Anno XIX | N° 6 5 aprile 2018 | www.puntoeffe.it
2018 L’unico prontuario completo e affidabile TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI SEMPRE A PORTATA DI MANO
PARLIAMONE In tema di previdenza
veterinaria Regolamenti Ue
Nutrizione Dilemma emicrania
OBIETTIVO
Tonino Aceti
integrazione Il ruolo delle farmacie nell’ambito del Piano nazionale cronicità e il rapporto con le altre professioni sanitarie. A colloquio con il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva
Anno XIX | N° 6 5 aprile 2018 | www.puntoeffe.it
2018 L’unico prontuario completo e affidabile TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI SEMPRE A PORTATA DI MANO
PARLIAMONE In tema di previdenza
veterinaria Regolamenti Ue
Nutrizione Dilemma emicrania
OBIETTIVO
Tonino Aceti
integrazione Il ruolo delle farmacie nell’ambito del Piano nazionale cronicità e il rapporto con le altre professioni sanitarie. A colloquio con il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva
www.msd-animal-health.it Materiale Riservato ai Sigg. Farmacisti - per ulteriori informazioni consultare l’RCP.
SOMMARIO
Editoriale| Contro le indecisioni
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Controcorrente| Un’identità ritrovata
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InnovAzione| Una qualità da misurare
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Interventi| Appuntamento a Bologna
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Un farmacista a scuola| Non è mai tardi
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PARLIAMONe RIFORMA ENPAF | Dibattito aperto
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primo piano
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ECHI DAL WEB | Strategie concordate 20 INCONTRI | Tonino Aceti 22 VETERINARIA | Ce lo chiede l’Europa 28
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NUTRIZIONE | Dilemma emicrania
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RUBRICHE Legale | Il dispensario ancillare Fiscale | Srl, a favore e contro Dalle aziende | Un trattamento sicuro Intervista a... | Un marchio che aggrega Intervista a... | Benessere a quattro zampe Iniziative | Direzione Cosmofarma Spigolature
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What’s up Consigli The Blind Spot | Immuni e contenti
Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)
Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it
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aprile 2018 |
Collaboratori Silvia Ambrogio, Maurizio Bisozzi, Sergio Cattani, Stefania Cifani, Stefano De Carli, Francesca Giani, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Marco Melosi, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Davide Petrosillo, Chiara Romeo
Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it
Responsabile pubblicità Stefano Busconi dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404
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Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it
Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it - Tel. 02.88184.222 Immagini Shutterstock, Thinkstock. Foto di copertina: Gianluca Casponi.
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Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione Per il periodo 1/1/2017 - 31/12/2017 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.519 Diffusione media: 9.660 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.
editoriale
C
di Paolo Vintani
ontro le
indecisioni
Onore e merito Erika Mallarini a Vittorio Contarina per #Cure2Care, pubblicato da Edra. Onore perché hanno saputo iniziare a introdurre un concetto che ritengo fondamentale per i mercati futuri: la diversità. O meglio, come diceva Nolte, la differenza, che non significa superiorità. Il cammino continuerà, nella capacità di decisione, nella necessità di certificazione, nell’obbligo di aggiornamento e nella sana battaglia quotidiana perché, senza arrivare al mitra, il Principe Malinsky dichiarava ai primi del Novecento… la necessità della guerra, che forse con le sue regole e della sua gerarchia è molto più umana della liberalizzazione selvaggia. Bello il testo perché la sanità è complessa ed è impossibile tornare a un rapporto face to face, come quando il dottor Joseph Cronin (l’autore della Cittadella) donava visite di più ore con la sapienza del maestro spirituale più che del medico. Oggi, con la tecnologia, potremmo rendere virtuale, consapevole e umano il rapporto con il paziente… ci vorrà un po’. Un motivo di più per cui apprezzo anche il sottotitolo del libro, Prendersi cura del futuro della salute. Come spiega Erika in un capitolo dedicato alle istituzioni sanitarie,
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anche la farmacia è un’istituzione e da essa non si può prescindere. L’obiettivo è quello di farla interagire maggiormente con gli altri stakeholder. Per mia formazione culturale credo che ogni sistema si possa semplificare iconograficamente con una ruota: in salute il fulcro deve essere il paziente da cui irradiano i raggi (medici, farmacia, farmacista, ospedale eccetera) e più i raggi sono lunghi e tesi e più si viaggia veloce… Se ponessimo al centro i nostri interessi, quelli della farmacia, piuttosto che quelli dei medici o degli ospedali il sistema per forza centripeta imploderebbe, come è successo nel porre l’ospedale al centro. Nel leggere con vera bramosia il recente Nove ragioni per amare il greco di Andrea Marcolongo (Laterza), riscopro il duale, che non è singolare né plurale, ma l’insieme delle due cose: coppia, occhi, gambe e anche i verbi vengono coniugati in siffatta forma. Questo per un solo appunto al vostro libro cara Erika, caro Vittorio: più di altri soggetti la farmacia è duale, il raggio che è teso nella vostra ipotetica e veloce ruota sono due raggi tesi, che corrono così vicini da sembrare uno. Non dimenticatelo mai, perché l’unità non è una specifica funzionale e pratica ma semplicemente il cuore della farmacia. Sono certo che, come me, vogliate farlo sempre battere ed emozionarlo, perché il nostro raggio sia il più scintillante di tutti.
Né l’università in sé, né la singolarità sono segni di valore. Il valore risiede nei fatti stessi e non in relazioni di posizione (N. G. Dàvila)
corrente
U ortnoc
n’identità
ritrovata Il successo degli Stati Generali della farmacia testimonia di un rinnovato dialogo tra la base e le rappresentanze di categoria. A dispetto di qualche commentatore che si aspetta, in pochi mesi, cambiamenti attesi da anni
Il 10 marzo si è celebrata la giornata internazionale della meraviglia e non è uno scherzo. Qualcuno, forse scherzando, ha pensato di festeggiarla indossando una maschera di stupore davanti a recenti avvenimenti, per nulla stupefacenti. A Roma si sono tenuti gli Stati Generali della farmacia, un successo di partecipazione e contenuti come non si ricordava da mai; lasciatevelo dire da uno che da quasi quarant’anni assiste a striminziti eventi, seguiti da scarsa platea e rassegnata, costretta da un dovere di presenza più che spinta dalla speranza di reale coinvolgimento. Relazioni che sanno di lezioni accademiche, fatte cadere dall’alto in un distacco tra relatore e uditore che ha fatto la rovina della farmacia italiana. Una lontananza tra vertici e rappresentati, madre dello svuotamento professionale ed economico della farmacia, senza che nessuno avesse avuto la possibilità di far sentire le proprie proteste. Troppo in alto i vertici, troppo disunita la base per far ragionevolmente presente a “lor signori” che la Legge 405 era una bomba a orologeria sotto i bilanci delle farmacie, che gli sconti di Storace erano solo l’assaggio di quanto ci avrebbe rifilato Monti nel silenzio assor-
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di Maurizio Bisozzi
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tro la categoria; questa sì una vera rivoludante del sindacato e l’assurda pretesa sinzione culturale dalla quale occorre partire dacale di imporre il farmacista nelle per cambiare il modo di essere farmaciparafarmacie avrebbe creato un vulnus insta, emersa dalla convention di Roma. Sosanabile, un gesto da vero Tafazzi. lo lasciando le vecchie A Roma, invece, erano e stupide contrapposipresenti duemila farmauna vera zioni, le faide e i rancori cisti motivati, arrivati rivoluzione personali e di fazione, malgrado neve, malcul turale avendo la percezione di tempo e paralisi di treni essere dentro le trasfore aerei. Oltre diecimila dalla quale mazioni e non sotto, si hanno seguito l’evento partire potranno ottenere i in streaming. Ho sentiper cambiare cambiamenti invocati to e letto commentatoil modo da decenni. Per evitare ri stupiti del fatto che di essere di calare dall’alto una nes suna bacchett a rete delle reti, con l’immagica abbia risolto i farmacisti magine di intrappolare problemi e gli errori acil farmacista e non trovarsi poi, parafracumulati in decenni, che nessun prestigiasando D’Azeglio, ad «aver fatto la rete, ora tore sul palco abbia estratto il coniglio dal tocca fare i farmacisti». cilindro, che la nuova dirigenza in “ben” Ultime due parole sullo stupore, stavolta dieci mesi a disposizione non abbia rivosul viso della Federazione nazionale paraluzionato il concetto stesso di farmacia atfarmacie italiane: a Brindisi un bando cotuando la rete delle reti, sistemato munale per l’assunzione di farmacista l’annoso dilemma dell’Enpaf, cucito strapdirettore poneva tra i requisiti un quinpi e gettato ponti tra distributori e coopequennio di esperienza in farmacia. Norma rative. Per non parlare della cura del iniqua, tuona stupito il presidente Gullotcancro, della fame nel mondo, dell’energia ta, pretende di premiare chi sa di farmaa costo zero e dello scudetto al Benevencia a danno di chi ha la stessa laurea e to: tutti obiettivi miseramente falliti. magari lavora nella scuola, nell’industria, Dove invece non si è fallito, e andrebbe rinell’ospedale o abbia aperto una tabacconosciuto anche da chi, pur non avendo cheria o una parafarmacia. Saggio Giamin simpatia l’attuale dirigenza, vanta onebattista Vico, quando affermava che «la stà intellettuale, è il nuovo senso di identità meraviglia è figlia dell’ignoranza». e appartenenza che si sta costruendo den-
M
CADEM
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Innovazione
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di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division
na qualità
da misurare
Cure2Care, prima un progetto di ricerca e poi un libro per elaborare una formula che misuri il valore dell’offerta sanitaria sul territorio. A partire da quella delle farmacie
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Spostare la sanità dall’ospedale al territoI soggetti più disparati stanno cercando rio. Massimo Annichiarico, direttore genedi trovare la modalità più efficace e sosterale della Asl di Modena, persona che nibile per rispondere alle nuove esigenze stimo moltissimo come uomo e professionidei cittadini. Propongono innovazioni i resta portatore di reale innovazione nel mongolatori; gli erogatori di servizi sanitari do della salute, qualche giorno fa ha scritto pubblici e privati; gli attori della sanità insu Facebook: «Ci sono parole che non vortegrativa che da paganti si stanno trasforrei più sentire, con l’uso mando essi stessi in infatti se ne consuma il dispensatori di prestaper valutare zioni e prodotti; fino ad senso. Ci sono parole la qualità che vorrei si trasformasarrivare ai nuovi player sero in fatti, in realtà. Ci digitali che si propondella sono parole che vorrei gono come hub per la innovazione sparissero dalla loro salute. Ciascuno di occorre stucchevole ripetizione. questi propone modelli un metodo Ci sono parole che vorrei completamente diffesmettessero di essere renti: case della salute, rigoroso: parole, per non sentirle soggetti gestori, retail senza più». Le parole alle quali clinic, sanità digitale misurare fa riferimento sono “paed health point, Uccp e non si può ziente al centro”, “presa così via. migliorare in carico”, “multiprofesIl fatto che ci siano tansionale” e, ovviamente, te sperimentazioni è per prime, “ospedale-territorio”. Io avrei agestremamente positivo per incentivare giunto appropriatezza, aderenza e rete, col’innovazione, perché l’innovazione consisì siamo al completo delle ipocrisie. ste proprio nell’avere il coraggio di provare, fallire, apprendere e riprovare. Ma per valutare il valore delle diverse innovazioni LA QUESTIONE DEL COME (che non implica sceglierne una rispetto a Che non si possa più prescindere dal un’altra perché i territori e le loro esigenze portare l’offerta di salute dall’ospedale sono diverse), occorre un metodo rigoroal territorio ormai è indubbio. Il probleso: senza misurare non si può migliorare. ma è come. E senza il come, gli obiettivi Prevalentemente i modelli vengono valuche ci si propone sono destinati a restatati su singoli output, dei quali i più utilizre solo parole.
diciotto laboratori di idee ciascuno dei quali legato a uno specifico argomento di attualità in sanità
L’OBIETTIVO Ecco lo scopo della ricerca realizzata da Ocps, l’Osservatorio sui consumi privati in sanità della Bocconi, con Federfarma Roma: definire una formula in grado di misurare il valore sanitario e sociale che le diverse forme di assistenza territoriale apportano per i cittadini. Una precisazione: «con» non significa «commissionata da», ma costruita con la partecipazione attiva di farmacisti provenienti da tutti Italia (approfitto per ringraziare tutti loro e l’audacia di Vittorio Contarina di lanciarsi in una sfida così complessa). I ricercatori Sda Bocconi hanno programmato e coordinato diciotto laboratori di idee, ciascuno legato a uno specifico argomento di attualità nella sanità: cronicità, prevenzione, fragilità, istituzioni, sanità integrativa eccetera. Tutti i lavori sono stati registrati, trascritti e analizzati tramite un software in grado di individuare in maniera rigorosa e obiettiva i concetti ricorrenti. Tali concetti sono poi stati aggregati tra loro in “obiettivi” degli erogatori di salute, ciascuno pesato per frequenza di citazioni. Per esempio: i concetti di “servizi”, “presa in carico” e “consulenza” sono stati ricondotti all’obiettivo di “assistenza”, il quale allarga il ruolo degli erogatori rispetto alla tradizionale “cura”, che include i concetti di “prestazione”, “farmaco”, “competenza”, “specializzazione”. Tra gli obiettivi più frequenti si evidenziano “certificazione”, ovvero i concetti di “standard”, “linee guida”, “protocolli”, “procedure”, “qualità”, “verifica” e “monitoraggio”. E l’obiettivo di “empowerment” che ingloba i concetti di: “partecipazione attiva”, “responsabilità, “prevenzione” e “pharmaceutical care”. Particolare attenzione merita l’“empatia”, senza la quale è impensabile riuscire a raggiungere la fiducia del paziente sul territorio e quindi poterlo curare efficacemente. Tale obiettivo include i concetti di “fiducia”, “inclusione” e “ascolto”.
Una volta individuati gli obiettivi sono stati selezionati quelli che rappresentano unità di valutazione della capacità di rispondere alle esigenze degli stakeholder rilevanti, in particolare cittadini, istituzioni, aziende farmaceutiche, fondi e assicurazioni. Le unità di valutazione sono state distinte in due gruppi: quelli per i quali gli erogatori, farmacia compresa, sono già strutturati e quelli rispetto ai quali il cambiamento di scenario impone un investimento. Il primo gruppo è composto dalle seguenti unità di valutazione: (1) Competenza, (2) Urgenza, (3) Raggiungibilità, (4) Empatia. Questi quattro nodi rappresentano uniti il metaconcetto di cura (Cure), ovvero risposta alle esigenze espresse dagli stakeholder. Il secondo gruppo è composto dai concetti: (5) Certificazione, (6) Assistenza, (7) Rete e (8) Empowerment, la combinazione dei quali corrisponde al metaconcetto di Care: prendersi carico del cittadino.
GLI INDICATORI Per ciascun criterio di valutazione sono stati individuati indicatori specifici. Per esempio, per Raggiungibilità gli indicatori scelti sono in prevalenza di geomarketing, come “Distanza in macchina - Numero di persone che possono raggiungere la struttura erogatrice di servizi sanitari in non più di cinque minuti a piedi”; “Distanza con mezzi pubblici - Numero di persone che possono raggiungerla in trenta minuti”, per un totale di quindici indicatori oggettivi. Alcune misure di valutazione sono partico-
Innovazione
zati sono indicatori di costo. E i farmacisti lo sanno bene, pensando ai confronti tra Distribuzione diretta e territoriale. È difficile misurare gli outcome, specie perché essi dipendono da variabili in parte indipendenti l’una dall’altra.
larmente avanzate, come quelle usate per l’Empatia, obiettivo che sembrerebbe molto soggettivo. In questo caso sono stati selezionati il “Pad”, che misura il “sentirsi a proprio agio in un luogo”, declinabile per le diverse aziende; il Trust index, che misura il livello di fiducia del paziente nell’erogatore; e il Diversity index, complesso di indicatori che valutano la capacità inclusiva e non discriminatoria dei fornitori di servizi. La ricerca è stata pubblicata in un volume che ne esemplifica l’applicazione alla farmacia. Dubito che molti lettori siano arrivati a questo punto dell’articolo. La maggior parte si sarà fermata prima della descrizione tecnica, e magari qualcuno l’avrà saltata per arrivare alle conclusioni. Protocolli di ricerca, metodologie e indicatori, diciamocelo, sono noiosi da leggere per chi non ne è appassionato tanto da scegliere la ricerca come mestiere. Poi non ce li aspetta perché l’innovazione alla creatività e alla capacità di immaginazione propria degli imprenditori. Ma è innovativo solo ciò che in primo luogo dimostra la capacità di soddisfare i bisogni del cliente finale, la cui unicità o valore aggiunto sia percepibile e riconoscibile, e che porti un’utilità all’azienda che lo ha prodotto in termini di incremento di reddittività. Per incrementare la redditività serve essere riconosciuti come portatori di valore aggiunto dai clienti e dalle istituzioni. E il valore aggiunto deve essere misurato. Altrimenti sono solo chiacchiere, o come direbbe Annichiarico, solo parole.
