizione di farmaci antiacidi nel primo anno di vita (sia bloccanti H2 che Ipp); in una piccola percentuale del campione è stata registrata la doppia prescrizione. I bambini che hanno utilizzato gli Ipp hanno manifestato un aumento del 22 per cento di probabilità di incorrere in una frattura, mentre per i bambini che hanno usato sia i Ipp che gli H2-bloccanti è stato registrato un aumento del rischio di fratture del 31 per cento. L’uso singolo di farmaci H2-bloccanti non è invece stato associato a un aumentato rischio di insorgenza di fratture a breve termine. Il numero di fratture ossee registrato, variava in base alla più o meno precoce esposizione ai farmaci; bambini con un’età minore di sei mesi, esposti al trattamento, hanno sviluppato un rischio di fratture più elevato. I bambini che hanno iniziato invece a usare antiacidi dopo i due anni di età non hanno manifestato un aumento dell’incidenza di fratture rispetto ai bambini a cui non erano stati prescritti antiacidi nei primi cinque anni di vita.

quanto ribadito anche dall’American academy of pediatrics è estremamente importante che tutti gli operatori sanitari coinvolti (dalla prescrizione alla dis p en s a z ione ) s i a no i n g rado d i identificare, trattare e suggerire adeguatamente strategie di contenimento del disturbo al fine di evitare trattamenti non necessari che esporrebbero i piccoli pazienti al rischio di insorgenza di effetti collaterali, potenzialmente gravi (vedi box). Diversi studi negli ultimi anni hanno iniziato a evidenziare i possibili effetti

il britannico nice ha elaborato nel 2015 le linee guida per l’utilizzo degli Inibitori di pompa protonica nella popolazione pediatrica

collaterali legati al trattamento con questi farmaci e, in particolare, il rischio di aumentare le infezioni gastrointestinali grazie al loro effetto di ridurre l’acidità gastrica che favorisce la colonizzazione batterica alta intestinale. Un recente studio pubblicato sul Journal of Pediatrics nel 2015 ha confermato come dopo tre mesi dall’inizio del trattamento con Ipp il rischio di colonizzazione batterica intestinale alta compare in circa un quarto dei casi8.

NUOVE LINEE GUIDA DEL NICE BRITANNICO Nel 2015 il National institute for health and care excellence (Nice) ha elaborato le linee guida per l’utilizzo degli Ipp nel-


la popolazione pediatrica. Tali raccomandazioni possono essere brevemente riassunte in due punti principali: non prescrivere Ipp o bloccanti H2 per il trattamento del Ger funzionale dei lattanti e proporre il trattamento con Ipp solo a lattanti, bambini e adolescenti con esofagite da reflusso documentata endoscopicamente10. Il Nice raccomanda inoltre a tutti gli operatori sanitari di prestare estrema attenzione ai sintomi che potrebbero suggerire la necessita di ulteriori approfondimenti in quanto suggestivi di una possibile evoluzione del Ger in una condizione patologica. Al fine di distinguere tali condizioni (fisiologica e non), il Nice elenca una serie di sintomi, quali campanelli di

allarme, tra cui il vomito frequente e forte, distensione addominale, dolorabilità o massa palpabile, diarrea cronica, fontanella gonfia, aumento crescente e rapido della circonferenza della testa (un centimetro a settimana), mal di testa mattutino persistente e peggioramento del vomito nella mattina. Alla luce di tali evidenze l’approccio prescrittivo di questi farmaci andrebbe pianificato con estrema prudenza e cautela, soprattutto nei bambini molto piccoli e dunque esposti a un aumentato rischio di eventi avversi clinicamente rilevanti. Gli antiacidi dovrebbero esser prescritti solo per trattare i casi conclamati e gravi di Mger e dovrebbero essere utilizzati per il minor tempo possibile.

1. Kliegman RM, Behrman RE, Jenson HB, Stanton BF. Nelson Textbook of Pediatrics. 18a Edizione - 2009. | 2. Putnam PE. “Stop the IPP express: they don’t keep ba bies q uiet!” J Pediatr. 2009 Apr;154(4):475-6. | 3. Barron JJ, Tan H, Spalding J, Bakst AW, Singer J. “Proton pump inhibitor utilization patterns in infants.” J Pediatr Gastroenterol Nutr 2007;45:421-7. | 4. Vandenplas Y, Rudolph CD, Di Lorenzo C et al. “Pediatric gastroesophageal reflux clinical practice guidelines: joint recommendations of the North American Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (Naspghan) and the European Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (Espghan). North American Society for Pediatric Gastroenterology Hepatology and Nutrition, European Society for Pediatric Gastroenterology Hepatology and Nutrition”. J Pediatr Gastroenterol Nutr 2009; 49:498-554. | 5. Orenstein SR, Hassall E, Furmaga Jablonska W et al. “Multicenter, double blind, randomized, placebo-controlled trial assessing efficacy & safety of proton pump inhibitor lansoprazole in infants with symptoms of gastroesophageal reflux disease”. J Pediatr 2009;154:514-20. | 6. Omari TI, Davidson GP, Bonnaroo P, Naucler E, Nilsson, Lundborg P. Pharmacokinetics and acid-suppressive effects of esomeprazole in infants 1-24 months old with symptoms of gastroesophageal reflux disease. | 7. Gieruszczak-Białek D, Konarska Z, Skórka A et al. “No effect of proton pump inhibitors on crying and irritability in infants: systematic review of randomized controlled trials.” J Pediatr 2015;166:767-70. | 8. Sieczkowska A, et al. Small bowel – “Bacterial overgrowth associated with persistence of abdominal symptoms in children treated with a proton pump inhibitor”. J Pediatr 2015;166:1310-2.e1. | 9. https://registration.pas-meeting.org/2017/repor ts/ rptPAS17_Abstracts.asp | 10. https:// www.nice.org.uk/news/article/gord-inchildren.

farmacologia

BIBLIOGRAFIA

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medicina

L Il concetto di longevità è in continuo mutamento ed espansione. Troppo riduttivo ingabbiarlo esclusivamente dentro il recinto di una prospettiva di vita sempre più lunga. Oggi quando la scienza parla di longevità, lo fa coinvolgendo più discipline, mixa stili di vita, alimentazione, fattori di rischio, esercizio fisico, ricerca genetica… E non basta ancora. Perché non è più sufficiente allungare solo la soglia di vita (si stima che entro il 2050 l’aspettativa dei 120 anni sarà abbastanza comune nei Paesi economicamente sviluppati). È necessario investire molto anche su come si arriva a questa nuova soglia, con quali capacità fisiche e mentali, con quali bisogni, fragilità ma anche risorse. E qui entra in campo la riflessione esistenziale sulla terza età che, se non prende il posto dell’analisi clinica, quantomeno l’affianca con pari dignità e importanza. Questi alcuni dei temi al centro della prima conferenza congiunta dell’Università degli Studi di Padova, insieme all’Università di Boston-Harvard T.H. Chan School of Public Health, ospitata nell’aula magna di Palazzo Bo della città veneta (con il contributo non condizionato di Solgar Italia Multinutrient).

A PROPOSITO DI TELOMERI L’incontro ha sperimentato un nuovo format per far convivere convegno scientifico e divulgazione. E ha affrontato il tema “Longevity: the way of being. Coinvolgimento genetico, stile di vita, strategie nu-

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di Carla De Meo

ongevità

ma in salute A Padova un convegno per fare il punto sul benessere nella terza età. La componente genetica, gli stili di vita, le strategie nutrizionali per vivere a lungo

trizionali e nutraceutiche per vivere a lungo” con interventi e lectio magistralis di importanti esponenti della comunità scientifica internazionale. Immaculata De Vivo, docente di Medicina ad Harvard, dipartimento di Epidemiologia, impegnata dal 2007 sullo studio dei telomeri, ha spiegato l’importanza di questi e del loro mantenimento rispetto all’invecchiamento e ad alcune patologie come cancro e malattie cardiovascolari. I telomeri sono “estremità dei cromosomi” e li aiutano a trattenere le informazioni genetiche. Con il passare degli anni, possono alterarsi e il patrimonio di informazioni danneggiarsi. Molto va ricondotto alla loro lunghezza. Sappiamo che generalmente sono più lunghi nella donna che nell’uomo e che ci sono anche differenze di razza, tra bianchi e afroamericani (più lunghi in questi ultimi per una questione di adattamento). Alla nascita, la lunghezza varia dagli 8 ai 12 kb, ma a cento anni è ridotta della metà. Questo conferma che l’invecchiamento accorcia i telomeri ed è tanto più evidente in concomitanza con patologie croniche. Ma non è solo colpa della replicazione del Dna se i telomeri si accorciano, intervengono anche lo stress ossidativo e l’infiammazione. Si tratta, dunque, di un processo dinamico. «I telomeri svolgono il ruolo di marcatori dell’invecchiamento», sottolinea De Vivo. «Abbiamo evidenze scientifiche che confermano che telomeri corti signifi-

cano vita più breve». Uno studio danese, condotto su 64.000 campioni, ha dimostrato infatti la fortissima correlazione tra mortalità e telomeri corti. «Infiammazione e stress ossidativo accelerano la riduzione della lunghezza molto più di quanto ci si potrebbe aspettare». Esistono tuttavia degli elementi cosiddetti “cuscinetto” che possono arginare il trend negativo. I fattori ambientali sono predittori importanti, spesso modificabili, e ci aiutano a promuovere la salute, evitare patologie croniche e puntare alla longevità. Si tratta dell’Indice di massa corporea, dell’alimentazione (dieta mediterranea), dell’attività fisica. L’esercizio fisico, anche moderato (camminare tre/quattro volte al giorno, per 30/40 minuti) è sufficiente per arginare l’accorciamento. E pure la meditazione ha fatto registrare influenze positive. «Non si tratta quindi di allungare i telomeri o riaccendere l’enzima telomerasi», spiega De Vivo, «ma di mantenere la lunghezza che abbiamo nel nostro codice genetico, usando questi cuscinetti protettivi». Al contrario, ansia fobica, sindrome da stress post traumatico, fumo, indice di massa corporea alto, deprivazione sociale precoce, problematiche psicologiche rappresentano esposizioni negative perché causano stress ossidativo e infiammazione. Un interessante studio sui bambini rumeni rimasti orfani ha dimostrato come la deprivazione sociale abbia avuto un impatto negativo sui telomeri che si sono accorciati


medicina irreversibilmente. Un’osservazione importante: «Un recente studio ha dimostrato che i telomeri corti facilitano le malattie cardiovascolari ma che quelli lunghi possono addirittura predisporre al cancro, anche se si tratta di casi rari, ad avanzamento lento. Significa che forse non esiste una lunghezza ideale per la longevità o comunque per arginare tutte le patologie».

