Puntoeffe 13 2016

Page 1

Anno XVII | N° 13 8 settembre 2016 | www.puntoeffe.it

IL PRIMO

EXTRABIOTICO

®

IN ARRIVO IN FARMACIA .

Il mercato italiano è leader in Europa e il canale farmacia ha un primato assoluto nelle vendite. A colloquio ITALIANO con il presidente di Integratori Italia-Aiipa BREVETTO SU NUOVA ASSOCIAZIONE DI ATTIVI CONTRO LE INFEZIONI INTESTINALI.

A gonfie vele

ALESSANDRO COLOMBO


IL CONSIGLIO GIUSTO IN TUTTI I CASI DI DISORDINI GASTROINTESTINALI DI ORIGINE VIRALE O BATTERICA.

0546 - Comunicazione strettamente riservata agli operatori farmaceutici o agli operatori del settore.

MOLTO PIÙ DI UN COMUNE PROBIOTICO:

DISPOSITIVO MEDICO

PROGERMILA ADVANCE® è il primo e unico dispositivo medico esclusivo a base di spore di Bacillus clausii con Triosmectan®, un brevetto italiano su una nuova associazione di attivi contro le infezioni intestinali.


Anno XVII | N° 13 8 settembre 2016 | www.puntoeffe.it

Il mercato italiano è leader in Europa e il canale farmacia ha un primato assoluto nelle vendite. A colloquio con il presidente di Integratori Italia-Aiipa

A gonfie vele

ALESSANDRO COLOMBO


MAGNESIO POTASSIO con ANTIOSSIDANTI

MAGNESIO POTASSIO

ANTI OSSIDANTI

COENZIMA RESVERATROLO Q10

LUTEINA



16

SOMMARIO Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione) Editore EDRA S.p.A. Direzione editoriale Giorgio Albonetti Direttore responsabile Laura Benfenati - l.benfenati@lswr.it

5 | Editoriale

Redazione Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

PARLIAMONE

Collaboratori Silvia Ambrogio, Alberto Baio, Umberto Borellini, Stefania Cifani, Elisa Da Vinci, Luca Gandino, Andrea Garlatti, Corrado Giua, Maurizio Guerra, Luigi Marafante, Cristina Mazzantini, Mauro Miserendino, Bruno Riccardo Nicoloso

Tra noi

6 | Medicine essenziali prontuari da sfrondare Interventi

10 | Roma o Istanbul?

Pubblicità Massimiliano Donati Responsabile Commerciale ADV dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.368

PRIMO PIANO Incontri

Alessandro Colombo

12

Retail

Clienti sul web una nuova specie

Medicina

Scelte delicate

Omeopatia 16

Network

Una catena transregionale 22

Carica emotiva

28 32

Farmacia clinica La gestione delle cefalee

Nutraceutica

Nuovi approcci

Cosmetologia

Sudo dunque sono

34

Consumi beauty oltre i dieci miliardi

26

RUBRICHE

42

42

Abbonamenti Tel. 02.88184.317 Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it

Cosmesi

Attualità

L’uso dei farmaci in Italia

38

Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294

46

28

Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it Tel. 02.88184.222 Immagini Fotolia, Thinkstock. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori Foto di copertina Emanuele Timothy Costa

48 | Legale 51 | Farmanews 52 | Iniziative 54 | Spigolature 56 | Intervista a... 60 | Consigli 64 | Il libro

Stampa Tiber S.p.A., Via della Volta 179 25124 Brescia Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2015 - 31/12/2015 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 11.042 Diffusione media: 10.727 Certificato CSST n. 2015-2564 del 25/2/2016 Società di Revisione: Metodo

Testata Associata

2 | settembre 2016 |



OCCHIELLO | occhiello

4 | settembre 2016 |


EDITORIALE

di LAURA BENFENATI

Una catena

di solidarietà

I

ndustria, distributori intermedi, farmacie: tutta la filiera del farmaco si è prontamente mobilitata per garantire l’assistenza alle popolazioni colpite dal terribile terremoto nel Centro Italia. Nel giro di 24 ore era operativa in mezzo ai cumuli di macerie un’unità mobile, partita da Verona, dell’Associazione nazionale volontari farmacisti per la Protezione civile: sette straordinari colleghi, guidati da Paolo Pomari, non si sono risparmiati, giorno e notte, per garantire l’assistenza farmaceutica sul territorio. L’associazione, ci ha raccontato la sua presidente Enrica Bianchi, è nata in Fofi e conta oggi su oltre 150 colleghi già formati dalla Protezione civile. Le è stato chiesto di garantire il servizio farmaceutico nelle zone terremotate, a supporto delle farmacie ancora agibili, per tutto il mese di settembre. Dopo i veronesi sono dunque arrivati nelle zone del sisma altri volontari: i colleghi della Puglia, di Agrigento, con Silvia Nocera sempre in prima linea e poi quelli di Reggio Emilia, tutti coordinati dal responsabile della Colonna mobile nazionale, Luca Matteo Galliano. Anche i distributori intermedi si sono prontamente mobilitati: una fornitura di medicinali è arrivata subito da Unifarm e poi da Unico e un container è stato organizzato da Alliance Healthcare e Comifar. Farmacentro, in collaborazione con Federfarma.Co, ha provveduto ad attrezzare altri due container per il

Grazie di cuore

servizio farmaceutico nel Comune ai farmacisti di Amatrice e anche la Safar di volontari che Pescara ha inviato un’unità mocon grande prontezza bile. Nel frattempo, la Fofi, le e professionalità sono farmacie comunali di Assofarm con la Croce Rossa italiana, Fecorsi a dare una mano derfarma Roma ed Edra con concreta nelle zone Farma&Friends, Adf, Utifar, Farterremotate macieunite, Federfarma Servizi e Federfarma.Co hanno avviato ricerche di fondi ma anche raccolte di medicinali di prima necessità. Enpaf poi ha sospeso i contributi previdenziali ai colleghi residenti nei Comuni interessati dal sisma e Credifarma ha bloccato per 12 mesi il rimborso delle rate dei finanziamenti alle farmacie che hanno subito danni. Quelle inagibili nella zona del terremoto, al momento in cui scriviamo, sono almeno tre e sappiamo cosa rappresenti il servizio farmaceutico rurale in quelle zone, per quelle comunità, ora più che mai. Aiutiamo i loro titolari a riaprirle al più presto, dando ciascuno il proprio contributo. Noi di Edra, con Federfarma Roma e Farma&Friends (www.farmaefriends.it), abbiamo avviato una raccolta fondi e nei primi sei giorni sono arrivati oltre 20.000 euro. Grazie di cuore a tutti e in particolare ai colleghi che con grande prontezza e professionalità sono corsi a dare una mano concreta nelle zone terremotate: Elena, Paolo, Loredana, Roberta, Lea, Giovanni, Giuseppe e gli altri volontari. Ci rendete orgogliosi di essere farmacisti. 5 | settembre 2016 |


PARLIAMONE TRA NOI

di MAURO MISERENDINO

Medicine essenziali prontuari da

T

utti i farmaci salvavita sono essenziali. Ma alcuni, nei prontuari dei Servizi sanitari nazionali e delle assicurazioni collettive, sarebbero meno essenziali di altri. E i fondi a essi destinati rischiano di accaparrarsi risorse che invece andrebbero destinate a salvavita più “urgenti”: per esempio, che impattano su popolazioni più ampie a parità di bisogno. L’allarme lo lancia l’Organizzazione mondiale della sanità che chiede alla ricerca indipendente uno sforzo nel rivedere l’elenco di questi medicinali. Nel 1977 la lista Oms era lunga 36 pagine, nel 2008 l’edizione era lunga 586 pagine e comprendeva 409 principi attivi e 294 per i bambini, classificati a parte. Le references erano cresciute da 20 a 1.082. Basterebbe questo dato, citato a Milano all’incontro con Università degli Studi e Istituto Mario Negri su ricerca indipendente e farmaci essenziali, a far capire come i prontuari in tutto il mondo, con l’approvazione di nuove molecole, si siano arricchiti ma siano anche andati complicandosi, superando non solo le potenzialità economiche dei Servizi sanitari più deboli ma anche quelle delle sanità più forti. Le disponibilità per far fronte alla spesa farmaceutica non sono certo cresciute come la varietà dei principi attivi presenti nei formulari. Peraltro, di farmaci innovativi dagli effetti impat6 | settembre 2016 |

tanti - gli ultimi antiepatite, per esempio - ne stanno arrivando. E tanti.

Cambiano i bisogni

«La lista dei farmaci del 1977 contiene antibiotici, farmaci per le malattie rare, contro il dolore, per le malattie mentali, le cronicità, i tumori. Promuoveva i più recenti ritrovati per i Servizi sanitari, un gruppo di medicine selezionate in genere per i costi accessibili che soddisfacevano i bisogni prioritari della popolazione. Ma non erano ancora state classificate le demenze, non c’era l’Hiv, non c’erano le terapie contro l’epatite», spiega Nicola Magrini, segretario della lista farmaci essenziali Oms. «Mancavano immunostimolanti, farmaci biologici, contro l’osteoporosi. Non c’era nessuna medicina approvata contro gli effetti avversi, né c’erano liste di farmaci per malattie orfane, ma se contro queste ultime c’era una medicina molto efficace entrava in lista. Il costo non doveva essere un elemento sulla cui base escludere un farmaco dalla selezione». Poi, le riflessioni. Nel 2015 Lancet si chiede per la prima volta se costosissime quarte linee per curare i tumori o terze linee per la Tbc si possano considerare essenziali. «Negli ultimi aggiornamenti della lista Oms sono stati accolti gli antiepatite C. Che però potrebbero essere prodotti a costi centinaia di volte inferiori ai prezzi di commercializzazione».


PARLIAMONE TRA NOI

sfrondare

Troppi farmaci anche nella lista di Oms, che chiede aiuto alla ricerca indipendente per scegliere i salvavita più “impattanti”

box

Sperimentazioni: non basta la trasparenza, occorrono dati comprensibili e imparziali

«Aprire i risultati dei trial ai pazienti? Potrebbe non essere sufficiente. Oggi ci troviamo di fronte a pubblicazioni non sempre comprensibili e sintetizzabili», spiega Kay Dickersin ricercatrice della John Hopkins University. Che attribuisce alla ricerca indipendente la capacità di fare trasparenza e divulgazione. «Bisogna evitare di introdurre nei protocolli condizionamenti, quali possono rivelarsi il ricorso sistematico a confronti tra farmaco testato e placebo, o a farmaci “sfidanti” inappropriati, disegni di non inferiorità anziché di superiorità del nuovo principio attivo da commercializzare, la valorizzazione di endpoint surrogati, pubblicazioni selettive, popolazioni di studio diverse da quella alla quale il farmaco sarà realisticamente indirizzato». Esempi di “bias”? «Nella maggior parte delle ricerche - spiega Dickersin - non sono inclusi i pazienti oltre i 65 anni anche se sono loro per un 75 per cento i destinatari della lista dei farmaci in Prontuario, in Italia come nel resto del continente. E ci sono altre omissioni, per esempio si dice che a tre mesi un certo medicinale non dà ulcera ma a nove mesi la dà, quest’ultimo risultato è semplicemente soppresso. Un caso di ricorso a endpoint surrogati? Nel glaucoma la maggior parte degli studi privilegia gli esiti sulla pressione oculare che vengono riportati nel 90 per cento dei casi, rispetto a quelli ben più determinanti per il paziente sul campo visivo. In realtà l’allargamento del campo visivo come esito di cura si verifica più raramente». «La ricerca indipendente - riassume Garattini - è chiamata a indagare le malattie rare, le ottime dosi, le posologie, le interazioni tra farmaci e le politerapie, le popolazioni reali, la farmacovigilanza, il rapporto costo-efficacia: insomma, tutte cose che non fanno fatturato ma servono alla collettività».

Paesi ricchi e poveri

«Per adeguare i prezzi - continua Magrini - va promossa la competizione tra le nuove molecole; le ricerche indipendenti devono profilare i pazienti e le combinazioni ottimali dei farmaci; e si deve riflettere sulla terapia dei tumori. A fronte di costi difficilmente sostenibili, non tutto può essere considerato essenziale. La promozione di antitumorali s’indirizza ora alle neoplasie meno curabili, fegato, pancreas e polmone in prima linea. E a patologie neurologiche come la sclerosi multipla, dove sono stati messi in concorrenza 16-17 farmaci dai prezzi alti». La lista Oms fu ispirata dal farmacologo Silvio Garattini,

Tra 2009 e 2013 diminuite le sperimentazioni in tutta l’Unione europea Sperimentazioni per anno: confronto Unione europea e Italia (quinquiennio) Anno 2009 2010 2011 2012 2013

SC in UE* 4.609 4.153 4.127 3.943 3.383

SC in Italia** 761 670 676 697 583

% Italia/UE 16,5 16,1 16,4 17,7 17,2

1

tabella

1

Il numero di sperimentazioni cliniche nell’Unione europea è stato ricavato dalle statistiche pubblicate sul sito EudraCT (“EudraCT supporting documentation” - “EudraCT statistics”, https://eudract.ema.europa.eu/ document.html).

* numero di studi caricati nel sistema europeo ** numero di studi autorizzati dall’Autorità competente

Un mito da sfatare: il calo di sperimentazioni cliniche, comprensive di quelle delle industrie e di quelle indipendenti, tra il 2009 e il 2013 non riguarda solo l’Italia ma tutta l’Unione europea, dove si è scesi da 4.609 a 3.383. Malgrado il nostro Paese sia poco attrattivo per le normative macchinose e la lentezza di molti comitati etici, l’impatto sui trial totali effettuati nel continente anche negli anni di crisi è cresciuto dal 16,5 al 17,2 per cento. E naturalmente ci sono margini per crescere ancora. Fonte: 13° Rapporto Osservatorio Sperimentazione Clinica Aifa 2014

7 | settembre 2016 |


PARLIAMONE TRA NOI

box

2

Un fondo mondiale per finanziare gli studi su malattie orfane e favorire l’accesso ai farmaci Infezioni nosocomiali e da batteri gram negativi, sclerosi multipla, Parkinson, Aids, insufficienza pancreatica: i target dei nuovi farmaci approvati a Londra dall’European Medicine Agency, agenzia regolatoria Ue, confermano che i nuovi farmaci hanno target ambiziosi. Diverse sono però le ambizioni in altre parti del mondo, dove a mettere a repentaglio la vita sono le infezioni polmonari, i virus emorragici come Ebola, e altre patologie per le quali o la cura non c’è o non è sostenibile. Per questi paesi da cinque anni l’Oms chiede agli Stati membri di ragionare su un fondo per sostenere ricerche autonome. L’idea è che tutte le nazioni dovrebbero impegnarsi a spendere almeno lo 0,01 per cento del Pil in ricerca di tecnologie sanitarie per Paesi in via di sviluppo. Nel 2012 il Consultative expert working group on research dell’Oms ha proposto un Fondo per le malattie trascurate (Frind) in grado di assicurare finanziamenti sostenibili e di compartecipare i progetti delle industrie farmaceutiche. Il Frind dovrebbe accumulare almeno 5-6 miliardi di euro in dieci anni, alimentato da finanziamenti statali e di fondazioni. Altro meccanismo per scollegare il finanziamento della ricerca da criteri puramente profit è sostenuto dai ricercatori delle Universities allied for Essential Medicine, Uaem, che hanno promosso un protocollo per sostenere licenze d’accesso globali nei paesi bisognosi (Global Access licensing, Gal). Quando un’Università o ente pubblico sviluppasse una tecnologia - i ricercatori “indipendenti” detengono il 20 per cento di tutti i brevetti di farmaci - provvederebbe a brevettarla in modo da rendere disponibili versioni meno costose per Paesi con potenzialità economiche limitate. In questo modo la proprietà intellettuale non farebbe da ostacolo all’accesso a un farmaco. tabella

2

Profit e no profit Sperimentazioni per anno e Promotore profit/no profit SC totali: 3.387 (quinquiennio) Profit

Anno

SC 443 431 441 472 444 2.231

2009 2010 2011 2012 2013 Totale

% 58,2 64,3 65,2 67,7 76,2 65,9

No profit SC % 318 41,8 239 35,7 235 34,8 225 32,3 139 23,8 1.156 34,1

Totale SC 761 670 676 697 583 3.387

% 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Sperimentazioni per anno e Promotore profit/no profit SC totali: 3.387 (quinquiennio)

figura

1

80 70 60

Nei due schemi seguenti, collegati, ecco gli studi clinici approvati anno per anno tra 2009 e 2013 suddivisi tra no profit e profit, i primi sono diminuiti nel 2013 dopo una lieve costante crescita, il trend complessivo è stabile, mentre gli studi profit sono crollati del 56 per cento ed è diminuita la loro incidenza dal 41 al 23 per cento del totale. Nel grafico si vede esattamente questa divaricazione in termini di incidenza, il “profit” ha continuato a pesare sempre di più, il no-profit ha subito un calo costante. Fonte: 13° Rapporto Osservatorio Sperimentazione Clinica Aifa 2014

%

Profit No profit

50 40 30 20

8 | luglio 2016 |

2009

2010

2011

2012

2013


PARLIAMONE TRA NOI

Diviene necessario un sempre più severo ruolo di arbitro della ricerca indipendente, che deve fornire dati evidence based attuale direttore dell’Istituto Mario Negri che oggi rileva come alcuni farmaci siano essenziali per sottopopolazioni mentre altri lo restino in assoluto. «All’esordio della lista dei farmaci essenziali le industrie accusavano l’Oms di voler ridurre le opportunità terapeutiche. Oggi invece l’elenco è fin troppo ampio. E si deve distinguere: per esempio si è visto che nei tumori sullo stesso organo ci sono positività dei recettori che rendono un farmaco più o meno efficace. Forse si dovrebbe considerare la possibilità di istituire due liste di farmaci essenziali». Peraltro, la strada è tortuosa. Magrini ammette: «Oggi ci sono i farmaci core e i farmaci complementary che richiedono una special diagnostic capacity ma come si fa a fare il test per lo specifico tumore in tutti i Paesi del mondo, anche quelli dove non ci sono risorse per le profilassi più semplici?».

Tagli anche per l’Italia?

In ogni caso la lista della spesa per i Sistemi sanitari cresce, diventa necessario un sempre più severo ruolo di arbitro della ricerca indipendente, che deve fornire dati evidence based sia autonomamente sia per la lettura dei trial delle industrie. Purtroppo questa stessa ricerca, proprio nei Sistemi sanitari che più ne avrebbero bisogno perché si scoprono con risorse limitate, si va un

box

Dal governo scommessa da 2,5 miliardi sulla ricerca e sui poli tecnologici

Il nostro Paese scommette nella ricerca poco più dell’1 per cento del Prodotto interno lordo, meno degli altri. Una mano però potrebbe avergliela data il Governo, che ha stanziato il primo maggio 2,5 miliardi: investimenti di cui un quarto sarà destinato alla ricerca sanitaria, definita la priorità, più altri 500 milioni per valorizzare i ricercatori. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha poi specificato che si profila un contratto diverso per i ricercatori universitari, un “tempo determinato” di 10 anni con possibile rinnovo di 5 se c’è valutazione positiva e se l’istituto ha idonee risorse, e la chance, dopo 15 anni, di rimanere nella ricerca o di entrare nel Servizio sanitario nazionale in un ruolo assistenziale. Il contratto dovrà prevedere retribuzione parte fissa e parte variabile, a seconda delle performance singole o di istituto. Nel contempo, dei due miliardi di finanziamento in più - da 111 a 113 - per il Fondo sanitario nazionale 2017, metà dovrà finanziare l’acquisto di farmaci innovativi. Lorenzin ha anche annunciato la partecipazione dell’Italia al programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020 e il Bando Aifa 2016 lanciato dopo l’estate con un’allocazione di 48 milioni si concentrerà su tematiche di grande impatto per il Ssn. In contemporanea, città come Milano e Torino, rispettivamente con l’Human Technopole che sorgerà in area Expo e il Parco: ricerca e sperimentazione clinica considerano di “ospitare” migliaia di ricercatori e tecnici, sulla carta almeno in gran parte “indipendenti”.

po’ spegnendo. O meglio, «In Gran Bretagna e nel mondo anglosassone la ricerca indipendente è utilizzata correntemente per la spending review nella farmaceutica e in sanità; in Italia da qualche anno appare un po’ oscurata», riflette Garattini. «A un’informazione a tapp eto dovrebb ero provvedere istituzioni pubbliche come l’Agenzia del farmaco, e trial indipendenti dovrebbero essere realizzati in atenei ed enti statali, ma da noi questi studi stanno decrescendo, dal 2008 al 2012 sono aumentati di circa un 15 per cento i trial organizzati da industrie per l’approvazione di loro molecole, mentre gli studi no profit, già minoritari, sono crollati di un 38 per cento. L’Italia è al 23° posto per reclutamento di pazienti. E poco attrattiva». 9 | luglio 2016 |

L’“altra” ricerca

Il premier Matteo Renzi promette un grande investimento sulla ricerca (si veda box), il presidente Aifa Mario Melazzini evoca una ricerca indipendente finalizzata al miglioramento del prontuario. Garattini vuole certezze e chiede che almeno un 1 per cento del Fondo sanitario nazionale, 1 miliardo e cento milioni di euro, sia dedicato alla ricerca indipendente. «Ci vuole anche un accordo tra gli Stati europei per alzare l’asticella dei requisiti richiesti per l’approvazione di nuovi principi attivi. Accanto alla valutazione dei profili di qualità, sicurezza ed efficacia di un farmaco occorre misurare il valore terapeutico aggiunto. Infine, quando si deve avere l’approvazione di un nuovo farmaco in commercio dovrebbe essere presentato almeno un trial indipendente».

3


INTERVENTI

di MAURIZIO GUERRA, farmacista

Roma o Istanbul?

