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FARMACOLOGIA L’approccio in geriatria
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per passione Alla vigilia delle elezioni per il rinnovo delle cariche la presidente di Federfarma nazionale: “Amo profondamente il mio lavoro, la farmacia e il sindacato che la rappresenta”
Self Care
SOMMARIO
Editoriale| Professione: farmacista
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Controcorrente| Caro Loredano, ti scrivo
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InnovAzione| Un’arrampicata a vista
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Dalle regioni| Per ridurre le liste d’attesa
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Commenti| La sindrome del Palio
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PARLIAMONe 14
FARMACISTAPIÙ | Buona la quarta
primo piano INCONTRI | Annarosa Racca 18
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FARMACIA CLINICA | Istruzioni per l’uso 22 MERCATO | Numeri positivi 26 FARMACOLOGIA | Il fattore età 32
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NUTRIZIONE | Grazie alla luna 36 OMEOPATIA | Curare le cistiti 40 COSMESI | Inestetismi da contrastare 44 UN FARMACISTA A SCUOLA | Contropiramide alimentare
RUBRICHE Legale | Un museo virtuale Farmanews| Il farmaco con l’airbag Il libro | Sì, viaggiare Spigolature
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Claudio Buono, Carla Carnovale, Sergio Cattani, Stefania Cifani, Elisa Da Vinci, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Daniela Natale, Viki Nellas, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Roberto Pulcri
Editore EDRA S.p.A.
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Collaboratori Silvia Ambrogio, Maurizio Bisozzi,
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aprile 2017 |
Consigli The Blind Spot | Le categorie e le identità
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P La tre giorni di FarmacistaPiù, tenutasi al MiCo di Milano, ha chiuso i battenti. Giorni intensi e s t i mol a nt i , v iene spontaneo descriverli semplicemente come “Professione: farmacista”, proprio come il film di Michelangelo Antonioni Professione: reporter, il cui titolo originale è The passenger… il viaggiatore. E proprio come nel film del maestro ferrarese ho viaggiato in un clima infuocato, come quello del deserto, cercando di nascondere il mio vissuto per una nuova esperienza. Lo stimolo era questo, perdersi alla ricerca di nuovi orizzonti dimenticando quello che era la professione di farmacista fino a oggi. Scenari futuristici con app, social e nuove tecnologie, ma anche volontariato e sociale, passando dai nuovi mercati e dalla formazione professionale. Tanti giovani, e questo era bello da vedere, la presunzione che noi ultracinquantenni abbiamo è sempre quella di essere detentori del significato professionale, facciamo fatica a pensare cosa porterà il futuro a questi ragazzi. Viaggiando in queste lande brulle si incontravano anche usi moderni di scienze antiche, come il convegno sulla
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di Paolo Vintani
rofessione:
farmacista
cannabis, mercati orientali dove è difficile capire quali siano i connotati delle bancarelle: farmacie e parafarmacie, nessun giudizio sia ben chiaro, solo la consapevolezza che si rischia di percepire il mercato del farmaco come un bazar chiassoso e troppo colorato. Si sono esposte valutazioni sullo stato dell’arte, si sono esplorati nuovi approcci al mercato, si è discusso di filiera e di innovazione. Si è anche presentato Punto Effe nella nuova veste grafica e con i nuovi collaboratori, tra i quali spicca il professor Luca Pani, che tiene una rubrica fissa, The blind spot, per illuminarci sul futuro prossimo venturo. Ma anche la scoperta di oasi di scienza come sono i farmaci innovativi e l’adesione alla terapia. Per sviscerare argomenti che ritenevo conosciuti come il microbiota, interpretati in una chiave fortemente scientifica con la presentazione di un lavoro clinico sul colesterolo. E come dimenticare le proposte di cer tificazione di iniziative come la Cancer Pharmacy, per una farmacia consapevole a 360 gradi di una patologia come il tumore, per accompagnare il paziente nella quotidianità. Un viaggio stimolante e pieno di incertezze, ma che dobbiamo affrontare, consapevoli che quella che è davvero importante è la professionalità.
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di Maurizio Bisozzi
aro Loredano
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ti scrivo
Lettera aperta a Loredano Giorni, strenuo difensore di un sistema farmacia a marchio statale
A me Loredano Giorni piace. Sarà perché è solo di poco più vecchio di me, sarà perché mi sono laureato solo qualche anno prima di lui, sarà perché sento un percorso ideale comune, un passato parallelo. Vedi Loredano - posso darti del tu, siamo colleghi - dopo averti rivisto, a Milano, FarmacistaPiù, tornando a casa ho aperto l’armadio. In alto, tra le cose che non usi più ma che mai butteresti, c’era la giacca di velluto a coste larghe, marrone, come la tua. Accanto, un eskimo, verde con il cappuccio imbottito e mi gioco dieci anni della vita di mia suocera che tu ne hai uno uguale, nel tuo armadio. Quello stesso che Francesco Guccini sventolava con fierezza nel 1978, dedicandogli una canzone, ergendolo a simbolo di un decennio. Anni in cui si scalava il cielo, Lindon Johnson irrorava di napalm donne e bambini vietnamiti, alla Sorbona gli studenti invocavano la fantasia al potere, sognavamo l’Uomo Nuovo e per la Roma o la Fiorentina si tifava di nascosto, il calcio era “di destra”. Come vedi, caro Loredano, conosco il brodo dove sei nato, ci nuotavo anche io, con passione. Gli anni scorrono, come il Tevere o l’Arno, chi non è rivoluzionario a
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Un valore che trasforma la più umile delvent’anni è senza cuore, chi lo è ancora le farmacie in un luogo non solo fisico di dia quaranta è senza cervello. Con la mastribuzione logistica di un prodotto, ma in turità conquisti la consapevolezza che un luogo mentale dove il malato trova rifusassaiole e barricate hanno un senso in gio dalle ansie, dove si offrono risposte alle un certo momento storico, poi - ci ricoraspettative, si sbiadiscono i timori, si alida l’Ecclesiaste - viene il momento di comentano le speranze, si condividono i dolostruire. Le nostre strade si divisero, io ri. Questo è il vero valore della farmacia, un vinsi un concorso per una sede farmavalore umano e sociale ceutica di poche centislegato dalle strette loginaia di a bit anti, tu che di risparmio econoquello come farmacista La tua mico, che sarebbero pubblico: io a mettere a visione trionfalmente soddisfatte disposizione di una picriduce da un semplice distribucola comunità le comtore automatico di medipetenze professionali e un valore cine. Un distributore che umane maturate negli come non si ammala, non va in anni, tu a dirigere il il farmaco ferie, non dorme la notte, servizio farmaceutico a semplice non ha una famiglia da di una importante Remantenere e che ti azzegione, cercando di ottibene rerebbe i costi di distrim i z z a re l e r i s o r s e , materiale buzione regionale. come si cominciava a La farmacia, caro Loredire con un linguaggio dano, ricopre un ruolo complesso e deburocraticamente elegante. Un incarico licato nell’economia, non finanziaria che hai affrontato con lo slancio e la ma umana, del Paese, alla quale occordeterminatezza di sempre e dove hai re dare una lettura che vada oltre il riapplicato un’interpretazione singolare sparmio che può offrire alle casse della del materialismo storico, elevando tecRegione una Distribuzione diretta o nologia ed economia a fattori determiuna Dpc strangolante. nanti dello sviluppo sociale dell’uomo. Insomma, Loredano, dopo la RivoluzioUna interpretazione che riduce un valone del sistema distributivo del farmaco re, come il farmaco, a semplice bene portata dalla 405, cerchiamo di risparmateriale, dimenticando colpevolmente miare agli italiani almeno il Terrore. il valore immateriale in esso contenuto.
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n’arrampicata
a vista
Innovare non è una passeggiata di salute ma un cammino impervio, che richiede dedizione e propensione al rischio
Tutti a parlare di innovazione, l’innovazione come panacea di tutti i mali della farmacia. Vuoi affrontare il nuovo scenario e incrementare la reddittività della tua farmacia? Basta innovare. Ecco, è quel “basta” che è un po’ fuorviante. L’innovazione non è per tutti, né da tutti, per definizione. In generale le persone che hanno un orientamento all’innovazione e alla sperimentazione sono pari solo a meno del 5 per cento della popolazione. Innovare è diverso da evolvere. Evolvere è come salire per un sentiero di montagna, che mano a mano diventa più ripido: vedi come aumenta la pendenza di fronte a te, valuti il percorso, e se senti che non ce la fai ti fermi, prendi una pausa o scegli di tornare indietro. Inoltre, salendo progressivamente alleni il fiato. Possono salire anche i principianti: sono sufficienti scarpe adeguate, una borraccia, un cappello. Sali anche se non hai un’attrezzatura di ultima generazione. Puoi farlo da solo o in compagnia. L’innovazione, al contrario, è un’arrampicata a vista - free climbing on sight - dove spesso si deve saltare da una roccia all’altra. Senza un’elevata propensione al rischio e un’adeguata attrezzatura - corda, imbrago, discensore, moschettoni, nuts, friends e rinvii - non si può fare. E non è
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possibile tornare indietro dalla stessa strada per la quale si è saliti. E anche per chi fa arrampicate in solitaria è indispensabile comunque una buona squadra affiatata: bisogna essere leader per motivare chi ne fa parte e spingere i compagni a dare il massimo. E, non da ultimo, servono allenamento e competenze multidisciplinari: devi conoscere la montagna, la fisica, la meteorologia, le tecniche di pronto soccorso, e un po’ di ingegneria non guasta. La penuria di innovazione non è quindi solo una questione culturale: la cultura rappresenta una condizione necessaria, ma non sufficiente allo sviluppo di innovazione. L’innovazione richiede investimenti e in farmacia, oltre alla cultura dell’innovazione, manca la cultura dell’investimento e della misurazione della performance dello stesso. «Il Roi, questo sconosciuto», si potrebbe dire. Ciò che viene definito investimento in farmacia spesso è più legato a mode che non a una concreta visione e strategia: acquisto un nuovo locale, rinnovo l’arredamento, aggiungo una nuova apparecchiatura per le autoanalisi, inserisco una nuova linea di dermocosmesi, apro la cabina estetica, attivo il robot per la gestione del magazzino. Tutto molto bello, ma perché? Quale obiettivo si vuole conseguire? Come questo si concilia con la strategia aziendale? L’innovazione, e con essa l’investimento, hanno senso se generano valore aggiunto
per il cliente: il cliente ci chiede di risolvere un suo problema, il valore aggiunto consiste nella capacità di rispondere alle sue esigenze con soluzioni il cui beneficio, nelle percezioni del cliente stesso, sia superiore al costo che egli sosterrà per quella soluzione. E tale valore (derivante dalla combinazione beneficio e costo) deve essere superiore a quello che gli altri gli possono fornire. Su quali asset quindi in linea generale ha senso investire? Conoscenza, servizi, comunicazione, dati per sapere cosa è valore per il cliente: elementi che devono essere coordinati e tutti indirizzati verso un medesimo bisogno rilevante per il cliente, come, che so, la salute. E quanto la farmacia sta investendo su questi asset? Lo 0,04 per cento del fatturato in formazione, su corsi non sempre coerenti con il posizionamento aziendale; meno del 2 per cento in immobilizzazioni, di cui meno del 50 per cento in servizi, in genere non legati ai temi sui quali si sta investendo in formazione; lo 0,02 per cento in iniziative di prevenzione; zero in dati e ricerche sui bisogni dei clienti. Sono medie, ma sono talmente basse che non lasciano ben sperare sulle dimensioni degli estremi. E per rimanere in tema di estremi: l’innovazione è uno sport estremo. E come tale non si improvvisa. Richiede attitudine, team building, investimento, allenamento, coraggio. E capacità di leggere ogni caduta come occasione di apprendimento e non come sconfitta.
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di Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino e consigliere Regione Piemonte
er ridurre
le liste d’attesa Un piano triennale, in Piemonte, volto a rendere più efficienti i servizi della specialistica ambulatoriale
curare ai cittadini tempi congrui di accesRevisione totale delle so alle prestazioni sanitarie. Vengono qui agende di prenotazione, coinvolti, dunque, i professionisti sanitari incremento delle attività che in questo Piano hanno un ruolo centrae delle prestazioni per le. Oltre a chiamarli in causa sul tema delle affrontare le situazioni prescrizioni, infatti, la Regione Piemonte più critiche, assunzione sta valutando la possibilità di far effettuare di personale per aumenla prenotazione direttamente al medico di tare l’offerta. Sono quefamiglia, al pediatra o allo specialista prosti i tre punti chiave prio al momento della prescrizione. Una veprevisti dal piano trienra rivoluzione, in Italia, che per poter nale della Regione Pieessere attuata richiede un percorso di intemonte per la riduzione sa e di condivisione con i medici piemontedelle liste d’attesa nella specialistica si. Per fare fronte a criticità ed emergenze, ambulatoriale, presentato dall’assessore poi, le aziende sanitarie potranno increalla Sanità, Antonio Saitta, dai tecnici mentare l’attività e il volume delle prestadell’assessorato e dai vertici delle azienzioni nelle specialità che de sanitar ie, ordini presentano attese più lunprofessionali, sindacaUnlavoro ghe. Ciò sarà possibile attrati, associazioni di catedisquadra verso nuove assunzioni a goria e associazioni tempo determinato e il conper i diritti dei malati. cheha ferimento di incarichi provIl primo obiettivo sarà coinvolto visori a specialisti quello di mettere a aziende ambulatoriali. Si è pensato punto un nuovo Cup s a n i t a r i e anche alla possibilità di unico regionale, che estendere l’orario di utilizzo permetterà la verifica sindacati dei macchinari sanitari impuntuale dell’apertura eassociazioni piegando le risorse dell’ine della chiusura delle tramoenia, ovvero quella prenotazioni delle sinparte percepita dal medico attraverso la ligole aziende sanitarie, così da avere a dibera professione esercitata all’interno di sposizione agende e liste d’attesa un ospedale che va all’azienda sanitaria. unificate e trasparenti. Sul fronte della Lo scopo di questo piano è quello di prodomanda, invece, è importante far leva muovere un modello che sia in grado di ofsull’appropriatezza prescrittiva per assi-
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frire maggiori garanzie di sostenibilità e assistenza per ogni tipo di patologia, definendo una vera e propria armonizzazione dei percorsi assistenziali. In questo progetto il paziente viene posto al centro: non sarà infatti più il malato a cercare la prestazione sanitaria ma, al contrario, sarà il sistema che lo farà per lui all’interno di un vero e proprio percorso di presa in carico. Un programma ambizioso, questo, che favorirebbe un legame di maggiore sintonia tra istituzioni, cittadini e strutture sanitarie. Si tratta di un argomento complesso ma soprattutto di un problema per i cittadini. È urgente trovare soluzioni perché la salute è un diritto di tutti e su questioni concrete come questa saremo misurati, come amministratori e come persone. Personalmente, come presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino e come consigliere della Regione Piemonte, mi impegnerò affinché questo Piano venga attuato e si traduca in un progetto di successo. Va ricordato, infine, che nelle farmacie piemontesi un piccolo passo è già stato fatto, poiché è possibile prenotare visite specialistiche e analisi cliniche direttamente in farmacia. Quello che auspichiamo è che questo servizio venga uniformato su tutti i territori, poiché la rete delle farmacie si presta volentieri e ci auguriamo che tutti i professionisti coinvolti si mettano a disposizione nell’interesse dei cittadini.
commenti
L
a sindrome
del Palio
Purtroppo per te gli alieni sono riusciti ad atterrare in Italia. Non ci credi? Io li ho visti, oramai sono ovunque e sono sicura che adesso che te ne parlo ti ricorderai che li hai visti anche tu. Non hanno le sembianze che ti fanno vedere nei film: due occhi grandi neri, mani e piedi più lunghe delle tue che si illuminano a intermittenza e la voce tremolante e computerizzata. No assolutamente. Anche loro si sono evoluti, e visto che così erano facilmente riconoscibili si sono travestiti in maniera da passare del tutto inosservati e sembrare invincibili ancora di più di quanto non lo fossero già prima: catene estere, supermarket e Amazon. Sono ovunque ormai e tu non hai più scampo, tanti farmacisti sono già stati annientati da loro, usano armi contro le quali noi non possiamo competere. Alcuni han-
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di Daniela Natale, farmacista di Caserta
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Come i fantini a Siena alcuni titolari pensano più a far perdere gli altri che a vincere no creato un loro Avatar: si chiama Aster, fa parte di Aster Pharmacies, una delle catene di farmacie indiane più grande degli Emirati. Aster è un farmacista virtuale che risponde a tutte le tue domande e risolve tutti i tuoi dubbi. È gentile, simpatico e sorridente... e tu, in confronto a lui, non sai nulla. Per adesso sei salvo, perché non ha ancora invaso il nostro Paese, ma non ci vorrà molto perché loro sono veloci, molto veloci. Ma c’è un’arma in particolare che è arrivata anche qui da noi e appare del tutto invincibile: il prezzo. Ho provato a farmi un giro per capire se ci fosse speranza di annientarli, ma ovunque andavo era una tragedia, un vero e proprio sterminio. Promozioni da tutte le parti, su ogni scaffale; prodotti che un tempo venivano venduti solo in farmacia erano lì, con un bollino giallo che ricordava ai clienti che il prodotto era in promozione ad un prezzo stracciato. Mi guardavo intorno, e vedevo le persone correre tra una corsia e l’altra come fossero ipnotizzate, cercando di prendere quanta più roba possibile senza sapere neanche cosa fosse. In quel momento il cuore mi è salito alla gola, andava a trecento chilometri orari e sembrava non volesse fermarsi, sudavo... sudavo tanto. «Aria, ho bisogno di aria, devo uscire da questo inferno», pensavo, mentre il nodo alla gola si faceva sempre più intenso. Vedo l’uscita e cerco di raggiungerla, ma faccio fatica perché ondate di perso-
ne vanno esattamente nella direzione opposta alla mia. Mi sembrava di essere nel telefilm The Walking Dead: ondate di zombie che cercano di morderti una qualsiasi parte del corpo per farti diventare “uno di loro”. Provo a girarmi, per capire se dietro di me ci fosse qualcuno che andasse nella mia stessa direzione: nessuno, ero sola. Sgomitando e cercando di andare più veloce che potevo, riesco finalmente a raggiungere l’uscita e cado a terra priva di sensi. Ecco, questa è la sensazione che si prova a essere farmacista adesso, tu lo sai benissimo e io purtroppo ti capisco perché mi ritrovo nella tua stessa situazione. Vuoi sapere della nuova sindrome? Te la spiego subito, leggi attentamente. Quando si corre il Palio di Siena, il primo obiettivo dei fantini non è vincere, ma evitare che l’avversario vinca. Questa è la metafora del comportamento della maggior parte dei farmacisti che non si preoccupano tanto di far bene, quanto di evitare che gli altri facciano meglio. Questo tipo di atteggiamento ti fa impegnare energie mentali e risorse in una direzione negativa anziché costruttiva. Non riusciamo a fare squadra, a esprimerci in coro e a trasformare la potenza in energia, pensiamo molto di più alla competizione che alla collaborazione. Magari siamo tanti piccoli Maradona, che nella visione individualistica può anche portare risultati, ma nuoce al sistema farmacia. Pensaci... pronto a guarire?