IL RUOLO DEI MITOCONDRI Nuove prospettive sono state individuate anche sul fronte dei mitocondri, “centrali energetiche” delle cellule. Rosario Rizzuto, docente di Patologia generale presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e rettore della stessa, ha approfondito temi come l’omeostasi mitocondriale e il ruolo importantissimo svolto dai mitocondri nel controllo della morte cellulare, oggetto di studi del Centro di ricerca da lui stesso coordinato. «Ogni giorno nell’organismo muoiono cinquanta milioni di cellule. E sappiamo che il mitocondrio regola il processo di morte cellulare. Ma nuove ricerche hanno evidenziato come i mitocondri comunichino con la cellula, trasmettano segnali, e come i processi che raggiungono i mitocondri servano a regolare funzioni cellulari molto importanti». Tutte informazioni strategiche all’interno del lavoro su longevità e salute. La sfida che si pone davanti agli scienziati ora è capire come questo avviene nelle fasi della vita e so-

prattutto nella fase dell’invecchiamento, in correlazione con patologie croniche. E come i nostri stili di vita possano influenzare le funzioni mitocondriali. Su alimentazione funzionale e nutraceutica per la longevità è intervenuto Giovanni Scapagnini, docente di Biochimica clinica presso il dipartimento di Medicina e scienze della salute Vincenzo Tiberio-Università del Molise. Ha illustrato come particolari nutrienti siano in grado di interagire con la nostra biochimica, attivando e regolando numerosi aspetti funzionali, con un focus sulla geroscienza e sull’importanza della restrizione calorica. Ha inoltre descritto come la nutraceutica possa intervenire per sostenere un’esistenza longeva, citando molecole quali la curcumina, il resveratrolo, l’astaxantina estratta da una microalga della famiglia delle Chlamydomonadeae e la L-teanina che favorisce l’attenzione e la concentrazione, mantenendo al contempo uno stato di tranquillità. La conferenza ha evidenziato inoltre la necessità di bilanciare le fonti dei nutrienti piuttosto che bandire cibi dalla nostra tavola (Meir Stampfer). Ha analizzato il caso dei centenari di Okinawa e la presenza di FOX03, riconosciuto come il gene della longevità ( Craig Willcox), le evidenze scientifiche della dieta mediterranea (Antonia Trichopoulou), i benefici dell’esercizio fisico nel collegamento muscoli/invecchiamento (prof.

Marco Narici) e il ruolo dell’autofagia nella salute (Marco Sandri).

OLTRE LA CLINICA Longevità e vecchiaia non sono tuttavia temi da affidare solo alla scienza e all’analisi clinica. Lo ha detto chiaramente Vittorino Andreoli, psichiatra, scrittore e promotore della disciplina Bendessere, che ha tenuto una lectio magistralis. La sua attenzione si è focalizzata esclusivamente sull’aspetto esistenziale dell’anziano e su interventi che devono concentrarsi sul singolo individuo. «Bendessere è una disciplina scientifica che promuove il bene. Ma mentre la clinica cerca di eliminare il male dagli organi, Bendessere vuole migliorare scientificamente le condizioni che limitano l’esistenza dell’anziano, anche se non sono sintomi», sintetizza Andreoli. Non si tratta di un’idea filosofica «ma di un progetto che ho sviluppato nella consapevolezza che oggi non è più richiesto solo il controllo della malattia: si chiede di vivere meglio, anche in salute». In questo senso allora la longevità deve accompagnarsi alla capacità sociale di far vivere meglio l’anziano. Chiedendosi quali sono i suoi bisogni, i suoi desideri. Perché é attraverso i desideri che ciascuno ha la percezione del suo futuro. «La vecchiaia è una condizione esistenziale che ha caratteristiche e fragilità particolari. Ma pure risorse. Certo, è a rischio malattia, ma il rischio non è un disturbo».

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fiscale

M

di Stefano De Carli, Studio Luce, Modena

isure in

bilancio

Il divieto di pagamento in contanti degli stipendi e il nuovo regime relativo alla carta carburante. Novità della Finanziaria 2018

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Tra le numerose novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 un certo rilievo potranno avere, nella gestione contabile della farmacia, le due innovazioni che andiamo a commentare, le quali, curiosamente, si applicano entrambe a partire dal primo luglio 2018.

IL PRIMO PUNTO La prima riguarda il divieto di corrispondere il pagamento degli stipendi in contanti e trova la sua ragione d’essere, oltre che nel generalizzato incentivo da parte del fisco alla tracciabilità bancaria di tutti i movimenti aziendali, nel contrasto al comportamento fraudolento di alcune aziende che, a fronte di un pagamento in contanti liquidano al lavoratore una somma più bassa rispetto alla busta paga. A tal fine viene previsto anche che «la firma apposta dal lavoratore sulla busta paga non costituisce prova dell’avvenuto pagamento della retribuzione», eliminando quindi il valore di quietanza alla sottoscrizione del documento. Il saldo dovrà pertanto avvenire solo mediante strumenti tracciabili, che la legge così identifica: bonifico su conto corrente con codice Iban indicato dal lavoratore; assegno bancario o circolare, che potrà essere consegnato direttamente al lavoratore o a un suo delegato. Si potrà delegare solo in caso di effettivo e com-

provato impedimento e solo al coniuge, al convivente o ad altro familiare o affine del lavoratore, comunque di età superiore ai sedici anni. Saranno certamente queste le modalità più utilizzate dalla farmacia, anche se la norma ne consente altre, che si presume però verranno utilizzate più facilmente da aziende di maggiori dimensioni. Ci si riferisce ai pagamenti elettronici e a quelli in contanti direttamente in banca o alla posta, consentiti però solo se il datore di lavoro ha aperto un c/c di tesoreria con mandato di pagamento. Il divieto di pagamento degli stipendi in contanti si applica a tutti i rapporti di lavoro subordinato, compresi eventuali anticipi di retribuzione, e indipendentemente dalle modalità di svolgimento della prestazione e dalla durata del rapporto, quindi a: contratti a tempo pieno e part-time; rapporti di lavoro a tempo indeterminato e determinato; contratti di apprendistato; tutte le altre forme di lavoro flessibile (contratto a chiamata, job sharing, eccetera). Rientra nella nuova normativa anche il compenso corrisposto agli amministratori delle società, mentre ne sono escluse le somme prelevate dal titolare, collaboratore familiare o socio di società, oltre a quelle versate agli associati di capitale o lavoro che quindi potranno continuare a essere regolate in contanti, nei limiti consentiti (3.000 euro), anche se tali prassi è


fiscale sconsigliabile per questioni di trasparenza e certezza contabile. Attenzione, quindi, ad adeguarsi per tempo: dalla seconda metà dell’anno il mancato rispetto del nuovo obbligo viene pesantemente colpito con una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 5.000 euro.

IL SECONDO PUNTO Mentre il divieto sopra descritto avrà probabilmente un impatto limitato per il settore (sono pochi i titolari/soci che non utilizzano assegni o bonifici per gli stipendi), sicuramente generalizzato sarà il cambiamento dovuto al diverso regime imposto dal legislatore per documentare gli acquisti di carburante, sempre a partire dal primo luglio 2018. Sino ad allora le farmacie che posseggono un veicolo aziendale continueranno a utilizzare l’usuale stampato previsto dal Dpr 444 del 10 novembre 1997 e oggetto di chiarimenti da parte dell’amministrazione finan-

ziaria con la circolare ministeriale n. 205/E pra sarà, a partire dalla seconda parte del 12 agosto 1998. In base a tali disposiziodell’anno e salvo proroghe, un ricordo. ni, gli acquisti di carburante per autotrazioLa nuova disciplina prevede, per una corne effettuati presso retta contabilizzagli impianti stradali zione, un duplice uno degli di distribuzione da obbligo: da una obiettivi parte dei contriparte una diversa buenti soggetti forma di certificaè il contrasto all’imposta sul vaal comportamento zione della cessiolore aggiunto dene, che prenderà fraudolento vono risultare da il posto della cardi alcune aziende ta carburante, apposite annotazioni, eseguite in dall’altra il moniparte dal farmacista stesso e in parte del toraggio bancario dei pagamenti. gestore della stazione di rifornimento, sul Riguardo a quest’ ultimo aspetto, la deduben noto modulo definito “scheda carbuzione del costo (imposte dirette) e la derante”, il cui utilizzo sostituisce a tutti gli trazione ai fini Iva vengono considerate effetti il tradizionale documento previsto legittimate solo in presenza di pagamenti dal comma 3 dell’articolo 22 del Dpr n. con carte di credito, di debito o prepaga633/1972 e cioè la fattura. te. Peraltro, ma ai soli fini Iva, è previsto Premesso che ben raramente si sono viste che la legittimità della detrazione sarà riin studio schede perfettamente risponconosciuta anche in presenza di altri mezdenti ai requisiti richiesti, tutto quanto sozi di pagamento rispetto a quelli ora

