Punto effe 8 2017

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Anno XVIII | N° 8 4 maggio 2017 | www.puntoeffe.it

PARLIAMONE Scenari post Ddl

medicina Prevenzione in neurologia

farmacologia La cosmetovigilanza

Alfredo Orlandi

TEMPO

di rurali Il presidente del Sunifar si ricandida alle prossime elezioni del sindacato. I rivali di Farmacia Futura? Percorsi quasi identici

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Anno XVIII | N° 8 4 maggio 2017 | www.puntoeffe.it

PARLIAMONE Scenari post Ddl

medicina Prevenzione in neurologia

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Alfredo Orlandi


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SOMMARIO

Editoriale| Nuntereggaepiù

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Controcorrente| Molto rumore per nulla

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InnovAzione| Non si innova per difesa

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Dalle regioni| In tema di vaccini

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Commenti| Legittime perplessità

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PARLIAMONe

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SCENARI POST DDL | Reti e impresa

primo piano

ATTUALITÀ | Gli italiani mangiano sano? 18 INCONTRI | Alfredo Orlandi 20

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MEDICINA | Diagnosi precoce cercasi 26 DALL’ALTRA PARTE DEL BANCO | La voce dei pazienti 28 FARMACOLOGIA | La cosmetovigilanza 30

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NUTRIZIONE | A supporto dei melanociti

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UN FARMACISTA A SCUOLA | In alta quota 38 FARMACIE ASTRONAVE | Innovazione e disponibilità 40 COSMESI | A misura d’uomo

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RUBRICHE Il libro | Percorsi paralleli

Farmanews | Una nuova opzione Iniziative| A fianco del cittadino Legale | La galenica restaurata Intervista a... | Sempre più digitali

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Spigolature Consigli The Blind Spot | Una mela, elettronica, al giorno

Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione) Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti Direttore editoriale Ludovico Baldessin Direttore scientifico Paolo Vintani Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it Redazione Mercedes Bradaschia m.bradaschia@lswr.it

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maggio 2017 |

Collaboratori Silvia Ambrogio, Maurizio Bisozzi, Claudio Buono, Carla Carnovale, Sergio Cattani, Stefania Cifani, Rossella Gemma, Francesca Giani, Erika Mallarini, Luigi Marafante, Bruno Riccardo Nicoloso, Luca Pani, Diego Raimondi Pubblicità Massimiliano Donati Responsabile Commerciale ADV dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.368 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it

Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it - Tel. 02.88184.222 Immagini Fotolia, Thinkstock.

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Stampa Grafica Veneta S.p.A., Via Malcanton 2, 35010 Trebaseleghe (PD) Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti

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contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2016 - 31/12/2016 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 10.661 Diffusione media: 10.376 Certificato CSST n. 2016-2602 del 2/3/2017 Società di Revisione: REFIMI Testata Associata


Irritazione, infiammazione congiuntivale1-3 Calendula officinalis 3 DH “Calendula è il vero antisettico omeopatico4”

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Può essere utilizzato anche nei portatori di lenti a contatto10.

D. Lgs. 219/2006 art. 85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”. D. Lgs. 219/2006 art. 120 1 bis: “Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”. Medicinale non a carico del SSN. 1. Demarque D, Jouanny J, Poitevin B, Saint-Jean V. Farmacologia e materia medica omeopatica. Milano: Tecniche Nuove; 2000. p.174,175. 2. Duprat H. Traité de Matière Médicale Homéopathique. Tome II Paris: J-B Baillière & Fils. p.359. 3.Vithoulkas G. Materia Medica Viva. Calendula Officinalis. Calendula Officinalis - The Essential Features. Int. Academy of Classical Homeopathy; Vol 7. Disponibile su: http://www.vithoulkas.com/materia-medica-viva-2. 4. Vannier L, Poirier J. Précis de matière médical homéopathique. Belgique: Doin éditeurs: 1993. p.116. 5. Kent JT. Repertorio della materia medica omeopatica. Tomo II. Ipsa editore; 1992. p.963, 996, 997, 1009, 1014. 6. Boulet J. Homéopathie – L’enfant. Marabout; 2003. p. 14-17. 7. Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products. Legislative term 2009-2014 of the European Parliament and the European Commission. ECHAMP E.E.I.G. European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Product. 8. Kirby BJ. Safety of homeopathic products. Journal of the Royal Society of Medicine. 2002; 95 (5):221, 222. Disponibile su: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1279671/ 9. Stella R. Manuale di farmacologia, tecnica, legislazione farmaceutica ed organizzazione dei servizi farmaceutici. Ed. Cortina; 1988. p.289-290, 399-400. 10. Agenzia italiana del farmaco. Guida all’uso dei farmaci:12. Oculistica. Anno 2008/5. p.251. 11. Clinical study report. Ocular tolerance of eyedrops versus placebo after single and repeated administration in healthy volunteer. Ref.: HC2001 Aster Ref.: DC378. Date of version 12/09/01. 12. Berrebi H. Le système Bottelpack répond aux besoins de la pharmacie. Emballage Magazine; 1985. p.4-9. 13. Bourny E, Dumolard L, Peronnet A. Remplissage intégré aseptique: la technologie blow-fill-seal (BFS) dans l’industrie pharmaceutique. S.T.P. Pharma Pratiques 1995; 5(3):203-214. 14. Giacomin AL. Infective and Inflammatory Eyelid Disorders: Conventional and Unconventional Therapies to Maintain Eye Health and Avoid Lid Surgery. EC Ophthalmology 3.6; 2016; 435-445. 15. Jouanny J, Crapanne JB, Dancer H, Masson JL. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. Ariete Salute; 1993. 1: p.81.

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editoriale

N

di Paolo Vintani

untereggaepiù Sembra che la fiducia nella farmacia sia acqua in un pugno, non la riesci a fermare

Dpc, Dd nuntereggaepiù, canterebbe il compianto Rino Gaetano. Dopo il servizio delle Iene, giustamente, autorevoli voci dal mondo della farmacia e non solo (Federanziani, Anpci) hanno dettagliatamente spiegato perché la distribuzione diretta non è un vantaggio rispetto a quella per conto. Non starò certo a rispiegarlo, quando faccio addirittura fatica a giustificare del tutto la Dpc (forse meccanismi remunerativi appropriati, lasciando un unico modello distributivo quale la farmacia, sarebbero risultati più efficaci). Vorrei cercare di andare alle radici del male, e cioè cosa porta a errori degli organi d’informazione, che possono lasciare dubbi e perplessità al cittadino. La mannaia mediatica negli anni del web, del tg satirico, del sentito dire, è rapida a colpire. E se non si decapita il predestinato, il solo fatto che si sia alzata…. danneggia. Credo che il sistema sanitario debba essere comunque percepito dall’opinione pubblica come un corpus unico. La contraddizione in termini sta nel considerare la territorialità la soluzione ideale per gestire il malato (una società ospedalocentrica è antieconomica e disumanizzante) ma contestualmente si evince che

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la gestione dei beni materiali (leggi farmaci) diventa premiante se fatta da un unica realtà (leggi Asl). La percezione del cittadino- malato non è quindi un organismo pulsante e coeso che governa (come è di moda dire) la sua salute, ma bensì un freddo meccanismo economico. Questo a prescindere dal fatto che possa essere contestato il risultato dell’indagine delle Iene. A prescindere dai risultati ottenuti, dai vantaggi proposti, dalla certezza di poter gestire e controllare un mercato (l’accentramento degli acquisti potrebbe essere preda di interessi cospicui) quello che diventa determinante è il presunto risparmio economico. Uno Stato di diritto non può negare alle farmacie ciò che lui stesso concede, l’essere appunto concessioni governative. Lo nega di fatto nel momento stesso in cui vengono criminalizzate e giudicate per quanto guadagnano e non per il ruolo sociale che offrono. Dobbiamo ricordare che le farmacie sono comunque entità statali; per me è semplicemente assurdo che siano in contrapposizione con la Asl. Insieme devono trovare la soluzione migliore, in virtù dello stesso fatto che si pensa al welfare, quindi a un approccio socio-sanitario. Di tutte queste polemiche la vera vittima è il cittadino, che vede speculazioni e interessi privati ovunque. Così facendo la fiducia diventa come acqua in un pugno, non la riesci a fermare.


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di Maurizio Bisozzi

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per nulla Le polemiche insensate sui vaccini e le pseudo inchieste delle Iene. Quando i media confondono, invece che chiarire, le idee

Rovente è la polemica tra favorevoli ai vaccini e antivaccinisti. Per me non c’è gara, gli antivaccinisti hanno perso in partenza: la somministrazione di antigeni, magari ripetuta a regolare distanza di tempo, crea anticorpi che bloccano il male. Se non bastasse l’evidenza sanitaria, sulla quale si può anche discutere, esiste l’icasticità mediatica. Detta in altre e umili parole, il mondo dell’informazione-spazzatura non potrebbe continuare a sfornare e dispensare al grande pubblico notizie prive di supporti oggettivi di veridicità, se lo spettatore non avesse prodotto a sua difesa una schiera di anticorpi anti-balla. Nessuno crede più alle diete sette chili in sette giorni, ai sistemi per guadagnare ottomila euro al mese, alle cure oncologiche con il prezzemolo indiano. Siamo nel campo della pubblicità ingannevole, il problema nasce quando sul solco della balla-resistenza si infilano giornalisti con velleità di inchiesta. Per condurre un’indagine seria e credibile occorre: raccogliere tutte le informazioni sull’argomento, documentarsi con diligenza, ascoltare più parti in causa, eliminare i dati non coerenti forniti da fonti interes-

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visto che le poste vengono, se non ocsate, trarre deduzioni logiche e lucide. cultate, diciamo diluite in capitoli di Quello che non occorre è: gridare in traspesa differenti. Un giornalista in buona smissione (la stampa urlata ha il solo fede non dovrebbe mai entrare bendato scopo di nascondere la propria debolezin un prato di margherite e, cogliendo za), presentare come verità l’opinione di l’unico papavero presente, uscirne afferun soggetto senza dare spazio ad altre mando che era un campo di papaveri. posizioni, ignorare il controllo della atSe ti girassi a guardare, cara Nadia, ti tendibilità dei dati, sparare enormi balaccorgeresti che gli scandalosi cento lon d’essai solo in omaggio al dio euro pagati al farmacista nella Regione audience. Il primo è giornalismo di inLazio per un prodotto chiesta, il secondo giorda 600 euro, vengono rinalismo a richiesta e i costi conosciuti alle sole fartroppi ce ne sono di rimacie rurali sussidiate, chiedenti a tirare per la della manica il giornalista. distribuzione una ventina in tutto su circa 1.400, poco più Partendo da queste ridirett a dell’1 per cento del totaflessioni, a me dispiace sono come le. Aggiungo che è pure sentire la brava giornalipoco, considerando il dista de Le Iene Nadia Tofil quarto sagio vissuto da quei fa, ribattezzata Nadia segreto colleghi. Non voglio parTruffa, però un pochino di fatima lare della superficialità se l’è cercata, dopo il sere trasandatezza nel defivizio raffazzonato messo nire il farmaco una scatoletta, svilendo in onda settimane orsono. La sua colpa il valore terapeutico di una dispensazionon è nell’aver riportato giudizi e opinione accurata e qualificata, ben oltre il mini non sue ma di una dirigente Asl, ma gliore dei corrieri, un valore umano che di averle fatte proprie senza un minimo non puoi misurare con il righello del radi controllo a valle, andandole poi a racgioniere. Insomma Nadia, fai una inchiecontare pure a un paio di politici. Catesta seria sul tema e avrai la nostra goria notoriamente disposta a privarsi disponibilità a fornirti tutti i dati necesdella collezione di Pokemon per un misari, veri e verificabili, ma non forzare la crofono. Altrimenti non le sarebbe sfugrealtà in nome dello scoop, sei la prima gito che i costi della distribuzione a rimetterci in credibilità. diretta sono il quarto segreto di Fatima,


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Innovazione

N

di Erika Mallarini, Sda Bocconi Professor, Government Health & Not For Profit Division

on si innova

per difesa Entrare in una rete di farmacie deve essere una scelta convinta, non dettata dalla paura delle catene

Le teorie di management dicono che un’azienda cambia quando la sua organizzazione percepisce un rischio finanziario, funzionale o psicologico. Attenzione: cambia, non innova. Ultimamente la sanità mi sembra però una buona eccezione anche del primo punto. Secondo la bozza del Def 2017, al momento in esame al Senato, nel triennio 2018-2020 il Pil nominale dovrebbe crescere in media del 2,9 per cento annuo, mentre l’incremento della spesa sanitaria dovrebbe attestarsi sul tasso medio annuo dell’1,3 per cento. Crescendo meno del Pil nominale, la spesa sanitaria non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi. In altre parole, nel prossimo triennio la sanità pubblica potrà disporre delle stesse risorse in termini di potere di acquisto solo se la ripresa economica del Paese sarà in linea con previsioni più che ottimistiche. Eppure a fronte di questo rischio, di cui tutti i player sono consapevoli, si continuano a seguire vecchi e obsoleti paradigmi senza investire sul cambiamento, che comunque non è sinonimo di innovazione. Anche perché si cambia per difesa, mentre si innova per propensione, per una ricerca continua di soluzioni più efficaci. Se penso che i farmacisti, preoccupati del fatto che la dispensazione del farmaco diventi sotto il profilo

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Legge 405/2001: a dieci anni dall’introdufunzionale sempre più una commodity e zione la “diretta” pesava ancora due miliarsotto il profilo finanziario sempre meno redi, per poi duplicare in soli cinque anni a munerativa, sviluppino un nuovo posizionaoltre quattro miliardi di euro, con trend mento fondato su prevenzione e esponenziali. E in sedici anni si è solo tentacompliance, ritengo che possiamo attenderto di arginarla, senza sviluppare soluzioni a ci solo qualche dichiarazione di intenti e inivalore aggiunto in grado di invertire il trend. ziative sporadiche, esattamente ciò che sta O a Internet: cinque anni fa pesava nelle accadendo oggi. Ovvero se immagino che i scelte del paziente per l’1,6 della popolaziofarmacisti si aggreghino in reti di farmacie ne, oggi guida i comportamenti di oltre il 10 indipendenti per paura dell’ingresso del caper cento, raggiungendo il peso del farmacipitale o delle catene, non mi aspetto niente sta. E ancora oggi manca una strategia per di più che timide iniziative denominate reti tornare a essere il punto di riferimento per di farmacie che però altro non sono che forla salute insieme al medico. mule annacquate di gruppi di acquisto. Il diktat sembra essere La percezione di rischio, la “attesa”, e durante quepaura generano cambiamanca una sta attesa si vive di prinmenti che però si fondano strategia cipi sanciti come assiomi, sui paradigmi del passato per tornare alcuni dei quali risultano e sul bisogno di ancorarsi a a essere ormai obsoleti, altri proquanto già esistente e cobabilmente non hanno nosciuto. Nel nostro settoil punto di re addirittura in questi riferimento mai avuto ragion d’essere: «per attivare un servianni ha generato soprattutbisogna che to immobilismo, ha paraliz- per la salute z i o un’istituzione ce lo chiezato gli attori nell’attesa di da»; «chi entra in una rete non sa fare l’imuna qualche discontinuità, tra l’altro immaprenditore»; «rete vuol dire omologazione»; ginata soprattutto sotto il profilo normativo «farmaco e farmacia sono un legame ine istituzionale, nella presunzione, errata, che dissolubile»; «la cosmesi si espone a discei cambiamenti non possano derivare da mosa», e così via. E in nome di questi assiomi difiche delle attese e dei comportamenti dei e di ideologismi vari, che dominano il setclienti o dal mercato. Ma molte dinamiche tore molto più delle idee, si ostacola andi settore non generano effetti immediati, che chi prova non dico a innovare, ma sono come gocce che lentamente scavano almeno a cambiare. la pietra, fino a frantumarla. Pensiamo alla


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f

farma&friends Roma 5 giugno 2017 Partecipa anche tu alla piĂš importante iniziativa benefica della Categoria

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dalle Regioni

U

di Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino e consigliere Regione Piemonte

n dibattito

equilibrato Sul tema dei vaccini occorre evitare gli estremismi. La priorità è tutelare la salute pubblica

Premesso che i vaccini rappresentano una delle più importanti conquiste della medicina e che grazie a essi l’umanità è riuscita a debellare, almeno in buona parte del mondo, alcune gravissime malattie spesso mortali per l’uomo, vorrei condividere con voi alcune riflessioni in merito alla deriva allarmista che il dibattito sta prendendo, come purtroppo a volte accade nel nostro Paese. In fondo il dibattito è tra chi vorrebbe imporre l’obbligo dei vaccini come precondizione per l’accesso alla scuola e chi, invece, ritiene che si debba lavorare non attraverso le imposizioni ma con la persuasione. Questo è già un primo progresso rispetto alla situazione precedente nella quale u n a p a r t e dei c ont endent i , i cosiddetti “no vax”, sulla base di rari e poco sostenibili studi scientifici asserivano sostanzialmente che i vaccini potessero essere addirittura dannosi. Queste due prospettive, ora più vicine, vengono ancora presentate come alternative, mentre sarebbe necessario e proficuo a mio avviso portarle a sistema in un unico progetto di educazione e di salute pubblica. Mi spiego meglio. In Piemonte, per esempio, la percentua-