parliamone
B
uona
la quarta Un ampio calendario di incontri sui temi di maggiore attualità nell’edizione 2017 di FarmacistaPiù
il taglio del nastro FarmacistaPiù, la casa dei farmacisti, è tornata quest’anno a Milano, ospitata dal centro congressi MiCo. Una tre giorni di dibattito culturale organizzata da Edra, Fofi, Fondazione Cannavò e Utifar.
attraverso i saloni Da sinistra, mentre attarversano l’area espostiva, la senatrice Angela D’Onghia, sottosegretario al ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca scientifica, i senatori Luigi D’Ambrosio Lettieri e Andrea Mandelli, vice presidente e presidente della Fofi, e Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia.
l’inaugurazione Presidente del comitato scientifico, il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri apre i lavori della quarta edizione di FarmacistaPiù. La sfida dei prossimi anni per le rappresentanze di categoria: rilanciare la laurea in Farmacia, sia in termini di occupazione sia di riorganizzazione del corso di studi. 14
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parliamone il convegno di apertura Al centro del convegno d’apertura dell’evento milanese “Il futuro della professione farmaceutica: formazione universitaria e prospettive occupazionali”.
in rappresentanza del governo Il sottosegretario del Miur Angela D’Onghia ha partecipato al convegno inaugurale, soffermandosi sulla situazione generale della ricerca in Italia.
pAssaggio di testimone A destra nella foto, Mario Melazzini, direttore generale Aifa, interviene al convegno principale del sabato, che si è occupato dell’”Evoluzione della professione farmaceutica tra Stato e mercato”. A sinistra, il suo predecessore Luca Pani.
Un occhio al futuro Numerosi gli interventi a FarmacistaPiù di Luca Pani, membro Chmp e Sawp di Ema (e titolare della rubrica The Blind Spot su Punto Effe). Dove ci stanno conducendo le nuove tecnologie?
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parliamone
la componente industriale Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, intervistato dopo la partecipazione al convegno del sabato mattina. Tra Stato e mercato è possibile raggiungere un equilibrio virtuoso, a tutto vantaggio del cittadino?
sul versante economico Erika Mallarini, docente alla Sda Bocconi, ha offerto il suo contributo di esperta del settore in vari convegni, tra i quali quello sul tema cruciale del credito alle farmacie.
il confronto in agifarlab A FarmacistaPiù si è sviluppato il progetto “Agifar Lab”, un proficuo confronto sui temi di specifico interesse per i giovani farmacisti, che nasce dalla voglia di parlare delle proprie esigenze e aspettative, e di fornire un contributo di idee alla categoria.
premio allo studio giacomo leopardi Le vincitrici per le migliori tesi di laurea in Farmacia e Ctf: Eleonora Boattini (Alma Mater Studiorum Università di Bologna), Rossella Centola (Università degli Studi di Siena) e Chiara Rossi (Università degli studi di Padova).
premio cosimo piccinno Il premio alla solidarietà è andato al progetto “Un farmaco per tutti”, realizzato dall’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli in collaborazione con Federfarma Napoli e AO Santobono Pausilipon e promosso dal Cardinale Crescenzio Sepe.
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parliamone
in aiuto delle popolazioni terremotate Il senatore D’Ambrosio Lettieri con Enrica Bianchi, presidente della Fondazione Cannavò e dell’Associazione nazionale coordinamento volontari per la protezione civile.
cena di Gala
Quest’anno la cena di gala del venerdì sera si è tenuta in una sala dell’Unicredit Pavillon, in piazza Gae Aulenti, uno dei luoghi simbolo della rinascita milanese degli ultimi anni.
APPUNTAMENTO AL 2018 Il senatore Andrea Mandelli chiude la quarta edizione di FarmacistaPiù, in un convegno che, la domenica mattina, ha fatto il punto sul lavoro dei tavoli tematici Fofi, svoltisi nel corso della tre giorni milanese, sui temi di maggiore attualità per la professione.
Alla cena hanno presenziato, oltre agli organizzatori di questa quarta assise dei farmacisti italiani, i vertici della categoria e i rappresentanti delle aziende farmaceutiche che hanno partecipato, a vario titolo, alla manifestazione milanese.
| aprile 2017 17
incontri
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di Giuseppe Tandoi
residente
per passione
Annarosa Racca si prepara alle elezioni per il rinnovo delle cariche di Federfarma nazionale e rivendica i risultati della sua gestione. Passare la mano? No, se si pensa di avere ben amministrato
«Amo profondamente il mio lavoro, la professione e il sindacato che la rappresenta e questa passione non muore mai, anzi con il tempo aumenta. Sono orgogliosa di essere alla guida di Federfarma nazionale e penso di averla portata a livelli che prima non erano stati raggiunti. Ho sempre lavorato per la farmacia italiana, i titolari si aspettano risposte concrete, non chiacchiere, e io queste risposte penso di averle date». Fin dalla prima risposta Annarosa Racca, presidente in carica di Federfarma, parla chiaro: il bilancio dei suoi anni di “governo” della categoria è positivo, il sindacato dei titolari ha acquisito una autorevolezza che in precedenza non aveva, una capacità di dialogare con gli interlocutori, istituzionali e non, prima sconosciuta. Gli obiettivi mancati? Largamente superati dai risultati raggiunti, non tenuti nel dovuto conto da chi critica (per esempio eventuali cordate avversarie…): la normativa sui servizi, il rilancio di Credifarma, l’informatizzazione, il potenziamento degli strumenti di informazione. E se non dovesse essere rieletta? Avrebbe la coscienza a posto, la consapevolezza cioè di avere fatto il meglio per la farmacia italiana.
Dottoressa, ci parli dell’esperienza umana, al di là di quella professionale, ai vertici della categoria. 18
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L’esperienza umana è stata straordinaria, grazie al mio ruolo di presidente ho potuto confrontarmi con i titolari di tutta Italia e devo dire che nel suo complesso la categoria può vantare grandi professionisti e una grande dedizione al lavoro. La farmacia è un’impresa, a volte ce lo dimentichiamo, che implica notevoli responsabilità e oneri. Ma il mio dialogo non è stato esclusivamente con i colleghi ma con tutta la filiera del farmaco: industria, distribuzione intermedia, rappresentanze di categoria dei medici, società scientifiche e, non ultime, le associazioni dei consumatori, che prima ci criticavano aspramente mentre oggi conoscono meglio la nostra realtà. Naturalmente il dialogo pricipale è con governo, parlamento, Regioni, Aifa, Istituto superiore di sanità e tutte le istituzioni.
A questo proposito qualcuno le imputa l’appoggio esplicito, forse troppo, al ministro Lorenzin. Se ne pente? Assolutamente no. Ribadisco la stima verso Beatrice Lorenzin, un ottimo ministro che ha sempre difeso il sistema farmacia, la sua capillarità e le farmacie rurali, e non ha mai consentito tagli al settore. Del resto a volte mi hanno detto di essere troppo vicina alla destra, altre di simpatizzare per la sinistra: quello che per me conta è fare gli interessi della farmacia
incontri italiana. Per questo abbiamo collaborato con tutti i ministri, non solo della Salute ma anche dell’Economia, dello Sviluppo economico, degli Interni e delle Politiche regionali, e anche direttamente con Palazzo Chigi. E naturalmente con le amministrazioni regionali.
Da alcuni anni un sentimento di antipolitica si è diffuso nel Paese. La nostra classe politica è davvero così mediocre secondo lei, che la conosce da vicino? Non direi, ho conosciuto uomini politici di altissimo livello e di grande cultura, anche qualcuno non all’altezza ma nel complesso il giudizio è positivo.
Marco Cossolo, leader di Farmacia Futura, le imputa il mancato rinnovo della Convenzione e il mancato accordo sulla nuova remunerazione. Come replica? Programmazione territoriale, difesa del farmaco con ricetta, rilancio del ruolo della farmacia all’interno del Servizio sanitario nazionale. Questi sono i risultati ottenuti. Quanto all’accordo sulla nuova remunerazione siamo andati a un passo dalla firma quando c’era il ministro Balduzzi, ma il governo Monti alla fine si è opposto e, subito dopo, è caduto.
E la Convenzione? È molto difficile concludere trattative in presenza di una frammentazione di competenze così ampia come quella delle Regioni, con le quali occorre trovare un accordo in questi casi. Sono contenta che proprio in questi giorni si ricominci a parlare di rinnovo della Convenzione, come annunciato dall’assessore lombardo Massimo Garavaglia, a nome del Comitato di settore Regioni-Sanità.
Se fosse passato il referendum costituzionale, con la revisione in senso centralista delle competenze sanitarie, sarebbe stato più facile operare?
Probabilmente sì. Tornando al nostro impegno di questi anni, c’è soprattutto una cosa che non si deve assolutamente dimenticare.
Quale? La normativa sulla farmacia dei servizi è stata portata a compimento sotto la mia presidenza e si tratta di un risultato storico. In un periodo in cui eravamo percepiti come semplici commercianti, siamo riusciti a riaffermare il ruolo della farmacia come primo presidio sanitario sul territorio. E dimentica anche il nostro impegno a difesa della ruralità: il Sunifar in questi anni ha lavorato per tutelare la rete delle farmacie dislocate nei piccoli
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incontri
Due gravierrori rimprovero adalcuni titolari: la ’ pertura diparafarmacie el’esportazione parallela deifarmaci
centri, fondamentali per l’efficienza del sistema. E non dimentichiamo anche che grazie all’opera di sensibilizzazione svolta nei confronti delle istituzioni oggi le farmacie sono inserite nei Lea, nei piani regionali per le cronicità.
verità è stata una battaglia che ha visto tutta la filiera solidale.
Il Ddl Concorrenza è in dirittura d’arrivo: l’ingresso dei capitali nella proprietà della farmacia era davvero inevitabile?
Premetto che quando la categoria volle la presenza del farmacista in questi esercizi io non ero ancora alla presidenza mentre vedo tra coloro che mi criticano alcuni che allora avevano incarichi di vertice. Che fare ora? Arrivare a un sistema dove il farmacista lavora solo in farmacia e i farmaci da banco possano essere venduti anche fuori canale, in quelli che mi piace chiamare esercizi di vicinato. E qui mi duole ricordare che alcuni titolari hanno aperto parafarmacie per fare concorrenza a loro colleghi. Un grave errore, all’interno della categoria dovremmo essere tutti solidali.
L’opposizione ai capitali nelle farmacie io la faccio da tempi non sospetti, visto che operando in Federfarma Milano avevo modo di valutare l’attività di una multinazionale nella gestione delle comunali milanesi. E la battaglia l’ho portata io sul piano nazionale. Il Ddl Concorrenza alla fine è arrivato perché in linea con i criteri del libero mercato espressi dall’Unione europea. Noi abbiamo cercato di limitare l’ingresso di questi capitali nella proprietà; sono sempre stata paladina di una farmacia libera e indipendente, per questo io e il mio gruppo ci siamo sempre battuti.
E la fascia C? Quella sì che è stata ed è tuttora la battaglia della vita, non è ammissibile che un farmaco soggetto a ricetta venga venduto anche fuori dal canale farmacia, non succede in nessun Paese. Per la
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Parafarmacie e corner: è favorevole a provvedimenti che eliminino la presenza obbligatoria del farmacista?
Allora una pecca i titolari ce l’hanno, non sono immuni da colpe. Non tutti per fortuna ma alcuni sì, compresi quelli che praticano l’esportazione parallela, una prassi che io reputo intollerabile.
Nel 2008, all’indomani della sua prima elezione, in un’intervista a Punto Effe
lei affermava che sarebbe stato difficile applicare il modello lombardo a livello nazionale. È stato davvero così? Ho cercato di assicurare un elevato standard di efficienza a livello nazionale. Abbiamo puntato sull’innovazione, con Promofarma, sull’organizzazione, e tenuto ritmi di lavoro serrati.
Quali sono le sue priorità nel caso fosse rieletta? Ho una visione del sindacato molto concreta, ai colleghi non bisogna proporsi con un libro dei sogni. Il programma che vorrei portare avanti comprende dieci punti.
Ce ne parla? Per prima cosa una nuova governance del farmaco e una revisione dei modelli distributivi: eliminare la distribuzione diretta, che è la vera piaga del nostro sistema. Non ha costi certi, varia da zona a zona. Il tavolo della farmaceutica appena aperto sta lavorando in questo senso. Poi la completa attuazione della farmacia dei servizi, da considerare nell’ambito del rinnovo della Convenzione. E ancora, tutelare e valorizzare le farmacie rurali, e in questo senso l’emendamento passato in questi giorni è molto importante, come l’accordo che abbiamo fatto con Anci e Anpci.
Occorre poi rafforzare la rete delle farmacie indipendenti. Vanno bene i network purché siano davvero indipendenti e non tutti quelli che vedo lo sono. Un’altra questione da affrontare è la revisione dell’assetto attuale di parafarmacie e corner, come anche quella dell’esportazione parallela. Bisogna poi lavorare sulla comunicazione, abbiamo fatto molti passi avanti ma non è ancora abbastanza. E intensificare il dialogo con tutte le componenti della filiera del farmaco.
Che altro? Occuparci del rapporto con i nostri collaboratori di farmacia.
Infine? Creare un nuovo welfare per i titolari di farmacia.
Ovvero rivedere il sistema previdenziale. Proprio così, non si può andare in pensione dopo tanti anni di lavoro con 400 euro al mese.
Come intervenire? Come Federfarma abbiamo già dato dei buoni consigli all’Enpaf.
Ascoltati? A volte sì a volte no… Inoltre, una priorità è la riorganizzazione della partecipazione alla vita sindacale.
Con un un nuovo statuto?
dei titolari di farmacia? Associazioni provinciali, regionali, più organismi nazionali... Non credo che sia così, l’attività sindacale a livello locale e il dibattito interno alla categoria sono importanti. Sento che alcune associazioni provinciali si vogliono accorpare e questa può essere un’opzione, per unire le forze; lo abbiamo già fatto in Lombardia unendo le associazioni di Milano, Lodi e Monza-Brianza. Al di là di questo, l’Italia è fatta di realtà molto diversificate e tutte concorrono a rafforzare il sindacato nazionale.
In che ambiti dovrebbe essere rivisto l’attuale statuto? Uno dei punti salienti è decidere se le società di capitali dovranno essere rappresentate in Federfarma, un altro è quello sulla necessità o meno di ritornare al passato, quando nel Consiglio di presidenza erano rappresentate tutte le Regioni.
E il limite dei mandati, sul quale polemizzano i suoi avversari? Lei, se rieletta, sarebbe al quarto.
programma di obiettivi concreti, come quelli accennati in precedenza. Detto questo, mi auguro che nel nuovo Consiglio di presidenza continuino a esserci persone di grande esperienza, uomini e donne.
incontri
E questi sono i primi tre punti.
Anche dell’opposizione? Perché no, esperienza e innovazione è la giusta ricetta. E così, gradualmente, avviene anche il ricambio del gruppo dirigente.
È possibile che, nel caso fosse rieletta, decida di non portare a termine tutti e tre gli anni del mandato? Solitamente i mandati si portano a termine, ma questo lo decide la storia. Se un presidente è bravo, bisogna tenerlo. O no?
Come chiudiamo, presidente? Credo di aver dato, in questi anni, risposte adeguate alla categoria e vorrei proseguire su questa strada. Ma la cosa più importante è che da queste elezioni esca una squadra di governo coesa.
Voglio soltanto ricordare che il limite dei mandati è stato introdotto nel 2010 sotto la mia presidenza, prima non c’era: io sarò la prima a rispettarlo. Aggiungo, per inciso, che Federfarma Milano è una delle poche associazioni provinciali a prevedere un limite dei mandati.
Esatto.
Cossolo a questo proposito ha definito ingenuo il tentativo di cambiarlo prima delle elezioni di Federfarma. Non lo avremmo mai fatto prima delle elezioni, si trattava soltanto di aprire una discussione in vista dell’approvazione del Ddl Concorrenza. Cambiare uno statuto richiede molto tempo.