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fiscale fornimento di carburante e l’ammontare elencati, purché rientranti tra quelli che sadel corrispettivo. Tale certificazione è atranno riconosciuti idonei da un prossimo tualmente del tutto alternativa alla redazioprovvedimento del direttore delle Entrate. ne della carta carburante. La circolare È presumibile che in quella sede potranno richiamata non ha essere riconosciuti però individuato né validi anche tutti i L’introduzione procedure specifipagamenti effetdella fattura che per registrare in tuati con altri struelettronica, contabilità l’imponimenti finanziari bile e l’Iva, partendo “tracciabili”. nell’ambito dal corrispettivo lorComunque, ai fini dell’acquisto do sostenuto per della tracciabilità dei carburanti l’acquisto di carbudei pagamenti non dovrà essere rante, né le tempistisembra possano sorgere grossi dub- necessariamente che di inserimento. La prassi contabile bi operativi. Verrà limitato più usuale sopperiprobabilmente risce a tali mancanze utilizzando gli estratti proposta la procedura già consentita sin conto “parlanti” emessi dalle banche o dadal 2011, ma ben poco utilizzata a causa gli operatori finanziari come surrogato deldella scarsa chiarezza sulla modalità di apla carta carburante, provvedendo allo plicazione contabile. Infatti il decreto 13 scorporo dell’Iva e alla registrazione con maggio 2011 n. 70 (commentato dalla cirmodalità similari a quest’ultima. colare dell’Agenzia delle entrate del 9 noI problemi intervengono invece su altro vembre 2012, n. 42) prevede che i soggetti punto: la Legge di bilancio non si limita a che utilizzano esclusivamente carte di crecancellare le disposizioni del Dpr 444 e dito/di debito/prepagate, che devono esquindi ad abrogare la carta carburante, sere peraltro intestate alla farmacia (quindi ma prevede addirittura l’obbligo, per il geal titolare se ditta individuale o alla sociestore dell’impianto, di emissione della fattà), possono certificare la spesa di carbutura elettronica nei confronti di tutti i rante tramite gli estratti conto rilasciati soggetti che non acquistino carburante dall’emittente della carta, purché da questi privatamente. La disposizione è priva di reultimi emergano chiaramente alcuni elealistica applicazione. Ve l’immaginate il gementi ritenuti necessari, quali la data, il store della pompa di rifornimento, soggetto presso cui è stato effettuato il ri-

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abituato, al massimo, ad apporre un veloce scarabocchio a mo’ di firma sulla carta carburante, obbligato a consegnare, a ogni cliente che vuole dedursi il costo del carburante, una fattura elettronica che comporta la rilevazione del codice univoco del cliente , l’inserimento dei dati anagrafici dello stesso, la compilazione e l’invio del documento? E tutto questo per ogni rifornimento, anche di importo minimo. E come si potrà fare con gli acquisti dagli erogatori self-service che non prevedono la presenza di personale? Oltre che irrealistico, il nuovo regime è del tutto sproporzionato se si pensa che gli abusi per certificazioni gonfiate dei costi carburante, certamente molto in vigore con la carta carburante, sarebbero di molto limitati o quasi azzerati dall’obbligo di pagamento con moneta tracciabile. Occorre anche considerare che, al di là di poche categorie di utenti, la deduzione ai fini delle imposte dirette è limitatissima (20 per cento) e la detrazione dell’Iva è parziale (40 per cento), per cui il danno per l’Erario, in caso di utilizzi impropri, viene proporzionalmente ridotto. Per concludere, si ritiene che le procedure previste dal Decreto 70/2011, magari completate da precise regole operative che chiariscano il corretto utilizzo contabile degli estratti conto “parlanti” degli acquisti carburanti, siano più che sufficienti a garantire contro le allegre “autocertificazioni”. L’introduzione della fattura elettronica, il cui impatto generale sulla tenuta della contabilità sarà comunque estremamente positivo, dovrà invece, nel particolare settore dell’acquisto dei carburanti, essere necessariamente limitato stante la pratica impossibilità della gestione. Ci si augura chiaramente che l’amministrazione finanziaria si renda conto in tempo utile della situazione e che venga suggerito un intervento legislativo di correzione, dato che non sembra sufficiente una interpretazione semplificatrice. Nel frattempo è consigliabile alle farmacie informarsi fin d’ora presso i propri istituti di credito a proposito del rilascio delle carte di pagamento “dedicate” in possesso dei requisiti richiesti dal Decreto del 2011. Di questo adempimento sembra proprio che non si potrà fare a meno.


2018

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PHARMA CAMPUS CAPRI, 5-8 aprile 2018 PRESIDENTE DEL CAMPUS

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di Stefania Cifani

farmanews

Un’opzione in più

Diabete di tipo 2, nuova combinazione facilita il controllo glicemico e contrasta l’aumento di peso

Una nuova opzione terapeutica è entrata a far parte delle terapie a disposizione dei pazienti con diabete di tipo 2. Si tratta di IdegLira, nato dalla combinazione, in rapporto fisso, di insulina degludec e liraglutide, analogo del recettore del GLP-1. Il farmaco, erogato in un’unica penna, si presta a intensificare la terapia laddove non venga raggiunto l’adeguato controllo metabolico, senza aumentare il numero di iniezioni quotidiane. Il prodotto è stato approvato per i casi nei quali la terapia con ipoglicemizzanti orali, in monoterapia o associati a insulina basale o ad agonisti del recettore del GLP-1,

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non abbiano permesso di raggiungere il controllo glicemico. Oltre il 50 per cento delle persone affette da diabete di tipo 2 non raggiunge infatti il target raccomandato - valori di HbA1c inferiori o uguali a 0,7 per cento - esponendo s i a l r i s ch io d i c ompl ic a n ze : insufficienza renale, cecità e rischio di amputazioni. Le linee guida internazionali (Ada/Easd) raccomandano che, quando necessario per mantenere un buon controllo metabolico, nel tempo la terapia venga intensificata associando ai farmaci orali dosi adeguate di insulina e, in caso di falli-

mento, con una terapia iniettiva combinata con più farmaci: una iniezione di insulina ad azione rapida prima del pasto più abbondante o di agonisti recettoriali del GLP-1. «In entrambi i casi», spiega Agostino Consoli, docente di Endocrinologia all’Università degli studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, «ciò implica per il paziente l’introduzione in terapia di un’ulteriore iniezione e quindi una gestione più complicata della cura. Con la nuova formulazione IDegLira q uesto non è più necessario. Questo fattore è importante perché spesso la mancata aderenza alla terapia è strettamente connessa alla sua complessità». La nuova combinazione offre il vantaggio di poter essere somministrata una sola volta al giorno, indipendentemente dai pasti, semplificando la gestione della terapia. Contrasta inoltre l’aumento di peso associato alla terapia insulinica e riduce il rischio di ipoglicemia rispetto all’aumento della dose di insulina. Dagli studi di sperimentazione è risultato che rispetto ai pazienti trattati con insulina glargine, le persone con diabete tipo 2 in cura con la nuova combinazione hanno ottenuto maggior riduzione dell’emoglobina glicata (HbA1c 1,8 per cento rispetto a 1,1), una diminuzione del peso corporeo (calo di 1,4 kg rispetto a un aumento di 1,8 kg, con una differenza complessiva di 3,2 kg) e un tasso di ipoglicemie confermate inferiore del 57 per cento (2,2 rispetto a 5,1 eventi per paziente per anno). Il prodotto ha ottenuto la rimborsabilità in fascia A ed è oggi disponibile in tutte le regioni, a eccezione di Sicilia, Calabria, Sardegna ed Emilia Romagna.



Legale

S

Tra le non poche questioni sollevate dall’esegesi che si sono ricorse in materia di assegnazione delle sedi farmaceutiche di cui al concorso straordinario previsto dall’articolo 11 della Legge n. 27/2012 - che ha recentemente avuto, tra l’altro, il parere non vincolante della Sezione consultiva del Consiglio di Stato, 3 gennaio 2018, n. 69 (Punto Effe n 3/2018: “Le vacanze di Hegel”) - si pone quella del mantenimento della posizione di socio in una società speziale, titolare di una farmacia rurale sovvenzionata (articolo 11, comma 3, Legge n. 27/2012) pur dopo l’assegnazione della sede farmaceutica ai graduati in forma associata, con quel che ne consegue dopo la scadenza del termine triennale di indissolubilità del vincolo associativo (articolo 1, comma 163, Legge n. 127/2017) che accomunerà la situazione straordinaria di tali farmacie a quella ordinaria delle società speziali (così chiamate anche in giurisprudenza: Consiglio di Stato, Sezione terza, 20 novembre 2013, n. 5486). La questione si pone in termini di titolarità del diritto d’esercizio della farmacia e di compatibilità o meno del socio ad assumere una posizione nella compagine graduata in associazione nel concorso straordinario di cui s’è detto.

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a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

ocio

in utroque È possibile la partecipazione di un farmacista in più società speziali

LA TITOLARITÀ Al riguardo si può ragionevolmente ritenere che la natura di farmacia rurale sussidiata di cui è titolare la società speziale (articolo 7, Legge n. 362/1991 in relazione all’articolo 1, comma 926, Legge n. 296/2006) che ha consentito al socio di partecipare al concorso straordinario per l’assegnazione delle sede farmaceutica di nuova istituzione (articolo 11, comma 3, sub b, Legge n.27/2012) gli possa anche consentire di

mantenere la qualità di socio in tale società e di assumere la partecipazione nel nuovo soggetto cui sarà affidata la titolarità del diritto d’esercizio della farmacia afferente la sede di nuova istituzione che venga assegnata a concorso. Tale soggetto non potrà essere che una società speziale costituita dai farmacisti assegnatari della sede di nuova istituzione in forma di società di persone ovvero di capitali (Consiglio di Stato, Sezione terza, 4 settembre 2015, n. 4128, ripreso da Consiglio di Stato, Sezione consultiva, parere 3 gennaio 2018, n. 69). Questo per due ordini di motivi dati per scontati nel parere de quo: a) sul piano letterale, atteso che possono essere titolari del diritto d’esercizio delle farmacie «le persone fisiche, in conformità alle disposizioni vigenti, le società» (articolo 7, comma 1, Legge n. 362/1991 come sostituito dall’articolo 1, comma 157 sub a, Legge n. 124/2017) e nessuna disposizione vigente prevede che un gruppo di persone fisiche in associazione o in comunione possa assumere la titolarità di una farmacia e tanto meno che la titolarità del diritto d’esercizio di una farmacia possa essere affidata uti singuli et indiviso tra di loro, ma solo alla società che si sia tra loro costituita


