Anno XIX | N° 7 19 aprile 2018 | www.puntoeffe.it
2018 L’unico prontuario completo e affidabile TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI SEMPRE A PORTATA DI MANO
PARLIAMONE Rurali a rischio
veterinaria L’antibioticoresistenza
Angela Margiotta
Retail Una via obbligata
CON SPIRITO
di squadra
Farmaciste Insieme e Progetto Mimosa, due delle iniziative promosse da una titolare con una forte vocazione sociale. Le donne? Devono essere più presenti nelle rappresentanze di categoria
Anno XIX | N° 7 19 aprile 2018 | www.puntoeffe.it
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Farmaciste Insieme e Progetto Mimosa, due delle iniziative promosse da una titolare con una forte vocazione sociale. Le donne? Devono essere più presenti nelle rappresentanze di categoria
www.msd-animal-health.it Materiale Riservato ai Sigg. Farmacisti - per ulteriori informazioni consultare l’RCP.
SOMMARIO
Editoriale| Microbo Vergine
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Controcorrente| Una casa comune
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InnovAzione| Il retail che funziona
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Interventi| Sinergie necessarie
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Un farmacista a scuola| Giochi senza frontiere
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PARLIAMONe AGGREGAZIONI TERRITORIALI | Rurali a rischio
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primo piano ECHI DAL WEB | Oppiacei senza timore 20 INCONTRI | Angela Margiotta 22
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LA BUONA GESTIONE | Debiti sotto controllo 27 VETERINARIA | Il capitolo resistenza 28 SPECIALE PIROSI | Alternative naturali
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RETAIL | Una via obbligata
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RUBRICHE Dalle aziende | Teniamo d’occhio i muscoli Legale | Un’intesa atipica? Farmanews | Nuove speranze per la Sla
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Spigolature Consigli The Blind Spot | Punti ciechi ma non troppo
Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)
Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it
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aprile 2018 |
Collaboratori Maurizio Bisozzi, Claudio Buono Carla Carnovale, Sergio Cattani, Stefania Cifani, Andrea Corbari, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Federico Marzari, Mauro Miserendino, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Elena Penazzi, Davide Petrosillo Aldo Vezzoni, Simona Zazzetta
Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it
Responsabile pubblicità Stefano Busconi dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404
I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori
Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it
Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it - Tel. 02.88184.222 Immagini Shutterstock, Thinkstock. Foto di copertina: Gianluca Casponi.
Stampa Grafica Veneta S.p.A., Via Malcanton 2, 35010 Trebaseleghe (PD) Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori
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saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.
Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione Per il periodo 1/1/2017 - 31/12/2017 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.519 Diffusione media: 9.660 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.
editoriale
M
di Paolo Vintani
icrobo
Vergine
Testimone del tempo: ho “giocato” con la medicina alternativa fin dai primi anni Ottanta. Uso volutamente il verbo giocare, perché ero giovane, perché erano temi e prodotti sconosciuti, ammaliato come un fanciullo da grandi maestri, non solo di scienza ma anche di vita. Legnani, Cenerelli, Negro, Giannelli, L.O. Speciani, C. Boiron, Il Conte dal Verme, Aldo Bargero, solo alcuni nomi di una galassia straordinaria. Gente che poteva permettersi il lusso di contestare la via maestra perché la conosceva bene. Nel corso degli anni però, come spesso succede, a loro si sono susseguiti falsi maestri, e la critica diventava ottusa e sterile. Ho avuto la fortuna di poter constatare come parallelamente alcune aziende e alcuni professionisti conservassero serietà produttiva e l’adeguassero ai tempi e gli altri perseguissero nei loro studi e non si scomponessero alla deriva modaiola dell’alternativo degli anni Novanta. Cito Fear in questo editoriale perché il significato di Fear è paura, timore. Timore di perdere la mia gioventù e i miei sogni e i sogni di tutti quelli che hanno vissuto quei magnifichi anni, certi che c’è tanto di serio e tanto ancora da studiare e indagare, inoltre Fear of music era un album che riflette-
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va queste paure nei primi anni Ottanta newyorchesi, paura che un punk dissacrante e autocelebrativo dilagasse. La poesia dadaista riprende l’autodefinizione di Dada: Est un microbe vierge. Siamo all’anno zero di una medicina che vuole essere complementare, che vuole essere studiata ed è pronta ad affrontarlo (integratori alimentari, omeopatia, Mtc e Ayurveda), che può essere essenziale per quei corretti stili di vita a cui accennano le leggi regionali, che possono risolvere certi piccoli grandi problemi… ma che hanno bisogno di qualcosa come i bambini piccoli che pronunciano a malapena “dada”. Per quanto riguarda le medicine tradizionali, Mtc e Ayurveda possono anche esserci utili a comprendere quei popoli che le hanno cullate per 3.000-5.000 anni e che ora sono l’8 per cento dei nostri clienti, e anche un minimo interesse alla storia delle medicine ci insegna a capire come già l’antica Cina o l’India avessero capito come l’uomo non è fatto solo di fisico e di psichico, ma anche emozioni, cuore. L’omeopatia, in questi anni ha dimostrato che sono aziende serie in grado di dimostrare che sono in grado di produrre in maniera ineccepibile, in assenza di tossicità, e riproducibili… requisiti essenziali per essere azienda. Per l’affermazione farmacologica e clinica, ne riparliamo tra qualche mese. Accompagniamo il malato in un percorso di guarigione, non incentiviamo divisioni, diamo risposte consapevoli.
Gadji beri bimba clandridi Lauli lonni cadori gadjam A bim beri glassala glandride E glassala tuffm I zimbra (Da Fear of Music Talking heads testo del poeta dadaista Hugo Ball)
corrente
U
di Maurizio Bisozzi
ortnoc
na casa
comune Cambiare pelle per il farmacista è compito non facile e graduale, ma non più rinviabile
L’evoluzione della specie ha passi lenti, la natura ha pazienza e tutto il tempo che vuole. Decide lei. L’evoluzione sociale, economica è molto più rapida; quella dei costumi, delle abitudini e delle mode, fulminante. Solo trent’anni fa il Pc sembrava uno strumento per pochi fanatici, vent’anni fa il cellulare un oggetto da snob esibizionisti. L’homo sapiens ha impiegato migliaia di anni per trasformarsi da raccoglitore di erbe in speziale, centinaia per evolversi in farmacista e oggi, in una manciata di anni, alla nostra categoria vengono imposte mutazioni professionali e prima ancora culturali. Appartengo all’era geologica delle casse mutue (Inam, Enpas eccetera) staccavo il bollino dalla Citrosodina e dall’amaro medicinale Giuliani e prima di andare in pensione ho dovuto acquisire conoscenze di autoanalisi, Ecg e Holter, informatica, marketing, gestione aziendale, pharmaceutical care, conoscenza delle lingue. Vi dico solo che l’Associazione qui a Roma ha dovuto organizzare un seguitissimo corso di cinese e non per ordinare involtini primavera, ma stare al passo con una società che cambia. Velocemente, forse troppo per i dinosauri del-
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Operazione delicata, condotta con la giula mia generazione, ma l’economia non sta cautela e senza affanno, come invece ha i tempi e il rispetto della natura, come sento chiedere da qualche voce. Abbatprima detto. tere steccati storici, leggere il vicino coDifficile cambiare pelle, soprattutto se me un alleato nella parliamo di vecchie pellacce mentali, nate abbandonare difesa della professione e dell’istituto fare cresciute in una imindividualismi macia, è un’idea «che postazione che collofuori dalle ho nella testa ma non cava il collega delle ancora nella pelle» farmacie vicine nella logiche per dirla alla Gaber. categoria “rivali”, al economiche E non è l’unico sforzo quale strappare clienattuali richiesto: se il farmati. Una volta con la per cambiare cista deve mutare l’acortesia, l’assortimenuna cultura nima, le s tr utture to, la competenza, da Storace in poi a botte ormai radicata chiamate a coordinare il mutamento devodi sconti e super offerno costruire un corpo, facendo tesoro di te, veri fendenti nella giugulare economialcuni errori di un passato dove interessi ca dell’azienda. Un Grand Guignol in cui personali hanno talvolta nuotato nella sono restate dissanguate non poche farnebbia di bilanci trasparenti come lastre macie. Il ruolo degli Ordini e del sindacadi marmo. Opacità, impiego di risorse to è di indicare la nuova dimensione economiche difficili da giustificare, retriprofessionale e commerciale che ci è stabuzioni discutibili, hanno seminato diffita ritagliata addosso, senza ostinarsi a indenza, se non avversione, in una dossare taglie ormai superate. Spingere categoria scettica e circospetta. Evoluverso l’associazionismo, abbandonando zione quindi, tanto dell’animale farmaciindividualismi fuori delle logiche econosta quanto della sua futura abitazione: miche attuali, per cambiare una cultura, agli architetti il compito di creare pareti radicata fino all’incrostazione. Impossibidi cristallo, agli amministratori del conle creare e promuovere contenitori se pridominio presentare rendiconto chiari, ma il contenuto non è malleabile alle leggibili e credibili. Al farmacista capire novità e duttile alle trasformazioni, quache fuori della casa comune ormai si lunque rete resterebbe sbrindellata dagli sbrana senza pietà. spigoli aguzzi di caparbie consuetudini.
Innovazione
I
di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division, Focus Management Consultant
l retail
che funziona Prevedere il futuro non è facile, sfidarlo è impossibile
Non sono pochi gli esempi di aziende fallite per non essersi accorte che il mondo sta cambiando. Hanno pensato che le nuove tecnologie avrebbero conquistato solo una nicchia di consumatori e che pertanto non avrebbero modificato sostanzialmente il mercato. Produttori come Kodak non hanno previsto la rapida morte delle pellicole, retailer come Blockbuster non si sono rese conto che il prodotto che distribuivano sarebbe sparito. Colossi di settori operanti in mercati che erano stati stabili come Toys “R” Us non hanno pensato che l’e-commerce li avrebbe sostituiti, né che tablet e play station avrebbero sostituito prodotti che vendevano. Il mondo è cambiato: nulla sarà come prima. Uno dei settori nei quali sembrava che i modelli di consumo fossero ormai immutabili è quello della Gdo: difficilissimo innovare quando la distribuzione è incentrata su prodotti banalizzati e con brand estremamente forti. E invece i nostri bisogni per fare la spesa sono completamente mutati. Il consumo alimentare non è più uno status symbol, abbiamo alleggerito i pasti principali, li consumiamo prevalentemente fuori casa, e sprechiamo per fortuna di meno. Percepiamo la spesa come una noiosa routine. Ma qualcuno ha
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avviato il processo di innovazione anche affiliati (già perché Unes è anche un franchiin questo settore. sing), passano da 8,3 milioni di euro a 95 miNel 2006 Unes lancia un posizionamento lioni nel 2017. E per meglio comprendere il basato sul concetto di far risparmiare il futuro sono entrati con coraggio in partnercliente senza farlo sentire povero. Ha detto ship con Amazon per Amazon Prime, divenstop a promozioni e volantini. Ha detto batando il primo retailer in Europa a stringere sta alle raccolte punti e ai collezionamenti. una partnership con Amazon per le conseHa scelto di fare prezzi trasparenti e convegne con Prime Now. nienti tutti i giorni, e lo ha comunicato con Gasbarrino, presidente e amministratore lo slogan “Le promozioni scadono, i prezzi delegato del Gruppo Unes, è uno degli imbassi no” (perché non baprenditori più stimati sta fare, ma occorre an- la gdo sembrav a nel settore della Gdo che comunicare cosa si ma anche nell’intero immutabile sta facendo). Ha organizmondo retail. Alla frenel tempo zato l’esposizione del viquente domanda dei no per fasce di prezzo, ha competitor se non sia e invece eliminato il rivestimento un azzardo mettersi in è cambiata di plastica dalle bottiglie partnership con un coseguendo di acqua per evitare un losso come Amazon, coi bisogni dei inutile fardello, ha messo munque concorrente, c o n s u m a t o r i il wifi gratuito e inserito risponde: il cambiamenpostazioni per ricaricare i to non si può fermare, cellulari. Nel 2015 quando il retail è passato per capirlo è bisogna esserci dentro, e cosotto attacco ha capito che si doveva cammunque se non l’avesse fatto Unes prima biare di nuovo: il cliente vuole sentirsi gratifipoi l’avrebbe fatto qualcun altro. cato e rassicurato. Ma l’innovazione, come ci siamo detti tante E così è nata la prima private label prevolte in questa rubrica, esiste solo se funmium: il Viaggiatore Goloso. Non la lancia ziona. Unes, in un settore che ogni anno da subito nei suoi supermercati, ma a Nataperde di più, dalla nascita nel 2006 in cui le 2015 apre il temporary store “Il Viaggiator ha fatturato 539 milioni di euro oggi ne fatGoloso”. A novembre 2016 apre il primo netura 982; il suo Ebt è passato da 5,2 a 47,7. gozio “Viaggiatore Goloso”. Il Viaggiator GoRicaviamo le dovute conclusioni e siamo loso gratifica e rassicura ma soprattutto orgogliosi della forza innovatrice dell’imfidelizza: le vendite nei supermercati Unes e prenditoria italiana.