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semplicemente, di una maggiore abitudile di vaccinati per le quattro obbligatone a viaggiare di ciascuno di noi, renda rie è ormai da tempo superiore al 95 per necessario un adeguato livello di sicucento e, se calcoliamo che gli epidemiorezza sanitaria. E la politica per la cologi attribuiscono un 3 per cento circa a pertura vaccinale totale dei bambini è chi si vaccina in ritardo, chi ha cambiaproprio frutto di questa consapevolezza. to residenza o a chi non può per ragioni La politica non può rinunciare alla comdi salute, comprendiamo che la quota riplessità dei problemi in ragione di semmanente ha un carattere del tutto resiplificazioni propagandistiche e agli duale e, statisticamente, non così slogan è necessario sostituire percorsi di influenti sulla diffusione di epidemie di comprensione e di inclusione. Ben vengamalattie che si ritengono debellate. no quindi i tempestivi progetti di legge a Sul piano del dibattito politico, credo che firma Mandelli e D’Ambrosio Lettieri, in l’atteggiamento della ministra Lorenzin, special modo perché conintenzionata a stabilire tengono elementi di eduper decreto l’obbligatola politica cazione sanit ar ia, di rietà dei vaccini tra gli non può informazione e di sensibiscolari e quello di chi, inlizzazione per la popolavece, propone percorsi rinunciare zione. Proprio la scuola, non fondati sull’imposialla dovrebbe avere un ruolo zione, possano trovare complessit à importante nella diffusiouna mediazione. In questo senso, assumono un dei problemi ne di una cultura della salute basata su dati certi: rilievo particolare le osa favore pensate alla reale inciservazioni della Ministra di denza dei fattori ambienFedeli, che ha sottolineapropaganda tali sulla salute pubblica, to come anche il diritto e slogan o al ruolo dell’attività fisiallo studio debba essere ca o, ancora, ai danni del tutelato, senza però nulfumo, argomenti prioritari in una articola concedere ai detrattori delle vaccinalata agenda di urgenze per la salute colzioni. Se, infatti, il problema delle lettiva, che non prescinde ovviamente da vaccinazioni non è un’emergenza, non si campagne di informazione sui vaccini può nascondere che la nuova condizione ma che dosa adeguatamente i pesi di della nostra società, fatta di spostamenti ogni argomento. di popolazioni, di migrazioni ma anche,



commenti

L

egittime

perplessità

Con le avvenute assegnazioni in Lombardia delle prime farmacie del “Concorsone” siamo al dunque. Non vogliamo ripetere cose dette, trite e ritrite, ma qualche punto fermo dobbiamo ribadirlo. Dal testo coordinato del Decreto Monti leggiamo che «al fine di favorire l’accesso alla titolarità delle farmacie… nonché per favorire le procedure di apertura di nuove farmacie… è stabilito che vi sia una farmacia ogni 3.300 abitanti». In Regione Lombardia gli esiti del primo interpello (marzo 2017) per 344 sedi farmaceutiche oggetto dell’assegnazione hanno visto la partecipazione di farmacisti singoli per il solo 3,48 per cento (12) dei casi mentre per il restante 92,52 per cento si è trattato di partecipazione associata di due o più farmacisti. Questo dato è “allarmante” perché met-

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di Diego Raimondi, Staff Farmacie, Bergamo

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Il Concorsone Monti , in Lombardia, alla prova dei fatti

ra che facesse riferimento a 1.000, 2.000 e 3.000 abitanti fatturerebbe 350.000, 700.000 e 1.050.000 euro. Ricordiamo solamente che, poiché la quasi totalità dei vincitori il Concorsone è data da associazioni composte da due, tre, quattro farmacisti, anche il reddito prodotto deve soddisfare un ugual numero di soggetti. Al netto delle imposte Irpef/Irap e dell’Enpaf, con una farmacia di 1.000 abitanti il reddito netto risulta soddisfacente solamente nel caso di partecipazione singola (32.000 euro), con 2.000 abitanti per due farmacisti (31.000 euro cadauno), con 3.000 abite a repentaglio la sostetanti per tre farmacisti nibilità economica Nel 95 (30.000 euro netti cadaudell’apertura delle nuono). Oltre alla scarsa apve farmacie. per cento petibilità economica che Il nostro studio ha fatto i dei casi avranno molte farmacie conti e, stabilito un camhanno in assegnazione, un’ultepione statistico di un congruo numero di farmacie partecipato riore riflessione si rendesia urbane sia rurali, ha al concorso rà necessaria: fatta la calcolato l’effettiva spesa associazioni premessa che la gestione delle farmacie assegnafarmaceutica - per esemdi due tarie sarà prevalentepio nella provincia di Bero più mente dei soli soci gamo - che risulta pari a farmacisti farmacisti, non andrà sotcirca 350 euro pro capite. tovalutato l’aspetto occuUna produttività ritenuta pazionale per i soddisfacente è pari a dipendenti, che non sarà indenne da ri300.000 euro per farmacia, con una gestiopercussioni. Se qualcuno ha, anche solo ne odierna di due/tre soci o titolari/parteper un attimo, pensato mors tua vita mea, cipi in impresa familiare. forse è il caso che si ricreda. Questo significa che una nuova apertu-


Irritazioni della superficie oculare e discomfort da occhio secco

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Euphrasia officinalis 3 DH e Chamomilla vulgaris 3 DH, componenti di Euphralia® collirio, soluzione sono tradizionalmente utilizzate dalla farmacologia omeopatica3 e le diluizioni sono preparate in conformità alla Farmacopea Europea in vigore. Uno studio clinico2 e una valutazione ambulatoriale1 su Euphralia® hanno rispettivamente dimostrato che: “Per quanto riguarda la terapia con Collirio E-C, si è rivelato utile nel migliorare non solo i valori dei tests di funzionalità lacrimale, ma anche le condizioni dell’epitelio corneale”. “La tollerabilità al preparato è stata giudicata eccellente e non si sono verificate reazioni indesiderabili”. (E.M. Vingolo, P. Del Beato, M. Barcaroli, L. Rapagnetta. Il trattamento del discomfort da occhio secco con collirio monodose bottelpack® a base di Euphrasia-Chamomilla Boiron (ndr: Euphralia®) in dosi omeopatiche vs placebo. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Cattedra di Clinica Oculistica. Bollettino di Oculistica Anno 76 - N. 4 - 1997)

Depositato presso l’AIFA il 03/07/2015

“Le conclusioni del nostro studio indicano che i colliri omeopatici, basati sugli estratti di Euphrasia officinalis e Matricaria chamomilla, possono essere utilizzati con effetti benefici nel trattamento dei disturbi relativi alla superficie oculare, in cui l’infiammazione gioca un ruolo patogenetico importante. Possono essere quindi potenzialmente utili in una serie di condizioni cliniche che comprendono, oltre all’occhio secco, le congiuntiviti allergiche stagionali, e quelle forme di irritazione oculare legate a condizioni ambientali non favorevoli,

all’uso di videoterminali o conseguenti a terapie irritanti sia topiche che sistemiche”. “Anche per quanto riguarda la sicurezza del prodotto i risultati sono positivi in quanto non si sono riscontrati fenomeni di intolleranza nei pazienti trattati”. (Aragona P., Spinella R., Rania L., Postorino E., Sommario S., Angelo G. Use of homeopathic eye drops for the treatment of ocular surface irritation. Department of Surgical Specialties, Section of Ophthalmology, Unit for the Diagnosis and Treatment of Ocular Surface Diseases, University of Messina. Euvision. Rivista scientifica di oftalmologia. IX Anno 2/2011)

Il collirio Euphralia® è composto da due diluizioni omeopatiche e dagli eccipienti sodio cloruro 0,9% e acqua depurata. È una soluzione isotonica che non ha azione irritante sull’occhio4. L’assenza di vasocostrittori, conservanti ed EDTA permette, laddove necessario e consigliato dal medico, un utilizzo quotidiano e continuativo in tutti i soggetti, anche nei portatori di lenti a contatto. È prodotto con tecnologia Bottelpack®, riempimento antisettico integrato, che garantisce la sterilità senza l’uso di conservanti5,6. Euphralia®, in quanto medicinale omeopatico, è adatto ad adulti, bambini7, anziani e pazienti politrattati8. Può essere utilizzato anche dai portatori di lenti a contatto9. 1-2 gocce in ciascun occhio, 2-6 volte al giorno.

D. Lgs. 219/2006 art. 85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”. D. Lgs. 219/2006 art.120 1 bis: “Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”. Medicinale non a carico del SSN. 1. Aragona P., Spinella R., Rania L., Postorino E., Sommario S., Angelo G. Use of homeopathic eye drops for the treatment of ocular surface irritation. Department of Surgical Specialties, Section of Ophthalmology, Unit for the Diagnosis and Treatment of Ocular Surface Diseases, University of Messina. Euvision. Rivista scientifica di oftalmologia. IX Anno 2/2011. 2. E.M. Vingolo, P. Del Beato, M. Barcaroli, L. Rapagnetta. Il trattamento del discomfort da occhio secco con collirio monodose bottelpack® a base di Euphrasia-Chamomilla Boiron in dosi omeopatiche vs placebo. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Cattedra di Clinica Oculistica. Bollettino di Oculistica Anno 76 - N. 4 - 1997. 3. Kent J.T.: Repertorio della Materia Medica Omeopatica. Tomo II. IPSA editore; 1992. p. 945-1034. 4. Chelab: Epiocular eye irritation test for the prediction of acute eye irritation 2009. 5. Berrebi H.: Le système Bottelpack répond aux besoins de la pharmacie. Emballage Magazine; 1985. p. 4-9. 6. Bourny E., Dumolard L., Peronnet A.: Remplissage intégré aseptique: la technologie blow-fill-seal (BFS) dans l’industrie pharmaceutique. S.T.P. Pharma Pratiques 1995;5:203-214. 7. Boulet J.: Homéopathie – L’enfant. Marabout; 2003. p. 14-17. 8. Jouanny J., Crapanne J.B., Dancer H., Masson J.L. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. I volume. Ariete Salute; 1993. p. 81. 9. Agenzia Italiana del Farmaco. Guida all’uso dei farmaci: 12. Oculistica. Anno 2008/5. p. 251.

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R

eti

e impresa

Da un convengo di Federfarma Servizi alcune riflessioni sullo scenario, tra farmaci innovativi e assicurazioni, in cui si colloca il Ddl Concorrenza

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Alcuni esempi europei mostrano come siano soprattutto i cambiamenti nei bisogni di salute e nella risposta assistenz i a le a det er m i n a re u n a s pi nt a all’aggregazione di farmacie e distributori intermedi, piuttosto che l’ingresso del capitale nel sistema. E così se, anche in Italia, le previsioni sono per un’intensificazione e un’evoluzione qualitativa del fenomeno, questa spinta non necessariamente deve nascere come strategia di difesa, ma può essere connessa all’obiettivo di potenziare la farmacia, con attività avanzate, come per esempio pharmaceutical care, presa in carico della cronicità, gestione del farmaco innovativo, e di intercettare i nuovi soggetti che si stanno affacciando sul sistema, quali le assicurazioni. Sono alcuni spunti di riflessione emersi dal convengo “Autonomia imprenditoriale e sistema evoluto di rete” organizzato da Federfarma Servizi nell’ambito di Cosmofarma, ed è proprio da queste premesse che da Federfarma è stata lanciata la proposta - indirizzata e raccolta da Federfarma Servizi - di fornire ai titolari una sorta di certificazione, una bussola di orientamento per identificare reti di qualità e garantite, nel rispetto della indipendenza e professionalità della farmacia.

di Francesca Giani


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che venga da entrambe le nostre associazioni, e che permetta di individuare e accre«La nostra», è la riflessione di Antonello ditare quelle affidabili e capaci di esprimere Mirone, presidente di Federfarma Servizi il modello di farmacia in cui crediamo. Pen(foto a pag. 17), «credo sia l’unica professo possa essere quel passo in più, quella sione che verrà interessata dall’ingresso spinta per i colleghi, e potrebbe essere un del capitale in cui al professionista non lavoro da portare avanti insieme nei prossiviene lasciato un ruolo preponderante nelmi anni». «Da ora in avanti», concorda Mirolo svolgimento della propria attività ma ne, «non sarà sempre viene data la possibilità facile riconoscere le della proprietà del 100 iltetto regionale realtà di aggregazioper cento della farmaal20percento ne che condividono e cia a soggetti non farinrealtà tutelano al meglio i macisti e, di cer to, valori della farmacia quello che viene identinonèuntetto, italiana. L’obiettivo è ficato come un tetto - il sottonessun quello di aiutare a ca20 per cento di propriepuntodivista pire quali siano le catà massima per Regioratteristiche che ne da par te delle qualificano una struttura aggregativa a sosocietà di capitale - tetto non è, sotto nesstegno della farmacia e del suo primario sun punto di vista. In questo scenario, ruolo a tutela della salute pubblica. Si tratta credo sia opportuno costruirci noi stessi di una grande opportunità». un tetto, che sia solido e concreto. E in questa direzione, le cooperative e società di farmacisti - ma anche associazioni di LA SITUAZIONE EUROPEA rappresentanza - hanno il dovere e la reMa quali saranno i più immediati impatti sponsabilità di costruire un modello che che ci si dovrà attendere dal Ddl Concorpossa essere di autonomia e indipendenrenza sul mondo della farmacia e delle coza per il futuro della farmacia. Già oggi ci operative? «Qualche indicazione ci può sono, nel nostro mondo, eccellenze, ma ci arrivare da quello che avviene in Europa», sono anche esperienze e spunti interesspiega Giorgio Cenciarelli, director supsanti che arrivano un po’ da parte di tutti. pliers services di QuintilesIms. «Allo stato Sono tutte conoscenze e competenze che attuale, circa il 50 per cento delle 210.000 vanno messe a frutto, sistematizzate, confarmacie presenti in Europa è indipendendivise. Per consolidare il sistema cooperate; il 17 per cento fa parte di catene di protivo e per garantire di conseguenza un prietà e poco meno del 30 di catene ruolo sociosanitario ai presidi sul territovirtuali, mentre un 4 per cento circa è raprio». Rispetto alle farmacie, «quello che ripresentato dalle farmacie pubbliche. In scontro», r ileva Annarosa Racca, questo contesto, quasi la metà delle farpresidente di Federfarma, «è che molti colmacie in catene proprietarie fanno parte leghi, quando si parla di aggregazione, sodi network con oltre cinquanta punti venno disorientati e ciò che fino a ora è dita. La maggior parte delle catene sono mancato è una bussola. Possiamo sottoligestite da distributori, anche se si stanno neare ai colleghi la necessità di unirsi in sempre più affacciando sul settore nuovi network, ma quando si tratta di fare una attori, quali banche, società Gdo, fondi di scelta concreta credo sia opportuno fornire investimento, assicurazioni, privati, menanche un supporto, una guida, perché non tre i tre maggiori gruppi internazionali si cada in certe reti, che, come è successo che già oggi detengono le fette più grandi a Milano, sono poi fallite. Quello di cui c’è del settore, si sa, sono Phoenix, Celesio, bisogno allora è un orientamento e noi, inAlliance Healthcare». Scendendo nei detsieme, Federfarma e Federfarma Servizi, tagli, «in Italia secondo le nostre stime, nei abbiamo gli strumenti per aiutare i colledue anni successivi all’approvazione del ghi. Penso, per esempio, a una sorta di cerdecreto circa il 20 per cento delle farmatificazione di qualità e garanzia delle reti, cie italiane, vale a dire 3.500-4.000 presidi,

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potrebbe diventare parte di catene di proprietà. Da questo processo deriverà una conseguente riduzione di clienti per i distributori intermedi (-20 per cento) e un’accelerazione del fenomeno della aggregazione, in particolare dei piccoli e medi. Cambiamenti interverranno anche nelle strutture delle aziende produttive, che modificheranno la loro organizzazione commerciale, con l’introduzione di nuovi profili per negoziare con gli headquarter delle catene. Ci sarà anche una forte spinta dei prodotti private label, in grado di garantire una più alta marginalità e prezzi al pubblico più contenuti». E le catene virtuali? «Anche in questo caso ci si aspetta un processo di consolidamento e riorganizzazione. Abbiamo stimato che oggi in Italia circa 6.500 farmacie siano in qualche modo aggregate in reti, ma sono poche le reti che hanno messo in campo strumenti e modelli che realmente le facciano identificare come catene. Le catene virtuali dovranno diventare e diventeranno soggetti in grado di competere ad armi pari rispetto a quelle di proprietà, come mostrano altri esempi in Europa».

ASSICURAZIONI E INNOVAZIONE Ma lo scenario in cui si confronta la farmacia sta cambiando indipendentemente dal Ddl Concorrenza: «Credo sia fondamentale una riflessione» spiega Erika Mallarini, docente Sda Bocconi, «i dati europei ci mostrano come la spinta a costituire reti non è direttamente collegata alla presenza di una normativa che favorisce l’ingresso del capitale nel sistema. Le reti sono presenti in maniera massiva - si parla dell’85 per cento delle farmacie in rete - anche in Paesi come la Germania, dove non esiste la possibilità da parte del capitale di entrare nella proprietà delle farmacie e dove c’è il limite di una farmacia a soggetto. La realtà è che nella maggior parte dei Paesi europei reti non di proprietà si stanno sviluppando - e anche con una certa rapidità - per sfruttare le opportunità e le attività avanzate necessarie allo sviluppo della farmacia, dall’aderenza alla terapia, alla presa in carico della cronicità, alla gestione del


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si intensificano anche in italia i fenomeni aggregativi a livello di ambulatori, ospedali, case della salute

farmaco innovativo». D’altra parte, «senza andare lontano, basta guardare a quanto sta avvenendo nel settore della sanità in Italia, dove c’è un intensificarsi dei fenomeni aggregativi a livello di ambulatori, ospedali, nella veterinaria, nell’odontoiatria, e anche nella sfera del pubblico, con le case della salute. Interessanti sono le ragioni di questa accelerazione: la necessità di offrire una gestione integrata e multiprofessionale della patologia e del paziente, di avere standard professionali omogenei e di qualità per accedere agli accreditamenti con le Asl, di gestire accordi con le assicurazioni - per fare un esempio, la firma del contratto dei metalmeccanici porta gli italiani con una copertura dal 20 a quasi il 25 per cento - ma anche accedere al branding. Fino a due anni fa i pazienti sceglievano le strutture sanitarie sulla base del professionista, oggi per la prima volta c’è un’inversione e la preferenza è data al brand». Ecco che, così come sta avvenendo nel mondo della sanità, «anche la farmacia ha di fronte a sé evoluzioni che possono portare opportunità di sviluppo, ma che, al contempo, richiedono sforzi gestionali difficili per la singola farmacia e la capacità di diventare un interlocutore numericamente interessante e con standard di qualità comuni». Una riflessione in questa direzione «va sicuramente al farmaco innovativo: il 50 per cento dei 10 farmaci top seller sono biotecnologici e rappresentano il 18 per cento della spesa dei farmaci rimborsabili (oltre quattro miliardi di euro):

oggi, solo 200 milioni, ovvero il 6 per cenI CAPITALI to, passano dalla farmacia. E questo non E qui c’è un’altra riflessione: secondo Marperché necessitino di un ambiente ospecello Tarabusi, dello studio Guandalini di daliero: sono solo il 26 per cento i farmaci Bologna, «dietro a qualsiasi rete, anche che lo richiedono. Non a caso si parla di quella virtuale, c’è una grande quantità di home-spital: sempre più, le aziende proinvestimento di capitale e non è vero, coduttrici si stanno orientando a offrire un me molti pensano, che tale tipologia di pacchetto che comprenda prodotto e panetwork sia un’alternativa al capitale. È tient support program, programmi, con per questo che parliamo insistentemente all’interno farmacisti e infermieri, per la della necessità di reperire risorse, perché dispensazione e somministrazione a doè la gestione stessa della farmacia che le micilio. Per di più, va considerato che i richiede». Risorse che in primo luogo deve lanci oggi non avvengono più solo princireperire il sistema delle cooperative: «In palmente nell’area del paziente oncologiItalia, la distribuzione intermedia, come co, ma riguardano anche altre patologie modello di business della logistica, ha croniche, come il diabete». Ma «qui torniamargini più contenu0ti rispetto ad altre remo al punto di partenza: il farmaco innoaltà: le risorse ci sono, ma occorre iniziare vativo ha complessità tali che o lo si a pensare che ci sono anche al di fuori del gestisce in squadra o sistema farmaceutiper la singola farmacia co, proprio all’intero c c o r r e g u a r d a r e non sarà possibile averno del s i s t em a i modelli lo in carico». C’è poi l’alcooperativo, inteso tro tema, «l’incremento che st anno anche a più ampio raggio». del peso delle assicuraal di fuori della E così, «per imprizioni e dei fondi integramere una spinta al distribuzione tivi. I convenzionamenti sistema delle coopeintermedia delle assicurazioni stanrative», aggiunge no già avvenendo ma è Giovanni Trombetsoprattutto un fatto da tenere in consideta, anch’egli dello studio Guandalini, «ocrazione: le imprese assicuratrici si stanno corre guardare i modelli che stanno anche trasformando sempre più in aziende che al di fuori della distribuzione intermedia, fanno della governance del paziente un in particolare a quelli del largo consumo. punto cardine, diventando poi aggregatoDa qui possono arrivare spunti interessanri di domanda. La possibilità di convenzioti che vanno valutati con attenzione. Rinamento è riservata a chi sa offrire servizi spetto a un progetto di rete evoluta, se di prevenzione e aderenza, che contribuiconfrontiamo il nostro mondo con altre scano a ridurre i rischi per il terzo paganrealtà del retail, pur guardando alle note privato. La farmacia se non si evolve stre eccellenze, quelli che a noi sembrano rischia di vedersi tagliata fuori. La storia obiettivi raggiunti sono in realtà il seme di da qui in avanti è da scrivere, ma per farlo una pianta che ancora deve germogliare. occorre eliminare i preconcetti ma anche La difficoltà ora sta nel riuscire a farla creinvestire». scere e anche velocemente».