I

l sindacato dei titolari degli anni Ottanta aveva perso il veloce treno dell’informatizzazione delle farmacie, preceduto, già nel 1979, da un geniale collega, ora scomparso, insieme al suo grande amico ingegnere, e in seguito da altri. Sotto la presidenza Ambreck, nel 1989 o 1990, Federfarma tentò di recuperare il tempo perso, affidando a un apposito gruppo interno, sotto il controllo di un pezzo da 90 di allora e ancora di oggi, il compito di esaminare i pochi programmi gestionali allora esistenti, allo scopo di sceglierne uno per farlo proprio. Il gruppo incaricato operò con diligenza e competenza, indicando puntualmente il programma più avanzato e duttile, scritto sul sistema operativo Unix, quindi per multiutenze come le nostre, e declassando di brutto quello proposto dai romani. Ovviamente, allora come oggi, di Profarma - il progettato gestionale del sindacato - non si fece nulla. Il sospetto fu che qualcuno per-

seguisse interessi personali o, forse, la gelosia per non poterne ottenere alcuno. Mai saputa la verità, anche se pesanti accuse furono più o meno velatamente lanciate; credo fossero tutte infondate, per discreditare il presidente che poi non fu rieletto. E così si bloccò tutto.

E oggi?

Resta il fatto che la grande, potente e saggia assemblea del sindacato, quasi unico, ha recentemente bocciato il piano dell’ad di Promofarma, braccio armato sindacale nelle attività economiche, creato appositamente quando il sottoscritto, insieme a un piccolo grande sardo e a un grande grande piemontese, riuscì a convincere i timorosi vertici che la raccolta dei dati delle ricette era non solo utile per i colleghi ma anche un affare economico. Tanto è vero che lo Stato lo comprese molto dopo e ci scavalcò. Al momento non conosco i termini 10 | settembre 2016 |

dell’eventuale, ipotetico accordo contrattuale ma alcuni punti generali sono da evidenziare e da valutare comunque da parte di tutti. Il sindacato aveva il potere di produrre il primo, in ordine di tempo e di massa critica, programma gestionale per tutte le farmacie iscritte (allora erano tutte) e quindi possedere una piattaforma identica in tutta Italia, base per ogni sviluppo futuro, che oggi iniziamo a conoscere e vivere ma che allora solo pochi illuminati sognavano. Una banca dati di farmaco e parafarmaco di proprietà, che oggi ha solamente il nome del sindacato poiché in realtà è di chi l’ha, diciamo, creata. La raccolta dei dati delle ricette e di vendita dei prodotti, che potevano appartenere totalmente e legittimamente al sindacato e quindi essere utilizzati per gli associati e anche ceduti, di volta in volta, agli interessati, privati e pubblici. Le piattaforme Dpc e Air, delle prenotazioni e dei referti, che sono state


INTERVENTI

Le recenti vicende di Promofarma richiamano alla mente l’annosa questione dei gestionali in farmacia

stoltamente lasciate in mano ai programmatori regionali. Una rete interna per comunicazioni e informazioni puntuali. La possibilità di un e-commerce non della singola farmacia ma, in rete, di tutte le 18.000 iscritte. La creazione di un magazzino virtuale in tutta Italia per i farmaci irreperibili. E mi fermo perché le potenzialità sono inesauribili. Ma non si è voluto. Ora esistono alcune potentissime software house, di proprietà multinazionale e con migliaia di farmacie clienti; e altre software house consolidate con altre migliaia di farmacie e ancora piccole aziende con poche centinaia di clienti, ma localmente forti. Ora, il sindacato, improvvisamente, trova nelle scansie impolverate e ammuffite la formidabile antica idea di un’unitarietà informatica della categoria, si riscuote e si attiva con un’astuta e innovativa iniziativa, dopo ben trentacinque anni. Che di per sé sono già tanti, ma in informatica sono millenni.

Non credo, io per primo, che qualcuno volesse approfittare della situazione in termini di prestigio personale o di conquista della dirigenza e tanto meno per concupiscenza, imitando Mafia Capitale. Ma mi domando con quale criterio sia stato scelto un programma invece di un altro, con quale logica: numerica, funzionale, territoriale, economica, o quale altra? Perché non fare una vera e propria gara d’appalto? Da nessuna parte sta scritto che il gestionale più diffuso sia il più completo o il più duttile; in nessun libro è riportato che il gestionale più costoso sia il migliore in assoluto; come non c’è nella Bibbia, né nei Vangeli, e nemmeno nell’attuale Corano, che il gestionale più sfigato sia il più adatto a tutte le farmacie. Molto spesso nella botte piccola c’è il vino migliore, come dice il proverbio, ma chi lo ha scelto? Perché, poi, tra: comperare una grande software house (milioni di spe11 | settembre 2016 |

sa assurda e ingiustificabile); ovvero fare un accordo commerciale con essa (con quali garanzie di continuità, di gestione e di politica sindacale?); oppure acquisire una piccola software house il cui programma è inferiore a quasi tutti gli esistenti (senza un confronto tecnico ed economico con tutti gli altri); prima, si è giustamente deciso di acquisire la piccola azienda e poi, in Consiglio direttivo si è virato verso la grande azienda da acquistare investendo moltissimo e in tempi sbagliati? Come mai proprio ora? Come mai quando tutto è già stato inventato e prodotto? Perché poi un progetto autarchico e senza seri confronti si mette ai voti in assemblea mandando deliberatamente al massacro del sacrificio il capro? Sono vicine le elezioni e un posto di prestigio e remunerazione come quello porta moltissimi voti e chi se ne frega dell’homo? Siamo a Roma o a Istanbul? Io dico Istanbul.


INTERVISTA

A gonfie di STEFANIA CIFANI

vele

I

ntegratori Italia-Aiipa è l’associazione, facente parte di Confindustria, che riunisce larga parte delle aziende del comparto alimentare, dai produttori di caffè e surgelati a quelli di prodotti per il benessere e la salute, alimenti per l’infanzia, fino a dolcificanti e additivi. «Rappresenta proprio le aziende associate ad Aiipa dei cosiddetti prodotti salutistici», spiega Alessandro Colombo, che ne è da un anno e mezzo il presidente, oltre che Market research & business development head di Bayer, «e abbiamo appena terminato una fase di analisi e di ridefinizione strategica. Per oltre sei mesi abbiamo lavorato a un processo di aggiornamento degli obiettivi chiave, coinvolgendo anche un gruppo di manager provenienti dalle aziende associate, ridefinendo la nostra missione e visione, ma anche quali sono le nostre priorità nei confronti degli stakeholder del nostro settore, e ripensando ai meccanismi di governance del gruppo. 12 | settembre 2016 |


INTERVISTA

Il mercato italiano è leader in Europa e il canale farmacia ha un primato assoluto nelle vendite. A colloquio con Alessandro Colombo, presidente di Integratori Italia-Aiipa Ce ne vuole parlare? Proprio perché ci premeva comunicare sempre meglio la nostra identità, uno dei molti temi sui quali abbiamo lavorato è stato la ricerca di un brand che fosse chiaramente identificativo di chi siamo. Da qui il passaggio dal nome del Gruppo di Aiipa “Integratori alimentari e prodotti salutistici” al nuovo nome “Integratori Italia”. Partecipiamo inoltre attivamente all’attività di Food supplement Europe (Fse), che rappresenta gli interessi di diverse aziende europee e di associazioni nazionali di settore che si occupano di integratori alimentari nei confronti degli organismi europei che regolamentano questo mercato. Quali attività svolgete per gli associati? Anche questo punto è stato oggetto di una specifica analisi. Per noi è fondamentale fornire ai nostri associati un aggiornato e completo servizio sui temi più importanti come quelli regolatori, così come la fornitura di dati e analisi di mercato; per questo collaboriamo sia con Ims Health per quanto riguarda dati e indicatori quantitativi di mercato, sia con Gfk Eurisko per le ricerche sul consumatore e sui professionisti della salute. Con quest’ultima abbiamo recentemente realizzato un’indagine per meglio comprendere la percezione del consumatore rispetto

agli integratori: quali informazioni cerca e attraverso quali fonti. Oltre a questo? Abbiamo iniziato a programmare specifici gruppi di lavoro su alcuni temi rilevanti per noi, sia per lavorare meglio all’interno della associazione, sia per definire una nostra chiara posizione nei confronti di argomenti chiave del settore come la regolamentazione degli herbal e dei probiotici. Un lavoro molto importante, presentato a giugno e reso possibile dalla collaborazione con un panel di otto esperti, è la prima review scientifica sugli integratori. Uno stato dell’arte sulle evidenze più significative e sulle frontiere più promettenti dell’alimentazione e della salute. Tra i temi trattati, il ruolo dei multivitaminici, gli estratti vegetali e i probiotici, i prodotti per la salute della donna e la salute cardiovascolare. L’opera non esaurisce un tema così ampio ma costituisce un passo avanti per fare il punto e contribuire alla conoscenza scientifica sul ruolo degli integratori alimentari nei moderni stili di vita. Naturalmente in qualità di rappresentanti di questo mondo siamo anche chiamati a occuparci della gestione delle crisi; a volte a seguito della diffusione di informazioni non corrette, non veritiere o che rappresentano una minoranza del mondo integratori è necessario recuperare credibilità. 13 | settembre 2016 |

Quali sono gli obiettivi di Integratori Italia? Il nostro sforzo è rivolto soprattutto alle relazioni con gli stakeholder, da quelli scientifici a quelli regolatori, gli opinion leader, fino a medici e farmacisti, i principali influenzatori della scelta del consumatore. L’obiettivo primario è quello di aiutare il consumatore a conoscere sempre meglio gli integratori, sia rispetto ai benefici che possono portare sia alle avvertenze, precauzioni d’uso, ed eventuali interazioni con i farmaci. Per questo abbiamo rapporti diretti con i consumatori e le loro associazioni, e con i media. Ci fa un profilo del consumatore? Ancora oggi identifica più facilmente l’integratore con i multivitaminici, meno con altri prodotti come probiotici o estratti vegetali. La missione di Integratori Italia di Aiipa è quella di contribuire alla crescita delle conoscenze, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare, per favorire scelte sempre più consapevoli del consumatore e lo sviluppo di questo mercato in Italia. Credo che con questi tre elementi - conoscenza, corretto utilizzo e qualità - il settore possa continuare a crescere al ritmo degli ultimi anni. Un mercato in salute quello degli integratori? Sì, assolutamente. L’Italia è il primo


INTERVISTA

In farmacia il mercato degli integratori ha superato il fatturato sviluppato dai farmaci di automedicazione e continuerà a crescere

mercato in Europa, con un valore di 2,7 miliardi di euro (dati Ims Health sell-out, prezzo al pubblico). In farmacia ha superato il fatturato sviluppato dai farmaci di automedicazione e secondo i dati Euromonitor il nostro Paese è uno dei pochi europei in cui continuerà a crescere con tassi simili anche nei prossimi anni, cioè del 6 per cento a valori. La categoria più rilevante è quella dei prodotti multivitaminici e a base di sali minerali, con una quota di circa il 23 per cento del mercato, seguita da quelli per l’apparato digerente-intestinale (in particolare i probiotici) di simile valore. Gli integratori per l’apparato circolatorio, insieme a tonici e stimolanti, detengono quote intorno all’8 per cento. Perché l’Italia è il primo mercato europeo? Le ragioni di questo primato sono a mio avviso due: in altri Paesi alcuni prodotti come gli herbal, che rappresentano una parte importante del totale, sono classificati dalle autorità regolatorie in altre categorie. La seconda ragione riguarda il ruolo tipicamente italiano di medico e farmacista, operatori sanitari molto coinvolti nel processo decisionale, che qualificano la scelta e rappresentano un volano all’utilizzo da parte del consumatore. Si è quindi creato un meccanismo virtuoso che ha portato il mercato italiano a essere il primo in Europa. In cos’altro il mercato italiano si differenzia dagli altri? Una differenza in positivo rispetto ad

altri Paesi riguarda i processi di verifica e controllo che il ministero della Salute, in modo lungimirante, ha predisposto. Questi prodotti, nonostante siano di fatto alimenti, sono sempre stati monitorati dalle Autorità regolatorie nazionali in termini di composizione, qualità di produzione, e con la predisposizione di specifiche linee guida per alcune categorie. Inoltre tutti gli integratori commercializzati in Italia sono associati a un claim salutistico che l’azienda deve notificare al Ministero insieme alla composizione quantitativa affinché se ne possa verificare la congruità. Una specifica regolamentazione per la produzione di integratori, verificata da parte delle autorità, assicura un livello di qualità e controllo che in altri Paesi non sempre si verifica. Altra particolarità riguarda i probiotici: l’Italia è il mercato più sviluppato in Europa e il secondo al mondo. Questo ha portato allo sviluppo di una cultura scientifica che ha reso il nostro Paese leader anche nella ricerca in questo campo.

biennale di formazione a distanza che attribuiva crediti Ecm. Un contributo concreto dove si sono toccati tutti i principali temi relativi al mondo degli integratori, dal mercato agli aspetti regolatori, scientifici e a quelli relativi alla gestione dei prodotti sul punto vendita. Il consumatore è infatti oggi sempre più informato, ma vuole avere conferma dal proprio medico o dal farmacista, che deve essere preparato a rispondere proprio perché sul web è difficile trovare fonti certificate.

E il canale farmacia? La farmacia, con l’88 per cento dei valori di fatturato, è il canale distributivo più rilevante e presenta tassi di crescita interessanti, sopra il 6 per cento. Gli altri canali importanti sono la parafarmacia e la Gdo, mentre le erboristerie e i canali di vendita diretta (porta a porta) non vengono monitorati abitualmente.

Cosa auspica per il futuro? Mi aspetto che l’Europa sia molto meno legata a logiche burocratiche e che chi avrà il compito di decidere comprenda l’importanza di questo settore e lo normi correttamente. Infine, una importante nuova dimensione si sta affacciando nel settore degli integratori: la dimensione del ruolo di prevenzione in soggetti a rischio di sviluppare patologie rilevanti da un punto di vista socio-economico. Mi riferisco in particolare a un recente studio della società di ricerca indipendente Frost & Sullivan (supportato dalla nostra associazione europea, Fse) che ha studiato la possibilità di ottenere un ri-

Sono in corso iniziative rivolte a farmacisti? A febbraio 2015, in collaborazione con Federfarma, abbiamo avviato un grande progetto di aggiornamento per tutti i titolari di farmacia, con un corso 14 | settembre 2016 |

In un quadro tanto positivo, esiste qualche zona d’ombra? Come già detto l’Italia è attualmente un’isola felice; sia per i prodotti vegetali sia per i probiotici il Ministero ha emanato chiare linee guida sui claim salutistici che consentono ai produttori di avere sui propri prodotti la funzione d’uso favorita dall’integratore. Ma l’Europa non ha ancora deciso come gestire questi claim, cosa che rappresenta una fonte di preoccupazione e impegno per l’associazione.


INTERVISTA

sparmio della spesa sanitaria nell’Ue attraverso un uso regolare più diffuso di integratori alimentari di omega 3 su individui over 55 (questa popolazione è considerata a rischio di eventi cardiovascolari con ospedalizzazione).

Cosa ne è risultato? L’analisi della Frost & Sullivan ha rilevato che con un uso più diffuso di integratori alimentari di omega 3, nell’arco di cinque anni si potrebbero evitare in Europa 1,5 milioni di casi di patologie cardiovascolari negli individui over 55. Questo permetterebbe un risparmio totale di 64,5 miliardi di euro, pari a 12,9 miliardi l’anno (7,3 miliardi di risparmio netti detraendo i costi degli integratori di omega 3). In Italia si otterrebbe un risparmio di oltre 1,3 miliardi di

euro l’anno (oltre 720 milioni di risparmio netti). È una simulazione, certo, ma apre nuove e interessanti prospettive per il nostro settore, che sicuramente noi approfondiremo nei prossimi anni. Come possiamo concludere? Tengo a sottolineare un concetto al quale teniamo molto: gli integratori non devono in alcun modo essere considerati sostitutivi di uno stile di vita sano basato su una dieta controllata e varia, una costante attività fisica, e che non preveda fumo o l’uso eccessivo di alcool, bensì un sostegno con elementi concentrati di sostanze che si sono dimostrate utili in alcuni periodi della nostra vita.


RETAIL

Clienti sul web di MAURO MISERENDINO

una nuova specie

I

l paziente con la ricetta elettronica appena emessa dal medico di famiglia si reca in farmacia, il telefonino è acceso, il farmacista lo localizza appena entrato, un’app lo aiuta a visualizzare la richiesta sul terminale ma intanto una precedente ricerca di mercato ha già profilato altri prodotti di cui l’utente potrebbe avere contestuale bisogno. È pronta una risposta personalizzata, per un interlocutore fidelizzato nel tempo, da un professionista preparato ma anche, magari, da un sito dedicato della farmacia con la possibilità di acquistare dispositivi, dentifrici e cosmetici su un carrello virtuale. Negli Usa e in Cina questo mondo è realtà, e anche in Italia ci si prepara.

Info ed e-shopper

Mentre la tecnologia serve programmi che lavorano a velocità raddoppiata ogni 18 mesi, non poteva non cambiare il profilo del consumatore: da utente semplice del punto vendita ad acquirente “da web”, cioè e-shopper. Se n’è parlato a Milano al Mario Negri alla presentazione dei dati 2016 di Osservatorio Multicanalità, ricerca annuale sui dati di un cluster aziende condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano con Nielsen e Connexia in sinergia con Hu-bility. La prima parte del survey (Shopping revolution) a cura di Stefano Cini, client business manager di

Nielsen rivela come gli italiani stiano cambiando. In un Paese “anziano” in cui i collegati al web sono 31,5 milioni, stabili rispetto all’anno scorso, c’è stata l’anno scorso un’impennata di consumatori che acquistano beni e servizi on line: sono aumentati dal 45 per cento al 65 per cento di chi usa internet. L’anno scorso ci sono state 20,5 milioni di connessioni per comprare almeno una volta, e l’e-commerce nel nostro Paese ha raggiunto i 19,3 miliardi in valore con un aumento del 43 per cento dal 2012, anno dell’ultima rilevazione specifica. Certo, un po’ tutti i visitatori del web hanno visto siti e-commerce, ma mentre 11 milioni sono info-shoppers, si informano sul prodotto e non mettono il numero della carta di credito, i 20,5 milioni sono e-shoppers, che non fanno riferimento necessariamente a un punto vendita “fisico”, e acquistano i viaggi (89 per cento). E si connettono sempre più da telefonino che da pc, solo quattro anni fa leader nei contatti, o Ipad. Nielsen ha iniziato a profilarli.

Quattro profili

Mentre sui siti di e-commerce viaggiano senza comprare 50-60 enni, infoshoppers per il 53 per cento donne, non del tutto alfabetizzati informaticamente, gli e-shoppers non solo comprano on line ma usano le piattaforme web per commentare o chiedere consigli o aiuto nel post vendita (nel 55 per cento dei 16 | settembre 2016 |

casi). Gli e-shoppers, un po’ più giovani degli “info”, si possono profilare in quattro tribù, le prime due ad alta frequenza d’acquisto (figura 1): i pragmatici, i più interessanti e impazienti, 23 per cento del totale, al 57 per cento maschi giovani che vogliono risparmiare tempo, acquistano in prevalenza da mobile e chiedono efficienza nelle consegne, per loro la spesa è una perdita di tempo, comprano di tutto, considerano il risparmio in termini di tempo, utilizzano le piattaforme userfriendly anche nel post vendita;


RETAIL

figura

Due utenti web su tre muovono 19 miliardi: quattro profili su cui lavorare ma nel retail le piccole imprese forse sono già in ritardo

Gli e-shoppers non sono un cluster omogeneo

1

La prima parte dell’Indagine dell’Osservatorio Multicanalità analizza l’evoluzione di 20,5 milioni di e-shoppers profilandoli - anche in base alla frequenza degli acquisti - in quattro categorie di consistenza quasi uguale: pragmatici che vogliono efficienza, everywhere che sostanzialmente hanno disponibilità e amano la tecnologia, cherry pickers che trovano sul web quanto non c’è nei punti vendita fisici, e money savers che utilizzano i siti di e-commerce per ottenere risparmi.

Il prodotto è il processo

gli everywhere, 27 per cento del totale, quelli che comprano ovunque, forse più “ricchi”, ricercatori di situazioni e beni che privilegino estetica e lusso, sono i più attenti al design del prodotto e all’immagine, del brand ma anche del sito, nonché alle opinioni di tendenza, posseggono tutto ciò che è biotech; i cherry pickers, 25 per cento del totale, spinti dalla curiosità o dall’impossibilità di procurarsi il prodotto con altri canali, in genere donne con figli e famiglia, che preferirebbero anche toccare il prodotto, qualche volta all’ulti-

mo abbandonano il carrello virtuale. i money savers, altro 25 per cento, 5,2 milioni di pianificatori di acquisti via web, cercano di aiutarsi con le informazioni a istruire un processo razionale che li porterà a ottenere il miglior rapporto qualità-prezzo, usano l’e-commerce per risparmiare e acquistano da pc e prediligono gli shop specializzati. Non sono solo clienti digitali: il 47 per cento di essi si reca in un secondo momento anche nel punto vendita, cosa che fa solo il 18 per cento degli infoshoppers. 17 | settembre 2016 |

Per diventare e-shoppers basta acconsentire quando l’app del telefonino o il sito visitato via pc chiedono la geolocalizzazione, e da allora è un susseguirsi di sollecitazioni cui si può o meno dar seguito. Chi fa attenzione ai molteplici stimoli più che “trappole” trova occasioni. Anzi, è chi gli propone un servizio o un bene a dover fare attenzione: i consumatori 2.0 non premiano più un prodotto ma un processo. «Le imprese commerciali devono progettare un ciclo operativo diverso dal passato, una relazione in cui rendono il cliente e tutta la sua famiglia capace non solo di tenere un prodotto ma di interiorizzarlo, contestualizzarlo e in questo scenario non è più importante concludere la vendita nel punto fisico», spiega Giuliano Noci responsabile del Dipartimento Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano. «Il marchio automobilistico di lusso


RETAIL

Dallo showroom virtuale alla logistica, il motto è internalizzare Come emerge dalla tavola rotonda milanese e in particolare dall’intervento di Max Parri (Accenture Interactive), l’informatica al supermercato è solo nel dispositivo che nello scaffale rileva il prezzo di un prodotto e alla cassa dove stanno i lettori bancomat. Non ci sono valori aggiunti peculiari che guidano nell’uso di un prodotto. Gli Apple shop dove ci si informa su come si usa un pc e poi si va a casa a comprare quel pc sembrano ancora lontani. Dall’altra parte però, lentamente, ci sono segnali di rivoluzione almeno nella logistica. L’e-commerce consente di abbattere i volumi di merce spostata, nel fashion i trasferimenti in Cina sono diminuiti, e in parallelo con lo sviluppo di negozi virtuali alcune grandi marche italiane stanno internalizzando la distribuzione.