interventi
S
Quello che più preoccupa per l’ingresso dei capitali nel nostro settore credo sia la potenziale dimensione della concentrazione. Il limite del venti per cento di farmacie in campo regionale, infatti, senza che via sia alcun riferimento a limiti di fatturato complessivo può costituire veramente un vulnus all’uniforme assistenza sul territorio. Potrebbe così veramente verificarsi l’ingresso nel settore delle farmacie dei ben noti effetti del fenomeno dei category killer. Gli esiti dipenderanno, penso, da vari fattori, non ultimi, da una parte l’effettiva redditività dell’“impresa farmacia”, direttamente proporzionale alla sua attrattività, e dall’altra il suo stato finanziario direttamente collegato alla sua solidità e, quindi, al singolo livello di autonomia. Volendo pensare in positivo, si può dire che sono tuttavia visibili i primi effetti dell’applicazione del terzo principio della dinamica, secondo cui “a ogni azione corrisponde sempre una uguale e opposta reazione”. Infatti, questo evento è stato il catalizzatore di diverse reazioni, a iniziare dal mondo dei giovani farmacisti, convinti che ancor più si debba puntare sulla crescita professio-
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di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar
inergie
neceSsarie A ogni azione corrisponde una reazione, alla legge sulla concorrenza corrisponderà, almeno si spera, un nuovo modello di farmacia
per loro il mondo ancor prima che per le nale. In pratica, più di prima, potrà essefarmacie, hanno fatto esse stesse aggrere la professione a fare la differenza, gazione, consapevoli che l’economia di portando l’assistito a scegliere tra farscala è primaria per l’ottenimento di rimacia e farmacia, in base alle compesultati d’esercizio. Ebbene, mattoni e cetenze che trova, piuttosto che alle mento sono già lì da utilizzare. offerte commerciali o alle superfici di Ora servono ingegneri, geometri, capivendita. Su un altro versante, sarà determastri e muratori per creare una nuova minante il processo di aggregazione che struttura, rispondente alle nuove esigensi riuscirà a sviluppare tra le cosiddette ze, quindi, più solida, versatile e, certafarmacie indipendenti. Per questo occorre mente, più complessa, poiché deve guardare con molta attenzione al progetnascere tra due reti che fino ad ora si soto a “geometrie variabili” di Federfarma, no parlate poco. Lo dimostra la sovrapillustrato agli Stati generali della farmaposizione diffusa sui cia e parso in qualservizi offerti dal sinche modo geniale ora dacato e, in contemnella sua semplicità. servono poranea, dalla Il principio, infatti, è distribuzione interquello di portare alla ingegneri, media e, viceversa, quintessenza quangeometri, la carenza di servizi to è stato costruito capimastri che nessuna delle nel tempo in termini e muratori, due reti ha mai pendi sinergia. per creare sato di offrire, nonoLa sinergia ha indotstante ve ne fosse la to a creare il sindauna nuova richiesta. cato, con la sua struttura Vedremo quale sarà gerarchia nazionale, la declinazione del regionale e provinprogetto che comunque si muove nella diciale, attraverso le sue diverse articolarezione giusta, nel fornire strumenti di zioni territoriali. La sinergia ha spinto competitività e includendo potenzialmendagli anni Sessanta in poi alla nascita te tutti i soggetti, dalle farmacie alla didelle cooperative della distribuzione instribuzione intermedia tutta, secondo le termedia dei farmaci, che del servizio aldiverse condizioni operative e di rapporto le farmacie hanno fatto bandiera. Poi tra loro. sono cresciute nel tempo e, cambiato
un farmacista a scuola
G
iochi senza
frontiere
Un corso rivolto ai docenti di una scuola media sul rapporto tra adolescenti e video game
Minecraft, Call of Duty, League of Legends, Fifa 18. Se per voi queste parole non hanno significato, probabilmente non avete figli giovani. Si tratta di videogame molto diffusi e famosi, alcuni di essi utilizzati da più di ottanta milioni di persone al mese, ovvero tutta la popolazione della Germania, compresi bambini e anziani. È possibile ignorare un fenomeno del genere, catalogandolo semplicemente come passatempo per giovani, oppure è necessario rifletterci su? L’occasione per approfondire si è presentata quando una docente ci ha contattati per condurre un corso di formazione rivolto al corpo docente di una scuola media, con al centro il rapporto tra adolescenti e videogame. Abbiamo costruito un piccolo percorso in due tappe, condotto da due... diversamente esperti in materia. I docenti sono stati Enrico Scappatura, psicologo cognitivo esperto in età evolutiva, e Moreno, giovane appassionato di videogame. Quest’ultimo ha iniziato illustrando alcuni esempi tra quelli più giocati a livello mondiale, mostrando azioni di gioco, spiegandone obiettivi, ambientazione e target. Anche se piuttosto restii a mettersi in gioco, i docenti erano molto incuriositi da queste forme di intrattenimento e hanno reagito oscillando
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di Sergio Cattani, farmacista ed educatore
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misure preventive, sono stati studiati anche tra divertimento e indignazione, specialgli effetti di informare i genitori circa le linee mente quando si parlava di quelli ad alto guida sul fenomeno. Sembra che anche contenuto di violenza (ovviamente tra i più questa strategia non risolva da sola il proamati dagli adolescenti...). Questa prima blema, anche se sembra fornire un buon parte è stata importante perché, attraverso supporto ai genitori di ragazzi che hanno le risposte di Moreno alle domande dei presviluppato dipendenza, forse perché li rensenti, si sono potuti comprendere gli aspetti de più consapevoli del problema. Ma i videche attraggono di più i giovani e, contempoogiochi possono avere raneamente, conoscere dei vantaggi? Alcuni, ma una persona appassionala diagnosi non molti. Sembra per ta e con una vita privata di dipendenza esempio che possano soddisfacente. Sfatando il mito secondo cui gli ap- da videogiochi fornire una valida alternativa nella riabilitazione passionati di videogiochi non ha vivono da reclusi, con ancora basi nei disturbi del movimento nei bambini (ancomportamenti antisociascientifiche che se non sembrano li. La parte dello psicologo consolidate essere più efficaci delle invece è stata importante terapie classiche). Poper riuscire a definire il trebbero, inoltre, migliorare reattività e meconcetto di dipendenza. Purtroppo il fenomoria di chi gioca. Parallelamente meno dei videogiochi è relativamente nuoaumentano difficoltà di sonno, episodi di imvo, perciò non abbiamo ancora criteri pulsività e aggressività. Sembra però che taprecisi che portino a una diagnosi di “dipenli sintomi decadano dopo l’astensione, denza da videogiochi”, né abbiamo abbavantaggio che le dipendenze comportastanza dati per monitorare la sua mentali sembrano avere rispetto alle dipenepidemiologia a livello mondiale. Alcuni audenze da sostanze, che invece causano tori hanno proposto di usare la variabile danni cerebrali permanenti. In conclusione, tempo, ponendo come limite le quattro ore il corso di formazione è stato affollato e gragiornaliere o le trenta settimanali. Altri invedito dai docenti. Il taglio informale del gace hanno posposto la variabile auto-controlmer si è ben integrato con quello più lo: quando limitata si può parlare di abuso, classico dello psicologo, dando spunti di riquando assente invece si tratterebbe di diflessione importanti per la pratica scolastica pendenza. In ogni caso, non si è ancora caa contatto con le classi. pito come arginare il problema. Tra le
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parliamone
R
di Mauro Miserendino
urali
a rischio
Incentivati dalle Regioni, i medici di medicina generale si trasferiscono nelle sedi di gruppo dei grandi centri, dove i costi sono inferiori, portandosi dietro gli assistiti. A risentirne, gli anziani i disabili e le farmacie dei piccoli paesi, alle prese con richieste complesse e con il rischio di perdere clienti: il caso del Veneto
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Le giunte regionali in Veneto sono state tra le prime a scommettere sulle aggregazioni dei Medici di medicina generale (Mmg). Ora sembrano ripensarci. Nelle intenzioni dell’attuale giunta di centrodestra, le sedi attrezzate, che affondano le radici nelle “famigerate” Utap di inizio millennio (medici in gruppo più infermieri più specialisti), avrebbero dovuto essere un’ottantina collegate con gli studi periferici e situate in nodi strategici, cittadine popolose, anche centri commerciali. Ora però, dopo un investimento da cento milioni in quattro anni e il parere negativo della Corte dei conti, si rallenta. Colpa non solo dei fondi che mancano, ma anche del trasferimento in massa di Mmg dai piccoli paesi montani e rurali verso gli ambulatori di gruppo, cittadini, più attrezzati. Ma se in un “villaggio” va via il medico, rischia anche la farmacia rurale. «Se in un piccolo paese viene meno quella presenza di 3-4 volte a settimana assicurata dal Mmg, si ha come prima conseguenza il venire meno del fondamentale binomio medico-farmacista, binomio che garantisce un consolidato riferimento sanitario del territorio», avverte Claudia Sabini, presidente delle farmacie rurali della provincia di Verona. Che ribadisce un allarme lanciato anche da Marco Bacchini, presidente Federfarma Verona, il quale aveva a sua volta ammonito la Regione nove an-
ni fa sulle conseguenze di una politica spinta pro-aggregazioni. Una politica che in otto anni ha portato 500 medici di famiglia sui 3.500 operativi in regione ad aggregarsi a gruppi. Ora il governatore della Lega Luca Zaia dichiara ai media di voler considerare la salvaguardia del “servizio di prossimità”: «Le medicine di gruppo integrate funzionano nei grandi agglomerati in cui un anziano può prendere un autobus e raggiungere il centro medico», afferma Zaia, «ma nei piccoli paesi un anziano se non c’è un medico non si cura». In senso analogo vanno le dichiarazioni
Marco Bacchini, presidente Federfarma Verona
parliamone
Il rischio di flussi di popolazione fuori dai paesi di origine per fare fronte a necessità sanitarie
dell’assessore alla Salute Luca Coletto. In realtà, il processo di rimescolamento della popolazione medica sembra innescato.
L’ESODO Al Medico di medicina generale conviene chiudere i battenti dello studio in un piccolo paese e trasferirsi in un grande studio centralizzato con disponibilità di infermieri, possibilità di condividere l’affitto, la dotazione strumentale, il confronto con i colleghi, anche per dare più risposte al paziente. Il medico “cresce” e nel frattempo spende meno d’affitto, si sposta anche un po’ meno e prende le indennità di medicina di gruppo, oltre a quelle per il collaboratore e l’infermiere (che però sono costi “vivi”). Meno spese più incassi. Le conseguenze rischiano di essere disastrose per i farmacisti vicini al piccolo studio. «Se in un piccolo paese viene meno quella presenza di 3-4 volte a settimana assicurata dal medico di famiglia, per prima cosa viene meno il fondamentale binomio medico-farmacista, che garantisce un consolidato riferimento sanitario del territorio», spiega Claudia Sabini presidente delle farmacie rurali della Provincia di Verona. «Oltre a questo si ha la conseguenza - con lo spostamento dell’ambulatorio medico in realtà più strutturate a parecchi chilometri - che ci siano poi dei flussi della popolazione fuori dal paese sia per ricorrere al medico sia a quel punto per l’approvvigionamento del farmaco. Si aggrava così la situazione di precarietà della farmacia del solo paese che mentre per assurdo rimane l’unico riferimento sanitario, dall’altra non ha più risorse sufficienti per garantire la presenza stessa della farmacia».
| aprile 2018 15
parliamone
Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar
medici Verona e responsabile del Bollettino ordinistico, «è successo che un’aggregazione abbia fatto “saltare” una farmacia rurale, ma a ben vedere il pericolo viene dalle farmacie di città; può accadere che una farmacia grande, o una società di capitali che ne ha acquisito la titolarità, offra i locali ai Mmg». Dunque, alcuni titolari possono “allargarsi” a spese di altri loro colleghi. «È naturale, in un’ottica di offerta di nuovi servizi che privilegi il rapporto commerciale». La risposta, per Mora, sta in «una sinergia medici-farmacie rivolta a mantenere i presidi sanitari utili alla popolazione, con regole che credo debba fissare la parte pubblica». Altro grande fattore di incertezza per la farmacia rurale, secondo Stefano Ivis medico di famiglia di Fimmg Padova e presidente
della società scientifica Assims che si occupa di metodo clinico in medicina generale, è da ascrivere all’avvento della ricetta dematerializzata: «Il figlio di un papà anziano e poco autosufficiente può comunque “spendere” la ricetta del medico, di paese o di città, nella farmacia cittadina o comunque del grande centro dove va a lavorare; la richiesta del Mmg è visibile in remoto in tutta Italia, e dunque la telematica sta distruggendo la farmacia rurale di cui quell’anziano continuerebbe ad avere bisogno perché sotto casa sua». Ma Claudia Sabini non è convinta: «Se si parla di un anziano che è in grado di recarsi nella farmacia rurale, la dematerializzazione della ricetta non ha un ruolo negativo sul fatturato. Stiamo parlando di farmaci per le cronicità che devo dispensa-
IL DANNO Non solo a livello del Veneto, ma a livello nazionale, «le conseguenze della chiusura degli ambulatori medici sulla farmacia rurale si traducono in un danno sia in termini di minor fatturato sia per l’aumento dei compiti impropri», conferma Silvia Pagliacci, presidente nazionale del Sunifar. «In alternativa al viaggio in città dal medico “trasferito” con tappa nella farmacia limitrofa, può accadere che, per non spostarsi, i pazienti del piccolo centro consultino il medico per telefono e poi si rechino nella farmacia abituale, e qui chiedano il farmaco, per il quale però non hanno la ricetta. A quel punto, per il farmacista può diventare difficile gestire la situazione e dover spiegare al paziente, per esempio, che non è consentito offrire senza ricetta un medicinale che ne prevede l’obbligo». Più in generale, conferma Pagliacci, «quando manca il Mmg, in farmacia il farmacista si trova ad affrontare svariate situazioni ed emergenze: punture di insetti, reazioni allergiche, piccole ustioni, problemi oculistici, prosecuzione di terapie». Un aggravio di lavoro cui non corrisponde un ritorno economico né di immagine, anzi, il contrario.
LE COLPE DEGLI ALTRI I Medici di medicina generale provano ad argomentare di non essere loro il rischio numero uno per le piccole farmacie. Per Roberto Mora, già presidente dell’Ordine dei
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ADERENZA, SERVIZI COGNITIVI, CUP: LE REGIONI SPERIMENTANO ANCHE VIE D’USCITA Oltre a un ripensamento sul processo delle aggregazioni, la Regione Veneto sta cercando di offrire vie che consentano a tutte le farmacie, non solo alle rurali, di dare risposte importanti ai residenti, e le incentivino. Con le affiliate Federfarma, ricorda Sabini, «si sperimenta la possibilità di prendere in carico i pazienti cronici, o quanto meno particolari tipologie - diabetici, ipertesi, broncopneumopatici - di cui dovremmo controllare l’aderenza alle terapie. Si tratta di una chance per fidelizzarli, che si accompagnerebbe a un nuovo criterio di remunerazione (di cui valutare l’entità nella prossima convenzione nazionale ndr). A Verona con il dipartimento di Farmacologia dell’Università abbiamo partecipato a un progetto di presa in carico della fibrillazione atriale. Nel rilevare la pressione degli utenti un apparecchietto digitale coglieva eventuali episodi di fibrillazione e inviava il referto in tempo reale al medico curante che valutava la neces sit à d i i nves t i re lo
specialista del problema. Così abbiamo scoperto pazienti, non pochi, a rischio di eventi cardiovascolari ma ignari della patologia. Un lavoro analogo lo abbiamo fatto in occasione del Dia-Day, ma su scala nazionale». Passi avanti indispensabili per affrontare un futuro nel quale comunque il medico di famiglia sarà più lontano, perché si chiederà comunque più lavoro di équipe e aggregazione, più “socialità” e “globalità”. In vista di quel domani, secondo la presidente Sunifar Pagliacci, «la farmacia rurale deve sicuramente puntare sul monitoraggio dell’aderenza alla terapia dei malati cronici, perché nei paesi vivono soprattutto persone anziane politrattate, e sulla telemedicina, che permette di risolvere molti disagi legati proprio alla distanza degli abitanti dei piccoli centri dalle strutture che offrono prestazioni specialistiche. In aggiunta, naturalmente, ad altri servizi, dalle autoanalisi al Cup, alla collaborazione con altri operatori sanitari».
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parliamone
I MEDICI DI FAMIGLIA: STUDI PERIFERICI ED ASSISTENZA A CASA RESTANO INDISPENSABILI Dopo le dichiarazioni di Zaia e Coletto in favore della medicina di prossimità le prime dichiarazione dei sindacati dei medici di famiglia - Fimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale - manifestano perplessità. Da tempo gli stessi sindacati propongono modelli di esercizio che promuovano lo studio periferico per le zone disperse e montane; tuttavia, denunciano, i funzionari spingono affinché l’attività si svolga tutta nelle sedi principali. La convinzione che in “periferia” si dia più valore aggiunto al paziente cronico si desume dalle proposte di Stefano Ivis della Fimmg padova n a . « I l s i s t em a deve fa r s i flessibile. Nei centri rurali potremmo
re tutti i mesi a seguito della ricetta del medico di famiglia locale. Se però il medico chiude lo studio e va a lavorare più in là dove c’è un’altra farmacia, quest’ultima fidelizzerà il paziente di quel medico, e io anche in tempi brevi perderò il contatto con il paziente».
I DATI A tutt’oggi nel veronese non hanno chiuso farmacie a causa dell’emigrazione dei medici, «per fortuna, ma il rischio esiste», dice Sabini, e il mio mestiere insegna che prevenire è meglio che curare. Dove c’è una farmacia ci vuole un medico. E viceversa». Anche alla sede romana di Sunifar non ci sono ancora dati di questo tipo, «ma ci stiamo lavorando per avere una fotografia del fenomeno», dice Pagliacci. «Le regioni dove più credo la farmacia rurale rischi a seguito dello spopolamento dei paesi piccoli sono quelle dove hanno preso piede le aggregazioni di medici e dove è diffusa la Distribuzione diretta dei farmaci: Toscana, Emilia Romagna, Umbria, e appunto Veneto. Ma il problema esiste anche nelle Regioni più “povere”, dove i paesi si spopolano e i redditi pro capite sono molto bassi».