Non c’è un eccesso di rappresentatività in Federfarma, in rapporto al numero complessivo
Statuto a parte, a chi le dice che dopo tre mandati bisognerebbe passare la mano, per fare spazio a una nuova classe dirigente, cosa risponde? Un presidente non fa quello che vuole ma quello che gli chiedono le province, le regioni. È un incarico di responsabilità, che comporta anche una vita di sacrificio. Il lavoro fatto in questi anni ha sicuramente avviato un processo di rilancio della categoria, sotto molti aspetti, e ci sono tutti i presupposti perché questo cammino prosegua, secondo un
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farmacia clinca
I
di Stefania Cifani
struzioni
per l’uso Probiotici, un quadro complesso che il farmacista dovrebbe conoscere: un protocollo curato da Sifac
Integratori alimentari, dispositivi medici, per alcuni ceppi, in ambiti diversi quali: alfarmaci: i prodotti contenenti probiotici solergie, dermatiti, disturbi genito-urinari, no tutto questo. Una materia in merito alla ipercolesterolemia. «In un contesto dove il quale le informazioni per il consumatore sistema a notifica facilita l’immissione di sono spesso confuse, ma che risulta comuna enorme quantità prodotti talvolta a plessa anche per il farmacista, dispensatoscapito della qualità», afferma Corrado re in un canale privilegiato nell’ambito di Giua (foto a pag. 23), presidente della Sifac, un mercato in espansione. «al farmacista, nel ruolo di professionista Come scegliere l’assortimento di farmadella salute sul territorio, spetta il compito cia? Come valutare la qualità dei prodotti e di distinguere ciò che possiede una vera orientare il consiglio al pubblico? Questi valenza scientifica dai prodotti commerciasono alcuni dei temi tratli. Manca inoltre uno strutati durante uno degli inmento che suggerisca un L’85 per contri di FarmacistaPiù cento di un approccio standard con2017, appena conclusosi a forme a dati clinici validacampione di Milano. Il dibattito è stato ti e alla normativa di farmacisti l’occasione per presentare riferimento». Prima della il Protocollo sui criteri di stesura, una indagine afferma di selezione e sul consiglio consigliarli condotta dai ricercatori razionale dei probiotici in Sifac su un campione etepiù volte farmacia, documento prorogeneo di 250 farmacisti al giorno dotto dalla Società italiaha fornito un quadro sulla na di farmacia clinica gestione dei probiotici. (Sifac) con l’obiettivo di definire le criticità L’85 per cento dei farmacisti afferma di dei prodotti contenti probiotici, fornire gli consigliarli più volte al giorno, a conferma strumenti per riconoscerne la qualità sulla del fatto che la farmacia rappresenta il cabase dei requisiti che il prodotto dovrebbe nale di vendita privilegiato. Per quanto rigarantire e delineare un approccio razionaguarda le informazioni in possesso del le per il consiglio in farmacia. farmacista, queste derivano soprattutto L’impiego dei probiotici è ormai infatti dodalla scheda tecnica e dalla curiosità percumentato non solo per le diarree o nella sonale. «Ma il farmacista deve anche saper disbiosi da terapia antibiotica; esistono inselezionare i prodotti da tenere in casa», fatti evidenze a favore di un ruolo positivo, precisa Giua. «Sono rilevanti in questo sen-
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so la tecnologia del processo produttivo che determina la stabilità del prodotto, la preservazione della vitalità dei microorganismi e la valutazione dei ceppi presenti nella formulazione. La formulazione finale deve infine essere supportata dall’evidenza proveniente da studi clinici autorevoli che possano garantirne l’efficacia per il tipo di esigenze per cui il prodotto si propone. A volte questi dati non sono presenti in etichetta, il farmacista è tenuto quindi a chiedere informazioni a sostegno di questi parametri al produttore. L’assortimento selezionato con questo filtro qualitativo sarà in grado di garantire efficacia e qualità al paziente».
LE CARATTERISTICHE Il documento presentato si riferisce in prevalenza agli integratori alimentari, la categoria a base di probiotici maggiormente rappresentata in farmacia, per i quali l’etichetta rappresenta la carta di identità. Qui devono essere riportate informazioni su genere, specie e ceppo del microorganismo presente nel prodotto, numero minimo di cellule vitali per ogni ceppo al termine della durata di conservazione, indicazioni e dosi d’uso, modalità di conservazione, contatti con il produttore. Sicurezza, funzionalità e stabilità sono le caratteristiche che riassumono i criteri di valutazione e selezione dei microorganismi probiotici.
farmacia clinica I test di antibiotico-resistenza, patogenicità e induzione di reazioni immunologiche attestano la sicurezza del prodotto. Le specie microbiche considerate sicure per uso alimentare sono vagliate da Efsa, che si occupa anche di aggiornare un apposito elenco attraverso il monitoraggio delle evidenze scientifiche. La funzionalità riguarda la proprietà di svolgere un’attività benefica per la salute dell’uomo. I prodotti sono quindi differenziati sulla base dei microorganismi contenuti, ma è importante che oltre a essere vivi, condizione necessaria ma non sufficiente, siano metabolicamente attivi e in grado di raggiungere il sito target in quantità sufficienti durante il transito gastrointestinale. Una concentrazione adeguata a permettere la temporanea colonizzazione dell’intestino è pari a 109 cellule vive per ceppo, da assumere quotidianamente. Un prodotto a base di probiotici deve essere infine stabile: deve cioè mantenere le proprie caratteristiche fino alla scadenza. Il produttore è quindi responsabile della determinazione della shelf-life in funzione delle caratteristiche della forma di presentazione dell’integratore. La stabilità dipende anche dagli eccipienti e dal tipo confezione: il packaging ideale dovrebbe proteggere da umidità e ossigeno. Alluminio e vetro sono materiali particolarmente idonei.
IL CONSIGLIO QUALIFICATO «L’obiettivo», sottolinea Giua, «è quello di armonizzare e standardizzare l’approccio del farmacista al paziente attraverso la fornitura di protocolli ad hoc per la pratica professionale, come avviene per altre figure sanitarie. Questo consente un approccio omogeneo e razionale, cioè basato sulle evidenze cliniche e sulle linee guida internazionali e nazionali, in modo che l’epicentro della professione del farmacista sia il paziente e non più il farmaco». L’operato del farmacista può essere ricondotto a tre ambiti. Come supporto al paziente nell’ottimizzazione della terapia prescritta dal medico (pharmaceutical care), in ambito di prevenzione ed educazione sanitaria (health care) e infine nella gestione dei disturbi minori frequentemente esposti in farmacia (pharmacy practice). Su quest’ultimo aspetto è incentrato il volume Inquadramento clinico e gestione dei disturbi minori in farmacia, di cui Giua è coautore, che uscirà a giugno per Edra. «In questo libro», spiega Giua, «abbiamo elaborato un modello di approccio al paziente che si avvale di flow chart di inquadramento clinico e di protocolli terapeutici costruiti su misura per il farmacista. Per l’elaborazione di tali strumenti vengono infatti analizzate le più autorevoli e recenti linee guida internazionali, selezionate le parti in cui il farmacista ha un ruolo di per-
glossario Probiotici: microorganismi vivi e vitali che conferiscono benefici alla salute dell’ospite quando consumati in adeguate quantità come parte di un alimento o integratore. Prebiotici: costituente degli alimenti non vitale che conferisce un beneficio alla salute mediante una modulazione del microbiota.
tinenza, e dal confronto tra tutte vengono costruiti i documenti di gestione della problematica ad uso del farmacista. Il modello è articolato in tre fasi, logiche e sequenziali. In un primo tempo il farmacista esegue una serie di valutazioni preliminari (fase 1) volte a intercettare la presenza di eventuali segnali di allarme (Red flag) da indirizzare, se presenti, all’attenzione del medico. Una volta invece escluse le Red flag, avviene la presa in carico del paziente, attraverso un inquadramento clinico specifico (fase 2). Definito il problema, si imposta l’approccio terapeutico (fase 3) che prevede il consiglio di farmaci, secondo le indicazioni delle linee guida, e un intervento educazionale volto a fornire al paziente informazioni su come modificare il proprio stile di vita al fine di ottimizzare la strategia terapeutica e prevenire eventuali recidive».
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mercato
N
di Viki Nellas, New Line Ricerche di Mercato
umeri
positivi
Seconda parte del consuntivo 2016, incentrata sull’extrafarmaco
Continuiamo l’analisi dei risultati della farmacia riferiti al consuntivo 2016 approfondendo l’area dell’extrafarmaco, che ha mostrato dati certamente più incoraggianti rispetto a quanto visto nell’area del farmaco: il fatturato ha raggiunto 7,91 miliardi, con una crescita del 2,0 per cento e una quota sul totale del 31,1 per cento, mentre il dato a volumi è rimasto stabile (+0,4).
I RISULTATI GENERALI Il grafico 1 mostra i valori dei principali comparti: il primo per fatturato è quello degli integratori, 2,29 miliardi di euro in crescita costante anche nel 2016 (+5,6 per cento a valore e +4,7 a volumi). Abbiamo volutamente escluso da quest’area i prodotti a base naturale, per includerli nella fitoterapia, a cui corrisponde una caratteristica specifica in
Grafico 1 principalicompartidell’extrafarmaco Milioni € 2.500
2.292
2.000
+5,8
+13,4
+7,0 -0,1
1.500 1.000
-0,3
-4,3
880 535
500 0
+7,7
2.023
-2,2 403
integratori dermocosmesi e igiene
sanitari
dispositivi protezione apparati
322
alimentazione veterinaria e dietetici fatturato 2016
26
aprile 2017 |
294
243
fitoterapia
omeopatia
trend 2016 (percentuale)
mercato termini di domanda e di bisogno di consumo. Il valore così isolato permette di identificare un segmento ben preciso, che vale nell’anno 294 milioni di euro, in crescita del 7,0 per cento a valore e del 4,7 a volumi. Il secondo comparto per dimensioni è quello della dermocosmetica, che, includendo sia i prodotti per l’igiene sia quelli utilizzati per i problemi cutanei, raggiunge un fatturato di 2,02 miliardi, sostanzialmente stabile a valore e in lieve calo a volumi (rispettivamente -0,3 e -1,4 per cento). Il terzo comparto è quello dei sanitari: 880 milioni di euro con trend stabili a valore (-0,1 per cento) e lievemente in calo a volumi (-1,0 per cento). Da questo risultato abbiamo escluso la protesica in con-
Tabella 1 cumulato2016 -aziende fatturato 2016 (Mio €)
∆%
quota %
2.292
+5,8
100,0
PFIZER
91,9
-11,6
4,0
MEDA PHARMA
68,5
-5,7
3,0
SOFAR
61,3
+1,5
2,7
UNIFARCO
51,3
+20,9
2,2
MONTEFARMACO
48,8
-1,6
2,1
NAMED
47,2
+5,1
2,1
BIOFUTURA PHARMA
40,1
+5,3
1,8
SHEDIR PHARMA
39,5
+5,2
1,7
LABOREST
38,9
+9,6
1,7
BAYER
35,6
+40,7
1,6
INTEGRATORI
| aprile 2017 27
dicembre2016
mercato
Tabella 2 cumulato2016-prodotti fatturato 2016 (Mio €)
∆%
quota %
fatturato 2016 (Mio €)
∆%
2.292
+5,8
100,0
198
+10,6
ARMOLIPID PLUS 20CPR
26,7
-11,8
1,2
1,8
-29,3
ENTEROLACTIS PLUS 20CPS
21,0
+6,4
0,9
2,1
+16,0
SIDERAL FORTE 20CPS
17,4
+18,6
0,8
1,5
+15,7
REUFLOR GOCCE 5ML
13,8
-10,6
0,6
1,5
-4,7
LACTOFLORENE PLUS 12FL
13,3
-11,9
0,6
0,9
-37,0
ENTEROLACTIS 12FL 10ML
13,0
+8,2
0,6
1,5
+37,5
BETOTAL 40CPR PROMO
10,8
+8,7
0,5
1,1
+29,1
PROSTAMOL 30CPS
9,4
+75,3
0,4
0,8
+12,4
DICOFLOR GOCCE 5ML
9,1
-5,5
0,4
1,1
+10,4
SUSTENIUM PLUS INT FORM 22BUST
8,4
-9,6
0,4
0,4
+20,9
INTEGRATORI
Tabella 3 cumulato2016-aziende
Tra gli integratori a prevalere s ono i probiotici e i ricostituenti
venzione, rilevante anch’essa in termini di valore (parliamo di 898 milioni di euro, in calo del 5,6 per cento) perché le logiche di dispensazione sono evidentemente molto lontane da quelle commerciali dell’area che stiamo analizzando. Il quarto comparto, che sta confermando trend molto positivi negli ultimi anni, è quello dei dispositivi per la protezione degli apparati, in cui abbiamo incluso tutti i prodotti registrati come dispositivi medici, a eccezione di quelli per uso sistemico in dose e forma di medicamento, che vengono inclusi invece negli integratori. In questo comparto sono inclusi prodotti come colliri, gocce oculari ed auricolari, siringhe intrarticolari, che portano ad un valore complessivo di 534 milioni di euro, in crescita del 13,4 per cento a valore e del 11,3 a volumi, soprattutto grazie al contributo delle numerose referenze nuove costantemente iniettate in questo mercato. Seguono i prodotti alimentari e dietetici,
28
aprile 2017 |
fatturato 2016 (Mio €)
∆%
quota %
TOTALE FITOTERAPIA
294,1
+7,0
100,0
ABOCA
128,1
+11,5
43,5
ESI
34,4
+3,3
11,7
PLANTA MEDICA
21,4
+7,4
7,3
SPECCHIASOL
21,2
-2,3
7,2
LABORATOIRES BOIRON
11,5
-4,1
3,9
che nel complesso sviluppano un fatturato di 403 milioni di euro, in flessione (-2,2 per cento a valore e -4,0 a volumi). Risultato in gran parte condizionato dagli alimenti per la prima infanzia (111 milioni di euro, in calo del 7,2 per cento a valore e del 7,4 a volumi). Per concludere la Veterinaria, con un’interessante conferma, 322 milioni di euro e un trend ancora molto positivo (+7,7 per cento a valore) e l’omeopatia, 433 milioni di euro, in calo del 4,3 per cento.
IL DETTAGLIO DEI COMPARTI Passiamo ora all’analisi più dettagliata delle performance dei diversi comparti, a partire dai risultati più significativi. Nell’ambito degli integratori, che, lo ricordiamo, qui abbiamo definito escludendo le referenze con claim naturale o fitoterapico, le aziende presenti nelle prime dieci posizioni della graduatoria per fatturato (tabella 1) mostrano risultati piuttosto di-
somogenei. In questo quadro si distinguono per risultati molto positivi Unifarco e Bayer, grazie all’arricchimento del listino integratori con numerose referenze nuove. La graduatoria dei primi dieci prodotti mostra la presenza preponderante di probiotici e ricostituenti, con trend particolarmente positivi a dicembre in corrispondenza del picco influenzale, come mostra la tabella 2. Complementare al mercato degli integratori, la fitoterapia contribuisce in modo significativo all’offerta di autocura e terapie non convenzionali, sia dal punto di vista della prevenzione sia della ricerca, in costante aumento, di soluzioni naturali soprattutto per l’area pediatrica. La tabella 3 mostra la graduatoria per fatturato delle aziende, dove le prime cinque coprono il 73 per cento dell’intero mercato, con trend positivi per Aboca, Esi e Planta Medica. La tabella 4 mostra invece la graduatoria dei primi quindici prodotti, quasi tutti in
Tabella 4 cumulato2016-prodotti fatturato 2016 (Mio €)
∆%
294,1
+7,0
100,0
29,5
+16,3
GRINTUSS PEDIATRIC SCIR 180G
18,9
+276,7
6,4
3,1
+57,4
GRINTUSS AD SCIR POLIR 180G
12,0
+338,6
4,1
2,3
+105,7
LIBRAMED FITOMAGRA 138CPR
7,3
-1,9
2,5
0,4
-17,6
EMATONIL PLUS EMULSIONE GEL 50
6,7
+1,3
2,3
0,5
-3,1
SOLLIEVO BIO 90TAV
5,3
+0,2
1,8
0,5
-2,2
NEOBIANACID 45CPR MASTICABILI
4,9
+26,5
1,7
0,5
+21,4
MELILAX PEDIATRIC 6MICROCLISMI
4,6
+20,5
1,5
0,4
+19,7
FLORA INTESTINALE 10BUST OROS
4,2
+23,8
1,4
0,4
+31,5
LE DIECI ERBE 100TAV 40G
4,2
-5,7
1,4
0,3
-7,8
PROPOL2 EMF SPR FT 30ML
3,3
-10,8
1,1
0,4
-12,6
MELILAX ADULTI 6MICROCLISMI
3,1
+17,7
1,0
0,3
+20,6
LYNFASE FITOMAGRA 12FL 15G
3,0
+9,9
1,0
0,1
+10,6
NORMOLIP 5 60CPS OFS
2,9
+41,9
1,0
0,3
+33,0
RINOSOL 2ACT SPRAY NASALE 15ML
2,8
+19,8
1,0
0,4
+19,8
NATURA MIX SOSTEGNO CON 10F15G
2,7
+23,9
0,9
0,2
+46,3
FITOTERAPIA
forte crescita, sia sull’anno sia sul mese di dicembre che, come abbiamo visto per gli Integratori, ha visto esplodere la richiesta di prodotti legati al picco influenzale. Molto interessanti, inoltre, le performance delle referenze destinate all’area gastrointestinale, a sottolineare
quota % fatturato 2016 (Mio €)
come la componente di automedicazione sia molto forte in questo segmento: un chiaro segnale della domanda a cui la farmacia può rispondere bene se investe nella specializzazione e nel progetto di un’offerta qualitativamente molto alta e riconoscibile.