LA COMPATIBILITÀ Quanto alla eventuale incompatibilità della posizione giuridica del socio nelle due società per l’esercizio delle due farmacie (una per ciascuna) si può altrettanto ragionevolmente ritenere che tale incompatibilità non attenga la qualità di socio, in quanto si pone «con la posizione di titolare, gestore provvisorio, direttore o collaboratore di altra farmacia» (articolo 8, comma 1 sub b, Legge n. 362/1991 non modificato dall’articolo 1, comma 160, Legge n. 124/2017): di tal che appare possibile la semplice partecipazione del socio nell’una e nell’altra compagine delle due società di cui ciascuna è «titolare» di farmacia, ma pur sempre senza l’assunzione della posizione di «direttore o collaboratore di altra farmacia», intendendosi per «altra farmacia», secondo la vis espansiva dell’incompatibilità di cui all’articolo 8, Legge n. 362/1991 (Corte Costituzionale, 8 luglio 2003, n. 275) in nessuna delle due farmacie di cui siano titolari le due società speziali ovvero, secondo un interpretazione evolutiva di una tale incompatibilità, di nessuna altra farmacia diversa da quelle di cui siano titolari le due società speziali, se pure più ragionevolmente si potrebbe dire che il socio possa invece essere il direttore di una soltanto delle due farmacie di cui sia titolare

una delle due società speziali della cui compagine societaria faccia parte. Tutto questo appare coerente come la posizione di titolari del diritto di esercizio delle due farmacie una per ciascuna da parte delle due società speziali (Consiglio di Stato, Sezione terza, 4 settembre 2015, n. 4128), se mai costituite in forma di società di persone, per la relativa soggettività societaria, e se mai costituite in forma di società di capitali, per la relativa personalità giuridica, che le rendono ben distinte dalla posizione giuridica dei soci. Il che è oltretutto facilitato dal fatto che la posizione di «direttore» di una farmacia può essere assunta secondo la novella normativa, anche da un farmacista non socio della società speziale che è titolare del diritto d’esercizio della farmacia, sempre che sia in possesso del requisito dell’idoneità previsto dall’articolo 12 della Legge n. 475/1968 (articolo 7, comma 4, Legge n. 362/1991 modificato dall’articolo 1, comma 157 sub d, Legge n. 124/2017). Mentre all’eventuale presenza del socio in una delle due farmacie di cui non sia direttore non può essere di per sé ascritta a una posizione di «collaboratore», sinonimo di dipendente, ma può attenere a un semplice aspetto della qualità di socio nella relativa compagine societaria (articolo 2247, Codice Civile).

INFINE Una tale situazione del socio si potrà poi consolidare al termine del vincolo triennale d’indissolubilità della compagine nella società speziale titolare della farmacia afferente alla sede farmaceutica assegnata nel concorso straordinario di cui all’articolo 11, comma 3, della Legge n. 27/2012 (articolo 1, comma 163, Legge n. 124/2017) e potrà valere come una ordinaria posizione del socio in una o più società speziali che siano titolari di farmacia privata, essendo venuto meno il loro limite quantitativo e territoriale (articolo 7, comma 4bis, Legge n. 362/1991 abrogato dall’articolo 1, comma 157 sub e, Legge n. 124/2017), ma di cui non sia direttore o sia direttore di una sola di esse, se non unificate in un’unica società: tutto ciò senza con ciò scomodare la Chimera del Louvre.

Legale

(Consiglio di Stato, Sezione terza, 7 settembre 2015, n. 4128); b) sul piano sistematico, atteso che se ciò fosse possibile, l’associazione o la comunione per l’esercizio di una farmacia si trasformerebbe ope legis in una società irregolare o di fatto (Cassazione civile, Sezione prima, 14 luglio 1997, n. 3195) soggetta alla regolarizzazione per poter assumere la gestione in comune dell’attività economica svolta dall’azienda afferente il diritto d’esercizio della farmacia e la conseguente iscrizione nel registro delle imprese, in quanto il diritto d’esercizio e la gestione di una farmacia privata non possono essere tra loro separati (articolo 11, Legge n. 475/1968 sostituito dall’articolo 11, Legge n. 362/1991) per la corrispondenza biunivoca che deve essere rispettata tra la titolarità della concessione all’esercizio e la titolarità della gestione delle farmacie private (Consiglio di Stato, Sezione quinta, 21 marzo 2011, n. 1724).

PER UN APPROFONDIMENTO SULLA PRETESA CONTITOLARITÀ DEL DIRITTO D’ESERCIZIO DI UNA FARMACIA ASSEGNATA AI GRADUATI IN ASSOCIAZIONE: B.R. Nicoloso “La criticità nella assegnazione delle farmacie nel concorso straordinario della Legge n .27/2012”, in Rassegna di diritto farmaceutico e della salute, 2016, fascicolo 5, pagina 1.013.

OCCHIALI DA VEDERE PER VEDERE: IL PRELUDIO DELLA SUITE BWV1007 Con la recente scomparsa del dottor Mario, l’ultimo dei farmacisti Nicoloso che da quattro generazioni hanno diretto in Friuli per ben più di un secolo e mezzo la farmacia di famiglia, prima a Buja e poi a Maiano, si è conclusa una saga di professionisti che ha garantito con continuità temporale e territoriale in tempi bui di guerre, occupazioni, terremoti e in tempi sereni di ricostruzione e rinascita, un servizio pubblico e sociale a tutela della salute (intesa come qualità e dignità della vita attraverso la cura delle malattie e la terapia del dolore) di una intera comunità, che l’ha voluto salutare con le toccanti note del Preludio della prima Suite per violoncello di Johann Sebastian Bach, capaci di porre in evidenza un’idea trascendentale, se non trascendente, che diventa suono e si manifesta non solo come una sensazione, ma come una presenza che si apre e invita alla condivisione di un messaggio partecipato in una simbiosi tra la pagina scritta, il suo interprete e chi l’ascolta. Per chi volesse riascoltare l’intera Suite (insieme alle altre sei) paiono fondamentali le incisioni delle interpretazioni che ne hanno dato Pau Casals e Yo-Yo Ma e, più di recente, Mario Brunello.

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di Stefania Cifani

INTERVISTA A...

A tutta

galenica

Conoscenza della normativa, valutazione della fattibilità, formazione sul campo. Sono questi i contenuti del programma di formazione per farmacisti proposto da Farmalabor, attraverso il Farmalabor Campus. L’iniziativa, giunta al terzo anno di attività, è stata avviata per rispondere a precisi bisogni del farmacista. «La nostra

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società è fatta da farmacisti che spesso, per le caratteristiche della professione, si sentono isolati nel proprio laboratorio e avvertono il bisogno di scambio e formazione su misura in merito a termini specifici», afferma Sergio Fontana, amministratore unico di Farmalabor. «L’azienda, con 156 principi attivi farmaceutici au-

torizzati dall’Aifa, è leader per completezza dei servizi e certificazioni di qualità. Ma la nostra intuizione è stata quella di offrire un servizio completo che alla fornitura di materie prime affianca quella del packaging e delle attrezzature, corredata, infine, da una offerta formativa teorico-pratica, con il 60 per cento del tempo

del corso dedicato alle attività di laboratorio».

UNA ANTICA ARTE La parola magica è galenica. «Si tratta di un’arte antica ma modernissima, perché eredita saperi del passato e li integra con tecnologie e metodologie all’avanguardia. Come ogni arte, ha bisogno di apprendimen-


intervista a...

L’attività produttiva e formativa di Farmalabor. L’aggiornamento post laurea? Una priorità per tutti i farmacisti. A colloquio con l’amministratore unico Sergio Fontana to sul campo. La nostra idea di formazione punta a far sì che i farmacisti possano mettersi in discussione, acquisire nuove competenze, avviare sinergie con i medici. L’attività del farmacista preparatore richiede un’adeguata competenza e la conoscenza delle norme del settore per garantire qualità, efficacia e sicurezza del prodotto galenico. Farmalabor Campus - coordinato dal dottor Renzo Scaglioni con la sua pluriennale esperienza nel mondo della farmacia - vuole essere un punto di riferimento per l’aggiornamento professionale di farmacisti preparatori e personale addetto al laboratorio, con l’offerta di un percorso formativo completo». L’idea di affiancare alla produzione l’erogazione di contenuti nasce dall’idea che l’allestimento di preparazioni magistrali sia una delle competenze che rendono unica la figura del farmacista: in alcune aree - malattie rare, pediatria, veterinaria - il medico ha la responsabilità della terapia ma al farmacista spetta il compito di trovare una soluzione in termini di forma, dosaggio ed effetto benefico sul paziente. «Di malattie rare e farmaci orfani si sente tanto parlare», sottolinea Fontana, «ma è raro che si ricordi l’importanza che riveste il farmacista preparatore. Quando non

esiste in commercio un farmaco - perché nessuna multinazionale investe su numeri piccoli - anche i pazienti affetti da patologie non comuni possono trovare una soluzione farmacologica proprio nella galenica. Penso al Sodium dichloroacetate, usato nel trattamento dell’acidosi lattica congenita, da poco incluso nel catalogo Farmalabor». In campo pediatrico è spesso necessario ricorrere a dosaggi e forme personalizzate: «Attraverso piccoli ma significativi accorgimenti, può rendere più gradevole il farmaco - anche in relazione al sapore del principio attivo - oppure veicolare la cura in un’altra forma, come nel caso dei lollipop». Non ultimo, l’ambito veterinario, dove può essere necessario adattare un farmaco per uso umano alle esigenze di un animale.

SOLUZIONI COMPLETE Il progetto formativo si basa su tre punti cardine: presenza di docenti qualificati e selezionati dal comitato scientifico; disponibilità di materie prime di qualità elevata; focus sulla pratica in laboratori attrezzati, per consentire ai corsisti di sperimentare in prima persona e in tempo reale quanto appreso. «Non produciamo prodotto finito ma tutto ciò che serve per

Sergio Fontana, amministratore unico di Farmalabor

allestire preparazioni galeniche, per questo è necessario sapere come comportarsi in termini di materie prime, packaging e attrezzature. Sono quindi necessarie competenze tecnico-scientifiche ma anche conoscenze di tipo legislativo e regolatorio. E, a oggi, circa 500 farmacisti hanno condiviso la nostra idea di formazione, partecipando nelle diverse sedi Campus: dalla Lombardia alla Sicilia, dalla Liguria alla Campania». La formazione prevede circa quaranta corsi a catalogo, consulta bili su www.farmalaborcampus.it.

Molti corsi sono accreditati Ecm. Tra i più richiesti quello per l’allestimento delle capsule e quello sulle norme di buona preparazione. Ultimamente si sta diffondendo l’uso della cannabis terapeutica. «In teoria ogni farmacia potrebbe essere in grado di erogare questo tipo di preparazioni ma nella realtà quelle attrezzate e preparate per farlo sono ancora poche», conclude Fontana. «A questo proposito proponiamo un corso completo, sempre più apprezzato dai colleghi, che prevede sia la parta regolatoria sia quella pratica».