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trarre vantaggi da una medicina di rete dove la sede periferica, anziché chiudere, si attrezzi diversamente. In un bacino da 20-22.000 abitanti, cinque medici nel grande centro in prossimità dello studio hub e altri 9-10 con priorità sulle sedi periferiche dovrebbero dividersi ore di collaboratore e di infermiere. Nel nostro gruppo, nella Bassa Padovana, l’infermiere garantisce due fasce orarie in studio periferico a settimana, mentre il medico del paese spopolato lavora nella sede centrale una volta a settimana o poco più e il resto del tempo lo dedica al suo studio periferico. L’infermiere è strategico per le principali cronicità. Noi of-
friamo in studio controllo del body mass index a obesi e diabetici, terapia anticoagulante orale, spirometrie per broncopneumopatici. Il concetto di “ambulatori per patologia” non è più un modo di imbellettare ciò che il medico già fa, ma un passaggio obbligato per gestire una cronicità eterogenea. E comunque non basta. Per il disabile ci vuole un impegno del medico e dell’infermiere a domicilio». Insomma c’è posto per tutti gli operatori, ma ci vuole un investimento della Regione, «neanche alto», dice Ivis, «io mi contenterei di dare il mio tempo in cambio di accorgimenti che mi aiutino a recuperare quel tempo. Pensiamoli insieme».
AGGREGAZIONI MMG, DOVE SONO LE SPERIMENTAZIONI PIU’ AVANZATE
VENETO Medicine gruppo approvate Mmg coinvolti nelle sedi attrezzate Popolazione assistita Ulss coinvolte
EMILIA ROMAGNA Case della salute operative Di cui solo a Bologna Medici di famiglia già in gruppo Specialisti coinvolti
TOSCANA Case della salute programmate Aggregazioni funzionali mmg in Toscana Medici di famiglia coinvolti nelle Aggregazioni
50 449 630.000 tutte tranne 4, 5, 9, 22.
104 16 2.500 circa 1.100
19 116 100% (circa 3.000)
Per case della salute e medicine di gruppo si intendono i modelli organizzativi, non quelli strutturali: medici di famiglia, infermieri devono essere sempre presenti, la presenza di specialisti è quasi sempre auspicata, i medici di continuità assistenziale sono parte integrante delle Aft e delle case della salute di II livello in Emilia, sperimentazioni in avvio per i gruppi veneti.
occhiello sasasa
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O
di Simona Zazzetta, Farmacista33
ppiacei
senza timore
I farmacologi della Sif: sono medicinali sicuri ed efficaci nel dolore oncologico, non vanno demonizzati
Raramente l’uso di oppiacei interferisce in modo negativo con la gestione dei pazienti oncologici e i dati allarmanti che arrivano dagli Stati Uniti sono legati ad abuso e overdose di farmaci oppiacei prescritti per il controllo del dolore cronico non oncologico. Poiché essi rappresentano il cardine della terapia analgesica è necessario adottare una linea comune e prevenire l’insorgenza di questo temibile fenomeno senza tuttavia “demonizzarli”. A sottolinearlo è la Società Italiana di Farmacologia (Sif), che ha trattato i temi dell’abuso, del “misuso” e della diversione in un nuovo Position Paper intitolato «Trattamento del dolore cronico in Italia. Appropriatezza terapeutica con oppiacei e timore di addiction: situazione italiana vs Usa», dove con il termine misuso si intende qualsiasi uso del farmaco al di fuori della prescrizione medica, mentre con “diversione” si intende l’approvvigionamento non approvato di un farmaco tramite scambio, condivisione/cessione o vendita illecita. Negli Stati Uniti, precisa la Sif, il fenomeno è presente in quasi tutte le fasce d’età e il tasso di mortalità più alto, in
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A tale proposito - specificano i coordinatori del documento Patrizia Romualdi (Università di Bologna), Alessandro Mugelli (Università di Firenze) e Guido Mannaioni (Università di Firenze) - è opportuno ricordare che nel 2014 più di dieci milioni di americani hanno dichiarato di avere fatto uso illecito di oppiacei da prescrizione. Inoltre, è interessante sottolineare che se il numero di soggetti che annualmente passano dall’assunzione di oppiacei da prescrizione all’eroina sia basso, l’80 per cento dei 125.000 consumatori abituali di eroina ha dichiarato di avere iniziato con l’uso di oppiacei da prescrizione. È quindi probabile che l’epidemia di morti da overdose e i fenomeni di dipendenza e abuso siano principalmente correlati all’uso nonmedico degli oppiacei, mentre il reale rischio nel paziente con dolore cronico rimane chiaramente da definire e i dati preclinici non lo supportano. Benché l’utilizzo di analgesici oppiacei in Italia sia di gran lunga inferiore al Nord Europa e agli Usa, grande attenzione deve essere posta nell’evitare il rischio di abuso, pur garantendo a tutti i pazienti con dolore il diritto
nel 2014 oltre dieci milioni di americani hanno fatto uso illecito di oppiacei da prescrizione
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entrambi i sessi, si registra tra i 45 e i 54 anni. Attualmente più del 3 per cento della popolazione adulta negli Stati Uniti riceve una terapia cronica con questi farmaci. Per comprendere il fenomeno americano va chiarito però che ruolo abbia l’utilizzo non-medico di questi farmaci. L’uso degli oppiacei nella gestione del dolore associato alla malattia neoplastica avanzata è ampiamente condiviso e accettato a livello internazionale. Da un punto di vista clinico, raramente l’uso degli oppiacei interferisce in modo negativo con la gestione dei pazienti oncologici nel loro complesso. Mentre il loro utilizzo nel dolore cronico non oncologico è ancora oggi oggetto di discussione. Soltanto inquadrando il ricorso all’uso non medico degli oppiacei è possibile rendere compiutamente conto di quanto la dipendenza e le morti da overdose riguardino il paziente con dolore cronico appropriatamente diagnosticato, e non piuttosto una fascia di soggetti che hanno sfruttato la facile prescrizione e dispensazione di oppiacei, a scopo ricreazionale.
all’accesso alle cure come previsto dalla legge 38/2010. La pubblicazione del citato Position Paper è una iniziativa volta ad affrontare il problema e si spera che possa prevedere nel prossimo futuro il coinvolgimento di altre importanti società scientifiche nazionali e internazionali. Obiettivo: adottare una linea comune e prevenire l’insorgenza di questo temibile fenomeno senza tuttavia “demonizzare” i farmaci oppiacei che a tutt’oggi rappresentano il cardine della terapia analgesica.
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di Elena Penazzi
on spirito
di squadra
Farmaciste Insieme e Progetto Mimosa, due delle iniziative promosse da Angela Margiotta, titolare dalla forte vocazione sociale. Le donne? Devono essere più presenti nelle rappresentanze di categoria
è la cosa fondamentale per ottenere buoIl sorriso travolgente di Angela Margiotta ni risultati. Non so se le catene di farmarispecchia tutto il suo essere una donna cie potranno avere mai questo tipo di forte napoletana, per di più farmacista, tigestione. tolare di farmacia da pochi anni ma con idee e progetti che fanno di lei un modello di professionalità e di etica da seguire Cosa cambia rispetto e condividere. «La mia esperienza ha avua essere collaboratore? to una evoluzione nel corso degli anni e Sicuramente il ruolo è diverso, nelle reda due anni sono diventata titolare. Nel sponsabilità, nell’impegno e nell’approc2016 io e mia sorella abbiamo preso una cio al lavoro, ma ritengo indispensabile farmacia a Torre del Greco. Da pochissisottolineare la figura dei collaboratori, che mi mesi poi ho potuto aprire anche la seè di notevole importanza. Sono loro che il de vinta al concorso più delle volte gestistraordinario, che scono il contatto con lavorare ora gestisco a Pozil pubblico, e noi sapin serenità, zuoli insieme a tre piamo bene quanto collaboratori». spesso non sia facile titolari e collaboratori il rapporto quotidiano con i clienti. Cosa significa
essere titolari oggi?
insieme, è la cosa fondamentale per ottenere buoni risultati
Il titolare oggi deve adeguarsi all’inevitabile cambiamento in corso nel mondo della farmacia. Per come la vedo io, credo che una farmacia ben gestita debba essere concepita ancora come una famiglia, dove si lavora in armonia con i propri collaboratori. Questo posso dirlo con certezza, essendo stata per tanto tempo, ventiquattro anni per la precisione, una collaboratrice: so che lavorare in serenità e alla pari con i titolari
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Quali servizi erogate in farmacia?
I servizi che offriamo sono numerosi, dal controllo della glicemia, alla misurazione della pressione e tutto quanto può indurci alla vicinanza anche emotiva al cliente. Non esistono per me servizi più importanti rispetto ad altri, ognuno ha il suo rilievo. Credo che, rispetto a quando ero una semplice collaboratrice, la farmacia sia cambiata nel suo ruolo sociale: è indispensabile, oggi più che mai
incontri accompagnare il cliente mettendo a frutto le proprie competenze e conoscenze e il ruolo dei servizi è indispensabile per attuare questo concetto.
Meglio la farmacia degli sconti o dei servizi? La mia è una farmacia dove assolutamente non sono prioritari gli sconti, ma è un tipo di impresa dove, lavorando quotidianamente gomito a gomito, si è instau-
rato un rapporto familiare e quindi la nostra priorità è “coccolare” il cliente, cercando di dare sempre il consiglio più giusto e consono, a volte ascoltando discorsi che esulano dalla farmacia, ma che rendono il farmacista un vero e proprio punto di riferimento. La farmacia è anche un punto di ascolto e di contatto di cui il cittadino ha sempre più bisogno, in una società portata a enfatizzare automatismi e zero dialogo con il prossimo.
Un grande vanto è quello di avere creato l’associazione Farmaciste Insieme, di cui è presidente. Ci racconta di che cosa si tratta? Farmaciste Insieme è una associazione senza scopo di lucro, nata sei anni fa dall’idea di tre socie fondatrici: la sottoscritta, Carmen Russomanno e Valeria Galdiero. Ora ci sono nove donne nel direttivo. L’associazione nasce dall’idea che nella cate-
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incontri goria vi sia una preponderanza di donne, ma che a essa non corrisponde nella realtà una rappresentanza adeguata all’interno delle rappresentanze di categoria, sindacato e Ordini. Le donne sono presenti in prima linea, tutti i giorni nelle farmacie italiane, ma sono praticamente assenti nei luoghi dove si prendono decisioni importanti sulla professione. Le farmaciste così riunite possono formulare proposte, assumersi la responsabilità di determinare scelte e mettere in ogni caso a disposizione la loro sensibilità, che esprimono sempre nella cura del prossimo.
tutti, di scendere in campo al fianco delle persone aiutandole anche nel sociale. Una cosa voglio sottolineare: attraverso l’associazione abbiamo creato una grande unione tra le farmaciste in Italia, tra di noi c’è spirito di squadra, sempre un aiuto reciproco. Ci tengo moltissimo a questo: nel gruppo non esistono prime donne né visibilità, perché il nostro unico scopo è quello di creare occasioni per essere d’aiuto al cittadino.
Ne fa una questione di genere?
Il Progetto Mimosa è un bellissimo lavoro, di cui siamo molto orgogliose e che abbiamo portato avanti contro la violenza sulle donne. L’iniziativa attualmente è presente in 11.000 farmacie in Italia ed è patrocinata da Fofi, Federfarma, ministero della Salute e Fenagifar. In pratica abbiamo realizzato manifesti e una brochure con un vademecum contenente una serie di informazioni riguardanti la violenza sulle
Non solo. Al di là del genere, il farmacista, secondo me, deve assumersi la responsabilità di svolgere un ruolo diverso da quello tradizionale. È tra i primi operatori sanitari che vede il cittadino, in farmacia non si entra bussando alla porta, non si chiede permesso, non si prende appuntamento. Da qui scaturisce l’idea per noi donne di essere un modello per
Con Farmaciste Insieme avete messo in piedi il Progetto Mimosa…
Premiata farmacista dell’anno Ciliegina sulla torta, Angela Margiotta è stata appena premiata come “Farmacista dell’anno” nel corso dell’edizione 2018 di Cosmofarma, con la seguente motivazione: «Per l’impegno dedicato per aiutare le donne oggetto di maltrattamenti fisici e
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psicologici a uscire dalla propria condizione di disagio e sofferenza, valorizzando anche in questo ambito il ruolo del farmacista e la funzione sociale della farmacia, quale punto di riferimento essenziale per tutti i cittadini e in particolare per quelli più deboli e in difficoltà».
donne. In questo modo la donna interessata può decidere se rivolgersi a noi per avere ulteriori informazioni o se mantenere l’anonimato, avendo comunque libero accesso ad alcuni contatti utili a cui potersi rivolgere per affrontare il problema della violenza che, come sappiamo, è in continua e preoccupante crescita.
Quali sono gli altri progetti di Farmaciste Insieme? Oltre al Progetto Mimosa, sono molte le iniziative promoesse dall’associazione: le lezioni di educazione sanitaria nelle scuole, serate di beneficenza, aiuti concreti nei Campus della Salute. Siamo andate nelle scuole elementari e medie portando un progetto sul risparmio dell’acqua, aiutate da farmacisti ospedalieri e docenti universitari. Abbiamo anche molti obiettivi per il futuro, sempre legati al sociale: ci piace pensare in grande e vedere il futuro in rosa.
La farmacia è il luogo adatto per fare da cassa di risonanza per queste iniziative? Assolutamente, la farmacia può essere un collettore fondamentale per tutto ciò che riguarda problematiche sociali e per campagne di prevenzione, considerando la sua capillarità e la capacità di potersi interfacciare con il cliente. Ne abbiamo avuto notevole riscontro proprio con il Progetto Mimosa, che come molti avranno visto, è stato sostenuto con grande enfasi anche dal ministro della Salute.
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PER SALUTE E PER GIUSTIZIA Come solo politica e scienza possono salvare il Servizio Sanitario Nazionale e perché è così difficile farlo “Il mondo è piatto, caldo e affollato”, dice l’opinion leader americano Thomas Friedman, e per evitare il caos non vi è alternativa che cercare di governarlo. Nei cinque anni da Ministro della Salute è quel che ha fatto Beatrice Lorenzin, battendosi per ricucire lo strappo tra scienza, società civile e politica. Consentendo al nostro Servizio Sanitario Nazionale di reggere all’urto dei venti di una “tempesta perfetta”. Quella che si profila all’orizzonte, generata dal doppio impatto dei costi conseguenti all’invecchiamento della popolazione e all’innovazione bio-medicale. Ma per vincere la sfida servirà il contributo della stessa innovazione, oltre che maggiore appropriatezza, riforma dei ticket, nuovo Piano anti liste d’attesa, lotta alle inefficienze e altre azioni contenut nel decalogo “anticrisi” proposto da Beatrice Lorenzin. Che spiega anche come offrire agli italiani un’Assicurazione pubblica gratuita per le cure odontoiatriche.
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Qual è il livello di colesterolo della tua farmacia?
