Punto effe 5 2017

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Anno XVIII | N° 5 17 marzo 2017 | www.puntoeffe.it

IV CONGRESSO DEI FARMACISTI ITALIANI MILANO 17 | 18 | 19 MARZO, MiCo Centro Congressi

www.farmacistapiu.it

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26/01/17

PARLIAMONE Liberalizzazioni? Dipende

MERCATO Il bilancio 2016 in farmacia

Marco Cossolo

NUTRIZIONE Un valido supporto

ALTERNATIVA

CERCASI

Il presidente di Federfarma Torino auspica un avvicendamento ai vertici del sindacato nazionale. E promuove Farmacia Futura, una lista per le prossime elezioni




SOMMARIO

Editoriale| Ci siamo dimenticati dell’Aids

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Controcorrente| Medicine a go-go

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InnovAzione| Cambiare? Un percorso obbligato

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Dalle regioni| Lo sport, farmaco contro le malattie

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Commenti| Morale, etica, professione

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PARLIAMONe 14

LIBERALIZZAZIONI | Via libera? Non per tutti

primo piano INTERVISTA | Marco Cossolo 20 MERCATO | Andamento stabile 24

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MEDICINA | Contro il dolore 28 GALENICA | A uso veterinario 30 UN FARMACISTA A SCUOLA | Le sfide dell’aula 34 NUTRIZIONE | Adhd e supplementazione 36

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RUBRICHE Legale | On label off label Intervista a...| Un approccio globale Iniziative | Un raggio di speranza Il libro | Quotidiana umanità Intervista a...| Dal sud al mondo Dalle aziende

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marzo 2017 |

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Unione Tecnica Italiana Farmacisti

2017

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i siamo

dimenticati dell’Aids

Chi abbia preparato il chiaro succo di selce e coi suoi occhi l’abbia veduto, non biasimerà certo coloro che credono a una terra vergine e alla possibilità di operare su di essa (W. Goethe)

Le politiche e gli interventi messi a punto a favore dei malati di malattie infettive spesso rimandano ad antiche paure di contagio e all’idea di inguaribilità e morte. L’Hiv è in aumento, non se ne parla perché non si muore più di Aids, basti pensare al successo commerciale del test Hiv venduto negli ultimi mesi come novità. Prendo di petto la questione per evidenziare come l’esclusione di fatto della farmacia nel trattamento dell’infezione sia un’occasione mancata. I farmaci necessari non vengono distribuiti tramite le farmacie e diventano emblema della distorsione che si è creata nella distribuzione del farmaco tra territoriale e ospedaliero. Denuncio il fatto stesso che il non “vedere” e “toccare” questi farmaci porta a un impoverimento culturale della farmacia (chi si mette ad aggiornarsi su prodotti che non gestirà mai?), e inoltre si toglie la possibilità alla farmacia dei servizi di essere protagonista in un percorso anche di sostegno a patologie gravi: aderenza alla terapia e supporto psicologico. Le statue d’acqua è un romanzo di Fleur Jaeggy che prende spunto, in un’atmosfera surreale, dalla vita in un sotterraneo di un uomo solitario che si circonda di statue. Egli parla con loro, evoca i ricordi, perdendo il controllo delle ore e della vita, esce di rado, per lo più di notte. La sua sola attività è una perenne, silenziosa cerimonia dedicata agli assenti. Quando abbandonerà il sotterraneo

si ritroverà carico di anni. La continua dissociazione, l’ossessività dei fantasmi mi è parsa come una giusta metafora non solo del malato di patologie infettive, ma del malato in genere. La società moderna non isola più fisicamente gli “appestati”, ma ha un sottile modo di emarginarli. La statua come simbolo di problema visibile è immobile, l’acqua per la trasparenza che sembrano avere queste entità, l’acqua perché trasmette una sorta di sensazione di costante umidità che avvolge il nostro io in una sensazione di disagio nel vivere vicino a un malato. Non è una definizione che esprime felicità o gioia, bensì un’angosciante realtà, una atmosfera forse triste e malinconica, ma proprio perché non è nel nascondere il problema che lo si risolve, diventa ancor più significativa. È per questo che mi piace il lavoro per il reintegro dei soggetti sieropositivi fatto dalla Dianova (www.dianova.it). E ho imparato da loro come l’assistenza a questi malati è vitale se quotidiana. Questa è la mia bandiera per dire che la farmacia è pronta ad affrontare una sfida di intervento globale alle patologie gravi. Perché le statue possano essere dignitosamente asciugate, e il primo punto di ascolto, servizio e dispensazione della terapia deve essere la farmacia.

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editoriale

C

di Paolo Vintani


corrente

M

di Maurizo Bisozzi

edicine

ortnoc

a go-go Dimesso dall’ospedale, il paziente deve avere un punto di riferimento insostituibile: la farmacia

L’anziana era un pezzo che aspettava. Prima seduta su una delle sedie appoggiate alla parete, ora passeggiando per la stanza, fermandosi ogni tanto alla finestra affacciata sul parcheggio del grande ospedale. Il cielo, di un grigio indifferente e la distesa di auto immobili nel piazzale, non la aiutavano a far passare il tempo. Finalmente la porta della stanza si aprì, lasciando entrare l’uomo in camice bianco, con in mano un pacco di fogli. «Buongiorno dottore», lo salutò, sollevata per la fine dell’attesa. «Buongiorno», rispose il dottore, con tono distratto e frettoloso, «suo marito viene dimesso oggi, può tornare a casa». «Sia benedetto il cielo», anche grigio e indifferente, «e siate benedetto anche voi». «Sì, sì, grazie». I medici, soprattutto se giovani, hanno sempre l’aria di chi deve stare lì, ma dovrebbe essere altrove, in qualche altro posto più importante. «Allora questo», porgendole distrattamente uno dei fogli che aveva in mano, «è l’elenco dei farmaci prescritti. Prima di andare via, passate dalla farmacia e fatevi dare quanto c’è scritto». La donna prese il foglio, lesse qualche riga e alzò uno sguardo perplesso sul dottore: «Ma dottore, qui leggo 30 Cardioaspirina, 40 Lasix , 20 Norvasc, 10 Torvast… ma davvero ci servono tutte

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Sa dottore, quando si invecchia si dimenqueste medicine? Non so neppure dove ticano le cose e avere il conforto di due metterle, abbiamo una casa piccola». parole dette dal farmacista a noi ci fa be«Signora, la salute non va a metri quane. In farmacia incontriamo i vicini, i codri, queste sono le medicine di cui suo noscenti, si scambiano due parole che marito ha bisogno e basta». alla nostra età sono carezze per il cuore. «Ma… quaranta scatole?». Lei dice che guadagniamo tempo a por«È la fornitura per sei mesi, poi tornate qui tarci sta camionata di scatolette a casa, e ve ne daremo altre. Ve le trovate già a ma alla nostra età su tutto dobbiamo ricasa e non dovete andarvele a prendere sparmiare, tranne che sul tempo: è l’unica ogni volta in farmacia E quanto tempo ricosa che a fine mese ci è avanzato, semsparmiate voi senza andare dal medico di pre. Il problema, semmai, è come spenderfamiglia e poi in farmacia?». lo. Volevo chiederle una «No, dottore, non lo so, ma cosa, dottore: se a un cerlei non si scaldi tanto», lo “ecco a lei, to punto mio marito deve fissò sorridendo, «sono sosignora, cambiare la cura perché lo soldi. Io sono una poveu n a f o r n i t u r a non gli sta facendo bene, ra anziana ignorante ma di farmaci che facciamo?». una cosa la so pure io: se «Signora, tornate qui in vuoi risparmiare sul pane che dura ospedale, facciamo una della spesa territoriale, desei mesi” visita e decidiamo cosa vi comprare le patate di cambiare nella terapia». quella ospedaliera e alla fine che rispar«E ci date altre medicine». mio è? Oppure togli il pane e le patate e «Sì, certo, è possibile». ci lasci morire di fame. A noi andare dal «E tutte quelle avanzate dalla cura premedico non ci preoccupa, anzi ci rassicedente ve le riportiamo?». cura. Misura la pressione a mio marito, «No signora, non possiamo riprenderle lui gli racconta come va, se ha qualche perché il farmaco è una cosa delicata, disturbo, insomma ci sentiamo protetti. che deve essere conservato bene e noi E poi in farmacia il dottore ci spiega non possiamo sapere come e dove lo tesempre come dobbiamo prendere quenete voi a casa». sta montagna di pillolette che solo a ve«E quindi le buttate. Dottore, ma la Regione derle ci si confonde la mente; parliamo è davvero sicura che con questo sistema si della salute, gli chiediamo qualcosa che risparmiano dei soldi?». ci siamo scordati di chiedere al medico.



Innovazione

C

di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Governement Health & Not For Profit Division

ambiare?

Un percorso obbligato C’è solo un fattore che spinge le organizzazioni ad agire e a farlo rapidamente: la percezione del rischio

Innovazione è una delle parole ultimamente più inflazionate, in tutti i settori. Una moda? Forse no. Il mondo sta cambiando più velocemente in questi anni di quanto non sia mai avvenuto in passato, e questa evoluzione sta investendo qualunque comparto, in ogni Paese. E la sanità, e con essa la farmacia, non è esente da questa trasformazione. Ma quando le aziende devono realmente innovare, e che tipo di innovazioni devono attivare, e soprattutto cosa favorisce l’innovazione? L’innovazione è un percorso obbligato quando cambia lo scenario: un’evoluzione dell’ambiente istituzionale, del mercato inteso come domanda e concorrenza, e/o delle tecnologie impongono alle aziende di sviluppare nuove strategie. L’evoluzione dell’ambiente istituzionale e in particolare la liberalizzazione è stato il tema più dibattuto negli ultimi due anni, dall’annunciato Ddl Concorrenza, tanto che il 45,5 per cento dei farmacisti lo scorso anno si aspettava a breve una qualche forma di liberalizzazione: del capitale (67,2 per cento), della fascia C (40,7), della pianta organica (28,6). Ma a oggi a questa minaccia non crede quasi più nessuno (13,3). E sugli altri importanti cambiamenti istituzionali relativi al Sistema sanitario c’è una profonda ignoranza: l’87,8 per cento dei farmacisti dichiara di non conoscere di cosa si stia dibattendo in merito

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all’evoluzione del Ssn. Sul fronte della domanda il patient journey sta cambiando molto velocemente: il 40 per cento degli italiani prima dell’acquisto di un prodotto per la salute consulta internet, il 16 per cento utilizza abitualmente le App per la salute, il 13 prenota visite on line, il 12 acquista prodotti per la salute via web, il 77 dichiara che gradirebbe una App per condividere informazioni con la farmacia, il 64 vorrebbe una farmacia digital. Sul fronte della concorrenza, a dieci anni dalla Legge Bersani le parafarmacie sono passate da 1.368 del 2007 a 3.800 e i corner della Gdo da 163 a 320. La quota di mercato dei concorrenti della farmacia sul farmaco di automedicazione è cresciuta dal 3 per cento al 12,4. I problemi più rilevanti li sta creando la Distribuzione diretta: mentre la spesa convenzionata in sette anni si riduceva di quasi il 25 per cento, Distribuzione diretta e per conto raddoppiavano di oltre il 106 per cento. Ma altri competitor si stanno affacciando sul mercato, decisamente più pericolosi per il futuro della farmacia in quanto competono proprio sul fronte della professionalità sanitaria: Uccp sul fronte pubblico (le famose Case della salute) e Retail Clinic e Patient Support Program sul fronte privato. Per non parlare poi dell’innovazione tecnologica: il 50 per cento dei dieci farmaci top seller sono biologici; questa categoria

in Italia rappresenta il 18 per cento della spesa dei farmaci rimborsabili (oltre 4 miliardi di euro). Solo 200 milioni, ovvero il 6 per cento, passa dalla farmacia e il trend di farmaci biotec dispensati dalle farmacie è in riduzione (-9 per cento). Ma solo il 26 per cento è dispensato a pazienti ricoverati. Più che di scenario che cambia, si può parlare di scenario già di fatto cambiato. Il problema dell’innovazione non è tanto sapere cosa fare, ma farlo: attivare l’azione. C’è solo un fattore che spinge le organizzazioni ad agire e a farlo rapidamente: la percezione di rischio. E questa nella categoria non è particolarmente elevata, più della metà dei farmacisti pensa che il cambiamento sia contingente e “gonfiato”. Per cambiare bisogna agire. Buona InnovAzione, farmacisti.


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dalle Regioni

S Per la prima volta in Italia lo sport potrebbe diventare farmaco contro le malattie, grazie alla nascita in Piemonte delle “Palestre della salute”, strutture in cui sarà possibile fare attività fisica su prescrizione del medico di base. È quanto prevede una proposta di legge regionale - di cui sono uno dei firmatari, insieme a tutti i capigruppo del Consiglio - che pone al centro lo sport come parte integrante di una terapia per la prevenzione e il recupero del benessere psico-fisico. La proposta prevede l’istituzione dei Percorsi e delle Palestre della salute, degli Stati generali dello sport e della Settimana regionale del benessere, con lo scopo di aumentare la consapevolezza che l’attività fisica fa bene ed è utile a prevenire alcune tra le patologie più diffuse, come il diabete e le malattie cardiovascolari. Chi fa attività fisica con una certa costanza tende, infatti, ad ammalarsi molto meno,

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di Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino e consigliere Regione Piemonte

port, farmaco

contro le malattie In Piemonte una proposta di legge per incentivare, negli adulti, l’attività fisica

come sostiene l’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui già solo trenta minuti di camminata al giorno sono in grado di regalarci tre anni di vita in più. Allargando lo sguardo e intervenendo non solo sull’attività fisica, ma anche su alimentazione, fumo e alcolici è possibile ridurre dell’80 per cento il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e diabete e del 40 per cento di sviluppare patologie tumorali. Percentuali queste che non possiamo sottovalutare e che porterebbero non solo a un aumento dell’età media di vita, ma anche a un suo miglioramento in termini qualitativi: entro il 2060, infatti, in Europa le persone con età superiore ai 65 anni saranno 152 milioni rispetto agli attuali 88 milioni e la sfida sarà quella di farle vivere in salute. Chi pratica attività motoria, inoltre, fa risparmiare al nostro Sistema sanitario un

miliardo e mezzo l’anno. Bisogna dire che in Piemonte quasi un adulto su tre pratica attività fisica ai livelli raccomandati, ma coloro che non fanno niente sono ancora il 33 per cento. Ciò significa che nella popolazione resiste uno zoccolo duro di sedentari che hanno bisogno di essere spronati e sostenuti in un vero e proprio percorso improntato sulla corretta attività fisica e in generale su una buona educazione alla salute. Alla luce di questi dati diventa fondamentale un approccio preventivo, consapevole e responsabile da parte delle istituzioni, che possa favorire e accrescere la motivazione alla partecipazione all’attività fisica. Attività da praticare in strutture pubbliche e private, accreditate dalle Asl, che devono assumersi il compito di seguire i progetti, di verificare l’attuazione e la tipologia delle attività svolte, accertando che siano rispettati i requisiti per ottenere l’iscrizione in un apposito registro regionale. Compito dei medici dello sport, degli operatori diplomati all’Isef o dei laureati in Scienze motorie sarà, invece, quello di seguire il paziente durante ogni allenamento attraverso appositi progetti dedicati, prescritti da personale medico adeguatamente formato. Con questa proposta di legge, quindi, si intende sensibilizzare i cittadini su ogni aspetto che riguarda la prevenzione e la terapia attraverso lo sport, per la tutela della salute di ognuno di noi.