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attualità

G

di Mercedes Bradaschia

li italiani

mangiano sano?

Nuovi dati sulle abitudini alimentari degli italiani sono emersi dai risultati dei “Test della Piramide Alimentare” raccolti dal 2015 a oggi grazie alla campagna educazionale “Curare la Salute”

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I risultati dei “Test della Piramide Alimentare”, 27.000 in tutto, ideati dalla campagna educazionale “Curare la Salute”, fanno luce per la prima volta sull’andamento delle abitudini alimentari degli italiani e preoccupa soprattutto i medici la crescente tendenza a consumare poca frutta, verdura e pesce, pochi legumi, addirittura poca pasta. Soltanto l’olio, un alimento elettivamente tipico del mediterraneo, mantiene stabilmente il suo consumo. «L’abbondanza dei cibi, oltre al cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari, hanno portato a un impoverimento nella qualità dei consumi», commenta Michele Carruba, direttore del Centro studi e ricerche sull’obesità dell’Università di Milano. Come sottolineato da Ketty Vaccaro, responsabile area salute del Censis, i test sono stati completati per il 76 per cento da donne. Questo è un dato importante perché conferma il fatto che le donne sono più attente alla salute, trovandosi quasi sempre con la responsabilità di prendersi cura della famiglia anche dal punto di vista dell’alimentazione. E a questo proposito il 75 per cento dichiara un consumo giornaliero di frutta e verdura di diversi colori; l’80,7 sposa la tipicità, scegliendo alimenti del territorio, e il 63,7 cerca di ridurre il sale sostituendolo con le spezie. Un corretto stile di vita,

però, deve anche tenere conto dell’attività fisica e il 39 per cento degli italiani dichiara di essere sedentario, mentre solo il 23 pratica sport continuativamente. La preoccupazione dei professionisti della salute è che l’impoverimento della qualità dei cibi porti a carenze alimentari di una certa rilevanza, soprattutto in momenti particolari della vita, come l’infanzia, la gravidanza, la maturità e la terza età. Già nei più piccoli si evidenziano carenze nell’alimentazione: il pesce, per esempio, è quasi sconosciuto per i bambini, mentre «dovrebbe essere parte abituale del menù, almeno due volte a settimana, anche prima dei tre anni di vita», come raccomanda Marcello Giovannini, professore emerito di Pediatria ed esperto

il progetto nasce per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di uno stile di vita corretto e una sana alimentazione


attualità

IL TEST DELLA PIRAMIDE Verifica come è la tua alimentazione! A partire dalla Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea è stato sviluppato il Test della Piramide (www. curarelasalute.com), che genera come risultato una piramide personalizzata, secondo le risposte di ciascuno, atta a mettere in luce come la propria alimentazione corrisponda a quanto indicato dalla Piramide Alimentare. Il Test è stato rinnovato nella sua parte grafica e completato con ulteriori consigli nutrizionali. Inoltre la rivista on line anche per il 2017 si arrichisce di informazioni utili sulla corretta alimentazione.

di nutrizione pediatrica. Perciò sono importanti le abitudini di vita della futura mamma.«L’abitudine al gusto si acquisisce fin dalla gestazione», continua Giovannini, «se il pesce viene consumato durante la gravidanza, il bambino viene condizionato allo stadio fetale. Lo stesso vale durante l’allattamento: i sapori di alcuni cibi passano nel latte materno e inducono nel lattante una familiarità che si può mantenere in seguito». È fondamentale pertanto che la donna in gravidanza segua un’alimentazione eq uilibrata,

completa di tutti i nutrienti, vitamine, minerali e ridotte quantità di grassi, come sostiene Fabio Parazzini, ginecologo della prima Clinica ostetrica e docente dell’Università di Milano, «durante la gestazione la donna non dovrebbe abbandonare legumi, pasta e cereali, e inoltre dovrebbe assumere adeguate quantità di acqua, integrando la dieta con acido folico, vitamine e minerali». Analoghe, importanti carenze nutrizionali condizionano anche il periodo della menopausa. «In particolare, spiega Parazzini, «si rilevano carenze di

calcio e di vitamina D, la cui presenza in un’alimentazione normale, anche se correttamente seguita, è spesso deficitaria». I dati esaminati grazie alla campagna educazionale Curare la Salute evidenziano il progressivo allontanamento degli italiani dalle buone e tradizionali abitudini alimentari che, grazie alla dieta mediterranea, hanno protetto la nostra salute per secoli. È compito ora degli operatori della salute, in primis medico di medicina generale e farmacista, rivestire il ruolo fondamentale di educatore nei confronti del cittadino che, bombardato quotidianamente da mille notizie discordanti sulla dieta da seguire, deve essere ricondotto alle sane abitudini alimentari.

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incontri

T

di Rossella Gemma

empo

di rurali «

Il presidente del Sunifar Alfredo Orlandi si ricandida alle prossime elezioni del sindacato di categoria

«Dobbiamo ridefinire il ruolo del titolare di farmacia, reimpossessandoci dei farmaci, che è quello che sappiamo fare meglio». A parlare è Alfredo Orlandi, attuale presidente del Sunifar e candidato anche alle prossime elezioni sindacali. Ma insieme a q uesta ridefinizione dell’immagine del professionista del farmaco, c’è da rivedere per Orlandi anche il concetto di ruralità, troppo spesso sottovalutato dalle istituzioni e dalla politica: «Il ministro Lorenzin è stata la prima a parlare di servizi socio-sanitari della farmacia rurale, ma quattro anni fa eravamo mosche bianche». E non poteva mancare un cenno alla compagine avversaria, Farmacia Futura, che lo sfiderà alle prossime votazioni: «Sono due percorsi oserei dire identici, non ho capito perché, se la pensiamo nello stesso modo, ci siano due gruppi separati».

Presidente, quali sono le difficoltà principali delle rurali? La prima cosa da rivedere, in questo ambito, è sicuramente la ridefinizione del concetto di ruralità. Quattro anni fa avemmo l’audacia di lanciare a Cosmofarma il concetto di “farmacia sociale”, non perché invasi da un impeto di socialità, che è quello che facciamo ogni giorno offrendo tutta una serie di servizi a corredo dell’unica cosa che sappia-

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mo fare, dispensare farmaci, ma perché ci rendemmo conto di essere l’unica categoria veramente prossima alla popolazione.

A cosa ha portato questa situazione? Al fatto che abbiamo “brevettato”, a livello internazionale, il concetto di farmacie rurali sociali, che deve essere il modo per far rientrare nella ridefinizione di ruralità di tutte le farmacie. È da rilevare che ci sono alcune Regioni che hanno autonomamente ridefinito il concetto di ruralità, basandosi solo sul fatturato. Se si è al di sotto di un certo fatturato si è rurali e si ha diritto a un’elemosina, se non lo si è automaticamente si rientra nel calderone della farmacia. Ma non è proprio così. La farmacia sociale deve rientrare nel gruppo che comprende tutte le farmacie, sebbene sia chiaro che vanno aiutate le farmacie più piccole. Il compito di un sindacato è quello di tutelare anche una sola farmacia e soprattutto le più deboli. In generale, se sta bene il più debole il più forte starà magnificamente.

C’è consapevolezza di cosa vuol dire ruralità? Oggi forse sì, ma quattro anni fa eravamo i soli, quando invece ci avrebbe fatto piacere avere solidarietà da tutti. Il mini-


incontri

i “rivali” di farmacia futura? percorsi quasi identici, non capisco perché ci siano due gruppi separati stro Lorenzin è stata la prima a parlare di servizi socio-sanitari della farmacia rurale. Noi abbiamo sempre voluto confrontarci con tutti quanti perché riteniamo che sia un problema dell’intero Paese.

Qual è la strada, dunque, da percorrere? Dobbiamo ridefinire il ruolo del titolare di farmacia. Il progetto del Sunifar, che credo, sia assolutamente da allargare a tutte le farmacie italiane, è quello di riprenderci il farmaco, tutto. E andare a verificare tutta una serie di servizi a corredo dei farmaci e della salute che noi dobbiamo e possiamo offrire a tutta la popolazione. È ovvio che chi vive nei piccoli centri vedrà sempre più nella farmacia rurale un presidio sanitario un po’ più “professionale”, perché non essendoci utenza la parte commerciale sarà meno sviluppata. A livello urbano c’è la fortuna di avere la parte commerciale più sviluppata, con qualche soddisfazione economica in più.

C’è stato negli anni uno scollamento tra i vertici del sindacato e la base? Quello che viene definito come distacco della base, io lo identifico come paura di

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incontri

pensare solo al proprio orticello significa rinunciare a una condotta omogenea della categoria questo periodo di crisi che ci sta attanagliando e che certamente ha visto i nostri fatturati diminuire in molti casi in maniera considerevole. E così l’equilibrio precario della nostra professione si sposta fortemente sulla parte del mero “commercio”. L’attenzione del farmacista sulla parte più commerciale dell’attività, al fine di mantenere la propria

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clientela e quindi il proprio fatturato. Ma questo significa pensare sempre di più al proprio orticello e sempre meno a quella che è una condotta omogenea della categoria.

Presidente, cosa possiamo dire sul Ddl Realacci, in discussione al Parlamento? Sul Ddl Realacci stiamo lavorando dal 2012, in considerazione del fatto che già da diversi anni avevamo appoggiato la campagna a favore dei Comuni più piccoli del Paese. La nostra proposta, che ha trovato subito positivi riscontri, ha necessitato di una serie di incontri per spiegare la bontà del progetto e successivamente la verifica di compatibilità, la copertura finanziaria e quant’altro. È agli atti, oltre che nei vari articoli di

stampa che si sono succeduti, che i due emendamenti - sulla distribuzione diretta e sulla remunerazione, quasi unici nello scenario - siano positivamente passati al vaglio di tutte le commissioni. Esiste inoltre un ordine del giorno che, per quanto meno importante, impegna il governo sul tema in questione. Non esiste a memoria storica un periodo politico così ricco di questioni rurali portate all’attenzione delle forze politiche, e soprattutto una attenzione così positiva riguardo dei suddetti temi. Prova ne è la conversione in legge, anche se limitatamente alle Regioni interessate dagli eventi sismici del 2016, dell’emendamento che per la prima volta apre un importantissimo precedente nella forma ormai consolidata della Distribuzione diretta prevista dalla Legge 405/2001.


Che il Ddl Realacci, forte dei nostri emendamenti, estenda i suddetti provvedimenti a tutte le farmacie rurali presenti sul territorio; per poi coinvolgere, insieme alla questione della nomina del direttore tecnico al compimento dei 68 anni, tutte le farmacie, senza distinzione, del Paese.

incontri

Auspici?

Farmacia Futura è l’alternativa alla vostra compagine, in cosa vi differenziate? Sinceramente non lo capisco. Il Sunifar l’autonomia se l’è conquistata, essendo fattivo, propositivo e mai polemico. Siamo soliti rimboccarci le maniche. Ho avuto modo di vedere quello che è il loro progetto e devo dire che è assolutamente sovrapponibile al nostro. Penso per esempio al nostro annuncio di avere pronti una serie di protocolli, che presenteremo nella prossima assemblea, per l’utilizzo dei fondi europei e di cui metteremo a conoscenza le varie associazioni, e ho visto che anche Farmacia Futura li prevede. Sono due percorsi oserei dire identici, non ho capito perché, se la pensiamo allo stesso modo, ci siano due gruppi separati. Ma la cosa mi riempie di soddisfazione, perché allora vuol dire che questo Sunifar, forse, ha operato bene.

Quale sarà il suo primo impegno se verrà riconfermato alla guida del Sunifar? È difficile dirlo perché siamo impegnati su diversi fronti. Se vogliamo cercare di riportare la farmacia a un certo livello, gli obiettivi sono principalmente tre: riprenderci il farmaco, puntare sui servizi e capire come gestire Convenzione e remunerazione. Non ci si può impegnare su un solo fronte, bisogna lavorare su più tavoli, cosa che abbiamo fatto e stiamo facendo.

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iagnosi

precoce cercasi Neurologia e malattie neurologiche al centro della settimana mondiale del cervello

Curare il cervello migliora la vita: questo il tema della Settimana mondiale del cervello 2017 che la Società italiana di neurologia (Sin) ha celebrato a marzo con una serie di iniziative (incontri divulgativi, convegni scientifici, attività per gli studenti delle scuole elementari e medie, open day presso le cliniche neurologiche) in programma su tutto il territorio nazionale. Tema centrale di questa edizione la neurologia e le malattie di cui si occupa, nelle varie espressioni cliniche, nonché l’esigenza di risposte più adeguate ai crescenti bisogni di cura. «Riteniamo che la neurologia abbia ancora un ruolo sottostimato nel nostro Paese, con un conseguente svantaggio per i pazienti che, nel 60 per cento dei casi, non si rivolgono allo specialista per le patologie competenti, ritardando così la corretta diagnosi», chiarisce Leandro Provinciali, presidente Sin. «In molte patologie del sistema nervoso centrale e periferico la diagnosi precoce permette una strategia terapeutica in grado di tenere sotto controllo i sintomi e modificare, quindi, la progressione della malattia. In altri casi, come l’ictus, l’intervento tempestivo e qualificato da parte dei centri dedicati, al manifestarsi dei primi sintomi, consente di ridurre e, talora, annullare i gravi danni che la patologia potrebbe provocare, con conseguente beneficio per la qualità di vita dei pazienti».

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VULNERABILITÀ

particolare gli ictus disabilitanti e fatali», evidenzia Agostoni. «Oggi sono 930.000 Dal canto suo, parlando di cervello giovane coloro che riportano effetti invalidanti a e vulnerabile, Gianluigi Mancardi, direttore causa di questa patologia e 120.000 i nuodella Clinica neurologica dell’Università di vi casi ogni anno. È plausibile attribuire Genova, sottolinea come molte patologie questa riduzione all’aumento e al miglioneurologiche possano avere il loro esordio ramento delle strategie preventive, a un in età giovanile. Alcune malattie muscolamiglior controllo dei fattori di rischio vari, ma anche infettive e infiammatorie, mescolare e al ruolo della chirurgia vascolataboliche e autoimmuni come la sclerosi re, anche per il considerevole numero di multipla, degenerative o immunomediate interventi eseguiti per stenosi della carotidel sistema nervoso periferico, così come de, che dal 17,2 per cento è passata al 17,8 alcuni tumori, l’epilessia, le cefalee, i trauper cento». mi. Per molte di queste A causa dell’invecchiamalattie esistono cure molte mento della popolazione, specifiche e attive e perpatologie stiamo assistendo a un’epitanto è necessaria una possono demia silenziosa che coindiagnosi precisa, dettaavere volge il nostro Paese: circa gliata e precoce. il loro 1.000.000 sono i pazienti Una buona notizia in tecon demenza, di cui la ma di ictus viene riporesordio maggior parte colpiti da tata da Elio Agostoni, in età malattia di Alzheimer. Ma direttore del dipartimengiovanile la battaglia contro le mato di Neuroscienze e lattie neurodegenerative della S.C. Neurologia e può contare su armi nuove. «Nell’Alzheistroke unit del Niguarda di Milano. Dati mer la diagnosi precoce è indispensabile recenti sulla popolazione italiana indicaper poter indirizzare il paziente verso strano, infatti, che negli ultimi vent’anni l’incitegie terapeutiche attualmente in fase denza di primi episodi di ictus è diminuita avanzata di sperimentazione, che potrebdel 29 per cento, sia per gli ictus ischemici bero modificare il decorso della malattia», sia per quelli emorragici. E tale riduzione mette in risalto Carlo Ferrarese, direttore è stata osservata nonostante un indice di scientifico del Centro di neuroscienze di invecchiamento della popolazione con età Milano dell’Università di Milano-Bicocca e superiore ai 75 anni pari al 33 per cento. direttore della Clinica neurologica dell’o«La riduzione dell’incidenza interessa in


medicina spedale San Gerardo di Monza. «Tali strategie sono basate su molecole che determinano una riduzione della produzione di beta-amiloide, con farmaci che bloccano gli enzimi che la producono (beta-secretasi) o, in alternativa, anticorpi prodotti in laboratorio e somministrati sottocute o endovena, capaci addirittura di determinare la progressiva scomparsa di beta-amiloide già presente nel tessuto cerebrale. Questi anticorpi sono in grado, in parte, di penetrare nel cervello e di rimuovere la proteina, e, in parte, di facilitare sia il passaggio della proteina stessa dal cervello al sangue sia la sua successiva eliminazione». Da parte sua, Leonardo Lopiano, ordinario di Neurologia all’Università di Torino, sottolinea come recentemente sia entrata nella pratica clinica un’importante terapia interventistica per i pazienti parkinsoniani in fase avanzata, ovvero l’infusione intestinale continua di levodopa. «Tramite una gastrodigiunostomia percutanea viene posizionato un catetere all’interno dell’intestino, attraverso il quale un device esterno infonde un gel contenente il farmaco. Questa nuova frontiera terapeutica ha permesso di migliorare la qualità di vita dei pazienti, ottimizzando la somministrazione del far-

maco e migliorando il controllo dei sintomi e delle fluttuazioni motorie», fa sapere Lopiano. Che aggiunge come, allo stesso tempo, siano già in uso o imminenti nuovi farmaci, dagli inibitori enzimatici in grado di aumentare la concentrazione di dopamina nel sistema nervoso centrale, a nuove formulazioni di levodopa (per via inalatoria e sottocutanea), a farmaci per il trattamento dell’ipercinesia. Grande speranza viene riposta, poi, nei neuroprotettivi, soprattutto se somministrati nelle fasi precoci della malattia.