Tabella 5 cumulato2016-aziende fatturato 2016 (Mio €)
∆%
quota %
2.023,3
-0,3
100,0
VICHY
100,2
-4,6
5,0
IST.GANASSINI
95,0
+8,0
4,7
I.C.I.M. (BIONIKE)
94,0
-2,0
4,6
PROCTER & GAMBLE
91,3
-0,5
4,5
UNIFARCO
90,8
+10,5
4,5
AVENE
81,5
-3,3
4,0
MEDA PHARMA
74,3
-4,7
3,7
ALES GROUPE
71,5
-2,9
3,5
LA ROCHE POSAY
67,1
+5,1
3,3
JOHNSON & JOHNSON
48,9
-3,5
2,4
DERMOCOSMESI E IGIENE
∆%
mercato
dicembre2016
Nell’area dermocosmesi e igiene le prime dieci aziende per fatturato (tabella 5) coprono il 40 per cento di un mercato che in realtà è molto polverizzato: il restante 60 per cento è raggiunto con il contributo di altre 2.600 aziende con almeno un pezzo venduto nell’anno. Le performance migliori nella graduatoria delle prime dieci sono quelle di Istituto Ganassini, ancora Unifarco e La Roche Posay. All’interno di questa area (tabella 6) anche i singoli segmenti mostrano risultati in linea di massima stabili nell’anno, positivi i trattamenti viso, primi per fatturato con una quota del 20,3 per cento sull’intero mercato, (+1,9 a valore e +1,4 a volumi), i solari, sostenuti da una coda lunga dell’estate (+1,0 per cento a valore e -0,1 a volumi) e l’igiene intima (+1,0 per cento a valore e +0,1 a volumi). Un altro comparto che vale la pena di approfondire è quello dei dispositivi per la protezione degli apparati, interessante sia per le dimensioni sia per i trend, come abbiamo visto nei dati generali. La tabella 7 mostra la graduatoria per fatturato delle prime dieci aziende, che
| aprile 2017 29
mercato
Tabella 6 cumulato2016-prodotti fatturato 2016 (Mio €)
∆%
quota %
2.023,3
-0,3
100,0
TRATTAMENTI VISO
411,1
+1,9
20,3
CORPO
357,9
+0,7
17,7
IGIENE ORALE
294,9
+0,4
14,6
CAPELLI
182,5
-1,6
9,0
SOLARI
132,0
+1,0
6,5
IGIENE INTIMA
127,5
+1,0
6,3
TRUCCO
108,1
+0,8
5,3
PULIZIA VISO
62,0
-0,9
3,1
ALTRO
347,4
-4,5
17,2
DERMOCOSMESI E IGIENE
Tabella 7 cumulato2016 -aziende fatturato 2016 (Mio €)
∆%
quota %
534,9
+13,4
100,0
SOOFT ITALIA
24,7
+3,7
4,6
IST.GANASSINI
18,4
-0,3
3,4
ALLERGAN
18,3
-5,1
3,4
FIDIA FARMACEUTICI
18,2
+1,8
3,4
NOVARTIS-GLAXOSMITHKLINE
17,2
+8,0
3,2
ALCON ITALIA
17,1
-1,5
3,2
LABORATOIRES THEA
15,1
+16,2
2,8
SIFI
14,3
+8,7
2,7
CHEFARO PHARMA
14,0
-3,6
2,6
COSWELL
12,5
+1,2
2,3
PROTEZIONE APPARATI
Tabella 8 cumulato2016-prodotti fatturato 2016
∆%
quota %
534,9
+13,4
100,0
THEALOZ DUO SOL OCULARE 10ML
8,4
+65,2
1,6
HYALUBRIX SIR 30MG 2ML 3PZ
7,2
-10,1
1,3
ACQUA SIRMIONE MIN NAT 15ML 6F
6,7
-11,1
1,2
OPTIVE FUSION 10ML
6,5
-0,9
1,2
IRIDIUM GARZA OCULARE MED 20PZ
5,6
+8,9
1,0
SYSTANE ULTRA GTT OCULARI 10ML
5,4
-18,6
1,0
EUMILL GOCCE OCULARI 10FL0,5ML
5,3
+4,1
1,0
COMPEED HERPES PATCH 15PZ
4,7
+0,4
0,9
OPTIVE SOL OFT OCCHI 10ML
4,4
-18,0
0,8
HYALISTIL BIO 0,2% 10ML
4,3
+17,3
0,8
(Mio €)
PROTEZIONE APPARATI
30
aprile 2017 |
coprono il 31,7 per cento dell’intero mercato. Qui si distinguono per risultati molto buoni Novartis-GlaxoSmithKline (17,2 Milioni di euro, + 8,0 per cento a valore e +8,6 a volumi), Laboratoires Thea (15,1 milioni di euro, + 16,2 per cento a valore e +10,4 a volumi) e Sifi (14,2 milioni di euro, + 8,7 per cento a valore e stabile a volumi). Risultati positivi anche per Fidia Farmaceutici e Coswell. La tabella 8 mostra le prime dieci referenze per fatturato, tra cui prevalgono quelle per uso oftalmico anche di recente introduzione e le formulazioni a base di acido ialuronico, principalmente per uso intrarticolare. Questa veloce panoramica sul mercato della farmacia italiana sta confermando come anche l’area dell’extrafarmaco sia sempre più vicina all’area della cura e della salute, dove guida necessariamente l’approccio professionale prima che quello commerciale. Si tratta di un segnale nitido che sottolinea ancora una volta l’importanza della farmacia sul territorio e che, secondo noi, dovrebbe essere tenuta in considerazione nello studio del posizionamento e dell’offerta.
Elaborazioni e dati a cura di New Line Ricerche di Mercato I dati riportati nell’articolo si riferiscono alle vendite rilevate su un campione d i olt re 5.40 0 fa r macie, statisticamente rappresentativo del mercato italiano. I valori nelle tabelle e nei grafici indicano le vendite a totale Italia. La suddivisione nelle principali categorie del farmaco e del parafarmaco è realizzata a partire dalla Banca Dati Federfarma e perfezionata attraverso uno studio continuo mirato alla costruzione di mercati omogenei per area terapeutica e per bisogni di consumo.
mercato filiale@farbanca.it | aprile 2017 31
farmacologia
I
di Carla Carnovale, Servizio di Farmacovigilanza, Uo Farmacologia Clinica, Ospedale Sacco-Polo universitario, Asst Fatebenefratelli-Sacco, Milano
l fattore
età
Un panorama delle criticità nell’approccio farmacologico in geriatria
L’uso dei farmaci costituisce una prerogativa imprescindibile quando ci si prende cura di pazienti anziani. Ciò nonostante, l’approccio farmacologico in geriatria è associato a una serie di criticità che rendono particolarmente difficile la gestione di questa specifica fascia della popolazione nella quotidiana pratica clinica. Il considerevole aumento dell’aspettativa di vita, accompagnato da un incremento dell’incidenza di patologie cronico-degenerative e la disponibilità sempre crescente di nuove molecole sul mercato hanno inoltre ampliato il numero di persone affette da patologie croniche multiple e trattate con regimi polifarmacologici complessi. Tali fattori rappresentano elementi chiave che incidono considerevolmente sul consumo dei farmaci e che metteranno a dura prova il sistema sanitario, in termini di salute pubblica ed economici. Ottimizzare il trattamento in presenza di condizioni di comorbidità può essere un compito estremamente complicato, soprattutto in geriatria, in quanto tutti gli elementi sui quali solitamente si basano le decisioni terapeutiche (per esempio evidenze scientifiche, indicazioni provenienti dalle linee guida, benefici attesi, rischi previsti) in questa specifica fascia della popolazione possiedono un’utilità molto limitata. I pazienti anziani con
32
aprile 2017 |
pluripatologie sono spesso esclusi dai trial clinici randomizzati (Rct) e, di conseguenza, le evidenze provenienti da questi studi non possono essere generalizzabili a questa fascia della popolazione. Nonostante le numerose iniziative mirate a incrementare l’inclusione dei pazienti anziani negli Rct, questo problema, ancora lontano dall’essere risolto, si riflette inevitabilmente sulla generalizzabilità ai pazienti anziani delle linee guida di pratica clinica, che sono basate proprio sull’evidenza proveniente dagli Rct e dalle metanalisi. Le informazioni sulla sicurezza dei farmaci geriatrici rilevabili tramite i pochi Rct che includono pazienti anziani sono comunque scarse in quanto gli studi non sono progettati per avere una sufficiente potenza nel rilevare il rischio di reazioni avverse (Adr). Di conseguenza, solo i dati provenienti da studi osservazionali, dall’attività di sorveglianza post-marketing, e la presenza di strumenti messi a disposizione dalle agenzie regolatorie e società scientifiche (box a pag. 30) possono essere d’aiuto nella gestione del paziente anziano nella pratica clinica.
ènoto datempo cheglianziani possono mostrare alterazioni nellarisposta aifarmaci
farmacologia
utilizzate in pratica medica, fondate sulle evidenze scientifiche emerse da trial clinici e meta-analisi, non sono applicabili ai pazienti geriatrici, con conseguente approccio farmacologico off label. Tale tendenza può talvolta determinare un aumentato rischio di insorgenza di Adr inattese, che nel paziente anziano sono quasi sempre clinicamente rilevanti. Negli Stati Uniti, nel 2001, sono state circa 150 milioni le prescrizioni off label registrate. La maggior parte di queste (73 per cento) non era supportata da serie evidenze scientifiche. Questa percentuale in Italia è minore, ma comunque considerevole; la tendenza è diffusa sia in ambito ospedaliero sia ambulatoriale, dove le prescrizioni off label raggiungono il 37 per cento.
EFFETTI TOSSICI DEI FARMACI
LA SPERIMENTAZIONE DEI FARMACI La scarsa rappresentazione della fascia geriatrica negli studi clinici denuncia una palese contraddizione con le evidenze sopra discusse, tra cui l’età media della popolazione, che si è innalzata notevolmente e che include tra i pazienti più bisognosi di terapie proprio gli anziani affetti da polipatologie, con una conseguente richiesta di qualità della vita. Tra i motivi per cui la sperimentazione clinica in geriatria non sarebbe necessaria, la vasta eterogeneità dei soggetti anziani (così elevata da com-
promettere la generalizzabilità dei risultati), l’incapacità dei Rtc di fornire le risposte ai problemi clinici che il geriatra incontra e l’oggettiva difficoltà che gli anziani fragili incontrerebbero nel partecipare agli studi, rappresentano le ragioni più spesso tirate in causa. Tuttavia è noto da tempo che gli anziani possano mostrare alterazioni nella risposta ai farmaci, rispetto ai soggetti più giovani; nonostante ciò, i trial clinici non includono quasi mai pazienti over 60/65 anni, anche per quei farmaci destinati alle patologie tipiche dell’invecchiamento. Ne deriva che le linee guida
Circa il 50 per cento delle morti legate all’uso di farmaci avvengono in soggetti over 60. La frequenza delle Adr è risultata più del doppio negli over 65 rispetto ai soggetti di media età. Negli Usa il 17 per cento dei ricoveri ospedalieri negli anziani è causato da Adr; e ancora, la frequenza di successivo ricovero a causa di complicanze iatrogene è sette volte maggiore negli anziani rispetto ai giovani. Il rischio maggiore di danno da trattamento medico può derivare da fattori endogeni responsabili del decadimento legato all’età (che influenza il profilo farmacocinetico e farmacodinamico) e da fattori esogeni legati alle terapie farmacologiche. L’invecchiamento può infatti alterare i processi di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione con conseguente ridotto tempo di svuotamento gastrico, riduzione del metabolismo di primo passaggio epatico e rallentamento nell’attivazione di primo passaggio di alcuni pro-farmaci, alterata eliminazione dei farmaci ad alta clearance epatica e riduzione della funzionalità renale della filtrazione glomerulare. Pa-
| aprile 2017 33
farmacologia
Strumenti utili per la gestione farmacologica dell’anziano Esistono diversi strumenti finalizzati ad identificare i farmaci potenzialmente inappropriati; tra questi i Criteri di Beers negli Stati Uniti (recentemente aggiornati dalla Società americana di geriatria - Ags) e i criteri Stop/Start in Irlanda e Regno Unito contestualmente ad altre scale (Scala di Naranjo, Drug Burden Inventory, Falls Risk Increasing Drugs, scale per il rischio da farmaci anticolinergici) costituiscono validi approcci per una migliore gestione terapeutica in geriatria. Dopo aver costatato che il numero di per-
sone con tre o più patologie croniche a lungo termine è stimato in salita da 1,9 milioni nel 2008 a 2,9 milioni nel 2018, con costi medi socio-sanitari intorno alle 7.700 sterline a persona, nel marzo 2016, il National institute for health and care excellence (Nice) ha pubblicato le linee guida per l’ottimizzazione del trattamento delle multimorbilità. Tra le raccomandazioni del documento Multimorbidity: assessment, prioritisation and management of care for people with commonly occurring multimorbidity, l’in-
terruzione di qualsiasi trattamento ritenuto di beneficio limitato, l’identificazione di farmaci a più alto rischio di effetti collaterali indesiderati, l’eventuale opzione di terapie alternative non farmacologiche con l’intento ultimo di prescrivere, sostanzialmente, meno farmaci possibile, rappresentano i capisaldi su cui puntare per tutelare la salute del paziente anziano.
rallelamente, l’età avanzata comporta una perdita di unità funzionali (per esempio nefroni, neuroni, alveoli) capaci di esplicare attività fisiologiche specifiche che sono caratteristiche dell’organo di cui fanno parte. Tutte queste alterazioni possono contribuire a modificare sensibilmente la risposta individuale a una dose di farmaco.
Quasi un terzo della popolazione anziana è in terapia cronica con quattro o più farmaci. La questione è inoltre complicata dalla presenza di condizioni croniche multiple che richiedono necessariamente trattamenti a lungo termine con regimi farmacologici molto complessi. La pre-esistenza inoltre di malattie epatiche, l’induzione/inibizione enzimatica, le varianti genetiche, contribuiscono sensibilmente all’alta prevalenza di interazioni farmacologiche nei soggetti di quest’età. I pazienti con patologie croniche che necessitano di politerapie prolungate nel tempo, con insufficienza epatica o renale, rappresentano infatti alcune delle categorie più a rischio di interazioni. In questi casi particolari va posta attenzione anche all’automedicazione, poiché farmaci di uso comune come lassativi, analgesici, antiacidi possono causare interazioni anche gravi con le terapie di base. Maggiore è il numero di farmaci assunti dal paziente, più alta sarà la probabilità di una interazione farmacologia clinicamente rilevante. Statisticamente, il 13 per cento dei pazienti che assume insieme due farmaci diversi sviluppano una interazione farmacologica. L’incidenza raggiunge il 40 per cento quando i far-
maci assunti sono cinque e supera l’80 per cento in caso di assunzione di sette o più molecole diverse. L’identificazione, il trattamento e la prevenzione delle interazioni farmacologiche possono attuarsi tramite sistemi informatici (software) e tramite un’équipe variegata di operatori sanitari (clinico-infermiere-farmacologo) e nel limite del possibile, dovrebbero essere evitate o riconosciute al fine di garantire una corretta gestione in caso di insorgenza di Adr. Riconoscere tempestivamente una Adr è infatti il passo più importante per non incorrere in situazioni che possono minare la salute del paziente, e che concorrono all’innesco della cascata prescrittiva. L’approccio farmacologico nell’anziano è infatti gravato spesso da una errata diagnosi differenziale di patologia iatrogena; a causa della comorbidità, l’insorgenza di un effetto collaterale viene talvolta interpretato come sintomo di una nuova patologia, giustificando l’introduzione di un nuovo farmaco che perpetra il danno iatrogeno. Questo è uno dei tanti motivi per cui un paziente anziano ha un rischio di sviluppa patologie iatrogene clinicamente più severe e doppie rispetto ai soggetti più giovani.
POLITERAPIA E RISCHIO DI INSORGENZA DI INTERAZIONI Tra i fattori esogeni maggiormente implicati nell’aumentata suscettibilità agli effetti tossici dei farmaci negli anziani, la politerapia rappresenta sicuramente uno degli aspetti più delicati e che incide maggiormente sul fenomeno della patologia iatrogena in campo geriatrico. La metà della popolazione anziana assume dai cinque ai nove farmaci al giorno, l’11 per cento ne assume più di dieci. In totale quasi sette milioni e mezzo di italiani anziani assume quotidianamente cinque o più farmaci, 1,4 milioni ne assume dieci o più al giorno, con devastanti conseguenze dirette sull’aderenza alla terapia e sulle possibili interazioni farmacologiche responsabili di gravi reazioni avverse.
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aprile 2017 |
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Nutrizione
C
di Silvia Ambrogio, biologa nutrizionista
hiedi
alla luna Le caratteristiche del luminoso selenio e il ruolo della supplementazione in alcune patologie della tiroide
ll selenio, un micronutriente descritto per la prima volta nel 1817, deve il suo nome alla luna, in greco σελήγη (selene), poiché una volta sciolto assume un colore grigio luminoso e quasi perlescente. Lo assumiamo attraverso ciò che mangiamo - ne sono ricche le interiora e il pesce - e ciò che beviamo poiché la composi zione del suolo determina la ricchezza o meno di selenio nell’acqua. Il selenio può essere disponibile sia in composti organici, selenometionina e selenocisteina, sia in composti inorganici come la selenite. Considerando che la forma organica ha un migliore profilo di assorbimento, è q uesta la for mulazione prefer ibile quando si ha bisogno di integrare. La selenometionina si trova soprattutto nei cereali ed è incorporata nelle proteine in luogo della metionina, mentre la selenocisteina si trova principalmente negli alimenti di origine animale ed è integrata al posto della cisteina. La maggior parte del selenio è assorbita nel piccolo intestino (50-80 per cento)
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aprile 2017 |
ed escreto dai reni (60 per cento); l’escrezione intestinale è di circa il 35 per cento e solo il 5 per cento viene escreto nel sudore e nella saliva. In Europa, l’assunzione raccomandata è di circa 40 mg al giorno, mentre negli Stati Uniti è di 93 mg al giorno nelle donne e di 134 al giorno negli uomini. Con meccanismi non ancora del tutto chiariti, nei fumatori e con l’età avanzata si trovano ridotti livelli di selenio e il suo “esaurimento” è stato anche associato con un elevato consumo di uova, riso bianco, alcol e caffè.
OMEOSTASI DEL SELENIO Gli studi relativi a questo micronutrienti si stanno intensificando nel corso degli ultimi anni a causa del ruolo cruciale del selenio nel mantenimento della funzione immunitaria ed endocrina, del metabolismo e dell’omeostasi cellulare. In particolare, la ghiandola tiroidea è caratterizzata da una elevata concentrazione di selenio (0,2-2 mg/g) ed è di fatto l’organo con la più
alta quantità per grammo di tessuto; lo si ritrova integrato all’interno di proteine che svolgono un’importante attiv i t à a nt io s s id a nt e, r i muovendo i radicali liberi dell’ossigeno generati durante la produzione di ormoni tiroidei. Ed è proprio la presenza del selen io a l l ’ i nt er no del l a io dot i ron i n a 5-deiodinasi a giocare un ruolo fondamentale nel metabolismo degli ormoni tiroidei poiché questa è responsabile della conversione di T4 a T3. La selenoproteina P è la principale fonte di selenio nel plasma e costituisce quindi il trasportatore principale e distributore di questo micronutriente. Viene prodotta dagli epatociti e ha un ruolo cruciale nella sua omeostasi, in quanto garantisce l’assorbimento e promuove la sua distribuzione al fegato e ai tessuti extraepatici, compreso il suo trasporto al cervello. Da sottolineare il fatto che la ghiandola tiroidea è in grado di accumulare, trattenere e riciclare il selenio, anche in assenza di selenoproteina P.