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commenti

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di Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo

orale

etica professionE Valori complementari che nella farmacia trovano spesso il giusto equilibrio

Mettere insieme tre termini come morale, etica e professionalità potrebbe apparire estremamente semplice, se non addirittura ovvio. Ma in alcuni casi - fortunatamente pochi, guardando in casa nostra - così non è. Se la morale potrebbe definirsi l’insieme dei principi generali che guidano i nostri comportamenti e le relazioni che questi generano nei confronti dell’altro, e l’etica come l’insieme delle modalità attraverso le quali mettiamo in pratica il concetto di morale, potremmo affermare che etica e morale possono essere intesi come un insieme di criteri, di valori, di norme da rispettare attraverso le quali orientare il nostro agire quotidiano. La professionalità costituisce quindi la summa di questi due concetti che possono sembrare astratti ma che sono concretamente veri e reali nella vita di ogni giorno e di conseguenza nell’espletamento di ogni

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attività professionale. Ogni professione è esercitata da uomini ed è rivolta ad altri uomini, comportando una responsabilità, grande o piccola che sia, di ordine etico-morale. Non esistono professioni che non abbiano una ricaduta diretta sulla vita di altri uomini e quindi, dal punto di vista etico-morale, tutte presentano implicazioni in tal senso. È altresì evidente che esistono conclamate differenze e responsabilità diverse tra chi, come noi e come tutti gli operatori sanitari, ha a che fare con il “bene salute”, e il resto delle professioni, perché a tali professionisti, i destinatari della prestazioni stesse, si rivolgono spesso in particolari momenti della propria esistenza, quali la malattia , il dolore, la vecchiaia se non addirittura la solitudine. Essere etici, perseguire un comportamento eticamente corretto, non significa a mio avviso solo fare ciò che

si “deve” fare, significa farlo provando a dare il meglio di se stessi. Senza cadere in una facile retorica nazional-popolare, penso che noi farmacisti costituiamo l’espressione vera di questi concetti, che senza alcuna presunzione filosofica o sociologica, mi sono permesso di enunciare. Lo siamo nella parte sicuramente più ampia della nostra categoria, quella più sana e più vera, quella che vive questi valori dietro il banco della farmacia, di giorno, di notte, tutti i giorni dell’anno, in tutti i centri abitati e anche e soprattutto in quelli meno abitati, coniugando il valore dell’essere professionisti del farmaco a quello dell’essere professionisti nello stare vicino alla gente, ai nostri pazienti (non clienti), nell’essere campioni di umanità e di solidarietà tutti i giorni dell’anno e in tutte le situazioni difficili, come quelle che di recente hanno messo in ginocchio parti rilevanti del nostro Paese, di fronte alle quali la farmacia si è fatta trovare pronta attraverso risposte immediate e concrete. Questo rende la nostra professione e la farmacia, che ne è l’espressione prima, un bene dal valore inestimabile per l’economia del Paese e allo stesso tempo un bene sociale, al quale, al di là del giusto riconoscimento economico, va riconosciuto il valore che esprime attraverso la professionalità declinata in tutte le sue forme. Impegnamoci a non dimenticarlo mai, perché solo a una professione che ha un valore può essere dato il giusto riconoscimento.



parliamone

V

ia libera?

non per tUtti

Presentato a Roma il decimo Rapporto sulla legislazione commerciale di Ancd Conad, che insiste sulla fascia C fuori canale. Ma i mercati da “liberare” non sono tutti uguali, soprattutto quando si parla di farmaci

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Probabilmente ai titolari di farmacia fischiano le orecchie quando si parla di liberalizzazioni. Il suono è sinistro e richiama subito alla mente il decreto Bersani, che ha superato il decennio di vita con tutto il suo corollario di parafarmacie, corner della Gdo e rivendicazioni ormai annose della fascia C. Annose ma mai completamente abbandonate, visto che Conad mantiene aperto un canale on line dedicato, dove invita i cittadini di buona volontà a firmare la petizione che dovrebbe porre all’attenzione delle istituzioni l’inderogabile necessità di portare fuori dalla farmacie anche i medicinali soggetti a ricetta non rimborsabili. Finora 170.000 firme raccolte, che non ci sembrano uno sproposito ma tant’è. Per farla breve, il “pericolo fascia C”, ascoltando gli addetti ai lavori, non è ancora tramontato del tutto: possono cambiare i governi, possono cambiare le maggioranze… Del resto l’apertura ai capitali nella proprietà delle farmacie fino a qualche anno fa sembrava di là da venire mentre oggi è uno dei cardini del Ddl Concorrenza in discussione al Parlamento. Forse un po’ di memoria collettiva non fa male: quando nelle “lenzuolate” di Bersani fu inserita la norma che consentiva l’apertura di parafarmacie e corner, da nessuna parte stava scritto che questi esercizi dovessero, per campare, avere anche la fascia C. Poi si tentò il colpo di

di Giuseppe Tandoi


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parliamone mano con l’emendamento D’Elia, sventato in extremis anche grazie al ministro della Salute Livia Turco, fiera oppositrice. La libera impresa, per definizione, non ha bisogno di garanzie parlamentari per proliferare, altrimenti è statalismo. Chiusa la parentesi, oggi tenere alta la guardia sarà compito della dirigenza di Federfama che uscirà dalle prossime elezioni.

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AMBITI NON PARAGONABILI A proposito di concorrenza, se ne è parlato in abbondanza a Roma, in occasione della presentazione del decimo Rapporto sulla legislazione commerciale di Ancd Conad. Sottotitolo: “Concorrenza, semplificazione e legalità: condizioni necessarie per favorire la crescita”. Convegno interessante, senza dubbio, anche se in chiusura un po’ di contraddittorio non

avrebbe guastato. In ogni caso la premessa è chiara e in larga parte condivisibile: burocrazia, mancata concorrenza, illegalità e corruzione sono una palla piede per un Paese, come il nostro, che stenta a riprendersi da una crisi che compirà anch’essa (tra poco) dieci anni. «C’è un gap culturale da riempire rispetto ad altri Paesi», sottolinea Piero Cardile, responsabile dell’ufficio legislativo di Conad, «e per prima cosa manca una legge generale sulla concorrenza, nonostante le sollecitazioni in tal senso dell’Ocse, che raccolga le indicazioni fornite dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. In par ticolare, sono ancora da completare i processi di liberalizzazione nell’ambito della distribuzione dei carburanti e in quello dei farmaci: in questo ultimo caso, la fascia C fuori canale garantirebbe risparmi annui che vanno dai 500 ai 900 milioni di euro» (fonte Istituto Bruno Leoni). Già la variabilità di queste cifre - alcune centinaia di milioni di differenza tra le stime più basse e quelle più alte - lascia un po’ perplessi. Così come non può che essere approssimativo il calcolo degli eventuali sconti che parafarmacie e corner sarebbero in grado di praticare sui farmaci di fascia C, come consentito dal decreto “salva Italia” del governo Monti. Il fattore scontistica, al di là di tutto, ha ben poco a che vedere con la gestione della farmacia, a meno che non si parli di parafarmaco, di


occhiello | marzo 2017 17


parliamone 18

to di cittadini e imprese che intendano operare a livello economico in Italia: una giustizia lenta di certo non attrae i capitali, semmai li fa scappare. Roberto Ravazzoni, docente presso il dipartimento di Comunicazione ed economia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, è categorico: «Dal 2001 a oggi in Italia è stata fatto poco o nulla in tema di liberalizzazioni, molte aree del terziario sono poco sviluppate perché ancora troppo protette. Aggiungo che la riforma del Titolo V della Costituzione è stata deleteria, in quanto le ReFARMACIE gioni non erano pronte al Liberalizzare A PARTE Quanto detto sopra non nonpuòessere federalismo commerciale». Innegabile anche qui ci impedisce di concorundogma: che il contenzioso tra Redare con Cardile quando bisogna gioni e Stato centrale su afferma che «costi della c o n s i d e r a r e alcune materie legislative burocrazia, mancate libe- dove la legge regionale ralizzazioni e illegalità» i settori entrava in conflitto con comportino per il Paese economici quella nazionale - abbia ritardi notevoli in termini c a s o costituito un ulteriore fredi mancata crescita e di per caso no allo sviluppo economipoca redditività degli inco (peraltro aggravato vestimenti che le impredalla crisi internazionale) dell’ultimo quinse decidono di destinare al mercato dicennio. Diverso il discorso quando Raitaliano. Senza contare - e qui è facile esvazzoni, prendendo il testimone da sere tutti d’accordo - che sono in media Cardile, torna sulla distribuzione del far608 i giorni che servono per avere un giumaco, auspicando la pari dignità dei fardizio di primo grado in sede di processo macisti, al di là del luogo dove esercitano. civile e commerciale. A evidente discapicosmesi, eccetera. Il farmaco è un’altra cosa, la leva prezzi conta ben poco se ulteriori liberalizzazioni rischiano di far vacillare un sistema, come quello della farmacia italiana, che si è sempre distinto per capillarità e qualità del servizio. Cui prodest?, dicevano i latini: a chi giova un servizio farmaceutico dove la competizione è indiscriminata e la qualità dell’assistenza sanitaria - perché la farmacia è prima di tutto un presidio di salute sul territorio - invece rischia di affievolirsi?

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Sulla dignità non ci piove, e ci mancherebbe, resta da capire se dare ossigeno a parafarmacie e corner con la fascia C abbia qualcosa a che vedere con questa dignità professionale, che magari sarebbe espressa a tutto tondo all’interno delle farmacie vere e proprie, se per esempio il concorsone Monti giungesse infine ad assegnare le sedi previste in tempi non biblici.

LIBERALIZZARE A PRESCINDERE? Fa giustamente notare Francesco Boccia, economista e parlamentare Pd, che anche nelle liberalizzazioni non si può usare l’accetta (erano i giorni dello sciopero dei taxi che ha bloccato Roma). Non basta dire ai tassisti che la loro fine è vicina - come fa al convegno Alessandro Noce, responsabile della direzione Agroalimentare e trasporti dell’Antitrust - perché prima o poi Uber, car sharing eccetera avranno il sopravvento. Occorre prevedere i contraccolpi in termini sociali di questi futuri accadimenti. Del resto gli stessi colossi dell’economia digitale, con poco personale e molto software, sono in grado di mettere in crisi settori basati sulla old economy: dipendenti, uffici, strutture… La sharing economy è una bella risorsa per gli utenti ma con tutti coloro che sono impiegati in settori destinati a soccombere all’ondata digitale come la mettiamo? La politica se ne deve occupare, prevedendo le conseguenze dei fenomeni in atto e non correndo ai ripari quando è ormai tardi. Ne sarà capace? Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, chiude da parte sua l’incontro romano con la consueta sicurezza: troppe leggi, troppi vincoli burocratici, troppi limiti alla libera iniziativa, troppo tempo per poter aprire un punto vendita della Gdo. E poi arriva la stoccata a Federfarma: i titolari non devono temere la fascia C fuori canale ma il Ddl Concorrenza e l’avvento dei grandi capitali: «Sono le catene, non i corner, a rovinare il sistema farmacia». Alla fine gli chiediamo, di sfuggita, se davvero crede di risollevare i corner Gdo con la fascia C: «No, almeno non del tutto», è la risposta, sibillina ma neanche tanto. Meglio che niente, insomma.


sasasa

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intervista

A

lternativa

cercasi

Marco Cossolo, presidente di Federfarma Torino, auspica un avvicendamento ai vertici del sindacato nazionale. E promuove Farmacia Futura, una lista per le prossime elezioni

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di Giuseppe Tandoi

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«Il decennio, o quasi, di Annarosa Racca e del suo gruppo dirigente ai vertici di Federfarma nazionale non è da criticare in toto, assolutamente. Il periodo è stato particolarmente duro e gestirlo non è stato facile. Il vertice del sindacato ha tenuto duro sulla fascia C e questo gli va ascritto come un merito. Invece il fatto che la Convenzione non sia stato rinnovata e nemmeno si sia arrivati a siglare un accordo sulle nuove forme di remunerazione è una sconfitta. Su questo non ci sono dubbi. Forse è arrivato il momento di un avvicendamento ai vertici della categoria». Parole di Marco Cossolo, presidente di Federfarma Torino, coordinatore del Consiglio delle Regioni del sindacato dei titolari e, con ogni probabilità, leader della lista alternativa a quella della presidente uscente, Annarosa Racca, alle prossime elezioni di Federfarma (data ancora da definire). Seduto dietro la scrivania del suo ufficio torinese, lui non si sbilancia ma “Farmacia Futura”, che ha appena organizzato un convegno a Roma, ha tutta l’aria di essere il nome di una compagine elettorale. Di certo non è un’ipotesi di nuovo sindacato («smentisco categoricamente»).

po di colleghi di Federfarma di alcune province e regioni che da tempo si stanno ritrovando per discutere del futuro della farmacia.

Che cosa vi unisce? Ci unisce la consapevolezza che negli ultimi dieci anni la farmacia italiana ha perso di ruolo e di redditività e che per recuperare la redditività occorre ricostruire il ruolo e vederselo riconosciuto. Andando avanti nelle discussioni e negli incontri questo gruppo di colleghi si è reso conto di concordare non solo sul merito delle questioni ma anche sul metodo: non più una farmacia difensiva ma una farmacia propositiva.

Cosa significa? Non basta attuare una politica che difenda la categoria dagli attacchi provenienti dall’esterno, occorre avviare un processo nuovo che faccia recuperare alla farmacia valore e redditività.

Dottor Cossolo, come la mettiamo con “Farmacia Futura”? Il nome è abbastanza emblematico.

Veniamo alle prossime elezioni di Federfarma nazionale. Il sistema elettorale vigente non esclude che ci possa essere un presidente di una certa area e un Consiglio di presidenza con componenti di aree diverse.

“Farmacia Futura” nasce come un grup-

Proprio così, l’attuale statuto - nella cui re-


intervista dazione ho avuto gran parte - è stata una soluzione di compromesso, finalizzata a evitare rotture definitive.

Bene, ma quante liste si presenteranno alle elezioni? E lo chiede a me?

Una che di certo farà capo a Racca e un’altra che si chiama Farmacia Futura… O no? Non posso negare che io e i miei amici stiamo discutendo anche di questo, di proporre cioè una proposta alternativa di governo. È anche una questione metodologica.