Sopravvivenza del dettagliante, il futuro si legge nei cerchi azzurri La figura qui sotto testimonia sia in ordine di grandezza sia in tipologia quanto e come le aziende italiane tendono da una parte a progettare iniziative multimediali di comunicazione per i consumatori (in ascissa) e a raccogliere i dati di chi acquista i loro prodotti (in ordinata). La survey della School of Management del Politecnico di Milano ha diviso nel primo caso i progetti di comunicazione in “non differenziati”, “differenziati” (profilati sul consumatore) e “sinergici”, capaci di crescere con l’evolversi del profilo del consumatore; quanto alla raccolta dati ha distinto le aziende che non la realizzano da quelle che la realizzano solo con alcuni canali (prevalentemente web) e da quelle che la realizzano con tutti i canali. Quest’ultima suddivisione è dettagliata in figura 3 (più sotto). La dimensione dei cerchi e i colori ci dicono chi e quanto investe, mentre la collocazione tra ascissa e ordinata rivela quali iniziative sono diffuse e si scopre che le più gettonate sono anche le più evolute. Chi però raccoglie info solo da alcuni canali si limita a differenziare le campagne, mentre chi le sa far evolvere è chi raccoglie i dati da tutte le fonti disponibili: in prevalenza (colori rosa rosso e azzurro) Grande distribuzione organizzata, banche e retail; l’ultimo settore è però disseminato in tutti i quadranti, e gli autori della ricerca ammoniscono: con tanta maggiore velocità la Gdo approda a campagne profilate tanto più la sopravvivenza del dettagliante, o una certa sua tipologia arretrata è in pericolo.

figura

2

che oggi inaugura i concessionari virtuali dove entri vedi e magari guidi virtualmente, domani con i dati che avrà e magari il successo (si calcola che se investito al meglio ogni centesimo generi 2000 volte il suo valore) potrà inaugurare il comodato d’uso delle sue auto. E nel contempo avrà un mare di dati e di profili da utilizzare nell’ambito di una architettura che consente di conoscere persino le emozioni del cliente, il suo grado di fedeltà». Altra grande novità epocale sottolineata da Noci: prima l’acquisto era un momento di riflessione, un tempo della giornata che inter-

figura

3

18 | settembre 2016 |


NUTRIZIONE

19 | settembre 2016 |


RETAIL

figura

Priorità di investimento circa i canali di vendita on line

4

Se il produttore scopre il commercio on line r o m p e va altre occupazioni, aveva una sua fase progettuale elaborata, «ora può avvenire mentre si guarda la tv, i processi decisionali del consumatore si velocizzano».

Negozi come su Second Life

«La combinazione perfetta per seguire il nuovo consumatore multitasking sta nel saper fondere - grazie alla tecnologia, ad applicazioni per Ipad e telefonino - commitment, passion e intimacy», conclude Cini. Il “cosa desidera?” a chi entra in negozio, considerato invadente, tale non è più se a partire dal match calcistico, o dal sito che spiega cos’è un cosmetico, e da un pulsante azzurro si inizia a interagire. Le aziende commerciali italiane sono consapevoli della rivoluzione in atto nel mondo dei consumatori? Qui la risposta è controversa. Nei punti vendita fisici, i dati “positivi” si fermano alla crescita dello showrooming virtuale dell’11 per cento rispetto al 2012

Altro campanello d’allarme per retailer e intermediari: le aziende italiane chiedono sempre più ai consulting partner e ai webmaster di costruire siti dedicati all’e-commerce direttamente controllati da loro, piuttosto che esternalizzare. I costi sono inferiori e gestibili.

mentre sono diminuiti del 16 per cento i comportamenti legati all’infocommerce. Ma il ruolo stesso di questi punti vendita è sub iudice, e le imprese “smart” - non necessariamente piccole o medie - lo hanno capito. Illustrata da Nicola Spiller la ricerca della School of Management del Politecnico sul rapporto tra 116 imprese rispondenti ed everywhere shopper porta a conclusioni più controverse.

Rischio internalizzazioni

Gli autori mettono in ascissa tre gradi di abilità dell’azienda di progettare risposte sui consumatori (indifferenziate, profilate e nell’ambito di un rapporto di interazione) e in ordinata la capacità di raccogliere dati (zero, via internet, attraverso più canali); le aziende che hanno i dati migliori e i rapporti più evoluti sono in prevalenza banche ma si sta attrezzando anche la Grande distribuzione organizzata. 20 | settembre 2016 |

Al contrario, i retail e le utilities arrancano, il massimo che riescono a fare in genere è un’informazione sul prodotto differenziata in base alle informazioni apprese sul cliente. «Questo può costituire un problema per la distribuzione al dettaglio quando intermedia quella su larga scala», ammette Noci. «Se la prima riesce ad aprire punti d’accesso diretto al consumatore, non ci sono più margini per recuperare quest’ultimo». Al momento, le aziende di distribuzione hanno incrementato la richiesta di siti di proprietà dai quali far partire le campagne, in Italia si tende cioè a tenere all’interno la vendita dei propri prodotti (si veda figura 4). Anche questo potrebbe essere un problema per una distribuzione poco attenta ai tempi che arrivano e a trasformare il punto vendita da luogo di acquisto a luogo dove si spiega all’utilizzatore come valorizzare un prodotto.


NUTRIZIONE

21 | settembre 2016 |


NETWORK

di LUCA GANDINO, farmacista

Una catena

transregionale

D

opo alcuni anni di silenzio, torno a scrivere su queste pagine in merito alle aggregazioni tra farmacie. Nel 2006 un gruppo di farmacie commissionò a una società di consulenza di livello internazionale, la Accenture, uno studio di fattibilità che aveva per oggetto la realizzazione di una catena di farmacie indipendente transregionale. Lo studio declinò obiettivi, costi, ricavi, tipologia di governance e cronoprogramma di massima per la realizzazione di un progetto che avrebbe dovuto svilupparsi, partendo da 80 farmacie circa per arrivare, in tre anni, a 700 adesioni. Il gruppo di farmacie, in realtà, era composto da due gruppi, uno con sede in Lombardia, uno con sede in Sardegna, accomunate da un percorso come gruppo di vendita sotto l’egida di un distributore intermedio che condividevano. Per le ragioni già declinate nei precedenti articoli (opposizioni sindacali, pressioni da parte dei grossisti secondo il motto “divide et impera”) il gruppo lombardo si sfilò dal progetto e in breve si dissolse, con gli opinion leader attori del distacco che confluirono in Essere e Benessere, altri colleghi “orfani” che aderirono al progetto Valore Salute sotto la bandiera di Comifar e altri che aderirono ad aggregazioni cooperativistiche. Il gruppo sardo, invece, fondò il Consorzio nazio-

nale farmacie (una delle due o tre forme di aggregazione tra farmacie all’epoca consentite dalla Legge), portando avanti il progetto di Accenture adattato alla nuova realtà: da 80 farmacie che costituivano la base di partenza dei due gruppi si ritrovarono in 30 circa e l’esportazione del modello su scala nazionale, venendo meno la compagine lombarda, fu abortito. Ciò che si può fare in 100, si può fare anche in 30, sia attraverso una maggiore contribuzione da parte di ogni singolo aggregato, sia attraverso una dilatazione dei tempi, ma i risultati ottenuti da questo consorzio permettono di affermare che, con alcune correzioni, i benefici previsti nel progetto dall’aggregazione di 700 farmacie a livello nazionale sono raggiungibili anche da sole 30 farmacie aggregate a livello regionale: circa 20.000 euro di extra margine a farmacia grazie alla contrattazione centralizzata.

Nessuna contaminazione

Da qualche anno il Consorzio nazionale farmacie incontra altri gruppi di aggregazione, con cui confrontare esperienze, sviluppare sinergie, condividere costi e benefici, ma si è scontrato con quegli stessi aspetti che hanno condizionato spesso l’infausto destino di molte cooperative: il prevalere di interessi individualistici rispetto al bene comune, il timore di riduzione di potere decisionale nella gestione della propria azienda o del pro22 | settembre 2016 |

prio gruppo, eccetera. Giovedì 14 luglio 2016 potrebbe invece diventare una data storica per la farmacia italiana: a Roma, ospiti di Farbanca, con la presenza e introduzione di Nicola Guerriero, docente universitario di Gestione aziendale dell’Università Federico II di Napoli, di Francesco Scolamiero e di Felice Guerriero dello Studio Farmadata e di Angelo Sardara, consulenti delle parti, si sono incontrati rappresentanti di diversi gruppi, aggregati alcuni come consorzio (Consorzio nazionale farmacie), altri come rete di imprese (Rete farmacie salentine, Rete farmacie Valcomino, Rete farmacie indipendenti). Questa è una figura giuridica di recente introduzione nel mercato dell’impresa italiano più snella e dinamica del consorzio o della cooperativa e che, soddisfacendo certe condizioni, può dotarsi anche di evidenza pubblica. Alcuni gruppi hanno una fortissima caratterizzazione locale (su 15 comuni le farmacie di 12 paesi partecipano all’aggregazione oltre a due di paesi limitrofi) e uno, al contrario, non ha alcuna caratterizzazione locale ma un comune denominatore “culturale-organizzativo”. Nessuno di questi gruppi apparentemente è “contaminato” da appartenenze sindacali o da connivenze o da partecipazioni con la distribuzione intermedia, con le farmaceutiche o con interessi familiari o parafamiliari trasversali. Questi gruppi sono nati dalle esigenze proprie di tutte le farmacie


NETWORK

Fondamentale la possibilità di utilizzo del software già operativo per fornire uno strumento indispensabile per la trattativa con le aziende

Non c’è più tempo, si devono unire le forze e realizzare un’aggregazione forte di farmacie (concorrenza di corner della Gdo, di parafarmacie indipendenti, riduzione di fatturati per riduzione della contribuzione pubblica, riduzione dei margini, necessità di efficientizzazione dei processi ecc.) e ogni titolare aderente ha saputo mettere da parte il proprio “Io” per partecipare ad aggregazioni dove fosse possibile realizzare un “Noi” molto più grande della somma dei singoli “Io”. Ciascun gruppo ha messo sul tavolo i progetti e i percorsi in cui era coinvolto: la capacità di contrattazione con le aziende, lo sviluppo di un software concentratore dei dati delle farmacie indispensabile per la contrattazione centralizzata degli ordini verso le aziende farmceutiche, lo sviluppo di servizi in farmacia e di nuovi mercati agganciati a servizi, i format di vendita e “addestramento” del personale, i software che facilitino e riorganizzino il lavoro; si tratta di una serie di progetti diversi tra loro, nessuno banale, tutti molto interessanti e condivisibili anche da farmacie di diversa estrazione (o clusterizzazione, per chi ama il tecnicismo): dalla farmacia di basso fatturato a quella di alto fatturato, metropolitana o rurale.

I prossimi passi

È stato aperto un tavolo con potenzialità enormi, che potrebbe diventare un paletto fondamentale per gestire e ottimizzare l’arrivo del capitale nella farma-

cia indipendente, un punto di riferimento per aumentare l’efficienza delle nostre micro-aziende e con essa la redditività netta, un nuovo modello di riferimento per la realizzazione della farmacia dei servizi (servizi che non possono limitarsi alle analisi di prima istanza o al Cup o alla Moc o alla telecardiologia, ma che devono passare attraverso la reale presa in carico del paziente a domicilio, l’interfaccia con la Asl, con gli ospedali e con il personale medico e paramedico) e che trova nei servizi uno spunto per lo sviluppo di nuovi mercati che oggi non solo non sono presidiati ma ancora nemmeno ipotizzati. È nata, insomma, ed è allo studio dei consulenti, qualcosa più dell’idea di costituire un secondo livello di aggregazione che valichi i confini provinciali e regionali e coordini le attività di ciascun gruppo sia verso le farmacie aderenti sia verso i clienti delle stesse. I prossimi passi saranno: lo sviluppo di prodotti comuni a marchio personalizzato per due delle aggregazioni intervenute, la condivisione di eventi pubblicitari come il calendario, ma soprattutto, scelta fondamentale per ogni tentativo di collaborazione, la valutazione della possibilità di utilizzo del software concentratore dei dati già esistente e operativo, per fornire uno strumento indispensabile per la trattativa con le aziende. Il bilancio dell’incontro è estremamente positivo, con unico rammarico l’assenza 23 | settembre 2016 |

di altri gruppi, come i consorzi veneto e ligure pure invitati, ma le otto intense ore di presentazione e dibattito già dei gruppi intervenuti non avrebbero forse consentito la esaustiva presentazione di altre realtà. Occorre a questo punto organizzare un incontro cui partecipino tutti i gruppi che credono nell’aggregazione, nella condivisione di idee e di esperienze, che comprendano come per realizzare economie di scala sia indispensabile non creare doppioni di strutture già esistenti e che questo modello debba disconoscere ed escludere ogni provincialismo nepotistico e ogni “contaminazione” politica, sindacale o della distribuzione intermedia. Deve essere chiaro che questo modello è in grado di superare la concorrenza tra vicini perché si può essere entrambi vincitori, migliorando i margini e l’efficienza e aprendo nuovi mercati, senza che sia necessario strapparsi i clienti a suon di quegli sconti che oggi abbattono la redditività ma dopodomani faranno stravincere solo il capitale che può acquistare su altri mercati prodotti da rivendere in Italia guadagnando molti punti percentuali solo con il cambio di valuta. Un solo appello: questi gruppi hanno fatto cose diverse, tutte ben fatte; realizziamo in fretta questa aggregazione sovraregionale, non ci si può permettere di perdere altro tempo, ricordando che è sempre il veloce che sconfigge il lento, non il grande che sconfigge il piccolo.


LA FORMAZIONE A DISTANZA DI

PREPARAZIONI GALENICHE

Una guida utile e di facile applicazione per le diverse formulazioni magistrali, preparazioni officinali e normativa vigente

I corso FAD 2016 - on line

19,5

CREDITI ECM

DAL 1 GENNAIO 2016 AL 31 DICEMBRE 2016

PREPARAZIONI GALENICHE

36,40 €

13 ORE FORMATIVE

29,84 + IVA 22%

FARMACIA DEI SERVIZI

Le linee guida per fornire un counselling strutturato e organizzato: scelta di valore sociale, sanitario ed economico

II corso FAD 2016 - on line

18

CREDITI ECM

33,60 €

DAL 5 LUGLIO 2016 AL 31 DICEMBRE 2016

FARMACIA DEI SERVIZI: PRESTAZIONI ANALITICHE DI PRIMA ISTANZA E ALTRI SERVIZI DI SECONDO LIVELLO

27,55 + IVA 22%

12 ORE FORMATIVE

Responsabile Scientifico: Paola Brusa - Professore Associato Università di Torino, Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco

Acquista subito su edracorsi.it OPPURE: Tel. 02 88 18 4317

Fax 02 56 56 11 73

abbonamentiedra@lswr.it


Il quindicinale da 16 anni al fianco dei titolari di farmacia Una voce autorevole, aperta a tutte le opinioni, per il presente e il futuro della professione Il giusto mix di preparazione scientifica e aggiornamento, di spirito di impresa e deontologia

QUALITÀ dei contenuti ADATTABILE ai tuoi tempi di studio FRUIBILE OVUNQUE, in qualsiasi momento FORMAZIONE anche per i tuoi collaboratori

è anche IL QUINDICINALE (un anno di abbonamento) a

70 €

UN’OFFERTA SPECIALE a

140€

aggio del volume Il quindicinale + i corsi 2016 online + om a esaurimento scorte) “Come diventare titolare di farmacia” (fino

EDRA SpA - Via Spadolini , 7 - 20141 Milano - Custome r Service Tel. 02 88184.317 - Fax. 02 565 6 1173 - eMail: abbonamentiedra@lswr.it


ATTUALITÀ

L’uso dei farmaci di CRISTINA MAZZANTINI

in Italia

N

el 2015 ogni italiano ha assunto in media poco più di 1,8 dosi di farmaci al giorno. Quindi la spesa farmaceutica nazionale totale è stata pari a 28,9 miliardi di euro, di cui il 76,3 per cento rimborsato dal Ssn. La spesa per l’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche è stata valutata intorno agli 11,2 miliardi di euro, così da registrare un incremento del 24,5 per cento rispetto al 2014. L’incremento è da imputare principalmente all’ingresso sul mercato nazionale di medicinali innovativi, in particolare quelli utilizzati nella cura dell’epatite, che da soli rappresentano il 7,8 per cento della spesa. I farmaci cardiovascolari si confermano la categoria a maggior consumo, mentre gli antimicrobici salgono al primo posto per impatto sulla spesa farmaceutica. Sono alcuni dati emersi dal Rapporto “L’uso dei farmaci in Italia 2015”, presentato a Roma dall’Agenzia italiana del farmaco. Il presidente dell’Aifa Mario Melazzini, ha dichiarato: «Il Rapporto Osmed, giunto alla sua sedicesima edizione, oltre a rispondere efficacemente al mandato istituzionale di rilevamento e analisi dell’andamento della spesa farmaceutica e di proposta per un impiego più razionale e appropriato delle risorse del settore è diventato, al contempo, specchio dei cambiamenti avvenuti e in corso, nonché un indicatore delle trasformazioni future nell’ambito

del settore farmaceutico-sanitario, economico e sociale nel nostro Paese». E ancora. «Per garantire anche in futuro il diritto fondamentale alla salute di tutti i cittadini e, in particolare, di quelle categorie più fragili, quali i bambini, gli anziani, i malati cronici, nonché le persone affette da patologie per le quali non siano ancora state identificate cure efficaci, è fondamentale non dimenticare mai la sfida della sostenibilità che ogni giorno siamo chiamati a combattere e vincere». Per ulteriori chiarimenti Melazzini ha aggiunto: «La medicina negli anni ha cambiato il suo volto, passando da un approccio classico basato sulla singola malattia a un approccio cosiddetto della complessità, che vede il malato nella sua interezza. Anche il settore farmaceutico sta subendo un progressivo cambiamento che, attraverso le nuove terapie antineoplastiche e passando per i nuovi antimicrobici, si sta muovendo verso terapie sempre più personalizzate e, purtroppo, onerose, che includono sia farmaci a target genetico sia i nuovi metodi di produzione, come la stampante 3D».

La sostenibilità

In sintonia con tale tesi, è intervenuto Luca Pani, direttore generale dell’Aifa: «La spesa farmaceutica nazionale nel 2015 ha fatto registrare un balzo in avanti molto significativo del +8,6 per 26 | settembre 2016 |

cento rispetto all’anno precedente. Si tratta di numeri importanti che testimoniano in modo abbastanza chiaro cosa sta succedendo nel mercato del farmaco, e non soltanto nel nostro Paese. Il tema dominante a livello internazionale in ambito regolatorio è come conciliare accesso ai nuovi farmaci, sostenibilità e mantenimento degli standard di qualità e di sicurezza». Proprio sui farmaci innovativi si è soffermato Pani, sottolineando come «la spesa Ssn per i farmaci anti-epatite C per l’anno 2015 è stata pari a 1,7 miliardi di euro (7,8 per cento della spesa Ssn), corrispondente a un consumo di 7,3 milioni di dosi giornaliere. Sofosbuvir è il primo principio attivo per spesa, seguito dall’associazione sofosbuvir/ledipasvir. I Registri di monitoraggio rivelano che a dicembre 2015 erano stati avviati 31.069 trattamenti. I trattamenti avviati a oggi sono 49.715. Secondo le stime, l’Italia dovrebbe riuscire a trattare tutti i casi più gravi prima del 2020 e solo successivamente sarà in grado di estendere il trattamento anche ai pazienti che ora non rientrano nei criteri d’inclusione». Da notare che il 60 per cento dei trattamenti è stato trattato in Lombardia, Campania, Puglia, Lazio e Sicilia. Il picco di crescita della spesa farmaceutica continuerà anche nei prossimi anni. Secondo alcune proiezioni presentate da Pani durante la conferenza, le stime parlano di un incremento annuo, per i


ATTUALITÀ

Da quest’anno viene riportata, per la prima volta, per ciascun indicatore, anche una valutazione del valore regionale

Il Rapporto Osmed 2015 prossimi dieci anni, di 2 miliardi di euro. «Da qui al 2020 arriveranno globalmente sul mercato 225 nuovi principi attivi», ha proseguito il direttore generale, in un’analisi di scenario basata sulle previsioni dell’Ims Health 2015, «confermando il trend di crescita del settore degli ultimi 20 anni, nonostante il recente cambio di paradigma. Il consumo di farmaci continuerà ad aumentare e l’Europa si confermerà come uno dei più grandi mercati farmaceutici al mondo. Più della metà della spesa per farmaci nel 2020 sarà per molecole original brands e sarà concentrata nelle aree delle malattie “non trasmissibili”, infettive, oncologiche e metaboliche. Saranno terapie mirate a target specifici e a popolazioni di pazienti sempre più definite». Proseguendo nel commento del Rapporto Osmed, Luca Pani si è soffermato sulle aree di spesa principali: «I medicinali per il sistema cardiovascolare si confermano la categoria maggiormente consumata dagli italiani, seguiti dai farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, dai farmaci del sangue e organi emopoietici e dai farmaci per il Sistema nervoso centrale, fra questi gli antidepressivi Ssri». Il direttore generale ha poi introdotto l’argomento dei risparmi: «I medicinali a brevetto scaduto rappresentano quasi il 70 per cento dei consumi. Ed è in aumento anche l’utilizzo dei biosimilari, soprattutto delle epo-

etine (+49 per cento) e della somatropina (+21,5 per cento), con effetti positivi sulla spesa farmaceutica. Fin qui tutto bene. C’è però una nota dolente: il mercato generico vedrà un calo nel prossimo futuro». Un dato incoraggiante, riportato dal Rapporto, è che nel 2015 diminuiscono sia il consumo (-2,7 per cento) che la spesa (-3,2 per cento) di antibiotici. «Anche l’utilizzo inappropriato di questa classe di farmaci è in diminuzione rispetto alle precedenti rilevazioni, e si attesta al di sopra del 30 per cento in tutte le condizioni cliniche studiate. L’utilizzo inappropriato degli antibiotici per le infezioni delle vie respiratorie è presente soprattutto al Sud e nelle Isole, nella popolazione femminile e negli anziani».