Nutrizione SU VOLUME E NODULI
TIROIDITE DI HASHIMOTO
Alcuni studi hanno preso in consideraE IMMUNITÀ zione il rapporto tra il volume della tiroiLa supplementazione con selenio, anche de e la concentrazione di selenio, in individui senza deficit, ha dimostrato trovando che una correlazione esiste ed notevoli effetti di stimolazione del sisteè una relazione inversa: una concentrama immunitario: vi è un miglioramento zione bassa nel siero di selenio è assodella proliferazione delle cellule T attivaciata a un r ischio più elevato di te e dell’attività delle cellule natural kilingrossamento della ghiandola tiroidea ler, insieme all’aumento della tossicità e di sviluppo dei noduli tiroidei. mediata dai linfociti. In particolare, si sa La maggior parte di questi lavori, che che le cellule T sono particolarmente confrontano principalmente popolaziosensibili allo stress ossidativo e se manni che vivono in zone ca il selenio queste Diversi studi in cui è elevata la disono incapaci di prosponibilità di questo liferare in risposta alsi sono nutriente rispetto a la stimolazione del concentrati zone in cui è difficile loro recettore, a causull’importanza sa dell’incapacità di da reperire, sembradel selenio no dimostrare che la sopprimere la producarenza di selenio è zione di radicali liberi nei processi associata a più alta dell’ossigeno. autoimmuni prevalenza di malatGrazie a queste certie della tiroide, ma non permettono di tezze diversi studi si sono concentrati valutare se il selenio possa essere prosull’importanza del selenio nei processi tettivo contro il gozzo multinodulare e autoimmuni per capire se la supplemenla tiroidite autoimmune. tazione di questo micronutriente possa
avere un impatto sull’evoluzione della malattia della tiroide, in particolare sulla tiroidite di Hashimoto. I sintomi più comuni di questa patologia includono ansia, umore negativo, depressione, pelle secca, intolleranza al freddo, occhi gonfi, crampi muscolari e stanchezza. Le manifestazioni cliniche della malattia sono principalmente i bassi livelli di ormoni tiroidei ed è per questo trattata con la terapia ormonale sostitutiva, di solito levotiroxina. Poiché il selenio può ridurre i livelli di anticorpi e tradursi in una diminuzione della dose di levotiroxina e fornire altri effetti benefici, per esempio sull’umore, legati alla qualità della vita, tanti autori hanno considerato questa integrazione. I dati raccolti dimostrano tutti un miglioramento nella qualità della vita di pazienti malati, sia già trattati con il farmaco sia in assenza di trattamento farmacologico, ma va detto che nella maggior parte di questi studi gli autori non hanno misurato la concentrazione di selenio prima, durante e dopo l’integrazione.
| aprile 2017 37
Nutrizione
la ’ ssunzione diSelenio tramiteladieta ol’integrazione nonraggiunge ancora,ineuropa, i livelli raccomandati
Oggi quindi non esiste raccomandazione ufficiale per l’integrazione di selenio nei pazienti con tiroidite autoimmune e di recente alcuni studi clinici sono stati progettati per rispondere alle domande ancora aperte. In particolare, il trial Catalyst (The chronic autoimmune thyroiditis quality of life selenium trial) è il primo, e a quanto mi risulta ancora unico, studio randomizzato controllato che valuterà il rapporto tra integrazione di selenio e tiroiditi autoimmuni, arruolando 472 pazienti con questa patologia trattati con levotiroxina. Obiettivo primario è quello di studiare l’effetto dell’integrazione con 200 mg di selenio/die per dodici mesi rispetto al placebo sulla qualità di vita; obiettivi secondari sono invece la valutazione della supplementazione rispetto al placebo sul dosaggio di LT4, sul rapporto T3/T4 nel siero, sulla concentrazione sierica di TPOAb e sui biomarcatori di stress ossidativo. A differenza di altri studi, in questo trial le concentrazioni plasmatiche di selenio saranno misurate periodicamente per confermare l’assunzione di selenio. Attendiamo i risultati alla fine del 2018.
38
aprile 2017 |
MALATTIA DI GRAVES Anche la malattia di Graves potrebbe beneficiare dell’integrazione con selenio poiché vari studi condotti su pazienti con questa patologia e trattati con metimazolo hanno ripristinato una condizione di eutiroidismo più velocemente del solo trattamento farmacologico. Non è chiaro però se il selenio sia o meno più efficace di altri antiossidanti somministrati insieme ai farmaci antitiroidei nel portare a un controllo più veloce delle manifestazioni cliniche e a una normalizzazione più veloce della funzione tiroidea. Nei pazienti con lieve o moderata oftalmopatia di Graves, o esoftalmo basedowiano, la supplementazione di selenio sembra essere di beneficio e la formula organica (selenometionina) sembra più vantaggiosa rispetto alla formula inorganica. Parallelamente al trial è da poco iniziato uno studio clinico multicentrico
randomizzato, in cieco, denominato Catalyst, il cui obiettivo è capire se integrare il trattamento farmacologico standard con selenio comporta una migliore aderenza alla terapia e soprattutto a una diminuzione nel numero di casi di fallimento del trattamento. Infatti, a un anno dalla fine della terapia farmacologica, poche persone mantengono la condizione di eutiroidismo e l’obiettivo è il miglioramento della qualità della vita nei pazienti con ipertiroidismo di Graves. Anche nel caso del trial Grass che i risultati chiariscano l’efficacia dell’integrazione.
I SOVRADOSAGGI L’assunzione giornaliera di selenio attraverso la dieta in Europa non raggiunge di norma i livelli raccomandati, ma bisogna ricordare che esiste un rischio di sovradosaggio quando le concentrazioni di questo micronutriente superano i 400 mg al giorno. Questa situazione rara, conosciuta come selenosi, determina nausea, vomito, dolore addominale, diarrea, perdita di capelli, unghie fragili, neuropatia periferica, e il caratteristico odore di aglio di sudore e respiro. Il mantenimento di una concentrazione fisiologica di selenio attraverso una dieta equilibrata o, in alternativa, tramite integrazione, è un prerequisito non solo per prevenire le malattie della tiroide, ma anche per mantenere la salute generale.
NOTA BIBLIOGRAFICA Ventura M, Melo M, Carrilho F. “Selenium and Thyroid Disease: From Pathophysiology to Treatment”. Int J Endocrinol. 2017;2017:1297658.
altissima qualitĂ
formule specifiche
innovazione costante
estratti titolati
C omeopatia
di Roberto Pulcri, medico esperto in omeopatia e agopuntura (r.pulcri@omoios.it)
urare
le cistiti Una panoramica sulle opzioni terapeutiche per un disturbo molto diffuso, soprattutto tra le donne
La cistite è un processo infiammatorio di natura acuta o cronica della vescica urinaria. La causa del disturbo risiede principalmente nella presenza di agenti patogeni, nello specifico germi di varia tipologia; in generale, si tratta di infezioni che investono vescica e relativi annessi, che ci sia o no una malattia urologica concomitante. Le infezioni più comuni, di origine batterica, sono imputabili alla specie Gram negativa: per la maggior parte ne è responsabile l’Escherichia Coli, in misura minore la causa sono altri enterobatteri quali Proteus, Klebisella o Pseudomonas. Per quanto sia meno frequente, all’origine di queste infezioni possono esserci anche batteri Gram negativi, soprattutto Staphylococcus saprophiticus e Staphylococcus aureus. Questo tipo di batteri si individua facilmente con un mero esame colturale delle urine; esame che invece non è in grado di individuare l’eziologia di altri tipi di infezioni urinarie, che però hanno sintomi facilmente interpretabili. Si tratta di infezioni trasmesse per via sessuale, causate da batteri come Neisseria gonorrhoeae (gonorrea) e Chlamydia trachomatis (clamydia), o di origine fungina come Candida albicans (candidosi), che colonizza le urine di diabetici o pazienti immunodepressi. Come detto, per l’individuazione di questi patogeni non è risolutivo l’esame delle urine, ma è necessario procedere con striscio delle secrezioni delle vie urogenitali e indagine
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microscopica. Ma il batterio responsabile del 90 per cento dei casi di cistite recidivante è l’Escherichia coli, presente nella flora intestinale.
AL FEMMINILE La cistite è un disturbo che colpisce più frequentemente le donne e questo avviene per la diversa conformazione anatomica dell’ultimo tratto escretore; l’uretra femminile è molto più corta di quella maschile ed è situata vicino alla vagina e al retto. Questa caratteristica agevola il percorso dei germi determinando quindi una maggiore prevalenza delle infezioni delle vie urinarie. Circa il 20 per cento delle donne contrae la malattia almeno una volta l’anno. I germi responsabili dell’infezione possono provenire anche da altri focolai infiammatori localizzati ai reni o all’uretere. Altre volte i germi possono arrivare alla vescica per via emolinfatica o diffondersi da focolai infettivi situati nell’uretra, nella prostata o in altri apparati vicini interessati dall’infezione. Nelle donne fertili il rischio d’infezione è più elevato per l’aumentata frequenza dell’attività sessuale, per l’uso del diaframma o di creme spermicide che alterano il pH vaginale. Molte cistiti compaiono in relazione ai rapporti sessuali durante i quali il trauma meccanico favorisce la risalita dei germi attraverso l’uretra. Un’altra causa importante è quella ormonale: la cistite si presenta spesso durante il pe-
riodo della menopausa per la diminuzione del tasso di estrogeni prodotti dall’organismo che normalmente serve a rendere l’epitelio dei genitali più resistente alle infezioni aumentandone l’acidità. La cistite viene contratta frequentemente anche in gravidanza e questo avviene per due motivi; uno meccanico, legato alla compressione della vescica per l’accrescimento uterino che fa aumentare la frequenza delle minzioni; uno ormonale, per l’incremento fisiologico di progesterone che determina un rilassamento del piano pelvico e della vescica con difficoltà nello svuotamento e ristagno dell’urina. All’origine del sintomo ci sono la cattiva igiene personale, l’utilizzo di saponi troppo aggressivi o lavaggi frequenti che alterano il Ph vaginale dove sono presenti batteri saprofiti che proteggono dalle infezioni; l’uso di indumenti o biancheria intima troppo aderente. Ci sono anche altri fattori predisponenti legati a patologie specifiche come l’ipertrofia prostatica, i diverticoli, il diabete e il prolungato uso di alcuni farmaci come i cortisonici, gli anticoncezionali, gli antibiotici, gli immunosoppressori e gli antitumorali. Le patologie intestinali come stipsi e diarrea favoriscono la propagazione dei batteri e scatenano episodi di cistite, spesso recidivanti. Si distinguono due forme di cistite, una acuta e una cronica. La forma acuta si manifesta all’improvvi-
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Il 90 per cento dei casi di cistite recidivante è dovuto all’escherichia coli, presente nella flora intestinale
so e presenta in forma evidente i sintomi che caratterizzano il disturbo: disuria, difficoltà nella minzione che richiede uno sforzo eccessivo con contrazione muscolare. Spesso questo sintomo si associa a dolore (stranguria) durante o dopo l’emissione di urina; pollachiuria, aumento dello stimolo a urinare (soprattutto di notte) accompagnato dalla riduzione della quantità d’urina per ogni atto minzionale; tenesmo vescicale, spasmo doloroso associato a un bisogno impellente di urinare. Il bruciore è un sintomo quasi sempre presente, in alcuni casi anche tra una minzione e l’altra. Le urine sono torbide, scure e maleodoranti; spesso può anche essere presente sangue nelle urine (ematuria) e possono presentarsi altri sintomi come astenia, brividi e sudorazione. Quando compare anche la febbre significa che la cistite acuta si è complicata e che l’infezione si è propagata alle vie urinarie.
LA DIAGNOSI Si esegue l’esame delle urine, l’urinocoltura, la conta batterica ed eventualmente, anche una cistoscopia. Se la cistite non regredisce rapidamente, se si sono avuti attacchi piuttosto frequenti o se tende a divenire cronica, è opportuno esaminare l’intero tratto urinario sia al citoscopio sia con altri esami specialistici, che consentono di evidenziare eventuali altre malattie
e, quindi, di intervenire con terapie mirate. Un esame specifico può essere utile soprattutto nei bambini che possono avere un reflusso vescico-uretrale, cioè un’alterazione, talvolta congenita, del meccanismo di chiusura tra la vescica e l’uretra, condizione questa che predispone facilmente a un’infezione. Per prevenire le suddette infezioni delle vie urinarie è importante osservare alcune regole comportamentali: bere molta acqua nell’arco della giornata; svuotare la vescica tutte le volte che si avverte lo stimolo e non trattenere l’urina per lungo tempo; rispettare le norme di igiene intima; adottare una dieta alimentare appropriata, cioè ricca di liquidi e fibre ma povera di zuccheri e grassi, in modo da evitare la stitichezza.
LE TERAPIE In omeopatia esistono innumerevoli medicinali in grado di agire nei confronti delle infezioni urinarie, tuttavia possiamo indicarne alcuni che possono essere considerati quelli di maggior impiego nelle situazioni acute transitorie e occasionali che il farmacista può suggerire al paziente come primo intervento utile ed efficace. Il medicinale omeopatico agisce sulla base del principio di similitudine e la sua azione farmacologica sfrutta le proprietà dei principi attivi attraverso il processo di diluizione e dinamizzazione, non antagonizzando il sintomo, ma rimodulando il potere di autoguarigione dell’organismo. L’approccio con medicinali omeopatici offre molte soluzioni per questo disturbo, intervenendo efficacemente sulla cistite sia nella sua forma acuta
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sia in quella cronica. La scelta del mediciMEDICINALI DEGLI STATI ACUTI nale omeopatico, soprattutto nelle crisi Apis mellifica 9CH: caratterizzato da acute, è orientato a individuare le carattepresenza di bruciore al termine della minristiche specifiche sintomatiche, ovvero zione associata a dolore pungente e acanalizzando i disturbi della minzione corcompagnata da sensazione di gonfiore. La relati alle diverse tipologie di dolore, bruminzione è frequente con la sensazione di ciore, modalità orarie, modalità climatiche, non riuscire a espellere e liberarsi compleeccetera, associando tamente dell’urina. Pocosì le diverse circotrebbero essere di fatto stanze scatenanti per presenti sedimenti inpresenza individuare il cosiddetdisintomicomuni, nell’urina simili a fondo to simillimum, cioè quel di caffè. Nel caso di ènecessario rimedio che sperimenApis mellifica, i sintomi ricercare talmente presenta una peggiorano con il calore stretta similitudine e in ambienti caldi, con lesfumature con il quadro clinico la pressione (anche di nelquadro del paziente. Se inveindumenti) e durante sintomatologico ce la cistite fa parte di l’attività fisica. Un miun quadro più comglioramento si verifica plesso e dunque cronico, è necessario vainvece con applicazioni fredde oppure lutare il paziente studiandone il modello stando seduti con la schiena dritta. reattivo e costituzionale. Per il medico Cantharis 9CH: questo rimedio ha teneomeopata, sebbene apparentemente i sinsmo costante con crampi e grande difficoltà tomi appaiano comuni e sempre gli stesa urinare. Il bruciore severo che accompasi, è necessario ricercare le “sfumature” gna la minzione è descritto dal paziente conel quadro sintomatologico che, pur apme “acqua bollente”. Bruciore intenso e parentemente poco significative, permetinsopportabile accompagnato da desiderio t ono u n a pre s c r i z ione m i rat a e frequente di urinare. Potrebbe notarsi anindividualizzata. Come terapia preliminache presenza di sangue nelle urine. La sintore di base è utile assumere giornalmente matologia si presenta con dolori acuti, Berberis 5Ch che ha un’azione drenante brucianti e taglienti soprattutto alla fine delsull’apparato urinario. Il rimedio, oltre ai la minzione. L’urina esce goccia a goccia sintomi tipici della cistite, presenta dolori provocando un bruciore insopportabile. colici, a fitte, acuti e improvvisi che si irraQuesto tipo di cistite potrebbe essere acdiano alle cosce, all’uretra e migrano in compagnato da brividi e febbre. I sintomi altre sedi del corpo. peggiorano comunque durante la minzione
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e ingerendo bevande fredde. Migliorano invece con il calore e riposando in posizione supina mentre peggiora con l’assunzione di sostanze stimolanti (tè, caffè) e con la palpazione, Arsenicum album 9CH: si utilizza quando il sintomo principale con cui si manifesta la cistite è il bruciore. La minzione dolorosa e bruciante è accompagnata da ematuria. Il paziente è prostrato, molto debole, irrequieto. I sintomi peggiorano di notte, soprattutto tra l’una e le tre del mattino, con il freddo, e migliorano con il calore e le applicazioni calde. Mercurius corrosivus 9CH: rimedio d’elezione nei casi di cistite caratterizzata da forte desiderio di urinare che non si placa svuotando la vescica. Le urine sono scarse, torbide, albuminose, brucianti e perfino sanguinolente. Il soggetto soffre di forte tenesmo vescicale accompagnato da bruciore come quello di Cantharis. I due rimedi, infatti, vengono spesso prescritti insieme alternandoli nella fase acuta. Tutti i sintomi peggiorano la notte e con il contatto. Nux vomica 9CH viene prescritto ai soggetti stressati, nervosi, irritabili, agitati, iperattivi, sempre impegnati, che spesso trattengono l’urina per mancanza di tempo. Il soggetto ha un costante e impellente bisogno di minzione ma l’urina esce in piccole quantità. Questa forma di cistite è accompagnata da dolori lombari e renali e spesso insorge dopo sforzi fisici. In conseguenza dello stile di vita è presente spesso stitichezza, abusi di cibo speziato, alcol, farmaci e sostanze stimolanti. I disturbi migliorano con il calore, con le bevande e le applicazioni calde. Esiste una forma di cistite chiamata “da luna di miele” che esordisce con il primo rapporto sessuale e ricorre frequentemente subito dopo l’atto sessuale. Anche una prolungata astinenza sessuale può scatenare il sintomo. Il rimedio d’elezione per questa forma di cistite che colpisce principalmente le giovani donne è Staphysagria CH9. Caratteristica del rimedio è una tipica irritabilità della vescica con senso di pressione e ipersensibilità dei genitali al minimo contatto. Il bruciore, presente anche in questo caso, termina dopo aver urinato e si ripresenta negli intervalli tra una minzione e l’altra.