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interventi
A
di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar
ppuntamento
a Bologna
Formazione e crescita professionale al centro delle iniziative di Fenagifar a Cosmofarma
Con la primavera, puntuale o quasi, arriva anch e i l m o m e nt o d i Cosmofarma, questa finestra sulle novità del settore e opportunità di incontri, scambi, affari, formazione. Ormai la sede fissa è Bologna, con un crescendo di successi; lo scorso anno, 400 espositori, un migliaio circa di marchi presenti e il record di visitatori, con 32.000 presenze e aziende provenienti anche da una trentina Paesi esteri. È un evento diventato ormai ineludibile, coacervo dell’anima commerciale e professionale della farmacia, con la sua vasta area espositiva e la sua parte convegnistica, momento di dibattito e aggiornamento. I giovani farmacisti vi partecipano sempre con grande entusiasmo e, come per lo scorso anno, per il 2018 saranno direttamente impegnati sia nell’area degli stand, sia nell’organizzazione di un convegno. Quest’anno, infatti, Fenagifar, con il supporto di aziende del settore dell’arredamento per la farmacia, sta preparando uno stand allestito a mini-sala convegni, nel quale, durante le tre giornate, saranno offerte mini-pillole formative, tratte dai programmi di formazione della Fondazione Agifar Academy. I temi saranno di
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grande interesse per i farmacisti, come quello sulla comunicazione efficace al paziente, sulla comunicazione sui social, sulla preparazione galenica e molti altri. Il sabato pomeriggio alle 14.30 ci sarà il nostro convegno dal titolo “Sguardi generazionali: il confronto come nuovo orizzonte. #concretezza”. Lo a bbiamo preparato partendo da lontano. Nelle scorse settimane abbiamo distribuito un questionario ai giovani laureati in Farmacia e uno dedicato agli studenti in Farmacia e Ctf, sollecitando risposte riguardo a specifici temi della professione. Stiamo elaborando i risultati che commenteremo con l’aiuto di Franco Falorni, docente in Economia aziendale del corso di laurea in Farmacia e consulente di categoria a tutto tondo, e Arturo Saggese, commercialista di Punto Farma, mentre a Roberto Pasqua, consulente e formatore di marketing e management, abbiamo affidato il compito di moderatore del dibattito. L’obiettivo è discutere e capire insieme quali siano le indicazioni per fornire, con concretezza, un supporto valido, a chi svolge già la professione, ma necessita di crescita professionale, a chi è alle prime armi e a chi non ha ancora risolto il problema dell’occupazione e, soprattutto, riconoscere e individuare insieme quali siano le nuove e migliori opportunità che il sistema sanitario italiano offre alla farmacia e, con questa e in que-
al centro del dibattito: quali sono le migliori opportunità che il sistema sanitario offre alla farmacia?
sta, alla professione. Sabato sera gli “agifarini” si riuniranno in un momento conviviale, durante il quale sarà assegnato un premio speciale di 3.000,00 euro, all’Associazione Agifar che avrà presentato il miglior progetto tra le Agifar partecipanti al bando che Fenagifar ha lanciato nei mesi scorsi. Arrivederci quindi, al consueto appuntamento di Bologna, dal 20 al 22 aprile.
Vieni a scoprire la farmacia del futuro a
un farmacista a scuola
N
on è mai
troppo tardi L’educazione sanitaria deve coinvolgere tanto i giovani quanto gli anziani. L’esperimento condotto, a Trento, in un condominio popolare
Questa volta voglio parlarvi di un’esperienza fuori dalla scuola, ma dal grande valore educativo e preventivo. Lo scorso anno come team Saluteducazione abbiamo partecipato a un progetto volto allo sviluppo di relazioni tra le persone, situato in un quartiere popolare a sud di Trento. Si tratta di un complesso di grandi condomini edificati negli anni Settanta che ospitano migliaia di persone di tutte le età ed etnie, con una grande percentuale di anziani, in molti casi coloro i quali sono entrati in possesso dell’abitazione fin dalla sua inaugurazione. Come spesso succede in queste situazioni, l’insicurezza socioeconomica del periodo, unita alla solitudine dovuta alla disgregazione delle comunità fin dal nucleo familiare, ha come conseguenza l’emarginazione e il rischio di peggioramento delle condizioni di salute delle persone. La sfida iniziale per noi è stata venire in contatto con queste persone, che spesso si fanno vedere poco in giro e non hanno grandi relazioni di vicinato. Un’associazione partner dell’iniziativa ha organizzato una serie di incontri di attività motorie specifiche per over 65, da realizzarsi al mattino a breve distanza dalle “Torri di
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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore
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delle date stampigliate sulle confezioni, Madonna Bianca” (così sono comunegenerando errori di somministrazione mente conosciuti questi complessi abied effetti indesiderati. tativi tra i trentini). Un’educatrice di Così, nel pomeriggio di un giorno lavoracomunità si è occupata di coinvolgere le tivo infrasettimanale, abbiamo messo persone bussando alle loro porte, per faun tavolo nell’atrio di uno dei condomire conoscenza e pubblicizzare l’iniziatini, rimanendo a diva. Le prime relazioni sposizione di tutte/i create sono state preabbiamo coloro che desideraziose per poter fare il invitato vano approfondimensecondo passo, di cui queste ti, delucidazioni, siamo stati protagoniconfronti o anche sosti noi. Abbiamo penpersone sato di puntare sui che assumono lamente parlare un po’ di argomenti legafarmaci: dal momento più farmaci ti alla salute. che il 30 per cento di al giorno Il tempo è corso veloessi assume quattro o cemente e numerose più farmaci al giorno, a portarci abbiamo invitato tutil contenuto sono state le persone incuriosite dall’iniziate le persone a portardei tiva. Si sono intratteci il contenuto dei loro nute, sulle panchine loro armadietti dei armadietti che abbiamo portato, medicinali, di modo per più di un’ora e che noi (un farmacinon è mancato il rito del caffè pomerista e un’infermiera) avremmo potuto diano che ha riscaldato il tramonto del aiutarli a individuare i farmaci scaduti e tiepido sole di fine inverno. quelli ancora validi e in buone condizioL’iniziativa è stata ben accolta e pennani, e parallelamente applicare adesivi relli colorati, bollini, adesivi sono stati specifici sulle confezioni, che ne mettesutili per mettere ordine tra tutti i farmasero in evidenza le indicazioni, la posoloci vecchi e nuovi, da assumere al bisogia e la data di scadenza. gno o cronicamente. È solo il primo La compliance è imperfetta nel 50 per passo di una serie di iniziative legate alcento dei casi, nella popolazione anziala salute di comunità, ma siamo convinti na e spesso il calo della vista o altri proche è stato nella giusta direzione. blemi causano difficoltà nella lettura
parliamone
I
di Francesca Giani
nsieme
per la riforma
Ultimate le audizioni delle varie rappresentanze della professione per raccogliere esigenze, richieste e posizioni in tema di riforma della previdenza di categoria, il Consiglio di amministrazione dell’Enpaf ha fissato un incontro plenario, su spinta di Federfarma, per il 23 di aprile, al fine di avviare un confronto, aperto e condiviso, tra le principali sigle: Federfarma, Assofarm, Farmacieu-
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nite, Conasfa, Sinasfa, i sindacati confederali Filcams, Fisascat e Uiltucs, Mnlf, Fnpi e Lpi, Fenagifar, Sinafo. L’intento è quello di discutere le possibili modifiche dell’ordinamento previdenziale di categoria e di mettere sul tappeto le proposte di correttivo avanzate da ciascuna rappresentanza, così da iniziare a porre le basi per una prima sintesi.
UN PERCORSO GIÀ AVVIATO Di riforma della previdenza di categoria, in realtà, si parla da diversi anni. Già nel 2015 l’Enpaf aveva istituito una Commissione di studio, coordinata da Alberto Brambilla - già sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle politiche sociali ed esperto in materia - da cui era uscita una prima elaborazione di proposta, su cui poi le sigle avevano espresso i loro rilievi. I lavori, però, hanno accusato una battuta d’arresto, anche alla luce della legge sulla Concorrenza: dall’Enpaf è stata, infatti, espressa l’esigenza di rilevare gli impatti sulla platea dei contribuenti dell’ingresso delle società di capitali. Oggi, come allora, tante sono le posizioni all’interno della categoria e trovare una sintesi non sarà un lavoro facile, anche perché, come più volte ricordato da Emilio Croce, presidente dell’Enpaf, nel corso di questi mesi di dibattito, qualsiasi modifica deve «garantire la sostenibilità dei conti nel medio-lungo periodo, deve essere frutto di valutazioni ponderate e coerenti con la realtà dei numeri e con le disposizioni di legge che governano il nostro settore e che esulano, peraltro, dalla competenza regolamentare dell’ente, e deve passare il vaglio dei Ministeri vigilanti». In generale, sembrano prevalere due
parliamone
Ferve il dibattito sulla revisione del sistema previdenziale dei farmacisti. La posizione dell’Enpaf e il confronto con le rappresentanze di categoria
spinte: da un lato quella di migliorare la prestazione pensionistica, che, preoccupa un po’ tutte le componenti, e, dall’altro, quella di ridurre l’impatto della contribuzione, almeno per alcune situazioni e periodi di crisi. In questo quadro, sembra essere comune l’idea che il contributivo sia più equo, pur con alcune criticità da risolvere, ma, ricorda Croce, «è un sistema privo di meccanismi solidaristici: laddove le aliquote contributive sono basse, lo saranno anche le prestazioni». Non a caso, dal presidente dell’Enpaf giunge un richiamo a che la riforma «non prescinda da principi di solidarietà, equità intergenerazionale ed endocategoriale». E tra i nodi messi in luce il fatto che «l’adeguatezza non si potrà mai ottenere con gli attuali livelli di contribuzione versata. Pertanto, anche il metodo di calcolo contributivo, traslato nella nostra realtà, non potrà comportare sostanziali aumenti delle prestazioni oggi riconosciute dall’ente, a meno di non ipotizzare un’aliquota di prelievo sul reddito particolarmente consistente». Oltre tutto «va tenuto presente che, nel meccanismo di rivalutazione dei montanti contributivi, assume rilievo l’andamento del Pil su base quinquennale, nonché l’aumento dell’aspettativa di vita». Vediamo nel dettaglio esigenze e richieste delle principali sigle.
Il presidente croce: ogni ipotesi di riforma enpaf deve garantire la sostenibilità dei conti nel medio-lungo periodo
| aprile 2018 15
parliamone Emilio Croce, presidente dell’Enpaf
TITOLARI Per quanto riguarda i titolari di farmacia privata, una prima richiesta avanzata da Federfarma all’ente va nella direzione di contributi più equi - introducendo anche una relazione tra il valore della pensione e il reddito - e di prestazioni più adeguate. La premessa è che, come si legge anche nel programma elettorale di Farmacia Futura, «in passato, il problema della pensione non era particolarmente sentito dai titolari di farmacia, poiché l’azienda era in grado di garantire loro una rendita sufficiente, sia in caso di trasmissione diretta ai propri congiunti che, attraverso l’avviamento, nel caso di cessione a terzi. Nelle attuali condizioni, ciò non è più possibile e occorre, quindi, avviare un’analisi dell’intero sistema pensionistico dei titolari/soci farmacisti, con riguardo in particolare all’atipicità della normativa che regola l’Enpaf, della ripartizione dei contributi versati e all’insufficienza delle prestazioni erogate». Dai titolari è stato messo in luce «come a fronte di una pensione di 500 euro al mese, che è il corrispettivo, all’età pensionabile, del solo versamento della quota intera di 4.450 euro, in realtà, la media delle farmacie italiane versa, tra il contributo dello 0,90 e la quota fissa, circa 9.200 euro all’anno». Da qui la proposta, appoggiata anche da Fenagifar, di cambiare la destinazione del contributo dello 0,90 per cento da oggettivo a soggettivo, in modo che venga trasformato in una forma aggiuntiva di prestazione pensionistica per le farmacie che lo versano. Una modifica che, comunque, richiederebbe un intervento normativo.
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la richiesta «che venga tutelata la scelta Tra i temi lanciati dai titolari c’è, poi, la di chi ha optato per il solo contributo di questione di «chi è pensionato e continua a solidarietà, con la rinuncia alla copertura esercitare in farmacia: se si mette sulla biprevidenziale». lancia quanto si versa Da Conasfa poi viene (la quota intera) e federfarma: avanzata l’idea delquanto si prende dalla occorre l’«abrogazione pensione, il conto è avviare dell’obbligo della praticamente in pareguna doppia contribuziogio». La richiesta per ne» e bocciata la prouna revisione degli obanalisi posta - di Federfarma blighi è anche in quedell’intero e Fenagifar - di camsto caso sostenuta da sistema biare la destinazione Fenagifar, che propone pensionistico del contributo oggetquindi che «sia data dei tivo dello 0,90 per l’opportunità di mantecento perché «tale nere l’iscrizione dopo il titolari-soci contributo è frutto pensionamento Enpaf farmacisti del lavoro dei Farmao Inps pagando il solo cisti e non della Farcontributo di solidariemacia e come tale debbono beneficiarne tà: questo eviterebbe le cancellazioni di tutti i Farmacisti e non solo i titolari ed i moltissimi iscritti». soci di farmacia». Un mercato del lavoro più complesso è al NON TITOLARI centro della riflessione anche del MoviE DIPENDENTI DI FARMACIA mento nazionale liberi farmacisti, seconSul fronte dei non titolari, un primo interdo cui occorre dare risposta soprattutto vento è arrivato da Conasfa, la Federazioalla «precarietà, nei rapporti di lavoro e ne nazionale associazioni dei farmacisti nella molteplicità dei contratti», perché da non titolari, che ha chiesto una tutela parqui si genera «la fuoriuscita dai registri orticolare per «i farmacisti dipendenti, già dinistici e quindi dalla professione di un svantaggiati dalla doppia contribuzione obbligatoria», e da parte del Sinasfa, il Sindacato nazionale dei farmacisti non titolari, che ha sottolineato come qualsiasi proposta di «riforma non debba essere penalizzante». La preoccupazione, in particolare, va ai «colleghi con attività lavorativa saltuaria, con contratti di breve durata, sostituzioni, precari, sottoccupati o anche i lavoratori part time». A cui si aggiunge poi il problema dei «disoccupati». A essere messa in luce è «l’esigenza che fasce più fragili di lavoratori non si debbano ritrovare a pagare cifre che possono mettere a rischio il bilancio familiare». In questo senso, «un eventuale passaggio al contributivo, con l’aggancio della contribuzione al reddito effettivamente prodotto, potrebbe risolvere alcune delle criticità che oggi interessano i non titolari». E se il Conasfa sottolinea la necessità di «adeguare l’importo della pensione, oggi insufficiente per il sostentamento, e rendere Marco Cossolo, presidente di Federfarma più equo il regolamento», dal Sinasfa c’è
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parliamone Davide Petrosillo, presidente di Fenagifar
numero sempre crescente di farmacisti». Per questo, occorre «cominciare a ragionare su un diverso sistema previdenziale che, pur nel rispetto dei vincoli di bilancio, sia in grado di coniugare attraverso la libera scelta contributiva una sussistenza previdenziale adeguata con un carattere solidaristico universale» e andare verso «una previdenza che sia più “inclusiva”». Da qui le proposte: «strutturare la contribuzione in due componenti: A) quota fissa, B) quota percentuale sul reddito». Dal «totale verrebbe prelevata una piccola percentuale che diventa quota di solidarietà da utilizzare in favore degli iscritti in difficoltà economica, nella maternità, nell’assistenza e in tutti i casi in cui sia necessario. La quota totale deve essere completamente deducibile. Una riforma della contribuzione di questo tipo potrebbe portare anche ad una progressiva e graduale diminuzione del prelievo dello 0,90 per cento sul Ssn sino a sua completa eliminazione». Tra gli altri punti, c’è «l’abolizione dell’obbligo contributivo quale condizione vincolante per l’iscrizione all’Ordine provinciale, libera scelta d’iscrizione all’Enpaf per titolari di altra posizione pensionistica e, se presente altra forma di contribuzione, accesso al contributo di solidarietà per tutti e sua piena deducibilità». Inoltre, «in caso di cancellazione dai
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dell’attività professionale per dare l’opportunità a tutti di godere di prestazioni pensionistiche, senza un minimo di anni di contributi». Fenagifar chiede poi che «il contributo di solidarietà» sia «solo per i pensionati attivi professionalmente», mentre «per gli iscritti che versano già ad altro ente, si rende necessario prevedere un contributo di pari importo al contributo di solidarietà, che vada però ad alimentare un fondo pensione riscattabile, GIOVANI FARMACISTI esiguo ma più accettabile per la maggior Da Fenagifar le proposte sono state racparte degli iscritti». Al terzo punto, c’è colte in sette punti e organizzate all’interpoi il «ripristino dei contributi ridotti per i no di una petizione pubblicata on line in neo iscritti per i primi tre anni», pari a cirmodo da raccogliere il consenso della ca «mille euro, qualunque sia la tipologia componente giovanile. Il contesto vede di contratto in atto, da applicare in tutti i un mondo del lavoro che «dal 1995 è casi in cui non cambiato: l’occusi possa far vapazione che coinfenagifar: lere il diritto alcide con la vita il contributo la riduzione». In lavorativa è ormai di solidarietà generale, r iun sogno, così cosia solo prende il punto me la possibilità di Federfarma di un rapido inseper i pensionati di «riformulare rimento dopa la attivi in modo più laurea e l’abilitaprofessionalmente equo il regolazione. Su questa mento dell’Enbase, l’obbligo di te, eliminando alcune discriminazioni» e vent’anni di attività su trenta di iscrizio«auspica una minor rigidità nell’applicane può essere un traguardo difficilmente zione di alcune regole, soprattutto quelle raggiungibile». Per questo, al primo punrivolte ai giovani iscritti (es. scadenza to c’è proprio «l’abolizione dell’obbligo tassativa delle contribuzioni)». registri dell’Enpaf, in presenza di altra previdenza, si chiede l’attivazione dell’istituto della restituzione». La richiesta infine è di «studiare una str uttura permanente di ascolto che affianchi gli organi decisionali. Questo al fine di avere piena e completa rappresentanza di tutte le componenti e al contempo avvicinare l’ente agli iscritti».