Indicatori

A integrare i commenti dei relatori, il coordinatore dell’area Strategie e Politiche del Farmaco, Pierluigi Russo: «Quest’anno il Rapporto Osmed si arricchisce dell’analisi dei profili d’utilizzazione dei farmaci per il trattamento della fibrillazione atriale e della trombosi venosa profonda. Inoltre, da quest’anno, viene riportata, per la prima volta, per ciascun indicatore, anche una valutazione del valore regionale». Russo ha evidenziato la rilevanza dell’analisi dei profili di utilizzazione sia sotto il profilo della appropriatezza sia sotto quello del27 | settembre 2016 |

la spesa, anche grazie alle valutazioni dell’impatto economico. Al centro del Rapporto l’aderenza terapeutica e l’appropriatezza prescrittiva con una novità: la declinazione degli indici di appropriatezza prescrittivi anche su base regionale. «Uno strumento che potrà essere d’aiuto alle Regioni per migliorarsi», ha spiegato il coordinatore Russo. Si confermano, infatti, significative le differenze regionali di consumo della spesa per categoria terapeutica con il Lazio, seguito da Puglia e Sardegna, che registra i maggiori consumi in regime di assistenza convenzionata. Russo ha sottolineato il ruolo chiave dei Registri di monitoraggio e dei Piani Terapeutici web-based che l’Aifa sta implementando. «La maggior parte dei Registri è collegata a sistemi di rimborso condizionato, soprattutto il payment by results, grazie ai quali il Ssn si fa carico soltanto di quei trattamenti che si sono rilevati efficaci. Inoltre, dall’analisi demografica sui Registri, emerge che la maggioranza dei pazienti arruolati supera i 69 anni di età. Si tratta quindi di una popolazione che solitamente è poco rappresentata nei trial randomizzati, per cui le analisi statistiche che sono state avviate sui Registri forniranno informazioni validate di grande valore scientifico sull’efficacia e la sicurezza dei farmaci sottoposti a monitoraggio su questa popolazione».


MEDICINA

di STEFANIA CIFANI

T

rattare tutti, subito. In un mondo ideale tutti i malati di epatite C, a prescindere dallo stadio della malattia, dovrebbero ricevere i nuovi antivirali, straordinariamente efficaci e molto ben tollerati. Uno scenario, dati i costi dei medicinali, incompatibile con le attuali disponibilità economiche e organizzative del Servizio sanitario nazionale italiano. Gli antivirali ad azione diretta (Daas) permettono di ottenere in dodici settimane la completa eradicazione del virus, con percentuali di guarigione virologica che superano il 97 per cento. Questi far-

maci sono inoltre efficaci anche in presenza di cirrosi, permettendo di curare i pazienti per i quali i precedenti regimi terapeutici erano completamente inefficaci.

Un anno dopo

A poco più di un anno dall’introduzione dei primi prodotti, un panel di specialisti ha dato vita a Milano all’incontro “Epatite C in Italia, identikit di una malattia in via di eradicazione” per fare il punto su un tema complesso e dai risvolti sociali e psicologici, oltre che clinici. Il dibattito verte oggi non più su quali pazienti 28 | settembre 2016 |

curare, posto che tutti devono poter essere trattati, ma su quando iniziare le terapie. «Trattare subito tutti i pazienti non sarebbe sostenibile né da un punto di vista dell’assistenza sanitaria in termini di risorse umane presenti nei centri di cura (il ritmo con cui possiamo trattare i pazienti è quello attuale), né dal punto di vista economico, per l’esistenza di altre malattie oltre all’epatite C che non possono essere trascurate» afferma Stefano Fagiuoli, direttore U.C. di Gastroenterologia, epatologia e trapiantologia presso l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo.


MEDICINA

Scelte

delicate

Quest’anno sono stati trattati più di 32.000 pazienti con malattia avanzata e, poiché in Italia non esistono limiti di prescrizione in tal senso, di età variabile. Il criterio di selezione è stato fino a oggi quello dell’urgenza, privilegiando malati con compromissione epatica talvolta anche di età avanzata, a scapito di individui Hcv positivi giovani e senza segni di malattia che avrebbero avuto il maggior beneficio clinico. Dopo questa prima fase, la scelta di ritardare l’inizio del trattamento senza incorrere in rischi clinici per il paziente potrebbe essere una strategia terapeutica per garantire un

Trattare tutti pazienti con epatite C non è praticabile per ragioni di budget. Quali criteri di selezione adottare?

accesso graduale alle cure, trattando i malati prima che sviluppino un quadro clinico grave. «Secondo questo approccio il paziente dovrà quindi essere valutato non solo in base al rischio specifico per Hcv ma anche per una serie di altri fattori e malattie concomitanti: obesità, ipertensione, diabete, fino al suo profilo psicologico e sociale, per capire se sia o meno in grado di attendere l’inizio della terapia» aggiunge Fagiuoli. Un modello di cura che non può prescindere da una stretta collaborazione tra specialista e medico di base e che, gioco forza, dovrà avvalersi anche di 29 | settembre 2016 |

altre figure in grado di accompagnare il paziente nel suo percorso di attesa. I pazienti e le associazioni reclamano a gran voce il diritto al trattamento; dovrà essere compito dei decisori, appurata l’impossibilità di procedere in tal senso, quello di individuare quei pazienti che possono attendere. In prima linea in questo dibattito è Epac onlus, evidenziando però i pericoli legati a un sistema curativo inedito per il Ssn italiano. «L’accesso alle cure solo per i malati più gravi genera distorsioni e anomalie», sottolinea il presidente Ivan Gardini, «come il turismo farmaceutico con pazienti che acquistano i farmaci generici in India o Egitto a costi enormemente inferiori. Alcuni medici si rifiutano però di curare pazienti con medicinali non registrati in Italia e in almeno due casi ci siamo imbattuti in malati che si stanno curando senza una supervisione medica. Riteniamo che l’accesso ai farmaci dovrebbe essere gestito direttam e nt e d a l m e d i c o ch e , p u r mantenendo le linee guida basate su urgenza clinica e sociale, possa decidere in autonomia chi curare prima».

Quanti malati?

Se i decessi causati in Italia dalla malattia sono accertati in circa 10.000 casi ogni anno, non vi sono dati certi sui potenziali fruitori dei farmaci, a


MEDICINA

Una ricerca Epac stima in 160-180.000 i pazienti Hcv positivi eleggibili a un trattamento con gli antivirali ad azione diretta

causa della mancanza di registri nazionali attendibili. A fronte della stima sempre divulgata di 700.000-1 milione di pazienti, comprensiva anche dei positivi non ancora diagnosticati, una ricerca condotta da EpaC basata sulle esenzioni per patologia ha stimato circa 160-180.000 pazienti Hcv positivi eleggibili a un trattamento con gli antivirali ad azione diretta. L’Italia è uno dei Paesi con il maggior numero di persone infette, e proprio per questo, essendo i prezzi di acquisto dei farmaci negoziati sulla base dei volumi di vendita, possiede uno dei costi-terapia più bassi d’Europa. «Un ciclo di terapia costa oggi in media da 15-20.000 euro. Per effetto delle rinegoziazioni e dell’introduzione di nuove molecole sul mercato, il prezzo dei farmaci già da quest’anno è destinato a scendere, diventando simile se non inferiore a quello di altre terapie per malattie oncologiche o croniche. Con questi numeri», sostiene Gardini, «secondo i nostri calcoli non è lontano il giorno in cui questi farmaci si ripagheranno da soli con i risparmi procurati al sistema sanitario e al cittadino. Per altre patologie croniche come Aids e diabete, al contrario, è necessario stanziare ingenti risorse ogni anno per impedirne la progressione».

Categorie particolari

Un’attenzione in termini di prevenzione e cura dovrebbe essere riservato alle categorie che rischiano una progressione di malattia più rapida, e che quindi dovrebbero essere trattate più precocemente: pazienti diabetici, obesi, appartenenti al particolarmente aggressivo genotipo 3 e co-infetti con il virus dell’Hiv o dell’epatite B. «Da un punto di vista di sanità pubblica» sostiene Massimo Andreoni, direttore Uoc Malattie infettive e Day hospital del dipartimento di Medicina presso il Policlinico Tor Vergata di Roma, «occorre considerare le categorie di malati a più alto rischio di ritrasmettere il virus a persone siero-negative, ovvero carcerati - si stima che il 30 per cento sia Hcv positivo - e tossicodipendenti per via venosa. Curare queste persone offre vantaggi anche per la comunità, poiché una volta scontata la pena, questi pazienti possono tornare a vivere in comunità senza diffondere l’infezione, anche qualora adottassero comportamenti a rischio». Il beneficio clinico dovrebbe anche essere valutato, secondo i clinici, anche per le donne in età fertile che desiderino avere un figlio. Sia per il rischio, se pur basso, di trasmissione del virus al nascituro sia perché trattare un giovane in fase iniziale di malattia significa guarirlo definitivamente risparmiando su terapie e ospedalizzazioni future.

La sfida

Sulla necessità di trovare nuovi modi per programmare l’accesso alle cure il consenso è unanime. Una sfida per la sanità pubblica che sembra poter trovare risposta in una sorta di equilibrio tra informed deferral e long term benefit: ritardare il trattamento dei pazienti 30 | settembre 2016 |

che possono aspettare perché non ancora compromessi, e al contempo privilegiare chi dalle terapie è in grado di trarre il maggior beneficio clinico in termini di prevenzione o reversione dello scompenso, riduzione dei tassi di mortalità, trapianto e sviluppo di tumore epatico. Prima dell’avvento dei Daas tutti i trapiantati si reinfettavano e in più del 30 per cento dei casi la recidiva portava alla perdita dell’organo trapiantato entro cinque anni. Questi farmaci permettono invece di eradicare il virus anche in chi ha già subito un trapianto d’organo, ma alcune questioni restano aperte. «L’efficacia di questi farmaci», precisa Massimo Colombo, direttore del dipartimento di Medicina specialistica e dei trapianti d’organo, Ospedale MaggioreUniversità degli Studi di Milano, «non si misura solo con la completa guarigione virologica ma soprattutto con i benefici clinici ottenuti. Queste terapie sono in grado di ricompensare i pazienti evitando in alcuni casi il trapianto di fegato ma non è ancora ben chiara la tipologia di pazienti decompensati che dopo guarigione virologica non riesce ad avere stabilizzazione clinica». Tutti i pazienti guariti perché hanno eliminato il virus sono quindi sottoposti a sorveglianza clinica poiché il rischio di sviluppare il tumore - più probabile se anziani, diabetici, o con pregresso abuso di alcol - non può essere scongiurato. «Su questo fronte», conclude Colombo, «abbiamo a disposizione ancora dati molto limitati con i farmaci antivirali diretti, sia in termini di campionatura sia di durata di osservazione. Gli studi disponibili coprono un arco temporale di un anno, troppo breve per valutare i reali benefici clinici nei pazienti più fragili come i decompensati».


SOCIAL

I prodotti Visislim per il controllo del peso

31 | settembre 2016 |


OMEOPATIA

di STEFANIA CIFANI

Carica

emotiva Gli stati d’ansia, comuni a tutti anche se con modalità diverse, e la loro gestione

T

rasversali all’esistenza umana, i disturbi emotivi possono riguardare ogni individuo in diverse fasi della vita, non di rado in concomitanza con un cambiamento, in periodi di difficoltà o in seguito a eventi negativi. Se ne è parlato Milano in un incontro organizzato da Boiron. «Gli stati d’ansia sono il risultato di un meccanismo psicologico di risposta allo stress e testimoniano l’incapacità di adattarsi al cambiamento», afferma Andrea Calandrelli, medico di medicina generale specializzato in Medicina interna ed esperto di omeopatia. «E altrettanto variabile è la sequela di sintomi somatici che ne derivano: quando la risposta è eccessiva compare il disturbo d’ansia, tipicamente associato a sintomi respiratori (sensazione di soffocamento, difficoltà di respiro),

cardiovascolari (tachicardia, palpitazioni), o gastrointestinali (gastrite, intestino irritabile, nausea). Ma possono comparire anche sintomi neuromuscolari, neurologici o dermatologici».

I rimedi

Per la cura di questi stati la medicina tradizionale prevede l’assunzione di ansiolitici, ipnotici o sedativi. Ma sono molte le persone che, soprattutto in presenza di disturbi di lieve entità, preferiscono ricorrere a rimedi omeopatici. Secondo un rapporto diffuso da Omeoimprese in occasione della Giornata internazionale dell’omeopatia, un italiano su cinque avrebbe fatto uso di almeno un prodotto omeopatico nell’ultimo anno. Un mercato che interessa complessivamente il 4,2 per cento degli italiani, ponendoci al terzo posto in Europa, dopo Francia e Germania, per volumi di ven32 | settembre 2016 |

dita. Come può quindi l’omeopatia intervenire per la gestione di questi disturbi? «Laddove gli stati ansiosi non si siano consolidati al punto da connotare stabilmente la personalità di un individuo e richiedere quindi l’utilizzo di psicofarmaci», spiega Calandrelli, «i medicinali omeopatici possono contribuire a ristabilire l’equilibrio. A patto che la terapia venga gestita da un medico omeopata che ne verifichi gli effetti seguendo il paziente nel tempo, l’omeopatia è utile per il controllo dei sintomi funzionali, spesso associati alle sindromi ansiose, e rappresenta una valida opportunità terapeutica. Le alte diluizioni che li caratterizzano rendono questi farmaci generalmente privi di tossicità, adatti quindi anche ai bambini, anche al di sotto dei due anni di età, e alle donne in gravidanza». Alcune opzioni: «Gelsemium sempervirens,


OMEOPATIA

Di fronte ad ansia da anticipazione, caratterizzata da apprensione e inquietudine, si consiglia Argentum nitricum 30 CH Argentum nitricum e Ignatia amara sono tre rimedi cardine impiegati in questi casi. Di fronte ad ansia da anticipazione, caratterizzata da apprensione e inquietudine consiglio Argentum nitricum 30 CH, 5 granuli due volte al giorno al mattino e alla sera fino a miglioramento dei sintomi. In caso di ansia che paralizza, prima di affrontare una prova o un evento ritenuto stressante, con sintomi come cefalea, tremori e vertigini è indicato Gelsemium sempervirens 30 CH, 5 granuli tre volte al giorno. Se invece l’ansia si manifesta a seguito di dispiaceri, separazioni affettive o distacchi dolorosi con palpitazioni, senso di nodo alla gola, sbalzi di umore, il rimedio sarà Ignatia amara 30 CH, 5 granuli al mattino fino al miglioramento dei sintomi». Talvolta la somatizzazione di questi stati d’animo può portare alla comparsa di manifestazioni a livello dell’apparato digerente, con nausea, gastrite, reflusso gastroesofageo, colon irritabile. «A chi presenta crampi intermittenti con coliche spasmodiche gastrointestinali e spossatezza da attività cerebrale con tendenza all’insonnia», prosegue Calandrelli, «consiglio Cuprum metallicum 7 CH; se prevalgono dolori spasmodici crampiformi, irascibilità e ansia, indico Colocynthis 5 CH. In caso di bruciori di stomaco intenso e reflusso gastroesofageo è utile assumere Iris versicolor 5 CH. La posologia è la me-

desima per tutti questi medicinali: 5 granuli tre volte al giorno, fino alla remissione dei sintomi». Ma gli stati di stress e tensione possono anche influire sul sonno, causando risvegli precoci, interruzioni o difficoltà ad addormentarsi: «Ai pazienti che hanno un sonno molto agitato, con bruschi risvegli, e che poi faticano a riaddormentarsi, consiglio Arsenicum album 9 CH. Se l’insonnia è conseguente a episodi che generano paura o forte spavento, lo stato di allerta permane e il soggetto ha incubi frequenti, è utile Aconitum napellus 9 CH. In caso di insonnia causata da shock emotivi, dolori, traumi affettivi, lutti e preoccupazioni, suggerisco Ignatia amara 9 CH, mentre Coffea cruda 9 CH sarà da preferirsi quando prevalgono disturbi del sonno da iperideazione, ossia l’incapacità di sgombrare la mente dai pensieri. Tutti questi medicinali vanno assunti con la medesima posologia: 5 granuli prima di andare a dormire».

Un nuova malattia professionale

Nella società contemporanea lavoro è molto spesso sinonimo di tecnologia, e i lavoratori digitali sono la categoria più esposta al tecno stress. «Si tratta di una nuova malattia professionale legata all’utilizzo di dispositivi elettronici e all’essere sempre connessi», sottolinea Calandrelli. «I sintomi, che secondo la 33 | settembre 2016 |

mia esperienza sono per lo più sovrapponibili a quelli derivanti dall’eccessiva esposizione a campi elettromagnetici prodotti da apparecchiature elettriche, computer e telefoni cellulari, comprendono mal di testa, calo di concentrazione, tensioni neuromuscolari, stanchezza cronica. Ma ansia e insonnia sono i più evidenti. In caso di sovraffaticamento mentale, con sensazione di stanchezza e spossatezza fisica, irritabilità e apprensione ingiustificata, suggerisco Kalium phosphoricum 9 CH, 5 granuli al mattino e alla sera. Se il paziente lamenta stanchezza con difficoltà nella concentrazione e disturbi della memoria dopo eccessi lavorativi, irritabilità e cefalea, consiglio Anacardium orientale 9 CH, sempre 5 granuli due volte al giorno». In generale lo stress da lavoro correlato può manifestarsi con malessere psico-fisico, nervosismo, stanchezza e calo delle difese immunitarie. «Ai pazienti che manifestano irritabilità e ipersensibilità, che faticano a distogliere la mente dal pensiero del lavoro e che faticano a prendere sonno la notte, per dormire profondamente solo al mattino, consiglio di assumere Nux vomica 30 CH, 5 granuli tutte le sere prima di dormire. Se a prevalere è uno stato di stanchezza ed esaurimento, con un costante bisogno di dormire», conclude l’esperto, «prescrivo Selenium metallicum 9 CH, 5 granuli le sera prima di addormentarsi».


FARMACIA CLINICA

di MATTEO ALBERTO BAIO, ricercatore della Sifac, e CORRADO GIUA, docente al Master Clinical Pharmacy-Università di Milano e Cagliari

La gestione delle cefalee

I

l termine “cefalea” indica un dolore di qualsiasi genere localizzato al capo. L’International headache society ha classificato le cefalee in dodici gruppi. I primi quattro rappresentano le cefalee primarie: emicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo e altre cefalalgie trigeminali. In queste forme la cefalea è la malattia vera e propria e non il sintomo di un’altra patologia (ipertensione, febbre, tumore cerebrale…), come accade nelle cefalee secondarie (successivi otto gruppi). Le cefalee primarie sono responsabili di oltre l’80 per cento dei casi di cefalee e costituiscono una malattia socialmente rilevante, con importanti costi socio-sanitari. La diffusione nella popolazione generale è ampia: si stima che il 46 per cento degli adulti soffra di una qualche forma di cefalea. Le stime dell’Oms circa l’impatto delle malattie sulla salute pubblica mostrano come in Italia l’emicrania si posizioni al terzo posto tra le cause di disabilità nella popolazione, davanti a depressione, ansia, Bpco e diabete. Nonostante l’impatto sociale, le cefalee rimangono un insieme di patologie considerate “secondarie” rispetto ad altre cause di disabilità; di conseguenza non vengono trattate in maniera ottimale, tanto che il 50 per cento della popolazione affetta da “mal di testa” si affida all’automedicazione. In questo scenario risulta di primaria importanza il ruolo

del farmacista: l’ampia distribuzione del servizio farmaceutico sul territorio permette di effettuare uno screening sulla popolazione, definendo la tipologia di cefalea e individuando quei casi che richiedono necessariamente un consulto medico; un counseling appropriato permette al farmacista di sensibilizzare il paziente alla problematica e di impostare la terapia più adeguata; inoltre il farmacista può monitorare l’andamento della terapia con l’ausilio del diario per le cefalee.