In che senso? La dirigenza attualmente in carica ha avuto questi dieci anni per esprimersi, occorre un ricambio. Qualsiasi attività di gestione con il passare degli anni perde smalto e di entusiasmo, rischia di diventare routine. Lo posso affermare con cognizione di causa visto che sono stato sindaco per dieci anni di un Comune piemontese: non si possono fare tre mandati di seguito ed è giusto così. A questo proposito il tentativo di modificare, in assemblea, lo statuto di Federfarma, a sei mesi dal voto, è stato nella migliore delle ipotesi ingenuo. Era facile immaginare che sarebbe fallito, e così è stato. Ma forse la pensata non l’ha avuta la presidente in carica Racca…

| marzo 2017 21


intervista

Una ’ ssociazione comefederfarma ènormaleche dialoghiinparticolar modocongoverno emaggioranza incarica,manon bisognacontare solosugliamici

E chi altro? Qualcuno attorno a lei…

Rapporto con le istituzioni: cosa si può rimproverare ai vertici di Federfarma sotto la presidenza Racca e come dovrebbero essere improntate le relazioni tra rappresentanze di categoria e politica? Intendiamoci, un’associazione come la nostra è per forza di cose filogovernativa, in quanto è con il governo e con la maggioranza che si deve dialogare. Detto questo sono contrario ai rapporti esclusivi con un partito politico, come dimostra lo stesso convegno che si è tenuto a Roma, dove abbiamo invitato rappresentanti di maggioranza e opposizione. Bisogna interloquire con tutti, non affidarsi solo a quelli che si ritengono amici. Solo per fare un esempio locale, in questi ultimi quindici anni si sono alternati in Piemonte schieramenti politici diversi e con ciascuno abbiamo dialogato proficuamente, a prescindere dagli orientamenti politici personali dei vertici associativi

Insidie future: il Ddl Concorrenza, in discussione alle Camere, prima o poi verrà approvato. Sui tempi di approvazione non mi pro-

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marzo 2017 |

nuncio, si deve ragionare come fosse già in vigore. Facile prevedere che si formeranno catene di farmacie in mano ai grandi gruppi della distribuzione intermedia. Ma anche queste catene hanno dei punti deboli, bisogna lavorarci sopra.

In che modo? Federfarma non è un’autorità autoreferenziale, deve essere in costante dialogo con le altre organizzazioni della categoria, in primis Fofi, Federfarma Servizi e, perché no, Utifar, per quanto concerne l’aggiornamento professionale. Senza dimenticare l’apporto di Federfarma Servizi, se si vuole pensare alla creazione di network. Mi rendo conto che ci sarà molto da lavorare sul versante dei rapporti con le rappresentanze di categoria ma è una necessità.

E sul lato finanziario? Ci stavo arrivando. Noi abbiamo la fortuna di avere un istituto come Credifarma

di cui siamo comproprietari: ci deve servire non tanto per ottenere finanziamenti quanto per mettere a punto modelli efficaci di ristrutturazione del debito per le farmacie particolarmente esposte verso fornitori e banche. Se non si interviene presto in questo senso molte di esse passeranno sotto le insegne delle multinazionali. Allora facciamo valere di più la nostra golden share all’interno di Credifarma.

Le farmacie in cooperativa sono l’alternativa alle catene dei grandi gruppi? Io nel sistema cooperativo ci credo e l’ho sempre dimostrato ma, più in generale, sostengo una farmacia dove il titolare ci metta la faccia e si muova in un ambito organizzato, non in modo estemporaneo. Dopo di che non sono contrario a un mercato dove operino più soggetti, con le future catene si può competere a testa alta.


Se ne parla da dieci anni e, a mio avviso, il rischio c’è ancora, almeno finché ci saranno farmacisti che operano al di fuori della farmacia. Dobbiamo trovare una soluzione alla decisione di dieci anni fa che ha portato a imporre la presenza di un farmacista per vendere solo Otc. Una decisione autolesionistica come poche altre per la categoria, dettata come sempre da una visione di breve termine: siccome il farmacista costa sarà più difficile aprire i punti vendita. Un errore colossale. Ora dobbiamo tornare al trinomio imprescindibile farmaco-farmacista-farmacia.

sponsabilità dei vertici: non si può sempre dire alla categoria che va tutto bene. Si deve avere il coraggio di dire, a volte, che non le cose non vanno bene, purché si abbiano proposte pronte per farle andare meglio. Detto questo la cattiva gestione di una farmacia non dipende solo dalla crisi ma anche da responsabilità individuali, da mancanza di buon senso, dalla presunzione di poter attingere continuamente dall’impresa di famiglia per soddisfare bisogni personali. Passati gli anni d’oro della farmacia, si sono trovati a fronteggiare una situazione molto più complessa e non erano pronti.

Sideveavere ilcoraggiodidire, avolte,chelecose nonvannobene, purchésiabbiano pronteleproposte perfarle andaremeglio

intervista

Fascia C furori canale: ancora un rischio esistente, visto che Conad non demorde, oppure il sistema farmacia, da quel punto di vista, è al sicuro?

Mica facile, come fare con parafarmacie e corner esistenti? Si può intervenire a livello legislativo, magari decretando che, come si fa dovunque, gli Otc siano venduti senza la presenza del farmacista. Si aprirebbe un problema occupazionale? Portiamo a termine i concorsi nei tempi giusti e diamo più lavoro ai laureati in Farmacia.

Davvero la laurea in Farmacia oggi è a rischio precarietà? Premesso che ognuno fa la sua parte, e quindi è normale che i sindacati dei non titolari lancino il grido di allarme, il problema esiste. I tempi sono cambiati, la farmacia come la immaginiamo noi dovrà avere una maggiore connotazione professionale e quindi, almeno in teoria, una maggiore presenza di farmacista. Ma non basta dirlo, bisogna far sì che succeda.

Passiamo dai vertici alla base: un giudizio sui titolari di farmacia nel loro insieme? La crisi, come spesso accade, ha causato reazioni differenti. Parte dei titolari ha colto l’occasione per rinnovarsi e ora le loro farmacie vanno meglio di prima; altri hanno pensato a una crisi temporanea e, adagiandosi, ne hanno pagato le conseguenze. Ma anche qui ci sono delle re-

Per chiudere: un bilancio della gestione Racca di Federfarma. Senza dubbio, in anni difficili, la dirigenza ha tenuto la barca a galla e ha salvaguardato la fascia C. Una difesa dell’esistente legittima ma che oggi non basta più. Ancora nel per iodo 2007-2010 una farmacia valeva due volte il fatturato, perché era patrimonializzata e aveva una aspettativa di reddito a dieci anni elevata. Oggi non è più così, in corrispondenza del fatto che la farmacia ha perso importanza in termini di valore e di ruolo sociale. Per esempio, sappiamo che il consumo di far-

maci non corretto ingenera grandi sprechi e danni alla salute pubblica: chi se non il farmacista deve sorvegliare affinché questo non avvenga?

Mancato rinnovo della Convenzione e mancato accordo sulla nuova remunerazione. Che dire? Senza dubbio sono pecche da addebitare all’attuale gestione di Federfarma. Forse bisognava far comprendere alle istituzioni che erano provvedimenti indispensabili per la categoria. E non è stato fatto.

| marzo 2017 23


mercato

A

di Viki Nellas, New Line Ricerche di Mercato

ndamento

stabile

Prima parte del consuntivo 2016 delle vendite in farmacia. In lievissimo calo il trend a valori e volumi

I dati complessivi della farmacia sul progressivo a dicembre 2016 mostrano una generale stabilità: un giro d’affari di 25,44 miliardi di euro, con un trend del -0,3 per cento a fatturato e del -0,5 per cento a confezioni. A questo risultato hanno contribuito però dinamiche differenti tra i mesi e tra le categorie di prodotto, il che ci porta a intravedere un quadro forse più negativo di quanto questi numeri possano far pensare a prima vista (grafico 1).

NEL DETTAGLIO Al risultato complessivo, l’area del farmaco etico di marca contribuisce con una quota a valore (prezzo al pubblico) del 51,0 per cento e un fatturato di 12,98 miliardi in flessione del 2,0 per cento, mentre il dato a confezioni mostra un trend meno negativo (-1,6). Il grafico 2 mostra l’andamento mensile del farmaco etico di marca: purtroppo, oltre all’importante flessione del fatturato a gennaio, anche i risultati degli altri mesi dell’anno sono sempre più bassi, a conferma della continua diminuzione del valore medio della prescrizione. Sull’altro piatto della bilancia, il farmaco equivalente continua a crescere (+3,1 per cento a valori e +3,6 a volumi), seppur a ritmi contenuti e con una quota sul globale della farmacia che non raggiunge ancora il 10 per cento.

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marzo 2017 |

L’area dell’automedicazione mostra, sul cumulato 2016, trend negativi, risentendo in modo importante della bassa incidenza della patologia influenzale dei primi mesi dell’anno. Come si può osservare nel grafico 3, il buon risultato di dicembre ha permesso di recuperare almeno in parte un andamento che per tutti i mesi dell’anno è stato inferiore rispetto al 2015. Il dato migliore dell’intero quadro generale lo mostra l’area dell’extrafarmaco: 7,91 miliardi di euro, con una quota a valore del 31,1 per cento, in crescita del 2 per cento. Stabili invece sui 730 milioni (+0,4 per cento) le confezioni vendute nel 2016. Questo risultato, come vedremo meglio nell’approfondimento dedicato nel prossimo articolo, è trainato soprattutto da alcuni comparti strettamente legati ancora all’area del consiglio e della cura: integratori e fitoterapia innanzitutto, ma anche dispositivi per la protezione degli apparati e, in continua interessante crescita, la veterinaria. Il fatto che l’area del farmaco mostri una progressiva compressione non deve far pensare che la farmacia debba distoglierne l’impegno per dedicarsi in modo sempre maggiore al “commerciale”: si tratterebbe di snaturare il ruolo del farmacista e soprattutto di non tenere conto di un aspetto cruciale, quello cioè del motivo principale per cui le persone entrano in farmacia.


Grafico 1 Girod’affari2016

+3,1

25.443

25.000

mercato

Milioni â‚Ź

-2,0

20.000 15.000

12.978

-0,3

-1,1

10.000

-2,0

5.000

7.912

-1,6 2.335

1.607

610

0

globale

etico branded differenza sul

Milioni â‚Ź

etico SOP equivalente fatturato progressivo 2016

OTC

extrafarmaco

vs 2015 trend fatturato (MAT) differenza sul fatturato progressivo 2016 vsfatturato 2015 (MAT) fatturato anno 2015 fatturato anno 2015 fatturato anno 2016 Grafico fatturato 2 Andame ntom ensilefarmacoeticodimarca(12,98mld,-2,0%) anno 2016

1.400 1.200 1.000 800 600 400

-122,71 -122,71

-129,29 -129,29

-169,50 -169,50

-199,48 -199,48

-193,93 -193,93

200

-222,25 -222,25

-289,60 -289,60

-240,92 -240,92

-250,49 -250,49

-287,16 -287,16

-264,76 -264,76

-263,76 -263,76

ott

nov

dic

differenza differenza sul sul fatturato fatturato progressivo progressivo 2016 2016 vs vs 2015 2015

0 gen

feb

mar

apr

fatturato fatturato anno anno 2015 2015

mag

giu

lug

differenza sul fatturato progressivo 2016 vs 2015

ago

set

fatturato anno 2015

fatturato anno 2016

fatturato fatturato anno anno 2016 2016 Grafico 3 AndamentomensileSop+Otc(2,22mld,-1,5%) Milioni â‚Ź 250 200 150 100 50

-34,79 -34,79

-34,43 -34,43

-32,53 -32,53

-36,12 -36,12

-34,71 -34,71

-38,37 -38,37

-49,48 -49,48

-47,96 -47,96

-52,57 -52,57

-56,21 -56,21

-56,70 -56,70

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

-32,95 -32,95

0

differenza sul fatturato progressivo 2016 vs 2015

fatturato anno 2015

dic

fatturato anno 2016

| marzo 2017 25


mercato

una relazione basata sulla fiducia, da cui partire per valorizzare tutte le altre aree dell’offerta, che proprio nel consiglio racchiudono il valore maggiore.

Noi siamo convinti che solo presidiando bene l’area del farmaco e della salute, sia possibile per il farmacista costruire con le persone, con il proprio bacino di utenza,

GLI SCONTRINI Seguendo il filo di questo ragionamento, importantissimo è il monitoraggio degli ingressi e dello scontrino medio, e proprio

Grafico 4 Andamentodegliingressimedigiornalieri 260 250 240 230 220 210

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug 2012

26

marzo 2017 |

ago 2013

set

ott 2014

nov 2015

dic 2016


Tabella 1 scontrinimedimensili

etrendrispettoall’annoprecedente 2016

2015

2014

5.839

5.864

5.824

∆%

-0,4

+0,7

-0,1

Euro medi per scontrino

25,13

25,06

24,72

∆%

+0,3

+1,4

-1,4

Pezzi medi per scontrino

2,55

2,56

2,55

∆%

-0,3

+0,5

-0,6

qui abbiamo osservato quello che dal nostro punto di vista è il risultato più preoccupante dell’anno. La tabella 1 mostra il confronto sugli scontrini medi mensili degli ultimi tre anni. Da questo punto di vista la lieve flessione negativa sul numero medio di scontrini mensili e sui pezzi medi per scontrino non sembrano essere particolarmente rilevanti, ma se si analizzano gli ingressi medi giornalieri per la prima volta negli ultimi cinque anni abbiamo letto un dato costantemente inferiore a quello della serie storica, a parte per il mese di dicembre, quando tutti i parametri sono risaliti in concomitanza con l’avvio della patologia influenzale. Nel 2016 sembra proprio che meno persone siano entrate in farmacia: stiamo parlando di una variazione molto piccola, dai sei ai quattordici scontrini medi giornalieri a livello italiano, ma ciò che rende questo dato significativo è la sua continuità nei mesi. Stiamo parlando del patrimonio più importante a disposizione di ciascuna farmacia, il traffico, alimentato in gran parte dalla prescrizione, ecco perché il presidio di questa area è oggi ancora più cruciale che in passato.

Elaborazioni e dati a cura di New Line Ricerche di Mercato I dati riportati nell’articolo si riferiscono alle vendite rilevate su un campione di oltre 5.400 farmacie, statisticamente rappresentativo del mercato italiano. I valori nelle tabelle e nei grafici indicano le vendite a totale Italia. La suddivisione nelle principali categorie del farmaco e del parafarmaco è realizzata a partire dalla Banca Dati Federfarma e perfezionata attraverso uno studio continuo mirato alla costruzione di mercati omogenei per area terapeutica e per bisogni di consumo


medicina

A

di Stefania Cifani

schiena

diritta

La lombalgia è uno dei disturbi più comuni tra la popolazione in età lavorativa e una delle cause più frequenti di accesso al Medico di medicina generale con una media di 3,5 prestazioni settimanali. Il disturbo si accompagna a un peso socio-economico rilevante, con assenze dal lavoro e conseguente riduzione della produttività, incapacità temporanea di svolgere le attività abituali e generali effetti sulla qualità della vita. È inoltre la condizione che più spesso determina disabilità negli individui al di sotto dei quarantacinque anni.