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dell’ipertrofia prostatica., il paziente è coIl disturbo può essere scatenato anche da stretto ad assumere una posizione genupetesami endoscopici e dall’uso della spirale. torale per espellere l’urina. Staphysagria tende a reprimere le emozioni e a somatizzare. I sintomi sono spesso sca Sabal serrulata 5CH: la cistite.si acutizza tenati da indignazione, mortificazioni, dinelle ore notturne ed è caratterizzata da rispiaceri e inquietudini trattenute. tardo o diminuzione della forza del getto, dovuti a ipertrofia prostatica. Il rimedio è Sarsaparilla CH9: si prescrive quando la definito il “catetere omeopatico”. cistite procura un dolore acuto intollerabile che compare soprattutto alla fine della min Terebinthina 9CH presenta bruciori che zione. Il paziente è costretto a stare in piedi si irradiano lungo l’uretra, le urine sono per il forte dolore durante l’emissione di uriemesse con difficoltà e presentano la caratna che fuoriesce in piccole quantità, l’urina teristica di avere un forte odore di violetta e è chiara e contiene sedimenti sabbiosi. La colore molto scuro simile a fondi di caffè. vescica è gonfia e dolente. I sintomi peggioInfine è da sottolineare la sindrome della verano nelle ore notturne e con il movimento. scica iperattiva che rappresenta una condizione clinica solitamente caratterizzata da Equisetum 5CH: si prescrive per le cistiuno o più dei seguenti sintomi: urgenza ti croniche recidivanti che presentano dolominzionale, incontinenza urinaria da urgenre durante e dopo la minzione con bruciore za ossia perdita involontaria di urina accome sensazione di puntura; le urine sono abpagnata o immediatamente preceduta da bondanti e chiare. Il paziente avverte un urgenza, distensione dell’addome, dolore al forte senso di pesantezza e pienezza che basso ventre, aumento del numero di minnon migliora con la minzione. Il paziente zioni giornaliere (pollachiuria), alzate notturha un’elevata sensibilità vescicale diffusa ne per la necessità di urinare (nicturia). e a volte lamenta un dolore sordo nella reQuesti due ultimi sintomi sono più frequenti gione renale, soprattutto nella parte destra. nel sesso maschile. I sintomi peggiorano con Le cause della sindrome la pressione sulla vesciD a n o N possono essere le più dica e con il movimento. dimenticare verse, molte delle quali Chimaphila umbellata ancora ignote, però il di5CH: ha un’azione elettil’uso diaLcuni sturbo è spesso associava sulle infezioni urinarie fitoterapici to ad anomale e croniche, in particolare conazionE involontarie contrazioni sulla prostata. Il bisogno TORIA del muscolo detrusore di urinare è costante ma ANTINFIAMMA vescicale, che nella sinla minzione inizia con difdrome risulta essere privo di un controllo ficoltà e procura dolori brucianti e fitte all’uadeguato. I fattori di rischio sono molti, tra retra. Il soggetto riesce a urinare solo in cui si ricordano l’età, l’eccesso di peso, l’asposizione eretta, con le gambe allargate e il sunzione di alcune tipologie di farmaci, l’eccorpo piegato in avanti. Le urine sono scarcessiva assunzione di liquidi o di diuretici, se, torbide, scure, maleodoranti, con tracce l’eccessivo consumo di alcool o caffè, il fudi muco denso e sangue. Quando il pazienmo, l’alterata sensibilità della parete vescite si siede avverte un forte gonfiore, come cale, i disturbi neurologici, eccetera. Anche se avesse una palla nel perineo. Il bisogno la componente psicologica (stress o ansia) di urinare è costante, soprattutto di notte. I potrebbe avere la sua parte di responsabilisintomi peggiorano con il freddo e sedendotà. Invece, in caso di infezione del tratto urisi su una superficie fredda. nario (cistite, uretrite) o genitale (prostatite), Pareira brava 5CH: in questa forma di cii bruciori e/o dolori durante la minzione sostite il paziente urina poco e con fatica, con no generalmente la regola. disuria, stranguria, ematuria, piuria. Si maI rimedi omeopatici più adeguati sono: nifesta con dolori violenti all’uretra e, nei maschi, al glande durante la minzione. Il ri Arnica CH9: oltre che per gli effetti di medio è usato anche per prevenire la formaqualsiasi tipo di trauma, per l’azione profonzione di renella e per le conseguenze da che ha questo rimedio nei confronti di
stanchezza nervosa e/o insonnia conseguenti a sovraffaticamento cerebrale; Equisetum CH5: per la grande sensibilità della regione vescicale, più marcata nel pomeriggio, che non rende sopportabile alcuna pressione manuale, con sensazione di pienezza, bisogno imperioso di urinare, minzioni frequenti; Ruta CH5: per la sensazione di pressione sulla vescica come se fosse costantemente piena rendendo difficoltoso il controllo muscolare.
IN CONCLUSIONE È utilissima l’azione coadiuvante di integratori a base di probiotici, che sono fondamentali per reintegrare la flora batterica intestinale e sostenerla nella lotta contro gli agenti patogeni che causano infezioni e infiammazioni al sistema urogenitale, così come l’uso di alcuni fitoterapici con azione antinfiammatoria elettiva per il tratto urinario. L’Uva ursina è considerata un antibatterico naturale per il contenuto di eterosidi fenolici a spiccata azione antisettica, soprattutto nei confronti di urine alcaline in cui predominano il Protesus V. e la Klebsiella P. Nel caso di urine acide è invece utile modificare l’ambiente alcalinizzandolo sia con la dieta sia artificialmente con il bicarbonato di sodio. Il mirtillo rosso (Cranberry) è un fitoterapico ben noto per la sua azione disinfettante di tutto il tratto urinario e può essere utilizzato sia come succo fresco a titolo preventivo oppure come estratto secco 1.000 mg al dì nelle cistiti acute.
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di Elisa Da Vinci
nestetismi
da contrastare Cellulite e adipe: dermocosmetici e integratori, in sinergia, se ben consigliati dal farmacista, possono far ritrovare la silhouette
Arriva la bella stagione e come sempre le persone cominciano a fare i conti con due inestetismi che mettono a dura prova la silhouette delle donne ma anche del pubblico maschile. In farmacia arrivano perciò clienti alla ricerca di prodotti adatti a diminuire questi fenomeni, forse dimenticando che i primi elementi da tenere in considerazione sono alimentazione, esercizio fisico e stile di vita. Da qui parte Mariuccia Bucci (foto sotto), nutridermatologa, per spiegare come sia possibile contrastare pelle “a buccia d’arancia” e peso in eccesso, in vista dell’appuntamento con l’estate.
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URGE AGIRE IN ANTICIPO «La cellulite è causata da una stasi venosa e linfatica e alla base di questo inestetismo c’è un’alterazione del microcircolo, con ristagno di liquidi, insieme a un rallentamento del metabolismo», spiega la specialista. «È un fenomeno tipicamente femminile ed è influenzato da fattori ormonali. Per questo la predisposizione cellulitica può coincidere con la pubertà e continuare con la ciclicità mestruale, le abitudini alimentari sbagliate, la sedentarietà, l’assunzione di contraccettivi; è influenzata anche da fattori genetici, disturbi circolatori e ha vari stadi. Le prime due fasi iniziali sono dovute, principalmente, a stasi linfo-venosa che dà origine a edemi e ritenzione. In questa fase, quindi, dermocosmetici specifici (associati a un vigoroso massaggio che favorisce l’attivazione della microcircolazione) e integratori drenanti possono essere un buon aiuto per contrastarla. Nella terza fase, invece, cala l’edema ma cresce il fenomeno fibrotico (setti fibrosi) del connettivo che circonda i lobuli adiposi, dando luogo a retrazioni che inizialmente producono il famoso effetto “a buccia d’arancia” con l’intrappolamento degli adipociti che, nella quarta fase, diventa un effetto “a materasso”, dove si perde la struttura della sottocute con alterazione del tessuto connettivo e del tessuto adiposo». Sostanzialmente, quindi, è necessario agire
sul fenomeno iniziale anche se i fattori che influenzano questo inestetismo sono numerosi. La moderna scienza dermocosmetica mette in campo diversi prodotti : dalle creme ai gel e ai sieri, dai cerotti alle guaine a lento rilascio di sostanze che possono contrastare la cellulite, tenendo conto che gli attivi impiegati sono ormai conosciuti: caffeina (oggi utilizzata anche al 5 per cento che attiva il metabolismo), Escina, Fucus o Laminaria digitata (alghe brune, ricche di iodio organico, che accelerano il consumo energetico dell’organismo), carnitina, fosfatidilcolina, centella asiatica e ippocastano (ad azione antiedemigena e contro la ritenzione idrica) e i flavonoidi, che hanno un’azione sul microcircolo. Nel campo dell’integrazione alimentare la cellulite può essere “aggredita” da più parti, tenendo presente che questi prodotti, che sono sempre un mix di ingredienti, devono rispettare le indicazioni di somministrazione e non devono superare, in genere, le otto settimane di utilizzo nel caso di prodotti contenenti ingredienti che accelerano il metabolismo (kelp, fucus, eccetera); anzi, meglio sarebbe alternarli in cicli di assunzione. «All’interno dell’offerta di integratori», specifica Mariuccia Bucci, «ci sono sostanze che svolgono attività diverse. Ci sono quelle che accelerano il metabolismo, che contengono iodio (la sostanza che più agisce sull’inestetismo della cel-
cosmesi lulite) ma anche il the e il caffè verdi (quest’ultimo grazie all’acido clorogenico riduce il tasso degli zuccheri circolanti nell’organismo), il cromo picolinato, la garcina cambogia (una pianta orientale) che, con l’acido idrossicitrico estratto dalle sue bacche, impedisce la conversione degli zuccheri in grassi. Poi ci sono gli integratori a base di fibre (per esempio, chitosano o glucomannano) che invece, assunti con una buona dose di acqua, riducono l’appetito perché danno un senso di sazietà. Ma anche questi non possono essere presi cronicamente o per lunghi periodi, perché le fibre inglobano tutti i nutrienti e quindi vitamine e sali minerali non potrebbero venire a contatto con l’intestino ed essere biodisponibili per svolgere le loro funzioni. Ci sono poi integratori che calmano la cosiddetta “fame nervosa” stimolando il buon umore. Fra gli ingredienti di questi prodotti ci sono la Rodiola rosea o l’estratto di iperico che stimolano la produzione di serotonina. Tra gli integratori drenanti si trovano, infine, quelli a base di gambo d’ananas che contengono bromelina, e poi ippocastano, equiseto, betulla; senza dimenticare quelli rassodanti a base di aminoacidi essenziali a basso contenuto calorico che servono nei casi di certe celluliti “molli” o quando i tessuti perdono la loro tonicità o la massa magra a causa di diete drastiche».
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cosmesi ECCESSO DI GRASSO LOCALIZZATO
Nell’uomo, invece, sono soprattutto la mancanza di esercizio fisico, la predisposizione personale e l’alimentazione erraDiverso è l’approccio che è necessario aveta a causare l’accumulo dei grassi. Per re quando invece si parla di adipe localizquesti ultimi, quindi, l’impiego di un derzata, inestetismo riguardante sia i soggetti mocosmetico deve essere soprattutto ad femminili sia quelli maschili, che cercano azione lipolitica». strade percorribili per contrastarla e manNel caso di adipe eccessiva un ruolo fontenere il controllo del peso. damentale è svolto dall’a«In questo caso vanno limentazione, che deve distinte le problematinel tessuto permettere il giusto equiche che possono porta adiposo librio tra alimenti ingeriti re all’eccesso di adipe e calorie consumate per nelle donne in alcune esistono non rischiare, come si è zone specifiche del correcettori detto, un accumulo esagepo, soprattutto nella molto sensibili rato di riserve energetiche parte centrale del tronpreposti o grassi che, se non bruco (fianchi, addome) all’accumulo ciati dall’organismo, si tracioè del punto vita», sformano in “rotolini” sui puntualizza Bucci. «Si dei grassi fianchi delle donne o nelle tratta di un fenomeno cioè alla famose “maniglie dell’ainfluenzato da fattori lipogenesi more” nei maschi. ormonali e dalla manPer quanto riguarda gli incanza di estrogeni tipitegratori, poi, visto che ne esistono tipi ca della menopausa. Nel tessuto adiposo, diversi e che ognuno è, in realtà, compoinfatti, esistono recettori molto sensibili sto da un mix di sostanze con azioni difpreposti all’accumulo dei grassi cioè alla ferenti, va ricordato che per consigliarli lipogenesi e altri al rilascio degli stessi, al meglio è necessario partire dai sintocioè alla lipolisi. Questi fenomeni sono mi più evidenti del singolo. Per esempio: gestiti dalla lipasi, un’enzima ormonogambe gonfie nelle donne, fame nervosensibile e, quindi, nella donna, situaziosa, esigenza di accelerare il metaboline ormonale, metabolismo e corretto smo in chi non fa attività sportiva, funzionamento della tiroide influenzano eccetera. Trattandosi di integratori alifortemente sia l’adiposità localizzata sia mentari, devono sopperire a ciò che le la cellulite.
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persone non assumono con gli alimenti e vanno usati nel modo corretto, come i farmaci. «Per questo, prima di consigliare dermocosmetici e integratori ai propri clienti per contrastare adipe e cellulite», sottolinea Bucci, «conviene fare domande precise sul tipo di alimentazione che la persona segue, quale è il suo livello di idratazione, quali attività fisiche svolge con regolarità. Nelle situazioni “normali” va comunque sconsigliato l’uso eccessivo di sale (ma anche di insaccati o cibi affumicati) se si è di fronte a un caso di cellulite, mentre va incentivata l’assunzione di acqua e di bevande come the e caffè verdi, estratti di arancio amaro (Citrus aurantium), guaranà. Va sempre bene privilegiare il consumo di frutta e verdura ed evitare i carboidrati alla sera. Bisogna informarsi poi se il soggetto fa uso di farmaci (anche la pillola anticoncezionale, nel caso delle donne) e suggerire gli integratori giusti per sopperire alle eventuali carenze di alimentazione. Il tutto tenendo presente che solo creando una sinergia fra il dermocosmetico, l’integratore, il regime alimentare e l’attività fisica, si potrà agire sul metabolismo e quindi sulle cause principali di questi due fastidiosi inestetismi. Non dimenticando, infine, che nei casi di gravi scompensi alimentari o di situazioni patologiche, il cliente va indirizzato a uno specialista».
un farmacista a scuola
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ontropiramide
alimentare Come guardare la tv in maniera critica: il progetto Ali(perle)menti nelle “medie” del Trentino Alto Adige
Studi recenti1 dimostrano come, anche in Italia, si confermi la stretta relazione tra il livello di istruzione e le abitudini alimentari: a un livello più elevato corrispondono stili alimentari considerati “sani” e viceversa. Il livello socio-culturale del resto è uno dei tre determinanti della salute indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità, insieme alle caratteristiche individuali e all’ambiente2. Non stupisce come, dal 2007 al 2012, una crisi economica che ha acuito le disuguaglianze sociali abbia lasciato il segno anche in campo alimentare, provocando un aumento dei consumi di cibi cosiddetti insalubri, tra cui dolci e snack, e diminuito quelli di frutta e pesce3. Come agire, per chi come noi si occupa di educazione alla salute in campo alimentare, in un simile panorama? Innanzitutto, abbiamo individuato nella scuola media pubblica il target di riferimento per le proprie attività, l’ultimo periodo scolastico nel quale il gruppo classe rappresenta uno spaccato abbastanza fedele della società. Con la scelta delle scuole superiori infatti iniziano a crearsi differenze sempre più marcate all’interno delle aule scolastiche, tra istituti professionali, tecnici e licei. In secondo luogo, incrociando i percorsi
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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore
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dell’educazione alla salute con quelli della media education, ovvero l’educazione ai media e alla comunicazione. Questo aspetto infatti è l’altra faccia delle disuguaglianze attuali, in cui i fattori sociali determinano in maniera evidente la capacità delle persone di “leggere” le notizie, riuscendo a distinguere le fonti cui affidarsi per informazioni indipendenti e prive di interessi commerciali4. Così è nato “Ali(per le)menti”, un progetto di educazione alimentare che svolgiamo ogni anno nelle scuole medie del TrentinoAlto Adige. Una delle esperienze più innovative e di successo che conduciamo è quella della piramide alimentare degli spot. A ogni studente viene chiesto di scrivere su un foglietto i primi tre cibi/bevande di cui ricordano il messaggio pubblicitario, e li raccogliamo sulla lavagna classificandoli da quello più “ricordato” a quello meno. Successivamente, vengono inseriti in ordine decrescente all’interno di una piramide alimentare vuota. Ne esce il modello di rappresentazione di un’alimentazione fortemente sregolata, in cui il piano più basso, ovvero quello che nella Piramide Alimentare Italiana dovrebbe essere occupato da acNOTE
qua, frutta e verdura, è occupato da alimenti fortemente sbilanciati dal punto di vista nutrizionale come creme spalmabili molto grasse e dolciumi. La presenza invece di cibi salutari è rara e relegata ai piani più alti, ovvero quelli che si dovrebbero consumare “al massimo una porzione al giorno”. Quest’attività è stata costruita sulla base dello studio pubblicato da Riva-Zanconato5, in cui è stato dimostrato come il 25 per cento degli spot trasmessi tra le ore 7 e 22.30 sui principali canali televisivi italiani sia di prodotti alimentari e di questi il 48,7 per cento sia di dolci e grassi aggiuntivi (per quanto riguarda il periodo di riferimento). Adattando lo studio all’educazione, con questo piccolo gioco i ragazzi imparano a guardare alla tv in maniera critica e viene fatta emergere una prima contraddizione, ovvero come le informazioni che vengono insegnate a scuola spesso non abbiano riscontro nell’ambiente in cui sono immersi. Del resto, un contributo rilevante al discorso sul cibo è dato, inevitabilmente, dalle pubblicità di prodotti alimentari che, sempre più spesso, rilanciano quei valori che arricchiscono il cibo di ulteriori significati5.