Quando intervenire

Il farmacista può gestire al meglio, con strumenti appropriati, la cefalea di tipo tensivo e alcune forme di emicrania. In tutti gli altri casi (cefalee secondarie o altri tipi di cefalea primaria) è necessario che il paziente venga inviato dal medico curante o dallo specialista. L’intervento medico si rende necessario anche quando in un caso di emicrania o di cefalea tensiva siano presenti red flags, ovvero segni o sintomi che possono essere indicativi di una patologia più grave (tabella 1).

Emicrania e cefalea tensiva

Vista l’ampia diffusione nella popolazione generale, in assenza di red flags ed escluse le cefalee secondarie, il farmacista dovrebbe sempre considerare la presenza di cefalea tensiva o emicrania. L’emicrania è una malattia caratterizza34 | settembre 2016 |

Il farmacista può gestire al meglio, con strumenti appropriati, la cefalea di tipo tensivo e alcune forme di emicrania

ta da crisi ricorrenti di dolore al capo che presentano caratteristiche ben precise, anche se la malattia è molto eterogenea. Il dolore generalmente è monolaterale (tipica è l’alternanza di lato tra una crisi e l’altra o addirittura nella stessa crisi in momenti successivi). Tutte le zone del capo possono essere interessate simultaneamente o in successione sia nella stessa crisi sia in crisi differenti. Il dolore inoltre può estendersi al volto, al collo e alle spalle.

Red flags Tempo di insorgenza • Cefalea insorta recentemente (da meno di tre mesi) • Cefalea insorta dopo i cinquant’anni Fattori di scatenamento • Cefalea insorta subito con frequenza elevata • Cefalea ortostatica: il dolore compare quando il soggetto assume la posizione eretta, mentre scompare quando è sdraiato • Cefalea che si origina in seguito a sforzi fisici (condizione diversa dall’emicrania, dove il dolore peggiora in seguito a sforzo fisico) Sintomi • Dolore localizzato sempre esclusivamente nello stesso punto • Vomito persistente, a getto • Cefalea che cambia le caratteristiche nel tempo In tutte queste situazioni è bene che il farmacista rimandi il paziente dal medico curante

tabella

1


FARMACIA CLINICA

Circa i due terzi della popolazione è soggetto, nel corso della vita, al disturbo e la metà di essi si affida all’automedicazione

Le crisi durano tipicamente dalle 4 alle 72 ore se non trattate o trattate erroneamente. Il dolore è pulsante con intensità moderata-severa e può aumentare dopo lievi sforzi fisici (camminare o salire dalle scale). Durante gli attacchi si manifestano sintomi di accompagnamento, tipicamente nausea, vomito, fotofobia e fonofobia. In alcuni casi possono essere presenti anche osmofobia (fastidio agli odori), disturbi di concentrazione, pallore, vertigini, disturbi della vista aspecifici, sudorazione, sonnolenza, sensazione di caldo o di freddo. Alcuni di questi possono manifestarsi fino a 48 ore prima dell’insorgenza del dolore e rappresentano i cosiddetti sintomi premonitori. In una piccola percentuale di casi (1020 per cento), l’emicrania è accompagnata dalla caratteristica aura. Questa condizione, che richiede necessariamente un’indagine medica, è caratterizzata da sintomi focali unilaterali di tipo visivo, sensitivi e disturbi della parola. Tutti i disturbi sono completamente reversibili e la crisi di dolore può presentarsi durante l’aura o entro un’ora dal termine degli stessi. Anche la presentazione della cefalea tensiva è eterogenea. La localizzazione del

dolore è bilaterale. Molto frequentemente il dolore è gravativo-costrittivo e viene descritto come un cerchio attorno alla testa. L’intensità è lieve e non si modifica con sforzi fisici moderati; può essere accompagnato da fono o fotofobia. L’attacco, se non trattato, può durare da trenta minuti fino a sette giorni, ma generalmente non compromette le normali attività quotidiane. L’inquadramento differenziale di questi due tipi di cefalea primaria è basato interamente sull’anamnesi: non esistono indagini diagnostiche che permettano di caratterizzare una cefalea primaria e quindi di stabilirne la diagnosi. Pertanto il farmacista formato,

tramite domande specifiche, può formulare un corretto inquadramento differenziale. In primo luogo si valutano le caratteristiche del dolore: localizzazione (unilaterale/bilaterale); tipologia (costrittivo, gravativo/ pulsante); intensità (lieve-moderato/moderato-severo); peggioramento con lieve attività fisica. In secondo luogo si ricerca la presenza di sintomi associati: presenza/ assenza di nausea o vomito; presenza/ assenza di fonofobia; presenza/assenza di fotofobia. Infine si stabiliscono durata e frequenza degli attacchi. Raccolte tutte queste informazioni il farmacista può capire se si trova davanti a un caso di cefalea tensiva o di emicrania. tabella

Inquadramento differenziale EMICRANIA Tipo di dolore Almeno due di queste caratteristiche

Condizioni Aggiuntive

Durata Sede del dolore

Pulsante Red 4 - 72 ore Flag Unilaterale

CEFALEA DI TIPO TENSIVO Gravativo - costrittivo 30 minuti - 7 giorni Bilaterale

Intensità del dolore

Moderata - Severa

Lieve - Moderata

Attività fisica

Aggrava il dolore

Non aggrava il dolore

Nausea/Vomito

Presenza

Assenza

Fotofobia

Presenza di entrambi

Assenza o al più presenza di solo uno dei due sintomi

Almeno una condizione si verifica

Si verificano entrambe le condizioni

Fonofobia

35 | settembre 2016 |

2


FARMACIA CLINICA

Cosa consigliare

Sono disponibili diverse opzioni per il trattamento dell’attacco di cefalea che variano in funzione della patologia riscontrata. Da qui l’importanza del corretto inquadramento e dell’adesione alle linee guida per garantire un trattamento standardizzato. In generale, le raccomandazioni distinguono trattamenti di prima e di seconda linea. Il trattamento di prima linea rappresenta la prima scelta ed è caratterizzato da efficacia e sicurezza comprovate da almeno due studi clinici. Solo quando la prima linea risulta inefficace o in presenza di controindicazioni all’utilizzo, si ricorre alla seconda linea. In accordo con le linee guida della Società italiana per lo studio delle cefalee (Sisc) ecco i medicinali a disposizione del farmacista per il trattamento di emicrania e cefalea tensiva. È bene affiancare al consiglio del medi-

cinale raccomandazioni sulla corretta modalità di assunzione per ottenere la migliore efficacia terapeutica: assumere il farmaco all’insorgenza dei primi sintomi; assumere il farmaco a un dosaggio adeguato; assumere preferibilmente formulazioni con un solo principio attivo; consigliare un medicinale alternativo d’emergenza, in caso di non efficacia. Il farmacista può aiutare il paziente nell’individuazione di eventuali fattori scatenanti o peggiorativi: è possibile intervenire sulla dieta consigliando al paziente di evitare cibi o bevande contenenti nitrati (insaccati); glutammato (carni in scatola, condimenti per insalate, patatine, zuppe e sughi di carne preconfezionati); tiramina (formaggi stagionati, yogurt, fegato, paté, banane e fichi, pane appena sfornato);

Trattamento farmacoterapeutico

tabella

3

CEFALEA TENSIVA

PRIMA LINEA

SECONDA LINEA

Principio attivo

Dosaggio per singola somministrazione

Dose massima giornaliera

Acido Acetilsalicilico (ASA)

500 - 1000 mg

3000 mg

Naprossene sodico

275 - 550 mg

1100 mg

Paracetamolo

500 mg

3000 mg

Paracetamolo + ASA + Caffeina

200/250/25 mg*

1000/1000/100 mg

Ibuprofene

400 mg

1200 mg

Ketoprofene

40 mg*

120 mg

25 – 50 mg

75 mg

Diclofenac potassico

EMICRANIA

PRIMA LINEA SECONDA LINEA

Principio attivo

Dosaggio per singola somministrazione

Dose massima giornaliera

Acido Acetilsalicilico (ASA)

500 - 1000 mg

3000 mg

Naprossene sodico

550 mg

1100 mg

Ibuprofene

400 mg

1200 mg

Non sono indicate formulazioni compatibili con l’automedicazione.

* Le linee guida Sisc raccomandano un dosaggio più alto, non disponibile in Italia in automedicazione

36 | settembre 2016 |

feniletilamina (cioccolato). Evitare inoltre alcool, aceto, agrumi e aspartame. Altri agenti scatenanti possono essere: fattori psicologici; fattori ormonali (mestruazioni, assunzione di contraccettivi orali, terapia ormonale sostitutiva); fattori ambientali (altitudine, variazioni climatiche, rumori, esposizione a luce intensa); altri fattori (febbre, lunghi viaggi aerei, digiuno, alterazioni del sonno).

Il diario delle cefalee

Il diario delle cefalee è uno strumento fondamentale per effettuare un corretto inquadramento della patologia e monitorare l’efficacia della terapia. Infatti l’inquadramento differenziale è basato esclusivamente sui sintomi riportati dal paziente. Il diario guida il paziente nella descrizione dell’attacco tramite un’apposita scheda da compilare: ore nella giornata con cefalea e relativa intensità del dolore; numero di giorni al mese con cefalea; localizzazione (unilaterale/bilaterale) e tipologia del dolore (pulsante o costrittivo/gravativo); eventuale presenza, dei sintomi associati (fotofobia, fonofobia, nausea e vomito); terapie assunte dal paziente e ora d’assunzione; numero di giorni al mese in cui il paziente ha assunto analgesici. Riportando i medicinali assunti per ogni singolo attacco, il farmacista può monitorare l’efficacia della terapia e valutarne il decorso, può adeguare il trattamento e, qualora comparissero red flags o la frequenza degli attacchi risultasse troppo elevata, può inviare il paziente allo specialista con uno strumento utile per accelerare la diagnosi e la cura.


FARMACIA CLINICA

Accessibile CONTIENE eccellenza, specializzazione, qualità, lealtà, responsabilità, collaborazione

LA NOSTRA IDEA DI FARMACO. Siamo un’azienda italiana dai sani principi. Abbiamo scelto, in modo responsabile, di creare valore puntando sulla competenza e sulla specializzazione, per offrire soluzioni terapeutiche di eccellenza a costi accessibili. Perché il maggior numero di persone possa trarne beneficio.

WWW.ABIOGEN.IT

37 | settembre 2016 |

L’ECCELLENZA, PER TUTTI.


NUTRACEUTICA

Nuovi approcci di SILVIA AMBROGIO, biologa nutrizionista

Le scienze omiche a supporto degli studi, sempre più numerosi, sul microbioma

C

on 8.085 pubblicazioni scientifiche negli ultimi due anni risulta chiara l’importanza che sta acquisendo sempre più il microbiota intestinale: alterazioni della sua composizione, comunemente conosciute come disbiosi, sono ritenute responsabili di disordini metabolici, come l’obesità, o di malattie cronico degenerative quali diabete e malattie infiammatorie intestinali. Lo scenario però si sposta decisamente “lontano” dalla sede intestinale se si pensa che sono molte le evidenze che indicano la depressione come una “malattia intestinale”. A supporto della ricerca scientifica in questo campo arrivano le scienze omiche, perché lo studio del microbiota intestinale non è affatto semplice. Molte delle specie batteriche presenti nel microbiota non sono coltivabili e quindi difficilmente isolabili con tecniche di microbiologia tradizionali, per esempio l’isolamento di batteri su terreni colturali selettivi. Storicamente, infatti, un’analisi prevedeva il piastramento del campione su un terreno di coltura, l’isolamento dei ceppi in colture pure e l’analisi del ceppo stesso, con microscopio, Pcr sul suo genoma e fenotipo. La non coltivabilità è dovuta principalmente all’assenza di un terreno di coltura appropriato, alla necessità per quella specie di crescere in co-cultura con altri che gli forniscono metaboliti

essenziali alla sua crescita e a fenomeni di quorum-sensing, cioè meccanismi fisiologici che impediscono a una colonia di batteri della stessa specie di proliferare ulteriormente quando si è raggiunto una determinata densità di batteri. Il fatto che non tutti i microrganismi possano essere isolati in laboratorio significa che gli studi che si basano sulla sola analisi della microflora coltivabile sono poco veritieri. Dal punto di vista prettamente tecnico la differenza tra analisi di ceppi puri e di intere comunità è che nel caso di batteri coltivabili la Pcr, quindi l’amplificazione e l’analisi del suo genoma, avviene dopo la separazione, mentre nel caso delle specie incoltivabili prima si amplifica il genoma, poi si provvedere con clonaggio o a separare su gel e ad analizzare.

Sequenziamenti di nuova generazione

Negli ultimi quindici anni l’incidenza di infezioni da Clostridium difficile, recentemente classificato come Peptoclostridium difficile, è drammaticamente aumentata nei Paesi industrializzati, soprattutto tra i pazienti ospedalizzati. Oggi il trattamento antibiotico è considerato il più importante fattore di rischio ma un ruolo importante spetta al microbiota intestinale che perde la capacità di resistere alla colonizzazione di questo ospite patogeno. Ciò è avvalorato dai recenti successi terapeutici otte38 | settembre 2016 |

nuti tramite trapianto fecale del microbiota in pazienti altamente recidivanti o refrattari alla terapia. Fino a pochi anni fa le sole tecniche di analisi microbiologica fornivano risposte molto limitate, mentre la metagenomica ha portato un nuovo metodo di analisi in grado di fornire molte delle risposte mancanti. La metagenomica produce un profilo tassonomico del campione e permette di determinare la biodiversità del microbiota dell’ospite attraverso il sequenziamento di una specifica regione ribosomiale del gene 16S rRNA. Questo è un gene lungo circa 1.5001.600 nucleotidi, che dopo la trascrizione non è tradotto in proteina ma assume una particolare struttura secondaria che serve per la costruzione del ribosoma e poiché è essenziale per la vita è presente nei genomi in multicopia (anche quindici copie) e per questo motivo è facilmente amplificabile. Inoltre confrontando la sequenza di questo gene di diversi batteri è possibile quantificarne la distanza filogenetica, ovvero determinare a che punto dell’evoluzione due organismi si sono differenziati, determinare la diversità tra gli organismi e identificare un batterio: se due organismi hanno 16S rRNA con più del 97 per cento delle basi omologhe, possono appartenere alla stessa specie. Per semplificare quindi:


NUTRACEUTICA

si estrae Dna batterico partendo da un campione fecale e grazie all’amplificazione mediante primer specifici si identificano le diverse specie batteriche. La bioinformatica fa il resto nel determinare il completo profilo batterico presente nel campione fecale. Presso l’Università di Parma hanno utilizzato proprio questa tecnica in pazienti anziani ricoverati classificati in base alla presenza di infezione di Clostridium difficile e l’esposizione al trattamento con antibiotici. Un microbiota significativamente meno ricco di specie è stato il risultato trovato nei pazienti infettati, con una significativa sottorappresentazione delle specie commensali protettive, tra cui Bacteroides, Alistipes, Lachnospira e Barnesiella, e la sovrarappresentazione dei patogeni opportunisti. Al trattamento antibiotico è stato associato un significativo im-

poverimento di alcuni commensali, come Alistipes, ma non una riduzione della ricchezza di specie. E sempre presso l’università di Parma, la profilatura ITS dei bifidobatteri associata all’analisi metagenomica dei campioni fecali ha permesso l’identificazione di bifidobatteri dal profilo comune nelle coppie madre-bambino e ha rivelato la presenza di ceppi identici condivisi da entrambi gli intestini. La trasmissione verticale dei batteri intestinali dalle madri alla loro prole è infatti considerata un percorso fondamentale per istituzione del microbiota nei neonati, ma lo studio di questa relazione senza l’ausilio di queste tecniche era fino a ora molto limitato. In cosa consiste la profilatura Its? L’operone ribosomale è presente in multicopia in tutti in microrganismi e tra 16S e 23S vi è una regione spaziatrice (ITS) che può contenere i geni per due tRNA: con primer universali posti alla fine del 16S e all’inizio del 23S è possibile amplificare gli ITS. Le bande possono essere tagliate dal gel di acrilammide, si estrae dalla matrice il frammento di ITS e lo si può sequen39 | settembre 2016 |

ziare, determinando così la specie batterica o fungina in maniera simile al 16S. Questa ulteriore tecnica permette di identificare sottospecie. Questo approccio rappresenta sicuramente uno strumento pratico perché l’approccio si presta a divenire un test non invasivo poiché viene fatto su materiale fecale e permette in un solo atto di diagnosticare eventuali disbiosi intestinali e allo stesso tempo stabilire e regolare gli interventi terapeutici con prebiotici e o probiotici.

Non solo metagenomica

Mentre la metagenomica aiuta a rispondere alla domanda “Qual è la composizione di una comunità microbica in condizioni diverse?”, la metatrascrittomica spiega quali geni siano collettivamente espressi in condizioni diverse, aiutandoci a ottenere un profilo funzionale. Gli studi di trascrittomica e proteomica permettono di capire quali sono i marker molecolari coinvolti nell’interazione microrganismo-microrganismo e microrganismo-ospite. La metabolomica completa il quadro per determinare quali sottoprodotti vengono rilasciati nell’ambiente intestinale. Oggi infatti si sa molto su quali specie batteriche sono più abbondanti nel microbiota umano e come esse variano tra gli individui e tra lo stesso individuo in vari momenti della vita. Ancora relativamente poco si sa invece circa la


NUTRACEUTICA

moltitudine di piccole molecole prodotte o modificate dai batteri: i loro livelli possono variare notevolmente tra gli individui e l’ospite uomo è cronicamente esposto a queste molecole per decenni. Alcune molecole sono molto abbondanti, mentre altre sono presenti in scarsa quantità, ma caratterizzate da potenti azioni biologiche. La metabolomica analizza i sottoprodotti che il microbiota rilascia nell’intestino al variare delle condizioni e questo tipo di informazione si sta rivelando di fondamentale importanza man mano che si comprende come i metaboliti rilasciati dalla comunità microbica sono in gran parte responsabili della salute della nicchia ambientale che essi abitano. Tuttavia anche se la profilazione metabolomica è in grado di misurare centinaia di migliaia di metaboliti noti in un unico passaggio, la sua applicazione in questo ambito per scoprire molecole di interesse è più laborioso. Per esempio, i metaboliti alimentari possono essere trasformati attraverso il microbiota e poiché i microbi hanno una serie molto diversa di enzimi rispetto ai mammiferi, le informazioni che se ne possono ricavare sono molte-

plici. La flora intestinale è particolarmente abile a lavorare i polifenoli in differenti prodotti di degradazione fenolica e il prodotto finale è legato alla tipologia di batteri. Il microbiota intestinale elabora anche i carboidrati indigeribili attraverso una varietà di percorsi fermentativi che producono acidi grassi a catena corta come l’acido butirrico e l’acido propionico. Alcuni metaboliti microbici possono essere utili come biomarker alimentari, anche se esiste una relazione complessa tra la fonte di cibo, la specie microbica intestinale predominante e i metaboliti prodotti; di conseguenza i metaboliti microbici devono essere trattati con una certa cautela come biomarker alimentari. E attualmente la scarsa conoscenza delle principali vie metaboliche in anaerobiosi del microbiota è una lacuna fondamentale nella conoscenza e uno dei focus di attenzione della comunità scientifica.

Efficacia testata

In questo contesto sembra probabile e auspicabile che nel prossimo futuro non sarà lasciato al caso lo studio e la dimostrazione di efficacia di prodotti dedicati a interagire con la relazione ospite-microbiota. La ricerca negli ultimi anni si è indirizzata nella caratterizzazione e nello svil u p p o d i a l i m e nt i “funzionali” quali probiotici, prebiotici e simbiotici in grado di prevenire e/o contenere tali disordini. Ricordo che la definizione di probiotico data dalla Fao è quella di organismo 40 | settembre 2016 |

vivo che, somministrato in quantità adeguata, apporta un beneficio all’ospite. Fino a ora sono stati eseguiti numerosi studi che aiutano a comprendere le basi scientifiche dell’effetto di questi alimenti funzionali sullo stato di salute dell’ospite, ma recentemente si è affermata una nuova disciplina, nella quale l’Università di Parma rappresenta un’eccellenza mondiale, la probiogenomica. Lo sfruttare in maniera sistematica e sinergica il sequenziamento e la caratterizzazione di batteri probiotici insieme ad analisi di genomica funzionale, quali trascrittomica e proteomica, nello studio del microbiota permette di chiarire i numerosi dubbi che affliggono oggi il settore dei probiotici, e che riguardano l’effettiva efficacia del mix ingerito, e apre la strada.

Bibliografia 1) Mohamed S. Donia, Michael A. Fischbach Small Molecules from the Human Microbiota. Science 2016 January 24. 2) Milani C, Ticinesi A, Gerritsen J, Nouvenne A, Lugli GA, Mancabelli L, Turroni F, Duranti S, Mangifesta M, Viappiani A, Ferrario C, Maggio M, Lauretani F, De Vos W, van Sinderen D, Meschi T, Ventura M. Gut microbiota composition and Clostridium difficile infection in hospitalized elderly individuals: a metagenomic study. Sci Rep. 2016 May 11;6:25945. 3) Milani C, Ferrario C, Turroni F, Duranti S, Mangifesta M, van Sinderen D, Ventura M. The human gut microbiota and its interactive connections to diet. J Hum Nutr Diet. 2016 May 10. 4) Pigeyre M, Yazdi FT, Kaur Y, Meyre D. Recent progress in genetics, epigenetics and metagenomics unveils the pathophysiology of human obesity. Clin Sci (Lond). 2016 Jun 1;130(12):943-86.