DEFINIZIONE Rispetto alla sede, la lombalgia viene definita come un dolore localizzato tra le ultime coste della gabbia toracica e le pliche glutee inferiori, associato o meno a una irradiazione dolorosa fino alla parte posteriore delle cosce. «Distorsioni e stiramenti sono la causa più comune della lombalgia acuta nei più giovani e sono associati a infiammazione e contrattura muscolare», afferma Silvestro Scotti, segretario generale nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg). «Più avanti negli anni è più frequente che il mal di schiena sia di natura meccanica, in alcuni casi associato a spondilosi, cioè degenerazione generale della colonna vertebrale dovuta

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marzo 2017 |

La lombalgia è un disturbo diffuso e dai costi sociali notevoli

all’invecchiamento che si verifica nelle TERAPIE articolazioni, nei dischi intervertebrali e Spesso la lombalgia risulta curata in monelle ossa della colonna vertebrale. Dedo inadeguato sia perché è difficile indigenerazione del disco intervertebrale, erviduarne la causa, sia perché vengono nia del disco o protrusioni possono utilizzati analgesici inappropriati, non efcausare radicolopatia, condizione deterficaci per il dolore cronico e che comporminata dalla compressione di una radice tano nel lungo periodo il rischio di effetti nervosa spinale. Al dolore lombare si agcollaterali. «Il controllo del dolore è possigiunge in questi casi quello lungo il terribile con una terapia basata su diversi tipi torio del nervo e sintomi neurologici di farmaci: paracetamolo, paracetamolocome formicolio, riduzione della sensibilicodeina, tramadolo, Fans, antidepressivi tà fino a compromissione della funzione e miorilassanti», afferma Stefano Masiemuscolare del nervo coinvolto». ro, ordinario di Medicina fisica e riabilitaUna crisi di lombalgia tiva e direttore dell’Uo di acuta si risolve nel giro Riabilitazione ortopedica spesso di un mese; quando il dell’Azienda ospedaliera ildisturbo dolore permane per oldi Padova. «Prescrizioni vienecurato, tre tre mesi si è in preinappropriate e abuso di percause s e n z a d i l o m b a lg i a Fans sono però causa di cronica. Circa un terzo diverse,inmodo cronicizzazione oltre che dei pazienti con lombaldi complicanze imporinadeguato gia cronica presenta poi tanti come quelle gastroun dolore con componente neuropatica, enteriche o cardiovascolari». forma che «nasce dalla diretta conseSe nell’acuto e nella prima fase, quando guenza di lesione o malattia del sistema prevale la componente infiammatoria, somatosensoriale» (definizione dell’Inpuò essere giustificato per un tempo liternational association for the study of mitato l’uso di Fans o coxib, in presenza pain) e che si presenta come un dolore di dolore neuropatico la terapia deve inpiù intenso e bruciante, aggravato dalla vece prevedere l’associazione con altri tosse, dalla flessione in avanti e dalla farmaci o trattamenti di altra natura. «Gli posizione seduta prolungata, e che poco oppioidi sono più appropriati ed efficaci risponde al trattamento con antidolorifirispetto ai Fans per il trattamento del doci tradizionali. lore neuropatico. A lungo ghettizzati a un


medicina uso legato al dolore neoplastico», dice Scotti, «negli ultimi anni, grazie alla semplificazioni indotte dalla legge 38 e a una maggior cultura in materia, è cresciuta la fiducia verso questi farmaci anche da parte dei medici di famiglia e, per quanto si sia ancora lontani dalla diffusione presente in altri Paesi europei, l’uso degli oppioidi in patologie non oncologiche sta aumentando. I loro effetti collaterali sono limitati a sedazione e disturbi intestinali, per lo più stitichezza, ma per quanto fastidiosi possono essere gestiti. Nei confronti di tali farmaci resta però molta diffidenza tra i pazienti, anche per il timore di sviluppare dipendenza».

Secondo un’indagine condotta a gennaio su 50 medici di medicina generale che rappresentano un campione di oltre 65 mila assistiti, le prescrizioni di oppioidi per il trattamento della lombalgia nel periodo 2012-2016 sono passate dal 9,5 al 12,2 per cento, a fronte di una diminuzione della prescrizione di Fans, dal 65 a 60 per cento. «La ricerca è sempre più rivolta a identificare e studiare molecole che permettano un controllo soddisfacente della sintomatologia dolorosa, e quindi di migliore qualità della vita, garantendo anche un adeguato profilo di tollerabilità e sicurezza», afferma Masiero. Uno studio di coorte randomizzato non interventistico basato sul database del German Pain Registry ha confrontato efficacia e tollerabilità di ossicodone+naloxone rispetto a tapentadolo, due molecole considerate di terzo livello nella gestione della lombalgia cronica con componente neuropatica. Lo studio Oxynta ha coinvolto 261 pazienti già trattati con altre classi di antidolorifici senza aver ottenuto un miglioramento soddisfacente o con effetti collaterali non tollerabili. Ne è risultato che l’associazione dell’oppioide ossicodone al suo antagonista naloxone è più efficace rispetto a tapentadolo nella riduzione del dolore (di almeno il 30 per cento secondo punteggi di scale di misurazione specifiche) e nel miglioramento della disabilità e della qualità di vita. La combinazione con l’antagonista inoltre fa sì che gli effetti secondari gastrointestinali, in particolare la stipsi, siano meno intensi. «Il controllo del dolore è fondamentale anche per intraprendere un idoneo ed efficace programma riabilitativo», aggiunge Masiero, «basato su interventi multidisciplinari come esercizi specifici individuali, sessioni di Back School di gruppo, approcci di tipo cognitivo-comportamentale per il recupero funzionale, manipolazioni e mobilizzazioni del rachide, massoterapia».

| marzo 2017 29


galenica

A

A cura di Sifap

uso

veterinario Gocce auricolari per otiti esterne del cane

COMPOSIZIONE

Triamcinolone acetonide g 0,06 Econazolo nitrato g 0,60 Tween 80 (polisorbato) g 5,00 Alcool etilico 96% g 3,00 Clorexidina gluconato al 20% g 2,50 Idrossietilcellulosa media viscosità g 1,50 Glicerolo g 5,00 Acqua depurata q.b. a g 100,00

Questa composizione è utilizzata nell’allestimento di gocce auricolari impiegate per la cura delle otiti esterne del cane, alla quale solitamente si abbina una terapia antibiotica orale per la durata di circa dieci/quindici giorni. Successivamente il veterinario prosegue la terapia topica prescrivendo una polvere aspersoria da utilizzare per alcuni mesi per impedire le recidive. A seguire si riporta la composizione: Zinco ossido g 30 Acido tannico g 15 Acido borico g 5 Acido salicilico g 1 Talco veneto q.b. a g 100

VALORE AGGIUNTO DELLA PREPARAZIONE Medicinale di origine industriale non in commercio; inoltre la possibilità di allestire nel laboratorio della farmacia le

30

marzo 2017 |

gocce a uso auricolare permette di ottenere una viscosità ottimale adatta all’applicazione nell’orecchio del cane e tale da impedire la fuoriuscita del prodotto durante un eventuale scuotimento della testa dell’animale.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE Otite esterna del cane in fase acuta. Nelle otiti del cane, oltre alla componente batterica, aumenta - raddoppiando - quella dei microrganismi fungini, in particolare del genere Malassezia.

CONTROINDICAZIONI E AVVERTENZE SPECIALI Ipersensibilità nei confronti dei componenti della preparazione.

PREPARAZIONE Si sciolgono preventivamente il triamcinolone acetonide e l’econazolo nitrato, principi attivi insolubili in acqua, in polisorbato (Tween® 80) e alcool etilico 96 per cento. A parte si disperde l’idrossietilcellulosa media viscosità in glicerolo e si lascia a riposo per quindici minuti circa; successivamente si aggiungono la clorexidina e la soluzione, preventivamente allestita, dei due principi attivi. Infine si porta a peso con acqua depurata, agitando cautamente per non inglobare aria sino a dispersione completa priva di grumi.

Questa metodica consente che i due principi attivi rimangano finemente dispersi in acqua, resa viscosa dalla presenza dell’idrossietilcellulosa media viscosità.

CONTROLLI DI QUALITÀ Verifica della correttezza delle procedure eseguite; controllo dell’aspetto, controllo del confezionamento e in particolare della sua tenuta; verifica della corretta compilazione dell’etichetta compresa l’indicazione delle modalità di conservazione e di vendita; controllo di aspetto e assenza di particelle visibili a occhio nudo.


galenica MODALITÀ D’USO Applicare 1 millilitro/die per 10/15 giorni. Eventualmente applicare la polvere aspersoria secondo la prescrizione medico veterinaria.

DATA LIMITE DI UTILIZZO In assenza di studi di stabilità si attribuisce un periodo limite di utilizzazione pari a un mese dalla data di preparazione.

ETICHETTA Conservare in luogo fresco ed al riparo dalla luce e dal calore. Non utilizzare il preparato se si nota una variazione di consistenza o di colore. Riportare in eti-

chetta la dicitura: «Uso veterinario».

TIPO DI RICETTA Ricetta non ripetibile in unico esemplare.

ADEMPIMENTI DEL FARMACISTA

l’utilizzo non può andare oltre il mese successivo alla data di preparazione

La ricetta deve essere trattenuta in originale per sei mesi, separatamente da quelle contenenti prescrizioni ad uso umano.

FONTI BIBLIOGRAFICHE Farmacopea Ufficiale della Repubblica

Italiana XII edizione, Roma, 2008. “Evaluation of the most frequently prescribed extemporaneously compounded veterinary medications”, The International Journal of Pharmaceutical Compounding, nov/dic 2016. The Handbook of Pharmaceutical Excipients, VI edizione, Pharmaceutical Press, 2009. Medicamenta on line, Cooperativa Farmaceutica Milano. Martindale: The Complete Drug Reference, aggiornamento dicembre 2016.

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un farmacista a scuola

L

e sfide

dell’aula

In questo anno scolastico ho condotto un corso di scienze alimentari, presso il quinto anno di un istituto alberghiero. Un corso intero è una buona occasione, in termini di conoscenza reciproca, relazioni da coltivare e approfondimento del tema. Gli argomenti che ho scelto di affrontare spaziavano da quelli prettamente scientifici fino a temi di respiro più ampio, che permettono una riflessione sulle contraddizioni del mondo alimentare odierno. Tra di essi: il business delle diete, il caporalato, gli Ogm, la Grande di-

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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

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Un corso di scienze alimentari ai ragazzi di un istituto alberghiero, per suscitare curiosità e interrogativi

stribuzione organizzata. Per coinvolgere attivamente ragazze e ragazzi, ho pensato di dividerli in coppie e assegnare loro degli articoli inerenti ai temi affrontati, invitandoli a studiarli e presentarli ai propri compagni in quindici minuti, all’inizio di ogni lezione. Infine, ho organizzato due incontri con persone “esperte”, per conoscere più da vicino i temi trattati. Ecco com’è andata. Giulia è venuta in classe a parlare della sua esperienza di vita, che l’ha vista alle prese con l’obesità e una malattia fortemente invalidante. All’età della scuola media infatti, l’avvento di una forma particolarmente severa di psoriasi ha messo in difficoltà e poi interrotto il suo cammino scolastico, spingendola inoltre ad alimentarsi in maniera eccessiva. In una delicata fase di cambiamento emotivo, fisico e mentale per l’essere umano, gli evidenti segni della malattia sulla pelle di Giulia hanno scombussolato il suo equilibrio interiore. È stato difficile ritrovarlo ed è successo grazie all’affetto delle persone che aveva attorno e con il supporto di un centro di dietetica e nutrizione clinica del Servizio sanitario nazionale (Bolzano, per la precisione), lontano da guru della dieta, prescrizioni inviate per posta e libri dell’esperto di turno. I ragazzi hanno ascoltato la storia di Giulia con grande attenzione, facendole domande a 360 gradi, sia sulla sua ali-

mentazione, sia sulla psoriasi. L’incontro è servito a conoscere il vero significato della parola dieta: non un insieme di norme da rispettare, ma un equilibrio da conquistare. Inoltre, conoscere una persona che alla loro stessa età ha vissuto un periodo di forte crisi ha spinto i giovani a riflettere sui percorsi tortuosi che portano molti di noi a superare le difficoltà trovando aiuto nell’amore di chi ci sta accanto. Il secondo incontro è avvenuto con Wolf Bukowski, autore del libro La danza delle mozzarelle e di altre inchieste in campo alimentare. Lo scrittore ha saputo discutere con i ragazzi, descrivendo il percorso che fa un pomodoro, dal campo agli scaffali del supermercato. Inoltre, ha messo in luce le conseguenze delle politiche delle aziende leader del settore alimentare. I ragazzi si sono mostrati interessati e hanno posto molte domande, in un confronto diretto che ha parlato di migrazioni ed esportazioni, di cibo e di persone, da un punto all’altro del globo. Dalla prima all’ultima ora, i ragazzi hanno raccolto la sfida e si sono saputi mettere in gioco: molti di loro erano bloccati dal mettersi “dall’altra parte”, quando dovevano esporre l’argomento studiato, tuttavia se la sono cavata ottimamente, rivelando doti espositive e passione per l’argomento. Dieci e lode a tutti.


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Nutrizione

U

di Silvia Ambrogio, biologa nutrizionista

n valido

supporto Il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività e il ruolo della supplementazione

Il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività, o Adhd (Attention- deficit/ hyperactivity disorder), è un disturbo evolutivo a esordio infantile che coinvolge oggi moltissimi bambini - si parla del 3-5 per cento dei bambini in età scolare e adolescenti con prevalenza nei ragazzi rispetto alle ragazze - e poiché i sintomi possono persistere anche in età adulta la stima delle reali persone affette è difficile. Il disturbo mostra eterogeneità fenotipica, ma è caratterizzata da disturbi nell’attenzione, iperattività e una maggiore impulsività. La fisiopatologia dell’Adhd resta sfuggente e rimane una delle questioni più intricate e tuttora irrisolte di psichiatr ia, psicologia e genetica clinica dell’infanzia. Le scoperte fin qui fatte suggeriscono che vi sia una disfunzione dopaminergica e della neurotrasmissione noradrenergica all’interno delle reti cerebrali fronto-striatali. Questa ipotesi è supportata dal fatto che il metilfenidato, il farmaco più comunemente usato per il trattamento farmacologico dell’Adhd, au-

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menta la disponibilità extracellulare di queste catecolamine per l’inibizione della ricaptazione. Purtroppo la terapia farmacologica non si rivela sempre efficace e quindi negli ultimi anni la ricerca sta valutando strategie alternative di trattamento, tra cui l’uso di integratori nutrizionali. Innanzi tutto, l’Adhd è stata associata a una dieta di tipo occidentale ricca di grassi e zuccheri raffinati e povera di acidi grassi omega-3 polinsaturi (Pufa) e fibre. E attualmente la supplementazione nutrizionale proposta comprende principalmente Pufa e minerali, con la differenza sostanziale che negli Uus e in diversi altri Paesi si utilizzano anche altri integratori, nonostante le prove oggi ancora minime circa l’efficacia e i possibili effetti collaterali.