La farmacia continua a essere un’azienda profittevole ancorché nell’immaginario collettivo governi invece un’idea diversa. Il problema principale è che oggi la farmacia è compressa da una componente di debito troppo elevata, che ne mortifica il rischio di impresa sotto diversi punti di vista, non ultimo il ritorno economico e la sua sostenibilità prospettica. Oltre all’entità del debito, una prima considerazione deve partire dall’analisi dello stesso in quanto negli ultimi anni abbiamo assistito a una veloce metamorfosi nella sua composizione. Infatti, fino a cinque o sei anni fa, il 70 per cento dei debiti della farmacia era rappresentato dai debiti finanziari nei confronti degli intermediari vigilati dalla Banca d’Italia - per esempio la finanziaria di categoria o le banche - mentre il 30 per cento erano debiti nei confronti della distribuzione, di natura commerciale. Questi ultimi quasi non venivano effettivamente percepiti come debiti da parte del farmacista, in quanto tendenzialmente non erano onerosi, ossia non producevano oneri finanziari nonché, spesso, erano dovuti verso le cooperative di cui il farmacista faceva parte. Oggi invece il 30 per cento dei debiti della farmacia è nei confronti degli intermediari vigilati, mentre il 70 per cento è nei confronti della distribuzione che legittimamente applica, nella maggioranza dei casi e su talune dilazioni, gli oneri finanziari in quanto contemplati dalla legge. In altre pa-
role, la distribuzione è andata a ricoprire un posizionamento che in passato non le apparteneva, andando a sostenere il sistema farmacia nel momento in cui le banche presentavano, rispetto al passato, quantomeno una minore disponibilità nell’assistere il settore. Ora la domanda che ci si pone è: quanto debito può sostenere la farmacia senza pregiudicarne la sua autonoma sostenibilità? Per dare una risposta precisa servirebbe una analisi della singola farmacia, con ulteriori significativi elementi di vaAnalisi di bilancio Percentuali di debiti sul Fatturato
un colesterolo pari a 190. Proseguendo, il colesterolo a 210 - quindi al limite massimo del valore “alto” - potrebbe essere equiparato a un rapporto debito fatturato del 70 per cento e via dicendo. Qual è, allora, il “colesterolo” della nostra farmacia? Attenzione: finora abbiamo parlato solo di debiti commerciali e finanziari, ma non dimentichiamoci di altri debiti che tali non consideriamo, tra questi mi riferisco al “prelevamento del titolare”. Questa insana abitudine che spesso ha seriamente Analisi del sangue Colesterolo-LDL
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lutazione che non siano solo l’entità del debito. Proviamo comunque a tracciare un parallelismo tra il colesterolo e il debito. Quest’ultimo, fino a un certo livello, non costituisce un problema, ma salendo è come il colesterolo, aumenta il livello di rischio fino a rappresentare una vera e propria minaccia per la salute. Lo schema riportato sopra contribuisce a una maggiore chiarezza. Un rapporto tra i debiti (commerciali e finanziari) e il fatturato del 60 per cento, potremmo sostanzialmente equipararlo a
compromesso i bilanci delle nostre farmacie è diventata una sorta di prestito irredimibile che non possiamo far finta che non esista. Qualora sommassimo ai debiti - commerciali e finanziari che siano - anche il prelevamento del titolare ne emergerebbe una situazione di elevata gravità. Considerando peraltro il dettato normativo della Legge 124/2017 è giunto il momento di mettere in protezione la nostra farmacia, evitando che la fragilità finanziaria comprima l’autonomia e l’indipendenza del farmacista.
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veterinaria
Rubrica a cura di Associazione Medici Veterinari Italiani
di Aldo Vezzoni e Andrea Corbari
l capitolo
resistenza
L’appropriatezza prescrittiva in medicina veterinaria del cane e del gatto. Linee guida Anmvi-Scivac sul corretto uso degli antibiotici
La resistenza agli antimicrobici è un problema crescente, che comprende sia la salute umana sia quella animale, cani e gatti compresi. Per indirizzare alla migliore stewardship veterinaria abbiamo realizzato delle Linee guida sul corretto uso degli antibiotici nella clinica del cane e del gatto* consapevoli anche delle peculiarità culturali del quadro nazionale. Nel nostro Paese, per esempio, il consumo di soluzioni idroalcoliche per l‘igienizzazione delle mani, indispensabile per limitare la trasmissione crociata dei germi multiresistenti, è fra i più bassi in Europa. Indubbiamente, per far fronte al problema dell’antimicrobico-resistenza sono necessari diversi interventi, con un approccio a 360 gradi sia nella prevenzione delle infezioni che nel loro trattamento. Di fondamentale importanza la razionalizzazione del consumo di antibiotici in tutto il sistema della continuità delle cure ai pazienti animali, dalle strutture veterinarie fino alla globalità del contesto sanitario (altre professioni) e sociale ( i proprietari).
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LA QUESTIONE Il problema di un corretto uso degli antibiotici in ambito della medicina degli animali da compagnia è presente solo da pochi anni, ma è il frutto di un uso semplicistico di farmaci che si è perpetuato negli scorsi decenni dovuto alla grande disponibilità di quegli anni di antibiotici ad ampio spettro, che venivano considerati come la soluzione migliore per ogni caso, in quanto avevano una buona, se non ottima, efficacia sulle infezioni e permettevano quindi una prescrizione non “mirata”, con soddisfazione sia del medico che del proprietario dell’animale. Nel corso dell’ultimo decennio sono però comparsi fenomeni di resistenza a questi antibiotici di uso comune, specialmente nei confronti dello stafilococco (Stafilococco pseudointermedius). Certamente la prospettiva, o la speranza, di nuovi super antimicrobici non può essere la strategia di riferimento per affrontare e contenere il fenomeno della farmaco-resistenza che si sta diffondendo. A fronte dell’evidenza che l’eccesso di esposizione ad antibiotici della popolazione umana e animale sia una delle variabili più strettamente correlate alla selezione di resistenze, si è presa coscienza della necessità di giungere a un vero e proprio “governo” (stewardship) della terapia antimicrobica. Con tale termine si definisce il principio della responsabilità prescrittiva di conte-
sto e non solo individuale, ossia la necessità che la prescrizione della terapia antimicrobica rispetti sia la finalità di garantire al singolo paziente l’opzione più efficace, ma altresì abbia il minore impatto ecologico possibile. Questo matrimonio tra le esigenze del singolo clinico e del paziente con quelle dell’ecosistema di cui fanno parte, rappresenta il substrato concettuale della antimicrobial stewardship. L’appropriatezza prescrittiva degli antibiotici risulta un atto complesso per il quale occorre bilanciare non solo le esigenze individuali del paziente e le caratteristiche dell’infezione, ma anche la necessità di aiutare a prolungare l’efficacia dei principali antibiotici usati nella quotidiana pratica clinica. Appare quindi evidente quanto un’energica azione di governo sull’utilizzo degli antimicrobici possa avere ricadute favorevoli sull’evoluzione delle resistenze. Dotandosi di linee guida sul corretto uso degli antibiotici nella clinica del cane e del gatto, i medici veterinari si sono posti il problema del controllo e della prevenzione dell’antimicrobico-resistenza, riconoscendo anche l’esigenza di aumentare la propria conoscenza e consapevolezza nell’uso degli antibiotici nelle diverse condizioni cliniche. Le autorità sanitarie e regolatorie europee riconoscono la carenza di dati nel settore della medicina del cane e del gatto, utili a misurare e a monitorare
veterinaria i consumi di antibiotici veterinari e lo sviluppo delle resistenze nei pazienti animali. Ecco perché le linee guida possono a buon diritto definirsi pioneristiche nel darsi l’ambizioso obiettivo di valutare lo stato dell’arte sul controllo della diffusione dell’antimicrobico-resistenza in Italia nel settore degli animali da compagnia che ha avuto un grande sviluppo nella società odierna. Nell’immediato vanno, quindi, poste in essere misure preventive alla diffusione di microrganismi multi-resistenti (igiene delle mani, norme di pulizia e disinfezione, norme severe di asepsi ed antisepsi chirurgica) e di ottimizzazione dell’uso degli antimicrobici documentando, con check list scritte, il processo decisionale di cura per ogni singolo paziente. Non da ultimo, va incoraggiato l’uso di esami colturali/antibiogrammi come guida a un utilizzo appropriato dei farmaci antimicrobici.
A LIVELLO EUROPEO La comunità veterinaria europea è anche consapevole che l’uso improprio degli antibiotici può contribuire allo sviluppo di resistenza antimicrobica e conseguentemente limitare la libertà di prescrizione del medico veterinario. Il trattamento antibiotico è invece ineludibile nell’animale, come nell’uomo, per evitare sofferenze. Per esempio, è motivato quando si presentano contemporaneamente queste due condizioni: accertata o fortemente sospetta infezione batterica in corso e una infezione batterica che, con ogni probabilità, non si risolverà senza l’ausilio della terapia antibiotica. Per quanto riguarda la durata della terapia per limitare il rischio di antibiotico resistenza, mancano ancora dati scientifici specifici, ma nelle Linee guida vengono forniti i dati a oggi disponibili. La responsabilità del medico veterinario è, dunque, complessa, troppo per vanificarla con la mancata ve-
rifica della messa in atto della pratica raccomandata. Una vera antimicrobial stewardship passa poi per la verifica documentale dell’efficacia dell’operato attraverso la raccolta di dati sul consumo degli antibiotici, sui risultati degli esami colturali effettuati nei vari laboratori di analisi veterinarie per conoscere la tipologie degli agenti batterici riscontrati, sulla prevalenza delle resistenze e sulla sorveglianza di queste ultime che si renderà necessaria.
Documento a cura del Gruppo di lavoro Anmvi-Scivac (Coordinamento: presidente Anmvi Marco Melosi; componenti: Massimo Baroni, Stefano Borio, Andrea Corbari, Federico Fracassi, Massimo Giunti, Federico Massari, Marco Melosi, Angelo Pan, Silvia Piva, Roberto Rabozzi e Aldo Vezzoni).
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speciale pirosi
A
di Carla Carnovale, Pharmacovigilance Service, Unit Clinical Pharmacology, Department of Biomedical and Clinical Sciences, University Hospital “Luigi Sacco”, University of Milan
lternative
naturali
Bruciore di stomaco e acidità gastrica: le proprietà benefiche del tamarindo
La pirosi, riferita come una fastidiosa sensazione di bruciore retrosternale che insorge nello stomaco e si irradia in alto verso il collo, rappresenta uno dei sintomi più frequentemente riscontrati nella popolazione generale. Nei Paesi Occidentali circa il 10 per cento della popolazione soffre di acidità gastrica, con una maggiore incidenza, di circa il 30 per cento, in gruppi selezionati di pazienti con altri sintomi a carico dell’apparato digerente1-5.
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DATI EPIDEMIOLOGICI E IMPLICAZIONI In Italia la pirosi gastrica colpisce quasi dodici milioni di persone (circa il 20 per cento della popolazione nazionale), con considerevoli implicazioni sulla qualità della vita6. È tuttavia difficile stimare una casistica attendibile per via del fatto che molte persone affette da pirosi non riferiscono necessariamente il disturbo al proprio medico curante o farmacista; sicuramente l’entità del fenomeno è sottostimata. Sebbene la sua incidenza sia più elevata nella popolazione adulta (>40 anni) e nel sesso femminile (il rapporto uomo-donna
speciale pirosi in Italia è di circa 1:2), può insorgere a qualsiasi età, colpendo sia adolescenti che over 65. È inoltre un sintomo molto comune in gravidanza: il 30-50 per cento delle gestanti lamenta infatti bruciore di stomaco presumibilmente per via dell’aumento della pressione addominale dovuta alla crescita dell’utero o da alterazioni dello svuotamento gastrico. Se per alcuni pazienti la sensazione avvertita è abbastanza tollerabile, per i moltissimi individui che sperimentano forme croniche (da meno di un anno a più di dieci anni) o di entità grave o molto grave, il disturbo rappresenta invece una condizione estremamente invalidante che impatta
negativamente sulla qualità della vita. In alcuni casi, il dolore associato al bruciore di stomaco è così intenso da confonderlo con un attacco anginoso o addirittura un infarto miocardico (da qui il termine inglese heartburn, bruciore cardiaco). Tale condizione può inoltre influire sul riposo notturno, sul rendimento lavorativo, può comportare ristrettezze alimentari, provocare inappetenza e cattivo umore, con importanti conseguenze sul benessere psico-fisico del soggetto7. Nonostante la pirosi possa esser sostenuta anche da cause di natura patologica (per esempio, incontinenza dello sfintere gastroesofageo, gastrite, reflusso gastroe-
sofageo, ulcera), è prevalentemente causata da condizioni non patologiche riconducibili a uno scorretto stile di vita o a condizioni comunque transitorie. Pasti troppo abbondanti, alimenti difficilmente digeribili (soprattutto fritti e alimenti grassi), stress, ansia, ciclo mestruale, obesità, farmaci e abuso di alcol e tabacco sono solo alcuni dei più comuni fattori scatenanti8. Tutte queste condizioni possono aumentare la produzione di acido da parte dello stomaco o ridurre i meccanismi di difesa; nei casi di eccessiva produzione gastrica, l’acido può superare lo strato di muco che protegge la parete dello stomaco, danneggiando la mucosa protettiva e
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speciale pirosi causando ferite caratterizzate da arrossamenti e piccole infiammazioni.
FATTORI DI RISCHIO: FOCUS SU QUELLI PRINCIPALMENTE COINVOLTI E SUGGERIMENTI PER EVITARLI Fattori alimentari: la pirosi è provocata da contenuti lesivi (costituiti da acidi ed enzimi) refluiti che entrano a contatto con i tessuti dell’esofago, facilmente attaccabili. Privilegiare una corretta alimentazione è dunque il primo passo per non incorrere in episodi di bruciore gastrico o acutizzazioni di forme già presenti. Moltissimi gli alimenti che promuovono la produzione di succhi gastrici, irritano direttamente i tessuti dell’esofago e favoriscono il reflusso. Sono sicuramente da evitare cibi piccanti e speziati, alcol, aglio, cipolla, caffè, pomodoro crudo, agrumi, cioccolato, menta piperita, vino, pizza, bevande gassate, salse e verdure crude. Da preferire invece pasta, riso, pollo, pesce, mele, pere, finocchio, sedano, carote e zucchine. Sarebbe inoltre raccomandabile consumare piccole porzioni di cibo più volte al giorno e, alla sera, cenare almeno tre/quattro ore prima di coricarsi9,10.
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Postura e attività fisica: i soggetti predisposti dovrebbero tenere in considerazione semplici accorgimenti correlati alla postura e all’attività fisica per ridurre al minimo il rischio di pirosi gastrica. Dopo i pasti è importante evitare di chinarsi eccessivamente poiché la pressione sull’addome favorisce il disturbo, mentre di notte è preferibile che la testa rimanga in posizione più elevata rispetto ai piedi per evitare che il materiale gastrico refluisca, causando pirosi. L’attività fisica a breve distanza da un pasto può inoltre provocare bruciore di stomaco3. Stile di vita: è raccomandabile prediligere uno stile di vita sano. Quindi, smettere di fumare, ridurre il peso e cercare di tenere a bada lo stress e l’ansia aiutano a ridurre i sintomi. Molti studi in merito indicano infatti che gli eventi stressanti sono associati all’esacerbazione di alcuni disturbi dell’apparato digerente, inclusa la comparsa di pirosi gastrica3. Seppure tali fattori psicogeni non siano direttamente implicati nell’insorgenza del disturbo, concorrono ad acuirne la sintomatologia. Farmaci: molti farmaci abitualmente assunti da un’ampia porzione della popolazione possono indurre il disturbo come
effetto collaterale al trattamento11. I soggetti predisposti o affetti da pirosi dovrebbero evitare prodotti da banco contenenti caffeina, come gli stimolanti, e gli analgesici che tendono ad acuire il danno gastroesofageo.