NUTRACEUTICA

Angelo Di Palma Commerciale Divisione Tech

Marco Di Nunno R&D Divisione Tech

La noStra quaLità ha tanti voLti. Francesco Ventola Responsabile Business Unit

Giuseppe Mancini R&D Divisione Tech

Massimo Conti Commerciale Divisione Tech

Farmalabor Tech è espressione di qualità, grazie all’esperienza e alle competenze delle persone che guidano tutti i settori della divisione: ricerca e sviluppo, produzione, vendite e customer service. In Farmalabor si lavora in squadra per raggiungere l’eccellenza e offrire il supporto ideale per la progettazione e l’allestimento dei laboratori galenici. Farmalabor. La qualità, in ogni suo aspetto.

www.farmalabor.it

Farmalabor Tech è una divisione:

farmalabor Stabilimento: Via Pozzillo, z.i. - Canosa di Puglia (Bt) - T. +39 0883 1975111 Sede di rappresentanza: Via Palermo, 23 - Assago (MI)

41 | settembre 2016 |


COSMETOLOGIA

Sudo

di UMBERTO BORELLINI, cosmetologo

dunque sono

S

udare è una funzione fisiologica tanto imbarazzante e fastidiosa quanto fondamentale per l’equilibrio dell’intero organismo. Mantiene costante la temperatura corporea ed espelle dall’organismo una notevole quantità di sostanze di rifiuto, come acidi, urea, sali minerali.

Inoltre, contribuisce a difendere la pelle: insieme al sebo, il sudore costituisce il mantello idrolipidico e mantiene acido il pH cutaneo, che rappresenta una barriera difensiva contro i germi dannosi. Per non parlare delle funzioni feromoniche, che, utili per l’evoluzione della specie, 42 | settembre 2016 |

possono spesso trasformarsi in una sorta di incubo, soprattutto d’estate, quando diventano particolarmente abbondanti e possono accompagnarsi al cattivo odore, che si scatena per effetto della degradazione degli acidi grassi e delle sostanze organiche presenti. In primis è dunque indispensabile la


COSMETOLOGIA

Una funzione fisiologica che contribuisce all’equilibrio dell’organismo Come funzionano le ghiandole sudoripare Il sudore è emesso da ghiandole sudoripare di due tipi: le apocrine e le eccrine. Le ghiandole apocrine sono localizzate in prossimità dei follicoli piliferi (inguine, addome e ascelle), sono controllate dagli ormoni, entrano in funzione nella pubertà ed emettono un liquido lattescente ricco di materie organiche come idrati di carbonio, lipidi e proteine. Si tratta di sostanze che, una volta metabolizzate dai batteri saprofiti, si riducono in composti volatili e maleodoranti, quali l’acido caprinico, isovalerianico, butirrico. Il sudore appena secreto, dunque, è inodore, ma per la presenza di sostanze organiche diventa poi il terreno ideale per la crescita e lo sviluppo di batteri epidermici, dal tipico - e cattivo - odore. Alle secrezioni delle ghiandole aprocrine si aggiunge quella sebacea, che costituisce parte del film idrolipidico della pelle, che è composta in gran parte da trigliceridi che vengono degradati e perossidati. Il risultato di questi meccanismi in combinazione, soprattutto a livello delle ascelle dà il la al cosiddetto body odour, il più pungente e particolare di tutto il corpo. Le ghiandole eccrine, invece, attive fin dalla nascita, emettono un liquido inodore, composto per il 99 per cento di acqua e per il rimanente 1 per cento di acido lattico, sali, urea e ammoniaca. Sono diffuse in tutto il corpo ma, in particolare, nel palmo delle mani, nella pianta dei piedi e nelle ascelle.

ritorna ai massimi livelli. Ed è per questo che entrano in scena i deodoranti, la cui scelta è piuttosto rilevante ai fini dell’effetto freschezza, ma anche della sicurezza dal punto di vista dermatologico. Vediamo, dunque, come orientarsi nella scelta del prodotto più adatto. buona igiene, che significa lavarsi frequentemente con tensioattivi delicati, per evitare così di danneggiare l’ambiente cutaneo naturale. Però, la semplice detersione non assicura un effetto deodorante prolungato: dopo il lavaggio, infatti, la flora batterica della pelle diminuisce, ma nell’arco di poche ore

A tutta freschezza

Il deodorante ideale? In linea di massima dovrebbe essere attivo contro la flora batterica (ma non alterare le condizioni fisiologiche della pelle), assicurare una durata di almeno otto ore ed essere delicato per evitare irritazioni o reazioni allergiche. Per questo andrebbero preferite le formulazioni vapo 43 | settembre 2016 |

o squeeze, senza gas propellenti e, se alcooliche, con una percentuale limitata. Meno consigliate, invece, quelle a lunga durata con azione battericida: possono alterare la flora microbica locale, aumentando il rischio di irritazioni o addirittura di allergie. Attenzione anche ai cosiddetti “antitraspiranti”. Questi prodotti, quasi sempre a base di sali di alluminio, agiscono soprattutto sull’attività escretrice delle ghiandole sudoripare, riducendola fino al 50 per cento tramite occlusione. È un meccanismo che contrasta con la normale fisiologia cutanea: dunque si possono usare, soprattutto in caso di difficoltà a


COSMETOLOGIA

Consigli utili Depilare regolarmente le ascelle e usare deodoranti delicati. Per eliminare i cattivi odori quando si è spesso fuori casa e impossibilitati a effettuare una doccia, si può usare dell’acqua borica, oppure una salviettina detergente. Per non aumentare la temperatura del corpo, e quindi la sudorazione, indossare canottiere di cotone a contatto con la pelle e per l’abbigliamento preferire, in generale, i tessuti naturali, oppure i nuovi tessuti hi tech con antibatterici inclusi nella trama. Adottare gli stessi accorgimenti anche per gli indumenti indossati per l’attività fisica.

ricorrere ad altre formulazioni o in caso di sudorazione molto intensa, ma solo per brevi periodi, perché possono infiammare le ghiandole sudoripare. Soluzione più soft e consigliabile è quella dei cosiddetti “bloccanti enzimatici”, contenenti sostanze capaci di inattivare gli enzimi prodotti dai batteri (per esempio il trietil-citrato, che libera acido citrico). Spesso queste formulazioni contengono anche antiossidanti, come la vitamina A, la E o la C, che impediscono l’irrancidimento del sudore apocrino. Ancora: i prodotti assorbiodori contengono derivati dallo zinco e dall’olio di ricino che captano e neutralizzano le componenti odorose sprigionate dal sudore, evitando che si volatilizzino. Il vantaggio di questi deodoranti è che la loro azione è selettiva, diretta unicamente verso il cattivo odore nel momento stesso in cui si forma e su quello già formato, senza interferire con i normali processi fisiologici. In sostanza, non sono aggressivi, ma potrebbero richiedere almeno due applicazioni giornaliere. Menzione anche per polveri aspersorie, come la cellulosa microporosa, in grado di assorbire eccessi di umidità e in alcuni casi di imprimere una delicata profumazione alla zona trattata oppure il vecchio bicarbonato in polvere. Ma gli aloni sui tessuti sono pressoché sicuri, spesso indelebili. In più la loro azione è di breve durata

e quando il caldo è molto intenso l’efficacia svanisce piuttosto velocemente. Infine, ci sono i deodoranti “profumanti” a base di oli essenziali con una leggera azione batteriostatica, come quelli di timo, pino silvestre, limone, cipresso, chiodi di garofano. Anche questi, naturalmente, vanno applicati almeno due volte al giorno e dopo accurata detersione, pena ritrovarsi con sgradevoli mix di odori.

Il ruolo dell’alimentazione

Alcuni cibi, inseriti o meno nell’alimentazione quotidiana, possono influire sulla quantità - o sull’odore - del liquido emesso. La norma generale è di evitare le pietanze troppo calde, perchè creano una condizione termica che induce le ghiandole a secernere maggiori quantità di sudore. Soprattutto con le alte temperature, poi, andrebbero eliminati alcolici, tè, caffè e cibi piccanti, perché hanno un effetto vasodilatatorio, che incrementa la reattività delle ghiandole sudoripare. La stessa reazione può essere provocata anche da alcune sostanze di tipo eccitatorio-secretorio contenute nei formaggi molto stagionati o particolarmente salati, come quelli di capra. Curry, aglio e cipolla, invece, vanno limitati per evitare che il sudore assuma un odore particolarmente sgradevole. 44 | settembre 2016 |

Bere e reintegrare i sali perduti

Reintegrare i liquidi, e di conseguenza i sali minerali, perduti anche e soprattutto con la sudorazione: è imperativo per evitare la disidratazione - che dà capogiri, spossatezza, secchezza della bocca e, nei casi più gravi, confusione mentale - nonché crampi, colpi di sole e di calore. Il segreto è bere i classici due litri al giorno di acqua minerale naturale e altri liquidi non zuccherati, ma mai troppo freddi (lo shock termico aumenta la sudorazione). Utile anche bere infusi a base di salvia: riducono sia la sudorazione da calore eccessivo, sia quella di origine nervosa (tre prese di erba essiccata per dieci minuti d’infusione in mezzo litro d’acqua).

Nota bibliografica 1) U. Borellini, Cosmetologia, Alfox Editore, 2014 2) U. Borellini, La divina cosmesi, Mondadori, 2015.


COSMESI | medicina estetica

45 | settembre 2016 |


COSMESI

Consumi beauty di ELISA DA VINCI

oltre i dieci miliardi

L’

andamento nel primo semestre di quest’anno - secondo i dati d e l C e nt r o studi di Cosmetica Italia, - ha mostrato una positività data dal miglioramento degli indicatori economici che hanno permesso di ipotizzare proiezioni di fine anno improntate a una ripartenza dei consumi interni, sempre più multicanale. Rispetto al quadro macroeconomico la crescita del Pil in Italia si manterrà sotto l’1 per cento, per registrare un debole consolidamento nel biennio 2017/2018. A fronte di questa incertezza, le imprese del settore stanno investendo in Ricerca & Sviluppo e per rafforzare la domanda interna, puntando sulla qualità e su prodotti innovativi. Una delle forze dell’industria cosmetica di casa nostra è la capacità di autofinanziamento e, sempre più spesso - come ribadito da Fabio Rossello (foto in alto), presidente di Cosmetica Italia - un’attenzione al web marketing, al valore dei social network, che permettono di rivedere gli assortimenti e rimodellare il business per aumentare la redditività. A rafforzare questa analisi Giuseppe Schirone, manager di Prometeia, che - analizzando l’andamento delle aziende fino al 2014, con proiezioni al 2020 - ha messo in luce che la cosmetica e i prodotti per la casa

peseranno di più nel paniere dei consumi degli italiani. Secondo i dati della Congiunturale di Cosmetica Italia, il mercato cosmetico italiano, nel 2016, dovrebbe chiudere con un giro d’affari intorno ai 10,5 miliardi di euro, in crescita del 5 per cento rispetto al 2015, con un mercato interno a quota 6,25 miliardi (+0,7 per cento) e un export a 4,25 miliardi (+11,5). Entrando nello specifico dei trend che riguardano i vari canali distributivi, la Congiunturale vede un trend negativo ancora per i saloni di estetica (-2,1 per cento e un valore di 220 milioni di euro) e Grande distribuzione (-0,8 per cento e un valore di 4,1 miliardi) mentre sono in recupero acconciatori (+0,8 per cento e un valore di poco inferiore ai 560 milioni) e profumerie (+1 per cento e un valore vicino ai 2 miliardi). Le previsioni di fine anno ipotizzano le erboristerie ancora in crescita (+2,2 per cento e un valore di 430 milioni di euro) così come la farmacia (+1,3 per cento e un valore superiore ai 1.850 milioni di euro) oltre a trend estremamente positivi per le vendite dirette (valore che include anche l’e-commerce, con una chiusura previsionale 2016 su 2015 del +7,3 per cento e un volume di vendita di circa 750 milioni di euro) e per i terzisti 46 | settembre 2016 |

(con un +4,3 per cento e un fatturato di oltre 1,1 miliardi di euro).

Focus sulla farmacia

Anche se a ritmi rallentati rispetto al passato, la crescita dei consumi di cosmetici in farmacia è sempre superiore alla media del comparto, grazie anche a una rimodulazione delle opzioni di acquisto. Secondo l’analisi del Centro studi, è in corso una razionalizzazione della domanda verso il canale. Infatti, i dati confermano per il primo semestre del 2016 una crescita dell’1 per cento mentre per il secondo semestre le previsioni parlano di un +1,5. A fine anno il valore di queste vendite supererà l’1,85 miliardi di euro, diventando in questo modo il terzo canale di vendita di questi prodotti in Italia (con una quota del 18,6 per cento di tutto il mercato) dietro alla profumeria (che detiene il 19,9 per cento) e alla Grande distribuzione, che con la quota del 40 per cento si colloca al primo posto. Questo trend è determinato dalla differenziazione degli acquisti, che porta al fenomeno della multicanalità e, considerando che i consumatori hanno esigenze mutate per quanto riguarda i punti vendita, l’analisi di Cosmetica Italia sottolinea che la tenuta della farmacia è determinata sia dalla fiducia che i clienti ripongono in questo canale distributivo sia dai livelli di affidamento, specializzazione e cura dei servizi accessori che offre ai consumatori. Da tempo la


COSMESI

Congiunturale Cosmetica Italia: in crescita dell’1,3 per cento la dermocosmesi in farmacia dermocosmesi è diventata una voce importante dell’attività della farmacia, collocandosi spesso come elemento commerciale di rilievo per contenere la contrazione della domanda di farmaci. In attesa poi degli effetti del Ddl Concorrenza e delle eventuali trasformazioni legate all’entrata di soci di capitali in farmacia, il canale tradizionale vede l’affermarsi di nuovi strumenti come le app, i social network e il mondo web.

In tema di stagionalità

Interessante è anche l’analisi che il Beauty Trend Watch - il nuovo contenitore realizzato dal Centro studi in collaborazione con istituti di ricerca, esperti, operatori e piattaforme web - ha dedicato al fenomeno della stagionalità nella richiesta e nel consumo dei prodotti cosmetici. Grazie al Cosmetic Barometer, sviluppato da Tote Next, è stato possibile analizzare i volumi di ricerca in rete relativi a migliaia di parole chiave ricavate dalle basi dati di Google Trend, AdWord e altri tool Seo. Questo metodo applicato alle quattro principali categorie del make up (fondotinta, rossetto, ombretto e smalto unghie) ha evidenziato che, per quanto riguarda il fondotinta, la stagionalità nelle ricerche raggiunge i picchi nei periodi febbraio/ marzo e ottobre/novembre e precipita nel periodo estivo. Per questa tipologia di prodotti c’è anche una leggera flessione nel periodo natalizio, che invece regi-

On line che avanza Durante la presentazione della congiunturale Gian Andrea Positano (nella foto), responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, ha posto l’accento sull’evoluzione che riguarda l’e-commerce dei prodotti cosmetici. Un mercato in grande fermento: nei primi sei mesi del 2016 oltre 4.000 lanci di nuovi prodotti in Italia ha riguardato proprio queste referenze. Secondo la visione del Beauty Trend Watch, inoltre, si stima che quest’anno la vendita di prodotti on line raggiungerà i 200 milioni di euro con un parco di 5,2 milioni di acquirenti. I prodotti più acquistati sul canale web sono profumi, cura viso, cura corpo e make up.

stra picchi per ombretti e rossetti (indicati per le occasioni particolari e le feste natalizie e di fine anno) mentre luglio e agosto appaiono i mesi nei quali le ricerche si concentrano sugli smalti per unghie, probabilmente in virtù di una maggior predisposizione al divertimento e alla sperimentazione delle persone. Tra le categorie più influenzate dalla stagionalità ci sono anche i prodotti solari che, nel 2015, hanno raggiunto la quota di 382 milioni di euro (in crescita dell’8,8 per cento rispetto all’anno precedente). Le ragioni di questo andamento sono da ricercarsi in una maggiore offerta di prodotti solari naturali (le cui formulazioni contengono vitamina C ed E, aloe vera, the verde, oli naturali); nella consapevolezza dei consumatori riguardo la necessità di una protezione qualitativa dagli effetti dei raggi Uv per preservare la giovinezza e la salute della pelle; nella possibilità di acquistare prodotti con un ottimo rapporto qualità/ prezzo, facilità di utilizzo e applicazione, 47 | settembre 2016 |

oltre alla garanzia dei risultati di sicurezza e protezione.

Giovani e mondo cosmetico

A conclusione dei dati sulla congiunturale sono stati illustrati da Elisabetta Rivolta, Recruiting and labour market manager di Intercos e membro Hr Community di Cosmetica Italia, i risultati emersi dalla ricerca “Giovani & Impresa” condotta in collaborazione con l’Università Iulm e il contributo interpretativo di Ermeneia. Se ne ricava che il settore della bellezza è vissuto come “futile” e quindi marginale rispetto agli interessi dei giovani studenti che, però, vorrebbero entrare nel mondo del lavoro in un ambiente stimolante che possa offrire loro opportunità professionali specie nell’ambito digital. Per questo Cosmetica Italia, nel quadro dei rapporti con le università, si impegnerà ancor di più a promuovere le opportunità di buon livello che il settore può offrire sul piano professionale.


LEGALE

a cura dello studio dell’avvocato BRUNO RICCARDO NICOLOSO Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

Un ritorno all’antico

A

lla vigilia del voto nel referendum sulla riforma della Costituzione si pone naturalmente a questo osservatorio legale l’esigenza di un’indagine sulla ricaduta di tale riforma sul sistema farmacia, quale sistema culturale di servizi a tutela della salute, intesa come tutela della qualità e della dignità della vita attraverso la cura delle malattie e la terapia del dolore, riconosciuta come diritto “fondamentale” di tutti e di ciascuno e, come tale, assicurata dallo Stato sociale. In questa logica il sistema farmacia è integrato nel Servizio sanitario nazionale come un unicum di professione (sanitaria) svolta nell’ambito di una struttura (impresa) per svolgere un servizio (pubblico e sociale) garantito con continuità temporale e territoriale e impone un’esegesi sistematica dei principi costituzionali in cui si pone: essi sono quelli di solidarietà sociale (articolo 2, Costituzione), di uguaglianza sostanziale (articolo 3, Costituzione), di dignità della vita (articolo 32, Costituzione), di sicurezza sociale (articolo 36, Costituzione), di finalizzazione dell’attività economica dell’interesse generale (articolo 41, Costituzione), di trasparenza, razionalità, appropriatezza, imparzialità, sussidiarietà, proporzionalità e legittimo affidamento dell’azione amministrativa (articolo 97, Costituzione) al cui esito

si articolano le competenze legislative dello Stato e delle Regioni (articolo 117, Costituzione) e di sussidiarietà verticale dell’azione amministrativa (articolo 118, Costituzione). In questo compendio normativo equilibrato nel suo insieme (Punto Effe n. 8/2011, “Quartetto d’archi”) e posto a usbergo del sistema farmacia (Punto Effe n. 6/2012, “Il vallo d’Adriano”) si 48 | settembre 2016 |

è inequivocabilmente formato il dictum del Giudice delle Leggi (Corte Costituzionale n. 446/1998, n. 27/2003, n. 87/2006, n. 448/2006, n. 430/2007, n. 76/2008, n. 295/2009) che è stato avallato a livello comunitario della Corte di giustizia UE (21 marzo 1991, C-369/88; 19 maggio 2009, C-531/06; 1 giugno 2010, C-570/07; 17 dicembre 2010, C-217/09) e impone una inequi-


LEGALE

La ricaduta della riforma costituzionale sul sistema farmacia

voca ripartizione delle competenze legislative su cui s’incardinano detti principi nella loro interpretazione giurisdizionale che conta.

La ripartizione delle competenze

Vale allora il riferimento testuale alla situazione quo ante e alla situazione ex post.