PUFA E MINERALI Il verificarsi di Adhd è stata associata con gli omega-3 polinsaturi, dal momento che gli individui affetti da questa patologia presentano sempre ridotti livelli ematici di Pufa e, in particolare, proprio

di omega-3. Ciò non dovrebbe stupire se si pensa al ruolo cruciale che svolgono nel cervello dei mammiferi l’acido docosaesaenoico (Dha), l’acido arachidonico (Aa) e l’acido eicosapentaenoico (Ep) influenzando vari processi neuronali e modulando la membrana neuronale. E poiché i cambiamenti nelle concentrazioni nella membrana neuronale di questi acidi grassi a lunga catena sembra portare all’alterazione della neurotrasmissione monoaminergica, gli studi sull’uomo suggeriscono che la carenza di omega-3 provoca uno squilibrio del rapporto Pufa omega-3 /omega-6 e ciò pregiudichi le abilità neurocognitive e induca disturbi comportamentali, tra cui proprio l’Adhd. Attenzione va però posta al fatto che la risposta al trattamento con Pufa nei pazienti con Adhd ha dimostrato di variare a seconda della presenza di condizioni di comorbidità. E resta tuttora da capire se la somministrazione Pufa è efficace in qualsiasi tempo durante la vita o se vi è un’età critica in cui integrare. Diversi minerali hanno dimostrato di gio-


Nutrizione care ruoli importanti nella genesi della malattia e sono per questo stati oggetto di accurate ricerche. L’omeostasi dello zinco nel cervello è strettamente correlata alla attività neuronale, e lo zinco può servire come neuromodulatore endogeno nella neurotrasmissione sinaptica. I risultati di studi negli esseri umani hanno suggerito che una carenza di zinco può essere associata a iperattività nei bambini e proprio i livelli sierici di questo minerale sono ridotti in questi bambini, con una significativa associazione tra bassi livelli di zinco e una diagnosi di Adhd. Gli studi randomizzati, controllati con placebo, sulla supplementazione di zinco, sia come monoterapia sia come terapia aggiuntiva agli psicostimolanti, hanno fornito prove contrastanti di efficacia. Ciò sembra essere dovuto a differenze nella prevalenza della carenza di zinco nei partecipanti, per cui la conclusione che si evince dalla letteratura scientifica è che la supplementazione di zinco può essere utile nei pazienti con un consolidato o un elevato rischio di carenza.

FERRO Il ferro è un cofattore per la tirosina idrossilasi, il primo, e quindi quello limitante, enzima della biosintesi delle catecolamine, coinvolto quindi nella regolazione della sintesi di dopamina e noradrenalina. Una carenza di ferro sembra associata alla Adhd, ma il condizionale è d’obbligo perché se in molti studi i pazienti con Adhd hanno dimostrato ridotte concentrazioni di ferritina sierica rispetto ai controlli sani, alcune meta-analisi lo hanno messo in dubbio.

MAGNESIO Il magnesio è coinvolto nella protezione delle membrane cellulari neuronali e la modulazione del rilascio di neurotrasmettitori nel cervello; è inoltre un cofattore per molti enzimi e interagisce con i recettori coinvolti nella fisiopatologia di Adhd. Gli studi casocontrollo hanno dimostrato livelli estremamente bassi di magnesio solo nei bambini con Adhd. Anche in questo caso una relazione diretta e senza dubbi tra stati carenziali di magnesio e patologia non è stata

La ’ dhd solitamente simanifesta inetàscolare maavolte prosegue inetàadulta

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Nutrizione

Diete possibili

dimostrata, mentre già esistono diverse indagini che hanno dimostrato l’effetto nel ridurre l’iperattività di una supplementazione (200 mg/die) di magnesio per più di sei mesi in bambini iperattivi con carenze. In un altro studio è stato dato a bambini con sintomi di Adhd un mix di magnesio e vitamina B6 (6 mg/kg/die di magnesio e 0,6 mg/kg/die di vitamina B6) per almeno otto settimane: i sintomi clinici dei bambini con Adhd sono migliorati, vale a dire, l’iperattività e l’aggressività sono state ridotte, e l’attenzione a scuola è cresciuta. Quando la somministrazione di magnesio e vitamina B6 è stata interrotta, i sintomi di Adhd sono riapparsi in poche settimane e i valori di magnesio sono diminuiti. Di studi come questi ne esistono davvero molti in letteratura ed è su di essi che si basa l’idea dell’integrazione con magnesio. Finora questi studi di coorte non randomizzati, controllati con placebo o in cieco, hanno dimostrato sì l’efficacia della supplementazione di magnesio, ma in un piccolo numero di casi e con supplementazione di breve durata.

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COSA INTEGRARE Attualmente è stata dimostrata l’efficacia della supplementazione nutrizionale di questi composti solo per quei bambini che avevano una carenza per questo o quel minerale: solo in questo caso, ovvero quando l’integrazione è stata mirata a colmare un fabbisogno non soddisfatto, si sono ottenuti risultati clinici significativi. Altre considerazioni vanno fatte in merito sia alla forma sia al dosaggio di Pufa e dei diversi minerali, poiché anche qui non c’è uniformità tra gli studi pubblicati e quindi non esistono ancora raccomandazioni, soprattutto sul dosaggio. Inoltre, i minerali devono essere integrati con cautela, evitando i sovradosaggi.

L’Adhd è stata messa in relazione a diverse carenze nutrizionali attraverso studi specifici, ma ancor più complesso è cercare di definire se vi sia uno specifico stile alimentare correlato a questi disturbi. Un recente lavoro ha esaminato la relazione tra la dieta mediterranea e Adhd, ipotizzando che una adesione bassa si associ positivamente ad un aumento di diagnosi di Adhd, in 120 tra bambini e adolescenti. Più si abbassa la frequenza del consumo di frutta, verdura, pasta e riso, più si alza la frequenza di diagnosi di Adhd; stessi risultati per ciò che concerne l’abitudine a saltare la prima colazione e a mangiare in ristoranti fast-food: maggiore l’abitudine, maggiore l’incidenza di patologia. Queste associazioni trasversali non permettono di parlare di causalità, ma mettono in luce il problema del “tutto dieta”. Parallelamente si sta n no moltipl ica ndo le valutazioni in merito a diete di eliminazione come trattamento per il disturbo da deficit di attenzione e i disordini dello spettro autistico, con una particolare attenzione per l’efficacia dell’esclusione degli additivi alimentari, dell’alimentazione priva di glutine e senza caseina. Il principale meccanismo candidato è l’asse intestino-microbiota-cervello, quel complesso, e ancora non chiaro, sistema di interazioni tra metabolismo, sistema immunitario, endocrino e sistema nervoso. Questi studi, paralleli all’approccio nutraceutico, avranno implicazioni pratiche e porteranno quanto prima a una sinergia di intervento terapeutico efficace.

BIBLIOGRAFIA “The Role of Nutritional Supplements in the Treatment of Adhd: What the Evidence Says”, Curr Psychiatry Rep (2017) 19:8 | “Omega-3 fatty acids in Adhd and related neurodevelopmental disorders”. Int Rev Psychiatry. 2006;18:155– 72. | ”Elimination diets’ efficacy and mechanisms in attention deficit hyperactivity disorder and autism spectrum disorder”. Eur Child Adolesc Psychiatry. 2017 Feb 11. | The Mediterranean Diet and Adhd in Children and Adolescents”. Pediatrics. 2017 Feb;139(2).


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Legale

O

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

n label

off label Il principio di precauzione nell’impiego di un medicinale secondo una diversa indicazione terapeutica

L’ultimo scorcio dell’anno appena trascorso sarà ricordato nel sistema farmacia non solo per il referendum del 4 dicembre 2016 che ha cancellato la riforma costituzionale degli apprentis sorciers avallando il federalismo regionale in materia sanitaria, ma anche, se pure in termini meno trancianti, per una duplice serie di provvedimenti che hanno inciso sulla attività di detto sistema pianificato sul territorio a tutela della salute. La prima, di natura giurisdizionale, è stata espressa dal Consiglio di Stato con l’ordinanza 19 dicembre 2016 n. 5373 che ha rimesso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea lo scrutinio pregiudiziale sulla coerenza comunitaria della compatibilità dell’impiego off label di medicinali di origine industriale ovvero allestiti in farmacia, pur in presenza di una valida alternativa d’impiego on label di medicinali di origine industriale dotati di Aic. La seconda, di natura amministrativa, è stata espressa dal ministero della Salute con il Decreto 22 dicembre 2016 recante il divieto di prescrizione e d’allestimento in farmacia di preparazioni galeniche off label a scopo dimagrante contenenti una quarantina di principi attivi specificamente indicati (comma 1), ma anche di ogni altro principio attivo impiegato a tale scopo per il quale non esistano evidenze scientifiche accreditate in campo internazionale che ne possano dimostrare la sicu-

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rezza in associazione (comma 2). Non è questa la sede per un approfondimento scientifico sulla appropriatezza di un tale impiego che viene qui ricondotta ai relativi vincoli normativi.

I PROVVEDIMENTI In sede giurisdizionale non è la prima volta che il Consiglio di Stato affronta una tale questione. L’ha già fatto con l’ordinanza 11 marzo 2016 n. 966 che ha rimesso alla Corte di Giustizia della Unione Europea l’indagine sulla inclusione nell’ambito dello stesso “mercato” di un medicinale dotato di Aic utilizzato off label e di un medicinale dotato di Aic utilizzabile on label in relazione alle medesime indicazioni terapeutiche. La più recente ordinanza 19 dicembre 2016 n. 5373 ha dilatato la questione sotto tre ulteriori profili: a) se sia contraria alla Direttiva comunitaria 2001/83/Ce (articolo 6, n.1) relativa alla inderogabilità dell’Aic, la Legge n. 648/1996 modificata dalla Legge n. 79/2014 (articolo 4 bis) che, al fine del contenimento della spesa farmaceutica posta a carico del Servizio sanitario nazionale, incentiva l’utilizzo di un medicinale di origine industriale al di fuori della indicazione terapeutica autorizzata (Aic) indipendentemente da qualsiasi considerazione sulle esigenze di cura del paziente e nonostante l’esistenza sul mercato di un medicinale autorizzato

(Aic) per la specifica indicazione terapeutica: ciò mediante il suo inserimento in un elenco speciale (Lista 648) da parte dell’Aifa; b) se sia opponibile l’eccezione galenica di cui alla Direttiva comunitaria 2001/837Ce (articolo 3, n. 1) relativa all’utilizzo di formule galeniche on label/ off label con principi attivi contenuti in un medicinale dotato di Aic, allestite in farmacia serialmente in modo uguale e ripetuto senza tener conto delle specifiche esigenze del singolo assistito; c) se sia contrario al Regolamento comunitario n. 726/2004 CE (articolo 3) che ascrive alla Agenzia europea dei medicinali (Ema) la competenza a valutare i profili dei medicinali per il trattamento di specifiche patologie, la legge nazionale che affidi invece alla competenza della autorità regolatrice a livello nazionale (Aifa) la competenza ad assumere determinazioni in merito ai profili di sicurezza dei medicinali che sono connessi al loro utilizzo off label. In sede amministrativa non è la prima volta che il ministero della Salute affronta tale questione. L’ha già fatto in via cautelare con il divieto di utilizzo di alcuni principi attivi nella prescrizione e nell’allestimento di preparazioni galeniche a scopo dimagrante, ma la cui legittimità è s tata negata dal Giudice amministrativo per la violazione dei limiti del principio di precauzione nel campo


Legale medico e farmacologico di cui alla Direttiva 2001/83/Ce riferito solo ai medicinali di origine industriale dotati di Aic (articoli 116 e 117) recepita in Italia con il Dlgs n. 219/2006 (articolo 154) che lo ha esteso anche ai medicinali galenici allestiti in farmacia, se pure a questi irriferibile (Corte di giustizia Ue, sentenza 16 luglio 2015, C-544/13). Ciò è avvenuto in riferimento al Dm 27 luglio 2015 relativo alla pseudoefedrina (Tar Lazio, Roma, sentenza 11 gennaio 2017, n. 450) e al Dm 2 dicembre 2015 relativo alla efedrina (Tar Lazio Roma, sentenza 11 gennaio 2017 n. 451) in relazione ai quali è stato fissato l’autorevole precedente secondo cui «il principio comunitario di precauzio-

ne implica che, nel caso in cui sussistono incertezze quanto all’esistenza o alla portata dei rischi per la salute delle persone, le istituzioni possono prendere provvedimenti di tutela senza dover attendere che la realtà e la gravità di tali rischi siano pienamente dimostrate e che, pertanto, la regolazione del predetto principio è in concreto rimessa al livello di protezione scelto dall’autorità competente nell’esercizio del suo potere discrezionale. Tuttavia, tale potere non può essere esercitato sulla base di supposizioni, cioè di valutazioni meramente ipotetiche, e richiede comunque, in carenza di letteratura, la ricorrenza di un principio di probabilità del rischio per la salu-

te». Mentre sulla scor t a di t ale precedente dicta sul principio di precauzione, avvallato dai chiarimenti richiesti ed espressi, al limite del divieto di integrazione postuma della motivazione del provvedimento dall’Istituto superiore di sanità in sede di istruzione del giudizio (articolo 63, Cod. proc. amm.), è stata dichiarata la legittimità del Dm 4 agosto 2015 relativo alle miscele di sostanze anoressizzanti (Tar Lazio, Roma ordinanza 17 novembre 2015, n. 5105/ sentenza 9 febbraio 2017, n. 2225), peraltro censurabile proprio in riferimento a tali chiarimenti di per sé tutt’altro che esaustivi se non praeter legem. Il più recente provvedimento inibitorio di

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Legale

Laquestione deldivieto diutilizzo nellepreparazioni galeniche offlabel afattispecie aperta aogni principioattivo ascopo dimagrante

cui al Dm 22 dicembre 2016 prelude, per quanto fin qui detto, a un analogo scrutinio volto non solo alla indicazione dei principi attivi in questione, che richiede una parziale rivisitazione in termini di probabilità di rischio di ciascuno di loro per la salute pubblica, ma volto soprattutto alla censura del divieto d’utilizzo nelle preparazioni galeniche off label a fattispecie aperta a ogni principio attivo a scopo dimagrante per il quale non esista una attendibile letteratura internazionale sulla sua sicurezza che si è tradotto in una discutibile clausola di salvaguardia. Il che - se mai legittimo, come può dubitarsi per la sua genericità già censurata in fattispecie analoga sotto il profilo della mancata precisione del precetto (Tar Lazio, Roma, ordinanza 19 giugno 2000, n. 4976 / sentenza 1 ottobre 2013, n. 8523) - appare comunque di difficile esegesi, tanto più se si dovesse pensare all’applicazione di un algoritmo sulla probabilità di rischio della loro utilizzazione nelle preparazioni galeniche, con ciò ricorrendo a una forzata analogia di quanto è stato fatto in termini di efficacia e sicurezza per i medicinali innovativi di origine industriale (Elenco Cts dell’Aifa) al fine della loro «somministrazione compassionevole». Mentre a monte di un tale accertamento si pone la pregiudiziale comunitaria, già all’esame della Corte di giustizia Ue, sulla stessa possibilità di

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utilizzo off label di un medicinale, preconfezionato o galenico che sia, in presenza di un medicinale on label dotato di Aic per la medesima terapia, che viene invece ritenuto possibile a certe inderogabili condizioni dalla Legge n. 94/1998 per quanto riguarda sia i medicinali di origine industriale dotati di Aic (articolo 3) sia le preparazioni galeniche estemporanee allestite in farmacia (articolo 5). A questo si aggiunge la questione di conformità comunitaria, espressa anche in termini di sussidiarietà ed adeguatezza (articoli 117 e 118, Costituzione), sul discrimine dato nella interpretazione della stessa normativa cui vien fatto riferimento (articolo 154, Dlgs n. 219/2006 in relazione agli articoli 116 e 117, Direttiva 2001/83 Ce) al regime dei medicinali di origine industriale dotati di Aic rispetto a quello delle preparazioni galeniche estemporanee allestite in farmacia, su cui si appalesa ragionevolmente la non manifesta infondatezza della sua illegittimità costituzionale (articolo 137, Costituzione) o quanto meno l’esigenza di una autonoma pregiudiziale comunitaria (articolo 267, Tfue). Tutto questo vien detto nelle logiche della stessa definizione comunitaria del medicinale galenico (Corte giustizia Ue, sentenza 16 luglio 2015, C-544/13) espressa nell’ottica della tutela della salute, ma certo non in quella della concorrenza e del mercato che è

pur sempre “marginale” rispetto alla prima (Corte Costituzionale, 10 marzo 2006, n. 87). Di tal che non può essere invocata al riguardo la libertà d’iniziativa economica, in quanto il relativo principio è finalizzato non solo alla utilità sociale, ma anche alla “sicurezza umana” (articolo 41, Costituzione), che deve essere però accertata in concreto e non presunta (Corte Costituzionale, sentenza 26 giugno 2002, n. 282), così come al contrario non si può porre in termini di criticità concorrenziale, atteso che un medicinale non è un bene di consumo, prodotto o allestito per essere venduto, ma il contenuto di una prestazione sanitaria posta a tutela della qualità e della dignità della vita, che viene garantita attraverso la cura della salute e la terapia del dolore da parte di una professione esercitata in un’impresa organizzata a tal fine per assicurare un servizio pubblico e sociale.