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PARAFARMACIE
Davide Gullotta, presidente Fnpi
Infine, le parafarmacie. Principale preoccupazione per Fnpi (Federazione nazionale parafarmacie italiane) è - come spiegato dal presidente Davide Gullotta la necessità di un adeguamento al reddito, tenendo conto delle situazioni di maggiori difficoltà: «Bene un passaggio al contributivo, con una proporzionalità tra contribuzione e redditi». Ma, continua, «se si preveda di affiancare a una quota di contribuzione legata al fatturato anche una quota minima, questa deve tenere conto di tutte le situazioni presenti sul territorio, che vede parafarmacie e farmacie di più piccole dimensioni, con fatturati e redditi bassi. È impensabile, in questa situazione, che la quota minima sia superiore a 1.500 euro».
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Stefania Cifani per Farmacista33
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concordate
Il modello Unifarco di interazione con le farmacie, dentro e fuori i confini nazionali
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Innovazione, ricerca, valorizzazione del territorio e stretta collaborazione con i farmacisti e le farmacie che costituiscono “gli occhi e le orecchie sul territorio”. Questa la strategia adottata da Unifarco, che ha deciso di avvalersi della collaborazione di un massimo di 2.600 farmacie distribuite in tutta Italia, e presentata in un incontro con gli addetti ali lavori. Molta attenzione è rivolta alla collaborazione con i farmacisti, con i quali esiste un confronto costante. Le farmacie «costituiscono gli occhi e le orecchie sul territorio», questo è il messaggio ribadito dall’azienda: insieme a loro vengono delineate le strategie aziendali per il futuro, ed è sulle loro necessità che vengono imbastite attività di formazione e ricerca. I farmacisti testano il successo di un prodotto o aiutano a ritararne alcune caratteristiche in relazione ai riscontri avuti dai cittadini. Sono stati inoltre costituiti alcuni gruppi di lavoro composti da farmacisti selezionati, sia in Italia sia all’estero, con i quali condividere periodicamente i risultati e adattare efficacemente a livello locale le strategie aziendali. Inoltre, ai farmacisti vengono offerte una formazione e una preparazione tecnica e manageriale, così che possano essere sempre in grado di rispondere con efficacia alle richieste dei consumatori. Il modello è quello della “formazione continua” - sia attraverso la formazione diretta sia grazie a MyLab, team
interno dedicato a rispondere in tempo pressoché reale ai quesiti dei farmacisti da ogni parte d’Italia e d’Europa.
I NUMERI L’azienda, fondata nel 1982 nel bellunese da farmacisti, è tuttora gestita dai quattro soci fondatori e conta oltre 320 soci far-
macisti, 360 dipendenti in sede e 120 collaboratori sul territorio. Tre i marchi dell’azienda: Farmacisti Preparatori (dermocosmesi, igiene e nutraceutica firmati dal farmacista con il proprio marchio), Unifarco Biomedical (dispositivi medici e dermocosmesi) e Dolomia (make-up e cosmesi) che hanno contribuito per circa 69
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il confronto costante con i farmacisti, “gli occhi e le orecchie sul territorio”
milioni euro (+13 per cento), 7 milioni (+65) e 8 milioni (+33) al fatturato del 2017 pari a 84 milioni (+17 rispetto al 2016). Nel corso dell’ultimo anno sono state registrate crescite in altri Paesi europei: Germania (+23,7 per cento), Austria (+18), Spagna (+33), Francia (+ 50) e Svizzera (+29,3). Nel 2017 sono stati venduti più di diciassette milioni di pezzi, di cui 14,5 milioni personalizzati, con etichetta della singola farmacia, sia in Italia sia all’estero.
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incontri
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di Francesca Giani
biettivo
integrazione
Il ruolo delle farmacie nell’ambito del Piano nazionale cronicità e il rapporto con le altre figure sanitarie. A colloquio con Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato Cittadinanzattiva
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nanzattiva, con il quale abbiamo fatto un Invecchiamento della popolazione, deospepunto sul ruolo della farmacia nella presa dalizzazione e territorializzazione delle cuin carico della cronicità e sul Piano naziore, crescita dell’incidenza della cronicità, nale cronicità. multimorbilità, gestione della non autosufficienza e della disabilità. Sono molti i fenomeni che interessano un Ssn sempre più Partiamo dalla situazione alle prese con la sostenibilità e, in questo nel nostro Paese… quadro, la risposta messa in campo dai vaIn Italia sono quasi ventiquattro milioni le ri attori della sanità deve evolvere verso la persone che hanno una o più malattie cromaggiore centralità del paziente e del perniche e, a livello europeo, si stima che tali corso di cura. Una grande sfida è quella di patologie siano responsabili, nel complesfar sì che le figure del Servizio sanitario naso, dell’86 per cento dei decessi e di una zionale operino in spesa sanitaria valumaniera integrata, in tabile intorno ai 700 si calcola modo che medici di miliardi di euro per che famiglia, infermieri, anno. Nel nostro Paefarmacie, servizi terse, proprio in una loin italia ritoriali, non vadano gica di sostenibilità e siano ognuno per proprio di maggiore capacità quasi conto, disegnandosi di risposta del Ssn, ventiqua ttro ciascuno il suo ruolo, nel settembre 2016 milioni ma agiscano in coeha avuto il via il Piarenza, «tenendo la no nazionale della le persone barra diritta innanzicronicità (Pnc), che con una tutto sul bisogno di dovrebbe introdurre o più salute delle comunità dosi massicce di inmalattie che va soddisfatto. novazione organizzaL’obiettivo, cioè, è cotiva nel sistema e croniche ordinare le evoluzioni nelle politiche del professionali, di ruoli personale sanitario, e responsabilità, dei diversi attori in un’ottial fine di garantire un nuovo e più efficace ca di integrazione». La riflessione arriva da modello di presa in carico del paziente. A Tonino Aceti, coordinatore nazionale del un anno e mezzo di distanza qualcosa iniTribunale per i diritti del malato-Cittadizia a muoversi, in ordine sparso, ma è an-
incontri cora decisamente troppo poco. Le Regioni, chiamate a recepire il Piano per dare attuazione ai contenuti nei rispettivi ambiti territoriali, stanno procedendo a rilento e a macchia di leopardo.
Entriamo nel dettaglio. A oggi, sono cinque le Amministrazioni che, con proprio atto, l’hanno recepito: Umbria, Puglia, Lazio (da pochi giorni), Emilia Romagna, Marche. Oltre a queste, il Piemonte ha un iter già avviato, anche se non ancora ultimato. La Toscana, nonostante il suo tradizionale impegno sul
tema, non ha ancora varato una delibera di recepimento, ma conta una serie di altri interventi su varie aree della cronicità, mentre la Lombardia ha un suo «Piano regionale della cronicità e fragilità», con vari provvedimenti attuativi, che però non è totalmente sovrapponibile a quello nazionale. La conseguenza di questa situazione è che si evidenziano ancora molte aree critiche nella gestione delle malattie croniche e che non riesce a prendere il via quella presa in carico che mette il paziente al centro di un approccio multidisciplinare.
In questo anche le farmacie ricoprono un ruolo? E come procede su questo fronte? Il ruolo è messo nero su bianco dal Pnc. La farmacia è uno degli snodi del sistema di presa in carico della cronicità, insieme al distretto sanitario, al medico di famiglia, alla pediatria di libera scelta, agli infermieri di famiglia. Che le farmacie concorrano al modello della presa in carico della cronicità è confermato anche da un esercizio che abbiamo svolto sulle ricorrenze di alcuni termini all’interno del Piano. In parti-
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se non vi sono certezze sulle nuove forme di remunerazione ritengo difficile che le farmacie svolgano un ruolo primario nella gestione della cronicità
colare, sul versante dei professionisti sanitari e dei servizi, abbiamo rilevato che il termine Medico di medicina generale (Mmg) ricorre 48 volte; Pediatra di libera scelta (Pls) 30; professione infermieristica 36; farmacista 8; farmacia/e 23; specialista 13. Se sommiamo farmacista e farmacia/e il totale è 31, che non è male. C’è però un tema.
Quale? Se le normative, che, nel corso del tempo, hanno disegnato la presenza della farmacia come snodo del servizio sanitario, ne descrivono in maniera chiara ruolo, attività, responsabilità, resta aperta la questione della retribuzione. Occorre, cioè, capire quale investimento i decisori intendano fare su questo presidio del Servizio sanitario nazionale, superando l’attuale approccio di interventi spot per sperimentazioni, progetti, iniziative. Se esiste una strategia sulle farmacie, tracciata dalle molteplici normative, ciò che deve essere sostenuto è la strategia nel suo complesso. Perché, senza una certezza anche sui fondi, ritengo più difficile che le farmacie siano in grado di impostare, in tutta la loro rete, quel cambiamento di sistema che l’ingresso a pieno titolo nella rete di gestione della cronicità comporta.
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Il tema delle risorse è comunque generale. Il Piano lo dice chiaramente: non ci devono essere costi aggiuntivi per le casse pubbliche dalla sua attuazione e realizzazione. Va, però, detto che nel documento si fa anche riferimento alla possibilità, o, meglio, opportunità, di accedere ad altre fonti di finanziamento, come i Fondi europei, con particolare riguardo all’implementazione di soluzioni di sanità digitale a supporto della cronicità. Tra queste, ci sono per esempio i fondi del progetto Pon Gov Cronicità-Ict per la salute 2017-2023, pari a 21.154.946,00 euro. Il progetto, già approvato ma non ancora partito, promuove la riorganizzazione dei processi di gestione della cronicità e parte dal presupposto che «integrare i modelli di cura tramite il supporto dell’Ict può consentire di sviluppare un lavoro in rete per migliorare l’offerta di cure, contenendo la spesa per le malattie croniche». Sbloccare questi fondi potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per la presa in carico e favorire, per quanto riguarda le farmacie, a un loro maggior protagonismo, a implementare questi presidi come soggetto integrato, sotto ogni aspetto, all’interno della rete e a capitalizzarne il valore aggiunto nel modello di gestione.
Mentre, a oggi, sul fronte dell’informatizzazione del Ssn siamo ancora indietro? Se andiamo a vedere i dati relativi all’attuazione del Fascicolo sanitario elettronico, elemento imprescindibile per il funzionamento del sistema, della rete e della realizzazione della presa in carico, risulta attivato in sedici Regioni, e solo in undici è interoperabile. Questo è un ulteriore elemento di freno alla partenza del modello e lo è anche per quanto riguarda lo sviluppo del ruolo delle farmacie.
Nel momento in cui il modello venisse attuato, quali cambiamenti dovrebbe mettere in campo la farmacia per entrare a pieno titolo nella rete di gestione della cronicità? Concorrere alla gestione di un paziente cronico è complesso e delicato. Siamo convinti che tutti gli attori - dai medici, ai pediatri, agli infermieri - debbano continuare a rafforzare la formazione e lo stesso discorso vale per il farmacista. Ma a cambiare credo che debba essere anche il rapporto con i pazienti. Una prima direttrice riguarda la relazione, che dovrà essere potenziata, approfondendo ascolto, dialogo, consiglio. Sarà necessario rafforzare il livello di comunicazione, garantendo tempo all’ascolto e offrendo quindi la giusta attenzione al paziente, per essere di supporto rispetto alle difficoltà che possono insorgere nella gestione del farmaco, della quotidianità della patologia e della vita familiare e sociale. E, per la farmacia, che su questo ha già un’esperienza sul “campo” e nella vita di tutti i giorni, un aspetto sul quale dovrà concentrare l’attenzione è quello di garantire perfetto equilibrio nel conciliare il tempo dell’ascolto e della comunicazione con il cittadino, con il ritmo, alcune volte pressante, della quotidianità “al banco.” C’è poi un altro aspetto da considerare. Già oggi il farmacista si trova a relazionarsi con i pazienti cronici; tuttavia, nel momento in cui la farmacia svolgerà pienamente il ruolo tracciato dal piano della cronicità e dagli altri provvedimenti, a
incontri Ăˆ un medicinale a base di Piroxicam che può avere eetti indesiderati anche gravi. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 19/12/2016.
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Nella cabina di regia Tonino Aceti, 38 anni, in Cittadinanzattiva dal 2003, è il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato (Tdm) e responsabile del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (Cnamc). È stato inoltre membro del Comitato Etico del Policlinico Umberto I di Roma e componente della Commissione ministeriale per la semplificazione amministrativa in materia di invalidità civile e handicap; e membro dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilita” istituito presso il ministero del Lavoro e delle politiche Sociali. Ad agosto 2014 è stato nominato, quale esper-
cambiare ancora saranno anche le aspettative che i cittadini avranno nei confronti della farmacia stessa.
In che modo? Il farmacista, essendo attore del Ssn, dovrà rafforzare e aggiornare costantemente la propria conoscenza sulla rete di presa in carico della cronicità e sulla sua governance, saperla attivare, saper orientare il cittadino, anche per garantire appropriatezza nell’accesso ai servizi e quindi contribuire alla sostenibilità del Ssn. Dovrà confrontarsi e interagire con setting e modelli assistenziali messi in campo, avere un ruolo nell’aderenza alla terapia, nella pharmaceutical care. Oltre al fatto, da non trascurare, che la farmacia di comunità, grazie alla sua capillarità e alla estensione degli orari di apertura, compatibili con la quotidianità dei pazienti, ha un ruolo nel miglioramento dell’accesso al farmaco. E questo per un malato cronico è fondamentale. In questa direzione, il fatto che anche i farmacisti siano entrati nella Cabina di regia prevista dal Piano della cronicità rappresenta una buona notizia: questo contribuirà a chiarire, capitalizzare e implementare al meglio il ruolo del farmacista e della farmacia nella rete di presa in carico.
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to delle politiche della cronicità, nelle commissioni preposte alla stesura del Piano nazionale della cronicità. È attualmente componente del Comitato tecnico sanitario del ministero della Salute - Sezione Cure Palliative e Terapia del Dolore L. 38/2010. È poi componente del Tavolo innovazione istituito presso la Direzione generale dispositivi medici e farmaci del ministero della Salute e del Comitato nazionale del programma nazionale esiti (Pne) istituito presso l’Agenas. Dal dicembre 2017 è componente della Cabina di regia del Piano nazionale della cronicità.