COME TRATTARE LA PIROSI GASTRICA: APPROCCI TERAPEUTICI Il 75 per cento circa delle persone che manifesta episodi di pirosi non si rivolge al proprio medico curante, ma sceglie di affidarsi all’automedicazione. Di conseguenza, in questi contesti, assume ancora più rilevanza il ruolo cruciale del farmacista, ultimo baluardo tra la dispensazione del prodotto e l’assunzione da parte del paziente3. Nella maggior parte dei casi, le modifiche dello stile di vita non sono infatti sufficienti ad alleviare in modo consistente il disturbo, rendendo quindi opportuno affidarsi alle molteplici opzioni terapeutiche disponibili in commercio. L’approccio farmacologico al trattamento sintomatico dell’iperacidità prevede l’utilizzo di farmaci antiacidi in grado di tamponare l’acido presente nello stomaco;
LA RISCOPERTA DEI PRODOTTI NATURALI In vista della travolgente espansione dell’uso dei prodotti fitoterapici, sempre più diffuso in Italia e nel resto del mondo, anche per il trattamento della pirosi gastrica il ricorso ai rimedi naturali rappresenta una delle alternative disponibili per i soggetti affetti12. I numerosi benefici apportati dai prodotti naturali, di comprovato utilizzo e sicurezza, per il trattamento di affezioni di lieve o moderata entità sono una valida alternativa rispetto al farmaco di sintesi. L’opportunità di integrarne l’utilizzo con i medicinali convenzionali per la cura di patologie clinicamente più rilevanti rappresenta un’opzione terapeutica sicuramente molto vantaggiosa per un’ampia fascia della popolazione. Negli ultimi decenni il loro crescente utilizzo ha consentito la diffusione di moltissimi nuovi prodotti con caratteristiche sempre più vicine alle molteplici esigenze della popolazione. In questo contesto di cura, al farmacista, che gode di una posizione privilegiata grazie alla possibilità di interfacciarsi direttamente con il paziente, spetta il compito di indirizzarlo verso un uso razionale e consapevole, consigliandolo nella scelta del prodotto più adatto. Sono molteplici i rimedi naturali a oggi disponibili per il trattamento della pirosi gastrica. In particolar modo, tra questi spiccano le proprietà lenitive e calmanti della camomilla, ottime alleate nel migliorare la digestione, la funzionalità del sistema gastroenterico, nel decongestionare le
mucose infiammate e alleviare il bruciore di IL TAMARINDO: UNA PIANTA stomaco (soprattutto dovuto a pasti troppo DALLE MOLTEPLICI pesanti). La malva, pianta ricca di mucillagiPROPRIETÀ BENEFICHE ni che proteggono le mucose dello stomaco Il tamarindo è un albero da frutto originadall’attacco degli acidi, rappresenta un’altra rio del Madagascar appartenente alla famivalida opzione. Altri ingredienti naturali utiglia delle Leguminose che cresce in più di lizzati in tali contesti sono rappresentati da50 Paesi nel mondo, compresi il continente gli estratti di anice e liquirizia, dalle africano e americano, dove grazie alle sue proprietà antispasmodiche in grado di sedaproprietà benefiche contribuisce al mantere il dolore e di diminuire il senso di gonfiore nimento di un buono stato di salute delle alla pancia. In particolar modo i numerosi popolazioni locali. È un albero longevo principi attivi (composti triterpenici, flavo(può arrivare anche a 150 anni) che ragnoidi, fitosteroli, sagiunge i trenta metri p on i ne , a m id i e di altezza e i sette menumerosi vitamine) contenuti tri di diametro; può i benefici nella liquirizia, confecrescere in terreni ariapportati dai di e resistere a lunghi riscono efficaci prop r i e t à d ige s t ive, rimedi naturali periodi di siccità. antinfiammatorie e Ogni parte di quest’alin caso protettive per la mucobero (radice, fusto, fodi affezioni sa dello stomaco. Anglie e frutto) ha un alto di lieve che lo zenzero, oltre a valore nutrizionale ed o moderata sgonfiare la pancia e a economico e può esseentit à tonificare lo stato dere impiegato sia nell’ingli organi digestivi, dustria alimentare sia aiuta a sconfiggere le irritazioni delle mucoin quella farmaceutica. Il frutto, definito se e può essere usato per sedare episodi dall’Organizzazione mondiale della sanità acuti di dolore dovuto al reflusso gastrico. L’Althaea officinalis, pianta medicinale dalle proprietà, emollienti, lenitive, antinfiammatorie e protettive delle membrane della mucosa, è inoltre utilizzata per alleviare i sintomi del bruciore di stomaco. Grazie alle numerose proprietà benefiche, anche il tamarindo, ampiamente utilizzato nella medicina tradizionale dei Paesi tropicali, risponde alle molteplici esigenze della popolazione affetta da pirosi e rappresenta un ottimo alleato per favorire un’efficace gastroprotezione e contrastare il bruciore gastrico. I polisaccaridi contenuti nei semi (polisaccaride dei semi di tamarindo, TSP) possiedono infatti eccellenti proprietà mucoadesive, bioadesive e gastroprotettive.
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agiscono rapidamente ma sono necessarie ripetute dosi quotidiane in quanto il loro effetto è di breve durata. Per combattere la pirosi sono utilizzati anche gli H2antagonisti che riducono la secrezione di acido dalle cellule della muscosa gastrica bloccando il recettore H2; la loro efficacia dura dalle sei alle dodici ore. Gli inibitori della pompa protonica possiedono un’attività antisecretiva di più lunga durata; tuttavia con questa classe di farmaci a volte si riscontrano numerose prescrizioni non sempre giustificate da una reale necessità.
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una fonte ideale di amminoacidi essenziali (a eccezione di triptofano), contiene circa il 55 per cento di polpa, il 34 di seme e l’11 di guscio che comprende la fibra del baccello. Il frutto è pendulo e i baccelli sono oblunghi con estremità arrotondate. Il guscio è leggero e di colore marrone-verdastro, spesso irregolare in quanto ristretto tra i semi, si spezza facilmente se viene premuto. La polpa appiccicosa che circonda le cavità del seme, soda e corposa, è spessa e di colore bruno-nerastro. È una ricca fonte di polisacc a r id i a l i m e nt a r i , e mu c e l l u l o s e , mucillaggini, pectine e tannini.
36-49 per cento di acido linoleico; l’acido oleico è presente per il 15-27 per cento e il palmitico costituisce il 14-20 per cento. Principali proprietà benefiche del tamarindo per il trattamento della pirosi Il tamarindo è dotato di molteplici attività benefiche sul tratto gastroenterico, ragion per cui viene ampiamente utilizzato nella medicina naturale per alleviare una lunga serie di disturbi e condizioni patologiche transitorie quali disturbi gastrici, di digestione e di costipazione. L’insieme di questi effetti vantaggiosi lo rendono una delle opzioni terapeutiche per il trattamento della pirosi gastrica (tabella 1).
e coadiuvante per la rigenerazione tissutale (il tamarindo agisce a livello delle mucose con un’attività molto più intensa dei polisaccaridi idrosolubili utilizzati in farmacologia). Effetto anti-ulcera: l’estratto di semi di tamarindo esplica in modelli in vivo un’azione protettiva dose-dipendente in caso di ulcera indotta da ibuprofene e alcol e di lesioni gastriche indotte dalla legatura del piloro14 grazie alla presenza dei composti polifenolici, principalmente procianidina, epicatechina e tannini polimerici. La frazione metanolica del rivestimento del seme esplicherebbe un effetto antiossidante nei confronti della mucosa e protettivo contro i radicali liberi, anche mediante la capacità
Proprietà nutrizionali dei semi di tamarindo I semi di tamarindo hanno proprietà simili al frutto e possono essere utilizzati come sasasa Tabella 1 Proprietàbenefichedeltamarindo fonte di proteine (13-20 per cento), specialProprietà mucin-like SEMI mente nei Paesi in cui la malnutrizione Effetto anti-ulcera proteica è un problema diffuso. Il contenuAzione anti-reflusso to nutrizionale di questi semi è infatti anaAzione anti-ossidante logo a quello di altre fonti proteiche Attività metaboliche alimentari come ceci, soia, noci. FRUTTO/FOGLIE/RADICI La composizione nutrizionale del seme per 100 g è di: 13,13 g proteine, 6,71 g fiDolore addominale, diarrea, dissenteria bra, 4,82 g grassi e 5,62 g di tannini e iniEffetto spasmolitico bitori della tripsina. L’attività di questi Effetto antinfiammatorio e analagesico enzimi è più elevata nella polpa che nei semi e in entrambi non è termosensibile. I semi di tamarindo contengono anche acido fitico, circa 47 mg/100g, che contribuisce all’alto valore nutrizionale. Il contedi indurre secrezione di muco. La protezio Effetto “mucin-like”: l’estratto dei senuto in zuccheri solubili è dato da ne meccanica è invece data dalla presenza mi del tamarindo ha una grande proprietà mannosio (17-35 per cento) e glucosio (11di polisaccaridi che, nell’ambiente dello gelificante; i suoi componenti principali so80 per cento). Le proteine isolate sono ricstomaco, si rigonfiano e si stratificano sulla no dei polisaccaridi altamente ramificati che di lisina (406 mg/g N), fenilalanina e mucosa proteggendola15. (TSP-polisaccaride dei semi di tamarindo) tirosina (250 mg/g N), che formano un gel sta Proprietà contro dolore addominaleucina (496 mg/g N); bile con proprietà mule, diarrea, dissenteria: in base al tipo e il contenuto cisteina, metionina e coadesive, bioadesive e alla causa di dolore addominale, può essein calcio triptofano sono ammimucin-like, cioè molto re utilizzato il frutto di tamarindo come è comp arabile noacidi limitanti. simili alle mucine, glicolassativo mentre le foglie e le radici di taIl guscio dei semi è ricproteine del muco13. Lo marindo per la costipazione e il dolore15. a quello co in fosforo, potassio e spiccato effetto benefi Effetto spasmolitico: il frutto del tadei legumi magnesio. Il contenuto co nel trattamento dei marindo causa rilassamento muscolare più diffusi in calcio è comparabile problemi gastrointestiattraverso il blocco dei canali del calcio15. a quello dei legumi più nali, è dovuto proprio Azione antiossidante: la presenza di diffusi. Il contenuto in acidi grassi è dato alla struttura che imita la composizione polifenoli (soprattutto tannini ed epicateda: acido palmitico, oleico e linoleico. I lidelle mucine, proprietà che distingue il tachina) negli estratti idroalcolici dei semi pidi contengono relativamente una granmarindo nella protezione dei tessuti e in conferisce un effetto antiossidante ai prede quantità di acidi grassi insaturi con il generale nella sua attività gastroprotettiva parati a base di semi di tamarindo. A livel-
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reflusso gastroesofageo, proteggere la mucosa dello stomaco in presenza di gastrite o per il trattamento di ulcere peptiche di lieve entità. L’azione sinergica esplicata dalla combinazione di alginato e tamarindo svolge un’importante e potenziata azione protettiva della mucosa, formando un rivestimento viscoelastico che si stratifica lungo le pareti dello stomaco, resistente all’acidità e a stress fisici e meccanici. In caso di pirosi o di situazioni a rischio di insorgenza di fastidiosi bruciori di stomaco dovuti a una maggiore esposizione ad agenti lesivi, la possibilità di agire interponendo un’efficace barriera fisica tra contenuto dello stomaco ed epitelio danneggiato consente inoltre di ripristinare i normali meccanismi di difesa.
COMBINAZIONE TPS E ALGINATO: AZIONE SINERGICA CONTRO IL BRUCIORE DI STOMACO
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Il TSP, polisaccaride del tamarindo, grazie alle proprietà mucoprotettive, può essere utilizzato in formulazioni farmaceutiche. In particolare, in combinazione con gli alginati viene utilizzato per trattare la pirosi gastrica. L’azione sinergica esplicata dai due composti determina infatti un potenziamento della funzione gastroprotettiva e rappresenta una combinazione efficace per impedire ai succhi gastrici di aggredire le pareti dello stomaco. L’alginato è un polisaccaride estratto da alcuni tipi di alghe brune che, a contatto con l’ambiente acido dello stomaco, forma un sottile gel viscoso che aderisce alle proteine del muco. La mucillagine viscosa si comporta come una barriera quando è a contatto con il contenuto acido dello stomaco, oppure refluisce nell’esofago in caso di reflusso acido20. Le soluzioni colloidali viscose formate dagli alginati a contatto con l’acqua sono difatti ampiamente sfruttate per bloccare il
In caso di pirosi gastrica, al farmacista spetta dunque il compito di indirizzare il paziente verso un corretto e adeguato stile di vita e di suggerire l’opzione terapeutica migliore in base alle specifiche esigenze dettate dai fattori scatenanti coinvolti nel disturbo e in base all’entità della condizione manifestata. Tra le molteplici opzioni terapeutiche a disposizione, i prodotti a base di alginato e tamarindo rappresentano una efficace alternativa naturale in caso di pirosi gastrica occasionale e bruciore di stomaco. Nell’ottica di una crescente offerta di rimedi naturali, i prodotti a base di alginato e tamarindo costituiscono una valida opzione in termini di efficacia e tollerabilità, limitando effetti avversi e aumentando la compliance da parte del paziente.
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CONCLUSIONI
lo gastrico, agiscono contro i radicali liberi associati alle cellule epiteliali superficiali16. Effetto antinfiammatorio e analgesico: l’effetto antinfiammatorio di frutto, foglie e seme è stato associato all’inibizione del rilascio dei principali fattori dell’infiammazione, quali prostaglandine e ossido nitrico (effetto simile a diclofenac), e alla diminuzione dei livelli di interleuchine, TNF-alfa e COX-2 [15,17]. Attività metaboliche: i semi di tamarindo contengono composti fenolici come fitosteroli in grado di diminuire i livelli plasmatici di lipoproteine e colesterolo tramite la riduzione della solubilità e quindi dell’assorbimento del colesterolo tramite la barriera cellulare18. Studi clinici hanno inoltre rilevato una riduzione del peso e la presenza di attività ipolipemiche in seguito alla somministrazione dell’estratto del frutto in modelli animali, presumibilmente grazie all’azione dei polifenoli e flavonoidi. La riduzione del peso rilevata è stata associata a una riduzione dei livelli di colesterolo sierico, Ldl e Hdl19.
BIBLIOGRAFIA
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U
di Federico Marzari MOODproject.it
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obbligata Ragionare su un nuovo tipo di farmacia è ormai una necessità più che una scelta. Prendendo anche spunto da “altri mondi”
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DA COSA NASCE COSA Dagli anni Duemila in poi molti sono stati gli accadimenti che hanno modificato le “regole del gioco” di questo mondo, trasformando fin dalle basi ruoli e competenze delle farmacie italiane. Sono certamente argomenti che conoscete molto bene, ma che vanno analizzati per capire i cambiamenti che hanno provocato e che oggi più che mai tendono a influire nello sviluppo futuro della farmacia. Non entreremo nel merito se favorevoli o contrari alla liberalizzazione di questo settore, ci limiteremo a passare in rassegna, seppure in maniera sintetica, gli interventi normativi che con un preciso obiettivo hanno di fatto scosso l’intero sistema, introducendo concorrenza e nuovi scenari metodologici. Cominciamo dal Decreto Storace che perorava l’aspetto economico, per i medicinali senza obbligo di prescrizione medica e sui farmaci di automedicazione, si agiva sul prezzo definito dai produttori (che diveniva il prezzo massimo applicabile), liberalizzando invece una scontistica variabile fino al 20 per cento per i farmaci da banco. L’azione del ministro Bersani, con le sue famose “lenzuolate”, ha poi modificato profondamente la distribuzione dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica, consentendo infatti un’attività di vendita al pubblico anche fuori dalla farmacia, in una qualsiasi attività commerciale (purché alla presenza di un farmacista iscritto all’ordine professionale). Anche la determinazione dello sconto applicabile, fino ad allora vincolato a un massimo del 20 per cento, veniva liberalizzata, delegando di conseguenza la responsabilità delle scelte. Il decreto “Salva Italia” del governo Monti ha ulteriormente allargato la possibilità di praticare liberamente sconti sui prezzi al pubblico di tutti i medicinali di fascia C, e ancora con il decreto “Cresci Italia”, si è estesa questa possibilità anche a tutti i medicinali di fascia A (purché venduti in regime privato), informando e applicando le medesime condizioni a tutta la clientela. A questo divenire di normative e conseguenti atteggiamenti commerciali dobbiamo poi aggiungere una innegabile rivoluzione digitale che ha progressiva-
mente modificato il lavoro dei farmacisti, la commercializzazione dei prodotti e la comunicazione delle singole attività verso la clientela. Infine, la Legge 124/2017 ha autorizzato l’ingresso del capitale finanziario nelle farmacie, dando il via a un ulteriore e ormai inarrestabile trasformazione, che dobbiamo definire epocale. A tutto questo dovremo poi aggiungere altre imminenti discese in campo, infatti, i grandi operatori del retail distributivo, tipo Amazon, realtà già ben conosciute e strutturate in Italia, sono prontissime a garantire una vasta offerta di prodotti, a costi concorrenziali e con consegne puntuali.
retail
Più volte abbiamo parlato di come la farmacia dovrà, inevitabilmente, evolversi per rimanere competitiva in questo mercato, sempre più agguerrito e concorrenziale. Il cliente è cambiato, necessita di nuove e più approfondite attenzioni; manifesta nuovi interessi e si incuriosisce ad aspetti che magari fino a ieri potevano sembrare superflui o ininfluenti, mentre oggi diventano sempre più importanti e si palesano con forza, a grande velocità e testimoniando una forte tendenza al cambiamento.