UN’IPOTESI OPERATIVA La rilevanza di entrambe le questioni attinenti la stessa possibilità di un utilizzo off label di medicinali di origine industriale e/o di preparazioni galeniche seriali, ma estendibili alle estemporanee allestite in farmacia, in presenza di medicinali dotati di Aic per la medesima terapia, merita certamente una riflessione da parte del Tavolo di concertazione aperto dal ministero della Salute alle Società


In questo contesto merita una riflessione la pur semplice ma non semplicistica esigenza che, in attesa della decisione delle Corte UE sulla pregiudiziale comunitaria di cui s’è detto, venga indicata dal medico (quanto meno) in ogni prescrizione di una preparazione galenica, senza con ciò tradire la privacy, la finalità off label ovvero on label di un tale sic volo, dando così modo al farmacista di esprimere responsabilmente il suo placet alla spedizione delle relativa ricetta senza dover ricorrere ad indirette presupposizioni sulla finalità della prescrizione, tratte solo dai formalismi imposti per la sua redazione da parte del medico (articolo 5, comma 3, Legge n.94/1998), per poter poi trarre una tale individuazione che gli consenta di spedirla o di non spedirla, se mai sussistano dei provvedimenti che lo vietino, «nel tempo strettament e ne c e s s a r io p er e s e g u i re magistralmente le preparazioni» (articolo 13, comma 3, R.D. n. 1706/ 1938). Il che potrebbe essere tradotto, secondo un tale assunto meno ingenuo di quanto sembri, in un provvedimento normativo di un solo articolo: un decreto legge affidato alla sinteticità dell’Ufficio legislativo del ministero della Salute, per evitare che la ricetta medica si possa tradurre in un inintelligibile Disco di Festo, quanto invece in un decisivo strumento operativo che ascriva unicuique suum le relative responsabilità nella prescrizione e nell’allestimento del medicinale galenico on label ovvero off label, che hanno tempi e momenti diversi, ma soprattutto due distinti protagonisti, il medico che prescrive e il farmacista che allestisce la preparazione galenica, nel relativo intervento terapeutico a formazione progressiva. Non occorre certo scomodare Kant per ricordare che le esigenze di ragion pratica possano sopperire ai dubbi di ragion pura.

Legale

pea o contenuti in medicinali prodotti scientifiche e agli Ordini professionali, industrialmente di cui è autorizzato il che è stato avviato presso l’Istituto sucommercio in Italia o in altro Paese periore di sanità per l’individuazione dei dell’Unione europea... fatti in ogni caso principi attivi potenzialmente idonei a salvi i divieti e le limitazioni stabiliti dal configurare dei rischi per la salute pubministero della Sanità per esigenze di blica se mai utilizzati a scopo dimagrantutela della salute pubblica (comma 1); te indipendentemente da qualsiasi b) “il medico deve ottenere il consenso considerazione sulle esigenze di cura del paziente al trattamento medico e del paziente. Una tale concertazione - se specificare nella ricetta le esigenze pardiretta, come s’è detto per lo scrutinio ticolari che giustificano il ricorso alla giurisdizionale, non solo a fissare i criteprescrizione estemporanea (comma 3) e ri di individuazione dei principi attivi riche le ricette devono essere “trasmesse schiosi se mai indicati nella prescrizione mensilmente dal farmacista all’azienda d impiegati nell’allestimento delle relatiunità sanitaria locale o all’azienda ospeve preparazioni galeniche off label, ma daliera, che le inoltrano al ministero delse rivolta a una ragionata critica di ogni la Sanità per le opportune verifiche divieto di una loro prescrizione e allesti(comma 4); c) “le disposizioni dei commi mento che non sia formulato a fattispe3 e 4 non si applicano quando il medicicie chiusa, e sopra tutto se improntata a nale è prescritto per indicazioni terapeuuna valutazione della coerenza scientifica tiche cor r ispondenti a q uella dei e normativa dello stesso utilizzo off label medicinali industriali autorizzati a base di tali preparazioni galeniche riferita andello stesso principio attivo” (comma 5). che alla pregiudiziale comunitaria in queQuesto non esclude, ma stione - potrà certamente riconduce imperativaoffrire al ministero della idoveri mente il regime della Salute un appropriato rideontologici prescrizione e dell’alleferimento per l’applicaziod i m e d i c i stimento di preparazioni ne del pr i nc i pio d i efarmacisti galeniche estemporanee precauzione nei limiti di off label alle “disposiziouna ragionevolezza fonnell’ambito ni dei commi 3 e 4” di tadata non già su una vaofflabel le stringente normativa, lutazione meramente che impongono il consenso del paziente ipotetica del rischio riferita in negativo e il rispetto di rigorosi formalismi ai fini alla carenza di una attendibile letteratudel monitoraggio della preparazione gara scientifica, ma sull’accertamento in lenica. Il duplice dovere di informativa, positivo dalla concreta esistenza di una da parte del medico che prescrive e da probabilità di danno reale per la salute parte del farmacista che prepara e dipubblica secondo le stesse logiche cospensa una preparazione galenica conmunitarie (Corte giustizia Ue, sentenza tenente un principio attivo off label, e 10 aprile 2014, C-269/13). ne rispondono sul piano deontologico Dovrebbe essere tenuto conto al riguar(comma 6), appare così determinante ai do che l’articolo 3, comma 1, lettera a) fini della tutela della salute pubblica, atdel Dlgs n. 219/2006 ascrive in via reteso che la preparazione galenica allecettizia all’articolo 5 della Legge n. stita in farmacia è per sua natura 94/1998 la disciplina delle preparazioni personalizzata “in situazioni eccezionali galeniche estemporanee allestite in farnelle quali i farmaci esistenti sul mercamacia e che tale normativa, quale lex to non sono in grado di curare un certo specialis, pone espressamente dei precipaziente ed è necessario allestire un dosi quanto decisivi precetti, statuendo saggio diverso rispetto a quello conteche: a) i «medici possono prescrivere nut o nel le s p e c i a l i t à me d ic i n a l i preparazioni magistrali esclusivamente esistenti”» (Cassazione penale, sentenza a base di principi attivi descritti nelle 23 settembre 2013, n. 39187). Farmacopee dei Paesi dell’Unione euro-

PER UN APPROFONDIMENTO: B.R. Nicoloso, “La preparazione dei medicinali galenici allestiti dal farmacista in farmacia”, ne Il sistema farmacia (2010, IV ed.), Vol. II, pag. 800 segg.

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INTERVISTA A...

a cura della redazione

Un approccio

globale

«Negli ultimi due anni il mercato in Italia ha risposto molto bene alle idee di progetto di Mobil M. Vogliamo quindi proseguire nel nostro percorso di innovazione del settore farmacia». Dario Piccoli, general manager di Mobil M Italia, si affaccia con il consueto ottimismo sul nuovo anno, dopo che la presenza del gruppo francese nel nostro Paese si è consolidata e sempre più punta ad allargare lo spettro dell’offerta. Architettura e design e, più in generale, una consulenza ad ampio raggio su come rinnovare locali, lay out, approccio al consumatore. Una visione globale che, nell’ottica di Piccoli e del suo staff, va ben oltre il “progetto”

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marzo 2017 |

della farmacia, coinvolgendo tutto il versante di comunicazione e marketing del punto vendita.

Cosa avete in cantiere per il 2017? Le novità riguarderanno sia la parte di arredo, con l’aggiunta di nuove possibilità di esposizione, sia la parte di architettura e design, attraverso collaborazioni sempre più strette con altre aziende, per creare un flusso di progetto ancora più snello e coordinato. Prima di approfondire questo aspetto, mi preme sottolineare una nuova evoluzione del servizio di Restyling®, da noi introdotto nel mercato ormai da oltre tre anni.

Avete aggiunto un nuovo servizio alle vostre proposte attuali? Non si tratta di un nuovo servizio, ma di una nuova applicazione del modello Restyling ® . Quando è stata introdotta, questa tipologia di progettazione era rivolta a farmacie con evidenti problematiche, ma con spazi e arredi ancora in buono stato. Farmacie non Mobil M che con interventi mirati e contenuti, in termini di budget e tempi di realizzazione, si sono trasformate e hanno iniziato da subito a rientrare dell’investimento fatto. Negli ultimi dodici mesi questa modalità operativa ha coinvolto anche farma-

cie precedentemente fatte da Mobil M. Farmacie di sei, sette, dieci anni, con il desiderio di volersi aggiornare ai nuovi trend, sia come comunicazione e visual merchandising, sia come layout e strutture espositive. Poter lavorare su arredi di nostra produzione, quindi facilmente smontabili, riconfigurabili ed espandibili, con farmacisti che già condividono la visione di Mobil M, è stato stimolante e bello anche dal punto di vista personale del team. Sono rapporti che durano nel tempo e che portano a risultati sempre migliori.

A proposito di arredo, quali novità introdurrete nella vostra gamma? Le novità introdotte riguardano l’ampliamento della gamma di accessori per le serie attuali, gondole ed espositori orizzontali di nuova concezione, oltre alle fisiologiche variazioni in termini di scelta di colori e finiture. Abbiamo lavorato per fornire sempre maggiori possibilità espositive ai nostri clienti e soprattutto a chi si occupa del visual merchandising delle farmacie. È fondamentale proporre la farmacia in modo sempre


organizzato, ma anche nuovo e coinvolgente. Poter variare facilmente tra differenti configurazioni degli arredi presenti crea eterogeneità e movimento. L’alternanza di gondole, espositori promozionali e orizzontali crea interesse e curiosità nel cliente, inducendolo a vivere e conoscere lo spazio vendita.

Lei dice spesso che nella vostra attività è fondamentale lo scambio di idee. Oggi è ancora più fondamentale far circolare e condividere idee ed esperienze, è un passaggio indispensabile per essere aggiornati e creare una sensibilità verso le trasformazioni dei settori healthcare e retail. Le trasformazioni del mercato e dei clienti stessi, la nascita o evoluzione di nuove tipologie di attori (retail clinic, e-commerce) ci portano per forza a dover riconsiderare il nostro ruolo di progettisti/ consulenti e i modelli concettuali utilizzati fino a oggi.

In che modo lo state facendo? Negli anni abbiamo costruito relazioni sempre più continue con altre realtà del settore farmacia, per poter creare percorsi di vendita e esperienze di acquisto sempre più

intervista a...

Nuove iniziative e progetti evoluti. A colloquio con Dario Piccoli, general manager di Mobil M Italia

coinvolgenti e funzionali agli occhi del consumatore . Progetti cross-competenze che portano il design della farmacia a un livello di consapevolezza più alto, con migliori risultati per i nostri clienti farmacisti, sia economici sia di gestione. Poi c’è un altro tema che consideriamo centrale.

Quale? La gestione del tempo e delle risorse. Ci siamo resi conto, come azienda, ma anche come persone, che oggi la mancanza di tempo è un fattore di stress e mancato raggiungimento degli obiettivi, in tutti i settori. La maggior parte delle volte la mancanza di tempo è un riflesso della mancanza di organizzazione/pianificazione o di una macchinosità della gestione quotidiana. Ne parleremo a Cosmofarma, durante una conferenza nella quale i relatori interpreteranno da diversi punti di vista questa tematica, proponendo soluzioni proprie ma al contempo per-

fettamente integrabili fra di esse, con l’obiettivo comune di un orientamento alla crescita e alla competitività della farmacia italiana.

Esiste un metodo Mobil M? Noi abbiamo avviato un nuovo modo condiviso di lavorare, che parte da un’analisi profonda dei dati e della situazione attuale di ogni farmacia per evidenziare in modo più chiaro gli obiettivi da raggiungere, gli step necessari e le responsabilità di ognuno. Il progetto diventa quindi una visualizzazione, una messa in opera di una strategia elaborata a monte, condivisa fra farmacia, consulenti e fornitori. Un flusso di lavoro continuo nel quale confluiscono layout, comunicazione, sviluppo tecnologico della farmacia, obiettivi di vendita e coinvolgimento di clienti, farmacista titolare e team.

Obiettivo ambizioso… Proprio così, per nostra filosofia aziendale cerchiamo di puntare

sempre al meglio per i nostri clienti. È un obiettivo alla nos tra por t at a, perché s tiamo già lavorando in quest’ottica. Noi ricerchiamo nei nostri progetti la massima condivisione degli obiettivi, non la sovrapposizione di più fornitori, siano essi tecnologici, di prodotto o di consulenza. L’analisi preliminare che svolgiamo restituisce dati di vendita e di performance fondamentali non solo per la creazione di un futuro layout, ma anche per decidere il posizionamento e le dimensioni dell’automazione o di altri strumenti digitali, per la definizione degli obiettivi del team, per le strategie di sell-in e sell-out.

Un approccio più globale, insomma. Sì, un approccio più maturo e globale alla materia, che unisce la necessità di una impostazione commerciale seria alle sfumature più sottili dell’appeal del punto vendita e della comunicazione tra la farmacia e i suoi clienti.

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STEVE SILBERMAN

NeuroTribù BESTSELLER NEW YORK TIMES

I talenti dell’autismo e il futuro della neurodiversità

“Una storia travolgente e penetrante che cambierà il vostro modo di pensare all’autismo”

—dalla prefazione di OLIVER SACKS, autore di Un antropologo su Marte e Risvegli

“NeuroTribù è straordinario. Silberman è riuscito in un’impresa unica: trasformare la storia densa e intricata dell’autismo in un libro che si legge tutto d’un fiato.”

—JOHN ELDER ROBISON, studioso della neurodiversità e autore di Guardami negli occhi

“Preparatevi a ribaltare tutte le conoscenze che avevate sull’autismo. Con una ricerca meticolosa, Steve Silberman svela sorprendenti verità sulla storia dell’autismo, a partire dalla falsa idea per cui sarebbe ‘epidemico’. Preparatevi a condividere la profonda comprensione che l’autore ha per le tante, differenti persone che oggi includiamo nello spettro autistico. Silberman guarda con interesse anche ai cattivi della storia e questo è allo stesso tempo commovente e opportuno, nel momento in cui ci chiede di abbracciare la diversità. Questo racconto eroico e appassionante è un contributo fondamentale alla storia dell’autismo.”