Radici pugliesi Farmalabor, fondata nel 2001 a Canosa di Puglia, è specializzata nella distribuzione di materie prime a uso farmaceutico, cosmetico e alimentare. L’azienda è presente a Milano con un ufficio commerciale, mentre a Canosa si trovano due Molti corsi sono accreditati siti di produzione, uno dedicato alla manipolazione e allo Ecm. Tra i più percorso formastoccaggio prime, l’altro allo stoccaggio e alla tivo, nelle tre delle sedi materie di Canosa, ripartizione dei principi attivi. Milano e Tor Vergata, permet- Il 2018 è iniziato con un dato il fatturato dell’azienda è passato dal +5 per tepromettente: al professionista di essere cento del 2017 al +20 per cento aggiornato con tutte le novità. nei primi mesi del 2018, conil trend positivo Lafermando formazione prevede circadegli ultimi tre anni in Italia e e la volontà di investire sempre di più in Ricerca e 40all’estero corsi prevede circa quaranTutte le erogati informazioni taSviluppo. corsi a catalogo, se- su www.farmalabor.it. condo moà omogenee e riproi.

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dalle aziende

di Giulio Sensi, amministratore unico di Laboratorio Farmacia Srl, consulente in di controllo Autore di gestione e gestione e sviluppo delle risorse umane, collabora con lo studio Falorni di Pisa

Provato titolo

per voi titolo Il racconto di un professionista sull’esperienza con MAP-Micro Area Potential, sommario il nuovo servizio di New Line Ricerche di Mercato

«Una convinzione è un’affermazione che nasce da un verdetto che hai emesso: spranghi le porte, butti via la chiave e non lasci posto ad alcuna trattativa». La scrittrice Rhonda Byrne descrive magnificamente cosa accade nella nostra mente quando siamo convinti di qualcosa: “congeliamo” la convinzione e non la mettiamo più in discussione. Fino a quando? Fino a che noi stessi, non gli altri, attacchiamo questa certezza. Molti titolari di farmacia sono convinti di conoscere la propria farmacia, i propri collaboratori, i propri clienti; così convinti di “conoscere” da rimanere immobili di fronte a trend negativi di fatturato, minori ingressi, scontrini medi bassi o in calo, ricette che non entrano più o meno di prima. Perché parlo di “convinzioni”?

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comprano, sono cross-selling reIn questi giorni ho avuto la possistenti». sibilità di provare il nuovo serviAllo stesso modo ci si può conzio MAP-Micro Area Potential di vincere che “più di così” in una New Line Ricerche di Mercato. zona o con una certa tipologia Ero molto curioso di sapere codi clientela non sia possibile fasa questa azienda potesse aver re. La convinzione che i clienti studiato di nuovo, di così ultenon spendano e che non entririormente utile da poter dare inno in farmacia senza ricetta formazioni aggiuntive al farmanon può basarsi sul fatto che cista, diverse rispetto agli altri nella tua farmacia i clienti non loro ben strutturati e sempre spendano e non entrino senza più affinati report. ricetta. Magari il problema non L’idea di fondo di MAP è queè la clientela. sta: correlare banche dati di Cosa è possibile scoprire con vendita a informazioni relative MAP? Si potrebbe rimanere stuai bacini di utenza. In verità non piti nel consi tratta di statare che un’idea così l’idea di fondo: altre farmarivoluzionacorrelare cie con il tuo ria; qualsiasi stesso bacititolare fa banche dati no di utenza, questa analidi vendita la stessa incisi q uando e i n f o r m a z i o n i denza per faevita di carisui bacini scia di età carsi il madei residenti gazzino di di utenza (percentuale creme viso sul totale di under quattro anni da 180 euro al pezzo se ha la fare over sessanta, per esempio), macia nella periferia popolare lo stesso reddito pro capite, con tasso di disoccupazione al analoga ubicazione della farma70 per cento o situazioni del gecia, quindi condizioni quanto nere. Ma talvolta… sbaglia. più simili possibile, vendono tiIl vero merito di questo strupologie di prodotti o linee che tu mento è quello di fornire al farritieni non interessino o non siamacista dati e informazioni neno alla portata dei clienti acquicessarie per evitare che alcune siti o potenziali del tuo territorio. considerazioni diventino conPiù sinteticamente: ci sono farvinzioni irrevocabili che portamacie simili alla tua, ubicate in no ad affermare: «Qua entrano un territorio simile al tuo, con solo anziani con la ricetta, non un bacino d’utenza (pazienti/ hanno soldi, la cosmesi non la

clienti) simile al tuo, che hanno dati di vendita diversi (peggiori o migliori) dei tuoi. Non si tratta di un semplice confronto con una media nazionale o provinciale, ma di una duplice comparazione sia con la media delle performance delle farmacie simili alla tua per ubicazione e bacino di utenza, sia con le farmacie più performanti (Best) con le stesse caratteristiche. Cosa vendono gli altri? Cosa di diverso dalla mia farmacia? Dove crescono? Cosa mi differenzia, in positivo o negativo, dagli altri? Di quali settori (automedicazione, alimenti, integratori…) non sfrutto le possibili potenzialità? Con questo servizio è possibile ampliare le proprie riflessioni e strategie, soprattutto comprendere che magari il limite della farmacia non è il bacino d’utenza ma la sua capacità di proporre, attirare, soddisfare, creare mercato. Come dicevo all’inizio, nessuno può “sconvincerti della tua convinzione” se non te stesso; allora ti occorrono informazioni ulteriori e nuove. Conoscere il mercato delle farmacie simili alla tua ti offre la possibilità di sviluppare le vendite, costruire un’offerta diversa, fare nuove strategie, mantenere e sviluppare il rapporto con i tuoi clienti ma anche attrarne di nuovi… quelli potenziali che non sapevi di avere.


Giorgio Dobrilla

CINQUEMILA ANNI DI EFFETTO PLACEBO Nella pratica clinica, negli studi controllati e nelle medicine non convenzionali La crescente sfiducia nella medicina ufficiale, il ricorso sempre più frequente a pratiche alternative mostra come le aspettative di cura e di guarigione siano influenzate da fattori non sempre riconducibili alla sfera razionale dell’uomo.

Cinquemila anni di effetto placebo è il libro che mette un punto fermo sul dibattito: dopo una panoramica storica - davvero millenaria - l’autore affronta il tema dell’effetto placebo nella pratica clinica, negli studi controllati e nelle medicine cosiddette “non convenzionali”. Giorgio Dobrilla racconta in modo chiaro e accessibile, una storia lunga ormai millenni, costellata da sciamani e guaritori, medici e ricercatori, tutti alle prese con le affascinanti e complesse interazioni tra mente e corpo perché spesso “il placebo può non essere solo una compressa o un’iniezione, ma può essere l’attenzione del medico, un ambiente favorevole, l’aiuto di un amico”.

Prezzo: 19,90 euro Pubblicazione: aprile 2017 ISBN: 978.88.214.4581.1

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di Autore

dalle aziende

Atitolo tutto

campo titolo Pharma Campus a Capri dal 5 all’8 aprile. sommario Un evento Ecm sui temi della gestione della farmacia

L’evento formativo è destinato a sessanta farmacisti (disciplina: farmacia territoriale) e l’attestazione dei crediti è subordinata alla partecipazione effettiva all’intero programma formativo delle giornate, alla verifica dell’apprendimento e al rilevamento delle presenze.

Tra i principali temi di discussione: basi di un patient journey in farmacia; problem solving; leadership situazionale; basi di public speaking; basi di gestione di budget econom ic o ; s t ud io d i nuove architetture degli spazi dei clienti; definizione di nuovi percorsi sociali; importanza dei media nella Ssm; i robot in farmacia; gestione delle risorse umane. «L’impegno dell’Ordine dei farmacisti di Napoli», commenta il presidente Vincenzo Santagada, «è stato

sempre rivolto al miglioramento del rapporto farmacista-paziente sia operando nel versante della formazione dei propri iscritti sia sull’impegno sociale e etico che si è declinato in iniziative che hanno avuto una grandissima visibilità. Due su tutte: il corso di perfezionamento per farmacisti in collaborazione con Ipe; l’iniziativa di “Un farmaco per tutti”, che coinvolge oltre 150 farmacisti e che ha avuto il consenso unanime del Parlamento. Per questo l’Ordine ha inteso

dare il proprio patrocinio a un evento come il Capri Campus Pharma che completa in maniera puntuale questo impegno intrapreso». I relatori: Giovanni Boano (coach e presidente di Hic et Nunc, Roma), Carlo Carraro Presidente H Farm (Treviso), Edoardo di Cicco (Ernest & Young, Roma), Raffaele Marzano (Management in sanità, Napoli), Marcella Mosca (scenog ra fa , Rom a ) , Vi nc en zo Santagada (presidente Ordine dei farmacisti di Napoli).

INFOrmazioni A Capri, dal 5 all’8 aprile prossimi, presso il Capri Hotel La Palma e Grand Hotel Quisisana, nell’ambito della settima edizione del Capri Campus, si terrà il Pharma Campus, evento Ecm organizzato da Caprimed Srl, con il patrocinio dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli. I crediti formativi assegnati sono 11,2. Tutte le informazioni su www.caprimed.com/it/eventi.htm?programma.com.

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what’s up

di Chiara Romeo

FarmaTurniPisa

In occasione della riorganizzazione dei turni di guardia farmaceutica in alcuni Comuni e della riorganizzazione generale della turnazione delle farmacie, Federfarma Pisa ha predisposto una App denominata FarmaTurniPisa. Questa applicazione è stata studiata per facilitare il cittadino principalmente nella ricerca della farmacia di turno, ma anche nell’identificare la farmacia più vicina. FarmaTurniPisa, infatti, permette di geolocalizzare le farmacie della zona dove si trova il cittadino con il suo smartphone o tablet, evidenziando in verde quelle di turno. Inoltre permette una ricerca su tre parametri: nome della farmacia, località, data. Fornisce indirizzo e numero di telefono, email. L’applicazione è stata realizzata con il supporto di Teva e con il patrocinio dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Pisa.

Salvacuore

L’applicazione si propone di aiutare a conoscere il proprio livello di rischio cardiovascolare, per comprendere l’importanza di adottare uno stile di vita sano e quali possano essere i comportamenti più corretti per ciascuno. L’utente deve registrarsi e compilare i dati riguardanti stato di salute e stile di vita, che poi verranno rielaborati dall’Università degli studi di Ferrara. Fumo, diabete, pressione alta, colesterolo elevato, obesità e sedentarietà sono i parametri che vengono presi in considerazione, vista la loro correlazione con il rischio cardiovascolare e la probabilità di aumentare le probabilità di infarto o ictus. Naturalmente non sostituisce la diagnosi di uno specialista ma vuole essere uno strumento di stimolo rivolto a tutti per avere sotto controllo la propria situazione cardiovascolare e, all’occorrenza, parlarne con il proprio medico di fiducia.