1. “Abitudini alimentari e disuguaglianze sociali: l’esperienza della collaborazione EPIC-Italia”, F. Ricceri et al. - Epidemiol Prev 2015; 39 (5-6): 315-321 | 2. http://www.who.int/hia/evidence/ doh/en/ | 3. “Disuguali a tavola, ma non troppo: le differenze sociali in Italia prima e durante la crisi”, M. Marra, A. Migliardi, G. Costa - Epidemiol Prev 2015; 39 (5-6): 322-331 | 4. http://www.cjr.org/news_literacy/teen_digital_literacy_divide.php?page=all | 5. “Ma tu non hai fame?. La piramide alimentare negli spot televisivi”, C. Riva, M. Zanconato - Micro&Macro marketing / a. XXI n.3, dicembre 2012
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Legale
U
a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)
n museo
virtuale Le immagini di questo osservatorio hanno illustrato l’evoluzione della farmacia
La presentazione della nuova veste editoriale di Punto Effe a FarmacistaPiù offre l’occasione per ricordare ai più come fin dal primo numero della rivista si sia pensato di dare, insieme alla ermeticità dei titoli, una rappresentazione visiva agli interventi pubblicati in questo osservatorio legale sulla evoluzione del sistema farmacia in atto (e in potenza) negli anni che dal 2000 a oggi l’hanno caratterizzata. Ciò attraverso la periodica riproduzione di opere d’arte figurativa - note e meno note - che potessero non solo dare il segno di quanto stesse accadendo, ma potessero rappresentare un’occasione per ricordarlo visivamente molto meglio che attraverso le slide, se pure spesso si potesse cadere in una qualche forzatura e talora in una qualche ingenuità che avrebbero potuto far sorridere per il banale saggio d’erudizione ascrivibile al loro curatore. Il rischio stava nelle cose, ma la formula non è dispiaciuta ai suoi ventiquattro frequentatori presbiti (e a qualcuno di più). Ne è nato un museo virtuale che nel suo linguaggio figurativo ha rincorso la rivoluzione copernicana che ha inciso negli anni che vanno dal 2001 al 2016 su quel sistema culturale quale unicum di professione-struttura-servizi che nella stessa sua definizione ha risentito via via di una tale evoluzione segnata nel tempo fino a consolidarsi in una sistema di servizi affidato con continuità temporale e territoria-
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le alla professione farmaceutica svolta in una struttura organizzata in forma d’impresa pianificata per garantire la qualità e la dignità della vita attraverso la cura della salute e la terapia del dolore. La definizione (avallata dalla Corte Costituzionale, 23 febbraio 2003, n. 27) racchiude appunto come in un percorso museale i vari quadri di una esposizione di uno dei momenti nell’evoluzione del sistema farmacia, così rappresent ato anche visivamente.
ALCUNI ESEMPI Valga un esempio, che va al di là del Grido di Munch in relazione al decreto Monti sul potenziamento delle farmacie tradottosi nella Legge n. 27/2012 o dello spartito delle Dissonanze k465 di Mozart (citazione non figurativa) sulle contrastanti note ministeriali relative alla pianta organica messa a sproposito in discussione e/o sulla contitolarità della farmacia affermata praeter legem, per passare magari dalle Bottiglie di Morandi sui moduli di gestione delle farmacie comunali o dal Disco di Festo sulla prescrizione delle preparazioni galeniche off label ovvero dal Pesce voltante di Bosch sulla bititolarità delle farmacie; mentre gli Acrobati e gli Arlecchini di Picasso hanno spaziato nella legislazione frammentaria e asistematica di riforma del servizio farmaceutico, per ritornare al “costruttivismo” di Tatlin rela-
tivo alla rivoluzione copernicana del sistema farmacia, articolatasi sul piano sistematico (Leggi n. 405/2001 e n. 248/2006), culturale (Legge n. 69/2009) e concettuale (Legge n. 38/2010) e ancor prima al “funzionalismo” di Mondrian riferito ai principi costituzionali su cui si articola il sistema farmacia, che sono riconducibili all’uguaglianza sostanziale (articolo 3, Costituzione), alla tutela della qualità e della dignità della vita (artt. 2 e 32, Costituzione), alla finalizzazione dell’economia all’interesse generale (articolo 41, Costituzione) e alla trasparenza e appropriatezza dell’azione amministrativa (articolo 97, Costituzione) che deve regolare detto sistema come in un Quartetto d’archi di Arman. Tutto questo a tacere dei coraggiosi, se non sconsiderati, riferimenti all’arte classica dati alla giurisprudenza che si è andata formando al riguardo quale interpretazione che conta della normativa applicata al caso concreto all’esame dei giudici togati: si pensi alla Medusa di Caravaggio ovvero ai Drappieri di Rembrant riferiti al mercato dei farmaci. In una parola la ampia autonomia riservata all’osservatorio legale (ospitato fin dal primo numero di Punto Effe e in tutti i successivi suoi numeri) in punto di an, quod, quomodo et quando (se scrivere, che cosa scrivere, come scrivere, quando scrivare) da parte del responsabile editoriale della
Legale
Punto effe compie la maggiore età, fin dalla nascita accompagnata da questa rubrica e dalle sue illustrazioni rivista, ha consentito una divulgazione scientifica che si è posta al limite della provocazione didattica tutt’altro che tradizionale per una rassegna dei principi di diritto e di deontologia che riguardano i problemi dell’impresa in cui viene svolta una professione per garantire un servizio pubblico e sociale che si cumulano tra loro, investendo normativa ed etica, e nell’ambito della prima un ordinamento settoriale che è tangente all’ordinamento generale.
UN CALEIDOSCOPIO Si è avuto così un bel caleidoscopio in cui le immagini hanno dato un attimo di respiro, ma nel contempo hanno fissato quanto meno il tema della ricerca. Ciò a tacer del fatto che le citazioni erano/sono belle di loro, e questo potrebbe essere bastato/bastare per i lettori di una rivista che fa cultura nel mondo della farmacia e può a tal fine uscire dai repertori forensi o peggio ancora dai Cahiers de dolèances delle riviste di categoria. In questo contesto si pone il Violinista verde di Chagall che qui suona per chi ancora volesse frequentare questo osservatorio legale, scambiando forse il suo curatore per l’Homo ludens di Huizinga che gli ha fin qui riservato un loisir e che spera di continuare a fare anche ora che Punto Effe, con il diciottesimo anno di vita, è diventata maggiorenne.
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farmanews
di Claudio Buono
Il farmaco
con l’airbag Anche in Italia la molecola in grado di inattivare l’azione di un nuovo anticoagulante orale
no molto stabile. L’uso di un Fab anziché di Definito dagli esperti “l’airbag del dabigauna molecola anticorpale intera si associa a tran”, è disponibile anche in Italia idarucizuuna più breve emivita e a un ridotto rischio mab, il primo farmaco che, in caso di di reazioni immunologiche. emergenza, è in grado di inattivare l’azione Idarucizumab è stato testato su oltre 200 del nuovo anticoagulante orale (Nao) dabivolontari, rivelandosi ben tollerato in dosi figatran. Nelle rare situazioni d’emergenza in no a 8 g. Più specificamente, sono stati concui occorra evitare che il sangue diventi dotti tre studi randomizzati in doppio cieco, troppo fluido e causi sanguinamento cerecontrollati verso placebo brale (interventi chirurgici di di fase I, in 283 soggetti emergenza, procedure urIdarucizumab, (di cui 224 trattati con genti, sanguinamento potentestato su idarucizumab) per valuzialmente fatale o non oltre tare sicurezza, efficacia, controllato), idarucizumab duecento tollerabilità, farmacocifunge infatti da antidoto connetica e farmacodinamitro il superfunzionamento volontari, del dabigatran, un Inibitore si è rivelato c a d e l f a r m a c o , somministrato da solo o diretto della trombina (Idt), ben tollerato dopo dabigatran etexilariportando in pochi minuti la in dosi to. La popolazione stucoagulazione a una situaziodiata era composta da ne di normalità. Approvato fino a 8 g individui sani e da altri dalla Commissione Europea che presentavano caratteristiche tipiche nel 2015, idarucizumab è un frammento di della popolazione in termini di età, peso coranticorpo monoclonale umanizzato (Fab) poreo, razza, sesso e compromissione renache si lega con altissima affinità a dabigale. In questi studi, le dosi di idarucizumab tran e ai suoi metaboliti. Il complesso idaruvariavano da 20 mg a 8 g e i tempi di infucizumab-dabigatran è infatti caratterizzato sione da 5 minuti a 1 ora. I valori di riferida una associazione rapida e da una dissomento per i parametri farmacocinetici e ciazione estremamente lenta che lo rendo-
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farmacodinamici sono stati stabiliti sulla base dei soggetti sani, di età compresa tra 45 e 64 anni, che avevano ricevuto 5 g di idarucizumab. L’inattivazione dell’effetto anticoagulante si è vista dopo pochi minuti dalla somministrazione del farmaco, è stata completa e si è mantenuta per ameno 12 ore in quasi tutti i pazienti. Non si sono verificate reazioni di ipersensibilità né sono state riportate gravi reazioni di anticorpi antifarmaco. Viene considerata altresì improbabile la comparsa di interazioni clinicamente rilevanti di idarucizumab con altri medicinali, tenuto conto delle sue proprietà farmacocinetiche e dell’elevata specificità del legame con dabigatran. Inoltre, il farmaco non inattiva gli effetti degli altri anticoagulanti. Studi preclinici non hanno infatti evidenziato interazioni con espansori del volume plasmatico; concentrati dei fattori della coagulazione, come quelli del complesso protrombinico (Pcc, per esempio, a tre o quattro fattori), Pcc attivati (aPCC) e fattore VIIa ricombinante; altri anticoagulanti (per esempio inibitori della trombina diversi da dabigatran, inibitore del fattore Xa, compresa l’eparina a basso peso molecolare, antagonisti della vitamina K, eparina).
Boiron M., Roux F., Popowski P.
PEDIATRIA
Il ruolo del medicinale omeopatico La pediatria rappresenta uno dei principali argomenti per i quali vengono chiesti consigli in farmacia e, spesso, una porta di accesso per l’omeopatia all’interno delle famiglie. La pediatria e l’omeopatia sono infatti due specializzazioni felicemente complementari perché i medicinali omeopatici apportano incontestabilmente un plus alla medicina pediatrica (a condizione di conoscerne le indicazioni e i limiti), grazie alla loro efficacia, all’assenza di effetti tossici e alla completezza della loro azione. Il volume illustra le diverse patologie caratterizzate da una sintomatologia acuta presentandole in base all’età del paziente: dal neonato fino all’adolescente. Un utilissimo strumento per i professionisti della salute per consigliare o prescrivere un trattamento omeopatico adatto.
Michele Boiron, François Roux, Pierre Popowski
PEDIATRIA Prezzo: 25,00 euro Pubblicazione: marzo 2017 ISBN: 978.88.214.4402.9
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a cura della redazione
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viaggiare Una guida che aiuta il personale della farmacia a fornire consigli qualificati ai cittadini che stanno per partire
L’ordine alfabetico, a volte, è una gran cosa. Lo è sicuramene nel caso di questo volume firmato per Edra da Alberto Tomasi, presidente della Società italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni. È davvero un atlante “per viaggiare sicuri verso ogni destinazione”, come recita il sottotitolo. E l’ordine alfabetico consente, appunto, una facile consultazione di questa guida che si rivolge principalmente ai farmacisti e, più in generale, al personale sanitario che viene in contatto con cittadini in procinto di partire per lidi più o meno lontani. Il focus è sui Paesi extraeuropei: Africa, Asia, centro e sud America, Oceania. Per ognuno di quelli presi in considerazione, in tutto centoventuno, sono previste tre sezioni: rischi per la salute, vaccinazioni raccomandate, comportamenti corretti. Ma questa è solo la prima parte del volu-
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me, perché a essa fanno seguito alcuni capitoli molto specifici: sulla distribuzione geografica delle maggiori patologie infettive, sulle vaccinazioni consigliate, sui farmaci indispensabili da mettere in valigia. In appendice le “Dieci regole d’oro del viaggiatore responsabile”. La medicina dei viaggi e delle migrazioni è sicuramente una disciplina recente, che nasce in coincidenza con la diffusione dell’abitudine a viaggiare in larghi strati della popolazione mondiale. Come spiega l’autore nella sua Introduzione, l’Atlante «risulta complementare a tutti gli interventi, sia di counseling sia sanitari, degli operatori negli ambulatori di Medicina dei viaggi e nelle farmacie, ma può anche essere facilmente e utilmente consultato da tutti coloro che amano viaggiare in modo responsabile». Insomma, una trattazione esauriente da ogni punto di vista.
ATLANTE DELLA SALUTE IN VIAGGIO. Come viaggiare sicuri verso ogni destinazione
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Spigolature
Rowa: più incentivi
per le farmacie
Oltre al superammortamento al 140 per cento, l’iperammortamento al 250 per cento previsto dalla Legge di Stabilità 2017 approvata dal Senato nel dicembre scorso rende ancor più conveniente l’investimento in nuovi macchinari per le farmacie interessate a innovare le proprie strutture. I sistemi automatici e le soluzioni digitali Rowa – evidenzia una nota ufficiale dell’azienda - rientrano tra i beni strumentali ad altissimo contenuto tecnologico secondo le specifiche dell’automazione industriale cui si applicano gli incentivi e le farmacie che intendono automatizzare il proprio magazzino con un investimento efficace e duraturo avranno ora un doppio beneficio: non solo l’ottimizzazione dei processi e il costante supporto al cliente che la tecnologia e i servizi Rowa offrono, ma anche il risparmio economico concesso dai nuovi dispositivi statali. «Centinaia di farmacie hanno già approfittato del superammortamento lo scorso anno per riorganizzare la farmacia e introdurre l’automazione Rowa», dichiara Mauro Santapaola, amministratore delegato di Rowa Technologies in Italia.
Siglato accordo
tra Farbanca e Cofisan Farbanca e Co.fi.san (Consorzio fidi sanitario), hanno siglato un importante accordo a sostegno delle farmacie. Farbanca, istituto bancario specializzato nell’offerta di servizi finanziari e bancari al mondo della farmacia, mette a disposizione, oltre ai prodotti dedicati alla gestione, un plafond a tasso agevolato da destinare a richieste di finanziamento garantite da Co.fi.san e finalizzato a nuovi investimenti o ristrutturazioni aziendali. A questo si aggiungano
le garanzie che Co.fi.san potrà concedere su linee finanziarie richieste dalle farmacie a Farbanca, agevolando l’erogazione del credito. «L’intesa», dichiara Giampiero Bernardelle, amministratore delegato di Farbanca, «va a rafforzare il sostegno che Farbanca rivolge al comparto farmaceutico, settore che presenta importanti opportunità di sviluppo. Farbanca, oltre a offrire prodotti bancari e assicurativi su misura per la gestione della farmacia, si confer-
ma come partner finanziario di riferimento in grado di soddisfare le esigenze di gestione, crescita ed evoluzione delle farmacie dei servizi: l’accordo con Co.fi.san consentirà di sviluppare importanti sinergie volte a facilitare l’accesso al credito da parte delle farmacie».
Federfarma Verona premiata a Roma
Il presidente di Federfarma Verona Marco Bacchini è stato premiato a Roma per aver implementato percorsi di promozione agli stili di vita positivi delle nuove generazioni nell’ambito della Giornata nazionale della legalità 2017. La motivazione nasce dall’impegno di Federfarma Verona nell’area dell’istruzione, a par-
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tire dal 2009, con i progetti “Educazione alla salute” e “Young&Healthy” attivi nelle scuole veronesi di ogni ordine e grado. «Sono orgoglioso degli attestati che ho ritirato a nome di tutti i titolari di farmacia e i colleghi farmacisti che nel corso degli anni si sono impegnati in questa fondamentale opera di informazione e sensibilizza-
zione rivolta agli studenti», dichiara Bacchini. «Gli incontri, calibrati sulle diverse età dei ragazzi, hanno lo scopo di informare scientificamente e fare riflettere i giovani sul pericolo degli atteggiamenti illegali, delle sostanze nocive e degli stili di vita scorretti. L’educazione alla salute e alla legalità che a essa è spesso collegata è uno
dei temi prioritari per i farmacisti che ogni giorno ne parlano con gli utenti della farmacia e intendono, entrando nelle scuole, lanciare messaggi positivi anche sull’uso corretto del farmaco, con l’auspicio che i giovani pensino alle gravi conseguenze fisiche cui vanno incontro se cadono in atteggiamenti scorretti e lesivi».
Oreste Pessina 2017 Nel corso di una cerimonia tenutasi presso l’Auditorium Testori, a Milano, sono stati consegnati i premi della diciassettesima edizione del Premio di laurea Oreste Pessina. Il primo premio è stato assegnato a Elisabetta Gravagno (facoltà di Farmacia dell’Università di Genova) per la tesi “La terapia a
base di cannabinoidi del dolore neuropatico: prescrizione e casi clinici nella Asl2 Savonese”. Seconda classificata Sara Dallaserra (facoltà di Farmacia dell’Università di Urbino) per la tesi “La Farmacia dei servizi: situazione attuale e prospettive future”. Al terzo posto Giovanna De Giorgi (facoltà di Farma-
cia dell’Università di Pisa) per la tesi “Salute e alimentazione: proposta di un’équipe multidisciplinare in farmacia per la prevenzione, individuazione dei fattori di rischio, osservazione degli esordi e vigilanza sanitaria nelle allergie e intolleranze alimentari, nelle malattie metaboliche e nei disturbi del
comportamento alimentare”. Infine, al quarto posto, Pietro Mazzarella (facoltà di Farmacia dell’Università di Urbino) per la tesi “La professione del farmacista tra etica e profitto”.