—UTA FRITH, Professore emerito di sviluppo cognitivo presso la University College London

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di Stefania Cifani

iniziative

Un raggio

di speranza Malattie rare, una campagna di sensibilizzazione promossa da Dompé Una natura ostile, un percorso angoscioso, impervio e ricco di insidie che il protagonista deve affrontare fino a ritrovare, dopo che la più fitta oscurità è calata nel bosco dove si è perduto, una luce che rappresenta la speranza della cura. È quanto accade nel cortometraggio In The Woods, cuore della nuova campagna di sensibilizzazione promossa da Dompé in occasione della Giornata delle malattie rare, celebrata lo scorso 28 febbraio, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulle patologie rare della vista, e sulle difficoltà che le persone che ne sono colpite incontrano ogni giorno. Il messaggio che #Fightforlight, questo il nome della campagna, vuole lanciare è che «ogni progresso della ricerca rappresenta un raggio di speranza» e un’arma in più per sconfiggere l’oscurità della malattia. Il compito di impersonare chi quotidianamente lotta contro il buio è toccato a Gabriele Mainetti, regista di Lo chiamavano Jeeg Robot. Il video, ideato dall’agenzia Saatchi&Saatchi con la regia di Roberto Saku Cinardi, è visualizzabile su youtube.

LA RICERCA

«La ricerca italiana deve molto agli studi condotti dal premio Nobel Rita Levi Oggi le malattie rare sono, secondo Montalcini su Ngf, una proteina naturall’Oms, oltre 7.000, l’80 per cento delle mente prodotta dal corpo umano, requali di origine genetica; nel 75 per censponsa bile dello sviluppo, del to dei casi colpiscono i bambini. Tra gli mantenimento e della sopravvivenza aspetti più critici che le caratterizzano, delle cellule nervose», sottolinea Paolo la complessità della diagnosi, la manRama, primario dell’Unità operativa di canza di terapie specifiche e la difficoltà Oculistica-Cornea e superficie oculare di accesso a quelle esistenti. dell’Irccs Ospedale San Per quanto riguarda la Raffaele di Milano. ricerca sulle malattie raUn «Siamo in attesa dei rire in oft almologia, cortometraggio sultati dei trial clinici Dompé sì è focalizzata perrichiamare che abbiamo condotto e su patologie della superla ’ ttenzione che potrebbero rappreficie oculare come la cheratite neurotrofica, sullep atologie sentare una vera innovauna malattia che causa raredellavista zione in deter minati ambiti dell’oftalmoloun danno progressivo gia». La soluzione oftalmica a base di della cornea, e che può determinarne la rhNGF, che ha ottenuto la designazione perforazione, con conseguente perdita di farmaco orfano da parte di Ema, è atdi visione. Attualmente sono in corso ritualmente in fase di studio in pazienti cerche sulla versione ricombinante del affetti da cheratite neurotrofica da mofattore di crescita nervoso Ngf (Nerve derata a severa, nell’ambito di due studi growth factor) umano, per il suo possibiclinici multicentrici condotti in Europa e le ruolo sul ripristino dell’innervazione negli Stati Uniti. della cornea.

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ro portare a un potenziale svilimento della Tra i numerosi incontri di grande intenostra professione, rimarrà sempre il luoresse che la quarta edizione di Farmacigo di prossimità per il cittadino, che ha bistaPiù offre al pubblico ci sarà la sogno di consiglio, presentazione di questo conforto, aiuto, semplivolume, edito da Edra e ilprimo cemente a volte di un curato da Elena Penazzi sorriso L’automatismo (farmacista e giornalista), volume del mondo moderno ime Stefania Polvani (socioitaliano pedisce spesso questo loga presso l’Usl Toscana difarmacia contatto umano, che inSud Est, Osservatorio menarrativa vece in farmacia si ritrodicina narrativa Italia): va sempre e comunque. Storie di farmacisti. Storie Siamo importanti colonne, che non vanno straordinarie nell’ordinario della proindebolite, per non fare crollare quell’imfessione del farmacista. prescindibile patrimonio che è la salute La medicina narrativa è ormai una realtà umana. E di umanità nelle storie che legconsolidata, anche a livello editoriale, ma gerete ce n’è tantissima». questo è il primo volume italiano di farLa potenzialità terapeutica della scrittumacia narrativa: un’antologia di 43 storie ra non è una scoperta di oggi, è sempre raccontate dagli stessi farmacisti, senza esistita, e con la medicina narrativa ha filtri, per narrare la bellezza e il ruolo soavuto una consacrazione: il paziente che ciale di una professione. racconta di sé e della sua malattia ne Scrive Elena Penazzi nella sua prefazione: trae giovamento. Ci piace pensare che «Sarebbe bello che, leggendo questi racanche i farmacisti coautori di questo bel conti, le persone, e perché no anche allibro nello scrivere abbiano scoperto, o cuni farmacisti poco attenti e sensibili, riscoperto, la bellezza di una professioelaborassero meglio l’idea di quale sia il ne e la sua insostituibilità. Una profesvero impegno quotidiano per il nostro sione da difendere e da tutelare. pubblico. La farmacia, al di là di tutti i Infine, una nota fondamentale: i diritti cambiamenti e delle leggi che potrebbe-

d’autore derivanti dalla vendita del volume saranno devoluti alla Fondazione Francesca Rava Nph Italia Onlus, che li utilizzerà per progetti destinati ad aiutare le popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto.

STORIE DI FARMACISTI A cura di Elena Penazzi e Stefania Polvani Edra, 2017, pp. 158

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Intervista a...

a cura della redazione

Dal sud

al mondo

sasasa

Farmalabor, fondata nel 2001 a Canosa di Puglia, produce e commercializza materie prime, packaging e attrezzature, necessari per la realizzazione di farmaci galenici da parte di farmacie, aziende ospedaliere e aziende farmaceutiche nazionali e internazionali. Nel volgere di un quindicennio l’azienda è cresciuta, ha ampliato le sue attività e il suo raggio d’azione, non limitandosi al mercato nazionale ma avviando anche processi di internazionalizzazione. Ne discutiamo con l’amministratore unico Sergio Fontana.

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zione. In questi sedici anni, abbiamo investito le migliori risorse umane e materiali per diffondere la cultura del “farmaco su misura”, portando avanti progetti innovativi che ci hanno fatto conquistare ben due volte il Premio nazionale Confindustria “Imprese per l’innovazione” (2014 e 2015). Cresciamo senza dimenticare la mission delle origini: essere un punto di riferimento affidabile per ogni attività del farmacista preparatore.

Ci parla un po’ delle origini di Farmalabor?

Quali sono le attività svolte da Farmalabor nell’ambito delle preparazioni galeniche?

Siamo partiti nel 2001 da un garage di 37 metri quadrati, per arrivare agli attuali 12.000, distribuiti su due siti di produ-

Come azienda, offriamo realmente un servizio a 360 gradi, perché affianchiamo il farmacista preparatore in ogni aspet-

marzo 2017 |

to: dalla vendita di materie prime, packaging e attrezzature di qualità alla consulenza tecnico-scientifica, passando per la formazione specialistica.

Il vostro orientamento è quello di puntare, come state facendo, sui mercati esteri. Da cosa nasce questa esigenza? Essenzialmente da due considerazioni. La prima è commerciale: una volta raggiunta una posizione di leadership nel mercato italiano, si può applicare la stessa politica della qualità di prodotti e servizi per presidiare nuovi mercati, europei e non, e sperimentare nuove strategie di promozione. La seconda è più imprenditoriale, per così dire: confrontandoci con esigenze talvolta diverse

dalle nostre, siamo stimolati a pensare in maniera differente, a innovare i prodotti o a progettarne di nuovi.

La vostra attenzione è non solo alla produzione ma anche alla formazione degli operatori, con le scuole di Canosa e Assago. Ce ne vuole parlare? All’origine del progetto Farmalabor Campus, c’è la risposta ad un’esigenza condivisa fra i colleghi farmacisti: imparare a gestire in maniera corretta e standardizzata le preparazioni galeniche.

Ed ecco allora l’dea dei campus. Proprio così. Con le due sedi del Campus - Canosa di Puglia e Assago (Milano), alle quali si


intervista a...

Farmalabor nasce in Puglia per poi ampliare la propria attività, incentrata sulla galenica, su tutto il territorio nazionale e oltre. La partecipazione attiva a FarmacistaPiù. A colloquio con l’amministratore unico Sergio Fontana

via di sviluppo (Camerun, Ciad, Madagascar, Angola, Haiti ….) le tecniche di allestimento di medicinali galenici.

In cosa consiste il vostro impegno?

stanno aggiungendo altri poli - vogliamo formare una nuova generazione di farmacisti, curiosa e competente, approfondendo in aula e, soprattutto, in laboratorio diversi argomenti: dalle Nbp all’allestimento di cannabis terapeutica, dalle preparazioni a base vegetale a quelle per uso pediatrico o veterinario, solo per citarne alcuni.

Dalla formazione alla solidarietà: voi sostenete il progetto Appa (Aid progress pharmacist agreement onlus) È un progetto che sosteniamo con orgoglio. Nasce della collaborazione tra farmacisti e docenti della facoltà di Farmacia dell’Università di Torino, con lo scopo di insegnare nei Paesi in

Partecipiamo al progetto contribuendo alla fornitura dei laboratori galenici locali. In questo modo, gli operatori socio-sanitari del posto (medici, infermieri e ostetriche), opportunamente formati, hanno potuto preparare capsule, creme e prodotti per la detersione quotidiana, contrastando la diffusione di malattie e aumentando la capacità di autogestione degli abitanti.

Infine, che tipo di iniziative porterete a FarmacistaPiù? Durante FarmacistaPiù, mostreremo la nostra idea di formazione in ambito galenico e cosmetico, sintetizzabile in tre punti: pratica, innovativa, intensiva. Abbiamo quindi pensato a un corso di Teoria e pratica di allestimento di forme topiche, a partire dalle nostre basi pronte, che terremo venerdì 17 marzo alle ore 11:00 e replicheremo sabato 18 marzo (ore 11:00 e ore 15:00) presso il nostro stand (E03). Inoltre, daremo la possibilità ai visitatori di osservare dal vi-

vo le nostre attrezzature e di scoprire la nuova linea di integratori Naturlabor, innovativi e personalizzabili.

L’amministratore unico di Farmalabor Sergio Fontana

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dalle aziende

Un sostegno

terapeutico Sindrome dell’occhio secco, il ruolo dei probiotici Sono in costante aumento le persone che soffrono di sindrome dell’occhio secco (Ded/Dry eye disease), una patologia multifattoriale che coinvolge la superficie oculare e il film lacrimale che la ricopre, determinandone il danneggiamento. La malattia è caratterizzata da un’alta incidenza (colpisce tra il 5 e il 35 per cento della popolazione) e da una marcata interferenza sulle capacità visive e sulla qualità di vita del paziente. I sintomi tipici, infatti, che vanno dall’irritazione costante alla sensazione di presenza di un corpo estraneo, fino alla visione appannata, interferiscono con le funzioni lavorative e le attività quotidiane. Al momento sono ancora scarse le terapie realmente efficaci per il trattamento della Ded e quelle esistenti sono interamente basate sull’uso di colliri, gel e lacrime artificiali contenenti sostanze detergenti, lubrificanti e disinfettanti in grado di mimare le funzioni fisiologiche del film lacrimale. Un protocollo per contrastare l’infiammazione prevede la combinazione di lacrime artificiali con steroi-

di, ormoni e ciclosporina, oltre all’integrazione con acidi grassi.

Un’importante evidenza Un recente studio, pubblicato sulla rivista Minerva Oftalmologica*, dimostra l’efficacia dei probiotici - nello specifico Proflora Guna, integratore alimentare simbiotico costituito da sei fermenti lattici probiotici esclusivi “microincapsulati gastroprotett” vivi e vitali con fibra prebiotica (FOS) - nel favorire il miglioramento delle condizioni della sindrome dell’occhio secco. Da evidenze recenti risulta, infatti, che le conseguenze di uno squilibrio del microbiota

non inducono alterazioni al solo tratto gastrointestinale, ma hanno un impatto sistemico su tutto il sistema immunitario. La supplementazione alimentare con Proflora, un simbiotico a base di Bifidobacterium e Lactobacillus, può essere utile, quindi, per migliorare le condizioni legate alla sindrome attraverso un significativo potenziamento dei sistemi di difesa della superficie oculare. Questo perché i batteri commensali e probiotici, interagendo tra loro e con le cellule dell’epitelio intestinale, svolgono una fondamentale funzione di regolazione immunologica, attraverso il ripristino dell’ecosistema intestinale. Il trial clinico è

stato configurato come uno studio pilota di tipo osservazionale monocentrico randomizzato ed è stato condotto su 40 pazienti affetti da Ded, di età compresa tra i 23 e gli 80 anni. Tutti i partecipanti hanno seguito una dieta normale per una settimana, senza assunzione dell’integratore alimentare in studio, al fine di standardizzare le loro condizioni di partenza e di rilevare i valori basali di tutti i parametr i esaminati. Dopo questa prima fase, i soggetti sono stati divisi in due gruppi - A e B - trattati, rispettivamente, il gruppo A solo con lacrime artificiali e il B con una bustina al giorno di Proflora per un periodo di 30 giorni, insieme al trattamento con le lacrime artificiali. Dopo cinque giorni di washout dal termine del trattamento, sono stati valutati nuovamente tutti i parametri clinici. I risultati emersi dallo studio hanno evidenziato un significativo miglioramento delle condizioni del film lacrimale per il gruppo trattato con Proflora, rispetto a quello trattato con le sole lacrime artificiali, senza rilevare alcun effetto avverso.

*Giuseppe Chisari, Eleonora M. Chisari, Carmela Greco, Roberto Madeddu, Massimo Motta, Clara G. Chisari, “La cosomministrazione dei ceppi batterici Lactobacillus e Bifidobacterium in associazione con frutto-oligosaccaridi a corta catena riduce il danno alla superficie oculare causato dalla sindrome dell’occhio secco”, in Proof. Minerva Medica Vol. 58 n. 2, pag. 31-38, giugno 2016

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dalle aziende

La Farmacia

del Respiro Chiesi Italia lancia un nuovo progetto per valorizzare la professionalità del farmacista nell’area respiratoria Lo afferma chiaramente Raffaello Innocenti, general manager di Chiesi Italia, in una recente intervista a Punto Effe (n. 4/2017): «Con la “Farmacia del respiro” sosteniamo il singolo farmacista con un approccio che ne valorizza le due dimensioni: il ruolo di dispensatore di salute e quello di esercizio commerciale. Nel

primo caso con iniziative che ci vedono impegnati con i farmacisti in percorsi di formazione nello sviluppo del proprio profilo scientifico; nel secondo caso suggerendo una gestione integrata delle linee di prodotti, dando visibilità al brand e ottimizzando le rotazioni e la marginalità». Il Gruppo Chiesi, per tradizione dedicato alla ricerca e allo sviluppo di farmaci innovativi in ambito respiratorio, oggi ha tra le sue priorità anche quella di consolidare lo storico legame con le farmacie

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marzo 2017 |

del territorio mediante iniziative specifiche, mirate. Quando Innocenti afferma che Chiesi Italia intende diventare un punto di riferimento centrale per le 10.000 farmacie servite, si riferisce anche a iniziative come quella di cui parliamo.