Città per Camminare e della Salute

L’App propone una rete di percorsi pedonali in oltre trenta località sparse per la penisola italiana. I percorsi hanno diversi livelli di difficoltà: dai tracciati tipicamente urbani e turistici ai percorsi extra urbani sino agli itinerari naturalistici. L’applicazione nasce da un progetto nato dall’esperienza di Maurizio Damilano, campione olimpico e mondiale di marcia, ideato per offrire opportunità concrete per promuovere l’attività motoria e stili di vita salutari. Uno strumento semplice e leggero, da poter utilizzare durante l’attività di fitwalking, meno ingombrante di una guida e alla portata di tutti, ma che fornisce informazioni importanti per lo svolgimento di questa attività non solo per scopi sportivi ma soprattutto per il benessere della persona e dell’ambiente in cui vive. Con un sistema di geolocalizzazione si può scegliere un percorso. Registrandoti si può entrare a far parte di una vera e propria community.

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a cura della redazione

il libro

Ascoltare

il proprio corpo Una guida, attraverso le testimonianze dei pazienti, alla conoscenza della sindrome dell’intestino irritabile, un disturbo molto diffuso

Si calcola che la sindrome dell’intestino irritabile riguardi il 7 per cento della popolazione. Si tratta della più frequente tra le malattie funzionali gastrointestinali, disturbi non causati da lesioni strutturabili evidenziabili. L’assenza di cause certe riscontrabili attraverso gli esami diagnostici ha fatto sì che tali fenomeni fossero per lungo tempo trascurati dalla ricerca medica, almeno fino a una ventina di anni fa quando, per iniziativa di alcuni studiosi illuminati, si è avviato il processo che ha condotto alla redazione dei “Criteri di Roma”, che classificano diagnosi e terapia di queste affezioni. Al tema dedica un volume, edito da Aboca, Enrico Stefano Corazziari, già ordinario di Gastroenterologia alla Sapienza di Roma, e attualmente senior consultant nel dipartimento di Gastroenterologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. La premessa è che il controllo del proprio corpo sia alla base di una quotidianità che definiamo normale. Quando questo controllo viene meno - ovvero quando il corpo non risponde più ai nostri “comandi” - il risultato è che, anche in assenza di patologie gravi, ne possano conseguire effetti invalidanti sulla nostra vita quotidiana. E il rapporto tra

mente e intestino è, in questa ottica, quello più delicato, quello in grado di provocare maggiori danni se “squilibrato”. La medicina narrativa è ormai una delle chiavi di lettura più in voga per accorciare le distanze tra pazienti e professionisti della salute, per comunicare con chi si trova nella stessa condizione, per aumentare infine la consapevolezza del paziente stesso nei confronti della patologia con la quale si trova convivere. Anche in questo caso il nerbo del libro sta nel fatto che, come ricorda l’autore nella prefazione, esso «ripercorre il vissuto di alcune persone affette da sindrome dell’intestino irritabile e quello di un medico nella sua relazione con questi pazienti; ed è appunto il dialogo tra medico e paziente che permette di illustrare le diverse espressioni cliniche della malattia e i molteplici meccanismi che la sottendono, per instaurare un rapporto nel quale il paziente trova il riconoscimento della sua malattia, del suo stato di sofferenza e un sicuro punto di riferimento per gestire i suoi disturbi». Corazziari ammonisce: attenzione alle cure fa-da-te ma anche ai medici che sottovalutano tali disturbi che, seppure non gravi, vanno attentamente valutati.

NOI E IL NOSTRO INTESTINO Curare i disturbi e ritrovare l’equilibrio Enrico Stefano Corazziari Aboca, 2017, pp. 84

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Spigolature

Häusermann confermato

al vertice di Assogenerici

Enrique Häusermann, presidente di Eg SpA, è stato confermato al vertice di Assogenerici per il biennio 2018-2019. Lo affiancheranno, nel ruolo di vicepresidenti, Hubert Puech d’Alissac

(Teva Italia), con delega all’Area medicinali generici e Alberto Giraudi (Abc Farmaceutici), con delega all’Area delle Pmi, nelle quali rientrano tutte le piccole e medie imprese del settore. Nel suo “programma di governo” il presidente ricorda «la compensazione sia tra i tetti di spesa sia tra i fondi per i farmaci innovativi, prevedendo che qualsiasi eventuale avanzo debba essere utilizzato per la riduzione dei ripiani posti a carico delle imprese produttrici; la revisione dell’intero meccanismo di distribuzione del payback, prevedendo sistemi di calcolo del ripiano basati su un criterio certo di

equità, quale quello della quota di mercato effettivamente coperta dall’impresa; l’obbligo di reinvestire nel capitolo della spesa farmaceutica tutti i risparmi derivanti dall’utilizzo dei farmaci equivalenti e biosimilari». Senza dimenticare le criticità, annose, legate allo sviluppo, non del tutto compiuto, del mercato equivalenti in Italia: «L’eccesso di procedure amministrative; la poca tempestività nelle risposte da parte della Pa, i cavilli burocratici rimangono fattori debilitanti per aziende che operano in un settore altamente controllato e regolato come quello

farmaceutico». Gli altri componenti del Consiglio di presidenza sono Massimiliano Rocchi (Accord Healthcare Italia), vice presidente per l’Area medicinali ospedalieri, Paolo Angeletti (Salf), vice presidente per l’Area produzione industriale e conto terzi, e Manlio Florenzano (Sandoz), vice presidente per l’Area dei medicinali biosimilari, che continuerà a coordinare l’Italian biosimilars group, con il supporto di due vicecoordinatori, Stefano Collatina (Baxter) e Amedeo Soldi (Mundipharma). Tesoriere è stato confermato Gualtiero Pasquarelli (Doc Generici).

Automedicazione

mercato in flessione Con poco più di 278 milioni di confezioni i consumi perdono il 4,8 per cento, mentre i fatturati, pari a 2,4 miliardi di euro, sono in calo dell’1,3 per cento: questo il bilancio di chiusura del 2017, per i farmaci senza obbligo di ricetta secondo le elaborazioni dell’Associazione nazionale farmaci di automedicazione (Assosalute) su dati Iqvia. Quindi, un mercato in flessione e dinamiche competitive di lungo periodo stabili. «I dati del mercato nel 2017 evidenziano come le dinamiche del settore dei farmaci da banco rimangano sostanzialmente stabili, condizionate da una domanda di salute legata alla stagionalità e che, più in generale, tende a riguardare un ambito più vasto rispetto al solo perimetro farmaceutico», commenta Maurizio Chirieleison (nella foto), presidente di Assosalute, «il nostro settore dà un importante contributo alla salute quotidiana dei cittadini e le aziende continuano a investire per migliorare l’offerta dei medicinali disponibili in automedicazione, cercando di comunicarne l’elevato profilo di sicurezza e di efficacia, proprio perché farmaci autorizzati per un uso autonomo». Nell’ultimo trimestre il trend del settore non ha dato segnali di recupero significativi ipotizzati a inizio autunno, pur con un’incidenza delle sindromi da raffreddamento in linea con le attese. Infatti, malgrado l’attuale stagione influenzale abbia fatto registrare l’incidenza più alta dal 2004/2005, non sono stati ancora rilevati effetti significativi sui trend del settore. Ci si attende, quindi, un effetto positivo sulle vendite di inizio 2018. I fatturati, pur beneficiando della variazione del mix di consumo verso nuovi prodotti e nuove confezioni, risentono della contrazione dei volumi. L’andamento del 2017 conferma quello tipico del settore, caratterizzato da un trend di flessione dei consumi e da fatturati che si muovono in un range ristretto. (Chiara Romeo)

Francia, aumentano

le rapine in farmacie Preoccupanti i dati resi pubblici dall’Ordine nazionale dei farmacisti francesi, che evidenziano una recrudescenza del fenomeno delle rapine in farmacia. Dall’aprile 2017 sono state dichiarate dai farmacisti 240 aggressioni, contro le 92 dell’anno precedente e solo nella metà dei casi le vittime hanno deciso di sporgere denuncia. E questo nonostante la volenza fisica e, in particolare, le rapine a mano armata siano ormai in costante aumento.

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integratori e otc di Chiesi Il Gruppo Chiesi ha annunciato l’acquisizione della linea di prodotti Laevolac da Roche e della Società Marco Antonetto con il relativo portafoglio prodotti. Un passo importante che consolida la sua presenza in farmacia, iniziata lo scorso anno con l’accordo di distribuzione dei pro-

dotti Antonetto, che hanno permesso alla filiale italiana di Chiesi di aumentare l’offerta di prodotti da banco ed entrare nell’area gastrointestinale e nel mercato degli integratori nutrizionali, raddoppiando il numero delle confezioni di prodotti Otc vendute in Italia in un an-

no. Accordi strategici che consolidano l’impegno nell’area gastrointestinale con un portfolio prodotti ampio e diversificato per rispondere alle diverse esigenze dei pazienti. «L’acquisizione di questi prodotti rappresenta un ulteriore passo verso l’ampliamento

del nostro impegno nell’area gastrointestinale e Otc e il consolidamento della presenza in farmacia con linee complete di prodotti sicuri ed efficaci per rispondere alle diverse esigenze dei pazienti», commenta Raffaello Innocenti, direttore generale di Chiesi

Spigolature

Cresce il portafoglio

I risultati

del Banco farmaceutico Durante la Giornata di raccolta di sabato 10 febbraio 2018 sono state raccolte oltre 376.000 confezioni di farmaci (375.240 nell’edizione del 2017). I medicinali donati aiuteranno più di 535.000 persone assistite da 1.761 enti caritativi convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus (+39 enti rispetto al 2017). All’iniziativa hanno aderito 4.176 farmacie (+8,4 per cento rispetto al 2017 e +13,4 rispetto al 2016). In oc-

casione della Giornata, i farmacisti hanno donato oltre 610.000 euro. I volontari che hanno partecipato al gesto sono stati più di 18.000, 4.000 in più dello scorso anno. Gli enti assistenziali convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus hanno espresso un bisogno pari a 991.187 farmaci. Con i medicinali raccolti durante la Giornata sarà possibile rispondere al 38 per cento di tale fabbisogno. La capacità

di risposta è cresciuta di 1,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Dal primo gennaio a oggi, oltre ai farmaci raccolti durante la Giornata sono state raccolte 13.207 confezioni di medicinali attraverso l’iniziativa “Recupero farmaci validi” e 47.763 confezioni attraverso il sistema delle donazioni aziendali. Complessivamente, in poco più di un mese, sono quindi stati raccolti oltre 436.000 farmaci.