NEL SONNO In conclusione Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di Medicina del sonno del San Raffaele di Milano, fa presente che alcuni disturbi del sonno sono da considerare marker predittivi del possibile sviluppo di una patologia neurodegenerativa: «Si è visto che un’eccessiva sonnolenza diurna può manifestarsi alcuni anni prima della comparsa del Parkinson, mentre un recente studio, condotto su soggetti mediamente poco più che settantenni, ha anche evidenziato che una durata del sonno notturno superiore a nove ore è associata a un maggior rischio di sviluppare una qualsiasi forma di demenza». Secondo l’esperto, «un

sonno problematico può dipendere non solo dalla patologia neurologica in sé, (si riscontra nel 50-60 per cento dei pazienti con sclerosi multipla, nel 70-90 per cento di quelli con Parkinson e nell’80-90 per cento dei malati di Alzheimer) ma altresì dal suo aggravamento o, a volte, dalle terapie farmacologiche». Interessante osservare anche come in oltre il 50 per cento dei pazienti con ictus cerebrale sia presente una sindrome da apnee notturne. «L’identificazione e il trattamento dello specifico disturbo del sonno», specifica Ferini Strambi, «comporta non solo un miglioramento della qualità della vita ma, come nel caso dei pazienti con ictus, anche un migliore esito a breve e lungo termine». Dallo specialista apprendiamo, infine, che dormire bene, curando anche eventuali disturbi del sonno, rappresenta un obiettivo importante nell’ambito di possibili strategie preventive per le malattie neurodegenerative. Al contrario, studi condotti su animali hanno evidenziato come la privazione di sonno sia in grado di accelerare l’aggregazione di beta amiloide (una proteina normalmente prodotta ma anche eliminata nel cervello sano) in placche extracellulari, che sono caratteristiche della malattia di Alzheimer.

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dall’altra parte del banco

L

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Sono sedici le associazioni di pazienti che hanno sottoscritto il progetto “Persone non solo Pazienti”, recentemente sancito dalla presentazione di una Carta rivolta alle istituzioni. Obiettivo: ottenere una partecipazione più attiva ai tavoli decisionali e un maggiore coinvolgimento nelle decisioni in ambito sanitario, sulla base del presupposto che la voce e il punto di vista di chi affronta una malattia dovrebbero essere considerati di primo piano. Alle istituzioni si chiede di avviare un cambiamento in vari campi, dall’integrazione all’accesso alle innovazioni in terapia, fino alla partecipazione attiva alle decisioni di politica sanitaria, alla pari di altri attori coinvolti. Il documento si articola in cinque punti: più welfare e integrazione in ambito di scuola, lavoro e società. Si chiede di riconoscere la figura giuridica del care giver, a garanzia di professionalità e tutela, e di aprire un confronto con le amministrazioni pubbliche per abbattere le barriere architettoniche che condi zionano i movimenti delle persone con disabilità; maggiore informazione. Garantire a tutti i cittadini una informazione di qualità, come presupposto per partecipare al proprio percorso di cura; accesso all’innovazione. Garantire una diagnosi tempestiva su tutto il territorio e promuovere la prevenzione primaria. Si sottolinea importanza della creazione di un si-

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di Stefania Cifani

a voce

dei pazienti Una Carta firmata da sedici associazioni per chiedere alle istituzioni maggiore ascolto stema di monitoraggio epidemiologico basato sui registri di patologia, regionali e nazionali, anche a favore di una uniformità del percorso di cura; azione. Essere presenti a fianco delle istituzioni nel momento dell’analisi e delle decisioni, per esempio nella definizione dei Percorsi diagnostici terapeutici essenziali e nelle attività di monitoraggio per l’attuazione dei nuovi Lea e del Piano di cronicità. «siamo cittadini, persone, non solo pazienti e vogliamo contribuire a guidare il miglioramento della qualità del nostro sistema salute». Il progetto, supportato da Roche, nasce nel 2015 dall’esigenza - che unisce associazioni operanti in ambiti diversi: oncologia, reumatologia, malattie rare, patologie polmonari, emofilia, malattie infiammatorie intestinali - di condividere esperienze e dotarsi di nuove competenze attraverso percorsi formativi ad hoc. La formazione si è avvalsa della collaborazione con docenti della Sda Bocconi. Solo per fare alcuni esempi, i rappresentanti delle associazioni hanno potuto partecipare a corsi sul tema dell’Health technology assessment, sull’economia sanitaria e sull’allocazione delle risorse dei budget sanità. Oppure a un percorso di formazione sul ruolo dei pazienti nella valutazione delle nuove disponibilità di farmaci e delle tecnologie sanitarie.

Le adesioni al progetto Acto Onlus - Alleanza contro il tumore ovarico Aism - Associazione italiana sclerosi multipla Ama Fuori dal Buio - Associazione malati autoimmuni orfani e rari Amici Onlus - Associazione nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino Anmar - Associazione nazionale malati reumatici Ampar Onlus - Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare Europa Donna Italia Famiglie Sma Onlus - Genitori per la ricerca sull’atrofia muscolare spinale Favo - Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia FedEmo - Federazione delle associazioni emofilici Fimarp - Federazione italiana malattie rare polmonari Fondazione Paracelso Onlus La Lampada di Aladino Onlus Oltre il cancro Lifc Onlus - Lega italiana fibrosi cistica Salute Donna Onlus Walce Onlus - Women against lung cancer in Europe


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farmacologia

P

di Carla Carnovale, Servizio di Farmacovigilanza, Uo Farmacologia Clinica, Ospedale Sacco-Polo universitario, Asst Fatebenefratelli-Sacco, Milano

ossibili

rischi Le eventuali problematiche correlate all’utilizzo dei dermocosmetici

Sono oltre 13.000 le materie prime utilizEFFETTI INDESIDERATI zate per la formulazione dei circa 30.000 A fronte di numeri così elevati, in termiprodotti dermocosmetici attualmente dini di prodotti disponibili e consumi effetsponibili in commercio e ampiamente tivi, l’incidenza degli effetti indesiderati utilizzati in tutte le fasce di età. Molteplipotrebbe non sembrare alta, sebbene sia ci anche i loro possibili impieghi che sicuramente sottostimata. I dati sul reale spaziano dalla pulizia del corpo alle cuprofilo di sicurezza di tali prodotti sono re termali, passando per la cosmesi despesso limitati, poco attendibili e non uticorativa e protezione solare. lizzabili per effettuare stime globali affidaL’ampia disponibilità sul mercato di tali bili sul territorio nazionale. Inoltre anche prodotti è in parte legata al constante trend la notifica e successiva divulgazione di tadi domanda in aumento che conferma la li rischi è spesso carente e tardiva. diffusa attenzione dei consumatori al proMoltissime le situazioni potenzialmente a prio irrinunciabile benessere. Dati recenti rischio che concorrono a indurre una rearilevati dalle vendite on line e tramite canazione avversa in seguito all’utilizzo di un li specializzati in Italia, indicano infatti un prodotto dermocosmetico; tra questi, la valore di consumo superiore ai 9.700 miliopresenza di sostanze tossiche (involontani di euro nel 2015, con una crescita rispetria durante il processo della formulazioto al precedente anno del 2,2 per cento. Un ne, derivata dalla reazione tra più ruolo chiave è giocato dalle farmacie; i coingredienti o causata dall’esposizione alla smetici venduti in Italia tramite questo caluce), l’associazione contemporanea di alnale di vendita rappresentano il 18,6 per tri prodotti in grado di interagire con il cocento del totale, quota in costante crescita smetico, l’abuso e uso improprio e la (fonte: Cosmetica Italia). presenza di fattori costituzionali o genetiDati positivi che mettoci predisponenti no in risalto la fiducia (per esempio intolche i consumatori riponleranze o sensibilizL’incidenza gono nel farmacista e di zazioni allergiche). degli eventi conseguen za nei suoi liNonostante nella avversi velli dispecializzazione maggior parte dei non è alta e cura del servizio, elecasi le reazioni avmenti determinanti riteverse siano prevama di certo nuti superiori ad altri lentemente effetti sottostimata canali di distribuzione. indesiderati di na-

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tura lieve e/o transitoria, diverse applicazioni topiche sono state imputate nell’insorgenza di dermatiti allergiche da contatto clinicamente rilevanti, con conseguente ricovero ospedaliero. Studi in merito indicano che i conservanti e i componenti dei profumi rappresentano le categorie maggiormente coinvolte nelle reazioni di tipo allergico; seguite dalle miscele di essenze, alcoli della lana, oli minerali, katon, balsamo del Perù e aldeide formica. Anche sostanze naturali, come estratti vegetali ricavati da varie piante, possono rendersi responsabili di gravi reazioni allergiche (olio dell’albero del tè, acidi lichenoici, propoli, tarassaco eccetera).


farmacologia

zione specifica, utilizzatori e operatori sanitari incontrano estreme difficoltà nel rilevare gli effetti indesiderati legati all’utilizzo dei dermocosmetici e nello stabilire un rapporto di causa-effetto se gli eventi avversi si sviluppano lentamente nel tempo, con bassa frequenza o soprattutto se sono presenti altre possibili cause.

LA COSMETOVIGILANZA

Numerosi i quadri clinici riscontrati: l’eterogenea classificazione delle condizioni patologiche potenzialmente coinvolte comprende prevalentemente irritazione, desquamazione, dermatiti, orticarie e acne da contatto, pseudorosacea, alterazioni della pigmentazione, delle unghie e dei capelli, shock anafilattici e granulomi. Il disturbo più frequentemente riscontrato è rappresentato sicuramente dall’insorgenza della dermatite da contatto, condizione clinica infiammatoria cutanea caratterizzata da prurito e lesioni cliniche cutanee ben definite. Nonostante non sia a oggi chiaramente stabilita l’incidenza, dati riportati in letteratura scientifica stimano che circa il

5 per cento della popolazione Usa ed europea ha manifestato almeno un episodio di dermatite da contatto legata all’utilizzo di cosmetici. L’incidenza è probabilmente sottostimata, anche perché di rado il prodotto, considerato a torto esente da rischi per la salute, viene imputato nell’insorgenza di un evento clinico. A rendere più complessa la valutazione del nesso causale tra uso del cosmetico e insorgenza dell’effetto avverso, si inserisce la non sempre facile diagnosi clinica della condizione patologica insorta, che molto spesso richiede l’intervento di personale sanitario qualificato. Anche a causa di una mancanza di forma-

Secondo quanto previsto dal decreto del ministero della Salute del 30 aprile 2015, le sospette reazioni avverse dei medicinali sono costantemente sottoposte a un attento monitoraggio, al fine di garantirne un corretto e sicuro utilizzo nella quotidiana pratica clinica. Grazie all’attuazione di un sistema di cosmetovigilanza, la richiesta di tale intensificazione dei controlli si estende anche ai prodotti utilizzati in dermocosmesi. Tale sistema prevede un insieme di attività mirate alla raccolta e gestione delle segnalazioni di effetti indesiderati attribuibili all’uso di un cosmetico con lo scopo di facilitare la sorveglianza post-marketing e garantire la tutela della salute dei cittadini. La scheda di segnalazione di reazione avversa è disponibile (sia per il consumatore sia per il professionista sanitario) sul portale del ministero della Salute, nell’apposita sezione dedicata alla cosmetovigilanza. Una volta compilata in tutte le sezioni previste, va inviata direttamente al Ministero (secondo quanto indicato direttamente sulla scheda), che provvederà successivamente all’elaborazione dati (vedi box). Affinchè l’intero sistema funzioni, è necessario che tutti i protagonisti coinvolti (operatori sanitari e non, compresi i cittadini) siano sensibilizzati e adeguatamente formati, al fine di contribuire efficacemente al processo di rilevazione delle sospette reazioni indesiderate correlate all’utilizzo di creme, solari, saponi, shampoo, colorazioni per i capelli, balsami, permanenti, trucchi. In particolar

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farmacologia

Iter delle segnalazioni di reazioni avverse da cosmetici In seguito alla ricevuta notifica delle segnalazioni di effetti indesiderabili correlati all’utilizzo di un cosmetico, il Ministero procede alla validazione e valutazione delle schede attraverso: l’analisi della scheda per verificarne la completezza e la presenza dei dati necessari; l’eventuale richiesta al segnalatore di chiarimenti o di ulteriori informazioni; la verifica del criterio di gravità; la ricerca di eventuali altre segnalazioni relative allo stesso prodotto; la valutazione del nesso di causalità

tra l’effetto indesiderabile e il prodotto cosmetico secondo le linee guida della Commissione europea; l’archiviazione di tutte le segnalazioni ricevute nella banca dati di cosmetovigilanza del ministero della Salute; la trasmissione delle segnalazioni degli effetti riconosciuti come gravi (che «inducono incapacità funzionale tempora nea o per ma nente, d isa bi l ità, ospedalizzazione, anomalie congenite, rischi mortali immediati o decesso») alle autorità competenti degli altri Stati membri.

Il ministero della Salute ha inoltre attivato una piattaforma informatica centralizzata per la raccolta, gestione e successiva analisi statistica delle segnalazioni di effetti indesiderabili gravi e non gravi, al fine di acquisire in modo sistematico le nuove informazioni sulla qualità e sicurezza dei cosmetici attualmente disponibili in commercio e adottare tempestivamente misure correttive o preventive volte alla tutela della salute pubblica (tali notifiche sono pubblicate sul portale, nella sezione notizie).

modo, il farmacista, rappresentando l’ultimo baluardo tra la dispensazione del prodotto e l’assunzione da parte dell’utilizzatore, gioca un ruolo chiave nel formare e indirizzare il consumatore verso un loro corretto utilizzo, minimizzando così il rischio di insorgenza di reazioni avverse.

esempio, in caso di soggetti allergici, fornire informazioni utili al consumatore in merito alla verifica della presenza di sostanze ad alto potenziale allergenico riportate in etichetta. Dovrà inoltre ricordare all’utilizzatore finale di seguire sempre scrupolosamente le istruzioni d’uso (sede e tempo di applicazione), conservare in modo appropriato il cosmetico e verificare soprattutto la validit à p o s t - ap er t u ra ( i nd ic at a s u l l a confezione dall’apposito simbolo); tutte operazioni e abitudini, la cui importanza è troppo spesso sottovalutata. Un aspetto molto importante da non minimizzare è il rischio dell’acquisto di prodotti contraffatti, che non garantisco-

no quindi l’impiego di materie prime di elevata qualità e la fabbricazione secondo la normativa vigente, dal quale il farmacista dovrà mettere in guardia il consumatore. Sono circa duecento milioni gli articoli contraffatti all’anno, rilevati in Europa dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc). Infine, il farmacista potrà sensibilizzare il cittadino all’attività di reporting e/o farsi garante della corretta compilazione della scheda e della tempestiva notifica della segnalazione di reazione avversa al ministero della Salute, contribuendo attivamente e in modo proficuo al sistema di cosmetovigilanza.

IL RUOLO DEL FARMACISTA Forte della sua preparazione scientifica (anche) in materia di dermocosmesi, il farmacista potrà intervenire mediante diversi approcci, al fine di arginare e prevenire molte delle situazioni a rischio, che possono mettere a repentaglio la salute del cittadino. Potrà, per

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Nutrizione

A

di Silvia Ambrogio, biologa nutrizionista

La vitiligine rappresenta una delle problematiche cutanee che più crea disagio poiché è un disordine della pigmentazione che rende la pelle “chiazzata”, con zone a pigmentazione normale e zone in cui mancano i melanociti epidermici. Molte teorie sono state postulate sul perché i melanociti vengano meno e comprendono una causa genetica, autoimmune, biochimica, virale, e meccanismi diversi di distacco dei melanociti. I dati più recenti fanno prevalere le aberrazioni autoimmuni e lo stress ossidativo tra le vie di distruzione dei melanociti. Uno stato redox intracellulare alterato e l’esaurimento degli antiossidanti enzimatici e non enzimatici sono stati ben documentati nell’epidermide di pazienti con vitiligine e questo porta a dire che la generazione di specie reattive dell’ossigeno (Ros) può iniziare il ciclo di distruzione dei melanociti in individui geneticamente predisposti. Inoltre sono stati riportati in pazienti con vitiligine molti difetti a carico dell’immunità umorale e cellulo-mediata

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supporto dei

melanociti Alimentazione e stili di vita nella gestione appropriata della vitiligine

e diversi studi documentano ora il ruolo dei linfociti T citotossici attivati dalla CD81 e dalla chemochina CXCL10, indotta dall’interferone gamma, come ulteriore chiave per la distruzione dei melanociti. Ecco perché, alla luce di queste scoperte, un approccio molto razionale prevede una ges tione aliment are, una modificazione dello stile di vita e il ricorso a supplementazione orale con vitamine, minerali e vegetali come ulteriori approcci terapeutici. A maggior ragione in virtù dell’evidenza che molte diete non forniscono vitamine e minerali in quantità o tipi sufficienti per contrastare lo stress ossidativo o modulare il sistema immunitario.

VITAMINA B12, ACIDO FOLICO E VITAMINA C Chi ha vitiligine presenta diminuiti livelli ematici di vitamina B12, acido folico e acido ascorbico e il ripristino dei livelli normali attraverso l’integrazione è stata associata alla ripigmentazione di chiaz-

ze bianche; esistono inoltre diversi studi di mix tra integrazione con vitamina B12 e/o acido folico, da soli o come adiuvanti alla terapia della luce. Il razionale per il loro uso è il possibile ruolo nella sintesi della melanina e la possibile associazione tra vitiligine e anemia perniciosa, situazione in cui la vitamina B12 non è assorbita correttamente a causa di un’atrofia della mucosa gastrica e/o per una reattività autoimmune. In uno studio, cento pazienti con vitiligine sono stati trattati con 1 mg di vitamina B12 e 5 mg di acido folico due volte al giorno per tre mesi; 23 pazienti erano anche esposti alla luce solare o all’irradiazione con Uvb: la ripigmentazione totale di pelle esposta al sole è stata raggiunta in sei pazienti. La ripigmentazione era evidente in 52 pazienti ed è risultata più comune nei pazienti di età inferiore ai ventisei anni e in quelli in cui la malattia era insorta entri i dieci anni precedenti. Nel 64 per cento dei pazienti arruolati la vitiligine non è progredita, portando i ricercatori a concludere


Nutrizione che la sinergia delle azioni intraprese si è dimostrata più efficace nell’indurre ripigmentazione di ciascun trattamento da solo. Molto discusso il ruolo della vitamina C: per qualcuno l’integrazione è controindicata, a causa dell’effetto di schiarente cutaneo tipico della vitamina, mentre per altri - la maggior parte - i suoi benefici antiossidanti sostituiscono questo rischio. La dose raccomandata è di 0,5-2 g al giorno.