Articolo 117 Costituzione (quo ante) La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione nonché dei vincoli derivanti dall’Ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali (…) Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: …m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni 49 | settembre 2016 |

concernenti i diritti civili e sociale che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (…) Sono materia di legislazione concorrente quel le relative (al la) … tutela della Salute (…) Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento a ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato (…) (ex post) La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione nonché dei vincoli derivanti dall’Ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: … m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociale che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (e le) disposizioni generali e comuni per la tutela della salute (…) Spetta alle Regioni la potestà legislativa in materia di… programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali… nonché in ogni materia non espressamente riservata alla competenza esclusiva dello Stato (…) Su proposta del Governo la legge dello Stato può intervenire in materia non riservata alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela della unità politica ed economica della repubblica ovvero la tutela dell’interesse nazionale (…)


LEGALE

Facile prevedere che si aprirà una nuova fase di contenzioso avanti la Consulta per definire il nuovo assetto delle competenze legislative e della correlata azione amministrativa

Un salto all’indietro

S’era già visto come la bozza di riforma costituzionale in questione fosse volta a definire una forma centripeta di tutela della salute già riservata alla legislazione concorrente dello Stato e delle Regioni nella riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, cui veniva dato ostracismo se pur ben definita dagli interventi manipolatori della Corte Costituzionale (Punto Effe n. 9/2014, “An et quod, quomodo et quando”), in particolare con le decisioni n. 255/2013 e n. 160/2016. La riforma della riforma si è poi tradotta in termini trancianti nel postulato di una p otestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela della salute, rimanendo riservata alle Regioni la potestà legislativa in materia di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari: tale competenza è per così dire condizionata dalla clausola di salvaguardia che rimette alla legislazione dello Stato, su proposta del Governo, una tale (residuale) potestà legislativa regionale, quando lo richieda la tutela dell’interesse nazionale, così da configurare una supremazia statale in materia che consentirà allo Stato di approvare leggi anche nelle materie di competenza

regionale qualora il Governo - e non il Parlamento che dovrà poi legiferare ritenga che vi sia un interesse nazionale che giustifichi tale invasione. Il che, a tacere di come si ponga e in cosa consista tale interesse nazionale di tutela della salute rispetto alla programmazione ed erogazione dei relativi servizi e al federalismo sanitario, sembra voler consegnare, e in effetti consegna, al potere esecutivo un vero e proprio vaglio sull’esercizio di ogni aspetto del potere legislativo in una materia strategica dello Stato sociale, quale è la tutela della salute e la disciplina dei servizi sanitari, tra cui quello garantito del sistema farmacia pianificato in modo uniforme sul territorio nazionale. Ed è facile prevedere che si aprirà al riguardo una nuova fase di contenzioso avanti la Consulta per definire il nuovo assetto delle competenze legislative e della correlata azione amministrativa. Tutto questo è posto dalla riforma costituzionale sull’altare della diseguaglianza dei sistemi sanitari regionali che hanno differenze notevoli sia per quanto riguarda l’assistenza che i suoi esiti, ma che sono ben difficilmente ascrivibili al sistema farmacia in termini di servizio pubblico e di assistenza sociale, quando tale sistema garantisce il munus publicum che gli è stato affidato sotto entrambi i profili in modo uniforme ed eccellente su tutto il territorio nazionale nel pieno risp etto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), recentemente aperti alla farmacia dei servizi affidata proprio al federalismo sanitario. Ciò a tacere di un qualche infortunio concettuale nell’esegesi della sinergia tra l’ordinamento generale e l’ordinamento di settore (come nel caso della 50 | settembre 2016 |

ipotizzata contitolarità delle farmacie e del preteso declino della relativa pianta organica) mutuato dalla interpretazione burocratica data proprio dalla autorità di governo (Punto Effe n. 5/2103: “Dissonanze”). In tale contesto la ricaduta della riforma costituzionale sul sistema farmacia può apparire contraddittoria e immotivata, così da far pensare piuttosto a un ritorno postumo delle logiche del Testo Unico delle Leggi Sanitarie del 1934 e del Regolamento farmaceutico del 1938 - di cui si serba il ricordo come dell’affresco di Sironi nell’aula magna della Sapienza - prima ancora che a quelle della Legge di riforma del 1968 rivisitata nel 1991. Peggio ancora, si pone in evidente contrasto con l’integrazione del sistema farmacia nel patto di solidarietà sociale costituito dal Servizio sanitario nazionale di cui alla Legge del 1978 riformata nel 1992, che ha trovato nel federalismo sanitario e nella sussidiarietà verticale dell’azione amministrativa a questo collegata la realizzazione dei principi costituzionali su cui si fonda detto sistema: ciò nell’equilibrio dato dal canale di raccordo della Conferenza Stato-Regioni di cui ci si è forse dimenticati in favore del Senato della autonomie che vi si è sovrapposto con competenze legislative che non potranno non risentire della clausola di salvaguardia di cui s’è detto. Non una parola di più, se pure si potrebbe dire con Salvatore Settis, nel ricordo di Piero Calamandrei: «Costituzione? Meglio applicarla che riformarla». E non solo per la sua ricaduta sul sistema farmacia, ma questa è una considerazione che s’è già fatta in occasione di un non lontano referendum costituzionale (Punto Effe, n. 1/2007: “La resistenza ha resistito”).


FARMANEWS

Un utile supporto Malattia di Parkinson, una nuova molecola a integrazione della terapia con levodopa di STEFANIA CIFANI

U

n nuovo farmaco per il trattamento della malattia di Parkinson è disponibile, dopo il lancio in Germania, Svizzera e Spagna, anche in Italia. Si tratta di safinamide, usato come terapia aggiuntiva a levodopa con o senza altri medicinali specifici. I pazienti nella fase iniziale sono generalmente trattati con levodopa, a oggi il trattamento più efficace. A lungo termine tale terapia provoca fluttuazioni motorie debilitanti, cioè fasi in cui, per esaurimento dell’effetto del farmaco, il paziente improvvisamente passa dallo stato “on”, in cui è in grado di muoversi, allo stato “off” di mobilità difficoltosa. L’efficacia di safinamide è stata testata e confrontata con placebo in pazienti con malattia di Parkinson in fase finale che riferivano fluttuazioni motorie. La terapia protratta per sei mesi ha aumentato la durata della fase “on” di 30-60 minuti rispetto al placebo. Il farmaco non ha invece mostrato efficacia, in aggiunta al trattamento

principale, nei pazienti in fase iniziale di malattia senza fluttuazioni motorie. Safinamide appartiene alla classe degli inibitori della Mao-B (monoamino-ossidasi di tipo B). Il suo meccanismo di azione consiste nel blocco dell’enzima responsabile della degradazione della dopamina, migliorando i sintomi del paziente. Oltre all’inibizione delle Mao-B il farmaco agisce anche con la modulazione del rilascio eccessivo del glutammato tramite il blocco stato-dipendente dei canali del sodio-voltaggio dipendenti: un duplice meccanismo d’azione che agisce sulla trasmissione dopaminergica e glutammatergica. «Le proprietà dopaminergiche e non dopaminergiche di safinamide», afferma Fabrizio Stocchi, responsabile del Centro per la cura e diagnosi del Parkinson dell’Ircss S. Raffaele di Roma, «introducono una novità tra i farmaci per il trattamento della

malattia. La molecola ha dimostrato di aumentare notevolmente il tempo “on” senza alcuna discinesia o in presenza di discinesia lieve, in aggiunta a un miglioramento delle funzioni motorie, secondo il punteggio Updrs III. Studi condotti in pazienti trattati con levodopa hanno dimostrato la sua efficacia anche nel lungo periodo, fino a 24 mesi, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti». Il farmaco è disponibile sotto forma di compresse da 50 e 100 mg; il trattamento do-

51 | settembre 2016 |

vrebbe essere iniziato a una dose di 50 mg al giorno per aumentare fino a 100 mg al giorno, in base alle esigenze del paziente. Tra gli effetti collaterali più comuni, che possono cioè riguardare fino a una persona su dieci, vi sono insonnia, discinesia, sonnolenza, torpore, mal di testa, nausea. Il prodotto non deve essere usato in pazienti con gravi problemi epatici, in soggetti trattati con petidina o altri medicinali che inibiscono la Mao, nelle donne in gravidanza o che non facciano uso di metodi contraccettivi.


INIZIATIVE

Un modello da esportare Presentato in un congresso a Hong Kong un caso innovativo di rete italiana di farmacie: Parsifal di Udine di ANDREA GARLATTI, direttore del Dipartimento di Scienze economiche e statistiche, Università di Udine

A

l congresso mondiale dell’International research society for public management (Irspm) di Hong Kong, nella sezione dedicata al capitale intellettuale, è stato presentato un case study basato su una esperienza di rete nelle farmacie italiane. La rete nasce dall’aggregazione di sei farmacie del Friuli Venezia Giulia (Bruna, Fresco&Forgiarini, Mainardis, Patuna, Romor, Strazzolini) e ha sviluppato - con il supporto scientifico di una spin off universitaria - un progetto di studio, è localizzata nel nord est d’Italia e sta sviluppando un progetto di integrazione fondato sulla condivisione del capitale intellettuale e sulla creazione di strategie comuni per una migliore competitività. I singoli gradi di sviluppo del processo si fondano su una prima analisi della struttura economica dei bilanci, sulla creazione di benchmark comuni condivisi, sulla individuazione di attività che possono essere rese più efficienti attraverso la gestione

condivisa, la definizione di obiettivi, attività e indicatori e infine sulla scrittura delle regole d’ingaggio della rete. Obiettivo finale: migliorare la competitività dei “retisti” e incrementare il patrimonio cognitivo dei partecipanti.

Fasi successive

Proprio l’individuazione delle best practices e la condivisione dei saperi è il primo goal individuato dallo studio. Allineando le performance dei retisti ai migliori valori del gruppo (valori quindi reali e non teorici) si otterrebbe un miglioramento della performance complessiva di oltre l’8 per cento, con punte del 15 per cento. La condivisione della gestione delle attività a basso valore aggiunto o la riorganizzazione del lavoro di staff sono state scelte come ulteriori aree in cui la condivisione dei saperi potrebbe migliorare le performance dei retisti. Il secondo punto è l’implementazione di nuove attività per le farmacie della rete. Sono state analizzate le diverse dimensioni del nuovo agire come la natura del servizio

(diagnostico, consulenziale, di hosting), la legittimazione transazionale (convenzionale, contrattuale, libero mercato) e la natura del committente (pubblica amministrazione, ente privato, cittadino, casa di riposo, eccetera). Sono state individuate, tra le molte, tre promettenti nuove attività - hosting professionale, servizi di diagnostica e consulenze farmacologiche in tema di riconciliazione terapeutica - come adeguate alla domanda del mercato e agli scenari in divenire e su queste è stato tracciato uno studio di fattibilità tecnica ed economica. I numeri sono assai interessanti e se l’ottimizzazione della gestione corrente potrebbe generare un miglioramento della performance generale del 12 per cento, come già detto, l’implementazione delle nuove attività avrebbe un impatto anche maggiore sul conto economi-

52 | settembre 2016 |

co. Il punto fondamentale, però, non è tanto nelle grandezze dei valori in gioco quanto nell’avere immaginato attività innovative, con piccoli investimenti in capitale finanziario e grandi investimenti in conoscenza e capitale relazionale. Fattori questi ultimi che rappresentano il vero vantaggio competitivo per la rete, in quanto non fungibili, di fronte a un orizzonte che diventa ogni giorno più incerto. Una volta che il valore del team sarà diventato un autentico asset organizzativo la sfida successiva sarà quella di “prototipizzare” l’assetto organizzativo e relazionale per rendere il modello replicabile. La relazione ha suscitato notevole interesse internazionale sia per le implicazioni con la più ampia tematica della gestione della sanità pubblica sia per l’integrazione pubblico/privato.



SPIGOLATURE

Igiene orale a 360 gradi

Da settembre nelle farmacie italiane un servizio qualificato per la salute orale, un mix di tradizione e innovazione. L’iniziativa infatti unisce due importanti attori del panorama dell’igiene orale italiana, Recordati, impegnata in un importante lavoro di ampliamento e consolidamento della linea Dentosan, e Associazione igienisti dentali italiani (Aidi), da tempo presente anche negli ambiti di sensibilizzazione della popolazione rispetto alla salvaguardia della salute di denti, gengive e mucose della bocca. Il counselling fornito dagli igienisti dentali sarà focalizzato sulla detersione

degli spazi interprossimali (tra dente e dente, dente e gengiva) dove l’accumulo dei batteri può portare a formazione di placca e di conseguenza al possibile sviluppo di carie, infiammazione delle gengive fino alla malattia parodontale. Il servizio è particolarmente utile vista l’incidenza, in Italia, della parodontite, che colpisce venti milioni di over 35, mentre sono 3 milioni gli italiani che soffrono di parodontite grave. La farmacia si conferma quindi il luogo d’elezione per educare i cittadini a tenere sotto controllo lo stato di salute e mantenere nel tempo il benessere psicofisico. Il progetto “Igiene orale a 360°” avrà luogo dal 19 settembre al 6 novembre su tutto il territorio nazionale; all’interno delle farmacie aderenti sarà allestito un desk presso il quale l’igienista dentale offrirà le consulenze, mostrerà l’utilizzo degli strumenti per la detersione degli spazi interprossimali e lascerà un leaflet educazionale al cliente. Per maggiori informazioni contattare il numero 0258299801.

Corso in Medicine non convenzionali a Milano Aperte le iscrizioni per l’edizione 2016/2017 al master di primo livello in “Sistemi sanitari, medicine tradizionali e non convenzionali”, rivolto, tra gli altri, ai laureati in Farmacia, e organizzato dal dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con il dipartimento di Medicina e chirurgia, con il sostegno di Guna. L’attività formativa è strutturata in modo multidisciplinare e alterna lezioni teoriche (240 ore) a esercitazioni pratiche (48 ore) e di laboratorio (48 ore); il master inoltre prevede un’attività di stage della durata di 400 ore dove i partecipanti potranno sviluppare i propri project work, grazie anche alla presenza di un tutor sia aziendale sia universitario. Il corso offre ai partecipanti strumenti di conoscenza teorici e operativi utili alla formazione di figure professionali in grado di integrare gli aspetti gestionali ed economici con quelli clinico e assistenziali delle diverse medicine, fornisce strumenti di analisi quantitativa e qualitativa legati ai temi della salute, finalizzati alla progettazione e alla valutazione dei sistemi per la salute, a livello regionale, nazionale e internazionale, nonché allo studio delle disuguaglianze di salute. Conferisce inoltre competenze volte ad affrontare il tema della salute, della medicina centrata sulla persona, delle medicine tradizionali e non convenzionali e dei sistemi di salute su base antropologica. Tutte le informazioni su www.master-sistemisanitarimedicinenonconvenzionali.org.

Tecnilab acquisita da Svizzera Swisslog È stato firmato a fine luglio l’accordo definitivo per la cessione di Tecnilab alla multinazionale Svizzera Swisslog, che fa parte del gruppo Kuka, leader mondiale tedesco della robotica e automazione industriale. Il progetto di Tecnilab e Swisslog è quello di espandere l’azienda in un avanzato polo tecnologico per realizzare automazione di ultima generazione. La struttura e l’organizzazione di Tecnilab non verrà modificata, a gestire la società resteranno uno dei tre ex amministratori, Giancarlo Gervasi, e tutto l’organico attualmente presente. Il marchio Tecnilab, gruppo di Cuneo, resterà sul mercato ed espanderà il suo business nei settori in cui già operava; automazione per farmacie, ospedali e industria.

Inaugurato a Palermo magazzino di Unico È stato inaugurato a Palermo il nuovo magazzino di Unico Spa - La farmacia dei farmacisti, che si va ad aggiungere ai nove già presenti sul territorio nazionale. Lorenzo Vitali, amministratore delegato della società, sottolinea che «Palermo si aggiunge al magazzino di Ribera che finora ha coperto la parte meridionale dell’isola. Con questo nuovo sito logistico Unico aumenta la capacità di servizio alle farmacie e la capillarità sul territorio nazionale. L’apertura di Palermo, che si aggiunge alle altre unità distributive, allarga la nostra proposta per essere sempre di più al servizio delle farmacie italiane».

54 | settembre 2016 |


SPIGOLATURE

VISUALIZE YOUR WORLD

55 | luglio 2016 |

mercoledì ottobre

5


INTERVISTA A...

Una scommessa sul futuro

A

iutare il farmacista a diventare un operatore sanitario a tutti gli effetti: questa, in sintesi, la mission di Chorafarma. «L’idea di partenza risale a tre anni fa mentre l’azienda è nata nel febbraio 2015», spiega Francesco Tozzi, fondatore e amministratore delegato. «Non possiamo quindi parlare di una vera e propria start up, partita da zero». Un necessario periodo di incubazione, dunque, per definire una strategia che prendesse spunto dalla composita legislazione sui servizi in farmacia e dare origine a un’azienda che al 60 per cento fa capo a una società finanziaria nata ad hoc - e che c o n t i e n e l a v e n t u re ca p i t a l Withfounder - e al 40 per cento al Poliambulatorio Dalla Rosa PratiCentro Diagnostico Europeo di Parma, struttura sanitaria di avanguardia in Italia, in particolare nella diagnostica avanzata, attiva in Emilia Romagna e Lombardia.

Il cambiamento

«Il sistema sanitario è in forte cambiamento, tra tagli dei costi e razion a l i z z a z i o n i , n e l t e nt a t i vo d i concentrare la sanità in pochi centri di eccellenza», sottolinea Tozzi. «Ne risentono i territori, non le grandi città. La farmacia, di conseguenza, resta l’unico presidio diffuso a livello

locale che può offrire servizi sanitari, entro i limiti stabiliti dai decreti attuativi della normativa sui servizi. Oggi si intasano i Pronto soccorso per codici bianchi che obbligano a ore di file, mentre potrebbero intervenire le farmacie, se provviste di personale sanitario qualificato al loro interno. La farmacia deve passare da una logica di puro prodotto a una di offerta sanitaria e per fare questo occorrono un luogo attrezzato e un personale ad hoc». È una scommessa sul futuro, quella di Chorafarma, visto che finora la “farmacia dei servizi”, pur codificata da tempo, ha funzionato poco e male. «A mio parere, tra le ragioni di questa partenza al rallentatore c’è il fatto che finora l’approccio alla farmacia dei servizi è stato realizzato da operatori non del mercato della sanità ma da produttori di medical device, aziende di telecomunicazioni e produttori di software. Questo ha comportato un modo di procedere finalizzato più alla valorizzazione del prodotto che alla presa in carico della persona».

Il progetto Medicorner

Proprio a fronte del diffondersi di prestazioni un po’ estemporanee Chorafarma ha deciso di avviare il progetto Medicorner: «Tra gli elementi caratterizzanti del progetto la 56 | settembre 2016 |

necessità di connotare la farmacia, anche dal punto di vista dell’ambiente, come una struttura sanitaria. Spesso gli spazi ci sono ma vanno resi luoghi di cura, cosa che tentiamo di fare con i nostri architetti. Ovviamente non potremo mai parlare di ambulatori ma il modello deve essere quello. Quanto ai device, collaboriamo con le aziende produttrici ma nel contesto di un’offerta di servizi alla farmacia molto più ampia: cardiologia, apparato respiratorio, assistenza infermieristica e fisioterapica, check up completo e assistenza domiciliare. In più abbiamo realizzato una piattaforma tecnologica, di nostra proprietà, che gestisce tutto il percorso di cura del paziente: dalla prenotazione accettazione (privacy, consenso informato) ritiro del referto, pagamento. E inoltre collaboriamo con medici di alto livello, che operano nei centri di eccellenza ospedaliera italiani». Concorrenza con la medicina generale? L’ad nega, anzi sottolinea che la piattaforma in questione è a disposizione dei medici che, per esempio, potrebbero vedere in tempo reale il risultato di un Ecg svolto tramite la farmacia: «Quando interveniamo su una farmacia andiamo a presentarci ai medici locali. Insomma si tratta di un servizio chiavi in mano per il farmacista, anche in tema di comu-


INTERVISTA A...

di GIUSEPPE TANDOI

Implementare i servizi in farmacia, l’obiettivo di Chorafarma. A colloquio con il fondatore e amministratore delegato Francesco Tozzi nicazione, cercando di far conoscere la farmacia con brand Medicorner sul territorio. Il sistema è quello del franchising: il titolare paga un fee iniziale per il set up di Medicorner e poi una percentuale sul fatturato». Non è che l’opzione franchising sia un primo passo per creare, in un futuro sempre più prossimo, un network di farmacie di proprietà? «Assolutamente no, non è nei nostri programmi creare un network di farmacie, né virtuale né, quando la legge lo permetterà, di proprietà».

Il valore aggiunto

Perché, in definitiva, una farmacia dovrebbe affiliarsi a Chorafarma? «Perché si tratta di un’offerta completa, competente e testata, che risponda realmente a determinati bisogni. Oggi capita di essere dimessi dagli ospedali il prima possibile, e

quindi la possibilità di avere a portata di mano un infermiere messo a disposizione dalla farmacia vicina è una possibilità non da poco, nella fase postoperatoria, per esempio». Certo è che Chorafarma ha un approccio industriale al business farmacia, il dubbio è semmai sulla disponibilità del sistema farmacia italiano ad accogliere, nel suo complesso, un approccio così inedito. «Oggi le farmacie sono un po’ sul chi va là, sanno che devono innovare ma restano ancora in attesa degli eventi, anche per quanto riguarda le eventuali mosse delle Regioni in fatto di accreditamento dei servizi. Ma anche se ci si dovesse arrivare, all’accreditamento regionale, a essere convenzionate saranno le farmacie più attrezzate e più in linea con determinati protocolli di qualità dell’offerta. Bisogna agire a prescindere dall’operato delle istituzioni».

L’offerta

Il progetto Medicorner offre servizi di sanità leggera - diagnostica, assistenza infermieristica, specialità mediche ad alto indice di spesa privata - realizzata attraverso sistemi di refertazione telematica. Si focalizza inoltre sui servizi per le cure primarie, sulla gestione delle patologie croniche, sul monitoraggio della corretta aderenza terapeutica e del percorso postoperatorio (riacutizzazioni). La spesa sanitaria privata sta proliferando negli ultimi anni e l’offerta di servizi Medicorner prevede, a detta dell’ad Tozzi, costi a carico del cittadino sostenibili, a fronte dei disagi crescenti nell’accesso a prestazioni analoghe nell’ambito della sanità pubblica (comunque gravate da ticket). 57 | settembre 2016 |

Francesco Tozzi, fondatore e amministratore delegato di Chorafarma

In prospettiva

Una domanda cruciale, per concludere: la farmacia dei servizi può avere davvero, in tempi brevi, quel boom che finora non si è visto? «Difficile fare previsioni», considera Tozzi, «è un canale variegato, composto da 18.000 teste con autonomia decisionale. Quello che sto constatando è che le nuove generazioni sono molto più attente a questa novità dei servizi in sanità. In ogni caso si tratta di un mercato difficile, ma ormai la macchina è avviata e procede. A che velocità? A una velocità che di certo sta aumentando e che lascia ben sperare per il futuro».


Una voce autorevole, aperta a tutte le opinioni, per il presente e il futuro della professione

UN ANNO DI... INTERVISTE

ai protagonisti del mondo della farmacia

Il quindicinale da 16 anni al fianco dei titolari di farmacia

APPROFONDIMENTI dal mondo della farmacia estera

NUTRIZIONE

FISCALE:

OMEOPATIA

le tematiche più attuali

Il giusto mix di preparazione scientifica e aggiornamento, di spirito di impresa e deontologia

GALENICA

COSMESI FARMANEWS: i nuovi farmaci

Fad online con Tutor NOVITÀ IN COMMERCIO

LEGALE:

l’osservatorio sulle più recenti sentenze

COMUNICAZIONE NEL PUNTO VENDITA: consigli operativi GESTIONE: l’evoluzione della farmacia tra professione e marketing

MEDICINA E FARMACOLOGIA

l’approfondimento sulle nuove terapie

STRUMENTI

di Digital e social marketing Direttore Responsabile: Laura Benfenati www.puntoeffe.it


ABBONAMENTI 2016

ABBONAMENTI 2016

Abbonati subito! ●

FORMAZIONE 2016

dei titolari di farmacia

è...