LA NUOVA FARMACIA Questi ineluttabili cambiamenti hanno portato a profonde modifiche negli atteggiamenti degli operatori di questo settore. Negli anni abbiamo visto sensibili aumenti di merceologie collaterali presenti nelle farmacie, tanto da definire questi punti vendita quasi dei bazar di prodotti variegati e dalle diverse funzioni. Per fortuna, nonostante queste spinte a cercare nuove formule di fatturato, e in un panorama ancora incerto e in grande movimento, la farmacia è riuscita a mantenere il proprio ruolo di riferimento sanitario per il territorio, ma è innegabile che la trasformazione in atto avrà ricadute nel sistema punto vendita e che la professione del farmacista è ormai in completa evoluzione. Lo scenario che si va delineando prevede infatti l’ingresso di multinazionali del set-
è innegabile che la trasformazione in atto avrà ricadute nel sistema farmacia. la professione è già in completa evoluzione | aprile 2018 37
retail © foto di TH.KOHL
tore farmaceutico, che andranno ad assorbire parte dei punti vendita oggi esistenti, effettuando modifiche strutturali, di offerta e di comunicazione, che modificherà l’impatto con la clientela e la relativa percezione. Le grandi catene scenderanno velocemente e in maniera organizzata, potranno utilizzare leve come q uella del prezzo, della riduzione dei costi di gestione e potranno contare su economie di scala.
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NUOVE COMPETENZE E RUOLI Le farmacie che rimarranno indipendenti non potranno competere ad armi pari con queste grandi organizzazioni e dovranno quindi, inevitabilmente, aumentare la qualità del loro servizio, la competenza e la specializzazione in particolari ambiti. Per combattere questi nuovi e agguerriti concorrenti, sarà quindi d’obbligo modificare le proprie conoscenze e il proprio ruolo e la professionalità.
In poche parole, e sempre più, le farmacie dovranno modificare le proprie linee guida, caratteristiche di un mondo retail evoluto, inglobando alcuni elementi chiave quali: cliente, prodotto, servizio, comunicazione, punto vendita. Nuovi processi operativi, una nuova identità professionale e ancora nuove competenze e una forte motivazione del team di vendita, contribuiranno a definire nuovi scenari di relazione con il cliente finale, che ci preme sottolineare, non
Nutrizione Acidi gastrici BARRIERA PROTETTIVA
Esofago Cardias malfunzionante
BARRIERA PROTETTIVA
Stomaco
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compra il solo prodotto in sé, ma bensì l’intero pacchetto dell’offerta. Il rinnovamento dei mercati e la creazione di nuove competizioni commerciali aggiungono sempre valore all’intero mercato e ricadono positivamente nei confronti dell’intera clientela. Si prevede che le competenze del farmacista andranno mescolate con i modelli manageriali propri del retail, tanto da definire nuovi mix di competenze e ruoli. Un sistema di commercio evoluto, che oltre al punto vendita rivisto in chiave moderna, dovrà dare spazio alla cura e al benessere della persona, alla prevenzione e alla specializzazione. Aspetti legati alla customer experience, finora poco trattati nel mondo della farmacia, dovranno diventare fondamentali per catturare l’interesse di una nuova clientela. Non si tratterà di lavorare solo sulla scatola architettonica e d’immagine, bensì sui criteri espositivi, sulle quantità e qualità delle merci, sulla grafica e comunicazione, insomma una nuova ottica retail marketing oriented. Ragionare su un nuovo tipo di farmacia è ormai una necessità e non più solo una scelta. Applicare le tematiche del retail a questo mondo è fondamentale e rappresenta il vero processo di ammodernamento del settore. Ci sarà molto da fare, anche perché si dovranno cambiare mentalità e obiettivi. Dovremo iniziare leggendo bene i dati delle performance economiche, confrontandoli con i dati di mercato, comprendendo in maniera oggettiva tutte le opportunità e le eventuali debolezze sulle quali andare ad operare. Fino a pochi anni fa, pensare che una farmacia potesse avere andamenti economici negativi era impensabile, oggi purtroppo, ce ne sono parecchie.
DA BAZAR A FARMACIA DI QUALITÀ Il farmacista del futuro deve cambiare il modo di vedere e di fare le cose. Non servirà solo un cambiamento, sarà necessaria anche un’integrazione delle caratteristiche peculiari, riconosciute dalla clientela, integrando, però, tutte le
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competenze retail di cui abbiamo parlaLA FARMACIA TECNOLOGICA to prima. Come già detto, da una parte dovremo Dovremo rivedere gli spazi di vendita, milavorare sulla scatola architettonica e su gliorare il banco espositivo, classificare e tutti i vari aspetti di prodotto, esposizioselezionare solo alcuni prodotti, scegliere i ne, marketing, comunicazione, mentre contenimenti merceologici appropriati e dall’altra, l’area della tecnologia sarà ampliare la presenza digitale e tecnologinuova linfa e impulso per nuovi scenari ca. Nuovi sistemi di comunicazione, di e mercati. collegamento con il cliente remoto, totem Servizi di qualità e di telemedicina, già informativi per nuovi prodotti e soluzioni. di fatto presenti in molte farmacie italiaIn un mercato dove le multinazionali si ne, quali autoanalisi del sangue, analisi orienteranno verso i superstore, di grandi della densitometria ossea, elettro-cardimensioni e con vastità di prodotti offerdiogrammi, screening della pelle, spiroti; si potrà reagire con metrature più rimetria garantiranno le esigenze di dotte, dove però la specializzazione e la prevenzione della clientela. competenza, unitamente a una ricercata La nuova farmacia non si limiterà a venrelazione c on la dere far maci e clientela, faranno la prodotti vari per differenza. la salute, ma assisi prevede La farmacia quindi curerà inoltre di che sceglierà di qualifipoter effettuare le competenze carsi, esplorando dirett amente la del farmacista nicchie specialistiprenotazione per che che potranno visite specialistiandranno variare tra: servizi che, proprio come mescolate medici qualificati, un Cup (centro con i modelli medicina alternatiprenotazioni), dimanageriali va, cosmesi, dermovenendo quasi un cosmesi, nutrizione, centro polifunziopropri veterinaria, ecolonale, proprio diedel retail gia, selezioni di protro casa. dotti per stili di vita, La capillare preeccetera. Il nuovo farmacista garantirà in senza nel territorio darà, infatti, la sicuprima persona qualità e sicurezza, e grarezza di un presidio sanitario continuo, zie alle proprie competenze, abilità e cofacendo diventare il farmacista un pronoscenze, selezionerà i prodotti da offrire fessionista, un consulente altamente spealla propria clientela. cializzato, in grado di ottimizzare anche Ogni farmacia sarà diversa, differente l’operato di medici di base e collaborandalla concorrenza e specializzata secondo con il Servizio sanitario nazionale. do personali parametri. La tecnologia servirà inoltre a garantire Unica e distintiva per storia, clientela, veloci e controllate consegne delle merci mercato, e in grado di offrire un’altissia magazzino, spedizioni di farmaci da ma qualità con caratteristiche altamenbanco ai clienti e monitoraggi telematici te professionali. In tante realtà si dei propri pazienti, anche in tempo reale. toglieranno i molti prodotti presenti, si In conclusione, il farmacista del futuro sceglierà di modificare gli aspetti da badovrà accettare un propositivo cambiazar, per diventare invece luoghi specialimento e, se saprà rimettersi in gioco e stici e coerenti con il posizionamento, sfidarsi in questi complessi argomenti, dove il farmacista grazie a una maggioavrà la garanzia di operare e di consire specializzazione e quindi conoscenza gliare sia clienti sani, garantendo il loro dei prodotti offerti, garantirà di risponbenessere, che quelli in trattamento fardere in maniera più completa alle specimacologico, offrendo le migliori e qualifiche esigenze del cliente/paziente. ficate terapie di cura.
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di Marina Franceschi
Teniamo d’occhio i muscoli
Un adulto su tre non soddisfa il fabbisogno proteico giornaliero raccomandato. Ecco i consigli per una integrazione specifica Nutrizione bilanciata e attività fisica sono fondamentali per uno stile di vita sano e sono cruciali nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, per esempio infarto miocardico e ictus, di quelle metaboliche, come il diabete, e di alcuni tumori. Nonostante l’aumentata consapevolezza circa l’importanza dell’alimentazione per la salute, molto spesso nella vita quotidian a no n v i e ne p re s t at a sufficiente attenzione alla scelta dei cibi e al giusto apporto di nutrienti. Carboidrati, grassi, proteine, vitamine, minerali e fibre sono i nutrienti indispensabili per costruire, far crescere e riparare tessuti, muscoli e ossa dell’organismo. L’apporto quotidiano di nutrienti, in generale, varia in base all’età e alle esigenze specifiche legate agli stili di vita e all’attività fisica dei singoli individui. Per un adulto su tre l’apporto di proteine introdotto con la dieta risulta inadeguato al fabbisogno, il che contribuisce alla riduzione della massa muscolare e delle performance fisiche, favorendo l’insorgenza di spossatezza e stanchezza oltre a un calo delle capacità funzionali. Con l’età adulta si evidenziano alcuni cambiamenti come un aumento della massa grassa, una riduzione della
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massa muscolare e un rallentamento dei processi metabolici energetici. Per contrastare tale processo fisiologico sono fondamentali le proteine, essenziali non solo per la struttura cellulare ma anche per muscoli, ossa, articolazioni, anticorpi e ormoni. .
consentendone la crescita e le funzioni e contribuendo a importanti reazioni biochimiche e metaboliche. Inoltre, forniscono energia, fanno parte della struttura delle articolazioni, dei muscoli e delle ossa e consentono il corretto funzionamento dei muscoli, oltre a mantenere e rafforzare la massa muscolaL’IMPORTANZA re. Giocano, infine, un ruolo DELLE PROTEINE importante anche nel sistema A partire dai quarant’anni si immunitario, in quanto rapverifica una progressiva perpresentano la struttura base dita di massa muscolare, in degli anticorpi. ragione del 10 Le proteine soper cento ogni tra no soggette a dieci anni. Tra i i quaranta un continuo quaranta e gli e gli processo di ottant’anni si demolizione e perde il 40 per ottanta di sintesi, con cento circa delanni si la massa muperde il 40 cui il corpo umano è in grascolare. Questo per cento do di rinnovare processo fisiocirca continuamente logico non solo c o m p o r t a l a della massa quelle “logoracompromissiomuscolare te” e di sostituirle con proteine delle capane “nuove”. cità muscolari, Questo processo, sommato al ma aumenta anche il rischio fatto che nell’età adulta la di spossatezza, stanchezza e massa muscolare inizia a ririduzione delle difese immunidursi, fa capire l’importanza tarie. Per contrastare il calo di un adeguato apporto prodel tono muscolare e gli effetteico attraverso la dieta. L’apti a essi associati è importanporto proteico giornaliero racte soddisfare il fabbisogno comandato per gli adulti è giornaliero di proteine. Le propari a 0,9 g/kg di peso corpoteine sono fondamentali in reo, che aumenta sino ai 1,2 quanto compongono la strutg/kg superati i 65 anni. Ciò tura delle cellule e dei tessuti,
significa che un uomo di 70 kg necessita di 73 g di proteine al giorno, per esempio così ripartite: una porzione di 200 ml di latte parzialmente scremato; uno yogurt da 125 g; una porzione di pasta da 100 g con 50 g di tonno; un uovo; 100 g di carne con 100 g di patate. È così, chiaro, che il problema dell’introito inadeguato di proteine è legato alla difficoltà di scegliere cibi per raggiungere il corretto apporto proteico.
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SUPPLEMENTAZIONE AD HOC Quando con l’alimentazione non è possibile garantire un adeguato apporto di nutrienti, può essere opportuno intervenire con una integrazione specifica, attraverso specifici supplementi nutrizionali. Questi possono aiutare a preservare la massa e le funzioni muscolari e ridare forza e vigore all’organismo. Meritene Forza e Vitalità Drink, sviluppato da Nestlé, è un alimento formulato proprio per soddisfare il fabbisogno
proteico giornaliero, per soddisfare tutte le funzioni delle proteine all’interno dell’organismo. È utile, in particolare, nei casi di ridotto apporto di nutrienti o aumentato fabbisognonutrizionale negli adulti, che avvertono senso di stanchezza e/o debolezza muscolare, nelle persone che stanno affrontando periodi di recupero e/o riabilitazione e nelle persone con ridotto appetito. Meritene Forza e Vitalità contiene un’elevata quantità di proteine a elevato valore biologico, indispensabili a mante-
nere la struttura muscolare, a dare vigore e forza ai muscoli e a migliorare la salute in generale. La composizione è bilanciata, per fornire sia minerali sia vitamine - tra le quali le vitamine B2, B6 e B12, che contribuiscono alla riduzione di stanchezza e affaticamento - sia proteine, per rafforzare, in associazione a un’alimentazione varia ed equilibrata, la massa muscolare. Il prodotto è disponibile in formato drink pronto all’uso, nei gusti albicocca, fragola, cioccolato e vaniglia.
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Legale
U
a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)
n’intesa
atipica?
Le informazioni ingannevoli sul consentito uso off label di un medicinale
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La non scarsa compagine dei frequentatori di questo osservatorio legale hanno potuto seguire fin dall’inizio (Punto Effe, n. 11/2016: “A processo”) la vertenza sulle intese di mercato tra due case farmaceutiche in relazione al commercio dei medicinali Avastin e Lucentis: la sanzione dell’Antitrust (Agcm) alle due aziende, la sentenza del Tar del Lazio 2 dicembre 2014, n. 12168 che l’ha confermata, e l’ordinanza del Consiglio di Stato, 10 marzo 2016 n. 966, che ha rimesso alla Corte di Giustizia Ue la questione pregiudiziale sulle intese di mercato. I fatti sono noti. L’Avastin e il Lucentis sono medicinali prodotti dalla società Genentech, appartenente al gruppo Roche. Genentech ha affidato lo sfruttamento commerciale di Lucentis al gruppo Novartis mediante un accordo di licenza. Roche commercializza Avastin. Questi medicinali biotecnologici sono stati autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Il Lucentis per il trattamento delle malattie oftalmiche. L’Avastin è autorizzato per il trattamento delle patologie tumorali, ma spesso utilizzato off label anche per il trattamento delle malattie oftalmiche per il suo prezzo inferiore rispetto a quello del Lucentis. L’Agcm ha inflitto due sanzioni pecuniarie, ciascuna di un importo superiore a 90 milioni di euro, a ciascuna delle società, Roche e Novartis, per avere le stesse con-
cluso un’intesa diretta a ottenere una differenziazione artificiosa tra Avastin e Lucentis. Secondo l’Autorità, Avastin e Lucentis sarebbero del tutto equivalenti per il trattamento di malattie oftalmiche e l’intesa avrebbe avuto lo scopo di diffondere notizie in grado di ingenerare preoccupazioni sulla sicurezza degli usi oftalmici dell’Avastin, così da provocare uno spostamento della domanda a favore del Lucentis e tale spostamento avrebbe generato, a carico del Servizio sanitario nazionale, costi supplementari stimati in circa 45 milioni di euro per il solo anno 2012. Il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi delle case farmaceutiche confermando la sanzione pecuniaria posta a loro carico e queste hanno proposto appello al Consiglio di Stato, che ha adito la Corte di giustizia Ue, chiedendo la corretta interpretazione della normativa comunitaria in materia di medicinali.