VITAMINA D Melanociti e cheratinociti presentano il recettore per la vitamina D3 e il legame ne supporta crescita e differenziazione e inibisce l’attivazione delle cellule T. Inoltre, si ritiene che i melanociti esprimano i recettori dell’1a,25-diidrossivitamina D3 e che questo legame abbia un ruolo nello stimolare la melanogenesi. Si conoscono inoltre gli effetti immunomodulatori della vitamina, inibendo l’espressione di citochine proinfiammatorie e promuovendo i processi apoptotici. Detto tutto ciò, è ragionevole pensare che la vitami-

na D possa essere utile come immunom o d u l at o re i n q u e s t o d i s t u rb o , soprattutto in caso di accertate carenze che sono ben documentate tra persone affette da vitiligine. I bassi livelli di vitamina D sono una tale costante che i ricercatori suggeriscono che un livello molto basso di 25 (OH) D possa essere uno strumento di screening utile per patologie autoimmuni associate alla vitiligine. Sono tuttora carenti per numero gli studi che mostrano gli effetti della supplementazione di vitamina D per via orale nella vitiligine; in attesa di ulteriori prove che ne definiscano un dosaggio indicativo ci si dovrebbe limitare all’integrazione delle carenze.

ZINCO Lo zinco è un minerale essenziale: funziona come cofattore per almeno 3.000 proteine, compresi enzimi, fattori nucleari e ormoni, e agisce come cofattore per la superossido dismutasi, un antiossidante anche cutaneo. Anche in questo caso la sua carenza è associata alla sin-

chi soffre di vitiligine presenta diminuiti livelli ematici di vitamina B12, acido folico e acido ascorbico

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Nutrizione

In sintesi La vitiligine è una malattia autoimmune caratterizzata dall’elevato stress ossidativo e l’uso di integratori è di grande interesse grazie alla loro azione antiossidante e attività immunomodulante. Alcuni studi suggeriscono che il glutine nella dieta svolga un ruolo nello sviluppo della vitiligine, ma a oggi non esistono linee guida alimentari specifiche su di essa.

tomatologia: su sessanta pazienti si sono riscontrate carenze nel 21,6 per cento dei pazienti con vitiligine. In uno studio recente 35 pazienti sono stati trattati con un uno steroide topico, con o senza integrazione orale di 440 mg al giorno di zinco; sedici persone non hanno ricevuto zinco. Nessuna differenza è stata osservata nei livelli di zinco al basale, ma dopo quattro mesi c’è stato un miglioramento maggiore nel gruppo di pazienti trattati con corticosteroidi più zinco. Attenzione però che l’irritazione gastrointestinale è stata comune tra i partecipanti allo studio.

AIUTI DAL MONDO BOTANICALS Altri integratori utilizzati nella gestione della vitiligine includono una serie di botanicals che hanno dimostrato proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e immunomodulanti. Un integratore contenente 100 mg di estratto di Phyllanthus emblica, nota anche come uva spina indiana, 10 mg di vitamina E e 4,7 mg di carotenoidi assunto tre volte al giorno per sei mesi in concomitanza con altri trattamenti topici o fototerapia ha dato risultati molto promettenti. Incoraggiante anche il possibile impiego di Polupo-

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dium leucotomos, una felce tropicale che sembra proteggere dai danni indotti dalle radiazioni Uv, e che ha già dato prova dei propri effetti immunomodulatori e inibitori delle citochine proinfiammatorie. Il derivato liposolubile di questa pianta ha portato alla ripigmentazione della totalità dei pazienti - ventidue persone - esposte alla luce nelle assolate giornate estive. La piperina, il principale alcaloide del pepe nero, ha dimostrato di stimolare la replicazione dei melanociti e indurre la formazione di dendriti melanocitici in vitro ed è in virtù di queste capacità che la si sta studiando nel trattamento per la vitiligine. In particolare, compiendo studi su animali, i ricercatori hanno notato che quando raggi Uv e piperina sono utilizzati insieme per trattare la vitiligine, essi devono essere utilizzati in tempi diversi per evitare la fotoisomerizzazio-

ne e che quando ciò è garantito la pigmentazione raggiunta con la terapia di combinazione è più uniforme rispetto al risultato raggiunto con la sola esposizione Uv. Molti studi documentano gli effetti benefici del tè verde e si sa che sono le catechine in esso contenute a esserne responsabili, anche se in modo non esclusivo. Tra queste, l’EGCG (epigallocatechina3-gallato) è il più abbondante e modula molteplici risposte immunitarie mediate dalle cellule T. Nei topi in cui si induce vitiligine con monobenzone l’EGCG ha ritardato il tempo di insorgenza, prevalenza e superficie della depigmentazione oltre ad aver significativamente ridotto la produzione di citochine proinfiammatorie, tra cui TNF alfa, interferone gamma e interleuchina-6. I risultati dell’utilizzo di questi fitoterapici su modelli animali ne suggeriscono le potenzialità sull’uomo e si attendono i dati di eventuali test clinici.

NOTA BIBLIOGRAFICA Pearl E. Grimes et al, “The Role of Diet and Supplements in Vitiligo Management”, Dermatol Clin. 2017 Apr;35(2):235-243. | Ezzedine K, Eleftheriadou V, Whitton M, et al. “Vitiligo”. Lancet 2015;386:74. | Reyes E, Jae´n P, de las Heras E, et al. “Systemic immunomodulatory effects of Polypodium leucotomos as an adjuvant to Puva therapy in generalized vitiligo: a pilot study”. J Dermatol Sci 2006;41(3): 213–6.


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un farmacista a scuola

I

di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

n alta

quota Un campus per ragazzi delle superiori dedicato all’educazione ambientale

Nelle scorse settimane ho scelto un’esperienza didattica per me nuova: accompagnare due classi delle scuole superiori (Istituto scolastico socio sanitar io) in un campus residenziale di tre giorni. Al centro del progetto c’era l’educazione ambientale; il tutto a Castelbasso, una bellissima struttura autogestita situata a 1.200 metri di altitudine sulle montagne della Val di Non (Trentino), gestita da Canalescuola, la cooperativa con cui collaboro. Occupandomi principalmente di educazione alla salute, ho colto l’occasione per esplorare le fitte connessioni tra ambiente e salute, con continui rimandi all’educazione alimentare, che in adolescenza - quando per almeno metà della giornata i ragazzi scelgono in maniera autonoma cosa e quando mangiare - vede concretizzarsi sfide notevoli per gli educatori. Come prima esperienza abbiamo visitato un antico mulino ad acqua ristrutturato: l’abbiamo osservato ancora in funzione, si è macinato il grano e ci siamo portati a casa la farina tipo 0, quella di tipo 1 e la crusca. Una volta ritornati nella struttura, abbiamo messo in piedi un laboratorio di panificazione: annusando, toccando ed esplorando le differenze tra le farine, abbiamo scoperto

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l’importanza delle fibre, la complessità della lievitazione (abbiamo usato un misto di lievito di birra e pasta madre), il contatto delle mani con l’impasto, la necessità dell’attesa per avere infine un pane eccellente, un vero nutrimento completo, che faceva bella mostra di sé sul tavolo della colazione, il giorno seguente. Dopo la filiera del pane, quella del latte: dopo aver visitato una stalla e munto le vacche (per molte delle partecipanti, abituate più a centri commerciali che alla campagna, è stata un’esperienza scolvolgente), abbiamo raccolto dieci litri di latte in un paiolo di rame, scaldato fino a venti gradi, aggiunto i fermenti, ulteriormente alzato la temperatura e aggiunto il caglio. Ogni passaggio necessitava attenzione e attesa, il giusto mix per accompagnare l’attività pratica con divagazioni sulle proprietà del latte e di suoi derivati, la differenza tra i latticini e l’importanza dei formaggi a latte crudo per la ricchezza di fermenti che portano con sé. Dopo aver assistito alla magia della separazione della cagliata dal siero, abbiamo tagliato il tutto in piccoli granelli di riso e filtrato: et voilà, il giorno dopo sul nostro tavolo c’era dell’ottimo formaggio alla piastra.

Il terzo giorno, dopo qualche camminata nella natura, a descrivere erbe officinali ancora da fiorire e osservare le tracce di piccoli animali, abbiamo scoperto il mondo delle api: un apicoltore della zona ci ha prestato un’arnia vuota, che abbiamo smontato e rimontato più volte, per conoscere a fondo la complessa e affascinante società delle api. Di seguito, abbiamo conosciuto e descritto miele, polline, pappa reale, cera e propoli, elencando per ognuno di essi caratteristiche e proprietà farmacologiche. In particolare la cera è stata usata per realizzare candele nonché per dare forma al ceratum galeni, una delle preparazioni galeniche più antiche. Ci siamo salutati dopo quarantotto ore dense e piene di esperienze nuove, a volte sotto l’acqua e altre sotto il sole, ma sempre con il gusto di conoscere e conoscerci, intrecciando insieme sottili fili che connettono la nostra salute a delicati equilibri ambientali che si stanno perdendo.


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e disponibilità Un progetto globale di RESTYLiNG®: la farmacia Di Muria di Padula

Entrare in farmacia sapendo di poter tronella suddivisione merceologica. L’aria vare un posto adatto ad accogliere tutte di rinnovamento si respira già a partire le proprie richieste, comprese quelle ridalla facciata esterna: l’intera perimeguardanti il benessere individuale. È protrazione del piano terra, precedentemenprio quanto si prefigge di offrire la te composta da quattro vetrine ad arco farmacia Di Muria, situata a Padula, in che facevano pensare a un concetto di provincia di Salerno che, secondo la vifarmacia ormai datato, è stata sostituita sion del suo titolare, Alberto di Muria, si da altrettante vetrine molto più ampie, impegna ogni giorno a far stare bene le di struttura rettangolare e rivestite compersone garantendo sicurezza, fiducia e pletamente con un nuovo materiale mulascolto, contribuendo così a migliorare la tistrato (Dibond), che trasmette subito vita delle persone stesse. Proprio in un’idea di modernità e si presta molto quest’ottica Di Muria, approfittando della bene a essere sovraimpresso con scritte recente ristrutturazione - RESTYLiNG® di comunicazione. «Un vantaggio non da poco considerato che la vetrina princidi Mobil M - ha voluto dare risalto a quelpale si affaccia su una via nazionale a lo che per lui è sempre stato un valore forte scorrimento e fondamentale: l’inche quindi svolge novazione come vaUna decisione una vera e propria lore aggiunto per ferma: funzione di self traoffrire alla clientela r i o r d i n a r e ding, mettendo in riservizi sempre nuovi salto le iniziative e utili. In tale ambigli spazi interni, to rientra appieno che si presentavano s volte all’inter no della farmacia», sotanche la nuova proi n m o d o m o l t o tolinea il titolare. gettazione architetcaotico «Iniziative che di tonica globale della volta in volta - genefarmacia, che le ha ralmente con cadenza mensile - vogliapermesso di cambiare volto: non più somo portare a conoscenza anche del lo punto di vendita di prodotti ma sopubblico di passaggio. Le vetrine lateraprattutto luogo di r ifer imento, di li, invece, comunicano i tre ambiti in cui scambio, di relazioni, dove un layout più la farmacia è fortemente specializzata: razionale e ordinato crea un’atmosfera dai servizi di telemedicina a quelli di coaccogliente e luminosa, estremamente smesi, alle terapie naturali». chiara nella proposta assortimentale e

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DA FUORI A DENTRO Ma è dopo aver varcato l’ingresso dell’esercizio che ci si rende conto di quanto importante sia stato l’intervento di RESTYLiNG®, a conferma che la professione del farmacista sta profondamente cambiando. Sono sempre di più, infatti, i titolari che decidono di ampliare se non addirittura trasferire la farmacia per dare più spazio a reparti che fino a pochi anni fa svolgevano un ruolo secondario, più defilato potremmo dire, rispetto a quello del farmaco tradizionale. A questa tendenza non si è sottratto neppure Di Muria, che ha deciso di rivoluzionare e riordinare gli spazi interni. Spazi che, per sua stessa ammissione, in precedenza si presentavano in modo decisamen-


farmacie astronave te più caotico. Ora, già a una prima occhiata, appaiono evidenti le modifiche che Mobil M - azienda specializzata in progettazione, arredo e comunicazione per la farmacia - ha apportato alla superficie di vendita, suddividendola in diverse business unit. Non solo: con il RESTYLiNG ® si è provveduto anche a una riclassificazione di tutti i prodotti per aree tematiche, in modo da potere avere sotto controllo in qualsiasi momento l’andamento dei vari reparti. «Cosa fondamentale, oggi, per mantenere il pieno controllo gestionale della farmacia e, di riflesso, per avere la chiara percezione di come può variare, in positivo ovviamente, il volume di vendite di un esercizio in funzione della ristrutturazio-

ne dello stabile in cui è ospitato», tiene a precisare Di Muria. Ecco allora che, assecondando la nuova filosofia della farmacia, appena varcato l’ingresso, sulla destra, in una zona di forte passaggio, troviamo un info point dove, chi lo desidera, può informarsi e ottenere tutti i chiarimenti in merito alle diverse attività svolte dalla farmacia. A seguire, una lunga esposizione di prodotti cosmetici che, per ammissione del titolare, «costituisce uno dei punti di forza della farmacia, dato che in questo re-

parto registriamo un volume d’affari sicuramente superiore al doppio della media nazionale. Una delle peculiarità di questo cambiamento interno è stata la maggiore propensione al libero servizio, e a tale proposito vorrei sottolineare che in questa revisione dei reparti abbiamo voluto mettere in evidenza il costo di ciascun prodotto, per favorire l’avvicinamento del cliente allo scaffale. Questo perché mancando un’indicazione chiara del prezzo di vendita, spesso i nostri utenti, anche se potenzialmente

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farmacie astronave interessati a un determinato prodotto, in precedenza si limitavano a un’occhiata fugace senza interpellarci in merito».

ALTRE AREE Proseguendo la visita troviamo due box, il primo riservato alla dermocosmesi, dove è possibile testare i prodotti e ottenere assistenza specifica da una farmacista esperta. E un altro dedicato a quei servizi che costituiscono un ulteriore punto di forza della farmacia: dall’autoanalisi del sangue (colesterolo, glicemia e altri valori ematici), «grazie a cui, nel giro di pochi minuti, riusciamo a determinare i parametri fondamentali della salute del paziente». Fino ai servizi molto avanzati di telemedicina (supportati da istituti specialistici della Regione), «dalla telecardiologia, che in pochi minuti ci consente di refertare un elettrocardiogramma, avvalendoci della consulenza di un medico specialista, all’holter pressorio e cardiaco, alla teledermatologia, con cui possiamo effettuare rapidamente uno screening dei nei per la prevenzione del melanoma». In altre parole, più spazio all’area benessere e al rapporto con il cliente/paziente che si fa sempre più personalizzato. Particolare attenzione è riservata agli utenti celiaci, che nella nuova farmacia Di Muria possono disporre di circa otto metri di parete completamente adibita agli alimenti privi di glutine,

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nonché di un nuovo banco centrale per il ritiro di prodotti dietro presentazione dei buoni Asl. Di fronte spicca la zona integratori, che include quelli erboristici preparati direttamente da un’erborista nel laboratorio interno alla farmacia e che si aggiunge a quello per la produzione di prodotti galenici (l’unico esistente in un’area di trenta km circa). «Il cliente da noi trova personale specializzato non solo sul farmaco, ma anche sui

prodotti di fitoterapia e omeopatia. Da sottolineare, poi, che Mobil M ha provveduto anche al RESTYLiNG® delle etichette dei preparati per tisane, che adesso dal punto di vista grafico appaiono molto più attraenti per l’acquisto diretto». Fondamentale in una visione globale di strategia della comunicazione è anche il marchio, che nel caso della farmacia Di Muria si esprime attraverso un nuovo logo, anch’esso ideato dai creativi di Mobil M e raffigurante una mela stilizzata. «Un simbolo molto facile da ricordare, che a mio avviso esprime subito un concetto di vicinanza ai pazienti attraverso il famoso detto “una mela al giorno toglie il medico di torno”» conclude Di Muria.