Qual è la sfida più grande, al momento, per riuscire a realizzare il modello di presa in carico? Riuscire a coordinare e integrare i vari attori, secondo una direzione e un disegno coerente e condiviso, declinando per ognuno ruoli, responsabilità, competenze e attività, in modo complementare, così da evitare sovrapposizioni e doppioni, che costituirebbero uno spreco. È necessario altresì valorizzare di più e meglio le tante e nuove competenze sviluppate negli anni dai professionisti della salute, al fine di garantire risposte più efficaci al bisogno di salute della popolazione.
Come garantire questo coordinamento? Al momento sono molte le partite aperte che hanno un impatto sul disegno dell’assistenza territoriale, dall’attuazione dei nuovi Lea a quella del Piano della cronicità, dagli accordi nazionali per la medicina famiglia e per la pediatria nonostante la recente firma, al capitolo, molto importante, dell’infermiere di famiglia, alla farmacia dei servizi, sino al fondamentale rinnovo della Convenzione delle farmacie. Se le partite sono tante e riguardano i diversi ambiti dell’assistenza, è chiaro che gli interventi vanno coordinati e
integrati secondo una visione e un disegno coerente e condiviso. Nel definire ruoli e attività, credo che questi capitoli non debbano percorrere ognuno la sua strada, ma dovrebbero essere portati avanti in un dialogo e confronto reciproco, in maniera integrata. Ci auguriamo che a livello nazionale e regionale si voglia cogliere questa occasione. Ma, per l’attuazione del piano della cronicità, c’è anche un altro aspetto.
Quale? Di recente, abbiamo avanzato al ministero della Salute una proposta, che ha raccolto una certa disponibilità: abbiamo chiesto che il recepimento e l’attuazione del Piano da parte delle Regioni siano riconosciuti come vero e proprio “adempimento Lea” oggetto di verifica da parte del Comitato nazionale Lea e come indicatore da introdurre e verificare nel nuovo “Sistema nazionale di garanzia dei Lea”, ancora non attivo. Fare diventare il Piano oggetto di verifica da parte del Ministero nei confronti delle Regioni comporterà a sua volta una verifica sullo stato di implementazione del ruolo della farmacia così come previsto all’interno dello stesso Piano. Un grimaldello non indifferente per passare dalla previsione normativa all’azione. Attuare, in pratica, il cambiamento.
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di Marco Melosi, presidente Anmvi
veterinaria
Rubrica a cura di Associazione Medici Veterinari Italiani
e lo chiede
l’Europa
La relazione a tre tra veterinari, proprietari e farmacisti è il cardine delle future politiche nazionali ed europee
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ruolo ancora più cruciale e sinergico: noi Medici veterinari e farmacisti fanno parmedici veterinari nella prescrizione approte, come i medici chirurghi e gli odontoiapriata e voi farmacisti nella «diffusione di tri, delle professioni sanitarie storiche del informazioni e consigli nel settore dei menostro Paese. Mentre la cosiddetta legge dicinali» (articolo 1, lettera g del Decreto Lorenzin va ampliando il novero dei sani258/1991). tari dotati di albo e di ordine professionale, non appare fuori luogo puntualizzare il ruolo che ci fu assegnato nel secolo scorUN FRONT DESK so dalle nostre leggi istitutive e, nel conCome le farmacie aperte al pubblico, antempo, quello a cui ci chiama questo che noi medici veterinari, soprattutto terzo millennio ormai alle soglie della sua quando curiamo animali da compagnia, terza decade. siamo un front desk: Anche volendoci limil’opinione pubblica ennel 2019 tare ai “fondamentali” tra nelle nostre strutun nuovo dei nostri rispettivi orture nelle vesti di regolamento clienti-proprietari e, dinamenti, in fatto di formazione e compeconsiderato che ci ricambierà tenze riservate, risulta volgiamo a una platea l’approccio già evidente in essi la di qualche milione di ai medicinali connazionali (la metà proiezione europea veterinari del nostro agire prodelle famiglie italiane fessionale. Oggi, quelospita almeno un pet), in tutti la prospettiva appare la circolarità di un i paesi destinata ad allargarsi messaggio coerente e dell’unione in forza di un nuovo univoco fra professioRegolamento che, prenisti della salute e sumibilmente dal 2019, cambierà in tutta utenti finali, è il vero motore della “medil’Unione Europea l’approccio ai medicinali cina unica” (“one health” come si usa più veterinari e ci renderà co-responsabilizzaspesso dire). ti. L’uso prudente, razionale e consapevoIl ricorso ai medicinali veterinari solo su le dei medicinali veterinari si lega alla prescrizione del medico veterinario, l’avlotta alle resistenze antimicrobiche. Ce lo valersi delle competenze del farmacista a chiede l’Europa? Di più: ce lo chiedono le proposito della sua forma farmaceutica (la autorità sanitarie mondiali. Avremo un cosiddetta specie specificità nel caso di
veterinaria pazienti-animali) o della corretta conservazione a casa del prodotto, sono alcuni esempi, non scontati, di un messaggio al pubblico che diviene educativo solo se sinergico e condiviso fra professionisti della salute. Dobbiamo sforzarci di raggiungere il cliente-proprietario con informazioni indirizzate ai medesimi obiettivi, consapevoli che per farne un alleato dovremo saper accrescere la sua fiducia. Come? Le reciproche conferme che daremo ai nostri messaggi unitari rafforzeranno la bontà di questi ultimi agli occhi dei cittadini. Il nuovo Regolamento accentuerà l’importanza della farmacovigilanza veterinaria: chi più di noi ha i titoli per la verifica sul campo, post Aic (Autorizzazione all’immissione in commercio) della sicurezza e dell’efficacia di un prodotto per animali familiari, tanto più se affidato alla somministrazione domestica? La compliance del proprietario dipende in larga misura dal rapporto fiduciario che egli ha instaurato
con il veterinario curante e con il proprio farmacista. Ed è solo da una buona compliance che discende una affidabile attività di segnalazione delle sospette reazioni avverse di un dato medicinale veterinario.
TUTTI IN RETE Presto saremo, alla lettera, “messi in Rete”. La ricetta veterinaria elettronica ci farà agire in un comune sistema informatizzato, che dematerializzerà la prescrizione con l’obiettivo primario della tracciabilità del farmaco veterinario e quello conseguente del monitoraggio dei consumi terapeutici anche negli animali non produttori di alimenti. Al netto di tutte le considerazioni tecniche e professionali che le nostre rispettive categorie possono sviluppare al riguardo, non potremo trascurare l’impatto che la ricetta elettronica avrà sul cittadino proprietario, sul nostro paziente e sul vostro cliente. Meglio ricordarlo: stiamo parlando di milioni di cittadini proprietari ai
quali rendiamo entrambi dei servizi professionali. Anche in questo processo di digitalizzazione della filiera del medicinale veterinario la reciproca collaborazione sarà indispensabile, nell’interesse della salute animale e pubblica. Le nuove tecnologie ci pongono anche di fronte a nuove insidie come la compravendita on line non autorizzata di farmaci veterinari, un’attività prudentemente non consentita al pubblico dalla legislazione nazionale (e con tutta probabilità vietata anche dalle imminenti regole europee). Credo che mai come in quest’epoca - segnata da un lato da una crescente domanda di salute per gli animali da compagnia e dall’altro dalla disinformazione disintermediata - due professioni tanto prossime ai cittadini come le nostre debbano raccogliere il guanto di sfida e adoperarsi per fare comunicazione, educazione e per offrire una bussola nel mare magnum della navigazione on line. Insieme.
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Nutrizione
D
di Silvia Ambrogio, biologa nutrizionista
ilemma
emicrania
Cosa ama e cosa odia il mal di testa? Aggiornamenti su un argomento sviscerato dalla letteratura scientifica ma ancora controverso
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Se si fa una ricerca in PubMed con i termini “glutammato monosodico”, “caffeina”, “aspartame”, “sucralosio”, “sindrome da intolleranza istamina”, “tiramina”, “alcol”, “cioccolato”, “nitriti”, “diete per l’eliminazione di IgG” e “glutine”, associandoli all’emicrania i risultati che si ottengono sono davvero molti, a testimoniare come singoli alimenti o interi stili dietetici siano stati presi in considerazione nel corso degli anni. È ben noto infatti che la dieta può modulare le funzioni fisiologiche di un individuo, interagendo con i percorsi metabolici e molecolari che regolano tutte le attività nel corpo umano e il ruolo della dieta nella gestione del mal di testa è un argomento controverso.
L’astinenza da caffeina e la somministrazione di glutammato monosodico, disciolto in un liquido, hanno la più forte evidenza nello scatenare attacchi di cefalea, mentre l’aspartame ha prove contrastanti con studi di provocazione positivi e negativi. Studi osservazionali forniscono prove modeste che gli alimenti contenenti glutine, istamina e alcol possono scatenare il mal di testa e due dei tre studi randomizzati controllati rispetto a una dieta di eliminazione degli alimenti positivi per IgG ha diminuito significativamente la frequenza di cefalea ed emicrania durante il periodo di restrizione alimentare. Diete complete, cioè piani alimentari che non richie-
Nutrizione dono l’esclusione di uno specifico alimento o ingrediente considerato scatenante, ma regolano le quantità di macro e micro nutrienti possono senza dubbio rappresentare una strategia più sostenibile dal paziente per la prevenzione dell’emicrania. I meccanismi attraverso cui le diete possono scatenare la cefalea includono i loro effetti su neuropeptidi, neuro-recettori e canali ionici, infiammazione, sistema nervoso simpatico, rilascio di ossido nitrico, vasodilatazione e metabolismo del glucosio cerebrale. In particolare, l’emicrania cronica ha un’associazione ben documentata con l’aumento dell’insulino-resistenza e la sindrome metabolica.
IL RUOLO DEL GLUCOSIO Sappiamo bene che l’insulino-resistenza può portare a un aumento del rischio di diabete mellito di tipo 2 in pazienti con emicrania cronica, e ciò è più probabile se si hanno alterate funzioni delle cellule B del pancreas e difetti nella secrezione di GLP-1 (glucagon-like peptide 1), un ormone prodotto dall’intestino dopo i pasti che stimola la secrezione di insulina e inibisce la secrezione di glucagone da parte del pancreas. Di recente è stata studiata in donne non obese con emicrania cronica la relazione tra neuropeptide Y, molecola che esercita un ruolo importante nella regolazione del bilanciamento energetico, mediando la stimolazione all’assunzione di
studi osservazionali offrono prove modeste che gli alimenti contenenti glutine, istamina e alcol possano scatenare il mal di testa | aprile 2018 33
Nutrizione cibo e l’accumulo energetico, a digiuno con insulino-resistenza, funzione delle cellule B e secrezione di GLP-1. I livelli di glucosio a digiuno erano significativamente più alti nei pazienti con emicrania, mentre il glucosio plasmatico e i livelli di insulina durante il test orale di tolleranza al glucosio erano simili in tutti i gruppi analizzati, ovvero in chi soffriva di emicrania cronica, che aveva emicrania episodica e le donne senza emicrania. Le pazienti in età pre-menopausa con emicrania cronica hanno una maggiore resistenza all’insulina, ma la normale funzione delle cellule b è quella di compensare l’aumento della richiesta di insulina durante il digiuno e dopo l’assunzione di glucosio, per cui non vi è un aumento del rischio per il futuro di diabete di tipo 2. L’aumento dei livelli di neuropeptide Y a digiuno nell’emicrania può essere un fattore che porta a un aumento della resistenza all’insulina attraverso specifiche alterazioni nell’assunzione di energia e
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nell’attivazione del sistema simpato-surrenale. L’aumento nell’intestino della secrezione di neuropeptide Y da parte dell’ipotalamo spiega le alterazioni nell’assunzione di cibo e la compromissione della sensibilità all’insulina negli emicranici: possono essere meccanismi protettivi per il mantenimento dei livelli plasmatici di glucosio e dei livelli di glicogeno nel cervello durante gli attacchi di emicrania.
OBESITÀ, BASSO IG E LOW FAT La relazione tra emicrania e obesità ha iniziato ad attirare maggiore attenzione negli ultimi anni. In uno studio recente pazienti con vari tipi di mal di testa sono stati valutati e suddivisi in cinque gruppi, secondo l’Indice di massa corporea, mettendo in luce come la più alta prevalenza di emicrania fosse appannaggio delle donne con obesità severe. L’obesità centrale aumenta la pressione addominale, che diminuisce il ritorno venoso cerebrale. Anche una
la relazione tra emicrania e obesità ha iniziato ad attirare maggiore attenzione negli ultimi anni
glicemia inferiore può portare a importanti riduzioni della pressione sanguigna e ridurre il mal di testa e così negli ultimi anni è stata presa in considerazione anche la correlazione tra basso indice glicemico
Nutrizione
CONVEGNO OPPORTUNITÀ NELL’ EVOLUZIONE DELLE POLITICHE SANITARIE: PREVENZIONE, CRONICITÀ E SANITÀ INTEGRATIVA
Le soluzioni concrete del modello Apre i lavori Domenico Laporta - Amministratore Delegato Gruppo ADMENTA - LloydsFarmacia Modera Erika Mallarini - Partner Focus Management, SDA Bocconi Professor
VENERDÍ 20 Aprile 2018 16.30 - Aula Magna - pad. 32
Intervengono: Francesco Longo - Professore associato presso il Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico e Docente senior dell’Area Public Management & Policy della SDA Bocconi Paolo Nazzari - Vice Direttore Generale presso Aon Hewitt Roberto Totò - COO - Director Business Development Humanitas San Pio X Maurizio Deplano - Customer Strategy Lead at Pfizer Maurizio Maggi - Head BU Retail and Medical Specialties at Sandoz (Novartis Group) Fabio Mazzotta - General Manager Sanofi Consumer Health Stefania Fabiano - Direttore Generale divisione Cosmétique Active di L’Oréal Giuseppe Mineo - Head of Innovation, Founder & CEO of 4K S.r.l. Owner of Pharmap Umberto Confortini - Titolare LloydsFarmacia Alla Borsa di Trieste
È gradita conferma: eventi@lloydsfarmacia.it
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Nutrizione
nella dieta e cefalea emicranica, rivelandosi questa una strategia efficace e affidabile per ridurre gli attacchi di emicrania. Due studi randomizzati e controllati separati hanno dimostrato che anche le diete a basso contenuto di grassi e quelle che contemporaneamente alzano il contenuto di omega-3 e abbassano quello di omega-6 diminuiscono la frequenza degli attacchi di emicrania e cefalea.
DIETE CHETO La dieta chetogenica è uno strumento terapeutico per l’epilessia e un’affascinante opportunità di trattamento per altri disturbi neurologici. Diverse evidenze suggeriscono che questo tipo di dieta possa essere utile nel trattamento preventivo dell’emicrania, ma prima di entrare nel merito del razionale e degli studi già disponibili nel trattamento di questa condizione vale la pena spendere due parole per definirne le caratteristiche. Una dieta chetogenica è una dieta basata su una drastica riduzione dell’assunzione di carboidrati (solitamente meno di 50 mg/die), accoppiata a un relativo aumento della proporzione di proteine e grassi che costringe il metabolismo a ottenere il suo fabbisogno energetico dagli acidi grassi liberi attraverso la beta-ossidazione mitocondriale. In assenza di glucosio esogeno come fonte di energia, gli acidi grassi vengono mobilizzati dai depositi di tessuto adiposo e successivamente trasportati nel fegato per la conversione in corpi chetonici (acetoacetato, acido b-idrossibutirrico e acetone), un fenomeno che si verifica naturalmente durante digiuno. I corpi chetonici vengono poi distribuiti ai tessuti metabolicamente attivi, vale a dire muscolo scheletrico, cervello e cuore, dove rappresentano un’importante fonte di energia dal momento che sono convertiti in acetilCoA, il substrato del ciclo di Krebs. Diversi studi indicano che questa dieta può agire favorevolmente in diversi stadi della patofisiologia dell’emicrania ripristinando il metabolismo del cervello e l’eccitabilità, e contrastando la neuroinfiammazione e i meccanismi redox e vantaggio per chi ne soffre inizia a essere efficace in pochi giorni. Per ora possono essere fatte solo ipote-
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Nell’era postgenomica, grazie ai software si sui meccanismi alla base degli effetti di analisi e alla tecnologia attualmente clinici positivi che si sono osservati. Primo: disponibile per l’esecuzione di studi di la chetosi può indurre un aumento dell’atpopolazione su larga scala, si possono fitività dopaminergica cerebrale, misurata nalmente identificare le correlazioni tra nel sistema dopaminergico meso-corticale cibo e genetica e alcuni alimenti, additivi dei topi e questo dato è rilevante perché e nutraceutici, noti come elementi scateanomalie neurofisiologiche simili sono annanti di emicrania o “antidepressivi” soche tipiche degli emicranici episodici. In no stati esaminati anche in relazione al secondo luogo, i corpi chetonici possono profilo genetico. Le evidenze cliniche a aumentare l’attività GABAergica nei cersostegno degli effetti positivi o negativi velli di ratto e il GABA sembra svolgere un di determinati alimenti ruolo protettivo tanto o nutraceutici nel trattache il sale di sodio diverse mento dei pazienti con dell’acido gamma-idrosevidenze emicrania sono ora nusibutirrico GABA -agonisuggeriscono merose e consolidate, sta (GHB), un farmaco ma il legame tra il registrato per narcolesil ruolo background genetico sia e alcolismo, è anche della dieta efficace nel prevenire chetogenica del paziente con emicrania e la risposta a attacchi di cefalea CH. nel un trattamento nutrizioVale la pena notare che trattamento nale personalizzato è il GHB è un isomero stato stabilito con cerdell’acido beta-idrossipreventivo tezza solo per alcune butirrico (uno dei tre della sostanze, mentre nella corpi chetonici), e la loro emicrania maggior parte dei casi somiglianza potrebbe è ancora speculativo. implicare che abbiano Indubbiamente fattori non modificabili effetti biologici molto simili, incluso l’agocome la predisposizione genetica sono nismo GABAergico diretto. associati a fattori di rischio modificabili tra cui l’abuso di caffè, l’obesità, eventi BASI GENETICHE stressanti della vita, disturbi del sonno, DELL’APPROCCIO l’uso eccessivo di farmaci, malattie proinNUTRIZIONALE fiammatorie e protrombotiche. Studi che Sono state caratterizzate forme di emimettano in relazione lo specifico genoticrania ereditaria causate da specifiche po e il contributo di specifici alimenti o mutazioni e sono stati fatti molti sforzi integratori alimentari sono solo all’inizio, per identificare i loci genetici di suscettima l’approccio metodologico potrebbe ribilità a varie forme di emicrania al fine di velarsi efficace nella cura personalizzata personalizzare anche la dieta in base allo di questa malattia invalidante. specifico profilo genetico individuale.