I contenuti La farmacia dei servizi non sarà pienamente realizzata, come sostengono molti, ma di certo ha indicato con chiarezza, fin dalla sua prima impostazione legislativa nel 2009, alcuni principi cui si deve ispirare quello che è il primo presidio sanitario per capillarità e facilità di accesso sul territorio. Uno di essi rimanda al ruolo che la farmacia può svolgere nell’ambito dell’educazione sanitaria, trasformando il contatto quotidiano con centinaia di persone in una proficua possibilità di dispensare consigli qualificati su singole patologie. In questi casi il supporto delle aziende è non solo utile, ma gradito. Questo si propone Chiesi Italia con il progetto “Farmacia del respiro”: creare un network di farmacie e di farmacisti riconoscibili dal pubblico come “professionisti del respiro”, offrendo specializzazione, distintività e consiglio mirato alle specifiche esigenze.

L’iniziativa nasce dalla strategia sulla linea Clenny e si propone un triplice obiettivo: 1) contribuire all’aggiornamento scientifico del professionista che opera dietro al banco e, al contempo implementarne e semplificarne la dinamica commerciale; 2) offrire servizi dedicati ai clienti della farmacia, facilitando di conseguenza il traffico di nuovi clienti; 3) dare visibilità alla categoria respiro nel punto vendita, guidando l’esposizione dei prodotti affinché il punto vendita sia caratterizzato e identificato come la Farmacia del respiro favorendo anche dinamiche di cross selling, consapevoli che la gestione degli spazi è chiave per la farmacia. Allo stesso tempo, semplificare il processo di acquisto da parte del pubblico guidandolo attraverso le esigenze di consumo, espresse e latenti.

Cosa significa tutto ciò? Essere in partnership con il farmacista nell’evoluzione richiesta al suo ruolo. Creare un vantaggio competitivo facendo leva sul servizio e sul consiglio attivo per promuovere la salute del paziente, fidelizzarlo al punto vendita e

aumentare il sell out. Convinti che aggiornamento professionale e spirito imprenditoriale non siano nel titolare di farmacia elementi contrad-


dittori, ma complementari, finalizzati entrambi a un miglioramento dell’attività nel suo complesso. Chiesi e la Farmacia del respiro saranno

protagonisti di Cosmofarma 2017, dando la possibilità ai farmacisti di incontrare l’azienda e conoscere meglio i progetti che propone.

dalle aziende

Le tre parole chiave della Farmacia del respiro 1) Formazione: aggiornare il farmacista favorendone il consiglio qualificato. 2) Ottimizzazione dell’offerta: nuovi servizi e nuove iniziative in farmacia implicano, potenzialmente, un maggiore afflusso di clienti. 3) Valorizzazione del category: mettere in evidenza la categoria del respiro significa, tra le altre cose, creare un’identità della farmacia e agevolare le tecniche di cross selling.

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Spigolature

Fiscalità, layout e automazione

un convegno a Catania Il convegno, organizzato da Federfarma Catania e sponsorizzato da Th.Kohl-Pharmatek, si terrà a Catania il 24 marzo prossimo. Titolo: “Fiscalità layout e automazione, nuove opportunità dedicate al settore farmacia”. Tra i relatori il presidente di Federfarma Catania Gioacchino Nicolosi, Paolo Bonaccorso, commercialista e revisore contabile, e Giogio Chiaberge, consulente “metodo Th. Kohl”. Al centro della discussione la possibilità di detrazioni fiscali applicabili per layout e automazione, in linea con le esigenze di una farmacia che si fa sempre più impresa. Per informazioni: a.bonura@thkohl.it, g.gandolfo@pharmathek.com

Fidia Farmaceutici

acquisisce Sooft Italia Fidia Farmaceutici, azienda italiana leader nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di prodotti a base di acido ialuronico, ha annunciato la sottoscrizione di accordi vincolanti per l’acquisizione della maggioranza del gruppo Sooft/Oox, società attiva nel settore oftalmico, attraverso i marchi Sooft, Bioos, Glaucoom, OftaH.T. e Neoox. L’azienda si posiziona tra le prime quattro del settore e opera in tutte le principali patolo-

gie dell’occhio. L’acq uisizione del Gruppo Sooft/Oox, consentirà a Fidia, già storicamente presente nel settore oftalmico, di rientrare in maniera importante e rafforzare ulteriormente il proprio ruolo in quest’area terapeutica, diversificando e perfezionando la sua offerta con una gamma completa di prodotti: dai colliri, agli integratori fino ai medical device. «L’acquisizione di Sooft Group, azienda italiana caratterizzata da elevate

competenze tecnico-scientifiche e dal riconosciuto e consolidato posizionamento, rappresenta un tassello importante per la crescita del gruppo Fidia sia in termini di fatturato sia di know-how», commenta Carlo Pizzocaro, presidente e amministratore delegato di Fidia Farmaceutici.

Costruiamo il futuro pediatri in tour

È partito da Bari “Costruiamo il Futuro”, progetto formativo articolato in sei tappe che attraverserà l’Italia con l’obiettivo di supportare i pediatri nel loro compito, sempre più rilevante, di consulenti nutrizionali delle famiglie per i bambini e gli adolescenti. Il corso itine-

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rante è organizzato in partnership dalla Federazione i t a l ia n a me dic i p e diatr i (Fimp) e dalla presidenza della Società italiana di pediatria (Sip), coinvolgendo anche l’Associazione nazionale dietisti (Andid), impegnata nel portare avanti, in parallelo al-

le tappe di “Costruiamo il futuro”, uno studio osservazionale, patrocinato dal ministero della Salute e volto a “scattare una fotografia” sulle abitudini alimentari dei bimbi italiani. Dopo Bari, le prossime tappe di “Costruiamo il

Futuro” saranno: Firenze (24 marzo), Roma (13 maggio), Napoli (1 luglio), Catania (9 sett e m b r e ) , B o l o g n a ( 11 novembre).


Boiron M., Roux F., Popowski P.

PEDIATRIA

Il ruolo del medicinale omeopatico La pediatria rappresenta uno dei principali argomenti per i quali vengono chiesti consigli in farmacia e, spesso, una porta di accesso per l’omeopatia all’interno delle famiglie. La pediatria e l’omeopatia sono infatti due specializzazioni felicemente complementari perché i medicinali omeopatici apportano incontestabilmente un plus alla medicina pediatrica (a condizione di conoscerne le indicazioni e i limiti), grazie alla loro efficacia, all’assenza di effetti tossici e alla completezza della loro azione. Il volume illustra le diverse patologie caratterizzate da una sintomatologia acuta presentandole in base all’età del paziente: dal neonato fino all’adolescente. Un utilissimo strumento per i professionisti della salute per consigliare o prescrivere un trattamento omeopatico adatto.

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Spigolature

Magnaguagno alla guida di Caudalie Italia

Andrea Magnaguagno (nella foto) ha assunto la carica di country manager di Caudalie Italia, l’azienda francese presente in Italia da oltre dodici anni. Magnaguagno, 33 anni, dal 2010 al 2012 ha ricoperto il ruolo di direttore marketing di Matrix, brand di L’Oréal Italia. Poi, a Parigi, per due anni si è occupato della direzione marketing Europa di Kérastase per rientrare in Italia con la carica di direttore commerciale Carita e Décleor, marchi di punta del polo cosmetico professionale L’Oréal. Il marchio francese Caudalie, fondato nel 1993 da Mathilde e Bertrand Thomas, conta a oggi 2.200 punti vendita in Italia.

Aiom:

un fondo nazionale per l’oncologia In cinque anni gli italiani che vivono dopo un tumore sono aumentati di circa il 20 per cento, da due milioni e mezzo nel 2010 a circa tre milioni nel 2015. Per rafforzare questo trend positivo è urgente trovare nuovi fondi dedicati espressamente alle terapie innovative che permettono di combattere il cancro con maggiore efficacia. «Recupe-

rando un centesimo a sigaretta potremmo avere un fondo di circa 720 milioni di euro l’anno», spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), «vale a dire una cifra che inizia ad avere un senso in un contesto nazionale dove la spesa per farmaci anticancro ospedalieri (3.899 milioni di euro) conti-

nua ad aumentare: nel 2014 è cresciuta del 9,6 per cento rispetto al 2013 e nei prossimi anni aumenterà a un ritmo difficilmente sostenibile con le risorse messe a disposizione delle Regioni. Per garantire a tutti i pazienti le nuove molecole, è necessario istituire quanto prima un Fondo nazionale per l’oncologia riservato ai farmaci per i quali è ricono-

sciuto il carattere di “innovatività”. Armi efficaci come la chemioterapia più attiva e meglio tollerata, le terapie a bersaglio molecolare e ora l’innovazione nel campo dell’immuno-oncologia».

Eco farmacie a Verona Federfarma Verona rende noto, attraverso un comunicato ufficiale, che «dall’iniz io d i febbra io s t a au ment a ndo progressivamente il numero delle farmacie scaligere che partecipano alla sperimentazione “Eco Farmacia” per la completa dematerializzazione della ricetta farmaceutica. Le farmacie dell’intero territorio provinciale sono state, infatti, debitamente formate nelle scorse settimane attraverso un corso specifico, reso possibile anche grazie alla collaborazione con il direttore generale dell’Azienda Ulss 9 scaligera Pietro Girardi. Alle attuali quaranta farmacie dell’ex Ulss 20 di

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Verona, associate a Federfarma Verona, oltre a quelle dell’Agec, che già partecipano al progetto di sperimentazione, si aggiungeranno quindi nuove farmacie di tutta la provincia, sempre su base volontaria». Molto soddisfatto il presidente di Federfarma Verona Marco Bacchini (nella foto): «Stiamo avvicinandoci all’obiettivo finale che vede coinvolte tutte le farmacie territoriali verso la completa sparizione del promemoria cartaceo (il foglio bianco) redatto dal medico che il paziente, fino a ora, ha sempre dovuto consegnare in farmacia per ottenere i farmaci prescritti».


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The Blind Spot

di Luca Pani

Consumatori

ma non di farmaci I pazienti sono sempre più informati e richiedono servizi rapidi ed efficaci Tutti coloro che, a qualunque titolo, intendono occuparsi di tutela della salute umana, devono essere consapevoli che, in tutto il mondo, sta aumentando la richiesta di servizi che rispondano rapidamente ai bisogni e ai desideri dei pazienti che si sono ormai trasformati in consumatori sempre più informati. Due cosiddetti mega-trend hanno innescato il processo di metamorfosi dalla malattia al “cliente malato”, segnatamente l’assistenza paziente-centrica e la medicina personalizzata. Bisogna essere consapevoli di cosa questo comporta in termini di investimenti (che vanno dalla parte commerciale della farmacia a quella culturale) e di come possa essere integrato nella gestione della sanità pubblica. Il contesto in cui avviene la gestione ter-

ritoriale (e non solo) del paziente/cliente in farmacia ruota, in questo momento, intorno a due cardini principali: da un lato la rapidità con cui si fornisce un’assistenza appropriata e dall’altro l’efficienza economica con cui ciò viene valutato; ovvero come fornire il migliore standard di trattamento al prezzo minore. Basti pensare, giusto per fare un esempio, al numero crescente di tecnologie mediche per lo screening di patologie comuni che si sono rese a disposizione negli ultimi due anni che consentono di eliminare le visite ospedaliere di controllo o gli accessi in emergenza, centrando tutta la relazione sul servizio che la farmacia è in grado di fornire ai pazienti e ai suoi familiari (certamente, anche a loro). Se i pazienti sono diventati consumatori non dobbiamo pensare che lo siano nell’accezione negativa del termine, come cioè consumatori di medicine, quanto invece come consumatori e allo stesso tempo generatori di informazioni che ri-

aquesto nuovocontesto ancheilfarmacista sideveadeguare, sapendoanticipare leesigenze diognisingolo cliente

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guardano la loro salute e tutti modi per proteggerla e promuoverla mediante l’uso responsabile (quindi solo quando necessario) delle medicine. Questo cambio di paradigma richiede da parte dei farmacisti una altrettanto attenta transizione nel percorso e nel ruolo professionale perché non basterà più spedire una ricetta o accompagnare la dispensazione del farmaco con informazioni precise e aggiornate sulla prescrizione quanto, piuttosto, anticipare le esigenze di ogni singolo cliente, magari potenzialmente a rischio, ben prima che compaiano sintomi e segni e sempre con larghissimo anticipo rispetto al consulto medico. Vi sono sei aree di intervento che si prestano a essere rivoluzionate in questo ambito e che possono essere brevemente riassunte come segue in: 1) identificazione delle popolazioni di riferimento; 2) impiego delle tecnologie informative; 3) abilità di fornire servizi cognitivi; 4) capacità di aumentare l’autogestione del paziente; 5) competenza per integrare le esperienze dei pazienti; 6) attitudine a certificare l’impatto economico dei servizi resi. E di ognuna di queste ci occuperemo a partire dal prossimo editoriale. Buon lavoro.

PER UN APPROFONDIMENTO: Minvielle, Etienne et al., “Managing customization in health care: A framework derived from the services sector literature”, Health Policy, Volume 117, Issue 2, 216 - 227


Ready to go Progetto Concorso Straordinario Farmacie

Con Ready to go Farbanca sostiene i nuovi titolari per l’apertura e lo sviluppo delle loro farmacie. Il progetto “Ready to go” di Farbanca è riservato ai farmacisti che si apprestano a diventare titolari di farmacie dopo gli esiti del Concorso Straordinario per l’apertura di nuove sedi farmaceutiche. Farbanca vuole riservare particolare attenzione allo sviluppo delle nuove farmacie, aggiudicate con il concorso per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche, dando un apporto di consulenza al neo titolare in relazione alle esigenze finanziarie della Farmacia e fornendo una gamma di prodotti finanziari sia straordinari che gestionali che possano consentire un corretto ed equilibrato sviluppo del business.

Perché scegliere il progetto “Ready to go” di Farbanca Il Progetto “Ready to go” è composto da tre diverse soluzioni pensate per soddisfare le esigenze di breve, medio e lungo termine del titolare di farmacia: • Finanziamento apertura farmacia: per sostenere gli investimenti relativi all’apertura della farmacia • Finanziamento anticipo credito verso le ASL: per anticipare al farmacista i crediti verso l’ASL • Apertura di credito in conto corrente: per eventuali immediate necessità di cassa

Plafond a tasso agevolato Farbanca finanzia i primi 25 mila euro della linea a medio lungo ad un tasso agevolato.

Per avere maggiori informazioni sui prodotti e servizi di FarBanca o fissare un appuntamento, può contattare i gestori clienti direttamente, via telefono o via e-mail; i riferimenti del gestore clienti di ogni regione sono pubblicati sul sito farbanca.it nella sezione contatti, oppure può chiedere di essere contattato: chiamando il nr. 848 850 850 (chiamate urbane da lunedì a venerdì dalle 9:00 alle 17:00) inviando una e-mail all’indirizzo: info@farbanca.it.

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