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di Elisa Da Vinci

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d’uomo Cresce in farmacia la domanda di prodotti che garantiscano anche al pubblico maschile una pelle curata e sana. Come arricchire le competenze sulle esigenze specifiche di questo target

Perché organizzare nel reparto dermocosmetico della farmacia una sezione dedicata ai prodotti per uomo? I motivi possono essere diversi ma è indubbio che anche il pubblico maschile stia allargando la sua richiesta di cura della pelle, che non è più relegata, come un tempo, al momento della rasatura ma, sempre più, esprime esigenze specifiche. Seppure il totale del segmento, nella sua globalità, con un valore 2016 di 10,8 milioni di euro sia in leggera flessione 0,9 per cento, dati Cosmetica Italia - all’interno delle varie voci le creme per il trattamento (che valevano, l’anno scorso, 3,5 milioni di euro) hanno mostrato una crescita dello 0,6 per cento. Un dato che mostra chiaramente quanto, anche gli uomini, tengano alla cura e alla bellezza della propria pelle. Un’epidermide dalle caratteristiche ben definite come spiega Antonino Di Pietro (foto sotto), dermatologo, direttore dell’Istituto Dermocli-

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nico Vita Cutis di Milano: «La pelle RASATURA, BARBA E BAFFI maschile, rispetto a quella femminile, è Partiamo proprio dall’azione che molti uomipiù spessa, più robusta e con bulbi piliferi ni esercitano ogni mattina, per capire quali maggiormente sviluppati. A causa degli siano le esigenze di tipo dermocosmetico ormoni androgeni, inoltre, le ghiandole seespresse dal pubblico maschile. «Per soddibacee sono più stimolate sfare le esigenze di benese, per questo, la pelle desere cutaneo connesse alla gli uomini tende a essere rasatura», afferma Di Piea causa più grassa e a produrre tro, «è innanzitutto impordegli una quantità maggiore tante scegliere schiume da ormoni di cellule morte. Per quebarba e mousse che siano androgeni dense. Infatti, più i prodotti sto motivo sviluppa con le maggiore frequenza alsono corposi, più sono in cuni disturbi come la ghiandole grado di trattenere l’acdermatite seborroica, qua, rendendo il pelo più sebacee una malattia infiammatomorbido. In questo modo, sono ria che si manifesta nelle si favorisce il passaggio più aree ricche di ghiandole del rasoio, diminuendo la sebacee, con sintomi costimolate possibilità di comparsa di me arrossamento, defastidiosi fenomeni irritatisquamazione e prurito». vi. A fine rasatura, invece, dopo aver riSecondo l’esperto, quindi, le principali sciacquato il viso con cura, è utile esigenze di bellezza e salute della cute applicare prodotti ricchi di principi attivi degli uomini sono legate a problemi quali capaci di ripristinare il corretto tasso di la secchezza, il rilassamento dell’area sotidratazione della pelle, favorendo la produto il mento, la comparsa di rughe orizzonzione di collagene ed elastina, sostanze tali e macchie brune, l’invecchiamento fondamentali per la salute e la compattezprecoce della pelle della fronte. Inoltre, la za cutanee. Tra le formulazioni migliori ci quotidiana attività di rasatura, di fondasono quelle a base di acido ialuronico, fomentale importanza per eliminare le celsfolipidi e glucosamina». lule morte, deve essere effettuata con Tuttavia, la moda e una certa tendenza a particolare attenzione, specie nel tempo, promuovere l’immagine dell’uomo dalla barper mantenere un’epidermide sana, gioba incolta (o finto trasandato) e con la barvane e luminosa. ba hipster che ha determinato il successo


cosmesi

delle moderne barberie, ha creato una crescente domanda di prodotti che potessero prendersi cura della cute del viso e i suoi annessi piliferi. «Le parole d’ordine nella cura quotidiana dell’epidermide sono protezione, nutrimento e rigenerazione. Da un lato occorre proteggere la cute da tutti quegli agenti che possono danneggiarne la salute (raggi Uv, freddo, smog, polveri sottili) e, dall’altro, aiutarla a vivere, mettendola in condizione di produrre più collagene ed elastina e di garantire l’idratazione in profondità. Questi obiettivi si possono raggiungere attraverso l’applicazione quotidiana di prodotti specifici. Ottimi sono, per esempio, le creme e i sieri a base di fospidina, complesso che unisce le proprietà di fosfolipidi estratti dalla soia e di glucosamina ottenuta da gusci di crostacei, prevenendo problematiche tipiche della pelle maschile, come le macchie, la secchezza caratteristica del collo, il rilassamento dell’area sotto il mento e le rughe orizzontali. Per chi ha baffi e barba, il consiglio è di lavarli con cura tutti i giorni, con l’uso di saponi neutri, che mantengano intatto il pH naturale. Nei peli lunghi, infatti, si accumulano impurità che possono dar luogo a irritazioni e dermatiti».

GLI INESTETISMI DEL VISO Rughe, zampe di gallina, rilassamento cutaneo, borse e occhiaie non sono più problemi che riguardano solo le donne. Sempre più soggetti maschili sono alle prese, tutti i giorni, con un viso che può risultare, stanco, affaticato e meno giovane. Anche in questi casi è bene consigliare prodotti dermocosmetici con attivi specifici, come suggerisce Di Pietro: «Per frenare l’invecchiamento e il rilassamento cutaneo di viso e collo, oltre alla fospidina, come principi attivi risultano utili le ceramidi, il delta lattone e le classiche vitamine A, C ed E. Il contorno occhi, che è una zona molto sensibile al ristagno di sangue e di liquidi interstiziali, va trattato con principi attivi capaci di rinforzare le pareti dei vasi sanguigni, limitando il ristagno liquido e riducendo la permeabilità capillare. Le creme e i sieri ottimizzati per l’area periorbitale sono di soli-

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cosmesi to arricchiti con sostanze quali la centella asiatica, il rusco, l’ippocastano e altri principi in grado di stimolare il microcircolo, contrastando così la formazione di antiestetiche borse e occhiaie. Risultati efficaci per il contorno occhi sono garantiti anche da gel rigeneranti con glucosamina o con fospidina, che restituiscono una maggiore elasticità capillare».

PELLE MISTA O CON PROBLEMATICHE Non è sempre facile indirizzare il cliente della farmacia verso i prodotti più adatti alla cura e alla salute della pelle del viso, anche perché possono esserci varianti che condizionano l’utilizzo di una referenza al posto di un’altra. Spesso la definizione che gli uomini danno della loro cute è “mista”. Quale può essere quindi la risposta migliore? «In realtà, non esiste un trattamento cosmetico standard per le pelli miste. Il problema deve essere valutato con attenzione a seconda del caso specifico, per poi agire di conseguenza. I cosmetici vanno consigliati in base alla condizione dominante, ovvero a seconda se la pelle mista è evidentemente più grassa o se, invece, risulta più secca. Generalmente, una cute mista non va ipernutrita, va pulita con formulazioni delicate e non va aggredita con lavaggi frequenti: il rischio, infatti, è di favorire un incremento della produzione di sebo», risponde Di Pietro. Diverso è il caso di chi richiede dermocosmetici per epidermidi problematiche come quelle particolarmente sensibili, quelle impure o couperosiche. «Per la sua stessa con-

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formazione, una delle problematiche più diffuse per la pelle maschile è la dermatite seborroica», puntualizza Di Pietro. «In questi casi, risulta utile applicare composti a base di alukina, una sostanza polifunzionale che unisce le proprietà di allume di rocca, vitamina A e acido 18 beta glicirretico, garantendo un’azione lenitiva, antibatterica, depurativa e antinfiammatoria, oltre a una rigenerazione cutanea. In presenza di couperose, invece, è fondamentale che i prodotti non contengano alcol. Tra le sostanze più efficaci per contrastare il disturbo ci sono ingredienti come germe di grano, emollienti, restitutivi e nutrienti; l’ippocastano, che aumenta la resistenza capillare e stimola la circolazione; la calendula, lenitiva e decongestionante; l’acido glicirretico, capace di restringere i capillari sanguigni dilatati e i derivati del rusco, vasocostrittori e vasoprotettori».

TRATTAMENTI A TUTTE LE ETÀ Sono numerosi, dunque, i prodotti viso dermocosmetici che gli uomini possono utilizzare per garantire un aspetto curato e sano alla propria pelle, con trattamenti diversificati e studiati in base alle modificazioni dell’epidermide nel tempo. «Per far sì che, nel corso degli anni, la pelle maschile resti sana e bella, in linea generale è necessario usare creme e sieri più leggeri rispetto a quelli adatti alle donne, ovvero prodotti che si assorbano rapidamente e che non appesantiscano la cute», sottolinea Di Pietro. «Per migliorare l’ossigenazione e rinvigorire la vitalità delle cellule, va spiegato che la pelle

del viso va lavata due volte al giorno, di mattina e di sera, usando acqua tiepida ed evitando detergenti aggressivi (il classico sapone solido), che possono eliminare le protezioni naturali della cute, rendendola così più soggetta a irritazioni e più esposta all’azione di agenti esterni come sole, vento, freddo e sbalzi di temperatura. Anche per gli uomini può essere utile fare delle maschere per contrastare i vari problemi della cute. In presenza di pelle grassa e con punti neri, per esempio, può essere d’aiuto utilizzare una maschera di argilla una volta alla settimana. Se il problema è rappresentato dalle rughe, si può suggerire l’applicazione di maschere dermocosmetiche con preparati ricchi di sostanze idratanti come la vitamina C, che aiuta il metabolismo delle cellule, o l’acido ialuronico. In caso di irritazioni dovute alla rasatura, si possono invece consigliare maschere a base di principi calmanti come il magnesio e la camomilla». Per chi deve consigliare gli uomini e chi compra il prodotto in farmacia per la salute della pelle maschile un’ultima raccomandazione: «Va ricordato che, nonostante la pelle maschile invecchi più lentamente rispetto a quella femminile, le rughe negli uomini tendono a essere più profonde. È perciò importante suggerire loro l’applicazione costante di prodotti antirughe tonificanti e profondamente idratanti. Per la bellezza della pelle maschile, perciò, sono di grande supporto sostanze che frenano l’evaporazione dell’acqua e migliorano l’idratazione, come delta lattone, acido ialuronico, glucosamina, fosfolipidi e fospidina».


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di Giuseppe Tandoi

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paralleli Il dialogo tra diritto e scienza, una chiave di lettura della storia umana

conoscenza, teoria generale e filosofia, Per chi non lo sapesse Fritjof Capra, insomma come una disciplina intelleteminente scienziato e docente a Berketuale dotata di una storia e di una strutley, è l’autore de Il Tao della fisica, libro t u ra c onc et t ua le le q ua l i h a n no che anni fa ebbe un inatteso successo similitudini sorprendenti con le scienze anche in Italia, trattando in modo “legdella natura. In realtà le due discipline gero” i nessi tra la fisica moderna e la hanno interagito nel corso della storia, a tradizione filosofica orientale. tal punto che la loro evoUn pensatore originale, luzione, parallela nel Capra, che negli anni ha L’ecologia tempo, ha por tato a continuato a interrogard e l d i r i t t o un’analoga evoluzione si sul senso del mondo, nella relazione concetoffrendo nuove chiavi di sipropone tuale tra “leggi della nalettura per interpretarlo. dirinnovare tura” e leggi dell’uomo». In questo caso ha collairapportisociali Insomma il diritto non è borato con Ugo Mattei equelli soltanto quello cui si luminare del dir itto, trauomo confrontano giornalmendocente in California e a te giudici e avvocati - e Torino - per dare origine enatura in Italia hanno molto da a questo Ecologia del fare, visto le milioni di cause pendenti diritto, edizione italiana, pubblicata da ma un elemento essenziale dell’evoluAboca, di un testo uscito con successo zione umana, da analizzare, secondo gli negli Usa. Il tutto nasce da quella che è autori, in stretta relazione con il progresuna visione sistemica della vita, tema so scientifico degli ultimi tre millenni, già affrontato qualche anno fa in Vita e dall’antichità a oggi. Non si tratta, intennatura, sempre per le edizioni Aboca: il diamoci, di semplici speculazioni, di mondo è da considerare come un sisteesercizi volti alla semplice erudizione. I ma di reti sociali e di comunità, non più saggi di Capra e dei suoi sodali si procome una macchina che funziona in mopongono come una vera piattaforma podo meccanicistico. Ora si fa un passo ullitica, in senso letterale: una nuova teriore, come si legge nella premessa visione dei rapporti sociali, del rapporto del volume: «Questo è il primo libro che tra uomo e natura. Un testo difficile? Sipresenta il diritto come un sistema di

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curamente sì, ma non impossibile, purché nel lettore siano presenti i necessari geni della curiosità e dell’approfondimento culturale. Che non fanno mai male. Buona lettura.

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L’utilizzo di triotopio, oltre che per la Bpco, anche per l’asma

Novità per la cura dell’asma. Alla terapia basata sull’associazione di ICS e beta 2 agonisti a lunga durata d’azione (Laba) si aggiunge un Lama, il primo della classe ad avere ottenuto l’indicazione per il trattamento broncodilatatore dell’asma negli adulti. Il farmaco, già approvato per il trattamento della Bpco, ha recentemente ottenuto l’indicazione per il trattamento dell’asma. Si tratta di tiotropio, un antagonista muscarinico a lunga durata d’azione che dovrebbe essere associato alla terapia con Ics/Laba nei pazienti che, già in terapia con questa combinazione, abbiano manifestato nel corso dell’ultimo anno uno o più episodi di riacutizzazione. Dagli studi condotti è risultato efficace in pazienti sintomatici nel ridurre il rischio di riacutizzazione dell’asma grave del 21 per cento e nel diminuire del 31 per cento il rischio di peggioramento della malattia, rispetto al trattamento con solo Ics-Laba. I risultati ottenuti riguardano il migliore andamento della malattia, il controllo dell’infiammazione delle vie aeree, dell’iperreattività bronchiale e della tosse. «Da una parte tiotropio esercita una modulazione del tono broncomotore e una inibizione del rimodellamento della mu-

scolatura liscia, dall’altra ha anche effetti antinfiammatori, ed è in grado di inibire il rilascio di citochine, fattori chemiotattici, entrando nelle vie di inibizione del reclutamento degli eosinofili» afferma Francesco Blasi, ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Milano e direttore dell’Uoc di Pneumologia presso la Fondazione Ca’ Granda-Policlinico. «Tiotropio, inoltre, svolge un’azione molto interessante sulla modulazione della produzione del muco all’interno delle cellule e aumen-

ta la soglia di stimolo della tosse». Il farmaco si avvale di un sistema di erogazione privo di gas propellente e facile da usare. La nebulizzazione in particelle fini fa sì che il prodotto si distribuisca in modo uniforme nei polmoni, riducendo la quantità che si deposita a livello del cavo orale. L’asma, che in Italia interessa almeno tre milioni di persone, può essere efficacemente controllata con i farmaci a disposizione, a fronte di una incidenza trascurabile di effetti collaterali. Si tratta infatti di una malattia infiammatoria cronica, curabile ma non guaribile, nella quale fasi di peggioramento si alternano a periodi durante i quali si ha la totale remissione dei sintomi e molto spesso l’abbandono delle terapie da parte dei pazienti. Il mancato controllo dei sintomi o l’inefficacia della terapia possono essere però dovuti anche a un uso non corretto dell’inalatore; in questo senso anche il ruolo del farmacista può essere rilevante.

Control’asma week Una settimana di visite e controlli gratuiti per sensibilizzare le persone con asma sull’importanza di non trascurare la malattia e sottovalutarne la gravità. È quanto si propone la campagna “Control’asma week”, promossa dalla FederAsmaeAllergie Onlus con il patrocinio della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica, e della Società italiana di pneumologia, e il supporto di AstraZeneca. Dal 5 al 9 giugno oltre 50 centri accreditati (per conoscerli www.controlasma.it) in tutta Italia accoglieranno i pazienti per un consulto specialistico durante il quale ciascuno potrà ricevere un inquadramento della propria situazione e consigli sulla terapia più adatta. Ai pazienti verrà quindi rilasciata una prescrizione scritta, rivolta anche al medico di base, e una guida informativa sull’asma. Ogni centro prevede di accogliere circa quaranta pazienti, secondo modalità stabilite autonomamente, grazie al supporto di medici volontari. È indispensabile prenotare al numero verde 800 628989.

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iniziative

di Claudio Buono

A fianco

del cittadino Parte dalle farmacie lombarde una campagna di prevenzione del melanoma do la gamma delle prestazioni offerte, potenziando, in particolare, il proprio impegno sul fronte del monitoraggio del corretto uso dei farmaci a favore dei pazienti cronici, e ampliando altresì i servizi di alta valenza sociosanitaria (prenotazione di visite ed esami tramite Cup, test diagnostici di prima istanza, screening per l’individuazione precoce di patologie di forte impatto sociale, come il tumore del colon retto o le patologie metaboliche), utili soprattutto per le fasce più deboli della popolazione». Da parte sua, Enzo Lucchini, presidente della Fondazione Irccs-Istituto nazionale dei tumori, rende noto come l’Istituto abbia subito aderito con convinzione all’iniziativa: «Il progetto è di fondamentale importanza, perché non esistono interventi più efficaci dello screening e degli esami dermatologici per intervenire nella cura dei tumori della pelle. La parola d’ordine, ancora una volta, è prevenzione». L’importanza degli screening è stata ribadita anche da Antonino Di Pietro, direttore scientifico di Vita Cutis: «Una diagnosi precoce può fare la differenza per il buon esito della malattia ed è per questo che ho aderito con entusiasmo a questa importante campagna di prevenzione, a cui prenderà parte anche il nostro team di dermatologi».

re direttamente e temÈ stata presentata in ReUna pestivamente una delle gione Lombardia “Mac500 visite gratuite prechie, senza paura”, una patologia viste presso l’Istituto campagna di prevenzione che negli nazionale dei tumori o del melanoma promossa ul timi dieci l’Istituto dermoclinico da Federfarma Milano, Istianni ha Vita Cutis di Milano. «Il tuto nazionale dei tumori e Istituto dermoclinico Vita visto quasi ruolo della farmacia sta Cutis, in collaborazione raddoppiare evolvendo in parallelo ai cambiamenti in atto con l’assessorato regionale i casi nella società», sottolial Welfare. nea Annarosa Racca, Il progetto si articola in più presidente di Federfarma. «Per rispondere fasi, con il coinvolgimento in primis delle ai bisogni di una popolazione che invecprovince di Milano, Lodi e Monza e, a sechia e che è colpita da patologie croniche, guire, della Lombardia, e poi di altre regioma che comunque vuole mantenere saluni d’Italia. Proprio per mettere in risalto te e benessere, la farmacia sta estendenl’importanza della prevenzione, il 12 maggio scorso le 800 farmacie delle province di Milano, Lodi e Monza Brianza, hanno I dati nazionali dato la possibilità ai cittadini di compilare un questionario, avvalendosi dell’assiIl melanoma è un tumore molto aggressivo, il terzo tipo più comune nella popolaziostenza di un operatore, allo scopo di capine con meno di cinquant’anni. Colpisce la pelle e se non viene asportato in tempo re se fossero presenti eventuali macchie va in profondità: le cellule maligne entrano nel sangue raggiungendo gli organi procutanee che facessero sospettare una sifondi e generando metastasi. In Italia, le diagnosi di questa patologia nell’ultimo detuazione a rischio. In caso di dubbi durancennio sono quasi raddoppiate: da circa 7.000 nel 2006 si è passati a 13.800 nel 2016. te questa prima fase esplorativa, al E i pazienti sono sempre più giovani, con un numero crescente di quarantenni. farmacista è stata data facoltà di prenota-

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Realizzato con il contributo dell’Università degli Studi di Milano per l’analisi delle interazioni farmacologiche


Legale

L Rivisitazione tecnico-giuridica della disciplina sulle preparazioni galeniche a scopo dimagrante