Spigolature
Premi di laurea
Seconda Giornata nazionale
della salute della donna L’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), in occasione della seconda Giornata nazionale della salute della donna che si celebra il 22 aprile, organizza la seconda edizione dell’(H)Open Week. Dal 18 al 24 aprile, attraverso gli oltre 150 ospedali con i Bollini Rosa che hanno aderito all’iniziativa, saranno offerti gratuitamente alle donne visite, consulti, esami strumentali e saranno organizzati eventi informativi e molte altre attività nell’ambito di dodici aree specialistiche: diabetologia, dietologia e nutrizione, endocrinologia, ginecologia e ostetricia, malattie e disturbi dell’apparato cardiovascolare, malattie metaboliche dell’osso, medicina della riproduzione, neurologia, oncologia, reumatologia, senologia, sostegno alle donne vittime di violenza. I servizi offerti sono consultabili dal 3 aprile sul sito www.bollinirosa.it con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione. Sarà possibile selezionare la Regione e la Provincia di interesse per visualizzare l’elenco degli ospedali che hanno aderito e consultare il tipo di servizio offerto.
“Proteggi chi ami” in farmacia Le 470 farmacie appartenenti alla Rete farmacisti preparatori di tutta Italia promuovono nei mesi di aprile, maggio e giugno l’iniziativa “Proteggi chi ami”, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’importanza di scegliere un’adeguata protezione solare ad ampio spettro. «Esporsi alle radiazioni so-
lari è fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo», spiega Santo Barreca, uno dei rappresentanti della Rete. «Ma un’esposizione eccessiva e poco controllata ai raggi UV può avere conseguenze immediate e a lungo termine. Ecco perché come farmacisti vogliamo consigliare come prendere solo il bello del sole».
In questi mesi i cittadini potranno rivolgersi al proprio farmacista di fiducia per scoprire quali tipologie di raggi UV esistano, quali siano le conseguenze di una scorretta esposizione solare, come proteggersi dagli eventuali danni e perché scegliere solari con fotoprotezione ad ampio spettro (broad spectrum). Per ulteriori informazioni: www.retefarmacistipreparatori.it.
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DIBASE
1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile
2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione 10 ml contengono: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. 1 goccia contiene: 250 U.I. di vitamina D3. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 0,625 mg pari a 25.000 U.I. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 1,25 mg pari a 50.000 U.I. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 7,5 mg pari a 300.000 U.I. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3. FORMA FARMACEUTICA
soluzione iniettabile; soluzione orale; gocce orali, soluzione.
4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche
Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D.
4.2 Posologia e modo di somministrazione
DIBASE può essere somministrato a cadenza giornaliera, settimanale, mensile o annuale (vedere paragrafo 5.2). In caso di terapia per via orale, si raccomanda di somministrare DIBASE durante i pasti (vedere paragrafo 5.2). La terapia per via intramuscolare è indicata solo in caso di sindromi da malassorbimento. Prevenzione della carenza di vitamina D: la somministrazione preventiva di DIBASE è consigliata in tutte le condizioni caratterizzate da maggior rischio di carenza o da aumentato fabbisogno. È generalmente riconosciuto che la prevenzione della carenza di vitamina D deve essere effettuata: - in maniera sistematica nel neonato (in particolare nel prematuro), nel lattante, nella donna in gravidanza (ultimo trimestre) e nella donna che allatta alla fine dell’inverno e in primavera, nel soggetto anziano, eventualmente nel bambino e nell’adolescente se l’esposizione solare è insufficiente; - nelle seguenti condizioni: • scarsa esposizione solare o intensa pigmentazione cutanea, regime alimentare squilibrato (povero di calcio, vegetariano, ecc.), patologie dermatologiche estese o malattie granulomatose (tubercolosi, lebbra, ecc.); • soggetti in trattamento con anticonvulsivanti (barbiturici, fenitoina, primidone); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee a lungo termine; • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Trattamento della carenza di vitamina D: la carenza di vitamina D deve essere accertata clinicamente e/o con indagini di laboratorio. Il trattamento è teso a ripristinare i depositi di vitamina D e sarà seguito da una terapia di mantenimento se persiste il rischio di carenza, ad un dosaggio di vitamina D idoneo alla prevenzione (vedi sopra “Prevenzione della carenza di vitamina D”). Nella maggior parte dei casi è consigliabile non superare, in fase di trattamento, una dose cumulativa di 600.000 U.I. all’anno, salvo diverso parere del medico. A titolo indicativo si fornisce il seguente schema posologico, da adattare a giudizio del medico sulla base della natura e gravità dello stato carenziale (vedere anche paragrafo 4.4).
DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione
Le posologie giornaliere sotto indicate possono essere assunte anche una volta alla settimana moltiplicando per sette la dose giornaliera indicata. Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 2-4 gocce al giorno (pari a 500-1.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 8-16 gocce al giorno (pari a 2.000-4.000 U.I. di vitamina D3) per 4-5 mesi. Donne in gravidanza 3-4 gocce al giorno (pari a 7501.000 U.I. di vitamina D3) nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3). In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio fino a 8 gocce al giorno (pari a 2.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 20-40 gocce al giorno (pari a 5.000-10.000 U.I. di vitamina D3) per 1-2 mesi. Istruzioni per l’uso La confezione contiene 1 flacone ed un contagocce. Il flacone è dotato di una capsula a prova di bambino. Il contagocce è dotato di una custodia. Per l’impiego seguire le istruzioni sotto riportate: a. aprire il flacone rimuovendo la capsula nel modo seguente: premere e contemporaneamente svitare (vedi Figura 1); b. svitare la custodia in plastica che avvolge la punta del contagocce (vedi Figura 2); c. inserire il contagocce nel flacone per prelevare il contenuto. Dosare le gocce in un cucchiaio e somministrare (vedasi “Posologia e modo di somministrazione”); d. chiudere il flacone (vedi Figura 3). Riavvitare la custodia sulla punta del contagocce; e. riporre il flacone ed il contagocce nella confezione.
Figura 1
Figura 2
Figura 3
Per aprire il flacone, premere e contemporaneamente svitare la capsula.
Prima di utilizzare il contagocce, svitare la custodia che avvolge la punta.
Per chiudere il flacone, avvitare la capsula (non è necessario premere).
DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale
Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) ogni 1-2 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 16-24 settimane. Donne in gravidanza 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane.
DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale
Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2-4 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 8-12 settimane. Donne in gravidanza 2 contenitori monodose (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane.
DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile
Neonati fino a 24 mesi Prevenzione: Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4-8 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Donne in gravidanza 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. Trattamento: 2 fiale (pari a 200.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 3 mesi. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione.
DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile
Neonati fino a 24 mesi Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ ml gocce orali, soluzione oppure o con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 3 mesi. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) ogni 6 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 6 settimane. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione.
4.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al colecalciferolo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Ipercalcemia, ipercalciuria. Calcolosi renale (nefrolitiasi, nefrocalcinosi). Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4).
4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
In caso di somministrazioni prolungate con alti dosaggi, si consiglia di monitorare il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo. Interrompere l’assunzione di DIBASE quando il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo supera i 100 ng/ml (pari a 250 nmol/l). Nei pazienti anziani già in trattamento con glicosidi cardiaci o diuretici è importante monitorare la calcemia e la calciuria. In caso di ipercalcemia o di insufficienza renale, ridurre la dose o interrompere il trattamento. Per evitare un sovradosaggio, tenere conto della dose totale di vitamina D in caso di associazione con trattamenti contenenti già vitamina D, cibi addizionati con vitamina D o in caso di utilizzo di latte arricchito con vitamina D. Nei seguenti casi può essere necessario un aumento dei dosaggi rispetto a quelli indicati: • soggetti in trattamento con anticonvulsivanti o barbiturici (vedere paragrafo 4.5);
• soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con ipolipidemizzanti quali colestipolo, colestiramina e orlistat (vedere paragrafo 4.5);
• soggetti in trattamento con antiacidi contenenti alluminio (vedere paragrafo 4.5);
• soggetti obesi (vedere paragrafo 5.2); • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica.
Il prodotto deve essere prescritto con cautela a pazienti affetti da sarcoidosi, a causa del possibile incremento del metabolismo della vitamina D nella sua forma attiva. In questi pazienti occorre monitorare il livello del calcio nel siero e nelle urine. Pazienti affetti da insufficienza renale presentano un alterato metabolismo della vitamina D; perciò, se devono essere trattati con colecalciferolo, è necessario monitorare gli effetti sull’omeostasi di calcio e fosfato.
4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
L’uso concomitante di anticonvulsivanti o barbiturici può ridurre l’effetto della vitamina D3 per inattivazione metabolica. In caso di trattamento con diuretici tiazidici, che riducono l’eliminazione urinaria del calcio, è raccomandato il controllo delle concentrazioni sieriche di calcio. L’uso concomitante di glucocorticosteroidi può ridurre l’effetto della vitamina D3. In caso di trattamento con farmaci contenenti la digitale, la somministrazione orale di calcio combinato con la vitamina D aumenta il rischio di tossicità della digitale (aritmia). È pertanto richiesto lo stretto controllo del medico e, se necessario, il monitoraggio elettrocardiografico e delle concentrazioni sieriche di calcio. Un concomitante uso di antiacidi contenenti alluminio può interferire con l’efficacia del farmaco, diminuendo l’assorbimento della vitamina D, mentre preparati contenenti magnesio possono esporre al rischio di ipermagnesiemia. Studi sugli animali hanno suggerito un possibile potenziamento dell’azione del warfarin quando somministrato con calciferolo. Sebbene non vi siano simili evidenze con l’impiego di colecalciferolo è opportuno usare cautela quando i due farmaci vengono usati contemporaneamente. La colestiramina, il colestipolo e l’orlistat riducono l’assorbimento della vitamina D, mentre l’alcolismo cronico diminuisce le riserve di vitamina D nel fegato.
4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza Nei primi 6 mesi di gravidanza la vitamina D deve essere assunta con cautela per il rischio di effetti teratogeni (vedi paragrafo 4.9). Allattamento Quando necessario, la vitamina D può essere prescritta durante l’allattamento. Tale supplementazione non sostituisce la somministrazione di vitamina D nel neonato.
4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono disponibili dati sugli effetti del prodotto sulla capacità di guidare. Tuttavia, un effetto su tale capacità è improbabile.
4.8 Effetti indesiderati
Se la posologia è conforme alle effettive esigenze individuali, DIBASE è ben tollerato, grazie anche alla capacità dell’organismo di accumulare il colecalciferolo nei tessuti adiposi e muscolari (vedere paragrafo 5.2). Gli effetti indesiderati segnalati con l’uso della vitamina D sono i seguenti: Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilità. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: debolezza, anoressia, sete. Disturbi psichiatrici: sonnolenza, stato confusionale. Patologie del sistema nervoso: cefalea. Patologie gastrointestinali: costipazione, flatulenza, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, gusto metallico, secchezza delle fauci. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash, prurito. Patologie renali e urinarie: nefrocalcinosi, poliuria, polidipsia, insufficienza renale. Esami diagnostici: ipercalciuria, ipercalcemia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/ rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
4.9 Sovradosaggio
Interrompere l’assunzione di DIBASE quando la calcemia supera i 10,6 mg/dl (2,65 mmol/l) o se la calciuria supera 300 mg/24 h negli adulti o 4-6 mg/kg/die nei bambini. Il sovradosaggio si manifesta come ipercalciuria e ipercalcemia, i cui sintomi sono i seguenti: nausea, vomito, sete, polidipsia, poliuria, costipazione e disidratazione. Sovradosaggi cronici possono portare a calcificazione vascolare e degli organi, come risultato dell’ipercalcemia. Il sovradosaggio durante i primi 6 mesi di gravidanza può avere effetti tossici nel feto: esiste una correlazione tra eccesso di assunzione o estrema sensibilità materna alla vitamina D durante la gravidanza e ritardo dello sviluppo fisico e mentale del bambino, stenosi aortica sopravalvolare e retinopatia. L’ipercalcemia materna può anche portare alla soppressione della funzione paratiroidea nei neonati con conseguente ipocalcemia, tetania e convulsioni. Trattamento in caso di sovradosaggio Interrompere la somministrazione di DIBASE e procedere alla reidratazione.
5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Vitamina D e analoghi, colecalciferolo. Codice ATC: A11CC05 La vitamina D corregge una situazione carenziale della stessa e aumenta l’assorbimento intestinale di calcio.
5.2 Proprietà farmacocinetiche
Come per le altre vitamine liposolubili, l’assorbimento del colecalciferolo a livello intestinale è favorito dalla concomitante assunzione di alimenti contenenti grassi. Il colecalciferolo è presente nel circolo ematico in associazione a specifiche α-globuline che lo trasportano al fegato, dove viene idrossilato a 25-idrossi-colecalciferolo. Una seconda idrossilazione avviene nei reni, dove il 25-idrossi-co-
lecalciferolo viene trasformato in 1,25-diidrossi-colecalciferolo, che rappresenta il metabolita attivo della vitamina D responsabile degli effetti sul metabolismo fosfocalcico. Il colecalciferolo non metabolizzato viene accumulato nei tessuti adiposi e muscolari per essere reso disponibile in funzione del fabbisogno dell’organismo: per questo motivo DIBASE può essere somministrato anche a cadenza settimanale, mensile o annuale. Nei soggetti obesi si riduce la biodisponibilità della vitamina D a causa dell’eccesso di tessuto adiposo. La vitamina D viene eliminata attraverso le feci e le urine.
5.3 Dati preclinici di sicurezza
Gli studi preclinici condotti in varie specie animali dimostrano che gli effetti tossici si verificano nell’animale a dosi nettamente superiori a quelle previste per l’uso terapeutico nell’uomo. Negli studi di tossicità a dosi ripetute, gli effetti più comunemente riscontrati sono stati: aumento della calciuria, diminuzione della fosfaturia e della proteinuria. A dosi elevate, è stata osservata ipercalcemia. In una condizione prolungata di ipercalcemia le alterazioni istologiche (calcificazione) più frequenti sono state a carico dei reni, cuore, aorta, testicoli, timo e mucosa intestinale. Gli studi di tossicità riproduttiva hanno dimostrato che il colecalciferolo non ha effetti nocivi sulla fertilità e riproduzione. A dosi che sono equivalenti a quelle terapeutiche, il colecalciferolo non ha attività teratogena. Il colecalciferolo non ha potenziale attività mutagena e carcinogena.
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti
DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: olio di oliva raffinato. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile.
6.2 Incompatibilità
Non sono note eventuali incompatibilità con altri farmaci.
6.3 Periodo di validità
DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: 3 anni a confezionamento integro. Dopo prima apertura del flacone: 5 mesi. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni.
6.4 Precauzioni particolari per la conservazione
Conservare a temperatura non superiore ai 30° C e nella confezione originale per tenere il medicinale al riparo dalla luce. Non congelare.
6.5 Natura e contenuto del contenitore
DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione Flacone in vetro ambrato contenente 10 ml, chiuso con una capsula a prova di bambino in polipropilene. La confezione contiene 1 flacone ed 1 contagocce. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. La confezione contiene 6 fiale. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. La confezione contiene 2 fiale. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Nessuna istruzione particolare.
7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO ABIOGEN PHARMA S.p.A. via Meucci 36 Ospedaletto - PISA
8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione – flacone 10 ml 036635011. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635047. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635098. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635050. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635062. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635086. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635074. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 6 fiale 1 ml 036635023. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 2 fiale 1 ml 036635035.
9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: Ottobre 2005 Data del rinnovo più recente: Ottobre 2010
10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 12/2016
25.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 25.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 50.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 50.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 10.000 U.I./ml gocce orali 100.000 U.I. 6 fiale 300.000 U.I. 2 fiale Classe A - RR
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Come abbiamo già descritto in questa rubrica (Punto Effe n. 5/2017), la prima area di intervento da comprendere e governare nell’evoluzione futura dei pazienti/consumatori è quella che riguarda la “categorizzazione” delle popolazioni. In altri termini si tratta di studiare - con precisione - che cosa definisce e descrive, teoricamente sino al livello molecolare, ogni singolo individuo differenziandolo da chiunque altro. Le variabili che possono e che probabilmente in un prossimo futuro dovranno essere considerate sono quelle relative non solo alla malattia o al rischio di malattia ma anche ai profili psicologici, allo stato economico e sociale di ogni singolo paziente, per poi adattare la modalità della comunicazione a fornire una migliore assistenza. In questo caso il “punto cieco” della prestazione in farmacia sarà quello di identificare e aiutare non solo e non già i 64
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pazienti (coloro in cui cioè i sintomi sono manifesti) quanto, piuttosto, gli individui sani ma a rischio; il compito diventerà conoscere ogni singolo cliente/consumatore con un livello di dettaglio al momento non presente e neppure immaginabile nella maggioranza dei casi. Oltretutto fornire le prestazioni sanitarie a consumatori (e generatori) di informazioni sempre più competenti su quanto riguarda la loro salute non sarà qualcosa che si potrà fare in modo superficiale ma richiederà lo sviluppo di capacità adatte a dettagliare servizi segmentati e personali sino alla granularità che sarà sempre più, giustamente, pretesa per la tutela della propria salute e per quella dei propri cari. Ciò significa investire in aggiornamento e in formazione specialistica dedicata. Agli osservatori più attenti il fenomeno è già evidente da tempo: i consumatori in generale sono infatti ormai abituati a
personalizzare tutto, dalla maglietta che portano al colore della macchina o alla combinazione degli optional. È come se, pur nella massificazione delle produzioni industriali, si cercasse di recuperare l’unicità dell’individuo; il che diviene ancora più importante, come è logico attendersi, in caso di malattia. Come vedremo nei prossimi editoriali su questi argomenti, per riuscire a ottenere simili risultati sulla personalizzazione delle cure, trasformando le categorie in dimensioni adatte a ogni singolo individuo, dovremmo fare un grande affidamento sulla scienza dell’informazione. Solo in questo modo potremmo riuscire a gestire archivi elettronici ricchi di dati ma che, senza un apporto intelligente, resteranno poveri di conoscenza e quindi totalmente inutili all’evoluzione della professione. Buon lavoro.
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