Corso 2 online Farmacia dei servizi: prestazioni analitiche di prima istanza e altri servizi di secondo livello A Crediti SOLI 18 ECM

FORMAZIONE A DISTANZA Corsi 2016 online con Tutor

Responsabile Scientifico e Tutor: Paola Brusa - Professore Associato Università di Torino, Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco

GALENICHE ATTIVAPREPARAZIONI SUBITO IL TUO ABBONAMENTO19,5 13 ore formative da gennaio 2016

CREDITI ECM

UN’OFFERTA SPECIALE! Paola Brusa

Laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Farmacia Quindicinale Professore Associato Università di Torino, Dip. di Scienza e Tecnologia del Farmaco + Corsi 2016 online con Tutor + omaggio

A SOLI

14033,60 €€

(27,55 €+ IVA 22%)

Per abbonamenti: Tel. 02 88 18 4317

Per maggiori informazioni: www.edizioniedra.it Per maggiori informazioni: www.edizioniedra.it

CREDITI ECM

37,5 CREDITI ECM

Fax 02 56 56 11 73

OMAGGIO

di G.C. Pacenti di G.C. Pacenti Il libro offre un’ampia panoramica di informazioni Il libro offre un’ampia panoramica di informazioni e di consigli su come intraprendere l’attività e portarla e di consigli su come intraprendere l’attività e portarla

➜ ABBONAMENTO ANNUALE alla rivista (19 numeri) FARMACIA DEI SERVIZI: PRESTAZIONI ➜ 2 CORSI FAD onlineDIper complessivi crediti ECM ANALITICHE PRIMA ISTANZA37,5 E ALTRI ➜ VOLUME in omaggio* 18 SERVIZI DI SECONDO LIVELLO 12 ore formative da luglio 2016

140 €

IN OMAGGIO* Comediventare diventaretitolare titolaredidifarmacia farmacia Come

Codice campagna 16025

(29,84 €+ IVA 22%)

DA LUGLIO 2016

70 €

● IL QUINDICINALE un anno di abbonamento e aggiornamento, di spirito di impresa e deontologia

DA GENNAIO 2016

Corso 1 online Preparazioni galeniche 19,5 Crediti ECM

● Una voce autorevole, aperta a tutte le opinioni, per il presente e il futuro della professione

36,40 € L’offerta comprende:

scegli la qualità oggi per la tua farmacia di domani

* Fino a esaurimento scorte * Fino a esaurimento scorte

abbonamentiedra@lswr.it

www.puntoeffe.it

PAGAMENTO ¨

Nome e Cognome Farmacia – Azienda

¨ Indirizzo Cap

Addebito su carta di credito ❏ Visa Carta Sì ❏ Mastercard n. |_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_| scadenza |_|_| / |_|_| CVC |_|_|_|

Firma

Città

CONSENSO AL TRATTAMENTO DEI DATI Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 196/2003 (Codice Privacy)

Telefono

Il sottoscritto

eMail

n Invio e-mail promozionali e/o comunicazioni di marketing, nonché effettuazione di ricerche di mercato, se autorizzato dal cliente, da parte di Edra Spa o di società da essa controllate, collegate o partecipate; Esprimo il mio consenso ¨ Nego il mio consenso ¨

|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|

n ne (come ad es. memorizzazione di abitudini di consumo) volte a migliorare le offerte nei confronti del cliente, da parte di Edra Spa o di società da essa controllate, collegate o partecipate; Esprimo il mio consenso ¨ Nego il mio consenso ¨

Partita IVA |_|_|_|_|_|_|_|_|_|_|_| DESIDERO SOTTOSCRIVERE IL SEGUENTE ABBONAMENTO 2016: ¨ (Codice campagna 16033) ABBONAMENTO ANNUALE (19 numeri)

€ 70,00

¨ (Codice campagna 16033) I CORSO FAD (Preparazioni galeniche)

€ 36,40

¨ (Codice campagna 16033) II CORSO FAD (Farmacia dei servizi: prestazioni analitiche di prima istanza e altri servizi di secondo livello) € 33,60 ¨ (Codice campagna 16033) ABBONAMENTO ANNUALE (19 numeri) + 2 corsi FAD Riceverò in omaggio il volume “Come diventare titolare di farmacia” a soli € 140,00** **(l’offerta è indivisibile)

n Invio e-mail promozionali e/o comunicazioni di marketing, nonché effettuazione di ricerche di mercato, e di sionisti della salute, case farmaceutiche ecc), non facenti parte di Lswr Group. Esprimo il mio consenso ¨ Nego il mio consenso ¨

Data e luogo

Firma

EDRA SpA - Via Spadolini , 7 - 20141 Milano - Custome r Service Tel. 02 88184.317 - Fax. 02 565 6 1173 - eMail: abbonamentiedra@lswr.it


CONSIGLI

Misuratori ad hoc Ergonomici, pratici e semplici i prodotti della linea Pic Rapid di LUIGI MARAFANTE L’ipertensione arteriosa

(Design language solution),

è un problema che colpisce

la rivoluzionaria filosofia

in Italia in media il 23,40

di sviluppo dei prodotti Pic

per cento degli uomini e il 16

nata dalle esigenze delle

sono studiati per privilegiare

e confortevole. Tutti i pack

delle donne di età maggiore

persone e ispirata alle forme

facilità di utilizzo

riportano un QR Code che

di 18 anni, rendendo sempre

della natura. Ergonomia,

e immediatezza. Tutti

rimanderà a un video pensato

più necessari controlli costanti

praticità, semplicità. Le forme

i misuratori di pressione

per offrire un supporto

e continuativi della pressione,

arrotondate, le silhouette

Pic Rapid sono inoltre dotati

ulteriore al consumatore:

primo fondamentale gesto

snelle e rassicuranti,

della Rapid Tech - Comfort

un tutorial per guidarlo

di prevenzione.

il colore bianco dominante,

Experience che consente

nell’utilizzo del misuratore

I misuratori di pressione della

le impugnature più confortevoli

la misurazione in fase

di pressione appena

linea Pic Rapid si avvalgono

e intuitive, i display più visibili,

di gonfiaggio offrendo

acquistato.

del nuovo concetto di Dls

i pulsanti ridotti al minimo

un risultato rapido

www.artsana.com

IN VIAGGIO SENZA NAUSEA Minesium diminuisce la sensazione di nausea e di disagio legata ai malesseri da viaggio grazie alla sinergia di diverse piante: radice di zenzero, che possiede proprietà straordinarie che diminuiscono la sensazione di pesantezza di stomaco e previene la nausea da viaggio, ottimizzando la digestione degli zuccheri e dei grassi; menta piperita che è conosciuta per la rapidità d’azione, agisce in modo praticamente istantaneo, aiuta a mantenere lo stomaco in buona salute e favorisce

PER IL BENESSERE INTIMO DI TUTTA LA FAMIGLIA

la digestione; altea che sostiene le funzioni digestive, contribuendo alla protezione naturale della mucosa gastrica e diminuisce la sensazione di acidità. www.ortis.com

Tantum Rosa Intimo Derma: una vera e propria rivoluzione nei detergenti dedicati a tutta la famiglia. Arricchito con sostanze ad azione dermoprotettiva, delicate e ad alta tollerabilità, è ideale nell’uso quotidiano perché aiuta a preservare l’equilibrio fisiologico delle parti intime, senza impoverire lo strato idrolipidico della pelle. È studiato per lei: con glicerina, nota per la sua azione idratante ed emolliente; è pensato per lui: contiene acido lattico, che regola il pH mantenendolo a 4,5, ideale per la pelle dell’uomo; è creato per i più piccoli: arricchito con pantenolo e bisabololo è adatto alle pelli delicate dei bambini. www.angelini.it

60 | settembre 2016 |


CONSIGLI

CONTRO LE MACCHIE SOLARI Laboratoire SVR amplia la linea Clairial, trattamenti specifici per favorire la scomparsa delle macchie scure, con un prodotto altamente innovativo, efficace su tutti i tipi di macchie e su tutti i fototipi, Clairial Serum. Non fotosensibilizzante, questo siero può essere usato su tutto il viso, su ogni tipo di pelle e di macchia e può essere applicato prima della crema solare per un’abbronzatura luminosa e senza macchie. Una formula dalla elevata

tollerabilità, testata su pelle sensibile: profumo senza allergeni, senza parabeni, senza lanolina, senza oli minerali. www.labo-svr.it

PER IL TRATTAMENTO DELLA PELLE ACNEICA Nasce oggi Canova Salipil Caps, l’integratore d’elezione per contrastare il sebo e mantenere lo stato di salute della pelle. Grazie ai suoi ingredienti attivi, Salipil Caps svolge un’attività coadiuvante sebo regolatrice, lenitiva e antiossidante, agendo in sinergia con la linea topica Salipil. I principi attivi contenuti in Salipil Caps sono: estratto di bardana e biotina o vitamina H, per un’azione sebo-regolatrice; zinco ed estratto di salice

per un’azione anti-batterica e antinfiammatoria; vitamina E e selenio, vitamina A e C, nicotinamide per un’azione trofica e antiossidante. www.canova.it


CONSIGLI | occhiello OCCHIELLO

SPECIFICO PER GENGIVE INFIAMMATE Tau-marin Sensitive Gengive è lo spazzolino a setole ultrasottili e morbide, studiato per consentire una accurata rimozione della placca in presenza di gengive infiammate e doloranti. Ai primi sintomi di gengivite la scelta di uno spazzolino specifico come tau-marin Sensitive Gengive, insieme all’applicazione di determinate tecniche di spazzolamento, risultano essere i più efficaci e importanti strumenti per la cura della patologia. Innovazione e linee essenziali: setole ultrasottili e morbide, testina ellittica, antibatterico, manico diritto e unica versione, ultramorbido. www.tau-marin.it

RIENTRO A SCUOLA IN SICUREZZA Nei casi accertati di pediculosi è opportuno dar corso a uno specifico trattamento. Aftir Duo lozione elimina efficacemente pidocchi e lendini. Riduce il rischio di reinfestazione, grazie al complesso Lpftm (Lice protection factor). Senza siliconi, è facilmente lavabile con acqua. Senza insetticidi. Con applicatore, per una più facile distribuzione del prodotto sul cuoio capelluto. Aftir Duo shampoo è un liquido trasparente a base di un olio anti pidocchi appositamente formulato per eliminare pidocchi e lendini unito a uno speciale complesso protettivo che evita il rischio di reinfestazione (Lpftm). Lo speciale olio polimerico assicura la massima efficacia contro i pidocchi del capello. La combinazione di questi due ingredienti agisce ostruendo le vie respiratorie del pidocchio e disidratandolo, fino a farlo seccare. www.aftir.it

SOFFICE CALORE I Warmies sono accumulatori di calore scaldabili nel forno a microonde o nel forno tradizionale, poiché sono realizzati con materiali specifici resistenti al calore. Possono essere utilizzati anche per rinfrescare: basta avvolgerli in un sacchetto di plastica e lasciarli nello scomparto del freezer per circa un paio d’ore. Sono disponibili in tantissimi modelli: le fasce lombari, gli animali scaldacollo, le pantofole scaldapiedi e una vasta gamma di peluche termici. La speciale miscela di miglio e lavanda dona benessere e ha un effetto calmante e rilassante. www.warmies.it

62 | settembre 2016 |

PER LA SALUTE DEI PICCOLI ANIMALI

Guna propone sul mercato la nuova linea PETformula, sette mangimi complementari in tubi con una pasta per cani e gatti, opportunamente creati per migliorare le condizioni fisiologiche dei piccoli amici. I mangimi sono proposti in confezione tubo da 50 g di pasta, appetibile sia per il cane sia per il gatto. Questo tipo di formato rende molto facile la somministrazione del prodotto che può essere dato direttamente in bocca all’animale, o nella ciotola mescolato nella pappa oppure, nel gatto, anche spalmato sulla zampina, l’animale provvederà ad assumerlo spontaneamente durante lo svolgimento delle quotidiane attività di pulizia del proprio mantello. www.guna.com/it


OCCHIELLO | occhiello

63 | settembre 2016 |


IL LIBRO

Che fine hanno fatto i nostri microbi? I danni provocati dall’abuso di antibiotici sull’organismo

M

A cura della REDAZIONE

artin J. Blaser, statunitense, direttore del dipartimento di Medicina della New York University, ha dedicato gran parte della sua attività scientifica allo studio dei batteri. Si può dire che in questo ampio e dettagliato volume - che il taglio divulgativo rende accessibile anche ai non addetti ai lavori - abbia riassunto il senso della sua pluriennale esperienza. Non è certo suo

scopo quello di mettere all’indice gli antibiotici in quanto tali, semmai di sottolineare, con un approccio storico, che la prassi di prescriverli sempre e comunque è poco intelligente e di certo non innocua per i pazienti. «Non metto in discussione l’efficacia degli antibiotici sui pazienti ricoverati per polmonite, febbre puerperale, meningite e altre gravi malattie infettive, ma è discutibile l’utilizzo degli antibiotici su milioni di persone

sane con infezioni meno gravi e disturbi relativamente minori, come raffreddori o infezioni cutanee» scrive lo studioso. Ma prima di tutto una considerazione fondamentale: se è vero che l’organismo umano ospita centomila miliardi di cellule batteriche, bisogna ricordare che preservare questi microbi, che da millenni accompagnano l’evoluzione della nostra specie, contribuisce al mantenimento della salute.

Un caso particolare

MARTIN J. BLASER Che fine hanno fatto i nostri microbi? Aboca, 2016, pp. 302

Il libro va letto tutto, dalla prima all’ultima pagina, ma colpiscono in particolare i capitoli dedicati all’Helicobacter pylori, il batterio assai diffuso che per anni è stato la bestia nera dei gastroenterologi di tutto il mondo: andava eradicato a ogni costo, in quanto all’origine di gravi patologie. Di qui la somministrazione indiscriminata di antibiotici atti a distruggerlo. Ebbene per Blaser si tratta di un batterio dalla doppia natura, ci fa ammalare ma ci tiene anche in salute (il termine scientifico è “anfibio-

64 | settembre 2016 |

si”). L’autore ci dà conto di anni di sperimentazioni, e non solo del suo team di ricercatori, che testimoniano come il ruolo dell’Helicobacter pylori nel provocare ulcere gastriche, gastriti quando non cancro allo stomaco non possa essere dato per certo: «Risulta così che il batterio, scoperto come un patogeno, è in realtà un’arma a doppio taglio: quando si invecchia, fa aumentare il rischio di sviluppare l’ulcera e in seguito il cancro allo stomaco, ma la sua azione è benefica per l’esofago, protegge dalla Mrge e dalle sue conseguenze, inclusa una diversa forma di cancro. Mentre l’Helicobacter pylori sta scomparendo, i casi di cancro allo stomaco diminuiscono, ma l’adenocarcinoma esofageo aumenta. È un classico caso di anfibiosi: i fatti sono coerenti». Forse non tutti gli specialisti saranno d’accordo ma, in ogni caso, il libro fornisce molteplici spunti di discussione e riflessioni, in particolare su cosa significhi oggi, molto semplicemente, curare le persone.


esec 23x28,5 tr.indd 1

25/07/16 11.51


IF2016_ADV230x285_HR_23-2-2016_puntoeffe_5_2016.pdf

1

05/07/16

12:48

HAI LA CERTEZZA DI NON FARE ERRORI SU FARMACI E PRODOTTI SALUTISTICI?

2016 NOVITÀ 2016

versione tascabile inclusa

L’INFORMATORE FARMACEUTICO il partner quotidiano a cui affidarsi per curare in sicurezza

> oltre 17.000 FARMACI > 90 FORME FARMACEUTICHE > 40 VIE DI SOMMINISTRAZIONE

o

ACQUISTA SUBITO

www.edizioniedra.it Tel. 02 88184 233

IF2016_ADV230x285.indd 1

L’INFORMATORE FARMACEUTICO LA CERTEZZA DI NON SBAGLIARE

EDRA SpA Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel 02 88184 233 - Fax 02 9366 4151 eMail: clienti.codifa@lswr.it

22/02/16 17.33


LA FARMACIA:

PROGERMILA ADVANCE® è il primo e unico dispositivo medico esclusivo a base di spore di Bacillus clausii con Triosmectan®, un brevetto italiano su una nuova associazione di attivi contro le infezioni intestinali.

MOLTO PIÙ DI UN COMUNE PROBIOTICO:

DISPOSITIVO MEDICO

IL CONSIGLIO GIUSTO IN TUTTI I CASI DI DISORDINI GASTROINTESTINALI DI ORIGINE VIRALE O BATTERICA.

0546 - Comunicazione strettamente riservata agli operatori farmaceutici o agli operatori del settore.

UN MONDO DI QUALITÀ DA GARANTIRE.

Green- sovracoperta_DEF Fronte e retro.indd 3-4

In un mercato strategico dove il consiglio fa la differenza Chemist’s Research innalza gli standard qualitativi di ogni suo prodotto, a partire da Progermila: un’intera linea certificata per la conquista del benessere intestinale. CERTIFICATO N. P2905 DT N. 82 CEPPO DEPOSITATO PRESSO

L’ISTITUTO TEDESCO DSMZ CHE GARANTISCE:

t 4UBOEBSEJ[[B[JPOF F t #JPTJDVSF[[B

PRODOTTO CERTIFICATO

Gastroresistente Antibioticoresistente Termoresistente

1. CONTROLLO MATERIA PRIMA

3. CONFORMITÀ ANALISI ANALI NALISI ACCURATE SU OGNI LOTTO

Corrispondenza di ceppi depositati it ti presso l’i l’istituto tit t DSMZ DSMZ. Conta delle spore vitali calcolata per ogni grammo di materia prima.

• MICROBIOLOGICHE • CONTA DELLE SPORE VITALI sul tappo dosatore o capsula.

2. PROCEDURE RIGOROSE

4. CERTIFICAZIONE BACILLUS CLAUSII HIGH VALUE

Norme di buona fabbricazione del farmaco (GMP) e Certificazione ISO 9001 sono cardini del sistema produttivo.

Vitalità probiotica assicurata fino a scadenza da Certiquality.

SENZA GLUTINE E SENZA LATTOSIO WE RESEARCH.

YOU FEEL GOOD.

29/07/16 16:14


I.P.

NELLE INFEZIONI INTESTINALI

MOLTO PIÙ DI UN COMUNE PROBIOTICO.

Tratt Trattamento dei DISORDINI D GASTR GASTROINTESTINALI origine virale di or o batterica

PERCHÉ È MOLTO PIÙ DI UN COMUNE PROBIOTICO? PROGERMILA ADVANCE®, il primo extrabiotico® a base di spore di Bacillus clausii con Triosmectan®, possiede un’elevata capacità di rimuovere batteri, virus e tossine, promuovendo al contempo una flora batterica “amica”.

COS’È IL TRIOSMECTAN E COME FUNZIONA? ®

È un brevetto italiano su nuova associazione di attivi contro le infezioni intestinali e batteriche che svolgono un’azione sinergica:

INFLUENZA intestinale, INTOSSICAZIONI alimentari anche da frutti di mare contaminati

DIARREA del VIAGGIATORE

E RISPETTO AGLI ANTIBIOTICI? Gli antibiotici agiscono solo sui batteri e non sui virus. Triosmectan® agisce su batteri e virus dimostrandosi rimedio d’elezione nei casi di influenza intestinale (origine virale) e intossicazioni alimentari anche da frutti di mare contaminati (origine batterica).

È SICURO?

COME SI USA?

Interagiscono legando batteri e virus.

ADULTI:

TANNINI DA THÈ VERDE da thè verde decaffeinato titolato al 98% in polifenoli.

1 bustina sciolta in un bicchiere d’acqua 3 volte al giorno. Nella sintomatologia acuta 1 bustina 4 volte al giorno nel primo giorno, riducendo la dose durante i tre giorni successivi a:

SPORE DI BACILLUS CLAUSII 5 miliardi, antibioticoresistenti, termoresistenti. Riequilibrano la flora intestinale e promuovono la ricostituzione dell’integrità della mucosa.

È UN ANTIDIARROICO? Triosmectan® con la sua granulometria inferiore a 2 μm, agisce sulle cause che provocano la diarrea, adsorbendo batteri, virus e tossine. Non è il classico adsorbente di acqua nell’intestino.

Green- sovracoperta_DEF Fronte e retro.indd 1-2

EXTRABIOTICO

®

IN ARRIVO IN FARMACIA . BREVETTO ITALIANO SU NUOVA ASSOCIAZIONE DI ATTIVI CONTRO LE INFEZIONI INTESTINALI.

Profilo di sicurezza testato eseguendo i saggi di biocompatibilità ed il test di ritardata sensibilizzazione allergica: Progermila Advance® è risultato non tossico per uso orale e non sensibilizzante.

SILICATI NATURALI con granulometria inferiore a 2 μm.

Svolgono un’azione astringente e antiossidante.

IL PRIMO

• 3 bustine al giorno durante il secondo giorno; • 2 bustine al giorno durante il terzo giorno; • 1 bustina al giorno durante il quarto giorno.

BAMBINI: Somministrare solo dietro il parere del medico. • Bambini al di sopra di 3 anni 1-2 bustine al giorno. • Bambini al di sopra dei 6 anni 2-3 bustine al giorno.

CHEMIST’S RESEARCH s.r.l. Via Leuca, 13 - 73020 Castromediano (LE) ITALY Tel. 0832 231 776 - Fax 0832 231 568 www.chemistresearch.it

29/07/16 16:14


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.