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a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

a galenica

restaurata

Come era prevedibile il ministero della Sato questo, fatta salva la pregiudiziale colute ha emendato, con decreto 31 marzo munitaria, già all’esame della Corte di 2017, il precedente suo decreto 22 dicemgiustizia Ue su iniziativa del Consiglio di bre 2016 in materia di preparazioni galeniStato (ordinanze 11 marzo 2016 n. 966 e 19 che a scopo dimagrante (Punto Effe n. dicembre 2016 n. 53f73), sulla stessa possi5/2017: “On label, off label”), recependo le bilità di un utilizzo off label di un medicinaconclusioni formulate dal Tavolo tecnico le, preconfezionato o galenico che sia, in istituito al riguardo che sono state avallate presenza di un medicinale on label dotato dall’Istituto superiore di sanità e dall’Agendi Aic per la medesima terapia, che viene zia italiana del farmaco. invece ritenuto possibile a certe condizioni È venuta così meno non solo l’indicazione dall’articolo 5 della Legge n. 94/1998 per di molti dei principi attivi enunciati dal prequanto riguardi sia i medicinali preconfecedente divieto ministeriale di utilizzo nella zionati di origine industriale (comma 3) sia prescrizione e allestimento nelle preparale preparazioni galeniche allestite in farmazioni galeniche a scopo dimagrante in funcia (comma 5). zione della probabilità di rischio per la salute pubblica, ma soprattutto è venuto L’ARTICOLO 5 meno l’ostracismo dato alle preparazioni Anche nel restauro della disciplina giuridica galeniche off label a fattispecie aperta a sulla prescrizione e sull’allestimento delle ogni principio attivo a scopo dimagrante preparazioni galeniche off label a scopo diper il quale non esistesmagrante contenenti le se un’attendibile quanto sostanze medicinali di cui è venuto meno alla novella del Decreto improbabile letteratura l’ostracismo ministeriale 31 marzo internazionale sulla sua sialle curezza, che si era tradotta 2017, se mai utilizzate sinin una ben discutibile claupreparazioni golarmente o in associasola di salvaguardia sulla zione tra loro, appare off label cui legittimità era sorto decisivo il rinvio recettizio a f a t t i s p e c i e ben più di un dubbio per la alla normativa di cui aperta sua genericità, già censuall’articolo 5 della Legge rata sotto il profilo della n. 94/1998, implementato mancata precisazione del precetto (Tar La(come si dice in pessimo italiano) dalle sezio, Roma, ordinanza 19 giugno 2000, n. guenti avvertenze tutt’altro che formali, atti4976 - sentenza 1 ottobre 2013, n. 8523): tutnenti la redazione da parte del medico e la


Legale spedizione della relativa ricetta medica da parte del farmacista in farmacia che così si possono riassumere in termini imperativi: a) il medico indichi nella ricetta la finalità dimagrante della prescrizione; b) il medico attesti il consenso informato a tale trattamento terapeutico già ottenuto in forma scritta da parte del paziente; c) il medico specifichi sulla ricetta le esigenze particolari del trattamento terapeutico che giustifichino il ricorso alla prescrizione galenica estemporanea nonché le relative indicazioni d’uso; d) il medico trascriva nella ricetta un riferimento numerico o alfanumerico che consenta di risalire all’identità del paziente; e) il farmacista trasmetta mensilmente alla Asl di competenza, in originale o in copia, la ricetta medica spedita; f) l’Asl di competenza invii la ricetta medica spedita dal farmacista al ministero della Salute per le opportune verifiche. Aggiungesi che la denegata inosservanza a ciascuna disposizione di tale settimino normativo, a tacere della altrettanto denegata ulteriore conseguenza sul piano giuridico-professionale, costituisce un illecito disciplinare (comma 6) che viene sottoposto sul piano etico-professionale in sede amministrativa alla giurisdizione domestica degli Ordini dei medici e degli Ordini dei farmacisti e in sede giurisdizionale a quella della risorta Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (Dpcm 27 dicembre 2016). Rimane però da chiedersi se il divieto di utilizzo delle sostanze medicinali di cui alla novella del Decreto ministeriale 31 marzo 2017 relativo alla prescrizione e all’allestimento di preparazioni galeniche a scopo dimagrante - che ricorda, non solo per i suoi laccioli, la venus restaurée di Man Ray - si estenda o meno, a ragione del rischiobeneficio già paventato, a ogni altro utilizzo di tali sostanze nei medicinali preconfezionati e/o galenici destinati off label a una diversa finalità terapeutica: il dubbio è tutt’altro che metodico.

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INTERVISTA A...

di Giuseppe Tandoi

Sempre

più digitali A distanza di un anno da una precedente intervista a Punto Effe troviamo Mauro Santapaola ancora più determinato. Nel 2016 si celebrava il ventennale dalla nascita, in Germania, di Rowa; in pochi anni una crescita esponenziale. Il risultato: 7.000 farmacie servite a livello globale, in quaranta Paesi, 500 clienti in Italia, dove i dipendenti sono trentacinque (600 nel mondo). «Il mercato italiano è definitivamente decollato», considera Santapaola, «e i titolari che già negli anni scorsi hanno investito in automazione hanno anticipato i tempi e le sfide future, comprese quelle legate all’approvazione del Ddl Concorrenza. Da parte nostra già da tempo stiamo ragionando in termini di network: la nostra offerta è pensata, grazie ai sistemi cloud, anche per le aggregazioni di farmacie. Esistono già in Europa reti che gestiscono il category a livello centralizzato, grazie ai nostri prodotti».

Un anno dopo Un anno non è passato invano, Bd Rowa punta sempre più sulle soluzioni digitali: gli schermi della gamma Rowa Vmotion, solo per fare un esempio, sono già trecento in Europa e oltre sessanta in Italia. «Non è un caso se ab-

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biamo voluto caratterizzare le nostre campagne pubblicitarie», sottolinea l’ad, «con il motto Simply Rowa-Semplicememente Rowa: l’obiettivo è semplificare la vita dei nostri clienti in un periodo in cui le sfide sono particolarmente importanti. Lo scorso anno abbiamo lanciato Rowa Vmax 210, un prodotto particolarmente adatto a superifici quadrate, che consente un’elevata capacità di stoccaggio. Lo stesso discorso vale per la funzione Ocr per il carico automatico - applicata ai sistemi ProLog e iProLog che identifica ed elabora le date di scadenza, facilitandone la gestione e il controllo e aumentando la sicurezza nella dispensazione dei farmaci. Siamo partiti da un cliente pilota e oggi è una release avviata, con oltre settanta clienti che ne usufruiscono». Novità recente è quella del predictive service, una funzione opzionale che consente, grazie al monitoraggio deg l i i mpia nt i d a remot o, un’analisi dei dati da parte del centro di assistenza Rowa, in modo da anticipare eventuali problematiche che possono verificarsi all’interno della macchina e intervenendo preventivamente ed evitando eventi che ne blocchino il funzionamento.

«Un’altra novità è quella del Rowa Box System. Si tratta di un sistema per l’allestimento automatico degli ordini rivolto alle farmacie che riforniscono più filiali attraverso un magazzino centralizzato oppure a quelle che già praticano l’e-commerce. Una soluzione sia hardware sia software, per l’assegnazione degli ordini ai contenitori, divisione degli ordini in più contenitori, gestione multi-magazzino (Dpc) e interfacciamento a più software gestionali contemporaneamente».

Fin qui si parla di automazione in farmacia, ma un asset su cui sta puntando sempre il gruppo è quello che si rivolge alla distribuzione intermedia: cento gli impianti già installati, a livello globale. «E non parliamo di un singolo macchinario», precisa Santa-


intervista a...

Bd Rowa Italia accelera sulle nuove tecnologie applicate all’automazione. A colloquio con l’ad Mauro Santapaola L’amministratore delegato di Bd Rowa Italia, Mauro Santapaola

Due premi per l’innovazione Nel corso di Cosmofarma sono stati consegnati gli Innovation & Research Award alle aziende che hanno presentato progetti e prodotti ad alto contenuto di innovazione. Vincitore del premio è Bd Rowa nella categoria “Management & Digitale” con la vetrina Rowa Vmotion e nella categoria “Tecnologie per la farmacia” con il software Ocr del sistema di carico completamente automatico Rowa ProLog.

paola, «ma di tre o quattro macchine per ogni centro di distribuzione. Di fronte alla necessità per queste aziende di gestire un numero sempre crescente di referenze, le nostre soluzioni sono studiate in modo da integrare, non sostituire, l’automazione preesistente. Un nuovo segmento di mercato che stiamo avvicinando con buoni risultati, visto che abbiamo già quattro clienti attivi in Italia».

Comunicazione a tutto tondo Nell’ambito delle soluzioni digitali il prodotto di punta è Rowa Vmotion, la vetrina virtuale che solitamente viene

collocata nel retrobanco o, in alcuni casi, nell’area a libero servizio. È, in pratica, una virtualizzazione del category, uno strumento di digital merchandising e promozione di campagne commerciali. Obiettivo: rendere più semplice ed efficace la visualizzazione dei prodotti e il consiglio del farmacista. «La parola d’ordine è Omni Channel: la vetrina virtuale Rowa Vmotion può essere importata simultaneamente anche su Rowa Vpoint e prodotti della stessa filiera. Il sistema Rowa Vcloud è infatti in grado di gestire tutti i canali a livello centrale». La logica è chiara: assecondare l’esigenza sempre più sentita dai

farmacisti di considerare la propria attività ben oltre il punto vendita fisico, allargandola alle opzioni digitali (ecommerce, social network…). Dalla farmacia classica a quella che si avvale di un sistema articolato di vetrine virtuali: all’interno dell’area vendita, in vetrina e, in alcuni casi, anche lontano dal punto vendita, per esempio nelle farmacie situate all’interno di centri commerciali. In questo modo l’interazione con il pubblico può crescere in maniera esponenziale. «Tutta questa rete di comunicazione può essere gestita agevolmente con Vcloud. Uno strumento, molto versatile, che consente di diffondere

un’immagine univoca del brand su tutti i canali a disposizione. Bisogna saper coinvolgere il cliente su più fronti. Una novità del Rowa Vmotion è che periodicamente lo aggiorniamo con nuove release, l’ultima delle quali lo trasforma in un mezzo di gestione integrata della farmacia, con tanto di statistiche sull’utilizzo dello schermo e sulle vendite fatte attraverso di esso», conclude Santapaola. La comunicazione social, fa intendere, più che una alternativa è, per il farmcista, una scelta obbligata, e Rowa, da parte sua, mette a disposizione tutti gli strumenti per renderla più agevole: «Basta un click».

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Spigolature

Davide Petrosillo

nuovo presidente Fenagifar Davide Petrosillo, già presidente di Agifar Bergamo, è stato eletto presidente della Federazione nazionale dei giovani farmacisti. Succede a Pia Policicchio. «Questo non è un traguardo», sottolinea Petrosillo, «ma un punto di partenza. È l’inizio di un viaggio di un’intera squadra che, coesa e convinta delle proprie idee, intende perseguire un programma, ambizioso e intenso, e sempre più rivolto ad alimentare nei giovani farmacisti la passione per una professione importante e carica di valori positivi, non solo scientifici e tecnici, ma etici e sociali». Il direttivo, rinnovato, vede due donne in veste di vice presidenti, Carolina Carosio e Francesca Rossi, come segretario Luigi Congi e come tesoriere Matteo Zerbinato. Il resto della squadra è composto da Dario Leonardo Dinoi , Giuseppe Ditto, Valentina Marino, Filiberto Orlacchio, Emanuele Platter e Luigi Verrengia .

PharmEvolution 2017 a Catania

Nuova location, area nutrizionale dedicata con laboratori del gusto e percorsi sensoriali riservati ai farmacisti, prima master class pratica per valorizzare il layout della farmacia. Sono alcune novità dell’edizione 2017 di PharmEvolution, in programma il 6, 7 e 8 ottobre a Catania, nel centro fieristico Le Ciminiere. Un sito di archeologia industriale con un’area espositiva di 4.000 metri

quadrati, ricavati negli antichi impianti di raffinazione dello zolfo. Oltre ai tradizionali convegni e incontri con esperti, PharmEvolution 2017 proporrà infatti laboratori del gusto e percorsi sensoriali, realizzati all’interno di un’area tematica, e la master class pratica Back to basics, rivolta a farmacisti e sviluppata da Shackleton Consulting. La manifestazione riserverà, come di consueto, largo spazio sia alla for-

mazione, con seminari e corsi Ecm, sia all’incontro tra domanda e offerta di beni e servizi per il mondo della farmacia, un comparto che stenta a uscire dalla crisi ma che di anno in anno si presenta sempre più vivo e vitale.

Rapporto Airtum 2016 sui tumori

Oggi in Italia il 63 per cento delle donne e il 54 degli uomini colpiti dal cancro sconfigge la malattia. Il dato si riferisce alle persone che si sono ammalate nel 20052009, che presentano un miglioramento rispetto a coloro che hanno ricevuto la diagnosi nel quinquennio precedente (2000-2004, donne 60 per cento, uomini 51). Per i cinque tumori più frequenti (seno, colon-retto, polmone,

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prostata, vescica) questo passo in avanti si traduce in più di 6.270 persone vive. Complessivamente al Nord si registrano migliori rispetto al Sud: le sopravvivenze più elevate sono in Emilia-Romagna e Toscana sia negli uomini (56 per cento) sia nelle donne (65). In Emilia-Romagna si registra la sopravvivenza più elevata per colon-retto (69 per cento) e mammella (89); per la prostata in Friuli Venezia-Giulia (95 per

cento); per il polmone, nonostante la sopravvivenza sia rimasta molto bassa, i dati migliori si registrano in EmiliaRomagna e Lombardia (18 per cento). È quanto emerge nel Rapporto Airtum 2016 (Associazione italiana registri tumori). «La migliore sopravvivenza nelle donne è in gran parte legata anche al fatto che tra le italiane il tumore più frequente è quello della mammella, con un programma di scree-

ning attivo da anni e un continuo miglioramento delle cure», sottolinea Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom. Per quanto riguarda la diffusione dei programmi di screening oncologico a livello nazionale, anche se migliorata negli anni, risente ancora di gravi ritardi al Sud: questo spiega in parte la disparità di sopravvivenza tra aree geografiche per le sedi oggetto di screening (mammella, cervice e colon-retto)».


sul vaccino adiuvato

Coperture in crescita, nella stagione influenzale appena trascorsa. Ma siamo ancora lontani da quel 75 per cento che rappresenta la soglia ottimale di profilassi nei soggetti a rischio per patologia e soprattutto per gli over 65, visto che sopra questa età si concentra mediamente il 90 per cento dei decessi legati alla più nota infezione virale dell’inverno. Un nuovo allarme sulla scarsa propensione degli italiani a proteggersi dall’influenza e dalle complicanze a essa correlate, che possono

portare a un incremento dei ricoveri ospedalieri e a un aumento della mortalità, è stato lanciato oggi dagli esperti riuniti a Roma in occasione della presentazione del primo rapporto italiano di Health technology assessment sul vaccino influenzale trivalente adiuvato. Gli esperti dell’Università Cattolica di Roma, delle Università di Genova e Firenze e della Liuc Università Cattaneo di Castellanza, hanno preso in esame il vaccino “adiuvato”, cioè potenziato per indurre una più effi-

ciente risposta del sistema immunitario, giungendo alla conclusione che, nella popolazione over 65, questo vaccino rappresenta una soluzione ottimale in termini preventivi sia sotto l’aspetto medico sia sotto il profilo economico. Il nuovo modello economico ha evidenziato infatti che, se fosse utilizzato il solo vaccino adiuvato per la prevenzione dell’influenza nella popolazione over 65, pur mantenendo una copertura vaccinale del 49,9 per cento come riscontrato nell’ultima stagione, ri-

spetto alla situazione attuale si potrebbe ottenere una riduzione di almeno 29.000 casi di influenza, circa 3.000 casi di complicanze e circa un migliaio di ospedalizzazioni. Numeri importanti considerando il fatto che ogni anno, in Italia, centinaia di decessi negli over 65 sono riconducibili al virus influenzale. Inutile ricordare che questi risultati potrebbero ulteriormente migliorare all’aumentare delle coperture vaccinali.

Spigolature

Il primo studio italiano di Hta

Una campagna per le donne

Rompere il silenzio che circonda il tumore al seno metastatico. Dare voce alle migliaia di donne italiane affette da questa malattia, persone “invisibili” agli occhi dei media e dell’opinione pubblica, che ancora non trovano l’ascolto e l’assistenza di cui hanno bisogno. Ribadire l’importanza di garantire, a tutte le donne che convivono con un tumore al seno in fase avanzata, il diritto alla migliore qualità di vita possibile, l’accesso alle migliori terapie innovative oggi disponibili, la continuità o il reinserimento lavorativo. Sono questi gli obiettivi di “Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con tumore al seno metastatico”, campagna nazionale di sensibilizzazione promossa da Pfizer in collaborazione con Fondazione Aiom ed Europa Donna Italia, per sconfiggere paure e tabù attraverso la forza del racconto diretto della malattia. «Convivere col tumore al seno metastatico significa avere l’esistenza limitata e scandita da una malattia per la quale al momento non vi è la prospettiva della guarigione ma che grazie alle nuove terapie è possibile oggi cronicizzare», afferma Domenica Panaccione, membro della Commissione sul tumore al seno metastatico di Europa Donna Italia. «Il peso fisico e psicologico di una tale condizione nella quotidianità è a dir poco logorante e la paziente si sente subito emarginata socialmente, sola, alienata. Le relazioni affettive, in primis quelle della sfera familiare e amicale, diventano complicate poiché il cancro metastatico colpisce non solo la malata ma tutto il nucleo che la circonda».

Costa neo presidente difedersalus Andrea Costa è il nuovo presidente di Federsalus. Subentra a Marco Testa, dimessosi per motivi personali. Laureato in Economia e commercio, Costa è amministratore delegato di S.I.I.T. srl, azienda di famiglia, italiana, fondata nel 1951, che sviluppa e produce per con-

to terzi integratori alimentari. Da più di dieci anni nel consiglio direttivo di Federsalus, Costa sarà affiancato dai vicepresidenti Antonino Santoro (Difass Srl) e Cristina Tosi (Pegaso Srl), neo eletta. Il Consiglio Direttivo è composto da Franco Bianco (Equilibra Srl), Walter Bertin

(Labomar Srl), Floriana Raso (Loacker Remedia Srl), Francesco Nicotra (EPO Srl), Alessandro Sertorio (Farmaceutici Procemsa Spa), Andrea Zanardi (Meda Pharma Spa/Mylan Spa) Cinzia Pranzoni (Pasquali Srl) e Rosanna Zancani (Scharper Spa) nel ruolo di Tesoriere.