BIBLIOGRAFIA Martin VT, Vij B. “Diet and Headache”. Headache. 2016 Oct;56(9):1543-1562. | Siva ZO et al. “Determinants of glucose metabolism and the role of NPY in the progression of insulin resistance in chronic migraine”. Cephalalgia. 2017 Jan 1:333102417748928. | De Marchis ML et al. “Genetic bases of the nutritional approach to migraine”. Crit Rev Food Sci Nutr. 2018 Mar 8:1-35. | Di Lorenzo C et al. “Efficacy of Modified Atkins Ketogenic Diet in Chronic Cluster Headache: An Open-Label, Single-Arm, Clinical Trial”. Front Neurol. 2018 Feb 12;9:64. | Piero Barbanti et al. “Ketogenic diet in migraine: rationale, findings and perspectives”. Neurol Sci (2017) 38 (Suppl 1):S111–S115.
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Legale
I
a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)
l dispensario
ancillare
Un neologismo apre discrezionalmente al territorio il dispensario farmaceutico
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Tra le iniziative nomofilattiche della più recente giurisprudenza amministrativa appare di certo degna di nota la recente interpretazione data dal Consiglio di Stato all’articolo 6 della Legge n. 362/1991 in materia di dispensari farmaceutici con la sentenza 27 febbraio 2018, n. 1205, che ha tratto dal cilindro esegetico il dispensario farmaceutico ancillare con funzione accessoria al dispensario farmaceutico permanente che ha la funzione suppletiva di una farmacia afferente una sede farmaceutica vacante o di nuova istituzione ed è ben distinto dal dispensario farmaceutico stagionale con funzione succedanea ma periodica nel tempo e dal dispensario farmaceutico d’emergenza con funzione eccezionale nelle calamità naturali. La ridda d’aggettivi tradisce le logiche di una ben acritica liberalizzazione di un servizio pubblico locale che sono di per sé inapplicabili al servizio farmaceutico, ma sono invece presenti nel decisum in questione. Questo consegue a una acritica lettura storico-sistematica della disciplina sul dispensario farmaceutico, quale struttura di territorializzazione secondaria, che appare tutt’altro che lineare, per non dire che va ben oltre il praeter legem, se pur delineata nella fattispecie con un generico riferimento dato all’obiter dictum di una criptica normativa regionale che potrebbe condurre a una interpretazione evolutiva della relativa di-
sciplina. Tale istituto affonda invece le sue radici in un ben lungo percorso che parte dall’armadio farmaceutico nel 1938, per consolidarsi nel dispensario permanente del 1968 poi riformato nel 1991 con il corollario del dispensario stagionale, fino al dispensario d’emergenza del 1998, ma poi si ferma qui senza aver poi avuto delle abrogazioni riferibili all’articolo 15 delle Preleggi, tanto meno con il forzato riferimento dato a una equivoca normativa regionale che, se pur interpretata acriticamente, si sarebbe posta comunque in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione in materia di legislazioni concorrenti. Per una conseguente esegesi della relativa normativa che ha avuto uno sviluppo logico giuridico consolidato nel tempo e che non può essere disatteso tout court, appare così opportuno un riferimento testuale alla successione delle fonti. Regio Decreto 30 settembre 1938 n. 1706 Articolo 47 Qualora nei Comuni di cui all’art. 115 del testo unico delle leggi sanitarie nonostante la disposta concessione delle indennità di residenza nella misura massima di lire *** il concorso vada deserto, può provvedersi, in via temporanea al servizio di assistenza con un armadio farmaceutico.
Legale Articolo 48 L’armadio farmaceutico, nei Comuni dove funziona, dovrà essere rifornito dei medicinali dalla farmacia più vicina. La gestione di esso deve essere affidata al medico condotto. Legge 8 marzo 1968 n. 221 Articolo 1 Comma 3. Nei Comuni, frazioni o centri abitati (con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti), ove manchi o non sia
aperta la farmacia prevista nella pianta organica, con decreto del medico provinciale devono essere istituiti dispensari farmaceutici. Comma 4. Tali dispensari sono gestiti con decreto del medico provinciale sotto la responsabilità del titolare di una farmacia della zona con preferenza per il titolare della farmacia più vicina; nel caso di sua rinunzia, il dispensario è gestito dal Comune che vi provvede attraverso il medico condotto o altro sanitario.
la tipologia dei dispensari si arricchisce di una nuova voce in seguito a una recente interpretazione del consiglio di stato | aprile 2018 39
Legale
uno strumento di pianificazione flessibile di un servizio pubblico locale attraverso una costellazione di presidi sanitari inidonei per dotazioni e orari
Comma 5. I dispensari farmaceutici sono dotati di medicinali di uso comune e di pronto soccorso, già confezionati. Legge 8 novembre 1991 n. 362 Articolo 6 1. I commi terzo, quarto e quinto dell’art. 1 della legge 8 marzo 1968, n. 221, sono sostituiti dai seguenti: Comma 3. Nei Comuni, frazioni o centri abitati di cui alla lettera b) del primo comma, ove non sia aperta la farmacia privata o pubblica prevista dalla pianta organica, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano istituiscono dispensari farmaceutici. Comma 4. La gestione dei dispensari, disciplinata mediante provvedimento delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, è affidata alla responsabilità del titolare di una farmacia privata o pubblica della zona con preferenza per il titolare della farmacia più vicina. Nel caso di rinunzia il dispensario è gestito dal comune. I dispensari farmaceutici sono dotati di medicinali di uso comune e di pronto soccorso, già confezionati. Comma 5. Nelle stazioni di soggiorno, di cura e di turismo, nonché nelle altre località climatiche, balneari o termali o comunque di interesse turistico, di cui all’art. 1 del Regio decreto-legge 24 novembre 1938, n. 1926, convertito dalla legge 2 giugno 1939, n. 739, con popolazione non superiore a 12.500 abitanti, le
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Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano possono autorizzare, in aggiunta alle farmacie esistenti ai sensi dell’art. 1 della Legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni, l’apertura stagionale di dispensari farmaceutici, tenuto conto della media giornaliera delle presenze annuali rilevate dalle aziende di promozione turistica di cui all’art. 4 della Legge 17 maggio 1983, n. 217. Legge 30 marzo 1998 n. 61 Articolo 13 All’articolo 6 della Legge 8 novembre 1991 n. 221 dopo il primo comma è aggiunto il segnale comma 1 bis. 1bis, Comma 6. Nelle frazioni o centri abitati dei Comuni interessati dalla crisi sismica in cui, per gravi danni, sono intervenuti sensibili mutamenti della distribuzione della popolazione, le Regioni Marche e Umbria possono autorizzare, in aggiunta alle farmacie esistenti, ai sensi dell’articolo 1 della legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni, l’apertura di dispensari farmaceutici per il tempo necessario alla verifica delle mutate dislocazioni della popolazione nel Comune e comunque fino all’avvenuta ricostruzione.
ICTU OCULI Appare evidente nelle fonti normative la ben diversa natura del dispensario farmaceutico permanente rispetto al dispensario farmaceutico stagionale e al dispensario farmaceutico d’emergenza, ma appare soprattutto ben chiara la evoluzione concettuale ed operativa che si è avuta del dispensario farmaceutico permanente (del 1968 al 1991) che la citata sentenza ha messo in discussione sine cura con l’invenzione di un dispensario farmaceutico accessorio, denominato “ancillare”, per tutte le stagioni. Viene così smentita (ad nutum), innovando la stessa giurisprudenza che si è consolidata su tale strumento di territorializzazione secondaria del servizio farmaceutico connesso con la istituzione o meno di una sede farmaceutica vacante o di nuova istituzione per sopperire temporaneamente alle esigenze della assistenza farmaceutica locale. Come? Quando la sede farmaceutica vacante sia
prevista dalla relativa pianta organica e la farmacia a quella afferente non sia stata ancora aperta, l’istituzione del dispensario farmaceutico permanente (articolo 6, Legge n. 362/1991) rappresenta uno specifico strumento d’intervento che si pone in alternativa alla gestione provvisoria della farmacia afferente la sede farmaceutica vacante (articolo 129, T.U. n. 1265/1934). L’istituzione del dispensario farmaceutico non è in tal caso condizionato espressamente a particolari ragioni d’urgenza, mentre l’affidamento della farmacia in gestione provvisoria della farmacia rappresenta una forma di intervento più generalizzata anche se può essere ricondotta solo a ragioni di necessità del servizio con carattere di particolare gravità. Quando la sede farmaceutica vacante non sia invece prevista nella relativa pianta organica comunale, l’istituzione del dispensario farmaceutico permanente non appare (più) possibile ex lege e non può rappresentare il rimedio per sopperire alle esigenze del servizio farmaceutico conseguenti alla mancata previsione di una sede farmaceutica in loco, avendo perduto la funzione originaria di un intervento volto ad ovviare a situazioni di carattere temporaneo in attesa che la periodica revisione pianta organica delle sedi farmaceutiche venisse adeguata alle intervenute esigenze del servizio farmaceutico. L’istituzione che venisse fatta contra legem di un dispensario farmaceutico permanente non può (più) assumere la funzione di un procedimento succedaneo all’istituzione di una sede farmaceutica ovvero la natura di un procedimento anticipatorio della previsione di una successiva sua istituzione. Il dispensario farmaceutico permanente, pur avendo perduta la sua originaria funzione, ha tuttavia conservato concettualmente e operativamente l’aspetto di una struttura sanitaria del tutto diversa da quella di una farmacia principale. Esso non assolve infatti ad una funzione sostitutiva, ma semmai integrativa rispetto a tale farmacia, e non è per questo nemmeno dotato di una autonomia economico-professionale, ma deve essere gestito in una unica azienda ascritta alla responsabilità del titolare di una farmacia principale della
Occhiali da vedere per vedere: i Reflets d’eau Le ninfee di Monet ricordano i riflessi d’acqua dalle Images per pianoforte di Claude Debussy, per la continua afflorescenza musicale che dà per sinestesia la sensazione visiva di un’acqua limpida che scorre, meglio di una luce che vi si riflette e ne segue il ripetuto movimento. Dire questo è forse scontato, come è improprio il volere etichettare un tale capolavoro come un semplice esempio di musica impressionista che esprime emozioni. È, infat t i. r idut t ivo r icondu r re a u n a
si è formata in modo tutt’altro che restrittivo, affidando le farmacie a queste afferenti in gestione provvisoria (articolo 129, T.U. n. 1265/1934) nelle more della loro assegnazione a concorso e rispondendo così in modo esaustivo alle concrete esigenze farmaceutiche locali.
UNA INUTILE COSTELLAZIONE L’intrigante quanto apodittica sentenza nomofilattica in questione, uscita dalle irragionevoli logiche liberalizzanti del servizio farmaceutico, potrebbe suggerire ai Comuni interessati, recte alle loro iniziative municipalistiche, l’utilizzo di questo strumento di pianificazione flessibile di un servizio pub-
semplice emozione la sapientissima disposizione dei piani sonori posti attraverso uno sviluppo d’armonia e di arpeggi che ne accompagnano le frasi melodiche in ripetuti e cangianti nuovi colori di tono. Per questo i Reflets sono considerati uno dei punti più alti dell’arte musicale per pianoforte che viene per così dire dematerializzato come strumento sonoro, come nella celeberrima interpretazione, la migliore in assoluto, che ne ha dato Arturo Benedetti Michelangeli.
Legale
zona: la “farmacia madre”, che provvede alle relative dotazioni limitate ai soli medicinali di uso comune di pronto soccorso già confezionati. La precarietà dal dispensario farmaceutico permanente incide poi in termini d’orari e di turni di guardia farmaceutica, che non possono essere dilatati a iosa, per non tradursi di fatto in una farmacia principale aperta sul territorio illegittimamente sul territorio, recte illecitamente, perché l’illegittimità viene in questo caso sanzionata in sede penale (articolo 3, Legge n. 362/1991). La novella giurisprudenziale de qua intende invece far riprendere vita extra ordinem al dispensario farmaceutico permanente del 1968 - che ne prevedeva, come s’è detto, l’istituzione indipendentemente dalla esistenza di una sede farmaceutica vacante o di nuova istituzione nelle more della assegnazione della farmacia a questa afferente - scollegandolo dalla pianificazione territoriale del servizio farmaceutico che non è certo derogabile, quasi fosse intervenuta una abrogazione (che non c’è stata) della vigente normativa. Tutto questo viene invece sostenuto nel decisum de quo con un’apodittica motivazione liberalizzante l’esercizio di un servizio pubblico e sociale, quale è il servizio farmaceutico (Corte Costituzionale, 28 dicembre 2006 n. 448), che incide sulla stessa libertà economica finalizzata all’utilità generale (articolo 41, Costituzione) che richiede invece una specifica razionalizzazione delle strutture che assicurano in forma d’impresa il coerente svolgimento di un tale munus pubblicum. Peggio la relativa opzione viene affidata da un tale decisum alla discrezionalità amministrativa - non tecnica - dell’autorità sanitaria, cioè nella fattispecie dei Comuni che la potrebbero promuovere motu proprio. Il che si pone in contrasto con la funzione programmatoria del servizio farmaceutico ascritta ai Comuni (articolo 11, Legge n. 27/2012) che potrebbero/dovrebbero invece ben diversamente provvedere alle concrete esigenze farmaceutiche locali mediante l’istituzione di nuove sedi farmaceutiche in deroga, mediante l’applicazione del criterio topografico di pianificazione (articolo 2, Legge n. 362/1991) su cui la giurisprudenza
blico locale attraverso una costellazione di presidi sanitari, che potrebbero però incidere sugli equilibri economici della “rete delle farmacie” che già garantiscono con continuità temporale e territoriale il servizio farmaceutico (Corte Costituzionale, 4 febbraio 2003, n. 27) e non certo attraverso una liberalizzazione concettualmente contraria alle logiche di un servizio pubblico e sociale, quale è quello che può essere garantito in termini riduttivi da parte di dispensari farmaceutici ancillari ma istituiti sine die (perché non ci sarebbe poi mai una farmacia afferente una sede farmaceutica vacante da mettere a concorso) sorti sul territorio come le ninfee di Monet.