IL DECISUM La Corte di giustizia Ue, con la sentenza della Grande Sezione, 23 gennaio 2018, C-179/16 ha in limine esaminato se un’Autorità nazionale garante della concorrenza, quale l’Agcm, possa ritenere che Avastin, sebbene non autorizzato per il trattamento delle malattie oftalmiche, faccia parte dello stesso mercato di Lucentis, specificamente autorizzato per tali malattie, e, nell’ipotesi affermativa, se tale Autorità debba tenere
Legale conto dell’eventuale illiceità dell’utilizzo di Avastin secondo la normativa comunitaria: articolo m101 del Tfue. La Corte europea ha statuito che tale normativa debba essere interpretata nel senso che: a) un’Autorità nazionale garante
della concorrenza può includere nel mercato rilevante, oltre ai medicinali autorizzati per il trattamento delle patologie di cui trattasi, un altro medicinale la cui autorizzazione non copra detto trattamento, ma che venga utilizzato a tal fine e pre-
senti quindi un rapporto concreto di sostituibilità con i primi; ma per determinare se sussista o meno un siffatto rapporto di sostituibilità, tale Autorità debba - sempre che le Autorità o i Giudici competenti a tal fine abbiano condotto una conformità del
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ni pecuniarie erogate dalla Agcm, se pure prodotto in questione alle disposizioni viuna sinopia della sua decisione appare già genti che ne disciplinano la fabbricazione visibile nel mettere ordine tra questi mero la commercializzazione - tenere conto cati del farmaco, che non lo considerano del risultato di detto esame, valutandone i certo il contenuto di una prestazione sanipossibili effetti sulla struttura della dotaria a tutela della qualità e della dignità manda e dell’offerta; b) un’intesa convedella vita, ma solo un bene da vendere per nuta tra le parti di un accordo di licenza ricavare un profitto (Punto Effe n. 16/2015: relativo allo sfruttamento di un medicina“Mercanti in polpe”). le, la quale, al fine di ridurre la pressione concorrenziale sull’uso di tale medicinale per il trattamento di determinate patologie, OBITER DICTUM miri a limitare le condotte di terzi, consiQuello che invece può interessare più da stenti nel promuovere l’uso di un altro mevicino i farmacisti, e in particolare i farmadicinale per il trattamento delle medesime cisti che allestiscono in farmacia le prepapatologie, non sfugge all’applicazione di tarazioni galeniche, è lo sdoganamento che le disposizione per il motivo che tale intesa ha avuto in linea di principio nell’obiter dicsarebbe accessoria a detto accordo; c) cotum della Corte di giustizia europea, sull’ustituisce una restrizione alla concorrenza tilizzo off label di un medicinale, l’intesa tra due imprese che commercializpreconfezionato o galenico che sia, pur in zano due medicinali concorrenti, avente a presenza di un medicinale on label dotato oggetto, in un contesto segnato dall’incerdi autorizzazione al commercio (Aic) per la tezza delle conoscenze scientifiche, la diffumedesima terapia: il che viene ritenuto sione presso l’Agenzia europea dei possibile in termini generali, così come è medicinali, gli opeprevisto, a certe inratori sanitari e il derogabili condizioimportante pubblico, di inforni, dalla Legge n. mazioni inganneper i farmacisti 94/1998 per quanto voli sugli effetti lo sdoganamento riguarda sia i medicollaterali negativi cinali di origine indell’utilizzo dell’uso di uno di dustriale (articolo 3), off label tali medicinali per il sia le preparazioni trattamento di patodi un medicinale galeniche estempologie non coperte ranee allestite in fargalenico dall’Autorizzazione pur in presenza macia (articolo 5). alla immissione in Una tale possibilità, di un on label commercio di proprio per quanto dotato di Aic quest’ultimo, al fine riguarda le preparadi ridurre la pressiozioni galeniche, era ne concorrenziale derivante da tale uso stata messa in discussione dal Dm 22 disull’uso dell’altro medicinale, di tal che una cembre 2016 sul divieto di utilizzo nelle siffatta intesa non può nemmeno giovarsi preparazioni galeniche off label a fattispedell’esenzione prevista da tale normativa cie aperta a ogni principio attivo a scopo comunitaria. dimagrante per la quale non esistesse Spetterà al Consiglio di Stato valutare, suluna attendibile, quanto improbabile, lettela scorta di tali massime giurisprudenziali ratura internazionale sulla sua sicurezza, che hanno dato la interpretazione che conche apriva magari la strada all’applicaziota in chiave comunitaria, se l’intesa tra le ne di un algoritrmo sulle probabilità di ridue case farmaceutiche Novartis e Roche schio di una loro utilizzazione nelle che sono “affini per li rami” che conducono preparazioni galeniche, in analogia con alla società produttrice dei medicinali da l’elenco Cts dell’Aifa relativo ai medicinali loro commerciati - siano illecite e comuninnovativi di produzione industriale destique tali da confermare o meno la sentenza nati alla loro somministrazione compasdel Tar del Lazio che ha avvallato le sanziosionevole (Punto Effe n. 5/2017: “On label,
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off label”), ma tale Decreto ministeriale è stato poi emendato con il Dm 31 marzo 2017 proprio in riferimento all’articolo 5 della Legge n. 94/1998, pur “implementato” dalle ben note osservazioni attinenti la redazione della relativa prescrizione medica, recante obbligatoriamente la finalità terapeutica, il consenso informato e scritto del paziente sul relativo trattamento che giustificano la preparazione galenica, con i conseguenti formalismi e controlli sulla spedizione della relativa ricetta medica, sanzionata per ogni inosservanza (Punto Effe n. 8/2017: “La galenica restaurata”). Seppure con ciò sia rimasto irrisolto l’interrogativo se mai il divieto di utilizzo della relativa sostanza a scopo dimagrante si estenda o meno - in riferimento al paventato rischio-benificio, ma nei limiti del principio di precauzione in campo medico e farmacologico di cui alla Direttiva comunitaria 2001/83/CE riferito solo ai medicinali di origine industriale dotati di AIC (articoli 116 e 117) recepita in Italia con il D.lgs n. 219/2006 (articolo 154) che lo ha esteso anche ai medicinali galenici allestiti i farmacia - a ogni prescrizione e dispensazione off label di medicinali preconfezionati e/o galenici destinati a una diversa finalità terapeutica. Il che è certo un busillis che potrebbe richiedere un nuovo intervento ministeriale ovvero quanto meno una Raccomandazione di una società scientifica deputata a una tale indagine (e a ciò magari accreditata con l’iscrizione nell’Elenco ministeriale di cui al Dm 2 agosto 2017 che attribuisce un’efficacia giuridica alla sue Linee Guida: articolo 5, Legge n. 24/2017) che prenda atto di un tale decisum che ha ritenuto legittimo e coerente, come si è visto, in termini generali la prescrizione e l’allestimento di medicinali off label, e ne faccia buon uso. Tutto questo viene detto, a tacere del fatto che la decisione della Corte di giustizia europea costituisce un autorevole precedente in riferimento alla stessa questione ancora all’esame della stessa Corte in un contenzioso pendente tra le stesse parti, ma dilatata dall’Ordinanza del Consiglio di Stato, 19 dicembre 2016, n. 5373, sotto tre ulteriori profili: a) se sia contraria alla
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citata Direttiva comunitaria 2001/83/CE Occhiali da vedere per vedere: (articolo 6, n. 1) relativa all’inderogabilità Der Apoteker, lo speziale dell’Aic, ai fini dell’utilizzo on label di un medicinale di origine industriale, la Legge Le preparazioni galeniche off label riria che sta pestando, meglio pistann. 648/1996 modificata dalla Legge n. cordano l’opera buffa in tre atti di Jodo, in un mortaio: 79/2014 (articolo 4 bis) che, al fine del conseph Haydn, rappresentata nel 1768 a tenimento della spesa farmaceutica posta Eszterhaza, in occasione dell’ingiunTutto il giorno pista, pista: a carico del Servizio sanitario nazionale, inzione del teatro del castello sul libretoh che vita amara e trista! centiva l’utilizzo off label di un medicinale to di Carlo Goldoni - peraltro già E nel cor sento amor di origine industriale al di fuori della indicamusicato dal Vincenzo Pallavicini che anche lui pistando va. zione terapeutica autorizzata (Aic) indipendentemente da qualsiasi considerazione (primo atto) e Domenico Fischietti Pista qua e là. sulle esigenze di cura del paziente e nono(secondo e terzo atto) per il CarnevaAffè quell’ammalato stante la presenza sul mercato farmaceutile di Venezia del 1755 - seppure tale che piglia questa china, co di un medicinale di origine industriale opera sia poco conosciuta e rapprevuol star bene! autorizzato (Aic) per la specifica indicaziosentata di rado nemmeno in una delIl mio caro padrone è un di quei speziali ne terapeutica: ciò mediante il suo inserile tante giornate farmaceutiche che che non bada né a vasi né a ricette, mento in un Elenco speciale (Lista 648) da si ripetono di anno in anno e che poe altro studio non ha che le gazzette; parte dell’Autorità regolatrice nazionale trebbero trovar modo di farlo, perché ed io, povero gramo, (Aifa); b) se sia opponibile l’eccezione galeci si potrebbe divertire a sentir sorriche so leggere appena un tantinino, nica di cui alla Direttiva comunitaria dere l’illustre padre della sinfonia e dispenso ora da questo or da quel vaso 2001/83//Ce (articolo 3, numero 1) relativo del quartetto nel far cantare (in italiale medicine agli ammalati a caso. all’utilizzo di forme galeniche off label con no, perché l’opera buffa è tratta da Tutto il giorno pista, pista: principi attivi contenuti in un medicinale di Goldoni) Mengone, l’uomo di speziaoh che vita amara e trista! origine industriale dotato di Aic, allestite in farmacia serialmente in modo uguale e ripetuto ma senza tener conto delle specifiche esigenze del singolo assistito; c) se sia punto 2, della Direttiva 2001/83, come mone industriale sia di medicinali galenici contrario al Regolamento comunitario n. dificata dalla Direttiva 2004/27, laddove siaprescritti e allestiti in farmacia. 724/2004 Ce (articolo 3) che ascrive alla no allestiti in base a una prescrizione Sotto quest’ultimo profilo, che qui interessa Agenzia europea dei medicinali (Ema) la medica redatta anteriormente alla loro da vicino, si è così avucompetenza a valutapreparazione per essere specificamente ta un’ulteriore conferre i profili dei mediciil ruolo realizzati per un paziente previamente idenma alla definizione nali per il trattamento decisivo tificato e dispensati direttamente ai pazienti stessa di tali preparadi specifiche patologie nella cura della farmacia che li ha preparati. zioni galeniche, che on label, la legge nadella salute Vale ovviamente in diritto interno, per era stata data dalla zionale che affidi inquanto già detto, la previsione di cui all’artistessa Corte europea vece alla Autorità e nella colo 5 della Legge n. 94/1998, che costituinel definire l’ambito di regolatrice a livello naterapia del sce una vera e propria chiave di volta in legittimità dell’allestizionale (Aifa) la comdolore materia di prescrizione e allestimento delle mento delle preparapetenza ad assumere con medicinali zioni galeniche in preparazioni galeniche nelle farmacie italiadeterminazioni in merito ai profili di sicurezpersonalizzati farmacia con la deci- ne, che pure debbono osservare le disposizioni dell’articolo 68 del Decreto legislativo sione 16 luglio 2015 za dei medicinali di n. 30/2005 come sostituito dall’articolo C-544/13, secondo cui i medicinali per uso origine industriale che sono connessi al lo131/2010 sulla proprietà industriale e umano dispensati su prescrizione medica e ro utilizzo off label. dell’articolo 154 del Decreto legislativo n. non provvisti di un’Autorizzazione di immisAppare pertanto evidente l’importanza 219/2000 sulla farmacovigilanza, così da risione in commercio (Aic), concessa dalle del precedente di cui al decisum della servare al «farmacista preparatore di farmacompetenti Autorità di uno Stato membro Corte europea, chiamata ora a riesaminaci» un ruolo decisivo (direi, insigne ed ovvero in applicazione del Regolamento n. re la questione sull’utilizzo off label di un autorevole, come in un quadro di Van Eyek) 726/2004 del Parlamento europeo e del medicinale di origine industriale dotato di nella cura della salute e nella terapia del doConsiglio, del 31 marzo 2004, possono beneAic, e così al di fuori del suo utilizzo on lalore con medicinali personalizzati. ficiare della deroga prevista all’articolo 3, bel, sia di medicinali di medicinali di origi-
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di Claudio Buono
farmanews
Una patologia complessa
Sclerosi laterale amiotrofica: al via un nuovo studio clinico L’acido tauroursodesossicolico (Tudca) un composto derivato dagli acidi biliari normalmente prodotti dal fegato e già utilizzato per la terapia delle malattie epatiche croniche colestatiche - potrebbe rivelarsi l’arma vincente anche nel trattamento della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), una patologia complessa, alla cui insorgenza concorrono fattori sia genetici sia ambientali, e per la quale attualmente non esiste una cura. Tudca è oggi protagonista di uno studio clinico internazionale che, dopo aver vinto il bando Horizon 2020 dedicato alla ricerca e sviluppo di farmaci orfani per malattie rare (un successo italiano, primo tra 127 partecipanti), ha ottenuto dalla Commissione europea il finanziamento per implementare lo studio registrativo. Il kick-off è avvenuto ufficialmente lo scorso febbraio e la durata complessiva della sperimentazione dovrebbe essere attorno ai quattro anni, tenuto conto dei tempi necessari per l’approvazione dei comitati etici, l’arruolamento, lo studio clinico vero e proprio di circa un anno e mezzo e il periodo necessario per l’analisi dei dati raccolti. Il progetto, che ha come principale investigator Alberto Albanese, responsabile dell’Uo di Neurologia I dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, vede la partecipazione, oltre che dei ricercatori italiani dell’Istituto superiore di sanità, dei maggiori studiosi provenienti da varie università europee (Germania, Regno Unito, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Irlanda). Fa parte dello studio anche la britannica Motor Neuron Disease Association, che conferma il ruolo primario delle associazioni dei pazienti nella ricerca di soluzioni terapeutiche per questa malattia. Già qualche
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anno fa, Albanese aveva condotto, sempre con il Tudca, uno studio pilota su un piccolo campione di soggetti con Sla, e i dati clinici, pubblicati sull’European Journal of Neurology, si erano rivelati promettenti, tanto da costituire la base dell’attuale progetto. In quel lavoro preliminare, il farmaco aveva dimostrato di prevenire la degenerazione dei motoneuroni colpiti dalla malattia, rallentandone la progressione e consentendo un prolungamento della sopravvivenza dei pazienti che avevano partecipato alla sperimentazione. Ora, grazie ai possibili risultati positivi di questa nuova ricerca, è lecito supporre che aumenteranno significativamente le speranze di poter contribuire a cambiare l’evoluzione e il decorso della Sla, «forse la più drammatica e devastante tra le malattie neurologiche, dall’esito rapidamente fatale, in quanto porta alla paralisi dei muscoli volontari, fino a coinvolgere anche quelli respiratori», sottolinea Albanese. «Circa il meccanismo di azione del nuovo
farmaco, sappiamo che nelle malattie neurodegenerative progressive, come il Parkinson o l’Alzheimer, si ha un eccesso di proteine mal ripiegate, non più smaltibili, che conseguentemente portano a un’attivazione secondaria dei meccanismi di morte cellulare. Ciò non si verifica invece nella Sla, dove l’apoptosi avviene per lo più a livello citoplasmatico. Agire sul reticolo endoplasmatico, potrebbe essere un modo, dunque, per rallentare la degenerazione di questi neuroni. Su queste basi, abbiamo ragione di credere che l’acido tauroursodesossicolico, tra l’altro ben tollerato dall’organismo, possa svolgere un ruolo neuroprotettivo, essendo in grado di bloccare la morte cellulare mediata dai mitocondri. In più, questa molecola ha effetto immunomodulante e antiossidante. Preciso, inoltre, che per valutare meglio la progressione della malattia, durante lo studio faremo anche uso di biomarcatori quali i neurofilamenti e le metalloproteinasi 9, rilevabili sia nel liquor sia nel plasma o nel siero».