Calendario

della salute 2019 Il Calendario della salute compie trentatré anni. Concepito e realizzato per la prima volta in Italia nel 1986, affronta da sempre argomenti monotematici riguardanti la salute e si è avvalso del supporto scientifico di specialisti e istituti di elevato prestigio, riscuotendo sempre notevole successo. Il tema del prossimo anno è “Integratori: tra prescrizione medica e consiglio in farmacia”. I testi saranno curati da Alberto Martina, docente presso il dipartimento Scienza del farmaco dell’Università di Pavia. Le illustrazioni usciranno, come di consueto, dalla penna di Monica Maaten che collabora con il Calendario da oltre vent’anni. Il tema affrontato dal Calendario 2019 concerne i consigli ai cittadini/utenti della farmacia italiana, per meglio indirizzarli nell’uso di quella grande categoria di prodotti, gli integratori, che tanto sviluppo ha avuto in questi ultimi anni. I testi sono stati affidati a un medico per garantirne l’appropriatezza, tenendo presente che gran parte di questi prodotti viene prescritta dal medico di base e dallo specialista quale coadiuvante della terapia medica nella risoluzione di molte patologie. I cittadini potranno trovare il Calendario della salute a fine anno, gratuitamente, presso una delle numerose farmacie che aderiscono a questa campagna di educazione e informazione sanitaria.

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consigli

di Luigi Marafante

Composti

naturali PER IL CONTROLLO DEL PESO E IL METABOLISMO DEI GRASSI Dalle avanzate piattaforme scientifiche della r icerca Aboca nasce Adiprox Advanced, con AdiProFen MS, innovativo complesso molecolare ricco in procianidine, acidi clorogenici, flavonolignani e flavanoli, composti naturali che derivano da tè verde, matè, cardo mariano e semi d’uva. Adi-

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DIBASE

1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione; DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale; DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale; DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile; DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione 10 ml contengono: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. 1 goccia contiene: 250 U.I. di vitamina D3. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 0,625 mg pari a 25.000 U.I. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 1,25 mg pari a 50.000 U.I. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 7,5 mg pari a 300.000 U.I. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA soluzione iniettabile; soluzione orale; gocce orali, soluzione. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D. 4.2 Posologia e modo di somministrazione DIBASE può essere somministrato a cadenza giornaliera, settimanale, mensile o annuale (vedere paragrafo 5.2). In caso di terapia per via orale, si raccomanda di somministrare DIBASE durante i pasti (vedere paragrafo 5.2). La terapia per via intramuscolare è indicata solo in caso di sindromi da malassorbimento. Prevenzione della carenza di vitamina D: la somministrazione preventiva di DIBASE è consigliata in tutte le condizioni caratterizzate da maggior rischio di carenza o da aumentato fabbisogno. È generalmente riconosciuto che la prevenzione della carenza di vitamina D deve essere effettuata: in maniera sistematica nel neonato (in particolare nel prematuro), nel lattante, nella donna in gravidanza (ultimo trimestre) e nella donna che allatta alla fine dell’inverno e in primavera, nel soggetto anziano, eventualmente nel bambino e nell’adolescente se l’esposizione solare è insufficiente; nelle seguenti condizioni: • scarsa esposizione solare o intensa pigmentazione cutanea, regime alimentare squilibrato (povero di calcio, vegetariano, ecc.), patologie dermatologiche estese o malattie granulomatose (tubercolosi, lebbra, ecc.); • soggetti in trattamento con anticonvulsivanti (barbiturici, fenitoina, primidone); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee a lungo termine; • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Trattamento della carenza di vitamina D: la carenza di vitamina D deve essere accertata clinicamente e/o con indagini di laboratorio. Il trattamento è teso a ripristinare i depositi di vitamina D e sarà seguito da una terapia di mantenimento se persiste il rischio di carenza, ad un dosaggio di vitamina D idoneo alla prevenzione (vedi sopra “Prevenzione della carenza di vitamina D”). Nella maggior parte dei casi è consigliabile non superare, in fase di trattamento, una dose cumulativa di 600.000 U.I. all’anno, salvo diverso parere del medico. A titolo indicativo si fornisce il seguente schema posologico, da adattare a giudizio del medico sulla base della natura e gravità dello stato carenziale (vedere anche paragrafo 4.4). DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione Le posologie giornaliere sotto indicate possono essere assunte anche una volta alla settimana moltiplicando per sette la dose giornaliera indicata. Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 2-4 gocce al giorno (pari a 500-1.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 8-16 gocce al giorno (pari a 2.000-4.000 U.I. di vitamina D3) per 4-5 mesi. Donne in gravidanza 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3) nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3). In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio fino a 8 gocce al giorno (pari a 2.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 20-40 gocce al giorno (pari a 5.000-10.000 U.I. di vitamina D3) per 1-2 mesi. Istruzioni per l’uso La confezione contiene 1 flacone ed un contagocce. Il flacone è dotato di una capsula a prova di bambino. Il contagocce è dotato di una custodia. Per l’impiego seguire le istruzioni sotto riportate: a. aprire il flacone rimuovendo la capsula nel modo seguente: premere e contemporaneamente svitare (vedi Figura 1); b. svitare la custodia in plastica che avvolge la punta del contagocce (vedi Figura 2); c. inserire il contagocce nel flacone per prelevare il contenuto. Dosare le gocce in un cucchiaio e somministrare (vedasi “Posologia e modo di somministrazione”); d. chiudere il flacone (vedi Figura 3). Riavvitare la custodia sulla punta del contagocce; e. riporre il flacone ed il contagocce nella confezione.

Figura 1

Figura 2

Figura 3

Per aprire il flacone, premere e contemporaneamente svitare la capsula.

Prima di utilizzare il contagocce, svitare la custodia che avvolge la punta.

Per chiudere il flacone, avvitare la capsula (non è necessario premere).

DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) ogni 1-2 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 16-24 settimane. Donne in gravidanza 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2-4 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 8-12 settimane. Donne in gravidanza 2 contenitori monodose (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Neonati fino a 24 mesi Prevenzione: Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4-8 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Donne in gravidanza 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. Trattamento: 2 fiale (pari a 200.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 3 mesi. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Neonati fino a 24 mesi Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 3 mesi. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) ogni 6 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 6 settimane. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al colecalciferolo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Ipercalcemia, ipercalciuria. Calcolosi renale (nefrolitiasi, nefrocalcinosi). Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4). 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego In caso di somministrazioni prolungate con alti dosaggi, si consiglia di monitorare il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo. Interrompere l’assunzione di DIBASE quando il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo supera i 100 ng/ ml (pari a 250 nmol/l). Nei pazienti anziani già in trattamento con glicosidi cardiaci o diuretici è importante monitorare la calcemia e la calciuria. In caso di ipercalcemia o di insufficienza renale, ridurre la dose o interrompere il trattamento. Per evitare un sovradosaggio, tenere conto della dose totale di vitamina D in caso di associazione con trattamenti contenenti già vitamina D, cibi addizionati con vitamina D o in caso di utilizzo di latte arricchito con vitamina D. Nei seguenti casi può essere necessario un aumento dei dosaggi rispetto a quelli indicati:


• soggetti in trattamento con anticonvulsivanti o barbiturici (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con ipolipidemizzanti quali colestipolo, colestiramina e orlistat (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con antiacidi contenenti alluminio (vedere paragrafo 4.5); • soggetti obesi (vedere paragrafo 5.2); • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Il prodotto deve essere prescritto con cautela a pazienti affetti da sarcoidosi, a causa del possibile incremento del metabolismo della vitamina D nella sua forma attiva. In questi pazienti occorre monitorare il livello del calcio nel siero e nelle urine. Pazienti affetti da insufficienza renale presentano un alterato metabolismo della vitamina D; perciò, se devono essere trattati con colecalciferolo, è necessario monitorare gli effetti sull’omeostasi di calcio e fosfato. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione L’uso concomitante di anticonvulsivanti o barbiturici può ridurre l’effetto della vitamina D3 per inattivazione metabolica. In caso di trattamento con diuretici tiazidici, che riducono l’eliminazione urinaria del calcio, è raccomandato il controllo delle concentrazioni sieriche di calcio. L’uso concomitante di glucocorticosteroidi può ridurre l’effetto della vitamina D3. In caso di trattamento con farmaci contenenti la digitale, la somministrazione orale di calcio combinato con la vitamina D aumenta il rischio di tossicità della digitale (aritmia). È pertanto richiesto lo stretto controllo del medico e, se necessario, il monitoraggio elettrocardiografico e delle concentrazioni sieriche di calcio. Un concomitante uso di antiacidi contenenti alluminio può interferire con l’efficacia del farmaco, diminuendo l’assorbimento della vitamina D, mentre preparati contenenti magnesio possono esporre al rischio di ipermagnesiemia. Studi sugli animali hanno suggerito un possibile potenziamento dell’azione del warfarin quando somministrato con calciferolo. Sebbene non vi siano simili evidenze con l’impiego di colecalciferolo è opportuno usare cautela quando i due farmaci vengono usati contemporaneamente. La colestiramina, il colestipolo e l’orlistat riducono l’assorbimento della vitamina D, mentre l’alcolismo cronico diminuisce le riserve di vitamina D nel fegato. 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento Gravidanza Nei primi 6 mesi di gravidanza la vitamina D deve essere assunta con cautela per il rischio di effetti teratogeni (vedere paragrafo 4.9). Allattamento Quando necessario, la vitamina D può essere prescritta durante l’allattamento. Tale supplementazione non sostituisce la somministrazione di vitamina D nel neonato. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Non sono disponibili dati sugli effetti del prodotto sulla capacità di guidare. Tuttavia, un effetto su tale capacità è improbabile. 4.8 Effetti indesiderati Se la posologia è conforme alle effettive esigenze individuali, DIBASE è ben tollerato, grazie anche alla capacità dell’organismo di accumulare il colecalciferolo nei tessuti adiposi e muscolari (vedere paragrafo 5.2). Gli effetti indesiderati segnalati con l’uso della vitamina D sono i seguenti: Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilità. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: debolezza, anoressia, sete. Disturbi psichiatrici: sonnolenza, stato confusionale. Patologie del sistema nervoso: cefalea. Patologie gastrointestinali: costipazione, flatulenza, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, gusto metallico, secchezza delle fauci. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash, prurito. Patologie renali e urinarie: nefrocalcinosi, poliuria, polidipsia, insufficienza renale. Esami diagnostici: ipercalciuria, ipercalcemia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette: La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. 4.9 Sovradosaggio Interrompere l’assunzione di DIBASE quando la calcemia supera i 10,6 mg / dl (2,65 mmol/l) o se la calciuria supera 300 mg/24 h negli adulti o 4-6 mg/ kg/die nei bambini. Il sovradosaggio si manifesta come ipercalciuria e ipercalcemia, i cui sintomi sono i seguenti: nausea, vomito, sete, polidipsia, poliuria, costipazione e disidratazione. Sovradosaggi cronici possono portare a calcificazione vascolare e degli organi, come risultato dell’ipercalcemia. Il sovradosaggio durante i primi 6 mesi di gravidanza può avere effetti tossici nel feto: esiste una correlazione tra eccesso di assunzione o estrema sensibilità materna alla vitamina D durante la gravidanza e ritardo dello sviluppo fisico e mentale del bambino, stenosi aortica sopravalvolare e retinopatia. L’ipercalcemia materna può anche portare alla soppressione della funzione paratiroidea nei neonati con conseguente ipocalcemia, tetania e convulsioni. Trattamento in caso di sovradosaggio Interrompere la somministrazione di DIBASE e procedere alla reidratazione. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: Vitamina D e analoghi, colecalciferolo. Codice ATC: A11CC05. La vitamina D corregge una situazione carenziale della stessa e aumenta l’assorbimento intestinale di calcio. 5.2 Proprietà farmacocinetiche