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fiscale
A
di Stefano De Carli e Pier Giorgio Cecchini, Studio Luce, Modena
favore
e contro
Caratteristiche delle società a responsabilità limitata, che con la nuova legge sulla concorrenza sono autorizzate a gestire una farmacia
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L’apertura al “capitale” nel mondo della farmacia, introdotta dalla legge sulla Concorrenza, ha comportato l’esigenza di utilizzare forme societarie più consone al nuovo scenario imprenditoriale che si prospetta. Le società personali, che sino ad agosto dello scorso anno erano le uniche autorizzate a ottenere la titolarità, vengono ora affiancate dalle società di capitali. Tra queste, quella che da subito è parsa più indicata per il settore, composto in gran parte da aziende di dimensioni medio piccole, è senz’altro la società a responsabilità limitata. Ma se quest’ultima pare la strada praticamente obbligata per le compagini sociali compo-
ste in misura prevalente o totalitaria da soggetti investitori anche non farmacisti, c’è da chiedersi se tale vestito societario possa ben adattarsi a una farmacia “indipendente”, intendendosi per tale una farmacia in cui sono preponderanti sia la proprietà che l’opera del farmacista. In effetti, il nome stesso è attraente: la limitazione della responsabilità dei soci è un fattore di sicuro interesse, soprattutto per quegli esercizi che si trovano o hanno la prospettiva di trovarsi in situazioni di indebitamento, oltre che per tutti coloro che realisticamente possono aspettarsi un peggioramento repentino delle proprie condizioni di mercato.
fiscale IN AUTONOMIA Le srl godono infatti di una autonomia patrimoniale in forza della quale i creditori possono rivalersi solo nei confronti della società e non nei confronti del patrimonio personale dei soci. È vero, tuttavia, che tale limitazione di responsabilità può essere attenuata dal fatto che è prassi degli istituti di credito che concedono finanziamenti richiedere ai soci fideiussioni personali che comportano l’obbligo di far fronte alla somma garantita anche al di là dell’importo conferito in società. Tuttavia la srl presenta l’insuperabile vantaggio, qualora dovesse fallire, di impedire il falli-
mento personale del socio, che non vedrà coinvolti i propri beni personali dal tracollo finanziario della società, fatti salvi chiaramente i propri eventuali impegni fideiussori nel limite delle somme garantite. Basterebbe solo questo per consigliare una migrazione di massa verso tale forma societaria ma in realtà i motivi di riflessione sono più d’uno, dovuti a quanto andiamo sommariamente a elencare di seguito: maggiore complessità nella redazione e condivisione tra i soci delle clausole statutarie nell’atto costitutivo, non fosse altro per la necessità di disciplinare in modo compiuto le regole di funzionamento
dell’organo amministrativo e dell’assemblea, problematiche che nelle società personali non su ssis tono, vis to che solitamente la figura del socio coincide con quella dell’amministratore; una tenuta meno agevole della contabilità, dato che quest’ultima esige il rispetto dei principi contabili nazionali e in generale una maggiore attenzione ai movimenti finanziari, in particolare per quello che concerne i prelievi utili; il rischio che, nell’eventualità di entrata in vigore della riforma del diritto fallimentare nella versione attualmente proposta, le srl debbano dotarsi obbligatoriamente
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fiscale di un costoso organo di controllo laddove la società superi anche uno solo dei seguenti limiti per due esercizi consecutivi: totale dell’attivo dello stato patrimoniale € 2.000.000,00; ricavi delle vendite e delle prestazioni: € 2.000.000,00 (netto Iva); dipendenti occupati in media durante l’esercizio: dieci unità; l’obbligo di redazione dei libri sociali (assemblee, soci, consiglio di amministrazione, collegio sindacale se esiste) non previsti per le classiche snc o sas, con conseguente versamento della tassa annuale per la vidimazione (€ 309,87); dichiarazioni fiscali e redazione del bilancio senz’altro più impegnative. In particolare il bilancio dovrà essere redatto seguendo lo schema Ue e assistito da vari allegati esplicativi, necessari per renderlo il più possibile comprensibile ai terzi, dal momento che sussiste anche l’obbligo del
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deposito dello stesso presso il Registro delle Imprese. Questo aspetto può di per sé far storcere il naso ai farmacisti, di solito piuttosto gelosi dei dati sulle performance del proprio esercizio: i bilanci delle srl, come di qualsiasi società di capitali, sono invece di dominio pubblico, essendo liberamente accessibili da chiunque ne faccia richiesta, mentre è noto che le società personali non hanno alcun obbligo di deposito. Tutto quanto sopra, al di là della questione “privacy”, potrebbe comunque essere considerato accettabile e tradursi in sostanza semplicemente in un maggior lavoro da affidare al proprio commercialista a fronte di una lievitazione sostenibile della parcella professionale. Per l’eventuale organo di garanzia il discorso è diverso: l’incidenza del costo sarebbe decisamente rilevante, per cui è opportuno sincerarsi dei limiti dimensio-
nali presenti o presumibili futuri per potere prendere una decisione ponderata, anche se al momento le probabilità che la riforma venga accolta con le pesanti innovazioni proposte pare piuttosto remota.
IL VERSANTE FISCALE Ma è sul carico fiscale che si gioca molto l’appetibilità della società di capitali ed è su questo che molti si sono fermati nell’intraprendere la strada della srl. Il regime naturale dell’imposizione diretta sui redditi prodotti dalle società di capitali è infatti l’Ires, la quale colpisce con l’aliquota flat del 24 per cento i redditi prodotti dalla farmacia. Sembrerebbe un’aliquota di assoluta convenienza senonché, nel momento in cui i soci persone fisiche vogliono portare fuori dalla farmacia gli utili conseguiti, devono lasciare per strada un altro 26 per cento, in forma di ritenuta a titolo di imposta, sempre flat, portando l’incidenza
alle società che producono redditi alti e atto costitutivo a singoli soci «particolari diche non hanno necessità di attribuire la toritti riguardanti l’amministrazione della sotalità di tali redditi ai soci, in quanto percietà o la distribuzione degli utili». A esso si mette di tassare con le aliq uote farà dunque ricorso per configurare in moprogressive Irpef solo i redditi attribuiti ai do appropriato lo statuto, prevedendo per soci e di usufruire della tassa flat del 24 esempio di distribuire utili in via prioritaria per cento sui residui ai soci che hanno redditi maturati e prestato lavoro nelle srl possono non distribuiti. la società in misura Ma il ricorso alla trapari alla quantità e optare sparenza porta un alla qualità del laper Il regime ulteriore beneficio: si voro svolto, rappordi trasparenza elimina, perlomeno tandoli a parametri fiscale, fiscalmente, restanvari, per esempio il do però immutato il costo di un farmauna modalità problema civilistico, cista direttore, e sodi tassazione di fatto incerto, il lilo successivamente simile a quello mite del divieto di destinare l’utile redelle sociEtà distribuire utili in acsiduo in proporzioconto in corso d’anne alle q uote perSonaLI no, che incide non possedute. È evipoco su compagini sociali che vivono del dente che, operando in tal modo, il reddito lavoro svolto presso le loro aziende: essenprodotto verrà attribuito, e conseguentedo il reddito tassato indipendentemente mente tassato, in misura equitativa. dalla percezione (perlomeno in assenza di opzione Iri) ed essendo comunque i prelieIN CONCLUSIONE vi privi di ritenuta d’acconto, la società non Tirando le fila di quanto esposto, pare compierà nessuna irregolarità tributaria chiaro che, con gli accorgimenti suggeri(ma non - si ripete - codicistica) nel versare ti, anche le farmacie indipendenti potranutili ai soci anche prima dell’approvazione no beneficiare dei vantaggi della del bilancio. limitazione di responsabilità senza eccessivi aggravi se non quelli di un maggior carico degli adempimenti ricordati. IN TERMINI CONTRIBUTIVI È chiaro, comunque, che la forma più Affrontato e risolto il grosso scoglio della adeguata in via generale per gestire esertassazione diretta, rimane da esaminare cizi con compagine societarie di tipo fal’altro problema che riguarda le srl in cui miliare o comunque consolidata resta l’apporto lavorativo dei soci è differenziato. quella della società di persone, mentre il Nelle società a ristretta base sociale, come quadro statutario e fiscale delineato nel quelle di cui stiamo discutendo, quelli che presente intervento potrebbe meglio parrebbero gli inquadramenti più naturali adattarsi alle ipotesi in cui i soci hanno per retribuire il lavoro svolto nella società, scarsa conoscenza reciproca, come spese cioè l’assunzione come lavoratore suborso accade nei gruppi aggiudicatari dei dinato o la formalizzazione di un mandato concorsi straordinari, o in casi di acquisicome amministratore, comportano il sostezioni di farmacie cui partecipano anche nimento di oneri ingenti in termini di consoci solo finanziatori, seppur farmacisti. tribuzione, sia a carico del percettore che È di tutta evidenza che le società di capidella società, con versamenti che oltretutto tali rappresentano un mondo a sé e più vanno incanalati nella gestione Inps, comelaborato rispetto alle società personali, portando un sostanziale raddoppio di conper cui diventa indispensabile una attentribuzione per i soggetti Enpaf. Un attento ta valutazione preventiva con il proprio esame delle disposizioni codicistiche può consulente prima di prendere la decisioessere d’aiuto: l’art. 2468, co. 3, del Codice ne di entrare a farvi parte. Civile sancisce la possibilità di attribuire in
fiscale
complessiva a un pesantissimo 46,58 per cento. Tra l’altro, trattandosi di una ritenuta a titolo definitivo, qualora il farmacista non possedesse altri redditi tassati con l’Irpef ordinaria, non potrebbe mettersi in deduzione gli usuali oneri quali l’Enpaf, o in detrazione costi quali le spese mediche, gli interessi passivi, le ristrutturazioni, eccetera. È stato calcolato (fonte: Il Sole 24 ore) che il reddito di impresa al quale potrebbe indicativamente equipararsi la tassazione diretta tra soci di società di capitale e imprenditore individuale o socio di società di persone è di 300.000 euro. A un reddito di 75.000 euro corrisponderebbe una tassazione al socio “personale” pari a circa il 40,03 per cento, senza peraltro considerare l’incidenza del beneficio degli oneri deducibili/detraibili. Una differenza troppo importante che mette in secondo piano qualsiasi altro aspetto positivo della gestione in forma di srl. Esiste però una via d’uscita rappresentata dalla possibilità, poco utilizzata, offerta alle società “a ristretta base proprietaria» dall’articolo 116 del Testo unico delle imposte sui redditi: le società possono optare per il regime di “trasparenza fiscale”, che si concreta in una modalità di tassazione del tutto simile a quello delle società personali. L’opzione riguarda solo le srl con volume di ricavi non superiore a 5.164.569 euro e «con una compagine sociale composta unicamente da persone fisiche in numero non superiore a dieci». In tal modo il reddito «è imputato a ciascun socio, indipendentemente dall’effettiva percezione, proporzionalmente alla sua quota di partecipazione agli utili» e potrà usufruire delle aliquote Irpef decisamente più convenienti, oltre che di tutte le deduzioni e detrazioni consentite. L’opzione è subordinata all’adesione da parte di tutti i soci, da comunicare tramite raccomandata A.R. alla società, la quale provvederà poi a sua volta a riportare la scelta all’Agenzia delle entrate. È da sottolineare il fatto che il regime della trasparenza può essere abbinato anche all’opzione per l’Iri, la fantomatica Imposta sul reddito delle imprese, che dovrebbe vedere la luce dall’esercizio 2018. L’Iri consente un ulteriore vantaggio, soprattutto
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di Barbara di Tracuzzi, Autore responsabile del servizio scientifico
dalle aziende
titolo Un trattamento
titolo consolidato Cellulite, sicurezza della sommario terapia topica con levotiroxina Nel 1973 viene lanciato sul mercato italiano una specialità medicinale per uso cutaneo a base di levotiroxina ed escina. Tale preparato diventa il primo farmaco di automedicazione per combattere la cellulite e contrastarne la ricomparsa, utilizzato e apprezzato, in questi anni, da milioni di donne italiane. La cellulite non è un semplice inestetismo ma una condizione di alterato metabolismo localizzato a livello del tessuto cutaneo e sottocutaneo e per questo l’azione della specialità medicinale si basa sull’effetto combinato di due principi attivi: la levotiroxina, un ormone tiroideo la cui funzione principale riguarda la regolazione del metabolismo energetico, e l’escina, una saponina vegetale estratta dall’Aesculus hyppocastanum dalle proprietà antinfiammatorie e antiedemigene. L’attività di tale medicinale è stata verificata su 114 donne con cellulite in uno studio clinico1 vs placebo che, non solo ne ha dimostrato l’efficacia rispetto al placebo, ma ha evidenziato come i principi attivi non interferiscano in alcun modo con la funzionalità tiroidea, né presentino effetti collaterali. La tollerabilità e l’innocuità relativa all’applicazione per
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via cutanea sono state oggetto di successivi approfondimenti che avevano l’obiettivo di verificare l’assenza di biodisponibilità sistemica della levotiroxina, tramite la verifica nel sangue dei marker tiroidei. Tra i diversi studi clinici effettuati a conferma della sicurezza il più recente è stat o c ondott o dall’ e q u i p e dell’Unità operativa di Endocrinologia dell’Azienda ospedaliera Luigi Sacco di Milano. Tale studio ha dimostrato che, utilizzando una formulazione contenente levotiroxina micronizzata, non si verifica l’assorbimento sis temico dell’ormone tiroideo. Lo studio, della durata di 28
giorni, ha coinvolto venti donne adulte sane che hanno applicato il prodotto secondo specifico protocollo e con massaggio accurato sulla cute fino a completo assorbimento. Le pazienti sono state sottoposte a prelievo ematico per valutare i livelli di L-tiroxina libera (FT4), triiodotironina libera (FT3), Thyroid stimulating hormone (Tsh) e reverse (rT3) al tempo 0, a 5 e a 24 ore dalla prima applicazione e successivamente dopo due e quattro settimane dall’inizio del trattamento. Lo studio prevedeva inoltre un prelievo di sangue dopo due settimane dall’ultima applicazione del prodotto come follow-up.
I risultati mostrano che il prodotto non interferisce con i livelli plasmatici degli ormoni tiroidei oggetto di studio, né a breve termine, ossia successivamente alla dose di attacco, né alla conclusione dei cicli di trattamento, né a distanza di due settimane dall’applicazione del contenuto dell’ultima bustina. Sulla base di tali evidenze si può affermare che l’applicazione cutanea del preparato medicinale, se somministrato in conformità a quanto descritto sul foglio illustrativo, non provoca alterazioni dei livelli sierici di ormoni tiroidei o dei parametri dell’asse ipofisi-tiroide.
NOTE 1 Galbiati G. et al., “Studio clinico, in doppio cieco, di un preparato topico versus placebo in donne con panniculopatia edematofibrosa localizzata alle cosce”, G. Ital. Derm. Vener. (2002) 137 3), 217-224.
INTERVISTA A...
a cura della redazione
Un marchio
che aggrega
Vantaggio competitivo, supporto nelle sfide tecnologiche e una missione da perseguire, al servizio di clienti sempre più esigenti e informati. Entrare a far parte di un grande consolidato gruppo internazionale, per una piccola realtà può rappresentare il modo migliore per rispondere alle sfide di un mercato sempre più complesso; un concreto vantaggio, soprattutto se si parla di salute e se la catena in questione è quella dei punti vendita a marchio LloydsFarmacia, brand del gruppo Admenta che conta già più di 200 punti vendita in Italia, 1.200 dipendenti, 550 milioni di fatturato, 37.000 referenze gestite e un milione di clienti serviti ogni mese in farmacia. Il momento sembra particolarmente propizio, considerato che Admenta punta, nei prossimi anni, all’apertura di sessanta nuovi punti vendita in franchising, oltre ai quaranta già attivi. Ne parliamo con l’amministratore delegato del gruppo,
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Domenico Laporta, che ci anticipa alcune delle novità che LloydsFarmacia presenterà a Cosmofarma 2018.
Quali sono le parole chiave di Admenta per il futuro prossimo? Innovazione, valore e significato dei servizi, contenimento dei costi ed efficienza sono le parole chiave per affiancare i farmacisti italiani nello sviluppare il loro domani, scongiurando la possibile cessazione di molte attività. Il modello proposto da Admenta passa da un contratto di affiliazione della durata di sette anni, cominciando da un restyling a tutto tondo dei locali finanziato da Admenta a tasso zero che rende la farmacia più contemporanea e accogliente. L’obiettivo è contribuire a costruire una rinnovata percezione del farmacista come consulente sanitario e della farmacia come punto di riferimento olistico per la salute, grazie a un
ventaglio di prodotti e servizi che integri la vocazione di presidio socio sanitario.
Possiamo fare alcuni esempi? Siamo stati in prima linea, fin dall’inizio, su temi come il controllo del dolore, la salute della pelle, la nutrizione e le intolleranze alimentari. Il gruppo insiste su un modello di sviluppo capace di rispondere alle esigenze di un cliente che dal proprio farmacista si aspetta sempre di più, anche quando si parla di prevenzione. Prima a esplorare queste nuove frontiere, LloydsFarmacia ha creato un modello innovativo e vincente, dove la salute del cliente resta il fulcro della farmacia di domani.