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DIBASE

1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione; DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale; DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale; DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile; DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione 10 ml contengono: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. 1 goccia contiene: 250 U.I. di vitamina D3. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 0,625 mg pari a 25.000 U.I. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Un contenitore monodose contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 1,25 mg pari a 50.000 U.I. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 2,5 mg pari a 100.000 U.I. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: colecalciferolo (vitamina D3) 7,5 mg pari a 300.000 U.I. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA soluzione iniettabile; soluzione orale; gocce orali, soluzione. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D. 4.2 Posologia e modo di somministrazione DIBASE può essere somministrato a cadenza giornaliera, settimanale, mensile o annuale (vedere paragrafo 5.2). In caso di terapia per via orale, si raccomanda di somministrare DIBASE durante i pasti (vedere paragrafo 5.2). La terapia per via intramuscolare è indicata solo in caso di sindromi da malassorbimento. Prevenzione della carenza di vitamina D: la somministrazione preventiva di DIBASE è consigliata in tutte le condizioni caratterizzate da maggior rischio di carenza o da aumentato fabbisogno. È generalmente riconosciuto che la prevenzione della carenza di vitamina D deve essere effettuata: in maniera sistematica nel neonato (in particolare nel prematuro), nel lattante, nella donna in gravidanza (ultimo trimestre) e nella donna che allatta alla fine dell’inverno e in primavera, nel soggetto anziano, eventualmente nel bambino e nell’adolescente se l’esposizione solare è insufficiente; nelle seguenti condizioni: • scarsa esposizione solare o intensa pigmentazione cutanea, regime alimentare squilibrato (povero di calcio, vegetariano, ecc.), patologie dermatologiche estese o malattie granulomatose (tubercolosi, lebbra, ecc.); • soggetti in trattamento con anticonvulsivanti (barbiturici, fenitoina, primidone); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee a lungo termine; • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Trattamento della carenza di vitamina D: la carenza di vitamina D deve essere accertata clinicamente e/o con indagini di laboratorio. Il trattamento è teso a ripristinare i depositi di vitamina D e sarà seguito da una terapia di mantenimento se persiste il rischio di carenza, ad un dosaggio di vitamina D idoneo alla prevenzione (vedi sopra “Prevenzione della carenza di vitamina D”). Nella maggior parte dei casi è consigliabile non superare, in fase di trattamento, una dose cumulativa di 600.000 U.I. all’anno, salvo diverso parere del medico. A titolo indicativo si fornisce il seguente schema posologico, da adattare a giudizio del medico sulla base della natura e gravità dello stato carenziale (vedere anche paragrafo 4.4). DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione Le posologie giornaliere sotto indicate possono essere assunte anche una volta alla settimana moltiplicando per sette la dose giornaliera indicata. Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 2-4 gocce al giorno (pari a 500-1.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 8-16 gocce al giorno (pari a 2.000-4.000 U.I. di vitamina D3) per 4-5 mesi. Donne in gravidanza 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3) nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 3-4 gocce al giorno (pari a 750-1.000 U.I. di vitamina D3). In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio fino a 8 gocce al giorno (pari a 2.000 U.I. di vitamina D3). Trattamento: 20-40 gocce al giorno (pari a 5.000-10.000 U.I. di vitamina D3) per 1-2 mesi. Istruzioni per l’uso La confezione contiene 1 flacone ed un contagocce. Il flacone è dotato di una capsula a prova di bambino. Il contagocce è dotato di una custodia. Per l’impiego seguire le istruzioni sotto riportate: a. aprire il flacone rimuovendo la capsula nel modo seguente: premere e contemporaneamente svitare (vedi Figura 1); b. svitare la custodia in plastica che avvolge la punta del contagocce (vedi Figura 2); c. inserire il contagocce nel flacone per prelevare il contenuto. Dosare le gocce in un cucchiaio e somministrare (vedasi “Posologia e modo di somministrazione”); d. chiudere il flacone (vedi Figura 3). Riavvitare la custodia sulla punta del contagocce; e. riporre il flacone ed il contagocce nella confezione.

Figura 1

Figura 2

Figura 3

Per aprire il flacone, premere e contemporaneamente svitare la capsula.

Prima di utilizzare il contagocce, svitare la custodia che avvolge la punta.

Per chiudere il flacone, avvitare la capsula (non è necessario premere).

DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) ogni 1-2 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 16-24 settimane. Donne in gravidanza 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese nell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 25.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 2 contenitori monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Neonati, Bambini e Adolescenti (<18 anni) Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2-4 mesi. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta a settimana per 8-12 settimane. Donne in gravidanza 2 contenitori monodose (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese. Trattamento: 1 contenitore monodose (pari a 50.000 U.I. di vitamina D3) una volta alla settimana per 8-12 settimane. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Neonati fino a 24 mesi Prevenzione: Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4-8 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 4-6 mesi. Donne in gravidanza 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) all’inizio dell’ultimo trimestre. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 4 mesi. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 100.000 U.I. di vitamina D3) ogni 2 mesi. Trattamento: 2 fiale (pari a 200.000 U.I. di vitamina D3) una volta al mese per 3 mesi. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Neonati fino a 24 mesi Si consiglia di somministrare le dosi con DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione oppure con DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale o con DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale. Bambini e Adolescenti (2-18 anni) Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 3 mesi. Adulti e Anziani Prevenzione: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) una volta all’anno. In soggetti ad alto rischio di carenza può essere necessario aumentare il dosaggio a 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) ogni 6 mesi. Trattamento: 1 fiala (pari a 300.000 U.I. di vitamina D3) da ripetere dopo 6 settimane. Istruzioni per l’uso Le dosi possono essere somministrate per via orale o intramuscolare. Le fiale sono dotate di anello di prerottura e devono essere aperte nel modo seguente: tenere con una mano la parte inferiore della fiala; porre l’altra mano sulla parte superiore posizionando il pollice al di sopra dell’anello bianco ed esercitare una pressione. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al colecalciferolo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Ipercalcemia, ipercalciuria. Calcolosi renale (nefrolitiasi, nefrocalcinosi). Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4). 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego In caso di somministrazioni prolungate con alti dosaggi, si consiglia di monitorare il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo. Interrompere l’assunzione di DIBASE quando il livello sierico di 25-idrossi-colecalciferolo supera i 100 ng/ ml (pari a 250 nmol/l). Nei pazienti anziani già in trattamento con glicosidi cardiaci o diuretici è importante monitorare la calcemia e la calciuria. In caso di ipercalcemia o di insufficienza renale, ridurre la dose o interrompere il trattamento. Per evitare un sovradosaggio, tenere conto della dose totale di vitamina D in caso di associazione con trattamenti contenenti già vitamina D, cibi addizionati con vitamina D o in caso di utilizzo di latte arricchito con vitamina D. Nei seguenti casi può essere necessario un aumento dei dosaggi rispetto a quelli indicati:


• soggetti in trattamento con anticonvulsivanti o barbiturici (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con terapie corticosteroidee (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con ipolipidemizzanti quali colestipolo, colestiramina e orlistat (vedere paragrafo 4.5); • soggetti in trattamento con antiacidi contenenti alluminio (vedere paragrafo 4.5); • soggetti obesi (vedere paragrafo 5.2); • patologie digestive (malassorbimento intestinale, mucoviscidosi o fibrosi cistica); • insufficienza epatica. Il prodotto deve essere prescritto con cautela a pazienti affetti da sarcoidosi, a causa del possibile incremento del metabolismo della vitamina D nella sua forma attiva. In questi pazienti occorre monitorare il livello del calcio nel siero e nelle urine. Pazienti affetti da insufficienza renale presentano un alterato metabolismo della vitamina D; perciò, se devono essere trattati con colecalciferolo, è necessario monitorare gli effetti sull’omeostasi di calcio e fosfato. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione L’uso concomitante di anticonvulsivanti o barbiturici può ridurre l’effetto della vitamina D3 per inattivazione metabolica. In caso di trattamento con diuretici tiazidici, che riducono l’eliminazione urinaria del calcio, è raccomandato il controllo delle concentrazioni sieriche di calcio. L’uso concomitante di glucocorticosteroidi può ridurre l’effetto della vitamina D3. In caso di trattamento con farmaci contenenti la digitale, la somministrazione orale di calcio combinato con la vitamina D aumenta il rischio di tossicità della digitale (aritmia). È pertanto richiesto lo stretto controllo del medico e, se necessario, il monitoraggio elettrocardiografico e delle concentrazioni sieriche di calcio. Un concomitante uso di antiacidi contenenti alluminio può interferire con l’efficacia del farmaco, diminuendo l’assorbimento della vitamina D, mentre preparati contenenti magnesio possono esporre al rischio di ipermagnesiemia. Studi sugli animali hanno suggerito un possibile potenziamento dell’azione del warfarin quando somministrato con calciferolo. Sebbene non vi siano simili evidenze con l’impiego di colecalciferolo è opportuno usare cautela quando i due farmaci vengono usati contemporaneamente. La colestiramina, il colestipolo e l’orlistat riducono l’assorbimento della vitamina D, mentre l’alcolismo cronico diminuisce le riserve di vitamina D nel fegato. 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento Gravidanza Nei primi 6 mesi di gravidanza la vitamina D deve essere assunta con cautela per il rischio di effetti teratogeni (vedere paragrafo 4.9). Allattamento Quando necessario, la vitamina D può essere prescritta durante l’allattamento. Tale supplementazione non sostituisce la somministrazione di vitamina D nel neonato. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Non sono disponibili dati sugli effetti del prodotto sulla capacità di guidare. Tuttavia, un effetto su tale capacità è improbabile. 4.8 Effetti indesiderati Se la posologia è conforme alle effettive esigenze individuali, DIBASE è ben tollerato, grazie anche alla capacità dell’organismo di accumulare il colecalciferolo nei tessuti adiposi e muscolari (vedere paragrafo 5.2). Gli effetti indesiderati segnalati con l’uso della vitamina D sono i seguenti: Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilità. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: debolezza, anoressia, sete. Disturbi psichiatrici: sonnolenza, stato confusionale. Patologie del sistema nervoso: cefalea. Patologie gastrointestinali: costipazione, flatulenza, dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, gusto metallico, secchezza delle fauci. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash, prurito. Patologie renali e urinarie: nefrocalcinosi, poliuria, polidipsia, insufficienza renale. Esami diagnostici: ipercalciuria, ipercalcemia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette: La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. 4.9 Sovradosaggio Interrompere l’assunzione di DIBASE quando la calcemia supera i 10,6 mg / dl (2,65 mmol/l) o se la calciuria supera 300 mg/24 h negli adulti o 4-6 mg/ kg/die nei bambini. Il sovradosaggio si manifesta come ipercalciuria e ipercalcemia, i cui sintomi sono i seguenti: nausea, vomito, sete, polidipsia, poliuria, costipazione e disidratazione. Sovradosaggi cronici possono portare a calcificazione vascolare e degli organi, come risultato dell’ipercalcemia. Il sovradosaggio durante i primi 6 mesi di gravidanza può avere effetti tossici nel feto: esiste una correlazione tra eccesso di assunzione o estrema sensibilità materna alla vitamina D durante la gravidanza e ritardo dello sviluppo fisico e mentale del bambino, stenosi aortica sopravalvolare e retinopatia. L’ipercalcemia materna può anche portare alla soppressione della funzione paratiroidea nei neonati con conseguente ipocalcemia, tetania e convulsioni. Trattamento in caso di sovradosaggio Interrompere la somministrazione di DIBASE e procedere alla reidratazione. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: Vitamina D e analoghi, colecalciferolo. Codice ATC: A11CC05. La vitamina D corregge una situazione carenziale della stessa e aumenta l’assorbimento intestinale di calcio. 5.2 Proprietà farmacocinetiche

Come per le altre vitamine liposolubili, l’assorbimento del colecalciferolo a livello intestinale è favorito dalla concomitante assunzione di alimenti contenenti grassi. Il colecalciferolo è presente nel circolo ematico in associazione a specifiche α-globuline che lo trasportano al fegato, dove viene idrossilato a 25-idrossi-colecalciferolo. Una seconda idrossilazione avviene nei reni, dove il 25-idrossi-colecalciferolo viene trasformato in 1,25-diidrossi-colecalciferolo, che rappresenta il metabolita attivo della vitamina D responsabile degli effetti sul metabolismo fosfocalcico. Il colecalciferolo non metabolizzato viene accumulato nei tessuti adiposi e muscolari per essere reso disponibile in funzione del fabbisogno dell’organismo: per questo motivo DIBASE può essere somministrato anche a cadenza settimanale, mensile o annuale. Nei soggetti obesi si riduce la biodisponibilità della vitamina D a causa dell’eccesso di tessuto adiposo. La vitamina D viene eliminata attraverso le feci e le urine. 5.3 Dati preclinici di sicurezza Gli studi preclinici condotti in varie specie animali dimostrano che gli effetti tossici si verificano nell’animale a dosi nettamente superiori a quelle previste per l’uso terapeutico nell’uomo. Negli studi di tossicità a dosi ripetute, gli effetti più comunemente riscontrati sono stati: aumento della calciuria, diminuzione della fosfaturia e della proteinuria. A dosi elevate, è stata osservata ipercalcemia. In una condizione prolungata di ipercalcemia le alterazioni istologiche (calcificazione) più frequenti sono state a carico dei reni, cuore, aorta, testicoli, timo e mucosa intestinale. Gli studi di tossicità riproduttiva hanno dimostrato che il colecalciferolo non ha effetti nocivi sulla fertilità e riproduzione. A dosi che sono equivalenti a quelle terapeutiche, il colecalciferolo non ha attività teratogena. Il colecalciferolo non ha potenziale attività mutagena e carcinogena. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: olio di oliva raffinato. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: olio di oliva raffinato. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: olio di oliva raffinato per uso iniettabile. 6.2 Incompatibilità Non sono note eventuali incompatibilità con altri farmaci. 6.3 Periodo di validità DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione: 3 anni a confezionamento integro. Dopo prima apertura del flacone: 5 mesi. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale: 2 anni. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile: 3 anni. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione Conservare a temperatura non superiore ai 30° C, nella confezione originale per tenere il medicinale al riparo dalla luce. Non congelare. 6.5 Natura e contenuto del contenitore DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione Flacone in vetro ambrato contenente 10 ml, chiuso con una capsula a prova di bambino in polipropilene. La confezione contiene 1 flacone ed 1 contagocce. DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale Contenitore in vetro ambrato contenente 2,5 ml, chiuso con una capsula in polipropilene. Confezioni da 1, da 2 o da 4 contenitori monodose. DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. Confezioni da 1 fiala, 3 fiale o 6 fiale. DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile Fiala in vetro ambrato. Confezioni da 1 fiala o 2 fiale. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Nessuna istruzione particolare. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO ABIOGEN PHARMA S.p.A. via Meucci 36 Ospedaletto - PISA 8. NUMERI DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO DIBASE 10.000 U.I./ml gocce orali, soluzione – flacone 10 ml 036635011 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635047 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635098 DIBASE 25.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635050 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 1 contenitore monodose 2,5 ml 036635062 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 2 contenitori monodose 2,5 ml 036635086 DIBASE 50.000 U.I./2,5 ml soluzione orale – 4 contenitori monodose 2,5 ml 036635074 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 1 fiala 1 ml 036635100 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 3 fiale 1 ml 036635112 DIBASE 100.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 6 fiale 1 ml 036635023 DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 1 fiala 1 ml 036635124 DIBASE 300.000 U.I./ml soluzione iniettabile – 2 fiale 1 ml 036635035 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: Ottobre 2005. Data del rinnovo più recente: Ottobre 2010 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 05/2017 25.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 5,42 €; 25.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 8,10 €; 50.000 U.I./2,5 ml 1 flaconcino monodose 8,50 €; 50.000 U.I./2,5 ml 2 flaconcini monodose 15,34 €; 10.000 U.I./ml gocce orali 5,42 €; 100.000 U.I. 6 fiale 4,00 €; 300.000 U.I. 2 fiale 3,50 € - Classe A - RR 25.000 U.I./2,5 ml 4 flaconcini monodose 16,00 € - Classe C - RR


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Una mela, elettronica, al giorno

Il ruolo cruciale degli operatori sanitari, farmacisti compresi, nel condurre i consumatori-pazienti per gli insidiosi mari della salute digitale Quando, nel mese di agosto del 2015, nel campus di Cupertino in California, Jeff Williams, Chief operating officer di Apple, con il compito - tra le altre cose di supervisionare lo sviluppo dell’I-Watch e di tutte le iniziative correlate alla salute da parte del gigante tecnologico tra cui quelle del Research-Kit, iniziò a parlare di consumatori invece che di pazienti, un brivido mi corse lungo la schiena. Gli chiesi cosa intendesse dire e mi rispose candidamente che Apple avrebbe sviluppato sempre più App (peraltro gratuite) di tipo medico e sempre più precise per fare in modo che i “clienti” potessero usarle non solo come un gadget o una curiosità da portare al polso o in tasca, quanto come un vero e proprio supporto cruciale per la loro salute. Disse che questo era il futuro per quanto riguardava almeno una parte della generazione e gestione delle informazioni di carattere medico e che Apple intendeva occuparsene. Aveva certamente ragione.

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tri dati che i sensori da voi indossati È utile ricordare a questo punto che, effetti(smart phone, wrist band, i-watch) produvamente, l’Apple Watch disponibile comcono, allora avreste a diposizione sia in mercialmente è già capace di fornire continuo sia in forma di statistiche storiinformazioni cliniche di rilievo operativo che l’andamento della vostra salute cartanto che alcune aziende (per esempio diaca o di altri organi. Cardiogram) stanno collaborando con I farmacisti (e anche i medici) devono essecentri accademici di ricerca (vedi l’Ucsf re consapevoli che per un consumatore/ negli Usa) per raccogliere dati in uno stupaziente non sarà semplice comprendere dio chiamato mRhythm che verranno usale implicazioni di tutta ti per sviluppare proprio questa enorme mole di una App in grado di rilestasempre dati che non sono necesvare direttamente e grapiùriducendosi sariamente informazioni zie allo smart watch, le la ’ simmetriatra e che possono essere talfibrillazioni atriali. Dovete sapere che se posse- professionistidella volta molto lontani non dete un Apple Watch il saluteecittadini solo dalla conoscenza ma addirittura dalla consuo software di base misapevolezza di cosa realsura di già il vostro battimente significhino. In questo mondo che to cardiaco ogni cinque minuti oppure di evolve verso l’eliminazione degli intermecontinuo se state facendo un esercizio fisidiari appare particolarmente e paradossalco e avete lanciato il programma chiamamente opportuno che, nel campo della to Workout (allenamento). I dati vengono salute umana, vengano sviluppate nuove conservati nella vostra App in modo non capacità professionali per aiutare i consustrutturato e non facilmente comprensibimatori/pazienti in questa transizione che le ma se, ed è questo che sta capitando riguarda direttamente e specificamente il ora, un altro software è in grado di preleconfine tra benessere e malattia. varli e analizzarli in relazione con molti alIn particolare si dovrà investire in competenza, in coordinamento e in vigilanza perché la fine - ormai in vista - dell’asimmetria del rapporto tra i professionisti della salute e i loro pazienti, venga rielaborata al di fuori del modello paternalistico che ha dominato negli ultimi sessant’anni anni e oltre, per diventare quella che potremmo definire una mutazione genetica in termini di autodeterminazione degli standard di cura. Sarà esattamente questo lo spazio che bisognerà occupare ma per farlo sarà altrettanto necessario essere culturalmente molto preparati.


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