Spigolature
Abbasso la pressione in farmacia
Dal 17 al 20 maggio (al 21 per le farmacie di turno anche la domenica) le farmacie italiane saranno impegnate in una nuova campagna di screening focalizzata sull’ipertensione, chiamata “Abbasso la pressione”. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra Federfarma e Siia (Società italiana ipertensione arteriosa) è stata organizzata sulla scorta di quanto realizzato con la campagna Dia Day, che ha permesso di individuare tanti casi di malat-
tia già in atto e tantissimi di pre-diabete. Lo rende noto il sindacato, che sul proprio house organ precisa che lo screening prevede la misurazione della pressione, della circonferenza vita e la compilazione di un questionario validato dalla Siia. I dati saranno raccolti in forma anonima tramite la piattaforma elaborata da Promofarma. Al paziente verrà rilasciato l’esito, con indicazione eventuale di recarsi dal medico per even-
tuali approfondimenti, là dove il farmacista rilevasse valori di allarme. In particolare, potrebbero anche venire intercettati casi di fibrillazione atriale in uno stadio iniziale nelle farmacie che dispongono della strumentazione Afib, un dispositivo che permette di identificare i casi con una semplice misurazione della pressione senza ricorrere a un esame relativamente complesso come l’elettrocardiogramma. «Siamo fiduciosi», dichiara la presiden-
te del Sunifar Silvia Pagliacci, «che anche questa volta le farmacie saranno fondamentali nel processo di prevenzione. Ricordo ai colleghi farmacisti che per partecipare alle giornate della Campagna devono iscriversi alla piattaforma Promofarma con anticipo, così da poter predisporre la formazione del farmacista per tempo». Fonte: Farmacista33
Aringhieri presidente
del Gruppo Biotecnologie di Farmindustria Eugenio Aringhieri (nella foto), Ceo del Gruppo Dompé, è stato confermato all’unanimità - per il quarto mandato consecutivo - alla presidenza del Gruppo Biotecnologie di Farmindustria, incarico che dura due anni. «Il futuro che ci attende», afferma, «è complesso per la velocità della tecnologia che cambia in continuazione i paradigmi. Ma l’Italia ha tutte le carte in regola per giocarsi la partita, grazie alle sue molte eccellenze. E al comparto del farmaco biotech che conta 209 aziende e 282 medicinali in sviluppo nel Paese, molti dei quali per le malattie rare. Possiamo diventare ancora più competitivi. È necessaria, però, una governance che riesca ad attirare gli investimenti e che consenta sempre più di sviluppare sinergie tra istituzioni, industria e università».
Assobiomedica:
prevenzione la vera sfida «Investire in medicina preventiva significa ridurre la mortalità e i costi per il Servizio sanitario nazionale. Passare da un approccio alla cura a quello predittivo è la vera sfida che oggi devono porsi i sistemi sanitari. Si tratta di un cambiamento culturale che richiede investimenti iniziali, ma che porta a un ritorno in termini di benessere sociale, oltre che economico e sanitario». Questo il commento del presidente di Assobiomedica Massimiliano Boggetti sui dati del XV Rapporto Osservasalute presentati all’Università Cattolica di Roma. «Se le Regioni che sono rimaste più indietro», spiega Boggetti, «non si pongono l’obiettivo di agganciare la corsa verso un rinnovamento tecnologico che garantisca lo sviluppo della medicina preventiva, continueremo ad avere un’Italia spaccata in due con un Sud in cui ci si cura meno e meno bene. È ora di tornare a investire nei servizi sanitari regionali, creando eccellenze in modo omogeneo sul territorio, che consentano a tutti i cittadini di beneficiare delle tecnologie più all’avanguardia».
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Sifo condivide svolta dell’Aifa «La Sifo plaude alla svolta sul biosimilare avviata anche in Italia grazie al recente Position Paper dell’Aifa e si augura che presto vengano di conseguenza introdotti elementi normativi chiari e uniformi affinché sia garantito su tutto il territorio nazionale l’accesso equo, sostenibile e tempestivo alle migliori terapie». Lo dichiara
Simona Creazzola (nella foto), presidente della Società italiana di farmacia ospedaliera. La soddisfazione della Sifo giunge a pochi giorni dalla pubblicazione dell’Agenzia del farmaco, nella quale si dichiara che «i medicinali biosimilari rappresentano uno strumento irrinunciabile per lo sviluppo di un mercato dei biologici
competitivo e concorrenziale, necessario alla sostenibilità del sistema sanitario e delle terapie innovative, mantenendo garanzie di efficacia, sicurezza e qualità per i pazienti e garantendo loro un accesso omogeneo, informato e tempestivo ai farmaci, pur in un contesto di razionalizzazione della spesa pubblica».
Spigolature
Biosimilari
Innovasoft
tra le aziende top in Europa Innovasoft SpA - società di software, servizi e soluzioni per la farmacia - comunica in una nota ufficiale l’ingresso all’interno della “FT1000 Europe’s Fastest Growing Companies”, la classifica del Financial Times che selezio-
na ogni anno le mille aziende europee con la maggiore crescita economica. «Siamo orgogliosi di questo importante riconoscimento», afferma Roberto Zavadlal amministratore unico di Innovasoft, «che premia gli sforzi di tutto il no-
stro personale nel portare tecnologia e innovazione in farmacia permettendo ai professionisti dietro il banco di dedicare maggior tempo e attenzione alle cure dei propri clienti». La società friulanoveneta - che ha sede a Silea e
filiali a Roncade, Udine e Gorizia - tra il 2013 e il 2016 ha registrato una crescita del 403 per cento.
Muoversi fa bene a maggio
La rete delle Farmacie specializzate di farmacisti preparatori ha deciso di sensibilizzare i cittadini sui rischi associati a uno stile di vita sedentario e di dare il suo contributo per aiutarli a mantenere sotto controllo il peso corporeo. Dal 21 al 26 maggio chi entrerà in una delle 580 Farmacie specializzate di tutta Italia potrà misurare gratuitamente la sua circonferenza addominale e ricevere una consulenza qualificata da parte del farmacista per costruire insieme un percorso di salute e benessere. «Una regolare attività fisica contrasta l’obesità ed è utile per prevenire e ridurre osteoporosi, rischio di fratture e disturbi muscolo-scheletrici come il mal di schiena», sottolinea il portavoce Santo Barreca. «Grazie alla liberazione delle “molecole del buonumore” (endorfine e serotonina), l’attività fisica riduce anche i sintomi legati ad ansia, stress e depressione».
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Spigolature
Falsi da morire
un convegno a Roma I rischi che derivano dalle attività illegali in ambito farmaceutico - in particolare dalla più diffusa, che è la vendita di farmaci falsi e illegali sul web non sono percepiti in tutta la loro pericolosità dall’opinione pubblica. È questo il principale problema relativo alla contraffazione farmaceutica ed è anche la premessa attorno cui si è sviluppato il convegno “Falsi da morire. Garbugli, im-
brogli e intrugli della contraffazione farmaceutica: per evitare i pericoli, bisogna conoscere i rischi” organizzato dall’Ordine dei farmacisti di Roma, con la partecipazione di Federfarma Lazio, con il patrocinio della Regione, che si è tenuto a Roma. «Un fenomeno come quello del crimine farmaceutico», sottolinea Emilio Croce, president e dell’O rdine di Roma,
nonché presidente Enpaf, «non può continuare a restare nella penombra della sotto-comunicazione, ma deve essere continuamente illuminato dai riflettori». Anche perché «il fenomeno sta pericolosamente evolvendo: dai farmaci “performanti” come il Viagra e i suoi simili, o come gli steroidi e i farmaci dimagranti, richiesti principalmente per aggirare lo scoglio della necessità
della prescrizione medica e peraltro già molto pericolosi, l’offerta illegale ha infatti cominciato a estendersi anche agli antitumorali e ad altri farmaci salvavita di costo molto elevato, per i quali si registrano spesso problemi di accesso, facile terreno di coltura per i crimini farmaceutici, dal momento che i contraffattori si attivano dove c’è la domanda». Fonte: F-online
Il Cup a Venezia e provincia
È attivo da fine marzo, in più di cento farmacie aderenti a Federfarma Venezia, il Cup integrato pubblico-privato che permette ai cittadini di prenotare gratuitamente e direttamente “sotto casa” molte tipologie di visita specialistica o di esame diagnostico da ef-
fettuarsi in strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate (ospedali, case di cura, poliambulatori, centri medici e laboratori di analisi). Per il momento il servizio è attivo solo nel comprensorio dell’Asl 3 Serenissima, ma si prevede nel breve termine un’estensione a
tutto il territorio provinciale (includendo l’area dell’Asl 4 ovvero San Donà di Piave, Portogruaro e il litorale). A oggi il servizio Cup in farmacia è attivo nelle province di Vicenza, Venezia e Rovigo. A Verona è presente in 100 farmacie della ex Ulss 20 e a
breve sarà esteso in tutta la provincia. Nel padovano e nel bellunese si sta lavorano per costruire il percorso di realizzazione del progetto.
Epatite C, indagine
sui pazienti trattati L’obiettivo eliminazione dell’infezione da virus Hcv, curando 80.000 pazienti l’anno nel triennio 2017-2019, appare ancora lontano, secondo il dossier “Epatite C - Indagine conoscitiva sull’accesso ai farmaci nelle regioni italiane”, realizzato da EpaC Onlus, grazie a un contributo liberale di Msd e disponbile on line su www.epac.it. A un anno esatto dalla rimozione delle restrizioni per l’accesso ai farmaci antivirali innovativi garantiti a tutti i pazienti con epatite C cronica, in Italia meno di un malato su due è stato avviato alle cure. Il Fondo per i farmaci innovativi non viene utilizzato a sufficienza dalle Regioni, non c’è un Pdta condiviso e mancano all’appello decine di strutture autorizzate alla prescrizione e distribuzione degli antivirali. «Sebbene il numero di pazienti avviati al trattamento sia in aumento, a oggi questi obiettivi appaiono difficili da raggiungere», dichiara Ivan Gardini, presidente di EpaC Onlus, «l’indagine rileva uno scenario critico circa le caratteristiche delle strutture autorizzate in ciascuna Regione ma, soprattutto, le stesse Regioni eccetto Sicilia e Veneto - non hanno predisposto strategie adeguate per la presa in carico di tutti i pazienti già diagnosticati, attraverso il coinvolgimento degli stakeholder che gestiscono interi bacini dove stazionano pazienti da curare: parliamo delle carceri, SerD, Medici di famiglia, strutture ospedaliere non autorizzate eccetera». 58
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FARMACIA
Silvio Garattini, Vittorio Bertelè
FARMACI SICURI La sperimentazione come cura
Il termine “sperimentazione clinica” porta alla mente immagini di cavie, provette e pazienti considerati alla stregua di animali da esperimento. Niente di più sbagliato: la sperimentazione è infatti l’unico modo eticamente e scientificamente corretto per superare la mancata conoscenza di un trattamento che potrebbe, potenzialmente, aiutare nella terapia di una patologia. L’avvio di una sperimentazione clinica deve procedere secondo una serie precisa di regole scientifiche ed etiche che spesso non sono immediate agli occhi del cittadino. “Farmaci sicuri - La sperimentazione come cura” fornisce gli strumenti utili a comprendere i come e i perché della sperimentazione clinica sull’uomo. Partendo dagli aspetti più basilari che ne guidano il disegno e l’esecuzione fino agli aspetti prettamente etici e all’importanza del coinvolgimento dei pazienti quali elementi chiave nel fornire una prospettiva complementare a quella dei medici, gli autori accompagnano il lettore nel capire cosa effettivamente implichi una sperimentazione clinica, quali siano i diritti e i doveri dei cittadini e delle aziende farmaceutiche e i numerosi benefici che questa può portare alla società.
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consigli
di Luigi Marafante
Un rapido
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ottenuta attraverso la formazione di un film ad effetto barriera che limita il contatto con microrganismi e agenti irritanti; 2) azione antiossidante, che contrasta l’irritazione della mucosa. Per il suo meccanismo di azione il prodotto agisce rispettando la fisiologia dell’intestino e senza provocare stipsi. www.aboca.com
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consigli
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tà. Fondamentale è l’idratazione: bere almeno due litri di acqua al giorno permette all’organismo di espellere le tossine, limitando naturalmente il senso di debolezza e il mal di testa stagionale. Può essere utile inoltre sottoporsi
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The Blind Spot
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Punti ciechi
ma non troppo Sull’adesione alla terapia si giocano le sorti future dei sistemi sanitari alle prese con la cronicità. Con le farmacie in prima linea I punti ciechi sono sempre più vicini di quanto non si creda. Pochi sono per esempio consapevoli di quanto l’uso appropriato dei farmaci con obbligo di prescrizione medica sarà centrale nel realizzare una visione di maggiore qualità e di cure a basso costo nel nostro Paese. Va allora ricordato che la stragrande maggioranza dei costi sanitari in futuro verrà sempre più allocata per gestire e prevenire le conseguenze delle malattie croniche. Insieme a stili di vita appropriati il farmaco etico sarà la pietra angolare nella gestione della maggior parte delle condizioni croniche. Da questo punto di vista, e nonostante l’aumento delle prescrizioni di farmaci equivalenti, permane un impiego non sempre appropriato di prodotti ad alto costo, anche quando le linee guida non li raccomandano. Un altro problema deriva dal sottoutilizzo di farmaci essenziali che nei soli Stati Uniti produce una spesa inutile pari a circa 300 miliardi di dollari all’anno. Sappiamo infatti, e non ci sono ragioni per credere che in Italia le cose vadano diversamente, che circa la metà di tutti i farmaci prescritti non vengono assunti secondo le indicazioni, anche se offerti a carico del Ssn, quindi indipendentemente dal fatto che il paziente debba pagarli o meno. In quasi il 25 per cento dei casi il trattamento non viene neppure cominciato. L’adesione (ancora erroneamente definita aderenza) ai farmaci prescritti ha un profondo impatto sulla salute generale di ogni singolo paziente, sulla gestione delle malattie croniche e sulle conseguenti spese mediche. Gli sforzi per mi-
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gliorare la dispensazione di farmaci capaci di aumentare la qualità dell’assistenza e ridurre costi sanitari decisamente evitabili richiedono un approccio di sistema che vede un ruolo prevalente da parte di Medici di Medicina Generale e Farmacisti. Se, da un lato, i primi devono assicurarsi di avere fatto la migliore scelta sotto il profilo rischio/ beneficio e beneficio/prezzo, i secondi devono essere altrettanto focalizzati sul fatto che queste prescrizioni vengano rispettate e che sortiscano i risultati sperati. Nel concetto di “farmacia di servizi” non vi è niente di più tangibile dell’assicurarsi che un paziente segua scrupolosamente la terapia prescritta e che - contestualmente - questa produca i risultati attesi. A me pare che il solo presidio sanitario che possieda, in Italia, la capacità e la vocazione storica e istituzionale per monitorare i risultati delle terapie volte a trattare e prevenire le conseguenze delle malattie croniche non trasmissibili che sono, e sempre più saranno, le moderne epidemie, siano appunto le farmacie territoriali, che dovranno attrezzarsi, come vedremo nelle prossime uscite di questa rubrica, per potenziare la loro abilità di fornire delle prestazioni farmaceutiche sempre più efficienti. Efficienza significa dare una maggiore qualità a un costo inferiore per il Ssn ma non significa, necessariamente, un minor guadagno per chi la eroga. Anzi. Pensiamo che possano essere costruiti progetti ricchi di benefit innovativi e formule incentivanti per promuovere l’efficienza, per esempio vincolando parte della prestazione delle farmacie alla loro capacità di ridurre i costi evitabili, grazie a un miglioramento e a un monitoraggio dell’adesione alle terapie, come i numeri di accesso ai pronti soccorsi,
costi inferiori per il ssn non significa necessariamente minori guadagni per chi eroga i servizi alle prestazioni specialistiche e alle giornate di ricovero o a quelle lavorative perse. Le farmacie possono infine utilizzare i loro enormi database, aggregati e anonimizzati nel rispetto della privacy, per generare progetti di adesione e programmi di policy sanitaria sui territori. I punti ciechi sono davvero sempre molto vicini ma, per fortuna e se lo desideriamo, abbiamo specchietti retrovisori che possono farceli vedere benissimo.
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