Qual è il vantaggio più concreto per un affiliato? I numeri, a volte, parlano da soli e, già per quanto riguarda il primo anno, i nostri farmacisti registrano un aumento medio del fatturato tra il 5 e il 15 per cento, con una crescita che prosegue anche negli anni a seguire, in controtendenza, rispetto a un mercato in flessione.
Dove sta il segreto? Direi in primis nel fatto di essere una vera catena, non solo una rete. Il nostro valore aggiunto, in definitiva, sta nel supporto costante in fatto di scelte relative a: layout, assortimento, politiche commercia-
li su cui può sempre contare chi decide di entrare nel nostro gruppo. A contribuire, poi, sono anche la consulenza costante che assicuriamo quando si parla di analisi performance, comunicazione e marketing e il vantaggio di godere delle sinergie d’acquisto del gruppo, estremamente competitivo.
Il futuro, dunque, è una farmacia sempre più commerciale? Non credo che il punto sia questo. Il concetto chiave della farmacia a cui aspiriamo è, piuttosto, quello di innovazione, all’interno di un modello che sappia coniugare le logiche del retail con la competenza e professionalità del farmacista. Non nego certo che, per mantenere determinati livelli di redditività, la farmacia oggi debba porre maggiore enfasi sui prodotti di natura più commerciale, ma questo fatto, se ben gestito, non costituisce un limite bensì un plus che offriamo ai nostri clienti. Il farmaco è stato, è e sarà sempre il fulcro della farmacia, ma il nostro obiettivo oggi deve essere la salute a tutto tondo. È un’idea, questa, molto più ampia, che abbraccia il complesso universo della prevenzione e risponde alle esigenze di clienti sempre più informati, evoluti e maturi. Solo chi saprà rispondere a queste richieste, credo, resterà sul mercato e avrà la possibilità di crescere.
Informati ed evoluti anche perché molto più digital. Le proposte Lloyds? L’innovazione tecnologica è da tempo al centro delle nostre attività, perché capace di aprire grandi opportunità sia sul fronte del cliente che su quello gestionale. Da un lato, infatti, ci sono il boom dell’e-commerce e le App che aiutano a gestire servizi o prenotare prodotti e, dall’altro, scaffali virtuali che presto introdurremo in alcune delle nostre farmacie. La tecnologia deve essere utilizzata per semplificare i processi, migliorare la comunicazione e il servizio ai clienti, non deve essere fine a se stessa.
È questa la farmacia 4.0? È anche questo. Noi continuiamo, però, a credere fortemente in una farmacia che mantenga fede alla propria missione: essere un presidio socio-sanitario al quale rivolgersi per trovare facilmente soluzioni, assistenza e consigli. È indubbio, che il servizio sanitario è oggi a rischio sostenibilità, visto che le risorse sono già e saranno sempre più scarse e che il numero di medici di base è destinato a diminuire. È proprio in un contesto del genere che la farmacia può ricavarsi un ruolo fondamentale, facendo sistema con gli operatori della filiera e andando oltre la mera dispensazione di
farmaci o di prodotti parafarmaceutici. Se vogliamo rispondere ai bisogni di una società sempre più complessa dobbiamo puntare più in alto, con lo scopo di prenderci cura a 360 gradi della salute delle persone, gestendo anche i pazienti cronici e assumendo un ruolo determinante nell’aderenza alla terapia.
Una grande sfida… Si, lo è. Ma è anche una grande opportunità. Se sapremo coglierla, infatti, potremo ritagliarci un ruolo sempre più importante per la vita e la salute delle persone e sul mercato. Ai tanti farmacisti che ci chiedono come “sopravvivere”, diciamo con sicurezza che, per crescere, ci si deve distinguere, facendo percepire alla clientela il valore aggiunto del servizio.
La normativa sulla concorrenza che, da alcuni mesi, consente al capitale di entrare nella proprietà delle farmacie private cambierà qualcosa nelle strategie di Admenta?
Domenico Laporta, amministatore delegato del Gruppo Admenta
intervista a...
I progetti per il futuro prossimo di LloydsFarmacia, tra franchising e possibili acquisizioni. A colloquio con l’amministratore delegato del gruppo Admenta Domenico Laporta
Chiaramente stiamo monitorando il mercato e i suoi sviluppi. Intendiamo acquisire farmacie che abbia senso sviluppare pagandole a prezzi di mercato, agendo in maniera razionale e oculata. La nostra strategia non cambierà, il nostro obiettivo è sempre quello di rimanere leader di questo mercato per continuare a essere riconosciuti come un gruppo solido e affidabile. Ciò attraverso una crescita che viaggi su due binari paralleli: quello delle acquisizioni di farmacie e quello dello sviluppo attraverso i franchising.
Quali, infine, le novità legate a Cosmofarma? In fiera, oltre al nostro modello, presenteremo per primi anche nuove progettualità legate al mondo delle assicurazioni, tra le quali una nuova partnership con un grande gruppo assicurativo, che consentirà ai clienti di usufruire presso le nostre farmacie di servizi in esclusiva. Un ulteriore tassello della nostra corsa verso la vera farmacia dei servizi.
Appuntamento a Cosmofarma “Opportunità nell’evoluzione delle politiche sanitarie: prevenzione, cronicità e sanità integrativa. Le soluzioni concrete del modello LloydsFarmacia” Venerdì 20 aprile 2018, ore 16.30, Aula Magna, padiglione 32.
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INTERVISTA A...
di Giuseppe Tandoi
Benessere
a quattro zampe Storia, attualità e propensione scientifica di Nestlé Purina, azienda leader nel petcare. A colloquio con Guido Poncini, Vet field manager
Sono quasi novant’anni che Nestlé si occupa di petfood e, più in generale, di salute animale, anche se la nascita di Purina è più recente. E ora, nella sede milanese di Assago, al personale è consentito di portare in ufficio il proprio cane, per il quale è stata allestita anche una apposita area dedicata. Soluzioni inedite che altrove non trovano riscontro, rese proba bilmente più facili dall’appartenenza a un gruppo dal respiro internazionale.
UN LUNGO CAMMINO I numeri di Nestlè Purina parlano chiaro: 400 persone impiegate nella filiale italiana, 8.000 nell’area Europa-Nord Africa, 30.0000 in tutto il mondo. A livello globale sono 500 gli scienziati che vi lavorano. A testimoniare l’ampiezza delle
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strutture di ricerca, vero e proprio fiore all’occhiello dell’azienda, come fa subito notare Guido Poncini, Vet field manager: «Possiamo dire, senza tema di smentita, di essere pionieri nell’ambito del mondo petfood. Oggi abbiamo dodici brand in portafoglio per ciò che riguarda la mangimistica ma la storia comincia molto tempo fa. Nel 1956 siamo stati i primi a creare la crocchetta estrusa, di grande fruibilità e sicurezza per gli utenti. Senza contare che si tratta di alimenti più sicuri di quelli fatti in caso, a rischio degradazione. Poi, nel 1986 siamo stati i primi a utilizzate le carni - e, più in generale, materie prime pregiate - come principale ingrediente del petfood. Nel 1987 un altro passo importante, la creazione della prima dieta ipoallergenica, attraverso l’utilizzo dell’idroliz-
zato di soia, a vantaggio dei cani allergici. All’inizio degli anni Duemila risalgono le prime soluzioni nutrizionali per il gatto diabetico, focalizzate su un particolare bilanciamento tra proteine e carboidrati con un basso indice glicemico. Un ulteriore passo avanti: nel 2007 entra in commercio un alimento complementare probiotico, Forti Flora, che ha una diffusione internazionale e viene annoverato tra i più prescritti negli Stati Uniti».
LE AREE DI INTERESSE E GLI STUDI Sono cinque le aree nelle quali opera l’azienda: salute e benessere dell’apparato digerente; salute orale; sano sviluppo in giovane età; invecchiamento in buona salute; infine, corretta gestione del peso. Un tema
attorno al quale sono state sviluppate campagne di comunicazione e di informazione medico-scientifica rivolte ai medici veterinari e ai proprietari di cani e gatti. «Sono oltre trecento, dal 1995 a oggi, i brevetti Purina», sottolinea Poncini. «Siamo stati anche creatori di strumenti ormai di uso comune per il veterinario nella sua pratica clinica. Mi riferisco, in particolare, al body condition score, una classificazione utilizzata per “misurare” lo stato fisico dell’animale, a partire dalla sua conformazione: normopeso, sovrappeso, sottopeso. Il punteggio - score, appunto - va da uno a nove e ogni veterinario lo può assegnare durante l’anamnesi. Sono numeri che servono a valutare il grado di evoluzione di una malattia cronica come anche le problematiche relative al
LA SCIENZA AL CENTRO Altro fiore all’occhiello, rimarca Poncini, è Optistart, brevet-
to finalizzato alla salute della crescita: «Abbiamo utilizzato le sostanze che compongono il colostro bovino (detto volgarmente “primo latte”). Lavorando su queste molecole forniamo al cucciolo in crescita un supporto per il suo sistema immunitario, stimolandone lo sviluppo di immunoglobuline in funzione difensiva da agenti patogeni». Niente voli pindarici ma strategie all’insegna del pragmatismo: «Siamo un gruppo che produce una gamma di referenze essenziale, legate all’attività clinica più frequente del medico veterinario. L’appetibilità, per esempio, è un elemento fondamentale per l’alimentazione dietetica veterinaria e in questo senso la nostra expertise tecnologica ci fornisce un grande supporto. Nello stabilimento di Portogruaro si producono tutti gli alimenti secchi per cani e gatti per tutta l’Europa; altri stabilimenti, fuori dai confini italiani, producono invece gli umidi. Quello di Portogruaro è obiettivamente un sito di assoluta eccellenza, tanto nelle procedure di sicurezza quanto nella selezione delle materie prime e dei fornitori. Questo porta ad avere un’offerta di alimenti con un grado di appetibilità massimo, una qualità
prioritaria quando si tratta, per l’animale, di passare da un’alimentazione “preparata in casa” ad alimenti prescritti dal veterinario nell’ambito di un piano terapeutico». Una opzione alimentare è quella del mix feeding tra alimenti umidi e secchi in base ad alcune tabelle approntate da Nestlé Purina. E qui diventa importante il discorso della formazione del personale specializzato - veterinari, farmacisti, negozi di petfood - al quale Purina fornisce supporti cartacei e informazioni da condividere e distribuire poi agli utenti. «Essere una azienda science based significa, da parte nostra, che le soluzioni nutrizionali e dietetiche sottostanno a normative molto ferree a garanzie della performance dei prodotti. Un’attenzione particolare è dedicata alle formulazioni, grazie alle evidenze di studi scientifici che hanno un peso. Non basta fare riferimento a studi scientifici, bisogna distinguere: devono essere studi scientifici di una certa entità, con determinati canoni, determinati risultati, determinate numeriche di inclusione. Da questo punto di vista Nestlè Purina si avvale di quattro centri ti ricerca che collaborano con
Produzione e ricerca Lo stabilimento di Portogruaro, costruito nel 1986, da gennaio 2003 è diventato uno dei principali siti produttivi Nestlé Purina a livello europeo. È specializzato nella produzione di alimenti secchi per cani e gatti ed è oggi uno degli stabilimenti tecnologicamente più avanzati in termini di tutela e riduzione dell’impatto ambientale I centri di ricerca Purina sono invece localizzati negli Stati Uniti, in Missouri (Grey Summit, St. Joseph e St. Louis), ad Amiens, in Francia, e a Losanna, in Svizzera.
intervista a...
peso del “paziente”: ci sono diversi livelli di sovrappeso, cui corrispondono differenti livelli patologici. Il monitoraggio del peso è un parametro da cui non si può prescindere. È frutto della nostra expertise, ormai adottata nella pratica veterinaria». Un orgoglio che si aggiunge a un altro: quello di far parte di un gruppo nel quale la produzione è diretta emanazione della ricerca scientifica, cui l’azienda destina notevoli risorse. Un’azienda science-based - totalmente basata sulla ricerca scientifica - che si occupa di gestire dal punto di vista nutrizionale gli ambiti patologici più frequentemente incontrati nella pratica clinica del cane e del gatto. «Faccio solo due esempi. Uno è lo studio, durato quattordici anni - una durata lunghissima che nessun’altra ricerca ha mai eguagliato - finalizzato a mettere in relazione le calorie ingerite dal cane con la sua longevità. Risultato: a un contenimento delle calorie nell’alimentazione corrisponde a una maggiore aspettativa di vita per l’animale, fino a due anni. Dati scientifici dai quali si deduce che negli animali da compagnia, come negli uomini, fondamentale è l’alimentazione per una longevità in salute». Il focus sui corretti stili di vita è, notoriamente, un caposaldo delle politiche di educazione sanitaria rivolte alla popolazione, allo scopo di prevenire patologie gravi e croniche. Ci si accorge, a questo punto, che il discorso non è molto diverso per gli “amici a quattro zampe”.
Guido Poncini, Vet field manager di Nestlé Purina
le maggiori università internazionali. La qualità degli studi che originano da questa sinergia con le istituzioni accademiche è elevata e si trasferisce nell’efficacia e sicurezza dei nostri prodotti».
E IN FARMACIA? Parlando della farmacia Poncini ricorda come la gamma di prodotti Pro Plan Veterinary Diets - diete veterinarie - e il probiotico per cani e gatti Fortiflora possano rappresentare una rilevante opportunità per il canale. Ci viene spontaneo allora di rivolgere al nostro interlocutore un’obiezione: non sarebbe il caso di coinvolgere maggiormente le farmacie, oltre ai veterinari, in campagne di educazione veterinaria che attraverso questo presidio sanitario coinvolgano tutta la popolazione, numerosissima, che da esse transita quotidianamente? «Per noi il ruolo di consulenza che possono svolgere i farmacisti sul territorio è fondamentale», conclude Poncini, «e il dialogo con loro va sicuramente incrementato anche nell’ottica di lavorare insieme per trovare le soluzioni migliori per cogliere questa opportunità a beneficio di tutti, in primis dei consumatori».
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iniziative
Cosmofarma al via
Dal 20 al 22 aprile la manifestazione, a Bologna, patrocinata da Federfarma, con la collaborazione del Gruppo Cosmetici in Farmacia di Cosmetica Italia
È una vera e propria Bologna Health Week la settimana che va dal 18 al 22 aprile, nei padiglioni della Fiera: prima Exposanità, mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza, poi Cosmofarma Exhibition. Quest’ultima, nel weekend dal 20 al 22, si avvale del patrocinio di Federfarma e della collaborazione con Gruppo Cosmetici in Farmacia di Cosmetica Italia. Grande novità dell’edizione 2018, un padiglione in più, il 32, dedicato alla distribuzione intermedia, ambito più che mai cruciale, in prospettiva, anche in relazione alle conseguenze che avranno le recenti novità legislative sul sistema farmacia. A Bologna saranno presenti i principali player del settore Alphega Farmacia, Cef, CFL, Corofar, Farla, Farmacentro, Farvima, Federfarma.Co, Lloyds Farmacia, Sofarmamorra, Unico, Unifarm. «È la prima edizione di Cosmofarma alla quale partecipo come presidente in un momento in cui il settore farmacia è alla vigilia di
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grandi cambiamenti per l’introduzione della legge sulla concorrenza», dichiara Marco Cossolo, presidente di Federfarma, «e la nuova dirigenza di Federfarma è impegnata in sfide importanti per mantenere le farmacie competitive nello scenario che ora si comincia a delineare». Sono tre i convegni istituzionali organizzati da Federfarma a Bologna. Quello, tradizionale, del sabato mattina, che parlerà del sistema farmacia nel contesto di un Servizio sanitario nazionale che compie quarant’anni, e quello organizzato da Promofarma, il sabato pomeriggio, sul “Regolamento europeo per la protezione dei dati”. Infine il convegno della domenica mattina, a cura di Federfarma e Federfarma Servizi, che affronta i temi legati alla approvazione della Legge 124/2017 sulla Concorrenza. All’interno di Cosmofarma Exhibition 2018 si svolgerà la Nutraceuticals Conference by Nuce, appuntamento con con il comparto dei nutraceutici e degli integratori
alimentari. L’evento si avvale del contributo e della supervisione di un comitato scientifico e si rivolge, da un lato, a medici e farmacisti, che si confermano gli interlocutori di riferimento per il consumatore, dall’altro a ricercatori, formulatori e profili tecnici delle aziende del settore. Spazio anche all’innovazione e alla ricerca: la rassegna bolognese ospiterà la quarta edizione di Cosmofarma StartUpVillage, con l’obiettivo di facilitare il contatto tra le aziende leader del mercato e i nuovi progetti presentati da giovani startup, per favorire l’evoluzione di prodotti e servizi. Un calendario di incontri molto variegato e con focus sui temi di maggiore attualità: il digitale, la gestione manageriale della farmacia, l’aggregazionismo in contrapposizione alle catene, la dermocosmesi. La trasformazione del settore salute sarà l’argomento principale della Cosmofarma Business Conference, uno degli appuntamenti chiave della manifestazione. Si terrà venerdì 20 aprile alle 14.30.