Come per le altre vitamine liposolubili, l’assorbimento del colecalciferolo a livello intestinale è favorito dalla concomitante assunzione di alimenti contenenti grassi. Il colecalciferolo è presente nel circolo ematico in associazione a specifiche α-globuline che lo trasportano al fegato, dove viene idrossilato a 25-idrossi-colecalciferolo. Una seconda idrossilazione avviene nei reni, dove il 25-idrossi-colecalciferolo viene trasformato in 1,25-diidrossi-colecalciferolo, che rappresenta il metabolita attivo della vitamina D responsabile degli effetti sul metabolismo fosfocalcico. Il colecalciferolo non metabolizzato viene accumulato nei tessuti adiposi e muscolari per essere reso disponibile in funzione del fabbisogno dell’organismo: per questo motivo DIBASE può essere somministrato anche a cadenza settimanale, mensile o annuale. Nei soggetti obesi si riduce la biodisponibilità della vitamina D a causa dell’eccesso di tessuto adiposo. La vitamina D viene eliminata attraverso le feci e le urine. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Gli studi preclinici condotti in varie specie animali dimostrano che gli effetti tossici si verificano nell’animale a dosi nettamente superiori a quelle previste per l’uso terapeutico nell’uomo. Negli studi di tossicità a dosi ripetute, gli effetti più comunemente riscontrati sono stati: aumento della calciuria, diminuzione della fosfaturia e della proteinuria. A dosi elevate, è stata osservata ipercalcemia. In una condizione prolungata di ipercalcemia le alterazioni istologiche (calcificazione) più frequenti sono state a carico dei reni, cuore, aorta, testicoli, timo e mucosa intestinale. Gli studi di tossicità riproduttiva hanno dimostrato che il colecalciferolo non ha effetti nocivi sulla fertilità e riproduzione. A dosi che sono equivalenti a quelle terapeutiche, il colecalciferolo non ha attività teratogena. Il colecalciferolo non ha potenziale attività mutagena e carcinogena. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: olio di oliva raffinato. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile. 6.2 Incompatibilità Non sono note eventuali incompatibilità con altri farmaci. 6.3 Periodo di validità DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: 3 anni a confezionamento integro. Dopo prima apertura del flacone: 5 mesi. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione Conservare a temperatura non superiore ai 30° C, nella confezione originale per tenere il medicinale al riparo dalla luce. Non congelare. 6.5 Natura e contenuto del contenitore DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione Flacone in vetro ambrato contenente 10 ml, chiuso con una capsula a prova di bambino in polipropilene. La confezione contiene 1 flacone ed 1 contagocce. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. Confezioni da 1 fiala, 3 fiale o 6 fiale. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. Confezioni da 1 fiala o 2 fiale. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Nessuna istruzione particolare. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO ABIOGEN PHARMA S.p.A. via Meucci 36 Ospedaletto - PISA 8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione – flacone 10 ml 036635011 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635047 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635098 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635050 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635062 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635086 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635074 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 1 fiala 1 ml 036635100 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 3 fiale 1 ml 036635112 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 6 fiale 1 ml 036635023 DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 1 fiala 1 ml 036635124 DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 2 fiale 1 ml 036635035 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: Ottobre 2005. Data del rinnovo più recente: Ottobre 2010 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 05/2017 25.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 5,42 €; 25.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 8,10 €; 50.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 8,50 €; 50.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 15,34 €; 10.000 U.I./ml gocce orali 5,42 €; 100.000 U.I. 6 fiale 4,00 €; 300.000 U.I. 2 fiale 3,50 € - Classe A - RR 25.000 U.I./2,5 ml 4 flaconcini monodose 16,00 € - Classe C - RR


di Luca Pani, @Luca__Pani, University of Miami

The Blind Spot

La nuova

frontiera L’algoritmo che predice la vita e la morte e le molteplici applicazioni in sanità dell’intelligenza artificiale

La salute è una cosa seria, soprattutto quando la perdi o quando quelli che vorrebbero gestirla ne capiscono poco o niente. In questi giorni di convulsa campagna elettorale la polemica sui vaccini è una barba finta e quella sulle liste d’attesa risponde al vecchio principio secondo cui conviene dire ciò che è opportuno secondo l’ultimo sondaggio e non cosa è realmente utile per migliorare l’efficienza di un Servizio sanitario nazionale, nel quale ogni anno si spendono oltre cento miliardi di euro. Vaccini e liste d’attesa sono argomenti sacrosanti, per carità, ma nel primo caso le evidenze scientifiche sono tanto schiaccianti che è addirittura controproducente parlarne, mentre le liste d’attesa sono il risultato di disorganizzazione amministrativa, strutturale e talvolta di rilievo penale. Bisognerebbe invece concentrarsi e studiare con attenzione quanto, ormai gior-

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marzo 2018 |

nalmente, è riportato nelle notizie del settore che, come scriviamo su queste pagine da oltre un anno, è in preda a una rivoluzione senza precedenti. Ormai neppure tanto silenziosa. Si scopre, per esempio, che a fine gennaio del 2018 il top team dei ricercatori che in Google si occupa di intelligenza artificiale ha pubblicato on line un lavoro con trentaquattro autori, affidandolo al giudizio della rete, senza dunque revisioni da parte di esperti della materia (un altro trend interessante). Se lo sono potuti permettere perché avevano lo scopo e i numeri per farlo. Lo scopo era quello di prevedere quale sarebbe stato il destino di una persona una volta entrata in ospedale, in modo da evitare eventuali esiti fatali. Non è poco. I numeri erano altrettanto impressionati: Google ha analizzato dati de-identificati (forse il nostro Garante della privacy avrebbe storto il na-

so) su 216.221 pazienti e quarantasei miliardi di input che li riguardavano. Non basta. I dati andavano indietro, su due ospedali diversi, uno a San Francisco e uno a Chicago, sino al 2009. I risultati, sebbene non validati, sono stati scioccanti. Gli algoritmi specializzati di Google sono stati in grado di prevedere la morte dei pazienti con un anticipo di 24-48 ore rispetto a tutti gli altri metodi di intelligenza umana o artificiale impiegati sino a quel momento. Un tempo sufficiente per dare ai team di rianimazione modo di agire in modo preventivo prima che sintomi e segni irreversibili si presentassero. La sfida maggiore per questo tipo di interventi è quella di poter disporre di sorgenti di dati le più grandi possibili, tra loro non strutturate e che vadano indietro per più tempo possibile. Per questo Google ha usato tre potenti e complessi network ad apprendimento neurale profondo, in grado di leggere risultati delle analisi del sangue, di esami radiologici o anatomopatologici e anche le cartelle scritte a mano dall’uomo. Altre “piccole” aziende come Amazon, Apple, DeepMind e Ibm, tanto per citarne alcune, si stanno cimentando con successo in progetti simili. Vi starete chiedendo cosa c’entra tutto questo con la salute degli italiani e con le elezioni politiche. Semplice: l’Italia, avendo investito da quarant’anni la quantità più alta di denaro pubblico nel suo Ssn, dispone della più grande e migliore base di dati al mondo su cui far poggiare la rivoluzione digitale della sanità, l’unica di cui varrebbe la pena parlare. Pensate che qualcuno di quelli che dovrebbero saperlo lo sappia?


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Inquadramento clinico e gestione dei disturbi minori in farmacia Questo testo accompagna e supporta il farmacista verso il nuovo modello clinical pharmacy: da una professione incentrata sul farmaco a una incentrata sul paziente e sulla sua salute in termini di prevenzione e terapia. La scelta del farmaco appropriato, il monitoraggio dei suoi eventuali eventi avversi, la verifica del suo impiego in maniera razionale e sicura nonché la promozione della salute diventano quindi parte essenziale della professione del farmacista. Nel volume sono presi in esame i disturbi minori affrontabili dal farmacista, suddivisi per aree di gestione, tra quelli digestivi, muscolo scheletrici, dermatologici, delle vie aeree e del sistema nervoso centrale nonché i problemi specifici dell’età pediatrica, alla salute della donna e alla medicina dei viaggiatori. Una guida per il farmacista partendo dalla definizione della problematica e proseguendo con i quadri di presentazione dei sintomi, i casi in cui inviare il paziente al medico (red flag), l’inquadramento clinico, l’approccio terapeutico ed educazionale e le domande di autovalutazione.

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