Una formula matematica, risultato di un innovativo laboratorio di confronto sul futuro della farmacia nell’evoluzione delle cure‌
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Spigolature
Antonelli a capo dell’oncologia di Novartis in Europa Pierluigi Antonelli (nella foto) - si legge in una nota ufficiale Novartis - è stato nominato Head of Oncology Region Europe, dopo tre anni come responsabile dell’Europa occidentale in Sandoz. Il manager ha al suo attivo quindici anni di esperienza ai vertici di grandi gruppi farmaceutici. Prima di approdare in Novartis ha ricoperto diversi incarichi per Bristol-Myers Squibb in Italia, Stati Uniti, Portogallo, Francia
e Svizzera, per poi assumere il ruolo di senior vice president e managing director di Msd Italia. È stato inoltre membro del Comitato di presidenza di Farmindustria e chairman dell’Italian american pharmaceutical group. «Sono onorato di assumere questo ruolo», commenta Antonelli, «e di affrontare nuove e stimolanti sfide nell’ambito dell’oncologia, attraverso lo sviluppo e l’accesso a terapie innovative in
grado di migliorare in modo tangibile la vita delle persone. Novartis Oncology, azienda leader nell’area oncologica, è una realtà solida con una lunga storia alle spalle e una pipeline di grandissimo valore, incentrata sulla ricerca scientifica. Sono quindi lieto di poter mettere a disposizione la mia esperienza con l’obiettivo di continuare a perseguire sempre nuove opportunità di cura per i pazienti».
Federfarma.Co
entra in Secof Secof è l’organismo di rappresentanza europea dei distributori intermedi del farmaco di esclusiva proprietà di farmacisti; Federfarma.Co, società per azioni di proprietà delle società di farmacisti, è entrata a far parte della sua compagine azionaria. A darne notizia una nota di Federfarma Servizi: «A breve sono previsti nuovi ingressi in rappresentanza di altre nazioni, quali la Turchia e la Grecia. L’ingresso di Federfarma.Co nell’ambito di un contesto europeo in rappresentanza di tutte le cooperative italiane della distribuzione intermedia dei medicinali darà la possibilità a Federfarma Servizi e a tutte le sue aziende di maturare esperienze nuove e formative, nonché di avere importanti occasioni di confronto sia di natura politica che commerciale». Con sede a Siviglia, «Secof rappresenta le cooperative europee di proprietà di farmacisti. Attualmente è operativa in cinque Paesi - Francia, Belgio, Spagna, Germania, Portogallo - attraverso cinque aziende. Si tratta di società che forniscono ogni giorno più di 38.000 farmacie di comunità». Per l’anno 2018 «saranno previsti sei incontri del board volti a offrire spunti di riflessione congiunti sull’evoluzione del mercato farmaceutico in Europa e in particolare per il ruolo che le società di farmacisti possono svolgere in tale ambito. Antonello Mirone, Presidente di Federfarma Servizi, in qualità di segretario di Federfarma.Co, e Francesco Turrin, presidente di Federfarma.Co rappresenteranno l’Italia nel board europeo». (Fonte: F-online)
Database Amiot
sulle medicine complementari Il sito web dell’Associazione medica italiana di omotossicologia, www.amiot.it, lanciato lo scorso febbraio con una nuova interfaccia per agevolare la ricerca delle informazioni, specialmente agli utenti del web abituati all’interazione 2.0, è diventato in poco tempo uno dei database di riferimento sulle news relative alle medicine complementari/non convenzionali: costantemente aggiornato, è accessibile senza alcuna registrazione e contiene i più apprezzabili articoli sul tema delle cure naturali pubblicati dai media in lingua italiana. Tra le novità, nella sezione Omotossicologia è stata creata una piattaforma denominata “Perchefunziona.it”, che mette a disposizione di medici e pazienti informazioni utili e risposte dettagliate per fare luce sui falsi miti riguardante la medicina low-dose. La sezione News, invece, presenta un archivio digitale di notizie divulgative sulle medicine complementari in Italia, rivolto a tutti coloro che vogliono conoscere e approfondire le buone prassi in tema di prevenzione, trattamento delle malattie e corretti stili di vita, aggiornato settimanalmente. Sarà possibile, inoltre, usufruire dell’applicazione “Sibilla”, una chat-bot basata su algoritmi di intelligenza artificiale che risponderà, direttamente sul sito, alle domande più frequenti degli utenti.
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il farmacista Fontana eletto presidente Alla guida degli industriali italiani in Albania c’è un farmacista: Sergio Fontana (nella foto), amministratore unico Farmalabor e presidente della zona Bat di Confindustria Bari-Bat, è stato eletto presidente di Confindustria Albania. L’associazione riunisce diverse aziende italiane, che spaziano dalle multinazionali alle Pmi pugliesi. Appena insediato,
Fontana ha nominato la squadra di vice presidenti che lo accompagnerà nei prossimi cinque anni: Mario Tonucci, vicario con delega alla pianificazione delle attività e relazioni internazionali; Maria Cristina Elmi Busi, con delega al marketing associativo; Giordano Gorini, con delega a energia e infrastrutture; Saimir Huta, con delega alle attività produt-
tive; Claudio Michelacci, con delega ai rapporti con le istituzioni albanesi. L’associazione sta collaborando con la pubblica amministrazione locale per risolvere le problematiche delle industrie socie, al fine di migliorare le condizioni delle aziende già presenti in Albania e favorire l’insediamento di altre imprese italiane interessate.
Spigolature
Confindustria Albania:
Museo di Storia
della Farmacia di Latiano (BR) È stato inaugurato da pochi giorni a Latiano, in provincia di Brindisi, il Museo di storia della farmacia, che sorge all’interno dell’ex convento dei Domenicani. Si tratta di un edificio cinquecentesco che nei secoli è stato oggetto di numerosi rifacimenti che ne
hanno alterato la sua fisionomia originaria. Il Museo nasce intorno al nucleo di raccolte private delle famiglie Pepe e Pierri di Taranto - farmacisti di antica generazione - ed è un esempio positivo di sinergia tra pubblico e privato, in quanto la realizzazione è stata per-
messa grazie all’intesa tra Ordine dei farmacisti di Brindisi e Comune di Latiano. Esso accoglie oggetti e i reperti accumulati con passione ed entusiasmo nel corso di tre generazioni di farmacisti, con l’obiettivo di documentare le radici della professione.
Giornate
sullo scompenso cardiaco In occasione delle Giornate europee dello scompenso cardiaco, la rete delle Farmacie specializzate di farmacisti preparatori ha organizzato la campagna di sensibilizzazione “Il tuo cuore è un bene prezioso. Ascoltalo!”, in collaborazione con l’Ausl di Piacenza. Dal 7 al 12 maggio sarà possibile rivolgersi a una delle 580 farmacie aderenti al progetto, distribuite su tutto il territorio nazionale, effettuare la misurazione gratuita della pressione arteriosa e ricevere una consulenza personalizzata sul rischio cardiovascolare. Oltre al controllo della pressione, nella settimana dal 7 al 12 maggio i cittadini potranno compilare insieme al farmacista un questionario per valutare il loro personale rischio cardiovascolare. Riceveranno inoltre il diario metabolico: vera e propria agenda dello stato di salute, che consente di monitorare nel tempo alcuni parametri base come i valori di colesterolo, trigliceridi, glicemia, pressione, frequenza cardiaca, fibrillazione atriale. «Uno stile di vita attivo», spiega Santo Barreca, rappresentante delle Farmacie specializzate, «un’alimentazione controllata e abitudini salutari possono ridurre il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari. Nella settimana dedicata allo scompenso cardiaco vogliamo aiutare tutti i cittadini a fare una scelta di vita sana e consapevole». Tutte le informazioni su www.farmacistipreparatori.it.
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what’s up
di Chiara Romeo
FarmaMagazine
Il bimestrale di Federfarma edito da Edra per supportare il farmacista nell’educare il cittadino alla salute ha anche una App, nella quale si può sfogliare l’ultimo numero e quelli passati. Su ogni numero Farma Magazine offre approfondimenti, novità e tante rubriche sul sistema salute in un’unica applicazione di facile consultazione. Grazie alla testata, giunta al suo terzo anno, il farmacista può supportare il cittadino nell’educazione alla salute; promuovere la pharmaceutical care; attivare l’empowerment del cittadino. Gli articoli su medicina, farmaci, nutrizione, assistenza domiciliare, cosmesi, primo soccorso e attualità sono corredati da immagini e racconti che rendono piacevole la lettura. Con la App la rivista è sempre a portata di mano, su smartphone o tablet. È inoltre possibile salvare articoli e posizionare dei segnalibri, evidenziare frasi e paragrafi e creare delle note.
MelaNOMI
Un’applicazione rivolta al paziente con melanoma che offre informazioni generali e suggerimenti pratici per affrontare al meglio la quotidianità nel percorso di cura. Le risposte fornite dalla App sono personalizzate in base alle caratteristiche, allo stato fisico e psicologico del paziente. Quattro le sezioni: la malattia, con informazioni sugli stadi della malattia, controlli ed esami, ma anche istruzioni su come eseguire l’autoesame della pelle; l’alimentazione, con cibi e ricette consigliati in base allo stato di salute; gli stili di vita, con informazioni sugli indici Uv, sui possibili danni correlati all’esposizione solare, esercizi fisici selezionati in base alla frequenza di allenamento, condizioni fisiche e tempo a disposizione; infine gli stati d’animo, dove si forniscono suggerimenti e consigli personalizzati in relazione al proprio vissuto. La App è realizzata con il patrocinio di Imi (Intergruppo melanoma italiano) e in collaborazione con Aimame (Associazione italiana malati di melanoma) e Mio (Melanoma Italia onnlus).
Quanto Fumi
Il ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (Iss), ha realizzato, in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco, l’App “Quanto fumi?” per far acquisire al fumatore consapevolezza della propria dipendenza dal fumo e stimolarlo a migliorare la propria salute. L’applicazione fornisce la percezione di quanto si fuma e della dipendenza dal fumo. Prima di mettersi alla prova, il fumatore può fare il test di Fagerström per stabilire l’entità della sua dipendenza. Il fumatore può porsi l’obiettivo di sperimentare la riduzione del consumo giornaliero di sigarette del 20 per cento rispetto a quello abituale. Se lo desidera può facilmente entrare in contatto con il numero verde dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Iss per un aiuto a smettere o per trovare il centro antifumo più vicino. La App non sostituisce in alcun modo l’attività del medico o dei centri antifumo, ma può costituire un valido aiuto nel percorso di disassuefazione.
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Beatrice Lorenzin
PER SALUTE E PER GIUSTIZIA Come solo politica e scienza possono salvare il Servizio Sanitario Nazionale e perché è così difficile farlo “Il mondo è piatto, caldo e affollato”, dice l’opinion leader americano Thomas Friedman, e per evitare il caos non vi è alternativa che cercare di governarlo. Nei cinque anni da Ministro della Salute è quel che ha fatto Beatrice Lorenzin, battendosi per ricucire lo strappo tra scienza, società civile e politica. Consentendo al nostro Servizio Sanitario Nazionale di reggere all’urto dei venti di una “tempesta perfetta”. Quella che si profila all’orizzonte, generata dal doppio impatto dei costi conseguenti all’invecchiamento della popolazione e all’innovazione bio-medicale. Ma per vincere la sfida servirà il contributo della stessa innovazione, oltre che maggiore appropriatezza, riforma dei ticket, nuovo Piano anti liste d’attesa, lotta alle inefficienze e altre azioni contenut nel decalogo “anticrisi” proposto da Beatrice Lorenzin. Che spiega anche come offrire agli italiani un’Assicurazione pubblica gratuita per le cure odontoiatriche.
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consigli
di Luigi Marafante
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i disturbi CONTRO LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE Colilen Ibs di Aboca è un prodotto innovativo per il trattamento della sindrome dell’intestino irritabile, condizione che si manifesta con intensità diversa attraverso molteplici sintomi, variabili da persona a persona ed è caratterizzata da dolore, gonfiore, distensione e fastidi ad-
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consigli
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hanno un effetto protettivo contro i danni cellulari. L’escolzia è utilizzata per favorire il rilassamento e migliorare la qualità del sonno naturale. La melissa protegge i tessuti dallo stress ossidativo e contribui-
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di Luca Pani, @Luca__Pani, University of Miami
The Blind Spot
Immuni
e contenti La realtà virtuale già ora rappresenta un valido aiuto per distrarre i bambini paurosi al momento della vaccinazione Il bambino arriva esitante davanti al camice bianco. Nonostante le promesse della mamma che lo porterà per mano nella sua gelateria preferita e del papà che gli comprerà l’ultimo costume da supereroe, la paura lo paralizza. Quell’ago, sebbene tutti gli ripetano sino alla nausea che è fine e indolore come la puntura di una zanzara, lo terrorizza. E poi non è vero, il rituale si è già ripetuto sin troppe volte e quella non sembra neppure essere l’ultima e poi lui le punture delle zanzare non le ha mai sentite mentre quelle dell’ago sì; e fanno male. I pediatri conoscono il vero e proprio terrore che le vaccinazioni evocano e spesso lo vedono stampato negli occhi dei piccoli pazienti tanto da essere stati costretti a inventarsi - quelli più bravi - fenomenali tecniche di distrazione con poster colorati, pupazzi speciali e storie tanto fantastiche da far impallidire Walt Disney. Eppure, dato che siamo pur sempre nell’epoca della realtà virtuale, tutte queste tecniche potrebbero venire sorpassate in un battito di ciglia da qualcosa di assolutamente inaspettato. Uno studio su 244 bambini vaccinati stagionalmente per l’influenza alle Sansum Clinic di Santa Barbara e a Lompoc, in California, ha dimostrato che quando circa la metà di loro indossavano occhiali di realtà virtuale che proiettavano scene di un oceano calmo sentivano molto meno dolore di coloro che invece venivano vaccinati senza alcun aiuto multimediale. L’effetto era straordinariamente significativo in termini statistici, dal 50 al 75 per cento dei bambini raccontava di avere avuto meno paura e meno dolore. I numeri sono decisamente impressionanti e
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ancora di più se si considera come l’azione primaria potrebbe essere ascrivibile alla riduzione del “valore affettivo” che il cervello umano conferisce al dolore e a molte altre sensazioni negative come la fatica, la noia e persino la malinconia. Il pioniere di questa tecnica, sviluppata ormai da oltre un anno è Mark Silverberg, un pediatra californiano che - quando iniziò a notare l’associazione tra un vero e proprio stato di panico e il seguente dolore dei bambini che si recavano nel suo ambulatorio per essere vaccinati - si chiese come potesse fare per distrarli con qualcosa che li interessasse ben oltre un poster o un libro e pensò di usare qualcosa di simile a un videogioco. Ma dato che il video gioco non era abbastanza “immersivo” e non li distraeva a sufficienza, decise di consultarsi sull’argomento con il più grande esperto di queste tecnologie che conoscesse. Zoë era la sua figlia quattordicenne, solita nascondersi dietro a cespugli
quando, da bambina, stava per essere vaccinata. Fu lei, infatti, a suggerire di usare gli occhiali per la realtà virtuale. La cosa interessante è che secondo quanto riportato da uno studio dell’Accademia americana di pediatria circa, tre genitori su quattro arrivano a essere contrari alle vaccinazioni perché non sopportano il terrore e il dolore che producono nei loro figli. Magari oltre a tutti i proclami elettorali e alle leggi che si sono dovute promulgare per recuperare le coperture vaccinali che erano arrivate, pericolosamente, a percentuali da emergenza sanitaria, non sarebbe stato male fornire i nostri centri vaccinali dove, sono certo, nella larghissima maggioranza q ualcuno pos siede uno smartphone - di una piccola mascherina di cartone da pochi euro per far ammirare un panorama rilassante ai bambini italiani mentre venivano vaccinati e le istituzioni provavano a ricostruire il preziosissimo effetto gregge che stiamo perdendo.
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